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Pierce Brosnan su un possibile ritorno come James Bond: “Come potrei non essere interessato?”

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James Bond fa ormai parte del panorama culturale da oltre 60 anni. Sean Connery è stato il primo attore a vestire i panni dell’iconica spia britannica nel film Agente 007 – Licenza di uccidere del 1962, seguito poi da una manciata di altri attori, tra cui George Lazeny, Roger Moore, Timothy Dalton, Pierce Brosnan e, più recentemente, Daniel Craig. Brosnan ha interpretato 007 per un totale di 4 film, debuttando nel ruolo del personaggio in GoldenEye del 1995.

Il suo primo capitolo fu ben accolto dalla critica e fu un successo al botteghino, incassando oltre 356 milioni di dollari in tutto il mondo, un netto miglioramento rispetto ai film di Bond del decennio precedente. Tuttavia, non tutti i successivi film di Brosnan, tra cui Il domani non muore mai (1997), Il mondo non basta (1999) e La morte può attendere (2002), sono stati in grado di raggiungere le stesse vette, e l’ultimo capitolo di Brosnan ha ottenuto recensioni contrastanti.

Pierce Brosnan offre una risposta intrigante al potenziale ritorno di James Bond

Dopo la scarsa accoglienza di La morte può attendere, che è stato comunque un successo finanziario, Brosnan ha lasciato 007 nello specchietto retrovisore nel 2002, e l’attore Daniel Craig ha preso il suo posto con Casino Royale nel 2006. Craig è rimasto nel ruolo per cinque film in totale e ha dato l’addio al personaggio con No Time To Die del 2021. In seguito all’acquisizione del franchise da parte di Amazon, James Bond 26 è confermato e alcuni hanno chiesto che Brosnan riprenda il suo ruolo.

In una recente intervista a GQ, è stato chiesto a Brosnan se fosse al corrente delle richieste di tornare a vestire i panni di un Bond più anziano e se fosse effettivamente disposto a farlo. Sebbene Brosnan, 71 anni, ammetta di essere “interessato” a un ritorno nel franchise, afferma di ritenere che sarebbe meglio lasciare che sia un nuovo attore a sostituirlo.

Ne ho sentito parlare. Certo, come potrei non essere interessato? Ma ora la situazione è delicata. Penso che sia meglio lasciare che il cane che dorme resti a riposo, davvero. Lo penso anch’io. È un’idea e un concetto piuttosto romantico, ma credo che tutto cambi, tutto crolli. Penso che sia meglio lasciar fare a un altro uomo, davvero. Sangue fresco”.

Cosa significa l’interesse di Brosnan per un James Bond 26

Amazon ha acquisito il distributore di Bond, MGM, nel 2022 e il mese scorso è stato confermato che i produttori di lunga data del franchise, Barbara Broccoli e Michael G. Wilson, hanno ceduto il controllo creativo totale alla società. Sono passati 4 anni da No Time To Die e i rapporti hanno suggerito che Broccoli e Wilson non hanno fatto progressi significativi su un nuovo film, apparentemente non sapendo dove portare il personaggio. Amazon, tuttavia, una volta che l’accordo avrà superato l’approvazione delle autorità di regolamentazione nel corso dell’anno, si muoverà sicuramente in fretta per far decollare un altro film di James Bond, il che significherà ingaggiare un nuovo attore.

Considerando che probabilmente Amazon vorrà che il prossimo Bond si rivolga a un pubblico il più ampio possibile, non è chiaro se Brosnan potrebbe tornare. Il capo di Amazon Jeff Bezos, del resto, ha recentemente pubblicato un sondaggio su X chiedendo ai fan chi volessero come nuovo 007, e Henry Cavill è stata una delle scelte più popolari. Detto questo, dato che Amazon vuole sicuramente creare una sorta di universo cinematografico di Bond con spinoff e show televisivi, è certamente ipotizzabile che Brosnan possa anche apparire in un progetto unico nei panni di uno 007 più anziano.

Pierce Brosnan riceverà il premio contributo europeo al cinema

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Pierce Brosnan riceverà il premio contributo europeo al cinema

A riconoscimento di una lunga e  ricca carriera davanti alla machina da presa, e dietro in veste di produttore, Pierce Brosnan riceverà il premio onorario CONTRIBUTO EUROPEO AL CINEMA MONDIALE.

Tra i numerosissimi titoli di Pierce Brosnan ricordiamo MR. JOHNSON (1990 di Bruce Beresford, IL TAGLIAERBE (1992) di Brett Leonard, IL CASO THOMAS CROWN  diretto da John McTiernan (1999) e  IL SARTO DI PANAMA diretto da John Boorman (2001), solo per citarne alcuni. Film d’azione, romantici, commedie – Pierce Brosnan non ha tralasciato nessun genere interpretando l’agente del KGB  Valeri Petrofsky in QUARTO PROTOCOLLO diretto da John Mackenzie (1987), il killer nevrotico Julian Noble in THE MATADOR diretto da Richard Shepard (2005), Gideon in CACCIA SPIETATA per il regista David Von Ancken (2006), Richard in AMORI DIVORZI E RAPINE diretto da  Joel Hopkins (2013) o ancora l’ex primo ministro britannico Adam Lang in L’UOMO NELL’OMBRA diretto da Roman Polanski (2010).

Pierce Brosnan riceverà il premio contributo europeo al cinema

Ogni volta ci ha turbati, emozionati, ispirati  – cantando canzoni degli a Abba nei panni di uno dei padri in MAMMA MIA! diretto da Phyllida Lloyd (2008) di Philip l’arrabbiato uomo d’affari vedovo in LOVE IS ALL YOU NEED diretto da Susanne Bier (2012, del duro ex agente Peter Deveraux nell’action thriller THE NOVEMBER MAN diretto da Roger Donaldson (2014). 

Dal 1995 al 2002  ha impersonato l’agente segreto più famoso del mondo, James Bond, in GOLDEN EYE, IL DOMANI NON MORE MAI (per cui ha ricevuto una nomination agli  EFA), IL MONDO NON BASTA, e LA MORTE PUO’ ATTENDERE..

Oltre al suo lavoro davanti alla macchina da presa, Pierce Brosnan ha da lungo tempo una passione per l’arte di realizzare film. Ha fondato una sua casa di produzione  e fino ad oggi ha prodotto 11 film tra cui THE NEPHEW (1998), IL CASO THOMAS CROWN (1999), THE MATCH (1999), EVELYN (2002), LAWS OF ATTRACTION – MATRIMONIO IN APPELLO (2004), THE MATADOR (2005), SHATTERED – GIOCO MORTALE (2007), THE GREATEST (2010), THE NOVEMBER MAN (2014) e  I.T. (2016). 

Ha appena terminate la lavorazione di THE FOREIGNER, un film di Martin Campbell, co-interpretato con Jackie Chan. Attualmente è impregnate nelle riprese di  THE ONLY LIVING BOY IN NEW YORK accanto Jeff Bridges per il regista Marc Webb e lo vedremo in ACROSS THE RIVER AND INTO THE TREES, tratto dal’omonimo  romanzo di Ernest Hemingway, per la regia di Martin Campbell. 

E’ un grande piacere per l’European Film Academy conferire il premio d CONTRIBUTO EUROPEO AL CINEMA MONDIALE a Pierce Brosnan per la sua straordinaria dedizione al cinema.

Pierce Brosnan sarà uno deli ospiti d’onore della 29ma Cerimonia di Premiazione degli European Film Awards, il 10 Dicembre a  Breslavia, Capitale Europea della  Cultura 2016.

Pierce Brosnan protagonista in Out Last Man

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Pierce Brosnan protagonista in Out Last Man

Dopo essersi cimentato nella regia di alcuni film davvero strampalati come The Big Tease e Saving Grace, il comico Craing Ferguson è tornato dietro la macchina da scrivere per una nuova sceneggiatura dal titolo Out Last Man, tratta dal romanzo thriller I Dodici di Stuart Neville. Assieme all’assistenza di Ted Mulkerin, il nuovo soggetto di Ferguson racconta le vicende di un ex sicario dell’IRA uscito di prigione dopo 20 e ossessionato dalla vendetta contro gli autori della sua incarcerazione. Alla regia dovrebbe esserci Terry Loan, mentre come protagonista si è optato immediatamente per il fascino e il carisma di Pierce Brosnan. In questi giorni le trattative per la vendita del soggetto si stanno concludendo a Berlino, mentre Ferguson continua con il suo talk show dal titolo The Late Late, edito dalla CBS, in cui si intervista da solo.

Fonte: empire

Pierce Brosnan protagonista di I.T. di Stefano Sollima

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Pierce BrosnanSarà Pierce Brosnan il protagonista di I.T., il thriller che sarà diretto dal regista italiano Stefano Sollima, che si è imposto al pubblico con il suo film ACAB. L’ex 007 sarà un editore di successo che si ritrova a contrapporsi ad un giovane scontento IT, consulente ed esperto di tecnologia. Sollima oltre ad aver diretto ACAB: All Cops Are Bastards, sarà presto in televisione dove ha diretto per Sky la miniserie Gomorra. I.T. sarò prodotto da David T. Friendly, Craig Flores , Nicolas Chartier e Beau St. Clair. Proprio quest’ultimo è partner dell’attore con cui dirigono una casa di produzione. Dan Kay ha scritto la sceneggiatura basata su un’idea di Friendly Films banner . Le riprese del film dovrebbero iniziare nel 2014. Per quanto riguarda l’interprete del giovane I.T. al momento non si sa nulla.

Pierce Brosnan poteva essere Batman per Tim Burton

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Pierce Brosnan poteva essere Batman per Tim Burton

Ospite al The Tonight Show con Jimmy Fallon per promuovere Black Adam, Pierce Brosnan ha parlato della sua prima volta in un film di supereroi, ma ha anche detto che poteva essere Batman per Tim Burton, durante il processo di casting per il film che poi ha visto vincere Michael Keaton. Ma in merito alla possibilità di interpretare il Crociato di Gotham, Brosnan ha dichiarato:

“Ricordo di aver detto qualcosa di stupido a Tim Burton, ho detto che non riuscivo a capire perché un uomo dovesse indossare le mutande sopra ai pantaloni… Ma ecco qua il miglior attore possibile ha ottenuto il lavoro e poi è finita che il dottor Fate e io ci siamo incontrati nel momento giusto”.

Black Adam, ecco la Sneak Peek del #SDCC22

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

Pierce Brosnan e Martin Campbell di nuovo insieme dopo 007

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Pierce Brosnan e Martin Campbell di nuovo insieme dopo 007

Come ci informa l’Hollywood Reporter, Pierce Brosnan e il regista Martin Campbell torneranno a lavorare insieme, dopo GoldenEye (diciottesimo film della saga di James Bond), per l’adattamento cinematografico del romanzo Di là dal fiume e tra gli alberi (Across the River and Into the Trees), scritto da Ernest Hemingway nel 1950.

Di seguito la trama del romanzo: Nell’alba fredda di una domenica d’inverno, sulla laguna ghiacciata quattro imbarcazioni si stanno recando alle botti per la caccia alle anatre. Su una di queste si trova il cinquantenne colonnello Richard Cantwell, che è di stanza a Trieste. Il colonnello era partito il venerdì precedente con la sua grossa Buick per Trieste. Mentre percorreva la strada per raggiungere Venezia, fu assalito dai ricordi della prima guerra mondiale e ritrovò il luogo dove allora era stato ferito. Aveva combattuto anche nella seconda guerra mondiale e, pluridecorato, è considerato un eroe; lui tuttavia non si sente più un soldato, ma un semplice uomo in uniforme. Il colonnello ha una relazione con una diciannovenne veneziana, Renata, alla quale racconta, quasi come in una sorta di terapia psicanalitica, le vicende della guerra. Nonostante la grande differenza di età fra i due, la relazione riesce a dare al colonnello serenità e gioia, ma è ben consapevole che i suoi problemi cardiaci non gli danno molto tempo da vivere. Quando sente avvicinarsi la morte, il colonnello si fa accompagnare dal suo autista nel luogo dove era stato ferito tanti anni prima, e dopo aver lasciato le ultime consegne, rimane lì ad aspettare la fine.

In realtà, Di là dal fiume e tra gli alberi è il secondo progetto che vedrà riuniti Brosnan e Campbell: i due, infatti, sono attualmente impegnati con le riprese dell’action thriller The Foreigner a Londra, che arriverà nelle sale a marzo del 2017.

Fonte

Pierce Brosnan e Emma Thompson nel trailer di Love Punch

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pierce brosnan

Presentata lo scorso settembre al Toronto Film Festival, arriva oggi il trailer della nuova commedia con Pierce Brosnan ed Emma Thompson dal titolo Love Punch.

Nel film diretto da Joel Hopkins (Oggi è già domani), i due attori interpretano una coppia in crisi che si avventura in Europa per recuperare i soldi rubati destinati alla propria pensione, mettendo in atto una caccia all’uomo per rintracciare il malfattore che li ha truffati, riscoprendo intanto il loro reciproco amore.

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Girato interamente a Parigi, e Coye-la-Forêt, Francia, Love Punch esce oggi in anteprima e poi a Dicembre in tutti i cinema.

Ricordiamo che i due attori britannici torneranno a recitare nello stesso set per il film Survivor di James McTeigue. Emma Thompson, dopo aver recitato a fianco di Tom Hanks in Saving Mr. Banks, è attualmente impegnata nelle riprese di Voyage of Time di Terrence Mallick. Pierce Brosnan invece, dopo Non buttiamoci giù, è molto probabile che torni ad un ruolo “action” dopo James Bond, con il quarto capitolo dei Mercenari di Stallone.

Fonte: ComingSoon.net

Pierce Brosnan disse no al Batman di Tim Burton: “Non riuscivo a prenderlo sul serio”

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Pierce BrosnanUno dei suoi ruoli più noti è quello di un personaggio iconico, vestito di scuro e con grandi doti fisiche e investigative: si tratta di James Bond e lui è Pierce Brosnan. L’attore però ha anche perso l’occasione di incarnare un’altra icona pop che potrebbe condividere la descrizione che abbiamo appena offerto dell’agente 007. Si tratta di Batman. Infatti Brosnan, quando Tim Burton cercava il suo Batman, rifiutò il ruolo perchè lo credeva ridicolo. E pensare che adesso i giovani attori in cerca di fama farebbero di tutto per indossare la calzamaglia di un supereroe!

Ecco cosa ha dichiarato l’attore in merito a quella proposta di Burton e al suo rifiuto:

“Incontrati Tim Burton per parlare del film su Batman, ma non riuscivo a prenderlo sul serio. Qualunque uomo indossi delle mutande sui pantaloni non può che essere ridicolo. La vedevo così, purtroppo. Pensavo fosse uno scherzo, ma quanto mi sbagliavo?”

Si sbagliava davvero tanto, considerando che Michael Keaton, il Batman designato da Tim Burton, è diventato un’icona pop allo stesso modo del personaggio che ha interpretato!

Fonte: CBM

Pierce Brosnan ammette: “non sono stato un buon James Bond!”

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Pierce Brosnan ammette: “non sono stato un buon James Bond!”

Durante un’intervista al The Telegraph, Pierce Brosnan ha parlato della sua esperienza nei panni di James Bond definendo la sua performance “non abbastanza buona”. Brosnan, che ha indossato i panni della spia più famosa al mondo per quattro film (GoldenEye, Il domani non muore mai, La morte può attendere, Il mondo non basta) ha detto di essersi sentito come risucchiato in una curva temporale tra Roger Moore e Sean Connery e sopratutto ha espresso così le sue difficoltà:

“È stato difficile cogliere il significato di questa esperienza, tutto era molto pilotato, dalla violenza alla forza bruta. Non c’era niente che avesse un riscontro nella realtà, era tutto troppo superficiale.” Alla domanda se avesse mai rivisto i Bond in cui lui ha recitato risponde così: “Non ho alcuna intenzione di vedere me stesso come James Bond, mi sembra di non essere stato abbastanza bravo ed è una sensazione orribile da provare”

Infine Brosnan parla della sua esperienza sul set di The Love Punch con Emma Thompson, film che racconta la storia di una coppia divorziata che cerca di recuperare alcuni soldi rubati dal loro fondo pensione: “È stato veramente piacevole, non ci hanno chiesto di recitare ma solo di presentarci e cercare di divertirci insieme. Con Emma poi è facile lavorare e trovarsi bene”.

Fonte: THR

Piera Detassis presidente della Fondazione Cinema per Roma

Piera DetassisLa giornalista, saggista e critica cinematografica Piera Detassis, direttore del mensile Ciak, è il nuovo presidente della Fondazione Cinema per Roma, l’ente che organizza dal 2007 il Festival Internazionale del Film di Roma. Lo ha deciso oggi il Collegio dei Fondatori formato da Comune di Roma, Regione Lazio, Città Metropolitana di Roma, Camera di Commercio di Roma, Fondazione Musica per Roma, Istituto Luce Cinecittà.

Il nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione sarà composto da cinque membri: Piera Detassis (in rappresentanza del Comune di Roma), Laura Delli Colli (in rappresentanza della Regione Lazio), Giancarlo Cremonesi (Camera di Commercio), Carlo Fuortes (Musica per Roma), Roberto Cicutto (Istituto Luce Cinecittà).

Piera Detassis è stata tra i principali protagonisti del Festival fin dalla sua nascita nel 2006, prima come membro della direzione artistica, poi come coordinatore e successivamente, fino al 2011, come Direttore Artistico.

“Per l’onore e la fiducia accordatemi desidero innanzitutto ringraziare il Sindaco Ignazio Marino e l’intero Collegio dei Fondatori – ha dichiarato il Presidente Detassis – Esprimo soddisfazione per l’ingresso fra i Fondatori del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, rappresentato dall’Istituto Luce Cinecittà. Ringrazio inoltre il Ministero dello Sviluppo Economico per il supporto a The Business Street nell’ambito del processo di internazionalizzazione a favore dell’intera industria audiovisiva italiana. Do il benvenuto ai rappresentanti del nuovo Consiglio di Amministrazione: la vicinanza di tutti gli organi di governo della Fondazione sarà fondamentale per la realizzazione della Festa del Cinema, che immagino come un festival diffuso e popolare, con lo sguardo rivolto all’evento artistico, ma anche al mercato, alla formazione e ai giovani, capace di far dialogare i protagonisti con il pubblico e di rapportarsi con le tante realtà culturali fiorite sul territorio. Una Festa in tempo di crisi, ma ottimista sul futuro del cinema e dell’audiovisivo, sulla possibilità di fare sistema. Oltre al saluto alla squadra della Fondazione Cinema per Roma, ricca di speciali professionalità, il mio ringraziamento particolare va oggi ai protagonisti dell’industria cinematografica, registi, attori, produttori, distributori e professionisti del settore, che considero da sempre compagni di avventura e alleati fondamentali nella realizzazione di questa rinnovata Festa. Con loro ho sempre lavorato, con loro mi auguro di continuare a farlo. Semplicemente nel nome del cinema e di tutte le sue nuove forme e declinazioni. Cioè del futuro”.

Pier Paolo Pasolini: il suo cinema in 20 tavole

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Pier Paolo Pasolini: il suo cinema in 20 tavole

Dal 2 novembre, a quarant’anni esatti dalla morte di Pier Paolo Pasolini, fino al 15 dicembre, si svolgerà l’iniziativa “Pasolini – Il Cinema in 20 tavole”, festival itinerante che coinvolgerà – in un ideale tour attraverso la Capitale – le biblioteche Marconi (Portuense), Elsa Morante (Ostia), Rispoli (Rione Pigna), Vaccheria Nardi (Tiburtino), Mameli (Pigneto), Pasolini (Spinaceto).

L’evento è realizzato da CityFest – il programma di appuntamenti annuali della Fondazione Cinema per Roma presieduta da Piera Detassis – in collaborazione con NED Edizioni di Pier Paolo Mocci e Biblioteche di Roma, e rientra nelle iniziative ufficiali promosse dal Mibact in occasione delle celebrazioni per il quarantesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini, con il patrocinio di Accademia del Cinema Italiano Premi David di Donatello e di Agis Scuola. I partner tecnici Rai Teche e Istituto Luce che partecipano all’iniziativa fornendo materiale video e filmati d’archivio.

L’iniziativa sarà inaugurata, lunedì 2 novembre alle ore 17.30 presso la Biblioteca Marconi, da una mostra di disegni realizzata da Luisa Mazzone che ripercorre – con un tratto del tutto originale, sospeso tra graphic-novel e immagine digitale – la filmografia pasoliniana. L’esposizione sarà corredata dai testi di Mario Sesti. Nello stesso giorno sarà presentato il volume di Mario Sesti e Luisa Mazzone “Pasolini – Il Cinema in 20 tavole” (NED Edizioni) con letture di Pino Calabrese, alla presenza di Chiara Rapaccini, Antonello Caporale, moderatore Leonardo Jattarelli.

I passaggi più interessanti saranno letti, di volta in volta, da alcuni amati volti del cinema e del teatro italiano: Giulio Scarpati, Vinicio Marchioni, Alessandro Roja, Greta Scarano, Antonello Fassari, Paola Minaccioni, Eleonora Danco.

Nel corso dei vari appuntamenti che si susseguiranno nelle biblioteche romane saranno mostrati alcuni dei film più celebri di Pasolini (da Accattone a Il vangelo secondo Matteo, da La rabbia a Uccellacci e uccellini, da Decameron a Il fiore delle Mille una notte), e si terranno proiezioni di materiale d’archivio Rai e Istituto Luce, tra cui un filmato di montaggio inedito realizzato appositamente da Rai Teche per l’iniziativa. In programma anche i documentari Pasolini. Il corpo e la voce di Maria Pia Ammirati, Arnaldo Colasanti, Paolo Marcellini, La voce di Pasolini di Mario Sesti e Matteo Cerami (presentati all’ultima Festa del Cinema di Roma), Nuovi comizi d’amore di Italo Spinelli. L’iniziativa prevede ulteriori eventi: la proiezione di Alì ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi, di N-Capace di Eleonora Danco, dei cortometraggi pasoliniani di Arcipelago – Festival Internazionale di Cortometraggi, e la presentazione di “Cerco qualcuno che guardi assieme a me”, libro e video a cura di Gianguido Palumbo, in memoria di Pier Paolo Pasolini e Nadine Gordimer.

“È fondamentale, per la nostra idea di cultura e per l’attività che svolgiamo nella Capitale, tener costantemente viva la memoria e l’opera di uno dei più scomodi, brillanti e onesti intellettuali dello scorso secolo – ha detto Piera Detassis, presidente della Fondazione Cinema per Roma – Abbiamo celebrato Pier Paolo Pasolini,nei giorni scorsi, con una serie di eventi nell’ambito della Festa del Cinema e lo faremo nelle prossime settimane con questa iniziativa del programma di CityFest”.

Tratto dal volume “Pasolini – Il cinema in 20 tavole” di Mario Sesti e Luisa Mazzone edito da NED

Come racconta lui stesso, il primo vero cineforum Pasolini lo conobbe a 17 anni quando, a Bologna, incontrò le lezioni di Roberto Longhi, il più grande critico d’arte dell’Italia contemporanea, con le sue proiezioni di diapositive di dipinti e quadri. Il cinema, scrisse Pasolini usando esplicitamente questa parola, iniziò ad agire da allora in lui “sia pure in quanto mera riproduzione di fotografie”. “Quello che io ho in testa come visione, come campo visivo, sono gli affreschi di Masaccio, di Giotto”, scrisse al tempo di Accattone. Questa mostra, che si avvale dei disegni dell’artista e scenografa Luisa Mazzone, accompagnati dai testi di Mario Sesti, recupera questa “forma primigenia” del cinema di Pasolini: l’idea di poter raccontare i suoi film, e le immagini che per essi egli ha trovato e creato, attraverso delle tavole, come se fossero pale, affreschi, pittura, graffiti. E tra i disegni, come nei suoi film (che spesso ricorrono a scritte, cartelli, lettere) ci sono le parole appunto di Mario Sesti, un testo che sembra scritto da una macchina per scrivere degli anni ’70: la stessa forma che le parole assumevano quando scriveva i suoi romanzi, i suoi articoli, le sue sceneggiature. Sono parole che si fanno sfondo e paesaggio e si confondono con le immagini, come se fossero fossili che il tempo ha reso della stessa natura minerale della materia che li ingloba, circondati da segni che sono dettagli “prelevati” da uno sfondo senza fine: è quello di tutti i film di Pasolini assieme, il cui paesaggio è stato riempito dalle borgate romane degli anni ’60 come dalla savane africane, dalle periferie italiane come dai deserti dell’Asia, ovunque abbia piantato la macchina da presa “in tanta gloria di sole, di luce, di pianto”.

Pieces of a Woman: trailer del film con Vanessa Kirby

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Pieces of a Woman: trailer del film con Vanessa Kirby

Netflix ha diffuso il trailer ufficiale di Pieces of a Woman, il film presentato a Venezia78 che arriverà in cinema selezionati a dicembre (compatibilmente con la riapertura delle sale cinematografiche) e su NETFLIX dal 7 gennaio 2021.

In Pieces of a Woman Martha (Vanessa Kirby) e Sean (Shia LaBeouf) sono una coppia di Boston. Stanno per diventare genitori ma la scelta di far nascere loro figlio in casa ha un risvolto tragico che cambierà per sempre le loro vite. Per Martha ha inizio un’odissea lunga un anno. Deve convivere con il dolore, con il rapporto conflittuale con il marito e con la madre dispotica (Ellen Burstyn), oltre che confrontarsi in tribunale con l’ostetrica divenuta oggetto di pubblica denigrazione. Diretto da Kornél Mundruczó (WHITE GOD – Sinfonia per Hagen, vincitore del premio Un Certain Regard a Cannes nel 2014) e con la sceneggiatura di Kata Wéber. Martin Scorsese è produttore esecutivo. PIECES OF A WOMAN è la storia profondamente intima, travolgente ed eccezionale di una donna che deve imparare a convivere con una perdita.

  • Prodotto da: Kevin Turen, p.g.a., Ashley Levinson, p.g.a. e Aaron Ryder
  • Produttori esecutivi: Martin Scorsese, Sam Levinson, Stuart Manashil, Viktoria Petranyi, Jason Cloth, Richard McConnell, Suarj Maraboyina per Creative Wealth Media, Aaron Gilbert per BRON Studios, e Steven Thibault
  • Direttore della fotografia: Benjamin Loeb, FNF
  • Scenografie: Sylvain Lemaitre e Frédérique B. Ste-Marie
  • Costumi: Rachel Dainer-Best
  • Montaggio: Dávid Janscó, HSE
  • Musiche originali: Howard Shore
  • Hair & Makeup: Gemma Lousie Hoff

Pieces of a Woman: intervista ai protagonisti del film Netflix

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Pieces of a Woman: intervista ai protagonisti del film Netflix

Ecco la nostra intervista ai protagonisti di Pieces of a Woman, il film presentato alla 77° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e disponibile su Netflix dal 7 gennaio 2021.

In Pieces of a Woman Martha (Vanessa Kirby) e Sean (Shia LaBeouf) sono una coppia di Boston. Stanno per diventare genitori ma la scelta di far nascere loro figlio in casa ha un risvolto tragico che cambierà per sempre le loro vite. Per Martha ha inizio un’odissea lunga un anno. Deve convivere con il dolore, con il rapporto conflittuale con il marito e con la madre dispotica (Ellen Burstyn), oltre che confrontarsi in tribunale con l’ostetrica divenuta oggetto di pubblica denigrazione. Diretto da Kornél Mundruczó (WHITE GOD – Sinfonia per Hagen, vincitore del premio Un Certain Regard a Cannes nel 2014) e con la sceneggiatura di Kata Wéber. Martin Scorsese è produttore esecutivo. PIECES OF A WOMAN è la storia profondamente intima, travolgente ed eccezionale di una donna che deve imparare a convivere con una perdita.

Pieces of a woman, recensione del film con Vanessa Kirby

Pieces of a woman, recensione del film con Vanessa Kirby

Il regista ungherese Kornel Mundruczo, amato dai festival europei, diverse volte in concorso a Cannes, vinse nel 2014 nella sezione Un certain regard con Withe god – Sinfonia per Hagen, mentre l’ultima partecipazione risale al 2017 con Una luna chiamata Europa.

Nel 2020 è tornato dietro la macchina da presa con il suo primo film in lingua inglese, che vede  Martin Scorsese nel team produttivo. In coppia con la compagna Kata Weber, che firma la sceneggiatura, Mundruczo ha dato vita a Pieces of a woman, progetto ambizioso e riuscito, che esplora la maternità e il suo momento più delicato, la nascita, facendola coesistere con quanto di più lontano da essa vi possa essere, la morte, e ponendo la protagonista, un’ottima Vanessa Kirby, di fronte all’elaborazione di una tragedia devastante. Sbarcato a Venezia lo scorso anno, il film è valso proprio all’attrice britannica, nota per la sua partecipazione alla serie tv The Crown, la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile e chissà che non possa aspirare a un premio dell’Academy.  

Pieces of a woman, la trama

Martha, Vanessa Kirby, e Sean, Shia LaBeouf, sono una coppia di Boston in attesa della loro prima figlia. Martha ha scelto il parto in casa e quando inizia il travaglio, Sean chiama l’ostetrica che segue la coppia, Barbara. Questa però non può recarsi sul posto e manda la sua collega Eva, Molly Parker. Martha e Sean sono inizialmente perplessi, ma poi si lasciano convincere dai modi pacati e rassicuranti della donna. Purtroppo, nonostante l’esperienza di Eva, qualcosa va storto, il feto va in sofferenza e la bambina muore pochi minuti dopo la nascita. Di fronte a questa tragedia, Martha e Sean reagiscono in modo diverso e iniziano ad allontanarsi. La madre di Martha, Elizabeth, Ellen Burstyn, poi, vorrebbe che la figlia facesse causa all’ostetrica, giudicandola colpevole dell’accaduto, e pensa che questo sia il modo ideale per affrontare la questione e poter lasciarsi poi tutto alle spalle. Martha però, vuole trovare il suo modo per elaborare questo lutto. 

Un film intenso e duro, che non cede al melò e apre le porte alla speranza 

Kornel Mundruczo parte bene, dimostrando di padroneggiare la macchina da presa con la sequenza iniziale del parto, lunga e dal forte impatto, che colpisce e avvince, tiene lo spettatore incollato allo schermo per scoprire cosa succede, cosa va storto. È adrenalinica, fa entrare lo spettatore nel vivo di un momento così delicato e potente al tempo stesso, che spesso al cinema viene stereotipato. Qui è raccontato con autenticità, senza tacerne il dolore e la forza, grazie alla bravura di Kirby, intensa ma mai eccessiva, alla capacità sua e di LaBeouf di rendere l’intesa della coppia, alla capacità del regista di mostrare il comportamento e il punto di vista di ogni attore della vicenda senza giudicare, ma cercando di comprenderne le ragioni, di portare all’immedesimazione, con la volontà di non edulcorare. Caratteristiche che si ritroveranno in tutto il film. Merito infine anche del montaggio di David Jancso. 

pieces of a woman recensionePoi arriva il dolore, che si spalanca dopo la tragedia della morte della piccola. Questo non è trattato dal regista con uno stile melodrammatico. Martha è una donna dura, forte, che non si vuole far vincere dalla sofferenza, non vuole mostrare le lacrime, la disperazione. In qualche modo però, il dolore trova una sua strada per emergere, e allora sono scoppi d’ira, nervi a fior di pelle di una donna provata, ma che non vuole mollare. Il regista mostra due modi di affrontare la cosa, strade diverse che portano Martha e Sean a separarsi.

Mostra anche una terza via, quella del processo, perseguita strenuamente da Elizabeth, rendendo bene il rapporto conflittuale di Martha con una madre autoritaria, le sue conseguenze sulle scelte della figlia e la voglia di questa di dimostrare a sé stessa e ad Elizabeth il proprio valore, ma anche emanciparsi e trovare un proprio modo di elaborare questo trauma. Alla fine sarà una strada più emotiva e meno razionale, più istintiva, fatta di sensazioni e odori, quella che traghetterà Martha fuori dal buio. Nel cast anche Iliza Shlesingher nel ruolo di Anita, sorella di Martha, Benny Safdie, che interpreta il compagno di Anita, Chris, e Sarah Snook, Suzanne, l’avvocato che segue la causa. 

Il paesaggio è metafora del mondo interiore dei protagonisti. La veduta panoramica da un ponte si ripete e scandisce i vari momenti della vicenda. Tutto è grigio e plumbeo, fino a quando, finalmente, compaiono i colori e il sole. La fotografia è curata da Benjamin Loeb. 

Il simbolico finale di Pieces of a woman

La sequenza finale, su cui scorrono i titoli di coda, è  poi l’esatto contraltare dell’inizio. Dominano la quiete e la serenità della natura, con un elemento chiave, che non sveliamo, a fare da protagonista, simbolo proprio dell’elaborazione, che non significa oblio, ma trasformazione di un dolore profondo in qualcosa che diventa un punto di partenza per ricominciare. È dunque un messaggio di speranza, di fiducia nel futuro e di ripartenza quello che il regista vuol dare e che ben si concilia con i tempi difficili che stiamo vivendo.

Pieces of a woman, dove vederlo in streaming

Prodotto da Little Lamb e Bron Studios con Proton Cinema e Creative Wealth Media, Pieces of a woman è disponibile in streaming su Netflix dal 7 gennaio. 

Piece by Piece: recensione della biografia musicale animata di Pharrell Williams

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Piece by Piece è una biografia musicale narrata attraverso l’animazione LEGO, un’esperienza che sfida il cinismo e abbraccia una vibrante originalità. Presentato al Toronto Film Festival, il film, che nasce dalla collaborazione tra il regista Morgan Neville e il genio creativo di Pharrell Williams, reinventa il genere documentario mescolando vivacità visiva e narrativa pop.

Piece by Piece è un connubio inaspettato

L’idea di raccontare la vita di Pharrell tramite i LEGO è insolita, ma si rivela sorprendentemente azzeccata. La carriera del musicista e produttore si distingue per la capacità di mescolare elementi incongruenti in creazioni straordinarie. È facile immaginare un giovane Pharrell costruire mondi magici con pezzi presi da set LEGO diversi, proprio come mescolava hip-hop, disco e rock per creare il suo sound unico.

Neville sfrutta questo connubio per creare un’opera visiva che trasforma episodi della vita di Pharrell in scene animate piene di colori e fantasia. Non vediamo il progetto di edilizia popolare di Virginia Beach come un quartiere grigio e difficile, ma come una realtà solare e comunitaria. La scuola che Pharrell frequentava insieme a Timbaland e Missy Elliott diventa un’esplosione di luci e musica, una capsula di creatività pronta a scoppiare. Ogni nuovo beat prodotto dai Neptunes prende forma come sfere luminose e pulsanti, che sembrano emergere direttamente dalla sinestesia di Pharrell.

Una narrazione vivace

La scelta di un approccio LEGO permette a Piece by Piece di esprimere la gioia che è al centro della musica e della personalità di Pharrell. La sua ascesa da Virginia Beach al successo globale è una storia familiare, ma Neville la racconta con un tocco così giocoso che sembra nuova e insolita. I contributi di Pharrell a brani iconici come Superthug di NORE, Drop It Like It’s Hot di Snoop Dogg e l’inno Alright di Kendrick Lamar vengono visualizzati con un brio che rende giustizia alla loro importanza culturale.

PIECE BY PIECE

Le interviste con Missy Elliott, Jay-Z, Gwen Stefani e Pusha T arricchiscono la narrazione, creando un ritratto collettivo che celebra l’impatto di Pharrell sul mondo della musica. Ma questa componente allegra e positiva è bilanciata da aspetti più emotivi che certo non mancano in un racconto biografico: le riflessioni su sua nonna, che lo ha incoraggiato fin dall’inizio, e le difficoltà creative che ha affrontato nel bilanciare l’arte con le pressioni del business, aggiungono profondità emotiva.

Un trionfo visivo con qualche limite

Visivamente, Piece by Piece è un trionfo. L’animazione LEGO non è solo un espediente, ma una scelta narrativa che amplifica la creatività del soggetto. Tuttavia, questo approccio ha i suoi limiti. La rappresentazione LEGO, per quanto brillante, manca della capacità di catturare le espressioni umane con la stessa profondità di un documentario tradizionale. Le teste di plastica e i sorrisi stampati non riescono sempre a trasmettere le sfumature delle emozioni reali.

Inoltre, la natura profondamente giocosa del film a volte riduce il dramma intrinseco della storia di Pharrell. Sebbene le sue sfide creative e personali vengano affrontate, il tono rimane ottimistico al punto che i conflitti sembrano appena accennati.

Il peso di un successo chiamato Happy

Un capitolo interessante e ambivalente è quello dedicato a Happy, la canzone che ha definito la carriera di Pharrell. Creata per un progetto commerciale, Happy ha avuto un impatto universale in un periodo segnato dall’ascesa del movimento Black Lives Matter e dalle proteste contro la brutalità della polizia. Il film esplora questo contrasto con delicatezza, mostrando come il successo della canzone sia stato allo stesso tempo una benedizione e una fonte di riflessione.

Piece by Piece Pharrell Williams
Pharrell Williams stars in director Morgan Neville’s PIECE BY PIECE, a Focus Features release..Credit: Courtesy of Focus Features / © 2024 FOCUS FEATURES LLC.
© 2024 FOCUS FEATURES LLC. ALL RIGHTS RESERVED.

Un esercizio di branding che funziona

Piece by Piece è un esercizio di branding mascherato da biografia, con tutto ciò che questo implica. È un branding fatto bene. Pharrell Williams emerge come un artista che vede il mondo attraverso una lente di infinita creatività e positività. Il film, con la sua estetica giocosa e i suoi ritmi coinvolgenti, prova a essere una celebrazione di quella visione. Siamo quindi di fronte a un’agiografia, più che a una biografia. E se da un lato questo punto di vista risulta poco interessante, dall’altro nulla ci impedisce di godere del film anche solo per la sua positiva e giocosa esplosione di colori. Dopotutto il “trattamento LEGO” ha il potere di rendere tutto migliore.

Piece By Piece, trailer del film su Pharrell Williams

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Piece By Piece, trailer del film su Pharrell Williams

Universal Pictures ha diffuso il nuovo trailer di Piece By Piece, il film animato dedicato all’esperienza e alla musica di Pharrell Williams, che arriverà a partire dal 5 dicembre al cinema.

Cosa racconta Piece By Piece

Piece By Piece è un’esperienza cinematografica unica che invita il pubblico a compiere un viaggio straordinario nella vita dell’icona pop Pharrell Williams. Raccontata attraverso la lente dell’animazione LEGO®, alza il volume della tua immaginazione e scopri l’evoluzione di una delle menti più innovative della musica.

Piece By Piece, il trailer ufficiale

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Piece By Piece, il trailer ufficiale

Universal Pictures ha diffuso il primo trailer ufficiale di Piece By Piece, diretto da Morgan Neville con Pharrell Williams. Prossimamente al cinema.

Piece By Piece è un’esperienza cinematografica unica che invita il pubblico a compiere un viaggio straordinario nella vita dell’icona pop Pharrell Williams. Raccontata attraverso la lente dell’animazione LEGO®, alza il volume della tua immaginazione e scopri l’evoluzione di una delle menti più innovative della musica

Picture This, la spiegazione del finale: cosa succede allo studio di ritratti di Pia

Picture This di Prime Video ha regalato a Pia il lieto fine riunendo i temi centrali della commedia romantica, lasciando trasparire il cuore del film mentre la vita professionale, romantica e familiare di Pia prospera alla fine. Un confronto e la loro inevitabile riconciliazione spiegano finalmente la storia di Simone Ashley nei panni di Pia e di Hero Fiennes Tiffin nei panni di Charlie, lasciando che i due parlino dell’evento chiave che li ha allontanati, nonostante entrambi pensino ancora l’uno all’altra e si considerino come la persona che se n’è andata. Mentre il ricongiungimento di Pia e Charlie è al centro del finale di Picture This, anche la famiglia di Pia è al centro della scena.

In effetti, le dinamiche familiari di Pia erano al centro di Picture This, con il conflitto centrale creato dalla sua attenzione per il suo studio di ritratti contro il desiderio di Laxmi e Sonal che trovasse un partner romantico. Il finale di Picture This rivela per fortuna che le loro differenze non sono inconciliabili, permettendo a Pia e Sonal di sistemare le cose prima del matrimonio della sorella minore, ma svelando anche un dettaglio esilarante e commovente sul lieto fine di Laxmi. Con lo studio Ninth Mandala che viene salvato grazie a un discorso appassionato e a un aiuto esterno tempestivo, la commedia romantica di Amazon Prime Video risolve efficacemente tutti i problemi più urgenti di Pia entro la fine di Picture This.

Come Pia salva il suo studio di ritratti e cosa significa per la fine di Picture This

Lo studio di ritrattistica Ninth Mandala di Pia e Jay era sull’orlo della chiusura fin dall’inizio di Picture This, e Pia che riceveva l’avviso di sfratto subito dopo la sua invettiva contro Laxmi e Sonal era la ciliegina sulla torta di tutto ciò che stava andando terribilmente male. Il fatto che la concentrazione e la passione che Pia metteva nel Ninth Mandala non fossero ripagate da un reddito costante minacciava effettivamente tutto ciò per cui aveva lavorato, rendendo impossibile che il finale di Picture This fosse felice senza che il suo studio di ritrattistica fosse salvato.

Il finale di Picture This ha sapientemente mostrato il modo migliore per salvare il Ninth Mandala, includendo l’appassionato discorso di Pia su ciò che rende la fotografia ritrattistica diversa dal semplice scatto di foto per il passaporto, ribadendo la sua opposizione a quest’ultimo e sottolineando l’importanza degli elementi necessari per realizzare un ritratto di successo. I giovani clienti che hanno filmato il suo discorso e l’hanno reso virale hanno fatto da deus ex machina per Pia e Jay, assicurando loro clienti e un futuro per il Ninth Mandala, ma il cuore della passione di Pia per la fotografia è stato innegabilmente presente anche nella salvezza dello studio.

Perché la storia d’amore adolescenziale di Pia e Charlie è finita e come si sono riconciliati

Simone Ashley in Picture This (2025)
Foto di Courtesy of Prime – © Amazon

Anche se era stato evidente fin dal momento in cui era stato menzionato il nome di Charlie che qualcosa di importante aveva causato la rottura tra lui e Pia, la verità dietro il fatto che sia Pia che Charlie si sentissero in diritto di essere arrabbiati per come erano finite le cose è stata rivelata solo verso la fine di Picture This. Lo scontro tra le vocazioni di Charlie e Pia – il suo desiderio di essere presente per il ristorante di famiglia e la sua motivazione a studiare arte e fare della fotografia la sua professione – fu in parte ciò che li portò a lasciarsi dopo aver finito la scuola, e Prime Video Picture This rivelò solo più tardi i veri sentimenti di Pia e Charlie al riguardo.

Due facce della stessa medaglia, sia Pia che Charlie continuavano a pensare a cosa fosse andato storto nella loro storia d’amore, e mentre Pia incolpava Charlie per essere apparentemente andato avanti con facilità, Charlie incolpava Pia per non essere rimasta fedele alla sua promessa di incontrarsi di nuovo a Welwyn a 21 anni, dopo la laurea di Pia. Il fatto che fossero ossessionati dai loro sentimenti reciproci, insieme alla dedizione di Charlie nel realizzare la visione di Pia con le bomboniere e nel fare tutto il lavoro dopo la lite tra Pia e Sonal, riunì inevitabilmente Pia e Charlie, poiché era chiaro che non avevano mai smesso di amarsi.

Come la lite tra Pia e Sonal ha messo in luce ciò che contava davvero

Hero Fiennes Tiffin and Simone Ashley in Picture This (2025)
Foto di Courtesy of Prime – © Amazon

Picture This ha mostrato fin dall’inizio come Pia e Sonal non avrebbero potuto essere più diverse, ma questo non ha impedito loro di essere vicine, e come prendessero in giro con amore le citazioni cinematografiche della madre Laxmi lo hanno sottolineato. L’insistenza di Laxmi affinché Pia trovasse l’amore e si sposasse coinvolse comunque Sonal, e i loro commenti sui presunti difetti di Pia nella sua incapacità di trovare un compagno alla fine portarono Pia a esplodere e, cosa ancora più sfortunata, a farlo durante la cerimonia dell’henné di Sonal, portando Sonal alla straziante decisione di escludere Pia dal suo matrimonio.

Sebbene Pia si sentisse attaccata da più parti, sia lei che Sonal erano in parte colpevoli, la prima per essere stata dura con Laxmi e Sonal durante la cerimonia, la seconda per aver continuato a assecondare l’idea di felicità di Laxmi.

La lite tra Sonal e Pia ha mostrato che Pia aveva toccato il fondo in Picture This proprio perché il loro legame era una delle poche cose su cui poteva contare. Mentre Pia si sentiva attaccata da più parti, sia Pia che Sonal erano in parte colpevoli, la prima per essere stata dura con Laxmi e Sonal alla cerimonia, e la seconda per aver continuato a assecondare l’idea di felicità di Laxmi legata al matrimonio. La riconciliazione tra Sonal e Pia è stata il lieto fine più grande nel film originale Amazon Prime Video, perché le ha riunite e le ha ispirate a essere più aperte.

Il vero significato degli appuntamenti e come hanno fatto a riconnettere Pia con la sua famiglia

A parte il quarto appuntamento di Pia con il suo migliore amico Jay, che l’ha effettivamente tirata su di morale dopo il momento più basso in Picture This, tutti gli altri appuntamenti sono stati terribili. Tuttavia, la loro funzione era più importante del semplice far incontrare Pia con qualcuno con cui avrebbe potuto potenzialmente uscire. Infatti, il suo primo appuntamento con Sid ha mostrato l’interesse mal riposto di Mukul nel proteggere gli affari di Pia, poiché ha effettivamente proposto a Pia di uscire con qualcuno con cui non avrebbe mai potuto andare d’accordo, ma che avrebbe potuto aiutare il Nono Mandala a decollare se Pia avesse affrontato la questione come un affare d’affari.

Allo stesso modo, l’appuntamento con Akshay ha permesso a Pia di conoscere meglio sua madre, che poteva vedere solo nel suo ruolo, mentre Akshay le ha aperto gli occhi su quanto ci fosse di più in Laxmi. Infine, l’appuntamento con Milo ha spinto Pia a fare qualcosa di completamente inaspettato che le ha fatto sentire sicura di sé, e alla fine ha anche spinto Pia e Charlie a parlare onestamente di ciò che non andava nella loro relazione. Ogni appuntamento di Pia l’ha aiutata a ritrovare se stessa o i suoi cari, dimostrando quanto possa essere importante e gratificante essere aperta e onesta con la propria famiglia.

Il vero significato del finale di Picture This

Tutto ciò che è accaduto in Picture This ha fatto emergere la versione migliore di Pia in ogni aspetto della sua vita. Se all’inizio del film poteva essere chiusa romanticamente, alla fine affrontare quanto fosse stata ferita dal modo in cui le cose erano finite tra Pia e Charlie ha dato un’altra possibilità alla loro storia d’amore e ha fatto capire a Pia che non avrebbe dovuto stare da sola solo per dimostrare che poteva contare su se stessa, sulla sua visione e sulla sua indipendenza. Il finale di Picture This ha permesso a Pia di aprirsi alla possibilità di essere felice in diversi aspetti della sua vita.

La proporzione cataclismica della lite tra Pia e Sonal ha anche migliorato la loro famiglia nel suo insieme. Se all’inizio di Picture This Pia vedeva Laxmi solo come la madre che voleva che si sposasse, il finale le ha avvicinate, poiché entrambe hanno potuto capirsi meglio e gioire veramente di dove le loro vite le avevano portate. Infine, Picture This ha ricompensato ogni sacrificio di Pia per creare arte e rendere redditizio il Nono Mandala, rendendo il suo finale un successo clamoroso per Pia e altrettanto felice per tutti i personaggi della commedia romantica.

Piccolo Corpo: recensione del film di Laura Samani

Piccolo Corpo: recensione del film di Laura Samani

Fresco di vittoria agli European Film Awards 2022 – dove si è aggiudicato il premio Discovery – Fipresci come rivelazione per il film d’esordio, Piccolo Corpo di Laura Samani mette in scena il miracoloso viaggio di una giovane donna in cerca di una riconnessione spirituale con una parte di sè che sembra aver perduto per sempre. Sospeso tra la ricercatezza visiva del fantasy e quella storica, che indaga il folklore del Friuli Venezia Giulia, il film di Samani si è anche aggiudicato il David di Donatello 2022 alla miglior regia esordiente.

Piccolo Corpo, la trama: il santuario della speranza

Nell’Italia nord-orientale, all’inizio del XX secolo, una giovane donna di nome Agata (Celeste Cescutti) è sotto shock dopo che la sua primogenita è nata morta. Il sacerdote le dice che la bambina è destinata a vagare nel Limbo per l’eternità, senza speranza alcuna di raggiungere il Paradiso, poiché è morta prima di essere stata battezzata.

Nonostante ciò, Agata scopre che c’è una chiesa da qualche parte a nord dove una sacerdotessa dai poteri soprannaturali può riportare in vita un bambino morto per un solo respiro, sufficiente a battezzarlo e ad elevare la sua anima. Agata dissotterra il bambino con il favore delle tenebre e parte con il piccolo scrigno legato sulla schiena, come una pellegrina; nella foresta fa amicizia con la figura ferina di Lince (Ondina Quadri), che sarà la sua unica amica durante il viaggio disperatamente faticoso e pericoloso di Piccolo Corpo.

La voce del Mare

Agata parla attraverso la voce del mare: le sonorità di una distesa infinita di acqua salata sono linfa per le sue corde vocali, si raggruppano per dare vita a un nuovo codice linguistico. È l’idioma dell’amore, quello indissolubile, che permea ogni boscaglia e tratto di percorso che Agata attraversa. La figlia di Agata, secondo le credenze dell’epoca, non ha nome, dunque, non appartiene: è condannata a restare in un tempo e in uno spazio indefinito, del blu scuro della profondità oceanica. Tuttavia, il piccolo corpo del titolo è di dimensioni tali solo nella fattualità, non dal punto di vista del suo significato. È corpo arboreo, marittimo, terrestre, che unisce le due linee su cui viaggia il concetto di femminilità nel film – quelle di “madre” e di “figlia” – proprio nella sua appartenenza alla natura. Dalla natura proviene e a questa ritornerà: lo scopo del viaggio salvifico di questa creatura si associa immediatamente alla certificazione della sua identità, all’atto di nominare e sancire la sua afferenza ai paesaggi del Friuli Venezia Giulia di inizio XX secolo.

Una scena di Piccolo Corpo

Naturalismo umano

In Piccolo Corpo, Laura Samani sceglie di abbracciare le tradizioni più spirituali della sua regione, rifacendosi alla storia del santuario di Trava, tutt’ora esistente e dove, originariamente, si svolgevano proprio riti per far tornare in vita i bambini nati morti, giusto il tempo di un respiro, quello necessario a battezzarli per evitare la permanenza nel Limbo. In questo modo, la talentuosa regista elabora il modus operandi perfetto per fare grandi film di genere in Italia – similmente a La terra dei figli (2021) di Claudio Cupellini: ripartire dalle nostre radici, quelle misconosciute ai più, ma che si incastrano perfettamente con l’immaginazione. Serve una mano registica vivace, che segue il ritmo della brezza tra gli alberi su cui Agata e Lince lasciano la loro impronta per tracciare un racconto in cui ogni tema si collega al suo opposto – la morte diventa rinascita, i monti diventano mare, il ghiaccio diventa acqua – fortificando l’idea di una connessione assoluta tra corpo e spirito, uomo e natura.

Lince diventa la spalla perfetta per accompagnare Agata nel suo viaggio; questa figura androgina, variazione del lupo cattivo del bosco ma che assume pian piano connotati quasi fatati, interpretata da Ondina Quadri in maniera semplicemente sublime. In un passaggio di testimone inedito, in cui la forza materna ha a che fare più con lo spirito che con l’atto stesso del partorire, Lince diviene un personaggio fondamentale, che rinnova ancor di più l’unione col paesaggio naturale dei personaggi di Piccolo Corpo. Arriva a legarsi con la natura altra, il mare che un montanaro come lui non ha mai conosciuto ma a cui sente irrimediabilmente di appartenere: è basato un respiro a farglielo capire.

Piccolo Corpo (Small Body) di Laura Samani nella 60a Semaine De La Critique

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Piccolo Corpo (Small Body) di Laura Samani verrà presentato alla 60a Semaine De La Critique del Cannes Film Festival 2021 in concorso. Scritto da Marco Borromei, Elisa Dondi e Laura Samani, Piccolo corpo vede protagonisti Celeste Cescutti e Ondina Quadri.

Ambientato in una piccola isola del nord est italiano, in un inverno agli inizi del ‘900, Piccolo Corpo racconta della giovane Agata perde sua figlia alla nascita. La tradizione cattolica dice che, in assenza di respiro, la bambina non può essere battezzata. La sua anima è condannata al Limbo, senza nome e senza pace. Ma una voce arriva alle orecchie di Agata: sulle montagne del nord pare ci sia un luogo dove i bambini vengono riportati in vita il tempo di un respiro, quello necessario a battezzarli. Agata lascia segretamente l’isola e intraprende un viaggio pericoloso attaccata a questa speranza, con il piccolo corpo della figlia nascosto in una scatola, ma non conosce la strada e non ha mai visto la neve in vita sua. Incontra Lince, un ragazzo selvatico e solitario, che conosce il territorio e le offre il suo aiuto in cambio del misterioso contenuto della scatola. Nonostante la diffidenza reciproca, inizia un’avventura in cui il coraggio e l’amicizia permetteranno a entrambi di avvicinarsi a un miracolo che sembra impossibile.

Laura Samani è nata nel 1989 a Trieste. Dopo la laurea in Filosofia e Letteratura presso l’Università degli Studi di Pisa, ha studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia (Roma), corso di regia. Il suo cortometraggio di diploma, La Santa che dorme, è stato presentato in anteprima a Cannes Cinéfondation nel 2016. Da allora, ha ottenuto consensi e premi in diversi festival internazionali. Nel 2018 ha lavorato per l’Associazione Maremetraggio, conducendo il videolaboratorio partecipativo Città Visibile, finanziato da Siae Bando Sillumina – Periferie Urbane di Valmaura, Trieste. È il primo laboratorio di questo tipo mai condotto a Trieste, ha coinvolto adolescenti che vivono nella marginalità sociale con l’obiettivo di realizzare un documentario auto-narrativo. Piccolo corpo, una favola cruda, è il suo primo lungometraggio girato in Friuli Venezia Giulia e Veneto.

Piccoli così, dal 22 gennaio al cinema

Piccoli così, dal 22 gennaio al cinema

Piccoli cosìA partire dal 22 gennaio 2015, I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection portano nelle sale italiane Piccoli così, il documentario diretto da Angelo Marotta che racconta le vicende e le esperienze di bambini nati prematuramente e dei loro genitori.

Il film, presentato in anteprima italiana alla decima edizione di Biografilm Festival | International Celebration of Lives di Bologna, ha vinto in quell’occasione il premio speciale di distribuzione Unipol Biografilm Collection e la menzione speciale della giuria Biografilm Italia, con la seguente motivazione: «perché restituisce allo spettatore la testimonianza toccante e sconvolgente della vita umana nei suoi primi e più difficili passi. Un film che ritrae persone – gli adulti e i bambini – piene di tenacia e coraggio e che ci ricorda l’estrema fragilità della condizione umana».

Piccoli così si è inoltre aggiudicato il premio come miglior documentario nel corso dell’ultima edizione di MoliseCinema.

Il film nasce dal desiderio del regista di raccontare e condividere la propria esperienza di padre di una bimba nata molto prematuramente, Rita, nata a 23 settimane di gestazione e cresciuta per 4 mesi in un’incubatrice della Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale San Camillo di Roma.

Piccoli così torna al cinema con Unipol Biografilm Collection

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Piccoli così torna al cinema con Unipol Biografilm Collection

Per il secondo anno di seguito, Unipol Biografilm Collection e I Wonder Pictures presentano ogni settimana in 16 multisala UCI i più coinvolgenti biopic, narrati da autori premiati nei più prestigiosi festival del mondo, proponendo un programma ricco non solo di grandi riscoperte, come era stato già l’anno scorso, ma anche di imperdibili anteprime, presentate in UCI Cinemas prima dell’uscita in sala. L’appuntamento firmato Unipol Biografilm Collection è ogni mercoledì alle 18 e alle 21.

Nella settimana in cui si celebra – il 17 novembre – la Giornata Mondiale del neonato pretermine, mercoledì 18 novembre la rassegna propone Piccoli così, il film di Angelo Marotta incentrato sul difficile percorso di alcuni bambini nati prematuri e dei loro genitori.

25 settimane di gestazione. Questa è la soglia di sopravvivenza per i bambini nati prematuri. Se il piccolo viene al mondo prima, la felicità del neo-genitore resta sospesa. Comincia un calvario, fatto di veglie in ospedale vicino all’incubatrice, mentre il desiderio di abbracciare tuo figlio si scontra con l’obbligo di sfiorarlo appena, quel corpicino troppo delicato che combatte per ogni respiro, per ogni battito di ciglia. Il film è la storia corale di tanti genitori che hanno percorso questo cammino, di altri che lo hanno appena intrapreso, di chi lotta al loro fianco per le vite dei loro figli. Un inno alla resistenza e alla speranza di cui sono capaci gli esseri umani, fin dal primo giorno di vita.

Tra il 17 e il 20 novembre, Piccoli così tornerà in sala non solo in UCI, ma anche in altri cinema. Per scoprire tutti gli eventi organizzati in occasione della Giornata mondiale del neonato pretermine, è possibile consultare la pagina Facebook ufficiale del film, https://www.facebook.com/piccolicosi.

Piccoli Brividi: un nuovo mostruoso trailer!

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Ecco un nuovo trailer per Goosebumpers, ovvero l’adattamento cinematografico della collana Piccoli Brividi, che ha dato anche vita a una serie tv per ragazzi. Nel film il protagonista è Jack Black.

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Il film è previsto per l’agosto del 2015 ed è liberamente ispirato all’opera letteraria per ragazzi Piccoli Brividi film jack blackscritta da R.L. Stine, attiva soprattutto tra il 1992 e il 1997, con oltre 60 libri pubblicati. Il genere, come potete anche intuire dagli screen, è incentrato su tematiche horror e soprannaturali, ma con toni umoristici. L’autore infatti, ha sempre dichiarato di voler realizzare libri  paurosi, ma anche divertenti; Stine ha anche spiegato il successo del proprio lavoro nell’assenza di drogha, depravazione e violenza. I protagonisti dei 62 romanzi variano, in genere un maschio o una femmina della middle-class americana, di età molto variabile.

Piccoli Brividi: trailer italiano del film con Jack Black

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Piccoli Brividi: trailer italiano del film con Jack Black

Ecco il primo trailer italiano di Piccoli Brividi, con protagonista Jack Black, basato sulle celebre raccolta di racconti horror per ragazzi.

https://www.youtube.com/watch?v=qS71Xml-mkU&feature=youtu.be

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Il film è previsto per l’agosto del 2015 ed è liberamente ispirato all’opera letteraria per ragazzi Piccoli Brividi film jack blackscritta da R.L. Stine, attiva soprattutto tra il 1992 e il 1997, con oltre 60 libri pubblicati. Il genere, come potete anche intuire dagli screen, è incentrato su tematiche horror e soprannaturali, ma con toni umoristici. L’autore infatti, ha sempre dichiarato di voler realizzare libri  paurosi, ma anche divertenti; Stine ha anche spiegato il successo del proprio lavoro nell’assenza di drogha, depravazione e violenza. I protagonisti dei 62 romanzi variano, in genere un maschio o una femmina della middle-class americana, di età molto variabile.

Piccoli Brividi: recensione della serie Disney+

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Piccoli Brividi: recensione della serie Disney+

Da sempre periodo di passaggio nel sentimento comune, tra cambio di stagione, nuovi inizi (le scuole!), e buoni propositi, ottobre è anche il mese che ci accompagna nella cosiddetta Spooky Season, ovvero la stagione degli spettri, di film horror e di… piccoli brividi.

Mai così letterale è stato un ottobre come quello del 2023, che, su Disney+, vede ritornare la serie culto in una nuova versione modernizzata, che che continua a rendere onore alla collana di libri di R.L. Stine.

La serie originale era un appuntamento fisso per tutte quella generazione che è stata bambina negli anni ’90, e adesso, da venerdì 13 ottobre, la serie torna nella sua veste moderna sulla piattaforma, con i primi cinque episodi, pronta a raccontare una storia piena di suspance e di avventura, ma anche piena di fantasmi, misteri e orrore.

Piccoli Brividi, la trama della serie Disney+

La nuova serie Piccoli Brividi segue un gruppo di cinque liceali che intraprendono un viaggio difficile e inaspettato per indagare sulla tragica scomparsa, avvenuta tre decenni prima, di un adolescente di nome Harold Biddle, inconsapevoli del fatto che quello che sta accadendo a loro ha un legame con oscuri segreti nel passato dei loro genitori.

Poche righe che sintetizzano il nucleo centrale di una trama molto ricca di situazioni e personaggi e che sottolineano subito la principale differenza di questa serie contemporanea con gli originali adattamenti per la tv degli anni ’90. Il nuovo Piccoli Brividi ha una solidissima trama orizzontale, a differenza degli episodi (e dei romanzi) auto-conclusivi che caratterizzavano la serie.

Con un inizio che però lascia pensare diversamente, dal momento che almeno nel primo blocco, i protagonisti vengono presentati mentre, parallelamente, entrano in contatto con il soprannaturale e con la “maledizione” di Harold Biddle. Una volta formata la “Scooby gang” dell’occasione, la storia prosegue spedita, con colpi di scena, suspance e divertimento, mentre i cinque giovani protagonisti si addentrano nel mistero che li ha visti, loro malgrado, protagonisti.

Cinque protagonisti vincenti

Il risultato è uno spooky serial avvincente, indirizzato a un pubblico molto giovane che comincia ad approcciarsi al genere con cautela. I brividi ci sono, e sono effettivamente piccoli, ma il tutto è dosato e messo in equilibrio con cinque personalità ben tratteggiate e assortite, che non rinunciano a un sano tocco di ironia e avventatezza.

Come la serie originale, i protagonisti sono tutti ragazzi molto giovani che non per forza trovano il loro lieto fine o la loro risoluzione alla fine della storia. Tuttavia, sebbene si protenda decisamente per un finale conciliatorio, è divertente e accattivante che sia stata lasciata comunque una porta aperta per il futuro, non tanto per un prosieguo della stessa storia, chiaramente conclusa, ma quanto per una continuazione dell’orrore, che può assumere molti volti e diverse forme.

Piccoli Brividi è interpretata da Justin Long (Barbarian) e Rachael Harris (Lucifer), insieme ai giovani Zack Morris (EastEnders), Isa Briones (Star Trek: Picard), Miles McKenna (Guilty Party), Ana Yi Puig (Gossip Girl) e Will Price (The Equalizer – Il vendicatore).

Nicholas Stoller (I Muppet) e Rob Letterman (Pokémon: Detective Pikachu) hanno sviluppato la serie e sono produttori esecutivi, insieme a Hilary Winston (Community), Neal H. Moritz (il franchise di Fast & Furious), Iole Lucchese (Clifford – Il grande cane rosso), Pavun Shetty (The Boys), Conor Welch (Platonic), Caitlin Friedman (La ragazza di Stillwater), Erin O’Malley (New Girl) e Kevin Murphy (Desperate Housewives) di Scholastic Entertainment. James Eagan (Legends of Tomorrow) e Nick Adams (BoJack Horseman) sono coproduttori esecutivi.

Piccoli Brividi: poster italiano del remake con Jack Black

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Piccoli Brividi: poster italiano del remake con Jack Black

A gennaio 2016 Piccoli Brividi, il film diretto da Rob Letterman con Jack Black nel ruolo di R.L. Stine, arriverà nelle sale italiane distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.

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Se siete cresciuti negli anni Novanta o li avete vissuti attraverso i vostri figli, non potete ignorare l’impatto che hanno avuto sui giovani lettori di quegli anni i romanzi della serie horror per ragazzi Piccoli Brividi, ideata da R.L. Stine.

Zach Cooper, un adolescente arrabbiato per il trasferimento da una grande ad una piccola città scopre che il padre della sua nuova vicina di casa, Hannah, è R.L. Stine (Jack Black), l’autore della serie di besteller “Piccoli Brividi”. Stine nasconde un segreto: i personaggi da lui creati e che hanno reso celebri le sue storie prendono vita uscendo dai libri e lo rendono prigioniero della sua stessa immaginazione.

Piccoli Brividi: nuovo poster del film con Jack Black

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Piccoli Brividi: nuovo poster del film con Jack Black

Ecco il nuovo poster di Piccoli Brividi, film che vedrà protagonista Jack Black, basato sulle celebre raccolta di racconti horror per ragazzi.

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Il film è previsto per l’agosto del 2015 ed è liberamente ispirato all’opera letteraria per ragazzi Piccoli Brividi film jack blackscritta da R.L. Stine, attiva soprattutto tra il 1992 e il 1997, con oltre 60 libri pubblicati. Il genere, come potete anche intuire dagli screen, è incentrato su tematiche horror e soprannaturali, ma con toni umoristici. L’autore infatti, ha sempre dichiarato di voler realizzare libri  paurosi, ma anche divertenti; Stine ha anche spiegato il successo del proprio lavoro nell’assenza di droga, depravazione e violenza. I protagonisti dei 62 romanzi variano, in genere un maschio o una femmina della middle-class americana, di età molto variabile.

Fonte: impawards

 

 

Piccoli Brividi: nuove clip dal film con Jack Black

Piccoli Brividi: nuove clip dal film con Jack Black

Sono state pubblicate online nuove clip di Piccoli Brividi, l’atteso adattamento cinematografico della nota serie di libri con protagonista Jack Black.

Ecco anche due B-roll:

Piccoli Brividi film jack blackIl film è previsto per l’agosto del 2015 ed è liberamente ispirato all’opera letteraria per ragazzi scritta da R.L. Stine, attiva soprattutto tra il 1992 e il 1997, con oltre 60 libri pubblicati. Il genere, come potete anche intuire dagli screen, è incentrato su tematiche horror e soprannaturali, ma con toni umoristici. L’autore infatti, ha sempre dichiarato di voler realizzare libri  paurosi, ma anche divertenti; Stine ha anche spiegato il successo del proprio lavoro nell’assenza di drogha, depravazione e violenza. I protagonisti dei 62 romanzi variano, in genere un maschio o una femmina della middle-class americana, di età molto variabile.

Fonti: ComicBook, Dreadcentral

Piccoli Brividi: la Sony prepara il sequel

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Piccoli Brividi: la Sony prepara il sequel

In seguito al discreto successo al box office del primo film, la Sony Pictures ha annunciato di essere ufficialmente al lavoro sul sequel di Piccoli Brividi (Goosebumps).

Il regista Rob Letterman e lo sceneggiatore Darren Lemke torneranno rispettivamente a dirigere e scrivere anche il seguito, insieme a Deborah Forte e Neal H. Moritz di nuovo nelle vesti di produttori. Al momento è ancora incerto il ritorno di Jack Black, che non ha ancora firmato per interpretare nuovamente il protagonista del film.

Nel primo film R.L. Stine (intepretato da Jack Black), autore della serie di libri per ragazzi Piccoli brividi, tiene a bada i mostri che ha creato imprigionandoli nelle pagine dei suoi libri. Questi saranno però liberati da Zach (Dylan Minnette), nuovo vicino di casa innamorato di Hannah (Odeya Rush), figlia di Stine. I tre, insieme al migliore amico di Zach, Champ (Ryan Lee), dovranno cercare di rinchiudere nuovamente le scatenate bestie nelle pagine prima che distruggano la città.

Piccoli Brividi è uscito ad agosto del 2015 e ha incassato circa 147 milioni di dollari in tutto il mondo. Il film è liberamente ispirato all’opera letteraria per ragazzi scritta da R.L. Stine, attiva soprattutto tra il 1992 e il 1997, con oltre 60 libri pubblicati. Il genere è incentrato su tematiche horror e soprannaturali, ma con toni umoristici. I protagonisti dei 62 romanzi variano, in genere un maschio o una femmina della middle-class americana.

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Piccoli Brividi: La misteriosa avventura, il trailer del nuovo capitolo della serie antologica Disney+

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Disney+ ha annunciato che Piccoli Brividi: La misteriosa avventura, il nuovo capitolo della serie antologica ispirata all’amata collana di libri di R.L. Stine “Piccoli Brividi”, debutterà il 10 gennaio con tutti gli 8 episodi su Disney+ e Hulu.

Piccoli Brividi: La misteriosa avventura inizia quando i gemelli Cece e Devin Brewer vengono mandati a trascorrere un’estate a Gravesend, Brooklyn, con il padre divorziato. Una minaccia è in agguato e i due si rendono subito conto che tra loro ci sono degli oscuri segreti, innescando una catena di eventi che svelano un profondo mistero. Mentre si addentrano nell’ignoto, Cece, Devin e i loro amici – Alex, CJ e Frankie – si ritrovano coinvolti nell’agghiacciante storia di quattro adolescenti misteriosamente scomparsi nel 1994.

La serie è interpretata da David Schwimmer nel ruolo di Anthony Brewer, un ex professore di botanica che si è immerso nella scienza e nel mistero, Ana Ortiz in quello di Jen, Jayden Bartels nei panni di Cece, Sam McCarthy in quelli di Devin; Elijah M. Cooper è CJ, Galilea La Salvia interpreta Frankie, Francesca Noel è Alex e Stony Blyden interpreta Trey.

Piccoli Brividi: recensione della serie Disney+

Prodotta da Sony Pictures Television, la serie Disney Branded Television è stata sviluppata da Nicholas Stoller e Rob Letterman, con Hilary Winston e Letterman alla regia. Tutti e tre sono executive producer insieme a Neal H. Moritz, Iole Lucchese, Pavun Shetty, Conor Welch, Caitlin Friedman, Erin O’Malley, James Eagan e Karl Frankenfield. Piccoli Brividi: La misteriosa avventura è prodotta da Sony Pictures Television, Disney Branded Television, Original Film, Stoller Global Solutions e Scholastic Entertainment.

Pubblicata da Scholastic, “Piccoli Brividi” è una delle serie di libri più vendute di tutti i tempi. La nuova stagione attinge da alcuni dei libri più popolari, tra cui “Il mistero dello scienziato pazzo”, “La macchina stregata”, “Un barattolo mostruoso”, “Al mostro! Al mostro!”, “Il fantasma della porta accanto”, “Il campeggio degli orrori” e altri ancora.

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