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Piggy: una clip in anteprima dal film di Carlota Pereda

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Piggy: una clip in anteprima dal film di Carlota Pereda

Esce in sala con I Wonder Pictures dal 20 luglio Piggy di Carlota Pereda. In esclusiva per voi ecco una clip dal film con protagonista Laura Galán.

Protagonista di Piggy è Sara (Laura Galán), un’adolescente sovrappeso vittima di bullismo da parte una cricca di ragazze coetanee. A osservare l’ennesimo abuso, un uomo misterioso che darà una svolta inaspettata alla vita della ragazza. Posta di fronte all’opportunità di vendicarsi del costante e gratuito body shaming, Sara dovrà decidere se essere complice di un terribile segreto o far prevalere il comune senso etico e morale.

https://www.youtube.com/watch?v=Im3wpPnYhXM

Piggy, la trama

L’adolescente Sara è schernita e bullizzata costantemente dai suoi coetanei. Incompresa anche dalla sua stessa famiglia, la ragazza vive un’esistenza isolata. Ma quando, dopo l’ennesimo abuso da parte di alcune compagne, avrà l’inaspettata occasione di vendicarsi delle sue aguzzine, scoprirà quanto può essere semplice passare da vittima a carnefice. Tra Carrie e Non aprite quella porta, Piggy è uno slasher psicologico mozzafiato, inquietante e sanguinario splendidamente diretto dalla nuova maestra dell’horror iberico Carlota Pereda e sorretto dalla feroce interpretazione di Laura Galán.

Piggy, leggi la recensione

Piggy: trailer dell’horror spagnolo in arrivo al cinema!

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Piggy: trailer dell’horror spagnolo in arrivo al cinema!

I WONDER PICTURES ha diffuso il trailer italiano dell’horror spagnolo Piggy di Carlota Pereda. Un piccolo fenomeno che, dopo aver ottenuto sei candidature ai Goya in Spagna, ha inanellato nel corso del 2022 una serie di fortunati passaggi nei principali festival internazionali – tra cui le anteprime al Sundance 2022 e come evento speciale ad Alice nella Città alla Festa del Cinema di Roma 2022 – ricevendo il plauso della critica.

Protagonista di Piggy è Sara (Laura Galán), un’adolescente sovrappeso vittima di bullismo da parte una cricca di ragazze coetanee. A osservare l’ennesimo abuso, un uomo misterioso che darà una svolta inaspettata alla vita della ragazza. Posta di fronte all’opportunità di vendicarsi del costante e gratuito body shaming, Sara dovrà decidere se essere complice di un terribile segreto o far prevalere il comune senso etico e morale. PIGGY di Carlota Pereda sarà nelle sale italiane dal 20 luglio distribuito da I WONDER PICTURES.

La trama di Piggy

L’adolescente Sara è schernita e bullizzata costantemente dai suoi coetanei. Incompresa anche dalla sua stessa famiglia, la ragazza vive un’esistenza isolata. Ma quando, dopo l’ennesimo abuso da parte di alcune compagne, avrà l’inaspettata occasione di vendicarsi delle sue aguzzine, scoprirà quanto può essere semplice passare da vittima a carnefice. Tra Carrie e Non aprite quella porta, Piggy è uno slasher psicologico mozzafiato, inquietante e sanguinario splendidamente diretto dalla nuova maestra dell’horror iberico Carlota Pereda e sorretto dalla feroce interpretazione di Laura Galán.

Piggy, recensione del film di Carlota Pereda

Piggy, recensione del film di Carlota Pereda

Dal cortometraggio del 2018 Cerdita, Carlota Pereda ha tratto il film Piggy presentato in anteprima al Sundance Film Festival 2022 e, in territorio italiano, ad Alice nella città alla Festa del Cinema di Roma 2022. Riflettendo su come il concetto di vendetta possa piegarsi a istinti diversi nella mente e nel corpo, Piggy esplora il sodalizio silenzioso tra due parti unite emotivamente, altamente distruttivo nella messa in scena di una propria verità che confonde al massimo l’antinomia tra vittima e carnefice.

Piggy: un nuovo capitolo dell’horror di formazione?

Sara è un’adolescente sovrappeso che assiste al rapimento da parte di uno sconosciuto di un gruppo di ragazze che la bullizzano regolarmente. Quando la polizia inizia a fare domande, Sara tace, combattuta tra il rivelare la verità e il proteggere l’uomo che l’ha salvata.

Rinnovando la collaborazione con Laura Galàn, già protagonista del cortometraggio da cui è nato Piggy, Carlota Pereda cerca di elaborare una nuova versione del coming-of-age, che ha a che fare soprattutto con la carne, la propria e quella delle persone con cui entriamo in contatto. Instradata da Raw di Julia Ducournau, vero caposaldo dell’horror di formazione, in cui il passaggio alla maturità ha a che fare necessariamente con la veracità carnale, la regista spagnola parte del successo del suo cortometraggio, a suo modo innovativo, cercando di estendere la narrazione per poter costruire un vero e proprio film attorno a Sara.

Piggy perde l’anima del suo cortometraggio

Gli ideali visivi e la parvenza di organicità della trama rimangono visibili oltre i vari difetti di Piggy ma, purtroppo, non riescono ad elevare il film di Pereda rispetto ad altri progetti indipendenti attinenti al genere horror e presentati sempre nell’ambito dei festival indipendenti americani; basti pensare a Speak No Evil di Christian Tafdrup, certamente artigianale ma affilatissimo nella scrittura. Al contrario, Piggy comprime l’arguzia del cortometraggio nelle brevi sequenze iniziali, per poi lasciare spazio alla storia del dopo, tutto quello che non vorremmo nè dovremmo sapere. Carlota Pereda opta per l’analisi delle conseguenze, di ciò che accade dopo che un singolo e silenzioso gesto di consenso ha dato via a una caccia al mostro in paese. Così facendo, tuttavia, toglie a Piggy l’angosciante atmosfera di terrore con cui avevamo lasciato Sara nel cortometraggio, chiedendoci veramente come avremmo dovuto porci nei confronti di questo personaggio.

Sara è continuamente difesa: nessuno può andare contro a una ragazza bullizzata perchè è facile credere che venga continuamente vessata. In realtà, Sara è un coniglio, come quello che viene offerto alla ragazza bionda quando fa compere all’inizio del film nella macelleria dei suoi genitori. Il come la sua paura approvi la violenza, le consenta di agire quasi “sotto copertura”, viene completamente atterrito da un ritmo incostante, che cerca in una soluzione finale visivamente impattante di accaparrarsi la comprensione dello spettatore. La verità è che, dallo sguardo interrogativo, quasi minimalista del cortometraggio, sull’horror popolare dell’Estremadura, si passa a una ricreazione più convenzionale dello slasher yankee. Pereda guarda di traverso a molteplici riferimenti (De Palma, Tob Hopper, King…) e, pur rimanendo fermo alla sua idea originale, che denuncia l’oppressione dei diversi nelle piccole società rurali, questo Piggy – meno sottile, più esplicito -, non è più come quello che ha vinto il Goya.

Un silenzio agghiacciante dall’effetto ambiguo

Pereda fa del suo personaggio il centro di una sorta di body horror che non ha bisogno di ferite o di violenza esplicita per essere inquietante. Allo stesso tempo, fa della sua vita il palcoscenico per una’esistenza spaventosa sotto molteplici aspetti. Le molestie subite da Sara sono solo il preludio di qualcosa di più cruento e lo scopriamo nell’intervallarsi tra sequenze di violenza adolescenziale e piccole fratture del quotidiano con toni sanguinosi. Da vittima propiziatoria e disumanizzata, Sara diventa testimone di una sorta di rabbia selvaggia che, in un modo o nell’altro, sembra nutrirsi del suo dolore.

Ben presto, la trama mette insieme una sorta di connessione diabolica tra la sofferenza di Sara e la crudeltà inflitta dall’assassino. A quel punto, Pereda si sforza di mostrare una sorta di legame tra la storia e il corpo del suo personaggio che provoca un profondo disagio. È possibile racchiudere due idee simili nello stesso spazio senza che una giustifichi l’altra? Il bisogno inarrestabile di essere compresi, anche attraverso la violenza, emerge prepotentemente ma, al di là di una premessa azzeccata, Piggy non riesce a tenere testa ai propri intenti.

Piggy, la spiegazione del finale: Sara salva i suoi amici o li uccide?

Una macabra miscela di storia d’amore moralmente poco casta e thriller slasher morbosamente giustificato: questo è Piggy, il film spagnolo diretto da Carlota Pereda, che osa esplorare l’angoscia adolescenziale, la crudeltà e l’estrema diffidenza con un racconto sanguinoso come il sapore della rabbia perplessa e incancrenita. Questo body horror femminista di un’impavida regista esordiente, corredato dalla brillante performance d’esordio di Laura Galan, infesta lo schermo con un’angoscia che fa venir voglia di distogliere lo sguardo, più che con il semplice gore inquietante. Cosa che gli permette di accostarsi ad altri film horror spagnoli come Venus, Sorella morte e La abuela – Legami di sangue.

La trama di Piggy: di cosa parla il film?

Protagonista di Piggy è Sara, una giovane adolescente, è estremamente consapevole del suo peso corporeo, per il quale viene costantemente derisa e bullizzata dai suoi “amici” e dai vicini della piccola città. La situazione non è molto migliore nemmeno in casa di Sara, poiché la madre è sempre severa con lei e la incolpa quasi sempre delle sue azioni. Una mattina, come di consueto, si trova all’interno del negozio di carne gestito dalla famiglia, quando vede le sue amiche radunate all’esterno. Altre tre ragazze della sua età che vivono nel quartiere, Maca, Claudia e Roci, discutono con il loro amico Pedro di andare ad una festa quella sera.

Poco dopo, Claudia e Maca entrano nel negozio di Sara per prendere della carne che la madre di Claudia aveva ordinato. Sebbene non facciano nulla di strano, Sara è sicura che le ragazze faranno sicuramente qualcosa di cattivo e, dopo un po’, scopre che Maca ha pubblicato una foto di Sara e della sua famiglia sui social media e le ha chiamate “maiali”. Sara si è ormai abituata a questi commenti dispregiativi, ma la rabbia si accumula sempre di più dentro di lei. Le cose peggiorano però quello stesso pomeriggio, quando nella piscina locale le stesse Maca e Roci maltrattano Sara e quasi cercano di annegarla.

Poiché Claudia è una che considera ancora sua amica, Sara le chiede aiuto, ma Claudia non si schiera dalla sua parte. Le tre fuggono poi via con i vestiti di Sara e la ragazza è costretta a percorrere la lunga strada verso casa in costume da bagno. Mentre cammina, vede improvvisamente un furgone bianco fermarsi dietro di lei. Questo è guidato dallo straniero che aveva visto prima in piscina. Accettando il telo che le offre per coprirsi, Sara rimane scioccata nel vedere Claudia prigioniera all’interno del furgone, che le chiede aiuto. La giovane adolescente non sa come reagire, se salvare quella che credeva sua amica o ignorarla come ha fatto lei poco prima.

Laura Galán in Piggy
Laura Galán in Piggy. Cortesia di I Wonder.

Cosa fa lo sconosciuto a Maca, Roci e Claudia?

Sara, alla fine, riesce a tornare a casa, ma non dice a nessuno ciò che ha visto. Più tardi, nel pomeriggio, viene mandata in un negozio di ferramenta a prendere delle luci nuove per il padre ed è qui che la madre le viene incontro. Portando con sé Sara, la madre si reca alla piscina pubblica, dove ormai si è riunita la polizia, poiché il bagnino è stato trovato morto sott’acqua. Sebbene Sara non voglia raccontare a nessuno gli incidenti di prima, perché rievocare gli atti di bullismo sarebbe traumatico, la madre rende pubblico che la figlia è stata in piscina. Quando sta per essere interrogata dalla polizia, la ragazza mente dicendo di essere andata al fiume e di non aver visto nulla in piscina.

I telegiornali dicono che il bagnino è stato ucciso dal fidanzato della cameriera, entrambi scomparsi, ma non viene sollevato alcun sospetto contro lo sconosciuto, che ha sicuramente commesso l’omicidio, uccidendo un’altra donna quella sera in città. A casa di Sara, la madre di Claudia viene a cercare informazioni sulla figlia, che non è ancora rientrata. La donna dice che ha provato a chiamare Sara, ma che lei non risponde, il che ricorda a Sara che quel pomeriggio aveva lasciato il suo telefono da qualche parte. Forse rendendosi conto che si sarebbe messa nei guai se il telefono fosse stato trovato dalla polizia, Sara decide di andare a cercarlo.

Prende il telefono del padre e ripercorre il cammino che aveva fatto quel pomeriggio, chiamando continuamente il suo numero per rintracciare il telefono. Nel frattempo, anche i genitori delle altre ragazze si preoccupano che le loro figlie non siano tornate a casa, soprattutto perché c’è un assassino a piede libero, e decidono di andare a cercarle. Utilizzando un’applicazione di tracciamento del segnale, rintracciano i telefoni delle ragazze e raggiungono la stessa area boschiva in cui Sara sta cercando il proprio telefono. Proprio quando lo trova, vede arrivare lo strano uomo del pomeriggio che le si avvicina.

Nonostante sia un assassino violento, l’uomo aveva sviluppato un certo affetto nei confronti di Sara e sembrava interessato all’adolescente. Anche se il motivo per cui ha commesso gli altri omicidi non viene mai rivelato, l’uomo ha rapito le tre ragazze sicuramente perché le aveva viste maltrattare e molestare Sara. Al momento, l’uomo chiede alla ragazza di stare tranquilla e si nascondono insieme in un edificio abbandonato. A Sara questo momento sembra piuttosto romantico, probabilmente perché era la prima volta nella sua adolescenza che condivideva una vicinanza così stretta con un uomo. Nel frattempo genitori delle ragazze scomparse seguono il segnale dei telefoni delle figlie.

Laura Galán e Richard Holmes in Piggy
Laura Galán e Richard Holmes in Piggy. Cortesia di I Wonder.

Raggiungono così la stessa costruzione, ma quando si guardano intorno si imbattono nel corpo morto della cameriera scomparsa dal bordo della piscina. Mentre il corpo viene portato via dalla polizia, Sara torna a casa e viene nuovamente chiamata da Pedro. Il ragazzo la mette di fronte all’accusa di aver mentito e dice che Claudia aveva inviato un video di lei in piscina quel pomeriggio e Pedro era a conoscenza del fatto che lei era effettivamente stata lì. Sara racconta allora a Pedro degli atti di bullismo e gli promette di dire la verità alla polizia se lui verrà accusato di qualche reato, ma il ragazzo la tradisce subito.

La madre di Claudia e i genitori delle altre due ragazze affrontano dunque i due adolescenti per strada e la madre di Sara esce allo scoperto per proteggere la figlia. Scoppia una rissa e la polizia arriva quando Pedro rivela davanti a tutti che Sara ha ammesso di essere andata in piscina. La ragazza viene così immediatamente prelevata dalla polizia per essere interrogata. Durante l’interrogatorio, la madre si comporta in modo estremamente difensivo nei confronti della figlia. Protegge Sara non permettendo ai poliziotti di fare troppe domande e, quando finalmente possono andarsene, rivela il motivo per cui lo ha fatto.

La madre di Sara aveva trovato l’asciugamano che la ragazza aveva avvolto intorno a sé al ritorno dalla piscina. Era lo stesso asciugamano che le aveva dato l’assassino, un asciugamano che apparteneva a Claudia e sul quale c’erano anche le sue iniziali. La madre di Sara capisce che la figlia sa qualcosa che sta nascondendo e quindi non vuole che si metta nei guai. Mentre tornano a casa, l’assassino irrompe nell’abitazione di Sara e aggredisce il padre quando questi lo trova all’interno. Il padre cerca di reagire, ma alla fine viene ucciso dall’uomo. Sara è ormai tornata a casa e ha uno sfogo contro la madre, perché sente che i suoi genitori non la capiscono e grida che vuole solo che muoiano.

Nello stesso momento, l’assassino entra in scena e uccide la madre. Poi prende Sara e la porta via con il suo furgone. L’assassino la trasporta poi protettivamente in un grande mattatoio abbandonato fuori città, dove si era rifugiato. La mattina dopo, Sara si sveglia all’interno di quel luogo poco illuminato e mentre lo ispeziona si imbatte in Claudia e Roci, tenute in ostaggio lì. Le ragazze sono state incatenate alle mani e ai piedi, con la bocca imbavagliata. Chiedono disperatamente l’aiuto di Sara, che fa del suo meglio per slegarle. Tuttavia, proprio in quel momento, l’assassino ritorna e Sara deve decidere rapidamente da che parte stare.

Pilar Castro, Lía Lois, Mabel del Pozo e Fred Tatien in Piggy
Pilar Castro, Lía Lois, Mabel del Pozo e Fred Tatien in Piggy. Cortesia di I Wonder.

La spiegazione del finale di Piggy: Sara salva i suoi amici o li uccide?

Mentre Claudia e Roci rimangono ancora appese alle catene, Sara si nasconde dall’assassino e deve attraversare l’intero mattatoio, quasi come un animale che cerca di sfuggire al macello. Nel farlo, si imbatte anche nel cadavere della sua terza amica, Maca, che era stata la più crudele con lei e a cui è toccata la sorte peggiore, poiché la ragazza è stata uccisa e fatta a pezzi. Alla fine, viene Sara viene però catturata dall’assassino e, mentre grida che non vuole morire, l’uomo le assicura che non le farà alcun male. Poi la porta davanti alle due ragazze prigioniere e la aizza contro le due prepotenti. L’uomo consegna a Sara il suo coltello e le dice che uccideranno le due bulle insieme.

Sara ci pensa per qualche secondo, mentre il suo volto esprime in modo incontrollato tutto l’odio e la rabbia che prova nei confronti delle due per i loro continui abusi nei suoi confronti, ma alla fine decide di non cedere a questo odio totalizzante. Sara si gira e tenta di pugnalare l’assassino, ma lui è pronto a difendersi. Segue una lotta e anche le due ragazze prigioniere riescono a dare una mano pur se legate. Sara alla fine riesce ad uccidere l’assassino e può tirare un sospiro di sollievo. Claudia e Roci le chiedono di nuovo aiuto ma Roci si riferisce ancora una volta a Sara chiamandola “maialina”.

È quasi come se Roci non si rendesse conto di quanto sia sbagliato, e Piggy vuole così mostrare la normalizzazione dell’abuso nella società, cosa che lo fa quasi diventare inconscio. Sentendosi chiamare così, Sara raccoglie un fucile spara verso le sue due amiche. Per un momento viene dunque fatto credere che le abbia uccise, ma si capisce poi che anche stavolta non ha ceduto alla rabbia ed ha in realtà sparato alle catene che le trattengono, liberandole. Sara esce dal mattatoio e si dirige verso la strada principale come stordita da tutto quello che è appena successo e, sulla strada principale, ferma Pedro, che stava passando in moto. Chiede il suo aiuto e gli dice di portarla in città.

Il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Piggy grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 4 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Piggy, gratis al cinema con Cinefilos.it

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Piggy, gratis al cinema con Cinefilos.it

In occasione dell’uscita al cinema di Piggyil nuovo film di Carlota Pereda con Carmen Machi, Laura Galán, Claudia Salas, Pilar Castro, Fred Tatien, Camille Aguilar, José Pastor, Mabel del Pozo, Stéphanie Magnin, Irene Ferreiro, Julián Valcárcel, Fernando Delgado-Hierro, Chema del Barco, Cinefilos.it offre la possibilità ai suoi lettori di assistere gratuitamente al film in anteprima.

La proiezione del film è previste il 19 luglio in diverse sale italiane. Ecco l’elenco completo delle sale che aderiscono all’iniziativa:

  • Fiumicino (RM) – Uci Cinemas Parco Leonardo – Via Gian Lorenzo Bernini, 20/22, 00054 Fiumicino RM    19-lug    20.30
  • Milano – Uci Cinemas Bicocca – Via Chiese, 20126 Milano MI    19-lug    21.00
  • Genova – Uci Cinemas Fiumara – Via Paolo Mantovani, 16151 Genova GE    19-lug    20.30
  • Orio (BG) – Uci Cinemas Orio al Serio – Via Portico, 71, 24050 Orio al Serio BG    19-lug    20.30
  • Moncalieri (TO) – Uci cinemas Moncaglieri – Via Fortunato Postiglione, 2, 10024 Moncalieri TO    19-lug    20.30
  • Montano Lucino (CO) – Uci Cinemas Como – Via G. Leopardi, 1/A, 22070 Montano Lucino CO    19-lug    20.30
  • Savignano sul Rubicone (FC) – Uci Cinemas Romagna – Piazza Metropolis, 47039 Savignano sul Rubicone FC    19-lug    20.30
  • S.G. Lupatoto (VR) – Uci Cinemas Verona – Via Monte Pastello, 37057 San Giovanni Lupatoto VR    19-lug    20.30
  • Bologna – Pop UP Cinema Arlecchino  – Via delle Lame, 59/A, 40121 Bologna BO    19-lug    21.00

Prenota QUI il tuo biglietto omaggio: www.anteprimeluglio.it

Per prenotare il tuo invito gratuito valido per 2 ingressi clicca qui (link) riceverai una e-mail di conferma invito fino ad esaurimento posti.

Piggy, la trama

Sara (Laura Galán) vive in un piccolo paese, alternando lo studio con il lavoro, dato che temporaneamente supporta i genitori nel negozio di macelleria. Soprannominata “Piggy“, per il suo sovrappeso, è costretta a subire ripetuti atti di bullismo, che culminano un pomeriggio in piscina.

Guarda il trailer di Piggy

Piggy gratis al cinema con Cinefilos.it

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Piggy gratis al cinema con Cinefilos.it

In occasione dell’uscita al cinema di Piggyil nuovo film di Carlota Pereda con Carmen Machi, Laura Galán, Claudia Salas, Pilar Castro, Fred Tatien, Camille Aguilar, José Pastor, Mabel del Pozo, Stéphanie Magnin, Irene Ferreiro, Julián Valcárcel, Fernando Delgado-Hierro, Chema del Barco, Cinefilos.it offre la possibilità ai suoi lettori di assistere gratuitamente al film in anteprima.

La proiezione del film è previste il 19 luglio in diverse sale italiane. Ecco l’elenco completo delle sale che aderiscono all’iniziativa:

Roma Uci Cinemas Porta di Roma

6

Galleria Comm Porta di Roma, Via Alberto Lionello, 201, 00139 Roma RM

19-lug

21.00

Fiumicino (RM) Uci Cinemas Parco Leonardo

15

Via Gian Lorenzo Bernini, 20/22, 00054 Fiumicino RM

19-lug

20.30

Milano Uci Cinemas Bicocca

1

Via Chiese, 20126 Milano MI

19-lug

21.00

Genova Uci Cinemas Fiumara

1

Via Paolo Mantovani, 16151 Genova GE

19-lug

20.30

Orio (BG) Uci Cinemas Orio al Serio

2

Via Portico, 71, 24050 Orio al Serio BG

19-lug

20.30

Moncalieri (TO) Uci cinemas Moncaglieri

1

 Via Fortunato Postiglione, 2, 10024 Moncalieri TO

19-lug

20.30

Montano Lucino (CO) Uci Cinemas Como

1

Via G. Leopardi, 1/A, 22070 Montano Lucino CO

19-lug

20.30

Savignano sul Rubicone (FC) Uci Cinemas Romagna

1

Piazza Metropolis, 47039 Savignano sul Rubicone FC

19-lug

20.30

Molfetta (BA) Uci Cinemas Molfetta

8

Via dei Portuali, 12, 70056 Molfetta BA

19-lug

20.30

S.G. Lupatoto (VR) Uci Cinemas Verona

4

Via Monte Pastello, 37057 San Giovanni Lupatoto VR

19-lug

20.30

Bologna Pop UP Cinema Arlecchino

unica

Via delle Lame, 59/A, 40121 Bologna BO

19-lug

21.00

 

Prenota QUI il tuo biglietto omaggio: www.anteprimeluglio.it

Per prenotare il tuo invito gratuito valido per 2 ingressi clicca qui (link) riceverai una e-mail di conferma invito fino ad esaurimento posti.

Piggy, la trama

Sara (Laura Galán) vive in un piccolo paese, alternando lo studio con il lavoro, dato che temporaneamente supporta i genitori nel negozio di macelleria. Soprannominata “Piggy“, per il suo sovrappeso, è costretta a subire ripetuti atti di bullismo, che culminano un pomeriggio in piscina.

Guarda il trailer di Piggy

Pig: la spiegazione del finale del film con Nicolas Cage

Pig: la spiegazione del finale del film con Nicolas Cage

Il finale di Pig, film del 2021 con Nicolas Cage, ha spiegato il suo obiettivo principale: sovvertire le aspettative degli spettatori rifiutando qualsiasi conflitto violento e, di conseguenza, un climax convenzionale. La storia di Pig avrebbe potuto seguire la strada di John Wick: Rob (Cage), uno chef in pensione che vive nelle profondità della foresta dell’Oregon, parte per la città alla ricerca del suo amato compagno – un maiale, rubato da delinquenti violenti. Tuttavia, invece di terminare con un crescendo di violenza, Pig offre un messaggio rilevante contro la vendetta e chiude il cerchio nel momento in cui Rob accetta il suo dolore senza vendicarsi.

Alla fine, Rob non riavrà il suo maiale e i suoi nemici riusciranno a scappare, ma questo è irrilevante rispetto al vero scopo di Pig: imparare a fare pace con il passato. Pig è stato uno dei migliori film del 2021, anche se richiede pazienza da parte del pubblico. Dopo il furto del maiale di Rob, il film prende un corso narrativo completamente diverso, ma non subisce alcun cambiamento di tono; sullo schermo non avvengono cambiamenti drastici, ma se gli spettatori guardano più da vicino, il finale di Pig spiega come la psiche di Rob sia stata alterata per sempre e che ha scelto di scegliere un percorso di guarigione.

Cosa succede nel finale di Pig?

Quando gli spettatori arrivano al finale di Pig, molti personaggi sono stati introdotti, ma solo tre rimangono al centro del climax della storia: Rob, Amir e il padre di Amir, Darius. Dopo un’indagine approfondita e conversazioni approfondite con personaggi del suo passato, Rob scopre che dietro il furto del suo maiale c’è Darius. Darius offre allo chef in pensione una cifra ragionevole in cambio dell’animale, insistendo sul fatto che se Rob non abbandona l’inseguimento, ucciderà il maiale.

Alcuni spettatori potrebbero essere insoddisfatti del finale agrodolce di Pig. Tuttavia, ha senso: si scopre che Darius sta bluffando, poiché i delinquenti che ha assunto per rubare il maiale hanno maneggiato male l’animale, che quindi è già morto. Rob rivela di non aver mai avuto bisogno del maiale per cacciare i tartufi: lo rivuole perché è l’unica cosa che conta per lui.

Dopo aver appreso la verità sul destino del suo maiale durante la cena che ha preparato per Darius, Rob torna alla sua baita isolata devastato, ma qualcosa sembra essere cambiato in lui. Finalmente si lava il viso insanguinato che prima si rifiutava di pulire e ascolta la cassetta della moglie defunta senza sentire il bisogno di spegnerla.

La cena di Rob spiegata

Le numerose recensioni positive di Pig si spiegano con le sfumature dei suoi personaggi. Per capire il significato della cena di Rob alla fine del film, è importante prima comprendere il dramma che circonda Amir e la sua famiglia. All’inizio del film, Amir racconta a Rob del matrimonio infelice dei suoi genitori e di come la cena al ristorante di Rob sia stato il loro momento più felice prima che la madre di Amir morisse suicida.

Tuttavia, in seguito si scopre che la madre di Amir è viva e in coma in una struttura di cura. Per ottenere ulteriori informazioni sul suo maiale, Rob decide di servire a Darius lo stesso piatto e la stessa bevanda che aveva preparato per Darius e sua moglie anni prima. Come previsto, questo riapre vecchie ferite del passato e colpisce Darius emotivamente, facendogli confessare la verità su ciò che è accaduto al maiale di Rob.

Il vero significato del maiale di Robin

Per Rob, il maiale non ha mai riguardato veramente il maiale

Parte del motivo per cui Pig funziona è che l’attrazione emotiva della storia si basa molto sull’attenzione ai dettagli. Fin dai primi minuti del film anti-vendetta, gli spettatori vedono come il maiale sia per Rob qualcosa di più di una semplice risorsa per la caccia al tartufo. I due condividono i pasti, dormono l’uno accanto all’altro e fanno passeggiate ogni giorno. Rob avrebbe potuto riempire il vuoto della sua routine senza sbalzi con un altro compagno, ma non vedeva l’animale come un modo per combattere la solitudine. Il maiale era un amico, lui le voleva bene e si prendevano cura l’uno dell’altro.

La straziante conclusione diPig mostra che Rob non è mai venuto a patti con la morte della moglie e ora che il suo maiale non c’è più…

Per questo motivo, sente il bisogno di lottare per riaverla. Soprattutto, la perdita dell’amato maiale fa riaffiorare ricordi dolorosi sulla moglie di Rob e la sua ricerca ossessiva riflette l’urgenza di evitare il confronto con il passato. La straziante conclusione diPig mostra che Rob non è mai venuto a patti con la morte della moglie e ora che il suo maiale non c’è più, non gli resta altra scelta che imparare cosa significa lasciare finalmente andare qualcuno.

Qual è il significato dell’arco di Rob?

Il maiale è il viaggio di Rob per imparare che il dolore non è una ragione per cercare di dimenticare il passato.

Le azioni di Rob sono difficili da interpretare per la maggior parte del film, e Cage è perfetto per il ruolo con espressioni solenni che possono dire molto senza una sola parola. Incarna la natura anti-vendetta del film attraverso l’atteggiamento passivo del personaggio nei confronti dei nemici che si è fatto lungo il cammino. Rob passa l’intero film con un’aria sconfitta, ma non abbandona i suoi obiettivi.

Pig avrebbe potuto prendere la strada più facile strutturando l’arco narrativo di Rob come una tipica storia di vendetta. Rob non vuole avere nulla a che fare con le persone che gli hanno portato via il maiale; il suo unico desiderio è riaverlo. È quasi come se la vita di Rob si fermasse dopo che gli hanno portato via il maiale, perché lascia il comfort della sua casa senza guardarsi indietro, non si cambia mai i vestiti né si lava il viso, e non ricorre a nessun convenevole. Durante il viaggio incontra diversi volti del suo passato, che non significano nulla per lui, sia che lo trattino male o meno.

Anche quando Rob scopre che il suo maiale è stato trattato male e ucciso, non se la prende con Darius, che pure deve combattere le sue battaglie. Al contrario, Rob affronta la situazione come il momento in cui impara finalmente che ciò che non può essere sostituito non deve essere dimenticato o ignorato, perché i ricordi sono preziosi e sono l’unica cosa che rimane.

Cosa succede a Rob alla fine?

Cage offre una delle migliori interpretazioni della sua carriera nei momenti finali di Pig, mescolando dolore e resistenza in un unico sguardo solenne. Il futuro di Rob non si basa su alcuna redenzione, ma piuttosto sull’accettazione della vita così com’è. Prima degli eventi del film, la sua vita era un perpetuo rinvio del lutto; preferiva ignorare i lividi del dolore piuttosto che affrontare i suoi demoni e andare avanti.

Ora sa di non poter sostituire le cose che ha amato e perso, quindi Rob probabilmente non cercherà un altro maiale.

Prima di tornare a casa, Rob decide di riprendere la collaborazione con Amir, il che implica che continuerà a cercare tartufi nel bosco, questa volta usando gli alberi come guida. Ora sa di non poter sostituire le cose che ha amato e perso, quindi probabilmente non cercherà un altro maiale. Lo stesso vale per la moglie: può finalmente ascoltare le sue cassette senza rimorsi, sentendo la sua presenza intorno a sé.

Come è stato accolto il finale di Pig

Pig ha fatto guadagnare a Nicolas Cage alcune delle migliori recensioni degli ultimi anni, contribuendo a dare il via al suo ritorno a Hollywood. Oltre che per la sua interpretazione, il film è stato lodato per il suo viaggio imprevedibile ed emotivamente soddisfacente che si è concluso con un finale perfetto.

Quentin Tarantino ha elogiato il finale creativo del film

Molti critici hanno sottolineato che il film sovverte le aspettative, offrendo un’impostazione che sembra un ripoff di John Wick, solo per consegnare qualcosa con un messaggio genuino e molto cuore. Ty Burr del Boston Globe ha commentato la fine del film:

“Pig” è un film riflessivo e ben fatto per un pubblico pronto a ricevere schifezze: è una perla prima dei porci”.

Il pubblico ha anche lodato il finale per aver portato la storia a una conclusione piena di emozioni. Anche se c’è un certo dibattito su dove Rob si trovi alla fine in termini di dolore, molti fan, come MainRadiance di Redditor, sono stati colpiti dallo strazio, dal dolore e dalle emozioni umane degli ultimi momenti del film:

Mi sono sentito davvero emozionato dalla scena della cucina fino alla fine. In sala piangevo e trattenevo i singhiozzi, ma quando l’hanno “rivelato” non sono più riuscito a trattenermi. Questo film mi ha spezzato il cuore.

L’acclamato regista Quentin Tarantino ha recentemente condiviso il suo amore per Pig , definendolo uno dei migliori film degli ultimi cinque anni. Ha anche elogiato il finale per il modo inventivo in cui prende l’impostazione e la capovolge:

[Il film si configura come tutte le vendette-matiche che Nic Cage sembra aver fatto negli ultimi cinque anni… questo si prefigura come tale, ma non lo fa nel modo più creativo possibile”.

Pif: 10 cose che non sai sull’attore

Pif: 10 cose che non sai sull’attore

Brillante conduttore e autore televisivo, Pif, nome d’arte di Pierfrancesco Diliberto, è oggi tra le personalità più richieste del mondo dello spettacolo. Negli anni si è distinto per il suo impegno politico, che lo ha portato con la leggerezza della commedia a trattare in modo originale il problema della mafia in Italia. Distintosi in seguito anche come regista, i suoi film hanno ottenuto importanti riconoscimenti, consolidandone il successo. Ecco 10 cose che non sai su Pif.

Parte delle cose che non sai sull’attore

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Pif: i suoi film e le serie TV

10. Si è affermato come regista. Nel 2013 Pif si afferma al cinema con la sua prima opera da regista, La mafia uccide solo d’estate, che diventa da subito un grande successo di critica e pubblico. Nel 2016 porta in sala la sua opera seconda, In guerra per amore, dove dirige l’attrice Miriam Leone. Anche questo suo secondo film ottiene importanti riconoscimenti, confermando l’influenza di Pif all’interno dell’industria. Attualmente sta completando la realizzazione del suo terzo film da regista, intitolato E noi rimanemmo solo a guardare, dove recita l’attrice Ilenia Pastorelli. Per la televisione ha invece diretto il documentario Roberto Saviano: Uno scrittore sotto scorta (2016) e la serie documentario Caro Marziano (2017).

9. Ha recitato anche in film altrui. Oltre ad aver ricoperto il ruolo del protagonista nei propri film, Pif è apparso al cinema anche in Pazze di me (2013), che ne ha segnato il debutto con il ruolo di Ludovico. Ha poi recitato nel film Momenti di trascurabile felicità (2019), ricoprendo il ruolo del protagonista Paolo. Per La mafia uccide solo d’estate è stato invece Arturo Giammaresi, mentre per In guerra per amore ha dato vita al personaggio di Arturo.

8. Ha preso parte a produzioni televisive. In televisione, Pif è noto per la sua partecipazione a programmi come Le Iene, Il testimone e Caro Marziano. Recentemente è invece stato la voce narrante della serie La mafia uccide solo d’estate, tratta dal suo film e interpretata dall’attrice Anna Foglietta.

Pif: chi è la sua fidanzata

7. Ha avuto una relazione con una collega. Grazie al suo lavoro in televisione, nel 2011 l’attore conosce la conduttrice Giulia Innocenzi, specializzata in inchieste giornalistiche nelle aree sociali di degrado. I due intraprendo una relazione, che rendono pubblica soltanto nel 2013. Particolarmente riservati, la coppia rilascia poche dichiarazioni sulla loro relazione, mentre nel 2016 annunciano la separazione, pur rimanendo in buoni rapporti.

Pif ha pubblicato un libro

6. È l’autore di un romanzo. Nel 2018 Pif pubblica il libro … che dio perdona a tutti, dove attraverso la storia di Arturo l’autore porta il lettore a riconsiderare i rapporti che ci legano gli uni agli altri, dal comportamento quotidiano alle parole di solidarietà, uguaglianza e verità. Edito da Feltrinelli, il romanzo è stato descritto come una storia agrodolce della stessa unicità che vive nei film scritti e diretti da Pif.

Parte delle cose che non sai sull’attore

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Pif e Le Iene

5. È stato uno dei più noti inviati del programma. A partire dal 2001 Pif, inizialmente tra gli autori del programma Le Iene, ne diventa uno degli inviati principali. Celebri, in particolare, sono i suoi servizi realizzati nel corso di feste della Lega Nord o in Sicilia, dove si finge un abitante dell’Italia settentrionale. È così divenuto noto per le sue inchieste politiche, tratto distintivo del suo interesse come autore.

4. Ha condotto il programma. A partire dal gennaio del 2016 viene annunciato come conduttore ufficiale del programma, ruolo che riveste insieme alla collega Nadia Toffa. Con loro il programma conosce una nuova popolarità, anche grazie alla capacità di Pif di portare alla luce alcuni tra gli aspetti più trascurati della società italiana.

Pif in Il testimone

3. Ha ideato il noto programma. Dal 2007 Pif porta in televisione il programma Il testimone, da lui ideato e condotto. Questo si propone di raccontare storie, eventi e persone attraverso l’occhio della telecamera che lo stesso conduttore porta con sé durante i reportage. Questa tecnica di ripresa permette allo spettatore una visione della realtà concreta, trasmettendo il messaggio sociale presente in ogni puntata.

Pif: l’origine del suo nome d’arte

2. Ha rivelato l’origine del suo celebre soprannome. Divenuto celebre con il nome di Pif, questi è un nome d’arte assegnatogli dal collega Marco Berry de Le Iene. Sembra che Pif altro non sia che un’originale abbreviazione di Pierfrancesco, vero nome dell’attore e conduttore.

Pif: età e altezza

1. Pif è nato a Palermo, in Sicilia, Italia, il 4 giugno 1972. L’attore e conduttore è alto complessivamente 183 centimetri.

Fonte: IMDb

Pietro Sermonti: 10 cose che non sai sull’attore

Pietro Sermonti: 10 cose che non sai sull’attore

Divenuto popolare grazie a diverse celebre serie TV a cui ha preso parte, l’attore Pietro Sermonti vanta anche molteplici e importanti collaborazioni cinematografiche. Nel corso degli anni ha infatti saputo affermarsi tanto per i suoi ruoli comici quanto per parti più drammatiche. Ciò gli ha permesso di dimostrare le proprie doti, guadagnando la stima di critica e pubblico. Ecco 10 cose che non sai di Pietro Sermonti.

Parte delle cose che non sai di Pietro Sermonti

Pietro Sermonti: i suoi film e le fiction

1. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore debutta al cinema con il film Piccole anime (1998), per poi tornare al cinema in SoloMetro (2007) e ancora Sweet Sweet Marja (2007), Roulette (2007), Amore, bugie e calcetto (2008), Sleepless (2009) e Boris – Il film (2011), che gli permette di ottenere una buona fama anche sul grande schermo. Da quel momento recita infatti in film come Smetto quando voglio (2014), Confusi e felici (2014), Sei mai stata sulla Luna? (2015), Smetto quando voglio – Masterclass (2017), Smetto quando voglio – Ad honorem (2017), Lasciati andare (2017), Terapia di coppia per amanti (2017), Bentornato Presidente (2019) e Bangla (2019).

2. Ha preso parte a celebri serie TV. Dopo aver recitato nella serie Carabinieri (2002), l’attore ottiene una discreta popolarità grazie a Elisa di Rivombrosa (2003-2004) e La moglie cinese (2006). Grande notorietà gli è però data dalla serie Un medico in famiglia, dove dal 2001 al 2009 recita nel ruolo di Guido Zanin. Conferma poi il suo successo recitando nella popolare serie Boris (2007-2010), dove dà vita all’iconico Stanis La Rochelle. Negli anni successivi torna in televisione per recitare in Nero Wolfe (2012) e Tutto può succedere (2015-2018).

Pietro Sermonti e Margot Sikabonyi

3. Ha avuto una relazione con la collega di set. Durante le riprese della fiction Un medico in famiglia, l’attore ha modo di conoscere Margot Sikabonyi, che ricopre il personaggio di Maria Martini. I due sviluppano in breve tempo un feeling, dando vita ad una relazione che si protrae per diverso tempo. Si lasciano poi senza fornire particolari motivazioni, con l’attrice ha affermato che quello vissuto è stato il suo primo vero amore, ma che non permetterà più di innamorarsi sul set.

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Pietro Sermonti ha una moglie?

4. Non è sposato. Attualmente l’attore sembra essere single, avendo terminato da poco la relazione con l’attrice Margherita Vicario. Tra le altre storie d’amore celebri di Sermonti vi è stata anche quella con la conduttrice televisiva Alessia Marcuzzi. Tuttavia, l’attore non ha mai fornito ulteriori dettagli sulla propria vita privata, preferendo tenere i media lontani da questa.

Pietro Sermonti e il calcio

5. Voleva diventare un calciatore. Da ragazzo, Sermonti aveva come sogno quello di diventare un calciatore. Inizia ad allenarsi giocando nelle giovanili della Juventus, ma per problemi fisici è costretto ad abbandonare. Ciò non gli impedisce però di praticare tale sport a livello amatoriale, prendendovi infatti parte a scopi benefici, giocando ad esempio per alcuni anni nella Nazionale Italiana Attori.

Parte delle cose che non sai di Pietro Sermonti

Pietro Sermonti in Un medico in famiglia

6. Ha abbandonato la serie. Dopo aver recitato nelle stagioni 3, 4 e 6, l’attore ha confermato che non sarebbe tornato a recitare nella celebre fiction, poi protrattasi fino al 2016. Sermonti giudicava infatti completo l’arco narrativo del proprio personaggio, e ha ulteriormente motivato la scelta con il desiderio di intraprendere nuove strade nel campo della recitazione.

Pietro Sermonti in Boris

7. Nella serie interpreta un attore che interpreta un medico. Per un incredibile coincidenza, nella serie Boris, dove l’attore ricopre il ruolo di Stanis La Rochelle, si è ritrovato a dar vita nuovamente ad una parte legata al mondo della medicina. Sermonti ha affermato di essersi divertito molto a dar vita a questo personaggio, potendo prendere in giro in modo ironico e affettuoso quanto fatto invece con serietà in Un medico in famiglia.

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8. Il ruolo è stato scritto per lui. Amico da anni con gli sceneggiatori di Boris, Sermonti ha affermato di aver particolarmente apprezzato il ruolo che questi avevano scritto per lui. Data la profonda amicizia, gli sceneggiatori hanno infatti potuto assegnare all’attore una parte che ne liberasse le vene più deliranti della sua personalità, ottenendone un personaggio particolarmente comico.

9. Si ritiene ben diverso dal suo personaggio. Stanis La Rochelle è una personalità prevalentemente sgradevole, ricca di presunzione ed egocentrismo. Sermonti ha ribadito di non ritrovarsi affatto in questi aspetti, ma che dargli voce è stata una delle sfide più entusiasmanti, poiché si è visto costretto ad attingere ad un repertorio che non gli è proprio. Mettendosi alla prova, l’attore ha così potuto svelare nuove sfumature del suo talento.

Pietro Sermonti: età e altezza

10. Pietro Sermonti è nato a Roma, Italia, il 25 ottobre 1971. L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.

Fonte: IMDb

Pietro Marcello: intervista al regista di Le Vele Scarlatte

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Pietro Marcello: intervista al regista di Le Vele Scarlatte

In occasione della presentazione alla stampa di Le Vele Scarlatte, abbiamo incontrato il regista, Pietro Marcello, che ha parlato del suo ultimo film che ha aperto la Quinzaine des Realisateurs di Cannes 2022. Il film è al cinema dal 12 gennaio distribuito da 01 Distribution.

Le Vele Scarlatte, la trama

Da qualche parte nel nord della Francia, Juliette, giovane orfana di madre, vive con il padre, Raphaël, un soldato sopravvissuto alla prima guerra mondiale. Appassionata di musica e di canto, Juliette ha uno spirito solitario. Un giorno, lungo la riva di un fiume, incontra una maga che le predice che delle vele scarlatte arriveranno per portarla via dal suo villaggio. Juliette non smetterà mai di credere nella profezia. Liberamente ispirato a Le vele scarlatte di Aleksandr Grin, scrittore russo pacifista del XX secolo, il film di Pietro Marcello è un racconto popolare, musicale e storico, al confine con il realismo magico.

Le Vele Scarlatte è un film di PIETRO MARCELLO con JULIETTE JOUAN, RAPHAËL THIÉRY, NOÉMIE LVOVSKY con la partecipazione speciale di LOUIS GARREL e con YOLANDE MOREAU.

Pietro Castellitto: 10 cose che non sai sull’attore

Pietro Castellitto: 10 cose che non sai sull’attore

Con il recente successo alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il giovane Pietro Castellitto è attualmente uno degli attori più richiesti del momento. Sul set sin da piccolo con ruoli nei film diretti dal padre, egli ha da due anni a questa parte dimostrato una notevole maturità, che lo ha portato anche ad esordire come sceneggiatore e regista. Nel suo futuro lo attendono numerosi ruoli importanti, grazie ai quali l’attore potrà dare dimostrazione del suo talento e affermarsi all’interno del panorama cinematografico italiano.

Ecco 10 cose che non sai di Pietro Castellitto.

Pietro Castellitto: i suoi film da attore e da regista

10. Ha recitato in noti lungometraggi. Il suo debutto sul grande schermo avviene con il film Non ti muovere (2004), diretto da Sergio Castellitto. Successivamente, compare anche in La bellezza del somaro (2010), È nata una star? (2012), con Rocco Papaleo, e Venuto al mondo (2012), con Penelope Cruz. La grande popolarità arriva però grazie a La profezia dell’armadillo (2018), dove interpreta Secco. Nel 2020 torna poi al cinema con il ruolo di Federico Pavone nel film I predatori, mentre prossimamente sarà Cencio nell’atteso Freaks Out, con Claudio Santamaria.

9. Reciterà in un’attesa serie televisiva. Castellitto è stato scelto per interpretare il celebre calciatore della Roma Francesco Totti nella serie televisiva che si intitolerà Speravo de morì prima. Questa sarà basata sul libro Un capitano, e racconterà gli ultimi due anni della carriera del calciatore, ma anche la sua vita privata con la moglie e i figli. Il progetto è attualmente in fase di riprese, e dovrebbe arrivare in televisione nel corso del 2021. È però già stata rilasciata una prima promettente foto dell’attore nei panni dell’amato Totti.

8. Ha scritto e diretto un film. Nel 2020 Castellitto ha presentato al Festival di Venezia il suo primo film da regista I predatori, di cui è anche interprete nel ruolo di Federico Pavone. La trama ruota intorno a due famiglie di estrazione sociale e culturale totalmente differente. I Pavone e i Vismara sono infatti rispettivamente dei ricchi borghesi e dei fascisti proletari. La vicenda ruota così intorno al loro inevitabile scontro, che porterà alla luce inaspettati segreti. Il film, distribuito da 01 Distribution, arriverà nelle sale italiane a partire dal 22 ottobre.

Pietro Castellitto e I predatori

7. Ha ottenuto un importante riconoscimento. In occasione del Festival di Venezia, dove il suo film I predatori era presente nella sezione Orizzonti, Castellitto ha vinto il prestigioso riconoscimento per la migliore sceneggiatura. L’esordiente regista ha così ritirato il premio con un bizzarro discorso iniziato con l’affermazione “soltanto gli infami e i traditori sono bravi nei ringraziamenti“, dedicando poi la vittoria a “chi non la pensa come me, perché solo legittimando l’altro si può avere uno scambio. La competizione è con la storia, non con il nostro tempo“. Tale evento ha certamente contribuito a suscitare una certa attenzione nei confronti del film, prossimamente atteso in sala.

6. Il film è nato da un suo disagio. Come dichiarato in alcune interviste, il giovane Castellitto ha iniziato ad ideare il film sin dall’età di 22 anni. L’evento scatenante sarebbe stata una crisi nella sua carriera d’attore. Da quel momento ha cominciato a ideare un film basato sul suo disagio, sulle frustrazioni che riguardano l’impossibilità di reinventare il mondo. Da qui sono nati i personaggi protagonisti del film I predatori, tra cui il suo Federico Pavone.

Pietro Castellitto in Venuto al mondo

5. Ha recitato nel film diretto da suo padre. Nel 2012, prima di interrompere la propria carriera da interprete per dedicarsi agli studi di filosofia, Castellitto ha recitato nel ruolo di Pietro nel film Venuto al mondo, diretto da suo padre Sergio. Il lungometraggio si basava sull’omonimo romanzo di Margaret Mazzantini, madre dell’attore, ed aveva come protagonista l’attrice premio Oscar Penelope Cruz. Il ruolo ricoperto dal giovane Castellitto era proprio quello del figlio di lei, che intraprende un viaggio con la madre dall’Italia a Sarajevo.

Pietro Castellitto è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da oltre 7 mila persone. All’interno di questo Castellitto ha ad oggi condiviso un totale di 57 post. Molti di questi sono dedicate a sue attività quotidiane, come anche a curiosità a lui legate. Molto presenti però sono le immagini relative al suo lavoro come interprete, tra cui anche quella che lo ritrae con il premio vinto allo scorso Festival di Venezia e la locandina promozionale del suo film da regista I predatori.

Pietro Castellitto ha una fidanzata?

3. È molto riservato. L’attore è diventato una delle personalità più chiacchierate della sua generazione a partire dal 2018, anno in cui ha ottenuto grande popolarità con il film La profezia dell’armadillo. Da quel momento in molti hanno iniziato a seguirlo sui social cercando di scoprire di più della sua vita privata. Castellitto però ha sempre evitato di condividere dettagli a riguardo, preferendo non far intromettere i media nella sua vita al di fuori del mondo dello spettacolo. Ad oggi, per tanto, non è possibile stabilire se egli abbia o meno una fidanzata.

Pietro Castellitto: quale agenzia lo rappresenta

2. È rappresentato da una nota agenzia. Attualmente Castellitto sembra essere sotto contratto con la IPC Promozioni Cinematografiche, agenzia che si occupa di gestire numerosi attori, attrici e registe nel panorama dello spettacolo italiano. Sul sito di questa è possibile ritrovare le principali informazioni su di lui, tra cui varie foto e tutti i lavori da lui svolti, sia al cinema che in televisione che altrove. Grazie a questo profilo sarà così possibile rimanere aggiornati sulle sue attività future.

Pietro Castellitto: età e altezza

1. Pietro Castellitto è nato a Roma, Italia, il 16 dicembre del 1991. L’attore e regista è alto 185 centimetri.

Fonte: IMDb

Pietro Castellitto sul MeToo: “Battaglia sacrosanta ma movimento ipocrita”

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Pietro Castellitto è sicuramente tra coloro che, nonostante una stagione cinematografica osteggiata in tutti i modi dalle miopi decisioni del Governo e l’innegabile difficoltà dovuta alla pandemia, hanno spiccato di più negli ultimi mesi nel panorama cinematografico italiano.

Forte di un esordio dietro la macchina da presa, I Predatori, che ha riscosso molto successo sin dalla presentazione a Venezia, in Orizzonti, dove ha vinto il premio per la sceneggiatura, e di un ruolo che lo ha rilanciato agli occhi di un pubblico ultra popolare, quello di Francesco Totti, nella serie Speravo de morì prima di Sky, l’attore, sceneggiatore e regista e sotto gli occhi di tutti.

Durante un’intervista con il Corriere della Sera, Pietro Castellitto ha rilasciato delle dichiarazioni che hanno fatto discutere, perché rivolte, con tono negativamente critico, al movimento del MeToo, che a poco a poco sta cambiando le regole del gioco nel mondo dello spettacolo, anche arrivando a decisioni estreme:

“Per fare l’attore devi saper dire le bugie e fare gli scherzi – ha dichiarato Castellitto – Se non scherzi più, il tuo percorso è stato sacrificato alle consuetudini e al perbenismo dominante. Negli anni ’20 Al Capone faceva soldi gestendo alcol e droga, oggi li fai perpetuando il bene. Penso ai milioni incassati dagli studi legali attraverso il monumento all’ipocrisia del #MeToo, battaglia sacrosanta, ma se Kevin Spacey mi mette la mano sulla coscia gliela sposto, non gli rovino la vita chiedendo pure i soldi; io vedo la volontà di potenza che sfrutta questa crociata morale per ingrassarsi, sto parlando come amante di Nietzsche, che studiai a Filosofia. Ho anche compiuto un viaggio in Germania sulle sue tracce, ho dormito nella casa museo dove ha ideato Zarathustra… “

Pietro Castellitto parla de I Predatori a Venezia 77

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Pietro Castellitto parla de I Predatori a Venezia 77

Pietro Castellitto, che presenta in Orizzonti la sua opera prima, che scrive, dirige e interpreta, I Predatori, parla del film e della stesura di una sceneggiatura complicata che gli ha permesso di vincere il premio per la Migliore Sceneggiatura in Orizzonti.

I predatori, film d’esordio alla regia di Pietro Castellitto è stato presentato in Concorso in Orizzonti alla 77° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura. Protagonisti sono Massimo Popolizio, Manuela Mandracchia, Pietro Castellitto, Giorgio Montanini, Dario Cassini, Anita Caprioli, Marzia Ubaldi, Antonio Gerardi, Nando Paone, Vinicio Marchioni, Claudio Camilli, Liliana Fiorelli, Renato Marchetti, Giulia Petrini, Francesco Borghese.

Sono profondamente felice – dichiara il regista – che il mio film venga presentato nella sezione Orizzonti. Lo sconquasso della pandemia ha distrutto molte certezze aprendo le porte a un nuovo scontro fra culture e visioni del mondo, premessa fondamentale per qualsiasi era artistica. C’è un che di bellico in quest’alba veneziana e farne parte è motivo di orgoglio. Ringrazio Alberto Barbera e tutti i selezionatori per la fiducia data. Spero di esserne all’altezza.

       Pietro.

Nel film  I predatori È mattina presto, il mare di Ostia è calmo. Un uomo bussa a casa di una signora: le venderà un orologio. È sempre mattina presto quando, qualche giorno dopo, un giovane assistente di filosofia verrà lasciato fuori dal gruppo scelto per la riesumazione del corpo di Nietzsche. Due torti subiti. Due famiglie apparentemente incompatibili: i Pavone e i Vismara. Borghese e intellettuale la prima, proletaria e fascista la seconda. Nuclei opposti che condividono la stessa giungla, Roma. Un banale incidente farà collidere quei due poli. E la follia di un ragazzo di 25 anni scoprirà le carte per rivelare che tutti hanno un segreto e nessuno è ciò che sembra. E che siamo tutti predatori.

I predatori è una produzione FANDANGO con RAI CINEMA prodotto da Domenico Procacci e Laura Paolucci, opera realizzata con il sostegno della Regione Lazio Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo.

Pietro – recensione

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Col film che s’intitola Pietro, il regista Daniele Gaglianone ha gareggiato al Festival del Cinema di Locarno 2010. L’ambientazione è a Torino, nei “grigi” quartieri in periferia. Il protagonista Pietro sta superando l’età della giovinezza, ma dei problemi psicologici ne frenano il raggiungimento della maturità. Più che la goffaggine nei movimenti, in lui conta la continua “sudditanza” ai comandi del fratello Francesco, tossicodipendente. I due giovani vivono insieme, in un appartamento fatiscente.

Pietà: recensione del film di Kim Ki-Duk

Pietà: recensione del film di Kim Ki-Duk

In Pietà ogni vita che nasce è un atto d’amore fatto di carne ed ossa… ma se si è privati dell’amore sin dalla nascita, come si può imparare ad amare? Kang-do (Lee Jung-jin) è sempre stato solo, si muove come un automa, indifferente a tutto ciò che lo circonda, sembra vivere in perenne anestesia, col disgusto per il genere umano stampato in faccia. Per vivere – o meglio – per sopravvivere, Kang-do lavora al servizio degli usurai, riscuotendo i debiti che la gente disperata di Cheonggyecheon ha contratto nel tentativo di risollevare le sue sorti e, quando non ottiene ciò che vuole, non batte ciglio nel tagliare una mano o una gamba e riscuotere dalla pensione d’invalidità perché “se muori l’assicurazione non paga”. Poi, una donna piomba nella sua non-vita, dice di essere sua madre e riesce a farsi strada nell’animo addormentato dello spietato strozzino di Cheonggyecheon. Mi-sun, interpretata magistralmente da CHO Min-soo, in realtà è solo una donna che cerca vendetta e, forgiata dalla sofferenza, non è meno crudele di Kang-do.

Pietà, il film

Tesa nello sforzo di portare a termine il suo piano, si fa sua complice e si sottomette all’unica forma di affetto che Kang-do, inesperto, riesce a donarle: un misto di violenza e amore, eros&thanatos che si legano indissolubilmente fino allo scioglimento della loro storia. Si può provare Pietà per un mostro? Dopotutto, Mi-sun ci riesce e, come una Madonna, cura le ferite invisibili dell’uomo nascosto dietro la cruda violenza. La città coreana di Cheonggyecheon, nella quale il film è ambientato, diventa essa stessa un personaggio, specchio della disperazione e dell’indifferenza di un dio che sembra aver abbandonato l’umanità a se stessa.

Vincolato dagli stilemi della recitazione tipicamente orientale, Pietà di Kim Ki-duk, sembra indebolirsi quando la scena non è totalmente controllata dai due protagonisti, la cui interpretazione riesce a dare lo spessore artistico di cui la materia trattata necessita. Il regista, che nei momenti di più forte intensità emotiva investe letteralmente gli attori, senza preoccuparsi di osare e  di sfidare le regole stilistiche del “buon cinema”, riesce a dare un taglio fortemente avanguardistico e inedito al film.

Leone d’oro alla 69esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, Pietà è stato scelto per rappresentare la Corea del Sud agli Oscar, in corsa nella categoria “miglior film straniero”.

Piero Tosi: si è spento a 92 anni il costumista Premio Oscar

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Si è spento a 92 anni Piero Tosi, il costumista italiano nominato cinque volte al premio Oscar e vincitore del riconoscimento alla carriera nel 2014.

“Ci ha lasciato oggi Piero Tosi, amico di una vita del Maestro e suo collaboratore fin dagli esordi della sua carriera. L’Oscar alla carriera del 2014 corona una vita di collaborazioni con i più grandi registi del cinema italiano. Sarà seppellito nella tomba di famiglia di Franco Zeffirelli, accanto al Maestro e a Anna Anni, suoi amici di sempre dai tempi dell’Istituto d’arte di Porta Romana”. A diffondere il comunicato è stata la Fondazione Franco Zeffirelli.

Piero Tosi ha lavorato nell’epoca d’oro del cinema italiano, collaborando con Zeffirelli, Luchino Visconti e Vittorio De Sica, tra gli altri. Ha firmato, tra gli altri, i costumi di Senso, Il Gattopardo, Ieri, oggi domani, La Traviata e Storia di una Capinera.

PIERO PICCIONI – A MODERN GENTLEMAN: Cam Sugar e Decca celebrano il compositore nel centenario della nascita

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In occasione del centenario della nascita esce PIERO PICCIONI – A MODERN GENTLEMAN: The refined and bittersweet sound of an italian Maestro. Piero Piccioni è senza dubbio il più “dandy” dei compositori italiani di musica da film. Il più elegante, nell’arte come nella vita. Nel centenario della nascita del compositore, CAM Sugar, in collaborazione con Decca Records, celebra la sua arte con una raccolta che attinge dalle sue più e meno note opere, accanto a un prezioso gruppo di brani che, sorprendentemente, sono rimasti del tutto inediti fino ad oggi. Il risultato è un viaggio alla riscoperta del suono unico, abbagliante e inconfondibile del compositore torinese: un “Piccioni’s touch” morbido, sensuale ed emozionante che si percepisce in ogni composizione su cui ha lavorato durante la sua lunga carriera, spaziando dal jazz alla bossa nova, al funk, alla disco e alla musica orchestrale. Un tocco che dona armonia e coerenza ad un corpus di colonne sonore che si distingue come una delle più prestigiose e importanti discografie del mondo: musica  destinata a durare per sempre, senza mai risultare fuori tempo.

Nel cd e doppio LP compaiono capolavori come Significa Amore, tratta dal film “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” (per cui Piccioni vinse il David di Donatello come miglior musicista nel 1975), Pop’s Lolly, dal “3 Notti d’amore”, nella cui session spunta anche Gato Barbieri al sax, o Papa Funky, dalla colonna sonora di “In viaggio con papà”, dove Piccioni commenta il rapporto Sordi-Verdone con una miscela spensierata di generi diversi, unendo jazz, funk e rock insieme, con il suo stile inconfondibile.

Nel centenario della sua nascita non potevamo non dedicare una pubblicazione a Piero Piccioni, uno dei migliori  compositori italiani di colonne sonore e uno dei più grandi della scuderia CAM Sugar – spiega Filippo Sugar, Presidente e CEO del Gruppo Sugar – Il progetto si inserisce in un contesto che dedicheremo all’opera del Maestro con le prime uscite digitali previste per i prossimi mesi che comprenderanno molti inediti. Accanto ai brani noti e storici facciamo sempre molta attenzione a fare un lavoro culturale di ricerca e recupero negli archivi riportando alla luce brani che meritano di essere riscoperti e che hanno un sound che può avere un significato molto importante per l’ascolto contemporaneo”.

Piero Piccioni (Torino 1921- Roma 2004), enfant prodige, ascolta jazz fin dall’infanzia. A tredici anni, autodidatta impressionato dall’ascolto dei dischi di Duke Ellington, scrive già canzoni che vengono pubblicate dalla casa editrice Carisch. Nel 1937 fa un’audizione per la EIAR e gli viene commissionato di suonare per un programma musicale su Radio Firenze. A 17 anni Debutta come pianista alla radio, dove ritorna nel 1944 con l’orchestra ‘013’, da lui costituita: la prima orchestra di jazz che trasmette ai microfoni e la prima formazione jazzistica stabile italiana. Parallelamente al jazz Piccioni esercita la professione di avvocato  e inizia a studiare filosofia. Nel 1949 a New York, dove vive per un anno e mezzo, viene chiamato a sostituire il pianista Al Haig in un programma televisivo, suonando insieme a Charlie Parker, Kenny Dorham, Tommy Potter e Max Roach. È stato l’unico musicista italiano ad aver suonato con Charlie Parker.

Compositore di oltre 300 colonne sonore per il cinema, sceneggiati televisivi, musiche per  radio, balletto e orchestra, inizia a scrivere colonne sonore negli anni ’50. Michelangelo Antonioni gli commissiona la musica per il documentario di un suo allievo, Luigi Polidoro. Il primo film per il quale scrive le musiche è “Il mondo le condanna” di Gianni Franciolini del 1952, seguito da “La spiaggia” di Alberto Lattuada del 1953. Piccioni compone le musiche di 13 dei 17 film di Francesco Rosi e lavora molto con Alberto Sordi in un lungo sodalizio umano e professionale. Tra le sue musiche più famose, quelle dei film “Il caso Mattei” di Francesco Rosi,  “Un italiano in America” e “Polvere di stelle” dello stesso Sordi. Tanti registi hanno affidato al suo genio musicale le loro pellicole: Francesco Rosi, Mario Monicelli, Alberto Lattuada, Luigi Comencini, Luchino Visconti, Antonio Pietrangeli, Elio Petri, Bernardo Bertolucci, Roberto Rossellini, Vittorio De Sica, Tinto Brass e Dino Risi tra gli altri. Sue anche le colonne sonore di “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto” e “Tutto a posto e niente in ordine” di Lina Wertmuller, e di “Il bell’Antonio” di Mauro Bolognini.

Tra i prestigiosi riconoscimenti ottenuti nella sua lunga carriera il David di Donatello come miglior musicista per la colonna sonora di “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” (1974), il Nastro d’argento per la colonna sonora di “Salvatore Giuliano” di Francesco Rosi (1963), il Prix International Lumiere (1991), il premio Anna Magnani (1975) e il premio Vittorio De Sica (1979).

Pierfrancesco Favino: fa buon brodo… e diventa star

Pierfrancesco Favino: fa buon brodo… e diventa star

Pierfrancesco Favino – È lui stesso a dire che il termine star evoca alla sua mente solo l’immagine del famoso brodo. E questo già la dice lunga sul suo understatement, sull’umiltà con la quale affronta il mestiere d’attore. Tuttavia, considerata la popolarità raggiunta, le collaborazioni illustri in Italia e all’estero, la versatilità che ormai tutti gli conosciamo, che lo rende capace di spaziare nei più svariati registri cinematografici e di giocare coi più disparati dialetti dello stivale, pare che l’attore romano dovrà proprio abituarsi ad essere definito star.

Tante, negli ultimi quindici anni, le pellicole cui ha dato sapore e carattere, passando con disinvoltura dalla commedia al dramma e viceversa: da L’ultimo bacio di Muccino a Romanzo criminale, da  Saturno contro a Figli delle stelle. Senza dimenticare le interpretazioni televisive: dal giovane medico di Amico mio, al ciclista Gino Bartali, al sindacalista Di Vittorio. Personaggi forti e determinati i suoi, uomini tutti d’un pezzo, balordi, ma anche bravi ragazzi, uomini d’oro, o simpatiche canaglie e cinici egoisti. Ad ognuno ha saputo dare una caratterizzazione precisa, fatta di movenze, sguardi, atteggiamenti, inflessioni linguistiche, sempre perfettamente in sintonia col personaggio, tanto da renderlo fotografia vivida e spesso memorabile. Stiamo parlando di Pierfrancesco Favino.

Pierfrancesco Favino Marco Polo

Tutto ha inizio il 24 agosto del 1969, quando nasce in quella stessa Roma dove tutt’ora vive. Sul fatto che abbia un forte legame con la sua città sussistono pochi dubbi: si dice che ami vivere il suo quartiere – il Celio – e che non si sottragga al contatto con la gente. È proprio nella Capitale che muove i primi passi da attore, inizialmente come studente dell’Accademia d’Arte Drammatica, poi sul palco, sotto la sapiente direzione di maestri come Proietti e Ronconi. Prosegue quindi approdando alla tv – che continuerà a frequentare con una certa assiduità – nel ’91 con la partecipazione a Una questione privata di Alberto Negrin, cui segue la serie tv Amico mio (1 e 2, 1993 e 1998).

Nel frattempo, esordisce anche al cinema, con Pugili di Lino Capolcchio (1995). Due anni dopo è nel cast del film di Stefano Reali In barca a vela contromano, accanto a Valerio Mastandrea e Antonio Catania, in un piccolo ma ben caratterizzato ruolo: quello del disinvolto dottor Castrovillari. Nello stesso anno è diretto da uno dei nostri più grandi registi: Marco Bellocchio, in Il principe di Homburg. Nel 2000, non si lascia sfuggire l’occasione di farsi dirigere da Luigi Magni, che firma la sua ultima opera, La carbonara. Qui Pierfrancesco Favino recita accanto a Fabrizio Gifuni, Valerio Mastandrea e al grande Nino Manfredi. Nel 2001 lo vuole Gabriele Muccino, per la sua commedia sentimentale sui trentenni in crisi L’ultimo bacio.

Altro film sulla generazione degli “enta” è la seconda prova dietro la macchina da presa di Luciano Ligabue Da zero a dieci (2002), dove Pierfrancesco Favino interpreta Biccio. È poi scelto da Enzo Monteleone per una pellicola drammatica: veste i panni del sergente Rizzo in El Alamein – La linea del fuoco, che ricostruisce le vicende legate all’omonima battaglia, protagonisti un plotone italiano opposto alle forze inglesi in Egitto nel 1942. Per l’efficace prova d’attore non protagonista, è tra i candidati al David di Donatello.

Il 2003 lo vede partecipare alla commedia corale, esordio registico di Maria Sole Tognazzi,  Passato prossimo, con Paola Cortellesi, Claudio Santamaria, Valentina Cervi. Al centro del film un gruppo di amici che si ritrovano nella casa di campagna di una di loro (Paola Cortellesi) per passare il fine settimana, ricordando il loro passato insieme e immaginando il loro futuro. Nel 2004 arriva un’altra collaborazione importante, che porterà a Pierfrancesco Favino ancora una candidatura al Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista, quella con Gianni Amelio per Le chiavi di casa, accanto a Kim Rossi Stuart. Per ora, però, non arrivano premi pesanti, come non sono ancora arrivati ruoli da protagonista. Pierfrancesco Favino è infatti considerato un buon caratterista, in grado di ricoprire brillantemente ruoli di comprimari, ma non adatto a quelli di primo piano. Tuttavia, è innegabile che anche nei più piccoli ruoli affidatigli, l’attore romano riesca sempre a fornire una caratterizzazione precisa, vivida e realistica, che lascia il segno e resta nella memoria.

Il primo a scommettere di più sulle sue doti è Michele Placido, che lo vuole per il suo Romanzo criminale (2005), tratto dall’omonima opera narrativa di Giancarlo De Cataldo, e liberamente ispirato alle vicende della Banda della Magliana. E la scommessa è senz’altro vinta. Il film è strutturato in tre episodi, che rispecchiano le fasi e i passaggi di potere all’interno del gruppo criminale. Favino è protagonista del primo episodio, nei panni del Libanese: colui a cui si deve l’idea del “salto di qualità” della banda, dalla piccola criminalità al crimine organizzato, che controlla droga e prostituzione a Roma, stringe alleanze con la mafia siciliana e con le alte sfere di un potere politico più o meno corrotto.

Il Libanese pensa in grande, si ispira agli imperatori romani e vuole ottenere con la forza un riscatto sociale che non è riuscito a guadagnare con altri mezzi. E come Giulio Cesare, finirà pugnalato per vendetta da uno degli scagnozzi che si tiene intorno, in una delle sequenze più intense del film. Pierfrancesco Favino mette al servizio del personaggio la sua fisicità imponente, qui quasi da orso (assieme all’andatura claudicante messa a punto per il personaggio), e un’espressività truce, adattissima all’occasione. Ciò non significa però che nel corso della pellicola non mostri un ampio repertorio espressivo, che spazia appunto dallo sguardo più torvo, alle lacrime, in un’interpretazione di altissimo livello. Accanto a lui, degni protagonisti degli altri due episodi della pellicola, Kim Rossi Stuart/Il Freddo, che ritrova dopo Le chiavi di casa, e Claudio Santamaria/Il Dandi, con cui aveva condiviso il set di Passato prossimo. Il film fa il pieno di riconoscimenti, collezionando sette Nastri d’Argento e dieci David di DonatelloPierfrancesco Favino li porta a casa entrambi, il primo come Miglior Attore protagonista e il secondo come Miglior Attore non protagonista. La pellicola ottiene uno straordinario successo di pubblico e la popolarità dell’attore romano cresce vistosamente, assieme al credito accordatogli dalla critica e dagli ambienti cinematografici. Il riscontro è tale che dal film viene tratta una fortunata serie televisiva (giocata però più sulla rappresentazione di tipi umani dai modi stereotipati, che banalizzano certi tratti tipici della romanità. Nulla a che vedere con la complessità e la sapidità dei personaggi del film).

Altri affermati registi italiani vogliono Pierfrancesco Favino nei loro cast. Nel 2006 lo sceglie Giuseppe Tornatore per interpretare il ruolo di Donato Adacher ne La sconosciuta, protagonista Ksenia Rappoport. Lo stesso fa Ferzan Ozpetek che, dopo aver scelto Gassman per Il bagno turco, Accorsi e Margherita Buy per Le fate ignoranti, Barbora Bobulova per Cuore sacro, ora punta proprio su Favino per farne il personaggio cardine di quell’affresco corale su amicizia, amore e morte, che è Saturno contro (2007). Anche in questo caso, il compito non è facile: Davide è un uomo equilibrato, sicuro di sé, risolto, con una vita tranquilla, che condivide  con il suo compagno Lorenzo/Luca Argentero e un nutrito gruppo di amici, per i quali è figura di riferimento. Ha un lavoro che lo soddisfa (scrive favole) e una bella casa. Questo universo quasi perfetto entra in crisi con la morte improvvisa di Lorenzo. Per buona parte del film, il personaggio si mostra forte, quasi spavaldo di fronte all’accaduto, nascondendo in qualche parte remota di sé il dolore causato dalla scomparsa del compagno. Poi, tutto emergerà, reclamando il suo spazio.

E solo dopo aver vissuto realmente il lutto e averne acquisito consapevolezza, lui e i suoi amici, colpiti anch’essi profondamente dalla perdita, potranno ricominciare a vivere.Pierfrancesco Favino convince anche nei panni dell’omosessuale alle prese con il lutto e commuove davvero nella sequenza clou del film quando, in preda a tentazioni suicide, scoppia in lacrime. Un filo di rigidità si percepisce solo in una delle prime scene, quella del bacio con Argentero, in cui certamente Ozpetek è bravo a sfruttare, volgendolo in positivo, l’imbarazzo dei due protagonisti.

Nello stesso anno, all’attore viene offerta la possibilità di partecipare con un cameo a una produzione made in USA: Una notte al museo di Shawn Levy, con Ben StillerPierfrancesco Favino non si lascia scappare l’opportunità, che in seguito sfrutterà ancora con successo, riscuotendo un discreto apprezzamento oltreoceano. Il 2008, infatti, è l’anno della sua partecipazione a Le cronache di Narnia: il principe Caspian di Andrew Adamson. Ma è anche quello di Spike Lee, che lo vuole nel cast di Miracolo a Sant’Anna. Tuttavia, non dimentica l’Italia e ritrova Maria Sole Tognazzi, che lo dirige in L’uomo che ama, di nuovo accanto a Ksenia Rappoport. Nel 2009 torna a solcare l’oceano e partecipa, in un piccolo ruolo, ad Angeli e demoni di Ron Howard, tratto dal best seller di Dan Brown,  protagonista Tom Hanks.

Nel 2010 torna in Italia per collaborare con un altro regista nostrano di grande sensibilità: Silvio Soldini. Pierfrancesco Favino interpreta Domenico in Cosa voglio di più, storia della travolgente passione e dell’amore clandestino tra lui, uomo sposato e con due figli, e Anna/Alba Rhorwacher, anche lei sposata, con Alessio/Giuseppe Battiston. Il loro incontro metterà tutto in discussione. Nelle difficoltà quotidiane di Domenico e Anna, anche un affresco sociale dell’Italia di oggi. Nello stesso anno, l’attore romano ritrova Lucio Pellegrini, con cui aveva collaborato nel 2005 per il documentario La vita è breve, ma la giornata è lunghissima, stavolta per la commedia Figli delle stelle. Pellegrini mette insieme un cast di tutto rispetto, che raccoglie, oltre a Pierfrancesco Favino, Giuseppe Battiston, Claudia Pandolfi, Paolo Sassanelli, Giorgio Tirabassi, Fabio Volo per raccontare la vicenda tragicomica di un gruppo di precari che per dar una svolta alle loro sorti, decidono di rapire un membro delle istituzioni, ritenute responsabili della loro condizione esistenziale: un ministro.

Sennonché, essendo alquanto maldestri, rapiscono per errore un onesto sottosegretario. Seguono grottesche ed esilaranti avventure che innescano una riflessione, seppur velata dal sorriso, sia sulla stagione del terrorismo in Italia, che sulla difficoltà delle attuali generazioni di trovare modelli di intervento e di lotta sociale diversi da quelli passati. Caustica ironia anche su alcuni vizi tipici italiani (su tutti, l’ipocrisia). Nel gruppo dei precari sfruttati, Pierfrancesco Favino è Pepe, che aspetta da anni un posto d’insegnante di educazione fisica, e intanto lavora, indignato, in un fast food. Pepe è un omone grande, grosso e capellone, ma dal cuore tenero, appassionato di indiani d’America ma con uno spassosissimo accento pseudo-ternano, che a trentotto anni vive ancora coi genitori. Completa l’affresco l’abbigliamento vintage anni ’80. Il rischio di sfociare nella macchietta comica è alto, ma l’attore romano lo schiva abilmente, regalando ancora una volta una caratterizzazione ricca di sfumature e perfettamente credibile.

altLo stesso anno, Favino partecipa al sequel di L’ultimo bacio, Baciami ancora, accanto a Stefano Accorsi e Vittoria Puccini, sempre per la regia di Gabriele Muccino. Mentre il 2011 lo vede protagonista di un’altra pellicola diretta da Lucio Pellegrini: La vita facile, dove ritrova proprio Accorsi e Puccini per una commedia sui (tanti) vizi e le (poche) virtù italiane, rese ancora più evidenti dalla cornice africana in cui la vicenda è ambientata. Inoltre, lo vedremo nella prossima fatica di Carlo Verdone Posti in piedi in Paradiso.

Un capitolo a parte, come detto all’inizio, è quello delle fiction televisive. In particolare, ricordiamo le sue interpretazioni del ciclista Gino Bartali in Gino Bartali – L’intramontabile (2006), diretto da Alberto Negrin, col quale aveva esordito in tv nel 1991. All’interpretazione di Bartali, Pierfrancesco Favino si applica, al solito, con abnegazione e meticolosità, si cimenta con l’accento toscano (come farà due anni dopo, quando interpreterà il partigiano “Farfalla” per Spike Lee). Segue una rigorosa preparazione fisico-atletica e percorre svariati chilometri su due ruote perché, dice, vuole rendersi conto di quali pensieri attraversino la mente di un ciclista mentre corre. (E la risposta è: nessun pensiero, se non la preoccupazione di riuscire ad arrivare alla fine, macinando una pedalata dopo l’altra e cercando di non farsi travolgere dalla fatica). Nel 2007 vince il premio come Miglior Attore protagonista al Roma FictionFest per la fiction tv Liberi di giocare, per la regia di Francesco Miccichè, dove recita accanto a Isabella Ferrari. Nel 2009 ottiene lo stesso riconoscimento per la sua interpretazione di Giuseppe Di Vittorio in Pane e libertà, ancora sotto la regia di Alberto Negrin. Qui veste i panni del sindacalista pugliese – ancora una volta lavora egregiamente sull’aspetto linguistico, dimostrando anche in questo grande versatilità- che promosse la coscienza di classe tra i contadini meridionali, per poi arrivare ai vertici del sindacato. Guadagna per lo stesso ruolo il Premio Internazionale Flaiano come Miglior interprete.

Solo una volta finora si è cimentato nella regia, in occasione di un video promozionale di raccolta fondi per l’Associazione Parent Project, costituita da genitori di bambini affetti dalla distrofia muscolare Duchenne, che finanzia progetti di ricerca (2008). L’attore è anche impegnato con Oxfam Italia, che opera in Africa con vari progetti.

Pierfrancesco Favino: 10 cose che forse non sai sull’attore

Pierfrancesco Favino: 10 cose che forse non sai sull’attore

Pierfrancesco Favino è uno di quegli attori che sta contribuendo a cambiare la storia del cinema italiano recente grazie alle sue incredibili interpretazioni. L’attore, che ha avuto diverse occasione di poter lavorare in grandi produzioni americane, ha sempre preferito rimanere in terra italiana, regalando interpretazioni memorabili ed entrando nel cuore del pubblico per il suo talento e la sua innata simpatia.

Ecco dieci cose da sapere su Pierfrancesco Favino.

I film di Pierfrancesco Favino

I film da giovane di Pierfrancesco Favino

1. Ha recitato in celebri film. La carriera cinematografica dell’attore è iniziata nel 1995, quando debutta sul grande schermo con Pugili, per poi proseguire con Il principe di Homburg (1997), In barca a vela contromano (1997), Bonanno – La storia di un padrino (1999), L’ultimo bacio (2001) e La verità vi prego sull’amore (2001). In seguito, lavora in Da zero a dieci (2001), El Alamein – La linea del fuoco (2002), Al cuore si comanda (2003), Le chiavi di casa (2004), Romanzo criminale (2005), Una notte al museo (2006), Saturno contro (2007), Le cronache di Narnia – Il principe Caspian (2008), Miracolo a Sant’Anna (2008), Angeli e demoni (2009) e Baciami ancora (2010). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono La vita facile (2011), ACAB – All Cops Are Bastards (2012), Romanzo di una strage (2012), World War Z (2013), Rush (2013), Senza nessuna pietà (2014), Suburra (2015), Moglie e marito (2017), A casa tutti bene (2018), Moschettieri del re – La penultima missione (2018), Il traditore (2019), Hammamet (2020), Gli anni più belli (2020), Padrenostro (2020), Promises (2021), Corro da te (2022) e Il colibrì (2022).

I suoi film oggi

Nel 2023 l’attore ha recitato in ben tre film, ovvero L’ultima notte di Amore, Comandante e Adagio, in quest’ultimo recitando accanto a Toni Servillo e Adriano Giannini. Nel 2024 ha poi preso parte a Le Comte de Monte-Cristo, nel ruolo dell’Abate Faria, in Maria, recitando accanto ad Angelina Jolie e Alba Rohrwacher, e ha preso parte al documentario Volontè – L’uomo dai mille volti.

Il suo ultimo film del 2024

L’ultimo film nel quale lo si potrà vedere per il 2024 è invece Napoli – New York, dove recita nel ruolo di Domenico Garofalo, che aiuterà i due giovani protagonisti a sbarcare a New York e intraprendere una nuova vita. Per il ruolo, l’attore si è trovato a dover recitare sia in dialetto napoletano che in inglese, cimentandosi dunque nuovamente con una doppia lingua.

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Pierfrancesco Favino e Antonio Guerra in Napoli - New York
Pierfrancesco Favino e Antonio Guerra in Napoli – New York. Cortesia di 01 Distribution

2. Ha lavorato molto anche per il piccolo schermo. L’attore ha prestato la sua attività recitativa anche per il piccolo schermo, partecipando a numerosi progetti. Infatti, ha iniziato la sua carriera recitativa con Una questione privata, film per la tv del 1992, per poi proseguire con Correre contro (1996), Bonanno (1999), Padre Pio (2000) e Gli insoliti ignoti (2002). Inoltre, ha partecipato in molte serie e miniserie come Amico mio (1993-1998), Ferrari (2003), Gino Bartali – L’intramontabile (2005), Liberi di giocare (2007), Pane e libertà (2009), Il generale Della Rovere (2011), Qualunque cosa succeda (2014) e Marco Polo (2014-2016). Nello 2023 ha recitato nel ruolo di sé stesso nella serie Call My Agent – Italia.

3. È anche doppiatore e produttore. Nel corso della sua carriera, l’attore ha indossato panni diversi da quelli abituali. Infatti, ha indossato molte volte quelli da doppiatore, prestando la propria voce per il doppiaggio italiano di Daniel Day-Lewis in Nine e Lincoln, Vincent Cassell in Il racconto dei racconti e Michael Shannon in Revolutionary Road. Inoltre, ha praticato anche l’attività di produttore, lavorando alla realizzazione del film Senza nessuna pietà e Padrenostro.

 

Pierfrancesco Favino in Il traditore

4. Ha persuaso Bellocchio a dargli la parte. Per interpretare Tommaso Buscetta in Il traditore, l’attore ha dovuto convincere Marco Bellocchio, regista del film, poiché egli non era convinto del suo provino al cento per cento. Dopo che ebbe modo di sostenere un’ulteriore prova, Favino convinse tutti di essere l’interprete giusto per la parte. I numerosi premi poi vinti testimoniano la sua estrema bravura per questa interpretazione.

Adagio storia vera
Pierfrancesco Favino e Toni Servillo in Adagio. Cortesia di 01 Distribution

Pierfrancesco Favino in Adagio

5. Si è trasformato fisicamente. Per assumere il ruolo dell’ex criminale di Romeo “Cammello” Baretta in Adagio, Favino si è sottoposto ad un trucco intensivo che lo ha profondamente trasformato, quasi rendendolo irriconoscibile. Ha poi messo su una certa massa muscolare, di fatto dando vita ad un’interpretazione molto intensa e fisica, che ha dunque ribadito il suo volersi mettere alla prova con ruoli sempre inediti.

Pierfrancesco Favino è Bettino Craxi

6. Ha interpretato Bettino Craxi. Per il film Hammamet, dove l’attore interpreta il controverso politico Bettino Craxi, Favino è stato protagonista di una trasformazione impressionante. Egli si è infatti reso irriconoscibile non solo per via del massiccio trucco prostetico, che lo ha portato ad assomigliare moltissimo al vero Craxi, ma anche per via del modo di parlare e di muoversi. Favino, infatti, ha studiato a lungo la figura del politico, cercando di fare sue le principali caratteristiche di Craxi.

Pierfrancesco Favino ha recitato in Una notte al museo

7. Ha recitato nella celebre commedia statunitense. Nel corso della sua ventennale carriera, Favino ha avuto modo in diverse occasioni di recitare anche in film di produzione statunitense. Una delle sue esperienze più celebri a riguardo è quella nella popolare commedia Una notte al museo, dove l’attore ha avuto modo di impersonare Cristoforo Colombo sotto forma di statuetta di bronzo.

Film sulla Mafia
Pierfrancesco Favino ne Il traditore

Pierfrancesco Favino nella saga di Le Cronache di Narnia

8. Ha fatto anche da interprete sul set. Pierfrancesco Favino è poi tornato a lavorare in una produzione internazionale con Le Cronache di Narnia – Il principe Caspian, dove interpreta il Generale Glozelle, recitando anche accanto al connazionale Sergio Castellitto. In quanto poliglotta, Favino ha anche spesso fatto da traduttore per il regista Andrew Adamson.

Pierfrancesco Favino, la moglie e le figlie

9. Non si è mai sposato. L’attore non ha ancora praticato il passo che conduce verso l’altare. Tuttavia, è fidanzato da moltissimi anni con la collega Anna Ferzetti. I due si conoscono infatti dal 2003 e sono insieme da allora, affermandosi come una delle coppie più longeve e solide del mondo dello spettacolo italiano. Dall’unione con la sua compagna di lunga data, l’attore è diventato padre di due bambine: Greta (nata nel 2006) e Lea (nata nel 2012). Favino si è sempre dimostrato molto attento ad evitare che le due bambine venissero sovraesposte mediaticamente per via del suo mestiere, cercando dunque di crescerle nel più normale dei modi.

L’età e l’altezza di Pierfrancesco Favino

10. Pierfrancesco Favino è nato il 24 agosto del 1969 a Roma.  La sua altezza complessiva corrisponde a 180 centimetri.

Fonte: IMDb

Pierfrancesco Favino presenta in concorso Padrenostro a Venezia 77

Sarà presentato in concorso alla 77esima edizione della Mostra del cinema di Venezia, Padrenostro il nuovo film con protagonista Pierfrancesco Favino, diretto da Claudio Noce. Nel cast anche Barbara Ronchi, Mattia Garaci, Francesco Gheghi, Anna Maria De Luca, Mario Pupella, Lea Favino, Eleonora De Luca, Antonio Gerardi, Francesco Colella, Paki Meduri, Giordano De Plano.

La sua figura forte, magnetica, eroica, assurge ad archetipo di un’intera generazione di uomini per i quali le emozioni erano percepite solo come debolezza e obbligate a essere camuffate da silenzi. Nel dicembre del 1976, quando mio Padre subì l’attentato, io avevo un anno e mezzo: abbastanza per comprendere la paura, troppo pochi per capire che quell’affanno avrebbe abitato dentro di me per molto tempo. Non sono mai riuscito a dirglielo. Scrivere questa lettera a mio Padre tracciando i contorni di una generazione di bambini “invisibili” avvolti dal fumo delle sigarette degli adulti non è stato facile; provare a farlo mutando le parole da private in universali è stata una grande sfida come cineasta e come uomo.

Padrenostro: la trama

Roma, 1976. Valerio ha dieci anni e una fervida immaginazione. La sua vita di bambino viene sconvolta quando, insieme alla madre Gina, assiste all’attentato ai danni di suo padre Alfonso da parte di un commando di terroristi. Da quel momento, la paura e il senso di vulnerabilità segnano drammaticamente i sentimenti di tutta la famiglia. Ma è proprio in quei giorni difficili che Valerio conosce Christian, un ragazzino poco più grande di lui. Solitario, ribelle e sfrontato, sembra arrivato dal nulla. Quell’incontro, in un’estate carica di scoperte, cambierà per sempre le loro vite.

Pierfrancesco Favino in Rush di Ron Howard!

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Dopo la vittoria del meritatissimo David di Donatello come miglior attore non protagonista per “Romanzo di una strage”, di Marco Tullio Giordana,  la carriera di Pierfrancesco Favino sembra non fermarsi più. In di questi giorno la notizia del suo ingaggio per il prossimo film di Ron Howard (“A Beautiful Mind”, “Il Codice Da Vinci”), intitolato “Rush”, incentrato come sappiamo da tempo, sul mondo della Formula 1.

Pierfrancesco Favino e Mario Martone ospiti al Bardolino Film Festival con Nostalgia

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Saranno Pierfrancesco Favino e Mario Martone, reduci dal trionfo all’ultimo festival di Cannes con Nostalgia, i protagonisti assoluti del weekend al Bardolino Film Festival.

Nella serata a bordo lago di sabato 18 giugno, infatti, Pierfrancesco Favino incontrerà il pubblico del festival proprio in occasione della presentazione di Nostalgia, ultimo lavoro di Mario Martone (in sala per Medusa) tratto dall’omonimo romanzo di Ermanno Rea. Favino interpreta Felice, un uomo ritornato a Napoli per la madre dopo quarant’anni di assenza, che si troverà a riscoprire i luoghi ma anche i fantasmi del proprio passato. La proiezione del film sarà preceduta da un incontro con l’attore, che riceverà il Premio Bardolino del BFF assegnato per meriti artistici ad un personaggio del mondo del cinema.

Nella serata conclusiva, domenica 19 giugno, torna il grande cinema di Mario Martone con Qui rido io, che riceverà il prestigioso Premio Ciak d’Oro assegnato ad uno dei film più apprezzati dell’ultima stagione.

Il film, incentrato sulla figura del celebre attore e commediografo Eduardo Scarpetta acclamato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, sarà proiettato nel corso della serata nella suggestiva cornice del lungo lago di Bardolino in collaborazione con Ciak, media partner della manifestazione. A ritirare il premio e presentare il film sono attesi il regista Mario Martone, l’attrice Cristiana Dell’Anna, tra i protagonisti della pellicola, e Ippolita Di Majo, sceneggiatrice del film con Martone.

L’appuntamento con la seconda edizione di Bardolino Film Festival, manifestazione organizzata e sostenuta dal Comune di Bardolino con la direzione artistica di Franco Dassisti, è dal 15 al 19 giugno 2022.

Il programma completo del festival sarà annunciato prossimamente nel corso della conferenza stampa di presentazione.

Pierfrancesco Favino è Craxi nelle prime foto dal set di Hammamet

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Si intitola Hammamet il nuovo film di Gianni Amelio con protagonista Pierfrancesco Favino nei panni di Bettino Craxi. Il film sarà un biopic dedicato alla vita e alla caduta di un uomo di Stato italiano, una figura ispirata a Craxi.

Le prime immagini che mostra ADNKronos in anteprima, mostrato Favino con il trucco di scena, un risultato davvero notevole in quanto a somiglianza, come si può notare nelle foto (qui).

La trasformazione dell’attore romano si deve a un processo di trucco e prostetica che è stato utilizzato anche su Christian Bale in Vice – l’uomo nell’ombra, per trasformare l’attore premio Oscar in Dick Cheney.

Le due foto in cui vediamo Pierfrancesco Favino rimandano a un momento fondamentale della vita di Craxi, il momento prima di salire sul palco per l’apertura del Congresso del Psi, svoltosi a Milano negli ex locali dell’Ansaldo nel 1989.

Il film, tuttavia, non sarà una biografia ufficiale, ma una ricostruzione con personaggi ispirati alla realtà e altri di fantasia, in cui si riconosce la figura di Craxi e in cui il racconto privato serve a illuminare quello pubblico. Sembra si tratti dello stesso approccio che Paolo Sorrentino ha utilizzato nei suoi ritratti cinematografici di Giulio Andreotti (Il Divo) e Silvio Berlusconi (Loro).

Nel cast di Gianni Amelio, oltre a a Pierfrancesco Favino, ci sono anche Renato Carpentieri, Claudia Gerini, Livia Rossi, Luca Filippi.

Il titolo del film prende il nome della città tunisina in cui Craxi si rifugiò e dove morì mentre erano ancora in corso i procedimenti giudiziari nei suoi confronti.

Pierce Brosnan: 10 cose che non sai sull’attore

Pierce Brosnan: 10 cose che non sai sull’attore

Celebre per avere donato ulteriore fascino all’agente segreto più celebre della storia del cinema, Pierce Brosnan si è negli anni distinto per le sue interpretazioni in film di grande successo popolare. Versatile e carismatico, l’attore continua ancora oggi a regalare al suo pubblico ruoli affascinanti e spesso controversi.

Ecco 10 cose che non sai di Pierce Brosnan.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Pierce Brosnan moglie

Pierce Brosnan: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore debutta sul grande schermo con il film Quel lungo venerdì santo (1979), per poi distingueri anche grazie a Quarto protocollo (1987), Il tagliaerbe (1992) e Mrs. Doubtfire (1993), con Robin Williams. In seguito, partecipa a film come Mars Attacks! (1996), Il sarto di Panama (2001), Caccia spietata (2006), Mamma mia! (2008), con Meryl Streep, L’uomo nell’ombra (2010), Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il ladro di fulmini (2010), Ma come fa a far tutto? (2011), The November Man (2014), Survivor (2015), The Foreigner (2017), The Only Living Boy in New York (2017) e Mammia Mia! Ci risiamo (2018), con Amanda Seyfried.

9. Ha interpretato il celebre 007. Nel 1995 l’attore ha debuttato nel ruolo del celebre James Bond con il film GoldenEye. Particolarmente apprezzato da critica e pubblico, l’attore viene così confermato per i successivi titoli Il domani non muore mai (1997) e Il mondo non basta (1999). Nel 2002 recita per l’ultima volta, con gran dispiacere dei fan, nei panni del celebre agente segreto per il film La morte può attendere, che in termini di incasso mondiale batte tutti i precedenti film realizzati su 007.

8. Ha preso parte a produzioni televisive. Ad aver contribuito alla popolarità dell’attore è stata la serie Mai dire sì, dove Brosnan ricopre il ruolo di Remington Steele. In seguito è apparso anche in miniserie come Il re di Hong Kong (1998), Il giro del mondo in 80 giorni (1989), e Mucchio d’ossa (2011). Dal 2017 al 2019 ha poi ricoperto il ruolo di Eli McCullough nella serie The Son, comparendo in circa 20 episodi.

Pierce Brosnan: sua moglie e i suoi figli

7. Ha sposato un’attrice. Nel 1980 Brosnan ha sposato l’attrice australiana Cassandra Harris, dalla quale ebbe nel 1983 il figlio Sean. Brosnan decise però di adottare anche i due precedenti figli della donna, Charlotte e Christopher. Sfortunatamente, il loro matrimonio finì nel momento in cui la Harris scomparve in seguito ad una malattia, nel 1991.

6. La sua nuova moglie è una giornalista. Nel 1994 l’attore intraprende una relazione con la giornalista Keely Shaye Smith. Nel 1997 nasce il loro primo figlio, Dylan, mentre nel 2001 arriva la figlia Paris. In quello stesso anno i due decidono di sposarsi, e tutt’oggi sono un’affermata coppia del mondo dello spettacolo.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Pierce Brosnan 007

Pierce Brosnan è 007

5. Avrebbe dovuto ricoprire il ruolo già anni prima. Quando nel 1986 Roger Moore rinunciò al ruolo dell’agente James Bond, dopo ben sette film, i produttori pensarono subito a Brosnan come suo sostituto. Questi tuttavia, per via del suo impegno con la serie Mai dire sì dovette rinunciare alla parte, che fu dunque assegnata ad un altro attore. Nel 1994, tuttavia, ormai libero da altri impegni, Brosnan venne ricontattato e scelto per il ruolo.

4. È stato l’unico 007 degli anni Novanta. Sin dal debutto del personaggio sul grande schermo, i suoi interpreti si sono spesso divisi il ruolo attraverso i decenni. Brosnan è invece stato il primo attore ad aver avuto l’esclusiva sull’agente segreto per tutti gli anni Novanta. In tale decennio, non vi sono infatti stati altri volti per il personaggio se non quello di Brosnan.

3. La morte può attendere è il film che ha apprezzato di meno. Tra i quattro film dedicati a James Bond girati dall’attore, l’ultimo di questi, La morte può attendere è anche quello da lui meno apprezzato. Brosnan si lamentò infatti di alcuni effetti speciali non all’altezza delle intenzioni, come anche di alcuni risvolti di trama a suo dire non coerenti con il personaggio.

Pierce Brosnan: il suo 2020

2. Ha diversi progetti in arrivo. Nel giugno del 2020 l’attore tornerà a recitare per il film Netflix Eurovision Song Contest: la storia dei Fire Saga, commedia musicale con protagonisti Will Ferrell e Rachel McAdams. Nello stesso anno reciterà nel fantasy The King’s Daughter, dove ricoprirà il ruolo di Re Luigi XIV, accanto all’attrice Kaya Scodelario.

Pierce Brosnan: età e altezza

1. Pierce Brosnan è nato a Drogheda, in Irlanda, il 16 maggio 1953. L’attore è alto complessivamente 186 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Pierce Brosnan sul nuovo James Bond: “Penso a Idris Elba o Tom Hardy”

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Creato dalla mente dello scrittore Ian Fleming nel 1953, il personaggio di James Bond, apparso per la prima volta come protagonista di un libro, è diventato uno dei più iconici della storia del cinema, interpretato da ben sette attori differenti nel corso degli anni.

Tra questi, c’è stato anche Pierce Brosnan, erede di Timothy Dalton, che ha interpretato 007 dal 1995 al 2002, precisamente in GoldenEye, Il domani non muore mai, Il mondo non basta e La morte può attendere. Sebbene l’attore abbia avuto successo anche grazie ad altri generi cinematografici e ad altri ruoli, il fandom di 007 brama ancora la sua opinione in merito a tutto ciò che riguarda Bond, soprattutto in merito a chi sarebbe, dal suo punto di vista, il candidato ideale per sostituire l’attuale Bond in carica, ossia Daniel Craig.

Durante la promozione del suo nuovo film False Positive, Brosnan ha discusso la questione con People, rivelando che sono ben due i nomi che gli vengono in mente quando si tratta di riflettere sulla prossima incarnazione dell’agente: “Mi viene in mente Idris Elba. Ha una presenza scenica davvero potente e una tensione vocale senza precedenti. Sarebbe magnifico. E poi ci sarebbe anche Tom Hardy, che può fare davvero grandi cose. Entrambi possono farle, in realtà. Daniel ha lasciato un’impronta davvero indelebile, e quindi ora c’è la possibilità di andare avanti percorrendo nuove strade.”

Ricordiamo che Daniel Craig vestirà per l’ultima volta i panni di James Bond in No Time to Die, che sarà diretto e co-scritto da Cary Fukunaga e interpretato, tra gli altri, anche da Rami Malek, Léa Seydoux, Christoph Waltz, Lashana Lynch e Ana de Armas. Il film, posticipato innumerevoli volte a causa della pandemia di Coronavirus, arriverà nelle sale italiane il prossimo 30 settembre.

Pierce Brosnan su un possibile ritorno come James Bond: “Come potrei non essere interessato?”

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James Bond fa ormai parte del panorama culturale da oltre 60 anni. Sean Connery è stato il primo attore a vestire i panni dell’iconica spia britannica nel film Agente 007 – Licenza di uccidere del 1962, seguito poi da una manciata di altri attori, tra cui George Lazeny, Roger Moore, Timothy Dalton, Pierce Brosnan e, più recentemente, Daniel Craig. Brosnan ha interpretato 007 per un totale di 4 film, debuttando nel ruolo del personaggio in GoldenEye del 1995.

Il suo primo capitolo fu ben accolto dalla critica e fu un successo al botteghino, incassando oltre 356 milioni di dollari in tutto il mondo, un netto miglioramento rispetto ai film di Bond del decennio precedente. Tuttavia, non tutti i successivi film di Brosnan, tra cui Il domani non muore mai (1997), Il mondo non basta (1999) e La morte può attendere (2002), sono stati in grado di raggiungere le stesse vette, e l’ultimo capitolo di Brosnan ha ottenuto recensioni contrastanti.

Pierce Brosnan offre una risposta intrigante al potenziale ritorno di James Bond

Dopo la scarsa accoglienza di La morte può attendere, che è stato comunque un successo finanziario, Brosnan ha lasciato 007 nello specchietto retrovisore nel 2002, e l’attore Daniel Craig ha preso il suo posto con Casino Royale nel 2006. Craig è rimasto nel ruolo per cinque film in totale e ha dato l’addio al personaggio con No Time To Die del 2021. In seguito all’acquisizione del franchise da parte di Amazon, James Bond 26 è confermato e alcuni hanno chiesto che Brosnan riprenda il suo ruolo.

In una recente intervista a GQ, è stato chiesto a Brosnan se fosse al corrente delle richieste di tornare a vestire i panni di un Bond più anziano e se fosse effettivamente disposto a farlo. Sebbene Brosnan, 71 anni, ammetta di essere “interessato” a un ritorno nel franchise, afferma di ritenere che sarebbe meglio lasciare che sia un nuovo attore a sostituirlo.

Ne ho sentito parlare. Certo, come potrei non essere interessato? Ma ora la situazione è delicata. Penso che sia meglio lasciare che il cane che dorme resti a riposo, davvero. Lo penso anch’io. È un’idea e un concetto piuttosto romantico, ma credo che tutto cambi, tutto crolli. Penso che sia meglio lasciar fare a un altro uomo, davvero. Sangue fresco”.

Cosa significa l’interesse di Brosnan per un James Bond 26

Amazon ha acquisito il distributore di Bond, MGM, nel 2022 e il mese scorso è stato confermato che i produttori di lunga data del franchise, Barbara Broccoli e Michael G. Wilson, hanno ceduto il controllo creativo totale alla società. Sono passati 4 anni da No Time To Die e i rapporti hanno suggerito che Broccoli e Wilson non hanno fatto progressi significativi su un nuovo film, apparentemente non sapendo dove portare il personaggio. Amazon, tuttavia, una volta che l’accordo avrà superato l’approvazione delle autorità di regolamentazione nel corso dell’anno, si muoverà sicuramente in fretta per far decollare un altro film di James Bond, il che significherà ingaggiare un nuovo attore.

Considerando che probabilmente Amazon vorrà che il prossimo Bond si rivolga a un pubblico il più ampio possibile, non è chiaro se Brosnan potrebbe tornare. Il capo di Amazon Jeff Bezos, del resto, ha recentemente pubblicato un sondaggio su X chiedendo ai fan chi volessero come nuovo 007, e Henry Cavill è stata una delle scelte più popolari. Detto questo, dato che Amazon vuole sicuramente creare una sorta di universo cinematografico di Bond con spinoff e show televisivi, è certamente ipotizzabile che Brosnan possa anche apparire in un progetto unico nei panni di uno 007 più anziano.

Pierce Brosnan riceverà il premio contributo europeo al cinema

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Pierce Brosnan riceverà il premio contributo europeo al cinema

A riconoscimento di una lunga e  ricca carriera davanti alla machina da presa, e dietro in veste di produttore, Pierce Brosnan riceverà il premio onorario CONTRIBUTO EUROPEO AL CINEMA MONDIALE.

Tra i numerosissimi titoli di Pierce Brosnan ricordiamo MR. JOHNSON (1990 di Bruce Beresford, IL TAGLIAERBE (1992) di Brett Leonard, IL CASO THOMAS CROWN  diretto da John McTiernan (1999) e  IL SARTO DI PANAMA diretto da John Boorman (2001), solo per citarne alcuni. Film d’azione, romantici, commedie – Pierce Brosnan non ha tralasciato nessun genere interpretando l’agente del KGB  Valeri Petrofsky in QUARTO PROTOCOLLO diretto da John Mackenzie (1987), il killer nevrotico Julian Noble in THE MATADOR diretto da Richard Shepard (2005), Gideon in CACCIA SPIETATA per il regista David Von Ancken (2006), Richard in AMORI DIVORZI E RAPINE diretto da  Joel Hopkins (2013) o ancora l’ex primo ministro britannico Adam Lang in L’UOMO NELL’OMBRA diretto da Roman Polanski (2010).

Pierce Brosnan riceverà il premio contributo europeo al cinema

Ogni volta ci ha turbati, emozionati, ispirati  – cantando canzoni degli a Abba nei panni di uno dei padri in MAMMA MIA! diretto da Phyllida Lloyd (2008) di Philip l’arrabbiato uomo d’affari vedovo in LOVE IS ALL YOU NEED diretto da Susanne Bier (2012, del duro ex agente Peter Deveraux nell’action thriller THE NOVEMBER MAN diretto da Roger Donaldson (2014). 

Dal 1995 al 2002  ha impersonato l’agente segreto più famoso del mondo, James Bond, in GOLDEN EYE, IL DOMANI NON MORE MAI (per cui ha ricevuto una nomination agli  EFA), IL MONDO NON BASTA, e LA MORTE PUO’ ATTENDERE..

Oltre al suo lavoro davanti alla macchina da presa, Pierce Brosnan ha da lungo tempo una passione per l’arte di realizzare film. Ha fondato una sua casa di produzione  e fino ad oggi ha prodotto 11 film tra cui THE NEPHEW (1998), IL CASO THOMAS CROWN (1999), THE MATCH (1999), EVELYN (2002), LAWS OF ATTRACTION – MATRIMONIO IN APPELLO (2004), THE MATADOR (2005), SHATTERED – GIOCO MORTALE (2007), THE GREATEST (2010), THE NOVEMBER MAN (2014) e  I.T. (2016). 

Ha appena terminate la lavorazione di THE FOREIGNER, un film di Martin Campbell, co-interpretato con Jackie Chan. Attualmente è impregnate nelle riprese di  THE ONLY LIVING BOY IN NEW YORK accanto Jeff Bridges per il regista Marc Webb e lo vedremo in ACROSS THE RIVER AND INTO THE TREES, tratto dal’omonimo  romanzo di Ernest Hemingway, per la regia di Martin Campbell. 

E’ un grande piacere per l’European Film Academy conferire il premio d CONTRIBUTO EUROPEO AL CINEMA MONDIALE a Pierce Brosnan per la sua straordinaria dedizione al cinema.

Pierce Brosnan sarà uno deli ospiti d’onore della 29ma Cerimonia di Premiazione degli European Film Awards, il 10 Dicembre a  Breslavia, Capitale Europea della  Cultura 2016.

Pierce Brosnan protagonista in Out Last Man

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Pierce Brosnan protagonista in Out Last Man

Dopo essersi cimentato nella regia di alcuni film davvero strampalati come The Big Tease e Saving Grace, il comico Craing Ferguson è tornato dietro la macchina da scrivere per una nuova sceneggiatura dal titolo Out Last Man, tratta dal romanzo thriller I Dodici di Stuart Neville. Assieme all’assistenza di Ted Mulkerin, il nuovo soggetto di Ferguson racconta le vicende di un ex sicario dell’IRA uscito di prigione dopo 20 e ossessionato dalla vendetta contro gli autori della sua incarcerazione. Alla regia dovrebbe esserci Terry Loan, mentre come protagonista si è optato immediatamente per il fascino e il carisma di Pierce Brosnan. In questi giorni le trattative per la vendita del soggetto si stanno concludendo a Berlino, mentre Ferguson continua con il suo talk show dal titolo The Late Late, edito dalla CBS, in cui si intervista da solo.

Fonte: empire

Pierce Brosnan protagonista di I.T. di Stefano Sollima

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Pierce BrosnanSarà Pierce Brosnan il protagonista di I.T., il thriller che sarà diretto dal regista italiano Stefano Sollima, che si è imposto al pubblico con il suo film ACAB. L’ex 007 sarà un editore di successo che si ritrova a contrapporsi ad un giovane scontento IT, consulente ed esperto di tecnologia. Sollima oltre ad aver diretto ACAB: All Cops Are Bastards, sarà presto in televisione dove ha diretto per Sky la miniserie Gomorra. I.T. sarò prodotto da David T. Friendly, Craig Flores , Nicolas Chartier e Beau St. Clair. Proprio quest’ultimo è partner dell’attore con cui dirigono una casa di produzione. Dan Kay ha scritto la sceneggiatura basata su un’idea di Friendly Films banner . Le riprese del film dovrebbero iniziare nel 2014. Per quanto riguarda l’interprete del giovane I.T. al momento non si sa nulla.

Pierce Brosnan poteva essere Batman per Tim Burton

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Pierce Brosnan poteva essere Batman per Tim Burton

Ospite al The Tonight Show con Jimmy Fallon per promuovere Black Adam, Pierce Brosnan ha parlato della sua prima volta in un film di supereroi, ma ha anche detto che poteva essere Batman per Tim Burton, durante il processo di casting per il film che poi ha visto vincere Michael Keaton. Ma in merito alla possibilità di interpretare il Crociato di Gotham, Brosnan ha dichiarato:

“Ricordo di aver detto qualcosa di stupido a Tim Burton, ho detto che non riuscivo a capire perché un uomo dovesse indossare le mutande sopra ai pantaloni… Ma ecco qua il miglior attore possibile ha ottenuto il lavoro e poi è finita che il dottor Fate e io ci siamo incontrati nel momento giusto”.

Black Adam, ecco la Sneak Peek del #SDCC22

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

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