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Gli uomini con i capelli lunghi che tutte le donne amano

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Gli uomini con i capelli lunghi che tutte le donne amano

E’ un look che non sta bene a tutti gli uomini e in questi anni decisamente non è di moda, ma ci sono alcuni uomini che, con i capelli lunghi, riescono ugualmente a mettere d’accordo tutti i guati femminili. Sono per lo più attori affascinanti che sono amati in qualunque situazione e ad ogni lunghezza di capelli, ma molte volte si tratta anche di personaggi che, incondizionatamente, esprimono quelle qualità e muovono quei misteriosi fili che guidano il desiderio delle donne.

Gli ultimi saranno ultimi: vai all’anteprima gratuita con Cinefilos.it

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Cinefilos.it mette in palio nuovi biglietti per la proiezione di Gli ultimi saranno ultimi, il film di Massimiliano Bruno con Paola Cortellesi, Alessandro Gassman, Fabrizio Bentivoglio, Ilaria Spada, Stefano Fresi.

Il film, tratto dall’omonimo spettacolo teatrale andato in scena nei teatri di tutta Italia dal 2005 al 2007, è distribuito da 01 Distribution ed uscirà nelle sale cinematografiche il prossimo 12 Novembre.

Le anteprime avranno luogo martedì 3 Novembre alle ore 20.30 nei seguenti cinema:

THE SPACE Beinasco 4 Beinasco (TO)
THE SPACE Cerro Maggiore 10 Cerro Maggiore (MI)
THE SPACE Parco de Medici 4 Roma
THE SPACE Rozzano 10 Rozzano (MI)
UCI Moncalieri 2 Torino
UCI Bicocca 8 Milano
UCI Pioltello 10 Milano/Pioltello
UCI Lissone 8 Milano
UCI PARCO LEONARDO 9 FIUMICINO (RM)
UCI MILANOFIORI 6 ASSAGO(MI)
Cinema Barberini 2 Roma
Multisala Reposi 1 Torino
Apollo Spazio Cinema 200 Milano

Per avere la possibilità di partecipare scrivi a [email protected] indicando Nome Cognome, città e cinema. L’invito è valido per 2 persone.

Saranno ammessi alla proiezione tutti coloro che riceveranno una risposta dalla redazione con la conferma dei due biglietti, in caso di mancata risposta vorrà dire che i posti a nostra disposizione sono terminati.

NB: Tutte le e-mail che non conterranno i dati richiesti saranno automaticamente scartate. Tutte le e-mail in cui si richiedono biglietti per cinema NON disponibili saranno ignorate.

GUARDA IL TRAILER

Gli ultimi saranno ultimi: tutto quello che c’è da sapere sul film con Paola Cortellesi

Paola Cortellesi è indiscutibilmente una delle personalità più forti del panorama cinematografico italiano, capace con i propri film di parlare a tutti, proponendo racconti leggeri ma portatori di tematiche forti e sempre attuali. È ciò che avviene ad esempio con C’è ancora domani, il suo esordio alla regia rivelatosi un successo straordinario proprio per il suo saper coniugare intrattenimento e impegno sociale. Ma prima di questo suo nuovo lungometraggio, Cortellesi è stata protagonista di altri film dove si riflette in particolare sul ruolo della donna nel contesto dell’Italia di oggi. Titoli come Scusate se esisto!, Nessuno mi può giudicare o Gli ultimi saranno ultimi (qui la recensione) sono proprio un esempio di ciò.

Quest’ultimo titolo in particolare, uscito nel 2015 per la regia di Massimiliano Bruno e basato sull’omonima pièce teatrale scritta dallo stesso Bruno e interpretata dalla stessa Cortellesi, riflette in particolare sulla problematiche delle donne che, una volta scopertesi incinta, faticano a mantenere il proprio lavoro, venendo allontanate da esso senza alcuna garanzia. Un tema dunque attuale e tristemente diffuso, su cui Bruno e Cortellesi riflettono con il loro inconfondibile umorismo, senza rinunciare però al mostrare quanto effettivamente drammatica questa situazione possa rivelarsi, spingendo facilmente chi la vive oltre i limiti.

Con il suo nuovo film ancora in sala, Gli ultimi saranno ultimi è allora un titolo a suo modo simile da riscoprire, specialmente in quanto ad otto anni di distanza dalla sua uscita racconta – purtroppo – scenari ancora diffusi e su cui è sempre bene sensibilizzare. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Gli ultimi saranno ultimi

Il film racconta la storia di Luciana Colacci, una donna semplice che ha come unico sogno quello di poter avere una vita dignitosa insieme a suo marito Stefano. I due, inoltre, stanno per essere benedetti dall’arrivo di un figlio. La gravidanza, però, si rivela essere per Luciana croce e delizia, poiché una volta venuto a sapere del suo stato, il suo datore di lavore decide di non rinnovarle il contratto di lavoro presso la fabbrica tessile. Stefano, dal canto suo,è un provetto meccanico ma disoccupato, in quanto non vuole lavorare come dipendente presso altri e dunque si limita a fare piccoli scambi commerciali strampalati per arrotondare.

Spetterà allora a Luciana, ormai disoccupata, cercare in vari modi di guadagnare qualche soldo, per esempio facendo la cameriera per un catering gestito dalla sua più cara amica Rossana. Ma i pasticci di Stefano, che si caccia sempre più nei guai con i suoi “affari”, la fanno sprofondare sempre più verso l’impotenza e la disperazione. Ben presto, Luciana si troverà a vedersi preclusa ogni strada, convincendosi dunque di dover ricorrere alla più disperata, quella da cui non si torna indietro. Davanti alla paura di non poter garantire un futuro né a sé stessa né al proprio figlio, sarà però disposta ad intraprenderla.

Gli ultimi saranno ultimi
Alessandro Gassmann e Paola Cortellesi in Gli ultimi saranno ultimi

Il cast di attori di Gli ultimi sarano ultimi e le location dove è stato girato il film

Ad interpretare Luciana vi è dunque Paola Cortellesi, che riprende dunque il ruolo portato già a teatro. Accanto a lei, nei panni del marito Stefano vi è invece Alessandro Gassmann. Recitano poi nel film anche Fabrizio Bentivoglio nei panni del poliziotto Antonio Zanzotto, Stefano Fresi in quelli di Bruno Sebastiani e Ilaria Spada nei panni di Simona. Maria Di Biase è Loredana, mentre Giorgio Caputo interpreta Enzo, Irma Carolina Di Monte è Manuela e Ariella Reggio è la signora Zanzotto. Silvia Salvatori interpreta Rossana, l’amica di Luciana, mentre con un piccolo ruolo compare nel film anche l’attrice Emanuela Fanelli nei panni di Nadia.

La vicenda del film si svolge ad Anguillara, in provincia di Roma, e qui si sono svolte le riprese di diverse scene del film. Set di Gli ultimi saranno ultimi è però stato anche il comune di Nepi, in provincia di Viterbo, dove si possono ad esempio ritrovare il bar frequentato da Stefano, l’azienda tessile dove lavora Luciana e la palazzina dove i due protagonisti risiedono. Altre riprese si sono svolte nel comune di Ronciglione, dove sulla Via Cassia Cimina si trova la stazione di servizio davanti alla quale Luciana transita a piedi facendo il suo monologo, mentre il lago di Martigliano è dove Luciana e Stefano partecipano ad un picnic.

Il trailer di Gli ultimi saranno ultimi 

È possibile fruire di Gli ultimi saranno ultimi grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Gli Ultimi saranno Ultimi: trailer del film di Massimiliano Bruno

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Ecco il primo trailer di Gli Ultimi saranno Ultimi, nuovo film di Massimiliano Bruno che, per questa sua prima virata drammatica, torna a scegliere Paola Cortellesi come sua protagonista.

Con Paola Cortellesi, in Gli Ulitmi saranno Ultimi, ci sono anche Alessandro Gassman e Fabrizio Bentivoglio.

Il film racconta la storia di LUCIANA COLACCI (Paola Cortellesi) una donna semplice che sogna una vita dignitosa insieme a suo marito Stefano (Alessandro Gassman). E’ proprio al coronamento del loro sogno d’amore, quando la pancia di Luciana comincia a crescere, che il suo mondo inizia a perdere pezzi: si troverà senza lavoro e deciderà di reclamare giustizia e diritti di fronte alla persona sbagliata, proprio un ultimo come lei, ANTONIO ZANZOTTO (Fabrizio Bentivoglio).

Un film che, tra risate, bugie, incomprensioni e voltafaccia, racconta le emozioni in tutte le sfumature possibili. Nostro signore ha detto che gli ultimi saranno i primi… ma non ha detto di preciso quando.

Di seguito il poster del film:

Gli Ultimi saranno Ultimi poster

Gli Ultimi saranno ultimi: recensione del film

Gli Ultimi saranno ultimi: recensione del film

Massimiliano Bruno torna a dirigere Paola Cortellesi a quattro anni da Nessuno mi può giudicare e porta al cinema Gli Ultimi saranno ultimi, lo spettacolo teatrale che già era valso all’attrice numerosi premi.

Gli Ultimi saranno ultimi Bruno lascia la commedia pura per virare verso il dramma, raccontando di Luciana (Paola Cortellesi), lavoratrice precaria che perde il lavoro quando rimane incinta di un figlio tanto atteso assieme al marito Stefano (Alessandro Gassmann). La situazione esaspera i problemi di una vita già difficile, accanto a un compagno sfaccendato e infantile, seppure tenero e affettuoso, in un piccolo paese vicino Roma funestato dall’inquinamento elettromagnetico. Luciana si appoggia agli amici di sempre e a Stefano. Ma quando anche chi le sta intorno la ferisce, lasciandola sola, lei, prima mite e remissiva, reagisce e reclama i suoi diritti.

Gli Ultimi saranno ultimi, il film

Il lavoro rende con naturalezza e spontaneità la vita quotidiana, la sua fatica e semplicità, ma ne sfrutta anche gli aspetti comicamente surreali, con toni che richiamano le commedie corali di Mazzacurati – cui lo legano idealmente alcune tracce, come il tema degli ultimi, lo sguardo sulla provincia, la presenza di Fabrizio Bentivoglio nei panni di Antonio, poliziotto del Nord – Est, e perfino le sedie… in cui Stefano ripone tanta speranza.

Gli Ultimi saranno ultimi sa far arrivare le emozioni: difficile non immedesimarsi in Luciana, nella sua rabbiosa reazione e desiderio di rivalsa, dopo una vita trascorsa ad incassare in silenzio (lo stesso, in un certo senso, fanno tutti e tre i personaggi citati). Ciò, grazie a un’intensissima Paola Cortellesi, ma anche alle interpretazioni di Gassmann, nei panni del cialtrone monicelliano, e Bentivoglio, qui codardo e sfortunato, roso dai sensi di colpa. Attori nel pieno di una maturità artistica di cui lo spettatore non può che gioire, attorniati da un cast ben assortito.

Tuttavia, a questo cinema appassionato che Bruno, a ragione, incentra su un tema forte (molti quelli secondari) manca ancora qualcosa. Quel salto di qualità che il regista cerca a questo punto della carriera richiederebbe, ad esempio, più continuità nella sceneggiatura, che ha invece alti e bassi. Molte battute efficaci e meditate, momenti autentici, la metafora ben condotta del bambino con la pistola giocattolo, che affianca il percorso di Luciana – e sembrano nati assieme al pezzo degli Afterhours che li accompagna. Ma anche scelte poco felici: a partire dall’uso della narrazione in flashback, funzionale a creare tensione dal principio e l’aspettativa di una catastrofe, a farla crescere, deludendola poi in favore di una soluzione consolatoria su tutti i fronti.

Non il solo passaggio poco plausibile della sceneggiatura di Bruno e Paola Cortellesi, con Furio Andreotti e Gianni Corsi. La regia, poi, non ha ancora trovato una cifra davvero propria. Vi sono buoni e originali spunti, riferimenti ben metabolizzati, ma si cede ancora, in più punti, alla tentazione delle soluzioni facili, della retorica, delle inquadrature scontate e superflue. Un passo in una nuova direzione, che promette molto bene, ma per ora mantiene solo in parte.

Gli ultimi saranno ultimi: Massimiliano Bruno presenta il suo nuovo film

Massimiliano Bruno presenta alla stampa il suo ultimo lavoro, Gli ultimi saranno ultimi – prima incursione in territori più drammatici, senza però rinunciare alla commedia – assieme a un nutrito cast, a partire da Paola Cortellesi, già protagonista dello spettacolo teatrale da cui il film è tratto, Alessandro Gassmann e Fabrizio Bentivoglio.

Come nasce questo ulteriore passo del suo percorso artistico?

Massimiliano Bruno: “Il film sancisce una collaborazione profondissima tra Paola e me, iniziata in teatro nel ‘97. Era per me un lavoro necessario, personale perché racconta di una reazione, tema che ho dentro in questa fase, in cui sto cominciando a dire dei no. Tutti mi consigliavano di fare un film più facile, ma sono stato caparbio e abbiamo affrontato questo argomento difficile. Racconto la precarietà che vedo intorno a me da anni ed ho vissuto”.

Fino a che punto si può arrivare per riavere il proprio lavoro?

Paola Cortellesi: “Fin da quando Massimiliano scrisse il testo teatrale si era chiesto cosa spinga una persona normale con una vita media, semplice, a trasformarsi in una persona potenzialmente pericolosa. Ciò che accade a Luciana è che perde non solo la dignità, legata al lavoro, ma gli affetti, il sostegno emotivo in un momento così difficile per una donna. Questo è ciò che fa scattare il suo senso di rivalsa”.

E a proposito di reazione, Gassmann aggiunge: “Personalmente non sopporto le imposizioni e le ingiustizie. Credo che questo film sia utile ora in un paese che, come il mio personaggio, per troppo tempo ha finto di essere qualcos’altro, senza rendersi conto che la situazione era drammaticamente cambiata”.

Com’è stata quest’esperienza, rispetto allo spettacolo teatrale di 10 anni fa?

C.: “E’stato bello dedicarmi solo a Luciana, a differenza di quanto ho fatto a teatro interpretando tutti i personaggi. Nel 2005 il tema delle donne lavoratrici precarie si affacciava alla ribalta. Ora è più che mai attuale, ma se ne parla poco, fatta eccezione per Papa Bergoglio. Perciò abbiamo voluto farne un film”.

Come vedete il connubio cinema-teatro?

B.: “Se c’è una storia che funziona può esserci una trasposizione cinematografica, però si deve avere il coraggio di buttare tutto quanto fatto a teatro, o salvare poco. Nel nostro caso, ad esempio, il personaggio della domestica narratrice, centrale a teatro, non c’è nel film, ma il suo senso è in Luciana. Nello spettacolo, il passato non c’era. Qui invece, raccontiamo i nove mesi di gravidanza, con tutte le sue accezioni emotive.

Fabrizio Bentivoglio: “Spesso ciò che nasce a teatro e viene trasposto al cinema ha un valore aggiunto. Inoltre, mi ha aiutato sentirmi parte di un gruppo di lavoro preesistente, in un certo senso simile a una compagnia teatrale”.

Avete pensato di chiudere il film con più coraggio, in modo meno rassicurante?

C.: “Ne abbiamo dibattuto molto. Credo ci voglia più coraggio di questi tempi nel voler lasciare una speranza”.

L’uso enfatico del ralenti e delle musiche non è una sorta di pentimento, che riporta verso i sentimenti del pubblico?

B.: “Nella commedia all’italiana c’è un filo che lega commedia e dramma. Si può spingere più sulla comicità, come ho fatto in film precedenti. Questa volta ho voluto seguire la verità. Ma la qualità di ciò che proponi dipende dal messaggio che veicoli. Questo film vuole raccontare come si può passare attraverso l’inferno e poi reagire in modo positivo. Il ralenti enfatizza il fatto che quando passi all’inferno, qualcosa in te muore”.

In sala dal 12 novembre in 300 copie.

Gli Ultimi saranno Ultimi: backstage del film con Paola Cortellesi

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E’ da oggi al cinema Gli Ultimi saranno Ultimi, il film di Massimiliano Bruni con protagonista Paola Cortellesi e di seguito il il dietro le quinte del film distribuito da 01.

https://youtu.be/pqtf1VZgFxw

Gli Ultimi giorni di Tolomeo Grey: recensione della serie con Samuel L. Jackson

La trasposizione nella miniserie in sei puntate del creator Walter Mosley di Gli Ultimi giorni di Tolomeo Grey, dal suo romanzo omonimo, merita di essere vista per due motivi principali, che lavorano su livelli differenti. Partiamo però col raccontare la storia di Gli Ultimi giorni di Tolomeo Grey, necessità primaria per poter poi spiegare con maggiore chiarezza le ragioni sopra anticipate.

La trama di Gli Ultimi giorni di Tolomeo Grey

Affetto da una forma di demenza piuttosto avanzata, l’anziano Tolomeo vive ormai barricato nella sua casa, con il solo nipote Reggie ad occuparsi di lui. I ricordi del passato tormentano l’uomo, mescolandosi a una realtà che lui stesso non sembra ormai  più riuscire a riconoscere o sopportare. Quando Reggie viene assassinato a Tolomeo non resta che tentare di rimettere insieme i pezzi della sua vita per scoprire l’identità dell’omicida e ottenere giustizia. La sua giustizia…

Samuel L. Jackson è uno dei migliori caratteristi del nostro tempo

La ragione più evidente per cui Gli Ultimi giorni di Tolomeo Grey merita attenzione è la notevole prova d’attore del suo protagonista Samuel L. Jackson. Divincolatosi dalle maglie spesso fin troppo soffocanti del cinema mainstream, l’attore torna finalmente ai livelli che lo hanno reso uno dei migliori caratteristi del nostro tempo. Il ritratto dell’età avanzata che Jackson compone è complesso, sfaccettato, ricchissimo di sfumature dolorose: il suo Tolomeo è un uomo perso, la cui frustrazione viene rappresentata attraverso la rabbia ma anche la dolcezza dei piccoli gesti quotidiani che definiscono l’unicità di un essere umano.

La malattia non è messa in scena soltanto attraverso i suoi episodi più drammatici, al contrario viene composta mostrando quel tipo di spaesamento emotivo e psicologico capace di generare momenti di intima leggerezza. Nell’interagire con le persone che gli si presentano vicino, Tolomeo esplicita interamente gli aspetti di una personalità problematica, lontana dalla retorica del caso, assolutamente credibile. E questo grazie alla lucidità della scrittura dello show ma soprattutto grazie alla prova di Jackson, il quale abbraccia pienamente l’idea che per mostrare realisticamente lo stato di demenza del suo personaggio non bisogna procedere secondo un ordine logico ma sottolinearne gli sbalzi, le piccole o grandi regressioni, il senso di blocco in uno stato di costante incertezza.

Il lavoro sulla mimica delle espressioni, sul linguaggio del corpo e la modulazione della voce proposto da Samuel L. Jackson è sinceramente ammirevole, quanto di più verosimile si sia mai visto quando si tratta di rappresentazione della demenza senile.

La rappresentazione metaforica della condizione degli afroamericani

L’altro motivo di interesse di Gli Ultimi giorni di Tolomeo Grey è forse più nascosto eppure addirittura maggiormente importante: sotto il livello primo di fruizione dello show vengono infatti metaforicamente rappresentate la storia, la condizione e i problemi della popolazione afroamericana. L’intento di Walter Mosley è quello di raccontare quanto il razzismo, la discriminazione, l’oppressione sociale e la violenza da esse generata abbiano minato dall’interno la comunità nera negli Stati Uniti, soprattutto quelli del Sud.

La malattia di Tolomeo diventa in questo modo metafora precisa di questo stato di turbolenza, in cui il passato rivissuto in continuazione non permette al presente di trovare la meritata pace. Il personaggio protagonista si sublima in questo modo a simbolo sociale e civile: il cittadino nero ha vissuto e continua a vivere nella paura che genera conflitto, reiterando comportamenti e percorsi socio-psicologici oppressivi ed opprimenti. Lo show ci mostra però che se il presente è problematico, non rimane comunque privo di speranza, almeno verso le generazioni future.

Ad aiutare Tolomeo nel suo percorso di risveglio/accettazione arriva la giovane Robyn, adolescente anche lei con i suoi seri problemi ma decisa a non lasciarsi intrappolare nella gabbia che il mondo intorno a lei rappresenta. Ed ecco allora che la progressiva pulizia del vecchio appartamento di Tolomeo, con il necessario svuotamento di tutte le cianfrusaglie accumulate nei decenni dall’uomo, diventa anch’essa metafora di rinnovamento, del tentativo di liberarsi del dolore endemico di un passato che continua a pesare. E questo non significa cancellarlo o negarlo, ma semplicemente impedire che continui a ripercuotersi sul presente frenandone la spinta propositiva. 

Gli Ultimi giorni di Tolomeo Grey è un prodotto sincero

Se non fosse per un evidente rallentamento narrativo nelle due puntate centrali – responsabile di un conseguente calo di tensione drammatica – e per la debole verosimiglianza nella sottotrama che riguarda la cura sperimentale messa in atto dal Dottor Rubin (Walton Goggins), Gli Ultimi giorni di Tolomeo Grey sarebbe potuta essere una miniserie di impatto superiore. Rimane comunque un prodotto sincero, ben sviluppato nella ricerca di adesione empatica, che lavora su discorsi già ampiamente sviluppati senza riproporli con retorica o stanchezza. Al contrario lo sguardo si dimostra originale e non preconcetto, producendo uno spettacolo a tratti realmente sentito. 

Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey: il trailer della serie Apple tv+ con Samuel L. Jackson

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Apple TV+ ha presentato il trailer dell’attesissima serie limitata prodotta e interpretata dal candidato all’Oscar® Samuel L. Jackson“Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey”. Basata sull’acclamato romanzo dell’autore di best-seller Walter Mosley, che ha curato l’adattamento per lo schermo ed è anche produttore esecutivo, l’avvincente serie di sei episodi su famiglia, memoria ed eredità uscirà in tutto il mondo venerdì 11 marzo su Apple TV+ con i primi due episodi, seguiti da un nuovo episodio settimanale, ogni venerdì.

“Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey” – la trama

Ideato da Apple Studios, “Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey” vede Samuel L. Jackson nei panni di Tolomeo Grey, un uomo malato dimenticato dalla sua famiglia, dai suoi amici e persino da se stesso. Improvvisamente lasciato senza il suo fidato custode e sull’orlo di sprofondare ancora di più in una demenza solitaria, Tolomeo viene assegnato alle cure dell’adolescente orfana Robyn, interpretata dalla candidata al BAFTA Dominique Fishback (“Judas and the Black Messiah”). Quando vengono a conoscenza di un trattamento in grado di ripristinare i ricordi confusi dalla demenza di Tolomeo, inizia un viaggio verso verità scioccanti sul passato, presente e futuro. Oltre a Samuel L. Jackson e Dominique Fishback, nel cast della serie Apple Original troviamo anche Cynthia Kaye McWilliams (“Coyote”, “Real Husbands of Hollywood”), Damon Gupton (“Black Lightning”, “Bates Motel”), Marsha Stephanie Blake (“Sono la tua donna – I Am Your Woman”, “When They See Us”), Walton Goggins (“Justified,” “The Unicorn”) e Omar Miller (“The Unicorn,” “Ballers”).

Insieme a Mosley e Jackson, “Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey” è prodotto da Diane Houslin, partner di produzione di Mosley, da Ramin Bahrani, Eli Selden e David Levine per Anonymous Content e LaTanya Richardson.

Gli ultimi film di Novembre: il ritorno per la terza volta di Diabolik

Gli ultimi film di Novembre sono all’insegna del nostro cinema italiano. Da questo giovedì arrivano altri titoli presentati durante l’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma come il terzo capitolo cinematografico di Diabolik ma anche Palazzina Laf e I limoni d’inverno.

Vediamo insieme gli ultimi film di novembre da oggi al cinema

Con la grazia di un Dio

Con la grazia di un Dio Tommaso Ragno

Il primo titolo che fa parte degli ultimi film di novembre è Con la grazie di Dio il debutto alla regia di Alessandro Roja che ha scritto la sceneggiatura con Ivano Fachin. La trama è quella di Luca, l’attore Tommaso Ragno, un uomo che è tornato a Genova dopo venticinque anni per partecipare ai funerali del suo migliore amico d’infanzia. Questa triste occasione riunisce l’uomo con i suoi vecchi compagni di una volta, che sembrano convinti che la morte del loro compagno sia il risultato inevitabile di una vita segnata dagli eccessi. Ma il protagonista è l’unico che non è convinto di questa spiegazione. Quest’opera prima esce al cinema dopo essere stata presentata in anteprima alle Giornate degli Autori – Notti Veneziane 2023.

Diabolik dove sei?

Diabolik chi sei film

Diabolik dove sei è il terzo film dedicato al personaggio reso celebre dall’omonimo fumetto grazie a un’idea dei Manetti Bros. Con questa pellicola si chiude la trilogia dedicata a Diabolik, anche stavolta è interpretato dall’attore Giacomo Gianniotti, la prima volta toccò a Luca Marinelli, affascinato da Eva Kant portata ancora sullo schermo da Miriam Leone. Nel cast tornano anche Valerio Mastandrea come ispettore Ginko e Monica Bellucci come duchessa Altea di Vallenberg.

Doppia Coppia

Doppia Coppia è la commedia romantica di Igor Biddau che cerca di svelare, ancora una volta, se esiste l’amicizia tra uomo e donna. La trama segue Fernanda, una donna realizzata che lavora come guida nelle escursioni trekking, attività che le permette di vivere in mezzo alla natura come lei ama fare. Non sente l’esigenza di avere al suo fianco un uomo, ma ha un amico speciale: Vincenzo, single convinto e appassionato rubacuori. Tutto, forse,cambierà durante un fine settimana di coppie nel bosco in cui i due amici invitano, altri due single come loro, Anna e Tonino. La pellicola è sceneggiata da Renato Cubo e Stefano Manca e vede nel suo cast interpreti come: Emanuela Mascherini, Maria Celeste Sellitto e i fratelli Stefano e Michele Manca, il duo comico Pino & gli anticorpi.

Gli Altri

Gli Altri è il film del regista Daniele Salvo tratto dall’omonimo libro Premio Strega di Michele Prisco. La trama racconta di Amelia una donna che vive sola nel cuore di una città del sud degli anni Cinquanta. Uno sconosciuto irrompe nella sua casa e le dice che un altro uomo, Felice, invoca il suo nome sul letto di morte. Pur non conoscendo nessuno dei due, nella donna scatta qualcosa di misterioso che la spinge a seguire, contro ogni ragione, lo sconosciuto. Il cast è composto da Ida Di Benedetto, Peppe Servillo, Gianfranco Gallo, Lorenzo Parrotto e Gioia Spaziani.

Home Education – Le regole dal male

Home Education Julia Ormond

Home Education – Le regole del male è un horror psicologico girato in Calabria, ma che possiede ambizioni internazionali e lo dimostra con il casting che accoglie Lydia PageJulia Ormond. La protagonista di questo folk horror è Rachel, una ragazza cresciuta isolata nei boschi secondo i principi di un culto esoterico che la sua famiglia segue da tempo. Quando il padre Philip muore sua madre Carol, una donna molto autoritaria e oppressiva, la convince che l’uomo risorgerà se le due gli dimostreranno di provare ancora un grande amore. La giovane si ritrova così a vivere insieme al cadavere del padre e senza contatti con il mondo esterno, al di fuori di qualche incursione a scopo esoterico nel bosco. Un giorno Rachel si imbatte in Daniele, l’attore Rocco Fasano, un giovane che stringe un’amicizia con lei ma che secondo Carol rappresenterebbe una minaccia per la figlia.

I limoni d’inverno

I limoni d'inverno film recensione

I limoni d’inverno è il nuovo film della regista Caterina Carone e che torna a lavorare con Christian De Sica. L’attore e figlio d’arte in questo lungometraggio è un intellettuale malinconico che, mentre cerca di scrivere un libro, forse l’ultimo, trova un’armonia imprevista con la vicina della terrazza di fronte, l’attrice Teresa Saponangelo. L’incontro tra i due è tenuta sul filo della leggerezza, del mélo e dell’imprevisto. Il cast è completato dagli attori Francesco Bruni, Luca Lionello, Max Malatesta, Agnese Nano, Sergio Basile, Annalisa D’Ambrosio e Filippo Pierangeli.

Il cielo brucia

Il cielo brucia, una scena del film

In questi ultimi film di novembre c’è anche spazio per Il cielo brucia, il decimo film di Christian Petzold, Orso d’Argento a Berlino nel febbraio scorso. Questa pellicola è ambientata sulla costa del Mar Baltico, dove il nord della Germania incontra la Polonia. I protagonisti sono Felix e Leon che si rifugiano per qualche giorno nella casa della famiglia del primo. L’idea è di dedicarsi al lavoro, un progetto fotografico per Felix e gli ultimi ritocchi a un romanzo per Leon, ma la quiete in casa è turbata da Nadja, presenza sfuggente percepita attraverso gli incontri amorosi e notturni interpretata dall’attrice Paula Beer.

La Guerra dei Nonni

La Guerra dei Nonni è la commedia italiana per tutta la famiglia diretta da Gianluca Ansanelli con per protagonisti i comici Vincenzo Salemme e Max Tortora. Gerri è un nonno premuroso e attento che vive in casa con sua figlia, il marito di lei e i suoi adorati nipotini. La famiglia ha un equilibrio particolare, con regole ben precise, a portare scompiglio nell’abitazione è nonno Tom, che dopo anni trascorsi all’estero fa la sua comparsa.

Palazzina Laf

Palazzina Laf film 2023

Quest’anno il cinema italiano si è differenziato per i debutti alla regia di noti attori o attrici e Palazzina Laf è la prima volta dietro la macchina da presa di Michele Riondino. Il regista recita il ruolo dell’operaio Caterino Lamanna che vive in una masseria caduta in disgrazia a causa della vicinanza al siderurgico e sta per sposarsi con Anna con cui condivide il sogno di andare a vivere in città. Quando i dirigenti aziendali decidono di fare di lui una spia per individuare gli operai di cui sarebbe bene liberarsi, il protagonista comincia a pedinare i colleghi con lo scopo di denunciarli. Ben presto chiede di essere collocato anche lui alla Palazzina LAF (acronimo di laminatoio a freddo) il reparto-lager dell’Ilva riservato ai lavoratori “scomodi” e scoprirà la dura realtà. Nel cast anche Elio germano e Vanessa Scalera

Silent Night – Il silenzio della vendetta

Silent Night - Il silenzio della vendetta film 2023

Silent Night – Il silenzio della vendetta è il nuovo film di John Woo che torna con una produzione americana dopo anni dedicati solo al cinema asiatico. Questo lungometraggio è un revenge movie ad alta tensione con per protagonista Joel Kinnaman, già visto in serie come Altered Carbon e in The Suicide Squad. Kinnaman interpreta un padre tormentato che assiste impotente alla morte di suo figlio dopo essere stato coinvolto nel fuoco incrociato di una banda alla vigilia di Natale. Nel cast anche Scott Mescudi, conosciuto da tutti come Kid Cudi.

Un anno difficile

Un anno difficile film 2023

Il titolo che chiude gli ultimi film di Novembre è Un anno difficile dei francesi Olivier Nakache e Eric Toledano. I protagonisti sono Albert e Bruno, consumatori compulsivi, sovraindebitati, vivono tra schemi meschini per l’uno e una vita personale alla deriva per l’altro. È nel percorso associativo che entrambi intraprendono, per rimettersi a galla, che incontreranno giovani attivisti ribelli, allarmisti climatici, amanti della giustizia sociale e dell’eco-responsabilità. Più attratti dal cibo e dalla birra gratis che dalle buone azioni, Albert e Bruno integreranno gradualmente il movimento senza convinzione, se non quella di approfittare di ogni azione e di ogni ribellione al complotto e trarne profitto e conosceranno una giovane interpretata da Noémie Merlant.

Gli ultimi film di Gennaio: al cinema con Povere Creature!

Gli ultimi film di Gennaio: al cinema con Povere Creature!

Il primo mese dell’anno si chiude per gli amanti del cinema nel miglior modo, cioè con Povere Creature! finalmente sul grande schermo. Oggi però negli ultimi film di gennaio non troviamo solo il lungometraggio di Yorgos Lanthimos con per protagonista una formidabile Emma Stone ma anche il dramma al femminile Dieci Minuti e il toccante Appuntamento a Land’s End. Per concludere se siete stanchi del freddo e dell’inverno questo giovedì arriva anche una commedia romantica, Tutti tranne te, ambientata nella calda Australia, con i bellissimi ed “Enemies to Lovers Glen Powell e Sydney Sweeney.

Vediamo insieme gli ultimi film di Gennaio di questa quarta settimana del mese

Appuntamento a Land’s End

Appuntamento a Land's End

Il primo titolo di questi ultimi film di gennaio è Appuntamento a Land’s End del regista inglese Gillies MacKinnon. Il protagonista di questa storia è il pensionato Tom Harper, appena diventato vedovo, che di attraversare la Gran Bretagna, dalla Scozia alla Cornovaglia utilizzando solo autobus locali. Questa scelta è dovuta dopo aver promesso alla moglie ormai defunta che l’avrebbe riportata a Land’s End. L’anziano signore è interpretato dall’attore britanico Timothy Spall.

Dieci Minuti

Dieci Minuti film 2023

Maria Sole Tognazzi dirige Barbara Ronchi, Fotinì Peluso, Barbara ChichiarelliMargherita Buy in questo film da lei scritto insieme a Francesca Archibugi e liberamente ispirato al romanzo Per Dieci Minuti di Chiara Gamberale. Dieci minuti, come quelli del titolo, al giorno possono cambiare il corso della giornata e facendo qualcosa di completamente nuovo, possono cambiare il corso di un’intera vita. Questo è quello che vivrà la protagonista Bianca nel pieno di una crisi esistenziale. Nuove scoperte, nuovi legami speciali e l’ascolto di chi ci ha sempre voluto bene a volte bastano per ricominciare e rinascere al meglio.

I soliti idioti 3 – Il ritorno

Tornano al cinema, per la terza volta, i comici Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli con i loro personaggi più iconichi e più attuali che mai. In I soliti idioti 3 – Il ritorno rivedremo quindi il vecchio Ruggero De Ceglie e il vessato figlio Gianluca, gli (im)moralisti Giampietro e Marialuce, gli “zarri” Patrick e Alexio, fino al metallaro Sebastiano alle prese con la sfiancante postina Gisella e la coppia gay di Fabio e Fabio.

La quercia e i suoi abitanti

La natura che si esprime in tutto il suo splendore in questo appassionante racconto diretto dal maestro dei documentari naturalistici Laurent Charbonnier. La quercia e i suoi abitanti è un documentario per tutta la famiglia che descrive la magia della vita e la magnificenza che nasce e si sviluppa sulla e ai piedi di una quercia centenaria. Tra gli alberi più alti e maestosi della regione francese della Sologne, quest’albero è da tempo simbolo di forza e longevità, e per molti è anche simbolo di speranza nella vita per le generazioni future. I personaggi di questo piccolo ecosistema ovviamente sono gli scoiattoli, gli insetti, i topolini che vivono tra le radici e ai funghi fino ai cervi, alle nutrie e ai cinghiali che trovano riparo all’ombra della grande quercia l’unica e vera protagnista.

Lala

Lala è l’opera prima di Ludovica Fales, un manifesto di una generazione invisibile e dai diritti negati che si confronta con il diritto di cittadinanza. Lala, Samanta e Zaga hanno la stessa età, condividono gli stessi desideri e sogni, sono tre giovani italiane, che l’Italia non riconosce, ingiustamente, perché i loro genitori sono nati in un altro stato. Le loro storie prendono forma, e si intrecciano in un racconto collettivo tra ricerca di se stessi e affrontare gli anni complicati, quelli dell’adolescenza Questo film ha vinto il premio del pubblico mymovies alla quarantunesima edizione del Bellaria Film Festival.

Povere Creature!

Povere Creature! film

Dal regista Yorgos Lanthimos e dalla produttrice, ma anche attrice protagonista, Emma Stone arriva l’incredibile storia e la fantastica evoluzione di Bella Baxter. Un giovane del periodo vittoriano inglese riportata in vita dal brillante e poco ortodosso scienziato Dr. Godwin Baxter, l’attore Willem Dafoe. Bella desiderosa di vivere e alla ricerca della mondanità che le manca fugge con l’affascinante avvocato Duncan Wedderburn, interpretato da Mark Ruffalo, in una travolgente avventura attraverso i continenti. Povere Creature!, trasposizione dell’omonimo romanzo di Alastair Gray, è il viaggio sulla conoscenza di una eroina che sa cosa vuole e che prende in mano il suo destino diventando una donna emancipata.

Tutti tranne te

Tutti tranne te Glen Powell Sydney Sweeney

Tutti tranne te è la nuova commedia del regista americano Will Gluck che in passato ci ha fatto divertire con Easy Girl e Amici di letto. I protagonisti di questa rom-com sono Bea e Ben, Glen Powell e Sydney Sweeney, che sembrano perfetti insieme, ma dopo un primo appuntamento fantastico succede qualcosa che spegne la loro infuocata attrazione. Quando entrambi si ritrovano inaspettatamente, allo stesso matrimonio, decidono di fingere di essere una coppia, ovviamente ognuno con uno scopo diverso.

Gli ultimi film di Febbraio: si torna ad Arrakis con Dune – Parte due

Il mese più corto dell’anno si chiude con Dune – Parte due già disponibile da ieri al cinema. Negli ultimi film di Febbraio però non c’è solo il secondo capitolo cinematografico diretto da Denis Villeneuve, ma anche lo struggente Estranei e il candidato Oscar La sala professori. Non ci sono solo titoli internazionali, da oggi è disponibile in sala l’italiano Caracas dell’attore e regista Marco D’Amore.

Vediamo insieme gli ultimi film di Febbraio di questa quinta settimana del mese

Dune – Parte due

Il primo titolo di quest’ultimi film di febbraio ovviamente è Dune – Parte due e basato sulla seconda parte del primo romanzo della saga scritto da Frank Herbert. La storia riprende da dove era finito il primo Dune: Paul Atreides, Timothée Chalamet e sua madre Lady Jessica, l’attrice Rebecca Ferguson, vivono con i Fremen che credono che il giovane sia il Messia che li salverà. Nel frattempo nella casata degli Harkonnen, stanno cambiando le gerarchie infatti è arrivato Feyd-Rautha, Austin Butler, il nipote del Barone Harkonnen, l’attore Stellan Skarskard, che ha preso il comando delle operazioni militari, sostituendo suo fratello Glossu Raban, e punta all’annientamento di tutti i popoli minori per potersi impossessare di ogni particella di spezia, la sostanza più preziosa del pianeta. Nel cast anche Zendaya nei panni di nuovo di Chani e le new entry Florence Pugh e Léa Seydoux.

Caracas

Caracas film 2024

A cinque anni dal suo esordio come regista Marco D’Amore, diventato famoso con la serie Gomorra, torna dietro la macchina da presa per la trasposizione cinematografica di Napoli Ferrovia di Ermanno Rea. Il protagonista di Caracas è Giordano Fonte, interpretato da Toni Servillo, uno scrittore napoletano che si aggira per Napoli, una città che non riconosce più dopo esservi tornato dopo molti anni. Qui incontra dopo molti anni il suo vecchio amico Caracas, lo stesso D’Amore, un ex naziskin che militava nell’estrema destra e che ora sta per convertirsi all’Islam, alla ricerca di una verità sull’esistenza che non sa trovare.

Estranei

Estranei film 2024

Il film Estranei, in originale All of Us Strangers, è scritto e diretto da Andrew Haigh, vede per protagonisti i super richiesti Andrew Scott e Paul Mescal. I due attori irlandesi sono Adam e Harry, il primo è uno sceneggiatore con il blocco dello scrittore che vive a Londra in un condominio e il secondo è il suo vicino di casa con cui stringerà una relazione. La pellicola è liberamente tratta dal romanzo Strangers di Taichi Yamada, libro scritto nel 1987 e già portato sul grande schermo nel 1988 da Nobuhiko Obayashi, con il film giapponese intitolato The Discarnates.

Il vento soffia dove vuole

Il vento soffia dove vuole è ambientato in un piccolo paese degli Appennini dove il giovane protagonista Antimo, interpretato da Jacopo Olmo Antinori, vive una vita tranquilla tra la chiesa locale, i casti appuntamenti con la fidanzata e la stalla dove lavora pigramente con il padre. Un giorno incontra Lazzaro, un uomo semplice e selvaggio che lavora come aiutante nella vicina fattoria. Il ragazzo vede una scintilla nello sconosciuto e si propone di convertirlo, ma la religione che inizia a insegnargli non rispecchia però quella che ha imparato al catechismo. Questo film del regista Marco Righi è una di lettura personale del cristianesimo, che conduce i due su sentieri non battuti, senza via di ritorno.

La sala professori

La sala professori film 2023

La sala professori racconta di Carla Nowak, l’attrice Leonie Benesch è una giovane e promettente insegnante al suo primo incarico. Tutto sembra andare bene, fino a quando una serie di piccoli furti all’interno della scuola mette in subbuglio l’istituto. Quando i sospetti cadono su uno dei suoi studenti, la professoressa decide d’indagare personalmente e scatenando così una serie inarrestabile di reazioni a catena. Questo film del regista tedesco İlker Çatak è stato premiato alla Berlinale 2023 ed è tra i candidati come miglior film internazionale ai prossimi Oscar 2024.

My Sweet Monster

My Sweet Monster film 2021

Il lungometraggio d’animazione My Sweet Monster è l’ultimo titolo di quest’ultimi film di febbraio. La protagonista è la principessa Barbara, segretamente innamorata del principe Edward e che non ha intenzione di rimanere intrappolata nella gabbia dorata costruitale dal Re, nonché suo padre. Quando quest’ultimo, sotto ricatto, è costretto a concederla in matrimonio al subdolo e ambizioso postino Joyce, Barbara quindi fugge nel bosco dove incontra Bogey, tenero mostro nonché unica speranza per salvare il regno da una terribile minaccia.

Gli ultimi film di Dicembre: è il momento di Aquaman 2 e di Wish

Gli ultimi film di Dicembre: è il momento di Aquaman 2 e di Wish

È giunta l’ora del natale e questo appuntamento degli ultimi film di Dicembre racchiude i titoli giusti da guardare in sala durante le festività. Oggi infatti arriva, tra le tante novità, anche il film d’animazione Wish, il 62º classico Disney che celebra il 100º anniversario dei Walt Disney Animation Studios e parla proprio dei sogni che si possono esaudire grazie al potere di una stella. Ma tra Wonka e l’angelo Aristide di Santacielo, usciti sette giorni fa, si aggiunge anche il supereroe Aquaman al cinema in Italia già da ieri. Ma se siete alla ricerca di una storia vera e che vi emozioni One Life è forse il film più adatto per voi.

Vediamo insieme i film di Dicembre in sala di questa terza settimana del mese

Aquaman e il regno perduto

Aquaman e il Regno Perduto scena

Il primo titolo di quest’ultimi film di Dicembre è il secondo cinecomic dedicata interamente ad Aquaman ancora una volta interpretato da Jason Momoa. Dopo gli eventi della prima pellicola, Aquaman è diventato padre e sovrano del regno di Atlantide. Tuttavia, il malvagio Black Manta, è riuscito a trovare il Tridente Nero, un antica e potente reliquia atlantidea, e intende usarne l’oscuro potere per vendicare la morte di suo padre. Il metà Atlantideo e metà umano dovrà chiedere aiuto a suo fratello Orm per impedire al nemico di usare la magia nera del tridente per distruggere lui e tutto ciò che ama. Nel cast di Aquaman e il regno perduto, oltre a Momoa, ci sono anche Patrick Wilson, Yahya Abdul-Mateen II, Randall ParkAmber Heard e Nicole Kidman.

Foglie al Vento

Foglie al vento

Foglie al Vento è stato presentato in concorso al Festival di Cannes, dove ha vinto il Premio della Giuria. Questa nuova opera di Aki Kaurismäki racconta la storia di due persone sole che si incontrano per caso una notte a Helsinki. Questa forse per loro è l’ultima occasione per trovare il primo, unico e definitivo amore della vita. Il percorso è però intralciato dall’alcolismo di lui, dai numeri di telefono persi, dal non conoscere nomi o indirizzi reciproci e dalla tendenza generale della vita a porre ostacoli a chi cerca la propria felicità.

One Life

anthony hopkins one life

One Life è l’adattamento cinematografico della biografia If It’s Not Impossible… The Life of Sir Nicholas Winton scritta da Barbara Winton. Questo romanzo e poi film narra le vicende di Nicholas Winton, uno dei fautori dell’operazione Kindertransport che salvò circa diecimila bambini ebrei, prima dell’inizio della seconda guerra mondiale, provenienti dalla Germania nazista e dai territori occupati. La pellicola attraverso flashback mostra il signor Winton prima di quell’impresa, avvenuta nel 1938, quando era un giovane agente di borsa interpretato da Johnny Flynn e poi nel il presente, dove ha il volto di Anthony Hopkins. Nel cast anche altri famosi attori come Helena Bonham Carter, Jonathan Pryce e Romola Garai.

Renaissance: a film by Beyoncé

Renaissance: A Film by Beyoncé

Renaissance: a film by Beyoncé accompagna gli spettatori in un esperienza attraverso il RENAISSANCE WORLD TOUR, il tour da record che ha toccato, con ben 56 spettacoli, 39 città di 12 paesi diversi in giro per il mondo. Dalla sua nascita allo show, che ha scelto come prima tappa la città di Stoccolma, in Svezia, fino al gran finale a Kansas City, nel Missouri. Un racconto sugli intenti, il lavoro, il coinvolgimento totale di Beyoncé in ogni aspetto della produzione, ma anche sulla sua mente creativa e sul proposito di creare la sua eredità artistica e di padroneggiare il suo mestiere da popstar.

Tutti a parte mio marito

Tutti a parte mio Marito film 2023

Tutti a parte mio marito è una commedia francese della regista francese di Caroline Vignal che torna a lavorare per la seconda volta cone Laure Calamy. L’attrice infatti è la protagonista Iris, una donna che sta vivendo un momento difficile con il marito con cui non fa più l’amore da ben 4 anni. Un giorno per caso ascolta il consiglio di una signora e si scrive ad un app d’incontri per coppie sposate. Iris quindi si farà travolgere dalla passione e da uomini affascinanti pronti a soddisfarla in tutti i sensi.

Wish

Wish Zootopia

Il lungometraggio d’animazione di Natale firmato Disney di quest’anno è Wish, ed è ambientato nell’isola di Rosas, il “regno dei desideri”. La protagonista di questa storia è Asha, una diciassettenne sveglia e determinata a ribellarsi al Re Magnifico per rendere, finalmente, libera la sua terra da un’oscurità che nessun altro riesce a sentire. Se nell’originale la giovane donna è doppiata dal Premio Oscar Ariana DeBose nel doppiaggio italiano invece troviamo la cantante Gaia. Ci sono anche altre voci note nella nostra versione, l’attore Michele Riondino è il Re cattivo di questa storia e invece la capretta Valentino è un inedito Amadeus.

Gli Uccelli: trovato il regista del remake

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Gli uccelliDiederik Van Rooijen dirigerà “Gli uccelli”, il remake del classico di Hitchcock. Secondo la rivista statunitense The Hollywood Reporter, la Universal Pictures ha scelto il regista che darà vita al remake del classico hitchcockiano Gli Uccelli.

L’olandese Diederik Van Rooijen, molto noto in patria per aver scritto e diretto la serie tv Penoza, dirigerà l’adattamento della pellicola del 1963, in cui una cittadina di provincia veniva invasa dall’arrivo di stormi di uccelli feroci.

La pellicola verrà co-prodotta dalla Platinum Dunes di Michael Bay, Andrew Form e Brad Fuller, e dalla Mandalay Pictures di Peter Guber e David Zelon. Sul cast non ci sono importanti news al momento, se non quella dell’abbandono quasi definitivo di Naomi Watts, che avrebbe dovuto interpretare il ruolo che Tippi Hedren ricopriva nell’originale.

Di Danilo Solimeno

Gli Uccelli Recensione blu-ray

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gli-uccelli-recensioneArriva in home video e in alta definizione un altro dei capolavori del regista Alfred Hitchcock, Gli Uccelli, il film uscito ormai da cinquant’anni ma che mantiene intanto il suo fascino inquietante.

Gli Stati Uniti contro Billie Holiday, recensione del film di Lee Daniels

Gli Stati Uniti contro Billie Holiday era uscito negli USA già l’anno scorso. E la protagonista interpretata dalla cantante Andra Day era stata candidata come miglior attrice protagonista sia agli Oscar del 2021 che ai Golden Globe, aggiudicandosi il titolo ai Globe, e lasciando un’indelebile traccia sul suo già ben ricco curriculum di artista soul.

Diretto da Lee Daniels, ispirato al romanzo Chasing the Scream di Johann Hari e sceneggiato dalla scrittrice Suzan-Lori Parks, Gli Stati Uniti contro Billie Holiday è il quinto lungometraggio del regista di Filadelfia, dopo opere come Precious del 2009 e The Paperboy del 2012, dove la durezza della realtà nelle sue pieghe più infime e dolorose, si snoda dentro storie vere e senza pietà, ma nelle quali la bellezza dell’umano viene fuori in tutta la sua naturalezza.

Gli Stati Uniti contro Billie Holiday, la trama

Billie Holiday (Andra Day) è stata una delle più grandi cantanti jazz, che ha iniziato la sua carriera folgorante e devastante, alla tenera età di quindici anni, dopo avvenimenti che solo una donna afroamericana vissuta negli Stati Uniti degli anni ‘30 e ‘40 può raccontare.

La storia inizia con un’intervista che Billie rilascia in uno stato già avanzato della fragilità della sua salute, e parte così ripercorrendo prima i vaghi e apparenti fasti della sua fama, per poi scendere giù, negli alti e bassi dei tunnel dei suoi abissi interiori. Holiday e la sua voce incantevole lasciano a bocca aperta donne e uomini di ogni estrazione e posizione, nonostante quelli siano tra gli anni più intensi del Ku Klux Klan che non tarda a farne subire i suoi effetti.

Nel 1939 nel celebre night club Café Society a New York, al termine della sua esibizione, Billie canta Strange Fruit, un pezzo scritto un paio di anni prima da Abel Meerpol, un poeta membro del Partito Comunista Americano che compose le parole proprio dopo un ennesimo episodio di linciaggio di un afroamericano da parte delle autorità negli Stati Uniti del sud.

La scelta di Holiday decreta l’inizio delle persecuzioni che subirà fino al termine della sua vita, da parte del Governo USA nella persona dell’ispettore Harry Anslinger (Garrett Hedlund). Lei, coraggiosa, fiera e decisa a portare avanti una lotta contro le più aberranti violazioni dei diritti umani, in un tempo in cui i neri venivano considerati esseri umani di serie B, usa il suo corpo, la sua voce e cerca il riscatto alle sue ferite affettive, mentre la dipendenza dall’uso di droghe leggere e pesanti iniziava a lacerarla e ad essere usata contro di lei.

Andra Day è molto convincente

Lee Daniels sviluppa l’evoluzione della storia di un’artista lasciando che sia l’attrice Andra Day a fare tutto, con la sua presenza scenica, il suo volto consumato e sdrucito, insieme alla perfezione della sua silhouette avvolta in abiti luccicanti, per non parlare della sua incredibile voce. L’impatto del viso della protagonista, piegato, tradito è a volte quasi fastidioso nella sua ostinazione tanto credibile, in particolare quando entra in relazione con i suoi salvatori e gli aguzzini: l’attore Trevante Rhodes che interpreta l’agente Jimmy Fletcher, i fedeli membri della sua band (Tyler James Williams, Da’Vine Joy Randolph), o uno dei suoi tre ignobili mariti John Levy (Tone Bell).

Il flusso del racconto è emotivo, doloroso, ma chiaro e spietato, anche quando è imperfetto e fatica un po’ a mostrare i personaggi che si muovono tra loro e all’interno dei fatti, perché è tutto sempre a favore di Billie Holiday, del suo mondo interiore che è continuo riflesso di quello esteriore. Come l’attrazione gravitazionale di un pianeta, la protagonista cattura e assorbe tutto in sé, senza fare sforzi particolari ma limitandosi – si fa per dire – ad emanare la sofferenza che si prova nel non essersi mai sentite al posto giusto, ma avendo lottato fino all’ultimo perché il mondo potesse diventarlo per altri, quel posto giusto.

Gli Stagisti Trailer italiano del film con Owen Willson!

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Gli Stagisti Trailer italiano del film con Owen Willson!

Gli-stagisti-trailerGli Stagisti Trailer italiano nuova, divertente commedia con Owen Wilson e Vince Vaughn che arriverà in Italia il 26 settembre 2013, distribuita dalla Twentieth Century Fox.

Gli Spiriti dell’Isola, il trailer del film di Martin McDonagh con Colin Farrell e Brendan Gleeson

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Searchlight Pictures ha diffuso il primo trailer di The Banshees of Inisherin, il nuovo film di Martin McDonagh che da noi uscirà con il titolo di Gli Spiriti dell’Isola. Per questo suo quarto lungometraggio da regista, McDonagh si riunisce con Colin Farrell e Brendan Gleeson, coppia che aveva già ingaggiato per In Bruges – La coscienza dell’assassino, il suo lungometraggio d’esordio.

Oltre a Colin Farrell e Brendan Gleeson, nel cast di Gli Spiriti dell’Isola c’è anche Barry Keoghan. Il film sarà presentato in anteprima alla 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il 5 settembre 2022 e sarà distribuito da Disney nelle nostre sale a partire dal 2 febbraio 2023.

Searchlight Pictures e Film4 presentano, in associazione con TSG Entertainment, una produzione Blueprint Pictures, Gli Spiriti dell’Isola (The Banshees of Inisherin), un film di Martin McDonagh. Il film sarà presentato in anteprima alla 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il prossimo 5 settembre 2022. Gli Spiriti dell’Isola arriverà nelle sale italiane il 2 febbraio 2023.

Ambientato su un’isola al largo della costa occidentale dell’Irlanda, Gli Spiriti dell’Isola segue due amici di lunga data, Padraic (Colin Farrell) e Colm (Brendan Gleeson), che si trovano in una situazione di stallo quando Colm decide bruscamente di porre fine alla loro amicizia. Padraic, confuso e devastato, tenta di riaccendere il loro rapporto con il supporto di sua sorella Siobhan (Kerry Condon), che insieme a Dominic (Barry Keoghan), il figlio del poliziotto locale, ha le sue preoccupazioni all’interno della piccola comunità dell’isola. Ma quando Colm lancia un ultimatum scioccante per concretizzare le proprie intenzioni, gli eventi iniziano a degenerare.

Il poster di Gli Spiriti dell’Isola

Gli Spiriti dell’Isola da domani su Disney+

Gli Spiriti dell’Isola da domani su Disney+

Dopo aver ottenuto 9 nomination agli Academy Award, tra cui quella per il Miglior Film, e 10 nomination ai BAFTA Award con 4 vittorie (Miglior Attrice Non Protagonista, Miglior Attore Non Protagonista, Miglior Sceneggiatura Originale, Miglior Film Britannico), il film Searchlight Pictures Gli Spiriti dell’Isola debutterà domani, mercoledì 22 marzo, su Disney+.

Gli Spiriti dell’Isola, la trama

Ambientato su un’isola al largo della costa occidentale dell’Irlanda, Gli Spiriti dell’Isola segue due amici di lunga data, Pádraic (il candidato ai premi Oscar e BAFTA Colin Farrell) e Colm (il candidato ai premi Oscar e BAFTA Brendan Gleeson), che si trovano in una situazione di stallo quando Colm mette inaspettatamente fine alla loro amicizia. Pádraic, scioccato da questa decisione, non si rassegna e tenta di ricucire il rapporto, aiutato dalla sorella Siobhán (la candidata all’Oscar e vincitrice del BAFTA Kerry Condon) e da un giovane e problematico abitante dell’isola, Dominic (il candidato all’Oscar e vincitore del BAFTA Barry Keoghan). Ma i ripetuti sforzi di Pádraic non fanno altro che rafforzare la determinazione dell’ex amico e quando Colm lancia un ultimatum disperato, gli eventi precipitano rapidamente con conseguenze scioccanti.

Una clip dal film

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

Gli spiriti dell’isola: spiegazione del finale del film con Colin Farrell

Gli spiriti dell’isola di Martin McDonagh ha vinto tre Golden Globe nel 2023 – compreso quello per il miglior film nella categoria musical/commedia – e ha ottenuto nove nomination all’Oscar, distinguendosi come uno dei film più interessanti del 2022. Tuttavia, il complesso finale di questa commedia dark è difficile da decifrare alla prima visione. I film e le opere teatrali di McDonagh sono infatti tipicamente pieni di allusioni a grandi testi della letteratura, di battute sottili e di motivi non facilmente riconoscibili, oltre al loro immaginario complesso.

La trama stravagante del film Gli Spiriti dell’isola vede l’amicizia tra il bonario Pádraic (Colin Farrell) sgretolarsi gradualmente dopo che il suo ex migliore amico Colm (Brendan Gleeson) si rifiuta bruscamente di parlargli. Anche se la sorella di Pádraic, Siobhán (Kerry Condon), e un tormentato ragazzo del posto, Dominic (Barry Keoghan), tentano di disinnescare l’escalation della battaglia tra i due, i loro sforzi si rivelano vani. Alla fine del film, Dominic è morto, Siobhán ha lasciato Inisherin e Colm ha commesso un atto irreversibile di automutilazione, trasformando involontariamente Pádraic in un nemico a vita.

Cosa accade nel finale de Gli spiriti dell’isola

Gli Spiriti dell'Isola recensione film colin farrellSorprendentemente, nessuno dei protagonisti del film muore nel finale de Gli spiriti dell’isola (non si può dire lo stesso per Dominick, che non è così fortunato). Detto ciò, questo rompe notevolmente la tendenza alla morte nei film di Martin McDonagh. Pádraic parla con Colm nonostante quest’ultimo lo abbia ripetutamente avvertito che si sarebbe tagliato le dita se lo avesse fatto. Nel frattempo, Siobhán respinge gentilmente le avances romantiche di Dominic e si trasferisce sulla terraferma per un lavoro in biblioteca. Mantenendo la parola data, quando Pádraic tenta ancora una volta di ricucire il loro rapporto, Colm si mozza le dita con un paio di cesoie, lanciandole contro la porta del cottage di Padraic. L’amato asinello domestico di Pádraic, Jenny, mangia una delle dita mozzate, si strozza e muore.

Per vendicarsi, Pádraic, con il cuore spezzato, brucia la casa di Colm con Colm dentro. Il poliziotto locale, Peadar (Gary Lydon), che è anche il padre violento di Dominic, se ne accorge e si precipita a casa di Pádraic per picchiarlo senza pietà. Durante il tragitto, incontra l’anziana signora McCormack (Sheila Flitton), che lo conduce senza parole al cadavere del figlio sommerso dall’acqua. Il personaggio di Barry Keoghan, si è suicidato, disilluso dalla profondità della crudeltà di Pádraic, dalla partenza di Siobhán e dagli abusi sessuali e fisici del padre. Il mattino seguente, Colm incontra Pádraic e gli suggerisce che la loro faida è giunta al termine. Pádraic informa il suo ex amico che il debito di Colm non sarà saldato finché uno dei due non sarà morto.

L’inquietante signora McCormack sembra inizialmente una vecchietta fastidiosa quando viene introdotta all’inizio de Gli spiriti dell’isola. Tuttavia, in seguito, il suo personaggio assume un significato più sinistro, poiché agisce più come le figure mitologiche del titolo, avvertendo Pádraic che una o due morti colpiranno l’isola prima della fine del mese. Sebbene non si vedano “spiriti” letterali nel film, la previsione della signora McCormack si rivela giusta, anzi, cruciale per il vero significato del finale de Gli spiriti dell’isola, illustrato dalla tematica mitologica di cui il film si nutre. La prima morte è quella di Dominick, ed è proprio la signora McCormack a ritrovarne il corpo, mentre il prezioso asinello di Pádraic, Jenny, può essere considerato la seconda morte anticipata dalla sua profezia.

Tuttavia, è più che probabile che si tratti di una profezia che si autoavvera. La signora McCormack è stata inizialmente definita come una vicina ficcanaso e una sgradevole pettegola, quindi potrebbe aver detto a Pádraic di queste potenziali morti per peggiorare la sua paranoia esistente e intensificare la sua lotta con Colm. Come la maggior parte dei devoti e dispettosi abitanti di Inisherin, la signora McCormack fatica a lasciare in pace Pádraic quando c’è la possibilità di mettergli i bastoni tra le ruote. Per questo motivo, se la sua profezia si avvera, è tanto perché gioca con Pádraic quanto perché è la prova di un’azione soprannaturale. In ogni caso, la signora McCormack è sicuramente uno dei motivi per cui Gli spiriti dell’isola rientra tra i migliori film di Martin McDonagh.

La faida tra Pádraic e Colm è finalmente finita?

gli spiriti dell'isola martin mcdonaghLa faida tra Pádraic e Colm non è ancora terminata, almeno dal punto di vista emotivo, nel finale de Gli spiriti dell’isola. Se, da un lato è talmente sconsiderato da tagliarsi le dita per far sì che Pádraic lo lasci in pace, dall’altro Colm mostra per la prima volta un vero rimorso quando viene a sapere di aver accidentalmente causato la morte di Jenny. Questo, insieme alla perdita della sua casa dopo l’incendio, porta Colm a pensare che lui e Pádraic siano ormai pari. Tuttavia, anche il personaggio di Pádraic ha subito un cambiamento significativo, abbandonando la gentilezza e l’ingenuità che ne definivano il carattere dall’inizio del film. Nel finale de Gli spiriti dell’isola, Pádraic decide dunque per la distruzione reciproca assicurata piuttosto che per la pace.

Anche se Colm spera di assicurarsi un’eredità musicale come violinista prendendo le distanze dal suo ex amico, finisce invece per accendere una faida che sembra destinata a uccidere entrambi, in netto contrasto con l’ambiente idilliaco che Gli spiriti dell’isola stabilisce all’inizio. Infatti, mentre Pádraic, all’inizio del film, è beatamente ignaro dei limiti della sua esistenza di provincia, nel finale diventa quasi uan figura dispettosa e piena di odio che non ha alcun interesse a riconciliarsi con Colm. Sebbene i due abbiano mantenuto la loro comune umanità – come dimostra il momento tragicomico in cui Colm ringrazia Pádraic per essersi preso cura del suo cane e Pádraic gli assicura che non è stato un problema – il loro rapporto è irrimediabilmente distrutto. Senza che nessuno dei due abbia intenzione di lasciare l’isola, la faida tra i due è destinata a peggiorare sempre di più.

Il vero significato del finale de Gli spiriti dell’isola

barry keoghan gli spiriti dell'isolaCome il finale di Tre manifesti a Ebbing, Missouri, il film precedente di Martin McDonagh, le scene finali di Gli spiriti dell’isola sono volutamente ambigue. Per comprendere il finale di questo film, è importante tenere conto del contesto storico e culturale in cui è ambientato. Il film è ambientato nel 1923, al culmine della guerra civile irlandese, su un’isola irlandese fittizia il cui nome si traduce in “isola d’Irlanda”. Mentre la letteratura, la poesia e la musica irlandese di qualche anno prima celebravano e immortalavano giustamente la trionfale sconfitta del dominio coloniale inglese in Irlanda, le opere che mitizzavano la guerra civile che ne era seguita erano poche. Non c’era nulla di bello, di edificante o di impressionante in una guerra che divideva le famiglie e metteva gli amici l’uno contro l’altro, il che aiuta anche a individuare esattamente il periodo in cui si svolge Gli spiriti dell’isola.

Nel film, Colm cerca di consolidare quella che pensa sarà la sua eredità artistica abbandonando la gentilezza, ma questo porta Pádraic a notare che Colm non vede, in maniera molto ipocrita, nulla di sbagliato nel fare amicizia con un poliziotto corrotto che abusa di bambini, mentre si rifiuta di parlare con Pádraic perché è “ottuso”. Alla fine de Gli spiriti dell’isola, Colm desidera tornare all’ottusità della sua precedente amicizia, non più affascinato da ideali romantici di sofferenza ora che ha perso le sue dita e la sua casa a causa di un’inutile battaglia di volontà.

Tuttavia, Colm e Pádraic non possono tornare indietro, poiché, come il paese a cui sono così legati, sono ora divisi dalle loro differenze, bloccati in una lotta che alla fine costerà loro la vita. L’evoluzione drastica ma credibile del personaggio sottolinea perché Padraic è tra i migliori ruoli cinematografici di Colin Farrell. Nel finale de Gli spiriti dell’isola, Colm ottiene la terribile bellezza, l’ispirazione artistica e il significato profondo che stava cercando, ma ciò avviene a costo della sua amicizia con Pádraic, della sua casa e, ironia della sorte, anche della capacità di suonare la musica struggente che tanto ama.

Il significato del film secondo il regista Martin McDonagh

Il finale de Gli spiriti dell’isola – spiegato dal punto di vista del regista Martin McDonagh – riguarda anche l’importanza di raccontare una storia autenticamente umana. Sebbene McDonagh sia stato criticato per l’uso di archetipi irlandesi nella rappresentazione degli abitanti dell’isola, queste caratterizzazioni esagerate servono anche come strumenti allegorici per la vera storia che il regista voleva raccontare. “Il punto di partenza era catturare la tristezza di una rottura, sia essa d’amore o d’amicizia“, ha dichiarato McDonagh in un’intervista (via IndieWire).

Essere da entrambe le parti è una posizione ugualmente orribile. Trattare la tristezza di entrambe le parti nel modo più veritiero possibile era la cosa principale che volevo ottenere con questo film“. Questo spiega anche perché la faida tra Colm e Pádraic non si risolve mai: è per evocare il trauma insito in ogni relazione umana significativa. Considerando che Gli spiriti dell’isola ha ottenuto il Golden Globe 2023 come miglior commedia e nove nomination agli Oscar, McDonagh è indubbiamente riuscito nel suo intento.

Il finale di The Banshees of Inisherin ha impressionato l’Academy

The Banshees of Inisherin
Photo by Jonathan Hession. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2022 20th Century Studios All Rights Reserved

Martin McDonagh ha sicuramente fatto centro con il suo ultimo film, visto che Gli spiriti dell’isola ha ottenuto un totale di nove nomination agli Oscar 2023. Due di questi premi sono stati assegnati al solo McDonagh, per la miglior regia e la miglior sceneggiatura originale, a riprova del fatto che i suoi sforzi nel tessere una storia intricata e avvincente sono stati ampiamente ripagati.

Agli Oscar 2023, Gli spiriti dell’isola ha ricevuto ben nove candidature, per il Miglior attore (Colin Farrell), due alle Migliori attori non protagonisti (Brendan Gleeson e Barry Keoghan), Miglior attrice non protagonista (Kerry Condon), Miglior film, Miglior montaggio e Miglior colonna sonora originale. Anche se il film ne è uscito sconfitto, non aggiudicandosi neanche una statuetta, Gli spiriti dell’isola sarà ricordato come una solida voce nella filmografia di McDonagh, ed è certo che i cinefili di tutto il mondo continueranno a tenere d’occhio le prossime produzioni del regista.

Gli Spiriti dell’Isola: recensione del film con Colin Farrell

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Gli Spiriti dell’Isola: recensione del film con Colin Farrell

Dopo la parentesi americana di grande successo, Martin McDonagh si ritira nella sua Irlanda con il nuovo film, The Banshees of Inisherin, che in Italia uscirà con il titolo di Gli Spiriti dell’Isola e che vede protagonista la straordinaria coppia di suoi connazionali formata da Colin Farrell e Brendan Gleeson, che aveva già diretto in In Bruges – La coscienza dell’assassino, del 2008. 

Gli Spiriti dell’Isola, la storia

Ambientato su una remota isola al largo della costa occidentale dell’Irlanda, Gli Spiriti dell’Isola segue le vicende di due amici di vecchia data, Padraic e Colm, che si ritrovano in un’impasse quando Colm decide bruscamente di porre fine alla loro amicizia. Padraic, sbalordito, non accetta questo rifiuto e tenta di ricucire la relazione, aiutato dalla sorella Siobhan e da Dominic, un giovane isolano tormentato. I ripetuti sforzi di Padraic, tuttavia, non fanno che rafforzare la determinazione dell’ex amico e, quando Colm lancia un disperato ultimatum, gli eventi precipitano rapidamente, con conseguenze scioccanti.

Se indagare nelle paure e nei dubbi della psiche umana è un’abitudine dello sceneggiatore e regista irlandese, con Gli Spiriti dell’Isola McDonagh racconta anche quel sottile confine che traccia la separazione tra ingenuità e inettitudine, tra depressione e noia, attraverso i personaggi di Farrell e Gleeson che proprio non riescono a trovare un terreno di incontro di fronte a un cambiamento dello status quo.

Colm e Padraic, tra profondità e superficie

È questo il gap che si crea trai due: Colm, forse perché più anziano e più prossimo alla morte, sente avvicinarsi la fine e con essa l’urgenza e la necessità di lasciare qualcosa al mondo, vuole sopravvivere a se stesso e non gli basta il ricordo e l’affetto di chi lo ha conosciuto. Vuole creare musica e rimanere trai vivi, come è successo, ad esempio, a Mozart, che viene più volte citato nel film. Padraic invece si esaurisce nel qui e ora, si trascina lungo le coste dell’isola, beve birra, intrattiene conversazioni futili con chi incontra e questo lo soddisfa, perché non ci sono domande o paure, nella sua vita, almeno non fino a che Colm non comincia ad ignorarlo.

The Banshees of Inisherin
Photo by Jonathan Hession. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2022 20th Century Studios All Rights Reserved

I due interpreti regalano due performance misurate ed eleganti, dando corpo a due personaggi quasi antitetici che prendono la vita molto diversamente ma che sono entrambi sovrastati dalla paura del domani. Se da una parte c’è chi sente l’approssimarsi della fine, dall’altra non ci si pone nessun tipo di domanda e si prova ad andare avanti come se niente fosse, come se la vita fosse immobile in un eterno presente senza prospettive né cambiamenti. Cosa che non sta bene alla sorella di Padraic che invece vuole lasciare l’isola e costruire qualcosa per se stessa, per la sua vita e il suo futuro.

Martin McDonagh firma anche la sceneggiatura

La scrittura di Martin McDonagh è ancora una volta ironica e drammatica allo stesso tempo, tratteggia con grande precisione non solo i protagonisti, ma anche tutti i personaggi di contorno, creando un microcosmo realistico e coerente seppure immerso in un mondo ai margini che sembra non essere mai esistito e su cui aleggia un velo di antica magia. La decisione scatenante di Colm fa piombare Padraic in una depressione travolgente che non conosce rimedio se non la continua ricerca del confronto, la richiesta di spiegazioni e, di fronte al rifiuto dell’altro, la frustrazione totale.

Gli Spiriti dell’Isola The Banshees of Inisherin
Photo Courtesy of Searchlight Pictures. © 2022 20th Century Studios All Rights Reserved.

Un elemento importante della storia è senza dubbio l’ambientazione, che grazie all’occhio di McDonagh si mostra sempre come essenziale e fondamentale. Perché abbraccia le storie narrate, perché si erge a sfondo e testimone impassibile e perché il regista stesso riesce a sfruttarne la bellezza selvaggia senza farne una cartolina dell’azienda Soggiorno e Turismo ma rendendo il territorio uno strumento narrativo. Le lunghe traversate delle colline verdi e desolate sembrano simboleggiare la noia, la fatica, l’insoddisfazione che regna in quei luoghi, nonostante la bellezza naturale, e ogni personaggio, anche gli splendidi comprimari, trova il suo momento e il suo spazio per brillare, immerso com’è in una natura che dialoga con chi la abita.

Gli Spiriti dell’Isola racconta di un’amicizia, di chi è capace di porsi nel mondo in maniera critica e di chi invece si lascia soltanto trascinare dalla contingenza, il film di Martin McDonagh lo fa con realismo, intelligenza e delicatezza, dimostrandosi una delle opere più coese e compiute del regista. Un film piccolo con lo spirito di una bellissima novella.

Gli spietati: la trama, il cast e le curiosità sul film di Clint Eastwood

Nella lunga e gloriosa carriera di Clint Eastwood vi è un prima e un dopo il film Gli spietati. Con questo film del 1992 egli è infatti diventato a tutti gli effetti uno degli autori più importanti e significativi del cinema americano e mondiale, e da quel momento la sua filmografia non sarebbe più stata la stessa, arricchendosi di un valore nuovo. Prodotto, diretto ed interpretato dallo stesso Eastwood, il film è un cinico e crepuscolare western, che ha in un certo senso contribuito ad apporre la parola fine ad un modo di approcciarsi al genere. Dopo tale pellicola, infatti, Eastwood non realizzerà più nessun’altra storia di questo tipo, dicendo dunque addio ai personaggi che lo hanno reso celebri.

Inserito al sessantottesimo posto nella classifica dei cento migliori film di tutti i tempi, Gli spietati nasce da una sceneggiatura di David Webb Peoples, già in circolazione negli anni Settanta. Dopo essercisi imbattuto, Eastwood ritrovò in essa tutto ciò che amava e temeva del genere western, decidendo pertanto di dar vita ad un ultima incursione nel genere realizzando il film. Con le riprese svoltesi prevalentemente in Canada, il lungometraggio assunse ben presto un valore più grande di quello inizialmente immaginato. In esso il regista ha riversato tutte le sue esperienze e la sua personalità, dando vita al suo primo grande capolavoro.

Costato appena 14 milioni di dollari, Gli spietati arrivò ad incassarne circa 160 in tutto il mondo, affermandosi come uno dei maggiori successi nella carriera di Eastwood. Questo divenne poi il principale protagonista durante la stagione dei premi, e dopo numerose vittorie arrivò infine a guadagnare nove nomination agli Oscar. Qui vinse poi in quattro categorie, tra cui miglior film e miglior regia. Eastwood si consacrava così come uno dei cineasti più potenti dell’industria americana, e ancora oggi quello è indicato come il vero punto di svolta della sua carriera. Proseguendo qui nella lettura si potranno approfondire ulteriori curiosità legate alla trama e al cast del film.

La trama di Gli spietati

La storia si apre nel 1880 nello stato del Wyoming. Nella tranquilla cittadina di Big Whisky una prostituta viene sfregiata al viso da un cliente, e l’evento costringe lo sceriffo Little Bill ad entrare nella questione. L’uomo, però, impone soltanto un risarcimento tramite bestiame, pena che per le amiche della vittima è assolutamente inadeguata. Queste decidono pertanto di porre una taglia di mille dollari sulla testa del responsabile. La voce circa tale occasione si sparge ben presto in lungo e in largo, attirando l’attenzione del giovane e inesperto pistolero Schofield Kid.

Consapevole dei suoi limiti, ma desideroso di ottenere la somma, questi decide di rivolgersi all’anziano Munny, ex pistolero noto per la sua crudeltà e gli efferati crimini compiuti. Inizialmente riluttante, questi deciderà infine di unirsi al giovane, coinvolgendo anche il suo amico di vecchia data Ned. I due, che avevano ormai del tutto cambiato vita, si ritrovano così a doversi confrontare con un mondo che sembra andato avanti senza di loro.

Per Munny questa è però anche l’occasione per cercare di superare il lutto della moglie recentemente scomparsa. Giunti a Big Whisky, i tre uomini si troveranno però a doversi confrontare con una realtà ben diversa da quella immaginata. Lo sceriffo Little Bill, infatti, si rivela essere tutt’altro che un garante della legge, e si opporrà in modo quanto mai deciso all’ingresso dei tre pistoleri nel suo territorio. Provocare Munny, però, equivale a firmare la propria condanna a morte.

Gli spietati cast

Gli spietati: il cast del film

Protagonista del film, nei panni di Munny, spietato pistolero che ha ormai abbandonato la violenza, è Clint Eastwood. Dopo aver letto la sceneggiatura, l’attore si dichiarò estremamente interessato al personaggio, ritrovando in questo una naturale evoluzione di quelli già interpretati nei suoi precedenti western. Per calarsi nei suoi panni, dunque, egli si basò proprio su questi, cercando di rendere però altrettanto evidente il passaggio del tempo. Eastwood dichiarò inoltre che questo sarebbe stato l’ultimo film che avrebbe sia interpretato che diretto, anche se poi tornò nuovamente a svolgere tale doppio ruolo in alcune altre occasioni.

Dando vita a Munny, egli arrivò inoltre ad ottenere la sua prima candidatura all’Oscar come miglior attore. Accanto a lui, nel ruolo del fidato Ned Logan, vi è Morgan Freeman. I due avrebbero poi recitato nuovamente insieme per il film Million Dollar Baby. All’attore Gene Hackman era stato offerto il ruolo del controverso sceriffo Little Bill ben prima che Eastwood fosse coinvolto nel progetto. L’attore aveva però categoricamente rifiutato, salvo poi lasciarsi convincere nel momento in cui fu Clint a riproporgli la parte.

Hackman, che vinse poi l’Oscar come miglior attore non protagonista, era in realtà molto preoccupato dalla rappresentazione della violenza nel film, tranquillizzandosi poi nel comprendere che questa non era in alcun modo glorificata. Nel film è poi presente Richard Harris, noto per aver interpretato Albus Silente nei primi due film di Harry Potter, e che dà qui vita al personaggio del cacciatore di taglie Bob “L’Inglese”. Jaimz Woolvett, invece, è l’attore presente nei panni del giovane e inesperto Schofield Kid, mentre Anna Thompson è la prostituta sfregiata Delilah Fitzgerald.

Gli spietati: la spiegazione del finale del film

Nel finale del film, il killer sanguinario e spietato che è Munny riaffiora e tornato in paese solo contro tutti massacra lo sceriffo Little Bill Daggett e molti dei suoi aiutanti, con quella freddezza e quella determinazione che gli era in parte mancata nei due omicidi a pagamento per i quali era stato assoldato. Completata la vendetta, William Munny lascia il paese, intimando agli abitanti di fare un bel funerale al suo amico Ned e di non maltrattare mai più le prostitute, altrimenti tornerà e li ucciderà tutti. Con questo finale, dunque, Eastwood sembra richiamare lo spirito del vecchio western per un’ultima volta, dimostrandone il potere prima di abbandonarlo per sempre. Dopo Gli spietati, Eastwood non ha più diretto un film di questo genere.

Il trailer di Gli spietati e dove vedere il film in streaming e in TV

Per chi desidera recuperare tale titolo, è possibile farlo alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Gli spietati è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Now e Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato 10 febbraio alle ore 21:30 sul canale Rete 4.

Fonte: IMDb

Gli Spietati, trailer per il remake giapponese

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Gli Spietati, trailer per il remake giapponese

gli spietati

Gli Spietati, o almeno questo è il titolo con qui è arrivato il Italia il western di Clint Eastwood datato 1992, meglio conosciuto come Unforgiven oltreoceano, vivrà di nuovo in un remake giapponese ad opera del regista Sang-il Lee. Possiamo qui ammirarne un trailer dove vediamo il protagonista Ken Watanabe (Lettere da Iwo Jima; Inception) recitare nel ruolo di un samurai con un passato violento, in una serie di riprese suggestive e una cura particolare dell’immagine in pieno stile orientale.

Realizzare un remake  non sarà affatto facile, visto che il film originale ebbe un successo considerevole. Gli Spietati portò a casa ben 4 statuette tra cui Miglior film, Miglior regia di Eastwood e Gene Hackman come miglior attore non protagonista.

Esce il 13 Settembre in Giappone; lecito attendersi un tempo molto più consistente per l’occidente.

Gli Spietati, la spiegazione del finale: il merito non c’entra niente

A più di 30 anni dalla sua uscita, Gli spietati del 1992 rimane il punto di riferimento per la valutazione di altri western revisionisti. È un film che nemmeno il suo prolifico regista e protagonista, Clint Eastwood, ha mai del tutto superato come cineasta, anche se la sua ultima opera, “Giurato numero 2”, ha rappresentato un epilogo tematico sorprendentemente decente per la cupa e malinconica storia di William Munny.

Munny, interpretato da Clint Eastwood, è un ex fuorilegge ormai anziano che vive come un umile allevatore di maiali del Kansas e cresce due figli quando “Gli spietati” inizia nel 1880. La meta natura di questo casting non è mai passata inosservata; Eastwood si è fatto un nome interpretando cowboy moralmente flessibili (se non addirittura senza scrupoli) negli anni ’60 e ’70, in particolare negli spaghetti western di Sergio Leone. Eppure, anche per i suoi standard, Munny è un uomo violento, avendo ucciso “quasi tutto ciò che cammina o striscia” (come dice Munny durante il climax del film) prima di smettere di bere alcolici e sistemarsi con l’aiuto della sua defunta moglie.

Anche nel Vecchio West di Gli spietati non esistono riscatti semplici e lieti fini, come Munny si rende conto quando la sua fattoria inizia a fallire. Spinto a comportarsi bene con i suoi figli, recluta con riluttanza il suo vecchio amico Ned Logan (Morgan Freeman), un ex fuorilegge, per unirsi a lui e a un giovane pistolero che si fa chiamare The Schofield Kid (Jaimz Woolvett) per raccogliere una taglia per la morte di due allevatori che hanno attaccato e sfigurato una prostituta nella piccola città di Big Whiskey, Wyoming.

Un mondo di cappelli grigi e inganni

Morgan Freeman and Gene Hackman in Gli spietati (1992)
© 1992 – Warner Bros. Home Entertainment

In molti western girati prima degli anni ’50, gli eroi indossavano cappelli bianchi e i cattivi cappelli neri per riflettere le loro intenzioni. È significativo che, tra Munny e i suoi alleati, solo il vanaglorioso e ingenuo Schofield Kid aderisca a questa tradizione. Munny e Ned, invece, indossano cappelli marroni, così come lo sceriffo di Big Whiskey, “Little Bill” Daggett (Gene Hackman).

Anche senza alcun “cappello grigio” letterale, il sottotesto di Gli spietati è chiaro: le cose non sono così bianche e nere nell’ambientazione del film. Né Munny né Ned sono i mostri senza cuore che la loro reputazione suggerisce, né Little Bill è qualcuno da ammirare, come il film dimostra quando picchia brutalmente il suo vecchio rivale, English Bob (Richard Harris). Ma per quanto Little Bill conosca la sporca verità sulle bugie e le esagerazioni che Bob e i suoi simili amano raccontare sulle loro imprese, non riesce a vedere oltre la sua stessa illusione: quella di essere un nobile uomo di legge che trasforma Big Whiskey in qualcosa di meglio (un’idea che sente simboleggiata dalla costruzione della sua casa).

L’inganno non inizia e finisce con gli uomini, però. Delilah Fitzgerald (Anna Thomson), la prostituta il cui viso è stato permanentemente sfigurato, non ha subito le gravi ferite che altri sono portati a credere, eppure i suoi simili hanno diffuso la voce, sapendo che era l’unico modo per ottenere qualcosa di simile alla giustizia che Little Bill ha negato loro quando ha lasciato che gli aggressori di Delilah la facessero franca. Possono permettersi di essere decenti solo nella misura in cui gli uomini intorno a loro lo permettono.

“È una cosa tremenda, uccidere un uomo”.

Clint Eastwood, Morgan Freeman, and Jaimz Woolvett in Gli spietati (1992)
© 1992 – Warner Bros. Home Entertainment

Quando arriva il momento di sparare agli aggressori di Delilah, Ned si rende conto di non essere più in grado di uccidere altre persone, costringendo Munny a intervenire e a uccidere uno degli uomini per lui. Mentre Ned fugge, Munny e The Schofield Kid rintracciano l’altro obiettivo, e quest’ultimo lo sorprende e gli spara mentre si trova in un gabinetto. È una realtà ingloriosa e orribile rispetto a qualsiasi fantasia immaginata da The Schofield Kid, che lo spinge ad ammettere a Munny di non aver mai ucciso nessuno prima e di rinunciare alla vita da pistolero quando i due ricevono la ricompensa.

Per Munny, tuttavia, fuggire non è un’opzione quando gli viene detto che Little Bill ha scoperto la sua identità dopo aver catturato e torturato Ned a morte. È anche il momento in cui beve alcolici per la prima volta dalla morte di sua moglie, per calmare i nervi per ciò che deve essere fatto. Tonally, tuttavia, la sua azione è presentata come un momento di fallimento (che è), non di trionfo.

Allo stesso modo, lo scontro finale di Munny con Little Bill è tutt’altro che una battaglia d’onore. Piuttosto, sorprende Little Bill e la sua banda di notte nel saloon locale mentre si preparano a dare la caccia a lui e a The Schofield Kid la mattina dopo. Munny poi spara con calma al proprietario disarmato del saloon prima di abbattere la banda di Little Bill e ferire Bill. Quando Little Bill, incredulo, insiste che non si merita questo destino umiliante, Munny risponde freddamente:

“Il merito non c’entra nulla”.

Il significato del finale de Gli spietati

La replica di Munny funge da dichiarazione di tesi per Gli spietati, un film che sostiene che il selvaggio west era un luogo ingiusto dove la forza faceva il diritto e che coloro che si allontanavano dagli scontri a fuoco non erano, di per sé, tiratori decenti o addirittura esperti, ma quelli che sapevano mantenere la calma. Era ben lungi dall’essere il primo western a sminuire il genere e il suo ritratto tipicamente idealizzato del passato dell’America, ma significava qualcosa proveniente da Eastwood: un’icona di Hollywood che è diventata famosa interpretando film che glorificavano il violento Vecchio West, volutamente o meno.

Gli spietati non si tira indietro nel sottolineare questo punto, anche dopo che Munny pronuncia la sua iconica battuta. Quando Little Bill risponde: ‘Ci vediamo all’inferno, William Munny’, Munny si limita a ringhiare: ‘Sì’, prima di sparargli e andarsene dalla città, avvertendo la gente del posto che tornerà per ucciderli se non daranno a Ned una degna sepoltura o se torneranno a fare del male alle prostitute. Poi svanisce nella notte fredda e piovosa, somigliando più a uno spettro della morte che a un vendicatore giusto le cui azioni hanno risolto i problemi di tutti tranne che i suoi.

L’epilogo del film si chiude con una triste inquadratura (accompagnata dall’altrettanto triste leitmotiv di Lennie Niehaus) di Munny in piedi accanto alla tomba della moglie. E mentre il testo sullo schermo menziona le voci secondo cui Munny avrebbe poi avuto successo nel commercio di tessuti, tutto in questa scena suggerisce che questo barlume di “lieto fine”, come i miti del selvaggio west, sia sicuramente una sorta di menzogna.

Gli show e le serie tv colpiti dallo sciopero degli sceneggiatori WGA

Alle 12:01 del 2 maggio 2023 è ufficialmente iniziato lo sciopero della Writers Guild of America del 2023 e l’incapacità della WGA e dell’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP) di raggiungere una soluzione accettabile alle trattative iniziate in settimana avrà un profondo effetto a catena sul panorama televisivo, in particolare su show della seconda serata e serie tv.

Lo sciopero degli sceneggiatori WGA del 2023 colpirà soprattutto la seconda serata, ma interromperà anche la produzione di diverse serie in streaming dopo aver fallito nel soddisfare le richieste dei membri della WGA. Con gli sceneggiatori in marcia da una costa all’altra, si tratta del più grande sciopero degli ultimi 15 anni, senza una chiara fine in vista.

Jimmy Kimmel Live!

Credits: https://abc.com/shows/jimmy-kimmel-live/news/schedule/jkl-schedule-for-05012023

Il talk show di satira politica in onda sulla ABC verrà messo in pausa, quindi i fan del particolare umorismo di Jimmy Kimmel non riceveranno la dose quotidiana delle sue affabili riflessioni sugli eventi di attualità per almeno due settimane, se non di più.

Nel frattempo, la ABC trasmetterà le repliche degli episodi passati in assenza del JKL ora e nel prossimo futuro. Lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood potrebbe ostacolare il ritorno di Kimmel per un bel po’ di tempo e, per questo motivo, si attendono aggiornamenti.

Il Tonight Show di Jimmy Fallon

Golden Globes 2017 jimmy fallonJimmy Fallon non porterà nel suo studio nessun nuovo ospite questa settimana, poiché la NBC ha messo in pausa il Tonight Show per le prossime settimane. Tutte le interviste agli ospiti e le esibizioni musicali saranno rimandate e le repliche degli episodi precedenti andranno in onda al posto del nuovo materiale.

L’ex collega del SNL non apparirà sugli schermi per almeno altre due settimane, ma in passato ha espresso il suo sostegno ai suoi autori.

Il Late Show di Stephen Colbert

Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=E6l0ObY2XVM

Insieme agli altri conduttori di talk show notturni, il Late Night Show di Stephen Colbert verrà sospeso in seguito all’inizio dello sciopero della WGA, il 2 maggio, e andranno in onda delle repliche del programma al posto dei nuovi episodi.

Colbert ha menzionato l’incombente sciopero nella puntata del 1° maggio, esprimendo il suo sostegno agli autori del suo show, ai sindacati e, in caso di sciopero, si è augurato di rivedere i suoi fan tra qualche settimana.

Late Night With Seth Meyers

Seth Meyers aveva già illustrato le condizioni dello sciopero della WGA nelle puntate precedenti del Late Night with Seth Meyers, preparandosi al momento in cui la NBC lo avrebbe sospeso.

Meyers, sceneggiatore egli stesso, ha ricordato lo sciopero della WGA che si è svolto tra il 2007 e il 2008 e che è durato 100 giorni, con ripercussioni sul suo lavoro al SNL e su innumerevoli altre serie. Meyers ha poi espresso la sua totale solidarietà agli sceneggiatori di Hollywood, salutando il pubblico per qualche settimana.

Real Time With Bill Maher

Real Time with Bill Maher della HBO, che di recente ha trasmesso un episodio controverso con ospite Elon Musk, è un altro dei talk show notturni che verrà messo in pausa durante lo sciopero degli autori.

Il conduttore del talk show, schietto e a volte aggressivo, ha affrontato il tema dello sciopere nelle scorse settimane e si preparerà a rientrare nel programma tra qualche settimana. Anche in questo caso, andranno in onda delle repliche dello show.

Last Week Tonight With John Oliver

Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=hsxukOPEdgg

L’altro talk show notturno della HBO, Last Week Tonight with John Oliver, verrà sospeso e il suo pungente conduttore apparirà solo in repliche per le prossime settimane.

Oliver ha discusso dello sciopero della WGA in precedenti episodi del suo programma e ha persino fatto riferimento allo sciopero della WGA di 15 anni fa, che ha interessato il suo periodo al Daily Show. Ha espresso grande solidarietà ai membri della WGA e spera di rivedere presto i suoi fan.

The Daily Show

Il Daily Show ha già detto addio al suo ultimo conduttore Trevor Noah e ora Comedy Central sospenderà la serie a causa dello sciopero della WGA. Dopo la partenza di Noah, la serie ha avuto un cast di conduttori a rotazione, gestione che dovrebbe proseguire anche quando si ripartirà tra qualche settimana.

Anche prima del 2015, quando il conduttore di lunga data Jon Stewart se ne andò, il Daily Show ha sempre sostenuto i suoi autori e continuerà a mandare in onda delle repliche fino alla fine dello sciopero della WGA.

SNL

Mentre ci si chiedeva se il Saturday Night Live avrebbe rispettato lo sciopero della WGA, sembra che lo show settimanale di sketch comedy prenderà la stessa strada dei talk show notturni. L’ex allievo del SNL Pete Davidson avrebbe dovuto condurre la puntata del 6 maggio assieme all’ospite musicale Lil Uzi Vert, ma lo show è stato ufficialmente cancellato.

Al suo posto, la NBC trasmetterà un episodio di replica, una pratica che probabilmente continuerà il sabato successivo se non si riuscirà a raggiungere un chiaro consenso tra la WGA e l’AMPTP.

Yellowjackets

Yellowjackets serie tvAttualmente, alla sua seconda stagione, i lavori per la terza stagione di Yellowjackets si fermeranno dopo l’annuncio ufficiale dello sciopero della WGA. Con la writing room in sospeso, l’episodio 6 della seconda stagione del drama di Showtime ha una nuova data di uscita e non si sa se questo sia dovuto allo sciopero.

La co-creatrice Ashley Lyle è stata attiva sui suoi social media spiegando quanto sarà divertente riprendere a scrivere la terza stagione non appena la WGA troverà un accordo equo.

Abbott Elementary

Abbott ElementaryIl 2 maggio si sarebbe dovuta riunire la writers room per la terza stagione di Abbott Elementary, ma lo sciopero della WGA ha avuto la precedenza. Questo potrebbe influire sul numero di episodi che potranno essere scritti per la prossima stagione, a seconda di quanto durerà lo sciopero.

Poiché Abbott Elementary è uno show che viene scritto mentre va in onda, se lo sciopero si protrarrà per un periodo di tempo significativo, la terza stagione potrebbe non essere rilasciata come previsto e potrebbe anche essere molto più breve.

Cobra Kai

Tanner Buchanan Cobra KaiLa popolare serie tv Cobra Kai ha chiuso le porte della sua writers room dove si stava scrivendo la sesta stagione. Jon Hurwitz, co-creatore della serie nostalgica, si è espresso attivamente sui suoi social media per solidarizzare con lo sciopero degli sceneggiatori e per unirsi ai suoi colleghi fuori dal set della sesta stagione.

Come per Abbott Elementary, lo sciopero della WGA potrebbe influenzare il numero di episodi che i fan riceveranno nella prossima stagione.

Big Mouth

Dopo il recente annuncio da parte di Netflix dell’ottava e ultima stagione di Big Mouth, la writing room era pronta a mettersi al lavoro, ma lo sciopero WGA del 2023 ne ha bloccato il processo creativo. Si era già iniziato a sceneggiare l’ottava stagione della serie animata da sei settimane e i creatori avrebbero potuto terminarla ad agosto se non ci fossero state interruzioni.

Attualmente sono in solidarietà con i loro colleghi scrittori di Hollywood, e la pausa potrebbe influire sul numero di episodi di cui sarà composta la prossima stagione.

Stranger Things

Stranger Things 3La serie di punta del catalogo Netflix potrebbe essere in difficoltà. Non si sa ancora nulla sull’andamento della stagione 5 di Stranger Things, ma è possibile che i fratelli Duffer non ne abbiano ancora terminata la sceneggiatura, dunque lo sciopero della WGA potrebbe avere conseguenze sulla stagione finale, che andrà in onda nel 2024.

Con una conclusione così epica in arrivo, lo sciopero della Writers Guild of America potrebbe avere un impatto significativo sulle storyline della serie e ritardare la messa in onda del gran finale di Stranger Things.

Gli Sfiorati: recensione con Andrea Bosca

Gli Sfiorati: recensione con Andrea Bosca

Gli Sfiorati – Roma, giorni nostri. Mete (Andrea Bosca) è un giovane grafologo che da poco ha perso la madre spentasi dopo una lunga malattia. Il padre, andato via di casa anni prima, è in procinto di sposarsi con una donna spagnola da cui ha avuto una figlia, Belinda (Miriam Giovanelli). Suo malgrado Mete è invitato alle nozze che avranno luogo da lì a una settimana ed oltre a questo il padre chiede al ragazzo di ospitare nel frattempo l’estroversa sorellastra.

Belinda è una ragazza molto giovane ma incredibilmente sensuale e, a causa di una sorta di depressione, bivacca sul divano di Mete a guardare documentari fumando spinelli tutto il giorno. Mete è involontariamente investito da un’infatuazione che con i giorni assume i contorni di una vera e propria ossessione che lo porta a pensare a Belinda in ogni istante della sua giornata, sebbene egli faccia di tutto per evitarla. Bruno (Claudio Santamaria), suo amico e collega, formula una teoria scientifica e grafologica secondo la quale Belinda appartiene alla categoria degli “sfiorati”.

Gli “sfiorati” sono persone dotate di una sensibilità particolare che vivono più realtà insieme perdendosi spesso in esse e confondendosi in una personalità indeterminata. Anche Mete cadrà vittima in questo stesso limbo dal quale, dopo un’iniziale resistenza, non potrà e non vorrà più uscire.

La Fandango di Domenico Procacci in collaborazione con Rai Cinema presenta questo film diretto da Matteo Rovere e in uscita il prossimo 26 febbraio nelle sale italiane. Gli sfiorati è la trasposizione cinematografica di un romanzo che Sandro Veronesi scrisse negli anni ’80 e che la Fandango Libri ripropone con una nuova ristampa dal 23 febbraio.

Matteo Rovere si ripresenta alla regia con il suo secondo lungometraggio dopo essersi affermato e messosi in luce con una serie di “corti” molto apprezzati dalla critica. La storia affronta quelle emozioni e  quelle sensazioni che si presentano a noi in ogni momento della nostra vita; buona parte di esse noi le sfioriamo appena lasciandole cadere, perdere nel tempo sino a ridurle a semplici e vaghi ricordi, aliti di vento. Ma qualche volta queste emozioni, questi fremiti, che possono svilupparsi in vere e proprie ossessioni, vanno affrontate, vissute e non solo “sfiorate”, a scapito  delle relative conseguenze.

Gli SfioratiQuesto è quello che Mete ha il coraggio e l’incoscienza di fare, smettere di evitare la vita, di sfiorarla appena; egli decide di viverla sino in fondo pur temendone terrorizzato gli imprevedibili risvolti. L’ossessione per la sorellastra è sempre più forte e incontrollabile e cercare di vivere passandole accanto risulterà per lui impossibile.

Gli sfiorati è un film diretto con garbo e senza particolari eccessi dal giovane regista che ambienta la storia in una Roma un po’ ovattata e distante dalla realtà ma comunque bellissima. La trama si perde un po’ con il passare dei minuti dove ad un certo punto lo spettatore si chiede dove il film voglia condurlo forse anche un po’ annoiato dal volto inebetito del giovane protagonista che domina tutte le sequenze con fare svanito. La giovane Miriam Giovanelli è bella e provocante come la parte richiede, Santamaria convincente nei panni di un giovane padre con mille problemi da affrontare e che cerca di riportare il protagonista alla realtà.

Da segnalare la partecipazione di Asia Argento perfetta nell’interpretare una patetica ultratrentenne che dietro ad un’apparenza di successo e gratificazioni professionali nasconde una realtà di tristezza e solitudine; alla lunga, forse, il personaggio più convincente.

La sensazione è che il film non valga il romanzo o forse che il romanzo non presenti un soggetto adatto ad un film poichè in esso la storia smarrisce consistenza e non focalizza l’attenzione dello spettatore dove, desumiamo, Veronesi ha voluto condurre i suoi lettori.

Gli sceneggiatori di The Amazing Spider-Man 2 sono fan di Venom

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Gli sceneggiatori di The Amazing Spider-Man 2 sono fan di Venom

alex kurtzman e roberto orciDurante la promozione della loro ultima creatura televisiva, Sleepy Hollow, gli sceneggiatori di The Amazing Spider-Man 2 Alex Kurtzman e Roberto Orci hanno parlato del sequel del film campione di incassi la scorsa estate. In particolare i due sceneggiatori e produttori hanno detto di essere grandi fan di Venom mentre discutevano riguardo a quale altro personaggio introdurre nel franchise. In particolare Kurtzman ha detto: “Venom è un personaggio straordinario, brillante. Parte delle cose interessanti riguardo a Venom sono che lui può fare molte delle cose che Spiderman non può, e questo lo rende molto divertente ai miei occhi“.

I due sceneggiatori hanno inoltre evitato di rispondere a qualsiasi altra domanda sul personaggio, in particolare sul fatto se fosse o meno in cantiere l’idea, alla Sony, di realizzare un film su Venom, anche se la major non ha smentito il rumor che Josh Trank possa occuparsi della regia del detto film.

Ricordiamo che nel suo Spiderman 3, Sam Raimi ci diede un piccolo assaggio di Venom, coinvolgendo il talentuoso Topher Grace. Chissà quanto dovremo aspettare per rivedere di nuovo questo oscuro villain sul grande schermo!venomFonte: CBM

Gli Ospiti: al via il crowdfunding  per sostenere il film

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Gli Ospiti: al via il crowdfunding  per sostenere il film

Gli Ospiti è lungometraggio scritto, diretto e interpretato da Svevo Moltrasio in fase di pre-produzione. Dopo averci raccontato la Francia con “I Ritals”, Moltrasio torna nella sua Roma con una commedia corale dai risvolti inattesi che si svolge nell’arco di una serata in un casale alle porte della città. Dieci personaggi, perlopiù amici sui 30 e 40 anni, saranno costretti ad un confronto non privo di colpi di scena che li metterà a più riprese uno contro uno, tutti contro uno e uno contro tutti.

Sarà divertente, intrigante, ma anche angosciante e riflessivo quanto basta, alla ricerca di quel cinema, oggi sempre più raro, in equilibrio tra intrattenimento e autorialità. Una volta realizzato faremo di tutto per dargli la visibilità e distribuzione che riteniamo meriti! Il cinema sta morendo e Svevo Moltrasio, che nella vita ha sempre e solo voluto girare i suoi film, dopo anni di cortometraggi, prima poi di web serie e, soprattutto, di produzioni che hanno rimbalzato qualsiasi suo progetto, ha deciso di chiedere un aiuto alla propria community e non solo.

La produzione sarà curata da Svevo Moltrasio e Simone Bracci e per farlo è stato lanciato un crowdfunding che ha già superato i 30 mila euro. Di seguito il link alla campagna crowdfunding.

Gli orsi non esistono (KHERS NIST), recensione del film di Jafar Panahi

In concorso a Venezia 79 c’è anche Khers Nist di Jafar Panahi (Il palloncino bianco, Il Cerchio). Sul red carpet della 79ª Mostra internazionale di Venezia manca però il realizzatore, nonché l’attore principale del film: da luglio, Panahi è nuovamente sotto arresto. Tuttavia, il cineasta non demorde e porta sulla scena un’altra storia meta-cinematografica e critica nei confronti del regime iraniano.

Di cosa parla Gli orsi non esistono

Un regista (Jafar Panahi) è costretto a seguire a distanza le riprese del suo film, girato a Teheran. Da una piccola casa in un paesino rurale a pochi chilometri dalla città e dal confine, Panahi dirige la sua troupe nella realizzazione di un film su una coppia di innamorati che tenta di fuggire dall’Iran.

Allo stesso tempo, un’ipotetica foto scattata da Panahi nel villaggio contadino diventa la prova intangibile di un amore clandestino. Il regista segue da vicino queste due storie d’amore: in entrambi casi, è lui a tenere le fila dei rapporti.

Conflittualità diffusa

Gli orsi non esistono è attraversato da una tensione perenne che, assumendo varie forme, cresce scena dopo scena. Nel film che il regista sta girando in città, i personaggi sono visibilmente preoccupati. Ma la situazione nel villaggio non è molto diversa: un luogo apparentemente tranquillo, legato alle tradizioni e fatto di persone semplici, si rivela ugualmente carico di conflitti.

Anche se Gli orsi non esistono non può definirsi un film violento, guardandolo si ha la disturbante sensazione che basti davvero poco, anche una fotografia, per scatenare gli animi. Il film è quindi critico, ma non è privo di ironia. Panahi usa la metafora degli orsi per parlare di mentalità, di tradizioni, di regole e abitudini che, sulla base del nulla, sono in grado di generare paure reali.

Una celebrazione dei mezzi cinematografici

Al di là delle tematiche politiche tanto care a PanahiGli orsi non esistono è una celebrazione dell’arte cinematografica. Cineprese, hard disk, video amatoriali, montaggi meta-narrativi, sequenze notturne: tutto rimanda al lavoro della macchina cinematografica in ogni suo fase. I commenti tecnici, il lavoro con gli attori, la voglia di catturare la vita del villaggio, tutti questi elementi esprimono l’amore di Panahi per la settima arte.

La figura demiurgica di Panahi

Panahi è il demiurgo de Gli orsi non esistono: né è il regista,  lo sceneggiatore e l’attore principale. Non solo nella realtà, ma anche nella meta-narrazione. È lui che muove l’azione, sul set-verità di Teheran e nella dinamiche del villaggio. Tuttavia, sembra che gli avvenimenti cadano addosso a Panahi: tutti si muovono, si agitano, cercano la fuga, l’amore, la felicità e la vendetta, mentre lui non fa altro che riprendere, suggerire e osservare.

khers nist panahiSicuramente, Panahi ha voluto inserire molto della sua condizione di cineasta indipendente in un paese come l’Iran. Stoico e silenzioso, il regista indossa sempre la stessa espressione ed emette pochissime parole. La sua figura, in parte dà sicurezza, in parte appare stanca e svogliata a combattere l’ennesima battaglia. Guardando Gli orsi non esistono si ha come la sensazione che il dovere di raccontare una storia simile alle precedenti (vedi Taxi Teheran) sia maggiore della voglia di realizzare il film.

Sbilanciarsi di fronte a tematiche come la migrazione, la libertà e i confini è rischioso. Tuttavia, va detto che quello che davvero si apprezza di un film come Gli orsi non esistono è il gioco narrativo: il mescolamento di cinematografico e meta-cinematografico, il parallelismo delle due storie d’amore. E alla fine il confine veramente interessante è quello, molto labile, tra finzione e realtà.

Gli omicidi di Pont D’Arc: dal cast alle location, tutto quello che c’è da sapere sul film

Arriva per la prima volta su Rai 2 il film francese Gli omicidi di Pont D’Arc (titolo italiano di Le secret de la grotte), diretto nel 2023 da Christelle Raynal. Si tratta di un film per la TV che si basa su una celebre località e sito turistico francese per proporre un racconto di carattere thriller dove il mistero nel presente si lega ad un caso del passato rimasto irrisolto. Un titolo dunque dove si mescolano più elementi ed atmosfere.

Il film, realizzato dunque unicamente per la TV francese, arriva ora anche sugli schermi italiani, ed è l’ideale per gli appassionati di questo genere, attratti dai misteri e dal percorso che si compie per arrivare alla loro risoluzione. Oltre a ciò, il film è un titolo che suscita interesse anche solo per il suo mostrare una serie di location di grande fascino e che sono qui vere e proprie protagoniste di questo racconto.

In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Gli omicidi di Pont D’Arc. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location dove si sono svolte le riprese. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Gli omicidi di Pont D'Arc trama film
Catherine Davenier e Élodie Varlet in Gli omicidi di Pont D’Arc

La trama di Gli omicidi di Pont D’Arc

Il film ha per protagonisti il capitano della gendarmeria francese Riad Lekcir e la responsabile della sezione scientifica Manon Ferret-Duval. I due sono legati da un passato controverso e doloroso. Nel 1994, Kamel, fratello maggiore di Riad, fu accusato di aver ucciso i genitori di Manon. All’epoca Kamel aveva otto anni e quando vide crollare i suoi alibi si suicidò. Ora Riad e Manon sono colleghi e devono collaborare su un caso molto singolare.

Il cadavere di un uomo è stato rinvenuto sulle rive dell’Ardèche, si tratta di una figura nota agli abitanti della zona. L’arma del delitto è la lama di una pietra intagliata più di 40 mila anni fa, periodo corrispondente alla presenza dell’uomo nella grotta rupestre scoperta proprio nel 1994. Gli investigatori devono mettere da parte i traumi del passato e portare avanti le indagini, che sveleranno un legame tra l’omicidio e il dramma avvenuto trent’anni prima.

Il cast del film

Ad interpretare Riad Lekcir vi è l’attore Samy Gharbi, noto per il suo ruolo ricorrente nella serie Demain nous. Accanto a lui, nel ruolo di Manon Ferret-Duval, vi è invece l’attrice Élodie Varlet, meglio conosciuta per il suo ruolo di Estelle Cantorel nella serie televisiva Plus Beautiful Life, di cui è diventata una delle attrici ricorrenti fin dal suo arrivo alla fine del 2006. Accanto a loro, recitano Catherine Davenier Serge Riaboukin nei ruoli di Nathalie e Étienne Ferret, genitori adottivi di Manon.

Per quanto riguarda il suo ruolo, Élodie Varlet ha dichiarato nel corso di un’intervista che: “Non ho avuto il tempo di incontrare la polizia o altre tipologie di forze dell’ordine, per prepararmi con loro al ruolo. Ma cinque anni prima avevo già avuto l’opportunità di interpretare un commissario e quindi conoscevo già un po’ come si svolge il lavoro del mio personaggio in questo film. Ciò che dovevo fare qui era però più un approfondimento sul piano personale di ciò che Manon sta vivendo“.

Gli omicidi di Pont D'Arc location
Samy Gharbi e Élodie Varlet in Gli omicidi di Pont D’Arc

Le location dove è stato girato Gli omicidi di Pont D’Arc

Per quanto riguarda le location, queste si sono svolte a Vallon-Pont-d’Arc, nel dipartimento delle Ardèche, Francia. Si tratta di un un comune francese la cui importanza come destinazione turistica risiede principalmente nel fatto che è il punto di partenza per la discesa delle gole dell’Ardèche (da Pont d’Arc a Saint-Martin-d’Ardèche). Il comune ospita anche la Grotte Chauvet, Patrimonio dell’Umanità, e la sua replica, la Grotte Chauvet 2.
La “porta d’ingresso naturale” delle gole dell’Ardèche è anche detta pont d’Arc e si tratta di un arco naturale che ha una lunghezza di 60 metri e un’altezza di 54 metri ed è stato aperto dal fiume Ardèche. Si tratta di un sito noto per i canoisti nonché meta turistica particolarmente gettonata proprio per il fascino che è capace di suscitare con la sua particolare forma e collocazione.

Il trailer di Gli omicidi di Pont D’Arc e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di sabato 1 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 2. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

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