Reduce dalla
Quinzaine des Réalisateurs di Cannes,
Queen and Country è il sequel del famoso
Hope and Glory (1987), sempre ad opera
del grande regista inglese John Boorman, il quale
ha diretto pellicole del calibro di Point
Blank, Un tranquillo Weekend di paura,
Excalibur, La Foresta di
Smeraldo.
Queen and
Country catapulta con grazia e maestria in vicende
molto distanti emotivamente dallo spettatore: dopo la Londra dei
bombardamenti, ora il protagonista Bill Rohan vive lontano dalla
famiglia la leva obbligatoria per la guerra di Korea.
La breve clip iniziale da
Hope and Glory suggella immediatamente
l’intimo collegamento con il precedente film e offre la chiave di
lettura del film, che è quella dell’ironia, della leggerezza e
della memoria.
Conferma è data dalla spassosa scena
del nazista che si getta nel Thames, ucciso a ripetizione: Bill
abita infatti con la famiglia in un’isoletta vicino agli Shepperton
Studios e il cinema avrà un ruolo fondamentale nella sua vita. Del
resto si tratta di eventi in parte autograbiografici.
La leva rispetto alla pace idilliaca
della casa sul fiume viene qui vissuta come una vera e propria
prigionia, della quale però Bill e l’inseparabile amico Percy
cercano lati buffi e comici, pur tra i soprusi di sadici e
nevrotici superiori: le atmosfere e l’ironia con cui questa
prigionia è trattata tende a ricordare Stalag
17 di Wilder e La Grande
Fuga di Sturges.
Del resto è il punto di vista dei
due scapestrati amici a rendere Queen and
Country del tutto peculiare: la regina e la nazione
del titolo sono vissuti più come zimbelli che simboli ispiratori di
comportamenti virtuosi ed esser lavativi non è un disonore ma un
furbo stile di vita per portare a casa pelle e mente integri, il
tutto da contrapporre all’addestramento che insegna invece, lavando
il cervello, gesti del tutto innaturali e folli, come il lanciarsi
contro una mitragliatrice.
Il film mostra al contrario un
addestramento al piacere e alla vita nonostante tutto: nonostante
la miseria umana, nonostante i traumi inferti dalle guerre, le
regole imposte
Parte integrante del percorso è la
vita amorosa, la quale, come la vita militare è vissuta all’ombra
del repressivo fantasma della nazione, analogamente è resa ostica
dal fantasma morale della regina, che aleggia su testa e cuore
delle ragazze, in particolare della misteriosa Ophelia amata dal
Bill.
Queen and
Country, perfetto e gradevolissimo per stile
registico ed estetica in generale, è un film estremamente personale
che poco si cura delle convenzioni narrative. Ha il respiro dei
film autobiografici e malinconici, che si basano sulle piccole cose
importanti e nei quali non si percepisce alcun bisogno di stupire:
un bellissimo e sentito ritratto di un’epoca, una galleria di
personaggi difficili da dimenticare.