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Cafè Society: una seconda clip dal film di Woody Allen

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Cafè Society: una seconda clip dal film di Woody Allen

Arriva il 29 ottobre al cinema Cafè Society, il nuovo film di Woody Allen già visto all’ultimo Festival di Cannes. Nel film vediamo protagonisti Jesse Eisenberg e Kristen Stewart.

Leggi la recensione di Café Society

Presentata in anteprima al festival di Cannes, la pellicola segue il viaggio di Bobby Dorfman dal Bronx, dove è nato, a Hollywood. Sul set del film un cast incredibile: Jesse Eisenberg, Blake Lively, Kristen Stewart, Steve Carell, Jeannie Berlin, Parker Posey.

Cannes 2016 – Woody Allen presenta Café Society: “Finché potrò, girerò film”

Il film vede la coppia Kristen Stewart e Jesse Eisenberg collaborare per la terza volta dopo Adventureland del 2009 e American Ultra, uscito negli Stati Uniti questo mese.

cafè society sCafé Society partecipa un nutrito cast, vera e propria consuetudine per Allen, che comprende Kristen Stewart e Jesse Eisenberg affiancati da Blake Lively, Parker Posey e Steve Carell (che ha rimpiazzato Bruce Willis a riprese già ampiamente in corso).

La storia ruota attorno a un giovane uomo che arriva nella Hollywood degli anni trenta del secolo scorso sperando di lavorare nell’industria cinematografica. Si ritroverà trascinato nella “café society” (il termine precedente a quello di “Jet Set” nato negli anni cinquanta) che definiva lo spirito dell’epoca.

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Cafè Society: trailer e poster del film di Woody Allen che apre Cannes

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Ecco il primo trailer ufficiale di Café Society, il film di Woody Allen che verrà presentato in apertura fuori concorso alla 69esima edizione del Festival di Cannes. Il film è stato girato tra Los Angeles e New York la scorsa estate. Ecco il trailer:

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Il film vede la coppia di attori collaborare per la terza volta dopo Adventureland del 2009 e American Ultra, uscito negli Stati Uniti questo mese.

cafè society sA Café Society partecipa un nutrito cast, vera e propria consuetudine per Allen, che comprende Kristen Stewart e Jesse Eisenberg affiancati da Blake Lively, Parker Posey e Steve Carell (che ha rimpiazzato Bruce Willis a riprese già ampiamente in corso).

La storia ruota attorno a un giovane uomo che arriva nella Hollywood degli anni trenta del secolo scorso sperando di lavorare nell’industria cinematografica. Si ritroverà trascinato nella “café society” (il termine precedente a quello di “Jet Set” nato negli anni cinquanta) che definiva lo spirito dell’epoca.

Cafè Society: Steve Carell nella nuova clip in italiano

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Cafè Society: Steve Carell nella nuova clip in italiano

È stata diffusa dalla Warner Bros Italia la nuova clip in italiano di Cafè Society, il film di Woody Allen che ha aperto l’ultimo festival di Cannes e che arriverà al cinema il prossimo 29 ottobre.

Protagonista della clip è Steve Carell, che nel film interpreta il ricco e famoso zio di Jesse Eisenberg. Il rulo er stato inizialmente affidato a Bruce Willis che però a riprese già cominciate ha lasciato il progetto.

Ecco la clip:

Leggi la recensione di Café Society

Presentata in anteprima al festival di Cannes, la pellicola segue il viaggio di Bobby Dorfman dal Bronx, dove è nato, a Hollywood. Sul set del film un cast incredibile: Jesse Eisenberg, Blake Lively, Kristen Stewart, Steve Carell, Jeannie Berlin, Parker Posey.

Cannes 2016 – Woody Allen presenta Café Society: “Finché potrò, girerò film”

Il film vede la coppia Kristen Stewart e Jesse Eisenberg collaborare per la terza volta dopo Adventureland del 2009 e American Ultra, uscito negli Stati Uniti questo mese.

cafè society sCafé Society partecipa un nutrito cast, vera e propria consuetudine per Allen, che comprende Kristen Stewart e Jesse Eisenberg affiancati da Blake Lively, Parker Posey e Steve Carell (che ha rimpiazzato Bruce Willis a riprese già ampiamente in corso).

La storia ruota attorno a un giovane uomo che arriva nella Hollywood degli anni trenta del secolo scorso sperando di lavorare nell’industria cinematografica. Si ritroverà trascinato nella “café society” (il termine precedente a quello di “Jet Set” nato negli anni cinquanta) che definiva lo spirito dell’epoca.

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Café Society: recensione del film di Woody Allen

Café Society: recensione del film di Woody Allen

Nonostante i titoli di testa, il loro font, la musica jazz siano sempre identici dopo decenni, come segno assoluto di riconoscibilità, Café Society è in realtà per Woody Allen un debutto più che particolare. Spinto probabilmente dai nuovi Amazon Studios, l’autore di Manhattan si piega al digitale, abbandonando (per sempre?) la cara pellicola. Una scelta che fa quasi sorridere e temere, vista la sinossi e le location del film: siamo divisi fra Los Angeles, terra di opportunità, di peccato, di finanza e affari, e New York, patria dei gangster, dei Night Club, della famiglia, in pieni anni trenta. Gli unici elementi che legano i due mondi sono il vino e il suo fratello più nobile champagne, che all’epoca scorrono a fiumi. Un po’ come l’amore, finita una bottiglia se ne apre subito un’altra, un modo per dimenticare le piccolezze della quotidianità, per affogare il nostro eterno senso di insoddisfazione che ci spinge a lasciare mogli fedeli, a inseguire la strada più facile per il successo personale.

Café Society di Woody Allen

Café Society è così un lavoro a metà, che attraverso le due città simbolo dell’America rappresenta la morsa del desiderio e della ragione, che nel mezzo schiaccia i suoi protagonisti e il pubblico. Nonostante non si possa parlare di uno dei migliori lavori di Woody Allen, poiché non possiede la grinta e il carattere degli anni migliori, il modo in cui vede il cinema, lo scrive e lo racconta è sempre immutato rispetto al passato. Chi si aspetta un cambiamento di forma, di stile, resterà per l’ennesima volta deluso, poiché Woody è sempre poetico (soprattutto nella Grande Mela), affronta il cammino con calma, senza cedere alla pressione, e pone nella scrittura la sua tradizionale ironia nei confronti del mondo (e della religione, dei rapporti sentimentali, della legge e così via), affidando anche grande responsabilità ai suoi interpreti.

Il cast, per ripagare la fiducia, è impeccabile: Kristen Stewart, usata spesso per ruolo riflessivi, nostalgici, è invece sorridente, ammaliante, acqua e sapone, affiancata da una Blake Lively spontanea, ugualmente felice e fatale. L’intero soggetto è però sulle spalle di Steve Carell, statuario e fallibile come ogni uomo d’affari, e Jesse Eisenberg, incarnazione del Woody Allen più nevrotico e insicuro. Durante la visione più volte vi capiterà di sovrapporre il viso tragicomico di Allen a quello più giovane di Eisenberg, pensando “chissà che film sarebbe stato 20 anni fa…”.

Café SocietySicuramente, dal punto di vista fotografico, sarebbe stato più in linea con i toni, più graffiante, nostalgico e credibile. Anche se Vittorio Storaro non sbaglia un colpo, un movimento, un’inquadratura, le immagini troppo pulite fanno a pugni con tutto il resto: si fatica a credere agli ambienti, alle azioni, a Los Angeles i set sono anche talvolta spogli, artificiali (che sia pensato appositamente, per dipingere una città lontana dal protagonista?). Oltre l’aspetto visivo però ci troviamo di fronte alla classica poetica alleniana, come già ricordato: questa ci invita a prendere in mano il nostro destino come a subirlo, in quanto pedine impotenti ma non troppo, amanti fedeli ma non troppo, madri apprensive ma non troppo. L’unica certezza è che finita una bottiglia di vino o di champagne, se ne apre un’altra, come i film di Woody Allen; non sempre il contenuto è bene invecchiato, ma si ha comunque un nuovo escamotage per abbandonare per 90 minuti il presente, con classe, qualche rimpianto e un pizzico di malinconia.

Café Society: recensione del film di Woody Allen

Café Society: recensione del film di Woody Allen

Nonostante i titoli di testa, il loro font, la musica jazz siano sempre identici dopo decenni, come segno assoluto di riconoscibilità, Café Society è in realtà per Woody Allen un debutto più che particolare.

Spinto probabilmente dai nuovi Amazon Studios, l’autore di Manhattan si piega al digitale, abbandonando (per sempre?) la cara pellicola. Una scelta che fa quasi sorridere e temere, vista la sinossi e le location del film: siamo divisi fra Los Angeles, terra di opportunità, di peccato, di finanza e affari, e New York, patria dei gangster, dei Night Club, della famiglia, in pieni anni trenta.

Gli unici elementi che legano i due mondi sono il vino e il suo fratello più nobile champagne, che all’epoca scorrono a fiumi. Un po’ come l’amore, finita una bottiglia se ne apre subito un’altra, un modo per dimenticare le piccolezze della quotidianità, per affogare il nostro eterno senso di insoddisfazione che ci spinge a lasciare mogli fedeli, a inseguire la strada più facile per il successo personale.

Café SocietyCafé Society è un lavoro che attraversa le due città simbolo dell’America

Café Society è così un lavoro a metà, che attraverso le due città simbolo dell’America rappresenta la morsa del desiderio e della ragione, che nel mezzo schiaccia i suoi protagonisti e il pubblico. Nonostante non si possa parlare di uno dei migliori lavori di Woody Allen, poiché non possiede la grinta e il carattere degli anni migliori, il modo in cui vede il cinema, lo scrive e lo racconta è sempre immutato rispetto al passato. Chi si aspetta un cambiamento di forma, di stile, resterà per l’ennesima volta deluso, poiché Woody è sempre poetico (soprattutto nella Grande Mela), affronta il cammino con calma, senza cedere alla pressione, e pone nella scrittura la sua tradizionale ironia nei confronti del mondo (e della religione, dei rapporti sentimentali, della legge e così via), affidando anche grande responsabilità ai suoi interpreti.

Il cast, per ripagare la fiducia, è impeccabile: Kristen Stewart, usata spesso per ruolo riflessivi, nostalgici, è invece sorridente, ammaliante, acqua e sapone, affiancata da una Blake Lively spontanea, ugualmente felice e fatale. L’intero soggetto è però sulle spalle di Steve Carell, statuario e fallibile come ogni uomo d’affari, e Jesse Eisenberg, incarnazione del Woody Allen più nevrotico e insicuro. Durante la visione più volte vi capiterà di sovrapporre il viso tragicomico di Allen a quello più giovane di Eisenberg, pensando “chissà che film sarebbe stato 20 anni fa…”.

cafe societyGuarda il trailer italiano di Cafè Society

Sicuramente, dal punto di vista fotografico, sarebbe stato più in linea con i toni, più graffiante, nostalgico e credibile. Anche se Vittorio Storaro non sbaglia un colpo, un movimento, un’inquadratura, le immagini troppo pulite fanno a pugni con tutto il resto: si fatica a credere agli ambienti, alle azioni, a Los Angeles i set sono anche talvolta spogli, artificiali (che sia pensato appositamente, per dipingere una città lontana dal protagonista?). Oltre l’aspetto visivo però ci troviamo di fronte alla classica poetica alleniana, come già ricordato: questa ci invita a prendere in mano il nostro destino come a subirlo, in quanto pedine impotenti ma non troppo, amanti fedeli ma non troppo, madri apprensive ma non troppo. L’unica certezza è che finita una bottiglia di vino o di champagne, se ne apre un’altra, come i film di Woody Allen; non sempre il contenuto è bene invecchiato, ma si ha comunque un nuovo escamotage per abbandonare per 90 minuti il presente, con classe, qualche rimpianto e un pizzico di malinconia.

Cafè Society: prime clip dal film di Woody Allen

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Cafè Society: prime clip dal film di Woody Allen

Arrivano online le prime clip in inglese tratte da Café Society, il film di Woody Allen che verrà presentato in apertura fuori concorso alla 69esima edizione del Festival di Cannes. Il film è stato girato tra Los Angeles e New York la scorsa estate.

Ecco i video di seguito:

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Il film vede la coppia di attori collaborare per la terza volta dopo Adventureland del 2009 e American Ultra, uscito negli Stati Uniti questo mese.

cafè society sA Café Society partecipa un nutrito cast, vera e propria consuetudine per Allen, che comprende Kristen Stewart e Jesse Eisenberg affiancati da Blake Lively, Parker Posey e Steve Carell (che ha rimpiazzato Bruce Willis a riprese già ampiamente in corso).

La storia ruota attorno a un giovane uomo che arriva nella Hollywood degli anni trenta del secolo scorso sperando di lavorare nell’industria cinematografica. Si ritroverà trascinato nella “café society” (il termine precedente a quello di “Jet Set” nato negli anni cinquanta) che definiva lo spirito dell’epoca.

Fonte

Café Society: prima clip del film con Kristen Stewart

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Café Society: prima clip del film con Kristen Stewart

Guarda la prima clip di Café Society, il nuovo film di  ambientata negli anni ’30 del regista Premio Oscar Woody Allen.

Leggi la recensione di Café Society

Presentata in anteprima al festival di Cannes, la pellicola segue il viaggio di Bobby Dorfman dal Bronx, dove è nato, a Hollywood. Sul set del film un cast incredibile: Jesse Eisenberg, Blake Lively, Kristen Stewart, Steve Carell, Jeannie Berlin, Parker Posey.

Cannes 2016 – Woody Allen presenta Café Society: “Finché potrò, girerò film”

Il film vede la coppia Kristen Stewart e Jesse Eisenberg collaborare per la terza volta dopo Adventureland del 2009 e American Ultra, uscito negli Stati Uniti questo mese.

cafè society sCafé Society partecipa un nutrito cast, vera e propria consuetudine per Allen, che comprende Kristen Stewart e Jesse Eisenberg affiancati da Blake Lively, Parker Posey e Steve Carell (che ha rimpiazzato Bruce Willis a riprese già ampiamente in corso).

La storia ruota attorno a un giovane uomo che arriva nella Hollywood degli anni trenta del secolo scorso sperando di lavorare nell’industria cinematografica. Si ritroverà trascinato nella “café society” (il termine precedente a quello di “Jet Set” nato negli anni cinquanta) che definiva lo spirito dell’epoca.

Café Society: nuovo poster con Kristen Stewart e Jesse Eisenberg

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Café Society: nuovo poster con Kristen Stewart e Jesse Eisenberg

Kristen Stewart e Jesse Eisenberg sono i protagonisti del nuovo poster di Café Society, l’ultimo film di Woody Allen visto al Festival di Cannes 2016.

Leggi la recensione di Café Society

Potete vedere il poster di seguito:

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Cannes 2016 – Woody Allen presenta Café Society: “Finché potrò, girerò film”

Il film vede la coppia Kristen Stewart e Jesse Eisenberg collaborare per la terza volta dopo Adventureland del 2009 e American Ultra, uscito negli Stati Uniti questo mese.

cafè society sA Café Society partecipa un nutrito cast, vera e propria consuetudine per Allen, che comprende Kristen Stewart e Jesse Eisenberg affiancati da Blake Lively, Parker Posey e Steve Carell (che ha rimpiazzato Bruce Willis a riprese già ampiamente in corso).

La storia ruota attorno a un giovane uomo che arriva nella Hollywood degli anni trenta del secolo scorso sperando di lavorare nell’industria cinematografica. Si ritroverà trascinato nella “café society” (il termine precedente a quello di “Jet Set” nato negli anni cinquanta) che definiva lo spirito dell’epoca.

Cafè Society: due nuove immagini con Kristen Stewart

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Cafè Society: due nuove immagini con Kristen Stewart

Arrivano online due nuove immagini tratte da Café Society, il film di Woody Allen che verrà presentato in apertura fuori concorso alla 69esima edizione del Festival di Cannes. Il film è stato girato tra Los Angeles e New York la scorsa estate.

Le immagini, che trovate nella gallery di seguito, hanno come protagonista Kristen Stewart:

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Il film vede la coppia di attori collaborare per la terza volta dopo Adventureland del 2009 e American Ultra, uscito negli Stati Uniti questo mese.

cafè society sA Café Society partecipa un nutrito cast, vera e propria consuetudine per Allen, che comprende Kristen Stewart e Jesse Eisenberg affiancati da Blake Lively, Parker Posey e Steve Carell (che ha rimpiazzato Bruce Willis a riprese già ampiamente in corso).

La storia ruota attorno a un giovane uomo che arriva nella Hollywood degli anni trenta del secolo scorso sperando di lavorare nell’industria cinematografica. Si ritroverà trascinato nella “café society” (il termine precedente a quello di “Jet Set” nato negli anni cinquanta) che definiva lo spirito dell’epoca.

Café Society: Blake Lively nel nuovo poster

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Café Society: Blake Lively nel nuovo poster

Kristen Stewart, Jesse Eisenberg e Blake Lively sono i protagonisti del nuovo poster di Café Society, l’ultimo film di Woody Allen visto al Festival di Cannes 2016.

Leggi la recensione di Café Society

Potete vedere il poster di seguito:

café society

Cannes 2016 – Woody Allen presenta Café Society: “Finché potrò, girerò film”

Il film vede la coppia Kristen Stewart e Jesse Eisenberg collaborare per la terza volta dopo Adventureland del 2009 e American Ultra, uscito negli Stati Uniti questo mese.

cafè society sA Café Society partecipa un nutrito cast, vera e propria consuetudine per Allen, che comprende Kristen Stewart e Jesse Eisenberg affiancati da Blake Lively, Parker Posey e Steve Carell (che ha rimpiazzato Bruce Willis a riprese già ampiamente in corso).

La storia ruota attorno a un giovane uomo che arriva nella Hollywood degli anni trenta del secolo scorso sperando di lavorare nell’industria cinematografica. Si ritroverà trascinato nella “café society” (il termine precedente a quello di “Jet Set” nato negli anni cinquanta) che definiva lo spirito dell’epoca.

Fonte: Empire

Cafarnao: il trailer italiano del film di Nadine Labaki

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Cafarnao: il trailer italiano del film di Nadine Labaki

Ecco il trailer e il poster italiani del film Cafarnao – Caos e miracoli di Nadine Labaki, nelle sale italiane dall’11 aprile distribuito da Lucky Red.

Candidato agli Oscar® e ai Golden Globe 2018 nella categoria miglior film straniero e vincitore del Premio della Giuria a Cannes, il film è un’opera struggente ed emozionante. Al centro della vicenda Zain, un bambino coraggioso di Beirut che decide di ribellarsi alla vita difficile a cui sembra essere destinato. Dopo il sorprendente esordio alla regia con “Caramel” nel 2007, la cineasta libanese torna dietro la macchina da presa per raccontare, ancora una volta, la complessa realtà della Beirut contemporanea, stavolta attraverso lo sguardo emozionante del piccolo Zain.

Cafarnao – Caos e miracoli è frutto di mesi di ricerca sul campo della regista, che nella realizzazione dell’opera ha coinvolto attori non professionisti e con esistenze molto vicine a quelle raccontate nel film. Il giovane protagonista è stato individuato nel 2016 nel suo quartiere a Beirut dalla direttrice del casting che rimase subito affascinata dalla complessità del suo carattere: una sintesi di umorismo e straziante carisma, che fa di lui la “perla rara” che Nadine Labaki stava cercando. In allegato il poster italiano e il pressbook del film.

Zain ha dodici anni, ha una famiglia numerosa e dal suo sguardo trapela il dramma vissuto da un intero Paese. Siamo a Beirut, nei quartieri più disagiati della città. Zaid non ha però perso la speranza ed è pronto a ribellarsi al sistema, portando in tribunale i suoi stessi genitori…

Cafarnao, la recensione del film di Nadine Labaki

Cafarnao

Cadaveri Eccellenti di Francesco Rosi con Max Von Sydow

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Cadaveri Eccellenti è il film del 1976 di Francesco Rosi (Il caso Mattei) con protagonisti nel cast di Lino Ventura, Renato Salvatori, Max Von Sydow e Alain Cuny.

La trama di Cadaveri Eccellenti – In un luogo piuttosto vago, non specificato ma ben immaginabile (passiamo infatti dalla Sicilia a Roma), vengono uccisi alcuni magistrati. A prendere in mano le indagini l’ispettore Amerigo Rogas (Lino Ventura). I primi sospetti di Rogas ricadono su di un farmacista, condannato ingiustamente anni prima per un presunto avvelenamento e poi scomparso. Quando il misterioso assassino arriva però ad uccidere anche a Roma il capo della polizia ordina a Rogas di spostare le indagini sui gruppuscoli dell’estrema sinistra. L’ispettore non convinto decide di continuare per la sua strada finché non scopre un terribile complotto.

Cadaveri Eccellenti, il film

Analisi: Francesco Rosi, napoletano, classe 1922, regista, autore e sceneggiatore, inizia a muovere i passi da cineasta nei primi anni ‘50. A lui dobbiamo il cosiddetto filone dei “film d’inchiesta”, film coraggiosi, di denuncia politica che ripercorrono la vita del malavitoso siciliano, dal capolavoro del 1962 Salvatore Giuliano passando per Le mani sulla città dell’anno successivo, con Rod Steiger, in cui viene denunciato lo Stato e lo sfruttamento edilizio a Napoli. Cadaveri Eccellenti viene distribuito nelle sale italiane a novembre del 1976 e presentato fuori concorso al 29° Festival di Cannes.

Cadaveri Eccellenti, dal romanzo di Leonardo Sciascia

Rosi sceglie di ispirarsi al romanzo di Leonardo Sciascia, Il contesto. Un compito non certo semplice, adattare per lo schermo un libro, parodia-denuncia di un’Italia fin troppo vaga, dai richiami e dai flashback però, così terribilmente in sintonia con la realtà. E parliamo degli anni ’70, quelli che il nostro paese ricorda come gli “Anni di Piombo”. Le forze occulte e i rapporti con lo Stato, le tentazioni golpistiche, le rivolte studentesche. Un arco temporale conclusosi sul sorgere degli anni ’80, anni in cui la dialettica della politica fu estremizzata e trasformata in violenza, lotta armata e terrorismo. Piccolo accenno per chi non lo sapesse, Il termine Anni di Piombo deriva dall’omonimo film di Margarethe Von Trotta del 1981, che ritraeva l’analoga situazione contemporanea presente nella Germania Ovest. Insomma, solo un genio dal cuore impavido poteva permettersi di dipingere un quadro così complesso. Parliamo di un uomo che ha fatto della macchina da presa l’arma più forte, la libertà d’espressione. La stessa che gli ha permesso di aggiudicarsi un posto di primaria importanza nel panorama del cinema italiano.

Cadaveri EccellentiUn autore disinibito e pungente ma altrettanto elegante e professionale che ha raccontato l’Italia agli italiani servendosi dei volti più noti del cinema di quei tempi, Gian Maria Volonté, Philippe Noiret e Lino Ventura. Contribuiscono alla riuscita del film, un cast di altissimo livello: il già citato Ventura, Renato Salvatori, Max Von Sydow, Alain Cuny, Fernando Rey, Charles Vanel, Francesco Callari, Paolo Bonacelli, Tino Carraro. Ricordiamo in fase di sceneggiatura oltre a Rosi, hanno collaborato Tonino Guerra e Lino Iannuzzi. La splendida fotografia, che riporta alle sfumature neorealistiche, di Pasqualino De Santis. Montaggio, Ruggero Mastroianni, fratello di Marcello. Le musiche di Piero Piccioni e Astor Piazzolla. Per la scenografia e i costumi rispettivamente Andrea Crisanti e Enrico Sabbatini.

“La verità non è sempre rivoluzionaria”. Un epilogo drammatico, un film scomodo che ha suscitato non poche polemiche. Vincitore di due David di Donatello per miglior regia e miglior film. L’essenza di un’epoca, di una realtà messa a nudo davanti allo specchio. Ecco perché, Cadaveri Eccellenti, rientra a pieni voti nella lista dei titoli “assolutamente da vedere”.

Caccia all’uomo per Gerard Butler

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L’attore sarà protagonista del nuovo film diretto da Breck Eisner (La città verrà distrutta all’alba), incentrato su un cacciatore d’orsi reclutato da una squadra dell’FBI per dare la caccia a un terrorista americano che nel corso della sua fuga nelle foreste del Nord Carolina uccide chiunque si trovi sulla sua strada. Al momento non è ancora chiaro quale dei due ruoli principali reciterà Butler.

Le riprese del film non dovrebbero cominicare prima della fine dell’anno, il che permetterà a Butler di partecipare a qualcuno dei progetti ai quali il suo nome è stato affiancato negli ultimi tempi: Motor City di Alber Hughes, Brilliant (che ruoterà attorno a un furto di diamanti), il thriller sci-fi Afterburn e Olympus has fallen, che vedrà la Casa Bianca messa sotto assedio.

Fonte: Empire

Caccia all’eredità: recensione del nuovo film Netflix

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Caccia all’eredità: recensione del nuovo film Netflix

In un clima al confine con il paradossale, Caccia all’eredità (titolo originale Spadek) è una nuova pellicola comica dal retrogusto amaro diretta da Sylwester Jakimow. La commedia polacca, prodotta dagli Orphan Studio e distribuita in Italia da Netflix, racconta le bizzarre vicende della lotta tra eredi per l’ottenimento della cospicua eredità di un ricco zio.

Il cast è formato principalmente da figure poco note nel panorama cinematografico internazionale: Jan Peszek interpreta lo zio Wladyslaw Fortuna, mentre Adam Ferency (Cold war) è nel ruolo del fedele maggiordomo. Altri personaggi rilevanti sono interpretati  da Maciej Stuhr, Piotr Pacek e Joanna Trzepiecinska.

Caccia all’eredità: la corsa all’oro

Che cosa non farebbero le persone per denaro, vero?

Questa frase, che rappresenta l’intera essenza della storia, apre il film: lo zio Fortuna sembra venir sparato dal suo stesso maggiordomo e sembra essere deceduto. Tutti i nipoti, Dawid, Natalia e Karol, insieme ai rispettivi compagni e figli, vengono convocati nella imponente tenuta per l’apertura del testamento. Pur essendo a tutti gli effetti legati dal vincolo familiare, l’avidità porta tutti a fare di tutto pur di ottenere la propria ampia parte di eredità.

Dopo l’apertura di un finto testamento con cui lasciava tutto il proprio denaro alla creazione di un orfanotrofio, il signor Fortuna si presenta più vivo che mai, compiacendosi della riunione di famiglia dopo trent’anni. Ma l’eredità va pur sempre guadagnata e per accedervi tutti dovranno partecipare a un gioco organizzato appositamente dallo zio. Ma l’assenza dello stesso Fortuna e la presenza della polizia renderanno più che difficile trovare la soluzione ai tanti indovinelli. Solo un mistero resta irrisolto fino alla fine: l’omicidio di Wladyslaw Fortuna.

L’incredibile avidità umana

copyright przemo paczkowski

Tema focale di Caccia all’eredità è per l’appunto l’incolmabile sete di denaro che attanaglia ogni essere umano. Tale elemento viene presentato allo spettatore in maniera abbastanza ironica già dalle prime scene del film: dopo essersi incontrati tutti nuovamente nella stazione di servizio, Natalia, Karol e Zosia danno il via a una inutile gara automobilistica lungo le curve per raggiungere la magione Fortuna.

L’unico tra gli eredi a dimostrarsi più immune al fascino dei milioni è Dawid: fin dalla prima cena nella casa, mentre tutti pensano ai lussi che si potranno permettere grazie ai soldi dello zio, Dawid sottolinea come non sia il denaro a fare la felicità.

Subito dopo essersi mostrato nuovamente alla famiglia, lo zio Fortuna troverà la giusta occasione per parlare con tutti i suoi nipoti e consorti. Karol e Natalia colgono l’occasione per chiedere del denaro per saldare dei debiti una e trasferirsi comodamente in Portogallo l’altro. Fortuna concede alla nipote di darle i soldi necessari ad una condizione: che almeno ricordi il compleanno dello zio. Nel momento in cui la donna non riesce a ricordare neanche una semplice data, diviene chiaro come l’unico elemento che abbia riportato tutti in quella casa sia solo la sete di ricchezza.

Caccia all’eredità: un gioco di squadra

copyright przemo paczkowski

Il punto di svolta in Caccia all’eredità è il gioco a cui tutti sono invitati a partecipare per ottenere alla fine i tanti brevetti dello zio. Mentre all’inizio la strategia comune sembrava essere raggiungere il traguardo in maniera autonoma prima degli altri, alla fine i vari eredi sono costretti dagli indovinelli stessi alla collaborazione. Ed è proprio a questo punto che tutti i personaggi iniziano a conoscersi meglio a vicende: il legame familiare inizia a riaccendersi.

Durante la permanenza nella magione Fortuna Natalia, David, Karol e gli altri non avranno ottenuto i milioni, ma hanno trovato qualcosa di maggior valore: la loro famiglia.

Commedia da umorismo nero

In Caccia all’eredità è interessante come le scene canonicamente tragiche vengono ridicolizzate al punto di divenire quasi comiche; un esempio è proprio la morte, finta e poi vera dello zio. A questi momenti si alternano degli elementi pienamente ironici quali il momento in cui molti dei personaggi assumono delle caramelle sperimentali che li costringono a dire la verità e in parte la scena del combattimento finale contro i poliziotti (o presunti tali). Un personaggio del film che viene rappresentato praticamente come una caricatura è uno dei due poliziotti, il quale a mal a pena riesce a esprimersi correttamente.

Caccia all’eredità si rivela essere una commedia di ottimo intrattenimento, con un interessante messaggio sul valore del denaro e sull’importanza dei legami familiari.

Caccia a Ottobre Rosso: trama, cast e la vera storia dietro il film

I rapporti tra Stati Uniti e Russia sono sempre stati particolarmente tesi, e il cinema ha raccontato tali conflitti in più occasioni nel corso dei decenni. Si tratta di film ricchi di tensione, dove la situazione di precario equilibrio fra le due parti può rapidamente spezzarsi con gravi conseguenze. Una delle opere ancora oggi più celebri di questo filone è Caccia a Ottobre Rosso, diretto nel 1990 da John McTiernan, già autore di grandi film di tensione come Predator e Trappola di cristallo. Gioiello del genere thriller, tale opera è ancora oggi considerata una delle migliori del suo genere, ed ha anche il merito di aver portato per la prima volta sul grande schermo il personaggio di Jack Ryan.

Il film è infatti tratto dal celebre romanzo La grande fuga dell’Ottobre Rosso, scritto da Tom Clancy nel 1984, primo della lunga serie dedicata proprio alle gesta di Ryan. Inizialmente, tuttavia, nessuno sembrava disposto a finanziare l’adattamento del romanzo, i cui contenuti erano giudicati troppo complessi e delicati. Fu però la Paramount a credere nel progetto, componendo un cast di grandi attori e grandi ricostruzioni scenografiche per gli interni dei sottomarini, grandi protagonisti del film. Con un budget di 30 milioni di dollari, il film si rivelò poi un grandissimo successo di critica e pubblico, arrivando ad un guadagno di circa 200 milioni.

Candidato a tre premi Oscar per il grande lavoro sul sonoro svolto, Caccia a Ottobre Rosso non sembra invecchiato di un giorno. Ancora in grado di emozionare, stupire e far riflettere, vanta tutte le caratteristiche che ogni thriller dovrebbe aspirare ad avere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Caccia a Ottobre Rosso: la trama del film

È il 1984, la Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica è più accesa che mai. Nel nord dell’Oceano Atlantico il capitano Marko Ramius è al comando di un sottomarino di nuova generazione, chiamato l’Ottobre Rosso. Questo ha infatti la capacità di muoversi sul fondale oceanico senza emettere alcun rumore, divenendo invisibile anche per i radar più tecnologici. Proprio Ramius decide di sfruttare tale caratteristica per disertare gli ordini normalmente impartiti e fare rotta verso gli Stati Uniti con scopi non precisi. Ufficialmente egli sembra intenzionato a consegnare il sottomarino al Paese nemico, ma il governo di questo teme invece un attacco nucleare.

Per bloccare la sua avanzata, si pone dunque in campo il sottomarino Dallas, il quale da subito inizia la propria caccia al nemico. All’interno della commissione americana convocata per risolvere la situazione vi è anche l’analista della CIA Jack Ryan. Egli è l’unico a credere che Ramius abbia realmente intenzione di disertare, ma per averne certezza dovrà prima condurre indagini approfondite. Un suo errore potrebbe infatti portare ad una guerra a dir poco devastante, da prevenire a tutti i costi. Con l’avvicinarsi dell’Ottobre Rosso, e il complicarsi della crisi internazionale, Ryan capirà di avere le ore contate per tentare di risolvere la situazione.

Caccia a Ottobre Rosso cast

Caccia a Ottobre Rosso: il cast del film

Grande protagonista del film è il premio Oscar Sean Connery, chiamato a dar vita al capitano Marko Ramius. L’attore, che in gioventù aveva servito nella Royal Navy, fece ricorso a quell’esperienza per dar vita al personaggio, ma ottenne anche la possibilità di visitare un vero sottomarino in azione. All’interno di questo ha ricoperto il grado di Comandante, potendo anche impartire alcuni comandi. Tutto ciò permise a Connery di comprendere al meglio tale ambiente, potendolo riprodurre fedelmente al momento delle riprese. Ad interpretare il ruolo dell’agente Jack Ryan è invece l’attore Alec Baldwin. Originariamente, a ricoprire il ruolo doveva essere Kevin Costner, il quale rifiutò però per poter dirigere Balla coi lupi.

Nel film sono poi presenti diversi altri noti interpreti di Hollywood, a partire da Sam Neill, nei panni del capitano Vasily Borodin, funzionario esecutivo dell’Ottobre Rosso. Stellan Skarsgård interpreta invece il capitano Tupolev, del sottomarino Konovalov. Jeam Earl Jones, noto per essere stato la voce di Darth Fener, è il Vice Ammiraglio James Greer, mentre Scott Glenn interpreta Bar Mancuso, comandante del sottomarino USS Dallas. Tim Curry, celebre per aver interpretato il pagliaccio Pennywise nella miniserie It, è invece Petrov, il medico dell’Ottobre Rosso. Ogni membro del cast si è dovuto sottoporre a speciali allenamenti, al fine di poter sopportare gli ambienti claustrofobici previsti per il film.

Caccia a Ottobre Rosso: la vera storia dietro il film

Pur presentando una storia grossomodo di finzione, il romanzo di Clancy è ispirato ad un evento realmente accaduto nel 1975. Si tratta dell’ammutinamento della Storozevoj, una fregata anti-sottomarino della Marina militare dell’URSS. A guidare tale rivolta vi è il comandante e commissario politico Valery Sablin, il quale ripudia ufficialmente il governo allora guidato da Leonid Il’ič Brežnev, accusandolo di aver abbandonato il leninismo e gli ideali comunisti. Sablin decise pertanto di manifestare contro di ciò portando il proprio sottomarino a Leningrado, e ormeggiandolo accanto alla nave museo Aurora, il vecchio incrociatore simbolo della Rivoluzione russa. Da lì, intendeva inviare un appello nazionale al popolo per denunciare il pericolo a cui la madrepatria andava incontro con quella classe dirigente corrotta.

Sfortunatamente, la sua impresa finì in modo tutt’altro che eroico. Temendo che Sablin potesse rivendere preziose informazioni ai rivali del Paese, tra cui naturalmente gli Stati Uniti, il governo lanciò una feroce caccia nei suoi confronti. Abbordato dai commando della marina sovietica, il sottomarino si ritrovò sotto sequestro. Gli ammutinati si ritrovarono disonorati e allontanati dalle forze armate, mentre Sablin subì la pena più grave. Egli è sto poi giustiziato segretamente nell’agosto del 1976. L’intero episodio è naturalmente rimasto segreto a lungo, e i suoi particolari rivelati soltanto dopo il crollo dell’Unione Sovietica.

Caccia a Ottobre Rosso: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Caccia a Ottobre Rosso grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 9 giugno alle ore 23:20 sul canale Iris.

Fonte: IMDb, WarHistoryOnline

Cable o Thanos? Ecco chi ha preferito interpretare Josh Brolin

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Cable o Thanos? Ecco chi ha preferito interpretare Josh Brolin

Cable o Thanos? Josh Brolin si trova nella posizione unica di aver interpretato contemporaneamente due grandi personaggi dei fumetti, in pellicole diverse, che usciranno a pochi mesi di distanza l’una dall’altra. Parliamo ovviamente di Cable in Deadpool 2 e di Thanos in Avengers: Infinity War, ruolo che ha avuto anche in passato, in altri film del MCU.

Alla vigilia dell’uscita di questo secondo film, mentre Deadpool 2 arriverà il 16 maggio 2018, è stato chiesto all’attore chi ha preferito interpretare: Cable o Thanos?

Cable o Thanos? Parla Josh Brolin

“Mi è piaciuto molto interpretare Calbe, è un ruolo pratico. Ma se dovessi esprimere una preferenza, direi Thanos, solo perché avevo delle aspettative tanto basse, visto che immaginavo si trattasse solo di prop. Ed è proprio l’opposto, avendo visto abbastanza del film e avendo capito quanto fosse all’avanguardia questo processo tecnico. Mi stavo osservando. Stavo guardando ogni spasmo, ogni battito di ciglia. Stavo guardando i miei occhi, le mie azioni, stavo vivendo le mie intenzioni. All’inizio, prima di dire di sì, chiamai Mark Ruffalo e dissi: “Cosa ne pensi di questo?” Era lui: “All’inizio sarà davvero scomodo, e poi vedrai il film, e rimarrai assolutamente sconvolto dalle cose che stavi facendo.” E quello è stato. Da allora hanno fatto enormi passi avanti nel territorio del mo-cap. Non c’è niente di non autentico al riguardo.”

Avengers: Infinity War, il secondo trailer del film Marvel Studios

Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Anthony e Joe Russo dirigono il film, che è prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers: Infinity War arriverà nei cinema USA il 27 aprile, dal 25 aprile in Italia.

Deadpool 2: il trailer vietato del film con Ryan Reynolds

Inoltre, di seguito, ecco la nuova sinossi del film:

Dopo essere sopravvissuto a un quasi fatale attacco di mucche, uno chef sfigurato che lavora in una cafetteria (Wade Wilson) lotta con il suo sogno di diventare il barista più sexy di Mayberry mentre impara a scendere a patti con il fatto che ha perso il senso del gusto.

Cercando di riconquistare la sua spezia per la vita, così come un condensatore di flusso, Wade deve combattere i ninja, la yakuza e un branco di cani sessualmente aggressivi, mentre viaggia in giro per il mondo per scoprire l’importanza della famiglia, dell’amicizia e del sapore. Un nuovo gusto per l’avventura e per ottenere l’ambito titolo di tazza di caffè del World’s Best Lover.

Diretto da David LeitchDeadpool 2 vedrà Ryan Reynolds tornare nei pani del Mercenario Chiacchierone della MarvelZazie Beetz sarà Domino, Josh Brolin sarà invece Cable.

Fonte: CBM

Cable e Deadpool: venti curiosità sulla loro relazione

Cable e Deadpool: venti curiosità sulla loro relazione

Niente dice Marvel come Avengers, ma non ci dimentichiamo un altro ritorno: quello dell’antieroe/tòroe Deadpool. Deadpool 2 è infatti in uscita in Italia il 16 Maggio, e prevede l’arrivo di Cable e Domino. Cable (Nathan Summers) è stato parte della storia di Deadpool sin dall’inizio. Wade Wilson fu introdotto in New Mutants, così come Cable, e la coppia finì per avere una serie di fumetti dedicata, Cable&Deadpool. Nel film in arrivo, Cable è il cattivo, ma i fan sperano nello sviluppo della relazione che si trova in effetti nei fumetti: che ogni tanto ha qualcosa di bizzarro, come di aspettiamo da Deadpool. Ecco venti strane curiosità su Cable e Deadpool:

All’inizio erano nemici

Si danno fastidio a vicenda, ma risolvono sempre le loro scaramucce per risolvere la situazione. Entrambi sono considerati antieroi mercenari: anche se ogni tanto capita che facciano qualcosa di buono, nessuno dei due ha paura di sporcarsi le mani. Oggi sono considerati alleati, ma non lo erano all’inizio. E all’inizio, Deadpool non era quello che conosciamo nel film: ha fatto la sua prima comparsa in The New Mutants #98, ed era un assassino spietato. Era un atieroe e un antagonista, che fu poi ripensato come l’eroe dalla bocca larga e dall’ironia spietata che conosciamo oggi. Per la sua prima missione, Wade viene assoldato dal cattivo Tolliver per dare la caccia a Cable e ai Nuovi Mutanti. Riesce ad avere la meglio su molti, finché non viene (letteramente) pugnalato alle spalle dal partner Domino e rimandato in una scatola a Tolliver, proprio da Cable.

Deadpool ha dovuto fare da babysitter al piccolo Cable

Deadpool (ce lo immaginiamo) ha alcune delle avventure più strambe ai viste nell’universo Marvel. In una di queste, Wade ha l’incarico di proteggere e prendersi cura di una baby versione di Cable. In X-Force, Cable combatte un demone particolarmente potente di nome Skornn, che riesce a sconfiggere ma, terribilmente indebolito dalla battaglia, si dissolve e sparisce nei meandri del multiverso. Deadpool, però, non si arrende alla perdita dell’amico e collaboratore, e con un piccolo gruppo di mutanti viaggia tra diverse realtà alla ricerca di Nathan. In uno di questi universi, trovano un Cable in fasce, che rapiscono. Riusciranno a riportarlo nel loro universo, dove Cable cresce in fretta e ritorna ad essere un adulto.

Sono entrambi fan di Spider-Man

Ok, affrontiamo la dura realtà: ad alcune persone Deadpool non piace. C’è chi lo considera una sorta di Spider-Man dalla bocca larga e, a dirla tutta, c’è qualche argomento a loro favore: hanno personlità simili, hanno la tendenza a fare i furbetti e a superare l’avversario in intelligenza, ed entrambi hanno un’apparenza spensierata, ma ci sono cose che gli importano davvero. Deadpool è capace di portare anche Spidey all’esasperazione, ma lo adora. Davvero. Non solo, ha espresso la propria attrazione nei confronti di Spidey più di una volta. E Cable condivide la passione per Peter Parker, anche se non nel modo ossessivo di Deadpool: ad un certo punto, in un picco di lancio da fan-girl, dà un consiglio a Peter, raccomandandogli di non lasciare che le proprie insicurezze abbiano la meglio su di lui, perché Spider-Man diventerò il più grande supereroe di sempre.

Fusione

L’intera storia di Cable si centra sui viaggi nel tempo: crescendo nel futuro e andando avanti e indietro per sconfiggere i propri nemici. Inoltre, dispone anche di una tecnologia che gli permette di teletrasportarsi da una realtà all’altra. Deadpool, chiaramente, prova a replicare la tecnologia, con risultati disastrosi ed esilaranti: il dispositivo si rompe continuamente, permettendogli di spostarsi solamente per brevi distanze. Ad un certo punto, i dispositivi vengono accoppiati e mentre i due cercano di trasportarsi nello stesso momento e nello stesso luogo, le loro molecole che vengono dissolte e poi riassemblate finiscono per unirsi tra di loro. Creando una sorta di supereroe gemello siamese. Per fortuna, Cable ha risolto la questione.

Ci sono piani per altri film su Cable

Insomma, l’arrivo sul grande schermo di Cable era previsto sin dal finale di Deadpool. Per un anno e mezzo, speculazioni varie si sono susseguite su chi avrebe interpretato Nathan Summers, al punto che si prese in considerazione anche la possiblità di usare Keira Knightely, prima che la produzione decise per Josh Brolin. Da quello che abbiamo visto nel trailer, l’atteggiamento dritto al punto e anti-perditempo del poersonaggio è esattamente l’opposto di Deadpool, e per questo un match perfetto. Ma nel trailer è solamente un antagonista. Che ne sarà di lui, e dell’amicizia tra i due? Non vi preoccupate, Brolin ha firmato un contratto impegnandosi a fare tre film su Cable. Staremo a vedere.

Furono entrambi creati da Rob Liefeld

Gli anni Novanta segnano un momento in cui la Marvel decide di rivelare il proprio lato oscuro, con personaggi e storie decisamente più dark, anche per gli eroi di sempre. Al centro di tutto, c’era Rob Liefeld, il re dell’anti-eroe e con uno degli stili di disegno più iconici e memorabili degli anni Novanta. Sia Deadpool che Cable sono sue creazioni. Cable apparve nel 1987, mentre Deadpool nel 1991. Easter egg altert: nel film di Deadpool, nel bar Deadpool nota un mercenario di moe Liefeld, interpretato dall’artista stesso.

Cable odia lavorare con Deadpool

Che sorpresa, è difficile avere a che fare con Deadpool. Ironia tagliente, schiettezza, tantissima energia, attenzione che vaga in continuazione, impulsi. Calbe è l’opposto: odia le perdite di tempo, è un duro, va dritto al punto. È vero che gli opposti si attraggono, ma è anche vero che è inevitable che ad un certo punto si saltino addosso. Al punto che, con la scusa di testare lo stato della capacità di curarsi di Deadpool, ad un certo punto Cable lo sottopone ad una serie di dolore giusto per togliersi la soddisfazione.

Cable compare nel videogioco di Deadpool

cable deadpool curiosità

EH? Esiste un videogioco di Deadpool? Sì, è uscito nel 2013 con Activision: per computer, 360 e PS3, che vede come protagonista Wade Wilson e altri personaggi dell’universo degli X-Men. Cable aveva un piccolo ruolo nel videogioco, ma esilarante: non era molto presente, perché era impegnato a fare le cose importanti. Le interazioni tra Deadpool e Cable, nel videogioco, sono esilaranti e consistono principalmente in questo: Wade fa una battuta stupida, Nathan lo sgrida, e Wade fa qualcosa di peggio che fa arrabbaire Cable ancora di più. Ah, l’amour.

Deadpool ama prendere in giro Cable sul zuo ruolo di Thanos

cable deadpool curiosità

Inizialmente, l’attore Josh Brolin è “di proprietà” della Marvel per il ruolo di Thanos, che gli è stato aggiudicato nel 2014. Mentre Deadpool e X-Men sono della Fox. Gli viene poi aggiudicato anche quello di Cable, non più per la Marvel, ma per la Fox. Ma le cose si complicano: la Disney ha acquistato la Fox,il che porta ad una domanda: Brolin avrà due ruoli primari nel nuovo, completo MCU? Come funziona? Chiaramente, Deadpool non manca di metterci bocca: una delle caratteristiche principali di Wade Wilson, è il suo essere consapevole del fatto di essere un personaggio fittizio. E ovviamente, nel trailer di Deadpool 2, Wade fa dei commenti su delle “gemme” (chiaramente riferendosi a quelle dell’Infinito) e dice “Fine. I’ll do it myself.”, che è una battuta di Thanos in Age of Ultron.

Sono stati Avengers insieme

Tutto quello che Deadpool vuole, in realtà, è amore. Nei fumetti, Wade cerca in continuazione di aggregarsi agli X-Men o agli Avengers (cosa che è stata cambiata nel film del 2016, dove è piuttosto vero il contrario). È interessante: la coscienza di Deadpool di essere un personaggio fittizio lo rende particolarmente solo e depresso. Il che è probabilmente il motivo per cui ha un terribile bisogno di compagnia, che si trasforma in ossessione per Spider-Man, Wolverine e Cable. Nel 2012, Deadpool riuscì ad unirsi agli Avengers, anche se per un breve periodo di tempo. Ai quali poi, per un altrettanto breve periodo, si unì anche Cable.

Entrambi hanno combattuto contro versioni alternative di loro stessi

La lotta contro una versione del personaggio proveniente da un universo alternativo è diventata abbastanza comune nei fumetti. Se ci sono più di un universo, il passo da lì alla battaglia contro l’ater-ego è molto breve. Cable ha combattuto contro il proprio sosia più di una volta, e Deadpool abbe addirittura una propria miniserie di fumetti dedicata al suo malvagio clone “Dreadpool”.

Hanno combattuto tra di loro, e parecchio

Sono entrambi mercenari, quindi non stanno dalla parte di nessuno. Deadpool lavora per chi lo paga (e se è un cattivo, va bene così), e Cable, una volta che gli viene assegnato un compito, non si ferma davanti a nulla per portarlo a termine (che sembra essere la trama di Deadpool 2). Il che significa che più di una volta si sono trovati sul lato opposto, e che più di una volta hanno cercato di eliminarsi a vicenda. Non solo hanno cominciato da nemici, ma più di una volta sono stati antagonisti anche in seguito. Cable ha sparato a Deadpool dritto in faccia, lo ha avvelenato con dei dardi, lo ha riempito di proiettili.

Entrambi sono stati Wolverine

Moti personaggi Marvel hanno cercato di diventare il nuovo Wolverine, che fu infine sostituito da Laura Kinney e da Old Man Logan fino al ritorno dell’eroe. Sia Cable che Deadpool, counque, hanno avvuto la loro possibilità di sostituire il supereroe. Ma non è andata troppo bene.

Un regalo di compleanno per Bolin

Deadpool rompe la quarta parete in continuazine, e le meta-battute sono tra le cose migliori del film (e del fumetto). E le battute e gli scherzi si sono estesi fino alla reltà: il giorno del compleanno di Brolin, Ryan Reynolds ha twittato una foto che ricrea il famoso dipinto di Rockwell Rockwell Paints Rockwell con protagonisti Cable e Deadpool.

Cable pensa che la voce di Deadpool assomigli a quella di una Demi Moore roca

La voce di Deadpool la conosciamo bene, grazie alla parlantina instancabile del personaggio interpretato da Ryan Reynolds. Ma la caratteristica principale della voce di Wade non è stata rivelata né dai film né dal videogioco, ma dal fumetto. Dove Cable dice che ha la voce di una Demi Moore roca che, se uno ci pensa, la voce dell’attrice dopo l’operazione alla gola sembra perfetta per il personaggio.

Entrambi hanno voci nella testa

Le voci nella testa di Deadpool sono arrivate all’inizio degli ani Duemila, quando il personaggio comincia a trasformarsi da assassino senza scrupoli ad enti-eroe. Wade ha spesso due voci distinte nella propria testa: una sono i pensieri di Deadpool, rappresentati un un rettangolo giallo. Gli altri compaiono in rettangoli bianchi e sono i pensieri folli: viene rivelato poi che è la voce del cattivo di Capitan America, Madcap, la cui coscienza viene accidentalmente fusa con quella di Deadpool dopo un incidente nel quale vengono disintegrati e poi rimessi insieme. Le voci di Wilson se ne vanno, ma quelle di Cable restano: infatti, sono state create per aiutarlo. In pratica, Cable è un mutante i cui poteri vengono amplificati ciberneticamente. Per un periodo, Cable ebbe un’intelligenza artificiale di nome Belle impiantata nel braccio. Uno dei vantaggi di Belle è che poteva essere proiettata nella realtà con l’aspetto di una donna dai capelli rossi che, chiaramente, gli parla.

Hanno gli stessi gusti in fatto di donne

Per chi ha visto solo il film, ok, preparatevi perché questo non sarò un paragrafo facile. Perché ci siamo tutti affezionati alla coppia Wade e Vanessa, che sembrano fatti l’uno per l’altro. Nei fumetti, la storia di Vanessa è però ben diversa: lei è un mutante che cambia forma che va e viene dalla vita di Deadpool. Inoltre, la cotta non corrisposta di nome Domino comparirà nel secondo film, e lei è in origine innamorata di Nathan Summers. La loro relazione non funziona perché vivono vite diverse, ma i due continuano a incontrarsi nel corso dei fumetti Marvel. Nel frattempo, Vanessa, con il nome di Copycat, si innamora folemente di Cable. Ricapitolando: Copycat e Deadpool stanno insieme, Cable e Domino stanno insieme, Deadpool ha un amore non corrisposto nei confronti di Domino, e Copycat ha un amore non corrisposto nei confronti di Cable.

Deadpool una volta ha fermato Cable dal compiere il peggior peccato

Uno dei punti di forza di Deadpool è l’umorismo esilarante, ma ciò non vuol dire che i creatori si trattengano da tematiche importanti. Wade Wilson, infatti, ha avuto a che fare con abusi e depressione. Insomma, è umano e ha tanto dolore. Un esempio si trova nella storia Burnt Offering di Cable & Deadpool, dove Cable diventa una sorta di profeta e si reca nella città di Providence, dove minaccia i leader mondiali di rubare tutti i loro missili e lanciarli nel sole. Ciò dà origine ad una crisi internazionale, con il rischio di una guerra mondiale, e Deadpool viene chiamato a far ragionare l’amico. Cable dice a Wilson che non aveva realmente intenzione di distruggere i missili, ma che voleva spingere i leader a mostrare solidarità tra di loro. Ma Deadpool decide che è meglio usare un teletrasportatore per lobotomizzare Cable, che non si sa mai.

Una volta, Cable ha dovuto riassorbire e rigurgitare Deadpool

Che schifo, sì. È stato un picco di disgusto, per gli autori di Cable&Deadpool. In poche parole, Wade viene assolutato da un gruppo di malvagi per rubare un virus e, per giri vari, sia Cable che Deadpool finiscono per venirne infettati e mentre si sciolgono (sì, si sciolgono), Nathan ha un’idea: Cable riesce a coprire la pozza di roba molle in cui è ridotto Deadpool e assorbirlo in se stesso, amalgamento i due DNA e ricreando il proprio corpo. In seguito, Cable si piega e vomita parti del corpo di Deadpool, che si rigenera. Ok.

Deadpool ha una cotta segreta per Cable

Qual è l’orientamento di Deadpool? Ha frequentato donne e ha flirtato con tante altre dell’universo Marvel. Ma ha anche un debole per Wolverine e Spider-Man. Lo scrittore che si prende cura di Deadpool da tempo, Gerry Duggan, ha definito il personaggio pansessuale, il che significa che la sua attrazione verso gli altri non è determinata dal genere di questi.E c’è qualcosa anche nei confronti di Cable, durante le vicende di Cable&Deadpool, il cattivo Black Mamba distrae Deadpool con i propri poteri telepatici, mostrandogli il suo desiderio più nascosto, che si rivela essere quello di spalmare crema solare sul corpo di Cable. Inoltre, nella serie, Wade lancia una serie di frecciatine all’amico.

Cable doveva comparire in X-Men: Giorni di un Futuro Passato

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Cable doveva comparire in X-Men: Giorni di un Futuro Passato

Cable ha fatto il suo debutto cinematografico in Deadpool 2, ma la sua presenza era stata già prevista in X-Men – Giorni di un futuro passato, salvo poi dei cambiamenti. Originariamente, Cable era destinato a perire in battaglia, prima che il suo ruolo fosse cambiato e il personaggio sostituito con un altro personaggio della serie.

Il misterioso mutante che viaggia nel tempo conosciuto come Cable era uno dei personaggi più popolari nei fumetti degli X-Men degli anni ’90. Il personaggio era assente dai film degli X-Men fino a Deadpool 2, dove è stato interpretato da Josh Brolin. C’erano piani per realizzare un film sulla X-Force con Cable in un ruolo da protagonista, ma la recente acquisizione della 21st Century Fox da parte della Disney sembra aver messo in pausa quei piani.

Adesso, sembra che Cable sarebbe potuto apparire nei film dei Mutanti Marvel qualche anno fa, poiché Rob Liefeld (il creatore di Cable) ha rivelato in esclusiva a Screen Rant che il personaggio era originariamente stato pensato per apparire in X-Men – Giorni di un futuro passato. “Era originariamente in Giorni di un futuro passato al posto di Bishop, e veniva ucciso subito, e poi ci siamo detti che era un personaggio troppo grande per utilizzarlo in questo modo, e il povero Bishop è stato invece massacrato.”

In effetti, nonostante Deadpool 2 non sia stato un successo travolgente, la presenza di Cable è stata certamente meglio sfruttata rispetto a quanto previsto nelle dichiarazioni di Liefeld. Adesso però non sappiamo quale sarà la sorte del personaggio interpretato da Josh Brolin, visto che la fusione tra Fox e Disney ha rimescolato le carte. Siamo sicuri che presto avremo degli aggiornamenti.

Cabiria: 100 anni del kolossal diretto da Giovanni Pastrone

La storia del cinema è costellata di pietre miliari che, durante la sua evoluzione ormai secolare, hanno contribuito a renderla la Settima Arte per eccellenza. Il cinema di finzione ha infatti subito nel corso del tempo una straordinaria evoluzione, grazie anche ad alcuni fattori, come le innovazioni scenografiche e lo sviluppo impressionante della computer grafica, che oggi ritroviamo quotidianamente nelle nostre pellicole e che diamo ormai per scontanti, soprattutto in un certo cinema spettacolare.

Ma riavvolgendo velocemente il lungo nastro dei ricordi di celluloide, balzando indietro di esattamente un secolo, ci ritroviamo in un ormai nebuloso ed arcaico 1914, anno fondamentale non solo per il tragico avvento del primo conflitto mondiale, ma cinematograficamente determinante per le sorti dei film così come noi oggi li conosciamo. È proprio in questa data infatti che, in un periodo in cui il cinema stava ancora muovendo i suoi primi passi e dove di norma le proiezioni non duravano più di qualche decina di minuti (appena 2/3 rulli), un’importante casa produttrice di Torino, l’Itala Film, sotto la guida del regista Giovanni Pastrone riuscì a compiere un’impresa fino a quel momento impensabile; realizzare una pellicola di oltre tre ore che permise all’Italia di inaugurare uno dei primi lungometraggi della storia del cinema.

Il film in questione, intitolato Cabiria, apparteneva al filone storico-mitologico, genere già molto in voga in Italia durante i primordi del cinema (basti vedere opere come Gli ultimi giorni di Pompei del 1913 o La caduta di Troia del 1911) e che sarebbe diventato a breve una delle forme cinematografiche più imitate di sempre a livello internazionale, soprattutto con i peplum anni ’50. La storia, ambientata durante il periodo della seconda Guerra Punica, segue le vicende della piccola Cabiria, bambina catanese rapita durante l’eruzione dell’Etna da un gruppo di pirati per essere sacrificata a Cartagine, inseguita e vittoriosamente salvata dal romano Fulvio Axilla e il suo forzuto servo Maciste. Per realizzare questo incredibile progetto, L’Itala film e Pastrone si avvalsero di un cast tecnico ed artistico di prim’ordine, tra cui moltissimi attrezzisti e scenografi partenopei che creano set spettacolari a grandezza naturale (tra cui spicca la spaventosa e famosissima statua del dio Moloch) e operatori francesi come il celebre Segundo de Chomon, padre del cinema di animazione in stop-motion.

Per l’occasione Patrone, rompendo con un cinema ancora per lo più all’insegna di inquadrature fisse, riuscì a realizzare un primitivo esempio di movimento di macchina a carrellata, usando il sistema di rotaie in voga per trasportare il carbone nelle miniere, inaugurando quella che sarebbe passata alla storia come la “carrellata alla Cabiria”. Non essendo ancora presente il sonoro poi, la realizzazione delle didascalie venne affidata nientemeno che al vate Gabriele d’Annunzio, il quale usò il suo stile aulico per impreziosire un’opera che all’epoca venne considerata per l’appunto arte pura. Inoltre per quell’occasione il celebre compositore Ildebrando Pizzetti venne chiamato a comporre la partitura della celebre Sinfonia del Fuco che accompagna la drammatica ed elaboratissima sequenza dell’eruzione, realizzata con procedimenti per l’epoca sensazionali e che comprendevano tra l’altro sovraimpressioni, colorazioni multiple della pellicola e impressionanti impianti scenografici.

Cabiria 1Tra le famose star dell’epoca che parteciparono al film vanno ricordate Italia Almirante Manzini (all’epoca amante di d’Annunzio) nel ruolo di Sofonisba, Umberto Mozzato alias Fulvio Axilla e una giovanissima Lidia Quaranta nei panni di Cabiria, senza poi dimenticare uno sconosciuto camallo del porto di Genova di nome Bartolome Pagano che divenne una star internazionale nei panni di Maciste, dando il via al famoso filone dei forzuti cinematografici di cui i vari Charlton Heston, Kirk Duglas e Sylvester Stallone sarebbero stati gli eredi.

Cabiria costituisce dunque uno snodo fondamentale non solo per il cinema italiano (all’epoca per altro secondo massimo esportatore mondiale di pellicole dopo la Francia) ma per tutta la storia del cinema, e tale fu il suo impatto all’epoca da divenire diretta fonte di imitazione e ispirazione per moltissimi auotori, come dimostrerà successivamente uno dei padri putativi del cinema istituzionale come David W. Griffith, il quale prenderà palesemente esempio dal film di Pastrone per la realizzazione del suo celebre Intollerance del 1916. Insomma, una piccola gloria del passato, sconosciuta ai più, il cui centenario cade proprio in questo periodo, rammentandoci tristemente di un’epoca ormai lontana in cui forse si poteva ancora essere fieri del nostro fare cinema, un’epoca di pionieri ormai per la maggior parte dimenticati ma sicuramente molto più coraggiosi dei tanti che oggi si arrabattano sui nostri schermi a tre dimensioni.

Cabinet of Curiosities: recensione della serie di Guillermo Del Toro

Cabinet of Curiosities di Guillermo del Toro (2022) è l’attesa serie curata dal regista de Il Labirinto del Fauno e La forma dell’acqua, il cui nome è da sempre uno dei “marchi” potenti del settore horror. In questo caso, tuttavia, Del Toro non ha diretto nessuno degli otto mediometraggi che compongono l’antologia di Netflix, che ha debuttato la settimana prima di Halloween dal martedì al venerdì, con una strategia inedita per la piattaforma.

Alla maniera di un Hitchcock in “Alfred Hitchcock Presents“, ma senza il suo umorismo nero e contagioso – o, meglio, alla maniera di un Rod Serling in “Mistero in galleria” – Guillermo del Toro ha scelto otto storie per la prima stagione di questa serie di sua creazione, introducendoci in ogni episodio al mobile antico del titolo, da cui estrae un oggetto legato alla storia che ci sta per raccontare.

Cabinet of Curiosities è un ritorno alle antologie classiche dal sapore vintage, in cui la mano di Del Toro – anche se da lontano – ha un riscontro visivo innegabile. Come nella sua micro-antologia Scary Stories to Tell in the Dark, predominano la fotografia scura, le scenografie elaborate e, inoltre, la maggior parte degli episodi incorpora qualche creatura, proprio quelle figure ambigue e inquietanti a cui Del Toro ha dedicato gran parte della sua filmografia.

Un frame di Cabinet of Curiosities

Cabinet of Curiosities: la trama degli otto episodi

Ad aprire l’antologia Cabinet of Curiosities è Lotto 36, basato su uno script originale di Guillermo del Toro. Racconta la storia di un uomo che cerca di non annegare nel suo mare di debiti. Un giorno, egli nota un magazzino pieno di oggetti misteriosi e crede che questa sia l’unica via d’uscita che porrà fine ai suoi problemi una volta per tutte. È diretto da Guillermo Navarro (Il padrino di Harlem). Il secondo episodio è invece I ratti del cimitero, che segue un ladro di tombe che mette gli occhi sulle ricchezze del nuovo arrivato nel cimitero, ma per metterci le mani sopra deve prima affrontare un labirinto di tunnel e… alcuni topi. Basato su un racconto di Henry Kuttner, è diretto da Vincenzo Natali (The Strain).

Passiamo poi a L’Autopsia, uno degli episodi più scioccanti della serie in cui un medico legale dovrà mettersi al lavoro su un gruppo di minatori morti in un’esplosione causata da un sospetto serial killer. Ma questa autopsia non sarà come se l’aspettava. L’episodio è diretto da David Prior (The Empty Man). Uno dei titoli più suggestivi dell’antologia è senza dubbio L’Apparenza, diretto da Ana Lily Amirpour (A Girl Walks Home Alone at Night), favola dark sugli standard di bellezza a cui le donne sono talvolta inutilmente sottoposte.

Il modello di Pickman e I sogni nella casa stregata sono gli episodi resi disponibili quest’oggi, entrambi adattamenti di racconti del celebre scrittore americano H. P. Lovecraft. Il primo è diretto da Keith Thomas e racconta la storia di uno studente d’arte che sembra avere visioni demoniache quando vede i dipinti di Crispin Glover. Il secondo parla di un giovane che appartiene a una società spirituale ed è ossessionato dall’idea di accedere all’aldilà per ricongiungersi con l’amata sorella defunta. Questo proposito si trasforma in una missione suicida, poiché il protagonista è costretto a trasferirsi nella casa di una strega; è diretto da Catherine Hardwicke (Twilight).

Dovremo aspettare venerdì 28 ottobre per goderci quello che la critica internazionale considera il miglior episodio della serie: La Visita. Panos Cosmatos dirige questa storia ambientata nel 1979, quando uno scienziato, uno scrittore e un produttore musicale sono invitati a incontrarsi a casa di un misterioso miliardario, che vive con un medico esperto di siringhe. L’ottavo e ultimo episodio è invece Il brusio, diretto da Jennifer Kent (Badabadook). Segue una coppia di ornitologi che finisce in una casa isolata in riva al mare, dove gli spettri che li perseguitano li costringeranno a confrontarsi con qualcosa di ancora più terrificante: i loro stessi demoni.

Cabinet of CuriositiesSviscerare l’orrore

Uno dei punti più sorprendenti dell’antologia Cabinet of Curiosities sono le diverse variazioni lessicali e metaforiche dell’orrore che ci presenta: una selezione basata sulla particolare visione che il creatore ha dell’oscurità spirituale e delle sue conseguenze. La produzione va addirittura oltre: esplora la natura del bene, del male, dell’oscurità e della bellezza con un’esecuzione brillante che garantisce alla serie uno sguardo insolito su più generi contemporaneamente, che è allo stesso tempo un viaggio emotivo in luoghi oscuri abitati dalle inquietudini collettive.

Cabinet of Curiosities fa tutto questo tramite un’eloquente esplorazione del terrore come emozione: cos’è la bontà o il male, chi sono i veri mostri in un mondo cinico sembrano essere i quesiti alla base degli episodi. Si tratta di ossessioni comuni all’opera del regista, che in questa antologia assumono una nuova forma. Non manca nulla in questa esplorazione di come il tempo, la condizione umana, gli errori e le virtù individuali, creino un mondo simile al soprannaturale. Tuttavia, è bene notarlo, la qualità degli episodi è piuttosto altalenante e passiamo da quelli in cui queste tematiche vengono sviscerate al meglio e innervano anche il tessuto scenografico, a quelle che sembrano aggrapparsi a tropi ormai obsoleti del genere e non sfruttano adeguatamente il minutaggio concessogli.

Naturalmente, tutti i temi sono accomunati dall’inquietudine e da alcuni “spazi vuoti” che non vanno necessariamente colmati. Cabinet of Curiosities non è un’antologia facile da capire e questo sembra essere l’intento di Guillermo del Toro. Per la maggior parte, ciò che viene presentato è concettualmente valido e il cast di ogni episodio offre interpretazioni credibili. Detto questo, la qualità disomogenea delle storie dimostra che nemmeno Del Toro è riuscito a sfuggire alle insidie tipiche della maggior parte delle antologie horror.

Cabin Fever:Patient Zero trailer e poster per il nuovo film della saga ideata da Eli Roth

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cabin-fever2Online un primo trailer tedesco per uno dei sequel annunciati(l’altro è Cabin Fever-Outbreak) per il film che Eli Roth girò nel 2002, con un incasso di 30 milioni di dollari a fronte di una spessa di uno solo e che diventò un piccolo cult grazie anche a un curioso episodio che interessò Peter Jackson(interruppe la produzione de Il Signore degli Anelli-Il Ritorno del Re alcune volte per mostrare il film all’intera troupe).
Cabin Fever:Patient Zero uscirà a febbraio in Germania per la regia di Kaare Andrews(Altitude) e con la sceneggiatura di Jake Wade Wall(The Hitcher,Chiamata da un Sconosciuto) e racconterà di una nave da crociera in viaggio verso i Caraibi che dopo uno scontro con una nave da ricerca abbandonata (causa virus letale contenuto in essa) subirà varie disgrazie,tra cui la propagazione della malattia che metterà a dura prova le vite dei passeggeri a fronte di un destino che parrebbe segnato.
Nel cast troviamo Sean Astin(Il Sam de Il Signore degli Anelli),Currie Graham,Ryan Donowho,Jillian Murray e Mitch Ryan.
Di seguito trovate trailer e poster

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Fonte: Bloody Disgusting

Cabin Fever: Patient Zero. Trovato il regista

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Sarà probabilmente Kaare Andrews a dirigere il prequel di Cabin Fever, film che nel 2002 segnò il debutto alla regia di Eli Roth. Come il titolo suggerisce, il film narrerà le origine del ‘virus cannibale’ che colpiva il gruppo di malcapitati nel primo film. Patient Zero narrerà di un gruppo di turisti in crociera naufragati su un’isola nella il virus si è sviluppato e diffuso. Andrews ha esordito alla regia nel 2010 con Altitude, incentrato su cinque amici a bordo di un aereo in balia di una tempesta soprannaturale.

Il regista canadese è più conosciuto tra gli amanti dei fumetti della Marvel: per la ‘Casa delle Idee’ ha infatti prodotto diversi lavori, il più importante dei quali è stato Spider-Man: Il Regno, storia ambientata nel futuro in cui un Peter Parker ormai invecchiato veste per l’ultima volta il costume dell’Uomo Ragno. Cabin Fever: Patient Zero verrà sviluppato sulla sceneggiatura stesa da Jake Wade Wall (noto per il remake di The Hitcher); l’inizio delle riprese è previsto entro l’anno. I progetti legati a Cabin Fever non si fermano qui: assieme al prequel è previsto un sequel, Cabin Fever: Outbreak, ma al momento non si sa ancora se a dirigerlo sarà lo stesso Andrews.

Fonte: Empire

Cabin Fever: Patient Zero nuovo trailer dell’horror con Sean Astin

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Online il secondo trailer per uno dei sequel annunciati (l’altro è Cabin Fever-Outbreak) per il film che Eli Roth girò nel 2002, con un incasso di 30 milioni di dollari a fronte di una spessa di uno solo e che diventò un piccolo cult grazie anche a un curioso episodio che interessò Peter Jackson (interruppe la produzione de Il Signore degli Anelli-Il Ritorno del Re alcune volte per mostrare il film all’intera troupe).

Cabin Fever: Patient Zero avrà la regia di Kaare Andrews (Altitude) e la sceneggiatura di Jake Wade Wall (The Hitcher,Chiamata da un Sconosciuto) e racconterà di una nave da crociera in viaggio verso i Caraibi che dopo uno scontro con una nave da ricerca abbandonata (causa virus letale contenuto in essa) subirà varie disgrazie,tra cui la propagazione della malattia che metterà a dura prova le vite dei passeggeri a fronte di un destino che parrebbe segnato.
Nel cast troviamo Sean Astin (Il Sam de Il Signore degli Anelli),Currie Graham,Ryan Donowho,Jillian MurrayMitch Ryan.

Cabin Fever: nuovo poster del remake

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Cabin Fever: nuovo poster del remake

Ecco il primo poster di Cabin Fever, remake del thriller/horror del 2002 di Eli Roth, da lui stesso prodotto e diretto da Travis Zariwny.

GUARDA IL PRIMO TRAILER DI CABIN FEVER

Cabin Fever

Come l’originale, il film segue la vincenda di cinque amici che decidono di affittare una casa in un bosco. Come è ovvio, i membri del gruppo saranno vittime di un misterioso virus. La sceneggiatura è stata scritta da Randy Pearlstein.

Nel cast Gage Golightly, Matthew Daddario, Nadine Crocker, Dustin Ingram, Samuel Davis, Louise Linton e Randy Schulman.

Cabin Fever: il trailer del remake prodotto da Eli Roth

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Cabin Fever: il trailer del remake prodotto da Eli Roth

Ecco il primo trailer di Cabin Fever, remake del thriller/horror del 2002 di Eli Roth, da lui stesso prodotto e diretto da Travis Zariwny.

Come l’originale, il film segue la vincenda di cinque amici che decidono di affittare una casa in un bosco. Come è ovvio, i membri del gruppo saranno vittime di un misterioso virus. La sceneggiatura è stata scritta da Randy Pearlstein.

Ecco il trailer:

https://www.youtube.com/watch?v=A10CG-eXCKY

Nel cast Gage Golightly, Matthew Daddario, Nadine Crocker, Dustin Ingram, Samuel Davis, Louise Linton e Randy Schulman.

Cabin Fever Patient Zero il trailer inglese

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Cabin Fever Patient Zero il trailer inglese

Cabin Fever Patient ZeroEcco il trailer inglese di Cabin Fever Patient Zero, prossimo film dell’omonima saga (con questo film trilogia) inaugurata nel 2002 da Eli Roth.

GUARDA IL TRAILER IN TEDESCO

Il primo trailer che vi abbiamo mostrato era in tedesco, di seguito invece trovate il primo trailer inglese del film:

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Cabin Fever:Patient Zero uscirà a febbraio in Germania per la regia di Kaare Andrews(Altitude) e con la sceneggiatura di Jake Wade Wall (The Hitcher,Chiamata da un Sconosciuto) e racconterà di una nave da crociera in viaggio verso i Caraibi che dopo uno scontro con una nave da ricerca abbandonata (causa virus letale contenuto in essa) subirà varie disgrazie,tra cui la propagazione della malattia che metterà a dura prova le vite dei passeggeri a fronte di un destino che parrebbe segnato. Nel cast troviamo Sean Astin (il Sam de Il Signore degli Anelli), Currie Graham, Ryan Donowho, Jillian Murray e Mitch Ryan.

C-MOVIE Film Festival: dal 20 al 23 marzo 2024 a Rimini la prima edizione

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Nasce C-MOVIE Film Festival, manifestazione in programma a Rimini dal 20 al 23 marzo 2024 organizzata da Kitchenfilm con la direzione artistica della regista e distributrice Emanuela Piovano, realizzata con la collaborazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Rimini.

Tre giorni di anteprime internazionali e incontri dedicati al cinema e al femminile, presso la Cineteca di Rimini e lo splendido Cinema Fulgor, attraverso un’esplorazione dei tre concetti chiave che danno il nome alla manifestazione: Cinema, Corpi, Convivenze. Ospite d’onore sarà Dacia Maraini, cui la manifestazione dedica una serie di appuntamenti. Tra le scrittrici italiane più amate del Novecento, e da sempre impegnata per i diritti delle donne, Dacia Maraini sarà protagonista di un omaggio alla sua arte e alla sua carriera, ripercorrendo anche la sua attività di regista con la proiezione di alcuni filmati realizzati dall’autrice in Super8 e restaurati dal CSC – Cineteca Nazionale. L’autrice di numerosi romanzi tra cui Corpo Felice, La lunga vita di Marianna Ucrìa fino al più recente Vita mia, saluterà il pubblico del festival in un incontro alla presenza di Annamaria Licciardello, responsabile della Diffusione Culturale della Cineteca Nazionale, e di Macha Meril, protagonista del film L’amore coniugale diretto da Dacia Maraini che sarà proiettato per l’occasione.

Scopo della rassegna è quello di invitare alla scoperta e alla riflessione di un cinema marginale, inteso come cinema “di confine”, capace di farsi interprete del dialogo tra generi, culture, storie. Partendo dai concetti di cinema, corpi e convivenze, C MOVIE proporrà opere, testimonianze e dibattiti che mirino a raccontare snodi cruciali della contemporaneità.

Questo festival è una novità assoluta per Rimini e nel panorama nazionale. Un festival che mette al centro le donne, protagoniste nel cinema come attrici, come registe, produttrici e spettatrici. Attraverso eventi di qualità si apre una riflessione sul ruolo femminile nella società. Anche per questo abbiamo accolto con entusiasmo la proposta della Kitchenfilm e collaborato alla realizzazione di un’iniziativa che va anche ad arricchire la candidatura di Rimini a capitale italiana della cultura 2026, assieme alla Romagna” sottolinea Emma Petitti, Presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna.

Un appuntamento di grande prestigio – spiega l’Amministrazione comunale di Rimini – che mette insieme due vocazioni storiche della nostra comunità, quella cinematografica e quella dei diritti. In particolare, oggi, il femminile rappresenta un tema di grande scambio e confronto, a cui questa rassegna darà un contributo importante e innovativo. Un festival che siamo contenti e onorati di poter ospitare, grazie ad un lavoro di rete con Kitchenfilm e l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, che ringraziamo per averci scelto come sede”.

Dopo l’inaugurazione di mercoledì 20 marzo, tre saranno gli appuntamenti con le anteprime internazionali per le tre serate del festival al cinema Fulgor di Rimini, con film che in maniera molto diversa per temi e linguaggi affrontano delle riflessioni centrali del dibattito sul femminile oggi.

Zafira, l’ultima regina, opera prima di Adila Bendimerad e Damien Ounouri, che tra storia e leggenda racconta le gesta della principessa Zaphira, moglie dell’ultimo re di Algeri Salim Toumi, che lottò per difendere la sua comunità dal pirata Barbarossa; Solo per me di Lucie Borleteau è una fiaba moderna che con il tono e la leggerezza della commedia romantica tra lo strip-tease e la scoperta dell’amore; terza anteprima internazionale è Senza prove di Béatrice Pollet, legal drama che con grande sensibilità affronta un argomento molto complesso come la negazione digravidanza. Le tre pellicole, con le anteprime riminesi alla presenza dei registi, inizieranno il loro percorso nelle sale italiane distribuite da Kitchenfilm.

Il programma del festival sarà anche arricchito da incontri e convegni, a partire dalle proiezioni dei film alla presenza di registi e professioniste del mondo dell’audiovisivo. Tra i vari appuntamenti si parlerà di cinema del Mediterraneo a firma e soggetto femminile nel convegno Mediterranea – il nuovo mediterraneo delle donne, Prime donne alla sbarra è il titolo del convegno in cui si rifletterà sui corpi in scena, I festival delle donne: pari opportunità o disparità opportune? sarà invece un momento di riflessione sul cinema.

C-Movie è realizzato grazie al contributo di Aide au Cinéma du Monde del CNC e dell’Istituto Francese Centro Nazionale per il cinema e l’immagine animata del Ministero della Cultura e Comunicazione e Ministero degli affari esteri ed europei Francesi – con il contributo della Società di distribuzione indipendente Kitchenfilm Italia – con il patrocinio dell’ Assemblea Legislativa Regione Emilia – Romagna – con il Patrocinio del Comune di Rimini – Assessorato alle Politiche per leducazione, Università, Formazione e lavoro, Politiche di genere, Partecipazione – con il Patrocinio della Cineteca Nazionale – Centro Sperimentale di Cinematografia – con il Patrocinio della Cineteca di Rimini – con il Patrocinio della Fondazione Iotti – con il patrocinio dell’ANAC – Associazione Nazionale Autori di Cinema- con il contributo di UNIFRANCE.

C-3PO e R2-D2 incontrano BB-8 nel promo Star Wars il Risveglio della Forza

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I droidi C-3PO e R2-D2 incontrano BB-8, il nuovo simpatico droide sferico, nella nuova clip promozionale di Star Wars il Risveglio della Forza.

https://www.youtube.com/watch?v=jH_DT7ekFiA&feature=youtu.be

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Star Wars Il Risveglio della Forza uscirà sul grande schermo il 18 dicembre 2015 con un cast che include il ritorno di Harrison Ford, Carrie Fisher, Mark Hamill, Anthony Daniels, Peter Mayhew e Kenny Panettiere con le nuove aggiunte John BoyegaDaisy RidleyAdam DriverOscar IsaacAndy SerkisDomhnall GleesonLupita Nyong’oGwendoline Christie Max von Sydow.

C+a+C Arresta il sistema – recensione

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C+a+C Arresta il sistemaCome è ben noto, il documentario in Italia non ha vita facile. Non è commerciabile, si dice. Raramente ad eccezione delle produzioni targate Michael Moore o dalla nostra Sabina Guzzanti, si vede un filmato di questo genere proiettato e distribuito nelle sale.

Raccontare la realtà secondo il proprio punto di vista è però un istinto primario di chi lavora nell’industria audiovisiva, e quindi, per fortuna, i documentari si fanno lo stesso.

Questo è il caso di C+a+C Arresta il sistema, il primo capitolo, come viene definito dalle due registe, Pamela Garberini e Anna Coluccino, del progetto Il dito e la luna, che intende raccontare il caos che si agita nel mondo attraverso reportage di viaggio in zone in cui l’urgenza e la necessità di cambiamento sono più vive che altrove.

C+a+C Arresta il sistema – Il primo capitolo è dedicato alla Grecia, e quindi borsa e attrezzatura in spalla le due sono partite alla volta del Peloponneso per raccogliere quello che fino adesso, nel mare di informazioni su spread, elezioni e cambio di governo, non ci era mai arrivato: il sentimento popolare sulla crisi, anche l’orgoglio e la testardaggine del sopravvivere con dignità.

C+a+C Arresta il sistema – Il documentario è stato realizzato con passione e determinazione ed utilizzando anche un metodo di crowfunding che funziona moltissimo negli Stati Uniti attraverso il sito Kickstarter e che in Italia ha i suoi epigoni in Eppela e Produzioni dal basso.

Il progetto quindi è stato presentato sul sito di Eppela, e in pochi giorni il budget richiesto, 600 euro, è stato raccolto con offerte variabili, ognuna delle quali dava diritto ad una ricompensa che spazia dal nome nei titoli di coda fino alla copia in dvd del documentario.

Emergono quindi, nelle due ore del documentario, le storie, molte raccontate in italiano, fattore che amplifica la vicinanza tra la nostra situazione e quella greca, che ci mostrano come si è arrivati a portare un paese sull’orlo della bancorotta, dimezzando stipendi e pensioni e aumentando le tasse.

C+a+C Arresta il sistemaE’ una denuncia ma anche un monito, seguendo questo percorso, è qui che si arriva. Arrivando poi a quel punto, c’è il popolo che resiste, ed è importante in questo senso l’ultimo paragrafo dei quattro in cui è diviso il documentario, Restart, riavvio, in cui vengono descritte le iniziative molto spesso spontanee e sociale con le quali il popolo aggira la crisi: assistenza medica gratuita, mercatini di baratto dell’usato, presenza alle manifestazioni.

C+a+c è quindi un lavoro importante sotto molti aspetti: la genuinità e la spontaneità con la quale ci vengono date delle informazioni nuove e non filtrate attraverso il canale dell’ufficialità delle istitituzioni. E’ gente normale che parla e che vive la crisi sulla propria pelle ogni giorno. Secondo, è la modalità di realizzazione del documentario che dà una nuova linfa all’autoproduzione: attraverso il crowdfunding e molta determinazione i progetti validi non restano dentro un cassetto. Ultimo, il documentario è stato anche distribuito utilizzando canali non convenzionali, circoli Arci, centri sociali, la leggerezza del digitale permette di portare in giro più facilmente in giro le idee: dove c’è uno schermo, un lettore dvd, due casse e magari un po’ di sedie, si può fare una proiezione.

C’mon C’mon: trailer del film con Joaquin Phoenix

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C’mon C’mon: trailer del film con Joaquin Phoenix

Dopo essere stato presentato alla Festa del Cinema di Roma, arriverà nelle sale italiane C’mon C’mon, scritto e diretto da Mike Mills che, dopo un film ispirato a suo padre (Beginners) e uno alla madre (Le donne della mia vita), si cimenta in un’opera ancora più personale e per certi versi più vicina alla sua esperienza vissuta: una storia che scava nel rapporto tra adulti e bambini.

Protagonista della pellicola è Joaquin Phoenix, nei panni di un uomo di mezza età che impara a prendersi cura di un bambino per la prima volta, attraverso un viaggio che si trasformerà in una meditazione sull’amore, la genitorialità e sull’andare avanti anche se non si ha idea di cosa accadrà nel futuro. Nel cast anche Gaby Hoffmann(Perdona e dimentica, Wild), Scoot McNairy (Monsters, L’amore bugiardo) e il giovanissimo Woody Norman. C’mon C’mon arriverà il 7 aprile nelle sale italiane distribuito da Notorious Pictures.

La trama di C’mon C’mon

Joaquin Phoenix è Johnny, un giornalista radiofonico molto preso da un progetto di lavoro che lo porta in giro per l’America a intervistare i bambini sul futuro incerto del nostro mondo. Sua sorella Viv (Gaby Hoffmann) gli chiede di badare a suo figlio di 8 anni Jesse (Woody Norman), mentre lei si occupa del padre del bambino, che ha problemi mentali. Johnny si trova a legare con il nipote in una maniera che mai avrebbe previsto, portandolo con sé in un viaggio da Los Angeles a New York e New Orleans.