Sono state pubblicato altre due
immagini inedite di The Hobbit, direttamente riprese dal numero che
il magazine Empire ha dedicato al film.
Entertainment Weekly ha pubblicato la nuova featurette di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 che è dedicata interamente alla scena in cui Harry, Ron e Hermione si introducono sotto mentite spoglie alla banca Gringott, per recuperare uno degli Horcrux.Oltre a questo, anche alcune sequenze inedite e intervista a Warwick Davis.
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 settima e ultima avventura della serie dei film di Harry Potter. Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 è diretto da David Yates, regista anche di “Harry Potter e l’Ordine della Fenice” e “Harry Potter e il principe mezzosangue”. David Heyman, produttore di tutti i film della serie, ha prodotto il film con David Barron. Steve Kloves ha adattato la sceneggiatura, basata sul libro di J.K. Rowling.
Lionel Wigram è il produttore esecutivo. Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint, riprendono i ruoli di Harry Potter, Ron Weasley e Hermione Granger, e nel cast ci sono anche Helena Bonham Carter, Gary Oldman, Alan Rickman, Ralph Fiennes, Tom Felton, Bonnie Wright, Jamie Campbell Bower, Michael Gambon, Jason Isaacs, Maggie Smith, John Hurt, Ciarán Hinds, Jim Broadbent, Evanna Lynch, Emma Thompson, David Thewlis, Rhys Ifans, Domhnall Gleeson, Clémence Poésy, Kelly Macdonald, James Phelps, Oliver Phelps, Warwick Davis, Devon Murray.
La 47a Mostra Internazionale
del Nuovo Cinema di Pesaro, conclusasi pochi giorni fa, ha dato
l’opportunità alla città e ai tanti cinefili interessati, di
assistere a uno degli appuntamenti più speciali e istruttivi del
Festival: l’incontro con il regista Bernardo Bertolucci. L’evento,
che si è svolto sabato 25 giugno, nella cornice del Teatro
Sperimentale di Pesaro, ha visto come conduttori due grandi teorici
del cinema, nonché storici fondatori del Festival del Cinema di
Pesaro, Bruno Torri e Adriano Aprà.
Deluso dal fallimento della trasposizione de Le montagne della follia, tramontata dopo il no definitivo della Universal, Guillermo Del Toro torna a parlare dei suoi progetti futuri da regista. Ritornerà dietro la macchina da presa con Pacific Rim, che verrà prodotto dalla Legendary Pictures e dalla Warner Bros. alla fine dell’anno. In merito al film ha rilasciato alcune dichiarazioni su L.A. Times
Ecco le dichiarazioni di Del Toro: Per ora, tocchiamo ferro, è l’esperienza più incredibile della mia vita. Mi sto divertendo un sacco, stiamo disegnando come dei pazzi. Sto scritturando ora gli attori, che è sempre un buon segno. […] Ci stiamo preparando per il primo ciak che avverrà nella prima settimana di novembre, quindi abbiamo 20 settimane per prepararci a girare il più grande monster movie mai realizzato
In Pacific Rim sono già stati confermati i nomi di Idris Elba, Charlie Day e Charlie Hunnan, e proprio oggi la Warner ha rivelato che il film uscirà il 12 luglio 2013. Tuttavia pur impegnato su questo progetto il regista ha confermato l’idea di non voler rinunciare all’adattamento delle Montagne della follia, film che ha in mente da moltissimi anni.
Non mi arrendo… Mountains of madness è stato con me per 13, 14 anni e non voglio rinunciarci… Il modo in cui penso di realizzarlo è davvero peculiare, e penso che se non sarò fedele alla mia idea il film che ho in mente io non verrà mai realizzato. Continuerò a provarci.. La Universal è ancora molto interessata. Terminato Pacific Rim, intendo capire se posso dedicarmici immediatamente.
Fonte: L.A.
Times
Katie Holmes, Guy Pearce e la piccola Bailee Madison sono i protagonisti delle nuove foto di scena di Don’t Be Afraid of the Dark, prossimo film horror in cui Guillermo del Toro ha messo il suo zampino.
Worstpreviews.com ha pubblicato oggi quattro character poster del remake di Fright Night, con con protagonisti Anton Yelchin, Colin Farrel, Imogen Poots e David Tennant.
La Paramount Pictures ha
pubblicato online il teaser trailer ufficiale di Mission:
Impossible – Protocollo Fantasma, quarto episodio della avventure
di Ethan Hunt, alias Tom
Cruise
TONY MANERO – Anno: 2009 – Regia: Pablo Larrain à Cast: Alfredo Castro, Amparo Noguera, Héctor Morales, Paola Lattus, Elsa Poblete
In una Santiago del Cile logorata dalla dittatura di Pinochet, Raul Peralta è un quarantenne che ha una grande passione per il ballo; ma soprattutto, per Tony Manero, personaggio che rese popolare John Travolta.Guarda il film in cui è protagonista – “La febbre del sabato sera” – praticamente tutti i giorni, imparando a memoria le movenze dell’attore americano, ma anche le sue battute. Un modo come un altro per evadere da una realtà noiosa e opprimente. Raul cerca di mettere in piedi un corpo di ballo con la sua compagna, la figlia di lei (per la quale nutre una forte attrazione), e un altro giovane ballerino. La sua più grande ambizione è però vincere la puntata di un programma di imitatori, ovviamente quella dedicata ai sosia del suo mito: Tony Manero. Fino a quel giorno è pronto a rimuovere dal suo percorso chiunque tenti, anche involontariamente, di intralciarlo.
Si tratta del primo film di Pablo Larrain che ha dimostrato, anche con il secondo film Post mortem, di saper rappresentare il dramma sociale del suo Cile assoggettato al Generale Pinochet, attraverso piccole storie di persone semplici con i loro sogni impossibili.
Molto bravo Alfredo Castro, nel ruolo enigmatico ed inquieto di Raul che figura in Tony Manero anche come sceneggiatore.
Il connubio tra Larrain e Castro si è ripetuto in Post mortem, dove il secondo interpreta Mario Cornejo, mite impiegato delle pompe funebri costretto a fare i conti con il caos generato dal Golpe Pinochet.
Tony Manero è stato ben accolto dalla critica, vincendo due premi al Torino Film Festival: come miglior film e come miglior attore per Alfredo Castro. Il lungometraggio ha partecipato anche al Quinzaine des Réalisateurs del 61º Festival di Cannes.
Uscite del 29 giugno 2011 –
Transformers 3: 20 luglio 1969. Durante l’allunaggio da
parte degli uomini della NASA, viene condotta una missione segreta:
i servizi segreti degli Stati Uniti intendono raccogliere
informazioni su un’astronave aliena schiantatasi sul lato oscuro
della Luna. Viene rinvenuto un enorme robot che naturalmente verrà
tenuto segreto.
Dopo l’infelice sorte della sua preziosa Lamborghini in occasione del salvataggio di Mr. Reese, il viziato e facoltoso Bruce Wayne ha pensato bene di sostituire il veicolo distrutto con un altro di altrettanto valore…
Harper’s Bazaar ha intervistato la bella Anne Hathaway, che ha accennato qualcosa relativamente al suo allenamento per entrare nella tutina di Catwoman, ruolo che ricoprirà nel prossimo The Dark Knight Rises. Ecco cosa ha detto Anne:
La preparazione di Anne per il suo ruolo come Catwoman in The Dark Knight Rises di Christopher Nolan, nuovo progetto di Batman (attualmente in riprese a Pittsburgh), non è affatto superficiale. Lei sta lavorando cinque gioni a settimana – esercizi rigorosi e allenamenti nelle acrobazie seguiti da un’ora e mezzo di danza. “Ho sempre pensato che essere esile fosse l’obiettivo, ma con questo lavoro devo anche essere forte“, ha rivelato l’attrice.
Come è già successo con le recenti dichiarazioni di Marion Cotillard, l’attrice non rivela assolutmente nulla di importante relativo al film, che resta blindato come da migliore tradizione nolaniana. Intanto però qualsiasi dichiarazione o finta notizia relativa all’attesissimo Batman 3 fa venire l’acquolina in bocca a chi la legge (ed anche a chi la scrive!).
Fonte: Harper’s Bazaar
La Warner Bros. ha annunciato alcune novità relative alle date di uscita nei cinema di Pacific Rim di Guillermo del Toro, e di Contagion di Steven Soderbergh.
Lo studio ha deciso di far uscire “il più grande film di mostri giganti mai fatto” (Pacific Rim) il 12 luglio 2013. Il film racconta di un futuro non lontano in cui gli uomini combattono una razza aliena pilotando robot giganti. Nel cast Charlie Hunnam e Idris Elba. Inoltre la WB ha dto qualche indicazione relativa all’uscita di Contagion, compresa tra il 9 settembre e il 21 ottobre 2011. Nel film un cast di prim’ordine: Matt Damon, Marion Cotillard, Kate Winslet, Jude Law, Bryan Cranston, e Gwyneth Paltrow.
Fonte: collider
La nominata all’Oscar Carey Mulligan (An Education) e Gary Ross (Pleasantville) uniranno le forze per il film sci-fi Outback. Stando a Variety, Nissar Modi (Z for Zachariah) sarà l’autore della sceneggiatura
Il Trono di Spade (Game of Thrones) è la serie tv creata da David Benioff e D. B. Weiss e adattamento dell’omonimo romanzo di G. R. R. Martin. con Sean Bean nei panni di Eddard Stark, Peter Dinklage nei panni Tyrion Lannister, Emilia Clarke nei panni Daenerys Targaryen, Mark Addy nei panni Robert Baratheon, Maisie Williams nei panni Arya Stark e Jack Gleeson nei panni Joffrey Baratheon.
Sette regni, guidati da altrettante potenti famiglie formano le terre del Westeros, immaginario e continente dove gli inverni e le estati possono durare decenni, uniti sotto la corona dell’ormai stanco e trascurato conquistatore Robert Baratheon: quando Lord Eddard Stark, signore di Grande Inverno (Winterfell), verrà chiamato ad Approdo del Re (King’s Landing) per diventare primo cavaliere del sovrano, scoprirà di essere una pedina dello spietato e infido gioco di potere per la conquista del trono di spade, portando alla luce un terribile segreto che scatenerà la vendetta della regina e del suo terribile clan, i Lannister. Nel frattempo Daenerys, figlia del precedente sovrano della decaduta dinastia Targaryen, vive al di là del Mare Stretto in esilio quando viene data in sposa dal crudele fratello Vyresis a Khal Drogo, signore del selvaggio popolo dei Dothraki, in cambio di supporto militare per riconquistare Westeros.
Il fantasy (un genere che o si ama o si odia), un romanzo complesso dalla ricchezza di trame difficilmente eguagliabile e un budget ingente: molte erano le rischiose premesse a “Game of Thrones” nuovo investimento della HBO, che nel trasporre sullo schermo le Cronache del viaggio e del fuoco (A Song of Ice and Fire) di G. R. R. Martin è riuscita a realizzare un prodotto non solo di grandissima qualità ma anche un notevole successo di pubblico.
Dopo una sigla di apertura che con furbizia ci mostra immediatamente la mappa politica di Westeros, la serie esordisce con l’ingrato compito di introdurre le regole del gioco, frenando l’azione nel tentativo di risolvere l’inevitabile smarrimento iniziale dato dalla varietà di nomi appartenenti alle varie famiglie; basta poco però per capire che, nonostante sia priva di scontri epocali e le forze sovrannaturali al di là del confine intervengano assai poco nelle vicende degli uomini, la vera forza di questo fantasy atipico viene da ben altro.
Da molti considerato l’erede americano del re del fantasy J.R..R.Tolkien, Martin ha scritto un’epopea che ha in realtà ben poco in comune con le atmosfere del Signore degli Anelli: in un medioevo cupo e violento non troppo diverso dal nostro dove congiure e tradimenti danzano a ritmo di sesso e morte, la scacchiera del gioco dei troni è governata da dei che non hanno gli occhi per vedere e che difficilmente lasciano che il bene trionfi sul male: come pedine, i personaggi fanno la loro parte nel disegno con straordinaria e profonda umanità, difficilmente etichettabili dietro la classica trincea dei buoni e dei cattivi, cavalieri e dame di onore antico o terribile crudeltà, coraggiosi e temerari ma anche corrotti e opportunisti.
L’ottima sceneggiatura di David Benioff (La 25esima Ora, Troy) e D.B. Weiss con la collaborazione dello stesso Martin ci regala una galleria di caratteri curati con un’attenzione che raramente di vede per una serie televisiva: il nobile Lord Eddard “Ned Stark”, signore di Grande Inverno che trova in Sean Bean (già Boromir nel Il Signore degli Anelli) l’interprete ideale è la forza più positiva della serie, guidato sempre dall’onore e dalla lealtà al proprio dovere e alla famiglia (non per niente è protagonista dell’episodio più bello e sconvolgente della stagione), eppure a restare più impresse sono soprattutto figure ambigue come Peter Dinklage nel ruolo di Tyrion, figlio minore del clan Lannister detto “il folletto” perché affetto da nanismo, dotato di arguzia e intelligenza oltre che della spietatezza tipica della sua casata e soprattutto Daenerys Targaryen, nell’ottima interpretazione dell’esordiente Emilia Clarke: cresciuta senza una patria e venduta in sposa dall’inquieto fratello al forte capo Tribù Khal Drogo, dovrà intraprendere un percorso di crescita fatto di errori e sofferenza per guadagnarsi l’appartenenza all’unico popolo che abbia mai conosciuto e la consapevolezza del suo ruolo di ultima e vera erede al trono di spade.
Per quanto eccellenti siano le prove dei numerosi adulti coinvolti, la vera sorpresa resta comunque il giovanissimo cast, nel quale spiccano Jack Gleeson nei panni dell’insopportabile e odioso figlio adolescente del re Joffrey Baratheon e la bravissima Maisie Williams che con Arya Stark, indomita figlia undicenne di Ned, ci regala una principessa guerriera degna del coraggio di Eowyn e della forza di Giovanna D’Arco.
Girato fra Irlanda, Malta e Marocco, Game of Thrones dirige la sua complessa orchestra con grande mestiere sulle note di tema di Ramin Djawadi (già un cult nella rete a suon di remix e variazioni) senza sfuggire ad alcune stonature (una certa crudeltà gratuita verso gli animali, la rapida trasformazione di Daenerys da sposa violentata a moglie innamorata, l’ingiusta scelta di stordire Tyrion prima della battaglia per evidenti esigenze economiche togliendogli il suo momento di gloria, alcune scene di sesso abbastanza trash) ma che poco tolgono all’armonia generale: Westeros prende vita dalle fredde foreste del nord ai torridi campi di Vaes Dothrak e diventa un grande ventaglio di popoli lontanissimi fra loro per usi, costumi, acconciature e armature come solo un grande continente reale e palpabile può essere.
In arrivo su Sky Cinema 1 il prossimo autunno, la serie ci lascia quindi in trepidante attesa per la seconda stagione (già ordinata per la primavera 2012) che senza dubbio non dimenticherà il gusto per l’intrigo, sperando che nel frattempo il pigro G.R.R. Martin si decida a completare la saga letteraria, lasciata senza un nuovo capitolo dal 2005.
Ci hanno sorpreso e conquistato con
il primo episodio, ma ci hanno deluso e ferito con il
secondo capitolo (fracassone e pessimo). Transformers
3 aveva quindi l’arduo compito di ricondurre gli
appassionati del franchise a “casa”. Questa terza apocalisse
robotica targata Michael Bay in parte ci riesce,
coinvolgendo lo spettatore nel miglior 3D sino ad oggi realizzato
dopo
Avatar.
L’evoluzione che la stereoscopia, quella vera, ha avuto è sorprendente: dimenticatevi le immagini piatte e buie dei vari blockbuster che hanno ingannato un tutti, cambiando solo il costo del biglietto. Transformers 3 padroneggia questa tecnica in un modo senza precedenti, aiutata da una regia molto più spettacolare del secondo episodio, e da una sceneggiatura attenta a veicolare le immagini attraverso una drammatizzazione ricercata. Le interminabili sequenze del secondo film, fatte di noiosi scontri a fuoco, sono qui ridotte al minimo, mentre viene data più attenzione allo sviluppo dei nodi narrativi che man mano incontriamo nel racconto.
Tuttavia, pur essendo un gradino sopra il secondo capitolo, Transformers 3 rimane molti passi indietro per brillantezza di dialoghi ed ironia rispetto all’ineguagliato Transformers 1. Il tentativo, che pervade tutta la prima parte del film, di inserire elementi comici, non viene portato a compimento, forse anche a causa dell’utilizzo non troppo entusiasmante del personaggio di John Turturro, che in passato aveva regalato momenti di autentica comicità.
Transformers 3 è un giocattolo di azione, effetti speciali e montaggio serrato che diverte a più riprese. Inoltre c’è il tentativo di dare più spazio alla componente umana: i soldati e i protagonisti infatti sono molto più presenti anche nelle scene di battaglia tra i giganti androidi, tanto da riuscire ad abbattere loro stessi molti dei Decepticon. I valori tipicamente americani sono ancora una volta impersonati nella figura carismatica di Optimus Prime, che si batte con tenacia per la libertà e la sopravvivenza del genere umano. Da antologia la sequenza in cui Megatron distrugge la statua di Abraham Lincoln per prendere il suo posto, seduto sulla poltrona di pietra. Il capo dei Decepticon diventa così una specie di attentatore, un terrorista, che distrugge l’immagine del presidente americano che più di tutti ha lottato per l’uguaglianza dei suoi cittadini, usurpandone il posto e manifestando la sua volontà di stabilire il caos nel mondo.
Non potevamo infine spendere due parole per la tanto pavoneggiata Rosie Huntington-Whiteley, sostituta di Megan Fox. Più che della sua performance da donna oggetto, bella e indifesa, dovremo lamentarci del modello femminile che Bay ci propina da un paio di film a questa parte. Fortunatamente la bella Rosie, oltre alle gambe, ha anche presenza scenica e carisma, e riesce a disegnare abbastanza bene il suo personaggio. Ruoli abbastanza riusciti sono invece quelli di altre due new entry, di tutt’altro calibro: Frances McDormand e John Malkovich danno il loro sostanzioso contributo al film, portando una lezione di recitazione in un film dove a recitare (per la maggior parte del tempo) ci pensano gli effetti speciali. Transformers 3 è un giocattolone con cui divertirsi, un ottimo spettacolo d’intrattenimento, forse eccessivamente lungo ma in linea con gli standard del blockbuster estivo.
Il castello errante di Howl
Anno: 2004
Regia: Hayao Miyazaki
Con le voci di: Roberta Pellini (Sophie), Francesco Bulckaen (Howl), Ludovica Modugno (Strega delle Lande), Luigi Ferraro (Calcifer), Furio Pergolani (Markl), Marco Vivio (Rapa), Maria Pia de Meo (Madame Suliman)
Sinossi:
In un mondo fuori dal tempo che ricorda la Belle Epoque, la giovane Sophie lavora come stilista di cappelli: un giorno conosce un misterioso giovane e, subito dopo, viene trasformata in vecchietta da una strega. Costretta a lasciare la sua città, che sta per entrare in guerra, Sophie incontra nelle sue peregrinazioni un misterioso spaventapasseri animato, che la porta in un castello ambulante, dove vive il mago Howl, proprio il giovane che ha conosciuto nel suo negozio prima del maleficio. Per spezzare l’incantesimo suo e di Howl, Sophie dovrà scoprire i segreti di Calcifer, il demone che anima il castello.
Analisi
Dal romanzo della scrittrice inglese recentemente scomparse Diana Wynne Jones (tra le preferite di Jk Rawling, autrice di Harry Potter) primo tra l’altro di una serie letteraria ma autoconclusivo al cinema, Il castello errante di Howl è una fiaba di sapore mitteleuropeo e steam punk in cui l’autore non rinuncia alla sua tirata contro la guerra, inserendo una minaccia di conflitto nel mondo di Howl e facendo provenire il suo protagonista da una realtà parallela dove si riecheggiano i drammi del Ventesimo secolo.
Sophie, protagonista della vicenda, è un’eroina sui generis, sia quando è giovane, poco appariscente e dedita al lavoro, sia quando diventa di colpo anziana, affrontando i problemi dell’età: non è eroica come Nausicaa, somiglia di più a Chihiro ma a differenza della piccola protagonista de La città incantata ha i limiti dell’età che le rendono la vita impossibile, e la strada di ritrovare se stessa, con un nuovo inizio, percorrendo un viaggio iniziatico diverso ma analogo a quelli di Nausicaa e Chihiro. A Sophie fa da contraltare Howl, antieroie bello e vanesio, in cerca della sua anima e di un senso da dare alla vita, prigioniero di un incantesimo dal quale solo l’amore potrà salvarlo. E la storia d’amore tra Sophie e Howl è insolita, ed è in linea con il mondo di Miyazaki, anticonformista e basato sul rispetto e sulla ricerca di sé e della propria armonia per trovare il proprio posto, per una vita basata sull’altruismo e sulla non violenza. Ma Miyazaki, come sempre, non è mai apertamente moralista, e riesce ad appassionare con un intreccio sognante, sostenuto da disegni, scenografie e musiche di prim’ordine.
Gli scenari, infatti,
ispirati alla cittadina lorenese di Colmar, sono come di consueto
accurati, e sottolineano l’atmosfera di una fiaba morale, in cerca
di un proprio equilibrio, tra magie e incantesimi senza i quali
bisogna imparare a vivere per essere liberi.
Meno orientale de La città incantata, Il castello errante di Howl è una fiaba fuori dal tempo ma metafora della realtà, un viaggio interiore ed esteriore nell’universo della fantasia, un inno ai rapporti umani di qualità, oltre gli stereotipi e i luoghi comuni.
Mancano circa 15 giorni e l’attesa è alle stelle. Ecco finalmente il trailer finale italiano di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2.
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 settima e ultima avventura della serie dei film di Harry Potter. Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 è diretto da David Yates, regista anche di “Harry Potter e l’Ordine della Fenice” e “Harry Potter e il principe mezzosangue”. David Heyman, produttore di tutti i film della serie, ha prodotto il film con David Barron. Steve Kloves ha adattato la sceneggiatura, basata sul libro di J.K. Rowling.
Lionel Wigram è il produttore esecutivo. Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint, riprendono i ruoli di Harry Potter, Ron Weasley e Hermione Granger, e nel cast ci sono anche Helena Bonham Carter, Gary Oldman, Alan Rickman, Ralph Fiennes, Tom Felton, Bonnie Wright, Jamie Campbell Bower, Michael Gambon, Jason Isaacs, Maggie Smith, John Hurt, Ciarán Hinds, Jim Broadbent, Evanna Lynch, Emma Thompson, David Thewlis, Rhys Ifans, Domhnall Gleeson, Clémence Poésy, Kelly Macdonald, James Phelps, Oliver Phelps, Warwick Davis, Devon Murray.
La città incantata
Anno: 2001
Regia: Hayao Miyazaki
Con le voci di: Erica Necci (Chihiro), Emiliano Coltorti (Haku), Sonia Scotti (Yubaba), Marzia dal Fabbro (Lin), Mino Caprio (Aogaeru), Carlo Valli (papà di Chihiro), Roberta Greganti (mamma di Chihiro)
Sinossi:
Chihiro è in auto con i suoi genitori che stanno andando verso la loro nuova casa: i due adulti prendono una strada sbarrata e arrivano in uno strano paesino, che sembra un luna park abbandonato, con ristoranti e locali pieni di cibo con cui si abbuffano. Chihiro vede i genitori trasformarsi in maiali: hanno mangiato il cibo che la maga Yubaba, padrona del villaggio, ha preparato per i frequentatori del posto, e per questo sono puniti. Per riscattarli Chihiro accetta di lavorare nelle terme, conoscendo Haku, anche lui prigioniero di un incantesimo della maga, al quale è legata da più di quanto immagina e che riuscirà a liberare, prima di poter tornare a casa con i genitori tornati umani.
Analisi
Per molti La
città incantata è il capolavoro di Hayao Miyazaki, vincitore
dell’Oscar come migliore film d’animazione: senz’altro è il suo
lungometraggio che ha ottenuto più premi, tra cui l’Orso d’oro a
Berlino e il Saturn Award, a sottolineare una qualità di storia e
di disegno ben oltre gli stereotipi sugli anime, che sono ancora
presenti, anche se meno rispetto ad anni fa.
Di nuovo un’eroina, una bambina, non eroica combattente né maghetta dagli straordinari poteri, giusto per andare oltre i personaggi tipici degli anime, che vede il mondo della fantasia entrare nel mondo reale di colpo, dall’arrivo, per una disattenzione degli adulti, poco intuitivi e concentrati solo sul trovare una scorciatoia per arrivare prima, in un paesaggio che man mano cambia e diventa inquietante e magico.
Evidenti le
contaminazioni e gli omaggi con il folklore giapponese, popolato di
spiriti più o meno benevoli, che abitano la natura, e cercano di
vivere in armonia con essa, e che possono avere dei loro spazi,
come questa città tutta per loro, in cui confrontarsi e curarsi,
secondo il principio molto giapponese di mescolare tradizione e
modernità. Gli spiriti de La città incantata non sono
cattivi: vedono solo la realtà in un modo diverso, ma nella scena
del mostro che si libera dall’inquinamento e diventa una splendida
creatura fantastica, Miyazaki mette tutto il suo ecologismo, il suo
amore per la diversità, il suo sense of wonder.
Il tema di fondo del film è crescere, trovare se stessi, aiutare gli altri, attraverso una filosofia del lavoro e dell’abnegazione, che non è comunque reazionaria e conservatrice, ma porta Chihiro a instaurare un rapporto di armonia e rispetto con tutte le creature. Il fatto che sia lei ad avere ancora un animo che le permette di capire il pericolo e di non cadere in un inganno di un posto pieno di cibo succulento che avrebbe attirato chiunque è perfettamente inserito nella poetica di Miyazaki, attento agli ingenui e ai fantasiosi e a chi si sa sottrarre dal ritmo del progresso, a favore di una vita più sostenibile.
Il contrasto tra mondo fantastico e mondo reale si comporrà con Chihiro che ricorda la sua avventura, avvenuta in realtà, come è da tradizione nelle storie in cui si entra nel mondo degli spiriti, in uno sprazzo di minuti, mentre là fuori il tempo ha continuato a scorrere. Una fiaba orientale e intrisa di filosofia animista e nipponica ma che ha saputo parlare a tutto il mondo: il romanzo che l’ha ispirata, Il meraviglioso paese oltre la nebbia di Sachiko Kashiwaba, è poi stato tradotto in altre lingue sfruttando il successo del film.
La Relativity Media ha reso noto il secondo trailer del colossal mitologico Immortals, diretto da Tarsem Singh, al cinema il prossimo 11 novembre.
<<Invitati personalmente sul set dopo che le riprese erano iniziate da circa un mese, abbiamo visto con piacere un film – anzi due film – già in corsa.>> Così esordisce Empire
Cars 2 ottiene il primato in Italia con un ottimo incasso. Le posizioni successive registrano risultati piuttosto deprimenti, mentre le altre new entry non sfondano per niente…
Come prevedibile, Cars 2 debutta al primo posto in Italia, incassando 4 milioni di euro da mercoledì a domenica (2,7 milioni nei tre giorni): si tratta di un ottimo risultato, a testimonianza del fatto che la Pixar è sempre molto amata in Italia. Con oltre 800 sale a disposizione e il sovraprezzo 3D, il film potrebbe avere un buon andamento nelle prossime settimane. Riuscirà a superare il totale di Toy Story 3, che l’estate scorsa aveva chiuso con 13,1 milioni?
L’ultimo dei templari scende così al secondo posto con altri 417.000 euro e supera i 2 milioni complessivi. Terza posizione per I guardiani del destino, che supera il milione totale con 303.000 euro.
Risultati alquanto penosi per le
posizioni successive.
Libera uscita (196.000 euro) arriva a
quota 891.000 euro, mentre X-Men:
L’inizio scende al quinto posto con altri 154.000
euro e spera di chiudere almeno sui 3 milioni, con una performance
molto deludente.
Una notte da leoni 2 (102.000 euro) conferma la sesta posizione e giunge a 9,1 milioni totali, mentre Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare (97.000 euro) arriva a quota 16,8 milioni.
The Conspirator debutta all’ottavo posto con 97.000 euro nei tre giorni e 115.000 euro complessivi da mercoledì a domenica. Segue Le donne del sesto piano (84.000 euro), che arriva a 484.000 euro.
Chiude la top10 13 Assassini: l’atteso film di Takashi Miike presentato alla Mostra di Venezia l’anno scorso ottiene appena 61.000 euro.