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Quell’idiota di nostro fratello uscirà il 30 Maggio 2012!

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Sta per arrivare nelle sale italiane la commedia indipendente che, uscita ad Agosto negli USA, ha rappresentato un piccolo “caso” con i suoi 25 milioni di dollari di incasso.

Sean Anders e John Morris per 3 Missisipi?

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Gli sceneggiatori di Un tuffo nel passato Sean Anders e John Morris sono in trattative con la Warner Bros per salire a bordo del progetto 3 Missisipi, conosciuto anche come Turkey Bowl; se, come

La strega Sabrina diventa un supereroe!

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Sony Pictures sta gettando le basi per un film che presenterà la famosa strega Sabrina, protagonista del fumetto americano “Sabrina the Teenage Witch”, alla stregua

L’era glaciale: recensione del film di Chris Wedge e Carlos Saldanha

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Anno: 
2002

Regia: Chris Wedge, Carlos Saldanha

Con le voci di: Ray Romano/Leo Gullotta (Manfred); John Leguizamo/Claudio Bisio (Sid); Denis Leary/Pino Insegno (Diego); Goran Visnjic/Ennio Coltorti (Soto)

Trama: L’era Glaciale è la storia di quattro personaggi disfunzionali: Manny, un acerbo e lanuginoso mammuth, Sid, un irriverente e forastico bradipo, e Diego, una scaltra tigre dai denti a sciabola. Questo improbabile trio è costretto a collaborare per riportare un cucciolo d’uomo alla sua famiglia.

Analisi: Simpatico, divertente e soprattutto intelligente, perché l’Era glaciale oltre a presentarsi come uno dei film rivelazione dell’anno per la vivacità dei contenuti e la semplicità con la quale sono stati raccontati, si adatta perfettamente ad un pubblico adulto, il quale sa apprezzarne la profondità e la sensibilità. In particolare, ad esser posto in primo piano è il tema dell’amicizia, raccontato attraverso le avventure dei tre inusuali compagni di viaggio, dalle cui peripezie affrontate insieme sapranno cogliere il grande sentimento che li lega e li aiuterà vicendevolmente.

Protagonisti del  film sono un Mammut brontolone che si ritrova ad affrontare la tanto attesa era glaciale in solitudine, diversamente dalle abitudini della propria specie, un goffo e simpatico bradipo, la cui voce nella versione italiana è strategicamente affidata  a Claudio Bisio dalla cui comicità è difficile esimersi, e una atipica tigre la cui tenera indole verrà fuori nel corso del loro difficile e imprevedibile viaggio. A fare da contorno è la delicata missione dei tre audaci: riportare un piccolo bebè alla propria famiglia.

Nonostante la direzione cosi come la realizzazione grafica del cartone sia stata affidata ad esordienti in fatto di lungometraggi, il risultato ottenuto è indiscutibilmente grandioso; non solo per i dialoghi, divertenti ed esilaranti, ma soprattutto per l’originalità con la quale L’era glaciale si discosta notevolmente dai pomposi e barocchi lavori tipicamente hollywoodiani. Le ambientazioni, essenziali e nitide, e la straordinaria espressività dei personaggi ne hanno garantito infatti un successo inaspettato.

Dunque non solo un cartone animato destinato ai bambini, ma anzi, sulla stregua delle produzioni firmate Fox, L’era glaciale  si pone tra i lungometraggi che più affascinano il mondo degli adulti proprio per la sua leggerezza e la sua semplicità. D’altronde il successo riscontrato ai botteghini con la sua prima uscita nel 2002 è valso un seguito lungimirante che ad oggi conta ben 3 sequel, l’ultimo dei quali, L’era glaciale 4- Continenti alla deriva, nelle sale cinematografiche dallo scorso gennaio.

Peter Pan: recensione del film di P.J. Hogan

Peter Pan: recensione del film di P.J. Hogan

Peter Pan è il film del 2003 diretto da P. J. Hogan con protagonisti Jeremy Sumpter, Jason Isaacs, Rachel Hurd-Wood, Olivia Williams e Ludivine Sagnier.

  • Anno: 2003
  • Regia: P. J. Hogan
  • Cast: Jeremy Sumpter, Jason Isaacs, Rachel Hurd-Wood, Olivia Williams, Ludivine Sagnier

Peter Pan, la trama: Tutti i bambini, salvo uno, crescono: la storia di Peter Pan, primo e forse vero unico mito del ventesimo secolo, ha conosciuto fra grande e piccolo schermo un’infinità di trasposizioni, ma solo poche possono davvero vantare la giusta fedeltà all’opera originale; una di queste, l’ultima realizzata finora, è senza dubbio la versione firmata nel 2003 da P. J. Hogan (il matrimonio del mio migliore amico), che raccoglie senza esitazione l’eredità del personaggio creato dalla magica penna di James Matthew Barrie.

Peter Pan, l’analisi

Senza dimenticare il passato ma egualmente determinato a perseguire una propria e indipendente visione, Hogan riesce nell’impresa di raccontare le arcinote avventure del bambino che non voleva crescere come se le  stessimo vedendo per la prima volta, complice una straordinaria resa visiva e una caratterizzazione dei personaggi che non ha timore di scavare in profondità, restituendo alla più incantevole delle fiabe la metafora dell’arduo e difficile cammino verso l’età adulta.

Per Wendy Darling, tredicenne che non vuole abbandonare la stanza dei fratelli e sogna di vivere fantastiche avventure piuttosto che iniziare a preoccuparsi delle cose dei grandi, volare verso l’Isola che non c’è è un’opportunità troppo allettante e imperdibile: peccato che, fra fate dispettose e perfidi pirati, i primi turbamenti dell’adolescenza non risparmino nessuno, nemmeno il grande Peter Pan: già presente sulla carta ma mai esplicitamente urlato, nello screenplay scritto a quattro mani dal regista insieme a Michael Goldenberg il legame fra Peter e Wendy si nutre di sguardi intensi e baci castissimi, trasformandosi in un sentimento tenero e potente come solo il primo amore può essere.

Peter Pan

In un cast di giovani attori praticamente esordienti, Jeremy Sumpter e Rachel Hurd-Wood (le cui carriere in futuro sarebbero continuate in modo altalenante) sembrano di fatto nati per la parte, pronti a volare alto sulla scena e a dimostrare di essere davvero gli interpreti ideali di Peter e Wendy: il primo, biondo quattordicenne la cui “americanità” contribuisce non poco a marcare l’arroganza e l’incoscienza che rendono Pan diverso da ogni altro bimbo sperduto, dà vita a un eroe reale e autentico, che pur consapevole di non potere né volere affrontare le paure di un mondo destinato a invecchiare e morire, nasconde una solitudine che nessuna grande avventura potrà mai colmare. Rachel Hurd-Wood, nel ruolo di una Wendy spaventata dal futuro ma allo stesso tempo assai più matura e consapevole del peso delle proprie scelte, è invece la ragazzina che tutti almeno una volta siamo stati, desiderosa di inseguire le fantasie dell’infanzia ma cosciente del fatto che, per riuscire a vivere davvero, alcuni sogni vanno messi in un cassetto, pronti a saltare fuori nei momenti più bui per darci la forza di andare avanti.

Fra i pochi adulti, Jason Isaacs è indimenticabile nell’incarnare (com’era nella prima versione teatrale dell’opera) sia il mite Signor Darling, padre affettuoso ma troppo debole secondo Wendy, che lo spietato Capitan Uncino, riflesso oscuro della paura del tempo e della morte che inquieta la sua nemesi Peter Pan e decisamente più attraente agli occhi della ragazzina; bellissima, anche se visibile solo per poche scene è invece la Signora Darling di Olivia Williams, dolce proprietaria del bacio nascosto che la figlia non riesce mai a vedere, moglie amorevole e madre devota ma sempre pronta a credere nelle fate.

Peter PanL’Isola che non c’è, luogo dove trovano rifugio tutti i sogni dei bambini e che vive della presenza di Peter Pan, è dipinta con luminose tinte pastello e intensissime sfumature dalla fotografia di Donald McAlpine, dove a dominare sono il rosa del cielo nel mattino(identico a quello dipinto sul soffitto della stanza di Wendy, John e Michael)e il blu della notte, reso brillante dalle luci delle stelle e delle fate.

Prodotta da Mohammed Al-Fayed e dedicata allo scomparso figlio Dodi (proprio al film è stata dedicata l’esposizione natalizia del 2010 di Harrods), Peter Pan di P. J. Hogan è un sogno ad occhi aperti, per tutti   i bambini che continuano a scrutare il cielo sperando che Peter venga a prenderli per portarli sull’Isola ma anche per gli adulti, che fermi per caso davanti a una finestra in segreto lo stanno ancora aspettando.

Lady in the Water: recensione del film con Paul Giamatti

Lady in the Water: recensione del film con Paul Giamatti

Lady in the Water è il film del 2006 diretto da M. Night Shyamalan e con protagonisti Paul Giamatti, Bryce Dallas Howard, Freddy Rodriguez, Jeffrey Wright, Bob Babalan e M. Night Shyamalan.

Lady in the Water, la trama: La vita fin troppo tranquilla di Cleveland, custode di un condominio di Filadelfia (Paul Giamatti), viene sconvolta dall’incontro con Story, un Narf, ossia una ninfa acquatica mandata nella nostra dimensione con lo scopo di trasmettere a uno scrittore un  messaggio, essenziale per completare un suo libro, destinato ad essere un testo fondamentale nella formazione di un futuro leader; il suo tentativo è però ostacolato da uno Scrunt, una creatura simile ad un lupo, dotato della  capacità  di mimetizzarsi.

Aiutato da un’anziana inquilina cinese, che ben conosce i miti legati alle Narf, Cleveland raccoglie attorno a sé vari inquilini del condominio, ognuno con un compito specifico, per aiutare la ninfa nella sua missione: la Narf riuscirà a comunicare allo scrittore (interpretato dallo stesso regista) il messaggio, e Cleveland organizzerà una festa nella piscina condominiale come diversivo per permettere alla ninfa di tornare nel suo mondo, fuggendo dalle grinfie dello Scrunt. Lo stratagemma però fallisce, perché il protagonista ha sbagliato clamorosamente nell’assegnare i vari ‘ruoli’ nella vicenda.

Lady in the Water, l’analisi

Analisi: Lady in the water è probabilmente stato il film più sfortunato di M. Night Shyamalan: costato 75 milioni di dollari, si è rivelato un fiasco al botteghino ed è stato bersagliato dalla critica, finendo per ricevere vari premi per i ben poco ambiti Razzie Award; un colossale insuccesso che, in parte, ha ridimensionato la carriera del regista indiano, che a quei tempi godeva ancora del credito conquistato col Sesto senso ed era reduce dal tutto sommato non pessimo The Village. In seguito, Shyamalan si è dedicato al catastrofico-naturalistico E venne il giorno e all’animato L’ultimo dominatore dell’aria, mentre per il 2013 è previsto il post-apocalittico After Earth.

Tuttavia, più che un fiasco, Lady in the water appare piuttosto un film almeno in parte incompreso: forse il nocciolo della questione sta nel costo di un film che poi sullo schermo non sembrava aver mantenuto quanto promesso in termini di budget.

In realtà il film costituisce una singolare variazione sul tema della ‘compagnia’ di estrazione fantasy, formata da vari personaggi che finiscono per concorrere a uno scopo comune. Probabilmente a lasciare insoddisfatti critica e pubblico è stata soprattutto la staticità dell’ambientazione: invece che il classico ‘viaggio’, tutto si risolve nel microcosmo del condominio, fatto di ambienti spesso angusti, che trasmettono una costante sensazione di lieve claustrofobia, complici anche atmosfere sempre piuttosto buie.

Paul Giamatti svolge abilmente il compito in interpretare  l’uomo comune che coinvolto in una storia più grande di lui, è portato erroneamente a pensare di esserne il fulcro, subendone le conseguenze, mentre la Bryce Dallas Howard (già vista in The Villane), qui sfrutta pienamente la sua bellezza diafana, efficacemente messa al servizio di un personaggio ‘sfuggente’ come quello di una ninfa.

Del cast fanno parte anche Freddy Rodriguez, reduce dal discreto successo ottenuto con la partecipazione alla serie Six Fee Under (e che in seguito farà parte del cast di Grindhouse – Planet Terror) e il giovanissimo Noah Gray-Cabey, che poi avrebbe fatto partecipato alla serie tv  Heroes.

Certo, il tema di fondo del film, la classica domanda sul ‘fine ultimo della vita’ è lontano da qualsiasi pretesa di originalità; né è nuovo il modo in cui esso viene affrontato, inserendo l’elemento di quel tanto di imprevedibilità che mette improvvisamente le persone di fronte ai loro enormi errori di valutazione.

Si tratta certo di limiti che possono lasciare interdetto lo spettatore, e d’altra parte ai tempi da Shyamalan ci si aspettava forse un film di tutt’altro profilo: tuttavia preso per ciò che è, una moderna ‘fiaba per adulti’, Lady in the water è un film in fondo godibile, per quanto forse un po’ statico, e in parte appesantito dai ritmi lenti e i colori in chiaroscuro.

Poker Generation: recensione del film di Gianluca Mingotto

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Poker Generation: recensione del film di Gianluca Mingotto

In Poker Generation Filo (Piero Cardano) e Tony (Andrea Montovoli), due fratelli diametralmente diversi, vivono a Scicli, un piccolo centro della Sicilia, ma per fuggire la monotonia della vita di paese e la tristezza per una situazione familiare molto drammatica, i due si rifugiano nei loro sogni. Quando la sorellina si ammalerà gravemente, per guadagnare i soldi necessari a pagare l’operazione chirurgica che potrebbe salvarle la vita, i due ragazzi andranno a Milano alla ricerca di Joyce,  il  campione Italiano di Poker Texas Hold’em, con la speranza di imparare da lui i turchi per vincere al Poker.

Gianluca Mingotto ma soprattutto il produttore Fabrizio Crimi, mettono in piedi un film che ha come scopo principale quello di mostrare il lato “buono” del Poker. Il Poker ed in particolare il Texas Hold’em, non è un semplice gioco d’azzardo possibile fonte di pericolosa dipendenza (pericolosa soprattutto per il portafogli ), ma i due autori lo ridipingono come una disciplina sportiva a tutti gli effetti con tanto di preparazione atletica in questo caso non dei muscoli, ma del cervello. Crimi infatti, oltre ad essere produttore di questo Poker Generation completamente indipendente, è anche un top manager nel settore del Gaming On Line.

Poker Generation, il film

La mossa promozionale, quindi, è del tutto manifesta anche se va a questo film il merito di essere quasi totalmente auto prodotto e di avere un cast tecnico ed artistico composto per la maggior parte da giovani esordienti (escludendo la partecipazione di Francesco Pannofino e di Lina Sastri nel ruolo dei genitori di Filo e Tony). Questo aspetto influenza le scelte stilistiche della pellicola che in molti momenti per fluidità e ritmo ricorda un video musicale (Mingotto, regista esordiente sul grande schermo, ha realizzato precedentemente alcuni videoclip e spot pubblicitari).

Poker Generation presenta  una certa freschezza dal punto di vista stilistico, le pecche sono da riscontrare nella sceneggiatura e nella costruzione narrativa. Purtroppo la sceneggiatura è stata scritta quasi esclusivamente per dimostrare che il gioco del Poker non è un gioco cattivo e pericoloso, non è un gioco d’azzardo ma uno sport e che con il Poker (e soprattutto con i tornei), è possibile cambiare la propria vita, anzi il Poker è metafora  della vita stessa.

I dialoghi molto spesso presentano frasi altisonanti e retoriche nonostante il regista stesso tenga a precisare come la pellicola sia il frutto di un’attenta e lunga documentazione sul campo effettuata  intervistando giocatori professionisti e provando egli stesso a giocare. Il risultato si discosta dal documentario e anzi è pesante il debito che Poker Generation ha nei confronti del premio Oscar The Milionaire. Anche qui infatti come nel film di  Danny Boyle ci sono due fratelli poveri: uno intellettualoide e un po’ sfigato, l’altro bello e con ambizioni da gangster e mentre lì lo strumento di riscatto era il quiz televisivo, qui il torneo di Poker. Addirittura sono simili i momenti finali in cui i protagonisti affrontano il loro destino inquadrati in uno schermo televisivo con le persone care che fanno il tifo.

In Poker Generation, invece, Mingotto da buon mestierante ce la mette tutta per soddisfare le esigenze della committenza. Questa non vuole assolutamente essere una critica, anzi piuttosto è un merito centrare un simile obiettivo quando si sta lavorando ad un prodotto commerciale. La caduta di tono, piuttosto, sta nel voler spacciare un film un po’ ruffiano per un’opera indipendente d’avanguardia.

Tutto il film è patinato come in uno spot televisivo ed anche la giovane ragazza madre di cui Filo si innamora (Francesca Fioretti), ha le sembianze di una statuaria ballerina di Lap Dance (il secondo lavoro che è costretta a fare per mantenersi).

Jennifer Lawrence: una giovane e lucente stella del firmamento hollywoodiano

A soli 21 anni già fa parlare di sé a Hollywood e non ci sono dubbi che il cinema americano punterà su Jennifer Lawrence con sempre maggior convinzione nei prossimi anni. Le pellicole che l’hanno vista finora protagonista o partecipe, infatti, si contano sulle dita di una mano (due, se consideriamo anche i film ancora in lavorazione), ma le sue interpretazioni riscuotono sempre grande successo sia di critica che di pubblico, rivelando un talento non comune, oltre a una tempra forte e decisa, nonostante la giovane età.

Sceglie con cura le sceneggiature, perché, come ha dichiarato in un’intervista in occasione dell’uscita di Un gelido inverno, “molte sono sciocche, specie quelle per giovani ragazze bionde”. La scelta di partecipare al film della Granik si è rivelata infatti oculata e felice. Ammette di essere molto possessiva coi personaggi  che interpreta, perché una volta immedesimatasi, dice, sente di essere la sola a capirli davvero fino in fondo, al punto che “diventano mie anime gemelle”. È consapevole di avere ancora molta strada da fare, anche se già può dire di aver lavorato con uno dei suoi idoli: Jodie Foster, che l’ha anche diretta, in Mr. Beaver. Ama spaziare tra i generi cinematografici e accosta grandi produzioni hollywoodiane a piccoli progetti di cinema indipendente.

Il suo trampolino di lancio sul grande schermo è stato l’esordio alla regia dello sceneggiatore Guillermo Arriaga, The Burning Plane. ll ruolo di Ree Dolly in Un gelido inverno di Debra Granik l’ha resa celebre, portandola a competere per un  Academy Award come miglior attrice protagonista. Sarà nelle sale italiane dal 1 maggio prossimo, protagonista della pellicola drammatica per ragazzi Hunger Games di Gary Ross, che arriverà da noi dopo il grande successo che sta avendo ai botteghini americani (alla domenica di Pasqua il suo incasso negli Usa ammontava già a più di 300.000.000 di $).

Stiamo parlando di Jennifer Lawrence, ventunenne di Louisville nel Kentucky. La sua passione per lo spettacolo le fa compiere le prime prove teatrali nella provincia americana, ma è affascinata anche dal mondo della moda. Per questo a 14 anni arriva a New York con i genitori per tentare qualche audizione come attrice o modella. Le sue doti colpiscono gli agenti della Grande Mela, ma sua madre non è ancora del tutto convinta che la piccola Jen sia un vero talento. Finché dallo scatto casuale  di un fotografo scaturisce una proposta per degli spot pubblicitari. Quindi, la Lawrence approda nel mondo delle serie tv e tra 2006 e 2008 prende parte a Detective Monk, Cold Case e Medium. Nel 2008 arriva per lei l’occasione del passaggio al grande schermo. È scelta infatti da Guillermo Arriaga, già sceneggiatore di Iñárritu, che la vuole in un cast al femminile per la sua prima regia: The Burning Plane – Il confine della solitudine. L’opportunità per questa giovane promessa è davvero ghiotta: condivide il set con due grandi donne del cinema americano: Charlize Theron e Kim Basinger, in uno di quei puzzle di vite incrociate e segnate dalla sofferenza che sono le creazioni cinematografiche di Arriaga. La Mariana interpretata dalla Lawrence è molto intensa e fa breccia in particolare nella giuria del Festival di Venezia, che assegna all’attrice il Premio Marcello Mastroianni.  Continua a frequentare anche il mondo televisivo.

Una nuova, più corposa occasione arriva però dal grande schermo due anni dopo, quando Debra Granik la vuole per un ruolo da protagonista: quello della giovane Ree Dolly in Un gelido inverno. Qui, va alla ricerca disperata del padre, uscito di galera lasciando come cauzione la casa dove  vivono i tre figli e la moglie malata, e ora latitante. La nostra attrice s’immerge con tutta sé stessa in una dura lotta, che garantisca la sopravvivenza a lei e ai due fratellini minori. E s’immerge anche nell’universo oscuro e inquietante di un’America di provincia non certo da cartolina. Sono il suo carattere forte e il volto delicato ma fiero, oltre al talento interpretativo, a far sì che porti a casa brillantemente il risultato. Il film trionfa prima al Sundance Film Festival, dove si aggiudica il Gran Premio della Giuria, poi conquista il nostro paese. Al Torino Film Festival è infatti la Lawrence a sbaragliare la concorrenza, accaparrandosi il Premio come Miglior Attrice e la pellicola quello per il Miglior Film. Infine arriva niente meno che la candidatura agli Oscar 2011, a soli vent’anni.

Lo scorso anno è stato pieno di soddisfazioni per l’attrice di Louisville. Come dicevamo in apertura, ha potuto coronare il sogno di recitare nel film diretto e interpretato dal suo idolo Jodie Foster, accanto a Mel Gibson: il drammatico Mr Beaver, che affronta il difficile tema della depressione, offrendo peraltro a Gibson l’opportunità per un’interpretazione notevole.

Jennifer Lawrence ha dato poi prova di grande eclettismo, divertendosi nel prendere parte alla saga hollywoodiana di X-Men, accanto a James McAvoy e Michael Fassbender. Matthew Vaughn l’ha infatti voluta per il prequel X-Men – L’inizio, affidandole la parte della giovane Mystica. Qui ha anche avuto occasione di giocare  col suo aspetto e la sua bellezza, trasformandosi in un mutante dalla pelle blu. Sarà anche nel prossimo episodio della saga.

Ha dato inoltre prova di non essersi montata la testa dopo aver fatto conoscere il suo nome a Hollywood. È stata infatti felice di prendere parte a un piccolo progetto che ha sancito ancora una volta il suo talento e l’enorme potenziale di cui è dotata. Stiamo parlando di Like Crazy per la regia del giovane Drake Doremus, che nel 2011 ha conquistato il Festival patrocinato da Robert Redford, ottenendo il Premio Speciale della Giuria. Jennifer si è fatta notare anche nel ruolo di Sam, secondario rispetto alla problematica storia d’amore tra i due protagonisti: Anna/Felicity Jones e Jacob/Anton Yelchin.

Ancora molti progetti la attendono, non solo in questo 2012.  Innanzitutto la vedremo in Hunger Games da maggio, ma sarà anche nell’horror di Mark Tonderai House at the end of the street. Nel 2013 sarà impegnata nel sequel di Hunger Games: Catching Fire, e condividerà il set con quell’icona del  cinema americano che è Robert De Niro, dal momento che vestirà i panni della sua vicina di casa in The Silver Linings Playbook di David O. Russel. Insomma, un futuro fitto d’impegni lavorativi e, possiamo starne certi, nei prossimi anni sentiremo parlare ancora molto di questa energica ragazza di Louisville.

Il fabbricatore di sogni dal paese del Sol Levante: Hayao Miyazaki

Hayao Miyazaki – A ventisei anni dalla sua uscita al cinema in Giappone e ad oltre dieci anni da una timida uscita per l’home video, arriva nelle nostre sale finalmente Il castello del cielo di Hayao Miyazaki, noto ai fan come Laputa, uno dei primi e più amati lungometraggi del maestro dell’animazione giapponese, che l’anno scorso ha festeggiato i settant’anni di una carriera coronata da successi e riconoscimenti non solo a livello giapponese.

Hayao MiyazakiHayao Miyazaki è riuscito a convincere i peggiori detrattori dell’animazione giapponese sulla validità della sua produzione artistica, che va oltre a quelli che sono indubbiamente alcuni dei limiti evidenti degli anime, quali la serializzazione e la sudditanza, spesso, all’industria del marketing per vendere gadget e simili, caratteristica comunque non certo aliena alla produzione animata a stelle e strisce.

Una carriera di oltre quarant’anni, la sua, che ha toccato l’animazione giapponese dagli anni Sessanta ad oggi, creando film e personaggi unici e portando il suo tocco a personaggi e storie di altri. Ma occorre andare per ordine, per ricostruire le tappe di un percorso ancora non certo concluso, anche se negli ultimi anni Hayao Miyazaki sembra più interessato a supervisionare.

Il fabbricatore di sogni dal paese del Sol Levante: Hayao Miyazaki

Nato nel 1941 a Tokyo, pochi mesi prima dell’entrata del Giappone in guerra, che influenzerà lui e altri colleghi suoi coetanei, sia pure in maniera diversa, Hayao Miyazaki cresce in una famiglia dove il padre ha una fabbrica di componenti per aerei, che gli farà nascere una passione poi presente nella maggioranza delle sue opere per il volo, gli aerei, il cielo. Un altro fatto che influenza la sua infanzia è una grave malattia che colpisce la madre, tema che si ritroverà in film come Tonari no totoro e il recente Arietty.

Hayao MiyazakiNegli anni Cinquanta, sull’onda dell’opera che sta facendo Osamu Tezuka di creazione di fumetti made in Japan, simili a tratti ma molto diversi dai loro omologhi a stelle e strisce, Hayao Miyazaki, da sempre bravo disegnatore, si appassiona al mondo delle nuvole parlanti, e dopo essersi laureato in Scienze politiche entra a lavorare alla Toei, allora la più importante casa di produzioni animate.

Il suo primo lavoro importante è come animatore chiave e scenografo per Horusu no daiboken, uscito in italiano con i due titoli La grande avventura del piccolo principe Valiant e Il segreto della spada del sole, che segna anche l’inizio del suo sodalizio con il collega e amico Isao Takahata. Nel1971 Hayao Miyazaki collabora alla prima serie di Lupin III, dal manga di Monkey Punch, e dal 1973 con Isao Takahata inizia invece un sodalizio con la Zuiyo Pictures, poi Nippon Animation, adattando in animazione alcuni classici per bambini occidentali, quali Heidi del 1974, Marco da Dagli Appennini alle Ande di De Amicis e Anna dai capelli rossi, che lo faranno conoscere non solo in Giappone.

Nel 1978 decide di adattare il romanzo di fantascienza per ragazzi The incredible tide di Alexander Key, che diventa la serie Conan, il ragazzo del futuro, considerato a tutt’oggi uno dei migliori anime giapponesi seriali di sempre, per il quale Hayao Miyazaki è regista, disegnatore, scenografo e supervisore degli storyboard. Il suo primo lungometraggio come regista è dell’anno successivo ed è Lupin III il castello di Cagliostro, per molti fan il migliore film dedicato al celebre ladro in salsa nipponica, che stravolge le atmosfere del manga in chiave favolistica e steam punk.

Dopo alcuni lavori in serie televisive, come Il fiuto di Sherlock Holmes, coprodotto con la Rai nel 1982, Hayao Miyazaki pubblica sulla rivista Animage il manga fantasy post apocalittico Nausicaa nella valle del vento, che poi decide di trasporre in animazione nel 1984. Il successo di questa storia di un’eroina che, in un mondo medievale post nucleare, dove le scorie hanno creato nuove creature e dove l’avidità di conquista vorrebbe risvegliare le antiche armi, è grandissimo e spinge Miyazaki con Isao Takahata a fondare un loro studio, lo studio Ghibli, che produrrà tutte le loro opere successive.

Il castello del cielo del 1986 è proprio il primo lungometraggio dello studio, e finalmente si potrà vedere anche da noi su grande schermo questa avventura che mescola Jonathan Swift e Jules Verne, tra pirati dell’aria e mondi fluttuanti nel cielo, arcani e con tecnologie incredibili e pericolose.

Nel 1988 Hayao Miyazaki realizza invece il più intimista e fiabesco Il mio vicino Totoro, dove due bimbe in una campagna reale ma incantata incontrano uno spirito misterioso a forma di grosso gatto che le consola dei loro problemi familiari. Totoro diventa il logo dello studio Ghibli, che nel 1989 bissa il successo con la commedia fantastica Kiki’s delivery service, storia di una streghetta che va in una cittadina terrestre a fare il suo apprendistato e che si inventa un’attività grazie alla sua scopa che le farà conoscere nuovi amici.

Nel 1992 è la volta di Porco rosso, film in cui l’autore dà libero sfogo alla sua passione per l’aviazione, leit motiv di tutti i suoi film, storia di un pilota da caccia con il volto di maiale che vive le sue avventure nell’Europa tra Grande guerra e avvento dei totalitarismi.

Negli anni successivi Hayao Miyazaki si occupa di sceneggiare, produrre e supervisionare altre opere dello studio Ghibli, finché nel 1997 non fa uscire Princess Mononoke, che batte ogni record d’incassi in Giappone e lo fa finalmente conoscere ufficialmente al pubblico internazionale, complice anche un doppiaggio statunitense con star del calibro di Claire Danes, Minnie Driver e Gillian Anderson. Princess Mononoke, fiaba ecologica dello scontro tra la foresta magica e impenetrabile e un Giappone medievale ma metafora di quello contemporaneo, con la sua voglia di costruire distruggendo la natura, propone un’eroina selvaggia e guerriera, cresciuta dai lupi e desiderosa di difendere il suo mondo anche se entra in contatto con quello dei suoi simili.

Nel 2001 nuovo successo con La città incantata, fiaba morale contro lo spreco di cibo, tra antiche leggende e il mondo di oggi, che vale al maestro l’Orso d’Oro al Festival di Berlino e l’Oscar 2003 per il migliore lungometraggio animato, che però Hayao Miyazaki non va a ritirare per protesta contro la guerra in Iraq.

Nel 2004 è la volta della trasposizione animata del romanzo fantasy di Diana Wynne Jones, una delle ispiratrici di Jk Rawling per il suo Harry Potter, Il castello errante di Howl, storia di una ragazzina intrappolata nel corpo di una donna anziana che cerca di liberare un giovane mago da una maledizione, un film che viene presentato a Venezia, dove l’anno dopo, nel 2005, Miyazaki viene omaggiato con il Leone d’Oro alla carriera.

Il suo ultimo film come regista è la fiaba del 2008 Ponyo sulla scogliera, rilettura moderna ed ecologista della Sirenetta ma non solo, film che viene realizzato tutto con tecniche di disegno tradizionali a contrastare l’uso della grafica computerizzata, ormai unica tecnica dei cartoni animati della Disney, e largamente usata dagli anime.

Negli ultimi anni lo studio Ghibli supervisiona Terramare, del film di Hayao Miyazaki, Goro, tratto dal ciclo fantasy di Ursula K. Le Guin, mentre Hayao Miyazaki sceneggia Arietty, favola anti spreco dal romanzo di Mary Norton.

Nei suoi film Hayao Miyazaki parla di rapporti tra le generazioni, di amore e rispetto per l’ambiente e tutte le specie animali, di pacifismo e non violenza, di fantasia partendo dalle cose più semplici, di fiaba e fantastico che nascono nella vita di tutti i giorni, di sogni verso l’infinito del cielo e di quotidianità, tra poesia e sogno, tra i colori del verde e dei fiori e i richiami alla tradizione, tra leggende e classici steam punk, con macchine sempre inserite in mezzo alla natura. Uno stile lontano da molta altra animazione giapponese e da un mondo animato occidentale sempre più dominato dall’informatica e da logiche di vendita, che ha reso le opere del maestro amate come capolavori del cinema tout court, oltre che legati all’animazione giapponese.

In attesa di nuove opere o riproposizione di film di Miyazaki comunque è da vedere Il castello nel cielo, tra avventura e sogno, riflessione sui limiti della scienza e anelito verso l’infinito dei cieli e della fantasia.

La fuga di Martha al cinema: protagonista una grande Elizabeth Olsen

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Martha fugge all’alba dalla casa dove ha vissuto per anni insieme ai membri di una setta religiosa guidata dal carismatico Patrick; la giovane trova ospitalità presso la sorella maggiore Lucy e il cognato Ted, nel Connecticut. Profondamente segnata dall’esperienza nella setta, Martha fatica a tornare alla normalità; è paranoicamente ossessionata dal ricordo di Patrick e degli altri adepti, dall’idea che possano osservarla e mettersi sulle sue tracce.

Questa è la storia de La fuga di Martha (Martha Marcy May Marlene), film scritto e diretto da Sean Durkin che approderà nelle sale italiane il 25 maggio. Si tratta del lungometraggio d’esordio per Durkin, che al primo colpo ha fatto centro; La fuga di Martha , presentato al Sundance 2011, ha infatti fruttato al giovane regista il premio per la miglior regia. Nel maggio dello stesso anno, ha trovato spazio nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes. Dopo esser stato presentato in diverse altre rassegne, La fuga di Martha ha cominciato timidamente a far ingresso nelle sale, partendo il 21 ottobre 2011 con una distribuzione limitata negli Stati Uniti.

La protagonista è interpretata da Elizabeth Olsen, classe ’89, sorella minore delle note gemelle Mary – Kate e Ashley; La fuga di Martha ne sancisce il debutto sul grande schermo. Nel 2012, la 23enne californiana sarà nelle sale con altri due film: Red Lights di Rodrigo Cortés, al fianco di Robert De Niro, e Liberal Arts di e con Josh Radnor. La giovane attrice è attualmente coinvolta in tre progetti, che dovrebbero uscire nel 2013: Very Good Girls di Naomi Foner, Kill Your Darlings di John Krokidas e Therese Raquin di Charlie Stratton.

Nei panni di Patrick, leader della comunità da cui Martha scappa, c’è il veterano del piccolo e grande schermo John Hawkes; qualche tempo fa è giunta la gustosa notizia del suo coinvolgimento in Switch (regia di Daniel Schechter), prequel del tarantiniano Jackie Brown, dove Hawkes sarà chiamato a interpretare il giovane Luis Gara, che nel film del ’97 aveva l’irresistibile maschera di De Niro.

La parte della sorella di Martha, Lucy, è affidata a Sarah Paulson (Capodanno a New York); quella del marito di lei, Ted, a Hugh Dancy, il fascinoso caporedattore di I Love Shopping. Completano il cast Christopher Abbott, Brady Corbet, Maria Dizzia, Julia Garner, Louisa Krause, Adam Thompson, Allen McCullough, Lauren Molina, Gregg Burton, Diana Masi, Tobias Segal e Michael Chmiel.

La fuga di Martha è stato girato nello stato di New York e nel Wisconsin dal 24 maggio al 3 luglio 2010; prodotto da BorderLine Films e FilmHaven Entertainment, è stato realizzato con un budget inferiore al milione di dollari (!) e ha fin ora incassato circa 3,5 milioni di dollari (quasi 3 milioni negli States). Soltanto in Italia, ultima tappa de La fuga di Martha , il titolo è stato cambiato; dall’originale Martha Marcy May Marlene, indicante i vari nomi della protagonista – Martha è il vero nome, Marcy May e Marlene sono appellativi ai quali risponde nella setta – è stato mutato, appunto, in La fuga di Martha, in linea con il fastidioso costume della distribuzione tricolore, sempre teso a semplificare, sottostimando l’importanza dei titoli e, al contempo, le capacità di lettura dello spettatore.

Men in Black III: il 23 maggio tornano gli uomini in nero

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Il 23 maggio arriverà in Italia Men in Black III, atteso terzo capitolo della saga a base di alieni, gag e sparaflashate; entro il 25 sarà nelle sale di tutto il mondo. Il regista è Barry Sonnenveld, lo stesso dei primi due film, il cult Men in Black (1997) e Men in Black II (2002); confermata anche la prestigiosa supervisione del produttore esecutivo Steven Spielberg. Anche MIB III graviterà attorno ai due fuoriclasse che hanno fatto la fortuna del prodotto: Will Smith (agente J) e Tommy Lee Jones (agente K).

In Anteprima una nuova clip di Battleship!

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In Anteprima una nuova clip di Battleship!

Guarda una spettacolare clip sottotitolata in italiano di Battleship, il nuovo film di Peter Berg con  . Battleship: dal 13 aprile 2012 al cinema.

The Amazing Spiderman: nuove origini per l’uomo ragno

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The Amazing Spiderman: nuove origini per l’uomo ragno

Origini diversi per l’uomo ragno di Marc Webb. Il regista Marc Webb, al timone del prossimo film dedicato all’uomo ragno in uscita il 3 luglio 2012 negli Stati uniti, ha risposto ad alcune domande riguardanti la genesi del famoso supereroe.

Spiega Webb: “Quello che volevo dare al pubblico era qualcosa di nuovo, e così abbiamo iniziato a scavare nella storia dei suoi genitori, che probabilmente verrà disvelata nell’arco di qualche film. Non chiudiamo totalmente quella storia nel primo episodio, è un mistero che prosegue. Era un aspetto che trovavo interessante.”

Il genitori ricopriranno quindi un ruolo importante nella vita di Peter Parker, molto più di quanto si possa aver letto nei fumetti originali.

“Ci sono elementi dei quali eravamo molto consapevoli. Tutto quanto, tuttavia, è nato dall’idea di questo ragazzo che era stato lasciato “indietro” dai genitori anni e anni addietro. Era un altro elemento interessante da esplorare.”

Webb prosegue poi rivelando che una scena fondamentale non sarà presente nel film

“Credo che questo non sia stato ancora detto, ma la gara di wrestling non ci sarà. L’evoluzione del personaggio è diversa, nel nostro film. Dovevamo cercare un equilibrio tra alcuni elementi iconici della mitologia di Spider-Man – come la morte di Zio Ben lo trasforma a livello emotivo – ma succede tutto in modo diverso.

Conclude poi con una dichiarazione spiazzante per i fan dell’uomo ragno:

“Certo, viene morso da un ragno! Ma forse non è un ragno radioattivo. O forse lo è! Lo vedrete…”

Addio a Maria Pia Casilio

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Ieri, 10 Aprile 2012, all’età di 76 anni, è scomparsa a Roma Maria Pia Casilio, una delle protagoniste della più apprezzata commedia italiana.

Terza clip in anteprima per The Avengers!

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Terza clip in anteprima per The Avengers!

Arriva anche la terza clip per l’attesissimo film che tra poco meno di venti giorni debutterà nel nostro paese e nel mondo: The Avengers. La clip vede questa volta protagonista Loki () che discute con Iron Man/Tony Stark ( )

Riflettori puntati sul Far East Film Festival

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Riflettori puntati sul Far East Film Festival

Presentata la nuova edizione del Far East. E’ stata inaugurata ieri la quattordicesima edizione del Far East Film Festival, che si terrà ad Udine dal 20 al 28 aprile 2012.

Tokyo distrutta nel primo video dal set di Pacific Rim di Guillermo Del Toro!

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Guillermo del Toro tra mostri marini e robot giganti. Pacific Rim di Guillermo del Toro è in piena fase di riprese in Canada, dove è stato costruito il set di una strada distrutta dall’attacco di un mostro marino. Ecco arrivare un primo video dal set. La trama della pellicola, ambientata nel 2025, ruoterà intorno a spettacolari battaglie tra robot giganti e misteriosi mostri marini emersi dal Pacifico. Prodotto dalla Legendary Pictures e sceneggiato da Travis Beacham, il cast del film annovera nomi quali Charlie Hunnam, Idris Elba, Charlie Day, Rob Kazinsky e Max Martini. L’uscita è prevista per il 12 luglio 2013.

 

 

Lo Squalo rimasterizzato in digitale in Blu-Ray dal 22 Agosto 2012!

LO SQUALO – Lo storico film che ancora oggi ci fa tremare quando mettiamo piede in mare – sarà disponibile per la prima volta in Blu-ray in Italia dal 22 Agosto 2012. Rimasterizzato in digitale con immagini completamente restaurate e Audio 7.1 Surround nella versione originale, il Blu-ray de LO SQUALO (con Digital Copy) darà modo ai fan di godere di questo spettacolare e allo stesso tempo terrificante thriller nella migliore definizione possible.

LO SQUALO, con il Premio Oscar® Richard Dreyfuss e i candidati all’Oscar® Roy Scheider e Robert Shaw, è uno dei film più influenti di tutti i tempi ed è stato nominato all’Oscar® nella categoria Miglior Film. Prodotto dai leggendari filmmakers Richard D. Zanuck e David Brown, il film ha vinto tre Oscar® per il semplice ed immediatamente riconoscibile tema musicale del compositore John Williams, il Miglior Montaggio e il Miglior Sonoro. Quando è uscito nel 1975, LO SQUALO ha battuto ogni record di box-office, diventando il film con il maggior incasso della sua epoca – nonché uno dei maggiori della storia – e facendo guadagnare a Spielberg la fama di visionario di Hollywood.

LO SQUALO è uno dei 13 classici di Universal rimasterizzati in digitale e completamente restaurati – da frammenti originali in 35mm – in occasione del Centenario di Universal. Il restauro de LO SQUALO è iniziato con un attento studio ed una valutazione approfondita dello stato della pellicola originale. Nel corso di diversi mesi, tecnici specializzati dello Universal Studios Digital Services hanno meticolosamente bilanciato il colore, rimosso i graffi e riparato ogni danno alla pellicola, lavorando su ogni singola inquadratura ed ogni singolo fotogramma. Dopo il restauro delle immagini, l’Universal Studios Sound Team ha trasferito l’iconica colonna sonora de LO SQUALO in DTS-HD Master 7.1, ottimizzando il sonoro in Blu-rayTM per la più avanzata tecnologia di home theater. L’intero processo di restauro è stato condotto in collaborazione con Steven Spielberg ed il team di post-produzione della Amblin Entertainment per garantire aderenza alla visione originaria di Spialberg.

“LO SQUALO occupa un posto unico non solo nella storia della Universal Pictures, ma anche nella cultura pop globale”, ha dichiarato Craig Kornblau, Presidente di Universal Studios Home Entertainment. “Era doveroso restaurare con estrema cura questo film per permettere ai vecchi fan, nonché ai nuovi, di godere di questo indimenticabile successo cinematografico per le generazioni a venire.”

Contenuti Speciali del Blu-ray™:
• The Shark is Still Working: The Impact & Legacy of JAWS: Un documentario con filmati mai visti prima ed interviste al cast e alla troupe, compresi Steven Spielberg, Richard Dreyfuss e Roy Scheider.
• JAWS: The Restoration: Un inedito approfondimento sul complesso processo di restauro della pellicola originale.
• The Making of JAWS: Un documentario di due ore con interviste al cast principale e alla troupe.
• From the Set: Uno sguardo dall’interno alla vita del set de LO SQUALO con un’intervista a Steven Spielberg.
• Scene Eliminate & Scartate
• JAWS Archives: Date un’occhiata agli archivi de LO SQUALO che comprendono storyboard, foto di produzione e materiali di marketing, così come un sezione speciale sul “fenomeno LO SQUALO”.
• Trailer cinematografico originale
• Digital Copy: Gli spettatori possono scaricare una versione digitale dell’intero film per vederlo su una vasta gamma di dispositive elettronici e portatili.

Contenuti Speciali del DVD:
• Spotlight on Location: The Making of JAWS: Le parti più importanti del documentario di due ore con interviste al cast principale e alla troupe.

SINOSSI
Diretto dal Premio Oscar® Steven Spielberg, Lo Squalo è diventato rapidamente un vero e proprio fenomeno culturale, cambiando per sempre l’industria cinematografica. Quando la comunità marina di Amity si ritrova attaccata da un pericoloso squalo bianco, il capo della polizia cittadina (Roy Scheider), un giovane biologo marino (Richard Dreyfuss) ed un brizzolato cacciatore di squali (Robert Shaw) si imbarcano nel disperato tentativo di uccidere la bestia prima che questa torni ad attaccare. Arricchito da un’indimenticabile tema musicale, che evoca terrore allo stato puro, Lo Squalo rimane una delle più influenti ed avvincenti avventure della storia della cinematografia.

CAST & FILMMAKERS
Cast: Roy Scheider, Robert Shaw, Richard Dreyfuss, Lorraine Gary, Murray Hamilton
Regia: Steven Spielberg
Prodotto da: Richard D. Zanuck and David Brown
Musiche: John Williams
Basato sul romanzo di: Peter Benchley
Sceneggiatura: Peter Benchley and Carl Gottlieb
Direttore della Fotografia: Bill Butler
Scenografia: Joseph Alves Jr.
Montaggio: Verna Fields

INFORMAZIONI TECNICHE
BLU-RAY
Data d’uscita: 22/08/2012
Copyright: 2012 Universal Studios. All Rights Reserved.
Durata: 2 ore e 4 minuti
Aspect Ratio: Widescreen 2.35:1
Informazioni Tecniche: Inglese DTS-HD Master Audio 7.1/DTS Digital Surround 2.0 Mono e Dolby Digital 2.0, Italiano, Spagnolo e Francese DTS Digital Surround 5.1
Sottotitoli: Italiano, Inglese SDH, Francese e Spagnolo

INFORMAZIONI TECNICHE
DVD
Data d’uscita: 22/08/2012
Copyright: 2012 Universal Studios. All Rights Reserved.
Durata: 2 ore e 4 minuti
Aspect Ratio: Anamorphic Screen 2.35:1
Informazioni Tecniche: Inglese Dolby Digital 5.1 e 2.0 Mono; Italiano, Spagnolo e Francese Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Italiano, Inglese SDH, Francese e Spagnolo

In occasione del proprio Centesimo Anniversario, Universal Pictures rende orgogliosamente onore ai propri 100 anni di indimenticabili film, che hanno intrattenuto e commosso milioni di persone in tutto il mondo. Per celebrare i propri primi 100 anni, Universal Studios Home Entertainment è orgogliosa di presentare una selezione dei più amati film della propria library nell’ambito di un ampio programma della durata di un intero anno, che mette in evidenza la ricca storia cinematografica e l’indelebile impatto culturale dello Studio.

David Gordon Green dirigerà il remake di Suspiria

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A far tremare le vene dei polsi ai fan di Dario Argento, basterebbero titoli come Pineapple Express (uscito in Italia come Strafumati) e The Sitter (Lo Spaventapassere); che David Gordon Green si sia messo in testa di lavorare a un remake di Suspiria non è certo una novità (se ne parla da almeno un paio d’anni), tuttavia (sempre che il nostro non decida di imbarcarsi in un’altra pregevole commedia) sembra che il momento per il decollo del progetto sia finalmente arrivato… Green ha già scritto il film assieme Chris Gebert, rivisitando la vicenda della studentessa americana che, iscritta ad una famosa accademia di danza in Europa, si troverà di fronte ad una serie di omicidi particolarmente cruenti… A voi giudicare, se questa sia effettivamente una buona notizia… o forse no…

Fonte: Empire

Un racconto di Heinlein per Alex Proyas

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Il regista del Corvo, Io Robot e Segnali dal futuro incontra uno dei maestri della fantascienza per l’adattamento del lungo racconto The Unpleasant Profession Of Jonathan Hoag. Il protagonista si accorge improvvisamente una sera di non ricordare nulla di quanto gli succede nel corso della giornata; per venire a capo dell’enigma, si rivolge ad un’agenzia di investigazione diretta da moglie e marito perché lo seguano nel corso della giornata; i due saranno avvicinati da alcuni individui oscuri che consiglieranno loro di lasciar perdere. Alex Proyas aveva già usato la stessa fonte come ispirazione per  Dark City. Il regista è intenzionato ad avviare le riprese il prossimo autunno, in Australia.

Fonte: Empire

Iniziate le riprese di Vi Perdono di Valeria Golino

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Sono iniziate a Tijuana (Messico) le riprese di VI PERDONO, film che segna il debutto alla regia di un lungometraggio di Valeria Golino, dopo la fortunata esperienza del corto “Armandino e il Madre”. I protagonisti del film sono Jasmine Trinca e Carlo Cecchi.

Mark Wahlberg parteciperà a The Partner

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Negli anni ’90, John Grisham è stato una delle principali fonti d’ispirazione per il cinema americano, con gilm come Il Socio, Il Cliente, Il rapporto Pelican o L’uomo della pioggia, spesso attirando cast stellari, diretti da registi del calibro di Coppola o Altman; negli ultimi anni, l’attenzione sul maestro del legal thriller sembra essersi progressivamente spenta, almeno fino a oggi, con la notizia del prossimo adattamento di The Partner (uscito in Italia nel 1997 col titolo, praticamente identico, di Il Partner).

Al progetto si è mostrato particolarmente interessato Mark Wahlberg, che dovrebbe parteciparvi sia in veste di produttore che davanti alla macchina da presa. La storia narra di un avvocato che pianifica un grosso furto ai danni di un suo socio, pianificando poi la propria finta morte. Il gioco inizialmente regge, ma poi le cose si mettono male, e lungo la strada ci sarà di mezzo anche un omicidio. Per la regia era stato fatto il nome di John Lee Hancock (The Blind Side), che ha  poi rinunciato a causa di altri impegni.

Fonte: Empire

Anchorman 2 per Adam McKay

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Dopo Steve Carrell, Paul Rudd e, ovviamente, Will Ferrell nel ruolo del protagonista, anche il regista Adam McKay parteciperà al seguito di Anchorman, ambientato nel mondo dei conduttori televisivi. In una recente intervista, McKay ha affermato che il film è ancora in fase di scrittura, lasciando però intendere che l’esito sarà all’altezza delle aspettative. A questo punto, c’è da prevedere che anche Christina Applegate sarà della partita, rinnovando il duello col protagonista per il ruolo di conduettore di punta…

McKay sottolinea come col passare del tempo, gli ‘eccessi’ per certi versi grotteschi mostrati nel film precedente (anno di uscita 2004) si stanno facendo via via più credbili, guardando alla televisione di oggi: un esempio ne siano le conduttrici del meteo, o l’attenzione sempre maggiore data a voci e acconciature dei conduttori, piuttosto che alla loro professionalità, mentre il valore delle notizie è sempre più strettamente legato al loro risultato in temini di audience e quindi di profitti.

Fonte: Empire

Allison Janney nel Gabbiano di Cechov

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Una moderna rivisitazione del dramma di Cechov sancirà il debutto alla regia di Christian Cargo, attore visto anche in The Hurt Locker; il neoregista sta attualmente assemblando il cast,  di cui tra gli altri dovrebbero fare parte William Hurt, Jean Reno, Katie Holmes, Mark Rylance e Juliet Rylance ed Allison Janney. Il dramma originale le vicende dei vari personaggi e delle loro relazioni romantiche o artistiche: tra questi, l’ingenua Nina, Irina Adkina, attrice sul via del tramonto, suo figlio Konstantin Treplev  e lo scrittore Trigorin, amante della stessa Adkina.

Il remake di Camargo ambienterà la vicenda nel New England, nel corso del Memorial Day. Allison Janney interpreterà Elizabeth, personaggio disegnato sull’originale Adkina, William Hurt sarà suo fratello, mente la Holmes interpreterà la figlia dell’amministratore della proprietà dove è ambientata la storia. Le riprese dovrebbero cominciare la prossima estate. Allison Janney, giunta alla notorietà grazie al ruo di CJ Cregg nella serie televisiva West Wing, si è in seguito alternata tra comparsate in altre serie (Lost, Weeds, Due Uomini e Mezzo) e ruoli sul grande schermo (Juno, Hairspray, The Help).

Fonte: Empire

Ribelle – The Brave – Nuovo Trailer Ufficiale Italiano

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Ribelle – The Brave – Nuovo Trailer Ufficiale Italiano

In Ribelle – The Brave, un nuovo racconto si confonde con la leggenda, quando Merida affronta la tradizione, il destino e le bestie più feroci. Merida è la principessa coraggiosa e ribelle, protagonista del prossimo film Disney-Pixar. Decisa a seguire la propria strada, si oppone ad una secolare tradizione sacra ai signori della terra scatenando il caos nel regno del padre, Re Fergus. Brave – Coraggiosa e Ribelle, prossimamente al cinema.

Another Earth – Trailer Italiano

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Another Earth è un film del 2011 diretto da . È stato mostrato in anteprima al Sundance Film Festival nel gennaio del 2011 ed è stato distribuito dalla Fox Searchlight Pictures. Nel cast , , , ,

Trama

Rhoda Williams, una studentessa recentemente accettata al MIT, è alla guida di ritorno da una festa quando vede un pianeta all’orizzonte. Affacciandosi dalla finestra per vedere meglio, si scontra con un’altra macchina e uccide due membri della famiglia al suo interno, per cui viene condannata a quattro anni di prigione. Al suo rilascio cerca il vedovo della famiglia, il compositore John Burroughs. Il pianeta che ha visto si rivela un pianeta specchio della Terra, che contiene apparentemente le stesse persone. Diventato un caso mediatico, viene fatto un concorso in cui il vincitore può visitare lo strano pianeta. Mentre il pianeta si avvicina alla Terra, Rhoda considera la possibilità di visitarlo per scoprire che tipo di vita sta vivendo il suo “specchio” nella Terra “alternativa”. Nel frattempo, si sta sviluppando un rapporto sempre più intimo con John, che però è inconsapevole della vera identità di Rhoda.

Ufficiale: niente Hunger Games: Catching Fire per Gary Ross !

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Deadline questa mattina annuncia ufficialmente che Gary Ross non dirigerà il sequel di Hunger Games, Catching Fire. A quanto sembra Ross non se la sente di ritornare per via del troppo poco tempo a disposizione.

Secondo Trailer per Katy Perry: Part of Me 3D!

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Secondo Trailer per Katy Perry: Part of Me 3D!

Arriva il secondo Trailer di Katy Perry: part of me 3D, film documentario che ripercorre la vita dela cantante sul palcoscenico ma anche nel privato. 

Angelina Jolie in The Counselor?

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Secondo le ultime indiscrezioni, sembrerebbe di sì. Anche alla bella Angelina sarebbe destinata una piccola parte nel thriller di Ridley Scott, The Counselor. Il copione,

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