Lettere da Iwo
Jima è il film del 2006 diretto da Clint Eastwood e con Ken Watanabe e Kazunari
Ninomiya.
Lettere da Iwo Jima: trama del
film
Giorni nostri. Un gruppo di
archeologi giapponesi che sta eseguendo degli scavi nelle grotte
dell’isola di Iwo Jima, ritrova una sacca militare sotterrata nella
sabbia che contiene decine di lettere. Appartiene ai soldati
giapponesi che con coraggio, fanatismo ed eccessivo zelo, hanno
difeso una piccola isola, irrilevante per le sorti del conflitto
mondiale, ma, come tante, fondamentale per l’orgoglio nazionale e
per gli strateghi militari. Torniamo così all’epoca dei fatti,
durante la Seconda Guerra Mondiale e ripercorriamo la storia di
quelle persone che scrissero quelle lettere.
Lettere da Iwo Jima, il
film
Il generale Tadamichi Kuribayashi
viene inviato a comandare il piccolo contingente giapponese
sull’isola di Iwo Jima, dove si è da poco spostata la linea del
fronte dopo la perdita dei domini giapponesi nel sud del Pacifico.
Del contingente fanno parte molti giovani soldati, la maggior parte
dei quali arruolati con la forza e senza quasi nessuna esperienza
di combattimento; tra questi ci sono il soldato Saigo, un giovane
panettiere che ha lasciato a casa la moglie incinta, e il suo amico
Kashiwara.
Kuribayashi, uomo di grande
levatura morale e con un profondo rispetto tanto del nemico quanto
della vita dei suoi uomini, è consapevole del fatto che ormai la
guerra è perduta, ma da soldato dell’imperatore è determinato a
difendere l’isola il più a lungo possibile, così da dare modo alle
retrovie di fortificare l’arcipelago in vista di una probabile,
imminente invasione americana del Giappone. Il fulcro delle
operazioni giapponesi sull’isola sarà il monte Suribachi, che viene
pesantemente fortificato e della difesa del quale viene incaricato,
tra gli gli altri, anche Saigo, che nel frattempo vede il suo amico
Kashiwara morire a causa della dissenteria. Il comando
dell’artiglieria, per la maggior parte vecchi carri armati mezzi
sgangherati, viene affidato al carismatico tenente colonnello
Takeichi Nishi, che aveva precedentemente informato Kuribayashi che
la marina, uscita distrutta dalle recenti battaglie, non ha alcuna
intenzione di inviare a Iwo Jima i rinforzi che il generale aveva
richiesto.
Il 19 febbraio del 1945 inizia la
battaglia. La tattica di Kuribayashi inizialmente sembra
funzionare, ma alla lunga però la superiorità numerica degli
americani e l’incessante bombardamento aeronavale finiscono per
logorare le difese giapponesi, specialmente sul Suribachi, cuore
pulsante della macchina difensiva giapponese. Il generale ordina ai
pochi soldati rimasti a difesa della montagna di ritirarsi, ma il
comandante della divisione e molti suoi uomini rifiutano di
arretrare e compiono il “seppuku” facendosi esplodere con delle
granate. Saigo e Shimizu non si suicidano e si riuniscono con la
maggior parte delle restanti forze giapponesi per provare ancora
disperatamente a combattere.
Lettere da Iwo
Jima, distribuito nel 2006 e diretto dall’instancabile
Clint
Eastwood, può essere considerato la risposta
cinematografica a Pearl Harbor; in fondo la stessa battaglia
sull’isola giapponese lo è stata. Stessi nemici, stessa guerra
assurda, stesso palcoscenico tanto insignificante per le sorti
della guerra mondiale quanto importante per i gerarchi militari,
che in modo eccessivamente zelante ed esaltato difendevano anche
isolette sperdute, pagando con migliaia di vite umane un prezzo
altissimo.
Il regista americano, leggenda di
Hollywood, ci fa vivere in prima persona quei drammatici istanti;
ci fa entrare nella psiche dei personaggi, nelle loro ansie, paure,
speranze, convinzioni. Non condanna i soldati e il loro credo
patriottico, ma si limita a raccontarlo ed esaltarlo; il
giovanissimo Saigo, protagonista del film, ci viene presentato come
uno dei tanti agnelli sacrificati di una lunga e terribile guerra,
ad oggi la più devastante che l’umanità abbia conosciuto.
Sebbene la pellicola duri quasi 2
ore e mezza, non finisce mai “per pesare” allo spettatore, dato
l’alto carico di emozioni e azioni che ogni sequenza porta con sé,
messe l’una dopo l’altra con la consueta arte cinematografica di
Eastwood.
Molto particolare la scelta di
iniziare romanticamente il racconto proprio dal ritrovamento delle
lettere che quei soldati avevano scritto ma che non sono mai giunte
a destinazione; un fatto comunque realmente accaduto, giacché solo
qualche decennio più tardi vennero ritrovate sull’isola di Iwo Jima
centinaia di lettere mai spedite dei combattenti giapponesi. Il
film è comunque tratto dal libro Picture Letters from Commander in
Chief, di Tadamichi Kuribayashi ed è complementare alla sua
precedente opera
Flags of Our Fathers, che tratta la stessa battaglia
dal punto di vista americano.
Il film è quasi interamente girato
in lingua giapponese, ma è di produzione statunitense; anche in
Italia, come negli Stati Uniti, è stato distribuito con i
sottotitoli, mentre solo nella versione DVD è stato aggiunto il
doppiaggio in italiano.
La colonna sonora, intitolata
Letters from Iwo Jima e che ben accompagna le
scene cariche di emozioni, è stata pubblicata il 7 gennaio 2007
dalla Milan Records ed è composta da Kyle Eastwood
(figlio di Clint) e Michael Stevens.
La pellicola ha fatto anche incetta
di premi tra il 2006 e il 2007, anche i “nostri” David di Donatello
e Nastri d’argento.