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Hana-bi

Hana-bi – Fiori di fuoco (in giapponese はなび Hana-bi) è un film del regista giapponese Takeshi Kitano. Il film è stato presentato in anteprima in Italia alla 54ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia il 3 settembre 1997 (mentre in patria è uscito il 24 gennaio 1998), dove si è aggiudicato il Leone d’Oro. Un premio che ha dato visibilità internazionale al regista.

Nishi è un ex agente cinico e freddo nei modi, perseguitato dalla Yakuza a causa di un debito; come se ciò non bastasse, è afflitto da un doppio malessere latente: la moglie è afflitta da una leucemia ed è in fase terminale, mentre un ex collega è rimasto paralizzato in seguito ad una sparatoria e lui si sente responsabile per non essere stato lì con lui durante il conflitto a fuoco. Così cerca di allietare, nel limite dei suoi modi bruschi, gli ultimi giorni di vita che restano alla moglie, e decide di portarla fuori in vacanza; per fare ciò organizza una rapina utilizzando la sua vecchia divisa e truccando un auto rubata a mo’ di volante. Ma ciò gli porterà nuovi problemi e nuovi nemici: i suoi ex colleghi.

Film intenso, che lascia “parlare” prevalentemente il suono potente e denso del silenzio. Tra il protagonista Nishi e la moglie, non c’è dialogo, ma è tutto un linguaggio di gesti, di sguardi e di giochi. Hana-bi in giapponese significa letteralmente “fiori di fuoco”, come a rappresentare i due elementi protagonisti della pellicola: i delicati fiori disegnati da un lato ed il violento fuoco delle pistole dall’altro. La storia si divide tutta fra estrema violenza ed estrema dolcezza. In realtà in giapponese Hana-Bi significa letteralmente “fiori di fuoco”, ma metaforicamente significa “fuochi d’artificio”. Casualmente, nello stesso periodo in cui il film è stato presentato in Italia, sul mercato italiano è uscito il film Fuochi d’artificio di Leonardo Pieraccioni, e si dice che questo sia uno dei motivi per cui in Italia il titolo del film sia rimasto quello originale, anche se in effetti il titolo del film di Kitano non è stato mai tradotto nei vari paesi europei in cui è stato presentato.

Già con il primo film Violent Cop, Kitano aveva gettato le basi narrative per questo lungometraggio (molti elementi della storia sono simili), ma mentre quello era semplicemente un classico “yakuza movie” – genere molto amato in Giappone e più volte ripreso da Kitano – in Hana-bi vi sono anche ampi spazi per i sentimenti. Tutto il film è cosparso sì da sangue, ma anche da immagini meravigliose e delicate, come i colori pastello dei quadri e dei paesaggi.

Tutti i quadri o i disegni presenti nel film sono opera di Kitano stesso, rendendo quindi quasi biografica la storia di Horibe che, una volta perso tutto nella vita, solo nel disegno troverà riscatto e voglia di vivere. Anche il regista infatti ha subìto nella realtà un violentissimo incidente in moto nell’agosto del 1994, e durante la convalescenza si è dilettato di disegno. Sono visibili sul suo volto i segni dell’accaduto.Due sono gli aspetti più interessanti che restano allo spettatore: la meravigliosa colonna sonora e lo splendido quanto cruento finale. La prima, frutto della quarta collaborazione tra Joe Hisaishi e Takeshi Kitano, consta di 11 brani e accompagna al meglio le scene del film. Quanto al secondo, che è giusto non anticipare, vede anche una bambina che gioca con l’aquilone sulla spiaggia, la quale in realtà è la figlia del regista, Shoko Kitano.

Proprio nella scena finale si può ascoltare e apprezzare la traccia musicale più bella e emozionante: “Thank You… for Everything”, che dura oltre 7 minuti. Anche grazie a essa, che la scena finale resta nella mente dello spettatore. Una sequenza delicata ma che al contempo si brucia nelle fiamme della rassegnazione e della sconfitta. Proprio come un fiore di fuoco.

Amici, Amanti e … – recensione del film

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Amici, Amanti e … – recensione del film

Si può avere un ‘amico di letto’ (friend with benefits) senza rimanerne alla lunga coinvolti? Secondo Adam ed Emma è possibile: i due incontratisi da piccoli in un campo estivo, si ritrovano da adulti ad instaurare questa bizzarra e complicata relazione. Quanto potrà mai durare?

Questo è a grandi linee  Amici, Amanti e… (No Strings Attached), che letteralmente vuol dire qualcosa come ‘niente legami’, ma tradotto da noi con Amici, amanti e …, l’ultima commedia di Ivan Reitman che ha come protagonisti due bellissimi della scena cinematografica americana: Natalie Portman, che si lascia andare ad un ruolo frivolo e divertente, e Ashton Kutcher, perfettamente a suo agio nei panni del tenero e romantico Adam. Il film comincia con i vari incontri casuali dei due che potrebbero vagamente ricordare un illustre predecessore, ovvero Harry ti presento Sally, e prosegue con questa storia scontatissima sin dalle prime battute.

Ma dopotutto non sempre sapere come va a finire è un deterrente (vedere il successo di Titanic per credere), infatti Amici, Amanti e… riesce a mantenere un tono di quotidianità senza mescolarsi alla slapstick, come succede ad esempio nella saga dei Fotter, né al teen movie, e facendo sentire lo spettatore coinvolto negli eventi come qualcosa di normale, presentando la vicenda come un qualsiasi resoconto di una storia accaduta a chiunque. Ma non tutte sono Natalie Portman, né tutti sono il bel baby fidanzato di Demi Moore, e forse proprio questo collide con il film: una storia così comune avrebbe dovuto essere raccontata attraverso gli occhi di due persone più ‘comuni’ e meno perfette, almeno a livello estetico. Molto buona è comunque l’intesa trai protagonisti, fisicamente così ben assortiti: piccola ed esile lei, altissimo lui.

Al timone c’è Ivan Reitman (che compare in un piccolo cameo nei panni del regista), che di commedia fatta bene se ne intende e si basa su un copione intelligente ed agile, con reali situazioni comiche che servono all’economia del racconto. Molti i momenti di puro divertimento, come l’idea di Adam di regalare un cd ad Emma da ascoltare per alleviare i dolori mestruali con Sunday Bloody Sunday o Bleeding Love! Amici, Amanti e… fuori dai patetismi e dalle scenate isteriche che caratterizzano il genere si può annoverare tra quelle belle commedie, non brillanti ma leggere che riesco a strappare sorrisi e commozione.

Habemus Papan trailer!!

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Ecco arrivare il trailer completo di Habemus Papan, nuovo film del regista Nanni Moretti, con Margherita Buy e Michel Piccoli. Il film è stato girato in cinque mesi tra Palazzo Farnese (sede dell’ambasciata francese), Palazzo Barberini e Cinecittà, dove è stata ricostruita una Cappella Sistina in scala 1 a 1 dopo del rifiuto del Vaticano di far entrare la troupe in quella originale.

Silent Hill: Revelation 3D: ecco le prime immagini!

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Silent Hill: Revelation 3D: ecco le prime immagini!

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Iniziate da un paio di giorno le riprese di Silent Hill: Revelation 3D, il sequel del film del 2006 e prodotto dalla Davis Film. Da Cambridge Ontario, dove attualmente si trova il set sono arrivare le primissime immagini. 

Nuone foto di Pirati dei Caraibi: Oltre i Confini del Mare

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Nuone foto di Pirati dei Caraibi: Oltre i Confini del Mare

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Sono state pubblicate nuove foto di Pirati dei Caraibi: Oltre i Confini del Mare, e tra queste possiamo vedere alcuni dei nuovi personaggi del film che vedrà per la quarta volta Jhonny Depp nei panni del Capitano Jack Sparrow:Philip Swift e Syrena, interpretati da Astrid Bergès-Frisbey e Sam Claflin.

Kick-Ass: recensione del film con Aaron Johnson

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Kick-Ass: recensione del film con Aaron Johnson

Arriva nelle sale italiane Kick-Ass, oggetto di difficile definizione, del quale si è parlato moltissimo e con una storia produttiva particolare, sviluppatasi su carta e (più o meno) su celluloide quasi in contemporanea. La storia è molto semplice: perché nessun essere umano ‘normale’ si traveste da super eroe e sgomina le bande di malintenzionati? È questa l’idea che balena in testa a Dave Lizewski, adolescente con gli ormoni in subbuglio che decide di diventare un ‘amichevole super eroe di quartiere’.

Ma ben presto Dave avrà la sua risposta: nessuna persona normale fa il super eroe perché fa male! Il nostro finirà ben presto all’ospedale, con la sua muta da sub comprata su e-bay sporca del suo stesso sangue, e dopo diverso tempo se ne ritornerà a casa, intero, ma con le terminazioni nervose danneggiate … ecco quello che ci voleva! Ora ha un super potere e può incassare botte senza sentire dolore. Comincia così la sua vera (dis)avventura che lo porterà a diventare un vero e proprio fenomeno mediatico, attirando su di sé l’attenzione di Big Daddy e Hit Girl, due super eroi armati fino ai denti, e l’ira del mafioso Frank D’Amico, che farà di tutto per sbarazzarsi di lui, Kick-Ass.

Molti sono gli elementi di questo film che ammiccano e fanno riferimento, più o meno riverente, al suo genere di appartenenza, l’universo super eroistico dei fumetti, a partire dagli echi musicali di Superman e dell’ultimo Batman targato Nolan, fin al rito della vestizione dell’eroe e alla sua ‘nascita’. Ma importante sembra anche il tema, forse solo accennato, di cosa voglia dire davvero essere un super eroe, avere poteri o responsabilità che esulano da essi. In Kick-Ass però questi processi sono spogliati dell’epicità caratteristica del fumetto tradizionale e vengono quasi abbassati alla quotidianità di questo ragazzino che pensa di poter cambiare le cose così intensamente che alla fine ci riuscirà.

Kick-Ass tra cinema e fumetto

Definito come omaggio, e non come sberleffo, dai suoi creatori, Kick-Ass si basa precisamente sul fumetto, riprendendone filologicamente i costumi e le situazioni, ma edulcorandone la violenza che invece sulla carta la fa da padrone. Alla regia quel Matthew Vaughn che rinunciando a X-Men Conflitto Finale portò nel 2007 sullo schermo la favola di Neil Gaiman, Stardust, ricreandone abbastanza fedelmente il mondo e l’atmosfera, ma anche qui mitigandone il finale decisamente triste nell’originale. Vaughn si rivela comunque molto bravo a sincronizzare questa specie di baraccone colorato che è Kick-Ass, regalando diverse sequenze davvero interessanti e coinvolgenti, su tutte quelle di combattimento, che pur essendo concitate restano lineari, permettendo allo spettatore di rimanere stupito ma non intontito dalle immagini.

Perfetto Aaron Johnson nei panni del protagonista Kick-Ass, finto nerd ma non troppo riesce a catturare la simpatia del pubblico, risultando terribilmente simile a quel Peter Parker di Tobey Maguire, ma senza ragni radioattivi. Accanto a lui un cast azzeccato: su tutti gli adulti Mark Strong e Nicolas Cage; il primo, già visto collaborare con Vaughn in Stardust, si conferma come uno dei più bravi caratteristi in circolazione, riuscendo a dare sempre ai suoi personaggi quell’aura di grettezza che necessitano (dal momento che è sempre o quasi cattivo) aiutato anche da una fisionomia affascinante e riconoscibile.

Cage finalmente ritorna ad essere credibile in un personaggio, amorevole padre di giorno e spietato vendicatore di notte, il suo Big Daddy è un omaggio a quello che secondo Cage stesso è l’unico vero Batman, Adam West. Notevole anche la piccola Chloe Moretz, nei panni di Hit Girl: non provate a regalarle bambole, le userà per esercitarci con i suoi ninja shuriken e i suoi coltelli a farfalla! È lei la protagonista delle due sequenza d’azione meglio congeniate e sicuramente non sfigura accanto ai suoi colleghi più adulti e conformi all’idea comune di super eroe che picchia duro.

Aiutato da un montaggio ben costruito e da una colonna sonora efficace, Kick-Ass è un film godibile, ricco di spunti e riferimenti, che lascia aperta la porta agli ormai onnipresenti sequel strizzando l’occhio a quel mondo dei super eroi, tanto frivolo per qualcuno, quanto serio per qualcun altro, lasciandosi guardare senza fatica nonostante le sue due ore di durata.

The Tree of Life confermato per Cannes 2011

The Tree of Life confermato per Cannes 2011

tree-of-life-movie

Gli anni di attesa per The Tree of Life, l’ultimo film del regista texano Terrence Malick, giungeranno finalmente al termine questo maggio. L’idea che circolava da un po’ era che il film avrebbe fatto il suo ingresso trionfale in sala attraverso qualche Festival, ed ora Variety riporta che il film effettivamente sarà presentato al prossimo Festival di Cannes, probabilmente nella sezione fuori concorso.

The Tree of Life confermato per Cannes 2011

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The Tree of Life confermato per Cannes 2011

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Gli anni di attesa per The Tree of Life, l’ultimo film del regista texano Terrence Malick, giungeranno finalmente al termine questo maggio. L’idea che circolava da un po’ era che il film avrebbe fatto il suo ingresso trionfale in sala attraverso qualche Festival, ed ora Variety riporta che il film effettivamente sarà presentato al prossimo Festival di Cannes, probabilmente nella sezione fuori concorso.

Reintegrato il fondo unico per lo spettacolo

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Reintegrato il fondo unico per lo spettacolo

IL RINGRAZIAMENTO DI CINECITTÀ LUCE – Il Presidente Roberto Cicutto e l’Amministratore Delegato di Cinecittà Luce Luciano Sovena accolgono con immenso favore  l’intervento  del Governo per il reintegro del FUS, che mette la Società in condizione di continuare la sua attività a sostegno del cinema italiano in Italia e nel Mondo;

Uscite al Cinema del 25 Marzo 2011

Uscite al Cinema del 25 Marzo 2011

Sucker Punch: Baby Doll è una giovane ragazza rinchiusa in un istituto psichiatrico dal suo malefico patrigno che la vuole lobotomizzare. Per sfuggire alla triste realtà, Baby Doll e le sue compagne di sventura:

Blondie, Amber, Rocket e Sweet Pea; creano una realtà alternativa dove le cinque ragazze sono delle invincibili guerriere che combattono contro i perfidi Blue, Madam Gorski e High Roller. Tra draghi, samurai e incredibili armi, le cinque ragazze dovranno trovare cinque oggetti per poter essere finalmente libere.
Dopo “300” e “Watchmen” il regista Zack Snyder dà vita ad un altro action movie, questa volta tutto al femminile. La storia, totalmente frutto della mente di Snyder che è quindi anche autore del film, è molto originale e particolare, gli effetti speciali incredibili e i personaggi ben strutturati…insomma un film godibile.

Frozen: i tre universitari, Dan Walker, la sua ragazza Parker O’Neil e il migliore amico di lui Joe Lynch, partono per le montagne del Massachusetts per trascorrere una giornata sugli snowboard. Poco prima che gli impianti chiudano i tre convincono l’addetto alla seggiovia a farli salire per un ultima discesa. Per un banale errore, gli impianti vengono chiusi e tutti tornano a casa fino alla prossima settimana….mentre i tre ragazzi vengono dimenticati sulla seggiovia!! In preda al panico Dan, Parker e Joe tentano di tutto pur di salvarsi!!
Adam Green prende spunto da una situazione normale, una semplice gita in montagna, e la trasforma in un vero e proprio incubo che ognuno di noi potrebbe vivere. Senza effetti speciali vengono pienamente rappresentate le paure più profonde dei personaggi attraverso efficaci inquadrature e un splendido paesaggio trasformato in un luogo terrificante.
Non lasciarmi: Kathy, Ruth e Tommy sono degli orfani cresciuti nell’istituto Hilsman, una specie di scuola dove tutti i bambini hanno un nome ma non un cognome. La storia è raccontata dalla voce narrante di Kathy che ricorda i bei momenti passati insieme ai suoi amici Ruth e Tommy e alla fine  i tre scopriranno la terribile verità sull’istituto Hilsman. Ogni bambino è segnato, ogni bambino ha un tremendo destino già scritto…
Tratto dall’omonimo romanzo di Kazuo Ishiguro, questo film pone il problema del progresso, dell’eticità della clonazione e di come il progresso può provocare la perdita d’identità di ogni individuo.  Ottimo il lavoro del regista Mark Romanek che riesce a presentare l’umanità, la fragilità e la forza dei personaggi, per non parlare dell’ambientazione tutta grigia che appesantisce l’atmosfera, e ottima l’interpretazione dei protagonisti: Keira Knightley, Andrew Garfield e Carey Mulligan.

Amici, amanti e…: Adam ed Emma si sono conosciuti da piccoli in un campeggio estivo dove Adam sperava di consumare la sua prima volta proprio con Emma…ma questa rifiutò! Durante gli anni i due si sono sempre frequentati come amici, lui è stato accanto a lei dopo la morte del padre, e Emma è stata accanto a Adam quando suo padre, una star tramontata, andò a letto con la fidanzata del figlio! Insomma sono sempre stati buoni amici. Entrambi decidono di non avere bisogno di una relazione seria, di non volere nessun tipo di legame sentimentale con un altra persona. Perciò fanno un patto: fare sesso senza complicazioni. Niente messaggini, niente colazioni insieme, niente soprannomi, niente coccole….solo sesso, puro e semplice sesso senza coinvolgimento emotivo. Tutto sembra andare come previsto finché un giorno Adam scopre di provare qualcosa per la bella Emma…cosa fare?  Ivan Reitman gira questa divertente commedia che si pone la famosa domanda: due amici posso rimanere tali e fare sesso? È possibile quindi non innamorarsi? Ashton Kutcher, qui uomo amorevole e romantico,  e Natalie Portman, che interpreta una donna sicura di sé e decisa a non avere coinvolgimenti emotivi con Adam, faranno riflettere molti spettatori.

Sotto il vestito niente – L’utima sfilata: Federico Marinoni è un grande stilista che ha come modella di punta la bellissima e biondissima Alexandra. Durante una sfilata a Milano Alexandra viene esaltata e ammirata da tutti, questo è il suo momento di trionfo…che purtroppo però dura poco. Quella di Milano è infatti la sua ultima sfilata perché poco dopo, mentre si reca a casa di amici, Alexandra viene travolta da un pirata della strada rimanendo uccisa. Ad indagare sull’accaduto arriva l’ispettore Vincenzo Malerba che non crede si tratti di un incidente bensì di un omicidio. L’ispettore scopre infatti che un altra top model era morta anni prima cadendo dalla finestra del residence di Marinoni…anche allora si parlò di terribile incidente. Nel frattempo Marinoni è disperato, ha perso la sua più bella modella e non sa cosa fare. Manda allora la sua assistente Heidi in giro per il mondo alla ricerca di un altra Venere. Heidi per puro caso incontra Britt, una fioraia, e decide di portarla da Marinoni. Quest’ultimo quando la vede ne rimane affascinato e la trasforma nella sua nuova pupilla. Tutto questo scatena la gelosia della altre modelle soprattutto di Cris, migliore amica di Alexandra e convinta di dover prendere lei il suo posto. Tutto viene nuovamente sconvolto da un altro omicidio…questa volta la vittima è Cris….riuscirà l’ispettore Malerba a fermare l’assassino prima che colpisca anche Britt??
Carlo Vanzina torna al cinema con questo film che ovviamente si ispira a quello omonimo del 1985. Un thriller ambientato per lo più a Milano, presentata come una città dove dominano l’alcol, la droga e il sesso…almeno negli ambiente legati alla moda!

Silvio Forever: Gian Antonio Stella, Sergio Rizzo, Roberto Faenza e Filippo Macelloni danno vita a questa autobiografia non autorizzata di Silvio Berlusconi. Un film documentario composto da materiale di repertorio montato ad hoc, il tutto unito dalla voce narrante di Neri Marcoré. Ritratto di uomo che da quasi vent’anni domina la scena politica e non solo italiana.

Space Dogs 3D: dopo essere giunta a Washington come dono per la piccola Caroline Kennedy, la cucciola Pushinka, una cagnolina russa, inizia a raccontare ai suoi nuovi amici l’avventura della due cagnette andate nello spazio. Nel 1960 Strelka, star di un circo di animali, e Belka, una randagia che gironzola con il suo amico topolino, vengono catturate dalla pattuglia di accalappiacani che le porta in centro per l’addestramento aerospaziale. Qui, sotto il rigido comando di un pastore tedesco, le due cagnette verranno addestrate e mandate nello spazio sullo Sputnik 5.

Attraverso la storia delle due eroiche cagnette il film racconta la Russia di quegli anni e anche la storia di molti animali che inconsapevolmente sono rimasti coinvolti loro malgrado nel progresso scientifico…tutto questo per festeggiare il 50esimo anniversario del rientro dello Sputnik 5.

Si arricchisce il cast di Clash of the Titans 2

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Si arricchisce il cast di Clash of the Titans 2

scontrotratitani

E’ iniziata la produzione del sequel ancora senza titolo di Clash of the Titans, diretto da Jonathan Liebesman. La Warner Bros ha inviato un comunicato stampa che conferma il cast del film: tornano Sam Worthington (Perseo), Liam Neeson (Zeus), Ralph Fiennes (Ade), e Danny Huston (visto nel primo film ben poco nella parte di Poseidone), e saranno affiancati da Edgar Ramirez (Ares), Toby Kebbell (Argenor), Rosamund Pike (Andromeda), e Bill Nighy (Efesto).

Marsden, Argentero e Facchinetti raccontano Hop

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Marsden, Argentero e Facchinetti raccontano Hop

hop

Qual è il vostro rapporto con il coniglietto pasquale? Comincia con questa domanda un po’ infatile la conferenza stampa di Hop, che questa mattina ha visto il protagonista, James Marsden, e i doppiatori italiani, Francesco Facchinetti (C.P.) e Luca Argentero (Fred), confrontarsi con le domande dei giornalisti, che sono stati sommersi da montagne di dolci e caramelle.

I Doni della Morte: parte II uscirà due giorni prima in Italia!

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Harry_Potter_e_i_doni_della_morte

Harry Potter e i Doni della Morte: parte II arriverà in Italia due giorni prima che negli USA. Ad annunciarlo è la pagina facebook ufficiale della Warner Bros, che è stata aggiornata con una lista delle date di uscita internazionali del film. Quella di Harry Potter è fissata per il 13 luglio, quindi così come gli ultimi episodi usciti al cinema, il film arriverà nelle sale di mercoledì.

Addio Liz!

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liz

Elizabeth Taylor, o meglio Liz, è stata una delle più grandi protagoniste del cinema classico hollywoodiano. La sua carriera è costellata di premi e riconoscimenti, tra cui i più prestigiosi, due Oscar: ‘Venere in visone’ (1960) e ‘Chi ha paura di Virginia Woolf?’ (1966).

Prime foto dal set di Polanski!

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Roman Polanski, messi da parte i vari problemi legali  sta girando il nuovo Carnage, tratto dal testo teatrale Il Dio della carneficina di Yasmina Reza. Ecco arrivare un po’ di foto del film: un cast stellare.

Pioggia di attori per Doug Liman

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Doug Liman, regista di Jumper e Fair Game, ha in cantiere dal 2007 un progetto senza titolo ma che ha a che fare con la luna (Untitled Moon Project appunto) e pare che dopo diversi anni di stasi abbia ora ripreso in mano quest’idea.

Keira Knightley: ritratto dell’attrice in costume

Keira Knightley: ritratto dell’attrice in costume

Keira Knightley – Fisico esile, atletico ed elegante al tempo stesso, tantissimo fascino e altrettanta energia, volto delicato, forme slanciate, sono le doti fisiche che subito colpiscono in Keira Knightley la giovane ed affermata attrice britannica nata a Teddington il 26 Marzo 1985.Il 25 Marzo, vigilia del suo compleanno, arriverà in Italia Non lasciarmi (Never let me go), dove è diretta da Mark Romanek (One Hour photo).

Il film è l’adattamento dell’omonimo romanzo di Kazuo Ishiguro, scrittore di origini giapponesi cresciuto in Inghilterra. Keira Knightley interpreta Ruth, la co-protagonista di questa storia a carattere fantastico narrata attraverso i ricordi della sua amica d’infanzia Kathy. Ruth, insieme a Kathy e Tommy, i ragazzi con cui è cresciuta e di cui sono rievocate le vicende, è costretta dalla nascita a un triste destino. E’ un clone creato con il solo scopo di mettere a disposizione i suoi organi per eventuali trapianti.

Non lasciarmi, presentato al London Film Festival dello scorso Ottobre, sembra destinato ad un grande successo di pubblico e critica ed è molto atteso anche per la presenza di altri due interpreti di rilievo come Carey Mulligan (Brothers; Wall Street) e Andrew Garfield (Leoni per agnelli; Parnassus). La Mulligan già nel 2005 aveva lavorato con Keira in Orgoglio e Pregiudizio (Pride & Prejudice di Joe Wright), film con cui proprio Keira aveva ottenuto le nomination come migliore attrice sia agli Oscar che ai Golden Globe e sul cui set aveva conosciuto l’attuale compagno, Rupert Friend. Entrambe le attrici erano brillanti nei ruoli di Elizabeth e Kitty Bennet tratti dal celebre romanzo della Austen. Andrew Garfield è invece l’attore, quotatissimo dopo il successo del pluripremiato The Social Network di David Fincher (interpretava Saverin), che ha conquistato l’ambita eredità di Tobey Maguire nel ruolo di Spider-Man in The amazing Spider-Man (uscita prevista per il 3 Luglio 2012). Non lasciarmi va quindi ad aggiungersi alla filmografia di Keira Knightley che già può vantare molti titoli degni di nota. Figlia d’arte (il padre, Will Knightley è attore teatrale e televisivo, e la madre, Sharman Macdonald, sceneggiatrice) ottiene le prime parti in giovanissima età trovando nella passione per la recitazione un mezzo e uno stimolo per superare i suoi problemi di dislessia.

A nove anni ha una parte nel film Tv A Village Affair, una storia di amore lesbico e già due anni prima era apparsa nella serie Tv Screen One. La sua prima apparizione al cinema è sempre del 1995 in Intrigo perverso (Innocent lies) , film di Patrick Dewolf inedito nelle sale italiane.

Nel 1999 ottiene un ruolo secondario ma ben più significativo, anche per la portata del film. Ha infatti modo di lavorare con un’icona del cinema mondiale come George Lucas che la dirige in Star Wars: Episodio I- La minaccia fantasma. Il suo ruolo è comunque degno di nota ai fini della trama: interpreta Sabé, un’ancella della regina Amidala (Natalie Portman) che nel corso del film si sostituirà a lei per proteggerla. Keira Knightley in sostanza viene scelta come alter-ego della Portman, altra attrice giovane e talentuosa.

Nel 2001 è Frances, una dei ragazzi del thriller The Hole di Nick Hamm. Keira interpreta un ruolo difficile in un film claustrofobico di follia e isterismo in cui quattro ragazzi rimangono chiusi nel bunker dove pensavano di trascorre un week-end di sfrenati divertimenti. Il film seppur non eccelso, tratto dal romanzo di Guy Burt,  After the Hole, concede a Keira Knightley maggiore visibilità (anche per via di una scena di nudo) proprio in un thriller, genere con cui aveva preso contatto nelle sue prime prove d’attrice.

Keira Knightley: ritratto dell’attrice in costume

Il film che le da maggiore fama è però la commedia del 2002, Sognando Beckham di Gurinder Chadha (regista britannica, nata in Kenya ma di origini indiane) dove interpreta Jules, amica del cuore di Jess Bahmra (Parminder Nagra), una ragazza di origine indiane che per seguire la sua passione per il calcio dovrà confrontarsi con diversi tipi di pregiudizi. Nel 2003 recita in un altra commedia “made in UK”: Love Actually di Richard Curtis. Qui, sommersa dalle tante storie a mosaico che compongono il film, ha il ruolo di Juliet, giovane sposa che scopre di essere amata dal miglior amico di suo marito. Il film di natale dai toni leggeri e a volte troppo banali se non altro, nella carrellata di volti noti che compongono il cast, marchia anche Keira Knightley come “patrimonio inglese”. Sempre nel 2003, il film USA Pirati dei Caraibi- La Maledizione della Prima Luna, diretto da Gore Verbinski che la rende una star di Hollywood.

Keira KnightleyUmorismo, agilità e sensualità possono emergere così nel ruolo di Elizabeth Swann, figlia del governatore britannico di Port Royal. Promessa sposa del commodoro è però innamorata di Will Turner (Orlando Bloom), l’umile fabbro con cui scoprirà di avere in comune un destino votato alla pirateria. L’Action Movie nel mondo dei pirati vede Keira Knightley sullo stesso set dello strabordante Jack Sparrow di Johnny Depp (tanto strabordante da aver quasi fagocitato lo stesso Depp). Grande è la difficoltà, felicemente fronteggiata, di caratterizzare e dar risalto anche al proprio personaggio. Altrettanto successo riscuoteranno gli altri due titoli della saga: La maledizione del forziere fantasma (2006) e Ai confini del mondo (2007). Keira, sicuramente amata dal grande pubblico nel ruolo della Swann, ha però progetti diversi che non si risolvono nella semplice necessità di un ruolo dal sicuro successo di botteghino. Già nel 2009 dichiara:  “E’ stata una bella esperienza. Ma e’ un’avventura ormai archiviata, odio fare sempre la stessa parte. Voglio essere libera di interpretare i ruoli che mi piacciono. Sono sicura che non mi farò più stringere in un corsetto e non cercherò più di brandire una sciabola“. Lo dimostrano gli altri film, eterogenei e impegnativi che interpreta. Nel 2004 è Ginevra nell’anomalo (per l’immaginario comune) King Arthur di Antoine Fuqua, che riscuote poco successo di pubblico ma vede anche gli apprezzamenti della critica. Nel 2005 torna al thriller (stavolta di qualità ben superiore) a fianco di Adrien Brody in The Jacket di Massy Tadjedin.


Orgoglio e Pregiudizio
è seguito da altri film non hollywoodiani e legati alla narrativa. Diretta da Joe Wright, interpreta Cecilia, l’ eroina di Ian McEwan nell’omonimo romanzo Espiazione. Il film apre il 64^ Festival di Venezia e le vale la seconda nomination della sua carriera ai Golden Globe. Nel 2007 è coprotagonista del film Seta, di François Girard, a fianco di Michael Pitt, tratto dal romanzo breve di Alessandro Baricco (sua anche la sceneggiatura).

Nel 2008 recita in The Edge of Love di Jon Maybury  in un film sul poeta gallese Dylan Thomas. Sempre dello stesso anno è l’ottima prova in La Duchessa di Saul Dibb, l’ ennesimo film in costume. L’ultima volta nelle sale italiane per Keira è stata con Last Night di Tadjedin sul dramma sentimentale di una coppia di sposi e sui reciproci tradimenti che deve fare i conti con la scarsa efficacia della sceneggiatura dello stesso Tadjedin.

Keira Knightley si conferma però un’attrice coraggiosa e dalle grandi potenzialità. Ha saputo esprimere e confermare nei suoi molti film le sue doti ed è ormai diventata un’icona di bellezza e di stile come conferma anche la Griffe francese Chanel che dal 2007 l’ha scelta come suo testimonial. Stile, sicurezza e grandi aspettative caratterizzano il futuro di Keira che il 25 Marzo, quando Non Lasciarmi sarà in Italia, avrà soltanto 25 anni e 364 giorni.

Non Lasciarmi: recensione del film Carey Mulligan

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Non Lasciarmi: recensione del film Carey Mulligan

In Non Lasciarmi Kathy, Tommy e Ruth, vivono un’idilliaca esistenza nel collegio di Hailsham nelle campagne inglesi. Qui però scoprono un oscuro segreto, che li rende speciali, e allo stesso tempo li unisce ancora di più, un segreto che condizionerà per sempre la loro vita. Quando si lasciano alle spalle il rassicurante collegio, i tre giovani entrano nella vita vera, che li porterà a scontrarsi e separarsi per poi infine ritrovarsi, mettendo a dura prova i legami che trai tre si sono cementati nel corso delle loro giovani vite.

Amore, tradimento e gelosia penetreranno i loro equilibri e alla fine li cambieranno per sempre. Non lasciarmi (Never Let Me Go) è un film di Mark Romanek, tratto dall’acclamato romanzo di Kazuo Ishiguro e ha il privilegio di avere nel suo cast tre degli attori più rappresentativi della nuova generazione di grandi star: Keira Knightley, che ormai è una conferma; Carey Mulligan, esplosa con la nomination all’Oscar per An Education e che silenziosamente prosegue la sua carriera; infine Andrew Garfield, già visto in The Social Network ma in attesa di sbocciare per il grande pubblico dal momento che sarà lui il prossimo Peter Parker/Spiderman. Dunque, facendo il punto: storia interessante e complessa e attori molto bravi, ma non basta, perché Non Lasciarmi si trasforma ben presto, quasi subito a dire la verità, in un monologo troppo lungo, diluendo i fatti e le relazioni in un tempo spropositatamente lungo rispetto a quello veramente necessario a raccontarle, e a farne le spese sono senza dubbio i poveri giovani protagonisti.

Nel terzetto sembra risplendere maggiormente Garfield, che riesce con delicatezza a dare corpo al fragile Tommy, mentre la bella Keira, che per l’occasione si lascia imbruttire senza troppe storie, viene relegata ad un piccolo ruolo, determinante per lo svolgersi della vicenda, ma curiosamente condensato nella parte centrale del film. Carey Mulligan disattende le aspettative più del film stesso, poiché sembra assumere per tutto il film la stessa aria rassegnata e affranta senza mai dare un vero e proprio volto reale al suo personaggio.

Non Lasciarmi, il film di Mark Romanek

Un altro problema che si evidenzia andando avanti con la narrazione è la mancanza di una motivazione profonda all’agire dei personaggi, e a quello della società intorno a loro: non posso ora spiegarmi meglio senza spoiler are troppo la trama, ma si avverte da subito che nella bella Hailsham c’è qualcosa di misterioso, ma questo sebbene sia palesato non viene poi argomentato, mancanza imputabile senza dubbio all’adattamento dal romanzo.

Non Lasciarmi potrebbe deludere molte aspettative, a cominciare dal fatto che il trailer, tanto per cambiare, racconta tutta un’altra storia da quello che è in verità il film, fino ad arrivare all’eccessiva calma con cui tutto viene esposto, non dando mai ritmo alla storia che si perde in quei campi lunghi e abbacinati da una luce quasi sempre molto calda, che contrasta con la freddezza di questi giovani che non riescono a trovare la forza di ribellarsi al loro destino, rassegnati.

Nota positiva dell’intero film è la colonna sonora, solennemente ispirata (suppongo) all’opera di Philipp Glass e dalle sonorità che si rincorrono offre un bellissimo esempio del tempo che scorre su queste brevi vite, e dell’ineluttabilità del loro destino che faticano ad accettare.

Nuova foto di Capitan America

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Nuova foto di Capitan America

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La Marvel ha rilasciato una nuova immagine da Captain America: The First Avenger che uscirà in 3D il 22 luglio. Oltre al protagonista Chris Evans che si può vedere nelle foto, il cast sarà composto da: Hayley Atwell, Tommy Lee Jones, Sebastian Stan, Toby Jones, Stanley Tucci, e Hugo Weaving.

Hop: recensione del film con James Marsden

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Hop: recensione del film con James Marsden

In Hop sull’isola di Rapa Nui, più comunemente conosciuta come l’Isola di Pasqua, il Coniglio Pasquale si sta preparando al giorno tanto atteso dell’investitura a Coniglio Pasquale (successivo) di suo figlio C.P. un teen ager coniglio che però ha qualcosa in contrario alle decisioni pater. Quando il giorno dell’’incoronazione si avvicina e mancano poco più di due settimane a Pasqua, C.P. scappa dall’isola per andare ad Hollywood, lì dove si avverano i sogni e dove il coniglietto pensa di riuscire a sfondare nel mondo della musica come batterista.

Qui incontro Fred, quello che si definirebbe da noi un bamboccione che cerca un lavoro che gli interessi davvero, e nel frattempo resta a casa dai genitori. Inutile dire che l’incontro trai due scatenerà imprevisti e porterà ad un mieloso happy end. Hop si presenta come un film colorato, dove pulcini e coniglietti fabbricano, a mo’ di Humpa Lumpa, golose leccornie cioccolatose che riempiranno i cestini pasquali di tutto il mondo.Quella stessa Illumination Entertainment che lo scorso anno ha stregato il mondo con Cattivissimo Me, si conferma con questo prodotto un’industria capace di realizzare animazioni e personaggi in CGI davvero notevoli, rendendo i personaggi digitali straordinariamente realistici rispetto ai primi esperimenti di questo tipo e regalando un tocco di realismo che serve sicuramente ai personaggi reali ad interagire meglio con i ‘colleghi’.

Il regista Tim Hill, lo stesso di Alvin Superstar, si ritrova ad avere a che fare con roditori che vogliono sfondare nel campo della musica, e conduce i giochi con discreta bravura, senza eccedere, semplicemente raccontando. Quello che però davvero mina la godibilità del film, è (come al solito?) la scelta del doppiaggio in italiano: Francesco Facchinetti e Luca Argentero non sono proprio l’ideale per prestare la voce ai protagonisti; soprattutto Facchinetti scade troppo nella caratterizzazione, marchiando il personaggio con il gergo da Dj Francesco che assolutamente distrugge la simpatia di C.P. divertenti le musiche che accompagnano con efficacia le scene più divertenti, montate ad accrescere l’effetto comico, fatta eccezione per il tormentone estivo We not speak Americano.

Hop è ricco di evocazioni e citazioni più o meno consce e/o volute, a partire dalla bellissima sequenza iniziale che ci accompagna nella ‘fabbrica di cioccolato’ dove pulcini e conigli lavorano gomito a gomito sotto il comando del perfido Carlos, pulcino (un po’ cresciuto a dire la verità) che tenta il golpe, “che in spagnolo vuol dire golpe de stato (cit.)” e che subisce curiose trasformazioni per colpa della luce della luna piena di Pasqua. Nei panni di Fred, un James Marsden che ha decisamente abbandonato (già da un po’) i ruoli duri (è stato ciclope nella trilogia cinematografica degli X-Men) dedicandosi a commedie leggere (Come d’Incanto, Hairspray, Sex Movie) che ne valorizzano forse il bel sorriso, ma non fanno risaltare le sue piuttosto timide capacità attoriali.

Accanto a lui, la sorella nel film Kaley Cuoco, attrice simpatica e smorfiosa (in senso buono) che il pubblico italiano conosce per il suo personaggio di Penny nella serie tv The Big Bang Theory. Divertente invece la piccola parte ritagliata per David Hasselhoff, nel ruolo di se stesso, che alla domanda sul perché non si stupisse a sentire un coniglio suonare e parlare, risponde: “Ehi, il mio migliore amico è una macchina parlante!” … se lo dice lui.

Hop uscirà il primo di Aprile, e in Italia vedrà la concorrenza dell’attesissimo Boris, ma chissà, magari in odore di vacanze pasquali, il tenero coniglietto potrebbe essere una buona scusa per i più piccoli di trascinare al cinema i più grandi. Hop è un filmetto molto ben fatto, garbato e gentile, confezionato visibilmente per i più piccoli e a loro dedicato.

Non è ancora domani: recensione del film di Tizza Covi e Rainer Frimmel

Non è ancora domani – La pivellina  Di Tizza Covi e Rainer Frimmel , 2009 Con Patrizia Gerardi, Walter Saabel, Asia Crippa, Tairo Caroli.

In una mattina d’inverno la cinquantenne Patti, artista di strada che vive in una piccola roulotte nel quartiere romano di San Basilio, esce a cercare il cane scappato per l’ennesima volta in un‘area verde non lontana da casa; grande è la sua sorpresa quando trova invece sola su un altalena una bambina di due anni, con una lettera della madre che le chiede di prendersi cura della piccola con la promessa di tornare a riprenderla. Patti non ci pensa due volte e accoglie Asia nella piccola comunità dove vive con compagno Water e il nipote adottivo Tairo: insieme le doneranno l’amore e l’affetto di cui lei ha bisogno, costruendo una famiglia anticonvenzionale ma molto unità forte al di là di ogni difficoltà economica.

Recensione : Via dagli edifici monumentali del centro e dal verde di complessi residenziali ogni metropoli ha il suo lato oscuro: le luci della nostra capitale brillano poco o niente per gli invisibili che vivono nell’ombra delle baracche e delle roulotte in periferia, con l’eco del traffico cittadino in lontananza, di un’esistenza umile ma mai degradante. Vite di semplicità e d’affetto si raccontano ne La pivellina – Non è ancora domani, seconda pellicola della bolzanina Tizza Covi e  dell’austriaco Rainer Frimmel dopo il documentario pluripremiato Babooska dedicato alla realtà circense: una realtà affascinante, verso la quale la coppia gira nuovamente l’obiettivo: abbandonando definitivamente la coltre dorata di lustrini e riflettori che da sempre costruiscono lo stereotipo di questo mondo misterioso,  i due raccontano la storia di Asia, che abbandonata dalla madre su un’altalena con una lettera disperata in cui lei promette di tornare, avvolta nel suo cappottino viene salvata e adottata da una piccola comunità di artisti di strada.

L’arrivo di una bambina abbandonata per sconvolgere un piccolo microcosmo familiare e sociale è sul grande schermo classico espediente narrativo, ma ciò che più stupisce in quest’interessante variazione è proprio la serenità con cui l’adolescente Rom Tairo, Walter il clown e lanciatore di coltelli e la sua compagna Patti, superate le ovvie perplessità iniziali (i pregiudizi dall’esterno su un possibile rapimento sarebbero scontati ) si apprestano con totale dedizione a dare alla bimba sperduta ( come altri prima di lei) tutta l’attenzione possibile.

Spicchi di vita quotidiana si susseguono numerosi, da un marito che insegna alla moglie a guidare fra mille critiche, a una nonna che cerca di aiutare il nipote svogliato a fare i compiti di storia, a un ragazzino quattordicenne che rinuncia a un’uscita romantica per occuparsi della sorellina: poco importa che non abbiano in realtà nessun legame di parentela, perché questa straordinaria famiglia fuori dagli schemi non si sostiene su semplici e casuali ragioni di sangue  ma su generosità e solidarietà disinteressate che nella precarietà quotidiana sono la più forte delle certezze. Documentario dalle velleità quasi neorealistiche, la pellicola segue con camera a mano la pivellina Asia e gli altri personaggi, focalizzandosi sui volti inquieti e malinconici per i tanti spettacoli finiti senza pubblico e per la mancanza di lavoro ma sempre sorridenti intorno alla piccola, forza luminosa fra le tinte sbiadite della borgata di San Basilio che solo nei capelli rosso fuoco della volitiva Patti (Patrizia Gerardi) trova una pari sfumatura di contrasto; intense le prove dei protagonisti, tutti rigorosamente esordienti e chiamati a raccontare la verità (mantengono rigorosamente nomi e ruoli reali), l’incertezza e la paura di essere dimenticati in un universo di piccole cose ma che mai rinnega sé stesso né dimentica di donare calore e generosità senza chiedere niente.

Nonostante l’assenza di un accompagnamento musicale di qualunque sorta che avrebbe di gran lunga giovato ai ritmi un po’ troppo lenti e posati di questa placida osservazione, il film vive comunque intensi momenti fra amarezza e commozione (la nonna che ricorda con Tairo la disperazione del ragazzo quando ancora bambino i genitori si sono separati è l’apice del climax) ma soprattutto brilla della tenerezza smisurata della piccola Asia Crippa  a soli due anni un’attrice nata che, a differenza di altri bambini visti altrove impazienti e capricciosi,  sembra non avere affatto paura della telecamera: presenza fresca, spontanea, dolce, deliziosa e assolutamente irresistibile anche se il lieto fine per lei resta tutto in discussione, Asia chiede solo amore e attenzione, dandoci in cambio qualcosa di più grande: un roseo raggio di speranza.

Silvio Forever: recensione del documentario

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Silvio Forever: recensione del documentario

Un film, un docu-film, una biografia (non autorizzata) del premier: Silvio Forever. Mi riferisco al film, di cui oggi è stata presentata l’anteprima alla stampa, di Roberto Faenza e Filippo Macelloni, dagli autori de La Casta, Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, che uscirà nelle sale italiane il 25 marzo in poco più di 100 copie, distribuito dalla Lucky Red e prodotto da Ad Hoc Film.

Silvio Forever ha già fatto parlare di sé con la decisione sospettosa della Rai di non mandare in onda il trailer. Tutti pensavano fosse un film dichiaratamente anti-berlusconiano e invece no. Silvio Forever è un racconto cinematografico in diretta, è una fotografia scattata dallo stesso protagonista. Lo descrivono così gli autori Stella e Rizzo e lo confermano i registi Faenza e Macelloni. “Fare un film perfido su Silvio sarebbe stato troppo semplice, invece la nostra è stata una scelta precisa: volevamo stare alla larga da un processo a priori ostile e raccontare invece la persona; il personaggio strepitoso, la superstar che è Silvio Berlusconi”, commenta Faenza che insieme ai suoi colleghi, per tutta la durata della conferenza si sono dovuti difendere dalle critiche della stampa che ha visto il film come un recupero della figura berlusconiana che momentaneamente sta perdendo il suo magnetismo.

Perché Silvio Forever racconta la vita, i successi e le poche sconfitte del Premier, attraverso le sue parole, (che derivano da video sul web, video trovati negli archivi e alcuni doppiati dalla voce del bravissimo Neri Marcorè), che vanno a favore quindi della sua “seducente” personalità. Il film inizia raccontando l’infanzia di Berlusconi sotto il fascismo, la sua intraprendenza fin da piccolo, le sue grandi doti da intrattenitore: cantava la notte nei locali Parigini per pagarsi la Sorbona, nelle navi da crociera. Poi il suo esordio da imprenditore nell’edilizia, in televisione, nello sport e infine la sua decisione di entrare in politica per “difendere l’Italia dai comunisti” che inevitabilmente non rappresentavano la sua categoria. Da qui in poi il film è costruito attorno alle vicende politiche e personali, già conosciute, senza approfondirne una e portando avanti solo la linea dei suoi successi e delle sue battute (poco) simpatiche. Un film preso dal web, che non aggiunge assolutamente nulla di nuovo, non fa riflettere, anzi è causa di tristezza per chi lo vede. Ma non perché ci rende evidente le sue mancanze come Premier, ma perché ancora una volta mostra una parte dell’Italia che è quella che ormai è entrata nell’immaginario del mondo, un’Italia ignorante, cresciuta con i modelli e i “valori” della tv, quella privata, che non a caso ha creato Berlusconi.

“Questo non è un film militante – si difende Stella – e io non sono nemico di Berlusconi”. BirgitSchönau, DieZeit, Germania ha definito l’Italia, la democrazia dell’intrattenimento. E noi che facciamo? Ci ritroviamo a vedere un altro film che non fa che avvalorare questa tesi. Perché Silvio Forever, nonostante le premesse, nonostante la velata ironia di opposizione e le affermazioni forti, di Italiani, come Montanelli, Dario Fo, Benigni, ancora una volta, come accade ormai troppo spesso nel cinema , non fa riflettere ma intrattiene. Rizzo si difende dalle critiche affermando che non deve essere un film a sovvertire il governo, ma devono essere gli italiani a farlo. Niente di più vero, ma il problema non è l’obiettività del lavoro giornalistico dei due autori, ma il fatto che sia un film non contestualizzato, che non parla del nostro Paese, ma del Suo Paese, quello che Berlusconi ha creato attorno a sé, figlio del benessere e della televisione.

La mia domanda è: Era veramente necessario creare un film che parlasse della figura personale di Berlusconi superstar e personaggio strepitoso a livello mediatico, in un periodo cupo e frustrante come quello in cui stiamo vivendo? Forse, Silvio Forever è stata una scelta mediatica e il fatto che non sia stata divulgata nella televisione pubblica non dà che conferma della superficialità dei nostri tempi.

Anche Sienna Guillory in Resident Evil 5

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Anche Sienna Guillory in Resident Evil 5

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Abbiamo già anticipato che si farà un Resident Evil 5, e che probabilmente tornerà a dirigere il franchise Paul W.S. Anderson. Adesso la bella Sienna Guillory, Jill Valentine della saga Resident Evil, ha confermato tramite Twitter la sua partecipazione al prossimo film basato sul famoso video-game.

Sucker Punch: recensione del film di Zack Snyder

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Sucker Punch: recensione del film di Zack Snyder

Sucker Punch uscirà in Italia il 25 Marzo e si presenta come un film ad altissimo impatto visivo. E’ un fantasy d’azione diretto da Zack Snyder, il regista di Watchmen, controverso e poco noto fumetto di Alan Moore, e del più celebre adattamento della graphic novel 300, un film che sulla potenza dell’immagini e poco altro ha fondato il suo fascino, estetizzante fino all’eccesso.

La storia di Sucker Punch è fatta di mondi immaginari incastonati dentro altri mondi immaginari ma la struttura è talmente schematica da sembrare solo il pallido riflesso di esempi notevoli come quelli offerti da Lynch o Nolan. Babydoll (Emily Browning) è l’alter ego immaginario di una ragazza rinchiusa ingiustamente in un manicomio criminale. Lei, nella sua realtà trasfigurata, è prigioniera in un bordello. Qui convince altre quattro ragazze (Rocket, Blondie, Amber, Sweet Pea) a unire le forze per fuggire. Le sue armi sono la fantasia e la determinazione. Il piano che ordisce è scandito da quattro prove da superare. Lo spettatore non le vedrà direttamente ma solo attraverso le trasfigurazioni della sua immaginazione.

Arti marziali, mondi fantastici e onirici, un gruppo di giovani eroine sexy,  sono gli ingredienti su cui si fonda Sucker Punch. La storia, scritta dallo stesso Snyder insieme a Steve Shibuya, sembrerebbe molto invitante per chi ama un cinema d’intrattenimento ricco d’azione e tecnicamente di alto livello.  Le scenografie hanno la firma del premio Oscar Rick Carter (Avatar) mentre direttore della fotografia (Larry Fong), costumista (Michael Wilkinson) e montatore (William Hoy) sono gli stessi che con Snyder hanno lavorato proprio in Watchmen e 300.

Sucker Punch, il film

Sucker Punch recensione

Sucker Punch invece, nonostante il tripudio di scene d’azione, i virtuosismi della regia e gli effetti speciali, finisce col dimostrare come un immenso talento tecnico fine a se stesso non può bastare a coinvolgere e appassionare lo spettatore. La storia è banale e prevedibile e sfiora momenti di eccessivo infantilismo. Snyder eccede in stilemi da videogame e videoclip, con utilizzo di cover musicali  scontatamente allusive come Sweet Dream e White Rabbit. E dire che spesso, quando l’aspetto narrativo ha più respiro, Snyder riesce a creare atmosfere intese, come nelle primissime scene, dove l’utilizzo di immagini e musica è usato in modo efficace per raccontare le violenze subite dalla protagonista.

Il cast offre una prova nel complesso positiva. Del resto le sexy eroine e i cattivi di contorno non hanno tratti particolarmente psicologizzati. Emily Browning (The Uninvited) è adatta nella parte di Babydoll. La sua costituzione minuta ed esile viene sfruttata dalla regia: gli ambienti e le figure umane che la sovrastano la mostrano inerme e fragile. Abbie Cornish (Elizabeth: The Golden Age; Un Ottima annata e, ad Aprile, nelle sale con De Niro in Limitless) interpreta Sweet Pea, Jamie Chung (Una notte da leoni 2 e prossimamente Premium Rush di David Koech ) è Amber, Vanessa Hudgens (Thirteen; High School Musical 2 e 3) ha il ruolo di Blondie e Jena Malone invece è Rocket. Dignitosa Carla Gugino (Sin City ; Watchmen) nella parte di Vera Gorski mentre Oscar Isaac (Robin hood; Agorà) risulta poco incisivo nel ruolo di Blu Jones, il cattivo subdolo e collerico. Immaturo e noioso, Sucker Punch ( letteralmente “pugno del fesso” ) non sembra il migliore dei colpi che Zack Snyder potesse sferrare.

Space Dogs 3D: recensione del film d’animazione

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Space Dogs 3D: recensione del film d’animazione

In Space Dogs 3D a Mosca, negli anni ’60, un accalappiacani raccoglie cani randagi che poi vengono inviati in un campo di addestramento per astronauti a quattro zampe. Lì vengono portate Belka e Strelka, due cagnette, e il loro amico topo. Qualche anno dopo, il cucciolo che Belka ha avuto viene dato in regalo da Krusciov a Kennedy, e racconta l’eroica avventura della madre agli altri animali del Presidente degli Stati Uniti.

In principio c’era Laika, su questo presupposto parte la storia delle due cagnette e dei cani spaziali. Una è alla ricerca di suo padre, che è sicura sia da qualche parte in mezzo alle stelle, l’altra vuole semplicemente essere la stella. Il film prende ispirazione dalla vera avventura di Belka e Strelka, che nel 1960 vennero inviate per un giorno intero nello spazio, tornando indenni dalla missione. Space Dogs 3D è la prima produzione 3D realizzato in Russia ed è stato uno dei maggiori incassi della scorsa stagione nell’Est Europa.

Quello che è stupefacente, aldilà del paese di provenienza di questo Space Dogs 3D,  film di animazione in 3D insieme alla ormai sempre più presente collaborazione di artisti indiani, punto di riferimento per la realizzazione tecnica dei film di animazione, è il fatto che le assolute protagoniste del film siano due cani di sesso femminile. E si tratta, in fin dei conti, di un film di azione. Belka e Strelka dominano l’azione e perfino la storia d’amore è ribaltata: il cane maschio ha un ruolo secondario nell’avventura, utile a giustificarne lo sviluppo successivo. Le tecniche per accattivarsi il pubblico dei piccoli e per farli accompagnare dai proprio genitori a vedere il film ci sono tutti: animali parlanti che dicono cose buffe, la storia d’amore, i buoni sentimenti.

Ma poi, sotto la superficie, il film racconta molto sulla propria terra di origine e devia dalla nostra solita percezione del “percorso dell’eroe”. I passaggi in realtà vengono seguiti:  Belka e Strelka si trovano loro malgrado in una situazione di disagio che le porta all’azione, ma qui abbiamo già la prima variazione: le cagnette avranno la meglio perchè più furbe dei contendenti maschi, non perché più valide o prestanti, alla fine però dimostreranno essere più che adatte a compiere la missione. Il film ha anche un certo gusto nel proporre le grandiosità del passato sovietico, in cui è possibile piazzare anche una metafora: Strelka e il topolino accolgono Belka nella loro casa, che è all’interno del monumento del “lavoratore e della contadina”, imponente statua che fu presentata all’esposizione universale di Parigi del 1937 come simbolo del progresso sovietico; sono figlie della nazione.

I cattivi, poi, non sono monomaniacali, ma capiscono quando è il momento di riconoscere la vittoria altrui. L’operazione è di per sé molto interessante. Il film, in alcuni momenti, lascia spiazzati come fanno alcuni film più vecchi di Miyazaki, e ci si accorge che ormai anche per le favole raccontate tramite i cartoni animati, la nostra mente sia abituata alla matrice occidentale e hollywoodiana, per cui i sistemi entro cui si muovono i personaggi sono più o meno standardizzati. Che ben venga quindi una variazione sul tema.

Box Office USA 21 marzo 2011

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Il box office americano è in continua variazione. Ogni nuova uscita di una certa importanza ha la sua settimana di dominio della prima posizione, per poi arretrare e lasciare il posto alla successiva uscita o a film che guadagnano consensi con il passare del tempo. Questo è quello che accade anche questa settimana, dove la novità Limitless, in cui Bradley Cooper acquista dei superpoteri grazie ad una fantomatica sostanza, esce nelle sale e subito diventa il primo incasso della settimana, scalzando World invasion: Battle Los Angeles, che ora si trova in terza posizione.

A fare da contrappeso, ritorna Rango, che, alla terza settimana di uscita e riconquista quasi la vetta della classifica, visto anche il suo incasso totale di 96 milioni di dollari. In quarta posizione, un’altra nuova uscita: The Lincoln lawyer, in cui Matthew McConaughey è un avvocato con una sede di lavoro molto particolare, seguito da Paul, un film di fantascienza ad alto tasso di demenza, data dalla presenza di Nick Frost e Simon Pegg.

Red riding hood scende a metà classifica, nella settimana incassa poco più di sette milioni di dollari, per un totale di 26 milioni, seguito dal thriller di fantascienza tratto da Philip K.Dick, The adjustment bureau, che guadagna altri 6 milioni di dollari. Il resto della classifica è per le vecchie conoscenze delle scorse settimane: Mars needs moms,  il film di animazione Disney che non ha potuto nulla per contrastare il rivale Rango, e la Bella e la bestia in versione teen, Beastly, che, con i 3 milioni di dollari di incasso di questa settimana, raggiunge i 22 milioni di dollari.

Il film dei fratelli Farrelly si avvia ad uscire dalla classifica dei maggiori incassi, Hall pass è infatti il decimo film più visto di questa settimana. Le uscite attese sono invece discretamente interessanti: primo fra tutti Sucker Punch un action tutto   al femminile diretto da Zack Snyder, che si riscalda prima di mettersi alla macchina da presa per Superman, e quindi alcune uscite da festival di Cannes e Venezia, che arrivano con un discreto margine di ritardo: Miral, film di Julian Schnabel presentato a Venezia di quest’anno basato sul libro di Rula Jebreal, la sua attuale compagna, nonché ex anchor della nostra tv, e Potiche, ultima fatica di François Ozon con un’eccezionale, e abbastanza cotonata, Catherine Deneuve.

Esce anche la commedia per bambini Diary of a wimpy kid, che ha tutta l’aria di essere un nuovo Piccola Peste.

Box Office ITA 21 Marzo 2011

Il weekend ‘lungo’ segna il primato di Nessuno mi può giudicare su Amici miei. Regge bene Rango, mentre Dylan Dog ottiene un risultato non molto incoraggiante.

Questa settimana le new entry hanno sfruttato i cinque giorni, da mercoledì a domenica, per incassare al botteghino nostrano, in virtù della festa di giovedì. E nel testa a testa che si prevedeva, a spuntarla è Nessuno mi può giudicare, che raccoglie 3 milioni di euro (1,8 milioni nei tre giorni).

Amici miei – come tutto ebbe inizio, invece, si accontenta del secondo posto con 2,1 milioni (e 1,1 milioni nel weekend tradizionale). Si tratta di un dato molto interessante, soprattutto se consideriamo che le due commedie italiane sono uscite in un numero praticamente identico di sale.

Rango scende quindi al terzo posto, raccogliendo altri 854.000 euro che gli consentono di superare i 4 milioni complessivi.

Segue Dylan Dog, che debutta al quarto posto con 1,3 milioni (790.000 euro nei tre giorni): un dato discreto, di certo ottenuto grazie ai fans che si sono precipitati a vedere l’adattamento americano della celebre serie a fumetti ideata da Tiziano Sclavi.

Il rito scende al quinto posto, con altri 608.000 euro per 2,7 milioni totali.

Le due posizioni successive sono occupate da due novità: Gnomeo & Giulietta ottiene 950.000 euro nei cinque giorni e 501.000 euro nei tre, un dato affatto positivo, che probabilmente bisogna attribuire in parte alla concorrenza di Rango.
Quanto a Street Dance 3D, il film esordisce con 821.000 euro (473.000 euro da venerdì a domenica).

Il discorso del re e Il cigno nero, rispettivamente all’ottavo e nono posto, si apprestano a lasciare la top10: il primo raccoglie 292.000 euro, mentre il secondo 235.000 euro. Dopo otto settimane, il film Premio Oscar arriva a ben 7,7 milioni totali, mentre il thriller di Aronofsky giunge a quota 5,5 milioni con tre settimane in meno di sfruttamento.

Chiude la top10 I ragazzi stanno bene, che alla sua seconda settimana raccoglie altri 226.000 euro per 886.000 euro totali.

Sotto il vestito niente – L’ultima sfilata: recensione

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Sotto il vestito niente – L’ultima sfilata: recensione

In un panorama cinematografico nazionale che ultimamente non fa che inneggiare alla grande rivalsa della commedia, sembra strano che proprio i Vanzina, specializzati nel più vario genere di commedia, si siano dedicati ad un progetto quantomeno originale. Esce infatti il 25 marzo al cinema Sotto il vestito niente – L’ultima sfilata, film diretto da Carlo e sceneggiato dalla stesso con Enrico e Franco Ferrini, thriller classico che prova a strizzare l’occhio a Hitchcock, ma che involontariamente diverte.

Eppure tradizionalmente lo scopo dei Vanzina è far ridere, il problema si pone però nel momento in cui lo spettatore ride del film e non con il film.

La storia di Sotto il vestito niente – L’ultima sfilata racconta l’ambiente della moda milanese che ruota intorno alla figura di Federico Marinoni, stilista di fama mondiale, che vede la sua modella di punta morire apparentemente investita da un pirata della strada. L’ispettore Montanari non crede alla teoria dell’incidente e comincia ad indagare, scoprendo pian piano che dietro alla famiglia Marinoni si nascondono molti più segreti di quelli che si immaginano.

La trama non è particolarmente brillante, ma onestamente chiara e distesa tanto da poter rappresentare un buon plot su cui costruire un film interessante. Purtroppo il risultato finale somiglia più ad una brutta serie tv, in cui la qualità dell’immagine e le performance un po’ ingessate di quasi tutto il cast minano il risultato finale. Sembra ormai scontato che il ruolo più interessante sia affidato alla coppia semi comica di turno, parlo dell’Ispettore interpretato da Francesco Montanari e del suo sottoposto Mancuso, Vincenzo Zampa, entrambi molto bravi a reggersi la battuta.

Se il film ha qualche buon momento sicuramente lo si deve a questi bravi attori di teatro che purtroppo però non bastano a compensare la farraginosità con cui la storia è spezzettata, senza contare la mancanza di equilibrio nel narrare gli eventi, sia quelli più drammatici che quelli più cruenti. Nel cast del film anche la bellissima Vanessa Hesseler e l’internazionale Richard E. Grant.

Insomma i Vanzina hanno operato una scelta coraggiosa, scostandosi dal target che al botteghino sta premiando i più, ma hanno portato avanti un linguaggio probabilmente sbagliato, dichiarando apertamente le loro fonti letterarie, quelle della nuova letteratura scandinava, ma sfruttandola molto male in un prodotto che rischia di far involontariamente ridere troppo lo spettatore.

The Dark knight rises: ecco il ruolo di Joseph Gordon-Levitt!

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Finalmente arriva la conferma ufficiale del ruolo che Joseph Gordon-Levitt avrà in The Dark Knight Rises. L’attore interpreterà Alberto Falcone  a rivelarlo è Variety, da fonti attendibilissime.

Alberto Falcone, noto anche come il killer Festa, è il figlio del capomafia Carmine Falcone, interpretato da Tom Wilkinson in Batman Begins. Questo tassello conferma ancora di più, (come se ce ne fosse bisogno) le intenzioni dichiarate da Nolan di seguire i precedenti avvenimenti, andando a comporre una trilogia.

Nel cast di The Dark Knight Rises, oltre a Christian Bale, Michael Caine, Morgan Freeman e Gary Oldman, anche Tom Hardy (Bane) e Anne Hathaway (Selina Kyle/Catwoman). Il film uscirà il 20 luglio 2012. Si attendono conferme ufficiali anche per Marion Cotillard

The Dark knight rises: ecco il ruolo di Joseph Gordon-Levitt!

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the dark knight

Finalmente arriva la conferma ufficiale del ruolo che Joseph Gordon-Levitt avrà in The Dark Knight Rises. L’attore interpreterà Alberto Falcone  a rivelarlo è Variety, da fonti attendibilissime.

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