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The Blacklist 2×01: anticipazioni e promo

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Si intitolerà Lord BaltimoreThe Blacklist 2×01, il  primo episodio della seconda stagione di The Blacklist, la serie televisiva firmata NBC interpretata da James Spader.

In The Blacklist 2×01,Red (James Spader) continua a battere Berlin (la guest star Peter Stormare) e affronta una nuova minaccia: un uomo chiamato Lord Baltimore. Una persona importante del passato di Red torna nel suo mondo. Nel frattempo, Liz (Megan Boone) tenta di andare avanti con la sua vita dopo la sua resa dei conti con Tom (Ryan Eggold). Fra le guest starMary Louise Parker, la star di Weeds.

The Blacklist 2×13: promo dell’episodio “The Deer Hunter”

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Il network americano della NBC ha diffuso il promo ufficiale di The Blacklist 2×13, il tredicesimo episodio che si intitolerà “The Deer Hunter”:

The Blacklist 2x07The Blacklist è una serie televisiva statunitense trasmessa dal 23 settembre 2013 sulla rete televisiva NBC.

Raymond “Red” Reddington, uno dei più pericolosi criminali nella FBI Ten Most Wanted Fugitives, si costituisce all’agenzia offrendosi di fornire informazioni su ogni persona con cui abbia lavorato: come clausola all’accordo, chiede di avere l’unico suo referente in Elizabeth Keen, una giovane profiler al suo primo giorno di servizio. Questa richiesta, all’apparenza incomprensibile, costringe l’agenzia a rendere Elizabeth parte integrante di una segreta task force, che da quel momento inizia a occuparsi essenzialmente dei casi forniti da Red.

La speciale blacklist stilata da Reddington tradisce un carattere molto personale: l’uomo, infatti, grazie a questa vuole liberare la piazza dai suoi principali nemici, avvalendosi delle forze dell’FBI; il Bureau non può tuttavia esimersi dal catturare quelli che sono a tutti gli effetti dei criminali, dando così l’avallo a questa singolare collaborazione. Queste cacce all’uomo finiscono ben presto per intrecciarsi con le vicende personali della stessa Elizabeth, orfana dai tempi dell’infanzia, che cerca di capire quale sia la vera natura del legame tra lei e Reddington.

The Blacklist 2×08: anticipazioni e promo

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Si intitola The Decembrist, The Blacklist 2×08, l’ottava puntata dell’atteso secondo ciclo di episodi della serie di successo trasmessa dal network americano della NBC.

The Blacklist 2x08The Blacklist è una serie televisiva statunitense trasmessa dal 23 settembre 2013 sulla rete televisiva NBC.  Raymond “Red” Reddington, uno dei più pericolosi criminali nella FBI Ten Most Wanted Fugitives, si costituisce all’agenzia offrendosi di fornire informazioni su ogni persona con cui abbia lavorato: come clausola all’accordo, chiede di avere l’unico suo referente in Elizabeth Keen, una giovane profiler al suo primo giorno di servizio. Questa richiesta, all’apparenza incomprensibile, costringe l’agenzia a rendere Elizabeth parte integrante di una segreta task force, che da quel momento inizia a occuparsi essenzialmente dei casi forniti da Red.

La speciale blacklist stilata da Reddington tradisce un carattere molto personale: l’uomo, infatti, grazie a questa vuole liberare la piazza dai suoi principali nemici, avvalendosi delle forze dell’FBI; il Bureau non può tuttavia esimersi dal catturare quelli che sono a tutti gli effetti dei criminali, dando così l’avallo a questa singolare collaborazione. Queste cacce all’uomo finiscono ben presto per intrecciarsi con le vicende personali della stessa Elizabeth, orfana dai tempi dell’infanzia, che cerca di capire quale sia la vera natura del legame tra lei e Reddington.

The Blacklist 2×07: anticipazioni e promo

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Si intitola The Scimitar, The Blacklist 2×07, il settimo episodio della seconda stagione di The Blacklist, trasmessa dal network americano della NBC.

The Blacklist 2x07In The Blacklist 2×07 un tremendo sicario vuole colpire un importante scienziato americano subito dopo l’assassino di un altro scienziato iraniano esperto di energia nuclare. Nel frattempo, Keen tenta di raccogliere informazioni su Berlin (Pete Stormare), mentre Red (James Spader) si avvicina a un lavoratore di un camion per il trasporto per il cibo. The Scimitar del titolo è il personaggio interpretato dalla guest star Waleed F. Zuaiter.

The Blacklist è una serie televisiva statunitense trasmessa dal 23 settembre 2013 sulla rete televisiva NBC.

Raymond “Red” Reddington, uno dei più pericolosi criminali nella FBI Ten Most Wanted Fugitives, si costituisce all’agenzia offrendosi di fornire informazioni su ogni persona con cui abbia lavorato: come clausola all’accordo, chiede di avere l’unico suo referente in Elizabeth Keen, una giovane profiler al suo primo giorno di servizio. Questa richiesta, all’apparenza incomprensibile, costringe l’agenzia a rendere Elizabeth parte integrante di una segreta task force, che da quel momento inizia a occuparsi essenzialmente dei casi forniti da Red.

La speciale blacklist stilata da Reddington tradisce un carattere molto personale: l’uomo, infatti, grazie a questa vuole liberare la piazza dai suoi principali nemici, avvalendosi delle forze dell’FBI; il Bureau non può tuttavia esimersi dal catturare quelli che sono a tutti gli effetti dei criminali, dando così l’avallo a questa singolare collaborazione. Queste cacce all’uomo finiscono ben presto per intrecciarsi con le vicende personali della stessa Elizabeth, orfana dai tempi dell’infanzia, che cerca di capire quale sia la vera natura del legame tra lei e Reddington.

The Blacklist 2×04: anticipazioni e promo

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Si intitola Dr. Linus CreelThe Blacklist 2×04, il quarto episodi della seconda stagione della serie televisiva di successo con protagonista l’attore James Spader.

In The Blacklist 2×04 Dopo una serie di cittadini modello che sono divenuti killer, Red (James Spader) annuncia a Liz (Megan Boone) che forse è in atto un pericoloso esperimento psico-sociologico. Altrove, Red tenta di convincere Naomi (Mary-Louise Parker) e suo marito ad accettare una proposta complicata.

 

The Blacklist 2: novità sulla prossima stagione

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The Blacklist 2Si è conclusa con ottimi risultati la prima stagione e oggi vi segnaliamo alcune anticipazioni su The Blacklist 2, l’atteso secondo ciclo di episodi dello show con protagonista James Spader.

In The Blacklist 2, Red Reddington scoprireà che nulla è peggio di una donna infuriata. Un’agente del Mossad che gli stando la caccia da mesi finalmente riesce a raggiungerlo. Anche se Red batte sempre i suoi nemici, pare che per lei nel futuro ci sia un posto nel suo team.

The Blacklist è una serie televisiva statunitense trasmessa dal 23 settembre 2013 sulla rete televisiva NBC

Raymond “Red” Reddington, uno dei più pericolosi criminali nella FBI Ten Most Wanted Fugitives, si costituisce all’agenzia offrendosi di fornire informazioni su ogni persona con cui abbia lavorato: chiede però di parlare solo con Elizabeth Keen, una giovane profiler al suo primo giorno di servizio. Questa richiesta, all’apparenza incomprensibile, costringe l’agenzia a rendere Elizabeth parte integrante di una segreta task force, che da quel momento inizia a occuparsi essenzialmente dei casi forniti da Red.

Da subito emerge come la speciale blacklist stilata da Reddington abbia un carattere molto personale: l’uomo, infatti, grazie a questa vuole liberare la piazza dai suoi principali nemici, avvalendosi delle forze dell’FBI; il Bureau non può tuttavia esimersi dal catturare quelli che sono a tutti gli effetti dei criminali, dando così l’avallo a questa singolare collaborazione. Queste cacce all’uomo finiscono ben presto per intrecciarsi con le vicende personali della stessa Elizabeth, che su soffiata di Red inizia a dubitare perfino della reale identità del marito. Altro enigma che scuote Lizzy, orfana dai tempi dell’infanzia, è capire quale sia la vera natura del legame tra lei e Reddington, arrivando a ipotizzare che l’uomo possa essere suo padre.

Nell’estate 2012, la NBC comprò dalla Sony Pictures Television la sceneggiatura per un potenziale nuovo pilot, incentrato su un criminale che ricorda Keyser Söze, il personaggio interpretato da Kevin Spacey nel film I soliti sospetti, il quale si consegna nelle mani dell’FBI richiedendo di collaborare con un agente in particolare. La rete diede poi il via libera alla produzione di un episodio pilota il 22 gennaio 2013.

The Blacklist 2: new entry nel cast della serie con James Spader

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Mozhan Marno the blacklist 2Mozhan Marno (La guerra di Charlie Wilson) è entrata a far parte del cast di The Blacklist 2 nel ruolo di Tamar Katzman, un’ex agente della Mossad ed una spia dall’incredibile intuito e dall’eccezionale talento che si ritroverà ad avere un testa a testa con Raymond Reddington. Il personaggio sarà un regular e entrerà in scene nalla primissima parte del secondo ciclo di episodi dello show.

The Blacklist è una serie televisiva statunitense trasmessa dal 23 settembre 2013 sulla rete televisiva NBC.

Raymond “Red” Reddington, uno dei più pericolosi criminali nella FBI Ten Most Wanted Fugitives, si costituisce all’agenzia offrendosi di fornire informazioni su ogni persona con cui abbia lavorato: chiede però di parlare solo con Elizabeth Keen, una giovane profiler al suo primo giorno di servizio. Questa richiesta, all’apparenza incomprensibile, costringe l’agenzia a rendere Elizabeth parte integrante di una segreta task force, che da quel momento inizia a occuparsi essenzialmente dei casi forniti da Red.

Da subito emerge come la speciale blacklist stilata da Reddington abbia un carattere molto personale: l’uomo, infatti, grazie a questa vuole liberare la piazza dai suoi principali nemici, avvalendosi delle forze dell’FBI; il Bureau non può tuttavia esimersi dal catturare quelli che sono a tutti gli effetti dei criminali, dando così l’avallo a questa singolare collaborazione. Queste cacce all’uomo finiscono ben presto per intrecciarsi con le vicende personali della stessa Elizabeth, che su soffiata di Red inizia a dubitare perfino della reale identità del marito. Altro enigma che scuote Lizzy, orfana dai tempi dell’infanzia, è capire quale sia la vera natura del legame tra lei e Reddington, arrivando a ipotizzare che l’uomo possa essere suo padre.

The Blacklist 2: cambiamenti in vista dovuti al palinsesto

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The Blacklist 2Manca molto all’arrivo di The Blacklist 2, l’atteso secondo ciclo di episodi della serie di successo con protagonista James Spader.

Il cambio di palinsesto di The Blacklist avrà delle conseguenze anche a livello della trama della prossima stagione, almeno secondo quanto dichiarato dal produttore esecutivo John Eisendrath, che ha anticipato che la storia sarà fruibile anche da chi non ha mai visto lo show per cercare di soddisfare un bacino sempre più ampio di telespettatori

The Blacklist è una serie televisiva statunitense trasmessa dal 23 settembre 2013 sulla rete televisiva NBC

Raymond “Red” Reddington, uno dei più pericolosi criminali nella FBI Ten Most Wanted Fugitives, si costituisce all’agenzia offrendosi di fornire informazioni su ogni persona con cui abbia lavorato: chiede però di parlare solo con Elizabeth Keen, una giovane profiler al suo primo giorno di servizio. Questa richiesta, all’apparenza incomprensibile, costringe l’agenzia a rendere Elizabeth parte integrante di una segreta task force, che da quel momento inizia a occuparsi essenzialmente dei casi forniti da Red.

Da subito emerge come la speciale blacklist stilata da Reddington abbia un carattere molto personale: l’uomo, infatti, grazie a questa vuole liberare la piazza dai suoi principali nemici, avvalendosi delle forze dell’FBI; il Bureau non può tuttavia esimersi dal catturare quelli che sono a tutti gli effetti dei criminali, dando così l’avallo a questa singolare collaborazione. Queste cacce all’uomo finiscono ben presto per intrecciarsi con le vicende personali della stessa Elizabeth, che su soffiata di Red inizia a dubitare perfino della reale identità del marito. Altro enigma che scuote Lizzy, orfana dai tempi dell’infanzia, è capire quale sia la vera natura del legame tra lei e Reddington, arrivando a ipotizzare che l’uomo possa essere suo padre.

Nell’estate 2012, la NBC comprò dalla Sony Pictures Television la sceneggiatura per un potenziale nuovo pilot, incentrato su un criminale che ricorda Keyser Söze, il personaggio interpretato da Kevin Spacey nel film I soliti sospetti, il quale si consegna nelle mani dell’FBI richiedendo di collaborare con un agente in particolare. La rete diede poi il via libera alla produzione di un episodio pilota il 22 gennaio 2013.

The Blacklist 2: anticipazioni sulla prossima stagione

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The Blacklist 2Manca ancora molto all’inizio di The Blacklist 2, l’attesissimo secondo ciclo di episodi della serie di successo con protagonista James Spader nei panni di un potente criminale.

In The Blacklist 2David Fonteno e David Costabile appariranno come guest star in un episodio dello show, il primo nei panni del Senator Sheridan, un gentiluomo del sud amico di vecchia data dell’agente Cooper ed il secondo Linus Creel, un altro nome sulla lista di Red, che sarà uno psichiatra con una morbosa curiosità per i suoi pazienti.

The Blacklist è una serie televisiva statunitense trasmessa dal 23 settembre 2013 sulla rete televisiva NBC.

Raymond “Red” Reddington, uno dei più pericolosi criminali nella FBI Ten Most Wanted Fugitives, si costituisce all’agenzia offrendosi di fornire informazioni su ogni persona con cui abbia lavorato: chiede però di parlare solo con Elizabeth Keen, una giovane profiler al suo primo giorno di servizio. Questa richiesta, all’apparenza incomprensibile, costringe l’agenzia a rendere Elizabeth parte integrante di una segreta task force, che da quel momento inizia a occuparsi essenzialmente dei casi forniti da Red.

Da subito emerge come la speciale blacklist stilata da Reddington abbia un carattere molto personale: l’uomo, infatti, grazie a questa vuole liberare la piazza dai suoi principali nemici, avvalendosi delle forze dell’FBI; il Bureau non può tuttavia esimersi dal catturare quelli che sono a tutti gli effetti dei criminali, dando così l’avallo a questa singolare collaborazione. Queste cacce all’uomo finiscono ben presto per intrecciarsi con le vicende personali della stessa Elizabeth, che su soffiata di Red inizia a dubitare perfino della reale identità del marito. Altro enigma che scuote Lizzy, orfana dai tempi dell’infanzia, è capire quale sia la vera natura del legame tra lei e Reddington, arrivando a ipotizzare che l’uomo possa essere suo padre.

The Blacklist 2: anticipazioni su Ressler

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Cresce l’attesa per i nuovi episodi di The Blacklist 2, l’atteso secondo ciclo di puntate della serie di successo con James Spander trasmessa dal network americano della NBC.

In The Blacklist 2 Ressler toccherà il fondo con la sua dipendenza nel peggior momento possibile, ovvero mentre è in missione per rintracciare Matthew Kincaid, un uomo disturbato che vive con la madre in una zona remota dell’Alaska.

The Blacklist è una serie televisiva statunitense trasmessa dal 23 settembre 2013 sulla rete televisiva NBC.

Raymond “Red” Reddington, uno dei più pericolosi criminali nella FBI Ten Most Wanted Fugitives, si costituisce all’agenzia offrendosi di fornire informazioni su ogni persona con cui abbia lavorato: chiede però di parlare solo con Elizabeth Keen, una giovane profiler al suo primo giorno di servizio. Questa richiesta, all’apparenza incomprensibile, costringe l’agenzia a rendere Elizabeth parte integrante di una segreta task force, che da quel momento inizia a occuparsi essenzialmente dei casi forniti da Red.

Da subito emerge come la speciale blacklist stilata da Reddington abbia un carattere molto personale: l’uomo, infatti, grazie a questa vuole liberare la piazza dai suoi principali nemici, avvalendosi delle forze dell’FBI; il Bureau non può tuttavia esimersi dal catturare quelli che sono a tutti gli effetti dei criminali, dando così l’avallo a questa singolare collaborazione. Queste cacce all’uomo finiscono ben presto per intrecciarsi con le vicende personali della stessa Elizabeth, che su soffiata di Red inizia a dubitare perfino della reale identità del marito. Altro enigma che scuote Lizzy, orfana dai tempi dell’infanzia, è capire quale sia la vera natura del legame tra lei e Reddington, arrivando a ipotizzare che l’uomo possa essere suo padre.

The Blacklist 2: anticipazioni su Liz

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Cresce l’attesa per la messa in onda dei nuovi episodi di The Blacklist 2, l’atteso secondo ciclo della serie televisiva di successo targata NBC e con protagonista l’attore James Spader.

The Blacklist, dove in uno dei prossimi episodi qualcuno rapirà Liz e cercherà di estrarre dalla sua memoria alcuni particolari sulla notte dell’incendio ed in quell’occasione vedremo una versione più giovane della donna, ma smuovere certi ricordi è pericoloso, specie se a farlo è la persona che l’ha rapita.

The Blacklist 2x07The Blacklist è una serie televisiva statunitense trasmessa dal 23 settembre 2013 sulla rete televisiva NBC.

Raymond “Red” Reddington, uno dei più pericolosi criminali nella FBI Ten Most Wanted Fugitives, si costituisce all’agenzia offrendosi di fornire informazioni su ogni persona con cui abbia lavorato: come clausola all’accordo, chiede di avere l’unico suo referente in Elizabeth Keen, una giovane profiler al suo primo giorno di servizio. Questa richiesta, all’apparenza incomprensibile, costringe l’agenzia a rendere Elizabeth parte integrante di una segreta task force, che da quel momento inizia a occuparsi essenzialmente dei casi forniti da Red.

La speciale blacklist stilata da Reddington tradisce un carattere molto personale: l’uomo, infatti, grazie a questa vuole liberare la piazza dai suoi principali nemici, avvalendosi delle forze dell’FBI; il Bureau non può tuttavia esimersi dal catturare quelli che sono a tutti gli effetti dei criminali, dando così l’avallo a questa singolare collaborazione. Queste cacce all’uomo finiscono ben presto per intrecciarsi con le vicende personali della stessa Elizabeth, orfana dai tempi dell’infanzia, che cerca di capire quale sia la vera natura del legame tra lei e Reddington.

The Black Phone 2: rivelata la data di uscita del sequel horror di Blumhouse

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È stata rivelata la data di uscita di The Black Phone 2, il sequel del film horror di successo del 2021 prodotto da Universal e Blumhouse.

Variety ha rivelato che The Black Phone 2 uscirà nelle sale venerdì 27 giugno 2025. Secondo il noto sito, gli studi descrivono il prossimo sequel come il “lancio di un nuovo sinistro franchise“. Non sono state fornite informazioni sul casting o sulla trama di The Black Phone 2 insieme alla data di uscita.

The Black Phone ha come protagonista il candidato all’Oscar Ethan Hawke insieme ai giovani attori emergenti Mason Thames e Madeleine McGraw. A loro si sono uniti James Ransone, Jeremy Davies, Brady Hepner, Jacob Moran e Jordan Isaiah White. Ha anche riunito il regista Scott Derrickson e lo scrittore C. Robert Cargill con Ethan Hawke e James Ransone, che hanno lavorato tutti insieme in Sinister del 2012.

Di cosa parlava The Black Phone?

Il film racconta la storia di Finney Shaw, un ragazzo di 13 anni timido ma intelligente, che viene rapito da un sadico assassino e intrappolato in un seminterrato insonorizzato“, si legge nella sinossi ufficiale. “Quando un telefono staccato sul muro comincia a squillare, Finney scopre di poter sentire le voci delle precedenti vittime dell’assassino. E sono determinati a fare in modo che ciò che è successo a loro non accada a Finney”.

The Black Phone 2: il regista annuncia una differenza importante che rende il sequel “più spaventoso”

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Il regista di The Black Phone 2, Scott Derrickson, annuncia una differenza importante nel prossimo sequel, che lo renderà “più spaventoso” rispetto al primo. The Black Phone si concludeva chiudendo il cerchio della storia di una scuola media, con Finney (Mason Thames) che uccideva l’Arraffatore (Ethan Hawke) con il telefono che usava per comunicare con le sue precedenti vittime. L’imminente sequel vedrà il ritorno del protagonista in nuove circostanze, anche se i dettagli esatti di ciò che accadrà nel film non sono stati resi noti. Tuttavia, con la conferma del ritorno di importanti personaggi, molti elementi risulteranno familiari.

Parlando con GamesRadar+, Derrickson ha rivelato che una differenza chiave in The Black Phone 2 renderà la storia “più grafica” e “più spaventosa” rispetto al film originale. Il regista ha spiegato che il fatto che il film sia incentrato sulla scuola superiore piuttosto che sulla scuola media ha reso necessaria una trama più cupa e adulta rispetto al primo film. Tuttavia, ha promesso che questo sarà illustrato nel modo in cui i personaggi verranno stabiliti nel nuovo film, aggiungendo questi importanti elementi. Ecco cosa ha detto Derrickson qui sotto:

La differenza principale è che si tratta di un film sulla maturità, così come il film originale era un film sulla maturità alle scuole medie, ma sono due tipi di cose molto diverse. Un film sulla maturità richiede di più. Deve essere più viscerale. Deve essere, credo, più grafico, più spaventoso.

Penso che il cambiamento che avviene negli esseri umani tra le scuole medie e le superiori sia uno dei più grandi cambiamenti che si affrontano nella vita. Quindi, poter rivisitare questi personaggi che si sono davvero sviluppati come persone nei quattro anni trascorsi tra un film e l’altro è stato molto interessante per me.

The Black Phone 2 è basato sull’omonimo racconto di Joe Hill.

Cosa significa per il film il focus sul liceo di The Black Phone 2

Scott Derrickson

La sua attenzione sarà diversa dalle premesse originali

Il cast di The Black Phone 2 vedrà non solo il ritorno di Thames nei panni di Finney e di Hawke in quelli dell’Arrapinatore, ma anche di altri personaggi del primo film, come Gwen (Madeleine McGraw), Terrance (Jeremy Davies) e Robin (Miguel Mora). La trama esatta è attualmente sconosciuta, soprattutto perché l’antagonista è morto nel primo film. Questo significa che il sequel probabilmente si baserà maggiormente sugli elementi soprannaturali del primo film, enfatizzando le sue idee attraverso una lente familiare che permette di mostrare nuove prospettive.

La conferma da parte di Derrickson di una storia più terrificante non sorprende più di tanto, dal momento che il film avrà davvero bisogno di aumentare il suo fattore paura per giustificare la continuazione della storia. Dato il grande successo al botteghino del primo film, che ha guadagnato 161,4 milioni di dollari a fronte di un budget di 16-18 milioni, The Black Phone 2 è molto atteso, il che giustifica il fatto che il sequel avrà una storia più terrificante. Sembra inoltre che il film tratterà simbolicamente le paure del liceo attraverso una storia dell’orrore, con qualsiasi cosa Finney debba affrontare che abbia un legame con la sua crescita.

The Black Phone 2 aggiunge al suo cast un agghiacciante veterano dell’horror

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Dopo l’anteprima di The Black Phone nel 2022, il film horror della Blumhouse ha continuato a terrorizzare il pubblico in modo piuttosto rapido, affermandosi rapidamente come uno dei migliori film horror del decennio finora. L’offerta della Blumhouse seguiva il maniacale e sadico killer di Ethan Hawke, il sequestratore, il cui modus operandi è il rapimento e l’uccisione di bambini. Ora, in vista del prossimo sequel annunciato da Universal Studios e Blumhouse, The Black Phone 2 aggiunge al suo impressionante cast il veterano dell’horror Demián Bichir (The Nun).

Secondo Deadline, Bichir si unirà al cast dell’attesissimo sequel, ma i dettagli sul suo personaggio sono ancora coperti da segreto. Bichir si unisce a The Black Phone 2 con un ampio catalogo di esperienze nel genere horror. Candidato all’Oscar, il portfolio horror di Bichir include Alien: Covenant del 2017, The Nun del 2018 e la partecipazione a The Grudge nel 2020. La notizia dell’ingresso di Bichir in questo possibile franchise horror arriva dopo che la sua parabola di guerra Senza sangue , interpretata da Angelina Jolie, è stata presentata in anteprima mondiale al TIFF. The Black Phone 2 doveva inizialmente arrivare nelle sale nel giugno 2025. Tuttavia, un recente cambiamento di calendario ha fatto slittare la data di uscita al 17 ottobre 2025.

Diretto da Scott Derrickson e co-scritto da C. Robert Cargill, The Black Phone ha sfidato le aspettative quando ha terrorizzato le sale cinematografiche nel 2022. Sviluppato con un budget ridotto, il film horror è diventato a sorpresa un successo per la Universal, incassando oltre 161 milioni di dollari al botteghino mondiale e classificandosi come uno dei film più redditizi realizzati quell’anno. Con un sequel ora pronto a ricreare, forse, la stessa impresa, il sequel darà il benvenuto alla totalità del cast del primo film. Hawke torna nei panni del misterioso cattivo, l’Arrapinatore, e tornano anche altri membri del cast come Mason Thames, Madeleine McGraw, Jeremy Davies e Miguel Mora.

Di cosa parla The Black Phone?

Scott Derrickson

Basato su un racconto di Joe Hill e prodotto da Jason Blumhouse, The Black Phone segue un tredicenne di nome Finney e sua sorella minore, Gwen, dotata di forti capacità psichiche. Vivendo in una città afflitta da una serie di rapimenti e omicidi di bambini, un giorno Finney diventa un bersaglio dell’Acchiappatore e viene presto rapito da quest’ultimo. Rinchiusa in uno scantinato, la sorella di Finney cerca di sfruttare le sue capacità psichiche per ritrovare il fratello. Finney si rende presto conto di poter sentire le voci delle precedenti vittime dell’assassino grazie al telefono staccato nello scantinato insonorizzato. Deciso a non permettere che la storia si ripeta con Finney, queste voci aiutano l’adolescente a fuggire. The Black Phone 2 arriverà nelle sale il 17 ottobre 2025.

The Black Phantom: Jamie Foxx e Kevin Hart nel cast

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The Black Phantom: Jamie Foxx e Kevin Hart nel cast

In attesa di poterlo ammirare al cinema nei panni del villain Electro in The Amazing Spider-Man 2Jamie Foxx è già sul punto di entrare a far parte di un nuovo progetto cinematografico: The Black Phantom. La pellicola, un action movie diretto da Tim Story (I Fantastici Quattro), potrebbe vedere, inoltre, impegnato sul set a fianco dell’attore originario del Texas anche Kevin Hart.

The Black Phantom ci porterà nella vita di un assassino a pagamento che si troverà costretto a chiedere aiuto ad un “collega” (Black Phantom per l’appunto) senza sapere che, in realtà, questi sarà stato assoldato per ucciderlo. Scritto da David Lease Megan Hinds il film è ancora in fase di pre-produzione, non ci sono, infatti, ancora conferme circa il resto del cast che prenderà parte alle riprese.

Fonte: Holliwood Reporter

The Birth of a Nation: trailer e poster del film vincitore al Sundance 2016

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Ecco il primo trailer e il poster americano di The Birth of a Nation, il film diretto e interpretato da Nate Parker che all’ultimo Sundance Film Festival ha portato a casa l’Audience Award e il Grand Jury Prize.

The Birth of a Nation trionfa al Sundance Film Festival 2016: tutti i vincitori

Co queste credenziali il film potrebbe far parte della corsa all’Oscar 2017 (Whiplash docet). Ecco il trailer del film e a seguire il manifesto:

The Birth of a NationNel film Parker interpreta Nat Turner, uno schiavo afroamericano che guidò la rivolta degli schiavi, scoppiata nella Contea di Southampton in Virginia nell’agosto 1831. Il film è composto da un cast corale che comprende Armie Hammer, Aja Naomi King, Jackie Earle Haley, Penelope Ann Miller, Gabrielle Union e Aunjanue Ellis.

Il titolo è un chiaro riferimento ironico al controverso film muto del 1915 Nascita di una nazione (The Birth of a Nation), di David Wark Griffith . È stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival 2016, dove ha vinto il premio del pubblico e il gran premio della giuria.

Il film uscirà negli Stati Uniti il prossimo 7 ottobre, mentre dovrebbe arrivare in Italia nel periodo natalizio o subito dopo, a Gennaio 2017.

The Birth of a Nation: trailer del film vincitore del Sundance 2016

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Ecco il primo trailer originale di The Birth of a Nation, il film che ha trionfato all’ultimo Sundance Film Festival e che vede l’esordio alla regia dell’attore Nate Parker, anche protagonista. Il film uscirà il 7 ottobre negli Stati Uniti e si immagina, per questo prodotto, lo stesso percorso fortunato che hanno avuto altri film presentati al Festival, come Whiplash.

Nel film Parker interpreta Nat Turner, uno schiavo afroamericano che guidò la rivolta degli schiavi, scoppiata nella Contea di Southampton in Virginia nell’agosto 1831. Il film è composto da un cast corale che comprende Armie Hammer, Aja Naomi King, Jackie Earle Haley, Penelope Ann Miller, Gabrielle Union e Aunjanue Ellis.

Il titolo è un chiaro riferimento ironico al controverso film muto del 1915 Nascita di una nazione (The Birth of a Nation), di David Wark Griffith . È stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival 2016, dove ha vinto il premio del pubblico e il gran premio della giuria.Sundance Film Festival 2016 the birth of a nation

The Birth of a Nation: recensione del film di e con Nate Parker

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The Birth of a Nation: recensione del film di e con Nate Parker

Nel 1915 The Birth of a Nation di David Wark Griffith celebrava l’origine degli Stati Uniti. Dopo 101 anni, Nate Parker realizza un film con lo stesso titolo, che questa volta non inneggia ma colpevolizza, che guarda in macchina e racconta una pagina sanguinosa ed eroica della storia americana. Con il suo The Birth of a Nation, Parker, attore alla sua opera prima dietro la macchina da presa che scrive, dirige, recita e celebra un eroe rivoluzionario, lo schiavo Nathaniel Turner, che nel 1931, nella Contea di Southampton in Virginia, guidò una rivolta di schiavi che durò 48 ore e venne affogata nel sangue. Uno Spartaco del XX secolo che in pochi ricordano ma che la pellicola, presentata già in trionfo al Sundance 2016, racconta nei suoi antefatti e nel suo breve e furente svolgimento.

Nate Parker comincia il suo racconto come una fiaba oscura e onirica, in cui uno sciamano profetizza al piccolo Nat un futuro di saggezza e grandezza per il suo popolo. Nat è un bambino intelligente e sensibile, da sempre amico (nei limiti del possibile in un contesto del genere) del padroncino Sam e benvoluto da sua madre, la Signora Turner, grazie alla quale impara le sacre scritture e la parola di quel Dio che tanto ama. La sua fede, la sua intelligenza, lo portano a essere uno schiavo in qualche modo privilegiato, che gode del favore del padrone pur rimanendo sempre un oggetto di suo proprietà. Ma il senso di appartenenza e l’innegabile brutalità e ingiustizia a cui sono sottoposti i neri svegliano in lui il furore biblico di vendetta e giustizia. Nat diventa il leader, il braccio armato di una folle rivolta di appena due giorni. Giorni di sangue e di polvere, ma anche di libertà e di vita.

Aja Naomi King - The Birth of a Nation

Guarda il trailer di The Birth of a Nation

Alla sua prima regia, Parker dimostra un occhio allenato alla composizione del quadro, spesso invaso dalla luce del sole che filtra attraverso alberi o assi di legno, una luce che tenta di raggiungere l’oscurità degli animi narrati e che si diffonde attraverso la nebbia delle albe di lavoro, i campi di cotone, i cortili delle case padronali, quasi a rappresentare una divina presenza sempre invocata e ricercata ma apparentemente inesistente o almeno indifferente alle vicende umane. Grazie alla preziosa e invadente colonna sonora di Henry Jackman, The Birth of a Nation si lascia andare a sequenze liriche e potenti, momenti di grande impatto emotivo che ricordano i grandi classici del cinema hollywoodiano, come Braveheart o Il Gladiatore, con in più del peso della Storia che non fa sconti a nessuno.

E lo stesso sguardo del narratore è anche quello iniettato di sangue, che dice addio all’ultimo alito di vita e che si rivolge alla macchina, è uno sguardo d’accusa all’umanità, allo spettatore che guarda nella sicurezza della sua poltrona, al senso di appartenenza alla razza umana che dovrebbe spingerci alla compassione. Per non ripere la Storia.

The Birth of a Nation: nuovo significativo poster

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The Birth of a Nation: nuovo significativo poster

Ecco un nuovo poster americano per The Birth of a Nation, il film diretto e interpretato da Nate Parker che all’ultimo Sundance Film Festival ha portato a casa l’Audience Award e il Grand Jury Prize.

The Birth of a Nation trionfa al Sundance Film Festival 2016: tutti i vincitori

Co queste credenziali il film potrebbe far parte della corsa all’Oscar 2017 (Whiplash docet). Ecco il manifesto:

The Birth of a Nation

Nel film Parker interpreta Nat Turner, uno schiavo afroamericano che guidò la rivolta degli schiavi, scoppiata nella Contea di Southampton in Virginia nell’agosto 1831. Il film è composto da un cast corale che comprende Armie Hammer, Aja Naomi King, Jackie Earle Haley, Penelope Ann Miller, Gabrielle Union e Aunjanue Ellis.

The Birth of a Nation: trailer e poster del film vincitore al Sundance 2016

Il titolo è un chiaro riferimento ironico al controverso film muto del 1915 Nascita di una nazione (The Birth of a Nation), di David Wark Griffith . È stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival 2016, dove ha vinto il premio del pubblico e il gran premio della giuria.

Il film uscirà negli Stati Uniti il prossimo 7 ottobre, mentre dovrebbe arrivare in Italia nel periodo natalizio o subito dopo, a Gennaio 2017.

Fonte: CS

The Birth of a Nation: dietro le quinte del film vincitore al Sundance 2016

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Ecco un nuovo contributio dedicato a The Birth of a Nation, il film diretto e interpretato da Nate Parker che all’ultimo Sundance Film Festival ha portato a casa l’Audience Award e il Grand Jury Prize.

The Birth of a Nation trionfa al Sundance Film Festival 2016: tutti i vincitori

Co queste credenziali il film potrebbe far parte della corsa all’Oscar 2017 (Whiplash docet). Ecco il video che ci porta dietro le quinte del film:

GUARDA IL TRAILER UFFICIALE DI THE BIRTH OF A NATION

Nel film Parker interpreta Nat Turner, uno schiavo afroamericano che guidò la rivolta degli schiavi, scoppiata nella Contea di Southampton in Virginia nell’agosto 1831. Il film è composto da un cast corale che comprende Armie Hammer, Penelope Ann Miller, Jackie Earle Haley, Mark Boone Jr., Colman Domingo, Aunjanue Ellis, Dwight Henry, Aja Naomi King, Esther Scott, Roger Guenveur Smith e Gabrielle Union.

Il titolo è un chiaro riferimento ironico al controverso film muto del 1915 Nascita di una nazione (The Birth of a Nation), di David Wark Griffith . È stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival 2016, dove ha vinto il premio del pubblico e il gran premio della giuria.

Il film uscirà negli Stati Uniti il prossimo 7 ottobre, mentre dovrebbe arrivare in Italia nel periodo natalizio o subito dopo, a Gennaio 2017. La pellicola è prodotta da Bron Studios, Phantom Four, Mandalay Pictures e Tiny Giant Productions.

 

The Birth of a Nation: da oggi al cinema

The Birth of a Nation: da oggi al cinema

Arriva oggi al cinema The Birth of a Nation, il film con protagonista Nate Parker che si cimenta anche nella regia e racconta una storia vera.

The Birth of a Nation recensione del film di e con Nate Parker

Ambientato in Virginia nel 1831, il film racconta di Nat Turner, uno schiavo istruito il cui padrone in difficoltà economiche, Samuel Turner, sfrutta la sua abilità come predicatore per sottomettere gli schiavi ribelli. Dopo esser stato testimone di innumerevoli atrocità, Nat escogita un piano per condurre la sua gente alla libertà.

Insieme a Nate Parker nel film ci sono anche Armie Hammer, Aja Naomi King, Jackie Earle Haley, Gabrielle Union. Vincitore del Sundance 2016, il film è stato presentato in Italia alla Festa Internazionale del film di Roma dello scorso ottobre.

The Birth of a Nation: 4 nuovi ‘rivoluzionari’ spot per il film di Nate Parker

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Sonos tati diffusi in rete quattro nuovi spot tv di The Birth of a Nation, il film diretto e interpretato da Nate Parker che ha fatto molto parlare di sè e che ha vinto al Sundance 2016.

Ecco di seguito i video diffusi dal canale Youtube di FoxSearchlight:

Nel film Parker interpreta Nat Turner, uno schiavo afroamericano che guidò la rivolta degli schiavi, scoppiata nella Contea di Southampton in Virginia nell’agosto 1831. Il film è composto da un cast corale che comprende Armie Hammer, Aja Naomi King, Jackie Earle Haley, Penelope Ann Miller, Gabrielle Union e Aunjanue Ellis.

The Birth of a Nation: trailer e poster del film vincitore al Sundance 2016

Il titolo è un chiaro riferimento ironico al controverso film muto del 1915 Nascita di una nazione (The Birth of a Nation), di David Wark Griffith . È stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival 2016, dove ha vinto il premio del pubblico e il gran premio della giuria.

Il film uscirà negli Stati Uniti il prossimo 7 ottobre, mentre dovrebbe arrivare in Italia nel periodo natalizio o subito dopo, a Gennaio 2017.

The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo: la vera storia dietro al film

Il film del 2016 The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo (qui la recensione) ha segnato l’esordio come regista dell’attore Nate Parker, noto fino a quel momento soprattutto come comico. L’attore, a cui il progetto stava particolarmente a cuore e che stava cercando di portarlo sullo schermo fin dal 2009 quando aveva iniziato a scriverne la sceneggiatura, ha investito nella produzione ben 100.000 dollari di tasca propria. La storia è quella di uno schiavo di colore degli inizi dell’Ottocento che diede vita ad una sanguinosa rivolta contro i padroni bianchi.

Nel dar vita al film, Parker ha voluto utilizzare lo stesso titolo del celebre film del 1915 per denunciare la visione razzista di quella pellicola diretta da D. W. Griffith, che in particolare faceva sembrare i membri del Ku Klux Klan degli eroi e i neri dei bruti assetati di sangue. “Il film di Griffith ha fatto molto affidamento sulla paura e la disperazione come strumento per consolidare la supremazia bianca. Quel film non solo ha motivato la massiccia rinascita del gruppo terroristico Ku Klux Klan e la carneficina inflitta contro le persone di origine africana, ma è servito come fondamento dell’industria cinematografica che conosciamo oggi”, ha raccontato Parker.

Ho rivendicato questo titolo e l’ho riproposto come uno strumento per sfidare il razzismo e la supremazia bianca in America, per ispirare una ribellione verso qualsiasi ingiustizia in questo paese (e all’estero) e per promuovere il tipo di confronto onesto che può portare la nostra società verso la guarigione“, ha aggiunto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

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La trama e il cast di The Birth of a Nation – Il risveglio di un popoloa

Ambientato nel Sud degli Stati Uniti circa trent’anni prima della Guerra di Secessione americana e la conseguente abolizione della schiavitù, il film ha per protagonista Nat Turner, uno schiavo che vive nella piantagione del suo padrone, un uomo che si trova in difficoltà economiche di nome Samuel Turner. Obediente e istruito, Nat conosce anche molto bene la Bibbia. Dietro suggerimento del reverendo Walthall, Samuel ha deciso infatti di fare del suo schiavo un predicatore religioso, un modo per guadagnare soldi ma anche per usarlo come uno strumento di controllo e d’indottrinamento degli altri schiavi.

Nat, che ne frattempo si è innamorato e ha sposato una bella schiava di nome Cherry, riscuote molto successo, tanto che la sua missione di predicatore si estende ad altre proprietà della zona, dove però si rende subito conto delle condizioni in cui vivono i suoi compagni oppressi e vittime di atrocità. Tornato alla sua piantagione, sconvolto da quello che ha visto, Nat apprende che sua moglie Cherry è stata picchiata violentemente. L’uomo deciderà a quel punto di ribellarsi e preparare un piano per condurre il suo popolo verso la libertà.

Ad interpretare Nat Turner vi è lo stesso Nate Parker, mentre l’attore Armie Hammer ricopre il ruolo del suo padrone, Samuel Turner. Mark Boone Junior, attore visto in Memento e nella serie Sons of Anarchy, interpreta invece il reverendo Walthall. Aja Naomi King, vista in Le regole del delitto perfetto, ricopre il ruolo di Cherry Turner, mentre Colman Domingo è Hank Turner. Sono poi presenti gli attori Aunjanue Ellis, recentemente vista in Una famiglia vincente – King Richard, nel ruolo di Nancy Turner e Jackie Earle Haley in quelli di Raymond Cobb.

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The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo, la vera storia di Nat Turner

Nat Turner nacque nella Contea di Southampton il 2 ottobre 1800. La nonna di Nat Turner era stata condotta in catene, all’età di tredici anni, dalla Costa d’Oro in America e, subito dopo lo sbarco, diede alla luce una bambina, la madre di Nat, concepita durante il viaggio. All’interno della proprietà dei Turner lo schiavo Nat trascorse la sua intera esistenza, in una zona rurale degli Stati Uniti dove gli schiavi neri erano la maggioranza della popolazione. A differenza della quasi totalità degli schiavi, analfabeti, sin dalla tenera età Nat riuscì ad avere accesso a libri che gli consentirono di imparare a leggere e scrivere praticamente da autodidatta.

Educato poi dai padroni e dalla famiglia a coltivare una profonda religiosità, si immerse sin da ragazzo nella lettura delle storie della Bibbia, passando le ore libere dal lavoro nella preghiera e nella meditazione. Questa religiosità si manifestò sempre di più, fino ad arrivare a quelle che lui chiamava “visioni”, ossia immagini che Nat vedeva e tramite cui Dio gli avrebbe inviato dei messaggi. Nel febbraio 1831, una eclissi anulare di Sole visibile dalla Virginia, venne interpretata da Nat come un segno che Dio gli inviava, ossia di prepararsi alla ribellione contro i padroni bianchi. La ribellione ebbe poi luogo nella notte del 21 agosto 1831.

La ribellione

Per tutta la notte, gli schiavi passarono di proprietà in proprietà liberando altri schiavi come loro e uccidendo i rispettivi padroni bianchi. Alla fine della ribellione si contarono circa 70 uomini ad aver seguito Nat Turner. Inizialmente, al fine di non attirare troppo l’attenzione su di loro, gli schiavi non utilizzarono armi da fuoco per uccidere i bianchi, ma solo asce, coltelli ed attrezzi recuperati all’interno dei magazzini agricoli. Durante gli assalti alle case dei carcerieri, i ribelli non fecero distinzioni ed uccisero uomini, donne e bambini. Prima che le milizie armate dei bianchi venissero a conoscenza di quanto stesse avvenendo, i ribelli uccisero all’incirca 60 persone bianche.

The-Birth-of-a-Nation-Il-risveglio-di-un-popolo-storia-vera

La cattura e le conseguenze

La ribellione degli schiavi di Southampton fu però velocemente interrotta dalle milizie armate dei bianchi. Nat Turner riuscì a scappare nei boschi e a restare fuggitivo sino al successivo 30 ottobre 1831, quando fu scoperto e catturato. Il successivo 5 novembre 1831 Nat Turner fu condannato per “cospirazione, ribellione ed insurrezione” e condannato a morte per impiccagione. La sentenza fu eseguita il successivo 11 novembre nella città di Jerusalem, in Virginia. Subito dopo la morte il suo corpo fu decapitato e la sua testa esposta nella piazza della cittadina, come monito verso gli altri schiavi. Il suo corpo senza testa fu infine seppellito senza alcun segno di riconoscimento e senza messa funebre.

Al termine della rivolta degli schiavi furono giustiziate nello Stato del Virginia 55 persone nere, sospettate di aver preso parte all’insurrezione. Tuttavia, nell’isteria generalizzata di quei giorni e con la presenza di milizie armate a piede libero, furono uccise circa 120 persone di colore, buona parte delle quali non avevano preso parte a nessuna forma di sedizione o cospirazione. Immediatamente dopo il processo vennero emanate delle leggi che vietarono ai padroni bianchi di liberare i propri schiavi e di insegnare ai bambini neri a leggere e a scrivere.

The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo: come finisce il film

Nel finale del film, Nat viene a conoscenza dell’omicidio per rappresaglia di schiavi innocenti e del potenziale di altri spargimenti di sangue finché rimarrà in fuga. Di conseguenza, decide di arrendersi e viene condannato a morte. Durante l’impiccagione, Nat nota tra la folla il ragazzo schiavo che ha tradito il loro gruppo, ma non nutre alcun rancore nei suoi confronti. Il film si conclude con una dissolvenza dal volto lacrimoso del ragazzo a quello di un soldato adulto, presumibilmente lo stesso ragazzo ormai cresciuto che combatte per l’esercito dell’Unione durante la guerra civile americana. Davanti all’orrore a cui ha assistito, quel ragazzo si è dunque unito all’esercito del Nord che ha combattuto per l’abolizione della schiavitù.

Il trailer di The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 29 gennaio alle ore 21:00 su Iris.

Fonte: IMDb, NationalGeographic

The Bikeriders: trailer del film con Austin Butler e Tom Hardy

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The Bikeriders: trailer del film con Austin Butler e Tom Hardy

La Universal Pictures Italia ha diffuso il trailer ufficiale italiano di The Bikeriders, interpretato da Austin Butler, Jodie Comer, Tom Hardy, Michael Shannon e Norman Reedus, racconta la storia di un club di motociclisti del Midwest, i Vandals, e le vite dei suoi membri.

Nell’arco di dieci anni il club, da luogo di ritrovo per gli outsider locali si trasforma in una gang losca e pericolosa che influenza e minaccia lo stile di vita unico del gruppo originario.

The Bikeriders: recensione del film di Jeff Nichols

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The Bikeriders: recensione del film di Jeff Nichols

Nella sua ricerca personale di una voce e di un punto di vista sul mondo, Jeff Nichols approda al cinema con The Bikeriders, ultimo capitolo di un suo racconto metaforico, episodico ma non per questo meno organico degli Stati Uniti. E questa volta il suo occhio è stato catturato dall’omonimo libro fotografico di Danny Lyon che ha raccontato, con immagini e interviste, la vita della gang di motociclisti di Chicago degli Outlaws DC nel 1968.

The Bikeriders, la trama

La storia si concentra su Benny (Austin Butler) e sul suo desiderio di libertà e devozione alla sua gang di motociclisti, su Johnny (Tom Hardy) leader dei Outlaws DC che guarda al compagno più giovane come futuro erede alla guida del gruppo, e su Kathy (Jodie Comer) ragazza che contro voglia subisce il fascino di Benny e diventa ostacolo e salvezza per l’innamorato: gli chiede di scegliere tra lei e la gang, tra la libertà e la sicurezza, perché lei sola ha il discernimento necessario per vedere che quel tipo di vita è destinata a schiantarsi contro un muro di violenza e criminalità.

Non è certo un film basato sui colpi di scena e le svolte inaspettate The Bikeriders che, proprio come il libro fotografico da cui è tratto, procede per concetti e suggestioni, espressioni a cui la voce narrante di Kathy fa da commento e didascalia.

(L to R) Tom Hardy as Danny and Austin Butler as Benny in director Jeff Nichols’ THE BIKERIDERS, a Focus Features release. Credit: Kyle Kaplan/Focus Features. © 2024 Focus Features. All Rights Reserved.

Una storia di uomini impenetrabili

È il suo il punto di vista che ci accompagna dentro una storia di uomini impenetrabili e emotivamente infantili, che cercano soltanto la leggerezza e la libertà di andare in moto e condividere questa passione con altri che la pensano come loro. L’occhio di Kathy, che ascoltiamo mentre si racconta al fotografo Danny (Mike Faist), è invece indagatorio, acuto, perspicace, in grado trovare spiegazioni e significati nel mutismo del marito e dei suoi compagni. Il suo punto di vista è in grado di leggere questo machismo giocoso e non prevaricatorio che si scontra con la degenerazione di quel sogno di libertà e che deve scendere a patti con il mondo reale.

The Bikeriders è un film di attori

Nichols sceglie di affrontare il racconto con la sua consueta consapevolezza ma senza addentrarsi con particolari guizzi nella storia: come Danny, diventa un osservatore e lascia ai suoi protagonisti il compito di raccontarsi. The Bikeriders è infatti principalmente un film di interpreti e il regista si affida senz’altro ad alcuni dei migliori su piazza. La fisicità di Tom Hardy gli consente ancora una volta di non aver bisogno di troppe parole per mettere in scena il carisma silenzioso e solido del suo Johnny, e qualcosa di molto simile accade a Austin Butler che, nonostante la sua innegabile bellezza, riesce a eliminare dal suo Benny qualsiasi traccia di compiacimento estetizzante per restituire l’immagine di un uomo molto fragile e infantile, sicuramente affascinante, ma anche immaturo e senza equilibrio. Un ragazzaccio, uno di quelli che Kathy avrebbe voluto evitare e che invece la irretisce con inesorabile semplicità.

Jodie Comer stars as Kathy in Jeff Nichols’ THE BIKERIDERS, a Focus Features release. Credit: Courtesy of Focus Features ©2024 All Rights Reserved.

È lei il centro del racconto, il punto di vista privilegiato, contemporaneamente esterno alle regole della gang ma coinvolto emotivamente dal legame con Benny, e Jodie Comer si conferma raffinata e trasformista interprete, plasmando voce, accento, movenze e look per la sua Kathy. Questa triade aurea si arricchisce poi di tanti volti noti, cameo, piccoli ruoli, comprimari, un sottobosco di facce indimenticabili, tra cui spiccano senza dubbio quelle di Michael Shannon, Boyd Holbrook e dell’irresistibile e quasi irriconoscibile Norman Reedus.

Una frontiera che non c’è più

The Bikeriders è il racconto di un sogno che si infrange, che riesce a riassumere i toni del grande romanzo americano, ripercorrendone la mitologia western, lì dove questa diventa storia di una frontiera mentale imbastardita dal procedere del tempo. Anche se la strada verso quel sogno diventa impraticabile e ci si ferma ad una piazzola di sosta sicura, quella frontiera resta dentro i desideri, idealizzata e irraggiungibile.

Austin Butler stars as Benny in director Jeff Nichols’ THE BIKERIDERS, a Focus Features release. Credit: Courtesy of Focus Features. © 2024 Focus Features, LLC. All Rights Reserved.

The Bikeriders: la storia vera del selvaggio club di motociclisti dietro al film

Fin dal suo primo lungometraggio Shotgun Stories, Jeff Nichols è stato un regista interessato alle rappresentazioni autentiche della condizione umana. Che si tratti del brutale coming-of-age di Mud, dell’intimo romanticismo storico di Loving, della mitologia sovversiva dei supereroi di Midnight Special o dei temi catastrofici di Take Shelter, Nichols è in grado di prendere premesse straordinarie e di fondarle su una legittima posta in gioco emotiva.

L’ultimo lungometraggio di Nichols, The Bikeriders, è un ritorno alle classiche pellicole “contro il sistema” come Easy Rider e Rebel Without a Cause, incentrato su un gruppo di motociclisti ribelli negli anni Sessanta. Sebbene sia un film che mostra l’ampiezza dell’immaginazione di Nichols, The Bikeriders è stato liberamente ispirato da testimonianze reali degli anni ’60.

La storia di The Bikeriders è stata raccontata con passione da Nichols per anni. Secondo Michael Shannon, il regista ne aveva “parlato in un bar di Memphis mentre stavamo girando” un cortometraggio e aveva sviluppato le prime bozze della storia per quasi un decennio. The Bikeriders prende il titolo da un libro fotografico del 1967 di Danny Lyons, che raccontava le prove e le tribolazioni della banda di motociclisti Outlaws MC. Pur avendo avuto una certa influenza, il libro di Lyons non ha fornito alcun parallelo diretto con il film di Nichols; The Bikeriders è ancora classificato come un’opera completamente “originale” dalla WGA. Tuttavia, la storia di The Bikeriders ha molto in comune con il vero club motociclistico Outlaws MC.

Di cosa parla The Bikeriders?

Austin Butler e Jodie Comer in The Bikeriders (2023)
Foto di Kyle Kaplan/Focus Features/Kyle Kaplan/Focus Features – © 2024 Focus Features, LLC. All Rights Reserved.

Ambientato negli anni ’60, The Bikeriders esplora l’ascesa del Vandals MC, un club di motociclisti sorto nei sobborghi di Chicago, Illinois. Il giovane ribelle Benny (Austin Butler) diventa un potente membro del gruppo, aiutando il suo amico Johnny (Tom Hardy) a diventarne il leader de facto. Tuttavia, si verifica una spaccatura quando i due uomini iniziano a prendere strade diverse. Mentre Benny si innamora di Kathy (Jodie Comer), Johnny inizia a coinvolgere la banda in varie organizzazioni criminali. Mentre la banda diventa sempre più pericolosa, Benny è costretto a scegliere a chi essere fedele, perché diventare il nuovo leader dei Vandals potrebbe significare abbandonare ogni speranza di avere una vita familiare normale.

Uno degli elementi chiave di The Bikeriders è un’intervista condotta da una versione romanzata di Lyon, interpretato dalla star di Challengers Mike Faist. Anche se i personaggi di Nichols sono originali, i segmenti dell’intervista in The Bikeriders si basano sul lavoro reale che Lyon ha svolto per comprendere la banda di motociclisti. Nichols ha rivelato di essere rimasto impressionato dalle interviste di Lyon e di averle “inserite” nella sceneggiatura. Tuttavia, ha anche dichiarato che il processo di “prendere parole e immagini e in qualche modo aggiungerle insieme, per dare una sensazione di nostalgia” è stato “difficile da fare”.

Tom Hardy e Austin Butler in The Bikeriders (2023)
Foto di Kyle Kaplan/Focus Features/Kyle Kaplan/Focus Features – © 2024 Focus Features, LLC. All Rights Reserved.

Se Nichols è certamente riuscito a creare alcune delle immagini più iconiche del libro di Lyons in modo avvincente, The Bikeriders gioca sul fatto che si tratta di una narrazione soggettiva degli eventi. Poiché l’intero film è raccontato in flashback dal punto di vista di Kathy, si suggerisce che in alcuni momenti ella possa volontariamente ingannare Lyon, e talvolta nascondere la verità. Questo potrebbe spiegare perché The Bikeriders non si addentra troppo nelle attività più oscure a cui partecipavano i Vandals. Il film celebra l’esperienza comunitaria che derivava da un gruppo di appassionati di moto che si riunivano per eventi sociali. Accenna solo brevemente all’aumento della violenza a Chicago alla fine degli anni Sessanta e al coinvolgimento dei Vandals in una serie di crimini legati alla mafia.

Che fine ha fatto il vero MC fuorilegge?

Nichols ha certamente creato un ritratto accattivante dei Vandals, ma la vera storia dell’Outlaw MC è molto più oscura di quella di The Bikeriders. L’Outlaw MC fu fondato per la prima volta a McCook, nell’Illinois, nel 1935, ed è uno dei club motociclistici più antichi della nazione. John Davis guidò il gruppo durante la fase iniziale, prima che la Seconda Guerra Mondiale portasse a un breve declino delle attività del club, poiché molti dei suoi membri furono arruolati o arruolati per il combattimento.

Tuttavia, l’Outlaw MC crebbe di popolarità nel periodo immediatamente successivo, partecipando a un raduno a Soldier Field nel 1946. Dopo essersi trasferito nel South Side di Chicago negli anni Cinquanta, l’Outlaw MC iniziò a fondere i suoi membri con gli ex rivali, tra cui il club di motociclisti Cult di Voorheesville, New York, i Gypsy Outlaws di Milwaukee, Wisconsin, e i Gypsy Raiders di Louisville, Kentucky. È in questo periodo che il vero Lyon trascorse quattro anni vivendo a fianco del club e imparando a conoscere il loro stile di vita.

The Bikeriders
(L to R) Actor Jodie Comer, director Jeff Nichols and actor Austin Butler on the set of THE BIKERIDERS, a Focus Features release. Credit: Kyle Kaplan/Focus Features. © 2024 Focus Features. All Rights Reserved.

Purtroppo, le intenzioni originarie dell’Outlaw MC vennero compromesse negli anni Settanta, quando i suoi membri vennero dominati da una fazione di motociclisti più violenti e sconclusionati, interessati a eseguire hit per la band di Chicago. Davis fu in seguito estromesso dalla sua posizione di leader e ucciso per essersi rifiutato di portare il club in questa direzione.

Le tensioni aumentarono quando l’Outlaw MC sviluppò una brutale rivalità con il gruppo Hells Angels di Fort Lauderdale, in Florida. Dopo che gli Hells Angels dichiararono guerra all’Outlaw MC nel 1975, la faida si inasprì, causando numerose vittime da entrambe le parti. Oggi l’Outlaw MC è ufficialmente designato come organizzazione criminale dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.

The Bikeriders analizza i cambiamenti culturali americani

The Bikeriders

L’accuratezza forse non era la priorità di Nichols, ma The Bikeriders analizza acutamente i cambiamenti culturali dell’America all’indomani della Seconda guerra mondiale. Molti giovani cercavano lo stesso affiatamento che i soldati avevano nell’esercito e formavano gruppi sociali che celebravano i loro interessi simili. The Bikeriders mostra il movimento anti-establishment in America che divenne più dominante negli anni Sessanta.

A causa di una serie di controversie politiche e del conflitto in corso in Vietnam, molti uomini americani non erano più convinti delle intenzioni del loro governo. Nonostante la brutta direzione che prendono, i Vandali di The Bikeriders sono inizialmente intenzionati a passare del tempo con persone che la pensano come loro. The Bikeriders è ora nelle sale.

The Bikeriders: Jeff Nichols e Austin Bulter raccontano il film

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The Bikeriders: Jeff Nichols e Austin Bulter raccontano il film

Uomini duri e incapaci di guardarsi dentro, raccontati dal punto di vista di una delle loro donne, mentre sullo sfondo si srotola il più grande mito americano erede diretto del western: le gang di bikers che attraversano strade e stati per la sola voglia di stare a cavallo di una due ruote, inseguendo l’effimero mito della libertà.

The Bikeriders è il nuovo film di Jeff Nichols (Loving, Take Shelter) che arriva a Roma per presentare il progetto, in occasione dell’uscita in sala, in compagnia del suo co-protagonista, Austin Butler, che insieme a Jodie Comer e Tom Hardy forma un tridente d’oro intorno al quale si sviluppa tutta la non-storia del film. Ma come mai un film così maschile è raccontato dal punto di vista dell’unico personaggio femminile importante nella storia?

Per Nichols c’è una risposta ovvia e una più profonda: la prima deriva dal fatto che il film è basato su un foto-libro di Danny Lyon che raccoglie anche una serie di interviste le più interessanti delle quali sono proprio al personaggio su cui è basata la Kathy di Comer: “Il personaggio ha uno sguardo acuto e perspicace, le sue testimonianze sono le più interessanti all’interno del libro” ha spiegato il regista. Ma non solo.

“Questi uomini appartenevano alla classe operaia e non erano capaci né ad esprimersi né a riconoscere le loro emozioni – ha detto il regista – Se la storia fosse stata raccontata dai personaggi maschili, tutto sarebbe diventato pesante, molto diverso. Per arrivare a raccontare la verità delle cose, c’era bisogno di filtrare il racconto attraverso la lente di una donna”. 

(L to R) Actor Jodie Comer, director Jeff Nichols and actor Austin Butler on the set of THE BIKERIDERS, a Focus Features release. Credit: Kyle Kaplan/Focus Features. © 2024 Focus Features. All Rights Reserved.

Il mito del biker fa parte della mitologia degli Stati Uniti e della cinematografia americana dagli anni ’60. Tuttavia, per il suo The Bikeriders il modello non è stato quello di film che raccontano propriamente quel mondo. Per Jeff Nichols: “I film di motociclisti sono stati un sottogenere, spesso erano film fatti molto male (…) il mio modello è sempre stato un altro, e forse la dice lunga sul tipo di film che avevo in mente di realizzare: sto parlando di Quei bravi ragazzi. In quel film, Scorsese stava rappresentando una sottocultura. Conosceva quel mondo nei dettagli. E non ha fatto altro che portare al cinema quella sottocultura, raccontandola al pubblico in maniera quasi romantica. O meglio, nella prima parte la narrazione ci porta a voler essere il protagonista, nella seconda parte ci allontana da lui e più ti addentri nella storia, più ti allontani da lui.” 

Nichols ha adottato questo stesso approccio a The Bikeriders: “Dal punto di vista narrativo, questa è la stessa struttura che ho applicato al mio film. La prima parte è romanticizzata; ma nella seconda i personaggi iniziano a pagare le conseguenze delle loro scelte e, soprattutto, dell’essere parte di questo mondo. La differenza è che Scorsese conosce in prima persona il mondo che ha raccontato. Io ho dovuto studiare i dettagli dal libro di Lyon”. 

Accanto a Tom Hardy e Jodie Comer, Austin Butler fa bella mostra di sé nel film, nei panni di Benny, un bello e dannato: un uomo che agogna la libertà e che la vive senza troppe remore. Butler riesce ancora una volta a tratteggiare un personaggio convincente, complice anche quell’aura à la James Dean che ormai lo precede. Ma gli piace questo paragone?

Austin Butler as Benny in director Jeff Nichols’ THE BIKERIDERS. Credit: Courtesy of Focus Features. © 2023 Focus Features. All Rights Reserved.

“Il paragone è significativo per me, perché James Dean era uno dei miei miti da ragazzo. Quando ho visto i suoi film per la prima volta, mi sono sembrati la cosa più grande che potessi vedere. Aveva un senso animale, ma anche una spontaneità e una vulnerabilità uniche. Una volta le figure maschili nel cinema si dividevano tra Marlon Brando che urlava ‘vaffanculo’ e Montgomery Clift che implorava ‘aiutami’. James Dean era nel mezzo. Tuttavia, non so come reagire quando qualcuno mi mette a confronto, anche perché non credo di essermi mai ispirato a lui consapevolmente: è una somiglianza che vedono gli altri”.

Giovane eppure già sul tetto di Hollywood, Austin Butler ha collezionato già collaborazioni di altissimo profilo e soprattutto una nomination agli Oscar. Cosa lo guida nelle sue scelte?

“I registi per me sono la cosa più importante”, ammette quasi di getto. “A volte mi capita di cogliere dei legami o dei riferimenti tra i film che ho fatto a cui non avevo pensato prima, ma i registi coinvolti nei progetti sono davvero quello che mi spinge ad accettare un determinato film. E Jeff Nichols era sicuramente uno dei registi dei miei sogni”.

The Bikeriders è al cinema in Italia dal 19 giugno, distribuito da Universal Pictures.

The Bikeriders: il trailer del film con Austin Butler e Tom Hardy

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La Universal Pictures Italia ha diffuso il nuovo trailer italiano di The Bikeriders, interpretato da Austin Butler, Jodie Comer, Tom Hardy, Michael Shannon e Norman Reedus, racconta la storia di un club di motociclisti del Midwest, i Vandals, e le vite dei suoi membri.

Nell’arco di dieci anni il club, da luogo di ritrovo per gli outsider locali si trasforma in una gang losca e pericolosa che influenza e minaccia lo stile di vita unico del gruppo originario.

The Bikeriders, interpretato da Austin Butler, Jodie Comer, Tom Hardy e Norman Reedus, racconta la storia di un club di motociclisti del Midwest, i Vandals, e le vite dei suoi membri.

Nell’arco di dieci anni il club, da luogo di ritrovo per gli outsider locali si trasforma in una gang losca e pericolosa che influenza e minaccia lo stile di vita unico del gruppo originario.

The Bikeriders: il film con Austin Butler trova una nuova casa dopo l’uscita dei 20th Century Studios

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Quasi una settimana dopo che 20th Century Studios ha rimosso The Bikeriders della New Regency dal suo programma di uscita nelle sale, Deadline fa sapere che l’imminente dramma ricco di star ha finalmente trovato una nuova casa, la Focus Features.

Focus Features ha acquisito i diritti di distribuzione cinematografica globale del film che vede protagonista Austin Butler. Il sito inoltre rileva che lo studio sta attualmente pianificando di distribuire The Bikeriders nelle sale nel 2024. Prima dello sciopero SAG-AFTRA, il film era previsto per il debutto cinematografico statunitense il 1 dicembre 2023 dopo la sua anteprima mondiale al 50° Telluride Film Festival avvenuta lo scorso Agosto.

Siamo lieti di aggiungere un progetto così avvincente alla ricca lista di film del prossimo anno“, ha dichiarato in un comunicato il presidente di Focus Features, Peter Kujawski. Non vediamo l’ora di lavorare ancora una volta al fianco di New Regency e di riunirci con il talentuoso Jeff Nichols su un altro dei suoi progetti visionari. Questo film esemplifica il nostro impegno a collaborare con i migliori registi e partner di produzione del settore, e non vediamo l’ora di sfruttare il suo successo iniziale per attirare il pubblico in questo film toccante, sostenuto dalle potenti performance di un cast incredibile”.

Tutto quello che sappiamo su The Bikeriders

Nel cast di The Bikeriders ci sono Tom Hardy (Venom), Jodie Comer (Killing Eve), Austin Butler (Elvis), Norman Reedus (The Walking Dead), Michael Shannon (Revolutionary Road), Boyd Holbrook (Logan), Toby Wallace (The Society), Karl Glusman (The Neon Demon), Mike Faist (West Side Story), Damon Herriman (Justified), Emory Cohen (The OA), Beau Knapp (Southpaw) e Happy Anderson (Mindhunter).

“Kathy, un volitivo membro dei Vandals, gruppo punk rock statunitense, sposato con un motociclista selvaggio e spericolato di nome Benny, racconta l’evoluzione dei Vandals nel corso di un decennio, iniziando da un club locale di outsider e proseguendo da bei momenti in moto in giro per le strade e nel rispetto per il loro forte e costante leader Johnny”, si legge nella sinossi. “Nel corso degli anni, Kathy fa del suo meglio per destreggiarsi tra la natura selvaggia del marito e la sua fedeltà a Johnny, con il quale sente di dover competere per l’attenzione di Benny. Mentre la vita nei Vandals diventa sempre più pericolosa e il gruppo minaccia di diventare una banda ancora più sinistra, Kathy, Benny e Johnny sono costretti a fare delle scelte sulla loro lealtà verso il gruppo e tra loro.

Ispirato all’omonimo libro fotografico di Danny Lyon del 1967, il film è scritto e diretto da Jeff Nichols. I produttori esecutivi sono Fred Berger, Sam Hanson, David Kern, Yariv Milchan e Michael Schaefer con la produzione di Arnon Milchan, Kierke Panisnick e Donald Sparks.

The Bikeriders, la spiegazione del finale: come finisce questa storia di violenza e motociclette?

The Bikeriders è un film che potrebbe essere passato inosservato, se non fosse per una serie di elementi chiave che si uniscono. Il film si avvale di un ensemble di talento che comprende Austin Butler, Tom Hardy e l’interpretazione di Jodie Comer che ruba la scena.

The Bikeriders (la nostra recensione) vede anche il ritorno di Jeff Nichols alla regia, che segna il suo primo lungometraggio dopo la doppietta cinematografica di Midnight Special e Loving del 2016. Ma la cosa davvero speciale di The Bikeriders è che ha evitato per un soffio di finire nel limbo cinematografico; dopo il doppio sciopero WGA/SAG-AFTRA dell’anno scorso, il film ha perso la sua casa presso i 20th Century Studios e alla fine è finito alla Focus Features.

Basato sull’omonimo libro di Danny Lyon, The Bikeriders racconta l’ascesa del club motociclistico dei Chicago Vandals dal 1965 al 1973. Lyon (interpretato da Mike Faist) conduce una serie di interviste con Kathy (Comer), la moglie di un membro dei Vandals, Benny (Butler), per scoprire come i Vandals siano stati tenuti insieme dal loro leader rude e ruspante Johnny (Hardy), che ha preso in simpatia Benny. Come si conclude questa saga di violenza e ciclismo?

The Bikeriders mostra i Vandals in lento disfacimento

The Bikeriders

The Bikeriders è molto esplicito sul fatto che i Vandals si coprono le spalle a vicenda, a prescindere da tutto. Un esempio su tutti: Quando Benny viene aggredito da due tizi in un bar e per poco non gli viene staccato un piede con una pala, il resto dei Vandals trova i suoi aggressori e li azzoppa su ordine di Johnny… e, per buona misura, brucia il bar. Ma un gruppo di nuovi motociclisti più spietati inizia a unirsi ai Vandals, il che porta a un divario generazionale e a scontri che diventano mortali. Uno di questi scontri coinvolge Cockroach (Emory Cohen), membro di lunga data dei Vandals, che viene attaccato da un trio di nuovi membri e quasi ucciso. In seguito, Scarafaggio dice a Johnny che lascerà i Vandals, il che porta Johnny e Benny a fargli visita a casa quella sera e Johnny gli spara a una gamba, paralizzandolo.

È questo atto, unito alle pressioni di Kathy, che porta Benny a lasciare i Vandals. Johnny voleva che fosse lui a prendere in mano il club, perché aveva una famiglia di cui occuparsi e perché gli altri Vandals lo rispettavano. Kathy, invece, è stanca delle continue risse e delle esperienze di quasi morte in cui Benny si imbatte: vuole una vita stabile. Benny chiarisce a entrambe che non vuole essere legato da vincoli matrimoniali o dalla responsabilità di guidare gli altri, e parte per parti sconosciute… almeno per un po’.

Una morte importante determina la fine di un’era per i Vandals

The Bikeriders
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Un altro filo conduttore di The Bikeriders è il viaggio di un giovane motociclista chiamato “The Kid” (Toby Wallace), che si ispira ai Vandals per iniziare ad andare in moto con i suoi amici. Quando alla fine chiede a Johnny di unirsi ai Vandals, Johnny lo rifiuta perché era disposto ad abbandonare i suoi amici, il che va contro la lealtà che i Vandals hanno l’uno verso l’altro.

Infuriato, Kid tenta di colpire con un coltello Johnny, che però lo picchia. Anni dopo, Kid rintraccia Johnny e lo sfida a una lotta con i coltelli per la leadership dei Vandali. Johnny accetta, ma la sera del combattimento Kid lo uccide a sangue freddo. Alla fine, i Vandali si trasformano in una vera e propria banda criminale; quando Benny viene a sapere della morte di Johnny, si riunisce a Kathy.

Questo porta a uno dei momenti più emozionanti del film, in cui Benny scoppia a piangere. In precedenza, Kathy aveva detto che l’unica volta che lo aveva visto piangere era stato dopo che il medico gli aveva detto che avrebbe potuto perdere il piede in seguito alla rissa nel bar. È chiaro che Benny ha capito che la morte di Johnny significa la fine dei Vandals come li conosceva e della vita di un motociclista.

The Bikeriders si conclude con una nota dolceamara

The Bikeriders
(L to R) Tom Hardy as Danny and Austin Butler as Benny in director Jeff Nichols’ THE BIKERIDERS, a Focus Features release. Credit: Kyle Kaplan/Focus Features. © 2024 Focus Features. All Rights Reserved.

Nel suo ultimo colloquio con Lyon, Kathy ricorda cosa è successo alla “vecchia guardia” dei Vandali. Il meccanico Cal (Boyd Holbrook) continua a riparare le moto degli altri. “Funny Sonny” (Norman Reedus), un membro di una banda di motociclisti californiani che era stato mandato a “rompere le scatole” a Cal, finisce per essere assunto da un cinema per promuovere Easy Rider. Quel film, insieme a Il selvaggio, è stato la principale influenza di Nichols, quindi è logico che si inserisca nella narrazione di The Bikeriders. L’infortunio di Cockroach non gli impedisce di entrare in polizia e di diventare un poliziotto in moto, né di crescere suo figlio. Il soldato Zipco di Shannon finisce a lavorare su una barca per gamberi, una fine appropriata per un personaggio che diceva di amare il lavoro con le mani.

Le scene finali del film mostrano che Benny si è sistemato con Kathy, assumendo un lavoro come meccanico presso il cugino. Ma mentre si siede dopo una dura giornata di lavoro, Benny inizia a sentire il rombo dei motori delle moto, lasciando intendere che sta ancora pensando al periodo trascorso con i Vandals. È anche un contrasto diretto con le ultime parole del film, in cui Kathy dice che i due sono felici; c’è una differenza tra essere felici ed essere contenti. Gli ci sono voluti quasi cinque anni e un cambio di studio, ma Nichols ha finalmente portato The Bikeriders al traguardo, e il suo finale agrodolce è più che appropriato per uomini che hanno vissuto la loro vita in uno stato di cambiamento.

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