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Leatherface: tutto quello che c’è da sapere sul film horror

Leatherface: tutto quello che c’è da sapere sul film horror

Il genere horror ha in più occasioni regalato al cinema personaggi entrati da subito nell’immaginario collettivo. Tra i più noti si citano il Michael Myers della saga di Halloween, il Freddy Krueger protagonista dei vari Nightmare e Jason Voorhees, appartenente alla serie di film di Venerdì 13. Oltre a loro, un altro dei più temuti e spaventosi mostri del horror è Leatherface, apparso per la prima volta nel film del 1974 Non aprite quella porta. Ancora oggi a lui vengono dedicati nuovi film, come l’imminente titolo distribuito da Netflix, o il film del 2017 Leatherface (qui la recensione), il quale si configura come vera e propria origin story del personaggio.

Ottavo film della saga, questo è stato diretto da Alexandre Bustillo e Julien Maury, a partire da una sceneggiatura di Seth M. Sherwood. Si tratta di un prequel del film diretto da Tobe Hooper nel 1974, che va ad indagare le origini del mostro antagonista e che si configura come un’opera accessibile anche a quanti non avevano visto neanche un film della serie. Allo stesso tempo, questo nuovo film reinventa il personaggio e la sua storia aggiornandolo secondo i canoni odierni, così da renderlo ben più spaventoso e violento rispetto ai precedenti film della saga. Accolto da opinioni contrastanti, Leatherface è stato in realtà molto apprezzato dai fan della saga.

Questi lodavano in particolare di essere tornati ad un livello di violenza particolarmente elevato, dopo che il precedente Non aprite quella porta 3D aveva deluso sotto questo punto di vista. Per gli amanti della saga e del cinea horror in generale, si tratta di godibile titolo da non perdere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia del personaggio. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Leatherface: la vera storia dietro al personaggio

Non tutti sanno che, come anche per altri celebri serial killer del cinema horror, il personaggio di Leatherface si rifà ad una storia vera e alla persona di Ed Gein, un crudele assassino del Wisconsin. Nato il 27 agosto del 1906, egli è responsabile della morte di almeno due donne e di aver occultato (si stima) circa una ventina di tombe, commettendo su di esse degli atti di necrofilia e di squartamento. Il killer è noto anche per la sua usanza di arredare la propria abitazione con pelle e ossa umane, ricavate dai corpi profanati al cimeto. La caratteristica tale per cui Gein è identificabile come la fonte di ispirazione per Leatherface, è però il fatto di essersi costruito della maschere per il viso con la pelle umana delle sue vittime.

Il personaggio di Leatherface ricorda dunque molto Ed Gein, anche per il rapporto morboso che entrambi avevano nei confronti della madre. Il personaggio cinematografico ha però una propria identità, che gli permette di discostarsi dalla vera storia e personalità dell’assassino. Leatherface è un uomo nato con il volto sfigurato, con un ritardo mentale e che crede di essere costantemente minacciato dal tutto il mondo esterno alla sua famiglia. Nel corso della saga il vero nome del personaggio cambia in più occasioni, passando ad esempio da Thomas Hewitt a Jedidiah Sawyer. Questi cresce all’interno di un mattatoio e, quando questo chiude, la sua follia prende pieno possesso della persona, dando sfogo alla terribile sequela di brutali omicidi che gli si vede compiere.

Leatherface storia vera

Leatherface: la trama del film e il cast del film

Il film, dunque, racconta la storia di un ragazzino di nome Jedidiah “Jed” Sawyer, che abita in una fattoria insieme ai genitori Drayton e Verna. Proprio questi due si rivelano essere tutt’altro che amorevoli, ma vantano invece una natura omicida particolarmente raccapricciante e pericolosa. Per spingere anche Jed a diventare un folle assassino, i due attirano un giorno nel loro fienile la giovane Betty Hartman, che viene poi brutalmente uccisa. Il padre della ragazza, il Texar Ranger Hal Hartman decide di  vendicarsi prendendo in consegna Jed per portarlo in un riformatorio minorile. Tutto precipita quando Verna, che rivuole suo figlio, fa irruzione nell’istituto provocando una ribellione che sfocerà nell’orrore.

Ad interpretare Jed vi sono due attori, Boris Kabakchiev per la versione da bambino del personaggio e Sam Strike per quella da adulto. Quest’ultimo, per risultare più convincente nel ruolo, acquisì una notevole massa muscolare. Nel ruolo della madre Verna vi è invece l’attrice Lily Taylor, vista anche in film come Nemico pubblico e Maze Runner – La fuga. Il padre Drayton, invece, è interpretato da Dimo Alexiev, mentre Dejean Angelov è Nubbins Sawyer, fratello maggiore di Jed. Ultimo membro della famiglia è il nonno, interpretato da Velizar Peev. Dei protagonisti fanno poi parte anche l’attrice Vanessa Grasse, nel ruolo dell’infermiera Elizabeth e Stephen Dorff in quelli del ranger Hal Hartman.

Leatherface: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Leatherface grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 11 febbraio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

 

Leatherface: trailer italiano ufficiale con Lili Taylor

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Leatherface: trailer italiano ufficiale con Lili Taylor

Guarda il trailer ufficiale di Leatherface, il nuovo film horror diretto da Alexandre Bustillo e Julien Maury e con protagonisti Lili Taylor e Stephen Dorff.

Leatherface è l’horror che racconta le origini di una delle figure più terrificanti del cinema, Leatherface appunto o, come meglio lo conosce il pubblico italiano, Faccia di cuoio, protagonista sadico e crudele della saga cinematografica cult Non aprite quella porta.

Nel 1974 l’uscita di Non aprite quella porta, un horror autoprodotto da un allora sconosciuto Tobe Hooper, provocò un profondo turbamento nel pubblico di tutto il mondo. La storia prendeva spunto dalla figura del serial killer Ed Gein che uccideva le sue vittime e poi riutilizzava la loro pelle per creare svariati oggetti e indumenti tra cui una maschera. Il film ha fatto epoca ridefinendo il concetto di terrore ed è stato così significativo nel suo genere che dopo più di quarant’anni è ancora considerato uno dei film horror più celebri e discussi, ispirando poi un’intera generazione di filmmaker.

Leatherface

Leatherface non è un remake o un rehash di Non aprite quella porta ma è una storia originale, un altro tipo di racconto horror, che indaga sull’origine della saga e scava alle radici della nascita del suo iconografico personaggio con una narrazione quasi lirica.

Il film, molto crudo e violento, vuole raccontare attraverso sfumature viscerali, una componente emotiva appassionante, una dimensione di rapporti complessa e forte, le implicazioni psicologiche che hanno portato un ragazzo particolarmente fragile a compiere atti di efferata brutalità diventando il mostro che tutti noi conosciamo.

Leatherface, che vede il coinvolgimento diretto di Hooper in qualità di produttore esecutivo, è diretto da un duo di registi francesi composto da Alexandre Bustillo e Julien Maury che hanno ottenuto un notevole successo di critica con l’horror Inside. Il cast è formato da un gruppo di giovani talenti tra cui Finn Jones, il Loras Tyrell de Il Trono di Spade, e guidato da due attori di grande esperienza e notorietà come Lili Taylor (Maze Runner: La Fuga) e Stephen Dorff (Somewhere).

Leatherface trama

Quattro adolescenti violenti, scappati da un ospedale psichiatrico, rapiscono una giovane infermiera e la portano con loro in un viaggio all’inferno inseguiti da un poliziotto altrettanto squilibrato in cerca di vendetta. Uno dei ragazzi è destinato a vivere eventi tragici e una serie di orrori che distruggeranno la sua mente per sempre trasformandolo in un mostro noto come Leatherface, o Faccia di cuoio.

Leatherface: recensione del film con Lily Taylor

Leatherface: recensione del film con Lily Taylor

A meno di un mese dalla scomparsa del compianto regista Tobe Hooper, creatore dell’intero universo orrorifico di Non Aprite Quella Porta, esce l’ultimo capitolo della saga: Leatherface.

Sebbene Hooper abbia fatto in tempo ad esserne produttore esecutivo, il film si distacca di molto da quello che fu il capostipite nel 1974. La regia viene affidata ad Alexandre Bustillo e Julien Maury, che prendono la decisione – a conti fatti azzardata – di risalire alle origini del mito di “Faccia di Cuoio” (in inglese Leatherface). Il film cerca di spiegare come questo assassino così feroce sia diventato tale, partendo da un’infanzia traumatizzata da una famiglia folle e dalla seguente reclusione in un centro psichiatrico minorile.

Negli anni ’70, Tobe Hooper aveva creato un  microuniverso che funzionava perfettamente. La storia prendeva spunto da fatti realmente accaduti, e cioè dall’arresto di Ed Gein, maniaco omicida del Texas che aveva fatto stragi di vittime e ne aveva utilizzato la pelle per conciare elementi di arredo della sua casa o per farne maschere da indossare. Quello che fu rivoluzionario all’epoca, fu l’uso del genere mockumentary – oggi così inflazionato – che Hooper usò per rendere tutto più credibile e che è stato ripreso solo nel remake del 2003 (l’unico riuscito dell’intera saga).

Leatherface dal suo canto non brilla affatto per originalità. Sebbene cerchi di discostarsi dai film che lo precedono, finisce invece per amalgamarsi alla massa non tanto dell’universo-Non Aprite Quella Porta, quanto dei più banali film horror di sempre. In un melting pot di luoghi comuni come il manicomio, l’elettroshock, la necrofilia, ecc ecc, la trama di Leatherface cerca – invano – di sorprendere lo spettatore, enucleando diligentemente tutti quei simboli che sono diventati negli anni l’emblema della saga: la sega elettrica, la pelle ricucita, i riti animisti. Un’opera che sa di fan-service, dove il sangue scorre a fiumi sin dal primo frame ma che non si preoccupa di avere un senso o di appassionare veramente lo spettatore.

Leatherface: poster del prequel di Non aprite quella porta

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Leatherface: poster del prequel di Non aprite quella porta

Ecco il primo inquietante poster di Leatherface, film prequel di Non Aprite quella Porta con protagonista, come da titolo, colui che sarebbe diventato il temibile Faccia di Cuoio negli anni dell’adolescenza.Leatherface poster

La storia parte con il giovane protagonista, interpretato da Sam Strike, rinchiuso in una struttura psichiatrica.

Con il leggendario film di Tobe Hooper, tre sequel, un remake, un prequel al remake e un sequel diretto ambientato nei nostri giorni, questo sarà l’ottavo film del fortunato franchise.

Diretto dal francese Julian Maury, Leatherface uscirà negli USA nel 2016 e avrà trai protagonisti Stephen Dorff, Vanessa Grasse, Sam StrikeLili Taylor.

Fonte: CS

Leatherface: in arrivo un nuovo film, ecco il protagonista

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Leatherface: in arrivo un nuovo film, ecco il protagonista

Sam StrikeI rumors che volevamo il giovane Sam Strike nuovo Spider-Man sono stati zittiti sul nascere. L’attore in effetti è alle prese con un ruolo iconico nella storia del cinema, ma molto diverso da quello dell’Uomo Ragno. Il protagonista della soap opera inglese Eastenders sarà un giovane Leatherface negli anni della sua adolescenza.

Il nuovo progetto che avrà come protagonista il maniaco omicida di Non aprite quella porta sarà infatti un prequel, oltre che un racconto inedito delle sevizie che il futuro assassino seriale ha subito in giovane età.

Sicuramente non avevamo necessità di un tale progetto, ma tra sequel, reboot e simili, un pequel del genere completerà la mitologia cinematografica di questo iconico villain.

Fonte: CBM

Leatherface: il trailer vietato sulle origini di Faccia di Cuoio

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Leatherface: il trailer vietato sulle origini di Faccia di Cuoio

BD Horror Trailers and Clips ha distribuito il primo trailer di Leatherface, il prequel di Non aprite quella porta che racconta le origini del celebre villain Faccia di Cuoio.

Ecco il trailer vietato di Leatherface

Leatherface sarà distribuito in alcuni cinema americani e in Video On Demand il 20 ottobre del 2017. La storia parte con il giovane protagonista, interpretato da Sam Strike, rinchiuso in una struttura psichiatrica. Con il leggendario film di Tobe Hooper, tre sequel, un remake, un prequel al remake e un sequel diretto ambientato nei nostri giorni, questo sarà l’ottavo film del fortunato franchise.

Leatherface: il trailer green band italiano

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Leatherface: il trailer green band italiano

La M2Picture ha diffuso un nuovo green band trailer Leatherface, il film horror appartenente al franchise di Non aprite quella porta, diretto da  Alexandre Bustillo Julien Maury. Nel cast Stephen Dorff, Lili Taylor, Sam Strike e Finn Jones.

Leatherface è l’horror che racconta le origini di una delle figure più terrificanti del cinema, Leatherface appunto o, come meglio lo conosce il pubblico italiano, Faccia di cuoio, protagonista sadico e crudele della saga cinematografica cult Non aprite quella porta.

Leatherface non è un remake o un rehash di Non aprite quella porta ma è una storia originale, un altro tipo di racconto horror, che indaga sull’origine della saga e scava alle radici della nascita del suo iconografico personaggio con una narrazione quasi lirica.

Il film, molto crudo e violento, vuole raccontare attraverso sfumature viscerali, una componente emotiva appassionante, una dimensione di rapporti complessa e forte, le implicazioni psicologiche che hanno portato un ragazzo particolarmente fragile a compiere atti di efferata brutalità diventando il mostro che tutti noi conosciamo.

Leatherface, che vede il coinvolgimento diretto di Hooper in qualità di produttore esecutivo, è diretto da un duo di registi francesi composto da Alexandre Bustillo e Julien Maury che hanno ottenuto un notevole successo di critica con l’horror Inside. Il cast è formato da un gruppo di giovani talenti tra cui Finn Jones, il Loras Tyrell de Il Trono di Spade, e guidato da due attori di grande esperienza e notorietà come Lili Taylor (Maze Runner: La Fuga) e Stephen Dorff (Somewhere).

Leatherface trama

Quattro adolescenti violenti, scappati da un ospedale psichiatrico, rapiscono una giovane infermiera e la portano con loro in un viaggio all’inferno inseguiti da un poliziotto altrettanto squilibrato in cerca di vendetta. Uno dei ragazzi è destinato a vivere eventi tragici e una serie di orrori che distruggeranno la sua mente per sempre trasformandolo in un mostro noto come Leatherface, o Faccia di cuoio.

Leatherface: il poster del film sulle origini di Faccia di Cuoio

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Leatherface: il poster del film sulle origini di Faccia di Cuoio

Ecco l’inquietante poster di Leatherface, il film che va a indagare le origini di uno dei più famosi mostri del cinema horror: Faccia di Cuoio. Abbiamo incontrato per la prima volta il villain in Non Aprite quella Porta, e adesso scopriamo come il terribile mostro è venuto alla luce.

Leatherface: il trailer vietato sulle origini di Faccia di Cuoio

Il film sarà distribuito in alcuni cinema americani e in Video On Demand il 20 ottobre del 2017.

La storia parte con il giovane protagonista, interpretato da Sam Strike, rinchiuso in una struttura psichiatrica.

Con il leggendario film di Tobe Hooper, tre sequel, un remake, un prequel al remake e un sequel diretto ambientato nei nostri giorni, questo sarà l’ottavo film del fortunato franchise.

Fonte

Leatherface: due registi per il prequel di Non Aprite Quella Porta

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LeatherfaceA mesi di distanza dall’annuncio ufficiale di Leatherface, prequel dell’ormai film culto Non Aprite Quella Porta, sono finalmente stati sciolti gli indugi circa chi si occuperà della regia del film.

A scavare a ritroso partendo dalla pellicola diretta da Tobe Hooper, sarà il duo di registi composto da Julian Maury ed Alexandre Bustillo, oramai ufficializzati a capo del progetto.

Al loro fianco ci sarà lo sceneggiatore Seth M. Sherwood che, ormai da tempo, è alle prese con lo script della pellicola.

Secondo le ultime indiscrezioni, la pellicola ci condurrà nell’adolescenza di Faccia di Cuoio, periodo in cui il pericoloso killer sarà ospite di un manicomio da cui, in compagnia di un gruppo di pazienti, evaderà portando scompiglio per le strade.

Prodotto dalla Millennium EntertainmentLeatherface avrà il difficile compito di riportare la serie alle origini a distanza di oltre 40 anni dal suo debutto al cinema ed in seguito ad una lunga serie di deludenti sequel e remake.

Fonte: Coming Soon

Leatherface: arriva il primo poster ufficiale

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Leatherface: arriva il primo poster ufficiale

Oramai si sa, quando il cinema non riesce più a proiettare le proprie storie in avanti decide di compiere un passo a ritroso e tornare alle origini. Questo regola, spesso e volentieri, è stata abbracciata dal genere horror che, forse più di ogni altro, ha approfondito le origini dei mostri che ha contribuito a creare. Ultimo film pronto ad inserirsi in questo filone è Leatherface, prequel della serie Non Aprite Quella Porta, attualmente in lavorazione.

Proprio a tenere alta l’attenzione nei confronti di una serie che ormai da tempo aveva perso il proprio appeal arriva un primo poster ufficiale del progetto diretto da Alexandre Bustillo e Julien Maury.

Leatherface Poster

Prodotto dalla Millennium EntertainmentLeatherface si baserà su di una sceneggiatura di Seth Sherwood ed avrà il difficile compito di riportare la serie alle origini a distanza di oltre 40 anni dal suo debutto al cinema ed in seguito ad una lunga serie di deludenti sequel e remake.

Fotne: Comic Book Movie

Leatherface: anche il trailer green band è spaventoso

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Leatherface: anche il trailer green band è spaventoso

Ecco il trailer green band di Leatherface il film horror appartenente al franchise di Non aprite quella porta, diretto da  Alexandre Bustillo Julien Maury. Nel cast Stephen Dorff, Lili Taylor, Sam Strike e Finn Jones.

 

Guarda il trailer ufficiale di Leatherface, il nuovo film horror diretto da Alexandre Bustillo e Julien Maury e con protagonisti Lili Taylor e Stephen Dorff.

Leatherface è l’horror che racconta le origini di una delle figure più terrificanti del cinema, Leatherface appunto o, come meglio lo conosce il pubblico italiano, Faccia di cuoio, protagonista sadico e crudele della saga cinematografica cult Non aprite quella porta.

Leatherface non è un remake o un rehash di Non aprite quella porta ma è una storia originale, un altro tipo di racconto horror, che indaga sull’origine della saga e scava alle radici della nascita del suo iconografico personaggio con una narrazione quasi lirica.

Il film, molto crudo e violento, vuole raccontare attraverso sfumature viscerali, una componente emotiva appassionante, una dimensione di rapporti complessa e forte, le implicazioni psicologiche che hanno portato un ragazzo particolarmente fragile a compiere atti di efferata brutalità diventando il mostro che tutti noi conosciamo.

Leatherface, che vede il coinvolgimento diretto di Hooper in qualità di produttore esecutivo, è diretto da un duo di registi francesi composto da Alexandre Bustillo e Julien Maury che hanno ottenuto un notevole successo di critica con l’horror Inside. Il cast è formato da un gruppo di giovani talenti tra cui Finn Jones, il Loras Tyrell de Il Trono di Spade, e guidato da due attori di grande esperienza e notorietà come Lili Taylor (Maze Runner: La Fuga) e Stephen Dorff (Somewhere).

Leatherface trama

Quattro adolescenti violenti, scappati da un ospedale psichiatrico, rapiscono una giovane infermiera e la portano con loro in un viaggio all’inferno inseguiti da un poliziotto altrettanto squilibrato in cerca di vendetta. Uno dei ragazzi è destinato a vivere eventi tragici e una serie di orrori che distruggeranno la sua mente per sempre trasformandolo in un mostro noto come Leatherface, o Faccia di cuoio.

Leatherface sarà il titolo del prequel di Non Aprite quella Porta

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LeatherfaceÈ ancora senza data di uscita ma con uno sceneggiatore già a bordo il prequel di Non Aprite Quella Porta intitolato ufficialmente Leatherface.
Seth M. Sherwood è stato ingaggiato per scrivere il film che per ora ha una trama segreta ma sappiamo si aggirerà nei primi anni 70 e probabilmente indagherà sulla nascita del mostro Leatherface.
Alexandra Daddario potrebbe avere una parte nel film data il ruolo di cugina che aveva nell’altro film della serie, uscito lo scorso anno, Non Aprite Quella Porta 3D.
Christa Cammpbell e Lati Grobman saranno i produttori esecutivi, due persone che hanno sempre lottato per questo franchise e che per sicuramente metteranno tutto l’impegno possibile per creare un buon film per i fan della serie.

Nel frattempo se siete dei fan nostalgici del primo capolavoro di Tobe Hooper potete gustarvi il trailer per il restauro del film in 4k cliccando su questo link

Fonte: The Wrap

Leatherface ritorna al cinema il 14 Settembre

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Leatherface ritorna al cinema il 14 Settembre

Leatherface è l’horror che racconta le origini di una delle figure più terrificanti del cinema, Leatherface appunto o, come meglio lo conosce il pubblico italiano, Faccia di cuoio, protagonista sadico e crudele della saga cinematografica cult Non aprite quella porta.

Nel 1974 l’uscita di Non aprite quella porta, un horror autoprodotto da un allora sconosciuto Tobe Hooper, provocò un profondo turbamento nel pubblico di tutto il mondo. La storia prendeva spunto dalla figura del serial killer Ed Gein che uccideva le sue vittime e poi riutilizzava la loro pelle per creare svariati oggetti e indumenti tra cui una maschera. Il film ha fatto epoca ridefinendo il concetto di terrore ed è stato così significativo nel suo genere che dopo più di quarant’anni è ancora considerato uno dei film horror più celebri e discussi, ispirando poi un’intera generazione di filmmaker.

Leatherface non è un remake o un rehash di Non aprite quella porta ma è una storia originale, un altro tipo di racconto horror, che indaga sull’origine della saga e scava alle radici della nascita del suo iconografico personaggio con una narrazione quasi lirica.

Il film, molto crudo e violento, vuole raccontare attraverso sfumature viscerali, una componente emotiva appassionante, una dimensione di rapporti complessa e forte, le implicazioni psicologiche che hanno portato un ragazzo particolarmente fragile a compiere atti di efferata brutalità diventando il mostro che tutti noi conosciamo.

Leatherface, che vede il coinvolgimento diretto di Hooper in qualità di produttore esecutivo, è diretto da un duo di registi francesi composto da Alexandre Bustillo e Julien Maury che hanno ottenuto un notevole successo di critica con l’horror Inside. Il cast è formato da un gruppo di giovani talenti tra cui Finn Jones, il Loras Tyrell de Il Trono di Spade, e guidato da due attori di grande esperienza e notorietà come Lili Taylor (Maze Runner: La Fuga) e Stephen Dorff (Somewhere).

Leatherface trama

Quattro adolescenti violenti, scappati da un ospedale psichiatrico, rapiscono una giovane infermiera e la portano con loro in un viaggio all’inferno inseguiti da un poliziotto altrettanto squilibrato in cerca di vendetta. Uno dei ragazzi è destinato a vivere eventi tragici e una serie di orrori che distruggeranno la sua mente per sempre trasformandolo in un mostro noto come Leatherface, o Faccia di cuoio.

Leanne: guida al cast e ai personaggi della serie Netflix

Leanne: guida al cast e ai personaggi della serie Netflix

Leanne, la nuova serie di Netflix, prende il titolo dalla sua protagonista, Leanne Morgan, ma vanta anche un cast di comici di talento che la affiancano in questa sua prima sitcom. La serie è stata realizzata da Chuck Lorre, co-autore di The Big Bang Theory, ed è un’altra versione di una sitcom moderna. Leanne è infatti già stata paragonata a Reba e ad altre sitcom che prendono il nome dai loro protagonisti, come Seinfeld e Roseanne.

Poiché segue il personaggio titolare che si appoggia alla sua famiglia dopo aver scoperto che suo marito l’ha tradita, la sitcom di Netflix ha diversi altri comici che prestano il loro talento allo show. Da acclamati comici improvvisatori a star emergenti dei social media, il cast di Leanne merita sicuramente di essere conosciuto. In questo approfondimento, andiamo dunque alla scoperta di tutti i membri della sitcom!

Il cast di protagonisti di Leanne 

Leanne Morgan nel ruolo di se stessa

Leanne Morgan è nata ad Adams, nel Tennessee. Morgan ha ottenuto il suo ruolo di svolta come comica nel suo primo speciale comico per Netflix, Leanne Morgan: I’m Every Woman, nel 2023. Tuttavia, Morgan aveva già una carriera comica di successo sui social media prima del suo speciale Netflix, e anche il suo speciale del 2018 So Yummy ha attirato parecchia attenzione.

Nella serie Leanne, Morgan interpreta se stessa. Dopo che suo marito Bill la tradisce con un’altra donna, Leanne si rivolge a sua sorella, ai suoi figli e ai suoi genitori per trovare sostegno e compiere alcune esilaranti bravate. Leanne sa anche come tirare pugni, come ha già ben dimostrato il trailer.

Kristen Johnston e Leanne Morgan in Leanne
Kristen Johnston e Leanne Morgan in Leanne. Cr. Patrick McElhenney/Netflix

Kristen Johnston nel ruolo di Carol

Kristen Johnston è un’attrice nata a Washington, D.C. Johnston e ha ottenuto il suo ruolo di svolta nel 1996, quando ha iniziato a interpretare Sally Solomon in Third Rock from the Sun. Da allora, Johnston ha interpretato una serie di ruoli principalmente comici in film come Austin Powers: The Spy Who Shagged Me e serie televisive come The Righteous Gemstones, dove ha interpretato May-May Montgomery.

Johnston interpreta Carol in Leanne. Carol è la sorella di Leanne ed è molto più estroversa e scandalosa di lei. È anche la migliore amica e la confidente più intima di Leanne, che deve affrontare le conseguenze dell’infedeltà di Bill e le difficoltà di rimettersi in gioco nel mondo degli appuntamenti.

Ryan Stiles nel ruolo di Bill

Ryan Stiles è nato a Seattle, Washington e ha avuto la sua svolta e il ruolo probabilmente più importante come Lewis in The Drew Carey Show nel 1995. Stiles ha recitato in quella serie per anni, anche se il suo rapporto con Carey è iniziato con la sua improvvisazione comica nel precedente show di Drew Carey, Whose Line Is It Anyway? Da allora Stiles ha continuato a partecipare a quella serie e ha fatto cameo in altri show comici.

Stiles interpreta Bill in Leanne, il marito della protagonista che l’ha tradita con un’altra donna all’inizio dello show. Nonostante la sua infedeltà, però, Bill cerca di riconnettersi con Leanne e riaccendere la scintilla del loro rapporto, solo per essere preso a pugni in bocca per il suo coraggio.

Graham Rogers nel ruolo di Tyler

Graham Rogers è nato a West Chester, in Pennsylvania. Rogers ha ottenuto il suo ruolo di svolta nel 2015, quando ha iniziato a interpretare Caleb Haas in Quantico, ma aveva già recitato in alcuni ruoli ricorrenti in altre serie. Dopo Quantico ha iniziato una promettente carriera in serie d’azione e thriller. Il suo ultimo ruolo principale in una serie TV è stato nel 2021 in Atypical.

In Leanne Graham Rogers interpreta Tyler. Tyler è il figlio di Leanne, che lei descrive come il suo “orgoglio e gioia”. La moglie di Tyler è a riposo a letto dopo aver dato alla luce un bambino e Tyler è descritto come un ragazzo d’oro che fatica a gestire la moglie prepotente e il nuovo bambino.

Leanne Morgan, Blake Clark, Celia Weston, Hannah Pilkes e Graham Rogers in Leanne
Leanne Morgan, Blake Clark, Celia Weston, Hannah Pilkes e Graham Rogers in Leanne. Cr. Patrick McElhenney/Netflix

Hannah Pilkes nel ruolo di Josie

Hannah Pilkes è invece nata a Filadelfia, in Pennsylvania. Ha ottenuto il suo ruolo di svolta come comica nel 2017, quando è stata membro del cast principale dello sketch comedy show Sorry Not Sorry. Da allora, Pilkes ha avuto una serie di apparizioni come ospite in programmi televisivi comici, ruoli da protagonista in cortometraggi acclamati come Kiwi e apparizioni su pagine di social media come Smosh e Almost Friday.

Hannah Pilkes interpreta Josie in Leanne. Josie è la figlia di Leanne, che la descrive come “un lavoro in corso”. Josie è infatti descritta come la ribelle della famiglia e una sorta di nomade, che vaga tra lavori e relazioni, in cerca del proprio equilibrio e posto nel mondo.

Il cast dei personaggi secondari di Leanne

Celia Weston, nota per film come Knight and Day e Celebrity, ricopre il ruolo di Mama Margaret in Leanne, ovvero la madre di Leanne e Carol e la nonna di Tyler e Josie. Blake Clark, noto principalmente per i film di Adam Sandler come The Waterboy e Little Nicky, ricopre qui il ruolo di papà Joh, ovvero il padre di Leanne e il marito di Margaret, ed è descritto come “vecchia scuola” riguardo ai ruoli di genere, ma fedele fino all’eccesso.

Lean On Pete: recensione del film di Andrew Haigh #Venezia74

Lean On Pete: recensione del film di Andrew Haigh #Venezia74

La vicinanza della famiglia e delle persone care è quello che ci permette di andare avanti e sopportare tutte le ingiustizie e le difficoltà della vita. Ma poter contare sull’appoggio degli altri è un lusso che alcuni non possono permettersi, ragazzi come Charlie, il piccolo grande protagonista di Lean On Pete, ultima fatica cinematografica di Andrew Haigh.

Tratto dal romanzo di Willy Vlautin dal titolo La ballata di Charley Thompson, il film racconta la storia di Charlie, un ragazzino di appena quindici anni che, dopo essere stato abbandonato dalla madre, ora vive con il padre, Ray, un don giovanni e fannullone seppur molto affettuoso nei confronti del figlio. Con entrambe le figure genitoriali quasi totalmente assenti, Charlie impara presto a cavarsela da solo e a sopravvivere lavorando per i poche decine di dollari. Ma tutto nella sua vita grazie all’incontro con un allenatore di cavalli da corsa senza scrupoli e il suo primo e unico amico, un puledro zoppo di nome Lean On Pete.

Lean On Pete - Andrew Haigh

Dopo aver stregato nel 2011 il pubblico del Festival di Roma con il suo delicatissimo Weekend e più di recente quello del Sundance con 45 Years, il regista britannico porta nuovamente sul grande schermo un dramma familiare. Attraverso la straordinaria amicizia tra un cavallo e un ragazzino, il film ci accompagna per mano in un viaggio di crescita e formazione che pochi saranno in grado di dimenticare.

Lean On Pete – la recensione

Trasferitosi nei sobborghi di Portland con il padre, Charlie (Charlie Plummer) inizia a muovere i primi passi nella sua nuova vita. Dopo aver lasciato i suoi vecchi amici, la sua scuola e la squadra di football, il quindicenne è in attesa di riempire quel vuoto che sente correndo per le strade di quella città ancora sconosciuta. Con il padre troppo impegnato a sedurre le donne che a prendersi cura di lui, Charlie trova rifugio in un nuovo e sconosciuto lavoro; l’incontro casuale con Del Montgomery (Steve Buscemi) lo trascina nel mondo sporco e corrotto delle corse equine. E’ così che Charlie incontra il giovane e non troppo promettente Lean On Pete, un cavallo con un difetto ad una zampa che, in breve tempo, diventerà il suo migliore amico.

Lean On Pete - Andrew Haigh

Ancora una volta Andrew Haigh dà sfoggio della sua incredibile sensibilità servendoci un road trip, quasi un film di formazione, dallo stile molto pulito ed essenziale ma che colpisce lo spettatore come un fiume in piena. Grazie infatti all’interpretazione di Charlie Plummer, un ragazzino dotato di un talento quasi imbarazzante per la recitazione, e alla storia così intima e coinvolgente, non c’è bisogno di nessun inutile abbellimento. Così come nel romanzo anche la versione cinematografica di Charlie, stanco di subire le angherie del destino, si rifiuta di lasciar andare il suo prezioso amico a quattro zampe e si mette in marcia da solo, come un moderno Huckleberry Finn alla volta di quello che spera possa essere un futuro migliore. Durante questo suo viaggio attraverso l’America più selvaggia e inospitale, il dolce Pete diventa il confidente del nostro protagonista che, pur essendo un ragazzino dall’aspetto stoico e incapace di lasciarsi andare a inutili sentimentalismi, riesce a liberarsi di alcuni dei suoi demoni grazie all’affetto silenzioso del suo gigante quadrupede.

Lean On Pete - Andrew Haigh

Ma se a incantare è la bravura di Haigh nel trattare i sentimenti e le relazioni umane, il suo Lean On Pete presenta non pochi difetti soprattutto al livello narrativo. Dopo una lunga introduzione che termina con la partenza di Charlie, la storia, fino a quel momento molto scorrevole, subisce una repentina trasformazione. Il ritmo sostenuto della prima parte del film rallenta e anche gli intrecci narrativi sembrano gestiti dal regista in maniera assai superficiale; il protagonista durante il suo folle viaggio si trova a dover affrontare molte situazioni differenti e potenzialmente problematiche che si risolvono sempre in modo fortuito e approssimativo con Charlie che scappa e passa alla prossima avventura. Nonostante quindi non si possa definire uno dei migliori lavori del regista inglese, grazie alla sua incredibile delicatezza, Lean On Pete riuscirà a conquistare anche il più duro degli spettatori che finirà per sciogliersi in una valle di lacrime.

leggi anche: Venezia 74: First Reformed recensione del film con Ethan Hawke

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League of Legends-TrailerArrivano i primi due attesi Trailer del video game multiplayer League of Legends, annunciato come un’esperienza cinematografica, e vedendo i video è evidente

Leading Ladies: la HBO celebra le donne

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Leading Ladies: la HBO celebra le donne

Se vi dicessi di pensare ad una ragazza riccia e spettinata che cammina spaesata per le strade di una città affollata e noncurante di lei, con un tutù e un body rosa pallido, a chi pensereste? Ovviamente a lei, Carrie Bradshaw e questo vale anche per i maschi, perché la sigla di Sex and the City è rimasta indelebile nella nostra memoria, come la sua musichetta e sopratutto il logo finale che apriva la puntata, ovvero quello della HBO.

La storica emittente televisiva americana ha da sempre una particolare attenzione per il mondo femminile, producendo e mandando in onda serie come appunto quella delle quattro “ragazze” di New York, o più recentemente Big Little Lies, Veep o Insecure, tralasciando il Trono di Spade conosciuto in tutto il mondo e che nelle ultime stagioni ha visto il trionfo dei personaggi femminili, sia tra le file dei cattivi che tra quelle dei buoni.

Leading Ladies a Londra con HBO

Per celebrare la giornata internazionale della donna, l’8 marzo, a Londra, HBO ha organizzato la Leading Ladies, una serata tutta al femminile in un lussuosissimo albergo di Knisbridge raggruppando giornaliste e influencer all’insegna del girl power! (Persino la fotografa e la DJ erano donne).

La serata prevedeva la visione delle prime puntate di Insecure (da recuperare assolutamente) e la ormai famosa Big Little Lies. Al termine della visione si è tenuto un panel sul ruolo della donna all’interno dei media, a moderare l’incontro Clara Amfo di BBC Radio 1 che ha invitato sul palco la Award Winning Blogger Chidera, Gena Mour Barrett, scrittrice a Buzzfeed e, Natalie Jamieson, giornalista di Entertainment.

Tutte donne forti, che occupano un ruolo di primo piano nell’industria audiovisiva e della comunicazione e che lottano tutti i giorni per la loro posizione in un mondo in cui, come dichiarato dalla Jamieson, “se fai un figlio ti chiedono se sai a cosa vai incontro o se sei impazzita”, un universo lavorativo ancora molto maschilista e discriminante nel quale il gioco di squadra vince sempre. Un incontro interessante, divertente, fatto di confronto, glamour e tanti incredibili gadget nella splendida HBO bag in regalo.

Un’iniziativa che ha posto l’accento su un tema di attualità delicato e pieno di punti di vista, come quello del ruolo della donna nel mondo lavorativo dei media; con tutti i movimenti a sostegno femminile che sono nati dopo lo scandalo Weinstein, affrontare l’argomento con intelligenza, ironia e, perché no, bellissime serie tv, è uno dei modi migliori e HBO lo sa fare molto bene.

Lea Thompson propone di dirigere un reboot di Howard il papero

Lea Thompson propone di dirigere un reboot di Howard il papero

Lea Thompson è disposta a tornare come regista in un reboot di Howard il papero. L’uscita del trailer della serie animata Marvel: What If… ? ha scioccato il mondo degli appassionati rimescolando la storia e i personaggi, tanto da riportare sotto i riflettori il supereroe piumato.

La Thompson, che è forse meglio conosciuta come la mamma di Marty McFly nella trilogia di Ritorno al futuro, ha dichiarato in un recente tweet di amare follemente il personaggio tanto da proporsi alla Marvel come regista.

 

Nonostante la scarsa accoglienza al botteghino del film, il personaggio è comunque riuscito ad entrare nei cuori degli appassionati negli anni che hanno potuto apparire per i cameo dell’MCU in Guardiani della Galassia e Avengers: Endgame.

Vista la sua presenza ufficiale nel cast MCU, forse un eventuale film solista potrebbe non essere del tutto fuori questione. Il regista James Gunn ha già dimostrato che alcuni dei personaggi più eclettici della Marvel possono trasformarsi in ottimi film d’azione, se pensiamo che esistono già alberi parlanti e procioni antropomorfi come protagonisti chiave.

Non è la prima volta che la Thompson solleva l’idea di un reboot di Howard il Papero, già nel 2018 aveva parlato ai Marvel Studios del suo progetto destando anche l’interesse dei produttori, ma finì poi per essere abbandonato. Oltre a vantare una lunga carriera davanti alla macchina da presa, Thompson si è anche nell’universo concorrente della Marvel, ovvero DC, dirigendo un episodio di Stargirl.

Léa Seydoux: 10 cose che non sai sull’attrice

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Léa Seydoux: 10 cose che non sai sull’attrice

Léa Seydoux è una di quelle attrici che farà sicuramente ancora molta strada nella storia del cinema. Anche se la sua popolarità internazionale è dovuta alla sua interpretazione in La vita di Adele, la Seydoux ha una gran gavetta alle spalle, fatta di tanto studio e molte esperienze. Negli anni, il suo carisma e la sua bellezza le hanno permesso di ottenere sempre più ruoli di rilievo, affermandosi come una star internazionale senza eguali. Oggi l’attrice è infatti capace di destreggiarsi tra generi diversi, affermandosi ogni volta come una vera e propria forza della natura.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Léa Seydoux.

Léa Seydoux: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. Léa Seydoux inizia a lavorare nel mondo della recitazione apparendo nei film Mes Copines, Une vieille maîtresse (2007), De la guerre – Della guerra (2008) e Des poupées et des anges (2008). Nel 2009 appare in un piccolo ruolo in Bastardi senza gloria, per poi recitare in Robin Hood (2010), Midnight in Paris (2011), Mission: Impossible – Protocollo fantasma (2011), Sister (2012). Nel 2013, l’attrice viene apprezzata grazie al suo ruolo in La vita di Adele. In seguito recita in Grand Budapest Hotel (2014), La bella e la bestia (2014), Saint Laurent (2014), The Lobster (2015), Spectre (2015), È solo la fine del mondo (2016), Kursk (2018), Roubaix, una luce nell’ombra (2019), No Time to Die (2021), France (2021) e The French Dispatch (2021).

2. Léa Seydoux ha lavorato in televisione e in diversi cortometraggi. La carriera di Léa Seydoux non si concentrata solo sul cinema. L’attrice francese, infatti, ha lavorato in alcuni film per la tv come Les vacances de Clémence (2008), Le Belle Personne (2008) e Roses à crédit (2010). Inoltre, la Seydoux ha partecipato a qualche cortometraggio, come Le petit tailleur, diretto da Louis Garrel nel 2010 ed è stata protagonista degli spot pubblicitari del profumo Prada Candy, diretti da Wes Anderson e Roman Coppola. Nel 2019 ha doppiato il personaggio chiamato Fragile, a cui ha donato anche le proprie fattezze, nel videogioco Death Stranding.

Léa Seydoux in 007

3. Léa Seydoux ha fatto il provino per il ruolo di Bond Girl da brilla. Per poco, Léa Seydoux stava rischiando di non ottenere il ruolo di Bond Girl per Spectre. Dopo la realizzazione del film, l’attrice francese ha dichiarato di aver bevuto un discreto quantitativo d’alcol prima di effettuare il provino, tanto da dimenticare alcune battute e da sbagliare la lettura del copione. La Seydoux chiese di poter tornare un altro giorno e, dopo aver dato vita ad un’ottima audizione, è riuscita ad aggiudicarsi il ruolo della dottoressa Madeleine Swann. Ha poi avuto modo di riprendere il personaggio anche nell’ultimo capitolo della saga, No Time to Die.

Léa Seydoux

Léa Seydoux in The French Dispatch

4. Ha avuto un ruolo nel nuovo film di Wes Anderson. Nel 2021 l’attrice è comparsa anche nel film The French Dispatch, il nuovo lungometraggio diretto da Wes Anderson. All’interno di questo è presente nell’episodio The Concrete Masterpiece, nei panni della guardia carceraria Simone, nonché musa di Moses Rosenthaler, il personaggio interpretato dal premio Oscar Benicio del Toro. Pur trattandosi di un ruolo piccolo, l’attrice è stata particolarmente lodata per la grazia e la caratterizzazione data a questo.

Léa Seydoux in La vita di Adele

5. Si è preparata approfonditamente per il ruolo. La Seydoux aveva ottenuto la parte di Emma in La vita di Adele già ben dieci mesi prima dell’inizio delle riprese. Il regista si convinse infatti che l’attrice condivideva con il suo personaggio la bellezza, il tono della voce e l’intelligenza. Per potersi calare ulteriormente nei panni di Emma, l’attrice decise di prendere lezioni di pittura e scultura, attività praticate dal personaggio, come anche dedicarsi a numerose letture sulla filosofia. In aggiunta a ciò, lavorò anche da un punto di vista fisico per costruire la mascolinità di Emma. Seguì dunque un allenamento per acquisire massa muscolare, e guardò film di Marlon Brando e James Dean per studiare i loro atteggiamenti e la loro postura.

Léa Seydoux6. Ha vinto la Palma d’Oro. Spaccando in due l’opinione della critica e del pubblico, il film arrivò a vincere il prestigioso premio del Festival di Cannes, la Palma d’Oro. Fu un’assegnazione unica nel suo genere, poiché la giuria decise di assegnare il premio tanto al regista quanto alle due straordinarie interpreti che diedero vita agli indimenticabili personaggi protagoniste. Si tratta della prima e ad oggi unica volta che ciò è avvenuto nella storia del festival, e ciò ha fatto della Seydoux (assieme alla sua collega Exarchopoulos) l’unica altra donna ad aver vinto tale premio oltre alle registe Jane Campion e Julia Docurnau.

Léa Seydoux in Midnight in Paris

7. Ha recitato nel film di Woody Allen. Prima di diventare popolarissima a livello internazionale, la Seydoux è comparsa nel film Midnight in Paris di Woody Allen. In questo interpreta Gabrielle, la giovane che lavora in un negozio di oggetti d’antiquariato. Nel corso del film questa incrocerà in più occasioni il suo percorso con quello del protagonista, finendo col dar vita a del tenero tra di loro. Quello di Gabrielle, anche grazie all’interpretazione dell’attrice, è stato indicato come uno dei personaggi più belli di tutto il film.

Léa Seydoux, André Meyer e il figlio George Meyer

8. Léa Seydoux è una mamma amorevole. Nel gennaio del 2017, Léa Seydoux ha dato alla luce il figlio George, avuto dal compagno, anche lui francese, André Meyer. I due sono fidanzati da diversi anni e pare che la loro storia d’amore sia nata alla Mostra del Cinema di Venezia di qualche anno, precisamente nel 2013. Di loro non si sa molto, tranne che entrambi tengono molto all’educazione di loro figlio e lo accudiscono amorevolmente.

9. Léa Seydoux vuole crescere un figlio che sia indipendente. Tra i vari desideri di Léa Seydoux, c’è anche quello di crescere un figlio indipendente e pronto a reagire. Insomma, l’attrice francese e il suo compagno vorrebbero che il piccolo George possa avere un carattere autonomo, che possa essere in contatto con molte persone, che viaggi molto e che impari a rispettare e a comprendere le donne, senza esserne spaventato.

Léa Seydoux non è su Instagram

10. Non è presente sul social network. Benché esista un profilo verificato come leaseydoux_genuine, su questo si ritrova soltanto una fotografia, risalente al 2019, relativa al movimento Times Up. Su tale profilo l’attrice non ha mai postato altro, lasciando intendere il suo disinteresse nei confronti del social. È dunque possibile affermare che l’attrice non sia presente su Instagram, ma i suoi fan possono comunque ritrovare qui alcune pagine a lei dedicate con foto e video, utili per rimanere sempre aggiornati sulle sue attività.

Fonti: IMDb, thefamouspeople

Léa Seydoux sul movimento #MeToo in Francia: “È meraviglioso che le donne parlino apertamente”

Léa Seydoux ha commentato il crescente movimento #MeToo francese in occasione della conferenza stampa del Festival di Cannes per la commedia di Quentin Dupieux The Second Act, che ha aperto il festival martedì sera.

“È una cosa meravigliosa che le donne ora parlino apertamente. Le cose stanno chiaramente cambiando ed era giunto il momento di farlo”, ha detto. “Ho l’impressione che questo cambiamento sia effettivamente avvenuto. Anche il film gioca con questa idea, parla anche di eventi molto attuali e di questo movimento, in cui le donne ora parlano, e questo è stato di fondamentale importanza affinché questo cambiamento avvenisse”.

Seydoux ha continuato: “#MeToo è molto importante. È una questione molto seria. Credo però che sia necessario anche saperne parlare con umorismo. Nel film, questo viene evidenziato in un modo molto divertente. Sui set c’è rispetto, non c’è più questa familiarità, quando giriamo certe scene c’è più rispetto e sento un cambiamento globale”.

Alla conferenza stampa della giuria, la presidente Greta Gerwig ha dichiarato: “Ho visto cambiamenti sostanziali nella comunità cinematografica americana e penso che sia importante continuare ad espandere quella conversazione. Quindi penso che si stia solo muovendo tutto nella direzione corretta per mantenere aperte quelle linee di comunicazione”.

Léa Seydoux, un pilastro del cinema francese, ha guadagnato popolarità tra il pubblico di lingua inglese come Bond Girl in Spectre del 2015, e più recentemente ha interpretato il ruolo di Lady Margot in Dune: Parte Due di Denis Villeneuve.

Lea Seydoux sensuale e divertita per Prada

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La vedremo presto nei panni di una Bond Girl, probabilmente in una veste molto sexy e seriosa, ma Lea Seydoux sa anche prendersi alla leggera, come fa in maniera simpatica e maliziosa nel nuovo spot Prada. Eccola!

Nel 2005 appare nel videoclip Ne partons pas fâchés di Raphaël, diretto da Olivier Dahan. Nel 2006 partecipa, in uno dei ruoli principali, nel film per adolescenti Mes copines di Sylvie Ayme. Fa parte della selezione dei talenti a Cannes nel 2007 per il film La Consolation di Nicolas Klotz. Nel 2008 ottiene la notorietà grazie al personaggio di Junie nel film La Belle Personne di Christophe Honoré, un’interpretazione ampiamente apprezzata dalla critica. Appare anche in una delle pubblicità di Levi’s 501, nel ruolo della ragazza che si toglie i vestiti mentre sotto ne compaiono altri.

Nel 2009 viene scelta da Quentin Tarantino per un piccolo ruolo in Bastardi senza gloria, nel ruolo di Charlotte LaPadite, e l’anno successivo lavora con Ridley Scott in Robin Hood, interpretando Isabella d’Angoulême, consorte del Principe Giovanni. Sempre nel 2010 è protagonista nel film Belle Épine di Rebecca Zlotowski, presentato alla 49ª Settimana della Critica al festival di Cannes. Partecipa anche al cortometraggio Petit tailleur di Louis Garrel e ai film Roses à crédit di Amos Gitai e Mystères de Lisbonne di Raoul Ruiz. Léa Seydoux compare in un piccolo ruolo in Midnight in Paris di Woody Allen, dove interpreta la ragazza che lavora al mercato delle pulci, a Mission: Impossible – Ghost Protocol di Brad Bird, e in Les Adieux à la Reine di Benoît Jacquot.

Nel 2011 è la protagonista negli spot pubblicitari del profumo Prada Candy di Prada. Nel 2012 è protagonista del film Sister di Ursula Meier. Nel 2013 torna a reclamizzare Prada Candy in una serie di tre spot diretti da Wes Anderson e Roman Coppola. Sempre nel 2013 vince la Palma d’oro con il film La vita di Adele al Festival di Cannes. Con la co-star Adele Exarchopoulos ha posato per una campagna della casa di moda Miu Miu. A dicembre 2014 viene scelta come nuova Bond girl in Spectre, ventiquattresimo capitolo della serie cinematografica di 007, diretto da Sam Mendes.

Léa Seydoux ritiene difficile essere una donna a Hollywood: “Perdi la tua libertà”

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Léa Seydoux è una delle attrici di punta del suo paese d’origine, la Francia, ma nel tempo è passata con successo anche a Hollywood in franchise come James Bond (“Spectre” e “No Time To Die“) e “Dune” (dove ricopre il ruolo di Lady Margot Fenring). Ma la Seydoux ha recentemente dichiarato ad Harper’s Bazaar U.K. che trova molto più facile essere un’attrice in Europa che non in America.”L’industria americana, la trovo dura nei confronti delle donne“, ha detto la Seydoux. “Per le donne è difficile invecchiare. Non voglio avere paura di non essere desiderabile o di perdere il mio contratto. In America è una questione economica, e quando diventa una questione di soldi si perde la libertà”.

Non mi sento a mio agio con il fatto che si debbano spuntare tutte le caselle. Essere una donna sullo schermo è più facile in Europa“. “Ho più libertà perché sono un’attrice europea, il che mi si addice“, ha continuato la Seydoux. “Non cerco di essere popolare, cerco solo di divertirmi. In America devi conformarti. Ma non voglio adattarmi al sistema, voglio che il sistema si adatti a me!“. Léa Seydoux ha anche aggiunto che “è difficile per una persona che non è totalmente americana essere protagonista di un film di Hollywood” e che lei “prende quello che trova” in termini di ruoli nei grandi film dello studio.

L’attrice non rigetta però del tutto il suo lavoro negli Stati Uniti e aveva comunque dichiarato a IndieWire nel 2022 che uno dei motivi per cui le è piaciuto venire a Hollywood a fare film è perché “sento che in America le persone hanno più immaginazione“. “Mi sono stati offerti film molto, molto lontani da quello che ho fatto e ho pensato: “Oh. Interessante”. Mi piace sentire che posso adattarmi. Per me, questo è molto esotico“, ha aggiunto all’epoca. “Faccio i film che vorrei vedere. È l’unico modo che scelgo“. Attualmente, Léa Seydoux è al cinema con Dune – Parte Due (qui la nostra recensione).

Léa Seydoux protagonista con Josh O’Connor del film ‘Separate Rooms’ di Luca Guadagnino

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Come riportato da Deadline, Léa Seydoux (Dune – Parte Due) è stata ufficialmente scritturata per recitare al fianco di Josh O’Connor (Challengers) in Separate Rooms, il prossimo film di Luca Guadagnino. Il film sarà l’adattamento del romanzo del 1989 dello scrittore Pier Vittorio Tondelli, dove si narra in modo non cronologico della storia d’amore tra lo scrittore iconoclasta italiano Leo (O’Connor) e il suo traduttore Thomas. Al momento non sono stati resi noti i dettagli sul ruolo della Seydoux, anche se potrebbe interpretare la ragazza con cui Thomas intraprende una relazione ad un certo punto del racconto.

Léa Seydoux, attrice tra l’Europa e gli Stati Uniti

Conosciuta soprattutto per aver recitato nei film di James Bond Spectre e No Time To Die, oltre che nel film vincitore della Palma d’Oro La vita di Adele di Abdellatif Kechiche, l’attrice francese Léa Seydoux è attualmente impegnata nel ruolo di Lady Margot Fenring in Dune – Parte Due di Denis Villeneuve, che probabilmente riprenderà anche in Dune – Parte Tre. Tra gli altri film recenti dell’attrice figurano Crimes of the Future di David Cronenberg, presentato in anteprima a Cannes, il dramma La Bete di Bertrand Bonello, uscito a Venezia, e Un bel mattino di Mia Hansen-Løve, che ha partecipato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes.

Richiesta dali autori di tutto il mondo, Léa Seydoux è stata vista in precedenza anche in The French Dispatch e The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, oltre che in The Lobster di Yorgos Lanthimos e Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino.

Cosa c’è da sapere su Separate Rooms

In Separate Rooms, il trentenne Leo viaggia attraverso Milano, Parigi, Londra e Firenze, mentre Thomas è un giovane pianista berlinese che vive temporaneamente a Parigi quando incrocia per la prima volta Leo. Il libro è diviso in tre parti, chiamate “movimenti”, che alternano flashback e riflessioni. Dopo essersi conosciuti a Parigi, gli amanti iniziano una lunga relazione, incontrandosi e viaggiando insieme in diverse città europee per un periodo di tre anni. I due si incontrano quando lo desiderano, ma vivono separati, appartandosi nelle rispettive solitudini, anche se spesso si scrivono. A un certo punto, Thomas inizia una relazione con una ragazza, che rende Leo profondamente geloso. Poi a Thomas viene diagnosticata una malattia che lo porterà alla morte nella sua città natale, Monaco.

Gran parte del libro, che inizia con la chiamata di Leo a Monaco di Baviera per dare l’addio al suo ex amante, descrive il lutto di Leo e la sua graduale guarigione, mentre ricorda i suoi viaggi in Inghilterra e negli Stati Uniti. Separate Rooms, che probabilmente sarà il prossimo film di Guadagnino, è prodotto dall’italiano Lorenzo Mieli nell’ambito del suo accordo con Fremantle. La sceneggiatura è di Francesca Manieri, che ha collaborato con Guadagnino nella serie Sky/HBO We Are Who We Are. Il film con ogni probabilità sarà presentato alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.

Lea Seydoux non sostituisce Carla Bruni

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In relazione alle voci diffusesi, secondo le quali l’attrice francese Léa Seydoux avrebbe rigirato le scene di Carla Bruni nell’ultimo film di Woody Allen, Midnight in Paris, è giunta la smentita della diretta interessata.

Lea Seydoux e Charlie Hunnam nel film di Drake Doremus

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Lea Seydoux (Spectre) e Charlie Hunnam (Pacific Rim) sono entrati a far parte del cast del nuovo film di Drake Doremus, che racconterà “una storia d’amore unica”.

Doremus, lo ricordiamo, è il regista di Like Crazy e Equals. La sceneggiatura del film è stata affidata a Rich Greenberg.

Ridley Scott, con la sua Scott Free Productions, si occuperà di produrre il film.

Dopo essere stata una bond girl in Spectre, Lea Seydoux sarà trai protagonisti di Juste la fin du monde, l’ultimo lungometraggio scritto e diretto da Xavier Dolan. Charlie Hunnam invece è pronto a impugnare Excalibur in King Arthur: Legend of the Sword, nuova pellicola di Guy Ritchie, in cui interpreterà il leggendario Re Artù.

Fonte: Hollywood Reporter

Léa Seydoux commenta le voci su Gambit

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Continuano gli aggiornamenti relativi al casting del film su Gambit, che vedrà Channing Tatum nei panni dell’Eroe Marvel. Qualche settimana fa si è diffusa la voce di una possibile trattativa con l’attrice Léa Seydoux per il ruolo di protagonista femminile. Ebbene oggi a commentare quella voce è l’attrice in persona:

“Senti, no non ho firmato per Gambit, quindi non posso fare nessun annuncio ufficiale, non ho informazioni.” 

Probabilmente dato che l’intervista è stata realizzata prima dell’annuncio dell’abbandono di Rupert Wyatt, l’attrice non è stata ancora ingaggiata ufficialmente dunque non può forse esporsi ma dato che ora sappiamo che il film ora sarà diretto da Doug Liman, probabile un imminente annuncio.

Ecco l’intervista:

https://youtu.be/CvcRdDvb8A8

Via CBM

Lea Michele nel cast di Sons of Anarchy 7

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Glee 6-lea-micheleNew entry rilevante nel cast di Sons of Anarchy 7, l’atteso settimo ciclo di episodi della serie di successo targata FX. Si tratta della nota attrice Lea Michele, interprete della serie di successo della Fox, Glee. Lea Michele interpreterà il ruolo di Gertie, una cameriera all’interno di un bar frequentato principalmente da camionisti e madre single, che si rivolgerà a Gemma in un momento di estrema difficoltà.

Sons of Anarchy è una serie televisiva di azione statunitense trasmessa da FX a partire dal 2008, ideata e co-prodotta da Kurt Sutter. La serie narra le vicende di un club di motociclisti chiamato Sons of Anarchy ed è ambientata nella città immaginaria di Charming, situata nellaValle di San Joaquin in California. Dopo essere stata rinnovata per una sesta stagione, composta come le precedenti da 13 episodi, il 3 febbraio 2012 FX ha annunciato il rinnovo anche per la settima ed ultima stagione. Sons of Anarchy è un fittizio club di motociclisti a cui sono affiliati diversi gruppi (charters) principalmente sulla costa occidentale degli Stati Uniti, ma anche in Irlanda, nel Regno Unito e in Svezia.

Le weekend: Clip del film con Jim Broadbent

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Le weekendil nuovo film di Roger Michell, regista di Notting Hill, con Jim Broadbent e Linsday Duncan, che arriverà in Italia il 12 giugno con Lucky Red.

Le weekendNick e Meg (Jim Broadbent e Lindsay Duncan)  sono una coppia inglese di ultracinquantenni: lui professore universitario, lei insegnante di liceo.

Decidono di festeggiare il loro trentesimo anniversario di matrimonio tornando per un weekend a Parigi, dove avevano trascorso la loro luna di miele. L’incontro inaspettato con un vecchio amico, Morgan (Jeff Goldblum), riuscirà a far capire a Nick tutto quello a cui tiene davvero nella vita, e nel suo matrimonio con Meg.

Le Week-end: recensione del film con Jim Broadbent

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Roger Michell, regista di Le Week-end, è un esperto di commedie romantiche: è infatti dietro la macchina da presa anche in Notting Hill, la commedia romantica anni ’90 con protagonisti Hugh Grant e Julia Roberts. In quel caso, la storia ruotava attorno alla favola di Cenerentola al maschile; il bel Hugh, libraio dell’elegante quartiere di Londra si innamora, e fa innamorare, una grande star del cinema americano, con l’arma più semplice: essere se stesso.

In Le Week-end Meg e Nick sono una coppia inglese, per il loro trentesimo anniversario di matrimonio decidono di attraversare La Manica e passare un week-end nella città dell’amore: Parigi, per fare un salto nel passato della loro giovinezza, che sia di auspicio per il futuro.

Nella storia di Meg e Nick invece la situazione è ben diversa: la coppia è solida, forse un po’ stanca, ne ha passate molte, tra cui il ’68 di cui, nel corso del film, finisce per rinnovare i fasti di anarchia e libertà, ma è arrivata ad un punto di svolta: i figli (finalmente) se ne sono andati di casa, e ora inizia la seconda fase della loro vita.

Le Week-end

Tutti e due hanno appena vissuto un cambiamento di carriera, e il viaggio, inizialmente una scusa per ricordare i bei tempi andati, si trasformerà in un tentativo di rottura dei canoni di alcuni stereotipi sull’amore, soprattutto quello da una certa età in poi, e quello del comportamento maturo. I due infatti non sembrano voler rinunciare alla vita così come se la ricordano, e ne ripercorrono alcuni episodi e alcune scene iconiche che, si intuisce, ha segnato la loro giovinezza, come il balletto di Band à part, film di Jean-Luc Godard che ispirò anche Quentin Tarantino.

Molto del peso del film è sulle spalle, solide, di Jim Broadbent, il contraltare maschile di Judy Dench, imponente attore inglese multifacce, che riesce ad essere un uomo passionale, fragile, deciso e innamorato e farci immedesimare perfettamente nei sentimenti del suo Nick, nella sua voglia di stabilità degli affetti, che Meg (Lindsay Duncan) sottovaluta un po’.

A completare il terzetto si unisce anche Jeff Goldblum, che quest’anno è ritornato in grande forma sugli schermi con questo film e l’ultima fatica di Wes Anderson, Grand Budapest Hotel. Questo film probabilmente segue il successo del film di Anderson, e sfrutta l’immagine meravigliosa, inequivocabile, di Parigi, a cui sono dedicate molte sequenze panoramiche che ne rivelano l’assoluto fascino, e l’aria di una commedia sofisticata, che a tratti ricorda Woody Allen degli anni ’70, ma senza il suo cinismo.

Le voci di Rio raccontano il film alla stampa

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All’anteprima di Rio, film d’animazione in uscita il 15 aprile, presentato Domenica 3 aprile allo Space Moderno di Roma, ha fatto seguito la conferenza stampa con i doppiatori italiani. Fabio De Luigi (Blu), Victoria Cabello (Gioiel),  Pino Insegno (il tucano Rafael), Mario Biondi (il perfido pappagallo Miguel), Josè Altafini (il bulldog Luiz), Emilio Carelli, direttore di Sky Tg 24 e Francesco Castelnuovo (entrambi le due spalle dell’antagonista principale) hanno animato la divertente presentazione costellata da battute e da un paio di domande poste dai figli dei giornalisti che avevano assistito all’anteprima e scorrazzavano divertiti fra le sedie della conferenza stampa.