Sembra aver avuto più o meno la
reazione di tutti i fan del Comic Con Jared Leto,
di fronte al se stesso in versione Joker. Ecco il video della
reazione dell’attore-cantante al trailer di Suicide
Squad:
Suicide
Squad si concentrerà sulle gesta di un gruppo di
supercattivi dei fumetti DC che accettano di svolgere incarichi per
il governo in modo da scontare le loro condanne.
Il film arriverà al cinema il 5
agosto del 2016, mentre la data d’uscita italiana sarà
probabilmente spostata nell’autunno.Nel cast
vedremo Will Smith nei panni di
Deadshot, Margot Robbie in quelli di
Harley Quinn, Jay Courtney nel ruolo di
Capitan Boomerang, Cara
Delevingne sarà Enchantress, Joel
Kinnaman nei panni di Rick Flag, Viola
Davis nel ruolo di Amanda Waller e Jared
Leto sarà l’atteso Joker.
Dopo la reazione di Jared Leto nel
vedere se stesso come nuovo Joker, ecco anche quella di
Jack Nicholson, che vede per la prima volta
l’iconico personaggio in azione nel trailer di Suicide
Squad.
Suicide
Squad si concentrerà sulle gesta di un gruppo di
supercattivi dei fumetti DC che accettano di svolgere incarichi per
il governo in modo da scontare le loro condanne.
Il film arriverà al cinema il 5
agosto del 2016, mentre la data d’uscita italiana sarà
probabilmente spostata nell’autunno.Nel cast
vedremo Will Smith nei panni di
Deadshot, Margot Robbie in quelli di
Harley Quinn, Jay Courtney nel ruolo di
Capitan Boomerang, Cara
Delevingne sarà Enchantress, Joel
Kinnaman nei panni di Rick Flag, Viola
Davis nel ruolo di Amanda Waller e Jared
Leto sarà l’atteso Joker.
I fan, si sa, sono i critici più
severi, e Jared Leto, che ha esordito lo scorso
sabato con il nuovo look del suo Joker in Suicide
Squad, non viene risparmiato dalle critiche più
feroci che impazzano sul web.
Di seguito vi mostriamo un video in
cui è stata simulata una reazione, disperata, di Jack
Nicholson, al look che Leto e la produzione alla Warner
hanno scelto per questa reincarnazione della nemesi di Batman.
La poetica (e l’etica) documentaria
del cinema-verità di Jean-Pierre e Luc
Dardenne prosegue imperterrita su di un terreno di
perfetta coerenza estetico-narrativa da oltre due decenni, trovando
proprio ne La ragazza senza nome una condensazione
perfetta di un cinema che antepone il contenuto morale
sull’esistenza del quotidiano a una forma rimasta sempre essenziale
ma al contempo lucida e graffiante. La decima pellicola firmata dai
fratelli belgi appare di fatto come la più “cinematografica”, in
quanto, mentre nella palma d’Oro Rosetta la
ruggine e il vento del reale spingevano insistentemente per bucare
la sottile membrana dello schermo e invadere l’extra diegetico
spettatoriale, qui il filmico rimane conchiuso nei bordi di un
formato vicino al 4:3 che comprime fatti, volti ed emozioni in uno
spazio ben delimitato nel quale la sola presenza fisica della
giovane – ma già “vissuta” – dottoressa Davin incolla il fruitore
all’umano e alle sue peripezie. In questo loro cinema baziniano
“più vero del vero” i Dardenne decidono di replicare la formula
della ricerca a tappe già ben delineatasi con Due giorni,
una notte.
In La ragazza senza nome
un’ora dopo la chiusura d’esercizio la dottoressa Jenny
Davin (Adèle
Haenel), medico condotto di un piccolo sobborgo alle
porte di Liegi, rifiuta di rispondere a una chiamata al citofono
del suo ambulatorio. Il giorno seguente un’indagine di polizia
rivela che una donna dalle generalità ignote è stata trovata morta
sulle rive di un canale e dalle registrazioni delle videocamere di
sorveglianza Jenny scopre che la giovane aveva provato a chiamare
aiuto proprio presso di lei prima di fuggire spaventata. Rosa da un
senso di colpa che si fa via via sempre più lacerante la dottoressa
da inizio a un’ossessiva e catartica ricerca dell’identità della
povera vittima, generando impercettibili ma fatali conseguenze che
ricadono via via sui propri scarni rapporti sociali e sulla propria
carriera in procinto di decollare.
La ragazza senza nome, il
film
In questo caso perà la
protagonista è calata in un racconto d’atmosfera che occhieggia al
thrilling poliziesco di detection in cui ci si trova dinnanzi a uno
strano ossimoro: mentre la giovane Jenny – un’intensa Adèle Haenel bravissima nel celare sotto una
patina di apparente freddezza un turbine di profonde emozioni
sapientemente centellinate – si prodiga ossessivamente per espiare
la propria presunta colpa di omissione di soccorso ricercando
l’identità (e, in senso biblico, il nome) della ragazza uccisa, di
lei non abbiamo alcuna informazione al di fuori di ciò che accade
dinnanzi alla macchina da presa e che rivela la psicologia di una
donna inizialmente “professionale” ma in realtà già disposta a
darsi totalmente agli altri, qualità che verrà in seguito portata
francescanamente all’estremo dal fatto incriminato.
Peccando forse leggermente di
didascalismo narrativo ma reggendo sempre ben saldo il timone
dell’occhio e del cuore, i fratelli Dardenne ci pongono di forza
dinnanzi alla ricerca dell’altro quale strumento per ritrovare
autenticamente noi stessi.
Uscito in anteprima in alcune sale
cinematografiche in anteprima il 30 settembre, ed il 7 ottobre
sulla piattaforma streaming, La ragazza più fortunata del
mondo (Luckiest girl alive) è una
pellicola che affronta una delle piaghe silenziose della società
contemporanea: gli abusi sessuali. Il film, diretto da Mike
Barker (The Hadmaid’s
tale) e scritto da Jessica Knoll, è tratto dal
romanzo del 2015 di quest’ultima. Nel cast ritroviamo note figure
del cinema Hollywoodiano come l’attrice ucraina
Mila Kunis nel ruolo della protagonista Tiffani (Ani)
Fanelli, e Finn Wittrock (La grande
scommessa) come Luke Harrison.
La ragazza più fortunata del mondo:
l’oscurità dietro il velo di perfezione
Ani ha 28 anni, lavora in una nota
rivista per donne a New York, si sta per sposare con Luke, giovane
ricco ed affascinante: la sua vita sembra perfetta, ma non lo è.
Dietro ad un’armatura di sorrisi e di frasi di circostanza, Ani ha
seppellito un grande trauma della sua adolescenza: uno stupro di
gruppo da parte di tre suoi compagni di scuola e poi una sparatoria
proprio all’interno del rinomato liceo privato. Il passato sembra
voler ribussare alla sua porta quando un giovane regista la
contatta per realizzare un documentario della tragedia. Nel
rivivere nuovamente il trauma, Ani perde il controllo della se che
aveva costruito, di questo suo alter ego, e decide di voler portare
dei cambiamenti nella sua vita.
Tiffani Fanelli da adolescente
Ani Fanelli e Jessica Knoll in
parallelo
“A volte mi sento come una bambola a molle: gira la chiave e
ti dirò esattamente quello che vuoi sentire”
Ani è il personaggio attorno al
quale ruotano tutte le vicende di La ragazza più
fortunata del mondo: tramite questo film (e libro) le è
stata data finalmente una voce. Ma ad un qualsiasi spettatore o
lettore viene spontanea una semplice domanda: quanto c’è di verità
in questa storia? In diverse occasioni, Knoll ha negato qualsiasi
esperienza personale di violenza sessuale, affermando che tra i
parallelismi tra il suo personaggio e lei stessa (La scrittrice
aveva 28 quando scrisse il libro e trascorse parte della sua
carriera scrivendo per la rivista Cosmopolitan) non rientra
l’intera vicenda. Poi, nel 2017, arriva la rivelazione nel
settimanale Lenny: una
lettera dettagliata in cui la scrittrice racconta la sua
storia.
Ani elabora questo trauma in maniera
molto singolare: finisce per ignorarlo; per fare ciò, si distacca
il più possibile da quella che era la se adolescente per ricrearsi
e realizzarsi a pieno. Già dalle prime scene, risulta essere un
personaggio molto ambizioso: lei sa cosa vuole e come ottenerlo. Ma
questo suo successo ha una doppia valenza per lei: solo nel momento
in cui avrà raggiunto tutti i suoi obbiettivi si sentirà abbastanza
forte da affrontare la sua tragedia e l’unico suo aggressore ancora
in vita, Dean Barton. Per Ani il suo successo è così importante
perché crede di poter essere veramente ascoltata solo nel momento
in cui non sarà più una ragazzina povera in una scuola per ricchi,
come se la sua credibilità dipendesse dalla sua classe
sociale. Ma, con l’ansia per il documentario ed il dolore di
vecchie ferite che tornano a riaprirsi, per Ani diventa sempre più
difficile indossare quella maschera che si era creata con tanta
cura negli anni.
La ragazza più fortunata del
mondo: l’empatia dello spettatore
Il grande merito di film come
La ragazza più fortunata del mondo è proprio di
riuscire, non solo a raccontare una storia, ma a trasmettere così
tanto allo spettatore da fargli provare un forte senso di empatia.
In questo modo porta il pubblico ad un profondo stato di
riflessione, in maniera quasi catartica; nel cinema contemporaneo
sono sempre più numerosi gli esempi di pellicole del genere. Basti
pensare a Una
donna promettente, scritto e diretto da
Emerald Fennell, thriller candidato a cinque Oscar
e vincitore del premio per la miglior sceneggiatura originale.
Un’altra tematica interessante nel
film è la differenza tra l’io nello spazio dell’apparenza e l’io in
privato; seguendo le vicende di Ani, è possibile per lo spettatore
sapere i suoi pensieri, oltre a ciò che la protagonista dice e fa
realmente, e quindi notarne la quasi paradossale differenza.
La violenza sessuale: dal grande
schermo alla realtà
La ragazza più fortunata del
mondo tende a rappresentare alcune figure, alcune
situazioni che sembrano quasi surreali ed irrealistiche, ma così
non sono. Molte frasi, molte scusanti per gli stupratori ed
affermazioni screditanti la versione della sopravvissuta sono
ripetute ogni giorno a tutte le vittime di violenza sessuale.
Tra gli esempi più palesi si pensi al preside della scuola che
considera la versione di Tiffani poco veritiera perché lei aveva
bevuto (come se l’incoscienza della ragazza potesse in qualche modo
dimostrare consenso); la madre, che non dimostra un briciolo di
affetto o empatia nei confronti della figlia. E per finire Luke, il
fidanzato, che per tutto il film sembra comunque essere una figura
di supporto per Ani, alla fine la colpevolizza per voler agire in
maniera pubblica contro il suo aggressore.
Per quanto questo possa sembrare
solo un film, vicende simili sono la realtà di molte, in Italia e
nel mondo.
Medusa Film ha diffuso il teaser
trailer di La ragazza nella nebbia, il film
diretto da Donato
Carrisi con TONI SERVILLO, ALESSIO
BONI, LORENZO RICHELMY, GALATEA RANZI,
MICHELA CESCON e con JEAN RENO.
Basato sul best seller La
ragazza nella nebbia è prodotto da MAURIZIO
TOTTI e ALESSANDRO USAI.
La ragazza nella nebbia trama
Un piccolo paese di montagna,
Avechot. Una notte di nebbia, uno strano incidente. L’uomo alla
guida viaggiava da solo. È incolume. Allora perché i suoi abiti
sono sporchi di sangue? L’uomo si chiama Vogel e fino a poco prima
era un poliziotto famoso. E non dovrebbe essere lì. Un mite e
paziente psichiatra cerca di fargli raccontare l’accaduto, ma sa di
non avere molto tempo. Bisogna cominciare da alcuni mesi addietro.
Quando, due giorni prima di Natale, proprio fra quelle montagne è
scomparsa una ragazzina di sedici anni: Anna Lou aveva capelli
rossi e lentiggini.
Però il nulla che l’ha ingoiata per
sempre nasconde un mistero più grande di lei. Un groviglio di
segreti che viene dal passato, perché ad Avechot nulla è ciò che
sembra e nessuno dice tutta la verità. Questa non è una scomparsa
come le altre, in questa storia ogni inganno ne nasconde un altro
più perverso. E forse Vogel ha finalmente trovato la soluzione del
malvagio disegno: lui conosce il nome dell’ombra che si nasconde
dentro la nebbia, perché “il peccato più sciocco del diavolo è la
vanità”… Ma forse ormai è troppo tardi per Anna Lou. E anche per
lui.
Arriva il 26 ottobre nelle sale
La Ragazza nella Nebbia, film di esordio
dell’amatissimo scrittore DonatoCarrisi, che presenterà la sua opera prima anche
in preapertura al Festival del Cinema di Roma 2017.
Carrisi porta sul grande schermo uno dei suoi
romanzi più amati, dimostrando come la sua esperienza pregressa sui
set in veste di sceneggiatore, abbia dato buoni frutti. In effetti,
per sua stessa ammissione, la storia de La Ragazza nella
Nebbia nasce come sceneggiatura, rimanendo sospesa e
incompiuta sino al completamento dell’omonimo libro. L’autore,
formatosi come criminologo con specializzazione in Scienza del
Comportamento, dá vita ad una serie di personaggi delineati
perfettamente, indagando nei meandri della complicata psiche
umana.
Non per nulla il film si apre nel
particolare studio dello psicanalista Flores (Jean
Reno): un ambiente disordinato come le menti delle
persone che lo frequentano, costellato di orribili trofei ittici
appesi alle pareti. Lo psichiatra assiste, assieme allo spettatore,
alla ricostruzione della storia dell’ispettore Vogel (ToniServillo). Vogel si trova in uno sperduto
paese di montagna, Avechot, per indagare sulla scomparsa di Anna
Lou (Ekaterina Buscemi). L’ispettore procederà in
questo “nebbioso” mistero lasciando che all’iniziale sicumera
subentri uno stato di totale spiazzamento, che lo porterà ad avere
un incidente quasi mortale e quindi a doverne rendere conto ad uno
psichiatra.
Il film omaggia dichiaratamente il
noir italiano anni ’60, contaminandolo con il più recente thriller
made in USA che fa capo ai cult come Il Silenzio
degli Innocenti e Seven.
Carrisi non sembra affatto un novellino, ma
dimostra di aver imparato la lezione dei grandi maestri di genere,
da Argento a Bava, e soprattutto
costruendo la solida impalcatura narrativa su quello che è il
personaggio dell’investigatore Vogel, appositamente e unicamente
plasmato su Toni Servillo.
Servillo, inizialmente un
po’teatrale, funge necessariamente da anfitrione in un sottomondo
labirintico – quello del gelido paese di Avechot – rappresentato da
un plastico più volte ripreso a volo d’uccello e utile a scandire
l’evolversi degli eventi. Quasi inevitabile quindi non pensare a
Shining e al dedalo di kubrickiana memoria.
Strutturando il suo noir come un’insieme di scatole cinesi, ognuna
delle quali si apre su un personaggio sospetto e ambiguo, il
regista ne delinea magnificamente la caratterizzazione psicologica,
non lasciando nulla al caso. La pellicola procede lenta ma
inesorabile, dando voce alle ombre, ai silenzi e ad una suspense
trepidante, piuttosto che ai colpi di pistola e allo splatter più
banali.
La Ragazza nella
Nebbia è un film sul Male. Male che abita la mente
dell’uomo comune, e non risiede necessariamente nell’animo di un
assassino, bensì aleggia nei deliri fideistici di una piccola
comunità montana, o si diffonde tramite i mass media che lucrano
sui fatti di cronaca nera. Un male che possiede persino chi per
antonomasia è destinato a sconfiggerlo, l’ispettore Vogel di
Toni Servillo tanto affine al Gian Maria Volontè di Indagine su un Cittadino al di sopra di ogni
sospetto.
La location alpina, gelida e
misteriosa, strizza evidentemente l’occhio ai recenti successi
svedesi (letterari e cinematografici), ma riesce nell’intento
anestetizzante nei confronti di uno spettatore che deve capire che
– in questa storia – non esiste il Bene. La stessa soluzione
finale, priva di qualsiasi intento consolatorio, perde quasi di
vista il mistero di partenza perché ciò che qui preme raccontare è
il degrado del genere umano nel suo complesso. Pur se azzardata, la
scelta del film di genere thriller si rivela azzeccata e
rappresenta una coraggiosa voce nel marasma di commedie italiane di
cui il cinema nostrano si alimenta.
Il cast de La Ragazza nella
Nebbia, assieme al regista Donato
Carrisi, si è riunito a Roma per incontrare la stampa in
occasione della promozione del film, in uscita del film il 26
ottobre e della presentazione in anteprima al Festival del Cinema
di Roma.
Donato Carrisi è alla sua
prima regia ma non è certo nuovo nei set, avendo lavorato come
sceneggiatore.
R: Avendo sempre lavorato al
fianco dei registi, non ero del tutto estraneo a questo mondo.
Spesso infatti mi dicono che i miei libri assomigliano a dei
film.
Il film è un’indagine sul
Male. Jean Reno e Alessio Boni – gli altri
due protagonisti oltre a Toni Servillo – come vi siete
relazionati col vostro personaggio, lo psichiatra Auguste Flores
(Reno) e il Professor Martini (Boni)?
Jean Reno:In
questo film nessuno è ciò che sembra. Io interpreto uno psichiatra
e compito degli psichiatri è indagare il dentro degli altri, anche
le personalità più deviate dal male appunto. E del mio stesso
personaggio, un uomo apparentemente semplice, dalla “faccia
onesta”, non si capisce se sia dalla parte del bene o del male.
Questo film è un cammino, un’evoluzione dei vari protagonisti e per
questo lo ho accettato, oltre che per poter lavorare al fianco del
grande Toni Servillo.
Alessio Boni:io non conoscevo Donato Carrisi se non come scrittore, ma solo
marginalmente. Quello che mi ha affascinato di questa sceneggiatura
è la capacità di indagare il Male che vige in ognuno di noi, che
potrebbe serpeggiare dentro di noi. È sempre lì con noi, ma se si
crea una “crepa” nella nostra esistenza potremmo arrivare a farci o
a fare del male. La cosa che mi ha colpito di Donato è la capacità
di entrare nella testa delle persone.
Signor Carrisi come mai
stavolta si è messo a fare il regista, lei che nasce come
scrittore? Non si fidava degli altri o era solo una nuova sfida
verso sé stesso?
In realtà in questo caso non ero
LO scrittore, ma uno degli scrittori. È stato un lavoro di squadra,
un film di autori dove ognuno porta il proprio contributo, dal
montatore allo scenografo. Fare il regista mi ha solo permesso di
ispirare gli altri. Quindi ho dato fiducia a tutta la crew. Ad
esempio, nel personaggio del professor Martini, Alessio Boni
mette del suo. Quindi partendo da un personaggio imperfetto, grazie
all’apporto di Alessio arriviamo ad una figura completa.
Jean Reno dal suo canto ci ha
sorpresi richiedendo di recitare in italiano, quindi il suo
personaggio passa attraverso la sua interpretazione anche della
lingua italiana. Per quanto riguarda Toni il suo protagonista
è nato in me con la faccia di Servillo scolpita addosso, quindi è
un altro discorso.
L’aspetto, negativissimo,
dei Media nel film è essenziale. Un caso giudiziario che diventa
uno strumento di apparizione.
C’è una cosa che nessuno dice:
il crimine è un business. È accaduto anche nella realtà che il
luogo di un efferato omicidio risentisse positivamente della eco
televisiva e mediatica. Un fatto di cronaca nera diventa così un
qualcosa dal forte impatto economico, portando con sé una valanga
di pubblicità, trasmissioni, giornalisti, turismo. È un circo
mediatico e vizioso che riguarda i media, gli investigatori che li
fomentano e i telespettatori famelici che aspettano da casa le
notizie. Non ci sono innocenti. Proprio come in questo film.
L’immagine che appare alla fine de La Ragazza di Nebbia non è solo
quella del mostro assassino, ma anche quella che ci guarda dal
nostro riflesso nello specchio. Siamo tutti un po’ mostri
infondo.
Dopo lo straordinario successo al
Box Office, La ragazza nella nebbia, il film nato
dall’omonimo romanzo e diretto all’esordio dallo scrittore
Donato Carrisi (David di Donatello 2018 come
miglior regista esordiente), con Toni
Servillo nel ruolo dell’ispettore Vogel, sbarca
in prima visione lunedì 15 ottobre alle 21.15 su Sky Cinema
Uno e alle 21.45 su Sky Cinema Hits.
Disponibile anche su Sky On Demand.
Posizionandosi come il film
italiano non commedia con più incassi e più visto della stagione,
la pellicola di Carrisi ha riscosso anche ampi consensi dalla
critica.
Arricchiscono il cast anche
Jean Reno (Il Codice Da Vinci, The
Promise), Galatea Ranzi (La Grande
Bellezza, Il pranzo della domenica) e Lorenzo Richelmy (Sotto una buona stella,
Una questione privata).
LA RAGAZZA NELLA NEBBIA
in prima visione lunedì 15 ottobre alle 21.15 su Sky Cinema Uno e
alle 21.45 su Sky Cinema Hits. Disponibile anche su Sky On
Demand.
La Ragazza nella Nebbia,
la trama
L’ispettore Vogel (Toni
Servillo, Il Divo,
La Grande Bellezza,
Loro) viene mandato in una cittadina isolata di una
sperduta valle montana per investigare sul caso di una sedicenne
scomparsa, la giovane Anna Lou. Intanto, i media prendono d’assalto
la località e la popolazione del paese comincia ad incolpare Loris
Martini (Alessio Boni, La bestia nel cuore,
Maldamore), un professore che si è appena stabilito lì. Ma la
verità si rivelerà più contorta di ciò che si possa pensare.
Presentato a
Venezia nella sezione Orizzonti Extra, il
film di Wilma
LabateLa ragazza ha volato il 23
giugno arriva in sala anche per il grande pubblico.
Trieste, un’adolescente solitaria violata e una serie di
carenze affettive sono i protagonisti della sceneggiatura scritta
da Labate insieme ai fratelli d’Innocenzo.
La sinossi di La ragazza ha
volato
Nadia (Alma
Noce) è una sedicenne di Trieste che studia
all’istituto alberghiero. È una ragazza solitaria e, durante uno
dei suoi vagabondaggi pomeridiani in giro per Trieste, incontra un
ragazzo più grande che la invita a fare una passeggiata fino alla
casa dello zio. Il giovane, apparentemente gentile, si rivela
presto tutt’altra persona e l’incontro tra i due sfocia presto in
uno stupro. Le conseguenze del rapporto violento subito da
Nadia le stravolgeranno la vita, offrendole però
anche una via d’uscita dalla sua solitudine.
La protagonista ipnotica
di La ragazza ha volato
Alma
Noceè un’attrice eccezionale. Oltre alla
bellezza della ragazza, l’intensità delle espressioni del volto
sono ciò che dà carattere al personaggio di Nadia. Dopo
averla vista interpretare la controparte adolescente di Micaela Ramazzotti ne Gli anni più
belli (Gabriele
Muccino), Alma Noce ha ottenuto un
meritatissimo ruolo da protagonista ne La ragazza ha
volato. Gli occhi di Nadia dicono molto di più
delle sue poche battute e, potentemente, esprimono alla perfezione
gli stati d’animo della ragazza.
Nadia infatti parla
poco, ”tiene tutto dentro” come dice sua madre. La solitudine della
ragazza però non è infrangibile: come spesso accade agli
adolescenti, l’atteggiamento a tratti scorbutico di
Nadia nasconde in realtà una necessità profonda di affetto
e di considerazione, sentimenti che le vengono costantemente
negati. A peggiorare la situazione arriva l’incontro con il ragazzo
violento: l’unico a darle attenzioni lo fa nel modo peggiore
possibile.
Una rappresentazione senza
filtri
La violenza subita da Nadia
viene mostrata senza troppe censure e filtri. Wilma
Labate sceglie di seguire passo a passo l’esperienza
traumatica che vive la protagonista di La ragazza ha
volato. La scelta è consapevole e lecita. Non solo la
narrazione permette di empatizzare con il personaggio protagonista,
ma contiene anche una critica ad un tema trattato ancora troppo
poco in Italia. Quanto viene mostrato è realistico, purtroppo:
Nadia rappresenta un’adolescente come tante che vive
un’esperienza traumatica e non trova negli altri l’empatia
necessaria per rendersene conto fino in fondo.
La cinepresa – nella scena cruciale
come in tutto il film – è abbastanza acritica e distaccata.
L’intensità drammatica del lungometraggio scaturisce dai fatti che
si manifestano davanti all’inquadratura. L’utilizzo dei campi
lunghi e di punti di vista laterali dona realismo e rende bene la
solitudine del piccolo – in termini di età come di spazio occupato
nelle immagini – personaggio protagonista de La ragazza ha
volato.
Lo zampino dei fratelli
D’Innocenzo
Si coglie chiaramente la
presenza dei fratelli D’Innocenzo ne La
ragazza ha volato. Gli autori della sceneggiatura, registi
di
America Latinae Favolacce,
portano al film di Wilma Labate quelle tinte
grigie e sciatte della periferia a loro ben familiari. Questa volta
non siamo a Roma ma a Trieste, una città tanto
pulita e ordinata quanto algida. E, questo contesto, riflette
l’atteggiamento dei personaggi.
La ragazza ha
volato è un film che racconta una storia forte e
vera, fatta di volti autentici, contesti semplici e esperienze
tragiche. È un dramma realistico perché mostra tutte le fasi legate
ad un trauma: la vita prima, lo shock subito dopo
e la ripresa nel lungo termine. In questo senso, il lungometraggio
è anche un racconto di formazione che vuole offrire, come si può
intuire dal titolo, una speranza per la realtà periferica e per gli
adolescenti.
Un operaio dell’industria
petrolifera, interpretato da Damon, parte dall’Oklahoma alla volta
di Marsiglia per visitare la figlia, finita in carcere per un
delitto che sostiene di non aver commesso. Messo alla prova dalle
barriere linguistiche, dalle differenze culturali e da un complesso
sistema legale, Bill rende la battaglia per la libertà della figlia
la propria missione. Durante questo percorso, sviluppa un’amicizia
con una donna locale e la sua piccola bambina, che lo porterà ad
allargare il proprio sguardo e a scoprire un nuovo e inatteso senso
di empatia con il resto del mondo.
Accade molto spesso che si decida di
portare sul grande schermo vicende realmente avvenute ma
cambiandole quel tanto che basta da rendere le opere ad esse
dedicate come “liberamente ispirate”. È il caso di
La ragazza di Stillwater, il film diretto nel 2021 da
Tom McCarthy, premio Oscar per Il caso Spotlight, che si ispira chiaramente a una
delle vicende di cronaca più discusse degli ultimi anni, quella
dell’omicidio di Meredith Kercher, di cui la
statunitense Amanda Knox è stata erroneamente
accusata. Tale storia viene però qui arricchita e trasformata,
senza che ciò influisca sulle riflessioni che la storia vera
solleva.
Presentato al Festival di
Cannes, il film parte da queste premesse per raccontare
però anche la determinazione di un padre nel voler salvare sua
figlia, andando contro ostacoli apparentemente insormontabili.
La ragazza di Stillwater offre dunque un racconto
ricco di pathos e tensione, che fa leva su emozioni primarie per
coinvolgere lo spettatore. Il risultato è poi stato apprezzato da
un ampio numero di spettatori e critici, anche se numerose sono
state anche le polemiche sollevate in nome della veridicità storica
e del ritratto che si offre dei suoi protagonisti.
Grazie ora al suo passaggio
televisivo, il film è senza dubbio un titolo da non perdere per gli
appassionati di questo tipo di racconti, ma anche per chi vuole
scoprire di più su una vicenda particolarmente controversa degli
ultimi anni. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative a
La ragazza di Stillwater. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla storia vera dietro il film.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
La trama e il cast di La
ragazza di Stillwater
Protagonista del film è Bill
Baker, un trivellatore di petrolio dell’Oklahoma che
viaggia fino a Marsiglia, in Francia, per incontrare sua figlia
Allison, che non vede da anni. La ragazza,
infatti, si trova in prigione a causa di un omicidio di cui si
dichiara innocente. Per lei, Bill si troverà a dover affrontare un
sistema legale sconosciuto, molte barriere culturali e
linguistiche, ma soprattutto personali per tentare di scagionare il
sangue del suo sangue. È durante la missione salvifica di Allison
che l’uomo imparerà un senso di empatia fino ad allora
sconosciuto.
Ad interpretare Bill Baker vi è
l’attore Matt Damon, il quale per prepararsi al ruolo
si è immerso nella cultura dei “roughnecks” del petrolio
dell’Oklahoma. Sua figlia Allison è invece interpretata da Abigail Breslin, attrice divenuta celebre
grazie al film Little Miss Sunshine. Accanto a loro,
recitano Camille Cottin nel ruolo di Virginie e
Lilou Siavaud nel ruolo di Maya, mentre
Idir Azougli è Akim, ragazzo che Allison indica
come il vero assassino. Completano il cast Deanna
Dunagan nel ruolo di Sharon, William
Nadylam in quello di Patrick e Anne Le Ny
in quello di Leparq.
La storia vera dietro il film
Sebbene la struttura portante di
La ragazza di Stillwater sia, come anticipato,
liberamente ispirata al caso di Amanda Knox, sono
state prese molte libertà per aumentare l’effetto drammatico della
storia. Per questo motivo, è giusto analizzare quali parti del film
sono basate sui fatti reali e quante sono state inventate per scopi
drammatici. Innanzitutto, a parte il crimine centrale che dà
origine alla trama del film, ben poco di
La ragazza di Stillwater è vero. In primo luogo,
il caso di omicidio in cui è stata coinvolta Amanda Knox si è
svolto a Perugia, in Italia, e non a Marsiglia, in Francia, dove è
ambientato il film.
In secondo luogo, la famiglia Knox è
originaria di Seattle, Washington, non di Stillwater, Oklahoma.
Inoltre, Bill Baker è raffigurato nel film come un operaio edile i
cui valori del Midwest definiscono la sua personalità dura. Nella
realtà, il padre di Amanda, Curt Knox, era il
vicepresidente delle finanze dei grandi magazzini Macy’s di Seattle
e conduceva uno stile di vita molto diverso dalla sua controparte
immaginaria. Sebbene questi dettagli geografici e socioeconomici
possano sembrare insignificanti rispetto alla condanna per omicidio
di Amanda, è importante notare che lo scontro culturale che Bill
sperimenta nel film non è mai stato un fattore nella vita
reale.
Infatti, a detta di tutti, Curt Knox
non si è mai recato in Italia per far uscire Amanda di prigione,
come invece fa Bill in Francia. Il suo intero viaggio oltreoceano e
la sua incapacità di adattarsi alla vita e al sistema legale in
Francia sono stati inventati per il film per riformulare la storia
attraverso la prospettiva di un padre vendicativo. In realtà,
entrambi i genitori di Amanda sono stati costretti ad attendere il
verdetto del processo per omicidio in America. I genitori di Amanda
le hanno dato sostegno finanziario e morale per combattere i suoi
problemi legali all’estero, ma l’intera storyline che coinvolge
Bill che prende in mano le questioni legali in Francia non è mai
accaduta a Curt in Italia.
Tornando alla storia vera, nel 2007
la ventenne Knox si recò a Perugia, in Italia, per studiare
all’estero. Lì viveva con altre tre donne in un appartamento con
quattro camere da letto, tra cui la vittima dell’omicidio,
Meredith Kercher. Dopo essere tornata a casa con
il fidanzato Raffaele Sollecito e aver trovato
sangue in bagno e la porta della camera di Meredith chiusa a
chiave, la Knox ha chiamato la polizia. Dopo essersi
involontariamente implicata nel crimine, la Knox fu arrestata e
condannata per l’omicidio della Kercher. Ha poi trascorso quattro
anni in un carcere italiano nonostante abbia sempre sostenuto la
propria innocenza.
Durante ulteriori indagini sul caso
Knox, fu trovato il DNA di un giocatore di rugby di nome
Rudy Guede (personaggio del tutto rimosso da
La ragazza di Stillwater. Guede fu interrogato e
ammise di essere stato presente sulla scena del crimine, ma affermò
di non aver ucciso Meredith. Tuttavia, una delle maggiori libertà
drammatiche che il film si prende riguarda la fantasiosa trama in
cui Bill rapisce e tortura un uomo di nome Akim (Idir Azougli), che
crede essere il colpevole. In realtà, il padre di Amanda non ha mai
rapito e torturato Guede o altri sospettati di omicidio.
L’espediente hollywoodiano è stato probabilmente creato per
aumentare la posta in gioco di un action-thriller drammatico.
Sebbene
La ragazza di Stillwater salti i laboriosi processi e
le temporanee assoluzioni per snellire gli eventi per motivi di
tempo, il finale del film aderisce parzialmente ai fatti del caso
Knox. È vero che, dopo aver scontato quattro anni in un carcere
italiano, è stata scagionata grazie al test del DNA che ha
dimostrato la colpevolezza di Guede. Dopo otto anni di processi, di
cui quattro di carcere, Amanda Knox è stata definitivamente assolta
dalla Corte di Cassazione nel 2015. Questo differisce drasticamente
dal finale del film, che rivela che Allison ha assunto Akim per
“far fuori” Lina dal suo appartamento.
L’equivoco portò Akim a uccidere
Lina, cosa che Allison non aveva mai voluto. Nella realtà, Amanda
non ha mai partecipato all’ingaggio di Guede per uccidere la
Kercher. Da quando è tornata a Seattle dopo la sua prigionia
italiana, la Knox ha completato la sua laurea e da allora è
diventata autrice di diversi libri, tra cui Waiting to Be
Heard: A Memoir. La Knox è poi diventata anche un’attivista
che ha sostenuto l’Innocence Project, un’associazione no-profit che
si occupa di difendere le persone accusate ingiustamente di
reati.
Il trailer di La ragazza di
Stillwater e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire
di La
ragazza di Stillwater grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple
TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 9
agosto alle ore 21:20 su Canale
5.
Arriva il 9 settembre in sala
La ragazza di Stillwater, il nuovo film del premio
Oscar Tom McCarthy presentato in concorso al
Festival di Cannes 2021. Nel cast del film Matt Damon, Abigail Breslin e Camille Cottin.
La ragazza di Stillwater, la trama
Un operaio dell’industria
petrolifera, interpretato da Damon, parte dall’Oklahoma alla volta
di Marsiglia per visitare la figlia, finita in carcere per un
delitto che sostiene di non aver commesso. Messo alla prova dalle
barriere linguistiche, dalle differenze culturali e da un complesso
sistema legale, Bill rende la battaglia per la libertà della figlia
la propria missione. Durante questo percorso, sviluppa un’amicizia
con una donna locale e la sua piccola bambina, che lo porterà ad
allargare il proprio sguardo e a scoprire un nuovo e inatteso senso
di empatia con il resto del mondo.
Dal regista vincitore del Premio
Oscar Tom McCarthy (Il
Caso Spotlight) arriva in prima tv La
ragazza di Stillwater, potente e commovente film con
Matt Damon e Abigail Breslin, in onda lunedì 30
maggio alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K, in streaming
su NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K.
Presentato fuori concorso alla 74ª
edizione del Festival
di Cannes, scritto da Tom McCarthy, Marcus Hinchey e
Thomas Bidegain e Noé Debré, la pellicola è un intenso dramma
familiare, che abbraccia i temi del perdono e della redenzione e
scava anche nel confronto tra culture. Nel cast con Matt Damon e
Abigail Breslin anche Camille Cottin e Lilou Siauvaud.
La ragazza di Stillwater, la
trama
Bill Baker (il vincitore del Premio
Oscar
Matt Damon) è un operaio petrolifero senza lavoro.
Viaggia dall’Oklahoma fino a Marsiglia per visitare la figlia
Allison (l’attrice nominata per il Premio Oscar Abigail Breslin), con cui intrattiene
difficili rapporti. Imprigionata per un omicidio che afferma di non
aver commesso, Allison individua un nuovo elemento che potrebbe
liberarla e spinge il padre a coinvolgere gli avvocati. Ma Bill,
volenteroso di provare il proprio valore e a riguadagnare la
fiducia della figlia, decide di affrontare la questione in totale
autonomia. Velocemente rimane bloccato dalle barriere linguistiche,
dalle differenze culturali e da un complesso sistema legale, fino
all’incontro con un’attrice francese, Virginie, (Camille Cottin),
madre di una bambina di otto anni, Maya (Lilou Siauvaud). Questa
alleanza improvvisata li porta a intraprendere un viaggio di
scoperta, verità, amore e liberazione.
Disponibile nel catalogo di
Netflix a partire dal 27 gennaio, la serie
spagnola La ragazza di neve è in breve
divenuta uno dei titoli più celebri e ricercati sulla piattaforma
streaming. Ad oggi ricopre infatti il primo posto nella Top 10
delle serie TV più viste e dato il suo continuo crescere di
popolarità potrebbe mantenere tale posizione ancora a lungo. Ma
qual è il segreto dietro il successo di questa serie? Scritta da
Jesús Mesas e Javier Andrés Roig
e diretta da David Ulloa e Laura
Alvea, questa offre un racconto investigativo nel quale si
fondono i canoni dei generi mistery e
thriller.
La storia è dunque strutturata per
catturare sin da subito l’attenzione dello spettatore, offrendo
indizi, sospetti, depistaggi e possibili soluzioni ad un enigma che
si rivela più grande e complicato del previsto. Non mancano poi
anche tutte quelle caratteristiche che hanno reso popolari serie
spagnole come La casa di carta o Élite, ovvero la
presenza di emozioni forti, relazioni e passioni pericolose, le
quali contribuiscono a far generare nello spettatore ulteriore
pathos nei confronti dei personaggi e delle loro storie.
La ragazza di neve, il libro di Javier Castillo
Dietro tale ricca struttura
narrativa si nasconde un romanzo di altrettanto successo, quello
scritto Javier Castillo e pubblicato in Italia da
Salani. Castillo, definito anche come “lo
Stephen King spagnolo“, è un’autore di 35 anni particolarmente
apprezzato in patria, i cui romanzi hanno superato il milione di
copie vendute e sono stati tradotti in più di 60 Paesi. Formatosi
studiando Economia aziendale e ottenendo un master in Management
presso la ESCP Europe Business School, inizialmente egli lavorava
come consulente finanziario, ma dopo il successo dei suo primi
libri, ha abbandonato quella professione per diventare uno
scrittorea tempo pieno.
Nel 2022 pubblica infine La
ragazza della neve, che con la sua storia che mescola dramma,
mistero e forte suspence, è divenuto un grandissimo successo
editoriale con milioni di copie vendute in tutto il mondo. Grazie
proprio alla sua storia che rapisce e conquista, era solo questione
di tempo prima che i diritti del romanzo venissero acquistati per
poterne trarre un prodotto audiovisivo. Netflix non ha infatti
tardato a produrre la serie che oggi sta tanto spopolando, a
conferma del grande fascino suscitato da un racconto come questo.
Ma, dopo aver parlato degli elementi alla base della storia di
La ragazza della neve, di cosa parla concretamente il
libro e la serie?
La trama e il cast di La ragazza di neve
Il racconto ha inizio nel 2010, a
Malaga, durante la parata dei Magi. Durante tale occasione
Amaya Martín, una bambina tre anni, sparisce tra
la folla. Dopo lunghe ricerche, guidate dai terrorizzati genitori,
vengono ritrovati solo i suoi vestiti e delle ciocche di capelli.
Il mistero dietro la scomparsa della bambina sembra irrisolvibile e
ci vorranno anni prima che spunti un indizio in grado di rimettere
in moto la macchina investigativa. Proprio il giorno del compleanno
di Kera, i suoi genitori ricevono uno strano pacchetto. Dentro c’è
una videocassetta che mostra una bambina che sembra proprio essere
Kiera, mentre gioca con una casa delle bambole in una stanza dai
colori vivaci.
Dopo pochissimo lo schermo torna
però a sgranarsi in un pulviscolo di puntini bianchi e neri, una
neve di incertezza, speranza e dolore insieme. A guardare tale
video, insieme ai due spaventati genitori, c’è anche Miren
Rojo, che all’epoca del rapimento era una studentessa di
giornalismo e da allora si è dedicata anima e corpo a questo caso.
È lei a condurre ora, insieme
all’esperto Eduardo, un’indagine parallela,
più profonda e pericolosa, in cui la scomparsa di Kiera si
intreccia con la sua storia personale in un enigmatico gioco di
specchi che potrebbe far emergere scheletri dal passato
potenzialmente pericolosi, in modi inaspettati, per tutti i
coinvolti.
Ad interpretare i personaggi
principali si possono ritrovare alcuni noti attori spagnoli, a
partire da Milena Smith nei panni di Miren Rojo.
Dopo aver esordito nel film Non uccidere, ha
ottenuto grande popolarità per aver recitato accanto a Penelope Cruz
in Madres Parallelas,
guadagnando anche una nomination ai premi Goya come miglior
attrice. Accanto a lei, nel ruolo di Eduardo, vi è invece l’attore
José Coronado, recentemente visto anche in Way
Down – Rapina alla banca di Spagna. Sono poi presenti gli
attori Aixa Villagránnei
panni di Belén Millán, Tristán Ulloa in
quelli di David Luque e Loreto Mauleón as Ana
Núñez.
Il finale di La ragazza di neve
Di seguito si riportanno elementi
spoiler riguardanti
il finale della serie, dunque per chi
non ha ancora terminato la visione, si consiglia di interrompere la
lettura. Ma per chi proprio non riesce ad aspettare di arrivare
alla fine del sesto ed ultimo episodio della serie per vedere come
questa finisce, o per chi ha visto il finale e desidera avere
maggiori chiarimenti a riguardo, di seguito si riporta nel
dettaglio la spiegazione di quanto avviene. Innanzitutto, come
saprà chi ha visto o sta vedendo La ragazza di neve, a
rendere avvincente e coinvolgente la storia ci pensa anche una
struttura temporale non lineare, che compie salti temporali avanti
e indietro nel tempo.
Questi permettono allo spettatore di
avere a disposizione una sempre maggior quantità di dettagli su cui
costruire le proprie riflessioni in vista della risoluzione del
caso. Nel finale, si scoprirà dunque che la piccola Amaya è stata
rapita da Iris e Santiago, marito
e moglie e pazienti della mamma della bambina, alla clinica della
fertilità. Il forte desiderio di Iris per la maternità la convince
ad allontanare la bambina dai genitori e a crescerla come se fosse
sua figlia. Amaya vive così ben dieci anni in compagnia dei suoi
rapitori, arrivando a convincersi che siano davvero loro i suoi
genitori e sviluppando una notevole paura del mondo esterno per via
di ciò che Iris e Santiago le raccontano di questo.
Il fine è naturalmente quello di
impedire che la piccola sviluppi curiosità per ciò che si trova al
di fuori del luogo in cui è tenuta, rischiando dunque di essere
ritrovata dai veri genitori. Mossi da compassione, però, i due
rapitori decidono di inviare a questi alcuni brevi video della
bambina, per far sapere loro che sta bene. Sarà proprio grazie ad
uno di questi filmati che Miren riuscirà a risalire al luogo in cui
la piccola è tenuta prigioniera. Dopo averla recuperata, in seguito
ad un incidente in cui Iris perde la vita, la bambina fa però
fatica a riconoscere i suoi due veri genitori come tali e per loro
si prospetta un percorso di riconciliazione piuttosto lungo.
Nel mentre, Miren, durante una
presentazione del suo libro, riceve un pacchetto anonimo che sembra
collegato a un complicato caso di traffico di donne e bambini che
la reporter aveva portato a galla durante le sue indagini. Per lei
dunque sembra avere inizio un nuovo caso da risolvere, lasciando
dunque intendere che la serie potrebbe avere una seconda stagione
ancora una volta con la reporter interpretata dalla Smith come
protagonista. Netflix non ha ancora confermato nulla a riguardo, ma
i presupposti sembrano esserci tutti, anche se in caso di nuova
stagione questa proporrà per forza di cose un racconto originale,
che esula dal romanzo di Castillo.
Yahoo Uk ha diffuso in anteprima un
nuovo poster ufficiale di Hunger Games La ragazza di
fuoco. Il bellissimo poster, che vi presentiamo di
seguito, ha come protagonista assoluta Katniss, interpretata dal
premio Oscar Jennifer Lawrence.
La ragazza di fuoco
nuovo poster
Inoltre è approdata in rete la
canzone “We Remain”, brano interpretato da
Christina Aguilera per la colonna sonora ufficiale
della pellicola. Potete ascoltarla di seguito.
Katniss Everdeen torna a casa incolume dopo aver vinto la 74ª
edizione degli Hunger Games, insieme al suo amico, il “tributo”
Peeta Mellark. La vittoria però vuol dire cambiare vita e
abbandonare familiari e amici, per intraprendere il giro dei
distretti, il cosiddetto “Tour di Victor”. Lungo
la strada Katniss percepisce che la ribellione sta
montando, ma che il Capitol cerca ancora a tutti i costi di
mantenere il controllo proprio mentre il Presidente Snow sta
preparando la 75ª edizione dei giochi (The Quarter
Quell), una gara che potrebbe cambiare per sempre le sorti della
nazione di Panem.
Dopo avervi mostrato metà del cast di
Hunger Games 2 al lavoro sul set, arrivano oggi le foto tanto
attese dei protagonisti Jennifer Lawrence e Josh Hutcherson
alle prese con il
Dopo l’avvincente casting che ha visto
vincere Sam Claflin per l’agognato ruolo di
Finnick Odair, ecco che lui e Jenna Malone
(Johanna Mason), si uniscono agli altri tributi sul set de
In un articolo che verà pubblicato
sul prossimo numero di EW il registaFrancis
Lawrence parla di
Hunger Games La ragazza di Fuoco e di quanto è stato
cambiato dal libro al film per poter ottenere una storia che fosse
cinematograficamente funzionante.
Ebbene, alcuni cambiamenti forse non
piaceranno molto ai fan, ma Lawrence ha spiegato che erano
necessari. Uno dei cambiamenti che più interesseranno i fan
accaniti dei romanzi riguarda il personaggio di Peeta Mellark,
interpretato da Josh
Hutcherson. Nei romanzi Peeta non sa nuotare, dettaglio
fondamentale per questo suo ritorno nell’Arena, almeno da quanto si
intuisce alla fine del trailer del film in cui si vede una grande
vasca in cui Katniss non esita a tuffarsi. Ebbene, nei film Peeta
nuoterà; il cambiamento è stato reso necessario perchè le
alternative per il personaggio erano visivamente abbastanza
ridicole, e così Lawrence ha deciso di effettuare questo
cambiamento.
Il secondo cambiamento riguarderà
Bonnie e Twill, due personaggi
che Katniss incontra mentre caccia di frodo fuori dalla recinzione
del Distretto 12. Si tratta di profughi, che dicono di provenire
dal Distretto 13 ormai distrutto. I due profughi del Distretto
fantasma non vengono mostrati, e lo stesso vale (terzo cambiamento)
per il pacificatore Darius, che nel romanzo aveva un ruolo
fondamentale durante la scena della fustigazione pubblica di Gale
interpretato da Liam
Hemsworth (anche questa scena si intravede nel
trailer).
Katniss Everdeen torna a casa incolume dopo aver vinto la 74ª
edizione degli Hunger Games, insieme al suo amico, il “tributo”
Peeta Mellark. La vittoria però vuol dire cambiare vita e
abbandonare familiari e amici, per intraprendere il giro dei
distretti, il cosiddetto “Tour di Victor”. Lungo la strada Katniss
percepisce che la ribellione sta montando, ma che il Capitol cerca
ancora a tutti i costi di mantenere il controllo proprio mentre il
Presidente Snow sta preparando la 75ª edizione dei giochi (The
Quarter Quell), una gara che potrebbe cambiare per sempre le sorti
della nazione di Panem.
Ecco i due tributi campioni del
74esimi Hunger Games insieme alla loro preparatrice, Effie Trinket,
mentre vengono presentati ad uno dei 12 Distretti di Panem durante
il Tour della Vittoria. Di cosa stiamo parlando? Ma
di Hunger
Games La ragazza di Fuoco e della nuova foto che in
esclusiva ha pubblicato Yahoo!
Trama: Katniss Everdeen torna
a casa incolume dopo aver vinto la 74ª edizione degli Hunger Games,
insieme al suo amico, il “tributo” Peeta Mellark. La vittoria però
vuol dire cambiare vita e abbandonare familiari e amici, per
intraprendere il giro dei distretti, il cosiddetto “Tour della
VIttoria”. Lungo la strada Katniss percepisce che la ribellione sta
montando, ma che Capitol City cerca ancora a tutti i costi di
mantenere il controllo proprio mentre il Presidente Snow sta
preparando la 75ª edizione dei giochi (The Quarter Quell), una gara
che potrebbe cambiare per sempre le sorti della nazione di
Panem.
Dopo avervi mostrato la scansione dal giornale ecco la versione in
HD della bella immagine in cui Caesar Flickerman (Stanley Tucci)
presenta al pubblico Katniss Everdeen (Jennifer
Lawrence). Il momento ritratto nella foto è quello della
presentazione al pubblico dei Tributi e chi ha già letto i romanzi
sa che quel bellissimo abito che Katniss indossa, disegnato per lei
da Cinna (Lenny
Kravitz) riserverà qualche sorpresa al pubblico.
Trama: Katniss Everdeen torna
a casa incolume dopo aver vinto la 74ª edizione degli Hunger Games,
insieme al suo amico, il “tributo” Peeta Mellark. La vittoria però
vuol dire cambiare vita e abbandonare familiari e amici, per
intraprendere il giro dei distretti, il cosiddetto “Tour di
Victor”. Lungo la strada Katniss percepisce che la ribellione sta
montando, ma che il Capitol cerca ancora a tutti i costi di
mantenere il controllo proprio mentre il Presidente Snow sta
preparando la 75ª edizione dei giochi (The Quarter Quell), una gara
che potrebbe cambiare per sempre le sorti della nazione di
Panem.
Dopo l’estenuante count down che ci
ha svelato, uno per uno, i campioni nel nuovo banner di
Hunger Games La ragazza di Fuoco, ecco l’immagine al
completo. L’ultimo tributo ad essere stato svelato è stato Finnich
Odair, affascinante rappresentante del Distretto 4 che imbraccia
con fiero cipiglio il suo tridente.
Ecco i character poster italiani
dei tributi del 75esimi Hunger Games! Così come abbiamo appreso
dall’ultimo trailer (chi ha letto i libri già lo sapeva), per
l’Edizione della Memoria, il Presidente Snow ha escogitato un piano
per far tornare Katniss nell?Arena e per vederla morire una volta
per tutte: far partecipare ai giochi i vincitori delle passate
edizioni ancora in vita. Per ogni Distretto ci sarà un uomo e una
donna a dover partecipare ai giochi, senza limiti di età, per cui
anche gli anziani, come Mags del Distretto 4, saranno richiamati
alle armi.
Ecco i character poster di alcuni
dei tributi, quelli che avranno un ruolo più importante nel film
accanto a Katniss e Peeta.
Sony Pictures ha
diffuso il nuovo trailer di La Ragazza Della
Palude, il film dal romanzo di Delia
Owens. Il film annovera il brano originale “Carolina”
scritto e interpretato da Taylor Swift.
Protagonisti della pellicola sono Daisy Edgar-Jones,
Taylor John Smith, Harris Dickinson, Michael Hyatt, Sterling Macer,
Jr. e David Strathairn.
La Ragazza Della Palude, la trama
Dal romanzo best-seller di
Delia Owens nasce un avvincente mistero. La ragazza della palude
(Where the Crawdads Sing) racconta la storia di Kya, una bambina
abbandonata che è cresciuta fino all’età adulta nelle pericolose
paludi della Carolina del Nord. Per anni, le voci sulla “ragazza
della palude” hanno perseguitato Barkley Cove, isolando la forte e
selvaggia Kya dalla sua comunità. Attratta da due giovani della
città, Kya si apre a un mondo nuovo e sorprendente; ma quando uno
di loro viene trovato morto, è immediatamente indicata come la
principale sospettata. Man mano che il caso si sviluppa, il
verdetto su ciò che è realmente accaduto diventa sempre meno
chiaro, minacciando di rivelare i molti segreti che si nascondono
all’interno della palude.
L’adattamento cinematografico
La ragazza della paludeprodotto da
Reese Whiterspoon del bestseller del New York
Times di Delia Owens, Where the
Crawdads Sing, è ora su Netflix, con
Daisy
Edgar-Jonesnel
ruolo principale di Kya Clark. Il film rimane fedele ai
valori fondamentali del romanzo e realizza persino i dettagli più
minuti con un occhio genuino al testo originale. Quasi tutti gli
aspetti sono inclusi nella traduzione. Tuttavia, ci sono alcuni
elementi del libro che non sono stati inclusi o sono stati
modificati nella sceneggiatura di Lucy Alibar.
Dalle discussioni sulla razza, la cronologia e i temi trasversali,
fino a piccoli dettagli che a prima vista potrebbero sembrare
superflui, ci sono molti argomenti da approfondire quando si
confrontano le due opere.
In primo luogo, sarebbe utile
esaminare tutte le piccole cose che sono cambiate tra il libro e il
film e che sono evidenti ai grandi fan. All’inizio potrebbero
sembrare insignificanti, ma scavando più a fondo si scoprono
messaggi importanti che si perdono a causa di queste modifiche. Che
si tratti della mancanza del cappello rosso di Tate (Taylor
John Smith) durante la sua infanzia, del nuovo confronto
di Tate con Chase Andrews (Harris Dickinson) o del
taglio della morte del padre di Tate (sono cambiate molte cose
su Tate), ogni piccolo cambiamento solleva domande e ha un
effetto a catena nella narrazione. Anche il colore dei capelli di
Kya passa dal nero al marrone.
Il cane scomparso
L’esempio più lampante di questo
effetto a catena è rappresentato dai cambiamenti apportati al bar
della città. Il Dog Gone, un locale che nel film viene a malapena
messo in evidenza, è stato unito al bar della città (un’attività
separata nel libro) ed è gestito da un’allegra donna in blu.
L’aspetto più significativo è che Owens sottolinea più volte che le
donne non sono ammesse al Dog Gone e si sofferma in particolare
sulle prime due donne che frequentano il bar quando Barkley Cove
entra nell’era moderna. Senza questo dettaglio, lo spettatore si
perde un aspetto di uno dei temi principali della storia: il
trattamento delle donne nel Sud di metà secolo. Anche se non
influisce sull’intero arco narrativo, la sua omissione è
sicuramente deludente.
Un altro aspetto del romanzo che
viene deludentemente tralasciato dal film è il commento sul
trattamento dei neri nell’epoca. Attraverso la voce interna, viene
rivelato che Kya ha molti pensieri sul suo rapporto con la figura
paterna e il negoziante Jumpin’ (Sterling Macer,
Jr.), che è nero. Sebbene questa ruminazione non sia
facilmente trasferibile sullo schermo, poiché non possiamo leggere
i pensieri di Kya, è sicuramente dannoso per il film tralasciare le
discussioni sul perché Kya non possa abbracciare Jumpin’ o sul
perché lui e sua moglie, Mabel, creino disturbo sedendosi in prima
fila al processo di Kya. Forse la decisione più controversa è stata
quella di eliminare la scena in cui Kya difende Jumpin’ da due
ragazzi bianchi che lo molestano per strada. La scena è certamente
un’espressione del carattere di Kya, ma ha anche un leggero accenno
al tropo del salvatore bianco, quindi la sua rimozione merita un
serio dialogo.
Cronologia riordinata
Forse il cambiamento più evidente
apportato nel passaggio dalla pagina allo schermo è la cronologia
della storia. Diversi punti della trama vengono spostati, come ad
esempio il numero di libri pubblicati da Kya quando viene accusata
di omicidio o quando riesce a pagare le tasse arretrate sulla sua
proprietà. Tuttavia, non sono solo semplici punti a essere
ricomposti. L’intera storia viene apparentemente stravolta,
cambiando completamente la visione del film. Mentre il libro
affrontava la narrazione dal punto di vista della vita di Kya,
intervallando sporadicamente flash-forward dell’indagine
sull’omicidio tra lunghi tratti di descrizione dell’esperienza di
Kya che cresce nella palude, si innamora, perde persone e alla fine
viene arrestata, il film inizia con l’arresto di Kya.
La trama di
La ragazza della palude si basa sul processo per
omicidio, e tutto il contesto si presenta sotto forma di flashback
ben calibrati sul passato di Kya, ribaltando completamente la
narrazione. Per questo motivo, gli spettatori tendono a vederlo
come un giallo, piuttosto che come un coming-of-age su una donna
che ha subito un torto e che viene accusata di quell’omicidio. Si
ignorano in gran parte i lunghi spazi del viaggio di Kya, che
raccontano la sua infanzia abbandonata dalla famiglia, la sua
crescita da sola nella palude e la sua trasformazione in una
rinomata scienziata.
Questo comprende la maggior parte
del romanzo, mentre il processo viene semplicemente inserito a più
di metà della storia. Quando la trama è strutturata in questo modo,
i lettori sono in grado di vedere Kya come una persona intera e non
solo come qualcuno da dimostrare colpevole o meno. Senza di ciò,
diventa facile trascurarla, smorzando soprattutto la
rivelazione finale e rendendo più difficile estendere l’empatia
a Kya.
Dov’è andata Amanda
Hamilton?
La modifica più sostanziale al tema
del film è il taglio di Amanda Hamilton. La Hamilton, una poetessa
prolifica pubblicata in molti giornali e riviste locali di Barkley
Cove, è un soggetto di grande ammirazione per Kya. Insieme ad
altri, come Emily Dickinson, Kya recita o ricorda spesso le sue
poesie nel corso del romanzo, ognuna relativa alla sua situazione
attuale. Alla fine del libro, Tate trova pagine e pagine di poesie
di Amanda Hamilton scritte a mano da Kya dopo la sua morte,
rivelando al pubblico che per tutto il tempo ha inviato
segretamente i suoi lavori con questo nome. Sebbene sia stato
intelligente per i tempi eliminare le poesie della Hamilton dal
film, in quanto non hanno alcun ruolo nella storia, è certamente
scoraggiante e rimuove un intero aspetto della personalità di Kya.
La
sorpresa finale non è altrettanto intrigante senza questa
ulteriore rivelazione, diminuendo ancora una volta l’empatia del
pubblico per Kya.
Sebbene ognuna di queste differenze
significative tra
La ragazza della palude e il libro di Where the
Crawdads Sing danneggi il successo del film, esso rimane
comunque in gran parte fedele al testo originale, rendendo grande
giustizia a Owens. Se gli spettatori sono alla ricerca di un
adattamento che includa tutti i dettagli fondamentali per il
successo del suo predecessore, non devono cercare oltre. Alibar,
pur prendendosi le sue libertà creative, fa un ottimo lavoro per
attenersi allo spirito principale di Where the Crawdad’s
Sing.
Il film del 2019
La ragazza della palude, tratto dal romanzo
best-seller Where the Crawdads Sing di Delia
Owens, ha fatto molto parlare di sé. Diretto da Olivia Newman, già
regista di First Match, e prodotto dalla premio Oscar
Reese Whiterspoon, il film ha infatti offerto
non solo un’intricata storia con un enigma da risolvere ma anche
una serie di riflessioni sulla conservazione della natura e
l’istinto di protezione umano. Tematiche che si scoprono
particolarmente delicate se poste in rapporto con ciò che circonda
l’opera e la vita della Owens.
Il film è anche celebre per la
presenza di un brano dal titolo “Carolina“, scritto
e interpretato dalla cantautrice americana Taylor
Swift, realizzato prima ancora che la pellicola entrasse
in produzione. La Swift ha dichiarato di essersi “assolutamente
persa nel libro quando l’ha letto anni fa” e di aver
“voluto creare qualcosa di ossessionante ed etereo” per il
film quando ha saputo che lo stavano producendo. Ma, come si
diceva, sono molteplici i motivi per cui
La ragazza della palude è noto, a partire dal suo
controverso finale e dalle vere vicende che sembra evocare.
Sono infatti molti gli aspetti
interessanti del film e in questo articolo, approfondiamo dunque
alcune delle principali curiosità relative a
La ragazza della palude. Proseguendo qui nella lettura
sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori, alla
spiegazione del finale e alla storia vera
a cui si ispira. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Protagonista del film è
Kya, una bambina abbandonata che è cresciuta fino
all’età adulta nelle pericolose paludi della Carolina del Nord. Per
anni, le voci sulla “ragazza della palude” hanno perseguitato
Barkley Cove, isolando la forte e selvaggia Kya dalla sua comunità.
Per lei tutto sembra cambiare quando conosce
Chase, quaterback locale con cui intraprende una
relazione. Quando però il giovane viene ritrovato morto, Kya è
immediatamente indicata come la principale sospettata.
Ad interpretare Kya vi è l’attrice
Daisy Edgar-Jones, divenuta celebre per la
serie Normal People. Ad interpretare Tate, amico e amante di
Kya, da giovane vi è Luke David Blumm, mentre la
sua versione adulta è interpretata da Taylor John
Smith e quella anziana da Sam Anderson.
Chase è invece interpretato da Blue Clarke da
giovene da Harris Dickinson da adulto.
Michael Hyatt interpreta Mabel Madison, mentre
Garret Dillahunt e Ahna O’Reilly
interpretano “Pa” Jackson Clark e “Ma” Julienne Clark.
La spiegazione del finale: chi ha
ucciso Chase?
Nel finale del film, con la sola
teoria infondata che la vuole assassina, la collana mancante di
Chase e la testimonianza a suo favore di un pescatore, Kya viene
dichiarata non colpevole. Da quel momento in poi, la ragazza
ritrova il suo primo amore Tate e trascorre il resto della sua vita
insieme a lui. Pubblica libri naturalistici illustrati e riceve
spesso la visita di Jodie e della sua famiglia. Ormai settantenne,
mentre attraversa la palude con la sua barca, immagina di vedere
sua madre tornare alla baita.
Poco dopo, Tate trova Kya morta
nella barca al loro molo. Dopo aver raccolto le cose di lei, trova
un passaggio del suo diario in cui si dice che per proteggere la
preda, a volte il predatore deve essere ucciso. Il testo è
accompagnato da un disegno di Chase. Tate trova poi la collana di
conchiglie mancante e dopo una breve riflessione la getta
nell’acqua della palude. Il finale suggerisce dunque che è
effettivamente stata Kya ad uccidere Chase.
Le sue ragioni non vengono mai
spiegate esplicitamente, ma è chiaro che Chase stava diventando
violento e non voleva permettere che Kya lo abbandonasse. Cresciuta
con un padre violento, la ragazza era probabilmente stanca di
essere una preda e si è trasformata in un predatore per assicurarsi
la sopravvivenza. Nel gettare la collana nell’acqua, Tate decide
dunque di nascondere la verità e proteggere la donna amata.
La ragazza della palude è tratto da una storia
vera?
La ragazza della palude non è basato su una
storia vera, ma alcune persone hanno trovato delle analogie tra gli
elementi rappresentati nel film (e nel libro da cui è tratto) e la
vita dell’autrice Delia Owens. Infatti, la Owens,
l’ex marito Mark e il figliastro Christopher sono attualmente
ricercati dalle autorità dello Zambia per essere interrogati in
merito all’omicidio di un presunto bracconiere avvenuto nel 1995.
Ad oggi Delia e gli altri coinvolti hanno categoricamente smentito
la cosa, ma l’aver scritto un romanzo con dinamiche di questo tipo
ha contribuito al riaccendersi del caso.
Il trailer di La ragazza
della palude e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
La ragazza della palude grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di
Infinit+, Apple TV,
Prime Video e Netflix.
Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento,
basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento
generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad
un’ottima qualità video.
Approda nelle sale italiane dal 13
ottobre
La ragazza della palude, un lungometraggio a sfondo
thriller firmato alla regia da Oliva Newman. Il
film è tratto dall’omonimo romanzo di Delia Owens, ed è prodotto
dalla Columbia Pictures, 3000 Pictures e Hello Sunshine.
La trasposizione cinematografica del
famoso beststeller ha visto l’attrice
Reese Witherspoon vestire i panni di produttrice della
pellicola insieme a Lauren Neustadter, accompagnata dalle musiche
della cantautrice Taylor Swift.
La ragazza della palude, trama
Anni ’50. Catherine Clarke, detta
“Kya” (Daisy
Edgar-Jones), è una bambina che vive con la sua
famiglia in una palude del North Carolina. Quando la madre fugge
dal padre violento, seguita dai suoi fratelli, Kya si ritrova
costretta a convivere insieme ad un uomo di cui si impegna a non
avere paura. Nel frattempo coltiva la sua passione per gli animali
che vivono nella palude e che attraversa spesso con la sua barca a
motore.
Quando anche il padre la abbandona,
Kya impara a costruirsi da sola la sua vita in quella dimensione
isolata da tutti. Crescendo intraprende due relazioni, una con il
suo amico d’infanzia Tate (Taylor John Smith) e
l’altra – successiva – con Chase Andrews (Harris
Dickinson), quarterback che la inganna con false promesse.
La morte di quest’ultimo però condanna Kya ad un processo lungo e
tormentato, in cui tutti gli occhi della cittadina vicino sono
puntati su di lei e la dichiarano colpevole di omicidio.
Il processo al pregiudizio di
Olivia Newman
La ragazza della
palude si apre con l’incidente scatenante – l’omicidio –
che viene mostrato all’esordio del primo atto. Da qui ci si ritrova
schiantati in maniera repentina nel processo contro Kya in
tribunale, senza conoscere nulla della sua storia. Man mano che le
sequenze compongono la trama, il montaggio non segue più
l’aula ma la vita della giovane donna che deve essere
giudicata. Il disorientamento iniziale porta lo spettatore
nel profondo abisso della solitudine di Kya, un’emarginata figlia
di una società superficiale e marcia, che altro non bada se non
all’apparenza.
Partendo dalla sua infanzia fino
all’età adulta, la macchina da presa punta il dito contro un mondo
che invece di includere esclude, mettendo sul piatto tutto
l’egoismo di cui spesso il genere umano si ciba. Immediatamente si
assiste a un altro processo, che non è più quello per l’omicidio di
Chase Andrews, bensì il processo all’indifferenza, al
pregiudizio e all’ignoranza, atteggiamenti che diventano
una costante nella vita di Kya, di cui però è vittima, derivanti da
persone esterne che di lei conoscono solo l’aspetto fisico.
La rappresentazione di una società
giudicante
L’arte – in questo caso
rappresentata dal cinema – sbatte in faccia allo spettatore
l’ignoranza di cui è circondato, e funge quasi da maestra per
indirizzarlo verso la strada più tortuosa ma necessaria che è la
conoscenza degli altri. Gli altri che sono il buio e la luce, il
dolore e la gioia, quelle due famose facce della medaglia di cui
bisogna avere un minimo di conoscenza prima di formulare opinioni,
pensieri e giudizi.
La trama de La ragazza della
palude si innalza così a rappresentazione della società,
da sempre modellata nella forma dell’intolleranza verso il diverso,
un tema caldo per cui ancora tanto si lotta e di cui non fa parte
solo la diversità di genere o il colore della pelle, ma anche il
riuscire o meno ad avere la capacità di integrarsi alle norme
rispettando il conformismo. E chi non ne è capace, non solo è
considerato inferiore, ma anche pericoloso.
Ecco quindi che ne La
ragazza della palude ci si ritrova ad essere quel tipico
voyeur ben rappresentato da Hitchcock in La finestra sul
cortile; uno spettatore che mentre colloca i pezzi mancanti
nel puzzle della vita – in questo caso – di Kya scoprendo a poco a
poco la verità, è costretto ad osservare il processo contro di lei
mostrato parallelamente, senza che possa intervenire. E rimane
impotente, davanti all’urlo silenzioso e disperato di una donna che
è solo l’espediente utile per non permettere a chi la giudica di
farsi un esame di coscienza. Perché i veri assassini sono
proprio le loro bocche giudicanti e i loro sguardi
disprezzanti.
Le prime immagini e il
poster in italiano de
La Ragazza della Palude, film diretto da
Olivia Newman con Daisy Edgar-Jones,
Taylor John Smith, Harris Dickinson, Michael Hyatt, Sterling Macer,
Jr. e David Strathairn.
Tratto dall’omonimo
romanzo di debutto di Delia Owens che ha venduto più di 8,5 milioni
di copie in tutto il mondo, il film sarà solo al cinema da
quest’estate, prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner
Bros. Entertainment Italia.
La Ragazza della Palude, la
trama
Dal romanzo best-seller
di Delia Owens nasce un avvincente mistero. La Ragazza della Palude
(Where the Crawdads Sing) racconta la storia di Kya, una bambina
abbandonata che è cresciuta fino all’età adulta nelle pericolose
paludi della Carolina del Nord. Per anni, le voci sulla “ragazza
della palude” hanno perseguitato Barkley Cove, isolando la forte e
selvaggia Kya dalla sua comunità. Attratta da due giovani della
città, Kya si apre a un mondo nuovo e sorprendente; ma quando uno
di loro viene trovato morto, è immediatamente indicata come la
principale sospettata. Man mano che il caso si sviluppa, il
verdetto su ciò che è realmente accaduto diventa sempre meno
chiaro, minacciando di rivelare i molti segreti che si nascondono
all’interno della palude.
Universal Pictures e DreamWorks Pictures hanno diffuso online una nuova
featurette de La Ragazza del Treno, adattamento cinematografico
dell’omonimo romanzo di Paula Hawkins diretto da
Tate Taylor e con protagonista Emily
Blunt.
La featurette ci permette di dare
un primo sguardo al film attraverso l’occhio della stessa
protagonista. Potete vedere il video di seguito:
Nel cast dei film
Emily Blunt,
Rebecca Ferguson, Luke Evans, Haley Bennett, Justin
Theroux, Lisa Kudrow, Édgar Ramírez e Allison
Janney, mentre alla regia c’è Tate
Taylor.
Di seguito la trama del romanzo
omonimo di Paula Hawkins da cui sarà tratt il
film:
La vita di Rachel non è di quelle
che vorresti spiare. Vive sola, non ha amici, e ogni mattina prende
lo stesso treno, che la porta dalla periferia di Londra al suo
grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento
preferito della sua giornata. Seduta accanto al finestrino, può
osservare, non vista, le case e le strade che
scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop,
può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni
mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel,
nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le
loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia
perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua. Ma una mattina
Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E
da quel momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di
Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà
inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos’ha visto
davvero Rachel?