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Final Portrait: Stanley Tucci presenta il film a Roma

Final Portrait: Stanley Tucci presenta il film a Roma

Tratto dall’omonimo libro di James Lord, Final Portrait è un film diretto da Stanley Tucci, amato e conosciuto forse da tutti più come attore che come regista.

La volontà di mettersi dietro la macchina da presa, solitamente piuttosto sporadica (qui dirige il suo quinto lungometraggio), è scaturita stavolta dalla sua grande passione per l’arte.

Il film si concentra infatti su un particolare momento della vita di Alberto Giacometti, pittore e scultore italo-svizzero, vissuto nella metà degli anni ‘90.

Il nostro incontro con Stanley Tucci in conferenza stampa si apre ricordandoci come oggi siamo in un momento in cui la fortuna critica di Giacometti è particolarmente felice. Alla biennale di Venezia la Svizzera questo anno ha dedicato l’intero padiglione a Giacometti, e inoltre a giugno il Guggenheim di New York ospiterà la più grande mostra americana dedicata all’artista.

Tucci non si è approcciato al classico modo di mettere in scena una biografia. “Non ho mai creduto molto alle biografie integrali. Preferisco quelle che si concentrano su un solo momento della vita di un artista, così da poterne rilevare maggiori dettagli e dare un senso più profondo di quella persona”.

The Final Portrait

Stanley Tucci racconta di provenire da una famiglia in cui si è sempre respirato un forte clima artistico. Suo padre, pittore e insegnante d’arte, ha girato il mondo assieme ai figli, coi quali ha vissuto anche a Firenze per un anno. “Quando respiri l’arte fin da piccolo ne sei totalmente pervaso. Inoltre da ragazzo ho anche studiato disegno”, afferma il regista.

La scelta di Geoffrey Rush nei panni dell’estroso artista è perfetta. “Geoffrey ha avuto due anni per prepararsi per il ruolo, studiarlo nei minimi particolari, mentre noi cercavamo i soldi per la produzione – racconta Tucci – Nonostante la forte somiglianza fisica tra Rush e Giacometti, vi è stata la difficoltà di far coincidere questa fisicità con la dimensione interiore dell’artista, molto particolare. Soprattutto gli eccessi di rabbia e il saper padroneggiare bene il pennello, hanno richiesto diverso tempo a Geoffrey Rush”. 

Il film si concentra sul rapporto che viene a crearsi tra Alberto Giacometti e un suo modello “volontario”, lo scrittore James Lord (autore appunto di questo biopic e qui interpretato da Armie Hammer), grande estimatore dell’artista. “Stare vicino ad un artista non è facile. Si direbbe ci sia quasi del masochismo” dice Stanley Tucci: “Ho avuto l’occasione di parlare con tre persone che hanno fatto da modello per Giacometti, e tutti confermano le tre fasi tipiche del comportamento dell’artista. Una fase iniziale più colloquiale, durante la quale Giacometti parlava col suo modello/a. Una seguente fase intermedia e più seria. E la fase successiva, non sempre finale, nella quale l’artista era totalmente immerso in uno stato di depressione e rabbia per il proprio lavoro, che giudicava insoddisfacente”.

La particolare scelta tematica di Stanley Tucci alla regia si traduce anche con uno stile tecnico molto personale. “L’uso della camera a spalla mi è risultato indispensabile, in quanto la maggior parte del film dovevo riprendere due figure statiche, e quindi c’era la necessità di alleggerire il tutto, di dare un po’ di movimento – specifica Tucci – E questo è stato possibile anche grazie all’ottimo direttore della fotografia,  Danny Cohen, che a inizio riprese stabiliva a priori la luce a seconda del momento della giornata, così da rendere più fluidi i movimenti di macchina”.

Final Portrait: ecco il trailer del film di Stanley Tucci

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Final Portrait: ecco il trailer del film di Stanley Tucci

Arriverà il prossimo 8 Febbraio al cinema Final Portrait, il nuovo film di Stanley Tucci, interpretato da Geoffrey Rush e Armie Hammer sulla vita di Alberto Giacometti.

Ecco il trailer:

Nel 1964, durante un breve viaggio a Parigi, lo scrittore americano e appassionato d’arte James Lord incontra il suo amico Alberto Giacometti, un pittore di fama internazionale, che gli chiede di posare per lui. Le sedute, gli assicura Giacometti, dureranno solo qualche giorno. Lusingato e incuriosito, Lord accetta.

Non è solo l’inizio di un’amicizia insolita e toccante, ma anche – visto attraverso gli occhi di Lord – di un viaggio illuminante nella bellezza, la frustrazione, la profondità e, a volte, il vero e proprio caos del processo artistico.

Final Portrait: due nuove clip dal film con Armie Hammer

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Final Portrait: due nuove clip dal film con Armie Hammer

Bim Distribution ha diffuso due nuove clip di Final Portrait, il nuovo film da regista di Stanley Tucci, che vedere protagonista, nei panni di Alberto Giacometti, Goeffrey Rush e in quelli di James Lord Armie Hammer.

Final Portrait: Stanley Tucci presenta il film a Roma

Nel 1964, durante un breve viaggio a Parigi, lo scrittore americano e appassionato d’arte James Lord incontra il suo amico Alberto Giacometti, un pittore di fama internazionale, che gli chiede di posare per lui. Le sedute, gli assicura Giacometti, dureranno solo qualche giorno. Lusingato e incuriosito, Lord accetta. Non è solo l’inizio di un’amicizia insolita e toccante, ma anche – visto attraverso gli occhi di Lord – di un viaggio illuminante nella bellezza, la frustrazione, la profondità e, a volte, il vero e proprio caos del processo artistico.

Final Portrait è l’affascinante ritratto di un genio e la storia di un’amicizia tra due uomini profondamente diversi, eppure uniti da un atto creativo in costante evoluzione. Il film racconta anche le difficoltà del processo artistico – a tratti esaltante, a tratti esasperante e sconcertante – chiedendosi se il talento di un grande artista sia un dono o una maledizione.

Final Portrait, recensione del film di Stanley Tucci

Final Portrait, recensione del film di Stanley Tucci

L’8 febbraio arriva nei cinema italiani Final Portrait, un biopic incentrato sulla vita del pittore e scultore Alberto Giacometti. A dirigere Stanley Tucci, qui al suo quinto film come regista.

Tucci è cresciuto nel clima artistico della propria famiglia (suo padre era insegnante d’arte) e ed è un grande estimatore delle opere di Giacometti. Una scelta non facile, quella di prendere spunto dalla vita di uno dei più controversi artisti del ‘900. È infatti difficile inserire Alberto Giacometti all’interno di una precisa corrente  artistica, e sebbene sia ormai universalmente noto (chi non conosce le sue sculture lunghissime e longilinee?), il biopic sceglie di raccontarne il temperamento artistico estremamente instabile.

Il film si concentra su un momento molto preciso della vita di Giacometti: quello in cui lo scrittore James Lord (Harmie Hammer) gli commissiona il proprio ritratto. La sceneggiatura, dello stesso Tucci, prende spunto proprio dalla biografia di Lord, e fa della cura dei dettagli il suo punto di forza.

Tutto è messo in scena meticolosamente, a partire dalla scelta dell’attore protagonista, un Geoffrey Rush in stato di grazie, la cui fisicità richiama moltissimo quella dell’artista. Rush ha svolto ricerche per circa due anni (il tempo per regista e produzione di trovare i soldi necessari per il film), nel tentativo di comprendere o quantomeno assimilare i propri atteggiamenti a quelli di Giacometti.

Final Portrait: Stanley Tucci presenta il film a Roma

Final PortraitNon deve essere stato facile riprodursi negli eccessi di ira, come in quelli di pathos, tipici del classico artista “dannato” della Parigi bohémien. Lo studio del pittore, fedelmente riprodotto, è il palcoscenico principale all’interno del quale si svolge l’azione, molto semplice eppure mai troppo statica o tediosa. I due attori principali, Rush e Hammer, si “sfidano” in un gioco di sguardi e primissimi piani, a suon di battute taglienti e imprecazioni (del nevrotico artista).

Anche il cast di contorno collabora a questa rappresentazione che pare teatrale: Tony Shalhoub – che interpreta Diego Giacometti, fratello meno in luce di Alberto (eppure anche egli scultore) e Sylvie Testud – che riveste i panni della moglie di Giacometti –  rendono perfettamente il senso di totale sottomissione eppure di amore incondizionato verso una persona tanto difficile e tormentata.

Tucci si riconferma un regista molto intimista, capace di indagare la dimensione più “interna” e personale dell’animo umano. Senza azzardare un giudizio, si limita a mettere in mostra i contrasti, le ambiguità, le luci e le ombre del suo protagonista, proprio come in un dipinto. Spesso mostrando una certa crudezza che non indulge mai però nel patetismo (si veda la particolare relazione di Giacometti con la moglie e con la sua musa/prostituta).

L’individualismo di Stanley Tucci costituisce però anche il suo tallone d’Achille, in quanto Final Portrait per quanto ottimamente confezionato, non è sicuramente un prodotto che incontrerà le grazie del grande pubblico, sempre e comunque Giudice incontrastato dei risultati al botteghino.

Final Portrait, il film con Armie Hammer a cinema

Final Portrait, il film con Armie Hammer a cinema
Final Portrait è l’affascinante ritratto di un genio e la storia di un’amicizia tra due uomini profondamente diversi, eppure uniti da un atto creativo in costante evoluzione. Il film racconta anche le difficoltà del processo artistico – a tratti esaltante, a tratti esasperante e sconcertante – chiedendosi se il talento di un grande artista sia un dono o una maledizione.

In Final Portrait GEOFFREY RUSH È ALBERTO GIACOMETTI 

Dopo le indimenticabili performance in Shine, per cui vinse l’Oscar nel 1997, Il discorso del re per il quale ottiene una nuova nomination come Miglior Attore non protagonista e La migliore offerta di Giuseppe Tornatore, Geoffrey Rush torna al cinema con un ruolo che sembra essere stato pensato per lui: Alberto Giacometti, pittore e scultore di fama internazionale, protagonista del nuovo film diretto da Stanley Tucci.

Di lui Stanley Tucci ha detto: “Geoffrey Rush è un attore straordinario e l’ho sempre ammirato. Guardandolo ti accorgi subito che c’è una certa somiglianza con Giacometti, ma abbiamo dovuto faticare lo stesso per correggere alcune differenze. Fisicamente sono molto diversi: Geoffrey è alto e allampanato, mentre Giacometti era piuttosto basso e tarchiato, muscoloso, quindi abbiamo dovuto imbottirlo un po’. Geoffrey è un attore che si immerge totalmente nei personaggi che interpreta e sa essere incredibilmente affascinante e divertente, sullo schermo. Era l’interprete ideale.”

In Final Portrait ARMIE HAMMER È JAMES LORD

Dopo l’interpretazione in Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino che gli è valsa la nomination come Miglior Attore protagonista in un film drammatico ai Golden Globe 2018, Armie Hammer torna sul grande schermo con “Final Portrait – L’arte di essere amici”, accanto al Premio Oscar Geoffrey Rush, nel ruolo dello scrittore e appassionato d’arte James Lord che nel libro “Un ritratto di Giacometti” racconta in 18 capitoli, le 18 estenuanti sedute necessarie per completare il suo ritratto.

Sul film ha detto: “Ho letto la sceneggiatura e mi è piaciuta moltissimo. In più, mi attirava l’idea di lavorare con Geoffrey e avevo sentito dire che ci sarebbe stato anche Tony, quindi non è stata una scelta difficile. Tra l’altro, buona parte del lavoro è consistita in interessanti conversazioni sul processo creativo di Alberto Giacometti e la natura dell’arte in sé. Un film fantastico!”.

Final Portrait, il trailer

Final Destination: la spiegazione del finale del film horror

Final Destination: la spiegazione del finale del film horror

Quando Final Destination uscì nel 2000, si impose immediatamente come un titolo innovativo all’interno del panorama horror, dando nuova linfa a un genere che cercava nuove idee dopo il successo dei slasher degli anni ’90. Diretto da James Wong e nato da una sceneggiatura inizialmente pensata per un episodio di X-Files, il film proponeva un’idea semplice quanto disturbante: non si può sfuggire alla Morte. L’intuizione di rendere la Morte una presenza invisibile ma implacabile, che lavora per mezzo di coincidenze e incidenti, introdusse una nuova forma di tensione, fondata sull’attesa e sul destino inevitabile.

Il successo del primo Final Destination ha dato il via a una saga longeva e popolare, composta finora da sei film. Pur mantenendo sempre lo stesso schema narrativo — un personaggio ha una visione, salva se stesso e altri da una tragedia imminente, ma poi la Morte li reclama uno per uno — il franchise ha saputo evolversi attraverso creatività nelle messe in scena delle morti e un crescente gusto per l’effetto sorpresa. Il film del 2000, con protagonisti Devon Sawa e Ali Larter, ha stabilito le basi di questo universo narrativo, introducendo anche il tono cupo e ironico che sarebbe diventato un marchio di fabbrica della saga.

Certamente, il finale del primo Final Destination lascia ancora oggi il pubblico con interrogativi importanti sul funzionamento delle regole della Morte e sul destino dei sopravvissuti. Nonostante una parvenza di vittoria da parte dei protagonisti, la narrazione offre infatti ampio spazio a dubbi e presagi, che meritano un’analisi approfondita. Nell’articolo a seguire, ci concentreremo proprio su questo: esaminare nel dettaglio le scene conclusive del film, cercando di dare una spiegazione coerente a ciò che accade e a come questo finale abbia contribuito a costruire il mito duraturo di Final Destination nel genere horror.

LEGGI ANCHE: Final Destination: dal cast al finale originale, tutte le curiosità del film

Devon Sawa, Ali Larter e Kerr Smith in Final Destination
Devon Sawa, Ali Larter e Kerr Smith in Final Destination. Foto di New Line – © 2000 New Line Cinema.

La trama di Final Destination

Protagonista del film è Alex Browing, un adolescente apparentemente qualunque il quale sfoggia però la capacità di vedere cose che avverranno in futuro, specialmente per quanto riguarda la morte delle persone. In procinto di partire per una gita scolastica a Parigi, appena imbarcato con i suoi compagni di classe Alex ha una premonizione durante la quale vede il velivolo esplodere in volo, uccidendo tutte le persone al suo interno. Certo che la cosa avverrà realmente, egli inizia a farsi notare nel tentativo di convincere tutti quanti ad uscire dal mezzo prima che sia troppo tardi.

Alex finisce però soltanto per far espellere dall’aereo sé stesso, i compagni Billy Hitchcock e Tod Waggner, la professoressa Valerie Lewton, i fidanzati Carter Horton e Terry Chaney, e infine Clear Rivers, una donna che ha creduto alla premonizione mortale. Quando l’aereo esplode realmente in volo, il gruppo di fortunati comprende di essere davvero sfuggiti alla morte. Ma la morte non ama essere presa in giro e ben presto i superstiti si troveranno a doversi confrontare con quello che era il loro destino. Ad uno ad uno, ognuno di loro dovrà cercare di rimanere vivo in un partita che non sembra poter essere vinta in alcun modo.

La spiegazione del finale

Nel finale di Final Destination, dopo una lunga fuga dalla Morte, i tre sopravvissuti – Alex, Clear e Carter – si trovano a Parigi, sei mesi dopo gli eventi principali del film. Convinti di aver finalmente interrotto il disegno della Morte, i tre discutono di quanto accaduto, ancora turbati ma apparentemente fuori pericolo. Tuttavia, la tensione torna a salire quando Alex si rende conto che mentre lui è intervenuto nel destino di Carter e Clear per salvarli nessuno è intervenuto nel suo e che dunque la sequenza degli eventi non è mai stata realmente interrotta, ma solo rimandata.

È proprio in quel momento che un cartellone pubblicitario si stacca e sta per schiantarsi su Alex, che viene però salvato in extremis da Carter. Questa scena chiarisce che la “lista” della Morte non si ferma, ma semplicemente si riorganizza. L’idea che il disegno della Morte possa essere solo temporaneamente evitato e non cancellato è un elemento chiave che definisce l’intera saga. A conferma di ciò, mentre Alex e Cartes si chiedono chi sarà il prossimo, il film si chiude in modo inquietante: l’insegna torna indietro e colpisce Carter in pieno, uccidendolo. Il film termina così, con una sensazione di ineluttabilità e con la consapevolezza che la Morte, alla fine, non lascia scampo.

Devon Sawa, Ali Larter, Chad Donella e Tony Todd in Final Destination
Devon Sawa, Ali Larter, Chad Donella e Tony Todd in Final Destination. Foto di New Line – © 2000 New Line Cinema.

Questo finale ha avuto un forte impatto sul tono e sulla struttura narrativa dei film successivi. A differenza di altri horror in cui il male viene sconfitto o almeno temporaneamente contenuto, Final Destination stabilisce che il nemico è invincibile e senza volto. La suspense non deriva tanto dallo scontro diretto con una creatura, ma dall’anticipazione di eventi tragici e imprevedibili. Questo ha permesso alla saga di proseguire senza dover giustificare la presenza di un villain ricorrente, affidandosi invece a un meccanismo narrativo autoalimentato.

Infine, il finale del primo film introduce il tema dell’ordine delle morti, elemento cardine in tutti i capitoli successivi. Ogni personaggio salvato dalla tragedia iniziale è destinato a morire nello stesso ordine previsto originariamente, a meno che qualcosa non intervenga a modificarlo. Questa regola aggiunge una struttura quasi matematica alla narrazione, che diventa un gioco di logica, tempismo e sacrificio. In questo modo, Final Destination non solo ha concluso il suo primo capitolo con coerenza e terrore, ma ha anche gettato le fondamenta di un’intera mitologia horror che si sarebbe sviluppata nei decenni successivi.

Infine, importante nel film è la figura di William Bludworth (interpretato da Tony Todd), un misterioso medico legale che conosce in modo sospetto le regole della morte e cerca a suo modo di avvisare, seppur in modo ambiguo, gli sventurati che si trovano a doverla affrontare. Si tratta di uno dei pochissimi personaggi ricorrenti della serie, che con il tempo è stato interpretato come un avatar della Morte, o forse come un sopravvissuto alle sue macchinazioni. Il suo ruolo generale e la sua conoscenza dei metodi della Morte sono ancora oggi due dei misteri ricorrenti della serie.

Final Destination: dal cast al finale, tutte le curiosità del film

Nel 2000 al cinema esce il film Final Destination, primo capitolo di una pentalogia che si è imposta come un cult sia per le sue tematiche, legate alla predestinazione e all’inevitabilità della morte, quanto per diverse sequenze entrate nell’immaginario collettivo. Diretto da James Wong, noto anche come regista della serie X-Files, il film ha conquistato da subito un grande seguito di fan, che hanno reso tale pellicola sempre più celebre nel corso degli anni. Con un incasso di oltre 112 milioni a fronte di un budget di 23, questa divenne un vero e proprio fenomeno culturale.

Originariamente il film era stato pensato dallo sceneggiatore Jeffrey Reddick per essere un episodio di X-Files. Un collega della New Line Cinema ha però convinto Reddick a scrivere la storia come lungometraggio. In seguito, Wong e Glen Morgan, i partner di scrittura di X-Files, si interessarono alla sceneggiatura e accettarono di riscrivere e dirigere il film, che ha segnato il debutto alla regia dello stesso Wong. Al momento di realizzare il film, tutti erano concordi sul non voler dar vita ad un classico slasher movie, bensì un film dove la sfida dei protagonisti è con la stessa morte, che si fa personaggio attraverso oggetti e situazioni di tutti i giorni.

Proprio questa volontà rese il film diverso da ogni altri titolo di questo genere, generando una forte suspence e numerose riflessioni e teorie ancora negli anni a venire. Ad oggi, Final Destination è un cult imperdibile. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, alla spiegazione del finale e ai sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Devon Sawa, Ali Larter e Kerr Smith in Final Destination. Foto di New Line – © 2000 New Line Cinema.

La trama di Final Destination

Protagonista del film è Alex Browing, un adolescente apparentemente qualunque il quale sfoggia però la capacità di vedere cose che avverranno in futuro, specialmente per quanto riguarda la morte delle persone. In procinto di partire per una gita scolastica a Parigi, appena imbarcato con i suoi compagni di classe Alex ha una premonizione durante la quale vede il velivolo esplodere in volo, uccidendo tutte le persone al suo interno. Certo che la cosa avverrà realmente, egli inizia a farsi notare nel tentativo di convincere tutti quanti ad uscire dal mezzo prima che sia troppo tardi.

Alex finisce però soltanto per far espellere dall’aereo sé stesso, i compagni Billy Hitchcock e Tod Waggner, la professoressa Valerie Lewton, i fidanzati Carter Horton e Terry Chaney, e infine Clear Rivers, una donna che ha creduto alla premonizione mortale. Quando l’aereo esplode realmente in volo, il gruppo di fortunati comprende di essere davvero sfuggiti alla morte. Ma la morte non ama essere presa in giro e ben presto i superstiti si troveranno a doversi confrontare con quello che era il loro destino. Ad uno ad uno, ognuno di loro dovrà cercare di rimanere vivo in un partita che non sembra poter essere vinta in alcun modo.

Il cast del film

Ad interpretare il protagonista Alex Browing vi è l’attore Devon Sawa, il quale è stato scelto per la parte dopo che il regista e gli sceneggiatori rimasero colpiti dalla sua interpretazione in Giovani diavoli. Quando Sawa lesse la sceneggiatura si trovava proprio in volo, cosa che gli fece provare non pochi brividi. Atterrato sano e salvo, egli era convinto di voler accettare la parte, affermando che per attori della sua età non è facile trovare progetti di questo tipo. Accanto a lui, nel ruolo di Clear Rivers, vi è invece l’attrice Ali Larter, divenuta celebre proprio grazie a questo ruolo e in seguito anche al personaggio di Niki Sanders in Heroes.

Seann William Scott, attore consacratosi grazie al ruolo di Steve Stifler nella saga di American Pie, interpreta invece il buffone della classe Billy Hitchcock. Egli si disse da subito interessato al suo personaggio, come anche alla cupa atmosfera della storia. Carter Horton è interpretato da Kerr Smith, noto principalmente per aver interpretato il personaggio di Jack McPhee nella serie televisiva Dawson’s Creek, mentre la sua fidanzata Terry Chaney ha il volto di Amanda Detmer. Kristen Cloke interpreta invece la professoressa Valerie. Per l’attrice, la sfida maggiore è stata quella di rendere credibili i complessi psicologici del personaggio. Chad E. Donella, infine, è Tod Waggner.

Kristen Cloke in Final Destination
Kristen Cloke in Final Destination. Foto di New Line – © 2000 New Line Cinema.

Il finale originale del film

Nel corso del film del 2000, i personaggi muoiono di morti macabre, anche se non così cruente come quelle dei sequel. Alla fine ne rimangono solo tre: Alex Browning, Clear Rivers e Carter Horton. Nel finale originale, Alex muore per proteggere Clear incinta, con la quale ha una relazione molto più dichiaratamente romantica. In questo modo, sia Clear che Carter sopravvivono. Tuttavia, in seguito a una cattiva proiezione di prova, questo finale è stato modificato. Nella versione definitiva, Clear non è incinta e non ha una relazione esplicitamente romantica con Alex.

La scena finale poi usata nel film, ambientata a Parigi, vede quindi Alex sopravvivere mentre Carter viene schizzato da un gigantesco cartellone pubblicitario che cade. Questo finale modificato stabilisce una regola seguita dai film successivi: non c’è un vero modo per ingannare la morte. La fine può essere rimandata per un certo periodo di tempo, ma non può essere completamente fermata. Questa lezione viene appresa a caro prezzo da Clear e Alex, gli unici due sopravvissuti di Final Destination, nel sequel Final Destination 2 del 2003.

Devon Sawa, Ali Larter, Chad Donella e Tony Todd in Final Destination
Devon Sawa, Ali Larter, Chad Donella e Tony Todd in Final Destination. Foto di New Line – © 2000 New Line Cinema.

I sequel del film

Come anticipato, dopo il successo del primo film nel 2003 è arrivato al cinema Final Destination 2, interpretato però da attori diversi ma con dinamiche simili. A tre anni di distanza, nel 2006, è arrivato Final Destination 3, mentre nel 2009 è stato il turno di The Final Destination. Nel 2011 è uscito Final Destination 5, mentre nel 2025 è uscito il sesto capitolo Final Destination: Bloodlines. Pur presentando sempre interpreti diversi, i cinque film sono comunque ambientati nello stesso universo narrativo, con continui rimandi tra di loro. Eccetto che nel primo capitolo, inoltre, le varie morti dei personaggi hanno nel tempo acquisito sempre più realismo, togliendo dunque ogni dubbio su concrete presenze maligne.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Final Destination è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV e Apple TV. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 25 settembre alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Final Destination 6: le riprese sono ufficialmente iniziate!

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Final Destination 6: le riprese sono ufficialmente iniziate!

Final Destination 6 riceve un importante aggiornamento sulle riprese dal produttore Craig Perry. Con un esordio di successo nel 2000, la serie di Final Destination rimane uno dei franchise horror più famosi e anche divertenti. Un quinto film è stato distribuito nel 2011 e il franchise è rimasto inattivo per più di un decennio, ma l’anno scorso è stato confermato che un sesto film è effettivamente in lavorazione dai registi Zach Lipovsky e Adam B. Stein. Si prevede che il film seguirà un gruppo di primi soccorritori mentre incontrano la loro fine in modi inaspettati, continuando la tradizione del franchise.

Craig Perry rivela sui social media (tramite Bloody Disgusting), che le riprese di Final Destination 6 sono ufficialmente iniziate. Oltre al post di Perry sulle riprese del film, il report include anche la conferma che il prossimo sequel si chiamerà Final Destination: Bloodlines. Ecco il commento di Perry: “Dopo un lungo e faticoso duro lavoro dovuto alla pandemia e agli scioperi, il primo giorno è finalmente pronto”, scrive Perry. “Il 2025 segnerà il 25° anniversario dell’uscita del primo capitolo della serie. Onorare l’occasione con un’altra uscita cinematografica mondiale (in IMAX, niente meno) è una cosa rara e meravigliosa. Ci vediamo l’anno prossimo! PS: lo so, lo so – Pet Sematary: Bloodlines. Ma questo è il titolo che abbiamo da tre anni e lo manteniamo… per ora”.

Finora non c’è stata alcuna conferma ufficiale sul fatto che Final Destination 6 sarà l’ultimo capitolo, ma un aggiornamento condiviso lo scorso ottobre suggerisce che potrebbe potenzialmente essere l’inizio di una nuova versione del franchise.

Final Destination 5: recensione del film di Steven Quale

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Final Destination 5: recensione del film di Steven Quale

Apparso per la prima volta nel 2000, Final Destination sorprese tutti quanti per la sua originalità, ma anche per l’adrenalina in grado di trasmettere con le violente morti dei protagonisti. L’idea alla base di Final Destination 5 fu un’idea di James Wong, e inizialmente era destinato a entrare nella serie X-files come singolo episodio, per poi diventare un prodotto indipendente. Come purtroppo accade per molti franchise, sull’entusiasmo generato dal primo capitolo sono stati sfornati dei sequel, uno peggiore dell’altro, la cui mediocrità è culminata in Final Destination 3D del 2010.

Tocca a Steven Quale riportare la serie ai fasti dell’inizio, ripartendo dal topos caratteristico di tutti gli episodi: un gruppo di ragazzi (interpretati da Nicholas D’Agosto, Miles Fisher, Emma Bell, Tony Todd e David Koechener) deve intraprendere un lungo viaggio in pullman per partecipare a un convegno aziendale. Una volta bloccati su un ponte in cui si stanno svolgendo dei lavori, uno di loro fa un sogno premonitore dove tutti i membri del gruppo restano vittime di un’orribile morte causata dall’inaspettato crollo del ponte. Grazie a questo segnale i ragazzi evitano la sciagura e il ponte si sgretola senza di loro, ma la Morte, che non ama essere ingannata, darà la caccia ai superstiti fino a quando non porterà a compimento lo schema originale.

L’incipit di Final Destination 5 è tra i migliori della serie, tanto da poter competere con quello del primo capitolo: la scena iniziale, oltre a vantare un notevole impatto visivo (grazie sopratutto alla location scelta), trasmette subito allo spettatore il massimo dell’adrenalina, complice anche un buon uso del 3D. Certo, tutti i capitoli partivano abbastanza forte per poi scemare verso il piattume, ma in questo caso è doveroso un plauso a Steven Quale che riesce a mantenere la tensione alta anche nei momenti successivi: le morti dei protagonisti, salvo rari casi, colpiscono, virando in una direzione completamente inaspettata da parte dello spettatore. Poco male che, in alcuni casi, si sia calcata un po’ la mano virando al gore, visto che il coinvolgimento emotivo resta alto e il risultato soddisfacente.

Una nota di merito va anche alla sceneggiatura di Eric Heisserer: la narrazione mantiene sempre un buon ritmo, e sopratutto annovera un elemento nuovo che funge da preludio al colpo di scena finale. Ciò può solo far piacere, anche perché Heisserer ha lavorato alla sceneggiatura de La Cosa, remake dell’omonimo film di Carpenter atteso per Dicembre. In definitiva, Final Destination 5, pur non offrendo nulla di nuovo rispetto al passato, funziona bene, ma sopratutto scaccia via quell’aura di mediocrità di cui la saga si era rivestita negli ultimi anni.

Final Destination 5: la spiegazione del finale del film

Final Destination 5: la spiegazione del finale del film

Final Destination 5 (qui la recensione) rappresenta un punto di svolta importante all’interno della longeva saga horror inaugurata nel 2000. Pur rimanendo fedele alla formula che ha reso iconico il franchise – la fuga impossibile dal destino e le morti spettacolari orchestrate da una forza invisibile e inesorabile – questo quinto capitolo introduce alcune variazioni significative che aggiornano la struttura narrativa e ne ampliano l’universo concettuale. Diretto da Steven Quale e uscito nel 2011, il film si distingue per una regia più raffinata e un uso sapiente del 3D, che intensifica l’impatto visivo delle sequenze più cruente senza cadere nel mero effetto gratuito.

Dal punto di vista della saga, Final Destination 5 ha il compito non solo di rilanciare la serie dopo il deludente quarto capitolo, ma anche di ricollegarsi con maggiore coerenza ai temi e al tono dei primi film, in particolare al capostipite. L’atmosfera torna a essere più cupa e meno giocata sull’eccesso grottesco, e viene reintrodotto un sottotesto più profondo legato al senso di colpa, al sacrificio e alla possibilità (o meno) di ingannare la morte. In questo contesto, il film assume un valore quasi metanarrativo, che si rivelerà pienamente solo nel suo atto conclusivo.

Uno degli aspetti più interessanti di Final Destination 5 è il modo in cui riesce a sorprendere anche i fan di lunga data, offrendo un finale che rilegge retroattivamente tutta la vicenda in modo originale e inatteso. L’evoluzione narrativa si manifesta proprio nel colpo di scena finale, che getta una nuova luce sull’intera esperienza e sul posto che questo film occupa nella cronologia della saga. Nei prossimi paragrafi esploreremo nel dettaglio il significato di questo epilogo, spiegando in che modo riesce a chiudere un cerchio tematico e narrativo inaspettato per il pubblico.

Tony Todd in Final Destination 5
Tony Todd in Final Destination 5. Foto di Doane Gregory – © 201 New Line Productions, Inc.

La trama di Final Destination 5 

Protagonista del film è il giovane Sam Lawton, il quale mentre si trova in viaggio con alcuni colleghi di lavoro per un ritiro aziendale ha una premonizione che annuncia un imminente disastro: il pullman dove si trova insieme ai colleghi sta per attraversare il ponte di North Bay, il quale crollerà facendo morire tutte le persone che vi si trovano sopra. Convinto che si tratti della verità, il ragazzo cerca di avvertire gli altri della sciagura che sta per accadere. Sfortunatamente, il collasso del ponte causa la morte della maggior parte delle persone che vi transitavano. Pochi sono i superstiti, i quali scopriranno ben presto che la morte non può essere ingannata e che non tarderà a reclamare ciò che gli spetta.

La spiegazione del finale del film

Nel finale di Final Destination 5, i protagonisti Sam e Molly sembrano dunque essere tra i pochi sopravvissuti al tragico crollo del ponte, evento che ha dato inizio alla serie di morti guidate dal “disegno” della Morte. Dopo aver creduto di aver ingannato il destino grazie a un sacrificio e a una presunta “sostituzione” della morte, Sam e Molly si imbarcano su un volo diretto a Parigi, convinti di aver chiuso definitivamente i conti con la Morte. Ma qui avviene il colpo di scena decisivo: l’aereo sul quale stanno volando è il volo 180, lo stesso aereo che esplode all’inizio del primo Final Destination del 2000.

La scena si conclude dunque proprio con i due protagonisti che assistono con orrore all’espulsione violenta di Alex Browning, il personaggio originale del primo film, mentre viene trascinato via dagli agenti di sicurezza dopo aver avuto la sua premonizione. Poco dopo, l’aereo esplode in volo, e Sam e Molly – che non hanno in questo caso avuto alcuna premonizione – muoiono nel disastro. Nell’intera timeline della saga, questo quinto capitolo si rivela quindi essere un prequel, posizionato cronologicamente prima del primo film della saga.

Emma Bell, Nicholas D'Agosto, Arlen Escarpeta e Miles Fisher in Final Destination 5
Emma Bell, Nicholas D’Agosto, Arlen Escarpeta e Miles Fisher in Final Destination 5. Foto di Doane Gregory – © 201 New Line Productions, Inc.

Questa rivelazione sorprende completamente lo spettatore e si completa nei minuti finali, quando viene mostrato il funerale di un personaggio secondario, Nathan, che credeva di aver scampato la morte: un frammento del carrello dell’aereo precipita infatti sulla sua testa, chiudendo in modo beffardo e definitivo il cerchio. Egli muore così schiacciato un attimo dopo essersi reso conto che al suo dipendente (a cui egli ha indirettamente provocato la morte, “guadagnando” quindi il suo tempo di vita restante) non rimanevano altro che pochi giorni a causa di un aneurisma già diagnosticatogli.

Questo finale ha una doppia funzione narrativa: da un lato offre una spiegazione coerente della cronologia interna della saga, ricollegando Final Destination 5 direttamente al primo film, e dall’altro sottolinea in modo ancora più esplicito l’ineluttabilità della morte. L’idea che non ci sia via di fuga, nemmeno attraverso i sacrifici o le sostituzioni, rafforza il senso di impotenza che permea tutta la saga. Anche quando i personaggi credono di avere trovato un modo per spezzare il ciclo, la Morte si rivela sempre un passo avanti.

Inoltre, il finale rivisita con efficacia la mitologia della serie, dimostrando che il destino non può essere riscritto e che ogni tentativo umano di eludere la morte è destinato al fallimento. Questo colpo di scena ha avuto un impatto decisivo anche sulla saga nel suo complesso: pur essendo stato seguito da Final Destination: Bloodlines, il finale di questo quinto film chiude simbolicamente un ciclo, riportando la storia alle sue origini. È un atto di chiusura tanto elegante quanto crudele, che rilegge l’intera saga in chiave circolare, lasciando intendere che, nell’universo di Final Destination, ogni inizio è anche una fine.

Final Destination 5: dal cast al sequel, le curiosità sul film

Final Destination 5: dal cast al sequel, le curiosità sul film

Nel 2000 al cinema esce il film Final Destination, primo capitolo di una pentalogia che si è imposta come un cult sia per le sue tematiche, legate alla predestinazione e all’inevitabilità della morte, quanto per diverse sequenze entrate nell’immaginario collettivo. Diretto da James Wong, noto anche come regista della serie X-Files, il film ha conquistato da subito un grande seguito di fan, che hanno reso tale pellicola sempre più celebre nel corso degli anni. Quando con l’uscita di The Final Destination 3D, quarto capitolo, la saga sembrava conclusa, l’arrivo di Final Destination 5 (qui la recensione) è invece arrivato a rappresentare l’effettiva chiusura di questo racconto.

Una chiusura che in realtà si colloca temporalmente prima del primo film, configurandosi dunque come un vero e proprio prequel della saga. Prodotto dalla Warner Bros. e girato anch’esso con la tecnologia 3D, il film è uscito al cinema nel 2011 per la regia di Steven Quale, noto anche per aver diretto il mockumentary catastrofico Into the Storm. Questo quinto è poi stato il primo film della serie a ricevere recensioni per lo più positive. I critici hanno infatti elogiato la trama, le scene (in particolare quella del ponte), la CGI, le morti, le motivazioni e il tono dei personaggi, soprattutto rispetto al capitolo precedente.

Il film si è poi confermato un successo finanziario ed è il secondo film di maggior incasso della serie. Un capitolo che i fan della saga non possono perdersi, specialmente per via di alcune novità qui introdotte. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai sequel annunciati. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Emma Bell, Nicholas D'Agosto, Arlen Escarpeta e Miles Fisher in Final Destination 5
Emma Bell, Nicholas D’Agosto, Arlen Escarpeta e Miles Fisher in Final Destination 5. Foto di Doane Gregory – © 201 New Line Productions, Inc.

La trama di Final Destination 5

Protagonista del film è il giovane Sam Lawton, il quale mentre si trova in viaggio con alcuni colleghi di lavoro per un ritiro aziendale ha una premonizione che annuncia un imminente disastro: il pullman dove si trova insieme ai colleghi sta per attraversare il ponte di North Bay, il quale crollerà facendo morire tutte le persone che vi si trovano sopra. Convinto che si tratti della verità, il ragazzo cerca di avvertire gli altri della sciagura che sta per accadere. Sfortunatamente, il collasso del ponte causa la morte della maggior parte delle persone che vi transitavano. Pochi sono i superstiti, i quali scopriranno ben presto che la morte non può essere ingannata e che non tarderà a reclamare ciò che gli spetta.

Il cast del film

Ad interpretare il protagonista Sam Lawton vi è l’attore Nicholas D’Agosto, noto per le serie Master of Sex e Gotham, interpretando in quest’ultima il ruolo di Harvey Dent. Accanto a lui, nel ruolo di Molly Harper vi è invece Emma Bell, divenuta celebre per il ruolo di Amy nella serie The Walking Dead. Altri attori del cast sono Miles Fisher nei pannidi Peter Straume e Jacqueline MacInnes Wood in quelli di Olivia Castle. Quest’ultima è meglio nota per il ruolo di Steffy Forrester nella soap opera Beautiful. Courtney B. Vance, attore celebre per film come Caccia a Ottobre Rosso, Space Cowboys e per la serie E.R – Medici in prima linea, è qui Jim Block. Completano poi il cast P. J. Byrne nei panni di Isaac Palmer, David Koechner in quelli di Dennis Lapman e Tony Todd come William Bludworth.

Final Destination 5 cast
Emma Bell, Paralee Cook, Nicholas D’Agosto e Miles Fisher in Final Destination 5. Foto di Doane Gregory – © 2011 New Line Productions, Inc.

Il sequel di Final Destination 5

Poco prima dell’uscita nelle sale del quinto capitolo, l’attore Tony Todd ha confermato la possibile uscita di un sesto ed un settimo capitolo. Ciò, però, sarebbe stato possibile solo se gli incassi al botteghino del quinto capitolo fossero stati positivi. Nonostante poi il film si sia effettivamente affermato come un buon successo economico, tali sequel non sono stati realizzati. Nel 2019, infine, un nuovo film è stato infine annunciato, con la promessa che questo rappresenterà una forte novità all’interno della saga e che sarà un vero e proprio sequel e non un reboot. Come confermato nell’aprile del 2023, dirigere la pellicola saranno Zach Lipovsky & Adam B. Stein.

Così, dopo oltre un decennio dall’uscita di Final Destination 5, la saga è tornata al cinema nel 2025 con un nuovo capitolo: Final Destination: Bloodlines. Il film rilancia così il franchise aggiornandone il concept, pur mantenendo la formula originale incentrata sulla lotta contro un destino inesorabile. La novità introdotta dal film è infatti un ribaltamento delle “regole del gioco”: stavolta, i protagonisti scoprono che la Morte può essere evitata solo affrontando e accettando un legame misterioso con eventi del passato, legati a una “linea di sangue” che collega le vittime a un ciclo più antico e oscuro.

Il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

In attesa di poter vedere questo sequel, è possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Final Destination 5 è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 19 luglio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

Final Destination 3: trama, cast e curiosità sul film

Final Destination 3: trama, cast e curiosità sul film

Nel 2000 al cinema esce il film Final Destination, primo capitolo di una pentalogia che si è imposta come un cult sia per le sue tematiche, legate alla predestinazione e all’inevitabilità della morte, quanto per diverse sequenze entrate nell’immaginario collettivo. Diretto da James Wong, noto anche come regista della serie X-Files, il film ha conquistato da subito un grande seguito di fan, che hanno reso tale pellicola sempre più celebre nel corso degli anni. Dopo un primo sequel nel 2003, nel 2006 viene realizzato Final Destination 3, nuovamente diretto da Wong dopo che questi aveva rinunciato alla regia del secondo film.

Lo schema di questo terzo capitolo è grossomodo il medesimo di quello dei precedenti film. A differenza di Final Destination 2, il quale era un sequel diretto del primo film, questo terzo lungometraggio è stato concepito come un film a sé stante, con nuovi personaggi e nuove dinamiche. Quanto avviene è comunque ambientato nello stesso universo narrativo, poiché per Wong era affascinante pensare che ciò che accade ai protagonisti del primo film potrebbe accadere a chiunque, fornendo dunque numerose storie e punti di vista da poter raccontare. Allo stesso tempo, nel nuovo film subentra il tema del controllo, con i protagonisti alla disperata ricerca di poter controllare ed evitare la propria morte.

Come i precedenti due film, anche questo si è affermato come un grandissimo successo, con un incasso di 120 milioni di dollari a fronte di un budget di 25. Ancora oggi Final Destination 3 è indicato come uno dei capitoli più affascinanti della saga. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Final Destination 3: la trama del film

Il film ha per protagonista l’adolescente Wendy Christensen, la quale per festeggiare l’ultimo anno di liceo organizza un’uscita al luna park con un gruppo di suoi amici. La prima attrazione che decidono di provare è naturalmente quella delle montagne russe. Proprio poco prima di salirvi sopra, però, Wendy ha una terribile visione premonitrice dove vede il trenino deragliare dai binari e uccidere tutti quelli che vi sono sopra. Terrorizzata, Wendy cerca di convincere i suoi amici a non salire, ma solo alcuni di loro le daranno retta, tra cui Kevin, Ian, Ashley, Ashlyn Frankie, Lewis ed Erin.

Quanti hanno invece deciso di rimanere sulla giostra andranno realmente incontro alla tragica fine prevista dalla ragazza. Coloro che si sono salvati si convincono dunque di aver fregato la morte, senza sapere che questa non mancherà di ottenere ciò che gli spetta. Ad uno ad uno tutti i ragazzi che sarebbero dovuti morire si trovano ad essere perseguitati dalla Morte e non sembra esserci speranza alcuna di poter impedire che le cose vadano come devono andare. Wendy, tuttavia, scopre che in alcune foto scattate la sera prima dell’incidente sono contenuti indizi su come i suoi amici rischiano di morire. Grazie a questi elementi, farà di tutto per salvare loro la vita.

Final Destination 3 cast

Final Destination 3: il cast del film

Nel dar vita al cast di protagonisti del film, gli autori si sono concentrati sul ricercare attori grossomodo sconosciuti con il quale fosse possibile sviluppare un legame, ma che avessero allo stesso tempo anche un carisma tale che gli permettesse di affermarsi come eroi credibili. Per la parte di Wendy, la ragazza protagonista, è dunque stata scelta Mary Elizabeth Winstead, qui in uno dei suoi primi ruoli da protagonista. L’attrice aveva già sostenuto un provino per Final Destination 2, senza però vincerlo. Per questo terzo film fu invece scelta grazie alla convincente dimostrazione di saper dar vita a tutte le emozioni previste per il personaggio.

Il personaggio di Kevin, amico di Wendy, è invece interpretato da Ryan Merriman, noto anche per gli horror Halloween – La resurrezione e The Ring 2. Kris Lemche ed Alex Johnson interpretano rispettivamente Ian e Erin. La Johnson, in realtà, si era inizialmente proposta per il ruolo di Julie, la sorella di Wendy. Ad ottenere questo personaggio è però stata Amanda Crew, la quale si era invece proposta per il ruolo di Erin. Completano il cast Jesse Moss nei panni di Jason, il ragazzo di Wendy, Texas Battle in quelli dello sportivo Lewis e Chelan Simmons in quelli di Ashley. Crystal Lowe, infine, interpreta Ashlyn.

Final Destination 3: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Final Destination 3 è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 5 luglio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

Final Destination 2: la spiegazione del finale del film

Final Destination 2: la spiegazione del finale del film

Final Destination 2, uscito nel 2003 e diretto da David R. Ellis, rappresenta uno dei casi più emblematici di come un sequel possa espandere efficacemente un concept narrativo già ben definito. Rispetto al primo film, questo secondo capitolo alza la posta in gioco sia a livello visivo che tematico, portando avanti l’idea del destino inevitabile con maggiore audacia e una regia più spettacolare. Il tono è più dinamico, il ritmo più serrato, e le sequenze legate alla “morte che reclama ciò che le è sfuggito” diventano ancora più elaborate e memorabili. Non si tratta solo di replicare un successo, ma di evolverne le potenzialità, dimostrando come la tensione e l’orrore possano trovare nuova linfa in un contesto già collaudato.

All’interno della saga, Final Destination 2 occupa dunque un posto centrale e significativo. È il film che consolida davvero le regole del gioco, introduce una mitologia più strutturata e offre chiarimenti fondamentali su come la Morte agisce e su cosa i personaggi possono fare per cercare di sfuggirle. È proprio in questo capitolo che la narrazione inizia a diventare più serializzata, aprendo la strada a collegamenti più stretti tra i film successivi e creando una sorta di “universo condiviso” in cui ogni evento passato può avere ripercussioni future. In questo senso, il film non è soltanto un seguito, ma un vero e proprio punto di snodo per l’intera serie.

Uno degli aspetti più affascinanti di Final Destination 2 è poi il modo in cui il suo finale riesce a essere tanto scioccante quanto coerente con le regole dell’universo creato dal franchise, riuscendo anche a giocare con le aspettative dello spettatore, sorprendendolo ma allo stesso tempo rispettando la logica interna della storia. Nei prossimi paragrafi, analizzeremo a fondo proprio il significato e la costruzione del finale, cercando di comprenderne le implicazioni più profonde e il modo in cui si ricollega ai temi portanti della saga.

LEGGI ANCHE: Final Destination: la spiegazione del finale del film horror

A.J. Cook e Michael Landes in Final Destination 2
A.J. Cook e Michael Landes in Final Destination 2. Foto di New Line – © 2003 New Line Cinema.

La trama di Final Destination 2

Un anno dopo il disastro del volo 180, Kimberly Corman sta per partire con gli amici per una vacanza in Florida. Durante il tragitto in autostrada, ha una terrificante visione: un gigantesco incidente a catena causato dal distacco di un tronco da un camion provoca la morte di numerose persone, tra cui lei stessa. Sconvolta, ferma la sua auto bloccando il traffico, impedendo ad altri veicoli di immettersi sull’autostrada. Poco dopo, l’incidente si verifica realmente, esattamente come nella premonizione, e Kimberly si rende conto di aver appena salvato delle vite. Tuttavia, la sua vittoria è solo temporanea.

Poco a poco, infatti, le persone sopravvissute all’incidente iniziano a morire in circostanze inspiegabili, seguendo un ordine preciso. Convinta che la Morte stia cercando di sistemare le cose, Kimberly si rivolge a Clear Rivers, unica superstite dell’incidente aereo del volo 180, che vive rinchiusa in una clinica psichiatrica per sfuggire al suo destino. Insieme, tentano di comprendere e infrangere il disegno letale della Morte. Scoprono che tutti i superstiti dell’autostrada erano legati indirettamente a chi era coinvolto nel volo 180 e che forse solo una “nuova vita” potrebbe spezzare il ciclo mortale. Mentre la Morte continua a colpire, Kimberly dovrà affrontare sacrifici estremi per tentare di sovvertire le sue regole.

La spiegazione del finale del film

Nel finale di Final Destination 2, Kimberly, convinta di poter interrompere la catena della morte, si getta in un lago con la propria auto nel tentativo estremo di “morire” e quindi ingannare il disegno della Morte. Viene però salvata all’ultimo momento dal dottor Kalarjian, che la rianima con un massaggio cardiaco e le restituisce la vita. Questo gesto, almeno in apparenza, dovrebbe segnare la fine del ciclo fatale: Kimberly è tecnicamente “morta” e poi è “resuscitata”, riuscendo così a sfuggire al proprio destino. Il film si chiude quindi con una scena apparentemente più leggera, in cui Kimberly e Burke vengono invitati a un barbecue dalla famiglia Gibbons.

Andrew Airlie, A.J. Cook, Chilton Crane, Alf Humphreys e Michael Landes in Final Destination 2
Andrew Airlie, A.J. Cook, Chilton Crane, Alf Humphreys e Michael Landes in Final Destination 2. Foto di New Line – © 2003 New Line Cinema.

Uno dei membri di questa, Brian, sembra essere scampato alla morte grazie all’intervento di Rory, che lo aveva salvato da un’esplosione. Kimberly capisce subito cosa questo vuol dire, ma prima che possa intervenire in alcun modo, il ragazzo salta in aria a causa dell’esplosione di una griglia. Una morte che lascia ovviamente i presenti sconvolti. Questo momento finale, breve ma scioccante, dimostra che la Morte non si può sconfiggere, ha semplicemente rinviato la sua pretesa e che nessun intervento umano è davvero definitivo.

La scena non solo rafforza l’idea che la Morte abbia un piano ben preciso, ma anche che il tentativo di “rompere la catena” potrebbe essere solo un’illusione temporanea. Il significato profondo di questo finale è duplice. Da un lato, illude i personaggi e lo spettatore che ci sia un controllo possibile sul destino, suggerendo che con sacrifici e strategie si possa ingannare la Morte. Dall’altro, con la morte improvvisa di Brian, il film ribadisce brutalmente la regola fondante dell’intera saga: nessuno sfugge davvero. Anche i tentativi più audaci di sovvertire l’ordine naturale vengono inesorabilmente annullati.

La tensione costante tra libero arbitrio e predestinazione, già presente nel primo film, viene quindi qui portata a un nuovo livello di complessità. Questo finale imposta le basi per i capitoli successivi della saga. Da qui in avanti, i personaggi cercheranno non solo di evitare la Morte, ma di decifrare le regole con cui essa opera, esplorando nuovi stratagemmi e interpretazioni del “disegno” fatale. Il sacrificio, l’ordine inverso della morte, e il concetto di “salto” nella catena diventano temi centrali nei film successivi, rendendo Final Destination 2 non solo un sequel riuscito, ma un punto di svolta narrativo nell’evoluzione del franchise.

Final Cut: gli attori tagliati via dai film in fase di montaggio

Deve essere piuttosto spiacevole per un attore essere “tagliato via” in fase di montaggio. Capita spesso, in verità, che attori anche molto famosi partecipino a produzioni importanti, per poi non comparire nel final cut cinematografico.

Terrence Malick è molto noto a Hollywood per la sua indiscriminata abitudine a “fare fuori” i suoi attori, ma i casi in questione sono molti e vari.

Eccone alcuni:

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Fin: la Mattanza degli Squali, in arrivo il doc prodotto da DiCaprio su Discovery+

In un momento in cui l’attenzione alle tematiche ambientali è sempre più al centro di dibattiti politici e sociali, Eli Roth (Il giustiziere della notte – Death Wish, Il mistero della casa del tempo), regista, attore e produttore statunitense, presenta Fin: la Mattanza degli Squali, documentario di cui firma la regia e tra i più attesi a livello mondiale, che arriva in esclusiva su discovery+ dal 18 luglio. Il prossimo 24 luglio, inoltre, l’ambizioso progetto sarà premiato con l’Ischia – Docu Award nell’ambito del 19^ Ischia Global Film & Music Festival, nell’edizione dedicata al mare e all’ambiente.

Più di 100.000.000 squali vengono uccisi ogni anno in tutto il mondo, in gran parte a causa dello spinnamento, una pratica che consiste nella rimozione della loro parte più pregiata, le pinne, utilizzate per produrre la zuppa di pinne di squalo, specialità della cucina cinese. Parte da qui il viaggio di Eli Roth, che, con il supporto di scienziati, attivisti e ricercatori, viaggia tra Messico, Hong Kong, Liberia, Stati Uniti e Caraibi per documentare cosa si nasconde dietro l’assassinio di milioni di squali e denunciare l’operato delle organizzazioni criminali responsabili della loro decimazione.

Il progetto coinvolge due produttori esecutivi d’eccezione, che hanno sposato appieno la causa di Roth: il premio Oscar Leonardo DiCaprio, attivista e ambientalista da anni impegnato nella lotta al “climate change” e, l’attrice produttrice e attivista Nina Dobrev (The Vampire Diaries).

“FIN è il lungometraggio più spaventoso che io abbia mai realizzato. È sicuramente anche il più pericoloso, ma volevo lanciare un messaggio di speranza per porre fine all’ingiustificato massacro degli squali, che hanno un ruolo fondamentale nel mantenere in equilibrio gli oceani e meritano tutto il nostro rispetto”, ha dichiarato Eli Roth. “Volevo affrontare il problema della caccia agli squali in tutte le sue sfaccettature e sono sicuro che, con il supporto di una campagna d’azione organizzata, saremo in grado di attuare i cambi necessari per proteggere queste creature” continua il regista “Cinquant’anni fa il mondo si è unito per salvare le balene,i delfini, e le orche. È arrivato il momento di fare lo stesso per gli squali”. E sulla squadra di lavoro conclude “È un onore per me collaborare con Leonardo DiCaprio e presentare questo speciale al pubblico di discovery+”. 

Fin: la Mattanza degli Squali è scritto e diretto da Eli Roth, prodotto da Lionsgate e Pilgrim Media Group in associazione con Appian Away Productions. Il documentario è stato realizzato con il supporto di organizzazioni non profit come Oceana (a tutela degli oceani) Sea Shepherd (a salvaguardia della fauna ittica e degli ambienti marini) e Wild Aid (per la lotta al commercio illegale di specie selvatiche).

Filth: Spot tv e Featurette con James McAvoy

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Magnolia Picture & Magnet Releasing hanno pubblicato online, tramite il canale Youtube, uno spot e una featurette di Filth, adattamento cinematografico del romanzo del 1998 Il Lercio, scritto da Irvine Welsh, lo stesso scrittore di Trainspotting e Porno. Protagonista James McAvoy. 

Trama:

Con l’avvicinarsi delle vacanze natalizie, Bruce Robertson (James McAvoy), sergente della polizia misantropo, tossicodipendente e amante del sesso in tutte le sue forme, è incaricato di stanare il responsabile di un omicidio. Da sempre più interessato a prendersi gioco dei colleghi che non all’effettivo lavoro, Bruce ha però in mente altri problemi da risolvere e a cui dedicarsi, come ad esempio la ricerca spasmodica di alcuni spacciatori di ecstasy, la progettazione di un viaggio a luci rosse per i locali di Amsterdam, la risoluzione dei mille dissidi legati alla sua sporca vita sentimentale ormai alla totale deriva e, non ultimo, il peggioramento della sua salute mentale.

Filth è diretto da Jon S. Baird e uscirà a settembre in Gran Bretagna distribuito da Lionsgate. Nel cast ci sonoJames McAvoy, Jamie Bell, Jim Broadbemnt, Alan Cumming e Imogen Poots.

Fonte: Youtube Magnolia Picture & Magnet Releasing

Filth: recensione del film con James McAvoy

Filth: recensione del film con James McAvoy

Adattare un romanzo per il grande schermo è spesso un’operazione complessa e a doppio taglio, che può rivelarsi un clamoroso successo come un prevedibile insuccesso di pubblico e critica: il confronto tra l’originale cartaceo e la versione di celluloide si delinea, con prepotenza, nella mente dello spettatore. In alcuni casi è, però, sorprendentemente la seconda versione a vincere l’ipotetico match: vedere alla voce Filth, pellicola di Jon S. Baird uscita nel 2013 e mai distribuita in Italia, che è un adattamento del romanzo cult Il Lercio firmato nel 1998 da Irvin Welsh, autore di un altro capolavoro immortale e politicamente scorretto come Trainspotting.

Il protagonista e mattatore assoluto della scena è il sergente Bruce “Robbo” Robertson (James McAvoy), il lercio del titolo appunto, ribattezzato così per via delle nefandezze di cui è capace: un concentrato dei peggiori mali che si possano annidare nell’anima di ognuno di noi, scorretto, blasfemo, razzista, omofobo, sessista, egoista e amante di tutti i piaceri della vita- dal sesso, ai soldi, alla coca fino alle donne – Robbo vive la sua deragliata esistenza nella speranza di ottenere, ad ogni costo, la tanto agognata promozione all’interno del dipartimento: per ottenerla è disposto a tutto, cercando di sbaragliare la concorrenza dei suoi colleghi fino a complicare le indagini per l’omicidio di un ragazzo giapponese, in una sfida personale senza esclusione di colpi che lo dovrebbe riportare ad occupare, di nuovo, un prestigioso ruolo sociale e a riconquistare l’affetto della moglie Carole e della figlia, Stacey.

Baird riesce nell’impossibile: non solo porta sul grande schermo un romanzo complesso basato su molteplici focalizzazioni, ma addirittura lo migliora di gran lunga, come ha dichiarato entusiasta lo stesso Welsh.

Filth è un film sorprendente, che pur avendo come protagonista un personaggio palesemente detestabile, scorretto, cinico e a tratti disgustoso, riesce a creare comunque un’innata empatia con lo spettatore, forse per via delle sue debolezze che lo rendono, ai nostri occhi “umano troppo umano”, citando Nietzsche: ci si crogiola con piacere nei piccoli “orrori” quotidiani di cui è capace, apprezzando il suo sprezzante senso dell’umorismo e il suo cinico disincanto nei confronti della realtà.

Nel libro il barlume d’umanità insito nel cuore di tenebra di Robbo è affidato alla voce narrante della tenia, il parassita che vive annidato nel suo intestino; qui invece tutto viene affidato alla splendida sceneggiatura dai dialoghi taglianti e all’interpretazione strabiliante di James McAvoy, capace di rendere semplicemente irresistibile un personaggio odioso fin dal principio, in realtà un’anima dannata che cerca una buona occasione per redimersi dopo essersi lanciato, a folle velocità, in una implacabile discesa all’inferno senza possibilità di ritorno.

 

Filth, ecco il primo trailer ed il poster

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Filth, ecco il primo trailer ed il poster

James McAvoy è recentemente entrato in contatto con le sue radici scozzesi, recitando a teatro nel celebre Macbeth di Shakespeare, ma subito dopo è volato diritto a Glasgow per partecipare alla premiere del nuovo film Filth, violento ed allucinato action-thriller in cui incarna un ipercinetico tossicodipendente uscito direttamente dal famoso racconto dello scrittore Irvine Welsh. Dal primo trailer che proponiamo qui sotto, è chiaro come McAvoy si sia trovato dinnanzi ad una prova attoriale veramente sopra alle righe.

Filth

La trama vede un poliziotto corrotto determinato a ottenere una promozione e perciò disposto a fare tutto il possibile per fermare il proprio rivale Ray Lennox (Jamie Bell) e gli altri suoi colleghi. Tutto ciò ovviamente nelle pause tra una sniffata di cocaina e una notte brava al sapore di alcool. Il film è interpretato anche da Eddie Marsan, Jim Broadbent, Joanne Froggatt, Shirley Henderson, Kate Dickie e Imogen Poots, ed è diretto e adattato da Jon S. Baird.

Fonte: empire

Filth trailer red band con James McAvoy

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Filth trailer red band con James McAvoy

Ecco un trailer red band di Filth, adattamento cinematografico del romanzo del 1998 Il Lercio, scritto da Irvine Welsh, lo stesso scrittore dietro a Trainspotting e Porno. Protagonista incontrastato della storia è James McAvoy in una veste inedita!

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filth trailerCon l’avvicinarsi delle vacanze natalizie, Bruce Robertson (James McAvoy), sergente della polizia misantropo, tossicodipendente e amante del sesso in tutte le sue forme, è incaricato di stanare il responsabile di un omicidio. Da sempre più interessato a prendersi gioco dei colleghi che non all’effettivo lavoro, Bruce ha però in mente altri problemi da risolvere e a cui dedicarsi, come ad esempio la ricerca spasmodica di alcuni spacciatori di ecstasy, la progettazione di un viaggio a luci rosse per i locali di Amsterdam, la risoluzione dei mille dissidi legati alla sua sporca vita sentimentale ormai alla totale deriva e, non ultimo, il peggioramento della sua salute mentale.

Il film è diretto da Jon S. Baird e uscirà a settembre in Gran Bretagna distribuito da Lionsgate. Nel cast ci sono James McAvoy, Jamie Bell, Jim Broadbemnt, Alan Cumming e Imogen Poots.

Fonte: indiewire

Filth trailer e poster del film con James McAvoy

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Filth trailer e poster del film con James McAvoy

filth trailerEcco il primo trailer di Filth, adattamento cinematografico del romanzo del 1998 Il Lercio, scritto da Irvine Welsh, lo stesso scrittore dietro a Trainspotting e Porno.

Filth trailer :

Ecco il poster del film in cui il protagonista McAvoy cavalca un maiale:

filth poster james mcavoy

Con l’avvicinarsi delle vacanze natalizie, Bruce Robertson (James McAvoy), sergente della polizia misantropo, tossicodipendente e amante del sesso in tutte le sue forme, è incaricato di stanare il responsabile di un omicidio. Da sempre più interessato a prendersi gioco dei colleghi che non all’effettivo lavoro, Bruce ha però in mente altri problemi da risolvere e a cui dedicarsi, come ad esempio la ricerca spasmodica di alcuni spacciatori di ecstasy, la progettazione di un viaggio a luci rosse per i locali di Amsterdam, la risoluzione dei mille dissidi legati alla sua sporca vita sentimentale ormai alla totale deriva e, non ultimo, il peggioramento della sua salute mentale.

Il film è diretto da Jon S. Baird e uscirà a settembre in Gran Bretagna distribuito da Lionsgate. Nel cast ci sono James McAvoy, Jamie Bell, Jim Broadbemnt, Alan Cumming e Imogen Poots.

FILMMAKER programma venerdì 5 e sabato 6 dicembre

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FILMMAKER INTERNATIONAL FILM FESTIVALIl secondo week end di Filmmaker International Film Festival prende il via venerdì 5 dicembre alle 16.00 allo Spazio Oberdan con la proiezione di Rock Soup di Lech Kowalski. Girato in soli cinque giorni in un ruvido bianco e nero ispirato alle documentazioni fotografiche della Grande Depressione, il film racconta l’esperienza di un centro di accoglienza per homeless allestito nell’estate del 1989 a Tompkins Square, Lower East Side, New York. A pochi passi dai luoghi in cui è esploso il punk americano, si cucinano cibi con gli scarti dei ristoranti ma le autorità minacciano di smantellare tutto e la popolazione insorge.
Segue, alle 18.00, l’omaggio a Harun Farocki (1944 – 2014) con la proiezione di Zum Vergleich (In Comparison), film che, attraverso l’analisi delle diverse modalità di produzione dei mattoni, articola una riflessione più ampia sulla posizione dell’uomo all’interno della società capitalistica.
Alle 20.00 è in programma, per il Concorso, Ma’a al-Fidda (Silvered Water, Syria Self-Portrait) di Ossama Mohammed e Wiam Simav Bedirxan, indagine a due voci sulla rappresentazione della guerra in Siria attraverso i filmati caricati ogni giorno in rete.
Chiude la serata Lech Kowalski con D.O.A. (A rite of passage). Canto funebre del fenomeno punk, il documentario segue i Sex Pistols nel breve tour americano. La band è in procinto di sciogliersi, qualche mese dopo Sid Vicious verrà accusato dell’omicidio della compagna Nancy Spungen e morirà poi di overdose. Con D.O.A. Kowalski si impone all’attenzione del pubblico con un’opera folgorante e immediatamente di culto.
Parallelamente alla programmazione dello Spazio Oberdan, il Cinema Arcobaleno propone due film della sezione Prospettive: Hyperion di Maria Giovanna Cicciari e Giano di Francesco Dongiovanni. Entrambi gli autori saranno presenti in sala.
La serata di venerdì si conclude al MONO (via Lecco 6) con dj-set gratuito per gli abbonati di Filmmaker.

Sabato 6 dicembre il primo appuntamento è alle 14.30 allo Spazio Oberdan con L’occhio selvaggio di Paolo Cavara, un classico da recuperare, appena restaurato dalla Cineteca Nazionale di Roma. Il film è presentato da Alberto Pezzotta.
Alle 17.00, per la retrospettiva Lech Kowalski, il documentario On Hitler’s Highway. Il regista percorre la più antica autostrada europea costruita da Hitler per facilitare l’invasione dell’Est Europa. Lungo il viaggio incontra un’umanità derelitta e non riconciliata.
A seguire, alle 20.00 in Concorso, In Sarmatien (In Sarmatia) di Volker Koepp. La Sarmatia è nota, fin dagli antichi Greci, come una terra mitica, posta ai confini del mondo conosciuto. Oggi continua a essere una zona poco raccontata in cui si intrecciano i desideri di tradizioni diverse. Alla proiezione sarà presente il regista.
Alle 22.00, Fuori Concorso, Cavalo Dinhero (Horse Money) di Pedro Costa.
Al Cinema Arcobaleno, per la sezione Prospettive, sono in programma a partire dalle 19.30 Tyndall di Fatima Bianchi e L’albero di trasmissione di Fabrizio Bellomo. Entrambi gli autori saranno presenti in sala.

Per tutto il week end prosegue l’installazione San Siro di Yuri Ancarani alla GAM Galleria d’Arte Moderna.

Filmmaker Festival 2014: tutti i vincitori

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Si è chiusa ieri sera, lunedì 8 dicembre, con un bilancio molto positivo il Filmmaker Festival 2014. 108 i titoli presentati, 62 gli ospiti intervenuti, due le masterclass organizzate per un pubblico attento e numeroso che ha totalizzato circa 7000 presenze distribuite tra i cinema Arcobaleno, Palestrina, Oberdan e la Galleria d’Arte Moderna per l’installazione San Siro di Yuri Ancarani. Varie proiezioni hanno registrato il tutto esaurito in un’atmosfera di entuasiasmo e partecipazione.
Molto significativo il riscontro della giornata Industry organizzata in collaborazione con il Milano Film Network, cui hanno partecipato i principali produttori indipendenti del cinema italiano.

I premi:

A “Les Tourmentes” di Pierre-Yves Vandeweer (Belgio/Francia, 2014) è assegnato all’unanimità il primo premio del concorso di Filmmaker Festival, del valore di 3.000 euro, dalla giuria composta da Massimo D’Anolfi e Martina Parenti (registi), Filippo Mazzarella (critico cinematografico), Anna Milani (sindacalista), Tommaso Pincio (scrittore), Giovanni Spagnoletti (docente universitario).
“Una rappresentazione potente e visionaria della condizione umana in termini di smarrimento attraverso un esemplare slittamento del suono rispetto all’immagine”.

Il secondo premio, del valore di 1.250 euro, viene assegnato a maggioranza a “Sobre la Marxa (The Creator of the Jungle)” di Jordi Morato (Spagna, 2014): “una riflessione sul senso più profondo dell’arte, dove il puro gioco diventa un’irrinunciabile esperienza di crescita e continuo confronto con l’ambiente”.

Assegna una menzione speciale a “Ma’a Al-Fidda (Silvered Water, Syria Self-Portrait)” di Ossama Mohammed e Wian Simav Berdirxan (Siria/Francia 2014): “per la capacità di scardinare le certezze dello spettatore attraverso un’opera di forte impatto emotivo e politico, dimostrando al contempo una profonda consepevolezza nel dare forma e senso a immagini accessibili a tutti”.

Inoltre il Premio Giovani, del valore di 1.250 euro, assegnato da un gruppo di studenti di cinema delle università milanesi, è stato vinto da “Lupino” di François Farellacci: “per la spontaneità con cui l’autore dà spessore ai suoi personaggi. Nonostante la delicatezza e discrezione dello sguardo, “Lupino” riescie a catturare l’autenticità di un ambiente particolare come quello della periferia di Bastia, lasciando emergere un’adolescenza stretta tra ingenuità e violenza”.

Il premio Prospettive, del valore di 500 euro, è assegnato all’unanimità a “Tyndall” di Fatima Bianchi (Italia 2014) dalla giuria composta da Cristina Battocletti (giornalista), Minnie Ferrara (produttore), Davide Giannella (curatore) con la seguente motivazione: “per la capacità di scandagliare una dimensione intima e universale rimanendo in bilico tra registri differenti”.

Una menzione speciale va a “Ednina” di Jan Mozetic (Italia/Slovenia 2014) “per la capacità di raccontare per sottrazione le vite attraverso il collezionismo dei materiali di scarto e l’associazione di immagini sporche e di una voce poetica, priva di retorica”.

Filming Italy; il cinema incontra l’arte, il programma delle due date romane

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FILMING ITALY: IL CINEMA INCONTRA L’ARTE è un progetto innovativo organizzato da Associazione Agnus Dei di Tiziana Rocca in collaborazione con la Direzione Musei Statali della Città di Roma diretta dalla Dott.ssa Mariastella Margozzi e la direttrice del Pantheon l’arch. Gabriella Musto, rivolto al pubblico del cinema, che si pone l’ambizioso obiettivo di portare il cinema nei luoghi di cultura, alla luce del connubio fra il Cinema e la Storia nella città di Roma, con lo scopo di promuovere gli spazi culturali della Capitale e incrementarne la fruizione da parte di turisti e cittadini.

 “Questo è un progetto che ho fortemente voluto perché sono convinta che se l’arte ispira il cinema sia anche il cinema ad ispirare l’arte. E così apriremo le porte di due dei siti storici e museali più rappresentativi di Roma, il Pantheon e l’Ara Pacis, per un evento assolutamente inedito e unico nel suo genere, in cui il pubblico avrà per la prima volta l’occasione di partecipare a dibattiti con esperti di cinema, star internazionali e italiane, all’interno di monumenti mozzafiato”, dichiara Tiziana Rocca, General Director del Filming Italy.

Due saranno le giornate dedicate alle masterclass con diversi artisti del panorama cinematografico italiano e internazionale. Martedì 14 giugno è la volta della pluripremiata regista teatrale e cinematografica Julie Taymor, del protagonista della saga di Twilight, Billy Burke insieme al regista e produttore statunitense Steven Chester Prince, dell’attore, produttore e sceneggiatore Nick Vallelonga insieme alla star della serie televisiva Gomorra Salvatore Esposito e dell’attore americano Joe Cortese. Gli incontri saranno moderati dallo sceneggiatore, scrittore e VP di Variety, Steven Gaydos. Mercoledì 15 giugno vedrà il susseguirsi dell’icona del cinema italiano Sandra Milo, l’indimenticabile Sandokan, Kabir Bedi, il protagonista di This is us, Justin Hartley, la cantante e attrice argentina Lola Ponce e la star di Black Panther Winston Duke. Gli incontri saranno moderati dal giornalista di Variety, Nick Vivarelli. 

MARTEDÌ 14 GIUGNO, PRONAO DEL PANTHEON

Moderatore: Steven Gaydos, VP di Variety

Ore 18:00 – Julie Taymor (solo in streaming)

Ore 18:30 – Billy Burke & Steven Chester Prince

Ore 19:00 – Nick Vallelonga & Salvatore Esposito

Ore 19:30 – Joe Cortese

 

MERCOLEDÌ 15 GIUGNO, MUSEO DELL’ARA PACIS

Moderatore: Nick Vivarelli, giornalista di Variety

Ore 17:00 – Sandra Milo

Ore 17:30 – Kabir Bedi

Ore 18:00 – Justin Hartley

Ore 18:30 – Lola Ponce

Ore 19:00 – Winston Duke

Luogo di culto e contemplazione, da sempre il Pantheon sperimenta e accoglie la bellezza di una comunicazione con il pubblico e i pellegrini mediata anche dalle più differenti espressioni dell’arte, in una tensione costante verso la conoscenza. Con l’evento previsto al Pantheon nella serata del 14 giugno p.v., l’intenzione è quella di reinterpretare ancora una volta questa connotazione naturale del sito che apre i suoi spazi ad una originale forma di sperimentazione divulgativa della cultura cinematografica internazionale, grazie alla prestigiosa partecipazione della pluripremiata regista Julie Taymor e degli altri preziosi protagonisti delle masterclass.

Filming Italy Sardegna Festival: il programma della 5° edizione

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Filming Italy Sardegna Festival: il programma della 5° edizione

Presentata oggi in conferenza stampa la 5^ edizione di Filming Italy Sardegna Festival ideato e diretto da Tiziana Rocca, che si terrà dal 9 al 12 giugno a Forte Village di Cagliari. La manifestazione si è affermata come unica nel suo genere perché lega per la prima volta Cinema e Televisione con proiezioni, incontri e presentazioni di film e serie televisive, coinvolgendo le più importanti distribuzioni e produzioni del piccolo e grande schermo insieme ai colossi dell’entertainment VOD e televisivo. Anche quest’anno il Filming Italy Sardegna Festival si svolgerà in collaborazione con APA – Associazione Produttori Audiovisivi presieduta da Giancarlo Leone, con il Patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Cagliari, del Consorzio Costa Smeralda e con la collaborazione di Forte Village. La madrina di questa edizione sarà Donatella Finocchiaro, attrice dal talento straordinario e interprete di film di grandissimo successo.

“È con grande orgoglio e soddisfazione che oggi presento il programma della quinta edizione totalmente in presenza del Filming Italy Sardegna Festival. Sento di poter affermare che l’impegno e la costanza di questi ultimi mesi hanno portato ottimi frutti nella realizzazione di questa macchina produttiva che non si è mai arrestata, riuscendo a fidelizzare tanti importantissimi talent, internazionali e italiani, che dopo cinque anni considerano questo festival un punto di riferimento nel settore. Come uno dei pochissimi Direttori Artistici donna presenti in Europa, ammetto che le sfide e gli sforzi sono stati notevoli, considerate tutte le difficoltà legate a questo periodo, con particolare riferimento ai numeri del pubblico in sala che non sono ancora particolarmente incoraggianti. Il Filming Italy Sardegna Festival, viste le sue date, si è ritrovato a ricoprire il ruolo di apripista della stagione estiva cinematografica, e quest’anno più che mai non possiamo disattendere le aspettative, iniziando proprio dall’inaugurazione di una nuova sala all’aperto, per permettere al pubblico una più piacevole fruizione del nostro vastissimo programma. Tantissimi gli ospiti che saranno presenti al Festival e dialogheranno nelle masterclass con i giovani studenti delle scuole e delle università dell’Academy Cinema, tra questi, la pluripremiata regista teatrale e cinematografica Julie Taymor, i Premi Oscar Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo, Cuba Gooding Jr. e Regina King, e poi anche Can Yaman, Veronica Pivetti, James Franco, solo per citarne alcuni. Sono quasi 60 i titoli che presenteremo tra film, documentari e serie televisive, internazionali e italiani, molti dei quali in anteprima assoluta”, ha dichiarato Tiziana Rocca, General Director Filming Italy Sardegna Festival.

“Non abbandoneremo l’aspetto formativo che il Festival si è prefissato fin dalla sua prima edizione, coinvolgendo gli studenti di ben 20 scuole, che avranno la possibilità di seguire tutti gli eventi del festival dal vivo o tramite la piattaforma streaming, cosa che conferirà loro dei crediti formativi. E poi, grazie alla partnership con il Nuovo IMAIE, quest’anno anche alcuni attori esordienti potranno vivere il Festival e partecipare alle diverse masterclass. I temi di questa edizione si rivolgono alla Democrazia, alla Pace, all’Ambiente e all’Empowerment femminile, grazie sempre alla collaborazione con Women in Film, Television & Media Italia, sezione italiana dell’associazione internazionale che, promuovendo la parità di genere nell’industria dell’audiovisivo e dei media, incoraggia un cambiamento culturale che porti a una più adeguata e positiva rappresentazione della donna nei contenuti di cinema e televisione. Voglio ringraziare a tal proposito la madrina di questa edizione, Donatella Finocchiaro, e naturalmente anche il Governatore della Regione Autonoma della Sardegna, Christian Solinas, l’Assessore regionale del Turismo, Commercio e Artigianato della Sardegna, Giovanni Chessa, e Lorenzo Giannuzzi, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Forte Village. E un sentito grazie a tutti coloro che insieme a noi ci hanno creduto fin dalla prima edizione e continuano a crederci, per un Festival sempre più ricco di proiezioni, incontri e presentazioni di film e serie televisive”.

Il Governatore della Regione Autonoma della Sardegna, Christian Solinas, ha dichiarato: “La Sardegna ospita ancora una volta, e ne è orgogliosa, una manifestazione cinematografica la cui eco a livello internazionale rappresenta una straordinaria occasione di promozione della nostra Isola, che si conferma ancora una volta una terra ricca di fascino, attrattiva e dalle molteplici potenzialità”. Il Presidente Solinas ribadisce l’importanza dell’industria cinematografica e l’impegno della Regione nel sostenere un comparto importantissimo, duramente colpito dagli effetti della pandemia. “Continuiamo a supportare con impegno il settore e tutte le professioni che ad esso sono legate e accogliamo anche quest’anno con grande entusiasmo il Filming Italy Sardegna Festival arrivato alla sua quinta edizione, che riteniamo importantissimo per la Sardegna. Una iniziativa di grande prestigio che contribuisce a esportare l’immagine di un’Isola dalle bellezze straordinarie, sostenibile e ricca di potenzialità. Questa è la risposta migliore al difficile momento che stiamo vivendo, che desideriamo sia segnato dalla nostra grande voglia di ripartire e di crescere”.

“Sono orgogliosa di essere stata scelta come madrina di un festival del cinema in cui la donna ha un posto centrale, in cui viene fatta luce sul talento e sulla grande potenzialità del femminile”, ha dichiarato l’attrice Donatella Finocchiaro, madrina di questa edizione.

“Il Filming Italy Sardegna Festival è un meraviglioso progetto nel quale abbiamo creduto fortemente sin dalla sua prima edizione. Grazie alla forte determinazione di Tiziana Rocca e al prezioso supporto della Regione Sardegna, siamo riusciti a realizzare una manifestazione dal calibro internazionale che, in pochi anni, è diventata un appuntamento imperdibile nel calendario dei festival del cinema più importanti. Non vediamo l’ora di poter ospitare questa nuova edizione nella suggestiva location del Forte Village e di far scoprire alle grandi star coinvolte, ma anche ai giornalisti ed agli addetti ai lavori, la straordinaria unicità del nostro Resort e della Sardegna”, afferma Lorenzo Giannuzzi, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Forte Village.

Oltre al nome della madrina di questa edizione, Donatella Finocchiaro, sono stati svelati i primi talent che prenderanno parte alla kermesse in Sardegna e che saranno protagonisti di alcune masterclass con gli studenti, tra questi: la pluripremiata regista teatrale e cinematografica Julie Taymor, che presenterà al pubblico due dei suoi maggiori successi, Across the Universe e Titus; l’attore Josh Hartnett, che sarà presidente della giuria dei cortometraggi; gli scenografi Premio Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo; Winston Duke, protagonista di Black Panther, che riprenderà il ruolo nel secondo film della saga in uscita a fine anno negli Stati Uniti; l’attore venezuelano Édgar Ramírez; la pluripremiata attrice francese Anne Parillaud; il protagonista della saga di Twilight, Billy Burke; l’attore Jeremy Piven; l’indimenticabile Sandokan, Kabir Bedi; l’attore e modello spagnolo Maxi Iglesias; la star americana James Franco; i pluripremiati attori e Premio Oscar Cuba Gooding Jr. e Regina King; la star di This is us, Justin Hartley; il protagonista di Bridgerton, Jonathan Bailey; l’attrice Kate Walsh; l’attrice e modella Annabelle Belmondo; e Joe Cortese. In rappresentanza del cinema italiano, saranno presenti: Raoul Bova; Veronica Pivetti, che presenterà il suo ultimo libro, “Tequila bang bang”; Massimo Ghini; Teresa Saponangelo; Euridice Axen; Rossella Brescia; Marcello Fonte; Giuseppe Zeno; Jasmine Trinca; Frank Matano; Filippo Nigro; Massimiliano Bruno; Roberto Farnesi; Anna Safroncik; Nicole Grimaudo; Antonia Liskova; Sarah Felberbaum; Carlotta Natoli; Giulio Scarpati; e Nina Zilli per la musica.

Atteso ospite del Festival è anche l’attore Can Yaman, che presenterà il suo libro, l’autobiografia Sembra strano anche a me, oltre alle nuove iniziative con la sua associazione solidale. Can sarà premiato infatti con il Filming Italy Creativity Award per l’Associazione “Can Yaman For Children”, nata nel 2021 con l’obiettivo di aiutare i più piccoli con donazioni e attività filantropiche. Can ha dichiarato: “Il mio sogno più grande? Quello di poter vedere i bambini ricoverati in ospedale tornare a giocare. Stiamo progettando eventi benefici per sostenere i più deboli, perché è bello condividere e regalare una speranza non solo ai bambini ma anche alle loro famiglie”.

Adriano Panatta, uno dei più grandi talenti del tennis italiano, sarà presente insieme al regista e produttore cinematografico Domenico Procacci per presentare Una Squadra, la nuova docuserie prodotta da Fandango, Sky e Luce Cinecittà e diretta dallo stesso Procacci, che racconta la storia della Nazionale italiana di tennis vincitrice della Coppa Davis nel 1976.

Steven Gaydos di Variety conferirà un premio alla memoria di Ray Liotta, per ricordare un grande attore e protagonista del cinema internazionale, oltre che un grande amico. Per l’occasione sarà proiettato il film diretto da Alan Taylor di cui Liotta è protagonista, The Many Saints of Newark.

Ritorna anche in questa edizione lo storico premio dedicato al maestro Nanni Loy, uno dei registi più interessanti e visionari della nostra tradizione cinematografica e televisiva. Il Premio Nanni Loy ideato dal giornalista Antonello Sarno quest’anno andrà agli attori Massimo Ghini e Veronica Pivetti, oltre che a Massimiliano Bruno come sceneggiatore e un premio speciale alla memoria del cinema ad Istituto Luce Cinecittà, che verrà ritirato da Nicola Maccanico, Amministratore Delegato di Cinecittà S.p.A.

Tra i film in anteprima, una delle ultime produzioni Netflix, girato tra gli Stati Uniti e l’Italia Love & Gelatodi Jenna Evans Welch, tratto dall’omonimo best seller. Il film di apertura del festival sarà Jurassic World – Il dominio, ultimo capitolo del franchise targato Universal Pictures che immergerà il pubblico di tutte le età in una nuova era di meraviglie ed emozioni in cui i dinosauri e l’umanità dovranno imparare a convivere. La proiezione si terrà la sera di giovedì 9 giugno all’Open Cinema Theater del Forte Village. A chiudere il festival, la sera di domenica 12 giugno, in anteprima mondiale il film diretto da Daniel Adams che vede Jeremy Piven tra i protagonisti, The Walk. Tra le proiezioni internazionali, anche: il film in live-action Sonic 2; The Lost City con Sandra Bullock e Channing Tatum; il film campione di incassi con Tom Cruise, Top Gun: Maverick; in anteprima assoluta il film horror finlandese The Twin; Io e Lulù con Channing Tatum; La figlia oscura di Maggie Gyllenhaal con Dakota Johnson; l’ultimo capitolo della saga, The Batman, con Robert Pattinson; Animali Fantastici – I Segreti di Silente; L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat; il live-action Cip & Ciop agenti speciali; l’ultimo capito della saga Marvel che ha come protagonista Benedict Cumberbatch, Doctor Strange nel Multiverso della Follia; Nine days con Winston Duke; Bad Roads – Le strade del Donbass della regista ucraina Natalya Vorozhbit.

Il film scelto da Variety per la selezione Variety Choise è Divine Access di Steven Chester Prince.

Tra i film italiani in programma: Il sesso degli angeli di Leonardo Pieraccioni; Bla Bla Baby di Fausto Brizzi; Marcel di Jasmine Trinca; Corro da te di Riccardo Milani; Ghiaccio di Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis; Gli idoli delle donne con Lillo e Greg; Occhiali neri di Dario Argento; La cena perfetta di Davide Minnella; Non mi lasciare di Ciro Visco; Il muto di Gallura di Matteo Fresi; Mancino naturale di Salvatore Allocca; Femminile singolare con Monica Guerritore e Catherine Deneuve; Tapirulàn di Claudia Gerini; Hill of Vision di Roberto Faenza; Toilet di Gabriele Pignotta, con una delle performance che accompagneranno il film nella sua uscita nelle sale; I nostri fantasmi di Alessandro Capitani; E buonanotte di Massimo Cappelli; Le fantasie di David e Stéphane Foenkinos; Sorelle per sempre con Donatella Finocchiaro; e la trilogia C’era una volta il crimine di Massimiliano Bruno.

I documentari che verranno proiettati durante il Festival sono: Underwater di Sara Ristori su Federica Pellegrini, una delle più grandi campionesse di tutti i tempi; L’altro buio in sala di Ciro Formisano; Luigi Proietti detto Gigi di Edoardo Leo; We feed people di National Geographic diretto da Ron Howard; Una squadra di Domenico Procacci; Pietro il Grande diretto da Antonello Sarno, dedicato a Pietro Coccia, uno dei più talentuosi fotoreporter del cinema italiano; Butterfly diretto da Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman; Conversazioni atomiche di Felice Farina; Cuban dancer di Roberto Salinas.

Ampio spazio anche per le serie televisive, tra queste: le seconde stagioni delle serie targate Sky, Euphoria e Diavoli; Hotel Portofino di Adam Wimpenny; A casa tutti bene di Gabriele Muccino; Il Redi Giuseppe Gagliardi; la serie di Raiplay Il Santone con Neri Marcorè e Carlotta Natoli; la prima puntata della sesta stagione della serie di RAI1 Il paradiso delle signore.

In programma sabato 11 giugno alle ore 12:00 un panel istituzionale in collaborazione con APA – Associazione Produttori Audiovisivi, che vedrà coinvolti i maggiori esponenti del settore culturale e cinematografico nazionale, dal titolo: “Opere audiovisive senza frontiere, da uno schermo all’altro, da un Paese all’altro. Investire di più sulle qualità dei prodotti nazionali per affermare la nostra industria a livello internazionale”. Moderato da Simone Gialdini, Direttore Generale Anec, al panel prenderanno parte: la Senatrice Lucia Borgonzoni, Sottosegretario di Stato MiC; Nicola Borrelli, DG Cinema; Giancarlo Leone, Presidente A.P.A – Associazione Produttori Audiovisivi; Marta Donzelli, Presidente CSC; Roberto Stabile, Responsabile Progetti Speciali MiC presso Cinecittà; Steven Gaydos, Vicepresidente di Variety; Mario Lorini, Presidente Anec; Luigi Lonigro, Presidente Nazionale Distributori Anica; Paolo Del Brocco, DG Rai Cinema; Chiara Sbarigia, Presidente Luce Cinecittà SpA; Andrea Scrosati, AU – CEO Continental Europe Fremantle; Piera Detassis, Presidente e Direttore Artistico dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello; Maria Pia Ammirati, Direttore di Rai Fiction; Daniel Frigo, Country Manager AU Board Member – The Walt Disney Company Italy.

Grazie alla collaborazione con il NUOVO IMAIE, è in programma una masterclass speciale in cui quattro giovani attori, appartenenti alla collecting, avranno modo di confrontarsi con alcuni dei protagonisti del cinema italiano e internazionale. Gli attori scelti per questa edizione sono: Luca Filippi (Hammamet di G. Amelio), Virginia Apicella (Nostalgia di M. Martone, Amore Postatomico di V. Caiazzo), Rausy Giangarè (Buongiorno Mamma) e Giuseppe Maggio (Baby, Quattro metà, Sul più bello). “È una collaborazione innovativa quella con il Filming Italy Sardegna Festival – ha dichiarato il Presidente del NUOVO IMAIE Andrea Miccichè – che ci rende particolarmente lieti. Dov’è prevista la presenza dei giovani talenti, come in questo caso, con masterclass e incontri con i produttori, la nostra collecting è sempre ben lieta di fornire il proprio sostegno agli Artisti, Interpreti, Esecutori emergenti, favorendo loro concrete opportunità di crescita umana e professionale”.

Confermata la vicinanza alle donne, si rinnova la collaborazione con Women in Film, Television & Media Italia, associazione no-profit nata negli anni ‘70 negli USA e arrivata in Italia nel 2018, dove è diventata un punto di riferimento nel settore audiovisivo e media. In questa occasione, Women in Film, Television & Media Italia presenterà: il documentario di Alessia Bottone, La Napoli di mio padre; il film giapponese Haiku on a Plum Tree di Mujah Maraini-Melehi; e il cortometraggio prodotto da Matteo Rovere e diretto da Roberta Palmieri, Capitan Didier.

Anche quest’anno, il maestro orafo Gerardo Sacco, con l’estro e lo stile unico che lo contraddistinguono, realizzerà in esclusiva i premi per il Festival. “Ho realizzato quest’opera fusa in perspex riciclabile, con una colonna che sostiene in cima due maschere, una in argento e l’altra in argento placcata oro. Sulla colonna la scritta Peace e la famosa frase che pronuncia Dante all’uscita dell’Inferno …e quindi uscimmo a riveder le stelle, messaggio di pace molto attuale in questo periodo”.

Filming Italy Sardegna Festival si avvale della partnership con Italy for Movies (www.italyformovies.it), il portale delle location e degli incentivi alla produzione realizzato in collaborazione con Cinecittà e conItalian Film Commissions e coordinato dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo del MiC. Il portale, disponibile anche in versione app scaricabile sugli store digitali, fornisce tutte le informazioni utili su location e incentivi disponibili per chi vuole girare in Italia il proprio film, oltre a notizie di settore e tantissime curiosità e suggerimenti di viaggio per gli appassionati che vogliono visitare i luoghi dei film.

In collaborazione con l’Università degli Studi di Cagliari e con il Professore Ordinario di Linguistica Italiana presso l’Università degli Studi di Cagliari, Massimo Arcangeli, dopo il successo delle scorse edizioni, anche quest’anno si è deciso di istituire un premio dedicato ai corti cinematografici: Filming Italy Sardegna – In Corto (V edizione). I temi fissati per l’iniziativa, come nella scorsa edizione, sono due: Democrazia e pace e Women empowerment e integrazione. L’attore internazionale Josh Hartnettsarà a capo della giuria d’eccezione dedicata a questa sezione, composta da Annabelle Belmondo, Emanuela Postacchini, Anna Safroncik, Steven Gaydos, Nick Vivarelli, Stefano Arduini, Vito Sinopoli, Andrea Minuz, oltre al Professor Massimo Arcangeli e Tiziana Rocca. I due corti vincitori (uno per ciascun tema) saranno trasmessi su Rai Cinema Channel e sulla piattaforma MyMovies.

Tanti i personaggi presenti in Sardegna durante le quattro edizioni precedenti: Harvey Keitel, Elena Sofia Ricci, Elizabeth Olsen, Heather Graham, Valeria Golino, Vanessa Hudgens, Claudia Gerini, Marta Nieto, Martina García, Rachel Brosnahan, Darko Perić, Valeria Mazza, Claudio Bisio, Sabrina Impacciatore, Gianmarco Tognazzi, Tosca, Roberta Giarrusso, Lina Sastri, Remo Girone, Giulia Bevilacqua, Daniele Pecci, Margareth Madè, Giuseppe Zeno, Susy Laude, Dino Abbrescia, Adolfo Margiotta, Elisa Amoruso, Francesca Archibugi, Paola Cortellesi, Riccardo Milani, Matt Dillon, Isabelle Huppert, Carol Alt, Ilenia Pastorelli, Toby Jones, Eva Longoria, Joaquim de Almeida, Michele Placido, Annabelle Belmondo, Catrinel Marlon, Cristina Comencini, Joanne Froggatt, Paolo Genovese, Sylvia Hoeks, Paola Minaccioni, Maria Sole Tognazzi, Marta Milans, Violante Placido, Ficarra e Picone, Gabriele Muccino, Marisa Tomei, Arisa, Giorgio Pasotti, Nat Wolff, Darren Criss, Lola Ponce, Melissa George, Jesse Williams, Stefania Spampinato, Martina Colombari, Erin Richards, Patricia Arquette, William Baldwin, Enrico Brignano, Isabella Ferrari, solo per citarne alcuni.

Tra le scuole e le accademie che hanno dato adesione al Filming Italy Sardegna Festival 2022: Teatro Azione; Accademia Teatrale Veneta; Laboratorio di Arti Sceniche diretto da Massimiliano Bruno; Accademia Nazionale del Cinema; Accademia di Cinema e Televisione Griffith; Cesena Film Academy; Civica Scuola di Cinema “Luchino Visconti”; Scuola di Cinema Immagina; Scuola Mohole; ICA International Cinema Academy; Università degli Studi di Cagliari; Sapienza Università di Roma; Fondazione Unicampus San Pellegrino; Luiss Business School; Accademia Internazionale di Teatro; Scuola d’Arte Cinematografica Florestano Vancini; Scuola di Cinema di Napoli.

Filming Italy – Los Angeles, al via la VI edizione, dal 18 al 21 marzo

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Al via la sesta edizione di Filming Italy – Los Angeles con l’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles che si terrà da oggi 18 marzo fino al 21 marzo 2021 a Los Angeles con modalità al 90% in streaming, in collaborazione con APA (Associazione Produttori Audiovisivi) e sotto gli auspici dell’Ambasciata d’Italia a Washington e del Consolato Generale d’Italia a Los Angeles.

Creato e organizzato da Tiziana Rocca, Agnus Dei e Valeria Rumori, Istituto Italiano di Cultura Los Angeles, Filming Italy – Los Angeles oltre a promuovere l’Italia come set cinematografico e ponte tra la cultura italiana e americana, sostiene la crescita culturale italiana attraverso il suo cinema, l’internalizzazione dei prodotti dell’audiovisivo italiani e supporta le relazioni interculturali tra i vari registi, produttori ed artisti. Il Festival, che sarà introdotto dall’Ambasciatore d’Italia a Washington Armando Varricchio e verrà concluso da Silvia Chiave, Console Generale d’Italia a Los Angeles, quest’anno è dedicato alla memoria di Lorenzo Soria, ex presidente della HFPA, che ha sempre supportato la manifestazione fin dalla sua prima edizione.

Diverse le novità annunciate negli ultimi giorni: proprio ieri Matteo Garrone ha ricevuto dal vivo il Filming Italy Best Movie Award per la regia del film Pinocchio, candidato ai prossimi Premi Oscar per il Miglior Trucco e i Migliori Costumi. Il Festival avrà l’onore di avere come promozione del made in Italy i costumi del film Pinocchio, realizzati della Sartoria Tirelli e disegnati da Massimo Cantini Parrini, nominato come Best Costume Design agli Oscar 2021. Ma non sarà l’unico candidato agli Oscar di quest’anno che prenderà parte al festival: Edoardo Ponti riceverà infatti il Filming Italy Los Angeles Best Director per “The Life Ahead”, candidato con Laura Pausini nella categoria della Miglior canzone originale. Ai numerosi talent coinvolti nelle 26 masterclass si aggiunge anche l’attore americano Winston Duke. Carosello Carosone, film diretto da Lucio Pellegrini che racconta l’ascesa ai vertici delle classifiche internazionali di Renato Carosone, il musicista italiano più famoso al mondo, inaugurerà in festival oggi alle ore 20:00 (Pacific Time). Molte anche le scuole teatrali e cinematografiche che hanno aderito al festival, tanto che la sala virtuale è passata da 1500 a 2000 posti per permettere a tutti gli studenti di partecipare.

A SEGUIRE TUTTI I TALENT COINVOLTI NEI WEBINAR

Giovedì 18 marzo è la volta di: Oliver Stone; Edoardo Ponti, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Best Director per “The Life Ahead”; Gabriele Salvatores, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Best Documentary per “Fuori era primavera – Viaggio nell’Italia del lockdown”; Tiziano Ferro, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Best Documentary per “Ferro”; Claudia Gerini, che riceverà il Filming Italy Award e il premio speciale “LAZIO TERRA DI CINEMA” consegnato dal Dott. Albino Ruberti “All’attrice che la Regione Lazio ha scelto per rappresentare l’Italia”; Sidney Sibilia insieme a Lucio Pellegrini; Giulio Base; Maria Sole Tognazzi; Paola Cortellesi, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Best Actress in a Tv Seriesper “Petra”.

Nelle masterclass di venerdì 19 marzo: Jackie Cruz; John Turturro; Carol Alt; Cecilia Peck, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Woman Power Tv Series per “Seduced: Inside the NXIVM Cult”; i Premi Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, che riceveranno il Filming Italy Los Angeles Achievement Award; Valentina Lodovini, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Best Actress per “10 giorni con Babbo Natale”; Gianmarco Tognazzi.

Sempre il 19 marzo è in programma il panel istituzionale: “Film, fiction e documentari “one off” alla prova dello streaming. Da necessità a virtù: come si è integrata la strategia distributiva nell’era della pandemia e quali le conseguenze sulla creatività e sulla produzione cinematografica”, a cui prenderanno parte Paolo Del Brocco (AD RAI Cinema), Steven Gaydos (Vice President, Executive Editor at Variety), Francesco Bruni (Presidente dell’Associazione 100Autori), Patrick Corcoran (Vice Presidente National Association of Theatre Owners), Giancarlo Leone (Presidente APA), Mario Lorini (Presidente ANEC), Carlo Verdone (Regista), Roberto Stabile (Responsabile delle Relazioni Internazionali  ANICA), Piera Detassis (Presidente e Direttore Artistico dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello). Ci sarà anche un videomessaggio di Nicola Borrelli (Direzione Generale Cinema Audiovisivo – MiBACT), modererà l’incontro Nick Vivarelli di Variety.

Sabato 20 marzo si alterneranno: Jean Sorel; Vincent Spano; Stefania Sandrelli, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Achievement Award; Alice Rohrwacher e JR; e Susanna Nicchiarelli, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Best Director per “Miss Marx”.

Chiuderanno il festival domenica 21 marzo: Elena Sofia Ricci, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Best Actress in a Tv Movie per “Rita Levi-Montalcini”; Bella Thorne, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Best Actress; Giovanni Veronesi, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Best Director per “Tutti per 1 – 1 per tutti”; Margherita Buy, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Pomellato Award; Rocco Papaleo; e Winston Duke.

Nel corso di Filming Italy Los Angeles 2021, Carlo Verdone e Margherita Buy riceveranno il premio dell’Istituto di Cultura IIC Los Angeles Creativity Award, riconoscimento all’eccellenza italiana nel mondo in ogni settore creativo. Già assegnato a personalità di rilievo per il cinema – fra gli altri Monica Bellucci, Claudia Cardinale, Gina Lollobrigida, Claudia Gerini, Mario Martone, Gianfranco Rosi, Lina Wertmüller e Gabriele Salvatores – il premio consiste in un’opera originale creata appositamente per l’Istituto dal noto artista e stilista Emilio Cavallini, ispirata al soffitto del Pantheon di Roma.

Altri artisti invece saluteranno e presenteranno i propri film al pubblico prima delle proiezioni, tra questi: Serena Rossi, Giampaolo Morelli, Valeria Golino, Giorgio Pasotti, Marco Bocci, Fabio De Luigi, Pietro Castellitto; i fratelli D’Innocenzo, Lillo, Andrea Delogu, Ginevra Elkann, lo scenografo Dimitri Capuani, lo scrittore Stefano Pistolini e Maria Pia Ammirati, Direttore di RAI Fiction, che presenterà Carosello Carosone, film di apertura del festival. E inoltre: Thierry Frémaux, il Direttore del Festival di Cannes, che per celebrare i 125 anni dalla nascita del Cinema introdurrà con un video speciale il film Lumière! La scoperta del Cinema; Marco Tardelli, che presterà la sua voce per introdurre il docufilm su Paolo Rossi.

Più di 50 i titoli che verranno proiettati durante il Festival, tra film, serie televisive, cortometraggi e docu-film italiani, visti durante l’ultima stagione cinematografica e molti ancora inediti a livello mondiale.

“La decisione di far rientrare questa iniziativa nelle celebrazioni per i 160 anni dei rapporti bilaterali tra Italia e Stati Uniti, vuole riconoscere il ruolo centrale che il cinema ha avuto, negli anni, nel rafforzare la salda amicizia tra i nostri Paesi. Innumerevoli storie, immagini, volti e paesaggi raccontati con la forza inimitabile racchiusa nella pellicola, hanno segnato il rapporto profondo tra i nostri Paesi e plasmato la cultura popolare delle due società. In questi momenti complessi, avremo l’occasione, tramite questo Festival, di riflettere su temi di grande attualità: dall’eguaglianza di genere al futuro delle giovani generazioni. Sono particolarmente lieto che anche in questo percorso saremo accompagnati, ancora una volta, dalla saggezza e dalla conoscenza tramandateci da Dante Alighieri grazie alle iniziative previste in occasione del DanteDi’, anche in collaborazione con Filming Italy – Los Angeles“, sottolinea l’Ambasciatore d’Italia a Washington, Armando Varricchio.

“Il programma del Filming Italy Los Angeles di quest’anno è ricco e vario come non mai: avremo più di 50 titoli tra film, serie televisive, cortometraggi e docu-film italiani, molti dei quali ancora inediti in tutto il mondo. Abbiamo organizzato 26 masterclass e diversi panel con tantissimi ospiti e artisti italiani e internazionali, come Oliver Stone e Tiziano Ferro, in cui affronteremo il futuro della settima arte, messo così a repentaglio dalla pandemia e dal lockdown. E poi Matteo Garrone, con il suo Pinocchio candidato a due Premi Oscar e Edoardo Ponti candidato con Laura Pausini nella categoria della Miglior canzone originale in La vita davanti a sé. Ma parteciperà anche tutto l’indotto del cinema italiano e le arti, con le maggiori maestranze in rappresentanza, come i migliori costumi, le migliori scenografie e i migliori effetti visivi”, ha dichiarato Tiziana Rocca, che è anche Direttore artistico del Festival. “E poi sono particolarmente onorata che il Filming Italy Los Angeles sia stato scelto dall’Ambasciata d’Italia a Washington tra gli eventi per rientrare nelle celebrazioni per i 160 anni dei rapporti bilaterali tra Italia e Stati Uniti, proprio per il ruolo centrale che il cinema ha avuto, negli anni, nel rafforzare la salda amicizia tra i due Paesi”.

“L’edizione 2021 dell’atteso Filming Italy Los Angeles è un’edizione unica, la prima interamente digitale e offrirà quest’anno un panorama ancora più ricco del cinema italiano”, afferma Valeria Rumori, Direttore dell’Istituto di Cultura di Los Angeles. “Vedrà coinvolti noti artisti italiani ed internazionali, con l’obiettivo di valorizzare e promuovere l’Italia, la sua lingua, la sua arte ed i suoi territori. L’Istituto di Cultura dedica particolare attenzione nel corso dell’anno alla promozione del cinema italiano, con iniziative dedicate nel Sud Ovest degli Stati Uniti, presentate anche con partner italiani e locali. A Los Angeles si commemoreranno inoltre i 700 anni dalla morte di Dante con diverse manifestazioni organizzate dall’Istituto durante tutto l’anno, tra queste l’originale Dante on Film sull’importanza del poeta nel cinema americano.

Il 25 marzo sarà infatti la giornata ufficiale dedicata a Dante Alighieri in Italia e nel mondo, e verrà presentato il Filming Italy LA: Dante 700: una rassegna che includerà la proiezione del film muto L’inferno di Francesco Bertolini con la Cineteca di Bologna, oltre ad esclusive letture dantesche da parte di ospiti d’eccezione. Tra questi: Danny Huston, William Baldwin, Gina Lollobrigida, Michele Placido, Monica Guerritore, Claudia Gerini, Monica Bellucci e Salvatore Esposito. Le iniziative sono organizzate dall’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles con Agnus Dei Production sotto gli auspici dell’Ambasciata d’Italia a Washington e del Consolato Generale d’Italia di Los Angeles. Filming Italy LA: Dante 700 sarà presentato in collaborazione anche con gli Istituti Italiani di Cultura di Chicago, New York, San Francisco e Washington”.

Tiziano Ferro ha dichiarato: “Esserci al Filming Italy ha tanti significati per me. Come italiano nel mondo, onorato di portare l’Italia nel cuore e nei miei progetti. E come uomo che, trasferitosi a Los Angeles, ha bisogno di sentire l’Italia vicina. Il mio documentario è una fotografia, un’esperienza dettata da un’urgenza, quella di raccontare ‘la soluzione’. Ricevere questo premio è un privilegio inaspettato, che aggiunge valore a questa esperienza unica”.

“Sono molto felice di partecipare per il secondo anno consecutivo al Filming Italy Los Angeles, che mi ha portato tanta fortuna, perché nonostante il Covid sto attraversando un momento di grande trasformazione, evoluzione e creatività”, ha dichiarato Claudia Gerini, Presidente onorario di questa edizione. “Il mondo della cultura, sia italiano che internazionale, ha bisogno di sostegno, bisogna mandare un segnale di ripartenza e speranza per il futuro, perché, nonostante io abbia preso parte a numerose produzioni quest’anno, il teatro e tutta la categoria degli attori, come tante altre, sta attraversando un momento di grande difficoltà. Questo Festival è una testimonianza di forza e di impegno, coniugata soprattutto al femminile. Con la passione che abbiamo per il nostro lavoro, ci uniamo tutti insieme per parlare di cinema, storia e cultura in questo contenitore così prestigioso. Sono al fianco di Tiziana Rocca in questa bellissima iniziativa culturale: grazie Tiziana per avermi dato questa opportunità”. L’attrice italiana aprirà il festival con una speciale masterclass in streaming. Il Presidente onorario in rappresentanza degli Stati Uniti sarà l’attore Harvey Keitel.

I temi che il Festival approfondirà quest’anno, attraverso le proiezioni di film, serie TV, docufilm inediti e non inediti, cortometraggi e anche all’interno delle masterclass, saranno i diritti umani, il futuro dei giovani, le pari opportunità con la valorizzazione delle donne nel mondo del Cinema e la ripartenza della macchina cinematografica e televisiva dopo il lockdown. Confermata anche quest’anno la collaborazione con Women in Film, TV & Media Italia. Nato a Los Angeles, WIF sostiene le donne che lavorano nel mondo del cinema e dietro la macchina da presa dal 1973. Oggi le organizzazioni WIF in tutto il mondo stanno lavorando per un settore più equo attraverso programmi di sensibilizzazione, incentivi e sostegno legale. Da questa partnership è nato il premio “Woman Power Award”, per supportare le donne del mondo del cinema: sceneggiatrici, attrici e produttrici di talento.

Filming Italy – Los Angeles, in modalità quasi interamente digitale, si terrà sulla piattaforma streaming MyMovies, che creerà per l’occasione una sala virtuale da 1500 posti per il pubblico di Los Angeles, che comprende anche produttori, distributori, artisti e dipartimenti di italiano e cinema di università locali.  Le proiezioni online saranno visibili solo negli Stati Uniti e rispetteranno i parametri previsti di sicurezza e protezione informatica con Hollywood Grade DRM.

Tra i premiati delle scorse edizioni del Filming Italy: Gina Lollobrigida, Rosario Dawson, Monica Bellucci, Abrima Erwiah, Paz Vega, Danny Huston, Vincent Spano, Oliver Stone, Valeria Golino, Riccardo Scamarcio, Cecilia Peck, Jonàs Cuaròn, Jeremy Renner, Andie MacDowell, Nat Wolff, Zack Peck, Lola Karimova, Spike Lee, David Cronenberg, Claudia Cardinale, Edward James Olmos, Raoul Bova, Nolan Funk, Bella Thorne, Halston Sage, Steven Gaydos, Salvatore Esposito.

Al Filming Italy Los Angeles 2021 la Regione Lazio presenta le opportunità messe in campo per il mondo dell’audiovisivo, un comparto che ha visto in questi anni crescere nel Lazio la presenza delle coproduzioni internazionali grazie alle tante misure di sostegno al settore, tra cui il bando “Lazio Cine-International”, giunto alla quinta annualità con uno stanziamento complessivo di 43.817.534 euro. Con “Lazio Cine- International” sono state sostenute importanti pellicole girate nelle location del Lazio, meravigliosi set naturali sempre più ricercati da grandi registi e interpreti di livello internazionale. Ben 116 finora le coproduzioni tra case cinematografiche del Lazio in partnership con aziende audiovisive straniere finanziate dalla Regione Lazio: lungometraggi, fiction, documentari e film di animazione che hanno vinto 86 premi tra festival nazionali e internazionali e ottenuto 134 nomination. Con il sostegno al cinema la Regione Lazio dà valore alle produzioni cinematografiche e a tutto il settore, per valorizzare, anche in un periodo storico così complesso, un settore centrale nella vita culturale, sociale ed economica del nostro paese.

Anche quest’anno, Filming Italy – Los Angeles si avvale della partnership con Italy for Movies(www.italyformovies.it), il portale delle location e degli incentivi alla produzione coordinato dalla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MiBACT, gestito da Istituto Luce-Cinecittà in collaborazione con Italian Film Commissions, disponibile anche su app e scaricabile sugli store digitali. Il portale fornisce tutte le informazioni utili su location e incentivi disponibili per chi vuole girare in Italia il proprio film, oltre a tantissime curiosità e suggerimenti di viaggio per gli appassionati che vogliono visitare i luoghi dei film.

Il Filming Italy – Los Angeles avrà il supporto delle maggiori case di produzione e distribuzione italiane e Major nazionali, come RAI Cinema, RAI Fiction, SKY Italia, Vision, Cattleya, Groenlandia, Eagle Pictures, Notorious Pictures, Discovery Italia, Fandango, Altre Storie, The Match Factory, True Colours, Taodue, Rodeo Drive, Istituto Luce, HBO Sports, Medusa, Minerva Pictures, House of Film e diverse altre produzioni indipendenti italiane, spesso in coproduzioni internazionali con Netflix e Amazon.

Per le tematiche inerenti e collegate alla salvaguardia ambientale, Filming Italy – Los Angeles rinnova la sua collaborazione con FareAmbiente, movimento ecologista europeo per lo sviluppo sostenibile, di cui è presidente il filosofo Vincenzo Pepe.

Filming Italy – Los Angeles è attento alla cura e la salvaguardia dell’ambiente, facendo realizzare infatti tutti i premi con materiali eco-sostenibili e di riciclo, per promuovere la tutela ambientale e dimostrare che anche in queste occasioni si può avere un’attenzione per il pianeta utilizzando materie come il vetro, un “green carpet” e materiali riciclati.

Il Festival quest’anno gode anche della collaborazione di Never Alone, iniziativa della CHOPRA FOUNDATION che si pone l’obiettivo di aiutare i giovani con disturbi e disagi, grazie a delle comunità in cui parlare ed affrontare i problemi. In questa occasione sarà proiettato un video del suo fondatore, il medico pioniere della medicina integrativa, Deepak Chopra.

Organizzato da Tiziana Rocca, Agnus Dei e Valeria Rumori, Istituto Italiano di Cultura Los Angeles.

  • Con il patrocinio di: Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero dello Sviluppo Economico e MiBACT “Con il riconoscimento della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo”
  • Sotto gli auspici dell’Ambasciata d’Italia a Washington e del Consolato Generale d’Italia a Los Angeles.
  • In collaborazione con l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia.
  • In collaborazione con APA – Associazione Produttori Audiovisivi.
  • Con la partnership della Regione Lazio.
  • Con il supporto di S.N.C.C.I. – Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.
  • Con il patrocinio di: Agenzia ICE – Italian Trade & Investment Agency, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane,  ANICA – Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Multimediali, CONI – Comitato Olimpico Nazionale Italiano, ITALY FOR MOVIES, ANEC – Associazione Nazionale Esercenti Cinema, CNA Cinema e Audiovisivo, Women in Film, TV & Media Italia, WIF Los Angeles, 100autori – Associazione della Autorialità Cinetelevisiva, ROMA LAZIO FILM COMMISSION, FareAmbiente.
  • MEDIA PARTNERS: Affaritaliani.It, Best Movie, Box Office, Cinecittà News, Cinematografo.It, Corriere della Sera, Film 4 Life, Fred Radio, Grazia, MyMovies, Rai Movie, Rai Cinema Channel, Variety.
  • CHARITY PARTNERS: FareAmbiente, Telethon, Never Alone.
  • PARTNER TECNICI: Making Beauty Master Academy di Chiara Corsaletti, Vanini – Icam, Simone Belli, Cotril.

UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE A:

  • La Cineteca di Bologna, che ci ha dato la possibilità di proiettare in occasione del “Filming Italy: Dante 700” il film restaurato dalla Cineteca “L’inferno” diretto da Francesco Bertolini nel 1911.
  • Pomellato, brand di gioielli fondato nel 1967 a Milano, che con la sua iniziativa ‘Pomellato For Women’, lanciata per celebrare i 50 anni della Maison, evidenzia l’importanza della leadership femminile, oltre ad ascoltare, favorire l’empowerment, promuovere l’inclusione e raggiungere la parità di genere.
  • Cioccolato Vanini e l’azienda leader nel settore ICAM, da sempre molto vicina alla crescita delle persone, in particolare dei giovani, che ha voluto sostenere il Festival e il settore cinematografico, particolarmente colpito dalla pandemia.
  • La produttrice Adriana Chiesa Di Palma per la sua costante dedizione al cinema indipendente europeo di qualità, che si riflette nell’attività della società ACEK Srl.
  • La Sartoria Tirelli, caposaldo nella storia dello spettacolo italiano, che ha realizzato capi e costumi per i più grandi film e opere teatrali internazionali e ha concorso alla popolarità di celebri costumisti italiani. Dino Trappetti e la Sartoria Tirelli si congratula con Matteo Garrone per il premio Filming Italy Los Angeles Best Movie: “Pinocchio ha incantato tutti noi. E cogliamo l’occasione per rallegrarci ancora una volta con Massimo Cantini Parrini per la Nomination all’Oscar per i migliori costumi. Siamo onorati di aver potuto realizzare questi speciali costumi con la dedizione e la qualità che ci hanno sempre contraddistinto”.
  • Le penne stilografiche Montegrappa, piccoli capolavori made in Italy e sintesi perfetta di tradizione e innovazione fin dal 1912, con cui verranno premiati diversi artisti di questa edizione.
  • San Benedetto, che con le sue lattine ecologiche e bottiglie di vetro, è tra le prime aziende sempre più attente al rispetto dell’ambiente e al problema della plastica in eccesso.
  • EDI – Effetti Digitali Italiani, società made in Italy leader nel settore degli effetti visivi, che utilizza solo energie rinnovabili.

Filmauro porterà sul grande schermo jOBS

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Filmauro porterà sul grande schermo jOBS

Sarà Filmauro a portare sul grande schermo jOBS Get inspired, l’attesa biografia cinematografia su Steve Jobs diretta da Joshua Michael Stern e interpretata dal giovane divo di Hollywood Ashton Kutcher. Ad annunciarlo  a Riccione nel corso delle Giornate Estive di Cinema Aurelio e Luigi De Laurentiis.Tra gli altri interpreti anche James Woods, Ron Eldard, John Getz, Lesley Ann Warren e Dermot Mulroney.

Film: 15 scene d’apertura mozzafiato della storia del cinema

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Film: 15 scene d’apertura mozzafiato della storia del cinema

I primi minuti di un film sono considerati una parte molto importante di un’opera cinematografica. Infatti la scena d’apertura di un film può davvero determinare il grado di attenzione che lo spettatore poi volgerà a tutta la visione. Ebbene il cinema ha da sempre regalato scene incredibili, e alcune di esse sono entrate addirittura nell’immaginario collettivo. Ebbene eccone 15 che secondo noi meritano di essere menzionate in una lista.

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I migliori film del XXI secolo: Mulholland Drive in vetta, ecco la top 25

Da 2001 Odissea nello spazio a Il Cavaliere Oscuro. 

Film, serie TV e tanto calcio: scopriamo le anticipazione targate Netflix, Disney+ e DAZN

Film, serie TV, calcio, animazione: il 2022 prosegue con le innumerevoli novità della Pay TV, da godersi davanti al piccolo schermo.

Una passione senza fine per grandi e piccini. Uno sguardo attento alla programmazione di marzo e aprile ci permette di scoprire interessanti anticipazioni, e svelare i palinsesti targati Netflix, Disney + e DAZN.

Garantirsi l’abbonamento su misura non è difficile, un aiuto fondamentale ci arriva delle proposte Pay TV su Facile.it che semplificano la ricerca della soluzione più conveniente, perfettamente allineata alla tipologia di programmi preferiti.

Netflix, tante sorprese in serbo nella programmazione di aprile

Fra film e serie TV, l’offerta Netflix assicura una programmazione straordinariamente interessante, con soluzioni a misura, in grado di soddisfare le aspettative dei tanti fan.

Aprile svela due appuntamenti straordinari, messi a calendario il 1° e il 22. Si tratta rispettivamente di The Bubble e Along of the Ride.

Per chi ama le serie TV su Netflix, ad aprile arrivano Anatomy of a Scandal (15 aprile 2022) e la seconda parte della quarta stagione di Ozark (29 aprile 2022).

Marvel e Disney+ un connubio di successo

Disney Plus riunisce in un’unica piattaforma tutti i contenuti Marvel, con un’ampia scelta di serie TV e film. Una proposta che si arricchisce con continuità di nuovi titoli, per offrire alla nutrita schiera di fan tanti personaggi e un ampio ventaglio di storie, fra cui scegliere quelle più amate.

Il mese di marzo porta in dono ai clienti di Disney + due graditi ritorni grazie ai nuovi episodi delle serie TV Grey’s Anatomy, a partire dal 23 marzo, e di The Resident dal 30 marzo.

Ancora tanto spazio per la programmazione delle serie TV con la terza stagione di Better Things, e di 911: Lone Star, e l’undicesima di Bob’s Burgers. Prima stagione al via per Star, Bless this Mess, Week-end in Famiglia e Moon Knight.

A fine marzo l’attenzione è tutta puntata sul finale della prima stagione di Queens – Regine dell’Hip Hop.

Dal grande schermo alla prima visione in TV il passo è breve, prova ne è l’arrivo a marzo di tre grandi proposte per Disney Plus. Parliamo di West Side Story, Gli occhi di Tammy Faye e La fiera delle Illusioni.

DAZN svela date e orari della Serie A TIM 2021/2022 fino alla 30ª giornata

Per chi non desidera perdere neppure un minuto del campionato di calcio DAZN offre in esclusiva le competizioni della Serie A TIM 2021/2022, disponibili sulla piattaforma in streaming live e on demand.

Con l’avvio del mese di marzo DAZN svela date e orari della Serie A TIM 2021/2022 fino alla 30ª giornata.

Chi si è perso qualche incontro della stagione, o desidera rivedere una partita, può farlo accedendo sull’area che DAZN dedica alla Serie A TIM, oppure semplicemente scrivendo il nome delle due squadre che si sono affrontate nella competizione, inserendole nella barra della ricerca e cliccando sull’evento.

Film western: gli 8 migliori film da vedere su Netflix

Film western: gli 8 migliori film da vedere su Netflix

Un tempo i film western erano onnipresenti a Hollywood come lo sono oggi i film di supereroi. Gli studios li sfornavano anno dopo anno, alcuni meglio di altri, ma dopo un certo punto il genere si è spento. È un peccato, perché è uno dei generi più belli e avvincenti della storia del cinema. Ma continua a vivere nell’era dello streaming! Che siate alla ricerca di qualcosa di classico, di moderno o di una via di mezzo, abbiamo raccolto un elenco dei migliori film western presenti su Netflix in questo momento.

Non trovate quello che state cercando? Consultate il nostro elenco dei migliori film western del 21° secolo, dei migliori film western di registi non americani o degli spettacoli che hanno aperto la strada a “Yellowstone“. Per altri consigli, sfogliate il nostro elenco dei migliori film su Netflix di tutti i generi. Un’unica sola eccezione, la serie Godless, perché ricorda tanto un intramontabile film western!

Highwaymen – L’ultima imboscata (2019)

Highwaymen - L'ultima imboscata

Sostenuto dalla coppia di protagonisti Woody Harrelson e Kevin Costner, The Highwaymen racconta l’affascinante storia vera dei due uomini di legge che, usciti dalla pensione, riuscirono finalmente a catturare la famigerata coppia di terrorizzatori Bonnie e Clyde. Diretto da John Lee Hancock, The Highwaymen è un racconto ricco di azione e di riflessioni che coniuga il genere western con una storia vera che mostra l’altro lato di una storia ben raccontata, alla maniera di Wicked. Candidato al premio del pubblico del SXSW, The Highwaymen è una corsa all’insegna del brivido.

Concrete Cowboy (2020)

Concrete Cowboy (2020)

Interpretato da un sempre straordinario Idris Elba, Concrete Cowboy racconta la storia dell’adolescente Cole (Caleb McLaughlin) che, dopo essere stato mandato a vivere con il padre con cui ha un rapporto disfunzionale, trova conforto e un senso di libertà in un gruppo di cowboy neri di Philadelphia. Diretto da Ricky Staub, vincitore del premio “Directors to Watch” del Palm Spring International Film Festival per questo progetto, Concrete Cowboy è una storia commovente con un cast ancora più grande, che dà il meglio di sé. Con i temi dell’identità e del raggiungimento dell’età, fondamentali per la narrazione, questo film è allo stesso tempo unico e profondamente relazionabile.

Cowboy Bebop (2021)

Cowboy Bebop (2021)

Basata sull’adorata serie anime, Cowboy Bebop vede una banda di improbabili eroi riunirsi con un obiettivo comune: eliminare per sempre il crimine dalla nostra galassia. Interpretata da attori del calibro di John Cho e Mustafa Shakir, la serie riesce a camminare magnificamente sulla linea tra l’astronomico surreale e il genuinamente tenero. Sicuramente citabile e con un sacco di stile, questo reboot è adorato sia dai fan dell’originale che dai nuovi fan. Con una trama piena di divertimento non-stop, Cowboy Bebop merita le sue lodi infinite, evidenziate dall’acclamato punteggio del 100% su Rotten Tomatoes e dalla nomination per un Primetime Emmy.

Thar (2022)

Thar (2022) (1)

Dimenticate tutto ciò che sapete sui western del profondo sud americano: Thar è qui per raccontare una storia ambientata nell’India degli anni Ottanta. Quando nella piccola città del Rajasthan si moltiplicano gli omicidi inaspettati, l’ispettore Surekha Singh (Anil Kapoor) viene assunto per indagare, anche se il percorso del caso mette in discussione il passato dell’antiquario Siddharth (Harshvardhan Kapoor) quando i due si incrociano.

Sostenuto dall’affiatamento dei due protagonisti, che sono in realtà padre e figlio, Thar è una rappresentazione brutale e senza fronzoli di un poliziesco immerso in alcuni dei migliori tropi del genere western. Certamente non volgare con le sue immagini cruente e i suoi omicidi dettagliati, Thar ha ottenuto numerosi premi in India, con riconoscimenti per la recitazione, la regia e la fotografia.

The Harder They Fall (2021)

The Harder They Fall

Un fantastico omaggio agli spaghetti western, la premessa di The Harder They Fall è semplice ma efficace: il fuorilegge Nat Love (Jonathan Majors) riunisce i suoi alleati più duri per rintracciare Rufus Buck (Idris Elba), un nemico di Love appena uscito di prigione. Ispirata a fatti realmente accaduti, la storia è un divertimento senza sosta, sostenuto da uno degli ensemble western più intelligenti degli ultimi tempi. Affascinante, vivace e divertente come pochi, The Harder They Fall è un western da non perdere, soprattutto se si considera la vittoria del BAFTA per lo scrittore/regista Jeymes Samuel.

Godless

Michelle Dockery

Questa brutale miniserie creata da Scott Frank è ambientata nel 1884 e segue il capo della banda Frank Griffin (Jeff Daniels) mentre dà la caccia al giovane fuorilegge ed ex studente di Griffin, Roy Goode (Jack O’Connell). Tuttavia, quello che all’inizio sembra un normale inseguimento tra gatti e topi si trasforma in qualcosa di unico quando i due finiscono a La Belle, nel New Mexico, una cittadina composta quasi esclusivamente da donne. Ricca di interpretazioni superbe da parte di tutto l’ensemble, Godless è una miniserie esteticamente deliziosa ma tematicamente brutale, con un occhio all’intrattenimento ricco di azione e uno al dramma emotivamente coinvolgente. Amata sia dal pubblico che dalla critica, Godless ha certamente meritato i tre Primetime Emmy vinti.

La ballata di Buster Scruggs (The Ballad of Buster Scruggs)

La Ballata di Buster Scruggs

Questo film antologico, realizzato per la prima volta dagli iconici fratelli Coen, è interpretato da attori del calibro di James Franco e Brendan Gleeson e presenta sei diverse storie del Vecchio West, ognuna delle quali affonda le proprie radici nel dramma violento del genere western classico. Un’indimenticabile cavalcata selvaggia ricca di sei storie uniche, ognuna appassionante come l’altra, La ballata di Buster Scruggs è forse meglio riassunta dalle sue impressionanti tre nomination agli Oscar 2019 per la musica, i costumi e la sceneggiatura. La tipica miscela dei fratelli Coen di commedia enigmatica e azione spesso grintosa si mostra in tutto il suo splendore, con La ballata di Buster Scruggs un perfetto esempio del genio cinematografico della coppia.

Il potere del cane (The Power of the Dog)

Il potere del cane film 2021
KIRSTY GRIFFIN/NETFLIX © 2021

Un western moderno, immerso nei migliori pregi dei suoi predecessori, Il potere del cane vede protagonista Benedict Cumberbatch nei panni di Phil Burbank, la quintessenza del cowboy. Tuttavia, l’enigmatico stile di vita di Phil, passato a castrare vitelli e a nuotare nel fango, viene presto minacciato quando lui e suo fratello incontrano Rose (Kirsten Dunst) e suo figlio Peter (Kodi Smit-McPhee). L’amorevole ode al western della regista Jane Campion, brutale ma elegante, è stata sottolineata dalla vittoria dell’Oscar 2022 per la miglior regia, mentre il film ha ottenuto ben 11 altre nomination. Il film ha vinto anche l’ambito premio come miglior film ai BAFTA, e il suo successo dimostra senza dubbio che il genere western è qui non solo per restare, ma per prosperare.