La commedia horror Finché
morte non ci separi (qui
un nostro approfondimento) si è rivelata un grande successo per
il pubblico di genere, offrendo anche alla star Samara
Weaving il suo ruolo d’esordio. La natura aperta del
finale del film e la mitologia che la narrazione ha stuzzicato
hanno lasciato i fan a chiedersi se fosse possibile avere un
seguito che esplorasse ulteriormente questo mondo.
All’inizio dell’anno è dunque stato annunciato un sequel e,
mentre si ipotizzava un ritorno di Weaving, l’attrice ha confermato
di essere “all in” dal progetto in arrivo.
Mentre su Finché morte
non ci separi 2 non si ha ancora una data di uscita, la
Weaving potrà essere vista in Azrael, che arriverà
in alcune sale selezionate degli Stati Uniti il 27 settembre.
Parlando con ComicBook a sostegno di Azrael e
alla domanda sullo stato del sequel di Finché morte non ci
separi, Weaving ha confermato: “Ci sto. Penso che ci
siamo tutti, non lo so. Penso che ci siamo tutti. Non so se abbiamo
avuto la nostra stretta di mano con il sangue, ma più o meno.
Abbiamo fatto la stretta di mano con lo sputo, ma non ci siamo
tagliati le mani e non abbiamo sfregato il nostro sangue”.
Per quanto riguarda la data in cui
il progetto potrebbe andare avanti, Weaving ha scherzato: “Sono
appena tornato a casa, devo fare qualche telefonata”.
Fortunatamente per il suo personaggio Grace, nel primo film è
sopravvissuta allo scontro, mentre i suoceri sono morti in
un’enorme esplosione di sangue. Nel 2019, la Weaving aveva detto
che pensava che le autorità non le avrebbero creduto quando fossero
venute a indagare su ciò che era accaduto alla famiglia
benestante.
“Mi chiedo cosa succederà dopo.
Andrà in prigione? Va in un manicomio per un aiuto psichiatrico?
Eredita tutto? Non lo so”, aveva rivelato Weaving a ComicBook.
“Oppure la polizia dirà che l’ha fatto di proposito. Non lo so…
Seduta in una cella per 90 minuti, impazzirebbe”. Con la
certezza di poter prima o poi vedere il sequel, non resta dunque
che attendere di poter scoprire di più a riguardo.
Diretto da Matt
Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett (anche
registi di Scream e
Scream
VI), Finché morte non ci separi vede
Samara Weaving
nei panni di Grace, una bellissima sposa che entra
a far parte della ricchissima famiglia Le Domas.
Subito dopo aver detto “Sì, lo voglio”, Grace viene però a sapere
dal suo nuovo marito Alex (Mark
O’Brien) che a mezzanotte dovrà partecipare a un gioco,
parte di un’eccentrica tradizione che coinvolge tutti i nuovi
membri della famiglia.
Commedia nera divertente e spassosa,
mescolata a un raccapricciante horror di sopravvivenza, il film è
caratterizzato da una serie di regole complesse e da una mitologia
che viene rivelata durante la difficile prova che Grace dovrà
affrontare con i suoi suoceri infernali. Secondo la dinastia Le
Domas, Grace deve infatti sopravvivere alla notte per essere
accettata nella famiglia. Il sadico rituale si basa però su un
sistema di credenze più profondo che alimenta le azioni della
famiglia Le Domas e offre alcune divertenti sorprese che portano al
finale esplosivo di Ready or Not.
Cosa succede nel finale
di Finché morte non ci separi
Nell’atto finale di Finché
morte non ci separi, Grace, ferita e disperata, tenta di
fuggire dalla villa dei Le Domas, ma viene catturata dal
maggiordomo Stevens (John
Ralston). Grace viene ingannata da Daniel
(Adam
Brody) dopo essere quasi riuscita a scappare, viene
infine sopraffatta e riportata alla villa per completare il rituale
sacrificale della famiglia al misterioso Mr. Le
Bail. In una serie di colpi di scena, Daniel, tormentato
dal senso di colpa, libera Grace e cerca di aiutarla a fuggire, ma
viene ucciso a colpi di pistola dalla propria moglie,
Charity (Elyse Levesque).
Mentre Alex assiste alla morte del
fratello, la madre Becky (Andie
MacDowell) cerca di uccidere Grace, ma la sposa respinge
la suocera e la picchia a morte. Quando Alex vede che Grace ha
ucciso sua madre, si rivolge allora contro la sua nuova moglie e la
costringe al sacrificio rituale. Tuttavia, Alex non riesce a
pugnalare Grace al cuore e invece le trafigge la spalla,
interrompendo il rituale. La famiglia scioccata si rende conto che,
anche se è ormai l’alba, stanno tutti bene… più o meno.
La loro gioia non dura però a lungo,
però, perché ogni membro della famiglia Le Domas prende fuoco
spontaneamente, esplodendo in pezzi sanguinolenti in tutta la
stanza, mentre Grace, ricoperta di sangue e parti del corpo,
scoppia a quel punto a ridere di gusto. Alex, tuttavia, pensa di
essere l’unico sopravvissuto fino a quando anche lui esplode dopo
che Grace gli chiede: “Voglio il divorzio!”. Grace rimane così
l’unica persona sopravvissuta a quella notte bizzarra e
violenta.
Le regole del gioco Finché
morte non ci separi sono state stabilite generazioni prima
dalla famiglia Le Domas. Secondo la tradizione stabilita dal loro
bisnonno, Victor Le Domas, chiunque si sposi nella
famiglia Le Domas deve giocare a un gioco. Questo è l’unico modo
per essere veramente accettati nella famiglia e dimostrare di
appartenervi. A mezzanotte, la nuova sposa o il nuovo marito devono
sedersi con il resto della famiglia Le Domas in una sala speciale,
vietata a chiunque altro. Il nuovo arrivato inserisce quindi una
carta bianca in una scatola speciale che è stata data a Victor dal
signor Le Bail.
La scatola determinerà quindi quale
gioco giocherà la famiglia. Nella maggior parte dei casi, la
scatola scriverà sulla carta bianca il nome di un gioco da tavolo
da giocare. Di tanto in tanto, però, sceglierà il nascondino, come
è successo con Grace. Quando ciò accade, una canzone inquietante
verrà riprodotta improvvisamente dal fonografo, segnando l’inizio
del gioco, e l’intera villa dei Le Domas verrà chiusa a chiave.
Poiché quando questa tradizione è stata istituita non c’erano
telecamere di sicurezza, le telecamere vengono disattivate per
rendere il gioco “equo”. Grace ha quindi 100 secondi per
nascondersi mentre la famiglia si arma con le armi tradizionali
conservate nella sala familiare.
L’identità del signor Le Bail
Il film suggerisce poi fortemente
che il signor Le Bail sia il diavolo e che Victor Le Domas abbia
stretto un patto con lui per diventare incredibilmente ricco. Non
solo il loro rituale sacrificale ha un che di satanico, ma è
incentrato sull’apparizione magica del signor Le Bail sulla sua
poltrona preferita, cosa che avviene per un breve istante. Grace lo
vede apparire nella stanza per un attimo dopo che l’intera famiglia
Le Domas è morta. Come spiega Tony Le Domas
(Henry Czerny) nella storia della famiglia, il
Dominio Le Domas (come preferiscono essere chiamati) ha avuto
inizio nel XIX secolo.
Victor Le Domas vinse una partita
d’azzardo contro il signor Le Bail e ricevette una scatola nera
magica e la capacità di guadagnare la sua vasta fortuna dai giochi
da tavolo e dalle carte da gioco. Le regole che la famiglia Le
Domas seguiva per mantenere il proprio dominio erano anch’esse
opprimenti. Alcuni membri della famiglia non credono che la
maledizione sia reale, ma continuavano comunque a seguire i loro
terribili rituali per paura di perdere tutto ciò che hanno. La
famiglia Le Domas considerava tutto questo come il prezzo da pagare
per mantenere la propria ricchezza e il proprio status.
Il personaggio più inaffidabile di
Finché morte non ci separi risulta essere Alex Le
Domas. Alex era il figliol prodigo che aveva lasciato la famiglia
per due anni, ma alla fine era tornato con Grace. Alex sapeva che
Grace desiderava disperatamente far parte di una famiglia perché
era cresciuta in diverse case famiglia. Sposarsi con il ricco Le
Domas avrebbe dovuto essere un sogno che si avverava per lei.
Tuttavia, Alex non le ha parlato della tradizione di famiglia e di
ciò che avrebbe potuto comportare fino a quando il gioco a
nascondino non era già iniziato. Anche se Alex ha cercato di
salvare Grace per parte del film, in realtà era in conflitto con la
sua vera natura di Le Domas e la sua lealtà verso la famiglia.
Alla fine, quando Alex ha visto che
Grace aveva ucciso sua madre, ha perso il controllo e si è
rivoltato contro la sua nuova moglie. Alex non ha però pugnalato
Grace al cuore per completare il rituale perché forse credeva che
la maledizione fosse vera, il che significava che tutta la sua
famiglia sarebbe morta, ma lui no. Lui e Grace avrebbero potuto
essere gli unici membri della famiglia Le Domas rimasti in vita. Ma
Alex è un Le Domas fino al midollo e muore dunque con il resto del
suo clan. Grace, invece, sopravvive, capendo di non aver bisogno di
unirsi ad una famiglia per sentirsi completa.
Perché tutti sono esplodono quando
sorge il sole
La famiglia Le Domas esplode quando
sorge il sole nel finale di Finché morte non ci
separi perché non è riuscita a sacrificare Grace come
richiedeva la tradizione familiare. Se fossero riusciti a
sacrificare Grace, avrebbero continuato a vivere. Ciò dimostra che
la maledizione era vera, contribuendo a rafforzare l’idea che il
signor Le Bail sia davvero il diavolo. Il risultato è un finale
molto soddisfacente che mostra i miliardari malvagi che se ne vanno
con il botto. È un finale appropriato, in linea con i temi generali
di Finché morte nonn ci separi sulla natura
distruttiva dei più ricchi e dell’élite mondiale.
Dopo il climax esplosivo di
Finché morte non ci separi, la polizia trova Grace
nel suo abito da sposa completamente ricoperta di sangue sui
gradini della villa dei Le Domas in fiamme. Grace avrà
probabilmente molte spiegazioni da dare alle autorità, ma potrebbe
non essere in grado di provare ciò che è realmente accaduto se
tutte le prove sono state distrutte nell’incendio della villa. Non
è chiaro se Grace abbia firmato un accordo prematrimoniale prima di
sposare Alex, poiché la questione non viene affrontata nel
film.
Dato che Grace è, in un certo senso,
entrata a far parte della famiglia La Domas, avrebbe potuto
potenzialmente uscire indenne dalla prova come miliardaria al
controllo del Dominio Le Domas. Con
le riprese del sequel appena conclusesi, è probabile che i fan
scopriranno cosa ne sarà di questa simpatica eroina dell’horror nel
prossimo film, di cui si sa però ancora molto poco. Per saperne di
più, non resta che attendere l’arrivo di un trailer e poi l’uscita
nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, attualmente fissata
al 10 aprile 2026.
Il vero significato del finale di
Finché morte non ci separi
Finché morte non ci
separi è uscito in un’epoca piena di film con messaggi
simili, in cui i membri della società trascurati e delle classi
inferiori vengono vittimizzati dai privilegiati e alla fine
ottengono la loro vendetta. Questi film cosiddetti “mangia i
ricchi” includono film cupi e brutali come Joker e
Parasite, ma anche versioni più comiche come
Cena con delitto – Knives Out. Il film
con Samara Weaving si colloca a metà strada,
con il finale che consolida il messaggio del film.
Per tutto il film, infatti, Grace è
stata vista come una pedina nel gioco che la famiglia La Domas
stava giocando, nonché uno strumento da utilizzare per garantire
che la loro ricchezza e il loro successo rimangano intatti. La
famiglia non ha mai esitato nelle sue azioni, considerando le vite
di queste persone innocenti facilmente sacrificabili rispetto al
proprio benessere. Anche la morte delle persone al loro servizio,
come le domestiche, è trattata come irrilevante, purché possano
ottenere ciò che vogliono.
Il finale di Finché morte
non ci separi fa finalmente pagare alla famiglia ciò che
ha fatto, ma lo fa in modo stratificato. Nel momento in cui sorge
il sole e Grace è ancora viva, la famiglia La Domas si trova di
fronte all’idea di aver sbagliato per tutto questo tempo, quando
non succede nulla. Erano così concentrati sul proprio benessere che
non si sono mai fermati a considerare che tutto questo potesse
essere una menzogna. I loro sguardi imbarazzati sono abbastanza
soddisfacenti, ma ovviamente non sono una punizione sufficiente per
loro.
Il loro senso di rimpianto
travolgente è seguito da un’esplosione in una pozza di sangue. È la
fine definitiva per loro, poiché si rendono conto di non avere più
nulla da barattare. Alcuni cercano di scappare, altri si aggrappano
al loro senso di potere, e Alex cerca di scusarsi con Grace, ma
nessuno può sfuggire al proprio destino. Per la prima volta nella
loro vita, sono impotenti. Il fatto che Grace possa ridere di loro
e allontanarsi semplicemente dalla loro carneficina senza curarsi
di loro è l’insulto definitivo a questi cattivi egocentrici.
La coppia di registi Matty
Bettinelli-Olpin e Tyler Gillet si
sono affermati negli ultimi anni come due delle più interessanti
voci del cinema thriller e horror. Dopo aver debuttato con un
episodio del film collettivo V/H/S (2012), hanno poi
realizzato un film dell’orrore in stile found footage dal titolo
La stirpe del male (2014). Nel 2022 e nel 2023 si sono
invece distinti per aver riportato con successo sul grande schermo
la saga di
Scream con Scream V e Scream VI. L’8 maggio uscirà invece al cinema il loro
nuovo film, il vampiresco Abigail.
Il titolo che li resi celebri presso il grande pubblico, però, è
stata la commedia horror del 2019
Finché morte non ci separi.
Con il titolo originale di Ready or Not, questo titolo è oggi
un vero e proprio cult, nonché uno dei film di questo genere più
apprezzati degli ultimi tempi. Rielaborando la figura della
final girl, questo offre non solo una protagonista
carismatica, ma anche una serie di vicende tanto scioccanti quanto
entusiasmanti, imprevedibili e perverse, con la follia più pura
pronta a scatenarsi da un momento all’altro. Si compone così un
film che fa dell’eccesso la sua cifra stilistica, tanto per
divertire quanto per spaventare, offrendo anche qualche lucida
riflessione sulle difficoltà del relazionarsi all’interno di un
nucleo famigliare.
Per gli appassionati del genere si
tratta dunque di un film da non perdere, che grazie ora al suo
passaggio televisivo può finalmente essere scoperto anche da un più
ampio pubblico. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune
delle principali curiosità relative a
Finché morte non ci separi. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Grace è la giovane
sposa che si unisce in matrimonio con Alex, erede
della famiglia Le Domas, ricca dinastia fondatrice
dell’impero dei giochi da tavola. Durante la sua prima notte di
nozze, all’interno della grande villa in cui si è svolta la
cerimonia, Grace viene invitata a partecipare a una tradizione
familiare: il nuovo arrivato deve infatti prendere parte a un
gioco, in questo caso nascondino. Apparentemente innocente, il
gioco in realtà si rivelerà una terrificante caccia all’uomo in cui
Grace dovrà cercare di sopravvivere ad una famiglia armata e
implacabile, convinta che il rito debba essere officiato,
altrimenti una maledizione si abbatterà su di loro.
Ad interpretare Grace vi è l’attrice
Samara Weaving, già nota per il thriller La
babysitter e che ha con questo film consolidato la propria
popolarità. Inizialmente, però, era stata presa in considerazione
per il ruolo di Grace l’attrice Margot Robbie. Le due attrici, curiosamente,
si somigliano molto e hanno poi lavorato insieme nel film
Babylon. Per
questo ruolo, per Weaving stato per lei necessario imparare a
guidare, o almeno a far sembrare che stia guidando. Altra curiosità
a lei legata è che i brividi di Grace nella scena del servizio
fotografico non erano simulati. Weaving ha detto che faceva
realmente freddo durante le riprese, ma che quei brividi hanno
aiutato a farla sembrare più nervosa.
Accanto a lei, nel ruolo del suo
sposo Alex Le Domas, vi è l’attore Mark O’Brien,
mentre il più noto Adam Brody interpreta il fratello di lui,
Daniel. Melanie Scrofano è Emilie le Domas, la
sorella di Daniel e Alex, mentre Kristian Bruun
interpreta Fitch Bradley, il suo sprovveduto marito. Henry
Czerny ricopre il ruolo di Tony Le Domas, proprietario del
Le Domas Gaming Dominion e patriarca della famiglia Le Domas,
mentre l’attrice Andie MacDowell è Becky Le Domas,
la madre di Daniel, Emilie e Alex. Elyse Levesque
è Charity Le Domas, la moglie snob di Daniel, mentre Nicky
Guadagni interpreta Helene Le Domas, l’inquietante zia.
JohnRalston, infine, è Stevens,
il fedele maggiordomo della famiglia Le Domas.
No, il racconto proposto dal film
non è basato su una storia vera, ma è invece vera l’ispirazione per
l’impero dei giochi da tavolo della famiglia Le Domas. Questo è
basato sui realmente esistiti produttori di giochi della
Milton Bradley Company e Parker
Brothers. La prima, fondata nel 1860, è celebre per i
giochi Forza 4, L’allegro chirurgo, Brivido e Hotel. Mentre la
seconda, fondata nel 1883, aveva tra i suoi prodotti più noti
Monopoli, Cluedo, Trivial Pursuit e Ouija. Entrambe sono state
acquisite dalla Hasbro rispettivamente nel 1984 e
nel 1991 e fuse in un’unica filiale nel 1998. Il marchio ha
continuato a essere utilizzato da Hasbro fino al 2009.
Il film è tratto da un libro o da un manga?
Esistono alcune opere in narrativa
che riportano a loro volta il titolo
Finché morte non ci separi, ma il film non è tratto da
nessuna di esse. Si tratta invece di un’opera originale degli
sceneggiatori Guy Busick and R.
Christopher Murphy. La confusione a riguardo è però
derivata appunto dall’esistenza di un libro con questo stesso
titolo, scritto da Liza Marklund e pubblicato da
Marsilio, settimo capitolo delle indagini della reporter Annika
Bengtzon. Vi è poi anche un manga, intitolato allo stesso modo,
scritto e disegnato da Tarō Nogizaka e pubblicato
dal 2019 al 2024, incentrato sul tentativo di un assistente sociale
di determinare la colpevolezza di un’assassina riguardo un
particolare caso.
Finché morte non ci separi 2: il sequel del
film
Finché morte non ci separi è stato un modesto
successo horror, che costato appena 6 milioni di dollari, ne ha
incassati 57 in tutto il mondo. Con il passare degli anni è poi
diventato un vero e proprio cult tra gli appassionati del genere,
che hanno iniziato a chiedere a gran voce la realizzazione di un
sequel. Nel marzo 2024 è stato infine reso noto che la Searchlight
Pictures sta effettivamente procedendo nello sviluppo di un nuovo
film, con la regia affidata a Adam Robitel,
già distintosi con Escape Room. Samara
Weaving dovrebbe tornare come protagonista, permettendo
dunque di raccontare nuove avventure del suo personaggio.
Il trailer di Finché morte
non ci separi e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire
di Finché
morte non ci separi grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Apple TV e Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video.
Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 24 aprile alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Finché morte non ci
separi diretto da Matt Bettinelli-Olpin e
Tyler Gillet ha come protagonista Samara
Weaving, la giovane attrice australiana, nipote di Hugo,
al suo fianco c’è Adam Brody e Andie
MacDowell, in un ruolo del tutto inedito. Nel cast anche
Mark O’Brien, Henry Czerny e Nicky Guadagni.
Samara Weaving (Tre
Manifesti a Ebbing, Missouri; La babysitter)
interpreta Grace, una giovane donna intelligente e energica, ma di
origini modeste, che è stata corteggiata dal ricco Alex Le Domas
(Mark O’Brien), appartenente alla casata che ha costruito la sua
fortuna sui giochi da tavolo. Il loro lungo corteggiamento sta
culminando in uno splendido matrimonio nella sontuosa tenuta di
famiglia, alla presenza di tutto il clan dei Le Domas, guidato dai
genitori di Alex Tony (Henry Czerny) e Becky (Andie MacDowell). A
mezzanotte, ancora nel suo abito da sposa, Grace deve giocare a
nascondino… dando il via ad un serrato e terrificante inseguimento
“armato” in cui lei è l’unica a dover essere trovata. Gore e
battute al vetriolo senza esclusione di colpi.
Finché morte non ci separi: trama
Grace (Samara Weaving) è la giovane
sposa che si unisce in matrimonio con Alex (Mark O’Brien), erede
della famiglia Le Domas, ricca dinastia fondatrice dell’impero dei
giochi da tavola. Durante la sua prima notte di nozze, all’interno
della grande villa in cui si è svolta la cerimonia, viene invitata
a partecipare a una tradizione familiare: il nuovo arrivato deve
infatti prendere parte a un gioco, in questo caso nascondino.
Apparentemente innocente, il gioco in realtà si rivelerà una
terrificante caccia all’uomo in cui Grace dovrà cercare di
sopravvivere ad una famiglia armata e implacabile, convinta che il
rito debba essere officiato, altrimenti una maledizione si
abbatterà su di loro.
La Searchlight
Pictures starebbe procedendo con Ready or Not
2, in Italia noto come Finché morte non ci separi
2, il sequel della commedia horror con Samara
Weaving del 2019.
Questa volta, però, non si avvarrà
dei servizi dei registi Matt Bettinelli-Olpin e Tyler
Gillett, ma si affiderà al regista di Escape Room
Adam Robitel. Samara Weaving potrebbe
comunque tornare come la protagonista.
Finché morte non ci separi 2
dunque è ancora in sviluppo
Finché morte non ci separi è stato un modesto
successo horror per Searchlight nel 2019. Costato appena 6 milioni
di dollari, ha ottenuto un rispettabile incasso di 57 milioni di
dollari in tutto il mondo. Un sequel era quindi sempre possibile,
soprattutto se si fosse riusciti a convincere la carismatica
Samara Weaving a tornare
Nel primo film, la Grace
interpretata da Samara Weaving si è appena sposata
con una famiglia benestante e, durante la prima notte di nozze, i
suoceri hanno in mente un tipo di rituale molto diverso per
celebrare l’occasione e la costringono a un sadico gioco a
nascondino.
Bettinelli-Olpin e
Gillett sono destinati ad assumere il ruolo di produttori
insieme a Chad Villella. Non si sa chi scriverà
Finché morte non ci separi 2, ma si prevede il
ritorno degli sceneggiatori originali Guy Busick e R.
Christopher Murphy.
Oggi Apple ha
svelato il trailer di Finch,
il nuovo film con Tom Hanks che uscirà in tutto il mondo
il 5 novembre su
Apple TV+.
In Finch,
un uomo, un robot e un cane formano un’improbabile famiglia; è la
storia dell’’avventura potente e commovente di un uomo alla ricerca
di un modo per assicurarsi che il suo amato compagno a quattro
zampe venga accudito anche dopo la sua morte. Tom Hanks interpreta
Finch, un ingegnere di robotica tra i pochi sopravvissuti a un
cataclisma solare che ha trasformato il mondo in una landa
desolata. Finch da dieci anni vive in un bunker sotterraneo e ha
costruito un mondo tutto suo che condivide con il suo cane
Goodyear; preoccupato per le sue sorti ha realizzato un robot
(interpretato da Caleb Landry Jones) a cui insegnerà a vegliare su
Goodyear quando lui non sarà più in grado. Mentre il trio si
imbarca in un pericoloso viaggio in un desolato West americano,
Finch si sforza di mostrare alla sua creazione, che si fa chiamare
Jeff, la gioia e la meraviglia di cosa significhi essere ancora
vivi. Il loro viaggio è lastricato di sfide, ma anche di umorismo,
poiché è difficile per Finch spingere Jeff e Goodyear ad andare
d’accordo, almeno quanto lo è per lui gestire i pericoli di questo
nuovo mondo.
Regia:
Miguel Sapochnik Cast:
Tom Hanks, Caleb Landry Jones Sceneggiatura:
Craig Luck, Ivor Powell Produttori:
Kevin Misher, Jack
Rapke, Jacqueline Levine, Ivor Powell Produttori Esecutivi:
Robert Zemeckis, Miguel Sapochnik, Adam Merims, Craig Luck,
Andy, Berman, Frank Smith, Naia Cucukov
Apple
TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti,
lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini
e famiglie ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi
preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple
TV+ è diventato il primo servizio di streaming completamente
originale lanciato in tutto il mondo e ha presentato in anteprima
più successi originali e ricevuto più riconoscimenti di premi più
velocemente rispetto a qualsiasi altro servizio di streaming
al suo debutto.
Disponibile su
AppleTV+, Finch
è il nuovo film con protagonista Tom Hanks che immagina un futuro
distopico. Quando si tratta di un genere come la fantascienza, la
maggior parte dei lungometraggi preferisce settare il prima
possibile con il pubblico tutte le coordinate estetiche e
narrative, al fine di calarlo velocemente nell’universo fittizio
creato.
Diretto da Miguel
Sapochnik (Game of Thrones, Masters of
Sex), Finch
si muove invece in direzione opposta: non cerca di dare allo
spettatore tutte le informazioni necessarie per metterlo a suo agio
con l’intelaiatura sci-fi del racconto, poiché non è
quello il suo intento primario. Neppure cerca di catturare
l’attenzione con il ritmo del racconto o la potenza visiva degli
effetti speciali. Lo spessore di questo lungometraggio lo si scopre
pian piano, bisogna saper aspettare per arrivare al suo nucleo
doloroso.
Il cuore pulsante
dell’intera operazione è ovviamente il protagonista Tom Hanks, il quale attraverso questo
personaggio propone una variazione su un tema già conosciuto. E da
noi amato incondizionatamente, è necessario aggiungere. Nel seguire
le avventure di un uomo rimasto solo con un cagnolino e un paio di
robot dopo che la Terra si è trasformata in un pianeta invivibile a
causa di una catastrofe naturale alla memoria torna subito Chuck
Noland, lo straordinario protagonista di Cast
Away. Ed è proprio attraverso l’accostamento con quel
personaggio che Finch Weinberg acquista a suo modo un valore ancor
più importante, che probabilmente trascende anche l’effettiva
riuscita del film stesso.
Poiché il confronto tra i
due lungometraggi, realizzati a distanza di ventuno anni, ci
racconta quanto il nostro presente sia cambiato. E qui si rivela
ancora una volta la bravura d’attore di Hanks, il quale partendo
con il rappresentare come ci si aspetta la saggezza e lo stato
morale di Finch, pian piano invece comincia a rivelarne le crepe,
lo stato emotivo dilaniato, le contraddizioni tanto forti quanto
umanissime. Mentre infatti Chuck dopo la tragedia esperita riesce a
trovare se stesso e (ri)costruire una vita dignitosa, questa volta
il protagonista fatica e non poco per non soccombere alla
disperazione della sua situazione.
Uno studio sulla
psicologia umana
Ci troviamo di fronte a
un uomo che, anche se non si è ancora arreso, si porta dietro il
peso delle proprie (non) azioni insieme a quello di vivere in un
mondo devastato e ostile. Ed è questo che rende Finch
un film spiazzante: adoperando con sobrietà le coordinate della
fantascienza post-apocalittica, passa dall’essere un feel-good
movie a diventare uno studio amaro e non scontato della
psicologia umana quando messa di fronte a condizioni estreme. Si
tratta di uno scivolamento di tono e di senso lieve, a tratti quasi
impercettibile, che però dota progressivamente il film di un
retrogusto amaro tutt’altro che spiacevole.
Sapochnik non forza mai
la mano nel mettere in scena situazioni eccessivamente drammatiche,
lascia che siano Hanks e l’evolversi della storia a coinvolgere lo
spettatore nelle vicende dei personaggi mostrati. Sotto questo
punto di vista anche la narrazione rallentata, in alcuni momenti
oseremmo dire statica, diventa invece pienamente funzionale per
testimoniare la condizione dell’antieroe.
In una commistione molto
curiosa Finch
sotto la superficie della confezione di genere si rivela
sorprendentemente un film coraggioso e personale. Bisogna arrivare
alla fine per capirlo, superare lo spaesamento prodotto da un
lungometraggio che molto spesso suggerisce invece di raccontare,
sussurra invece di urlare. Il grande vantaggio è che farci da
Caronte in questo viaggio controcorrente c’è un attore come nessun
altro, capace di raccontare la vita interiore di un personaggio
semplicemente adoperando il tono di una battuta. E così scena dopo
scena Tom Hanks ci dimostra che Finch Weinberg non
è Chuck Noland, perché il mondo in cui deve sopravvivere è più
desolato e deteriorato di un’isola deserta…
Apple Original Films ha annunciato
che l’attesissimo Finch uscirà su Apple
TV+ venerdì 5 novembre. Il film è interpretato da Tom Hanks e dal vincitore dello Screen Actors
Guild Award Caleb Landry Jones (“Scappa
– Get Out“, “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”), che ha
recentemente vinto il premio come Miglior Attore al Festival di
Cannes 2021.
Il seguito del blockbuster Apple
Original Film “Greyhound” porta la firma dal regista d’avanguardia
Miguel Sapochnik (“Il Trono di Spade”, “True
Detective”), con una sceneggiatura originale di Craig Luck, al suo
debutto nella scrittura di un lungometraggio, e Ivor Powell
(produttore associato di “Blade Runner” e “Alien”). Il film è
prodotto da Kevin Misher (“Coming 2 America”, “Una famiglia al
tappeto”), Jack Rapke (“Cast Away”, “Flight”), Jacqueline Levine
(“Le streghe”, “Allied – Un’ombra nascosta”) e Ivor Powell. I
produttori esecutivi sono il premio Oscar Robert Zemeckis,
Luck, Sapochnik, Andy Berman, Adam Merims e Jeb
Brody. Finch di Apple Original Films è
presentato da Amblin Entertainment e Reliance Entertainment, in
associazione con Walden Media.“Finch” è una produzione Imagemovers
e Misher Films.
Finch, la trama
In Finch, un uomo,
un robot e un cane formano un’improbabile famiglia in un’avventura
potente e commovente che racconta la storia di un uomo alla ricerca
di un modo per assicurarsi che il suo amato compagno a quattro
zampe verrà accudito anche dopo la sua morte. Tom Hanks interpreta
Finch, un ingegnere di robotica tra i pochi sopravvissuti a un
cataclisma solare che ha lasciato il mondo in una landa desolata.
Ma Finch, che vive in un bunker sotterraneo da un decennio, ha
costruito un mondo tutto suo che condivide con il suo cane,
Goodyear; preoccupato per le sue sorti inventa un robot,
interpretato da Jones, a cui insegnerà a vegliare su Goodyear
quando lui non sarà più in grado. Mentre il trio si imbarca in un
pericoloso viaggio in un desolato West americano, Finch si sforza
di mostrare la sua creazione, che si fa chiamare Jeff, la gioia e
la meraviglia di cosa significhi essere ancora vivi. Il loro
viaggio è lastricato sia di sfide, che di umorismo, poiché è
difficile per Finch spingere Jeff e Goodyear ad andare d’accordo,
almeno quanto lo è per lui gestire i pericoli del nuovo mondo.
Lo slancio intorno a Apple Original
Films continua a crescere con l’imminente prima dello storico
“CODA”, il primo film a vincere tutti i premi più importanti al
Sundance Film Festival; “Emancipation” del regista Antoine Fuqua e
interpretato e prodotto dal candidato all’Oscar Will Smith;
“Killers of the Flower Moon” di Martin Scorsese, con Leonardo DiCaprio e Robert De Niro; “Swan
Song” di Mahershala Ali e Naomie Harris; “The Tragedy of Macbeth”
di Joel Coen, con Denzel Washington e Frances McDormand, in
collaborazione con A24; “Sharper”, da A24, Brian Gatewood e
Alessandro Tanaka, con protagonista e prodotto dalla vincitrice
dell’Oscar Julianne Moore. In prossima uscita l’adattamento Young
Adult di “The Sky is Everywhere”, diretto da Josephine Decker e
interpretato da Grace Kaufman, Cherry Jones e Jason Segel, e altro
ancora. Apple ha anche accordi in essere con A24, Imagine
Entertainment, Skydance Animation e Hyperobject Industries di Adam
McKay.
Finalmente quelli della MGM ci
danno un taglio allo stallo inevitabile per gli problemi produttivi
legati alla sua crisi finanziara e finalmente arriva la notizia che
il 23° film dedicato all’agente segreto più famoso del cinema
verrà realizzato.
A dirigerlo sarà il premio Oscar
Sam Mendes (American Beauty, Revolutionary Road, American Life), Ad
annunciare il film sono stati Barbara Broccoli e Michael G. Wilson,
i quali hanno anche fissato l’inizio riprese entro il 2011 e la
data d’uscita il 9 novembre del 2012. La sceneggiatura del film
sarà scritta Neal Purvis, John Logan e Robert Wade, ed in qualche
modo dovrebbe concludere l’ideale trilogia che vede protagonista
Daniel Craig.
Sono passati anni dall’ultima
stagione di Sherlock, ma questo non ha impedito ai
fan di continuare a sperare in nuovi misteri con il moderno Holmes
interpretato da Benedict Cumberbatch. Da quando la
quarta stagione di Sherlock si è conclusa con “The Final
Problem” nel 2017, il cast e i creatori della serie poliziesca di
successo della BBC hanno ripetutamente accennato alla possibilità
di un seguito, sia attraverso una tanto attesa quinta stagione che
con un film autonomo. Nonostante le carriere sempre più impegnative
dei suoi protagonisti, Benedict Cumberbatch (Sherlock Holmes) e
Martin Freeman (John Watson), le voci di un
ritorno sono emerse più volte, tenendo i fan con il fiato sospeso
in attesa di aggiornamenti che raramente arrivano con
chiarezza.
Ora, una delle figure chiave dello
show ha affrontato il futuro di Sherlock, e
gli ultimi commenti non sono affatto ottimistici.
Il co-creatore Mark Gatiss, che ha
anche interpretato Mycroft Holmes nella serie di successo della
BBC, ha parlato candidamente delle possibilità di una nuova
stagione di Sherlock durante un’intervista del giugno 2025 al
festival Italian Global Series. Purtroppo, i suoi commenti indicano
che la lunga attesa potrebbe essere stata vana, con il ritorno
della serie che ora sembra più lontano che mai. Alla domanda
diretta sul perché Sherlock non sia proseguito con una quinta
stagione o un film, Gatiss ha risposto:
“È importante riconoscere quando è il momento giusto. A
volte è lì e poi finisce, e non c’è niente di sbagliato in questo.
Tornare indietro è spesso molto difficile”.
Cosa significa questo per il
futuro di Sherlock
Mark Gatiss ha fornito un
aggiornamento che fa riflettere sul futuro di Sherlock durante
un’apparizione nel giugno 2025 all’evento Global Series in Italia.
Parlando con
Deadline, il co-creatore di Sherlock e attore di Mycroft Holmes
ha riflettuto sul perché una nuova stagione o il film tanto atteso
non si siano concretizzati, e i suoi commenti suggeriscono che i
fan non dovrebbero trattenere il fiato. Particolarmente
preoccupante è la sua valutazione secondo cui “È importante
riconoscere quando è il momento giusto”. Sembra un messaggio
rivolto specificamente ai fan che sperano in un ritorno, e non in
senso positivo.
Sebbene i suoi commenti non
confermino che Sherlock sia definitivamente finito, sottolineano
che Gatiss ritiene che la serie possa aver esaurito il suo corso
naturale. Ha anche affrontato il tema del coinvolgimento degli
attori – o della sua mancanza – in un potenziale seguito.
“Perché Benedict e Martin non
volevano più farlo”, ha rivelato Gatiss, spiegando il vero motivo
per cui non è stata prodotta una nuova stagione di Sherlock. Sia
Cumberbatch che Freeman sono diventati grandi star di Hollywood
dopo la prima della serie, con carriere che lasciano poco tempo per
un ritorno a Baker Street.
Mark Gatiss non ha però escluso del
tutto un ritorno. Ha ammesso che ci sono state discussioni su un
potenziale film di Sherlock, dicendo: “A entrambi piace
l’idea, ma non si è concretizzata”. Ciò conferma le notizie degli
anni precedenti secondo cuiun progetto di film di
Sherlock era stato effettivamente proposto agli attori
protagonisti.Tuttavia, nonostante l’interesse
reciproco, la logistica ha rappresentato un ostacolo importante.
Come ha affermato Gatiss, “È molto difficile riuscire a riunire
tutti”.
Queste dichiarazioni hanno un tono
diverso rispetto agli anni precedenti, quando sia i creatori che le
star avevano accennato alla possibilità di riprendere la serie in
futuro. Sebbene Gatiss rimanga aperto all’idea in teoria, le sue
parole riflettono i notevoli ostacoli reali che impediscono di
realizzarla. Per realizzare una nuova stagione di Sherlock o anche
solo un film, sarebbe necessario allineare i programmi e
l’entusiasmo di tutte le persone coinvolte, un compito che finora
si è rivelato quasi impossibile. In breve, i fan che sperano in
altri misteri moderni potrebbero dover accettare che Sherlock abbia
già risolto il suo ultimo caso.
Torna sul grande schermo la comicità
di Nando Mormone firmata Made in
Sud con Finalmente Sposi, film diretto
dal celebre comico napoletano Lello Arena con
protagonisti gli Arteteca, che tornano al cinema
dopo il grande successo di Vita, Cuore, Battito, il loro film
d’esordio che ha conquistato il pubblico diventando un vero e
proprio caso cinematografico.
Dopo lo straordinario successo di
Vita, Cuore, Battito gli Arteteca
tornano con un nuovo film e invitano il loro pubblico ufficialmente
al matrimonio!
Di seguito, ecco il trailer del
film:
Enzo e Monica, dopo un breve momento
di popolarità per aver partecipato ad un reality show, decidono di
sposarsi. O meglio Monica decide di sposarsi, Enzo fino a quel
momento era totalmente preso dalla sua discutibile carriera di
allenatore di calcio giovanile. Monica sogna, come ogni ragazza, un
matrimonio perfetto. Tutto dev’essere speciale, ma spesso le cose
speciali sono quelle più costose. Monica decide tutto lei: l’abito
da sposa, il ristorante, le bomboniere, il viaggio di nozze,
l’arredamento per la casa. Enzo, dopo un’analisi accurata del
bilancio familiare, valuta che, con i dovuti sacrifici, entro
cinque anni riusciranno a pagare tutti i debiti contratti con il
finanziamento che dovranno richiedere. In più a pochi giorni dal
matrimonio, Enzo e Monica ricevono la notizia che il centro
commerciale dove lavorano a breve chiuderà. Monica non ne vuole
sapere nulla, e la brutta notizia non deve rovinare il giorno più
bello della sua vita. Ma passati i festeggiamenti i due neo
sposini, anziché partire per il viaggio di nozze a Miami, si vedono
irrimediabilmente costretti a prendere un pullman con destinazione
Wolfsburg dove troveranno Ciro, cugino di Enzo, che li aiuterà a
cercare una stabilità e un futuro che la loro amata città non gli
può assicurare.
Dopo mesi di ritardo,
causati anche dalle enormi difficoltà nel gestire un sito così
grande, finalmente Pottermore apre a tutti. Il sito interamente
dedicato a Harry Potter e al suo mondo,
Un anno intero per girare il film e
realizzare la post-produzione: le riprese di Mission: Impossible 4
inizieranno ufficialmente il 6 dicembre, e termineranno il 7 marzo
2011.
Gli scanzonati e un po’
imbranati Jay, Will, Simon e Neil sono quattro ragazzi della
periferia inglese che finalmente riescono ad organizzare l’agognata
vacanza. Decidono di andare a Creta con un preciso obiettivo: la
conquista di tante ragazze. La realtà è una notte trascorsa a
girovagare nella speranza di incontrare coetanee disponibili.
Gli scanzonati e un po’ imbranati
Jay, Will, Simon e Neil sono quattro ragazzi della periferia
inglese che finalmente riescono ad organizzare l’agognata vacanza.
Decidono di andare a Creta con un preciso obiettivo: la conquista
di tante ragazze. Il viaggio si risolve è una notte trascorsa a
girovagare nella speranza di incontrare coetanee disponibili.
Questa è a grandi linee quello che accade in questa nuova pellicola
inglese, che approderà da noi con il titolo Finalmente
Maggiorenni. Tratto da una sit-com di enorme
successo in patria, il film in questione sembrerà, per lo
spettatore più avvezzo al genere, un lungo dejavù. Il motivo è
presto svelato: gli ingredienti che vengono mescolati in questo
calderone sono cliché tipici della commedia demenziale americana
che nella fine degli anni 90’ ha avuto un enorme seguito,
soprattutto con la saga di American Pie. Questo,
per un film del genere, rappresenta il limite più grosso, che
inevitabilmente impedirà alla pellicola di riscuotere successo e di
strappare al pubblico un po’ di risate.
Nonostante ciò, Finalmente
Maggiorenni in patria rappresenta un vero tormentone ed è
riuscito a racimolare al box office la bellezza di 70 milioni,
diventando uno dei maggiori incassi dell’anno. Tutt’altra storia
invece nel nostro Paese, dove i personaggi messi in scena da Ben
Palmer riprendono caratteri già ampiamente conosciuti, come il
gruppetto di Nerd che va in vacanza con l’intento di spendere tutto
il suo tempo a caccia di sesso, alcol e divertimento. Se in alcuni
frangenti la commedia demenziale riesce almeno a essere originale,
come con il personaggio di Neil che diverte a più riprese con i
suoi sorprendenti gusti in fatto di donne, questo non può bastare
per ottenere una sufficienza piena.
Finalmente
Maggiorenni a stento riesce a decollare e quando
finalmente ci riesce finisce per diventare prevedibile e
stereotipata, finendo per mostrare tutti i suoi limiti in un finale
già visto. Il quadro complessivo è quello di un film che strapperà
poche risate, basato su una scelta discutibile di costruire tutto
su gag a ripetizione, tralasciando forse troppo i lati divertenti
della storia principale.
Dal team della serie
televisiva che ha battuto tutti i record, vincitrice di molti
premi, arriva FINAMENTE MAGGIORENNI (The Inbetweeners Movie), la
storia di quattro ragazzi che vanno in vacanza a Malia, Creta,
senza genitori, senza professori, senza soldi e senza molto
successo con le ragazze.
Era il lontano 1995 quando
l’esordiente Leonardo Pieraccioni faceva capolino
sul grande schermo. Spontaneo, simpatico, sempre pronto a mettersi
in gioco (e a prendersi in giro), aveva conquistato il grande
pubblico con commedie come I laureati e, soprattutto,
Il ciwww. Con la media di un film ogni due anni (circa),
Pieraccioni torna al cinema con un nuovo lavoro,
Finalmente la felicità, ma sono cambiate
molte cose da allora…
In Finalmente la
felicità Benedetto è un uomo semplice, timido, impacciato,
che insegna musica ai ragazzi della sua “band tuttofare”. Quando la
postina di Maria De Filippi bussa alla sua porta per invitarlo a
partecipare a “C’è posta per te”, Benedetto scopre che sua madre,
morta da poco, aveva adottato a distanza Luna, un’affascinante
modella brasiliana. Impossibile non innamorarsi della bellezza e
della semplicità di una bambina cresciuta nelle povere favelas
brasiliane. Spinto dall’amico Sandro, Benedetto decide di seguire
Luna fino in Sardegna dove la ragazza dovrà fare un servizio
fotografico insieme al suo bellissimo ex fidanzato… Sarà difficile
dimostrare, dunque, che “il mondo non è fatto per i belli ma,
semplicemente, per i ‘normali’”.
La trama di Finalmente la
felicità di Pieraccioni lascia già
presagire che dell’avventato ragazzo toscano sempre pronto a
mettere la “h” davanti a qualsiasi consonante, è rimasto ben poco.
Scegliendo di smetterla di duettare con l’amico e collega
Massimo Ceccherini (qui omaggiato con un
piccolissimo cammeo), il protagonista preferisce
Rocco Papaleo, l’attore napoletano comico più in voga
del momento. Ma sebbene il miscuglio di dialetti (e di lingue)
permetta un continuo misunderstanding tra tutti i
personaggi della pellicola, la coppia non funziona e, infatti, non
fa ridere. Anche la protagonista femminile, la sensuale
Ariadna Romero, si rivela subito estremamente
impostata, imbarazzata, spesso, goffa, al contrario del suo collega
Thyago Alves, che, invece, sembra più spontaneo e
meno artificioso nell’elaborazione del suo ruolo.
Ma il cast non è assolutamente
l’unico problema di una pellicola che non decolla mai. Lento,
monocorde, sottotono, il film non riesce a coinvolgere davvero gli
spettatori. Non ci è dato sapere, però, se la colpa sia della
sceneggiatura scritta a quattro mani con Giovanni
Veronesi o di un’alchimia che non si crea tra nessun
personaggio. Semmai, vien subito da chiedersi dove sia finita
quella spensieratezza, quella leggerezza, quella freschezza che
connotava tutte le commedie di Pieraccioni e che,
tra un sorriso e una lacrima di commozione, differenziavano il suo
cinema da quello dei colleghi italiani tanto dediti a sfoggiare i
sederi delle modelle…
Serata all’insegna della comicità made
in Italy quella in programmazione stasera in televisione. Infatti,
l’altro film che vi segnaliamo stasera
è Finalmente la felicità di
Leonardo Pieraccioni. La pellicola andrà in onda
su Canale 5 alle 21:10.
Finalmente la felicità è un film del
2011 diretto e sceneggiato da Leonardo Pieraccioni e interpretato,
oltre che da lui stesso, da Rocco Papaleo, Maurizio Battista e
Ariadna Romero. Il film è uscito nelle sale cinematografiche il 16
dicembre 2011 distribuito da Medusa Film.
Le riprese del film, iniziate a
maggio 2011, si sono svolte principalmente a Lucca, e nel Fort
Village Resort di Cagliari. Il trailer del film è stato distribuito
il 25 novembre 2011. In uscita dal 16 dicembre nelle sale
cinematografiche, la pellicola ha visto la sua anteprima il 13
dicembre a Firenze, giorno del primo compleanno della figlia di
Pieraccioni, Martina (anche lei presente nel film). In Italia, nel
primo weekend di proiezione il film ha incassato 1.653.759€, per un
incasso totale di 10.270.912€.
Trama: Benedetto è un musicista
di Lucca che, chiamato dalla trasmissione C’è
posta per te di Maria De Filippi, scopre che la
mamma, recentemente venuta a mancare, aveva adottato a distanza una
bambina brasiliana. Sono passati diversi anni e la bambina in
questione è diventata una splendida modella, Luna: arrivata in
Italia per lavoro, la ragazza contatta l’uomo, proprio grazie al
famoso programma, perché vuole assolutamente conoscerlo. Benedetto
si legherà molto alla sorella adottiva, tanto da aiutarla
a liberarsi del suo ex, Jesus, anch’egli un modello brasiliano,
mettere su famiglia con lei, adottare a distanza una bambina
brasiliana come aveva fatto la madre e realizzare il suo progetto
(costruire un laboratorio di musica dove i bambini potessero
provare dal vivo qualsiasi strumento), grazie anche al contributo
del direttore d’orchestra e suo amico di vecchia data Argante
Buscemi, che in passato gli aveva rubato la “Felicità”, un brano
composto da Benedetto da giovanissimo e su cui il direttore
d’orchestra aveva costruito la sua fama e il suo successo.
Il film racconta la
storia di un professore di musica di Lucca (Pieraccioni) che
chiamato dalla trasmissione di Maria De Filippi “C’È POSTA PER
TE”, scopre che sua mamma, scomparsa da poco, aveva adottato a
distanza una bambina brasiliana. Sono passati tanti anni e quella
bambina adesso è una bellissima modella. Ora che la ragazza è in
Italia per lavoro, vuole incontrare il suo “fratello” italiano. I
due danno così vita ad un incontro imprevisto che sarà pieno di
colpi di scena e di situazioni esilaranti: per esempio il
professore di musica sostiene che la madre sia stata uccisa da
Barbara Bouchet..! Ma come può essere mai possibile una cosa del
genere? Insomma, quello della brasiliana e del professore di musica
saranno due mondi a confronto, due modi di vedere la vita, ma
sicuramente, alla fine, un unico obiettivo: capire perchè il
destino ha voluto che loro due s’incontrassero.
Gli anni d’oro di Cinecittà pieni
di brio e curiosità verso il dietro le quinte delle grandi
produzioni cinematografiche, Finalmente l’alba di
Saverio Costanzo fa questo e sconvolge allo
stesso tempo quella magia che solo la Settima Arte sa trasmettere.
Ma il film metacinematografico che è stato presentato a
Venezia 80 in Concorso è anche un racconto di
formazione attraverso gli occhi di Mimosa.
Tra Midnight in Paris di Woody Allen e Babylon di Damien Chazelle, la notte della giovane Mimosa
in questa Roma degli anni Cinquanta si trasforma in un cammino
introspettivo che la porterà a diventare una donna. Il film
italiano uscirà nelle sale dal 14 febbraio distribuito da 01
Distribution.
Finalmente l’alba, la trama
C’è Roma negli anni Cinquanta, c’è
Cinecittà, c’è il cinema. Così preponderante nella vita degli
italiani dopo la Seconda Guerra Mondiale raccontava di un’Italia a
pezzi e distrutta. In Finalmente l’alba si pone l’accento
soprattutto sulla società di quel tempo, sugli sfarzi e
sull’esuberanza dei suoi protagonisti. In questa storia
Josephine Esperanto (interpretata da Lily James) è la star di Hollywood, la diva,
accompagnata da Sean Lockwood (interpretato da
Joe
Keery). I due protagonisti fanno parte di una grande
produzione cinematografica che sta girando a Cinecittà che cerca
comparse. La parte mondana del film si mescola alla quotidianità
romana delle sorelle Iris (interpretata da
Sofia Panizzi) e Mimosa
(interpretata da Rebecca Antonaci) che insieme
alla mamma condividono la passione per il grande schermo.
La sorella maggiore, Iris, attira
l’attenzione di un saltimbanco che vuole attirare l’attenzione a
Cinecittà. Attratte dalla grande produzione che si
sta svolgendo negli studios romani, le due ragazze si presentano
alle audizioni per fare le comparse. Il grande sogno di Iris viene
infranto quando per una serie di fortunate circostanze vede che la
sorella ha ottenuto un ruolo di rilievo all’interno del film.
Mimosa, al contrario di Iris, non
ha mai sognato così in grande. La sua vita è stata predisposta già
da piccola: un uomo per bene da sposare, che la rispetta e con una
ottima posizione lavorativa. Tutto però nella vita di Mimosa sta
per cambiare perché mentre Cinecittà inizia il suo
declino, Mimosa prende in mano le redini del suo destino
cambiandone le sorti.
Foto Credit Eduardo Castaldo
La magia decadente di
Cinecittà
Il film meta cinematografico di
Saverio Costanzo incontra le personalità più
estroverse del mondo del cinema. Così come a Babylon è centrare il ruolo dei divi
della Settima Arte e in Finalmente l’alba viene tratteggiato il
contorno di questa borghesia che organizza feste private dove
succede di tutto. Basta, infatti, una notta a Mimosa per capire a
360° come funziona l’industria cinematografica.
Mimosa è un foglio bianco, su cui ognuno dei
personaggi in cui s’imbatte scrive la sua storia, senza paura di
essere giudicato.
Nello sguardo intenso della giovane
protagonista Rebecca Antonaci ci si imbatte
Josephina. È proprio lei il motore scatenante del
processo di crescita di Mimosa: la trova con lo
sguardo e la invidia perché sa di non poter avere una vita normale,
fuori dai riflettori. Il personaggio di
Lily James ne rimane affascinato e la porta con sé
iniziando un viaggio notturno alla
Midnight in Paris.
Ci muoviamo tra le vie di una Roma
deserta a bordo di questa macchina guidata da Willem Dafoe che fa da interprete tra i
protagonisti. Sì, perché Finalmente l’alba è un
film di
poche parole, basato su una incomunicabilità linguistica data dal
fatto che i protagonisti parlano lingue diverse. Il personaggio di
Mimosa vive nell’incomprensione, di lunghi silenzi anche
angoscianti e di una caratterizzazione lenta. Un film fatto di
ascolti e di sguardi e non di parole e quello che potrebbe essere a
tratti un punto chiave del film diventa anche la sua debolezza più
grande.
Foto Credit Eduardo Castaldo
Un film fatto di sguardi
L’intensità dello sguardo di
Mimosa colpisce tutti i protagonisti. In questa
notte così folle che vive insieme a Josephine e Sean, la ragazza
incontra le personalità più in voga della borghesia romana. Tra
produttori, attori e pittori Mimosa verrà
presentata come “una giovane poetessa svedese” da Josephine stessa
che userà questo stratagemma contro di lei. Complice il personaggio
di Sean, succube della diva, Mimosa verrà tratta
in inganno in gioco più grande di lei e verrà punita dal
personaggio di Lily James così vendicativa da non poter
sopportare la gelosia. La messa in scena si trasforma in un’arma
che però Mimosa riesce a ribaltare. Un’intera sequenza sul suo
sguardo, fisso nel vuoto e riempito di lacrime: una vera e propria
performace che agli occhi dei ciechi e vili borghesi verrà
elogiata.
A fare da sfondo alla storia
l’omicidio di Wilma Montesi, una giovanissima
comparsa di Cinecittà morta in circostanze misteriose.
Finalmente l’alba non si concentra sugli
aspetti fondamentali di quel caso di cronaca ma utilizza il
personaggio di Mimosa per ribaltare la situazione. Il personaggio
di Mimosa è un personaggio ricco di contrasti: scappa da un
produttore che vuole approfittare di lei, ma perde la verginità con
il suo attore preferito che le ha fa avance.
Questi controsensi però non fanno
che parte del personaggio che vive un periodo di forte cambiamento
e che trova la realizzazione e anche un po’ di malizia alla fine
del film quando il suo percorso di crescita si compie e arriva
Finalmente l’alba di un nuovo giorno.
Arrivato nelle sale il 14 febbraio,
Finalmente
l’alba di Saverio Costanzo si
sta guadagnando l’attenzione di un pubblico molto variegato, che lo
ha già riconosciuto come uno di quei
film metacinematografici di cui la nostra industria ha bisogno,
e che ne porta in scena magia e atmosfere senza dimenticarsi di
trattare tematiche importanti quali il femminicidio. Ed è in realtà
proprio da qui che parte il lungometraggio del regista, il quale
traccia le coordinate della storia ispirandosi liberamente a un
fatto di cronaca nera che sconvolse l’Italia degli anni Cinquanta,
denominato il caso Montesi.
L’inizio
È il 9 aprile 1953 quando
sulle spiagge di Torvaianica una giovanissima muore infatti in
circostanze sospette. Viene ritrovata riversa sulla
battigia, priva di alcuni indumenti fra cui reggicalze e scarpe, ma
nessuno capisce cosa sia accaduto. Forse un malore mentre tentava
di fare un pediluvio in acqua. O forse un omicidio? La vittima è
Wilma Montesi, appartenente alla Roma popolare, con un sogno nel
cassetto mai realizzato: farsi strada in quel mondo di luci – e
ombre – che è il cinema, nell’allora Hollywood sul Tevere,
Cinecittà, luogo da sempre magico e, se vogliamo, senza tempo. Un
cold case che coinvolse lo Stivale intero, dove l’estasi dello
scandalo inebriava una società che piuttosto che piangere la
vittima e chiedere per essa giustizia, speculava e formulava
congetture, ipotesi, storie, per riempire le pagine dei grandi
rotocalchi, abbandonando un’ “ingenuità” che non sarebbe più
tornata.
Fra i presunti colpevoli di un
assassinio in seguito mai chiarito ci furono politici di un
certo spessore e alcuni personaggi della Capitale
elitaria, che trasformarono a tutti gli effetti la morte
di Wilma Montesi nel primo caso dal forte rilievo mediatico. Un
evento amaro e triste, fatto di sogni infranti, verità non dette e
abuso del potere. Elementi serviti a Saverio Costanzo per assestare
dunque l’ossatura narrativa del suo Finalmente
l’alba, da cui parte un racconto di riscatto, reso
possibile grazie a Mimosa, protagonista di un
percorso di crescita avvenuto in una sola notte, talmente densa e
articolata da sembrare una vita intera. Notte di festa dove però
fra alcol, decadenza e illusioni, Mimosa scrive la sua storia, e
con coraggio, addentrandosi nei chiaroscuri di divi o aspiranti
tali, scopre se stessa. Ma a Wilma cosa è
successo?
Il ritrovamento di Wilma sulla
spiaggia
I riferimenti al caso Montesi in
Finalmente l’alba sono tanti e
influenzano il processo di formazione della stessa protagonista.
Oltre ad alcune immagini visivamente potenti e simboliche (una fra
queste l’ “incontro” fra Mimosa e Wilma a Cinecittà, con la
scoperta da parte della prima dell’omicidio attraverso un filmato
che alcuni uomini stanno guardando in sala), ci sono dei personaggi
inseriti nel contesto filmico che – se non si conosce la storia –
coglierne il significato e l’importanza della loro presenza risulta
più difficile. Perciò, facciamo un passo indietro e cerchiamo di
capire cosa successe dopo la scoperta del corpo di Wilma Montesi, e
chi fu accusato di essere implicato nella sua morte. Lo diciamo
subito: all’epoca ci furono diverse versioni dei fatti e come
accennavamo poco prima la risoluzione del caso non c’è mai stata,
per cui quello che spieghiamo sono le linee principali su cui si
sono sviluppate le indagini.
Il corpo della Montesi venne
ritrovato da un manovale che faceva colazione sulla spiaggia,
Fortunato Bettini, l’11 aprile del 1953, ancora in buono stato,
indi per cui il medico legale stabilì che la morte poteva essere
avvenuta almeno quarantotto ore prima e la causa, inizialmente, la
attribuirono a un malore che la giovane ebbe mentre bagnava i piedi
in acqua. Scivolata dopo aver perso i sensi, sarebbe di conseguenza
annegata. Esclusero la violenza sessuale, nonostante poco dopo un
altro medico constatò che le tracce di sabbia negli indumenti
intimi potevano invece essere conferma di un abuso. Nonostante
questo, la polizia diede per buona l’ipotesi dell’incidente e il
caso si chiuse.
Le nuove ipotesi e la riapertura
delle indagini
Il 4 maggio, però, ci furono degli
sviluppi. Il quotidiano napoletano Romaipotizzò
che ci fosse un grosso complotto dietro la morte di Wilma,
e che qualcuno voleva proteggere i veri assassini. A esso, si
unirono altre testate rinomate quali Corriere della Sera e Paese
Sera, di cui quest’ultimo pubblicò un articolo in cui diceva che un
certo “biondino” aveva portato in questura l’abbigliamento mancante
di Wilma. L’identità, fino alla fine di maggio, non fu svelata, pur
i giornalisti sapendo di chi si trattasse. Solo più avanti è una
rivista comunista – Vie Nuove – a confermarlo,
riconoscendo nel “biondino” la figura di Piero
Piccioni, figlio del Vicepresidente del Consiglio Attilio
Piccioni. Piero era anche compagno di Alida Valli. La notizia
sollevò un certo scalpore, e lo scandalo continuò a essere
alimentato fra i cittadini e nei rotocalchi stessi, finché Piccioni
non querelò per diffamazione il giornalista dell’articolo, Marco
Cesarini Sforza. A ottobre dello stesso anno è il direttore del
periodico scandalistico Attualità, Silvano Muto, a
riportare l’attenzione sulla morte della giovane. Da quanto
scrisse, aveva svolto alcune indagini nella Roma bene dove c’era
una certa Adriana Concetta Bisaccia, giovane che
aveva raccontato di aver partecipato assieme a Wilma a un’orgia
in una villa a Capocotta, sul litorale romano.
Lì le due avevano interagito con
personaggi famosi – soprattutto politici – e Montesi aveva in
quell’occasione assunto droghe e alcol che l’avrebbero fatta
sentire male. Non solo, dopo il mancamento, secondo Bisaccia
qualcuno l’avrebbe portata incosciente sulla spiaggia dove sarebbe
stata poi abbandonata. Chi venne citato nell’articolo come
responsabile fu, di nuovo, Piero Piccioni e poi Ugo
Montagna, il proprietario della villa. Pensiero comune da
lì in poi fu che le forze dell’ordine stavano insabbiando tutto per
difendere tali noti esponenti. Più avanti, un’altra ragazza che si
dichiarava essere stata amante di Montagna, Maria Augusta Moneta
Caglio Bessier d’Istrai, scrisse un memoriale dove confermò quanto
raccontato dai giornali fino ad allora, ossia che Piccioni e
Montagna erano coinvolti, e che con Montesi quest’ultimo aveva una
liason. In seguito, si disse che Ugo Montagna era stato addirittura
informatore dei nazisti, oltre che essere responsabile di
organizzare incontri con diverse donne nella sua tenuta per
soddisfare necessità dei suoi invitati. Ufficialmente, il caso
sull’omicidio Montesi fu riaperto a marzo del ’54 e vennero
arrestati sia Montagna che Piccioni, il primo accusato di omicidio
colposo e uso di droghe, il secondo di favoreggiamento insieme al
questore Saverio Polito, per il medesimo motivo.
Un caso mai risolto
Arriviamo al 1957. Dopo aver indetto
un processo penale per Montagna, Piccioni e Polito, le cose
cambiarono ancora. Alida Valli, infatti, andò in soccorso di
Piccioni, sganciando un alibi in suo favore, in cui diceva che nei
giorni prima della morte di Wilma lui si trovava con lei a Ravello
e che se ne era andato da lì il 9 aprile ma solo dopo le due di
pomeriggio, per recarsi poi da un medico in quanto aveva dolori
alla gola. La versione fu confermata, fra gli altri, anche
dall’infermiere che se ne prese cura a casa. Montagna, invece,
disse che non aveva mai conosciuto Montesi, mentre Polito confermò
di nuovo la tesi ufficiale del malore in acqua. Alla fine, il
tribunale li diede per innocenti, assolvendoli con formula piena.
Da lì in poi il caso è stato avvolto sempre più nel
mistero e non si è mai riuscito a capire chi fosse il
colpevole. Molte sono le piste tracciate, ma ancora oggi è
difficile credere alla tesi secondo cui Wilma Montesi si sia
sentita male. Una cosa è certa: dalla scoperta del corpo,
l’attenzione non fu mai per la ragazza, bensì per tutto quello che
c’era dietro, tanto da surclassare la tragedia.
Mimosa, non solo Wilma
Saverio Costanzo non è stato il
primo a parlare del caso Montesi, né tantomeno a portare sul grande
schermo quella che fu l’Italia del Dopoguerra, fra contraddizioni,
illusioni e abuso dell’informazione. Nel 1960, con La dolce
vita,
Federico Fellini si immerge completamente in quel mondo oramai
privo di scrupoli, e attraverso l’odissea di Marcello, catapulta il pubblico in
quella che era la società degli anni Cinquanta: una Babilonia
hollywoodiana governata da un’euforia incontrollata.
In Finalmente
l’alba ci sono diversi collegamenti e
suggestioni del film del regista romagnolo: dalla
rappresentazione di una decadenza, ai paparazzi e giornalisti
invadenti, alle dive (anche solo negli abiti Josephine Esperanto
ricorda la Sylvia di Anita Ekberg), fino alla festa in una villa
sul litorale romano, dove nel caso de La dolce vita il
giorno seguente viene ritrovato morto sulla spiaggia un pesce
strano, chiamato “mostro marino”, che simbolicamente rappresenta
Wilma Montesi. Se è vero che Mimosa ripercorre gli stessi passi di
Wilma, come afferma Costanzo, e lo fa con una consapevolezza
diversa poiché è a conoscenza di quanto accaduto (il viaggio di
Mimosa si svolge, come abbiamo accennato, poco dopo), è vero anche
che non ne aderisce totalmente, avendo Mimosa non solo un epilogo
differente, ma una dimensione di sé diversa che le permette di non
essere risucchiata in quel vortice infame.
C’è un collegamento con la Paola
felliniana?
Ecco che da qui nasce una
riflessione molto particolare, che potrebbe collegare
Mimosa a Paola, l’angelica ragazza che Marcello incontra
ne La dolce vita in una trattoria sul mare dove
quest’ultima lavora. Il giornalista, ne apprezza di lei non solo la
semplicità, ma la purezza delle sue aspirazioni mentre racconta di
voler diventare una dattilografa. Lei non è disillusa come
Marcello, ed infonde una tenerezza sia nell’atteggiamento che nello
sguardo molto simile a Mimosa. Paola la ritroviamo nel finale de
La dolce vita sulla stessa spiaggia dove giace il pesce
morto, all’indomani del festino a cui Marcello ha partecipato (un
parallelismo con Mimosa, la quale in una delle scene finali si
ritrova proprio come Paola sulla spiaggia dove è stata rinvenuta
Wilma).
In quella scena, vediamo Paola non
riuscire a parlare con Marcello, ma capiamo che è felice, forse è
riuscita pure a realizzare il suo sogno. Cerca di farlo andare
verso di lei, prova in tutti i modi a farsi sentire, ma non c’è
niente da fare. Sembra impossibile udirla. Marcello ci prova e ci
riprova, poi se ne va. Da sempre questo finale rappresenta
l’incomunicabilità fra due mondi opposti, quello puro della ragazza
e quello calante e corrotto di Marcello, il quale si dice non abbia
compreso le sue parole perché oramai smarritosi e in una condizione
di perdizione irrecuperabile. Un contrasto che si nota tanto ne
La dolce vita, mettendo a confronto Paola e Marcello,
quanto in Finalmente l’alba, fa la medesima cosa con Mimosa e tutto
il resto dei partecipanti alla festa nella villa dove la
protagonista trascorre l’indimenticabile notte.
Finalmente l’alba e Fellini
Come vediamo in Finalmente
l’alba, Mimosa si scontra con una furiosa realtà
che cade man mano in pezzi durante tutta la narrazione,
ma sceglie di rimanere se stessa, di preservare la
sua semplicità, la sua vera essenza, a favore di una crescita
consapevole. Paola, allo stesso modo, sceglie di non raggiungere
Marcello, ma bensì di invitarlo a fare il contrario, e in quel caso
è come se opponesse la stessa resistenza di Mimosa. Non cade, non
cede.
Rimane fedele a se stessa. Il
contrasto, dunque, è molto simile, così come paiono chiari i punti
di contatto fra le due, e per cui ci fa chiedere: se ciò
che è rappresentato simbolicamente da Fellini, attraverso Paola, ci
fosse stato mostrato concretamente da Saverio con Mimosa?
Fra l’altro, il fatto che Paola sia sullo stesso lembo di battigia
dove è stato ritrovato il pesce, quindi la Montesi, potrebbe
rafforzare questa connessione fra le due. Da una parte, infatti,
c’è la vita, dall’altra la morte. Da una parte Wilma, dall’altra
Mimosa e Paola, e quel lieto fine, quel riscatto, che i registi,
come noi tutti, volevano per un’anima che forse così potrebbe
trovare la pace. E allora, cosa ha fatto Saverio Costanzo con
Finalmente l’alba? Ha dato a Wilma
Montesi la possibilità di vivere ancora. Le ha dato quel futuro che
immaginava.
Dopo molta attesa è uscito il nuovo
full trailer di Inception, il kolossal fantascientifico di Christopher Nolan che arriverà nei cinema
italiani a settembre. Un filmato inedito e semplicemente
spettacolare…
Arriva finalmente il Trailer di
Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe con
Jeremy Renner e Gemma Arterton, a
pubblicarlo in esclusiva è Msn. La pellicola è
una reinterpretazione in chiave action della famosa
fiaba, un po’ come già accaduto con Biancaneve. La pellicola
è una reinterpretazione in chiave action della famosa
fiaba, un po’ come già accaduto con Biancaneve. Ecco il
filmato:
Il nostro pianeta sta morendo. E’
una frase che gli ambientalisti, a ragione, ripetono spesso. E di
frequente capita di rifugiarsi nel mondo delle fiabe per non vedere
ciò che ci circonda. Ma cosa accade se la distruzione del nostro
Pianeta, l’inquinamento, la povertà invadono anche il mondo
ovattato e sempre felice delle fiabe? Ecco una serie di finali
alternativi per i racconti delle Principesse Disney (e non solo),
in cui i personaggi fanni i conti con “il mondo
reale”:
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La
sirenetta Ariel è cosparsa di petrolio e non riesce a tornare
in mare, Elsa piange disperata su un iceberg che si scioglie
inesorabilmente, Winnie the Pooh non ha più il suo bosco dei Cento
Acri e Pocahontas è confinata in un casinò, perchè la sua terra è
stata occupata. Che ve ne pare? Sicuramente dei finali da “e
vissero per sempre infelici e scontenti”.
Esce il 19 settembre in Italia
Finalement – Storia di una tromba che si innamorò di un
pianoforte, un’avventura, emozionante e divertente, una
summa della ricchissima cinematografia dell’iconico regista
francese Claude Lelouch che, con il suo
51esimo film, è stato tra i protagonisti della Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Dopo aver distribuito nel nostro
Paese il Leone d’Oro del 2021, La Scelta di Anne – L’Événement e I
Figli degli altri in competizione nel 2022, Europictures è
orgogliosa di portare nelle sale italiane Finalement da giovedì 19
settembre.
La trama di Finalement
In un mondo sempre
più folle, Lino, un uomo che aveva tutto, tra famiglia, successo e
carriera, sente che sta perdendo l’equilibrio. Decide di lasciarsi
tutto alle spalle e vagare, ricercato, per la Francia vestendo
prima i panni di un prete destituito, di un regista di film per
adulti, di un trombettista per rendersi conto alla fine, dopo una
serie di incontri a dir poco strampalati, che tutto quello che
accade nella vita è un bene.
In occasione dell’uscita al cinema
di Finalement, film scritto e diretto da
Claude Lelouch,Cinefilos.it offre la possibilità ai suoi lettori
di assistere gratuitamente alla proiezione
del film.
Per prenotare il proprio invito,
valido per due persone, basta consultare questo link che sarà
attivo dal 5 settembre: anteprimefinalement.it.
Cerca la tua città!
La trama di
Finalement
La storia di un potente
avvocato la cui vita prende una svolta inaspettata dopo un problema
di salute che gli impedirà di mentire e lo costringerà a parlare
senza alcun filtro. Lino (interpretato da Kad Merad) intraprenderà
un viaggio attraverso la Francia, da Parigi alla Normandia, al Mont
St Michel, durante il quale incontrerà molta gente, ma soprattutto
si innamorerà di una donna che suona il pianoforte e gli farà
riscoprire la sua vera passione: suonare la tromba. Amore, destino,
ed intrecci sentimentali in una commedia romantica divertente e
intelligente che grazie anche ad una deliziosa colonna sonora farà
riflettere sulle coincidenze e le opportunità che può riservare la
vita.
Ecco un video che ci mostra cinque
finali alternativi di altrettanti famosi film, finali che per
fortuna non vedremo mai! I film in questione sono:
Terminator 2: Il Giorno del Giudizio,
Titanic, The Blair Witch
Project, The Butterfly Effect e
Clerks – Commessi.
La sinossi di Finale a sorpresa –
Official Competition
Un imprenditore miliardario vuole
produrre un film per poter accrescere la sua notorietà. Sceglie un
romanzo – che non ha nemmeno letto – e lo affida alla famosa
regista Lola Cuevas (Penelope
Cruz) affinché ne tiri fuori un capolavoro
cinematografico. Per realizzare il film, l’eccentrica regista
sceglie due attori di estrema fama: Félix Rivero
(Antonio Banderas), un divo Hollywoodiano
affascinante e pluripremiato, e Iván Torres (Oscar
Martínez), talentoso attore teatrale legato al cinema non
commerciale. Inserite in uno stesso progetto, le personalità così
diverse dei due divi entrano subito in competizione.
Dovendo interpretare due fratelli in
conflitto, durante le prove Félix e
Iván vengono sottoposti da Lola a prove
attoriali (e non solo) stravaganti, che portano entrambi al limite
della sopportazione. Riuscirà tutta l’energia che circola attorno
ai due divi ad essere incanalata nella realizzazione di un film
capolavoro?
Un film che parla di cinema
Meno tecnico di Effetto
notte (La nuit américaine) di François
Truffaut, ma similmente ironico sui divi del cinema. Meno
metaforico de La finestra sul cortile di Hitchcock,
ma ugualmente celebrativo dei movimenti di macchina. Finale
a sorpresa – Official Competition è un film
meta-cinematografico che parla della realizzazione di un film in
modo comico.
Gli attori interpretano a loro volta
degli attori (e una regista) dalle personalità spiccate ed
eccentriche. Lola, Félix e
Iván sono tre teste calde, rappresentano gli
stereotipi del mondo divistico in modo estremamente divertente,
senza essere eccessivamente caricaturali. Penelope Cruz (Blow,
Vicky Cristina Barcelona, Madres Paralelas), vestita con abiti appariscenti a
dotata di una folta, riccia chioma rossa, è l’artista pazza,
geniale, indipendente e sensibile. Antonio Banderas (The
Code, Ballistic) è il divo sciupafemmine sicuro di sè,
scaltro, egocentrico e finto tonto. Oscar
Martinez (Il
cittadino illustre) rappresenta l’arte di nicchia,
sofisticata, un po’ narcisista che disprezza la massa. Uniti, i tre
grandi attori riempiono le scene.
Pochi attori per spazi
immensi
Oltre ai tre attori principali,
compaiono pochi personaggi, nessuno dei quali è troppo rivelante.
In Finale a sorpresa – Official Competition, le
rare figure si muovono in spazi immensi. Le stanze mastodontiche e
deserte in cui avvengono le prove del film fittizio sono luoghi di
design dalle linee nette e definite.
Un edificio enorme per i soli tre
personaggi: in un’alternanza di campi lunghi e primissimi piani, la
fotografia di Arnau Valls Colomer esalta l’arte
cinematografica, fatta dai luoghi quanto dai volti. Nelle
sconfinate inquadrature può esplodere l’ego degli artisti.
Lola sottopone i due divi a prove assurde, li schiaccia,
li lega, li fa piangere. Nella desolazione e nell’ampiezza della
villa, tutto sembra concesso. E, anche Félix e
Iván hanno modo di esprimersi, sia nelle loro
performance attoriali, sia nei loro assurdi atteggiamenti.
Un lavoro registico degno di
nota
La coppia di registi che dirige
Finale a sorpresa – Official Competition è composta da
Mariano Cohn e Gastón Duprat. I
due noti cineasti argentini si dedicano alla produzione di un film
spagnolo degno di nota. Il lungometraggio è una commedia, che
spicca per la qualità. In un mondo in cui film comico è sempre più
sinonimo di cattiva recitazione, film costruiti in studio e battute
volgari, la pellicola di Cohn e
Duprat alza l’asticella. L’umorismo è sottile e
raffinato, la cinepresa asseconda le dinamiche relazionali tra gli
attori, le ambientazioni e la qualità della fotografia esaltano la
storia.
La competizione è viva e il finale
è una sorpresa
Il titolo del film è molto
suggestivo. La pellicola è una produzione spagnola, il nome
originale è ”Competencia Official”, tradotto in inglese
con Official Competition. La competizione tra
Félix e Iván è infatti al centro sia del
film principale che del film fittizio a cui devono lavorare. I
duelli a suon di battute, i momenti faccia a faccia vissuti dai due
attori sono ciò che costruisce l’aspetto ironico della
pellicola.
In italiano, il titolo è invece
”Finale a sorpresa”, una scelta non casuale che stuzzica
la curiosità dello spettatore. Il film di Lola sarà
realizzato o no? Succederà qualcosa di sorprendente che cambierà il
corso delle vicende? Per scoprirlo, non resta che andare in sala e
vedere Finale a sorpresa!
La sempre più lunga e apprezzabile
carriera cinematografica dell’ex wrestler Dave
Bautista presenta anche alcuni titoli da protagonista
assoluto. Uno di questi è l’action Final Score.
Arrivato al cinema nel 2018 per la regia di Scott
Mann, che aveva già diretto Bautista nel film Bus
657, il lungometraggio è definito come un omaggio al primo
Die Hard,
solo con differente ambientazione. Ad essere qui luogo di un
attentato terroristico è infatti uno stadio, e a liberare questo
dagli indesiderati occupanti sarà proprio il soldato a cui dà volto
l’interprete di Drax di Guardiani della
Galassia.
Particolarmente legato al progetto,
Bautista figura qui anche come produttore. Per lui si tratta
infatti di un ruolo particolarmente importante, con cui dà prova
della sua buona presenza scenica e di saper reggere sulle sue
spalle un intero film. Accanto a lui si ritrovano però anche altri
noti attori di provenienza internazionale, che conferiscono
ulteriore valore al titolo. Final Score è infatti
stato poi particolarmente apprezzato dalla critica, la quale elogia
tanto le interpretazioni quanto l’imprevedibilità di alcuni
risvolti narrativi, sottolineando anche il buon intrattenimento
garantito.
Il film si è poi avvalso di
un’uscita in contemporanea tra sala cinematografica e streaming.
Costato 20 milioni di dollari, Final Score ha così
avuto modo di raggiungere un pubblico particolarmente ampio,
ottenendo un discreto ritorno in termini economici. Prima di vedere
il film, però, può tornare utile essere a conoscenza di alcune
curiosità ad esso legate. Dalla trama al
cast e fino alle location
utilizzate, proseguendo nella lettura si potrà scoprire quanto c’è
da sapere a riguardo. Infine, si elencheranno anche le piattaforme
dove è possibile ritrovare e vedere in streaming il film.
La trama di Final
Score
Protagonista del film è l’ex
militare statunitense Michael Knox, il quale si
trova ad assistere ad una partita di calcio nello stadio londinese
Boleyn Ground in compagnia di sua nipote Danni.
Prima che la partita abbia inizio, Michael si allontana per andare
a comprare degli hot dog, e durante questa sua assenza succederà
l’impensabile. Egli riceve infatti una chiamata da parte del russo
Arkady Belav, il quale gli ordina di rintracciare
tra il pubblico il fratello Dimitri e ucciderlo.
Se non riuscirà in tale compito, Arkady farà scoppiare l’intero
stadio, uccidendo così oltre trentacinque mila persone.
Michael si trova così in una
posizione particolarmente scomoda, al centro di un vero e proprio
attacco terroristico. Egli dovrà scoprire quanto più possibile sui
due fratelli russi e su loro conflitto, e solo così potrà sperare
di salvare la situazione. A sua disposizione ha soltanto novanta
minuti, e a peggiorare la situazione vi è il rapimento di sua
nipote, presa come ostaggio proprio dai terroristi. Questi hanno
però sottovalutato le capacità dell’uomo, che grazie alla sue
conoscenze di guerra sa come far fronte a situazioni del
genere.
Il cast del film
Per un film ricco di cotanta azione,
era necessario che nei ruoli principali vi fossero attori non nuovi
a questa. Per il ruolo di Michael Knox è stato così scelto l’attore
Dave Bautista. Per la parte, Bautista si è
sottoposto ad un lungo allenamento, con il quale ha ulteriormente
rafforzato la propria forma fisica. Così facendo, ha avuto modo di
prendere personalmente parte a molte delle più spericolate
acrobazie richieste dal copione. Accanto a lui, nel ruolo della
nipote Danni, vi è la giovane attrice Lara Peake,
divenuta nota grazie ad alcuni film e serie televisive di buon
successo.
Nel ruolo del terrorista Dimitri
Belav vi è invece il celebre Pierce
Brosnan. L’attore, noto per essere stato anche
l’agente 007, dà qui volto ad un nuovo spietato villain,
affermandosi come uno degli elementi di maggior interesse del film.
Per il ruolo egli ha raccontato di aver approfondito tramite alcune
ricerche le origini del personaggio, costruendo per questo una
personalità credibile e particolarmente complessa. Ray
Stevenson, divenuto famoso grazie al ruolo di Marcus Eaton
nella saga Divergent, è
invece l’interprete dell’altro dei due terroristi, Arkady, che si
rivela essere il vero villain del film.
Le location di Final
Score
Quasi esclusivamente ambientato
nello stadio Boleyn Ground di
Londra, le riprese del film si sono svolte
realmente all’interno di questo. Inaugurato nel 1904, lo stadio è
stato la casa della squadra West Ham sino al 2016, anno in cui
viene chiuso per essere demolito. È in questo periodo che le
riprese hanno luogo, sfruttando così la completa disponibilità
della struttura. Al termine della lavorazione del film, hanno
infatti inizio i lavori di demolizione, che portano il Boleyn
Ground ad essere totalmente smantellato nel 2017. Il set di
Final Score è stato così l’ultimo grande evento
svoltosi all’interno di questo, immortalando per sempre la
grandiosità di tale iconica struttura.
Il trailer di Final
Score e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi dovesse ancora vederlo, è possibile fruire di Final
Score grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Infinity+, Apple TV,
Netflix, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Il film verrà inoltre
trasmesso in televisione giovedì 11 luglio alle
ore 21:00 sul canale 20
Mediaset.