Super 8, nato
dalla interessante collaborazione tra J.J. Abrams e Steven Spielberg, debutta alla grande nei
cinema americani, dove conquista la prima posizione.
L’attesissimo titolo, uscito in
oltre tremila sale negli USA, ha incassato ben trentotto milioni di
dollari, facendo scendere dalla vetta X-Men: First
Class che ha ottenuto venticinque milioni di dollari per
un totale che sfiora i cento milioni di dollari in due settimane,
per la precisione 98.894.000 dollari. Oltre diciotto milioni
di dollari invece per Una Notte da leoni 2, che
scende in terza posizione: la commedia con Bradley Cooper arriva a
un totale di 216.560.000, seguita dal film d’animazione in 3D
Kung Fu Panda 2, con un complessivo simile di 216.
905. 000. Quinta posizione per Pirati dei Caraibi: oltre i
confini del mare, che questo fine settimana ha incassato
10.846.000, seguito da Bridesmaids che continua a
racimolare milioni di dollari. Esordisce in settima posizione
Judy Moody and the NOT Bummer Summer con
6.267.000. A chiudere la classifica sono Midnight in
Paris con oltre sei milioni di dollari nel fine settimana,
Thor con un complessivo di 173.600.000 e
Fast Five, fanalino di coda.
Deludente weekend d’esordio per
X-Men: L’inizio, che conquista il primo
posto, ma con un risultato al di sotto delle aspettative. Seguono
Una notte da leoni 2 e Pirati
dei Caraibi 4…
Non c’erano dubbi su chi avrebbe
guadagnato la prima posizione al botteghino italiano, ma di certo
l’incasso non può considerarsi soddisfacente. Infatti
X-Men: L’inizio apre con 1,3 milioni di
euro raccolti da mercoledì a domenica (solo 977.000 euro nei tre
giorni). Le aspettative generali erano piuttosto alte, e il prequel
della saga Marvel è stato l’uscita più forte
del fine settimana. Sarà difficile, a questo punto, prevedere un
risultato complessivo simile ai film precedenti, che avevano chiuso
sui 5 milioni.
Una notte da leoni
2 conferma ancora una volta il secondo posto,
raccogliendo altri 761.000 euro per ben 8,3 milioni totali.
Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del
mare scende dunque in terza posizione con altri
736.000 euro: il film disney abbatte quota 16 milioni
complessivi.
Seguono Paul (314.000 euro) e
ESP – Fenomeni Paranormali (298.000
euro), arrivati rispettivamente a quota 1,4 e 1,3 milioni.
London Boulevard debutta in sesta
posizione con 272.000 euro e ottiene la seconda migliore media per
sala. Subito dopo, The Tree of Life, che
con altri 231.000 fiora i 2,3 milioni totali. Garfield 3D scende all’ottavo posto e
supera il milione complessivo con 193.000 euro.
Nona posizione per Le donne del sesto
piano, che debutta in sole 37 sale ma raccoglie ben
144.000 euro ottenendo la media migliore del weekend.
Chiude la top10 Il ragazzo con la
bicicletta, che perde pochissimo, e con altri 67.000
euro giunge al totale di 520.000 euro.
Oliver Stone ha presentato oggi al
Taormina Film Festival l’ uncut version del controverso film
storico Alexander, la pellicola del 2004 fin’ora uscita in
tre differenti versioni. D- Questo nuovo taglio del
film parla finalmente con la voce di Stone?
Ben Affleck si appresta a tornare
dietro la macchina da presa, forte del suo ottimo esordio (Gone
Baby Gone) e del buon The Town, accolto con calore a Venezia lo
scorso anno.
Dopo l’enorme successo che ha avuto
il primo capitolo, ecco che Illumination Entertainment non ha perso
tempo e si è messa all’opera per realizzare Cattivissimo
Me 2.
Ecco infatti il primo teaser poster
che vede protagonista uno degli amati e divertentissimi
Minions:
La sala conferenze del Palazzo
dei congressi di Taormina, cornice del 57° International Taormina
Film Festival, si è trovata ieri ad ospitare un personaggio
d’eccezione
E’ stato trasmesso il nuovo
trailer originale di Cowboys and Aliens, adattamento del romanzo
grafico di Scott Mitchell Rosenberg, diretti da Jon Favreau (Iron
Man).
La Universal Studios è decisa a
sfruttare al meglio i diritti che detiene sul personaggio de l’uomo
lupo dopo il recente flop del film interpretato da Benicio del
Toro.
Sicko, ovvero il Cinema al servizio
dell’impegno politico e sociale, è un documentario inchiesta di
Michael Moore. Paladino di questo modo agguerrito di fare cinema, è
nato a Flint, il 23 aprile 1954.
Attraverso i propri documentari e
libri ha affrontato con spirito critico i problemi e le
contraddizioni del sistema politico, economico e sociale degli
Stati Uniti, conquistando un grande successo di pubblico, ma
procurandosi anche una folta schiera di detrattori, che ne hanno
messo in discussione idee e metodi. In questo documentario Moore
analizza con un occhio critico il Sistema di sanitario americano,
introdotto nel 1971 per iniziativa dell’allora Presidente Richard
Nixon. Sebbene questo sistema fu messo a punto con la nobile
intenzione di garantire le migliori cure sanitarie a tutti, nel
tempo è di fatto finito nelle mani delle potenti lobby assicurative
e farmaceutiche, le quali sono divenute ricchissime grazie a scelte
dettate unicamente da logiche di profitto, negando di frequente
cure mediche vitali o basando il loro diniego su piccoli cavilli
previsti nei contratti. Gli enormi profitti sono stati spesso
utilizzati per finanziare membri del Congresso e lo stesso
presidente Bush. Grazie all’azione corruttiva, le assicurazioni
mediche e le case farmaceutiche hanno guadagnato, nel 2003, il
totale controllo del mercato sanitario americano.
L’aspetto più toccante del film è
la testimonianza si di persone coinvolte a vario titolo in questo
sistema: dalle prive di copertura sanitaria costrette a lavorare
ben oltre l’età pensionabile per pagarsi i medicinali, alle persone
abbandonate sul ciglio di una strada da taxi appositamente
ingaggiati dagli ospedali, fino alle persone che, nonostante siano
assicurati con le più importanti compagnie americane, si vedono
negare il rimborso delle cure mediche perché le malattie di cui
soffrono sono croniche o prevedono cure molto lunghe.
Questo inumano sistema viene
confermato anche da alcuni ex addetti ai lavori, tra i quali la
dottoressa Linda Peeno che ha confessato dinanzi al Congresso di
aver negato spesso, durante la sua carriera di medico-chirurgo,
interventi che avrebbero salvato la vita dei pazienti. Molti di
loro, accortisi del sistema di cui facevano parte, anche nel ruolo
di semplici centraliniste, avevano deciso di licenziarsi e non fare
più parte di quel mondo.
Per confrontare i sistemi esteri,
il regista si recherà dapprima in Canada e poi nel Regno Unito,
dove la sua ricerca di uffici per il pagamento delle cure otterrà
in risposta l’ilarità di alcune persone; poi in Francia,
classificata al primo posto seguita dall’Italia per il miglior
sistema sanitario.
Tornato in patria, Moore racconterà
le storie dei soccorritori volontari nell’attentato alle Torri
Gemelle, i quali non possono curare le malattie causategli dai fumi
e dalle polveri inspirate mentre tentavano di salvare la vita di
centinaia di persone. Non a caso, molti di loro soffrivano di
patologie alle vie respiratorie, ma per non essere addetti ai
lavori, non gli è stato riconosciuto il diritto alle cure. Per
potergli offrire un’assistenza, Moore si reca nella base navale
americana di Guantanamo, dove alcuni terroristi responsabili
dell’attentato ricevono gratuitamente le migliori cure mediche. Non
ottenendo risposta, si recherà a Cuba, dove i volontari saranno
curati gratuitamente presso un ospedale locale. E questo sarà il
peggior schiaffo che potesse dare alla capitalista America.
Il documentario ha subìto le aspre
critiche dell’AMA (American Medical Association), una delle
associazioni di medici statunitensi ampiamente citata dal regista
per la sua riluttanza verso la nascita di un sistema sanitario
pubblico. Moore ha anche ricevuto importanti riconoscimenti
internazionali: un Oscar al miglior documentario con Bowling a
Columbine (2003) e la Palma d’oro al Festival
di Cannes con Fahrenheit 9/11 (2004).
Sei persone si svegliano in
prigioni di vetro, vestiti con grezze tute di panno, si guardano
cercando di scorgere qualcosa oltre alla spessa oscurità che li
circonda. Qualche istante dopo il buio si dissolve e compare uno
sconosciuto, il suo volto sereno suscita incertezza e timore. E’
l’inizio di un incubo. Comincia così Die, thriller
psicologico diretto dal canadese Dominic James
che, sulla scia di SAW, mette in scena i folli
giochi mortiferi di un pazzo disturbato, Jacob. La prima cosa che
si nota in Die, e che ne costituisce il principale
pregio, è che pur avendone le possibilità il film non scade mai
nello splatter, pur mantenendo un carica violenta
piuttosto alta. Questo particolare lo rende sicuramente meno
appetibile per il giovane pubblico assetato di squartamenti
cinematografici, ma conferisce al film la finezza psicologica che
si ritrova soprattutto nella messa in scena del ‘gioco’ perverso,
vero protagonista del film, e nella costruzione del personaggio del
cattivo Jacob, interpretato discretamente da John
Pyper-Ferguson (X-Men – Conflitto finale).
Accanto a lui un ottimo gruppo di
attori (Emily Hampshire, Elias Koteas, Patricia
McKenzie,Fabio Fulco) nel quale spicca,
purtroppo per difetto, l’italiana Caterina Murino nel ruolo di
Sofia Valenti. All’attrice si riconosce un buon lavoro dal punto di
vista fisico ed estetico, ma la sua performance resta piatta,
ostacolata oltretutto dalla pessima scrittura del personaggio.
Buone invece la fotografia e le musiche, che contribuiscono
notevolmente ad aumentare l’efficacia della storia.
Da sottolineare il coinvolgimento,
nella produzione, di coraggiose forze italiane, che una volta tanto
sfidano il nostro mercato e la tradizione nostrana, investendo in
un film di genere (nè commedia nè dramma). Thriller psicologico
che, partendo da un presupposto commerciale, si rivela un prodotto
anomalo, Die è una produzione italo-canadese che mantiene alta la
tensione, riuscendo a coinvolgere lo spettatore.
In arrivo il nuovo techno-thriller
di Nolfy – Inizialmente prevista per il 27 maggio, l’uscita nelle
sale italiane de I guardiani del destino – The adjustment
bureau è slittata al prossimo 17 giugno.
La Universal Pictures ha acquisito i diritti di questo
film tramite un’asta indetta dai fondatori della Media Rights
Capital, Asif Satchu e Modi Wiczick, già produttori di
Bruno. La storia raccontata ne I guardiani del
destino è tratta da un breve romanzo del 1951 The adjustment team – La squadra
riparazioni di quel Philip K. Dick
che in passato aveva già fornito ad Hollywood importanti e notevoli
romanzi da cui sono stati tratti capolavori come Blade
Runner, Total Recall e Minority
Report.
George Nolfy con questo film fa il suo esordio dietro
la macchina da presa in quanto la sua carriera è segnata da
importanti successi come sceneggiatore; tra i suoi lavori più
famosi e acclamati ricordiamo Ocean’s Twelve, Timeline e
Bourne Ultimatum.
I guardiani del destino, la trama
Lo spostamento di tre settimane
della prima italiana per il nuovo thriller firmato da George Nolfy,
qui all’esordio alla regia, è dovuto ad una precisa scelta della
Universal Pictures che intende sfruttare questo tempo aggiuntivo
per una maggiore promozione del film in Italia. La storia,
ambientata a Manhattan, vede come protagonista David Norris
(Matt Damon) ex studente e giocatore di basket
della Fordham University il quale, già membro del Congresso, è in
procinto di vincere le elezioni per conseguire la carica di
senatore. Proiettato quindi verso una brillante carriera politica
Norris incontra casualmente un’affascinante ballerina, Elise Sellas
(Emily Blunt), e tra i due scoppierà immediatamente l’amore a prima
vista.
Appena iniziata questa nuova frequentazione però,
Norris si accorgerà presto che forze oscure e misteriose tramano e
ordiscono per tenere lui ed Elise separati. Sarà così che conoscerà
l’esistenza dei “guardiani”, membri di un ufficio segreto che con
mezzi e poteri illimitati decidono sul destino degli uomini. Starà
a Norris scegliere e decidere tra la carriera di successo che ha
davanti e l’amore per Elise.
Le riprese de I
guardiani del destino sono iniziate nel settembre del
2009 e sono state girate prevalentemente a New York, i due
protagonisti Matt Damon ed Emily Blunt sono stati annunciati tra il
gennaio ed il mese di luglio dello stesso anno.
I guardiani del destino, il cast
Nel cast artistico presenti altri
nomi di un certo rilievo come Antony Mackie, John Slattery,
Shoreh Aghdashloo, Michael Kelly e Terence Stamp.
Intervistati di recente riguardo la
loro esperienza sul set di questo film i due attori protagonisti
hanno espresso un comune entusiasmo sopratutto riguardo al feeling
che si è via via instaurato fra loro. Damon ,in particolar modo, si
mostra molto affascinato dalle qualità della collega: “è
fantastica, divertente e incantevole” afferma “molto versatile, può
fare di tutto” quindi arriva a sentenziare “è una delle migliori
attrici e una delle persone migliori che ho conosciuto in questo
lavoro” e detto da lui.
Se non esprime il trasporto e la
calorosità di Damon anche Emily Blunt si dice molto soddisfatta del
lavoro svolto accanto ad un attore importante come lui, “molto
piacevole” afferma “il tuo lavoro dipende molto dai tuoi compagni,
se si è sulla stessa lunghezza d’onda…è un’autentica delizia
lavorare!”.
Nella speranza che sarà una delizia
anche sedersi e gustarsi questo nuovo ed attesissimo thriller o
techno-thriller, come qualcuno lo ha definito, ma dalla forte
connotazione romantica, noi, come nostro solito, non possiamo fare
altro che invitarvi a vederlo per poter giudicare da voi se ne sia
valsa la pena o meno.
Padre dell’high school movie e
fondatore del movimento Brat Pack (lett.: banda di monelli), John
Hughes è considerato il principale esponente del cinema teen made
in USA degli anni’80.
Dagli MTV Movie Awards giungono le dichiarazioni
di Shia LaBeouf e Rosie Huntington-Whiteley che hanno parlato
brevemente di Transformers: Dark of the Moon.
Si tratta della scena in cui i
nostri tre amici, Harry, Ron e Hermione, si librano in volo sul
dorso di un drago.
Attenzione SPOILER, evidenzia per leggere:
il trio è in fuga dalla Gringott,
dove si è introdotto con l’inganno per penetrare nella camera
blindata di Bellatrix Lastrange. L’obbiettivo è trovare la coppa di
Tosca Tassorosso, uno degli Horcrux da distruggere. Il drago, che i
ragazzi svegliano durante la rocambolesca fuga, servirà loro come
diversivo, e li porterà in salvo.
Tutto quello che c’è da sapere su
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2
La Sony Picture ha messo in cantiere
un film intitolato Risk, affidandone la sceneggiatura a John
Hlavin. Si tratta di thriller planetario basato sul popolare gioco
da tavola Risiko.
Edward Zwick, da poco passato al
cinema con successo con Amore e Altri Rimedi, sta ufficialmente
lavorando alla sceneggiatura del prossimo film American
Assassin.
Damon Lindelof è stato messo sotto contratto dalla Disney
per scrivere e produrre un film fantascientifico per
famiglie. E’ Deadline ad annunciarlo in esclusiva. Ricordiamo
per chi non conoscesse Damon Lindelof che è tra i creatori di Lost,
e sceneggiatore tra gli altri anche di Star Trek di J.J. Abrams. Il
film avrà il titolo provvisorio di 1952. Non si conoscono altri
dettagli in merito. Lindelof, ha anche scritto in squadra con
Alex Kurtzman e Roberto Orci “Cowboys and Alien”. Scriverà il nuovo
Star Trek di J.J. Abrams e ha recentemente riscritto Prometheus di Ridley Scott.
Durante gli MTV Movie Awards
Shia LaBeouf è tornato a parlare di un possibile
quinto capitolo di Indiana Jones. L’ultima volta
ci aveva accennatti di di essere stato convocato da Steven Spielberg e di aver dato una
sbirciatina al copione.“Ne ho parlato con Harrison Ford” – ha detto
LaBeouf – “Si starebbe allenando in palestra, ha detto di non aver
grandi notizie ma che sa che George Lucas è in cerca della scusa
che permetterà ad Indiana Jones di attraversare nuovamente il
mondo. Ha detto che si sta allenando il che significa che il film
non è poi così lontano.”
Da questo deduciamo che l’idea di
farne un quinto capitolo non è del tutto tramontata e che si possa
ipotizzare un inizio di riprese per il 2012. Secondo alcune voci la
storia potrebbe riguardare il Triangolo delle Bermuda.
Tre quarantenni frustrati, amici
dai tempi delle superiori, decidono di tornare alla stazione
sciistica dove andavano a divertirsi quando erano giovani. Immersi
nella Jacuzzi dell’albergo, e dopo svariati drink, i 4 si ritrovano
improvvisamente indietro nel tempo, nell’anno 1986. Spudorato
omaggio a Ritorno al Futuro, Un tuffo nel
passato è una commedia senza pretese, ridanciana e
sboccata, dove la verosimiglianza è un optional. Un po’ trita
l’idea di fondo: se si torna nel passato e si cambia qualcosa,
l’universo come lo conosciamo nel futuro potrebbe scomparire. Il
famoso Bufferfly Effect però non sembra
rappresentare un problema per questi tre immaturi, interpretati da
John Cusack (anche produttore), Rob Corddry e
Chevy Chase, che invece hanno tutto l’interesse a modificare le
loro scelte passate, per alterare il loro deprimente futuro.
E così si parte per una notte folle
alla ricerca dei propri amori adolescenziali, del proprio padre o
anche solo della forza di dire ad una moglie quanto ci abbia fatto
soffrire. Tutto il racconto è condito da gag da slapstick e da un
ritmo incalzante, scandito da scene disgustose e da battute sconce
che strappano grasse risate.
Forse più intelligente delle altre
teen comedy, Un tuffo nel passato si basa su un
referente solido come Ritorno al futuro: la rissa, il concerto, la
necessità di completare la ‘missione’ entro un certo orario, sono
tutti elementi che abbiamo imparato ad amare nel classico di
Zemeckis. Ad avvalorare questa tesi, troviamo
Crispin Glover, padre di Marty McFly in
Ritorno al Futuro, che interpreta il monco facchino dello chalet.
Un tuffo nel passato intrattiene bene, fa ridere
di gusto e si lascia dimenticare senza troppa fatica.
Si è tenuta ieri la Cerimonia di
Apertura della XXXI edizione del FantaFestival (Mostra
Internazionale dei Film di Fantascienza e del Fantastico –
dal 9 al 19 giugno 2011)
La commedia demenziale è ormai un
marchio di fabbrica per i fratelli Farelly, ed anche in questo
ultimo lavoro, Libera Uscita, compiono il loro
dovere. Rick (Owen
Wilson) e Fred (Jason
Sudeikis) sono legati da una viscerale amicizia,
entrambi sposati da tempo non riescono però a controllare
l’interesse sfrenato che nutrono per il gentil sesso.
Giunte al limite della
sopportazione le rispettive mogli (Jenna Fischer e Christina
Applegate) concedono ai due quello che sembrano tanto desiderare:
sette giorni di totale libertà dal matrimonio svincolati da
qualsiasi forma di fedeltà coniugale. La settimana inizia con le
più rosee aspettative, ma Rick e Fred si scopriranno totalmente
fuori allenamento e l’unica cosa in cui riescono bene è cacciarsi
nei pasticci.
La comicità spudorata dei registi
di Scemo & + Scemo, Tutti pazzi per Mary e Io, me &
Irene torna al cinema ancora una volta grazie alle donne.
L’ossessione dei due fratelli diventa così il motore di un’ironia
all’apparenza banale, ma che in tutti questi anni non ci ha mai
fatto smettere di ridere.
Libera Uscita è in
totale raccordo con la storia cinematografica dei fratelli
Farrelly, ma in questo caso, nonostante sia sempre presente la vena
goliardica e l’irriverenza del linguaggio, Peter e Bobby sembrano
aver abbandonato quella cattiveria che contraddistingueva le loro
prime produzioni, lasciandosi scivolare verso un umorismo più
leggero e politically correct, dove la poetica demenziale
ed esasperata viene relegata in piccoli angoli del film.
Farsi delle grasse risate ogni
tanto non fa mai male, e questo i due registi sembrano averlo
capito perfettamente.
La letteratura di Philip K.
Dick è sempre stata terreno fertile per il cinema di
fantascienza. Basandosi su un suo racconto, Adjustment Team, George
Nolfi porta al cinema, scrivendolo e dirigendolo, I
Guardiani del Destino. David Norris (Matt
Damon) è un giovane candidato al Senato per lo stato
di New York e sta per vincere le elezioni, quando incontra la
ballerina Elise Sellas (Emily Blunt). Appena
capisce di essersi innamorato della bella sconosciuta, misteriosi
uomini in abito scuro e cappello cercano di separarlo da lei: sono
gli agenti del Destino, che tentano di ‘aggiustare’ le scelte degli
uomini per permettere loro di percorrere il cammino che gli è stato
assegnato da un disegno superiore. David dovrà scegliere quindi se
seguire il destino scelto per lui, o combattere per stare con Elise
e affermare il suo libero arbitrio.
I Guardiani del
Destino si fa portatore, in uno scenario fantastico, del
grande tema del ‘libero arbitrio’, definito dalla religione il
regalo che Dio fa all’uomo. Ne I Guardiani del
Destino la fede che David ha nel libero arbitrio viene
messa in crisi dalla scoperta degli agenti che monitorano e
pilotano gli uomini, guidandoli nelle loro decisioni, e così il
nostro protagonista, solidamente interpretato da Matt Damon, si
troverà a scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile.
Accanto a lui la bella Emily Blunt, che sta costruendo una solida
carriera costellata di grandi e piccoli ruoli, variando nei generi
ma mai nella qualità delle sue performance, regala al cinema
un’altra grande interpretazione. La sua Elise, forse il personaggio
meglio scritto, splende per spirito e grazia, eccezionale nella
sequenza di danza.
I guardiani del destino, il
film
Importante ruolo ha nel film la
nitida fotografia di John Toll (La sottile linea rossa, L’ultimo
samurai) che ambienta la vicenda in una fredda e ostile New York
City. Spetterà solo a David riuscire a districare il mistero che
gli impedisce di stare con la donna della sua vita, solo lui potrà
finalmente decidere qual è la sua scelta.
I Guardiani del
Destino è un bel thriller, intenso e di spessore, che
riesce, nella complessità della sua trama, a spiegare nel migliore
dei modi il valore delle scelte che ognuno è chiamato a fare per la
propria vita.