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Un altro Mondo: recensione del film di Silvio Muccino

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Un altro Mondo: recensione del film di Silvio Muccino

Un nuovo capitolo delle saghe mucciniane “borghesia e conflitti familiari”. Questa volta è il fratello Silvio, senza più zeppola, a dirigere il secondo film, firmandone nuovamente anche la sceneggiatura, scritta insieme all’inseparabile Carla Vangelista.

In Un altro Mondo Andrea (Silvio Muccino) è un ventottenne mantenuto, che vive nel suo splendido appartamento romano insieme alla bulimica fidanzata Livia (Isabella Ragonese). Una vita fatta di feste, nottate brave e poche responsabilità. Insomma una di quelle vite che ormai soltanto quel 10% di famiglie italiane può permettersi di fare. Ma come le saghe mucciniane insegnano, anche questi alto borghesi hanno le loro storie tristi. Andrea infatti è stato abbandonato dal padre ancora bambino, ed ha una madre che gli passa un lauto assegno, ma di sicuro non riesce a trasmettergli alcun affetto, visto l’inevitabile scopa in culo da donna ricca e frustrata che si ritrova. Ma ecco che una lettera vola tra le sue mani: è il padre in punto di morte che chiede di rivederlo. Andrea parte dunque per Nairobi dove conoscerà il suo fratellino keniota Charlie.

Il confronto con questa realtà nuova e completamente opposta al suo dorato mondo romano cambierà la disposizione delle carte in tavola. Trasportato a Roma, Charlie si inserirà nella soluzione chimica inerte di relazioni familiari di Andrea e sconvolgerà il tutto portando dell’inevitabile entropia.

Un altro Mondo

Una trama che di suo ha davvero poco di originale. La sceneggiatura è incentrata su delle caratterizzazioni piuttosto scontate. Andrea è colui che si sveglia tardi la mattina, che ha una madre fredda e che chiama per nome, che ha una fidanzata stupenda ma che vomita ogni volta che mangia troppo. Uno che potrebbe avere tutto ma non è felice. La sua controparte africana, il fratellino Charlie, ha perso entrambi i genitori ed è in realtà un borghese piccolo piccolo del Kenya. Non esistono altri appigli sui quali ricamare. Personaggi dunque che si presentano piatti. Muccino poi correda le immagini con una regia estremizzata e fastidiosa a volte. Tagli di luce teatrali a Roma, immagini gialle e sature in Africa, dove dalla steadycam si passa alle riprese a mano, eccessivamente abusate.

In Un altro Mondo il cambiamento di Andrea-Silvio è banalizzato nel rapporto con il migliore amico, tramite chiamate senza risposta e attese vane di sms al cellulare. Come la madre Cristina, i personaggi rivelano con confessioni la propria evidente e complicata psicologia. Solo Charlie, in quanto bambino senza peli sulla lingua, regala ogni tanto un colore ai dialoghi e qualche risata in più. Rimangono al margine interpreti solitamente eccellenti come Maya Sansa, rinchiusa nel continente africano (un’amica del padre di Andrea), o Isabella Ragonese, che nonostante la sua presenza scenica non ha spazio per spiccare.

Poteva essere anche un film per famiglie e in particolare per bambini, se magari l’avessero incentrato sulla figura di Charlie e si fossero evitate le scene di sesso spinto. Ma la realtà è che la storia è imperniata su una figura di bamboccione viziato, che si imbarca in una presa di responsabilità troppo grande.

Matt Damon tenace nel voler fare Elysium

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Matt Damon conferma di essere in trattative per entrare a far parte del cast di Elysium, il nuovo film fantascientifico di Neill Blomkamp, e rivela di non vedere l’ora di lavorare con il regista..

Ci spero. Voglio davvero, davvero, davvero fare questo film, e voglio lavorare con Neill Blomkamp. Penso che sia un genio. Ho adorato District 9, è stato uno dei miei film preferiti del 2009. Le performance erano straordinarie. Quindi la mia speranza è che tutto questo succeda davvero.

E’ un’idea straordinaria. E’ un lavoro al 100% di Neill, mettiamola in questo modo. Ed è anche il più grande complimento che posso fargli.

Elysium sarà ambientato tra 160 anni, e sarà un film fantascientifico dagli spunti socio-politici ma con il tono da action-movie hollywoodiano. Il budget sarà superiore a quello di District 9,

Fonte: MTV

The Deep Blue Sea: prima foto con Rachael Weisz

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The Deep Blue Sea: prima foto con Rachael Weisz

Empire ha pubblicato la prima foto di The Deep Blue Sea, film tratto dall’omonima opera teatrale e diretto da Terence Davies, in cui Rachel Weisz e Tom Hiddleston interpretano due amanti nell’Inghilterra degli anni ’50… …nella foto vediamo proprio i due protagonisti in un momento di intimità.

Dan Brown adatta Il simbolo perduto

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dan_brownSecondo alcuni rumors che si fanno sempre più insistenti,  Dan Brown sarebbe a lavoro su una nuova riscrittura della sceneggiatura tratta dal suo best-seller Il simbolo perduto, altra avventura di quel Robert Langdon che lo ha reso famoso e ricchissimo con Il codice Da Vinci e Angeli e Demoni. Stavolta l’eroe, interpretato nei primi due film da Tom Hanks, dovrà vedersela con una piramide contenente un’antica conoscenza.

I migliori film del 2010 secondo Roger Ebert

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Roger Ebert uno dei più celebre ma anche il più influente dei critici cinematografici americani, vincitore di un premio Pulitzer e ancora sulla cresta dell’onda nonostante la malattia che da tempo lo affligge ha redatto una sua personale lista dei 10 miglior titoli di questo anno.

Ed ecco che, come ogni anno, la sua top ten dei film più belli dell’anno che sta per concludersi arriva e rimbalza dal Chicago Sun Times sui media di tutto il mondo. Questa la classifica dei 10 migliori titoli dell’anno secondo Ebert:

1. The Social Network
2. Il discorso del Re
3. Black Swan
4. Io sono l’amore
5. Winter’s Bone
6. Inception
7. Il segreto dei suoi occhi
8. The American
9. I ragazzi stanno bene
10. L’uomo nell’ombra

Il critico ha poi assegnato ai seguenti film il suo “Premio speciale della giuria”:

127 ore
Another Year
Somewhere
All Good Things
Carlos
Chloe
Greenberg
Hereafter
Monsters
Never Let Me Go
Rabbit Hole
Secretariat
Solitary Man

Il regime iraniano condanna Panahi a sei anni

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Panahi

Il regista Jafar Panahi, è stato condannato, per la sua opposizione al regime iraniano, a una pena molto pesante: sei anni di prigione e 20 anni di divieto di scrivere sceneggiature e realizzare film, oltre a quello di recarsi all’estero e concedere interviste ai media, inclusi quelli interni al suo paese.

Box Office USA del 20 dicembre

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Box Office USA del 20 dicembre

Senza troppe esitazioni, Tron Legacy, il sequel del classico della fantascienza anni 80 raggiunge il primo posto nella classifica dei film piú visti negli Stati Uniti. A differenza del suo predecessore, che affrontava per primo il terreno della computer grafica, il film di Joseph Kosinski con Jeff Bridges arriva in un momento in cui gli effetti visivi la fanno da padrone.

A seguirlo, ma con un distacco di quasi 30 milioni di dollari di incasso, 14 contro i 44 di Tron troviamo l’adattamento per il cinema di un altro classico, questa volta delle televisione, Yogi Bear. Viste le prime due posizioni, non é molto difficile intuire che a gestire le scelte e i contenuti di molte case di produzione, ci siano persone cresciute o nate intorno agli anni ’80 e che ora vogliono rivivere le proprie emozioni con il beneficio delle nuove tecnologie. Le cronache di Narnia-il viaggio del veliero resiste in terza posizione, aggiungendo altri 12 milioni di dollari al suo incasso e cosí raggiunge quasi 43 milioni di dollari di incasso, seguito da The fighter, storia sul pugilato con Mark Whalberg e Christian Bale.

Un’altra coppia di superstar occupa il quinto posto dei maggiori incassi: Angelina Jolie e Johnny Depp sono insieme in The tourist, prima prova oltreoceano di Florian Henckel Von Donnesmarck, regista de Le vite degli altri. Il film Disney Rapunzel scende al sesto posto, mentre resta nelle zone basse della classifica, con un lordo di quasi 16 milioni di dollari Black Swan di Darren Aronofsky, una storia forse un po’ troppo poco natalizia. La commedia How do you know, con un cast ricco di star non arriva oltre l’ottavo incasso della settimana, mentre Harry Potter continua il suo viaggio verso il fondo classifica fermandosi al nono posto. Chiude il film di Tony Scott Unstoppable.

Le uscite della prossima settimana sono molte e interessanti, d’altra parte si tratta della settimana di Natale. Tra tutte, bisogna sottolineare quella di True Grit, la nuova fatica dei fratelli Coen, con Josh Brolin e Jeff Bridges che così potrebbe apparire in classifica con due film. Escono anche la commedia Little Fockers, terzo capitolo della saga familiare di Ben Stiller iniziata con Ti presento I miei, L’illusionista, film classico di animazione del regista di Appuntamento a Belleville, tratto da un’idea di Jacques Tati. Un dettaglio singolare è l’uscita di Somewhere di Sofia Coppola, che apre nelle sale statunitensi solo la prossima settimana, con un ritardo di diversi mesi rispetto alle sale italiane, un caso più unico che raro.

The Lady per Luc Besson

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Luc Besson, dopo essere passato di recente al cinema con Miss Adele e l’enigma del faraone, si è già messo al lavoro su un nuovo progetto cinematografico, della cui esistenza si è saputo soltanto nei giorni scorsi nonostante le riprese siano già iniziate da settimane. Il film si intitola The Lady e racconta la storia di Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione birmana divenuta in tutto il mondo un’icona della non-violenza.

A interpretare Aung San Suu Kyi sarà la star cinese Michelle Yeoh, attrice di film importanti come La tigre e il dragone e Memorie di una geisha, qui affiancata da David Thewlis (il Professor Lupin della Saga di Harry Potter).

Probabilmente il film del regista francese non racconterà tutta la storia, ma si concentrerà sugli anni dal 1988 al 1999, da quando Suu Kyi ha lasciato Oxford per tornare in Birmania dalla madre malata a quando ha dovuto scegliere fra il suo paese e suo marito malato di cancro (Thewlis), a cui è stato vietato l’accesso nel paese.

Le riprese sono già iniziate in Thailandia, e si sposteranno presto a Oxford. Il regista Luc Besson ha definito Suu Kyi “un’eroina più forte di Govanna d’Arco“, che utilizza la cortesia al posto delle armi, e nonostante non abbia mai trasgredito la legge è stata condannata a anni di reclusione. Nonostante gli evidenti riferimenti politici, il cuore del film rimarrà la storia d’amore fra Suu Kyi e il marito Michael Aris.

Box Office ITA al 20/12/2010

Box Office ITA al 20/12/2010

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Top10 completamente stravolta dalle new entry, la cui battaglia per il primato di “film delle feste” è appena iniziata. Natale in Sudafrica vince su La banda dei Babbi Natale, mentre The Tourist ottiene un ottimo terzo posto. Lo scontro fra Megamind e la corazzata di Narnia vede dominare quest’ultimo…

Per sapere i risultati al box office italiano…

Heather Morris sarà Buffy?

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Il 23 novembre era stata data notizia a tutti i cinefili che era nell’aria un ritorno caro a chi negli anni 90 ha amato Sarah Michelle Gellar nel ruolo di Buffy l’ammazzavampiri.

Ora la notizia di un reboot della storia sotto forma di lungometraggio si fa più consistente poichè oltre ad un nome per regia e sceneggiatura, quello di Whit Anderson, si sente vociferare anche di un’altra bella bionda che potrebbe essere considerata come la futura Buffy cinematografica. Si tratta di Heather Morris, già star della serie tv Glee, amatissima anche in Italia. La Morris ha affermata di essersi a tal punto emozionata quando ha saputo di essere stata presa in considerazione per la parte, da essere stata sul punto di farsi “la pipì nei pantaloni”.

Fonte: wrostpreview

Johnny Depp – L’uomo mascherato

Johnny Depp – L’uomo mascherato

Johnny Depp – Oggi è un divo, ma ciò non significa che abbia dovuto rinunciare a essere sé stesso. Anzi, è riuscito a imporre la propria personalità allo star system: un carattere scontroso e attaccabrighe, specie in gioventù, un personaggio stravagante e carismatico, determinato nelle scelte, che sono andate spesso in direzione di pellicole strane, fosche, perturbanti, in territori segnati da marginalità e alienazione, ma anche visionari e onirici. Insomma, apparentemente, la direzione contraria a quella del cinema hollywoodiano, la strada meno facile, ma che rispondeva maggiormente al suo carattere.

Ebbene, proprio questo suo essere diverso e imprevedibile, assieme a un indiscusso fascino, lo hanno reso uno dei divi più amati dal pubblico e apprezzati dalla critica.

Johnny Depp – all’anagrafe John Christopher Depp II

Classe 1963, nato in uno sperduto paesino del Kentucky (Owensboro), ma con origini le più disparate: Irlanda, Germania e una nonna nativa americana cherokee, che gli ha regalato occhi a mandorla, zigomi alti e mascella volitiva. Ultimo di quattro fratelli, alla morte del nonno, che lo ha iniziato alla musica, si trasferisce con la famiglia in Florida, dove il padre (John Christopher More Depp Senior), ingegnere, ha trovato lavoro, e la madre (Betty Sue Palmer) fa la cameriera. Qui la vita è difficile per il giovane Depp, profondamente toccato dalla scomparsa del nonno e destabilizzato dai continui traslochi, sviluppa un carattere introverso e poco incline allo studio. Visto che la passione per la musica invece non scema, sua madre decide di regalargli una chitarra, che lui comincia a strimpellare, sognando una vita da rockstar. Dopo questo periodo di apprendistato da autodidatta, milita in diverse band. Nel frattempo, i genitori si sono separati e lui è andato a vivere con la madre.

Ma casa e scuola non fanno per lui e, a quindici anni, va a vivere nella sua macchina col suo migliore amico di allora (Sal Janco), fondando il gruppo “The Kids”. La band otterrà una certa fama in Florida, facendo da spalla ai B52s, ai Talking Heads, a Billy Idol, e persino all’irriverente “iguana” del punk americano, già mito di Depp: Iggy Pop. Johnny ci crede, e spera davvero di poter avere una brillante carriera da cantante rock, ma non è quella la sua strada. Nel 1983, infatti, approda a Los Angeles in cerca di un’etichetta discografica che metta sotto contratto i “Kids”, ma la band fuori dalla Florida non raccoglie lo stesso successo che entro i suoi confini e il progetto naufragherà l’anno seguente. Intanto, Depp si sposa con la truccatrice Lori Ann Allison e per mantenersi si arrangia, facendo diversi lavori tra cui: meccanico, muratore e venditore di spazi pubblicitari. Al suo carattere scontroso e attaccabrighe si devono i primi precedenti per rissa.

Nel 1984 grazie alla moglie, Johnny Depp conosce Nicolas Cage. Questi lo incoraggia a tentare la strada del cinema, presentandogli la sua agente. È così che questo bel giovanotto di provincia approda al cinema, partecipando al film horror Nightmare – Dal profondo della notte di Wes Craven. Studia recitazione. Nel 1985 il matrimonio con Lori Ann finisce.

Il 1986 è un anno importante per l’attore americano, che viene scelto da Oliver Stone per interpretare un soldato in Platoon. Pare sia stata proprio quest’esperienza a convincere definitivamente Johnny Depp che il suo posto era davanti alla macchina da presa. Tuttavia, agli inizi della carriera non è il cinema a dargli notorietà, ma la tv. Nell’’87, infatti, prende il posto di Jeff Yagher nel ruolo di Tom Hanson all’interno della serie televisiva 21 Jump Street, che abbandonerà tre anni dopo. La serie, protagonisti un gruppo di giovani allievi di una scuola di polizia, è andata in onda in Italia a partire dall’89. Da questo momento, Depp diventa l’idolo delle teen-agers americane, arrivando a ricevere migliaia di lettere al giorno dalle sue fans.  Ma quei panni gli stanno stretti e non vuole rimanervi imprigionato.  Perciò, nel ’90, lascia la tv e torna al grande schermo, interpretando proprio una parodia degli idoli per teen-agers in Cry Baby di John Waters.

Ma il 1990 è soprattutto l’anno dell’incontro con colui che diverrà suo amico fraterno e sodale artistico: Tim Burton. Il regista lo vuole per il ruolo da protagonista in Edward mani di forbice, tratto da un racconto dello stesso Burton (Morte malinconica del bambino ostrica e altre storie). A Johnny Depp il compito di interpretare Edward, creatura animata in forma umana, nata in un cupo castello isolato, da un anziano inventore, che però è morto prima di poterlo completare: non gli ha dato le mani, sostituite con lame affilate – appunto le mani di forbice del titolo. Capelli corvini scarmigliati, volto cadaverico segnato dalle cicatrici che lui stesso si procura muovendo le “mani”, espressione stupita e malinconica, Depp offre una grande prova del suo talento artistico dando corpo a questo incrocio tra Chaplin e Robert Smith dei Cure: strana creatura dal cuore tenero e ingenuo, emblema del diverso, che sognerà un inserimento nella società “normale” grazie a una zelante venditrice di cosmetici (Peg/Dianne Wiest) e all’amore per la figlia di lei (Kim/Winona Ryder), ma che finirà inesorabilmente respinto ed emarginato da un’America materialista, cinica e conformista. L’interpretazione vale a Depp la sua prima nomination ai Golden Globe e lo fa entrare a pieno titolo tra le figure più promettenti del cinema  d’oltreoceano. Sul set del film conosce Winona Ryder, con la quale inizia una relazione che durerà tre anni. Per celebrarla Johnny, che ama i tatuaggi, si fa incidere sul braccio la scritta “Winona for ever”. Anni dopo, a storia finita, lo farà cambiare in “Wino for ever” (ubriaco per sempre).

Johnny Depp – L’uomo mascherato

Da questo momento, sceglierà sempre con cura le pellicole a cui partecipare, puntando su ruoli non convenzionali: storie di marginalità, vite di provincia e favole oscure, da interpretare con quel mix di ironia, malinconia e grottesco che diverrà la sua cifra distintiva. Verrà a sua volta scelto dal cinema d’autore. Nel ’92 è protagonista di Arizona Dream del pluripremiato Emir Kusturica. Il film, fantastico e visionario – basti dire che il suo leitmotiv è una sogliola volante – è la personale interpretazione che il regista jugoslavo dà del Sogno Americano, o meglio di ciò che ne rimane. Qui Johnny Depp veste i panni di Axel, giovane chiamato in Arizona dallo zio Leo (Jerry Lewis) per intraprendere una “fulgida” carriera di venditore d’auto. Ma Axel conosce una serie di personaggi strampalati e preferisce la loro compagnia e le loro follie visionarie e ingenue alla realtà concreta, ma deprimente, offertagli dallo zio. S’innamora così della bella Elaine (Faye Dunaway), molto più grande di lui, con cui condivide il sogno di volare, resta affascinato dalla figlia Grace (Lili Taylor), gelosa del fascino materno, depressa e con tentazioni suicide; sostiene le aspirazioni di Paul, che in attesa di sfondare come attore, prepara provini imparando a memoria interi film di Hitchcock. La pellicola ottiene minore successo rispetto alle precedenti del regista, ma guadagna l’Orso d’Argento speciale della Giuria al Festival di Berlino nel ’93.

Il film esce in Italia una prima volta nel ’93, col titolo poco felice di Il valzer del pesce freccia, passando quasi inosservato. Riproposto nel ’98 col titolo originale, ottiene maggiore fortuna, anche grazie al successo ormai raggiunto da Depp. Nel ‘93 l’attore recita nella commedia Benny e Joon, diretto da Jeremiah S. Chechik, interpretando la parte di Sam, mimo che entra nella vita di Joon Pearl (Mary Stuart Masterson), una ragazza con problemi mentali che alla morte dei genitori si trova a vivere sola col fratello Benny (Aidan Queen). Proprio Sam riesce a portare allegria e ottimismo nella difficile esistenza di Joon, trovando la giusta chiave per interagire con lei, comprendendo le sue difficoltà e aiutandola a superarle. Inizialmente osteggiata dal fratello Benny, la relazione tra Joon e Sam consentirà alla ragazza di trovare un equilibrio e gestire un’esistenza indipendente dal fratello. Per questo ruolo di mimo stravagante, ma di straordinaria delicatezza, Johnny Depp attinge al repertorio del cinema muto, rinnovandolo con la propria originale capacità espressiva. È di nuovo candidato al Golden Globe. Lo stesso anno, è ancora alle prese col disagio psichico, perché il regista Lasse Hallström lo sceglie per la parte di Gilbert Grape in Buon Compleanno Mr. Grape. Qui interpreta il giovane commesso di un emporio nel profondo sud degli Stati Uniti, con una famiglia la cui responsabilità ricade interamente sulle sue spalle. La madre è obesa e non esce di casa da anni, il fratello Arnie (Leonardo Di Caprio in una memorabile interpretazione, forse la sua migliore) è un adolescente disabile mentale che va costantemente assistito e le due sorelle, anche loro adolescenti, sono in continuo conflitto tra loro. In tutto ciò, per Gilbert è difficile trovare uno spazio individuale, anche quando in paese arriva l’eccentrica e sognatrice Becky (Juliette Lewis), di cui s’innamora. Il film affronta, approfondendoli, vari temi: la diversità, il conformismo provinciale che ne fa scandalo, e la spinge a nascondersi – come si nasconde la madre di Gilbert, rinchiusa in una casa/tomba –  il determinismo che sembra segnare indelebilmente le vite di tutti i protagonisti della vicenda e schiacciarle sotto il suo peso (non a caso il “peso” è un elemento ricorrente), e la possibilità invece, postulata dal regista, che i protagonisti tornino a scegliere e a essere padroni delle proprie vite.

Per Johnny Depp, che ama i soggetti inconsueti e i personaggi che affollano le retrovie della storia umana, piuttosto che quelli di prim’ordine, quella che gli giunge nel ’94 da Tim Burton è una proposta che non può rifiutare: interpretare Ed Wood, il peggior regista di tutti i tempi, nell’omonimo film. Nella pellicola in bianco e nero, l’attore veste i panni di questo indefesso ottimista, non privo di aspetti stravaganti, con una fede cieca nel sogno americano, pochi mezzi, poco talento, ma molta ingenuità e amore per il cinema, che sforna horror ridicoli nell’America degli anni ’50, reclutando come star di punta un Bela Lugosi (Martin Landau) ormai morfinomane in disarmo, per il quale nutre un’ammirazione sconfinata. Senz’altro uno dei migliori lavori della premiata ditta Burton/Depp. Assieme all’attore, oltre a Martin Landau, anche Patricia Arquette e Sarah Jessica Parker. L’anno dopo, Depp acquisterà perfino un castello in stile gotico a Beverly Hills, appartenuto proprio a Bela Lugosi.

Per quel che riguarda la sfera privata, gli anni ’90 sono turbolenti per Johnny Depp: viene arrestato più volte per rissa, distrugge una suite d’albergo durante una furiosa lite con la fidanzata Kate Moss e si dà al consumo di sostanze stupefacenti. Intanto, investe i soldi che guadagna col cinema  nell’acquisto del noto locale Viper Room, sul Sunset Boulevard a Los Angeles e fa amicizia con River Phoenix. Quando questi morirà per overdose, proprio all’uscita del club, Depp deciderà di cambiare vita. Nel frattempo, però, si guadagna una fama da bel tenebroso, che ne accresce la popolarità. Nel ’95 ha l’opportunità di lavorare con uno dei suoi attori preferiti: Marlon Brando, in Don Juan De Marco maestro d’amore, diretto da Jeremy Leven, in cui Brando interpreta uno psichiatra che tenta di curare Depp/Don Juan, giovane in preda a delirio, convinto di essere il più grande amante mai esistito. Depp vorrà di nuovo Brando accanto a sé per il suo esordio alla regia, due anni dopo. Intanto, un altro ruolo da favola scura per l’attore del Kentucky, quello offertogli da Jim Jarmush in Dead Man: avventure e peregrinazioni di William Blake, giovane omonimo del poeta inglese, nella provincia americana dell’800, dall’Ohio all’Arizona, che si trasformano in una sorta di discesa agli inferi, di viaggio verso la morte, in compagna di un nativo indiano di nome Nessuno. Bianco e nero, episodi grotteschi, incursioni di attori in prestito dal mondo della musica (David Byrne e Iggy Pop), un eroe antieroico e la colonna sonora di Neil Young. Due anni dopo è la volta di Donnie Brasco, altro punto di svolta nella carriera di Johnny Depp. La pellicola di Mike Newell ha infatti due caratteristiche di sicuro successo e interesse per il grande pubblico: è un mafia movie e vede come protagonista, assieme a Johnny, Al Pacino. La sua particolarità sta però nella cura con cui il regista costruisce i caratteri e approfondisce i risvolti psicologici del rapporto fra i due protagonisti: l’agente infiltrato Joe Pistone, alias Donnie Brasco ricettatore di gioielli e Lefty, mafioso di second’ordine di un’organizzazione di Little Italiy su cui la polizia federale vuol mettere le mani. L’amicizia che ne scaturisce è pericolosa e destinata a una tragica fine. Il film è tratto dal libro autobiografico dell’agente infiltrato Joseph D. Pistone. Dello stesso anno è l’esordio dietro la macchina da presa di Johnny Depp, con un film coraggioso come il suo titolo (appunto Il coraggioso), incentrato su un nativo americano (Raphael/Depp) che vive a Morgantown, al confine tra USA e Messico, un’esistenza di miseria ed emarginazione, ma con una famiglia da lui molto amata (la moglie Rita e due figli). Decide un giorno di vendere la sua vita per 50.000 dollari, ad un regista che lo vuole protagonista di un film in cui sarà torturato e ucciso (realmente, non per finzione). È dunque la storia di questo eroe: ultimo tra gli ultimi, dimenticato come  uno scarto della società in cui vive, dove tutto è merce. Moderno Cristo che s’immola per garantire la possibilità di un futuro diverso alla sua famiglia. Per il ruolo del perverso regista Johnny sceglie Marlon Brando, che aveva avuto al suo fianco in Don Juan. Il ’98 è l’anno di Paura e delirio a Las Vegas, in cui Depp è scelto da un altro regista visionario e anticonformista, Terry Gilliam, per interpretare Raoul Duke, alter ego del giornalista Hunter Tompson, in un viaggio nell’America post-sessantotto alla volta di Las Vegas, all’inseguimento di un Sogno Americano sempre più sfuggente. Accanto a lui, l’amico avvocato (Dr. Gonzo/Benicio Del Toro), che lo accompagnerà in questo viaggio non solo reale, ma anche “virtuale” e lisergico, visto che i due sono perennemente sotto l’effetto di droghe. Ne esce un quadro comico-grottesco dell’epoca, con un ottimo Depp che, ancora una volta, insegna a molti suoi colleghi l’arte di non prendersi troppo sul serio.

Nel privato, Johnny Depp sembra deciso a mettere la testa a posto. Vive con al sua nuova compagna: la cantante-attrice Vanessa Paradis, e nel ’99 nasce la loro prima figlia, Lily-Rose, cui l’attore è legatissimo. Entra anche a far parte della Hollywood Walk of Fame. Non si lascia sfuggire l’occasione di farsi dirigere da Roman Polanski nel thriller La nona porta. Prosegue anche il fortunato sodalizio con Tim Burton, che costruisce intorno all’attore, ancora una volta, una riuscitissima favola oscura, Il mistero di Sleepy Hollow, con cavalieri senza testa (Christopher Walken, altro attore amatissimo da Depp), belle e perfide streghe (Miranda Richardson), e un ispettore (Depp/Ichabod Crane), che indaga con metodo scientifico su una serie di omicidi. Dunque, razionalità da una parte e creature ultraterrene dall’altra. Il tutto, e qui sta la forza del film, mescolato a una strana e sottile vena comica, di cui è portatore proprio l’ispettore: Ichabod seziona infatti cadaveri con espressione schifata, pallido in volto e sull’orlo dello svenimento e il suo fisico non regge le incursioni del soprannaturale, frequenti a Sleepy Hollow. Un uomo che ha fatto della razionalità il suo credo per sfuggire ai demoni del passato. L’attore rende perfettamente questa lotta interna al protagonista, ancor più viva nel piccolo paesino infestato dai fantasmi.

Nel 2000 partecipa a Prima che sia notte di Julian Schnabel, tratto dall’autobiografia del poeta cubano Reinaldo Arenas, perseguitato e incarcerato dal regime castrista perché omosessuale. Malato di Aids e morto suicida in esilio a New York. Johnny Depp appare in due momenti: nei panni del transessuale Bon Bon e del tenente Victor. Ritrova poi Lasse Hallström, che lo dirige in Chocolat, dove interpreta un altro ruolo ai margini, quello dello zingaro Roux, in una cittadina di provincia francese negli anni ’50, dove si avvicina a un’altra figura emarginata: quella della cioccolataia Juliette Binoche, la straniera Vianne: una sorta di diavolo tentatore che induce ai peccati di gola i paesani con le sue delizie al cacao. Alla fine però, il moralismo sterile lascia il posto alla comprensione e la comunità accetta Vianne, assaporando anche una vita più libera e piena, assieme al gusto del cioccolato.

L’anno seguente Johnny interpreta il ruolo dell’ispettore oppiomane Frederick Abberline in La vera storia di Jack lo Squartatore, che indaga nella Londra sordida e tetra di fine ‘800 per scoprire chi sia il serial killer di prostitute che colpisce in città.

A partire dal 2003 Depp interpreta il personaggio che gli ha dato la maggior notorietà e gli ha fatto sbancare i botteghini di tutto il mondo: il pirata Jack Sparrow, nella saga della Disney Pirati dei Caraibi – La maledizione della prima luna (2003), La maledizione del forziere fantasma (2006), Ai confini del mondo (2007), tutti diretti da Gore Verbinski. Per questo ruolo, anticonformista per eccellenza, con trucco nero agli occhi, bandana e dreadlocks, l’attore ha dichiarato di ispirarsi al chitarrista dei Rolling Stones Keith Richards e, nonostante all’inizio la chiave trasgressiva scelta per impersonare il protagonista non andasse a genio ai produttori della serie, si è rivelata vincente e di grande successo. Per motivare le sue scelte artistiche, che negli ultimi anni lo hanno portato sempre più verso pellicole rivolte a un pubblico di bambini (anche se non esclusivamente), Johnny ha dichiarato di voler fare film che potessero essere visti dai suoi figli – nel 2002 dall’unione con Vanessa Paradis è nato il suo secondogenito Jack e l’attore ha preso residenza stabile nella campagna francese. Nella stessa direzione è andata la scelta di essere James Barrie in Neverland – Un sogno per la vita (2004), incentrato appunto sulla figura del creatore di Peter Pan. Anche la collaborazione di Johnny Depp con Tim Burton negli ultimi anni sembra essersi spostata decisamente su questo terreno, con La fabbrica di cioccolato (2005), in cui l’attore, quasi irriconoscibile, veste i panni del padrone della fabbrica Willy Wonka. E, sempre nel 2005, con La sposa cadavere, pellicola d’animazione in cui Depp dà la voce a un personaggio dalle fattezze simili alle sue.

Ciò che più colpisce, considerata l’estrema notorietà e il successo raggiunti a questo punto dall’attore americano, nonché l’investitura holliwoodiana, è che non abbia ottenuto premi di peso. Ma anche questi sono destinati ad arrivare. Nel 2007 infatti, è proprio l’ennesima collaborazione con Burton a dargli il Golden Globe come Miglior Attore in un film Commedia o Musicale . In Sweeney Todd: il diabolico barbiere di Fleet Street, Johnny Depp interpreta infatti questo sanguinario assassino per vendetta. Dopo una carriera tramontata nel mondo della musica, l’attore si cimenta qui nel canto, assieme alla coprotagonista Helena Bonham Carter (Mrs.Lovett), moglie di Tim Burton (l’attrice dichiarò ironicamente in un’intervista che il regista l’avrebbe sposata, non potendo sposare il suo alter-ego, Johnny Depp). La diabolica coppia funziona alla perfezione in questo musical a tinte fosche, e la direzione di Burton è impeccabile. Torniamo alle atmosfere da favola scura, come già in Edward mani di forbice e Il mistero di Sleepy Hollow, con la differenza che il personaggio interpretato da Depp è ora tutt’altro che timido e ingenuo, o servitore della collettività in nome della giustizia e della verità. È invece un uomo vittima di una profonda ingiustizia (è stato condannato ingiustamente), dolente e spietato, nella Londra del ‘700, che si vendica nel modo più truce che possiamo immaginare: uscito di galera, apre un negozio di barberia, dove sgozza le sue vittime (coloro che anni prima lo fecero incarcerare). Poi entra in scena la sua altrettanto diabolica complice, che ha un forno proprio sotto la barberia: la poltrona del barbiere – grottesca e straordinaria diavoleria – catapulta direttamente la vittime sgozzate in un enorme tritacarne, che le rende polpa pronta per farcire le leccornie vendute al pubblico con enorme successo dalla signora Lovett. Un’associazione a delinquere delle più diaboliche dunque, dalla quale, nonostante tutto, non riusciamo a restare solamente inorriditi, perché Burton, sarcastico e pungente come sempre, riesce a rendere perfettamente la complessità di una realtà in cui il giudice Turpin non è meno colpevole di Todd e i voraci clienti di Mrs. Lovett non paiono candide creature indifese.

Nel 2009 Depp sostituisce lo scomparso Heath Ledger, alternandosi ai colleghi Jude Law e Colin Farrell, nel film Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo. Qui, è diretto di nuovo da Terry Gilliam e siamo ancora in un territorio fantastico e visionario. Di tutt’altro tenore, invece, Nemico pubblico di Michael Mann, in cui interpreta il rapinatore di banche John Dillinger,  nell’America degli anni ’30. Infine, quest’anno lo troviamo in due pellicole: è il Cappellaio Matto in Alice in Wonderland, ultima collaborazione finora registrata con Tim Burton, e il turista Franck Taylor in The Tourist di Florian Henkel von Donnersmarck: spy story romantica di ambientazione veneta, che lo vede al fianco di Angelina Jolie. Entrambe le pellicole però, non sembrano all’altezza delle precedenti dei rispettivi registi. La scorsa settimana, in occasione della presentazione a Roma di The Tourist, Depp ha dichiarato di essere a lavoro su un paio di progetti con cui vorrebbe tornare alla regia, anche se non ha intenzione, dice, di scegliere sé stesso come attore. Il prossimo anno, intanto, lo vedremo ancora nei panni di Jack Sparrow in un altro episodio della saga Pirati dei Caraibi, stavolta per la regia di Rob Marshall ( …cominciamo a capire perché sua figlia Lily-Rose sia convinta che il mestiere del padre sia proprio quello del pirata!).

Johnny Depp possiede una casa di produzone cinematografica: la Infinitum Nihil Production. Ha inoltre investito nell’acquisto del famoso ristorante di Parigi “Man-Ray”, che possiede in comproprietà con John Malkovich, Sean Penn e Mick Hucknall, cantante dei Simply Red.

Infine, della passione di Johnny Depp per la musica s’è detto all’inizio e la sua strada s’è spesso intrecciata con quella del mondo musicale: l’attore ha suonato assieme agli Oasis nel brano Fade In-Out. Nel 2007 ha partecipato al documentario di Julian Temple su Joe Strummer, dando un suo ricordo del cantante dei Clash, scomparso prematuramente a dicembre del 2002. Lo scorso anno è stato voce narrante di un documentario sui Doors (When you’re strange di Tom Di Cillo).

 

McG potrebbe dirigere Ouija

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McG potrebbe dirigere Ouija

Ad Hollywood circola da un po’ una sceneggiatura tratta da un gioco da tavolo, Ouija, ad opera degli autori di Tron Legacy, Eddie Kitsis e Adam Horowitz.

Il film ricavato da questa sceneggiatura dovrebbe avere lo stesso nome del gioco e la Universal, che considera il progetto a metà “tra La Mummia e Indiana Jones”, è in cerca di un regista  che possa realizzarla. Dopo qualche pretendente scartato ora pare che il nome più probabile sia quello di McG,  che abbiamo visto l’ultima volta al cinema con l’accettabile Terminator Salvation e che sta ora completanto This Means War. Le riprese del film dovrebbero cominciare entro l’inizio del 2011 quindi non dovremo aspettare molto per conoscere la sorte di McG.

Fonte: comingsoon

Screen Actors Guild 2010: ecco le nominations

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Screen Actors Guild 2010: ecco le nominations

Sono state annunciate le nomination per gli Screen Actors Guild Awards, i premi che il sindacato degli attori assegna ai propri colleghi e che verranno consegnati il prossimo 30 gennaio. Sia The Fighter e The King’s Speech conducono la classifica dei più nominati con 4 candidature a testa.

altEcco l’elenco delle candidature per le principali categorie di cinema e tv:

Miglior protagonista maschile.

Jeff Bridges (True Grit), Robert Duvall (Get Low), Jesse Eisenberg (The Social Network), Colin Firth (The King’s Speech), James Franco (127 Hours).

Migliore protagonista femminile.

Annette Bening (The Kids Are All Right), Nicole Kidman (Rabbit Hole), Jennifer Lawrence (Winter’s Bone), Natalie Portman, (Black Swan), Hilary Swank (Conviction).

Miglior non protagonista maschile.

Christian Bale (The Fighter), John Hawks (Winter’s Bone), Jeremy Renner (The Town), Mark Ruffalo (The Kids Are All Right), Geoffrey Rush (The King’s Speech).

Migliore non protagonista femminile.

Amy Adams (The Fighter), Helena Bonham Carter (The King’s Speech9, Mila Kunis (Black Swan), Melissa Leo (Black Swan), Haylie Steinfeld (True Grit).

Miglior cast.

The Fighter, The Kids Are All Right, The King’s Speech, Black Swan, The Social Network.

Miglior cast, serie drammatica.

Mad Men, Dexter, Boardwalk Empire, The Closer, The Good Wife.

Miglior cast, serie comica.

30 Rock, Glee, Hot in Cleveland, Modern Family, The Office.

Miglior attore protagonista in una serie drammatica.

Steve Buscemi (Boardwalk Empire), Bryan Cranston (Breaking Bad), Michael C. Hall (Dexter), Jon Hamm (Mad Men), Hugh Laurie (Dr. House).

Miglior attore in una serie comica.

Alec Baldwin (30 Rock), Ty Burrell (Modern Family), Steve Carell (The Office), Chris Colfer (Glee), Ed O’Neill (Modern Family).

Miglior attrice protagonista in una serie drammatica.

Glenn Close (Damages), Mariska Hargitay (Law & Order: SVU), Julianna Margulies (The Good Wife), Elisabeth Moss (Mad Men). Kyra Sedgwick (The Closer).

Miglior attrice in una serie comica.

Edie Falco (Nurse Jackie), Tina Fey (30 Rock), Jane Lynch (Glee), Sofia Vergara (Modern Family), Betty White (Hot in Cleveland).

Fonte: comingsoon

Si forma il cast di Kin

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olivia

Kin, il film che sarà diretto di Stefan Ruzowitzky (Maga Martina e il libro magico del Draghetto), sta raccogliendo i primi nomi per un cast che si preannuncia di grande livello: il primo nome è quello di Eric Bana, seguono a ruota Charlie Hunnam e Olivia Wilde, che lasciatasi alle spalle il suo numero 13 nella popolarissima serie Dott.House sarà protagonista della prossima stagione cinematografica con ben tre film Tron Legacy, Cowboys & Aliens e The Next Three Days.

La storia del film ruota intorno a due persone in fuga (Bana e la Wilde) che devono nascondersi da un ex-boxer piuttosto violento (Hunnam). Le riprese cominceranno il prossimo marzo in Canada.

Il crime-thriller Kin sta componendo un cast di primissimo ordine: Eric Bana (le ultime notizie sull’attore lo davano in Echelon), Charlie Hunnam e la lanciatissima Olivia Wilde, che dopo il successo di House si trasferirà definitivamente al cinema con i prossimi Tron Legacy, Cowboys & Aliens e The Next Three Days.

Il film, prodotto dalla 2929 Entertainment e dalla Mutual Film, sarà diretto da Stefan Ruzowitzky. La storia è quella di due persone in fuga (Bana e la Wilde) che devono nascondersi dal ritorno a casa di un ex-boxer piuttosto violento (Hunnam). Le riprese cominceranno il prossimo marzo in Canada.

Sam Worthington parla di Avatar 2

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Sam Worthington parla di Avatar 2

Sam Worthington ha aggiornato sulla situazione dei sequel di Avatar. Manca ancora molto tempo prima che i due film escano al cinema – li vedremo rispettivamente nel 2014 e nel 2015. Tuttavia, sono progetti molto complessi, e verranno girati insieme, quindi i lavori sono già iniziati, anche perché James Cameron non è famoso per rispettare le scadenze.

Worthington ha spiegato che Cameron si è già rimesso a scrivere: Al momento, James Cameron sta scrivendo quella che lui chiama “La Bibbia”, tutti i dettagli del mondo di Avatar dei prossimi due film. Una volta che avrà messo su carta tutti questi dettagli – materiale che è già presente nella sua testa, comunque – potrà iniziare a scrivere lo script, e noi potremo tornare a esplorare il mondo di Pandora, come andare sott’acqua o sulle montagne galleggianti…

Worthington ha anche speculato sull’evoluzione del suo personaggio, Jake Sully, e di quello di Neytiri: Ho sempre scherzato dicendo che loro si sarebbero sposati, Jake sarebbe diventato pigro e Neytiri l’avrebbe preso a calci. Quale sarà il nuovo dilemma? Sarà solo il ritorno degli umani, o qualcosa di più grosso può minacciare Pandora? Basta guardarci intorno: sappiamo che stiamo distruggendo il mondo, e sappiamo anche cosa possiamo fare. Ma cos’altro stiamo facendo di sbagliato che potrebbe riflettersi sulle nostre vite?

Una riflessione che forse anche Cameron farà quando lavorerà alla sceneggiatura.
Nel cast di Avatar, oltre al protagonista Sam Worthington, anche Giovanni Ribisi, Zoe Saldana, Sigouney Weaver, Michelle Rodriguez, Joel David Moore, CCH Pounder, Peter Mensah, Laz Alonso, Wes Studi e Stephen Lang.

Trovati 17 minuti inediti di 2001: Odissea nello spazio

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stanley

La Warner Bros. ha trovato 17 minuti inediti di riprese di 2001: Odissea nello spazio, il classico di Stanley Kubrick del 1968. Il girato si trovava in una cassaforte situata in una miniera di sale del Kansas (sic), secondo Slash Film e The Film Stage, che hanno riportato la notizia.

I Muppet: nuove foto dal set!

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I Muppet: nuove foto dal set!

I_Muppet

Ecco nuove foto provenienti dal set, che mostrano i due protagonisti Jason Segel, anche sceneggiatore del film, e Amy Adams, che interpreta la fidanzata del protagonista. Dave Grohl, ex batterista dei Nirvana e frontman dei Foo Fighters, avrà un ruolo nella pellicola diretta da James Bobin.

Anche Gwyneth Paltrow in Rock of Age

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Avevamo già dato notizia ieri che il musical di grande successo Rock of Age si starebbe trasformando in un film musical per il grande schermo, e che a partecipare al casting ci siano già i grandi nomi di Tom Cruise e Alec Baldwin.

Oggi si è aggiunto un altro nome a questo cast di alla stars, si tratta della bionda Gwyneth Paltrow. Il film sarà diretto da Adam Shankman, già alle prese con il musical in Hairspray, grande successo di critica e pubblico con un inedito John Travolta.

La sceneggiatura è opera di Chris D’Arienzo, ideatore del musical di Broadway, mentre i produttori saranno Carl Levin, Matt Weaver, Scott Prisand, Tobey Maguire e Jennifer Gibgot.

Il cinema di Sergio Castellitto

Il cinema di Sergio Castellitto

Sergio Castellitto, attore, scrittore, regista, icona e fiore all’occhiello del cinema italiano, è un attore eclettico che riempie lo schermo e riesce a gestire egregiamente sia ruoli drammatici sia comici. Egli è uno sperimentatore delle tecniche attoriali e di quelle registiche.

Sergio Castellitto, nato e cresciuto a Roma, sceglie fin da giovane di seguire la sua inclinazione iscrivendosi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico.  Esordisce da giovanissimo in teatro, collaborando con registi importanti come Luigi Squarzina, Aldo Trionfo nel Candelaio (1981) ed Enzo Muzii nel Girotondo da Schnitzler (1985). Tra il 1984 e il 1985 recita in Le tre sorelle di Cechov, e conosce Margaret Mazzantini. Uniti nella vita e nel lavoro, si sposano nel 1987 e hanno quattro figli. Nel 1996 Sergio Castellitto debutta come regista teatrale con Manola, scritta e interpretata da Margaret Mazzantini e da Nancy Brilli. Nel 2004 ripete il successo con un’altra regia e interpretando un altro testo teatrale scritto dalla moglie, intitolato Zorro.

Il teatro non è l’unica passione di Sergio Castellitto, tanto che già nel 1983, egli debutta a fianco di Marcello Mastroianni, nel tragico Il generale dell’armata morta di Luciano Tovoli, seguito da Magic Moments nel 1984.
Nel 1986 sfrutta l’opportunità unica di lavorare con il grande Ettore Scola in La famiglia. Ma la sua prova migliore in questo primo periodo è nel film Sembra morto… ma è solo svenuto di Felice Farina, di cui scrive anche il soggetto e collabora alla sceneggiatura, film che fu molto apprezzato in Francia e che lo consacra attore internazionale. Infatti, nel 1988 recita in Paura e amore con Fanny Ardant e Valeria Golino ma specialmente fa parte del cast del cult Le Grand Bleu, di Luc Besson. Poco dopo, Castellitto si rende noto al grande pubblico della commedia con Piccoli equivoci (1989) di Richy Tognazzi e con Stasera a casa di Alice (1990) di Carlo Verdone.
 Quest’ultimo film richiama direttamente la grande tradizione italica della commedia degli equivoci di Totò e Peppino. Castellitto e Verdone interpretano due personaggi tragicomici che si contendono una donna, Ornella Muti.

Negli anni Novanta Sergio Castellitto lavora con altri grandi del cinema italiano come Marco Ferreri e Mario Monicelli in Rossini! Rossini! (1991) e  con Francesca Archibugi che lo vuole nel suo Il grande cocomero (1993) con cui vince il David di Donatello come miglior attore. La vera proclamazione arriva poi nel 1996 con il pluripremiato L’uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore con cui vince il suo primo Nastro d’Argento come miglior attore. Nel film Sergio Castellitto interpreta un regista alla ricerca di talenti nella Sicilia degli anni Cinquanta. Una terra che nonostante fosse allo sbando e già dominata dalla corruzione era in realtà piena di sogni e di speranze.

Il cinema di Sergio Castellitto

Da un film impegnato, Sergio Castellitto passa a un ruolo comico in cui interpreta il fratello di Paolo Rossi in Silenzio…si nasce (1996), per poi ritornare a un ruolo drammatico di un uomo in declino nell’opera prima di Renato De Maria Hotel Paura (1996).

Alla soglia degli anni Novanta, Sergio Castellitto scrive la sceneggiatura e dirige il suo primo film, Libero Burro, che racconta la storia di un uomo del Sud che si mette in gioco trasferendosi al Nord ma che fallisce di continuo fino a quando incontra una donna speciale, che nel film è interpretata da Margaret Mazzantini. Il film purtroppo non riceve i risultati sperati e si rivela un fiasco al botteghino; ma Castellitto non si arrende e recita in Padre Pio, film tv diretto da Carlo Carlei nel 2000, per il quale riceve un successo inaspettato.

Il 2001 poi è un anno molto produttivo per lui, è un professore ne L’ultimo bacio di Gabriele Muccino, e un ambiguo regista teatrale in Chi lo sa?, diretto dal maestro regista francese Jacques Rivette.

Nel 2002 altro anno d’oro per Sergio Castellitto, inizia la sua collaborazione con Marco Bellocchio che lo vuole per L’ora di religione, film che lo consacra ancora una volta grande attore e gli fa vincere la preziosa statuetta d’argento dell’European Film Award. Il film, che tratta la questione religiosa, ha suscitato numerose polemiche. L’ora di religione unisce due grandi del cinema italiano, Castellitto di Bellocchio dice: “Non è per complimentarmi con lui ma io raramente ho trovato un regista che suscitasse un tale entusiasmo nelle persone con le quali ha lavorato sul set. E, dato che fare un film non è soltanto fare delle riprese ma è anche un percorso umano – sono dieci-dodici settimane passate insieme –, allora la qualità di quelle giornate a lavorare insieme è un ricordo importante”.

Poi nel 2004 dirige un film, il più noto da regista, Non ti muovere, tratto dal best seller omonimo scritto dalla moglie Margaret Mazzantini. Il film è stato interpretato dallo stesso Sergio Castellitto, Penélope Cruz e Claudia Gerini e ha avuto un ottimo riscontro dalla critica e dal pubblico. Ha ottenuto due David di Donatello, migliore attrice protagonista (Penélope Cruz) e miglior attore protagonista (Sergio Castellitto) e quattro Nastri d’argento, migliore sceneggiatura, migliore scenografia, miglior montaggio e migliore canzone originale (Un senso di Vasco Rossi e Saverio Grandi) e uno Ioma come miglior film italiano in ex aequo con Buongiorno Notte. Una storia quella di Non ti muovere che parla di occasioni perdute. Timoteo è un padre di famiglia che mentre attende che sua figlia sia operata urgentemente, ripercorre con la mente una sua storia con una donna, Italia con la quale ha condiviso una passione intensa e contraddittoria, fatta di violenza e di amore. Timoteo rappresenta il ritratto dell’uomo contemporaneo, è un vigliacco che non sa decidere della sua vita. Italia è una donna di borgata che da sempre è soggetta alla povertà e alle violenze. Italia è interpretata da Penelope Cruz. Castellitto durante un’intervista ha usato queste parole per descriverla: “Penelope è brava come Giulietta Masina. E’ un’attrice generosa, umile e coraggiosa, si è lasciata guidare dal libro e ha dato vita ad un personaggio straordinario. Imbruttirsi per un’attrice bella non è un atto di coraggio, semmai è una possibilità in più. Ha imposto una sola condizione, recitare con la propria voce e il risultato è straordinario, una lezione di dizione per tante attrici italiane”.

Ma la carriera di Castellitto continua, nel 2006 partecipa all’episodio di Isabelle Coixet nel corale Paris, je t’aime, omaggio romantico alle bellezze anticonvenzionali della capitale francese. Poi in Italians, di Giovanni Veronesi, in cui recita con Riccardo Scamarcio. Un film che ritrae le caratteristiche più divertenti e paradossali dell’italiano medio, in cui Castellitto conferma la sua grande bravura e capacità eclettica Nel 2008 interpreta il re Miraz nel secondo capitolo de LE CRONACHE DI NARNIA: Il principe Caspian. Nel 2009 torna a lavorare con Jacques Rivette in Questione di punti di vista e in Tris di donne & abiti nuziali di Vincenzo Terracciano e in Alza la testa di Alessandro Angelini per cui vince il Premio Marc’Aurelio come Migliore attore al Festival del Cinema di Roma 2009.

Inoltre nel 2010 Sergio Castellitto ha l’onore di essere il Presidente della Giuria del Festival del Cinema di Roma; Gianluigi Rondi, Presidente del Festival, l’ha designato con queste parole: “Uno dei nostri più prestigiosi attori di cinema e di televisione”.

Il suo film più recente di cui lui stesso è il regista oltre che interprete è La bellezza del somaro, al cinema dal 17 dicembre, scritto da Castellitto e dalla moglie Margaret Mazzantini. Una commedia grottesca e sopra le righe con Laura Morante, Marco Giallini e Barbora Bobulova e Enzo Jannacci sul rapporto tra genitori e figli; Un film gagliardo – così definito da Castellitto – che tratta temi seri con una pernacchia. Una commedia che fa riflettere sulla nuova generazione: ragazzi adolescenti che non ne possono più di avere genitori che pretendono di essere “amici”.

Il cinema di Sergio Castellitto

Infine prossimamente al cinema uscirà un altro film diretto da Sergio Castellitto e tratto da un romanzo di Margaret Mazzantini, Venuto al mondo. Ancora una volta i due coniugi lavorano insieme ma questa volta Castellitto sarà regista, autore della sceneggiatura con Roberto Ciccutto, coproduttore, ma non interprete. Il film ripercorre, in un’alternanza tra presente e passato, il viaggio di una madre, Gemma (interpretata da Penelope Cruz), insieme al figlio adolescente Pietro attraverso la Bosnia dilaniata dalla guerra. Le riprese del film inizieranno nel febbraio 2011 e si volgeranno tra Roma, Sarajevo e Belgrado. L’attrice spagnola sarà anche coproduttrice della pellicola.

Questa è la carriera cinematografica di Sergio Castellitto, un uomo, un cineasta, una guida per tutti coloro che affrontano o vorrebbero affrontare questa carriera. Castellitto, con la sua creatività e professionalità, offre un’immagine positiva all’estero, continuando sulla scia dei grandi attori italiani del passato. Un motivo di orgoglio per tutti i cinefili italiani.

Spike Jonze e Charlie Kaufman di nuovo insieme

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Spike Jonze e Charlie Kaufman si preparano ad una nuova collaborazione, dopo aver lavorato insieme per due film importanti come Essere John Malkovich e Il ladro di orchidee.

Ron Howard parla de La Torre Nera

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ron howard

Deadline ha chiesto a Ron Howard di rivelare qualche novità relativamente al suo prossimo adattamento cinematograficode La Torre Nera, la famosa serie di romanzi di Stephen King. Il film al momento è in fase di sceneggiatura per mano di Akiva Goldsman che produrrà anche ilprogetto insieme all’autore del romanzo King ed a Brian Grazer.

Addio a Blake Edwards

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Blake_Edwards

E’ morto Blake Edwards, il celebre regista della serie della Pantera Rosa aveva 88 anni. Al suo fianco, i familiari e la moglie Julie Andrews.

Tron Legacy: vent’anni dopo!

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Tron Legacy: vent’anni dopo!

Tron_LegacyTron Legacy, dopo quasi vent’anni il sequel di un film culto degli anni ‘80 Uscirà il 29 dicembre 2010 per la versione 3-D e il 5 gennaio 2011 negli altri formati, “Tron Legacy”, film di fantascienza sequel del film culto Tron del 1982. Il 3 settembre 2009, la Walt Disney Pictures aveva annunciato che Tron Legacy non sarebbe stato distribuito più nel 2011 ma il 17 dicembre 2010 (negli Stati Uniti), in concomitanza con l’uscita dell’adattamento cinematografico realizzato da Warner Bros. Family Entertainment, basato sul personaggio a cartoni animati Orso Yoghi.

George Clooney sostituisce Robert Downey Jr

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L’Hollywood Reporter da una notizia interessante: al posto di Robert Downey Jr, il protagonista di Gravity, atteso film fantascientifico di Alfonso Cuaron prodotto da David Heyman, sarà George Clooney.

Locandina per Harry Potter e i Doni della Morte parte II

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Da appena un mese è uscita al cinema la prima parte dell’ultimo capitolo di Harry Potter, che già è uscita la locandina della Parte II de I Doni della morte.

Ecco la foto:

Dalla locandina pare che le tre sagome, chiaramente il nostro trio preferito, guardino da lontano il castello di Hogwarts pronti ad andare a cercare quello che serve loro affinchè il male venga sconfitto per sempre…

Il film uscirà in Italia il 13 luglio 2011.

Locandina per Harry Potter e i Doni della Morte parte II

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Da appena un mese è uscita al cinema la prima parte dell’ultimo capitolo di Harry Potter, che già è uscita la locandina della Parte II de I Doni della morte.

The Tourist: recensione del film con Johnny Depp

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The Tourist: recensione del film con Johnny Depp

Un uomo in crisi per la perdita della sua amata incontra una donna affascinante e misteriosa su un treno diretto a Venezia. Da questa premessa così eterea si possono ipotizzare sviluppi molteplici e proprio da questo grande potenziale parte The Tourist, ultimo film di Florian Henckel von Donnersmarck, il regista premio Oscar per Le vite degli altri, ed ora alle prese con una coppia che sulla carta fa scintille: Angelina Jolie e Johnny Depp.

Un film carico di aspettative, con un grande cast che oltre ai super divi comprende anche Paul Bettany, Timothy Dalton, Rufus Sewell e un nutrito gruppo di artisti italiani in ruoli da comprimari. Tuttavia come spesso accade, le aspettative non sono soddisfatte e il film si risolve in una commedia (non nel senso classico del termine) che fa sorridere il più delle volte involontariamente. Il primo problema che si riscontra immediatamente è quello dei protagonisti: è pur vero che non si ci stancherebbe mai di guardare la splendida e statuaria Angelina, ma la sua interpretazione appare purtroppo monocorde per un personaggio che forse si discosta dal genere di donna che l’attrice interpreta di solito.

Per quanto riguarda Depp, sembra sempre più evidente ormai che le sue maschere stiano prendendo il posto della sua bravura, e se questa affermazione sembra troppo cattiva, date uno sguardo alla sua fuga sui tetti delle casa veneziane: quei saltelli non sono un po’ troppo uguali a quelli ciondolanti di un certo Jack Sparrow? Depp prova ad interpretare il ruolo di un uomo normale che si trova attonito davanti alla folgorante bellezza della Jolie, ma purtroppo non è così normale da risultare credibile, almeno non quanto ci riesce Neri Marcorè che interpreta il brevissimo ruolo del receptionist, la sua espressione è così genuina che viene da chiederci se sia un grande attore oppure è davvero imbarazzato e abbagliato dalla presenza di fronte a lui di Angelina.

The Tourist

Molto bene invece tutto il cast italiano, a partire da Christian De Sica che, a dispetto della sua carriera di commediante, si dimostra molto più convincente in ruoli seri, passando poi per Alessio Boni e i piccoli ruoli riservati a Nino Frassica e Raul Bova (che a sua volta ha affascinato molto la Jolie per sua stessa dichiarazione). Il grande difetto di questo film resta la prevedibilità e la poca coerenza di alcune scelte che fanno sviluppare gli eventi in maniera a tratti involontariamente grottesca e che conducono uno spettatore perplesso ad un finale che non riesce a tenere col fiato sospeso la platea. Tre elementi del film si salvano, e tutti e tre purtroppo non dipendono né dal regista, dal quale senza dubbio si ci aspettava qualcosa in più, né dal super cast: la prima in assoluto sono i costumi che avvolgono la Jolie, rendendola ancora più bella se mai fosse possibile, non a caso opera di Colleen Atwood, che ha lavorato per Alice in the Wonderland e Big Fish tra gli altri.

Altro fattore di grande pregio di The Tourist è la splendida laguna di Venezia, che incornicia questo film dalle modeste pretese, ma soprattutto grande risalto ha la musica, e come aspettasti diversamente quando la composizione della soundtrack è stata affidata a James Newton Howard? Non si tratta forse di una delle sue migliori composizioni, non ai livelli di The Village almeno, ma sicuramente è un lavoro potente, che accompagna ed enfatizza il film in maniera impeccabile, aggiungendo molto a ciò che invece manca nella forma e nei contenuti di un film che purtroppo non mantiene le aspettative. The Tourist delude con classe, molta bella forma e poco contenuto interessante.

Tom Cruise e Alec Baldwin in un musical per la New Line

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TomCruise

Il musical Rock of Ages è stato opzionato dalla New Line Cinema per un adattamento cinematografico molto ambizioso. La storia di una ragazza in cerca di successo viene raccontata attraverso una serie di successi rock-metal anni ’80 che spaziano da Bon Jovi agli Styx.

Sacha Baron Cohen diventa un poliziotto

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Sacha Baron Cohen diventa un poliziotto

sachabaroncohen

Ci ha abituato agli eccessi con Borat e Bruno, ed ora lo aspettiamo nel ruolo serio e impegnativo che lo porterà ad incarnare Freddie Mercury. Si tratta di Sacha Baron Cohen che però non si stanca di stupire.

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