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The Predator: da Moonlight una new entry nel cast

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The Predator: da Moonlight una new entry nel cast

Arriva direttamente dal pluripremiato Moonlight la new entry nel cast di The Predator, film di Shane Black in produzione, che si prefigge di riportare la creatura iconica del titolo sul grande schermo. Trevante Rhodes, che nel film di Barry Jenkins interpreta Chiron da grande, è la new entry nel film di Black, come riferisce THR.

The Predator di Shane Black: rivelato il titolo di lavorazione

The Predator scritto da Frank Dekker e Shane Black e da quest’ultimo diretto, uscirà al cinema il 2 marzo 2018. A produrre la pellicola Matt Reilly, che supervisionerà per la Fox. Inoltre il film sarà collegato ai primi tre capitoli ma non avrà alcun legame ad Alien vs Predator.

Nel cast di The Predator ci sono Boyd Holbrook, Olivia Munn e Trevante Rhodes.

Il primo film della saga uscito nel 1987, raccontava le vicende di un alieno (appartenente alla razza yautja) giunto sulla Terra per andare a caccia di esseri umani. Il primo sequel uscì nel 1990, mentre il secondo nel 2010.

L’inserimento di un teschio di Xenomorfo nel finale di Predator 2 creò le premesse per la produzione di uno crossover con la serie Alien. Alien vs Predator è stato realizzato nel 2004 ad opera di Paul W.S. Anderson, seguito da un altro film nel 2007 su regia dei fratelli Strause.

Fonte: SR

The Predator non sarà un sequel, sfumato il cameo di Schwarzenegger

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Ci sono un sacco di informazioni che circolano in merito a The Predator, il nuovo film del franchise che sarà diretto da Shane Black. L’ultimo chiarimento sul progetto che arriva da Boyd Holbrook, attore che sarà il protagonista del film e che è subentrato nel cast al posto di Benicio Del Toro, che dichiara che il film non sarà un sequel e che quindi è improbabile che ci possa essere spazio per un cameo di Arnold Schwarzenegger, come invece si era detto.

Ecco cosa ha dichiarato Holbrook: “Sto lavorando al momento su Predator. Non è un sequel; Shane Black ha fatto qualcosa di completamente nuovo, qualcosa che mantiene le origini e il regno di Predator, ma allo stesso tempo che è una cosa completamente nuova in termini di storia che stiamo raccontando. Ha radici in qualcosa di vero. Non credo che vedremo Schwarzenegger. Sarà un horror, sci-fi e western.”

The Predator di Shane Black: rivelato il titolo di lavorazione

The Predator scritto da Frank Dekker e Shane Black e da quest’ultimo diretto, uscirà al cinema il 2 marzo 2018. A produrre la pellicola Matt Reilly, che supervisionerà per la Fox. Inoltre il film sarà collegato ai primi tre capitoli ma non avrà alcun legame ad Alien vs Predator.

Nel cast di The Predator ci sono Boyd Holbrook, Olivia Munn,  Trevante Rhodes, Sterling K. Brown, Keegan-Michael Key, Thomas Jane.

Il primo film della saga uscito nel 1987, raccontava le vicende di un alieno (appartenente alla razza yautja) giunto sulla Terra per andare a caccia di esseri umani. Il primo sequel uscì nel 1990, mentre il secondo nel 2010.

L’inserimento di un teschio di Xenomorfo nel finale di Predator 2 creò le premesse per la produzione di uno crossover con la serie Alien. Alien vs Predator è stato realizzato nel 2004 ad opera di Paul W.S. Anderson, seguito da un altro film nel 2007 su regia dei fratelli Strause.

Fonte: We Got This Covered

The Preadtor di Shane Black non sarà un sequel

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The Preadtor di Shane Black non sarà un sequel

Keegan-Michael Key si è unito a gennaio scorso al cast di The Predator, di Shane Black e ha lavorato con il resto della troupe alle riprese di questo progetto che desta molta curiosità nei fan del franchise.

Parlando con EWl’attore ha fatto delle riflessioni interessanti in merito al progetto e all’originale del 1987. “Fare Predator è stato un vero privilegio, e se le persone pensano che andranno a vedere un remake del film originale, saranno sorpresi, una sorpresa davvero piacevole… non è un sequel… Sicuramente è ambientato nell’universo degli altri film. Penso che probabilmente è il miglior modo di definirlo e il solo modo che posso dare adesso.”

The Predator di Shane Blackrivelato il titolo di lavorazione

The Predator scritto da Frank Dekker e Shane Black e da quest’ultimo diretto, uscirà al cinema il 2 marzo 2018. A produrre la pellicola Matt Reilly, che supervisionerà per la Fox. Inoltre il film sarà collegato ai primi tre capitoli ma non avrà alcun legame ad Alien vs Predator.

Nel cast di The Predator ci sono Boyd HolbrookOlivia Munn,  Trevante Rhodes, Sterling K. Brown, Keegan-Michael Key, Thomas Jane, Alfie Allen.

Il primo film della saga uscito nel 1987, raccontava le vicende di un alieno (appartenente alla razza yautja) giunto sulla Terra per andare a caccia di esseri umani. Il primo sequel uscì nel 1990, mentre il secondo nel 2010.

L’inserimento di un teschio di Xenomorfo nel finale di Predator 2 creò le premesse per la produzione di uno crossover con la serie Alien. Alien vs Predator è stato realizzato nel 2004 ad opera di Paul W.S. Anderson, seguito da un altro film nel 2007 su regia dei fratelli Strause.

The Preacher: Seth Rogen e Evan Goldberg annunciano l’inizio dei lavori

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The PreacherLa coppia di produttori esecutivi e scrittori Seth Rogen e Evan Goldberg, hanno twettato e annunciato l’inizio dello sviluppo dell’adattamento del fumetto The Preacher insieme al creatore Gareth Ennis per il network AMC.

Seth Rogen e Evan Goldberg sono coinvolti e a lavoro sul progetto da Luglio ma solo ora è arrivato l’annuncio dell’inizio della scrittura: “OGGIORNAMENTO: Abbiamo iniziato a scrivere la sceneggiatura. Ci siamo incontrati con Garth [Ennis] e ci ha dato grandi note: The Preacher”.

La notizia è positiva perché conferma il coinvolgimento di Garth Ennis nel progetto.

Preacher è una serie di fumetti creata dallo scrittore Garth Ennis e dal disegnatore Steve Dillon, pubblicata dalla DC Comics sotto l’etichettaVertigo, con copertine disegnate da Glenn Fabry.

La serie è composta da 75 numeri in totale: 66 albi regolari ad uscita mensile, 5 speciali ed una mini-serie limitata di 4 numeri dal titolo Saint of Killers (uscita in Italia col titolo Il santo degli assassini). In Italia l’intera collezione è stata raccolta in 9 albi brossurati. L’ultimo numero della serie regolare (il n. 66) è stato pubblicato negli Stati Uniti nel luglio del 2000.

The Preacher: prima foto rivelata da Seth Rogen

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Seth Rogen ha pubblicato su Twitter la prima immagine tratta dal pilota della serie tv su The Preacer. Eccola di seguito:

The Preacher
The Preacher

Dopo un periodo decisamente lungo di sviluppo il network americano AMC ha ufficialmente ordinato il pilota di The Preacher, la nuova serie televisiva che sarà basata sull’omonimo popolare fumetto. La AMC produrrà lo show insieme alla Sony Pictures Television e i produttori della serie saranno come già annunciato Sam Catlin (Breaking Bad), Seth Rogen e Evan Goldberg (Neighbors).

L’episodio pilota di Preacher sarà prodotto nell’estate del 2015 per la serie considerazione nel 2016.

Preacher è una serie di fumetti creata dallo scrittore Garth Ennis e dal disegnatore Steve Dillon, pubblicata dalla DC Comics sotto l’etichettaVertigo, con copertine disegnate da Glenn Fabry.

La serie è composta da 75 numeri in totale: 66 albi regolari ad uscita mensile, 5 speciali ed una mini-serie limitata di 4 numeri dal titolo Saint of Killers (uscita in Italia col titolo Il santo degli assassini). In Italia l’intera collezione è stata raccolta in 9 albi brossurati. L’ultimo numero della serie regolare (il n. 66) è stato pubblicato negli Stati Uniti nel luglio del 2000.

The Preacher: AMC ordina il pilota a Seth Rogen e Evan Goldberg

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The PreacherDopo un periodo decisamente lungo di sviluppo il network americano AMC ha ufficialmente ordinato il pilota di The Preacher, la nuova serie televisiva che sarà basata sull’omonimo popolare fumetto. La AMC produrrà lo show insieme alla Sony Pictures Television e i produttori della serie saranno come già annunciato Sam Catlin (Breaking Bad), Seth Rogen e Evan Goldberg (Neighbors).

L’episodio pilota di Preacher sarà prodotto nell’estate del 2015 per la serie considerazione nel 2016.

Preacher è una serie di fumetti creata dallo scrittore Garth Ennis e dal disegnatore Steve Dillon, pubblicata dalla DC Comics sotto l’etichettaVertigo, con copertine disegnate da Glenn Fabry.

La serie è composta da 75 numeri in totale: 66 albi regolari ad uscita mensile, 5 speciali ed una mini-serie limitata di 4 numeri dal titolo Saint of Killers (uscita in Italia col titolo Il santo degli assassini). In Italia l’intera collezione è stata raccolta in 9 albi brossurati. L’ultimo numero della serie regolare (il n. 66) è stato pubblicato negli Stati Uniti nel luglio del 2000.

The Postman’s White Nights: recensione del film di Andrej Končalovskij

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Belye nochi pochtalona Alekseya Tryapitsyna o di un postino che passa notti in bianco per consegnare la posta al villaggio sulle sponde di un lago nel nord della Russia. E così si può riassumenre l’ultimo film di Andrej Končalovskij, in inglese The Postman’s White Nights, presentato (e applaudito) in concorso all’ultima edizione del Festival di Venezia.

The Postman’s White Nights, la storia

Il film parte da una premessa quasi documentaristica, ovvero raccontare delle persone che effettivamente vivono sulle sponde di questo lago e che si misurano ogni giorno con la vita fatta di pesca e di cose semplici, e finisce per essere un teatro della realtà in cui gli attori sono appunto le stesse persone reali che si mettono a disposizione del regista russo.

Protagonista assoluto del film è il lago, fonte di sostentamento ma anche ostacolo e presenza predominante nel paesaggio e nella vita del postino del titolo, un uomo solitario ma simpatico, che tesse rapporti personali con tutti i destinatari della posta che consegna ogni giorno.

Il linguaggio

Il film adotto un linguaggio dilatato, quasi annacquato per la piccolissima quantità di eventi che narra, tuttavia il tocco del maestro russo non è primo un una certa misura di quella sua caratteristica poesia che gli ha garantito il titolo di maestro, appunto. L’attraversamento del lago in particolare si carica di importanza, quasi fosse la prova quotidiana che il protagonista deve affrontare per poter compiere la sua missione.

Immerso in una natura incontaminata e quasi allo stato selvaggio, Končalovskij racconta il villaggio, gli abitanti, le dinamiche con tocco delicato e ironico, rispettoso dei personaggi che mostra e attento anche ai dettagli che li condizionano.

The Postman’s White Nights è un film che necessita di una visione attenta e assorta, capace di catturare l’animo ben disposto, ma anche di respingere chi è in cerca dell’azione e della concitazione tipica di certo cinema più noto e conosciuto.

The Post: trailer ufficiale e il poster in italiano

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The Post: trailer ufficiale e il poster in italiano

Ecco il trailer italiano ufficiale di The Post, il nuovo film di Steven Spielberg con Tom Hanks e Meryl Streep che ha già guadagnato sei nomination ai Golden Globes.

Ecco il poster italiano di The Post

Spielberg dirige Hanks e Streep mentre alla produzione c’è Amy Pascal per la Pascal Pictures. Alla produzione partecipano anche la Fox e la Amblin Entertainment.

Tom Hanks è reduce dal bellissimo Sully, di Clint Eastwood, mentre la Streep ha ricevuto, per Florence, la sua ventesima nomination agli Oscar. Steven Spielberg arriverà al cinema anche con Ready Player One, mentre è a lavoro su The Kidnapping of Edgardo Mortara, con Mark Rylance e Oscar Isaac.

The Post: trailer del film di Spielberg, con Hanks e Streep

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The Post: trailer del film di Spielberg, con Hanks e Streep

Arriverà nelle sale americane il prossimo 22 dicembre The Post, il nuovo film di Steven Spielberg che avrà come protagonisti Tom Hanks e Meryl Streep.

Dopo Il ponte delle Spie, il regista si cimenta con un’altra storia vera, che riguarda la vicenda che ruota intorno ai Pentagon Papers, documenti top secret del Dipartimento della Difesa, riguardanti il Vietnam e le strategie militari degli Stati Uniti, che furono venduti e pubblicati per la prima volta sul New York Times, in prima pagina, il 13 giugno 1971 e in seguito sul The Washington Post.

Di seguito potete vedere il primo trailer di The Post

Ecco invece la bella ed essenziale locandina:

Spielberg dirige Hanks e Streep mentre alla produzione c’è Amy Pascal per la Pascal Pictures. Alla produzione partecipano anche la Fox e la Amblin Entertainment.

Tom Hanks è reduce dal bellissimo Sully, di Clint Eastwood, mentre la Streep ha ricevuto, per Florence, la sua ventesima nomination agli Oscar. Steven Spielberg arriverà al cinema anche con Ready Player One, mentre è a lavoro su The Kidnapping of Edgardo Mortara, con Mark Rylance e Oscar Isaac.

The Post: Steven Spielberg anticipa la produzione

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Vi abbiamo già annunciato che The Post, prossimo progetto di Steven Spielberg, avrà un cast davvero di prim’ordine, con a capo Meryl Streep e Tom Hanks, ma adesso, via Deadline, arriva la notizia che la produzione del film è stata accelerata in maniera prepotente. 

Sembra infatti che le riprese della pellicola cominceranno quasi subito così che il film possa uscire in tempo per dicembre e per la stagione dei premi. 

The Post racconterà la vicenda nota come Pentagon Papers, in cui documenti top secret del Dipartimento della Difesa, riguardanti il Vietnam e le strategie militari degli Stati Uniti, furono venduti e pubblicati per la prima volta sul New York Times, in prima pagina, il 13 giugno 1971 e in seguito sul The Washington Post.

Spielberg dirigerà Hanks e Streep mentre alla produzione ci sarà Amy Pascal per la Pascal Pictures. Alla produzione parteciperanno anche la Fox e la Amblin Entertainment.

Tom Hanks è reduce dal bellissimo Sully, di Clint Eastwood, mentre la Streep ha ricevuto, per Florence, la sua ventesima nomination agli Oscar. Steven Spielberg è invece al momento impegnato nella post produzione di Ready Player One, mentre è a lavoro su The Kidnapping of Edgardo Mortara, con Mark Rylance e Oscar Isaac.

The Post: Spielberg, Hanks e Streep a Milano

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I premi Oscar Steven Spielberg, Meryl Streep e Tom Hanks arrivano in Italia per presentare il film evento che li vede per la prima volta insieme nella loro lunga ed incredibile carriera.

Ambientato nel 1971, The Post vede protagonisti Katharine Graham (Streep), prima donna alla guida del The Washington Post, e Ben Bradlee (Hanks), testardo direttore del suo giornale. L’indagine che intraprendono e il loro coraggio provocheranno la prima grande scossa nella storia dell’informazione con una fuga di notizie senza precedenti, svelando al mondo intero la massiccia copertura di segreti governativi riguardanti la Guerra in Vietnam durata per decenni (i “Pentagon Papers”).

Il tour europeo promozionale del film farà tappa anche in Italia. Steven Spielberg, Meryl Streep e Tom Hanks parteciperanno in diretta domenica 14 gennaio alla trasmissione “CHE TEMPO CHE FA” condotta da Fabio Fazio, in onda su Rai1 a partire dalle 20.35.

Lunedì 15 gennaio le tre leggende di Hollywood parteciperanno alla conferenza stampa del film mentre in serata sono attesi sul “black and white” carpet della première italiana di The Post, che si terrà presso il Cinema Odeon di Milano.

The Post

Per la prima volta nella sua lunga carriera Steven Spielberg dirige in The Post la coppia premio Oscar Meryl Streep e Tom Hanks, con una sceneggiatura scritta da Liz Hannah e Josh Singer. Nel cast anche Alison Brie, Carrie Coon, David Cross, Bruce Greenwood, Tracy Letts, Bob Odenkirk, Sarah Paulson, Jesse Plemons, Matthew Rhys, Michael Stuhlbarg, Bradley Whitford e Zach Woods. The Post, un’esclusiva per l’Italia LEONE FILM GROUP in collaborazione con RAI CINEMA, uscirà nelle sale italiane il 1 FEBBRAIO 2018 distribuito da  01 DISTRIBUTION.

The Post: Meryl Streep e Tom Hanks nei character poster

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The Post: Meryl Streep e Tom Hanks nei character poster

Sono stati diffusi i primi character poster ufficiali di The Post, il nuovo film di Steven Spielberg che vede protagonisti Meryl Streep e Tom Hanks.

Proprio i due attori premi Oscar compaiono sui due manifesti di seguito:

The Post: trailer ufficiale e il poster in italiano

Spielberg dirige Hanks e Streep in The Post mentre alla produzione c’è Amy Pascal per la Pascal Pictures. Alla produzione partecipano anche la Fox e la Amblin Entertainment.

Tom Hanks è reduce dal bellissimo Sully, di Clint Eastwood, mentre la Streep ha ricevuto, per Florence, la sua ventesima nomination agli Oscar. Steven Spielberg arriverà al cinema anche con Ready Player One, mentre è a lavoro su The Kidnapping of Edgardo Mortara, con Mark Rylance e Oscar Isaac.

The Post: il cast e la vera storia dietro al film con Meryl Streep

Da cinquant’anni il regista Steven Spielberg ci ha abituato ad opere sempre diverse, affrontando diversi generi e apportando il suo tocco magico ad ognuno di essi. Nel 2017, nel giro di pochi mesi, arriva in sala con due film estremamente diversi tra loro: si tratta del fantascientifico Ready Player One e del drammatico The Post (qui la recensione). Quest’ultimo è basato sulla vera vicenda dei cosiddetti “Pentagon Papers”, i quali portarono alla luce documenti top secret relativi alla guerra del Vietnam. Una vicenda che sconvolse gli Stati Uniti minando la fiducia nel suo governo.

La sceneggiatura del film è scritta da Liz Hannah e Josh Singer, quest’ultimo già premio Oscar per Il caso Spotlight. Giudicata una delle migliori dell’anno, quella di The Post non ci mise molto ad arrivare tra le mani di Spielberg, che espresse subito il suo interesse a farne un film. Girato in tempi brevissimi, questo si è da subito affermato per la sua capacità di raccontare un evento passato ma da cui si possono ancora trarre lezioni per il presente. È un film dall’impostazione molto classica, dove ogni parola e gesto vengono pesati a dovere e dove la direzione della storia dipende, come sempre accade, da pochi coraggiosi uomini.

Indicato dai prestigiosi Cahiers du Cinema come uno dei migliori 10 film dell’anno, il film ha incassato un totale di circa 180 milioni di dollari in tutto il mondo, a fronte di un budget di 50. Si è poi affermato anche durante la stagione dei premi, arrivando ad ottenere due nomination ai prestigiosi Oscar, come miglior film e miglior attrice protagonista. Con The Post Spielberg ha così dato ennesima prova delle sue mai tramontate capacità di storyteller, sfoggiando un talento più unico che raro. Per scoprire le curiosità relative al cast, come anche la vera storia raccontata nel film, basterà qui proseguire nella lettura.

The Post: la trama del film

La vicenda narrata si svolge nel 1971, dove Katharine Graham è la prima donna alla guida del prestigioso The Washington Post. Avendo ereditato tale ruolo da suo marito, ella si trova ora a dover gestire uno dei principali giornali degli Stati Uniti, sfidando l’opinione di quanti non sono convinti delle sue capacità poiché donna. A sostenerla, però, vi è il fidato Ben Bradlee, testardo caporedattore del giornale, il quale cerca di mantenere alto il nome di questo. Ciò che serve al Post è però uno scoop di grande rilevanza, e quanto occorre arriva nel momento più inaspettato, tramite una salvifica fuga di notizie. Il rivale The New York Times ha infatti scoperto qualcosa di grosso, qualcosa che può ledere all’immagine dello stesso governo americano.

Nel momento in cui questo viene però messo a tacere, Bradlee decide di andare in fondo alla questione, scoprendo cosa stava per essere pubblicato. Arriva così ai Pentagon Papers, documenti top secret legati ad uno studio approfondito sulle strategie e i rapporti del governo federale con il Vietnam. La pubblicazione di questi può davvero provocare una scossa epocale nel paese, cambiandone per sempre le sue sorti. Per poter procedere, però, egli ha bisogno del consenso della Graham. Consapevole dei rischi a cui va incontro, la donna si dimostra disposta a prendere su di sé tale responsabilità. La strada verso la verità, però, sarà particolarmente ricca di ostacoli.

The Post: il cast del film

The Post è il film che ha riunito per la prima volta tre dei più grandi nomi del cinema americano e mondiale. Si tratta del regista Spielberg e degli attori pluripremiati all’Oscar Meryl Streep e Tom Hanks. La Streep recita qui nei panni di Katharine Graham, interpretazione per la quale ha ottenuto un’ennesima nomination al prestigioso premio. Per dar vita a questa, l’attrice ha condotto numerose ricerche sulla vera Graham, cercando di riproporre la sua forza d’animo e di carattere in un contesto tanto maschile. Hanks è invece Ben Bradlee, personaggio con il quale dà vita alla sua quinta collaborazione con Spielberg. L’attore ebbe modo di conoscere il vero caporedattore del Post prima della scomparsa di questi, e si basò su quel ricordo per costruire il personaggio nei suoi modi di pensare e di fare.

Nel film sono poi presenti anche altri noti interpreti nei ruoli dei principali collaboratori del Washington Post che portarono alla luce i Pentagon Papers. Primo tra questi è Bob Odenkirk, nei panni di Benjamin Bagdikian, principale editore del Post. Michael Stuhlbarg, invece, è A. M. Rosenthal, giornalista del New York Times che aiuta i colleghi del Post nella loro ricerca. Matthew Rhys interpreta Daniel Ellsbergh, l’analista militare a cui si deve la fuga di notizie relativa ai Pentagon Papers. L’attore Bruce Greenwood dà invece vita al segretario della Difesa Robert McNamara, il quale fece raccogliere i dati contenuti nei preziosi documenti. L’attrice Allison Brie è invece presente nel ruolo di Lally Graham, la maggiore delle figlie di Katharine, mentre Sarah Paulson è Antoinette Bradlee, moglie di Ben.

The Post cast

The Post: la vera storia dietro al film

Mentre la guerra del Vietnam prosegue, dando vita ad una vera e propria carneficina umana, negli Stati Uniti la popolarità del presidente Nixon è ai minimi storici. Nel 1967 il segretario della Difesa commissiona uno studio su tale conflitto bellico, dimostrando l’inutilità dello spreco di risorse e di vite umane. Originariamente destinato al solo utilizzo interno, tale documento ribattezzato “Pentagon Papers” viene in realtà ad essere fotocopiato da uno dei componenti dello studio, Daniel Ellsbergh. Questi consegna così oltre 7 mila pagine al prestigioso New York Times. La sua intenzione è infatti quella di rivelare al mondo che la guerra che si sta combattendo non è altro che un gioco politico senza sbocco. Il 13 giugno del 1971, il noto giornale inizia così la pubblicazione, scatenando ondate di proteste.

Conseguentemente, anche il Washington Post entra in possesso di tali documenti, e con il consenso della direttrice Katharine Graham il caporedattore Ben Bradlee ha modo di iniziare la pubblicazione di questi, che avviene a partire dal 17 giugno. Portati in tribunale, i due giornali si vedono però infine assolti dalle accuse loro rivolte. La Corte suprema stabilisce infatti che la stampa “non è destinata a servire coloro che governano, bensì coloro che sono governati”. Ribadito dunque il principio fondamentale della libertà di stampa, i due giornali hanno modo di proseguire nella pubblicazione del documento. Da tale conquista, un anno dopo, prenderà il via il celebre scandalo Watergate, grazie alla rivelazione del quale nel 1974 si giungerà alle dimissioni del presidente Nixon.

The Post: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Post è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, e Tim Vision. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno mercoledì 17 agosto alle ore 23:40 sul canale Rai 3.

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood

The Post, recensione del film di Steven Spielberg

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The Post, recensione del film di Steven Spielberg

In un momento storico in cui, negli Stati Uniti, la battaglia dei sessi è a un punto critico e la libertà di stampa è minacciata dai vertici del governo, arriva in sala The Post, il trentesimo film di Steven Spielberg, mai più attuale di oggi.

la storia nascosta dietro alla pubblicazione dei Pentagon Papers

Il film racconta la storia nascosta dietro alla pubblicazione dei Pentagon Papers,  i Quaderni del Pentagono, avvenuta nel 1971 sul Washington Post. L’occultamento dei documenti top secret sulle strategie e i rapporti del governo degli Stati Uniti con il Vietnam tra gli anni quaranta e sessanta è la scintilla che innesca una battaglia tra il Post e la Casa Bianca, una guerra in nome della trasparenza e della libertà di stampa.

In particolare, il film racconta la battaglia del direttore del giornale, Ben Bradlee (Tom Hanks), e della proprietaria dello stesso, Kay Graham (Meryl Streep), che hanno unito le forze per rivendicare il loro dovere di dire la verità alla nazione, in quanto giornalisti e in quanto tali il loro diritto di parola e di stampa, in base al primo Emendamento.

The Post racconta anche la presa di coscienza di una donna che ha ereditato, in quanto donna non dal padre ma dal marito, la proprietà di un giornale e che accetta finalmente di tenerne le redini, con tutti i rischi che questa responsabilità comporta.

Steven Spielberg sceglie una storia che narra eventi che sono ormai storia (sono passati quarant’anni dai fatti) e la sviluppa con il tono di un thriller pur mantenendo uno stile del racconto piano e allo stesso tempo incalzante. Il film fa parte dello stesso filone di Tutti gli uomini del Presidente, ma si distanzia dall’opera di Alan J. Pakula che invece narrava i fatti del Watergate a pochi anni di distanza. Pakula non aveva quindi la lucidità che ha avuto Spielberg e il regista di Cincinnati sfrutta questa distanza temporale come un punto di forza.

Steven Spielberg a Milano, con Meryl Streep e Tom Hanks, per The Post: “La stampa libera è il guardiano della democrazia”

the postAll’interno della filmografia di Spielberg, The Post si colloca nella stessa casella di Lincoln e de Il Ponte delle Spie, in quanto ogni dilemma messo in campo si risolve poi nella scelta morale del personaggio chiamato in causa. È l’avvocato che si trova a difendere la presunta spia, il Presidente Lincoln che trova la sua strada non convenzionale per raggiungere il suo nobile scopo, Kay Graham che decide di rischiare tutto, la vita, il giornale, l’azienda e i suoi dipendenti, per fare ciò che è giusto: non solo rivendicare il diritto di dire la verità, ma il dovere, sopra ogni cosa, di farlo.

Spielberg racconta con le sue inquadrature dall’alto la Kay di Meryl Streep, riservandole un trattamento visivo che aveva già regalato al Daniel Day-Lewis in Lincoln e che sottolinea la statura morale del personaggio, appunto, in una situazione che renderebbe molto più “comoda” l’amoralità, la mancanza di voce e di presa di coscienza.

The Post punta il dito anche contro il giornalismo, quello che a suo modo ha offerto alla politica la mano dell’amicizia, chiudendo un occhio su come venivano raccontati proprio dalla stampa quei personaggi. L’integerrimo Bradlee amico della Casa Bianca e di JFK, la stessa signora Graham in rapporti di amicizia intima proprio con Robert McNamara (protagonista del magnifico The Fog of War, sullo stesso tema), entrambi gli eroi della storia sono stati “morbidi” con chi avrebbero dovuto raccontare con più onestà intellettuale.

eroi che hanno lottato per il dovere di parola

Il film, infine, è un’ode alle macchine da scrivere, all’inchiostro e alla pressa, ma anche al tempo per fare il buon giornalismo, al tempo necessario a trovare la notizia, a verificare le fonti, pur con l’ansia di dover arrivare primi, emozioni, regole e tempi che il giornalismo di oggi non conosce più. The Post racconta di come, in quell’epoca e in quell’occasione, arrivare secondi (i primi a pubblicare parte dei fascicoli furono i giornalisti del New York Times) permise alla redazione di Ben Bradlee di combattere con i giusti mezzi una battaglia contro lo stesso Presidente Nixon, che voleva imbavagliare i giornali e che di lì a poco avrebbe dovuto fronteggiare il Watergate, che portò alle sue dimissioni.

The Post racconta di eroi, di professionisti, di donne e uomini che hanno temuto e lottato non solo per il diritto, ma per il dovere di parola.

The Post è il film della critica per l’SNCCI

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The Post di Steven Spielberg distribuito dalla 01 Distribution – Rai Cinema Spa, candidato come Miglior Film e Miglior Attrice Protagonista (Meryl Streep) alla 90esima edizione dei premi Oscar, è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani SNCCI.

Di seguito la motivazione: “Steven Spielberg torna a ragionare sulle basi portanti del sistema statunitense, svelandone le falle e indicando le vie per una possibile reazione. Il confronto tra potere politico e potere mediatico volge lo sguardo agli anni Settanta per parlare anche dell’oggi, e lo fa attraverso uno stile classico e rigoroso, che utilizza l’ars retorica come etica della verità”.

Ambientato nel 1971, THE POST vede protagonisti Katharine Graham (Streep), prima donna alla guida del The Washington Post, e Ben Bradlee (Hanks), testardo direttore del suo giornale. L’indagine che intraprendono e il loro coraggio provocheranno la prima grande scossa nella storia dell’informazione con una fuga di notizie senza precedenti, svelando al mondo intero la massiccia copertura di segreti governativi riguardanti la Guerra in Vietnam durata per decenni (i “Pentagon Papers”).

Per la prima volta nella sua lunga carriera Steven Spielberg dirige in The Post  la coppia premio Oscar Meryl Streep e Tom Hanks, con una sceneggiatura scritta da Liz Hannah e Josh Singer. Nel cast anche Alison Brie, Carrie Coon, David Cross, Bruce Greenwood, Tracy Letts, Bob Odenkirk, Sarah Paulson, Jesse Plemons, Matthew Rhys, Michael Stuhlbarg, Bradley Whitford e Zach Woods. The Post , un’esclusiva per l’Italia LEONE FILM GROUP in collaborazione con RAI CINEMA, uscirà nelle sale italiane il 1 FEBBRAIO 2018 distribuito da  01 DISTRIBUTION.

The Possession: trama, cast e curiosità sul film horror

The Possession: trama, cast e curiosità sul film horror

Sin da quando con il film L’esorcista il tema delle possessioni demoniache ha acquistato ulteriore fascino, il mondo cinema si è più volte avvalso di storie di questo tipo, sino ad arrivare a celebri titoli come The Exorcism of Emily Rose, Il rito o The Prodigy – Il figlio del male. Tra i più recenti esemplari di questo genere si annovera anche The Possession, diretto dal regista danese Ole Bornedal e prodotto da Sam Raimi, maestro del genere e autore della trilogia de La casa. Per dar vita a questo nuovo film incentrato sulla presenza del demonio, i due hanno tratto ispirazione da un oggetto apparentemente innocuo.

Si tratta della scatola nota come Dibbuk, la quale secondo la mitologia ebrea sarebbe abitata da un dybbuk, ovvero dal fantasma malvagio di una persona morta. L’idea creativa di The Possession, dunque, nacque da un articolo del Los Angeles Times, pubblicato nel 2004, in cui si racconta di un uomo che aveva messo in vendita su eBay una scatola Dibbuk. Ben presto, però, il proprietario fu costretto a ritirare l’annuncio, poiché in molti gli scrissero supplicandolo di rimuovere l’immagine della scatola, la quale sembrava in grado di emanare sentimenti negativi. Che si tratti di una credenza popolare o meno, questa è diventata subito ottimo materiale per un film.

Durante la realizzazione di The Possession, però, diverse sono le cose inquietanti a cui la troupe dice di aver assistito, come un incendio che al termine delle riprese bruciò tutti gli oggetti di scena utilizzati. Gli stessi attori e autori si rifiutarono di avere sul set una vera scatola Dibbuk. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Possession: la trama del film

Protagonista del film è Clyde Brenek, allenatore di basket, il quale si trova a dover gestire la sua nuova condizione in seguito al divorzio da sua moglie Stephanie Brenek. Avendo due figlie, Emily e Hannah, gli ex coniugi cercano comunque di diversi il tempo con loro, evitando dunque che una delle due figure genitoriali possa venire meno nella loro vita. Nel tentativo di continuare a costruire un buon rapporto con le figlie, Clyde le invita a passare qualche giorno nella sua nuova casa. Passeggiando nei dintorni, i tre si imbattono in un folkloliristico mercatino delle pulci. Qui la piccola Emily viene attratta da un oggetto misterioso, una vecchia scatola ebraica con strane incisioni sopra.

Tornati a casa, padre e figlie tentano di aprire l’oggetto, senza però riuscirvi. Durante la notte, Emily viene inspiegabilmente attratta verso la scatola, dalla quale è convinta provengano alcuni rumori. Riuscita ora ad aprirla, la bambina non ha idea di quali forze maligne ha appena liberato, le quali avranno però bisogno di un corpo vivo per manifestarsi. Ben presto, gli strani comportamenti di Emily attireranno l’attenzione di molti e Clyde si troverà costretto a prendere decisioni inaspettate. Nel pieno di una vera e propria guerra tra bene e male, liberare sua figlia da antichi demoni diverrà una questione di vita o morte.

The Possession cast

The Possession: il cast del film

Ad interpretare il ruolo di Clyde Brenek vi è l’attore Jeffrey Dean Morgan. Questi è noto in particolare per aver dato vita a Il Comico nel film Watchmen ed al villain Negan nella serie The Walking Dead. L’attore ha raccontato di come svolgendo ricerche sulle scatole Dibbuk abbia iniziato a sviluppare un vero e proprio timore per tale oggetto, esprimendo il desiderio di non vederne mai una vera dal vivo. Morgan ha inoltre affermato di aver accettato la parte dopo aver visto il provino dell’attrice Nathasha Calis, che interpreta la figlia Emily. Colpito dal talento di questa ha dunque voluto assolutamente recitare con lei. La Calis era qui al suo primo importante ruolo cinematografico.

Accanto a loro, nei panni di Stephanie Brenek, vi è invece l’attrice Kyra Sedgwick, principalmente nota per le serie The Closer e Broklyn Nine-Nine. L’attrice Madison Davenport, vista anche nel film Noah e nella serie Dal tramonto all’alba, è presente qui nei panni dell’altra figlia del protagonista, Hannah. Grat Show, celebre per i suoi ruoli televisivi in serie come Melrose Place e Dynasty, interpreta Brett, il nuovo compagno di Stephanie. Infine, nei panni di Tzadok, personaggio di religione ebraica che spiegherà a Clyde il maleficio del dybbuk, vi è Matisyahu, qui al suo primo ruolo cinematografico. Questi è infatti principalmente attivo come rapper e musicista che basa molte delle sue canzoni sulla cultura ebraica.

The Possession: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Possession è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten Tv, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 19 marzo alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

The Possession: recensione del film di Ole Bornedal

The Possession: recensione del film di Ole Bornedal

E’ il danese Ole Bornedal a condurre le danze di The Possession, nuova opera horror prodotta da Sam Raimi. The Possession – Titolo agghiacciante e trama ispirata ad una storia vera, al contrario di come dovrebbe essere, questo film alleggerisce i contenuti e riesce addirittura a regalare qualche sorriso e la parvenza di un’opera dai tratti solamente un po’ più animati. Clyde, interpretato da Jeffrey Dean Morgan, si è appena trasferito in una nuova abitazione a seguito del divorzio con Stephanie Brenek (Kyra Sedgwick). Di tanto in tanto porta con se le sue bambine, per trascorrere assieme i weekend nella nuova abitazione. In un mercato dell’usato, Em, la più piccola, trova una scatola di legno, curiosamente intagliata con simboli di una lingua strana.

Sarà la scatola a dominare l’intero film, a fare da protagonista e a determinarne l’intero plot della storia. Non si tratta di un semplice soprammobile ma di una scatola Dibbuk, un contenitore di spiriti maligni, utilizzata nella tradizione ebraica per intrappolare il male ed evitare che si propaghi tra le persone.

The Possession, il film

The Possession

L’idea creativa di The Possession, si narra, nacque da un articolo del Los Angeles Times, pubblicato nel 2004, in cui un uomo mise in vendita su ebay una scatola Dibbuk. Molte furono le reazioni che seguirono questa diffusione di notizia su internet, e tanti supplicarono il proprietario di eliminare l’immagine e quindi l’annuncio perché fonte di sentimenti e stati d’animo negativi. Sam Raimi affascinato da questa storia, che suscita nell’uomo il terrore per l’ignoto e l’assenza di difese dagli esseri soprannaturali, decise di trasformarla in un film e di sconvolgere la quotidianità di una famiglia americana con eventi inspiegabili.

Animali strani che invadono gli spazi domestici, voci rauche che perseguitano i personaggi, caduta di capelli, forze soprannaturali che combattono l’istinto umano sono i primi indizi che regalano agli spettatori piccoli fremiti di paura. Eppure il film nel suo complesso sembrerebbe quasi il racconto di una storia drammatica, in cui il sarcasmo e la simpatia di Jeffrey Dean Morgan interrompono scene di monotonia e disagio familiare. Il soprannaturale si inserisce nelle vicissitudini domestiche senza però lasciare una traccia fonda e perturbante.

La bambina che dà segni di follia e si tramuta in un essere inspiegabile, il cui spirito si diverte ad assaggiare le forme di più personaggi, non eccita ma sconvolge il pubblico e regala quasi una lezione di folklore popolare e religioso. Una cornice curata a dovere fatta di inquadrature introspettive ed effetti sonori ad hoc contribuiscono ad accrescere la suspense e motivare il pubblico a slegarsi dalla razionalità. Più intimoriti dalle storie reali e dall’oggetto vero, sembra quasi che i produttori si siano mantenuti cauti nello sbilanciamento esoterico della trama, regalando un film dotato di un incipit raccapricciante e un seguito, forse, solamente piacevole.

 

The Possession: poster e sinossi ufficiale

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The Possession: poster e sinossi ufficiale

La Lionsgate ha rilasciato un poster e la sinossi ufficiale dell’horror The Possession, diretto dal danese Ole Bornedal.  Nel cast, Jeffrey Dean Morgan

The Possession – Trailer Italiano

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Ecco il trailer italiano di The Possession, prodotto dal maestro dell’horror Sam Raimi e firmato dal leggendario regista danese Ole Bornedal

The Portable Door: recensione del film con Christoph Waltz e Sam Neill

Il fantasy è uno dei più affascinanti generi cinematografici, ma anche uno di quelli più difficili da produrre. Prendiamo, ad esempio, il franchise di Harry Potter, che in questo discorso ritornerà a più riprese. Harry Potter è, nell’immaginario collettivo, una delle saghe più magiche e travolgenti realizzate, merito soprattutto della sua solida struttura narrativa e di una storia accattivante, riuscita a diventare sogno di intere generazioni. Quanti, ancora oggi, desiderano ricevere una convocazione a Hogwarts?

Esiste perciò un prima e un dopo Harry Potter (o anche Il Signore degli Anelli), come esiste un prima e un dopo Star Wars nello sci-fi, entrambi capaci di aver saputo dare nuova vita ai generi, forti sia della storia formativa interna che dell’amore del pubblico. È dunque normale che alcuni successivi film ne abbiano seguito la scia, riproponendo universi simili, prendendone a volte spunto, altre volte purtroppo emulandoli un po’ troppo.

Ed è così che arriviamo a The Portable Door, adattamento della serie fantasy in sette libri di Tom Holt. Diretto da Jeffrey Walker, il film è una produzione interamente australiana e vanta un cast di nomi altisonanti, fra cui spiccano il due volte premio Oscar Christoph Waltz nei panni del villain e Sam Neill, il celebre Alan Grant di Jurassic Park, come suo braccio destro.

The Portable Door, la trama

Con The Portable Door facciamo la conoscenza della J.W. Wells & Co., un’azienda che si occupa di far accadere coincidenze fra le persone e influenzarle a seguire una certa strada nella vita, a fin di bene. O almeno così sembra. Ne sono a capo Humphrey Wells (Christoph Waltz), amministratore delegato dell’azienda, e il manager Dennis Tanner (Sam Neill), i quali un giorno assumono come stagisti Paul Carpenter (Patrick Gibson) e Sophie Pettingel (Sophie Wilde).

A Paul, vero protagonista della storia, verrà affidato il segreto compito di andare alla ricerca di una “porta portatile” che si nasconde all’interno della struttura. In realtà, il reale obiettivo di Wells, colui che gli ha affidato l’incarico, è impossessarsi delle anime delle persone al fine di poter stravolgere nel mondo reale le loro influenze e decisioni. In questo modo, manipolandole, potrà ricavarne un guadagno e, dall’altra parte, loro non se ne accorgeranno mai. La missione di Paul, naturalmente, diventerà fermarlo prima che sia troppo tardi.

Il problema sta alla base

Come accennato in apertura, le storie fantasy possono avere un loro successo solo se, alla base, c’è una forte visione artistica associata a una specifica idea narrativa, in grado di forgiare nuove storie in nuove forme. Perché se un certo mondo magico funziona, assicurando a livello di incassi (conta anche questo) una buona cifra, è giusto appropriarsene per rimodellarci sopra un racconto che risulti poi inedito. È lì che entra in gioco la bravura di un regista, ma anche quella di uno sceneggiatore. Ecco quindi il primo, grande, problema di The Portable Door. Non solo la storia è inserita in un universo di maghi e goblin a Londra, ma riprende anche tutte le più peculiari caratteristiche potteriane.

Il protagonista, un orfano e impacciato Paul, scopre di essere il prescelto per distruggere il mago Humphrey Wells, che vuole impossessarsi delle anime delle persone per poterle manovrare. La sua vita cambia quando nel suo appartamentino un po’ logoro arriva una lettera (altra somiglianza) dall’azienda J.W. Wells & Co., dentro la quale gli verrà assegnato il compito di cercare una porta portatile, la quale altro non sarà che una sorta di polvere volante. Con la differenza che, in questo caso, il luogo in cui ci si vuole recare va solo pensato, non scandito a parole.

La porta in questione altro non risulterà che un McGuffin, seppur il titolo stesso del film faccia pensare a una sua importante rilevanza nella trama. L’universo plasmato da Walker risulta perciò troppo derivativo e scialbo, con una narrazione che va sfaldandosi subito dopo il primo atto, arrivando a chiedersi quanto ancora ci vorrà prima che si giunga al climax finale, al quale finalmente seguiranno i titoli di coda. The Portable Door, al netto di una composizione visiva discreta e semplice e una scrittura che brilla di più solo nelle battute da humor inglese pronunciate dal personaggio di Sam Neill, si è edificato su una base troppo fragile e tremolante per poter essere coinvolgente.

E qualche scenografia ben fatta, un dosato (quasi scarso) uso del VFX (per fortuna hanno capito che non c’era bisogno di strafare o sarebbero peggiorate le cose), e un’interpretazione sempre magistrale di Christoph Waltz nei panni del cattivo (ruolo che gli calza fin troppo bene), non bastano dunque a rendere il film meno scarico e sottotono di quanto già non fosse in partenza.

Siamo nelle mani dei poteri forti?

The Portable Door aveva l’occasione, data l’inefficienza a livello strutturale, di poter lavorare bene almeno sul versante del contenuto. Opportunità mancata anche sotto questo aspetto, un po’ come accaduto al film Netflix L’accademia del Bene e del Male uscito in piattaforma qualche mese fa. È chiaro che il sottotesto di cui la pellicola si fa carico nasconde al suo interno una nota politica molto attuale quanto estremamente importante. Riguarda la nostra società, ma in particolare quella americana, intesa come popolo manipolato dai poteri forti.

Un seguire un american dream creduto come un desiderio sentito e comune, ma in realtà frutto di una illusione ottenuta grazie a particolari operazioni di persuasione, al fine di avere un cittadino ligio al dovere. Una tematica che però è un peccato non emerga a dovere, e che viene appena esplorata, per non dire accennata, solo nel finale. C’era tanta carne al fuoco, molto potenziale che poteva rendere The Portable Door un film di qualità, per poter pensare poi eventualmente ad un futura saga che, se questi sono i presupposti, rischia però di fallire.

The Pool: la spiegazione del finale del film

The Pool: la spiegazione del finale del film

Il film thailandese del 2018 The Pool diretto da Ping Lumpraploeng, rappresenta un’interessante incursione del cinema nazionale nel genere del survival thriller, un filone non particolarmente frequentato nella cinematografia del Paese. A differenza della tradizionale produzione thailandese, spesso legata al dramma, all’horror o al cinema d’azione, questo lungometraggio si distingue per la sua capacità di raccontare una vicenda semplice e claustrofobica in uno scenario ridotto all’osso: una piscina abbandonata. Il film, pur con un budget contenuto, riesce a mantenere alta la tensione, dimostrando la volontà di sperimentare con il genere e di proporre un racconto universale, capace di parlare anche al pubblico internazionale.

Ciò che rende The Pool particolarmente curioso è il suo minimalismo: due soli protagonisti, un unico ambiente e un alligatore come minaccia letale. L’abilità del regista sta nel trasformare una situazione apparentemente banale – un uomo e la sua fidanzata intrappolati sul fondo di una piscina svuotata – in un incubo adrenalinico. Questa scelta lo avvicina a opere come Buried – Sepolto (2010) con Ryan Reynolds, incentrato su un uomo sepolto vivo, o 127 ore (2010) di Danny Boyle, dove la sopravvivenza è legata alla resistenza psicologica e alla determinazione del protagonista.

A tutto ciò, tuttavia, il film thailandese ci aggiunge un tocco esotico e una critica sottile al disinteresse umano verso il pericolo imminente. Nel corso dell’articolo ci soffermeremo a spiegare il finale di The Pool, chiarendo come la conclusione del film si colleghi ai suoi temi portanti: l’istinto di sopravvivenza, la solitudine e le conseguenze delle scelte impulsive. Analizzeremo i colpi di scena che caratterizzano il terzo atto e il significato simbolico della battaglia contro l’alligatore, che va oltre la mera lotta fisica. Un finale che, come vedremo, completa un viaggio drammatico capace di catturare e sorprendere lo spettatore fino all’ultimo istante.

Theeradej Wongpuapan e Ratnamon Ratchiratham in The Pool
Theeradej Wongpuapan e Ratnamon Ratchiratham in The Pool

La trama di The Pool

Protagonisti del film sono Day (Theeradej Wongpuapan) e la sua fidanzata Koi (Ratnamon Ratchiratham). Lui è un art director frustrato che deve seguire le riprese di uno spot pubblicitario ambientato in una piscina. Terminate le riprese, a Day viene dato l’incarico di pulire e svuotare la vasca, ma prima decide di rilassarsi su un materassino gonfiabile in acqua. Tuttavia, egli si addormenta e al suo risveglio si accorge che la piscina si è in parte svuotata e che l’abbassamento del livello dell’acqua rende difficilissimo raggiungere il bordo per uscirne.

Quando arriva la sua fidanzata, ignara dell’accaduto, si tuffa per raggiungerlo ma sbatte la testa candendo nella piscina priva di sensi. Ora i due sono bloccati là dentro e a peggiorare la situazione già complicata, Day si accorge di essere rimasto senza la sua insulina. A quel punto non resta altro che chiamare i soccorsi, ma l’unico che li sentirà è un feroce coccodrillo che si trova ora è nella piscina insieme a loro. Day e Koi dovranno dunque trovare un modo di salvarsi sfuggendo al predatore, pur sapendo di non avere vie chiare di fuga.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di The Pool la tensione raggiunge l’apice mentre Day, ormai stremato fisicamente e psicologicamente, affronta l’alligatore che ha trasformato la piscina nel suo territorio di caccia. La situazione diventa sempre più disperata: Koi, la fidanzata incinta, è gravemente ferita e incosciente, mentre l’animale si mostra sempre più aggressivo. Day tenta ripetutamente di sfuggire alla trappola mortale, provando ad arrampicarsi sulle pareti scivolose della piscina o a usare ciò che ha a disposizione – una catena, un tubo – per contrastare l’animale e proteggere la compagna. Le speranze sembrano spegnersi quando l’alligatore riesce a colpire Day, ferendolo gravemente, e le ultime risorse dell’uomo paiono esaurirsi.

Theeradej Wongpuapan in The Pool
Theeradej Wongpuapan in The Pool

Tuttavia, in un estremo atto di coraggio e determinazione, Day riesce a sfruttare un momento di distrazione dell’alligatore per tendergli un’ultima trappola. Con un ingegnoso espediente, riesce a intrappolare la bestia, uccidendola con un bastone di ferro. Poi riesce a uscire dalla piscina quando Lucky, il cane rimasto per tutto il tempo a bordo piscina, si tuffa per andare dal suo padrone ma, essendo legato al guinzaglio, rimane impiccato. In quell’orrore, il ragazzo riesce però a trovare occasione di salvezza, aaggrappandosi all’animale senza vita e a estrarre poi Koi. La ragazza appare senza vita ma dopo alcuni disperati tentativi di rianimazione si riprende e i due si abbracciano.

La conclusione del film riflette dunque i temi principali che lo attraversano: l’istinto di sopravvivenza e la capacità dell’essere umano di lottare contro ogni probabilità pur di proteggere chi ama. La piscina, simbolo inizialmente di svago e rilassamento, si trasforma in una prigione letale, metafora di come circostanze apparentemente innocue possano celare pericoli insospettabili. L’alligatore stesso diventa incarnazione delle paure più profonde e della natura imprevedibile del destino, contro cui l’uomo può opporre solo la propria intelligenza e resilienza.

Oltre alla superficie del survival thriller, The Pool può essere letto come un’allegoria della solitudine e dell’abbandono. La piscina svuotata rappresenta il vuoto esistenziale in cui può trovarsi l’individuo quando privato del sostegno altrui. Day, costretto a cavarsela da solo contro un pericolo insormontabile, incarna la lotta contro i propri demoni interiori e le conseguenze delle proprie scelte sconsiderate. Il finale suggerisce che la vera vittoria non risiede solo nella sopravvivenza fisica, ma nella capacità di riconoscere le proprie responsabilità e superare le proprie fragilità interiori.

The Policeman: il nuovo film di Vincent Gallo è finito sotto indagine

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Secondo Rolling Stone, il nuovo film di Vincent Gallo, The Policeman, è attualmente oggetto di indagine da parte della SAG-AFTRA dopo che Gallo avrebbe fatto commenti sessuali inappropriati agli attori durante il processo di audizione.

Secondo una nuova notizia confermata dalla SAG-AFTRA tramite Variety, il film è sotto inchiesta per il processo di audizione, in cui tre attrici hanno presentato una denuncia formale al sindacato degli attori dopo aver affermato che Vincent Gallo è stato inappropriato con loro.

Siamo a conoscenza di queste lamentele e stiamo indagando“, ha dichiarato la SAG-AFTRA in un comunicato. “Ci siamo ampiamente impegnati con la produzione in merito alle denunce e, sebbene le riprese siano terminate, continuiamo a monitorare e indagare. Ribadiamo inoltre il nostro impegno a garantire un ambiente sicuro e rispettoso sul set“.

Vincent Gallo ha fatto commenti sessualmente osceni e inappropriati durante le audizioni
Le denunce sostengono che Vincent Gallo abbia fatto commenti osceni alle tre donne che stavano leggendo le scene per i ruoli delle vittime del serial killer di Golden State Joseph James DeAngelo (che Gallo interpreta nel film) durante il processo di audizione nel novembre 2023.

Un’attrice ha dichiarato che Vincent Gallo le ha detto che “se ti dico di succhiarmi il cazzo o ti uccido, voglio che tu, tu persona, non tu personaggio, non tu attore, ma tu, creda veramente che morirai se non fai come dico io. E proprio come faresti nella vita reale, se questo ti accadesse, voglio che tu faccia tutte le azioni necessarie per farlo. Non mi succhierai davvero il cazzo, ma non hai il potere, io ho tutto il potere. Tu non hai alcun controllo, io ho il controllo totale“.

Un’altra attrice ha affermato che Gallo ha fatto commenti simili, dicendo che avrebbe potuto chiederle di compiere atti sessuali sullo schermo e che l’attrice, come una vittima nella vita reale, non avrebbe avuto scelta. “Potrei chiederti di spogliarti in qualsiasi momento e ho bisogno di un’attrice che lo faccia, perché è quello che la vittima avrebbe fatto per rimanere viva“, avrebbe detto Gallo a una delle attricie, secondo la denuncia.

The police story 2013, nuovo trailer

The police story 2013, nuovo trailer

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Il primo trailer di The Police Story 2013 è stato rilasciato online. Il film sarà diretto da Shen Ding, già regista di Little Big Soldier, e vedrà protagonista Jackie Chan.

La storia racconterà le vicende di un agente cinese dell’Interpol, interpretato da Jackie Chan. Il protagonista verrà incaricato di indagare su un rapimento. Non mancheranno,ovviamente, auto distrutte e pugni nel pieno stile dell’attore di Hong Kong.

Ecco il trailer di The Police Story 2013:

The Pogmentary: la recensione della serie documentario su Paul Pogba

Il sodalizio tra il calcio e il cinema ha di recente visto approdare sul grande schermo importanti successi come il documentario Mi chiamo Francesco Totti e Zlatan, permettendo così ai fan dei calciatori oggetto di queste opere di scoprire di più dei loro beniamini, conoscendone sogni, paure e rimpianti. Un’operazione molto simile, ma in forma di serie televisiva, ha ora per protagonista Paul Pogba, il centrocampista del Manchester United nonché uno dei calciatori più talentuosi della sua generazione. A lui sono dedicati i cinque episodi di The Pogmentary, una crasi tra Pogba e documentary che sottolinea l’influenza che possiede oggi il calciatore.

Disponibile su Prime Video dal 17 giugno, la serie ha molto in comune con il documentario dedicato a Totti. Entrambi i giocatori protagonisti di queste due opere guardano al proprio passato ricco di successi e tanta dedizione, ripercorrendo le tappe più importanti del loro percorso. Se nel suo documentario Totti viene però immortalato nel momento in cui la sua carriera calcistica finiva, per Pogba quel momento sembra ancora lontano. Nella serie, infatti, il giocatore è sì ad un nuovo vincolo, ma la scelta non è se continuare o meno, bensì con chi continuare. Una decisione, come dice lo stesso calciatore nel corso del primo episodio, da prendere con estrema attenzione.

L’uomo dietro il calciatore

Cinque episodi per una scelta cruciale. Si potrebbe sintetizzare così The Pogmentary, una serie che potrebbe deludere chi si aspetta un prodotto prevalentemente incentrato sull’attività calcistica di Pogba. Benché questa sia ovviamente presente, almeno nei suoi momenti più importanti, come la vittoria ai mondiali del 2018, il cuore del racconto si trova altrove. Da una parte si segue il Pogba padre di famiglia, ripreso in compagnia dei figli e della moglie. “Un giorno cesserò di essere un calciatore, – afferma nella serie – ma sarò per sempre un padre. Emergono dunque da qui gli aspetti più umani del centrocampista, il quale fuori dal campo di gioco conduce una vita il più “normale” possibile.

Dall’altro lato, la serie si concentra sui confronti con il suo manager in merito alle scelte da compiere sul suo futuro calcistico. Pogba ha oggi 29 anni e molto ancora da poter compiere come calciatore. Per chi muore dalla voglia di sapere se egli firmerà nuovamente con il Manchester United o se tornerà nuovamente alla Juventus, di cui ha fatto parte dal 2012 al 2016, allora questa può configurarsi come la serie che svela i retroscena di quella scelta. In generale, dunque, l’obiettivo sembra quello di far conoscere Pogba come uomo, piuttosto che come calciatore. Un aspetto di lui che probabilmente gli appassionati conoscono già molto bene.

Pogba tra documentario e animazione

Alla luce di questi due macro aspetti della serie, nel corso degli episodi si ritrovano interviste alle principali personalità intorno a Pogba, dal suo avvocato Rafaela Pimenta al suo agente, il celebre Mino Raiola. Attraverso le loro parole si può conoscere dunque in modo più approfondito e da punti di vista diversi ciò che c’è da sapere sul calciatore. Una parte importante della serie è però dedicata anche al passato di Pogba, al suo aver lasciato la famiglia in Francia per inseguire i suoi sogni in Inghilterra, intraprendendo il suo percorso di formazione. Tutta questa parte ci viene raccontata attraverso l’uso di animazioni, che sono probabilmente l’elemento che arricchisce la serie di una propria unicità.

Vive dunque di tutti questi elementi combinati insieme The Pogmentary, un prodotto probabilmente non emozionante come lo era il documentario su Francesco Totti (anche se è giusto dire che in quel caso subentravano diverse dinamiche, dall’affetto alla malinconia per il suo ritiro), ma ugualmente valido per fornire il ritratto di uno dei talenti del calcio contemporaneo. Probabilmente la serie troverà maggiori apprezzamenti presso un pubblico di appassionati di questo sport, ma per le modalità del racconto, le tecniche impiegate e le intenzioni espresse, The Pogmentary potrebbe suscitare anche l’interesse di spettatori meno avvezzi a tale sport.

The Plane: trailer del film con Gerard Butler al cinema dal 26 gennaio 2023

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Gerard Butler torna al cinema nell’adrenalinico action movie The Plane, questa volta nei panni di un coraggioso pilota che per salvare i suoi passeggeri da una violenta tempesta, effettua un rischioso atterraggio d’emergenza su una remota isola delle Filippine. I superstiti dovranno però affrontare una nuova minaccia: degli spregiudicati guerriglieri indipendentisti che vivono in quelle terre.

Il gruppo viene infatti rapito e sarà compito del comandante Brodie Torrance proteggere i sopravvissuti presi in ostaggio e portarli in salvo. Ad affiancarlo in questa missione impossibile, troverà un ex Marine (Mike Colter, il celebre ‘Luke Cage’ dell’Universo Marvel) in arresto che era a bordo dell’aereo scortato dall’FBI. A dirigerli, il regista francese Jean-François Richet, Premio César per il dittico con protagonista Vincent Cassel, Nemico pubblico N. 1 – L’istinto di morte e Nemico pubblico N. 1 – L’ora della fuga. Nel cast anche Daniella Pineda (Jurassic World – Il dominio), Yoson An (Mulan) e Tony Goldwyn (DivergentScandal). The Plane arriverà nelle sale italiane a partire dal 26 gennaio 2023 distribuito da Lucky Red e Universal Pictures International Italy.

La trama del film

Durante una violenta tempesta, il comandante Brodie Torrance (Gerard Butler) salva i suoi passeggeri con un atterraggio di emergenza. L’aereo plana però su un’isola devastata dalla guerra e per il gruppo, preso in ostaggio da pericolosi ribelli, è l’inizio di un vero e proprio incubo. L’unica persona su cui Torrance potrà contare è Louis Gaspare (Mike Colter), un uomo accusato di omicidio che l’FBI stava trasportando sul suo volo. Riuscirà il nostro capitano a portare in salvo i passeggeri e fuggire dall’isola?

The Plane: in prima tv su Sky il film con Gerard Butler

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The Plane: in prima tv su Sky il film con Gerard Butler

Arriva in prima tv su Sky The Plane, adrenalinico film d’azione con protagonista Gerard Butler nei panni di un comandante di volo che deve effettuare un atterraggio di emergenza in uno dei luoghi più pericolosi della Terra, lunedì 17 luglioalle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Collection – Gerard Butler Mania), in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand, anche in 4K.

Nel film con Butler, che interpreta Brodie Torrance, anche Mike Colter, nel ruolo di Louis Gaspare, inaspettato alleato del pilota. La regia è di Jean-François Richet, mentre la sceneggiatura è di Charles Cumming e J.P. Davis.

La trama di The Plane

Durante una violenta tempesta, il comandante Brodie Torrance (Gerard Butler) salva i suoi passeggeri con un atterraggio di emergenza. L’aereo plana però su un’isola devastata dalla guerra e per il gruppo, preso in ostaggio da pericolosi ribelli, è l’inizio di un vero e proprio incubo. L’unica persona su cui Torrance potrà contare è Louis Gaspare (Mike Colter), un uomo accusato di omicidio che l’FBI stava trasportando sul suo volo. Riuscirà il nostro capitano a portare in salvo i passeggeri e fuggire dall’isola?

In occasione di questa prima tv da lunedì 17 a domenica 23 luglio SKY CINEMA COLLECTION – GERARD BUTLER MANIA(canale 303) accende i riflettori sull’iconico attore, con una programmazione dedicata alla sua filmografia.

Tra i tredici titoli previsti: il primo e il terzo capitolo della saga action in cui Butler è un agente della CIA, ATTACCO AL POTERE – OLYMPUS HAS FALLEN e ATTACCO AL POTERE 3, entrambi con Morgan Freeman; il film con Frank Grillo e Alexis LouderCOPSHOP – SCONTRO A FUOCO in cui si innesca una battaglia tra un killer, un astuto truffatore e una poliziotta alle prime armi; NELLA TANA DEI LUPI dove una squadra speciale del dipartimento di polizia viene incaricata di sgominare una banda di rapinatori; il suggestivo thriller tratto da una storia vera THE VANISHING – IL MISTERO DEL FARO, con Peter Mullan; l’action-fantasy di Alex Proyas GODS OF EGYPT con Nikolaj Coster-Waldau, le scatenate commedie romantiche LA DURA VERITÀ con Katherine Heigl e IL CACCIATORE DI EX con Jennifer Aniston.

The Plane, la recensione del film con Gerard Butler

The Plane, la recensione del film con Gerard Butler

Jean-Francois Richet torna sul grande schermo con un action movie, The Plane, dopo L’imperatore di Parigi, pellicola whodonuit prodotta nell’oramai lontano 2018. A fare da sfondo a questa nuova avventura, con un sempre più gagliardo Gerard Butler nel ruolo del protagonista Brodie Torrance, un’isola delle Filippine piena di minacce e pericoli.

Il viaggio dell’eroe, di cui parla Christopher Vogler nel suo scritto, Richet vuole seguirlo alla lettera, impregnando il film di antagonisti, ostacoli insormontabili (ma non per Brodie) e fanciulle/fanciulli da trarre in salvo. Seppur con un risultato che lascia a desiderare, The Plane si aggiudica il posto nella programmazione in sala dal 26 gennaio, distribuito da Lucky Red e Universal Pictures.

The Plane, la trama

Durante una violenta tempesta, il comandante Brodie Torrance (Gerard Butler) salva i suoi passeggeri con un atterraggio di emergenza. L’aereo plana però su un’isola devastata dalla guerra e per il gruppo, preso in ostaggio da pericolosi ribelli, è l’inizio di un vero e proprio incubo. L’unica persona su cui Torrance potrà contare è Louis Gaspare (Mike Colter), un uomo accusato di omicidio che l’FBI stava trasportando sul suo volo. Riuscirà il nostro capitano a portare in salvo i passeggeri e fuggire dall’isola?

Un action movie troppo frenetico

Nelle programmazioni al cinema, spesso accanto ai titoli delle grandi produzioni, compaiono i così detti b-movies, prodotti che fungono da filler fra le opere di maggior rilievo volti a intrattenere in maniera meno impegnativa gli spettatori. È il caso di The Plane, che riesce a posizionarsi nella categoria di film da fruire proprio quando le sale sono carenti di novità oppure il titolo in auge ha spuntato la check-list di quelli da vedere.

Una pellicola che, proprio per il contenuto di cui si fa carico, non aspira a raggiungere alte vette né tantomeno a sfondare al botteghino. L’opera del regista francese, conosciuto soprattutto per il suo Nemico Pubblico N.1, sembra all’apparenza – considerato il nome scelto – un survival movie, eppure a metà del primo atto la trama vira al solito e classico action movie, anche un po’ vintage nell’aspetto.

Non c’è da sorprendersi se questo cambio di registro faccia alzare subito un sopracciglio. I primi minuti del film ingannano parecchio: le sequenze iniziali, il cui caos all’interno dell’aereo è mostrato attraverso una traballante cinepresa a mano, gettano le basi per una storia in cui la cifra dominante dovrebbe essere la sopravvivenza – o meno – dei passeggeri all’ammaraggio di emergenza. Poi però The Plane, senza una logica coerente, cambia completamente il suo tono, e il thriller si impregna di sequenze frastornanti in cui sono gli scontri corpo a corpo, il rumore delle mitragliatrici e gli spari di fucili e pistole a possedere lo schermo.

Disturbano le progressioni affrettate, un ritmo che mira ad essere incalzante per fagocitare lo spettatore ma che si perde nella sua stessa frenesia, facendo scemare lentamente la suspense creatasi nei primi frame. È pur vero che negli action movie ad essere in pole position sono gli scontri, il fuoco, il disordine e la lotta, con i personaggi che di conseguenza rimangono nell’ombra, ma qui il problema si riscontra proprio nella mancanza di un aggancio sensato fra una scena e l’altra, con una nota di demerito alla sceneggiatura che non decolla, proprio come l’aereo.

Torrance, l’eroe di cui non avevamo bisogno

In The Plane a vestire i panni dell’eroe è Gerard Butler, la cui immagine subito ci riporta al suo impeccabile Re Leonida in 300. L’attore, complice il suo fisico possente e il suo fascino magnetico, si incastra bene nel suo personaggio, e ancora una volta ha l’opportunità di mostrare bicipiti scolpiti e coraggio da leoni. Il Capitano Brodie Torrance appare come il prode cavaliere con il compito di salvare il villaggio dall’attacco nemico, in questo caso dai separatisti e dalle milizie dell’isola in cui sono atterrati. Ma le sue gesta sono quasi surreali e le difficoltà consecutive in cui si imbatte appaiono più come gli ostacoli di un videogioco d’azione, incastrati con forza all’interno della struttura narrativa solo per poter trascinare il racconto.

In conclusione The Plane tenta di risolversi nel terzo atto con un climax sbrigativo ma d’effetto, e nel quale sembra fluire tutto il senso del film. Torrance risalito a bordo dell’aereo, con il suo piano folle e pericoloso, sfida le leggi della fisica e dell’ingegneria meccanica per portare il suo equipaggio verso una destinazione più sicura. Viene da domandarsi, a questo punto, se il titolo non volesse giocare con la sua natura polisemica. The Plane voleva attirare l’attenzione sull’aereo o era inteso come Il piano? Arrivati alla fine, tutto potrebbe essere.

The Place: teaser trailer ufficiale del nuovo film di Paolo Genovese

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Guarda il teaser trailer di The place con Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Sabrina FerilliVinicio Marchioni, Silvia D’Amico, Giulia Lazzarini, Vittoria Puccini, Alba Rohrwacher, Rocco Papaleo, Alessandro Borghi e Silvio Muccino.

The place, la trama

Un misterioso uomo siede sempre allo stesso tavolo di un ristorante, pronto a esaudire i più grandi desideri di otto visitatori, in cambio di compiti da svolgere. Quanto saranno disposti a spingersi oltre i protagonisti per realizzare i loro desideri?

La pellicola una produzione Medusa Film realizzata da Lotus Production, una società di Leone Film Group. 
 
The place sarà distribuito da Medusa Film e arriverà al cinema dal 9 Novembre 2017.

The Place: recensione del film di Paolo Genovese #RomaFF12

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The Place: recensione del film di Paolo Genovese #RomaFF12

Dopo il successo travolgente di Perfetti Sconosciuti, Paolo Genovese torna a lavorare con un importante cast, tanti personaggi e altrettante storie, con un solo filo conduttore: cosa saresti disposto a fare per ottenere ciò che vuoi?

Partendo da The Booth at the End, serie americana prodotta da FX di Christopher Kubasik, Genovese racconta di “lui”, un uomo misterioso, sempre seduto, giorno e notte, al tavolo di un locale, mangia e scrive su un’agenda consumata dal tempo. Pagine fitte. E incontra persone che cerca di aiutare. Questi (perfetti) sconosciuti vanno da lui in cerca di aiuto, portando con sé il loro più grande desiderio e sentendosi dire in cambio cosa è richiesto che loro facciano per vederlo realizzato.

L’insondabile oscurità dell’animo umano in tutte le sue forme prende vita di fronte a questo misterioso personaggio, un Valerio Mastandrea laconico, misurato, annoiato, di fronte alla processione di questuanti che gli rinfacciano le loro stesse brutture. La regia di Genovese si concentra completamente sul luogo in cui è seduto il protagonista, un uomo di cui però non sappiamo niente. Si tratta di un interlocutore, una specie di coscienza esterna di fronte a cui tutti i suoi “clienti” si confrontano con se stessi. Le storie di ognuno dei personaggi, dal poliziotti Giallini, alla moglie trascurata Puccini, fino al cieco Borghi, trovano il modo di intrecciarsi, realizzando un quadro composito e ricco, che però si sviluppa fuori dal locale, dove il film (e il suo protagonista) è confinato. Storie che riusciamo a scoprire solo attraverso i racconti di chi le vive, esattamente come il personaggio di Mastandrea.

The Place: indefinito, annoiato, fermo.

Pur mantenendo un’indole profondamente misteriosa, un fascino che deriva da ciò che non conosciamo e che non si dice del protagonista, The Place si rivela un prodotto alquanto pigro nella realizzazione. Anche se l’argomento e l’impianto narrativo così sospeso possono far pensare (e forse è così) a un progetto insolito e coraggioso, sollevando gli occhi oltre i confini nazionali, verso la fonte di ispirazione del film, ci si accorge che in realtà Genovese ha riproposto una formula già rodata in forma di serie tv, un colpo narrativamente sicuro che riscontra il suo unico elemento di rischio nell’accoglienza del pubblico.

The Place di Paolo Genovese si rivela povero di idee, dove invece il suo precedente aveva un’intuizione fortissima ed elementare, su cui si costruivano dinamiche e personaggi, i quali si lasciavano scoprire a mano a mano che il “gioco al massacro” dei cellulari causava le sue vittime. In questo caso siamo guidati progressivamente verso la risoluzione di un puzzle che, pezzo per pezzo, mostra un quadro omogeneo, che connette ognuna delle esistenze messe in gioco e che dà un vago senso di compiutezza, senza però essere esaustivo.

Nella chiusura parimenti enigmatica di The Place, Paolo Genovese sembra affidarsi alla prima via d’uscita possibile, quando il marasma di personaggi sembra sopraffare il senso del racconto a episodi. Passivamente affidato all’input di partenza, il film non esce mai fuori dai binari, non procede e non racconta, come il suo protagonista: indefinito, annoiato, fermo.

The Place Beyond the Pines: Ryan Gosling e Bradley Cooper

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The Place Beyond the Pines: Ryan Gosling e Bradley Cooper

La Focus Featuresha acquistato il criminal-drama The Place Beyond the Pines, la clip del film è sbarcata online ed è stata ben accolta dal popolo della rete. Il film è scritto e diretto