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Woody Harrelson protagonista del biopic diretto da Rob Reiner

Woody Harrelson nuovo protagonista del biopic diretto da Rob Reiner sul presidente Lyndon Baines Johnson. Il progetto a cui Reiner lavora da anni (era il 1997 quando annunciava di essere impegnato nell’adattamento della biografia di un personaggio), sembra quindi finalmente vedere la luce. Originariamente sviluppato dai produttori Tim e Trevor White e sceneggiato da Joey Hartstone, l’attuale versione seguirà l’ascesa di Lyndon Baines Johnson alla Casa Bianca e gli sconvolgimenti politici che hanno seguito l’assassinio di John F. Kennedy e lo hanno improvvisamente catapultato dalla vice-presidenza alla Sala Ovale.

"SOS" Press Conference At The 2007 Tribeca Film Festival“Durante gli anni ’60 ero un hippy e Lyndon Johnson era il mio presidente”, afferma Reiner. “All’epoca è stato il bersaglio delle proteste dei giovani della mia generazione contro la guerra in Vietnam ma il tempo è passato e la mia visione della realtà politica è maturata. Ho iniziato a vedere Lyndon Johnson sotto una luce diversa. Era un uomo complesso, una combinazione di brillante istinto politico, forza bruta, ambizione e profonde insicurezze.
Il percorso della sua vita era a dir poco shakespeariano: da un povero paese del West Texas ai corridoi del potere a Washington, ha usato il suo acume politico per far approvare la legislazione più innovativa per i diritti civili del 20° secolo. E se non fosse stato per la guerra del Vietnam, credo che sarebbe passato alla storia come uno dei più grandi presidenti .”

Le riprese del film che vedrà Woody Harrelson nei panni del 36° presidente americano inizieranno questo settembre a New Orleans.

Fonte: Empireonline

 
 

Woody Harrelson per John Hillcoat in Triple Nine

Woody Harrelson

Abbiamo visto di recente Woody Harrelson nella bellissima serie True Detective, accanto a Matthew McConaughey, e nonostante la prorompente personalità del collega, Harrelson ha decisamente fatto il suo per rendere questa breve serie targata HBO un vero capolavoro del piccolo schermo. Adesso l’attore è entrato a far parte di un altro progetto importante, Triple Nine,film diretto da John Hillcoat (The Road).

Anche in questo caso, Harrelson interpreterà un detective, che sarà nel film lo zio del personaggio interpretato da Casey Affleck. I due attori si ritrovano dopo aver interpretato in Out of the Furnace di Scott Cooper due ruoli molto diversi.

Basato su una sceneggiatura scritta da Matt Cook, Triple Nine racconterà la storia di un gruppo di malviventi intenzionati a mettere in scena una rapina con lo scopo, in realtà, di uccidere un poliziotto, in modo da condurre la polizia lontano dalla scena del loro stesso crimine. Nel cast del film Christoph Waltz, Casey Affleck, Cate Blanchett, Kate Winslet, Aaron Paul, Teresa Palmer, Chiwetel Ejiofor, Woody Harrelson e Michael B. Jordan.

Fonte: CS

 
 

Woody Harrelson il villain di Out of furnace

Il cast stellare di Scott Cooper (Crazy Heart) ha trovato il suo villain. Il ‘cattivo’ di Out of furnace sarà Woody Harrelson, e non Billy Bob Thornton come rivelato in precedenza,

 
 

Woody Harrelson e Sam Rockwell per il regista di In Bruges

Woody Harrelson e Sam Rockwell tornano a lavorare con Martin McDonagh dopo 7 Psicopatici nel film Three Billboards Outside Ebbing, Missouri, che avrà come protagonista Frances McDormand.

Il nuovo lavoro del regista di In Bruges sarà finanziato da Film4 and Fox Searchlight, con lo studio che distribuirà il titolo a livello internazionale mentre nel Regno Unito sarà Channel 4 a detenere i diritti per la tv. Così come In Bruges e 7 PsicopaticiThree Billboards Outside Ebbing, Missouri sarà prodotto da Graham Broadbent e Peter Czernin della Blueprint Pictures, insieme allo stesso McDonagh.

Il film, le cui riprese inizieranno ad aprile in Nord Carolina, è basato sulla storia vera di una donna che si scaglia contro la polizia locale, incapace di trovare l’assassino della figlia. Con un cast del genere, non possiamo fare altro che attendere l’uscita nelle sale.

Fonte: The Hollywood Reporter

 
 

Woody Harrelson è Lyndon Johnson nel trailer di LBJ

Woody Harrelson è il protagonista del nuovo biopic su LBJ, dedicato a Lyndon Baines Johnson, l’ex presidente statunitense che prese il posto di John Fitzgerald Kennedy all’indomani del suo assassinio e affrontò i problemi scatenati dalla guerra del Vietnam.

Di seguito, il trailer diffuso sa Electric Entertainment:

Nel cast del film, diretto da Rob Reiner, compaiono anche Jennifer Jason Leigh, Richard Jenkins, Bill Pullman, Jeffrey Donovan Michael Stahl-David.

Reiner lavorava da anni sul progetto (era il 1997 quando annunciava di essere impegnato nell’adattamento della biografia di un personaggio). Originariamente sviluppato dai produttori Tim eTrevor White e sceneggiato da Joey Hartstone, l’attuale versione seguirà l’ascesa di Lyndon Baines Johnson alla Casa Bianca e gli sconvolgimenti politici che hanno seguito l’assassinio di John F. Kennedy e lo hanno improvvisamente catapultato dalla vice-presidenza alla Sala Ovale.

Il film sarà presentato al prossimo Festival di Toronto, con premiere mondiale prevista per il 3 novembre 2017.

 
 

Woody Harrelson e Liam Hemsworth insieme in un western

Harrelson HemsworthAnche se sono più abituati a condividere set cinematografici come il Distretto 12 dei film di Hunger Games, Woody Harrelson e Liam Hemsworth sembrano ora invece “diretti verso il vecchio West”: i due si confronteranno in un testa a testa in un prossimo film western intitolato By Way Of Helena.

La sceneggiatura è stata scritta da Matt Cook mentre Kieran Darcy-Smith dirigerà il film, il quale seguirà la storia di David (Hemsworth), un Texas Ranger del 1880 inviato a una città di frontiera isolata per investigare alcuni misteriosi omicidi.

Ma quando arriva, scopre che il luogo è nella morsa di ferro del predicatore locale Abraham (Harrelson), il quale non è troppo felice che il nuovo arrivato rovisti negli affari della sua città. Si può ragionevolmente supporre da questa sinossi che gli animi si scalderanno e che voleranno proiettili.

Woody Harrelson farà parte anche del cast del thriller Triple Nine e ha lavorato sulle scene di entrambe le Parti di Hunger Games il Canto della Rivolta. L’attore sembra inoltre legato al sequel di Now You See Me-I maghi del crimine.

Anche Liam Hemsworth sarà lui di nuovo in Hunger Games. In aggiunta a ciò, ricordiamo che l’attore apparirà nel thriller Cut Bank e ha in programma anche il film, ispirato al dramma di Aussie, The Dressmaker.

Fonte: Empire

 
 

Woody Harrelson e Laura Dern diretti da Craig Johnson in Wilson

Laura Dern
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Secondo quanto riporta The Hollywood Reporter un adattamento cinematografico dell’acclamato graphic novel Wilson di Daniel Clowes è in preparazione presso la Fox Searchlight con a bordo Craig Johnson (The Skeleton Twins) come regista.

Woody Harrelson sarà l’omonimo personaggio misantropo del titolo, che fa un ultimo tentativo di riconquistare la  sua ex moglie tossicodipendente, che avrà il volto di Laura Dern. Clowes ha anche scritto la sceneggiatura per il film, che sarà prodotto da Alexander Payne, Sam Raimi e Josh Donen. La produzione inizierà a Minneapolis il mese prossimo.

Fonte: ComicBookMovie

 
 

Woody Allen: svelato il titolo del suo prossimo film

Lo scorso anno abbiamo avuto modo di vedere diverse foto dei protagonisti sul set del film, ma poco o nulla si sapeva davvero del prossimo progetto di Woody Allen che, come sappiamo da tempo, avrà come protagonisti Joaquin Phoenix e Emma Stone (che torna a lavorare con il regista dopo l’ultimo Magic in the Moonlight).

Ora, la Sony Pictures Classics ha annunciato che si occuperà della distribuzione del film in tutto il Nord America e ha svelato quello che sarà il titolo ufficiale della pellicola: Irrational Man.

I dettagli sulla trama, purtroppo, sono ancora scarsi: la storia dovrebbe riguardare un misterioso omicidio avvenuto all’interno di un college. Nel cast, oltre a Phoenix e alla Stone, ci saranno anche Jamie Blackley (Resta anche domani, Biancaneve e il cacciatore) e Parker Posey (Grace di Monaco). Al momento non sappiamo quando uscirà il film, ma è probabile che la pellicola venga rilasciata verso la fine dell’anno.

Fonte

 
 

Woody Allen: per la moglie, Soon-Yi, Mia Farrow sta rovinando il #Metoo

Diane Keaton Woody Allen

Dopo essere rimasta silenziosa per anni sull’argomento, la moglie di Woody Allen, Soon-Yi, ha commentato pubblicamente della controversia che sta interessando il marito, accusato da Mia Farrow (ex moglie di Woody Allen e madre adottiva della stessa Soon-Yi) di anni di abusi, soffermandosi anche su quanto il movimento #MeToo venga male utilizzato. Allen è stato al centro di denunce di abusi sessuali ai danni di sua figlia adottiva, Dylan Farrow, e Soon-Yi ha deciso finalmente di raccontare la sua versione della storia.

Nel 1992, Dylan Farrow, che all’epoca aveva sette anni, accusò Allen di averla sessualmente abusata. Da all’ora c’è stata una confusa battaglia in salita, con Allen che non è mai stato ufficialmente imputato di alcun crimine e la questione che è diventata poi di nuovo calda a seguito della nascita del movimento #MeToo alla fine del 2017. Ora, dopo Mia, Dylan e persino Ronan Farrow, fratello di Dylan, che ha parlato in modo significativo del movimento #MeToo, così come della relazione di sua sorella con Allen, in pubblicazioni di prestigio quali The New York Times e The LA TimesSoon-Yi ha parlato pubblicamente della controversia. Di solito silenziosa spettatrice, Soon-Yi ha mostrato un angolazione profondamente differente della situazione, rivelando che non solo le accuse contro Allen non sono fondate, ma che Mia Farrow era violenta contro di lei, da bambina.

A Rainy Day in New York, il film di Woody Allen è stato cancellato

Soon-Yi ha parlato con Vulture allo scopo di offrire una nuova prospettiva sulla questione, oltre ad accendere un riflettore sulla sua relazione personale con Mia Farrow. Dopo essere stata adottata dalla Farrow e André Previn, all’epoca marito di lei, Soon-Yi ha rivelato che l’attrice era violenta sin dall’inizio; dichiarando che la Farrow non solo faceva favoritismi con i suoi altri figli (lei e Previn hanno avuto tre figli biologici e due adottati ai tempi in cui venne adottata anche Soon-Yi nel 1978), ma che abusava fisicamente di lei picchiandola con dei blocchi di legno mentre le insegnava a parlare inglese, che la teneva sottosopra per i piedi, che la schiaffeggiava e le rivolgeva appellativi offensivi. Soon-Yi ha aggiunto che il fratello, Moses Farrow, un altro dei bimbi adottati dall’attrice, si riferì alla genitorialità di Mia come a una “rottura totale dello spirito“.

Soon-Yi ha spiegato che non ha mai visto i benefici di dichiarazioni pubbliche in merito al comportamento della sua madre adottiva, mentre cresceva, ma ha poi rivelato che le accuse contro il marito Woody Allen l’hanno convinta a rivedere la sua posizione. Ha spiegato a Vulture durante la sua intervista “quello che sta accadendo a Woody è così sconvolgente, così ingiusto” e che Mia “ha approfittato del movimento #MeToo e ha esposto Dylan come una vittima. E un’intera nuova generazione sta ascoltando queste storie che non dovrebbe ascoltare.” In risposta, Dylan Farrow ha rilasciato un comunicato ufficiale sul suo account Twitter personale, rivelando che le dichiarazioni di Soon-Yi su sua madre non sono corrette.

Come ogni controversia o scandalo, ci sono due versioni della storia. In questo caso, le accuse contro Woody Allen sono state soprattutto unilaterali. A questo punto, oltre ogni possibile verità sulla questione delle molestie, il resoconto di Soon-Yi sui comportamenti della Farrow, quando era bambina, gettano una luce nuova e una prospettiva differente su tutta la vicenda. Potrebbe anche essere impossibile sapere con certezza quali informazioni sono abbellite e quali no, ma è ovvio che anche la posizione di Soon-Yi deve essere ascoltata.

Fonte: VultureTHR, Twitter

 
 

Woody Allen: la commedia come analisi ironica della società moderna

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Trasporre le proprie angosce interiori, ridicolizzare i valori materiali e carnali dell’ipocrita società moderna, questo, e altro, è il Cinema del Re della commedia Woody Allen, instancabile regista che sforna film interessanti con un vigore creativo invidiabile unico. Ben 45 sono i lungometraggi da lui diretti a partire dal lontano 1966 e per un arzillo settantasettenne che non ha la minima intenzione di smettere può anche trattarsi di modo per esorcizzare la sua ingombrante paura di invecchiare che ormai lo perseguita, per sua stessa ammissione, da quando ha varcato la mezza età.

Woody Allen nasce il 1º dicembre 1935 a Brooklyn (New York) con il nome di Allan Stewart Königsberg, in una famiglia di origini europee, di modesta condizione sociale e di religione ebraica, tutti elementi che tratterà spesso nei suoi film, in modo diretto e indiretto, ma sempre con grande autoironia. A tre anni ha il suo primo contatto col cinema, quando la madre lo porta al cinema per vedere Biancaneve e i sette nani (1937), film che affascina e segna indelebilmente il piccolo Woody. Da allora, frequenta sovente le sale cinematografiche e ha rivelato che da ragazzo il suo film preferito era La fiamma del peccato (1944) di Billy Wilder. Poco interessato allo studio (per la disperazione dei genitori), è un appassionatissimo scrittore di gag e barzellette, che spedisce ai giornalisti umoristici Walter Winchell e Earl Wilson. Le riviste, entusiaste del materiale ricevuto, decidono di contattare l’autore e di trovargli un agente, David O. Alber, che inizia a far pubblicare gli scritti di Allen su diversi giornali pagandolo 25 dollari alla settimana.

Nel 1952, all’età di diciassette anni, assume lo pseudonimo di Woody Allen, in onore del celebre clarinettista jazz Woody Herman, e scrive battute per colossi dello spettacolo come Ed Sullivan e Sid Caesar. Due anni dopo, nel 1954, viene assunto dalla rete televisiva nazionale ABC, della quale diventa l’autore di punta, scrivendo per celebri programmi come il The Ed Sullivan Show e The Tonight Show.

Tra fallimenti negli studi universitari (i genitori insistevano affinché si laureasse, ma non ci riuscì) e sentimentali (ventenne aveva già due divorzi alle spalle), tra gli anni ’50-’60 Allen scrive sceneggiature di grande successo per Tv e teatro, guadagnando anche discretamente.

Nel 1965 firma la sua prima sceneggiatura cinematografica: Ciao Pussycat, diretto da Clive Donner, nel quale appare in un ruolo minore accanto a Peter Sellers, Peter O’Toole, Romy Schneider, Capucine ed Ursula Andress. Nel 1966 realizza il suo primo lungometraggio, Che fai, rubi? E’ l’inizio di un’epoca per il cinema americano e mondiale.

I primi film di Woody Allen sono commedie ironiche, divertenti, stravaganti, talvolta sgangherate, spesso parodie di film famosi, di successo. Riprova di ciò è proprio il film che segna il suo esordio come regista: Che fai rubi? Edizione americana del film giapponese Kizino Kizi (La chiave delle chiavi), trasformata nella storia di due bande rivali che danno una frenetica caccia a una ricetta di insalata. Avventura alla James Bond parodiata da Woody Allen, girata in Giappone con tutti attori nipponici.

Anche il secondo film prosegue sul tema della refurtiva: Prendi i soldi e scappa (1969). Un tipetto timido di Baltimora, interpretato dallo stesso Woody Allen, cerca di vincere il suo complesso di inferiorità con una carriera di criminale. Ma non ne ha la vocazione e da vita a una serie di buffe gag.

Il terzo film, Il dittatore dello stato libero di Bananas (1971), si dedica invece alla parodia delle dittature militari latinoamericane. Il lungometraggio ha diverse debolezze, ma offre una simpatica e gradevole storia buffa e spensierata.

Tra i film che ebbero maggiore successo nella prima fase della sua carriera, troviamo il quarto Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere, del 1972. Qui Woody Allen da’ sfogo ad ansie e dubbi interiori relativi al sesso, ponendosi vari quesiti sottoforma di sei episodi molto originali. Affronta tabù e temi vari, senza mai scadere nella volgarità,pur parlando sempre ed esplicitamente di sesso. Alcune scene hanno fatto epoca, come quella che lo ritrae, nell’ultimo episodio, mascherato da spermatozoo. Seguono Il dormiglione (1973) e Amore e guerra (1975).

Woody Allen: la commedia come analisi ironica della società moderna

Intervallati dall’inusuale drammatico Interiors (1978), arrivano alla fine degli anni ’70 i film della svolta. Arrivano infatti Io e Annie e Manhattan. Le pellicole consolidano le collaborazioni con Diane Keaton, con la quale ebbe una relazione e che è stata protagonista dei cinque film successivi del regista.

Io e Annie è palesemente autobiografico. Narra i difficili rapporti di un attore comico ebreo (Alwy, interpretato dallo stesso Woody Allen) newyorkese con Annie Hall, la ragazza di cui si è innamorato. I due si frequentano e si amano per un certo periodo. Poi, dopo un viaggio in California, decidono, seppur a malincuore, di lasciarsi. Ma Alwy fa fatica a dimenticarla. Il film vinse ben quattro premi Oscar. Poi arrivò Manhattan, che può essere considerato la sua prima critica sociale di un certo spessore contro la società moderna. La commedia, che pecca di staticità e lentezza, è di fatti una critica all’America di fine anni ’70, eccessivamente alle prese con dei canoni e dei valori da sconfessare e smontare, su tutti l’istituzione del matrimonio. Woody Allen dipinge una società frenetica, insicura, la deride e la schernisce, ridicolizza i personaggi principali, il loro affannarsi ad essere moderni e anticonformisti a tutti i costi. La più normale finisce per essere la giovanissima Tracy, che avrebbe tutte le giustificazioni per essere stravagante e invece è la più posata tra i protagonisti.

Seguiranno i meno noti Stardust Memories (1980) e Una commedia sexy in una notte di mezza estate (1982). Quest’ultimo segnerà l’inizio della lunga collaborazione con Mia Farrow, che sarà sua moglie per diversi anni. Arrivano poi i pittoreschi Zelig (1983) e Broadway Danny Rose (1984). Il primo ironizza il conformismo, il secondo il cinismo del mondo dello spettacolo. Con Hannah e le sue sorelle, Woody Allen torna a parlare del suo rapporto con le donne, incarnato dall’insicuro Mickey alle prese con Hannah (Farrow) e le due sue sorelle (Wiest e Hershey). Torna poi alla fantasia, con la commedia romantica La rosa purpurea del Cairo (1985), seguito da una serie di film di minore successo: il difficile drammatico Settembre (1987), l’autobiografico Radio days (1987) e Un’altra donna (1988).

Ben riuscito e sofisticato è invece Crimini e misfatti (1989), nel quale Woody Allen recita con  Martin Landau e Mia Farrow, e nel quale rappresenta una commedia che sconfina nel dramma prima e nel giallo poi. Nella società cinica in cui viviamo, Woody Allen sembra volerci dire che “il delitto paga” e resta impunito. Questo resterà tra i film più originali e riusciti del regista newyorkese, il quale negli anni successivi, come vedremo, riprenderà i temi che hanno caratterizzato il suo cinema fino ad allora: rapporti disastrosi con le donne, ansie, cinismo del mondo moderno, tradimenti, dubbi religiosi, ridicolo anticonformismo. Il canovaccio di questa pellicola sarà anch’esso ripreso anni dopo, con Match Point.

Gli anni ’80 si concluderanno con New York stories (1989), mentre negli anni ’90 arrivano una serie di film (uno all’anno) che però non lasciano particolarmente il segno: Alice (1990), Ombre e nebbia (1991), Mariti e mogli (1992, che segna anche la fine della lunga collaborazione con la Farrow), Misterioso omicidio a Manhattan (1993, che di contro, segna il ritorno della Keaton), Pallottole su Broadway (1994), La dea dell’amore (1995) e Tutti dicono I love you (1996). Più complesso e originale è invece Harry a pezzi (1997). Se è vero che anche in questo film Woody Allen ironizza sull’amore e sull’amicizia, ma soprattutto sul sesso e sui tradimenti, lo fa attraverso una storia dinamica e divertente, come se Woody Allen volesse dire al pubblico che il suo brio e la sua originalità non si sono di certo assopiti, così come la sua voglia di mettere in gioco le proprie idee, i suoi disastri sentimentali, i suoi atteggiamenti buffi. Tra una gag e l’altra, intrecci esilaranti, disastri amorosi vari, rapporti sessuali occasionali, il film procede piacevolmente, in una sorta di psico-analisi per Woody Allen, in chiave ovviamente autoironica. Harry a pezzi è stato uno dei candidati al premio Oscar 1998 per la migliore sceneggiatura originale, dopo essere stato anche presentato fuori concorso al Festival di Venezia il 26 agosto 1997.

Gli anni ’90 si chiuderanno con Celebrity (1998) e Accordi e disaccordi dell’anno successivo con Sean Penn, film dedicato agli artisti stravaganti jazz (il suo genere musicale preferito) degli anni ’30. Il Terzo millennio si apre con una serie di film non esaltanti ma che comunque inglobano spunti di buon cinema: Criminali da strapazzo (2000), La maledizione dello scorpione di giada (2001), Hollywood Ending (2002), Anything Else (2003), Melinda e Melinda (2004). Nel 2005 arriva Match Point, che riprende il costrutto di Crimini e misfatti: una commedia sentimentale che si complica al punto di sfociare nel dramma e infine nel giallo irrisolto. Il film segna il ritorno alla creatività per Woody Allen, con un lungometraggio che lascia il segno e che rimane impresso nella mente dello spettatore. Macth Point resta per lui uno spartiacque degli anni 2000, poiché nella seconda metà del decennio tornerà ai soliti temi, con film dai buoni spunti ma anche vuoti nella sceneggiatura. Continua nella sua consueta prolificità: Scoop (2006), Sogni e delitti (2008), Vicky Cristina Barcelona (2008), Whatever Works – Basta che funzioni (2009), Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni (2010).

Escludendo i film da lui stesso diretti, Woody Allen ha anche partecipato come semplice attore in diversi lungometraggi: il primo e forse più famoso è Provaci ancora Sam (1972), commedia con riferimenti parodistici a Casablanca. Poi arrivarono: Il prestanome (1976), film sul Maccartismo; Re Lear (1987), drammatico-fantastico poco riuscito; Storie di amori e infedeltà (1991), commedia tipicamente alleniana; Gli imbroglioni (1999); gli irriverenti Una spia per caso (2000) e Ho fatto solo a pezzi mia moglie (2001).

E adesso? Neanche a dirlo, il buon Woody Allen sta girando un altro film, Nero Fiddled, che dovrebbe uscire l’anno venturo. Girato a Roma, oltre ad Alec Baldwin, Penelope Cruz, Ellen Page, Jesse Eisenberg, e lo stesso Allen, vede anche la collaborazione degli italiani Riccardo Scamarcio, Isabella Ferrari, Sergio Rubini, Ornella Muti, Massimo Ghini, Antonio Albanese, Alessandra Mastronardi, Alessandro Tiberi e Flavio Parenti. Con un cameo pure per Roberto Benigni, il quale, secondo quanto ha fatto trapelare in un’intervista al Tg3, vestirà i panni di Leopoldo, un tranquillo impiegato dalla vita ordinaria che verrà scambiato per un celebre attore. Per gli impazienti però, niente paura. Il regista americano sta per tornare sugli schermi il prossimo 2 dicembre con una delicata commedia sentimentale: Midnight in Paris, ambientata nella città romantica per antonomasia. Insomma, Allen non ha proprio alcuna intenzione di smettere. Fortunatamente, aggiungiamo noi.

 
 

Woody Allen: “Ho fatto tutto quello che il #MeToo desidererebbe ottenere”

Dopo le dichiarazioni di Scarlett Johansson in difesa di Woody Allen, è lo stesso regista newyorkese a prendere la parola riguardo i recenti eventi che lo hanno visto preso di mira dal movimento #MeToo.

“Ho lavorato con centinaia di attrici, e non una sola di loro si è mai lamentata di me. – ha dichiarato Allen durante un’intervista con France24 – Ho lavorato con donne impiegate in ogni settore del cinema per anni e le abbiamo sempre pagate in modo eguale agli uomini. Ho fatto tutto quello che il movimento #MeToo desidererebbe ottenere con chiunque.”

Il caso più recente che ha coinvolto Allen è la decisione da parte degli Amazon Studios di cancellare la distribuzione americana di Un giorno di pioggia a New York in seguito al ritorno in superficie delle accuse di molestie ricevute dal regista nel 1991.

Il film otterrà tuttavia una distribuzione europea, e sarà presentato in anteprima al Deauville Film Festival in Francia.

“Il film uscirà comunque nei cinema di tutto il mondo. Se al pubblico piacerà, eventualmente sarà possibile distribuirlo anche negli Stati Uniti.” Ha affermato il regista.

Ad Allen non sembra infatti importare se qualcuno ad Hollywood si distanzia da lui o dai suoi film, come l’attore Timothée Chalamet, il quale ha affermato di rimpiangere l’aver lavorato con il regista per Un giorno di pioggia a New York.

 “Non potrebbe importarmi di meno. Non ho mai lavorato ad Hollywood. Ho sempre lavorato a New York. – spiega Allen – Se domani nessuno volesse più finanziare i miei film, le mie opere teatrali, o pubblicare i miei libri, io comunque mi alzerei dal letto e continuerei a scrivere, perché questo è ciò che faccio. Continuerò a lavorare sempre, quello che accade ai miei film a livello commerciale è un altro discorso.”

Vi ricordiamo che Un giorno di pioggia a New York uscirà invece in Italia il 3 ottobre. Il film, scritto e diretto da Woody Allen ha nel proprio cast gli attori Timothée Chalamet, Elle Fanning, Selena Gomez, Jude Law, Diego Luna e Liev Schreiber.

Fonte: Variety

 
 

Woody Allen, Cate Blanchett e Alec Baldwin rispondono alla lettera di Dylan

Woody-Allenwoody-allenDopo ore di silenzio, Woody Allen ha risposto alle accuse voltegli dalla sua figliarstra Dylan Farrow, in merito ad una violenza sessuale che la donna, all’epoca dei fatti una bambina, ha sostenuto di aver subito in una lettera aperta.

Leggi anche: “Avevo 7 anni, Woody Allen abusò di me” confessione shock di Dylan Farrow

Così ha risposto il regista, attreverso un portavoce, sulle pagine del Mother Jones: “Mr. Allen ha letto l’articolo è l’ha trovato falso e vergognoso. Risponderà molto presto. Al momento una indagine approfondita è stata condotta da esperti, che hanno concluso che non c’è credibilità nè prova di molestie; che Dylan Farrow aveva un’incapacità di distinguere la fantasia dalla realtà; che la bambina era stata all’epoca probabilmente ammaestrata dalla madre. Nessuna accusa fu mai depositata.”

blue-jasmineQuesta dichiarazione è arrivata a seguito di quelle rilasciate da Alec Baldwin e Cate Blanchett, entrambi tirati in ballo da Dylan nella sua lettera aperta pubblicata dal New York Times. La Farrow Junior nella lettera si è rivolta ai due attori che hanno di recente collaborato con Allen in Blue Jasmine dicendo loro “e se si fosse trattato dei vostri figli?”.

I due attori hanno risposto prendendo le parti del regista, ma se la Blanchett ha usato toni cauti e pacati, Baldwin non le ha mandate a dire a nessuno. Ecco cosa ha risposto Cate Blanchett: “E’ ovviamente una situazione lunga e dolorosa per la famiglia e spero che troveranno una sorta di risoluzione in pace.”

Di tutt’altro stampo la risposta di Alec Baldwin, che risponde spazientito a dei tweet in cui gli veniva chiesto un parere in merito alla situazione: “Cosa c&@% c’è di sbagliato in voi che pensate che tutti dobbiamo esprimere un nostro giudizio in merito ad una cosa così personale? Vi sbagliate se pensate che c’è un posto per me o per chiunque altro, in una questione di famiglia.”

“Gli USA dovrebbero essere il luogo in cui si ottiene un giusto processo – continua Baldwin – Un giusto processo può essere condotto con le opinioni di tutti su internet? Gli americani sono caduti vittima di una ipocrisia su cose che conoscono poco. Non si ‘difendono’ entrambe le parti. Si difende giusto processo.”

Fonte: JJ

 
 

Woody Allen sul voltafaccia di Timothée Chalamet: “È stata una strategia”

Un Giorno di Pioggia a New York

Nonostante tutti i problemi che ha dovuto affrontare in fase di produzione (inclusa una battaglia legale con Amazon), alla fine Un Giorno di Pioggia a New York, l’ultimo film di Woody Allen, è uscito in diversi paesi europei (Italia inclusa), riscuotendo un ottimo successo e incassando oltre 20 milioni di dollari. Adesso il film si prepara ad essere lanciato sulle piattaforme on demand britanniche, e proprio per tale occasione Allen ha rilasciato una nuova intervista al Daily Mail.

Parlando del successo commerciale del film, nonostante tutte le polemiche (legate anche alla vita privata del regista) che lo hanno accompagnato prima e dopo l’uscita, Woody Allen ha spiegato: “Non sento di essere stato ‘vendicato’ perché significherebbe che in qualche modo mi sentivo preoccupato. Non vorrei passare come una persona insensibile, ma non lo ero. Ovviamente so bene di essere oggetto di gossip e di essere al centro di scandali, ma non posso lasciarmi disturbare o anche solo distrarre da queste cose. Continuo a vivere la mia vita. Lavoro. Suono il jazz. Seguo lo sport. Vedo i miei amici. Non ho mai letto nulla di ciò che mi riguarda. Anche perché si tratta di accuse false che sono servite ad inscenare un vero dramma da tabloid.”

In seguito agli ultimi avvenimenti personali che hanno caratterizzato la vita di Allen, numerose star di Hollywood hanno pubblicamente difeso il regista, tra cui Scarlett Johansson, Kate Winslet e anche la sua ex partner ed ex musa Diane Keaton. Altre, come Timothée Chalamet (protagonista – tra l’altro – di Un Giorno di Pioggia a New York), lo hanno invece condannato, specificando di non voler più lavorare con lui.

Woody Allen sul successo di Un Giorno di Pioggia a New York e sul voltafaccia di Timothée Chalamet

A proposito del voltafaccia di Chalamet – che vedremo prossimamente in Dune di Denis Villeneuve – Woody Allen ha ribadito quanto già raccontato nella sua autobiografia “A proposito di niente” (edita in Italia da La nave di Teseo): “Timothée disse a mia sorella che era importante per lui dissociarsi da me perché concorreva all’Oscar con Chiamami Col Tuo Nome. È stata una mossa strategica. Che cosa posso mai fare? Anche se Dylan dicesse di essersi inventata tutto e chiedesse scusa, ci sarebbe comunque qualcuno che continuerebbe a credere alla sua versione. Posso soltanto ignorare tutto e continuare a lavorare ed andare avanti. Sono circondato da persone che conosco da tantissimo tempo. Loro sanno la verità.”

Infine, parlando della sua personalità e del fatto che gran parte del mondo lo “etichetti” come un intellettuale, Allen ha spiegato: “Credo di essere una persona normalissima. Le persone mi hanno sempre visto come un intellettuale, cosa che non sono. Leggo solo fumetti da quando avevo 18 anni. Però ho sempre portato gli occhiali e quando i direttori di casting guardando qualcuno come me, che non sono propriamente un Sylvester Stallone, allora finiscono sempre per affidargli il ruolo del professore. Di conseguenza, tutti pensano che io sia un intellettuale. Funziona così.”

CORRELATE: 

Ricordiamo che il prossimo film di Woody Allen sarà Rifkin’s Festival, girato in Spagna e realizzato grazie al sostegno della Tripictures. Il film avrà come protagonisti Elena Anaya, Louis Garrel e Gina Gershon, e racconterà la storia di una coppia americana sposata che si reca al San Sebastián Film Festival. La coppia resta folgorata dalla magia del festival e dei film in concorso, oltre che dalla bellezza e dal fascino della Spagna. La donna avrà una relazione con un brillante regista francese, mentre l’uomo si innamorerà di una bellissima donna spagnola del luogo.

 
 

Woody Allen sta girando il suo nuovo film in Spagna

A pochi giorni dalla causa presentata contro Amazon Studios (che non distribuirà, come d’accordo, l’ultimo film del regista americano A Rainy Day In New York per colpa delle accuse di cattiva condotta sessuale) Woody Allen torna ufficialmente sul set per girare il suo prossimo lavoro in Spagna, finanziato dalla compagnia di produzione Mediapro che aveva già collaborato sui progetti di Vicky Cristina Barcelona e Midnight In Paris.

Il nostro rapporto professionale con Allen dura ormai da dieci anni e come tutti i film che produciamo, ci piace giudicare l’artista per ciò che crea“, hanno fatto sapere i dirigenti della Mediapro. Una presa di posizione piuttosto netta che sembra opporsi all’atteggiamento adottato da Amazon nei confronti del regista. “Tutti i nostri progetti hanno una personalità specifica e supportiamo tutti i tipi di voci e idee artistiche dando vita a storie ben definite e creative per il pubblico di tutto il mondo“.

Nella causa indotta dal regista si accusa Amazon di non aver distribuito A Rainy Day a New York. Come sapete il film che vede protagonisti Selena Gomez, Elle Fanning Timothée Chalamet, è finito da oltre sei mesi ma secondo Allen, la società non gli ha fornito alcun motivo specifico per la mancata distribuzione.

L’accordo iniziale prevedeva cinque film, alcuni già stati realizzati e distribuiti (Cafe Society e Wonder Wheel), mentre A Rainy A Day In New York era destinato a diventare il prossimo film sempre inserito in quell’accordo, ma è stato archiviato indefinitamente da Amazon a causa delle accuse contro Allen. Si crede ovviamente che il rifiuto di Amazon di distribuire il film sia legato alle accuse rivolte al regista, accuse tuttavia confutate in tribunale. Allen è stato infatti trovato innocente dai tribunali di tre Stati.

Fonte: New York Times

 
 

Woody Allen sta considerando l’idea di non fare più film

È stato un periodo davvero difficile per Woody Allen che, dopo la bufera che lo ha travolto, legata al riaffiorare delle accuse di molestie e stupro che gli erano state rivolte, si è trovato, come tutti, a fare i conti anche con la chiusura dei cinema, che hanno messo di nuovo a dura prova la sua vena creativa e la sua volontà di continuare a realizzare bei film.

Durante una recente intervista con il Financial Times, Woody Allen si è lasciato andare a dichiarazioni cariche di sconforto, legate soprattutto al suo lavoro nell’industria del cinematografica, non solo a seguito delle sue vicende personali, ma anche per la pandemia, che ha causato la chiusura dei cinema di tutto il mondo, compresi quelli di New York, la sua città.

Woody Allen abbandona il cinema?

Sappiamo che Woody Allen è al lavoro su Rifkin’s Festival, il suo prossimo film, che è già pronto, ma potrebbe essere anche il suo ultimo film, stando a quanto ha dichiarato al giornale. Per lui, dice, ogni film è diventato una vera e propria battaglia e a confermarlo c’è la brutta storia di Un Giorno di Pioggia a New York, che ha avuto una vita distributiva tanto difficile in tutto il mondo e arrivato da noi con Lucky Red.

A peggiorare le aspettative di Allen riguardo al suo futuro nel cinema c’è stata la pandemia. Per il regista e sceneggiatore il lockdown è stato “un altro chiodo nella bara” dell’industria cinematografica. Una visione davvero nera che però ha anche delle ragioni di esistere, dal momento che Woody Allen è estremamente legato alla sala e alla fruizione del cinema in maniera tradizionale.

“Potrebbe avere un effetto negativo su di me, tutte le sale qui sono chiuse e non so se molte di queste riapriranno mai. La gente sta pensando che in fondo non è male stare a casa, che possono cenare e poi vedere un film su una televisione dallo schermo molto grande, in alta definizione e con il suono surround. Ma io non voglio fare film per la televisione, per cui potrei smettere di farne”.

Rifkin’s Festival di Woody Allen è già pronto

Da programma, Rifkin’s Festival doveva essere presentato al mondo nel corso del Festival di San Sebastian, visto che a differenza di Cannes, prima meta del film, il Festival basco è confermato per il prossimo ottobre. Nonostante dichiarazioni così dure e nere verso il futuro, Allen ha però già scritto un’altra sceneggiatura per un film che doveva essere girato quest’estate a Parigi, riprese interrotte dalla pandemia.

“Ho 84 anni e presto sarò morto – dice Woody Allen – Anche se avessi scritto la migliore sceneggiatura del mondo, non ci sarebbe nessuno per produrlo e nessun posto in cui proiettarlo, per cui non ho proprio grandi incentivi. Sono abituato a finire una sceneggiatura, tirarla fuori della macchina da scrivere, correre dal mio produttore che prepara il budget, fare il casting e quindi girare. L’ho fatto per anni e anni nella stessa maniera, un processo molto semplice. Ma ora non funziona… cosa posso fare?”.

 
 

Woody Allen smentisce le voci sul suo ritiro

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Woody Allen si è affrettato a smentire le voci sul suo ritiro emerse da un’intervista rilasciata a una rivista spagnola, in cui ha detto che il suo prossimo film sarebbe stato l’ultimo. Il regista 86enne ha rilasciato una dichiarazione per chiarire cosa intendesse, dicendo:

“Woody Allen non ha mai detto che sarebbe andato in pensione, non ha detto che stava scrivendo un altro romanzo. Ha detto che stava pensando di non fare film poiché fare film che vanno direttamente o molto rapidamente su piattaforme di streaming non è così divertente per lui, poiché è un grande amante dell’esperienza cinematografica. Attualmente, non ha intenzione di ritirarsi ed è molto entusiasta di essere a Parigi per girare il suo nuovo film, che sarà il 50°”.

La confusione sembra essere stata generata da un’intervista rilasciata da Allen a La Vanguardia all’inizio delle riprese di Wasp 22, film che sarà girato in Europa, in cui diceva: “La mia idea, in linea di principio, è quella di non fare più film e concentrarmi sulla scrittura”. Aggiungendo che il suo prossimo progetto sarebbe stato un romanzo.

Questa non è la prima volta che Allen discute di fare un passo indietro dal mondo del cinema. In una conversazione con Alec Baldwin trasmessa in live streaming su Instagram a giugno, Allen ha detto che intende dirigere “uno o due altri” film, ma ha anche detto che “il brivido è andato” a causa del declino dell’esperienza in sala.

 
 

Woody Allen si trasferisce a Copenhagen

La sua incursione a Parigi gli ha appena fruttato un Oscar, e Woody Allen, dopo aver lasciato Roma si potrebbe apprestare a trasferirsi a Copenhagen. Dopo Londra, Barcellona,

 
 

Woody Allen si ritira: “Farò un o due altri film”

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In una conversazione con Alec Baldwin trasmessa in live streaming su Instagram, Woody Allen ha detto che intende dirigere “uno o due altri” film, ma ha anche detto che “il brivido è passato” a causa del declino dell’esperienza cinematografica.

Senza rivelare i dettagli sul progetto, Allen ha detto che dirigerà un film che girerà a Parigi tra la fine dell’estate o l’inizio dell’autunno. Il suo ultimo film è stato Rifkin’s Festival, che ha incassato solo 2,3 milioni di dollari, uscendo negli Stati Uniti in una distribuzione limitata all’inizio di quest’anno ma con scarso impatto.

MPI Media Group ha gestito quel film, intervenendo per Amazon Studios, che ha ritirato il suo accordo di distribuzione da 80 milioni di dollari con Allen nel 2019. Il regista ha visto le sue opzioni di carriera restringersi negli ultimi anni a causa del riemergere della sua questione legale per le accuse di abusi sessuali. Anche l’editore di libri Hachette ha annullato la pubblicazione delle sue memorie nel 2020.

Anche prima del Covid, il cambiamento del mercato della distribuzione stava pesando molto sul lavoro di Woody Allen. “Quando ho iniziato, giravi un film che andava in un cinema e nei cinema di tutto il paese, e le persone venivano a centinaia per guardarlo in grandi gruppi su un grande schermo”, ha detto. “Ora, fai un film e ti ritrovi un paio di settimane in un cinema, forse sei settimane, quattro settimane, qualunque cosa. E poi passa direttamente allo streaming o direttamente al pay-per-view, e le persone adorano sedersi a casa con i loro grandi schermi e guardarli sui loro televisori”. Di conseguenza, ha continuato: “Non è più così divertente per me”.

In cinque decenni, dagli anni ’60 al 2010, Allen ha girato una media di circa un film all’anno, scrivendo e dirigendo più di 50 lungometraggi.

In merito alla sua nuova routine quotidiana, Woody Allen ha detto: “Non devo sentire freddo d’inverno o caldo d’estate o sveglio alle 5 del mattino, per prendere decisioni tutto il giorno. Sono a casa e non posso fare altro che fare esercizio fisico, esercitarmi con il clarinetto e scrivere. Ero a casa a scrivere. Ho scritto molte opere teatrali… Ho pensato tra me e me: ‘E se non facessi più un film? Questo è un bel modo di vivere.’ E ho pensato: ‘Beh, forse ne farò uno o due in più.'”

Soltanto il tempo ci dirà quale sarà il futuro di Woody Allen al cinema.

 
 

Woody Allen si è già pentito di aver detto si ad Amazon

Arrivano da Cannes 2015, le dichiarazioni sorprendenti che Woody Allen ha rilasciato in merito al suo prossimo approdo in televisione Amazon. Infatti, come è noto il regista dirigerà e scriverà una serie tv per il network americano, ma a quanto pare si è già pentito della cosa:

LEGGI ANCHE: Cannes 2015: Emma Stone e l’uragano Woody Allen fra filosofia e cabaret

Mi sono pentito ogni secondo da quando ho detto OK. E’ stato molto difficile per me. Ho avuto una fiducia arrogante, tipo ‘beh, la farò come faccio un film… sarà un film in sei parti’. Ma è venuto fuori che non lo è. Per me è stato molto, molto difficile. Ho avuto problemi, e problemi e problemi. Spero solo che quando finalmente la farò – devo, fino alla fine del 2016 – non vengano schiacciate dalla delusione perché sono belle persone e non voglio deluderle.

Via DLINE

 
 

Woody Allen scriverà e dirigerà una serie per Amazon Studios

woody-allenEnnesimo gran colpo per gli Amazon Studios, infatti, il nuovo network ha messo sotto contratto Woody Allen per scrivere e dirigere la sua prima serie televisiva ancora senza titolo. A rivelarlo è Variety, aggiungendo che lo show sarà strutturato con episodi di mezz’ora circa e saranno tutti diretti e scritti dal regista premio Oscar. La serie sarà disponibile in esclusiva su Amazon Prime Instante Video, negli USA, nel Regno Unito e in Germania.

Il regista ha commentato ironicamente: “Non so come sono arrivato in questo progetto. Non so da dove comincare. quello che posso dire è che Roy Price (Ceo Amazon Studios) rimpiangerà questa cosa”

 
 

Woody Allen riceverà il Golden Globe alla carriera

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E’ stato annunciato ieri  dalla Hollywood Foreign Press Association che Woody Allen riceverà il Cecil.B de Mille Award 2014, ovvero il Golden Globe alla carriera, il prossimo 12 Gennaio. Il presidente dell’associazione ha dichiarato in merito che ““Non c’è nessuno più degno di questo premio di Woody Allen. I suoi contributi alla cinematografia sono stati fenomenali e lui è veramente un tesoro nazionale”.

Ogni anno questo premio viene consegnato a chi ha avuto un impatto forte sul mondo dello spettacolo, come Morgan Freeman nel 2012, Anthony Hopkins nel 2011, Al Pacino nel 2001 e tantissimi altri grandi del cinema.Il grande regista ha alle spalle oltre 45 film girati, 9 Premi Oscar e 22 candidature, 7 nomination ai Golden Globe e 2 vinti: il primo per La rosa purpurea del Cairo (1986) e il secondo per il recente Midnight in Paris, nel 2011. Premio alla carriera, quindi, più che meritato per un regista amato e seguito in tutto il mondo.

Fonti: comingsoon.net

 
 

Woody Allen gira a Roma

“Amo queste città sofisticate. È fantastico avere la possibilità di lavorare qui, così come aver girato Manhattan a New York, Match Point a Londra e Vicky Cristina Barcelona a Barcellona” così il regista Woody Allen ha commentato la notizia riguardo al suo prossimo film.

Questo infatti verrà girato a Roma, ma “Non chiedetemi del cast e della sceneggiatura” ha detto Woody, sottolineando la sua superstizione a riguardo. Il regista di Match Point aprirà il prossimo Festival di Cannes con il suo ultimo film Midnight in Paris.

Fonte: comingsoon

 
 

Woody Allen fa causa ad Amazon Studios per 68 milioni

Woody Allen ha presentato una causa da 68 milioni di dollari contro Amazon Studios. Il regista afferma che la società ha rinunciato a un contratto cinematografico multi-film a causa delle accuse di cattiva condotta sessuale nei suoi confronti. La figlia adottiva di Allen, Dylan Farrow, ha accusato Allen di averla molestata quando era piccola. Allen ha definito le affermazioni come un’accusa infondata nella sua causa contro Amazon.

Oltre a non onorare l’accordo, Allen accusa Amazon di non aver distribuito A Rainy Day a New York. Il film, con Selena Gomez, Elle Fanning e Timothée Chalamet, è finito da oltre sei mesi. Secondo Allen, Amazon non gli ha fornito alcun motivo specifico per cui il film non sia stato distribuito. La causa è stata depositata nel distretto meridionale di New York.

Allen ha inizialmente firmato un accordo con cinque film con Amazon Studios. Alcuni progetti sono già stati realizzati e distribuiti, e di questi fanno parte Cafe Society e Wonder Wheel. A Rainy A Day In New York era destinato a diventare il prossimo film sempre inserito in quell’accordo, ma è stato archiviato indefinitamente da Amazon a causa delle accuse contro Allen. Si crede ovviamente che il rifiuto di Amazon di distribuire il film sia legato alle accuse rivolte al regista, accuse tuttavia confutate in tribunale. Allen è stato infatti trovato innocente dai tribunali di tre Stati.

Soprattutto in seguito alle sentenze che scagionano Allen, il comportamento di Amazon Studios è davvero incomprensibile e tutta la comunità cinematografica di estimatori e amanti del cinema si è schierata dalla parte del regista. Jude Law in particolare si era espresso a favore del regista, contro alla decisione di Amazon, mentre Chalamet, protagonista del film in questione, ha donato il suo compenso al Time’s Up, prendendo le distanze dal regista.

Fonte: IndieWire

 
 

Woody Allen dirige Jude Law e Diego Luna nel suo nuovo film

Woody Allen ha annunciato i nomi degli attori che si uniranno a lui nel suo prossimo film. Oltre a quelli già annunciati, Timothée Chalamet, Elle Fanning e Selena Gomez, entrano a far parte del nuovo Untitled Woody Allen’s Movie Jude Law (Sherlock Holmes), Diego Luna (Rogue One: A Star Wars Story), Liev Schreiber (X-Men le Origini: Wolverine), Annaleigh Ashford (Frozen), Rebecca Hall (Professor Marston and the Wonder Women), Cherry Jones (American Crime), Will Rogers (Il Ponte delle Spie) e Kelly Rohrbach (Baywatch).

Sarà Amazon Studios a distribuire il film nei cinema.

L’ultimo film che Allen ha girato, Wonder Wheel, vede protagonisti James Belushi, Juno Temple, Justin Timberlake e Kate Winslet, e sarà presentato probabilmente nell’ambito del New York Film Festival, a Ottobre.

Prodotto da Letty Aronson, Erika Aronson e Ed Walson, e finanziato da Amazon Studios, il film drammatico è ambientato a Coney Island negli anni ’50 e comprende personaggi importanti, amori, infedeltà e gangster.

Amazon distribuirà anche questo film su schermi selezionati a partire dall’1 Dicembre, con una distribuzione in tutti gli USA a seguire.

Quale altra storia deciderà di raccontare il caro Allen al suo affezionato e impaziente pubblico?

L’ultimo film di Woody Allen arrivato in sala è stato Cafè Society, che è stato scelto per aprire la selezione del Festival di Cannes 2016.

Café Society recensione del film di Woody Allen

Fonte: CS

 
 

Woody Allen di nuovo a teatro con Placido Domingo

domingo woody allenIl regista nevrotico e cittadino per eccellenza si dedica di nuovo al teatro, e lo fa riportando in scena il Gianni Schicchi che allestì per il Los Angeles Opera nel 2008 insieme al tenore Placido Domingo. Woody Allen e Domingo ritorneranno a collaborare per il teatro Reale di Madrid.

Lo spettacolo che vedrà Woody Allen di nuovo alle prese con l’opera di Giacomo Puccini andrà in scena dal 30 giugno al 12 luglio del 2015; il regista si occuperà ovviamente della regia di scena, mentre alle musiche penserà il direttore Giulano Carell; i costumi saranno di Santo Loquasto e le luci di Mark Jonathan.

Mentre Woody si avvia ad essere l’artefice di un altro premio Oscar ad un’attrice (immaginiamo che Cate Blanchett abbia già la statuetta in tasca per Blue Jasmine), da un punto di vista operativo, il regista attore e sceneggiatore è impegnato nella realizzazione di Magic in the Moonlight, suo prossimo film con Colin Firth e Emma Stone.Fonte: Variety

 
 

Woody Allen continua a pensare al ritiro. Sulla cancel culture: “È sciocca”

Un colpo di fortuna (Coup de chance) film 2023

Woody Allen presenta al Festival del cinema di Venezia il suo ultimo film, Coup de Chance, un thriller romantico che sarà il suo cinquantesimo e che potrebbe essere il suo ultimo film. Il film in lingua francese, proiettato in uno dei maggiori festival europei, rappresenta il continuo abbraccio reciproco tra il regista e il continente, dice Variety, dopo che le controversie legali che lo hanno visto protagonista lo hanno allontanato dagli Stati Uniti.

“Ho così tante idee per i film che sarei tentato di realizzarli, se fosse facile finanziarli – ha spiegato Woody Allen – Ma oltre a ciò, non so se ho la stessa verve di un tempo per andare a cercare i fondi.” 

Nel corso dell’intervista con Variety, il regista ha anche ribadito il fatto di essere un sostenitore del #MeToo. “Penso che qualsiasi movimento in cui ci sia un beneficio reale, in cui si fa qualcosa di positivo, in questo caso per le donne, sia una buona cosa. Quando diventa sciocco, è sciocco. Ho letto casi in cui è stato molto vantaggioso, in cui la situazione è stata molto vantaggiosa per le donne, e questo è positivo. Quando leggo di alcuni casi in un articolo sul giornale in cui il movimento diventa sciocco, allora lo è.” 

E quando gli viene chiesto di spiegarsi meglio, Woody Allen risponde: “È sciocco, sai, quando non è realmente una questione femminista o una questione di ingiustizia nei confronti delle donne. Quando si è troppo estremi nel cercare di trasformarlo in un problema quando, in realtà, la maggior parte delle persone non considererebbe la situazione specifica per nulla offensiva.”

E per quello che riguarda la sua esperienza personale, Allen conferma di non aver mai ricevuto lamentele riguardo ai suoi set e al suo modo di lavorare: “Non ho mai ricevuto lamentele. Anni fa ho detto che avrei dovuto essere un manifesto [del movimento #MeToo] e ne sono rimasti tutti entusiasti. Ma la verità è che è proprio così. Ho realizzato 50 film. Ho sempre avuto ottime parti femminili, ho sempre avuto donne nella troupe, le ho sempre pagate esattamente la stessa cifra che pagavamo agli uomini, ho lavorato con centinaia di attrici e non ho mai, mai avuto una sola lamentela da parte di nessuna di loro in nessun caso. Punto. Nessuno ha mai detto: “Lavorando con lui, era cattivo o molesto”. Questo non è stato un problema. I miei redattori sono state donne. Non ho alcun problema con questo. Non è mai stato nella mia mente in alcun modo. Assumo chi penso sia adatto al ruolo. Come ho detto, ho lavorato con centinaia di attrici, attrici sconosciute, star, attrici di medio livello. Nessuno si è mai lamentato e non c’è niente di cui lamentarsi.”

E sulla cancel culture e sull’eventualità di esserne vittima, Woody Allen spiega: “Sento che se questa cultura vuole cancellarti, allora va bene. Trovo che sia tutto così sciocco. Non ci penso. Non so cosa significhi essere cancellato. So che nel corso degli anni per me è stato tutto uguale. Faccio i miei film. Ciò che è cambiato è la presentazione dei film. Sai, lavoro e per me è la stessa routine. Scrivo la sceneggiatura, raccolgo i soldi, realizzo il film, lo giro, lo monto, esce. La differenza non è dovuta alla cultura dell’annullamento. La differenza è il modo in cui presentano i film. È questo il grande cambiamento.”

Woody Allen presenterà al Festival di Venezia 80, nel Fuori Concorso, Coup de Chance.

 
 

Woody Allen aprirà Cannes 2011

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Woody Allen aprirà il festival di Cannes con il suo ultimo film, Midnight in Paris.

 
 

Woody Allen aprirà Cannes 2011

Woody Allen aprirà il festival di Cannes con il suo ultimo film, Midnight in Paris.

Si tratta di una commedia romantica che racconta le avventure di una famiglia in viaggio per affari nella capitale francese: tra i vari personaggi c’è anche una giovane coppia di fidanzati le cui vite verranno profondamente cambiate nel corso del viaggio. Nel cast di Midnight in Paris, Adrien Brody, Marion Cotillard, Rachel McAdams, Owen Wilson, Carla Bruni e molti altri.

Fonte: comingsoon.it

 
 

Woody Allen aprirà Cannes 2011

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Woody Allen aprirà il festival di Cannes con il suo ultimo film, Midnight in Paris.

 
 

Woody Allen a Roma presenta To Rome with Love, con Penelope Cruz e Roberto Benigni

Una premiere mondiale prestigiosa quella che si è tenuta a Roma venerdì 13, un giorno sfortunato per gli americani superstiziosi, fortunatissimo (anche se bagnato) per tutto il cast americano del film di Woody Allen che ha presentato nella Capitale l’ultimo suo film: To Rome with Love.