Nicolas Cage resta tra gli attori più amati nel
panorama hollywoodiano, ma è innegabile come stia vivendo un
periodo di declino. Ora l’ex Golden Globe ritenta in Solo
per vendetta, diretto dal danese Roger
Donaldson (“La rapina perfetta”, “Thirteen Days”).
Protagonista è William Gerard, un professore di lettere che cerca,
senza successo, di trasmettere la propria etica attraverso
l’insegnamento di Shakepeare e altri famosi poeti. Il nostro però
si troverà ben presto a cedere alla violenza per vendicare lo
stupro di sua moglie Laura (Jurnary
Jones).
L’incipit di Solo per
Vendetta è sicuramente molto efficace, sopratutto a
livello scenografico: dagli ambienti eleganti e accademici si vira
repentinamente ai quartieri malfamati di una New Orleans devastata
dall’uragano Katrina. Un plauso va fatto alla gestione della
fotografia, che mette in risalto in ogni dettaglio il degrado di
una città in fase di ricostruzione. Tale ambiente costituisce uno
specchio perfetto per lo stato d’animo di Will, che dopo la
violenza subita dalla moglie rivede le sue convinzioni sulla
violenza. Nelle prime battute la narrazione incalza, grazie
all’ambiguo Simon, interpretato in una buona prova da Guy Pearce.
Sfortunatamente il promettente
inizio di Solo per Vendetta si rivela ben
presto un fuoco fatuo: lo script si dilata in maniera piatta ,
senza guizzi né avvenimenti che diano un’energica scossa alla
situazione, e le poche scene d’azione non sono sufficienti a
sollevare una trama soporifera. Illuso dalle premesse, lo
spettatore aspetta il colpo di scena che non arriva mai, e tra le
estenuanti indagini di William e gli inutili flashback sul suo
passato, i restanti minuti del film rappresentano una vera tortura
per chi guarda. Complice di tutto ciò anche una cattiva scrittura
del personaggio principale, stereotipato e privo di profondità, ma
sopratutto di un cattivo, Simon, inizialmente avvincente ma il cui
carattere sfocia in ideologie lapalissiane.
Vedendo Solo per
Vendetta si ha la netta sensazione, in questo come negli
ultimi casi, di trovarsi di fronte a un lavoro a cui Cage ha preso
parte per necessità e non per vocazione. Insomma caro Nicolas, ma
quando torni?
Quello del revenge movie è
da sempre un filone di film particolarmente popolari e acclamati,
dove l’eroe intraprende una spedizione punitiva nei confronti di
quanti hanno ucciso o rapito dei suoi cari. Negli anni sono diversi
i titoli che hanno riconfermato la fortuna di questo genere, da
Io vi troverò a Io sono vendetta.
Particolarmente interessante su questo tema è però il
thriller Solo per vendetta, diretto nel 2011
dal regista Roger Donaldson.
In quest’opera, infatti, la vendetta
viene portata a livelli su scala molto più ampia del singolo
individuo, con gruppi di persone pronte a farsi giustizia da sole
nel momento in cui le autorità non la garantiscono. Una vicenda
apparentemente già sentita ma con alcune precise particolarità, che
hanno portato la sceneggiatura scritta da Robert
Tannen ad essere inserita nella Blacklist del 2009, una
lista delle sceneggiature non realizzate più apprezzate
dell’anno.
Si tratta dunque di un teso thriller
ideale per gli appassionati del genere, recuperabile ora grazie al
suo passaggio televisivo. In questo articolo, approfondiamo dunque
alcune delle principali curiosità relative a Solo per
vendetta. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
spiegazione del finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
Protagonista del film è Will
Gerard, un professore di letteratura sposato con
Laura. La loro vita felice cambia radicalmente
quando un giorno la moglie viene stuprata e picchiata. L’uomo è
distrutto e si sente frustrato perché non ha saputo proteggere la
sua compagna, né può fare nulla ora per lenire la sua sofferenza. I
due si recano in ospedale e uno sconosciuto distinto e ben vestito,
Simon, dice a Will che sa chi è stato a violentare
la donna e che potrebbe farlo uccidere a patto che lui faccia dei
lavoretti in cambio.
Il criminale di cui parlano era già
stato in prigione per reati simili ed era da poco uscito sulla
parola. Completamente stordito dall’accaduto, il professore accetta
senza pensare troppo alle conseguenze che questa decisione porterà
nella sua vita. Quello che Will ignora è che dietro Simon c’è una
vera e propria organizzazione che ha i suoi metodi per farsi
giustizia da soli ed eliminare una volta per tutte la corruzione.
Comincia così un incubo che sembra davvero senza fine.
Ad interpretare il
protagonista, Will Gerard, vi è l’attore Nicolas Cage, mentre sua moglie Laura è
interpretata dall’attrice January Jones, celebre per il ruolo di Betty
Draper in Mad Men. Recitano poi nel film Guy Pearce nel ruolo del misterioso Simon,
mentre Jason Davis interpreta il ruolo di Alan
Marsh, giornalista sulle cui tracce si mette Will. Completano il
cast Harold Perrineau nel ruolo di Jimmy,
Xander Berkeley in quello del tenente Durgan e
IronE Singleton in quello dello scagnozzo di
Simon, Scar. Mike Pniewski interpreta invece
il giornalista Gibbs.
Nel momento in cui Will acconsente a
quanto proposto da Simon, Hodge – questo il nome del criminale –
viene ucciso e una foto del suo corpo, insieme a una collana che ha
preso da Laura durante lo stupro, viene inviata a Will come prova.
La frase in codice dell’organizzazione è: “Salta il
coniglio affamato“. Il significato è riconducibile alle
iniziali delle parole in inglese, che sono anche le iniziali degli
obiettivi che essa si prefigge: “eliminare la corruzione
applicando la propria legge, a margine dalla cecità della
giustizia“.
Le parole sono: Affamato:
hungry => humanity: umanità; Coniglio: rabbit
=> reason: ragione; Salta: jumps => justice:
giustizia. In seguito, Will scopre che il vero nome di
Simon è Eugene Cook e che il suo amico Jimmy si è unito
all’organizzazione anni fa, dopo che suo fratello era stato
assassinato e la polizia non era riuscita a trovare l’assassino.
Quando però Simon e i suoi minacciano di uccidere Will e sua moglie
in quanto ormai sanno troppo sull’organizzazione, Jimmy si oppone
affermando che il loro scopo non è uccidere persone innocenti.
Per tutta risposta, Simon lo uccide
ma viene poi a sua volta eliminato da Laura, liberatasi nel
frattempo. A quel punto arriva Durgan, chiedendo chi ha ucciso
Cook. Will risponde che è stato lui, ma Durgan dice che per come la
vede lui, si sono uccisi a vicenda e non c’era nessun altro
presente. Will decide poi di dare seguito al lavoro di
smascheramento dell’organizzazione consegnando il cd-rom a Gibbs,
un giornalista che Will ha incontrato. Ringraziandolo, Gibbs dice:
“Salta il coniglio affamato, eh?” indicando ad un Will
sorpreso che anche Gibbs potrebbe far parte
dell’organizzazione.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di Solo
per vendetta grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple
TV, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 20
settembre alle ore 21:00 sul canale
20 Mediaset.
Donna e madre, donna o
madre, i due ruoli faticano a convivere nella protagonista
dell’intenso – e non banale – film scritto e diretto da Maxime
Rappazm, Solo per una notte. Un film che Wanted porta
nei cinema italiani dal 12 dicembre, dopo un interessante percorso
internazionale, e che racconta quella che lo stesso regista
descrive come “la storia dell’emancipazione di una madre devota, di
un’amante esigente, di una donna ispirata dall’amore, una donna che
ci permette di entrare nel suo mondo per la durata di
un’estate”.
Nel ruolo della
protagonista, Jeanne Balibar, già vincitrice del César per
la miglior attrice nel 2018 (per Barbara di Mathieu Amalric)
e della ‘Concha de Plata’ di San Sebastián nel 1998 (per il Fin
août, début septembre di Olivier Assayas), negli ultimi anni
apparsa nei film di Ladj Ly (Les
Misérables), Apichatpong Weerasethakul (Memoria) e
Xavier Giannoli (il Illusioni perdute del 2021) e qui fondamentale nel
tenere a battesimo il primo lungometraggio del regista svizzero.
Che nel 2018 aveva diretto il cortometraggio Tendresse (un
tutto in una notte in una sauna omosessuale) con alcuni degli
attori coinvolti in questo suo debutto – Pierre-Antoine Dubey,
Adrien Savigny e Philippe Schuler – già candidato al Premio del
cinema svizzero per il miglior film del 2024 (ma sconfitto dal
Blackbird Blackbird Blackberry della georgiana Elene
Naveriani di Wet Sand).
Claudine (Jeanne Balibar)
è la madre single di Baptiste, un ragazzo disabile (Dubey) con il
quale vive nella stessa casa che utilizza per la sua piccola
sartoria. Una vita comune, in un piccolo centro, che si ripete
sempre uguale a se stessa, giorno dopo giorno, a parte il martedì.
Ogni settimana, infatti, nello stesso giorno, la donna prende un
treno locale per raggiungere l’hotel nei pressi della vicina diga
della Grande Dixence, nel cantone Vallese, dove – con l’aiuto del
giovane receptionist Nathan (Savigny) – sceglie ogni volta un uomo
solo, prossimo a lasciare la struttura e il paese, al quale
proporre una notte di sesso senza implicazioni. Dopo un italiano
(Gianfranco Poddighe), un inglese (Alex Freeman), uno svizzero
(Schuler), conosce il tedesco Michael (Thomas Sarbacher), ingegnere
idrico con il quale la conoscenza finisce per approfondirsi, e
mettere a rischio l’equilibrio faticosamente costruito da Claudine,
che inizia a pensare a sé, la propria libertà e al futuro.
Un trenino chiamato
Desiderio
Quanto la liberazione
sessuale sia ancora una tappa di una diversa e più profonda
riappropriazione di sé e dei propri spazi, soprattutto per una
donna, ma non solo, è un interessante quesito che la premessa del
film suggerisce. Non l’unico e non il principale, tutto sommato, ma
certo quello con il quale, sin dalle prime immagini, ci troviamo ad
avere a che fare e – attraverso il quale – a cercare di decifrare,
o almeno conoscere (superficialmente), la matura protagonista. Una
prostituta? Una libertina? Un’anima dolente in fuga dal proprio
inferno? Una persona come tante, divisa tra priorità e umano
egoismo? Quale che che sia il motore che spinge Claudine a prendere
il treno ogni martedì per godere – in ogni senso – del proprio
tempo, il primo impatto con la vicenda è sicuramente condizionato
da questo interrogativo, che conquista da subito lo spettatore,
intrigandolo.
Non da un punto di vista
sessuale, meglio specificarlo, che i corpi nudi e la tensione
fisica sembrano esser volutamente deprivati di ogni carica
seduttiva, quasi a far emergere la transitorietà di una
soddisfazione mai effettivamente raggiunta, considerato anche il
trasporto con cui vediamo Claudine partecipare agli incontri con i
suoi partner occasionali e il ‘fine’ che rivelano, quello di
consolare forse più il figlio che la madre. Una dedizione assoluta,
insomma, una rinuncia totale a sé e i propri bisogni e desideri,
che nessuno – o quasi – potrebbe sostenere a lungo senza porsi
domande, senza avere REALI tentazioni.
Comprensibile quindi
scoprire un lato dissonante nella donna autocondannatasi alla
solitudine in uno splendido esilio montano, una sua diversa
umanità, con il quale empatizzare, senza fermarsi al giudizio più
scontato, e magari andando contro quello che è giusto. Andando
anche oltre un istinto materno che a tratti lascia spazio a un
malcelato senso di colpa, o del dovere, e finisce per trascurare
proprio l’oggetto di tanto amore, limitandosi a una immagine del
diverso (per handicap, in questo caso) anacronistica e infantile,
che per fortuna ha vita breve.
Temi e possibilità
intriganti, come si diceva, e trattate in maniera stimolante e non
banale, sulla carta. Perché è poi nella resa sullo schermo che il
film – pur restando una opera prima più che degna e interessante –
zoppica, non riuscendo sempre a trovare il giusto tono o la giusta
forma espressiva per dubbi ed emozioni tanto complesse. Facendo
risaltare, in tanta rarefazione, i momenti più impostati e meno
autentici, effetto anche di una interpretazione sì intensa ed
elegante, sì contrastata e quasi misteriosa, ma piuttosto manierata
e artificiosa.
Il mondo di Solo
Leveling, nato dalla penna di Chugong e
DUBU e poi trasposto su piccolo schermo nella
prima stagione dell’omonimo anime, sta per prendere vita al cinema.
Grazie alla sinergia tra Crunchyroll, Sony
Pictures Italia e Eagle Pictures,
l’atteso lungometraggio animato intitolato Solo Leveling:
ReAwakening arriverà infatti nelle sale italiane per un
evento speciale di tre giorni, dal 2 al 4 dicembre.
La pellicola, diretta da
Shunsuke Nakashige (Sword Art
Online), rappresenta un momento cruciale per i fan della
serie: un’occasione unica per rivivere le avventure di Sung
Jin-woo, il cacciatore più debole diventato il più forte, e
immergersi nuovamente nell’affascinante universo dei dungeon e
delle creature sovrannaturali.
Prodotto da due dei più importanti
studi di animazione giapponesi, A-1 Pictures e
Production I.G, Solo Leveling:
ReAwakening offrirà un riassunto dettagliato della prima
stagione, permettendo a tutti i fan di rinfrescarsi la memoria e di
prepararsi all’esaltante anteprima dei primi due episodi della
seconda stagione. E, pur vantando una speciale colonna sonora,
composta dal talentuoso Hiroyuki Sawano (Attack on
Titan) e dal gruppo K-Pop Tomorrow X
Together, ha il difficile compito di rendere giustizia
alla dinamica e spettacolare narrazione del manhwa originale.
La trama di Solo Leveling: ReAwakening
Dieci anni fa il mondo è cambiato
per sempre. All’improvviso, infatti, il pianeta ha conosciuto
l’apertura dei “Gate”, portali verso dimensioni oscure abitate da
mostri di ogni sorta. Alcuni componenti del genere umano hanno però
risvegliato sopite capacità di combattimento con le quali poter
affrontare la nuova minaccia. Sono denominati cacciatori, gli
Hunters, e si dividono in diverse classi di forza che vanno dalla
“S”, la più potente, alla “E”. Di quest’ultima, quella riservata
agli hunters di minor valore, fa parte anche Sung Jin-woo,
protagonista del racconto, considerato da tutti l’arma più debole
del mondo.
Il destino, tuttavia, sembra avere
in serbo per Jin-woo un percorso ben diverso. E Solo
Leveling – ReAwakening racconta proprio la straordinaria
ascesa del protagonista, dalla sua umile condizione di cacciatore
di rango E fino a quello di leggenda. Entrato in un dungeon
mortale, una missione rivelatasi ben più pericolosa del previsto,
il giovane ragazzo ha infatti scoperto un sistema di livellamento
unico, destinato a cambiarlo per sempre. E ora, dotato di una nuova
consapevolezza e fiducia nei propri mezzi, Jin-woo è ansioso di
affrontare nuove sfide e pericoli per divenire l’hunter più potente
del mondo. In un’adrenalinica avventura action, che lo condurrà ben
oltre i limiti imposti dalla sua classe.
Solo Leveling: ReAwakening: tra struttura e semantica
Solo Leveling:
ReAwakening è senza dubbio un lungometraggio bizzarro. Se
infatti la sua struttura narrativa, almeno da un punto di vista
prettamente contenutistico, ricalca quella di un certo numero di
anime – e fa leva sulla classica storia d’evoluzione di un outsider
che, mescolata a pratiche tipiche del gaming e grazie a
un’animazione di alto livello, regalano due ore di coinvolgente e
crudo intrattenimento – è però necessario spendere almeno qualche
parola per provare a carpire quella che è la natura semantica di
questo prodotto. Di un film che, come accennavamo a inizio
articolo, si compone di due differenti sezioni a cavallo tra
piccolo e grande schermo.
Solo Leveling:
ReAwakening propone infatti un montaggio dei momenti
fondanti della prima stagione dell’anime, uscita a partire dal
gennaio di quest’anno, unito a un piccolo assaggio della seconda,
di cui ci vengono mostrate integralmente le prime due puntate. E,
pur non trattandosi di un caso isolato all’interno del proprio
universo di riferimento – visto e considerato il precedente dello
scorso febbraio targato Demon Slayer –
è pressoché innegabile che la scelta di questo formato di
distribuzione sia da considerarsi quantomeno curiosa. Specie di
fronte di un panorama audiovisivo che, pur avendoci ormai abituato
alla dimensione intermediale dei suoi articoli, è però sempre stato
dominato da lungometraggi chiamati più che altro a portare avanti o
concludere l’arco narrativo della propria controparte seriale (si
pensi a Downton Abbey).
O, in alternativa, a raccontare storie o frangenti che, godendo del
ruolo di spin off, potessero ampliare la nostra conoscenza
orizzontale del franchise di turno.
Solo Leveling: ReAwakening: porte aperte sul futuro
Ecco perché il progetto Solo
Leveling: ReAwakening (precedenti ed eredi inclusi) impone
una serie di domande. Soprattutto in considerazione di un modello
di fruizione cine-televisiva che di giorno in giorno continua ad
evolversi.
Quali porte, quali gate potrà
infatti aprire un’idea di prodotto basata sul concetto di
riassuntone/highlights tipico di Youtube, sul
“previously on” della serialità anni 2000 e sulla modalità della
“sneak peek” figlia, almeno in parte, delle famigerate post credit
marvelliane? E quali risposte potrà suggerire, in ottica futura, a
case di produzione (Disney su tutte) già da tempo
instradate lungo il viale della costante infiltrazione? Ma
soprattutto, quali parole potremo utilizzare per descrivere un
prodotto che, come Solo Leveling: ReAwakening
disperde le proprie anime seriale e cinematografica per assestarsi
come esperienza posta all’incrocio tra nostalgia del passato e
voglia di futuro? Dovremo forse inventarci nuove parole?
Una cosa è certa: freebooting e
rimontaggi sono esperienze già superate. Non resta che attendere la
naturale evoluzione di un sistema autonomo ormai inarrestabile.
Solo Leveling
-ReAwakening- è un evento speciale di tre giorni al
cinema che presenta, in un’ unica esperienza, il riassunto della
prima stagione e i primi due episodi della seconda stagione
dell’anime in anteprima.
Solo Leveling è la web
novel coreana più celebre al mondo, scritta da Chugong, e racconta
la storia di un mondo in cui i “cacciatori”, guerrieri umani dotati
di abilità soprannaturali, devono combattere dei mostri per
proteggere l’umanità dall’annientamento. Il protagonista, Sung
Jinwoo, è un cacciatore molto debole che dopo essere sopravvissuto
miracolosamente a un difficilissimo doppio dungeon viene scelto da
un misterioso programma chiamato “System” che gli dà l’abilità
esclusiva di far salira la sua forza di livello. Sung Jinwoo dovrà
scoprire i segreti che si celano dietro i suoi nuovi poteri e del
dungeon che li ha generati.
Solo Leveling
-ReAwakening- è animato da A-1 Pictures (Sword
Art Online), con la motion graphic di Production I.G
(Attack on Titan, PSYCHO-PASS). La serie è diretta da
Shunsuke Nakashige (Sword Art Online), le musiche sono di
Hiroyuki Sawano (Attackon Titan) e del gruppo
K-Pop “Tomorrow X Togheter”, il design dei personaggi è a cura di
Tomoko Sudo (Star
Wars: Visions) e il design dei mostri di Hirotaka Tokuda
(Dragon Ball Z: Battle of Gods). La prima stagione di
Solo Leveling -ReAwakening- ha debuttato a livello globale
su Crunchyroll il 6 gennaio 2024, mentre la seconda è prevista per
gennaio 2025.
Crunchyroll e Sony Pictures
porteranno Solo Leveling -ReAwakening- al cinema il 2, 3 e
4 dicembre distribuito da Eagle Pictures.
In un mondo dove gli esseri umani
sono chiamati Zombie e in un’ambientazione quasi apocalittica (una
Detroit che pare esser stata colpita da una guerra) fa il suo
ritorno Jim Jarmush, regalandoci Solo gli
amanti sopravvivono, un film più originale e poetico nella
storia dei non-morti succhia sangue.
In Solo gli amanti
sopravvivono Adam ed Eve sono due vampiri sopravvissuti
nei secoli che hanno avuto diversi contatti con gli umani (da loro
chiamati zombie, probabilmente per l‘assenza di cervello) in tutta
la loro storia. Lui è un musicista che non vuole farsi pubblicità e
odia essere a contatto con la gente, lei è una donna elegante e
garbata che cerca di mantenersi al passo con i tempi. Ma ora si
trovano a dover lottare per la sopravvivenza, mantenendo il segreto
sulla loro vera natura, in un mondo allo sbaraglio che mal
sopportano. Tra mille difficoltà (tra cui la comparsa di Ava, la
sorella ribelle di Eve) e musica underground, l’unica cosa che li
terrà vivi e uniti sarà l’amore reciproco.
La sceneggiatura, scritta dallo
stesso regista, è pervasa da una costante vena ironica (le battute
su Los Angeles e sui vari dottori cinematografici sono da cult
istantaneo) che impreziosisce una narrazione fluida e dal buon
ritmo in cui i temi della decadenza dei nostri tempi, l’esistenza e
il rapporto con gli altri sono da inserirsi nell’anti-paradiso
terrestre di cui fanno parte Adam e Eve (notare come ogni
personaggio del film non abbia un nome scelto a caso). L’amalgama
tra regia e suoni è completa con la sinuosa macchina da presa del
regista che si muove a ritmo della colonna sonora curata da
Jozef Van Wissem (che con Jarmush ha composto
l’interessante album The Mistery of Heaven) e il montaggio
a coronare questa unione estetico-musicale quasi perfetta.
La classica ciliegina sulla torta è
data dal cast stellare e straordinario in cui primeggia
un’elegantissima e magnetica Tilda Swinton, seguita da Mia
Wasikowska che si conferma in continua crescita, da un
ottimo Tom Hiddleston bravissimo nel crearsi un’aura
di divismo da classica rockstar e da un sempre bravo John
Hurt. Non ci sarà da meravigliarsi quindi se Solo
gli amanti sopravvivono diventerà un istant cult perché la
genialità con cui parla della decadenza(culturale e umana) che la
nostra era sta affrontando, attraverso un gusto estetico fuori dal
comune e una sceneggiatura brillante sono caratteristiche uniche
che meritano di essere premiate, così come il ritorno di un regista
fondamentale per il cinema indie a stelle e strisce.
Si intitolerà Solo gli
Amanti Sopravvivono il nuovo film di Jim
Jarmusch presentato all’ultimo Festival
di Cannes con il titolo di Only Lovers Left
Alive. Il film vede protagonisti Tom
Hiddleston, Tilda Swinton, Mia Wasikowska, Anton Yelchin, Jeffrey
Wright e John Hurt.
Il film racconta la
storia di due vampiri fragili e sensibili, Adam (Tom
Hiddleston) ed Eva (Tilda Swinton), che
sono stati amanti per secoli. Entrambi sono intellettuali che
durante la loro lunga “non morte” hanno coltivato una passione
totalizzante per la musica, la letteratura e la scienza, si tratta
di sue vampiri anomali che si sono evoluti ad un livello in cui
uccidono perlopiù allo scopo di sostentarsi, ma che conservano
ancora il loro innato istinto di predatori.
Dopo la presentazione
in anteprima mondiale al 66° Festival del Cinema di Cannes,
Solo gli amanti sopravvivono che segna il
ritorno alla regia di Jim Jarmusch, il
regista più alternativo e sperimentatore degli USA verrà
distribuito nelle sale italiane da MOVIES INSPIRED
Nel cast sono presenti Tom
Hiddleston (Thor – The Avengers), Tilda
Swinton
(Moonrise Kingdom – Snowpiercer)
, Mia Wasikowska (Albert Nobbs – Jane
Eyre), John Hurt (V per vendetta – La
talpa).
DAL 15 MAGGIO NELLE SALE
ITALIANE
Jim Jarmusch torna alla regia
con uno strepitoso e personalissimo film sui vampiri. Adam e Eva si
ritrovano dopo molto tempo tra Detroit e Tangeri, due città
diversissime tra loro ma raffigurate entrambe come decadentemente
romantiche. Lui è un musicista underground tormentato e tenebroso,
lei è una donna enigmatica e sfuggente. I due, che sono vampiri, si
amano da secoli, ma la loro storia d’amore è messa in pericolo da
Ava, l’imprevedibile sorella di lei.
Jim Jarmush, il grande
sperimentatore del cinema d’oltreoceano, dirige un cast
assolutamente eccezionale, col suo cinema tesissimo torna flettere
e a oltrepassare i limiti del genere, in questo caso quello
vampiresco, per dare vita a un’opera universale, che cerchi di
indagare le fragilità della natura umana e le brutture della
società odierna.
Presentato in concorso alla
66ª edizione del Festival
di Cannes, il film sarà nelle sale italiane dal 15 maggio 2014,
distribuito da Movies Inspired.
Prima dell’acquisizione da parte
della Disney, la Lucasfilm era solita far uscire i film della saga
di Star Wars nel mese di maggio. I primi
sei film della saga degli Skywalker, infatti, sono stati tutti
rilasciati in quel periodo, andando così a colonizzare tutta la
stagione cinematografica estiva.
Le cose cambiarono quando la Casa di
Topolino rilanciò il franchise con Il Risveglio della Forza, uscito nelle
sale a dicembre del 2015. Anche lo spin-off Rogue One arrivò al cinema durante le vacanze
di Natale, e da allora i fan pensavano di trovarsi di fronte ad una
nuova tradizione, con i futuri film della saga che – da quel
momento in poi – sarebbero arrivati sul grande schermo sempre in
concomitanza con le festività natalizie.
Ci sarebbe dovuta essere poi
un’inversione di marcia con
Gli Ultimi Jedi, che in origine sarebbe dovuto
uscire a maggio del 2017. La Lucasfilm decise poi di posticiparne
l’arrivo in sala a dicembre dello stesso anno, in modo da bissare
il successo di Episodio VII. La tradizionale uscita a
maggio – nonostante gli innumerevoli problemi di produzione – è
stata mantenuta con lo spin-off
Solo, che ha fatto il suo debutto nel
2018.
Adesso, è emerso che il film di
Ron Howard faceva parte di una strategia molto
più grande secondo cui tutti i successivi film della saga di
Star Warssarebbe
tornati alla loro “finestra” originale, quindi sarebbero usciti
nuovamente durante il mese di maggio. Il dettaglio è emerso grazie
al libro “The Art of Star Wars: The Rise of
Skywalker” (via Screen
Rant), in cui si discute proprio dello slittamento di
Episodio IX da maggio a dicembre 2019.
Nel passaggio dedicato a Solo si
legge: “Solo: A Star Wars Story era stato
progettato per essere il primo di molti film di Star Wars a tornare
alla tradizionale data di uscita di fine maggio del
franchise.”
Inutile dire che
quel progetto è fallito sul nascere. Solo,
infatti, è stato il primo film di Star Wars a non sbancare
il botteghino, incassando soltanto 392.9 milioni in tutto il mondo.
Al contrario, il trittico composto da
Il Risveglio della Forza, Rogue
One e Gli
Ultimi Jedi ha superato il miliardo di dollari ed ogni
film si è imposto come il maggior incasso nazionale nel rispettivo
anno di uscita.
Solo porterà il pubblico a bordo del
Millennium Falcon, in una nuova avventura incentrata sulla canaglia
più amata della galassia lontana lontana. Attraverso una serie di
audaci bravate nel profondo di un mondo criminale oscuro e
pericoloso, Han Solo fa amicizia con il suo futuro possente
copilota Chewbacca e incontra il famigerato giocatore d’azzardo
Lando Calrissian, in un viaggio che determinerà il futuro di uno
degli eroi più improbabili della saga di Star
Wars.
Scritto da Lawrence Kasdan &
Jonathan Kasdan, il film è prodotto da Kathleen Kennedy, Allison
Shearmur e Simon Emanuel, mentre Lawrence Kasdan, Jason McGatlin,
Phil Lord e Christopher Miller sono i produttori esecutivi.
Arriva la nona opera di uno dei
registi più apprezzati e seguiti degli ultimi anni, Nicolas
Winding Refn, che dopo l’entusiasmante Drive ritorna al cinema con
Only God Forgives, da noi Solo Dio
Perdona. E’ proprio mentre scriviamo il film è stato
presentato anche al Festival
di Cannes 2013, in Concorso nella selezione
ufficiale.
Solo Dio Perdona
racconta di Julian gestore di un boxing center, con annesso spaccio
di droga, a Bangkok. È un’attività che porta avanti col fratello
Billy, un tipo completamente diverso da lui: se Julian è chiuso,
introverso e riflessivo, Billy è prepotente e tracotante. Ed è da
lui che prende il via la catena di eventi che si sviluppa nel corso
del film.
Dopo un’incredibile sequenza di
grandi film, anche il tanto atteso Refn s’imbatte per la prima
volta in una pellicola che ad un primo sguardo delude. Forse per
colpa di una forviante comunicazione che presenta il film quasi
come un nuovo Drive, ma che si rivela essere
l’esatto opposto. Tralasciando queste mere considerazioni da poco
conto, il nuovo film del regista danese delude principalmente
perché sembra segnare un punto di involuzione nel suo
famigerato percorso autoriale che lo ha portato alla ribalta della
cinematografia mondiale. Un cinema, il suo, che si è
contraddistinto per il grande potere evocativo espresso negli anni,
costruito attraverso un impeccabile formalismo ed un’incredibile
capacità di narrare senza l’uso delle parole e senza
necessariamente far riferimento a particolari stilemi ed espedienti
che fanno del “classico” la colonna portante.
Solo Dio Perdona tra
visione e sogni reconditi
Colpisce ancor di più la visione di
questo ultimo Solo Dio Perdona, privo di ogni
forza innovatrice, che finisce per relegare l’opera ad un mero
esercizio stilistico. Esercizio che assume ancora di più i suoi
connotati nella vicenda gelida e distaccata della rappresentazione.
Tuttavia, l’opera rimane comunque di notevole fattura e regala
momenti di grande cinema, soprattutto nella rappresentazione della
violenza, del quale probabilmente Refn ne è il massimo esponente;
così come tutta la dimensione onirica della narrazione che diventa
simbolismo puro e che certamente meriterebbe più approfondimento.
Ciò nonostante, anche il fu ipnotico Ryan Gosling (capace di essere attraente e
carismatico in Drive), in questo
caso risulta poco efficace nei suoi silenzi, consegnandoci un
personaggio che si muove al limite fra il caricaturale e il
disorientato e regalando completamente la scena al suo contrario,
l’Angelo della vendetta, interpretato alla raggelante perfezione da
Vithaya Pansringarm e a sua madre, Kristin Scott Thomas, che interpreta con cruda
veridicità il suo ruolo.
Refn si conferma
essere un’incredibile narratore di sottesa inquietudine e
affascinante imbastitore di magnetica messa in scena, nonostante le
incompiutezza di questo film.
Dopo 13 film in
Concorso proiettati su 20, da Cannes le notizie sulla Selezione
Ufficiale di quest’anno sono davvero confortanti. Una media molto
alta quindi per i film scelti per l’edizione 2013, la 66esima, che
però deve ancora mostrare i titoli di registi di tutto rispetto,
come Payne, Gray, Jarmusch, Polanski.
Grande attesa oggi per
Nicolas Winding Refn, che dopo
Drive, torna a lavorare con Ryan
Gosling in Solo Dio Perdona, ma
che stando a quanto dicono i colleghi in terra cannense, pare non
sia proprio il miglior lavoro del regista di
Bronson. A breve avremo la recensione del
film, intanto però ci sono altri titoli importanti da scoprire
oggi: Grigris, altro titolo della
selezione ufficiale presentato oggi, diretto da Mahamat
Saleh-Haroun, che sembra essere uno dei favoriti dai
bookmaler.
Intanto nel fuori concorso si aspetta la super star
Robert Redford, che questa volta affida il suo
talento alla regia di J.C. Chandor e fa la parte
del rpotagonista in All is lost, una
specie di riscrittura, ambiziosa e forse pericolosa, de Il Vecchio
e il Mare.
Trama: Sullo
sfondo della Thailandia, a Bangkok, si sviluppa la storia di Julian
(Ryan Gosling), proprietario con il fratello di un club di boxe
thailandese, usato come copertura per lo spaccio di droga. A
seguito dell’assassinio del fratello, la madre Jenna (Kristin Scott
Thomas) obbliga Julian a vendicarlo. Le sue ricerche porteranno il
giovane a un poliziotto in pensione Chang, detto Angelo della
vendetta, che si erge a giudice e punitore della criminalità. Il
ragazzo lo sfida sul ring sperando di vincere, ma viene sconfitto.
Jenna allora chiederà al figlio di ucciderlo, iniziando un vortice
di sangue e vendetta.
Uscito nelle sale a maggio del 2018,
Solo è stato il secondo spin-off della saga
di Star Wars dopo Rogue
One. Nonostante la travagliatissima produzione (con
Phil Lord e Chris Miller che abbandonarono il progetto durante
le riprese e vennero sostituiti in corsa da Ron
Howard), all’epoca del suo debutto in sala il film venne
accolto abbastanza positivamente dalla critica, nonostante siano in
molti a ritenerlo uno dei film minori dell’intero franchise.
Purtroppo, il flop al box office del
film ha costretto la Disney e la Lucasfilm a fare un passo indietro
e a bloccare la produzione di eventuali altri spin-off, mettondo
così la parole fine alla saga antologica di Guerre
Stellari dopo appena due episodi. Eppure, nell’ultimo periodo,
in seguito al debutto di Disney+, si sono susseguiti una serie di rumor
a proposito di un possibile sequel di
Solo destinato proprio alla piattaforma di
streaming.
Sfortunatamente, ciò non accadrà
mai. A confermarlo è stato Joe Kasdan,
co-sceneggiatore del film, via Twitter.
Un fan ha infatti chiesto al diretto interessato aggiornamenti su
un eventuale Solo 2. Questa è stata la risposta di
Kasdan:
“Credo che al momento nessuno
stia perseguendo un sequel di Solo. A questo punto, sarebbe un
progetto davvero difficile da vendere e il catalogo Disney+ è già pieno di tantissimi
titoli legati a
Star Wars… il mio lavoro sul personaggio è finito da un pezzo,
ma sono contento che ci siano persone che vorrebbero ancora vederne
su di lui.”
Diretto da Ron
Howard,
Solo è interpretato da Alden
Ehrenreich, Woody Harrelson, Emilia Clarke, Donald Glover, Thandie
Newton, Phoebe Waller-Bridge e Paul Bettany, insieme a
Joonas Suotamo che torna a interpretare Chewbacca.
Solo porterà il pubblico a bordo del Millennium
Falcon, in una nuova avventura incentrata sulla canaglia più amata
della galassia lontana lontana. Attraverso una serie di audaci
bravate nel profondo di un mondo criminale oscuro e pericoloso,
Han Solo fa amicizia con il suo
futuro possente copilota Chewbacca e incontra il famigerato
giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio che determinerà
il futuro di uno degli eroi più improbabili della saga di Star Wars.
Scritto da Lawrence Kasdan &
Jonathan Kasdan, il film è prodotto da Kathleen Kennedy, Allison
Shearmur e Simon Emanuel, mentre Lawrence Kasdan, Jason McGatlin,
Phil Lord e Christopher Miller sono i produttori esecutivi.
Prima di iniziare a ricoprire il
ruolo di Hank Pim all’interno del Marvel Cinematic Universe, il
premio Oscar Michael Douglas si è dedicato negli
ultimi anni a recitare in alcune commedie come Alla scoperta di
Charlie, La rivolta delle Ex e Last Vegas. Un altro
titolo a riguardo è anche Solitary Man,
racconto agrodolce di un uomo di mezz’età ricco di problematiche
relazionali alla ricerca di un po’ di equilibrio nella propria
vita. Uscito nel 2009, questo è scritto da Brian
Koppelan (noto anche per i film A testa alta e
Ocean’s Thirteen) e da lui anche diretto insieme a
David Levien.
Prodotto tra gli altri dal premio
Oscar Steven Soderbergh, il film si concentra
dunque sulle vicende di un protagonista tanto seducente quanto
incasinato, dando così vita ad una vicenda che tra commedia e buoni
sentimenti si propone di raccontare una storia in cui ognuno può
ritrovare qualcosa di sé. Pur se accolto in modo positivo dalla
critica, che ha individuato proprio nell’interpretazione di Douglas
uno dei suoi punti di forza, Solitary Man è tuttavia stato
un titolo passato ingiustamente in sordina, ottenendo un riscontro
di pubblico al di sotto delle aspettative.
A distanza di oltre un decennio è un
titolo che merita di essere riscoperto, non tanto per l’originalità
o particolari caratteristiche, quanto per la capacità di raccontare
una storia genuina facendo appassionare lo spettatore anche ad un
personaggio apparentemente sgradevole. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Solitary Man: la trama del film
Protagonista del film è Ben
Kalmen, un rivenditore di auto di successo di mezza età,
la cui vita tra famiglia e lavoro sembra procedere a meraviglia.
Dopo una visita di routine, tuttavia, il medico lo mette in guardia
sullo stato del suo cuore e lo invita a fare ulteriori analisi, ma
Ben si rifiuta e decide semplicemente di cambiare le proprie
abitudini. Dopo alcuni anni, però, la vita di Ben è drasticamente
cambiata sotto molti aspetti: l’uomo ha divorziato dalla prima
moglie Nancy, ha rapporti sessuali con donne più
giovani di lui, è diventato un bugiardo, è disoccupato, non ha un
soldo e ha rischiato addirittura di finire in prigione.
In compenso, si è fidanzato con la
giovane e benestante Jordan Karsch, grazie a cui
continua a condurre una vita nell’agio e nella ricchezza. Un
giorno, proprio Jordan chiede a Ben di accompagnare la figliastra
diciottenne Allyson a visitare la sua futura
università, la stessa che frequentò l’uomo in gioventù. Lì il
patrigno e la ragazza finiscono con il consumare un rapporto
sessuale, di cui ovviamente Jordan viene a sapere. Da quel momento
Ben viene inghiottito da una spirale di degrado sempre maggiore e
capirà di dover mettere a posto la sua vita una volta per
tutte.
Solitary Man: il cast del film e la
canzone di Johnny Cash
Come anticipato, ad interpretare il
protagonista Ben Kalmen vi è l’attore Michael
Douglas, il quale ha nuovamente dimostrato le sue doti
da interprete comico, ottenendo anche una candidatura ai Satellite
Award come miglior attore. Accanto a lui, nel ruolo della moglie
Nancy vi è Susan Sarandon,
mentre Mary Louise Parker è la sua nuova
fiamma Jordan Karsch. La giovane Allyson, invece, è interpretata
da Imogen Poots,
nota in particolare per il film 28 settimane dopo.
Nel film si ritrova poi anche Jesse
Eisenbergnel ruolo di Daniel Cheston
e Danny DeVitoin
quelli di Jimmy Marino, amico di lunga data di Ben.
Douglas e DeVito, in effetti, sono
davvero amici, tanto da essere stati anche coinquilini a New York
negli anni Sessanta. I due sono inoltre qui tornati a recitare
insieme circa 20 anni dopo La guerra dei Roses, film
di cui DeVito è anche regista. Un ultima curiosità è che questo
film condivide il titolo con una canzone di Neil
Diamond cantata da Johnny Cash all’inizio
del film. Johnny Cash era conosciuto come “l’uomo in nero”
per via della sua propensione ad indossare tutto nero. Il
personaggio di Michael Douglas trascorre la maggior parte del film
indossando proprio abiti neri e solo occasionalmente indossa
qualcosa di diverso.
Solitary Man: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Solitary Man grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di mercoledì 20ottobre alle
ore 23:00 sul canale Paramount
Channel.
Film
fantascientifico scritto e diretto da Carl Strathie,
Solis – Trappola nello spazio è incentrato sui
tentativi di sopravvivenza di un singolo uomo, lanciato a tutta
velocità verso una fine apparentemente inevitabile. Si tratta di
una premessa che non può non far pensare a film come Gravity, Sopravvissuto
– The Martian o Moon,
in cui una singola persona è costretta a confrontarsi con un
contesto quantomai ostile e letale quale è quello dello spazio o
comunque di un pianeta con condizioni ben diverse da quelle
terrestri.
Strathie, qui al suo primo
lungometraggio dopo una serie di apprezzati e premiati
cortometraggi, costruisce dunque un racconto che condensa in un’ora
e mezza azione, tensione e claustrofobia, permettendo al
protagonista di dar vita ad un vero e proprio one man show
con cui tenere lo spettatore incollato alle proprie disavventure.
Solis – Trappola nello spazio, purtroppo, non ha
goduto di un’adeguata distribuzione ed è dunque passato grossomodo
in sordina.
Ecco perché il suo passaggio
televisivo è un’ottima occasione per riscoprire questo titolo che
non mancherà di affascinare tutti gli appassionati di questo genere
di racconti e opere. In questo articolo, approfondiamo dunque
alcune delle principali curiosità relative a Solis –
Trappola nello spazio. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti
il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Solis – Trappola nello
spazio
Protagonista del film è l’astronauta
Troy Holloway, che a seguito di un incidente nello
spazio si risveglia in una capsula di salvataggio che scopre essere
alla deriva verso il Sole: l’ossigeno scarseggia e ha solo novanta
minuti prima che il calore trasformi la capsula in una trappola
incandescente. L’unica speranza di salvezza per Holloway è il
comandante Roberts, che si trova in contatto radio
con lui e sta conducendo una missione di salvataggio. Insieme,
dovranno trovare un modo per uscire da quella situazione.
Il film è essenzialmente
interpretato da un attore che compare in scena e un’attrice
presente solo a livello vocale. Nel ruolo di Troy Holloway si
ritrova Steven Ogg, conosciuto principalmente per
essere il doppiatore di Trevor Philips nel videogioco Grand
Theft Auto V e per il ruolo di Simon in The Walking Dead. A dare voce al comandante Roberts vi
è invece l’attrice Alice Lowe, nota soprattutto
per il ruolo della dottoressa Haynes in Black Mirror:
Bandersnatch.
Come finisce Solis –
Trappola nello spazio? Ecco la spiegazione del finale
Nel corso del film, mentre Roberts
tenta un salvataggio con l’Hathor 18, Holloway effettua le
riparazioni alla sua capsula, riportando però diverse ferite.
Nonostante ciò, il finestrino dell’abitacolo inizia a creparsi e
l’astronauta comincia a perdere le speranze. Esorta Roberts a
tornare indietro e a evitare quel tentativo di salvataggio per
salvare invece la sua vita e quella dei suoi compagni di
equipaggio. Lei, tuttavia, lo informa che ha ordini precisi dal
Controllo di salvare almeno un membro dell’Aten 2024 DEC, la
navicella di cui faceva parte Holloway.
Mentre la capsula si avvicina sempre
di più al Sole, Holloway continua a fare riparazioni, tra cui una
all’esterno della nave. Mentre i suoi livelli di ossigeno
diminuiscono ed è prossimo a perdere conoscenza, esorta ancora una
volta Roberts a tornare indietro a causa del rischio che entrambe
le navi corrono per la vicinanza al Sole, ma lei si rifiuta di
rinunciare. I due sono finalmente pronti per il contatto che
potrebbe salvare la vita dell’astronauta, ma è a questo punto che
Solis – Trappola nello spazio diventa ambiguo.
Holloway informa infatti il
comandante Roberts che salterà dal finestrino della capsula e le
chiede di lanciarsi verso di lui per afferarlo. L’astronauta si
tuffa dunque contro il finestrino mandandolo in frantumi e
gettandosi nello spazio aperto. Proprio in quel momento, però, i
suoi livelli di ossigeno si esauriscono e il film termina senza che
si abbia una risposta chiara su ciò che accade ad Holloway.
L’opzione più probabile è che, a prescindere da sé Roberts riesce
ad afferarlo o meno, egli muoia per mancanza d’aria.
Il trailer di Solis –
Trappola nello spazio e dove vedere il film in streaming e
in TV
È possibile fruire di Solis
– Trappola nello spazio grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili
Cinema, Google Play, Apple
TV, Prime Video e Rai Play.
Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento,
basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento
generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad
un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di martedì 25 giugno alle ore
21:20 sul canale Rai Movie.
Guarda il Trailer del nuovo film con
protagonista Checco Zalone dal titolo Sole e
catinelle, nuova commedia diretta da Gennaro Nunziante e
prodotta da Pietro
Valsecchi.Oggi è stato rilasciato
il primo trailer ufficiale del film che uscirà il 31 ottobre
2013
Trama: Se sarai promosso
con tutti dieci papà ti regala una vacanza da sogno”. È questa la
promessa che Checco fa al figlio Nicolò. Fin qui tutto bene, il
problema è che Checco, venditore di aspirapolvere in piena crisi
sia con il fatturato che con la moglie, non può permettersi di
regalare al figlio nemmeno un giorno al mare. E quando Nicolò
riceve la pagella perfetta, la promessa va mantenuta. Fortuna che a
Checco non manca l’ottimismo; partito con la speranza, delusa, di
vendere qualche aspirapolvere ai suoi parenti in Molise, si ritrova
a casa di Zoe, una ricchissima ragazza che ha un figlio proprio
dell’età di Nicolò. Nasce un’amicizia tra i due bambini e Zoe
“adotta” Checco e Nicolò e li fa entrare nel suo mondo: inviti a
party esclusivi, bagni in piscine fantastiche e ancora yacht,
cavalli, campi da golf, serate a Portofino. E naturalmente Checco
travolgerà lo stile compassato e in fondo ipocrita di questo mondo
con la sua travolgente simpatia e innocente
spregiudicatezza.
Daniele Vicari
sostiene di aver voluto realizzare “un film semplice, come
il verso della canzone da cui è tratto il titolo, come semplici
sono le esistenze di cui racconta la storia. La vita quotidiana di
milioni di persone che non hanno una vita assicurata
dall’appartenenza sociale è invece molto difficile.”
Lo fa con un bel piglio registico,
soprattutto con un sapiente uso della camera a mano, e riesce a
seguire bene le vite delle due protagoniste, aiutato sicuramente
dalla loro buona interpretazione. Isabella Ragonese ed Eva
Grieco si muovono bene con i caratteri dei loro
personaggi, apparendo naturali e spigliate e quindi credibili.
Anche Francesco montanari, nel ruolo del marito di Eli, offre una
buona prova. Cosa che purtroppo non sempre avviene per i tanti
personaggi di contorno, spesso ridotti a meri caratteri di
servizio, quando non cadono inesorabilmente nel solito
macchiettismo tipico di tanto cinema italiano. Forse è proprio la
troppa “semplicità” a portare il film in quel limbo del già visto,
o peggio, del televisivo.
In Sole Cuore
Amore Eli e Vale sono amiche da tanto tempo, vivono nello
stesso palazzo sul desolato litorale romano. Hanno fatto scelte di
vita completamente diverse. Eli è trentenne, ha un marito
disoccupato e quattro figli. Ogni giorno impiega due ore per andare
a lavorare in un bar, dove è sfruttata ed è costretta a tollerare
condizioni inumane. Non ha comunque scelta, è l’unico modo per
riuscire a sostenere la sua famiglia. Lei però ha un carattere
solare, il contatto con gli altri le piace ed è sempre carica di un
ottimismo inaspettato. Vale invece, sua coetanea, è una danzatrice,
vorrebbe fare danza come espressione, ma è costretta ad esibirsi in
discoteche e night club. A volte Vale aiuta Eli durante il
giorno, accudendo i bambini e aiutandoli a studiare. Ma l’ottimismo
e il buonumore non bastano da soli a far fronte all’immane
fatica e ai tanti problemi che ogni giorni si presentano,
cominciando oltretutto a minare la salute di Eli.
Sono storie e difficoltà di gente
comune e quindi proprio per questo Sole Cuore
Amore potrebbe attecchire su quel pubblico perennemente in
cerca di vicende difficili, dolorose, lacrimevoli, che nel buio di
una sala gli facciano pensare “Beh, meno male, c’è chi sta peggio
di me”.
È strano pensare che Sole
Cuore Amore sia di quella stessa mano ispirata e
coraggiosa che ha diretto Diaz, soprattutto quando
il folgorante testo della canzone di Valeria Rossi
arriva ( ce lo aspettavamo con timore fin dal titolo)e viene
canticchiato biecamente da due ragazzini nel bar in cui la
protagonista è strizzata come un limone.
Uno sguardo più personale, scelte
più coraggiose e una rottura di schemi ormai imposti e obsoleti
avrebbero certamente reso il film assai più interessante e avrebbe
spronato lo spettatore a riflettere sulle problematiche importanti
che sono alla base della storia e nelle intenzioni del regista.
Manca palesemente un’esigenza
espressiva e narrativa che avrebbe fatto la differenza, e tale
mancanza relega il film nel mero mestiere.
Sarà presentato alla Festa del Cinema di Roma
2016, Sole cuore amore, il nuovo
film di Daniele Vicari. Protagonisti del
film Isabella Ragonese, Eva Grieco, Francesco
Montanari, Francesco Acquaioli. Giulia Anchisi, Chiara Scalise
e con Giordano De Plano e Paola Tiziana Cruciani.
[nggallery id=2947]
Sole cuore amore
Sole cuore amore
racconta una amicizia tra due giovani donne in una
città bella e dura come Roma e il suo immenso interland. Due
donne che hanno fatto scelte molto diverse nella vita: Eli ha
quattro figli, un marito disoccupato e un lavoro difficile da
raggiungere; Vale invece è sola, è una danzatrice e performer, e
trae sostentamento dal lavoro nelle discoteche. Legate da un
affetto profondo, da una vera e propria sorellanza, le due donne
sono mondi solo apparentemente diversi, in realtà sono due facce
della stessa medaglia, ma la solidarietà reciproca non sempre basta
a lenire le difficoltà materiali della loro vita.
Guarda il video dal set dell’ultimo
film che vede protagonista Checco Zalone, dal
titolo Sole e catinelle, nuova commedia diretta da
Gennaro Nunziante e prodotta da Pietro
Valsecchi.Oggi è stato rilasciato
il primo trailer ufficiale del film che uscirà il 31 ottobre
2013.
Trama: Se sarai promosso
con tutti dieci papà ti regala una vacanza da sogno”. È questa la
promessa che Checco fa al figlio Nicolò. Fin qui tutto bene, il
problema è che Checco, venditore di aspirapolvere in piena crisi
sia con il fatturato che con la moglie, non può permettersi di
regalare al figlio nemmeno un giorno al mare. E quando Nicolò
riceve la pagella perfetta, la promessa va mantenuta. Fortuna che a
Checco non manca l’ottimismo; partito con la speranza, delusa, di
vendere qualche aspirapolvere ai suoi parenti in Molise, si ritrova
a casa di Zoe, una ricchissima ragazza che ha un figlio proprio
dell’età di Nicolò. Nasce un’amicizia tra i due bambini e Zoe
“adotta” Checco e Nicolò e li fa entrare nel suo mondo: inviti a
party esclusivi, bagni in piscine fantastiche e ancora yacht,
cavalli, campi da golf, serate a Portofino. E naturalmente Checco
travolgerà lo stile compassato e in fondo ipocrita di questo mondo
con la sua travolgente simpatia e innocente
spregiudicatezza.
E’ sempre difficilissimo superarsi,
e quando si torna alla ribalta dopo un grandissimo successo è
sempre dietro l’angolo lo spettro delle aspettative, la paura di
non farcela e di non essere all’altezza di se stessi. Così capita a
Checco Zalone, che dopo Che Bella
Giornata, stratosferico successo al botteghino
italiano (45 milioni circa, l’incasso più alto di sempre), torna
con Sole a Catinelle, una commedia
leggera, ambientata nella quotidianità della crisi economica, con
un protagonista che proprio delle crisi non vuole saperne.
“Se sarai promosso con tutti
dieci papà ti regala una vacanza da sogno”. È questa la
promessa che Checco fa al figlio Nicolò. Peccato però che papà
Checco mantiene sempre le promesse, e che Niccolò riesce
nell’impresa di guadagnare tutti 10 alla fine dell’anno. Che fare
visto che per Checco la situazione economica non è delle migliori?
L’uomo si imbarca in una avventura con il figlio scettico, ma si
imbatterà in Zoe, una ricca ereditiera che permetterà a lui e al
suo bimbo di vivere davvero la vacanza dei sogni. Immerso in uno
stile di vita a lui totalmente sconosciuto, Checco si troverà con
brio e ingenuità a fronteggiare situazioni che lo vedranno
perennemente fuori posto ma allo stesso tempo sempre vincente per
il suo innato ottimismo e la sua travolgente simpatia.
Scritto a quattro mani dal regista
Gennaro Nunziante e dal protagonista
Luca Medici, alias
Checco Zalone, Sole a Catinelle è il perfetto
continuum cinematografico delle precedenti storie
raccontate dal comico nato a Zelig. Adesso il personaggio Zalone è
padre, un uomo immerso nei guai economici fino al collo, che
nonostante tutto cerca nell’ottimismo la soluzione a tutto. I suoi
metodi servono a poco nella vita vera, ma la sua indole ingenua e
la sua simpatia gli permetteranno di aiutare, inconsapevolmente,
altre persone e di trovare infine una via d’uscita.
Nunziante dirige un film semplice,
che come unica pretesa ha quella di ricercare la risata a tutti i
costi attraverso la mimica del suo personaggio principale, noto per
la sua indole fondamentalmente razzista, omofobica e qualunquista,
che fa della parolaccia la sua arma segreta e dell’ottimismo la sua
bandiera. Nonostante le sue grandi pecche, Checco fa simpatia al
suo pubblico che però questa volta non ride, non abbastanza. Nel
pieno stile “zaloniano” il film è disseminato di canzoni, scritte
ed interpretate dallo stesso Checco, che appesantiscono la
narrazione e stancano con la reiterazione dei luoghi comuni e del
linguaggio volutamente scorretto, suo marchio di fabbrica.
La percezione a caldo, è che
Sole a Catinelle riuscirà a raggiungere
incassi di tutto rispetto, anche se probabilmente, dato il momento
storico, non batterà i celeberrimi 45 milioni; allo stesso tempo il
film ci mette davanti al mistero imperscrutabile dei gusti
cinematografici dello spettatore medio italiano.
Alla sua terza prova
da attore cinematografico con Sole a
Catinelle, Checco Zalone (alias
pubblico di Luca Medici) deve fare i conti con il
peggior nemico di sempre, se stesso, o meglio con il suo precedente
e travolgente successo, Che Bella
Giornata, film che ha portato a casa 45 milioni di
euro, l’incasso più alto della storia del cinema italiano, di tutti
i tempi.
A parlare per primo di questo
“nemico”, questo grande fantasma che grava sulle aspettative di
tutti, è stato Pietro Valsecchi, che produce, con
Taodue Film, il film diretto da Gennaro Nunziante
e interpretato da Checco Zalone.
“Eravamo preoccupati! – ha
detto Valsecchi – non è un caso se a scrivere questa storia
abbiamo impiegato due anni. Gli applausi che ho sentito poco
fa (a fine proiezione stampa, ndr.) mi fanno pensare che
vincerò una scommessa che abbiamo fatto Checco ed
io sugli incassi di Sole a catinelle. Se vinco io,
offro una bella vacanza a Checco, altrimenti lui mi paga una cena.
Sono contento anche della grande fiducia che ci hanno dimostrato
gli esercenti italiani, che hanno messo a disposizione del nostro
film più di 1200 sale. Sole a catinelle non è un
film pensato a tavolino, scritto per compiacere, è stato più
difficile degli altri due, più costoso, ma dopo la proiezione di
oggi, sento che potrò dormire sonni tranquilli“.
A fare i conti con le prenotazioni
registrate nelle ultime 24 ore nei due principali circuiti che
distribuiscono il film, The Space e UCI, sembra che Valsecchi possa
davvero dormire tranquillo: sono infatti 30.000 i biglietti già
prenotati. Ma in conferenza stampa il regista Gennaro
Nunziante non deve fare solo i conti con le lodi e gli
applausi. “Noi odiamo il buonismo – dice il regista, il
cui film è stato accusato di buonismo appunto – ma ancora di
più detestiamo il cinismo. Nella commedia il cinismo non è una
qualità: è una cagata che qualcuno ha incensato e che poi è
diventata di gran moda. Non accusateci di essere trash. Non siamo
mai stati trash, e se dite che il nostro film in alcuni momenti è
sboccato, ci rovinate. Noi non siamo volgari: per noi è volgare
tutto quello che è goffo. Ci opponiamo alla gag telefonata e alla
battuta scontata e abbiamo capito la cosa per noi più importante è
fare davvero quello che ci piace”.
A Checco invece non resta che
raccontare la genesi del progetto: “Ci piaceva l’idea che il
protagonista della vicenda fosse un padre – io lo sono diventato da
pochi mesi nella vita. Non è stato semplice arrivare a questa
storia: mica ci vengono sempre in mente delle cagate da farvi
vedere! Ci divertiva il fatto che il Checco del film fosse il
prodotto di 20 anni di berlusconismo: lui è uno che ci ha creduto,
uno a cui però vuoi bene. Il nostro atteggiamento nei suoi
confronti è bonario, non di condanna. Ci siamo concentrati sulla
crisi, anche se ci siamo andati leggeri. Il nostro personaggio
doveva far finta che non ci fosse. Volevamo un uomo completamente
refrattario alla crisi“.
L’attore, comico e cantante
continua, parlando della fruttifera collaborazione con Nunziante:
“Siamo una coppia di fatto, viviamo in appartamenti contigui e
praticamente facciamo tutto insieme, semplicemente non ci baciamo.
Ci capita di raccontarci un fatto, di riderci sopra e di costruirci
una storia. Questa l’abbiamo ambientata in tante diverse regioni
d’Italia, in luoghi uno più bello dell’altro. Quello che ho amato
di più è stato il Molise, a cui però non ho reso giustizia perché
l’ho descritto come un posto terribile. Quando il presidente della
regione mi ha detto: ‘Voglio ringraziarvi per tutto quello che
avete fatto per noi’, mi sono sentito una cacca“.
E mentre Checco
Zalone ancora non sa spiegare il motivo del suo successo e
Nunziante, pur provandoci, sembra dare risposte poco soddisfacenti
(“la ricetta della nostra commedia migliore, quella che ha
saputo pescare dalla realtà“), Valsecchi ritorna su toni seri,
abbozzando un discorso sui problemi del cinema italiano: “Il
cinema italiano è vecchio, bisogna cercare nuovi linguaggi,
dobbiamo ripettare le esigenze, i gusti e i desideri del pubblico
più giovane. Noi l’abbiamo fatto scommettendo su I soliti
idioti. Per un produttore portare un film in sala è una
responsabilità, dobbiamo incentivare le novità. Con la mia
Taodue avrei potuto riposare sugli allori, invece
mi sono da poco lanciato in una nuova avventura: un film con i
comici Pio e Amedeo in cui credo molto“. Insomma, un discorso
che più che cercare di individuare una soluzione sembra limitarsi
all’auto-celebrazione.
Sole a Catinelle, in cui troviamo
anche Aurore Erguy, Miriam Dalmazio e il piccolo
Robert Dancs, uscirà il prossimo giovedì 31
ottobre, distribuito da Medusa Film in circa 1200 copie.
L’ultimo film di Soldini, Cosa
voglio di più, è stato presentato ieri alla stampa italiana.
Presente il cast artistico (quasi) al completo, il regista e i
produttori.
Creato da Joe Simon e Jack Kirby,
il Soldato d’Inverno debuttò in Captain
America Comics (Vol. 1) nel 1941 come braccio destro di
Steve Rogers aka Captain America
durante la Golden Age. Dato per morto durante la Seconda Guerra
Mondiale, Bucky Barnes viene riportato in vita
sotto nuove vesti, diventando una spia per l’Unione Sovietica.
Ma per chi vuole saperne di più sul
personaggio, ecco 15 curiosità sul Soldato
D’Inverno che solo i veri fan dei fumetti Marvel:
Ha “evitato” un lavaggio del cervello
Nel
1942, quando Captain America guidò la sua squadra
di supereroi denominata Gli Invasori (composta da
se stesso, La torcia umana, Toro,
Namor e e Bucky), tutti furono
catturati e sottoposti al lavaggio del cervello dal Teschio
Rosso.
Tuttavia Bucky fu
l’unico che riuscì a fuggire, e sapendo che non avrebbe potuto
affrontare da solo i suoi avversari, richiamò tutti i supereroi
disponibili e chiese aiuto. Tra questi c’erano Patriot, Thin Man,
Trottola, Miss America, Red Raven, Diamante Blu e Jack Frost e
insieme formarono la Liberty Legion.
Ha rotto il cubo cosmico
Il cubo
cosmico è stato presentato nel MCU semplicemente come
Tesseract, uno degli oggetti più potenti
dell’universo e fondamentale ai fini della trama culminata in
Infinity War. Nei fumetti però (Captain
America vol. 5, #14), vediamo Bucky mentre lo
distrugge.
Successivamente
Steve Rogers, convinto che in lui ci fosse ancora
traccia del suo amico (e non solo il Soldato d’Inverno
post-lavaggio del cervello), usa il cubo per ripristinare la
memoria di Bucky, e l’idea funziona.
L’incontro con Batman
È
raro vedere personaggi Marvel e
DC insieme sulla stessa pagina, ma quando questo
succede si tratta sempre di scontri testa a testa e non di
collaborazioni.
Uno di quei rari
casi risale al 1996 con il crossover Batman/Captain
America, nelle realtà alternativa di Elseworld durante la
seconda guerra mondiale dove Batman e il suo
fedele compagno Robin incrociano la strada di
Steve e Bucky.
Solo per il gusto
di farlo, i due supereroi leader decidono di scambiare i rispettivi
compagni per un giorno, ma inspiegabilmente, Bucky muore nelle
pagine seguenti.
Suo figlio è diventato Teschio Rosso
Non
sappiamo molto del futuro di Bucky, tuttavia
nell’Universo di Terra-1610 i lettori hanno assistito a cambiamenti
piuttosto radicali sul personaggio. Come il fatto che Bucky diventi
un uomo anziano malato di cancro ai polmoni e sposato con
Gail.
Prima della sua
morte, il governo aveva deciso che sarebbe stato meglio per il
mondo non sapere che aveva un figlio, costringendo la madre ad
affidarlo ad una base militare. Questo figlio senza nome, credendo
di non poter mai essere all’altezza delle aspettative di suo padre,
decide invece di diventare un cattivo, o meglio, Teschio
Rosso.
Il suo passato con Wolverine
Nel passato di
Bucky si annovera l’incontro con
Wolverine, accaduto per la
prima volta dopo la fuga del mutante dalla Weapon X.Senza saperlo, il Soldato D’Inverno ha aiutato
Logan molte volte, senza he lui sapesse che era stato Bucky
ad uccidere sua moglie, Itsu.
Il significato delle sue armi
Da
quando è stato reintrodotto ai lettori di fumetti come
Soldato D’Inverno, Bucky ha
mostrato tutte le sue abilità nel maneggiare le armi, tra cui
pistole, granate, fucili e altri oggetti da lui
progettati.
Inoltre le sue armi
hanno sensori palmari esplosivi. il che significa che se qualcun
altro volesse provare a usarle, non ci riuscirebbe perché queste
esploderebbero immediatamente. L’impronta del loro padrone non
corrisponde…
La clausola Bucky
Raramente
la “morte” viene presa sul serio nei fumetti, dal momento che ci si
aspetta sempre che i personaggi vengano resuscitati in qualche
modo. Ma nel caso di Bucky, gli autori avevano hanno esposto la
cosiddetta “clausola” che diceva che fra tutti, solo Bucky
Barnes, Jason Todd o lo zio
Ben non sarebbero “sopravvissuti”.
Ironia della sorte,
sia Jason Todd che Bucky Barnes sono stati riportati in vita nel
2006 entrambi come assassini armati di pistola. Che lo zio Ben sia
il prossimo?
Il nuovo Captain America
Sulla scia
di Civil War, Steve Rogers è stato assassinato da Crossbones
e Sharon Carter per ordine di Teschio Rosso, mentre Bucky, furioso
con Tony Stark, ruba lo scudo di Cap per garantire
che non ci sarebbe stato nessun nuovo Captain America.
Tony poi diede a
Bucky una lettera che aveva ricevuto da Steve nel quale l’eroe
diceva che se fosse morto, Tony avrebbe dovuto prendersi cura di
Bucky e assicurarsi che il lignaggio di Captain America
continuasse.
Perché ha smesso di essere Captain America?
Nelle vesti del nuovo Captain America, le cose stanno andando
bene per Bucky, che nel frattempo ha guadagnato
l’approvazione del pubblico e si è unito ai Vendicatori. Tutto
cambia quando viene processato per i crimini commessi come Soldato
d’Inverno.
Dichiarato non
colpevole da un tribunale americano, viene poi accusato dai
tribunali russi di crimini contro lo stato e mandato in prigione.
successivamente però Vedova Nera lo fa uscire di
prigione e lo riporta in America, ma Bucky decide di smettere i
panni di Captain America.
Infinity Formula
Dopo aver lasciato l’identità di Captain America Bucky decide
di riprendere il ruolo durante la trama di “Fear Itself”, dove
incontra Sinthea “Sin” Schmidt, meglio conosciuta
come Skadi (la figlia del Teschio
Rosso).
Dopo esser stato
ucciso, Bucky viene riportato in vita grazie all’iniezione di una
dose di Infinity Formula, un farmaco sperimentale
creato dallo S.H.I.E.L.D. per rallentare il processo di
invecchiamento.
Il guardiano della Terra
Durante la
trama di “Original Sin”, Bucky viene incaricato di indagare sulla
morte di Uatu the Watcher, quindi viene inviato
nello spazio con Gamora e Moon
Knight per scoprire più possibile.
Successivamente
Bucky torna sulla Terra e scopre che Nick Fury è
stato segretamente nominato guardiano della terra dopo aver ucciso
Uatu per autodifesa. Nelle pagine seguenti è invece Bucky a
prendere il posto di Fury.
Non è stato “l’unico”
Pochi lo
sanno, ma Bucky non è stato solo il nome di James
Buchanan Barnes, ma è anche uno pseudonimo trasmesso a persone
diverse (un po’ come Robin).
Il primo sostituto
fu Fred Davis, quando lui e William Naslund furono nominati nuovi
Captain America e Bucky dal presidente Truman, poi ci furono Jack
Monroe, Rick Jones e Rikki Barnes, una Bucky-donna proveniente da
un universo alternativo come Julia Winters.
L’origine del suo nome
Bucky fu
creato da Joe Simon nel 1940 quando negli schizzi
su Captain America incluse un aiutante di nome Bucky. Ma perché lo
ha chiamato così? Secondo Simon, Bucky prende il nome da un
giocatore di pallacanestro e suo amico d’infanzia ai tempi del
liceo.
Cosa pensa di lui Stan Lee?
Stan Lee non ha mai nascosto una certa
perplessità riguardo alcuni personaggi di secondo piano, in special
modo riguardo gli aiutanti adolescenti degli eroi.
Lee pensava che
fosse irresponsabile da parte dell’eroe mettere in pericolo la vita
di un ragazzo permettendogli di accompagnarli in pericolose
missioni. Molti dunque ritengono che sia questa la ragione
dell’espulsione di Bucky dall’universo Marvel.
Perché è tornato?
Quando
Bucky è scomparso per la prima volta dai fumetti, non è stato a
causa di una morte ma di un’eliminazione ingiustificata dal canone
Marvel.
Come fan di Bucky,
Ed Brubaker pensò che la Marvel avesse fatto un grave errore
e nella sua fan fiction immaginò Bucky mentre era stato catturato
dai sovietici. Oggi Brubaker scrive storie per la Marvel Comics.
Come riportato da Variety, la Disney
sta lavorando per portare sulla sua piattaforma streaming una serie
tv dedicata ai personaggi del Soldato d’Inverno e
Falcon. Malcolm Spellman,
produttore e sceneggiatore di Empire, è stato
incaricato di scrivere il progetto. I due supereroi sono ormai
figure ricorrenti nel MCU, dove sono apparsi in diversi
film del franchise di Captain America e Avengers (e sono attesi il
prossimo anno in Avengers 4).
Poche settimane fa sempre Variety
aveva diffuso la notizia secondo cui
anche Loki e Scarlet
Witch saranno protagonisti di due titoli
standalone che andranno a comporre il palinsesto del nuovo
servizio streaming in arrivo nel 2019. Si tratterebbe di miniserie
da sei o otto episodi dedicate ai supereroi già apparsi negli
adattamenti cinematografici nelle quali torneranno gli attori che
li hanno interpretati sul grande schermo (in questo
caso Tom Hiddleston, Elizabeth
Olsen, Sebastian Stan e Anthony Mackie).
Sebbene non sia ancora arrivato un
commento ufficiale da parte di Disney e Marvel, Kevin
Feige dovrebbe ricoprire lo stesso ruolo di
produttore e supervisore.
Vi
ricordiamo che la piattaforma streaming Disney ha già confermato
nel suo catalogo una serie inedita su Star
Wars ideata da Jon Favreau,
un’altra basata sui film di High School
Musical e il live action di Lilli e il
Vagabondo.
Nel 2015 con Sicario il celebre
regista canadese Denis Villeneuve ha raccontato al
cinema la complessa situazione della frontiera americana, come
anche i giochi di potere che vigilano a loro modo su di essa.
Quello a cui ha dato vita, insieme al celebre sceneggiatore
Taylor Sheridan, è un vero e proprio universo
narrativo da poter facilmente espandere per raccontare punti di
vista diversi sulla vicenda. Così, nel 2018, è arrivato in sala il
sequel intitolato Soldato (qui la recensione), nuovamente
scritto da Sheridan, ma che, come regista, presenta ora l’italiano
Stefano Sollima. Questi, celebre per aver lavora a
titoli come Romanzo criminale, Suburra e Gomorra – La
serie, si è da subito imposto come la scelta più sensata per
dirigere il film.
Questo nuovo film va dunque ad
esplorare una nuova vicenda al confine tra Stati Uniti e Messico,
riproponendo e approfondendo alcuni dei personaggi già visti in
Sicario. Nonostante questi elementi in comune,
Soldado è però un sequel che risulta allo stesso tempo
anche un film a sé. La storia qui raccontata risulta infatti
fruibile anche senza aver visto il precedente film. Molti degli
elementi presenti in quello, inoltre, sono qui riproposti con
maggior brutalità, esaltando al massimo la pericolosità del
contesto in cui si muovono i personaggi, non lontano da quanto
realmente avviene in questi territori di confine.
Costruendo un film visivamente e
strutturalmente diverso da Sicario, Sollima ripropone
l’odierna complessità di distinguere tra buoni e cattivi. In un
mondo privo di morale, il confine tra questi è precario come lo è
quello tra i due Stati confinanti. Un film da non perdere dunque,
che offre tanto intrattenimento quanto più profonde riflessioni.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e al suo
sequel. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Soldado: la trama del
film
Nella guerra alla droga non ci sono
regole. La lotta della CIA al narcotraffico fra Messico e Stati
Uniti si è inasprita da quando i cartelli della droga hanno
iniziato a infiltrare terroristi oltre il confine americano. Per
combattere i narcos l’agente federale Matt Graver
dovrà assoldare il misterioso e impenetrabile
Alejandro, la cui famiglia è stata sterminata da
un boss del cartello. Il sicario scatenerà una vera e propria
incontrollabile guerra tra bande, in una missione che lo
coinvolgerà in modo molto personale. Si trova infatti a
rapire Isabela Reyes, la figlia di un boss
per scatenare il conflitto. Quando la ragazza viene considerata un
danno collaterale, Alejandro si troverà però a dover compiere
scelte difficili, che evidenzieranno tutta la fragilità delle sue
operazioni.
Soldado: il cast del film
Come per il precedente film, il
personaggio di Alejandro è interpretato dall’attore premio Oscar
Benicio del
Toro. È lui ora il vero protagonista di questa
vicenda, ma ciò non ha modificato l’approccio di del Toro alla
parte. Anche per Soldado, infatti, egli ha richiesto che
il suo personaggio fosse quanto più silenzioso possibile. La
presenza di poche sue battute ha infatti permesso di rendere
ulteriormente misteriosa e controversa la sua figura. Josh Brolin,
invece, riprende il ruolo dell’agente Matt Graver, per il quale si
è come suo solito preparato attraverso un lungo addestramento
fisico. Ciò gli ha permesso di poter interpretare personalmente
anche le scene più complesse, come quelle delle sparatorie.
La giovane Isabela Moner,
celebre per la serie di Nickelodeon 100 cose da fare prima del
liceo, interpreta qui Isabela Reyes, la ragazza rapita da
Alejandro. Per il ruolo, l’attrice si è dovuta tagliare
notevolmente i capelli. Nel farlo, ha realizzato un video per
YouTube a riguardo, donando poi in beneficenza la propria chioma.
Altro nuovo personaggio è quello di Cynthia Foards, superiore di
Matt alla CIA, ed interpretata dalla nota Catherine
Keener. Matthew Modine, celebre per
essere stato il soldato Joker in Full Metal Jacket, è
invece il segretario della difesa James Riley. Sono poi presenti
gli attori Shea Whigham nei panni di Andy
Wheeldon, capo di un gruppo di militari, e David
Castañeda, celebre per The Umbrella Academy, qui presente
nei panni di Hector.
Il sequel di Soldado, il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Come Sicario, anche
Soldado sembra portare a compimento la storia raccontata.
Eppure, vi sono ancora diversi aspetti dei personaggi da
raccontare, come anche ulteriori punti di vista sul tema.
L’intenzione dei produttori sembra infatti essere quella di
realizzare una vera e propria trilogia sulla contemporanea
frontiera americana. In concomitanza con l’uscita di questo primo
sequel, dunque, ha preso vita anche lo sviluppo del terzo capitolo.
Attualmente intitolato Sicario: Capos. Tuttavia, non si
hanno ancora informazioni sulla trama, né è stato annunciato quali
degli attori dei precedenti film riprenderanno i loro ruoli. Nel
2021, però, è stato confermato che il progetto è ancora in fase di
sviluppo.
In attesa di poter vedere questo
sequel, è possibile fruire di Soldado
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Apple iTunes, Tim
Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 28marzo alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
La 01
Distribution ha diffuso il trailer italiano ufficiale
di Soldado,
il film diretto da Stefano Sollima e sequel di
Sicario di Denis Villeneuve.
Sinossi: La lotta al narcotraffico
fra Stati Uniti e Messico si è inasprita da quando i cartelli hanno
iniziato a trasportare terroristi attraverso il confine americano.
Per combattere questa guerra, l’agente federale Matt Graver
(Josh Brolin) dovrà unire le forze con il
misterioso e impenetrabile Alejandro (Benicio Del
Toro).
Soldado
è diretto da Stefano Sollima, su una sceneggiatura
di Taylor
Sheridan (Sicario) e vede nel
cast Benicio Del Toro, Josh Brolin, Isabela
Moner, Jeffrey Donovan, Manuel Garcia-Rulfo e
Catherine Keener.
Soldado, la recensione del film
di Stefano Sollima
Nonostante sia confermato che
in Soldado,
sequel di Sicario di Denis
Villeneuve la cui direzione è stata affidanta
all’italiano Stefano Sollima, sarà
assente Emily Blunt, la sceneggiatrice del
film Taylor Sheridan è voluta tornare
sull’argomento, rendendo noto che ha ritenuto concluso nel primo
film l’arco narrativo dell’agente Kate Macer.
Ecco quanto rivelato
da Sheridan: “Guardate cosa ha dovuto
attraversare. È stato un ruolo difficile. Prima ho scritto il
personaggio e poi l’ho usato come surrogato per il pubblico. L’ho
resa completamente passiva contro la propria volontà in modo che il
pubblico si sentisse impotente come accade a parte delle forze
dell’ordine. L’ho condotta all’inferno e l’ho tradita alla
fine. È stata un’avventura ardua per il personaggio e per
Emily. Quel personaggio ha avuto la sua storia.”
In SoldadoBenicio
Del Toro e Josh Brolin torneranno a
interpretare rispettivamenteAlejandro
Gillick e Matt Graver, mentre la new
entry Catherine Keener interpreterà
il superiore dell’agente della CIA incarnato da Brolin.
Insieme dovranno affrontare il rischio che i tunnel usati per il
trasporto della droga siano utilizzati anche da potenziali
terroristi per introdursi negli Stati Uniti.
Soldado, la recensione del film
di Stefano Sollima
C’è davvero tutto, dalle musiche ai
colori, fino ad arrivare alla violenza esplicita del primo film,
nel trailer ufficiale di Soldado,
appena rilasciato online.
Sequel diretto di Soldado(pellicola
firmata da Denis Villeneuve e uscita nelle sale
nel 2015 dopo il passaggio al Festival
di Cannes), Soldado è stato sceneggiato da
Taylor Sheridan (Hell or high water, Wind
River) e vede nel cast Benicio Del Toro e
Josh Brolin. I due attori riprenderanno i
rispettivi ruoli di Sicario, ovvero il narcotrafficante
pentito Alejandro e l’agente speciale anti droga Matt Graver.
La regia del film è del nostro
Stefano Sollima (Suburra, Gomorra – La serie).
Proprio Sheridan, intervistato
qualche mese fa, aveva parlato del film come “Qualcosa di
totalmente differente da Sicario, tanto da farlo sembrare una
commedia a confronto”.
In attesa che il suo folgorante
script possa nuovamente essere trasposto sul grande schermo, questa
volta nientemeno che dal regista italiano Stefano
Sollima, lo sceneggiatore Taylor Sheridanha partecipato
a una recente intervista per Collider durante
il Sundance Film Festival 2017, rivelando
alcune succose indiscrezioni riguardo alla trama dell’atteso
Soldado e
confessando di aver elaborato il nuovo script del sequel di
Sicario in una condizione di assoluta libertà
creativa e senza molte delle restrizioni politiche presenti nel
capitolo precedente.
Annunciando fin da subito
l’intenzione di incentrare le vicende
di Soldado sui personaggi del
killer Alejandro e del
contractor Matt Graver interpreti nuovamente
da Benicio del Toroe Josh
Brolin– e confermando che, com
molta probità, Emily Blunt non avrà modo di
tornare in questo sequel – Taylor Sheridan è sceso in profondità nella
trama del film, affermando che “uno dei produttori mi ha chiamato e i ha chiesto come
avrebbe dovuto essere strutturato secondo me un ideale sequel
di Sicario. Quando mi ha proposto
quest’idea ci ho riflettuto a lungo e in un primo momento mi sono
detto che, pur piacendomi, non ritenevo possibile realizzare un
sequel del film. Ma improvvisamente mi è venuta un’idea geniale,
cioè ho pensato che sarebbe stato
interessantissimo vedere quello che sarebbe potuto
succedere se questo gruppo di contractor non avessero
avuto un accompagnatore al loro seguito. Nel film precedente i
protagonisti agivano all’interno della giurisdizione degli Stati
Uniti sfruttando alcune leggi “limite” che gli permettevano di
operare sul filo della legalità. Ma cosa sarebbe successo se
non fossero stati negli Stati Uniti e non avessero avuto
un accompagnatore? Come avrebbero potuto lavorare fuori dai
confini? Direi che se Sicario è un film sulla
militarizzazione della polizia, Soldado rappresenta
la rimozione della polizia e della legge dall’azione
militare“.
Intervenuto
al Sundance Film Festival 2017 per presentare
Wind River, la sua ultima fatica da
sceneggiatore ed esordio da regista, Taylor
Sheridan è sicuramente debitore del successo del suo
script per Sicario, il quale gli ha permesso
di poter prestare la propria penna a un altro piccolo grande
capolavoro della passata stagione come Hell or High Water(che gli è
valso anche una candidatura agli Academy Award
2017) e ora di prendere in mano le redini di questo
complesso progetto di scrittura che è Soldado.
Taylor
Sheridanha già messo
abbondantemente le mani avanti, dichiarandosi ben disposto a
prendere parte a un ipotetico terzo capitolo di quello che potrebbe
definirsi ora un autentico “Sicario franchise“,
affermano che “so esattamente che cosa
dovrebbe essere se mai lo facessero. So per certo come
dovrebbe essere realizzato!“.
Benicio Del
Toro e Josh Brolin,
protagonisti del primo film, torneranno entrambi in Soldado.
Al momento, invece, è incerto il ritorno di Emily Blunt. La
sceneggiatura del film porterà nuovamente la firma
di Taylor Sheridan (Sons of
Anarchy), già autore dello script del primo film.
Stefano Sollima è noto soprattutto
per aver diretto serie televisive di successo
come Gomorra La
serie e Romanzo criminale La
serie. Si tratta della prima produzione hollywoodiana che
vedrà coinvolto il regista romano.
Soldado, la recensione del film
di Stefano Sollima
Di seguito la trama
di Sicario:
In una zona di confine tra Stati
Uniti e Messico, dove la legge non conta, Kate (Emily Blunt) è
un’agente dell’FBI
giovane e idealista, arruolata dal funzionario di una task force
governativa per la lotta alla droga (Josh Brolin) per compiere una
missione speciale. Sotto la guida di un ambiguo e impenetrabile
consulente (Benicio Del Toro) la squadra parte per un viaggio
clandestino, costringendo Kate a mettere in discussione tutto ciò
in cui crede per riuscire a sopravvivere.
Dopo il successo di
A.C.A.B., Gomorra – la serie e Suburra, Stefano
Sollima vola negli States firmando il suo primo e
attesissimo lavoro oltre Oceano: Soldado.
L’ intenso e serrato
action-thriller che vede protagonisti due antieroi che rischiano la
vita nello spietato mondo di frontiera del mercato della droga e
della politica estera americana, ha aperto negli Stati Uniti
incassando oltre 19 milioni di dollari, balzando così subito sul
podio del Box Office, alle spalle dei colossi Jurassic World – Il
Regno Distrutto e Gli Incredibili 2.
Soldado
primo incasso fra le nuove uscite del weekend negli USA, vede di
nuovo insieme il premio Oscar Benicio Del Toro,
nel ruolo di Alejandro, il misterioso procuratore diventato killer,
e Josh Brolin, in quello dell’agente della CIA
Matt Graver, impegnati a combattere contro i cartelli della
droga.
Nella guerra alla droga non ci sono
regole. La lotta della CIA al narcotraffico fra Messico e Stati
Uniti si è inasprita da quando i cartelli della droga hanno
iniziato a infiltrare terroristi oltre il confine americano. Per
combattere i narcos l’agente federale Matt Graver (Josh
Brolin) dovrà assoldare il misterioso e impenetrabile
Alejandro (Benicio Del Toro), la cui famiglia è
stata sterminata da un boss del cartello. Alejandro scatenerà una
vera e propria, incontrollabile guerra tra bande in una missione
che lo coinvolgerà in modo molto personale.
Soldado, la recensione del film
di Stefano Sollima