La
seconda stagione di Tutto chiede salvezza, prodotta da
Picomedia e diretta da Francesco
Bruni, si mostra nelle prime immagini video, in attesa di
debuttare su Netflix
il prossimo 26 settembre. I personaggi incontrati, conosciuti e
amati nella prima stagione stanno per tornare; a loro si aggiungono
nuovi compagni di viaggio e di vita dentro e fuori le mura della
clinica Villa San Francesco.
Nei 5 episodi della
seconda stagione, un cammino lungo 5 settimane in cui i
protagonisti si troveranno a dover affrontare nuove sfide, ad
intrecciare nuove relazioni, a fare i conti con il proprio
passato, a vivere al meglio il presente e a prepararsi per il
futuro.
I primi due episodi
saranno proiettati in anteprima a Milano a Fuoricinema 2024 l’8
settembre. La proiezione sarà preceduta da un talk con il regista e
autore Francesco Bruni, l’autore Daniele
Mencarelli, e i protagonisti Federico Cesari,
Fotinì Peluso e Drusilla Foer.
Scritta da
Francesco Bruni, Daniele Mencarelli e Daniela
Gambaro, la seconda stagione vede grandi new entry nel
cast come Drusilla Foer (Matilde),
Valentina Romani (Angelica), Vittorio
Viviani (Armando), Samuel Di Napoli
(Rachid) e Marco Todisco (Paolo). Torna l’amato cast della prima
stagione con Federico Cesari (Daniele), Fotinì Peluso (Nina),
Andrea Pennacchi (Mario), Vincenzo Crea(Gianluca), Lorenzo Renzi
(Giorgio), Vincenzo Nemolato (Madonnina) e Alessandro Pacioni
(Alessandro), che nella prima stagione condividevano la stanza nel
reparto di psichiatria insieme a Daniele. Ricky Memphis (Pino),
Bianca Nappi (Rossana) e Flaure BB Kabore(Alessia) tornano nei
ruoli dell’infermiere e delle infermiere del reparto, mentre
Filippo Nigro (Dott. Mancino) e Raffaella Lebboroni(Dott.ssa
Cimaroli) in quelli dei medici della clinica. Lorenza Indovina
(Anna), Michele La Ginestra (Angelo), Arianna Mattioli (Antonella),
Giacomo Mattia (Giovanni), madre, padre, sorella e fratello di
Daniele. Carolina Crescentini (Giorgia) è la mamma di Nina.
La trama della seconda stagione di Tutto chiede
salvezza
Sono trascorsi due anni
da quando abbiamo lasciato Daniele e la nave dei pazzi. Molte cose
sono cambiate: Daniele e Nina sono diventati i genitori della
piccola Maria e poco dopo la sua nascita si sono allontanati. Li
ritroviamo che si contendono l’affidamento della bambina con il
supporto delle rispettive e diversissime famiglie. Daniele, dopo
l’intensa esperienza vissuta durante la settimana di TSO, ha scelto
di diventare infermiere e, grazie all’intervento della dottoressa
Cimaroli, sta per entrare come tirocinante nell’ospedale in cui era
stato ricoverato. Ha cinque settimane per dimostrare al giudice che
quello può diventare un impiego stabile, accreditandosi come un
genitore affidabile. In questa nuova veste, Daniele conosce i nuovi
pazienti della camerata, che lo costringono a riflettere sul suo
eccesso di empatia verso il dolore degli altri e che rischiano di
farlo deragliare di nuovo.
Netflix rilascia oggi il
trailer di Tutto
chiede salvezza. La serie in 7 episodi, liberamente
tratta dall’omonimo romanzo autobiografico di Daniele Mencarelli,
vincitore del Premio Strega Giovani 2020, sarà disponibile su
Netflix, in tutti i Paesi in cui il servizio è
attivo, dal 14 ottobre 2022.
Federico
Cesari è il protagonista Daniele, a cui si affiancano
anche Andrea Pennacchi (Mario), Vincenzo
Crea (Gianluca), Lorenzo Renzi (Giorgio),
Vincenzo Nemolato (Madonnina) e Alessandro
Pacioni (Alessandro), che interpretano i suoi compagni di
stanza, nel reparto di psichiatria. Fotinì Peluso
(Nina) interpreta una compagna che Daniele aveva conosciuto al
liceo e che ritrova in reparto. Ricky Memphis (Pino), Bianca Nappi (Rossana) e
Flaure BB Kabore (Alessia) interpretano gli infermieri, mentre
Filippo Nigro (Dott. Mancino) e Raffaella
Lebboroni (Dott.ssa Cimaroli) i medici della clinica. Lorenza
Indovina (Anna), Michele La Ginestra (Angelo), Arianna Mattioli
(Antonella), madre, padre e sorella di Daniele. Carolina Crescentini (Giorgia) è la mamma di
Nina. Alla regia Francesco Bruni che ha anche
scritto la serie insieme a Daniele Mencarelli, Daniela Gambaro e
Francesco Cenni. La serie è prodotta da Picomedia.
Alla regia Francesco
Bruni che ha anche scritto la serie insieme a Daniele Mencarelli,
Daniela Gambaro e Francesco Cenni. La serie è prodotta da
Picomedia. Le immagini del trailer di Tutto
chiede salvezza scorrono sulle note del brano dei
Måneskin Vent’anni, che tornerà anche in una puntata della
serie.
Francesco Bruni firma le
sette puntate della
nuova serie italiana che esce dal 14 ottobre in esclusiva su
Netflix. Tutto chiede
salvezza è il titolo, ed è la libera trasposizione del
romanzo di Daniele Mencarelli, grazie al quale nel
2020 è stato vincitore del Premio Strega Giovani.
La storia parla di
Daniele (Federico Cesari) che si ritrova
improvvisamente legato sul lettino di un ospedale accanto a gente
ben poco raccomandabile (Vincenzo Nemolato e
Vincenzo Crea), inizia a dimenarsi ma gli serve a
ben poco. Viene accolto dalla rudezza dell’infermiere Pino (Ricky
Memphis) che gli dice solo che ha ricevuto un trattamento sanitario
obbligatorio. E tanto basta.
Sette sono le puntate di
Tutto chiede salvezza, come i giorni che
Daniele passerà in TSO. Lui non ricorda nulla, è disperato, è
rinchiuso – letteralmente – in una gabbia di matti e i suoi
familiari si negano al telefono. Lentamente inizierà un percorso,
sarà inevitabile e forzato – chiaramente – ma da lì si aprirà una
strada inaspettata che lo porterà dentro le caverne inesplorate
dentro di sé, ma dalle quali scoprirà nuovi fasci di luce che nella
sua vita ordinaria non avrebbe mai scoperto.
È dolce e cadenzato lo
stile delle prime due puntate, si avanza con calma verso il terrore
della contenzione, scendendo sempre più giù, nella disperazione di
dover stare con se stessi, con quelle parti ancora sconosciute. Ma
Francesco Bruni, che ha anche scritto la
sceneggiatura (insieme all’autore del romanzo, a Daniela
Gambaro e a Francesco Cenni), riesce a
risalire subito verso la leggerezza, appena l’aspetto drammatico
inizia a diventare poco sostenibile. Così facendo si è
progressivamente accompagnati nella storia e nella mente di
Daniele, senza un impatto traumatico con l’impotenza davanti a una
malattia apparentemente invisibile. Al contrario, grazie alle
continue note ironiche di sottofondo, l’andamento delle scene è
sempre modulato, e fa affezionare con facilità sia al protagonista
che agli adorabili comprimari (Andrea Pennacchi, Lorenzo
Renzi, Bianca Nappi, Flaure BB Kabore).
Tutto chiede salvezza, la serie
Netflix
Tutto chiede
salvezza è dunque la parabola di una vita e, in tal senso, è
perfetta la coincidenza del numero di puntate con i giorni di cura
del ragazzo. Come per la creazione nel libro della Genesi, e così
per la struttura del viaggio dell’eroe, Daniele arriva informe,
immerso nel caos e nel buio dello scoprirsi sconosciuto a se
stesso, per poi ritrovare una forma e una compiutezza,
nell’incessante scambio con i suoi compagni di stanza e Nina
(Fotinì Peluso). Già, perché non c’è salvezza –
evidentemente – senza amore.
La resa cinematografica
della storia della rinascita del protagonista, mette in scena i
movimenti necessari che sfuggono alla routine quotidiana:
l’interdipendenza naturale tra l’individuo e la collettività. Non
c’è l’uno senza l’altra. Non è possibile inserirsi in contesto
sociale innescando dinamiche sane, quando non si ha la piena
coscienza e stima di sé.
Ma, fortunatamente, la
serie riesce a parlare di tutto restando a debita distanza dalla
pesantezza. In tal senso gli attori hanno un effetto centrale con
l’interpretazione dei ruoli affidatigli. Chi, probabilmente,
subisce di più la fatica del dover assemblare una maggior quantità
di aspetti contraddittori è Federico Cesari. Il suo Daniele è uno
scanzonato romanaccio, ma al contempo un animo sensibile,
grezzo, aggressivo ma impaurito. Una prova attoriale complessa che
talvolta non fa gettare il ragazzo fino in fondo alle viscere del
personaggio.
Ad ogni modo importa
poco. A chiedere la salvezza è ognuno dei personaggi raccontati
nella serie: un microcosmo che svela la trasparenza della verità
che chiunque si porta dietro. Non è possibile sfuggire (d)a se
stessi, e meno male che è così. Questa storia mette in scena
quanto, a volte, è dalla situazione più maledetta che si rinasce
davvero. Dopotutto: “dai diamanti non nasce niente, dal letame
nascono i fior”.
Netflix annuncia l’arrivo di Tutto
chiede salvezza. La serie in 7 episodi, liberamente tratta
dall’omonimo romanzo autobiografico di Daniele Mencarelli,
vincitore del Premio Strega Giovani 2020.
Tutto chiede
salvezza: quando esce e dove vederla in streaming
Tutto chiede salvezza
sarà disponibile dal 14 ottobre 2022 su Netflix.
Tutto chiede
salvezza: trama e cast
Finire per sette giorni
sotto regime di TSO vuol dire essere pazzi? È quello che si chiede
Daniele, un ventenne con un eccesso di sensibilità, che dopo una
crisi psicotica si risveglia nella camerata di un reparto
psichiatrico, assieme a cinque improbabili compagni di stanza con
cui pensa di non avere niente in comune, pressato dai medici che
gli vogliono frugare nel cervello, e accudito da infermieri che gli
sembrano cinici e disinteressati.
Ma sette giorni sono
lunghi, e quella che all’inizio gli sembrava una condanna pian
piano si trasforma in una delle esperienze più intense e formative
della sua vita. Una dramedy delle esistenze che recupera la radice
della nostra migliore commedia amara, riletta in chiave
contemporanea, come in un grido d’aiuto, straziante ma pieno di
speranza, da parte delle nuove generazioni e del loro enigmatico
disagio di vivere.
Federico
Cesari è il protagonista Daniele, a cui si affiancano
anche Andrea Pennacchi (Mario), Vincenzo
Crea (Gianluca), Lorenzo Renzi (Giorgio),
Vincenzo Nemolato (Madonnina) e Alessandro
Pacioni (Alessandro), che interpretano i suoi compagni di
stanza, nel reparto di psichiatria. Fotinì Peluso
(Nina) interpreta una compagna che Daniele aveva conosciuto al
liceo e che ritrova in reparto. Ricky Memphis (Pino), Bianca Nappi (Rossana) e
Flaure BB Kabore (Alessia) interpretano gli infermieri, mentre
Filippo Nigro (Dott. Mancino) e Raffaella
Lebboroni (Dott.ssa Cimaroli) i medici della clinica. Lorenza
Indovina (Anna), Michele La Ginestra (Angelo), Arianna Mattioli
(Antonella), madre, padre e sorella di Daniele. Carolina Crescentini (Giorgia) è la mamma di
Nina. Alla regia Francesco Bruni che ha anche
scritto la serie insieme a Daniele Mencarelli, Daniela Gambaro e
Francesco Cenni. La serie è prodotta da Picomedia.
Tutto chiede salvezza:
trailer
Le immagini del trailer
scorrono sulle note del brano dei Måneskin Vent’anni, che tornerà
anche in una puntata della serie.
Netflix annuncia l’inizio delle riprese della seconda
stagione di Tutto chiede salvezza, la serie prodotta da
Picomedia e diretta da Francesco Bruni, con
protagonisti
Federico Cesari (Daniele) e
Fotinì Peluso (Nina). Grandi new entry come
Drusilla Foer (Matilde), Valentina Romani (Angelica), Vittorio
Viviani (Armando), a cui si aggiungono Samuel Di
Napoli (Rachid) e Marco Todisco
(Paolo).
Dopo il successo della
prima stagione, liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Daniele
Mencarelli, questa seconda stagione, in 5 episodi, offrirà un
seguito inedito al romanzo, continuando a seguire le vite dei
personaggi già conosciuti che si intrecceranno a quelle dei nuovi,
tra il reparto di psichiatria e il mondo esterno.
Scritta da
Francesco Bruni, Daniele Mencarelli e
Daniela Gambaro, la serie vedrà il ritorno nel
cast, oltre che di
Federico Cesari (Daniele) e
Fotinì Peluso (Nina), anche di Andrea
Pennacchi (Mario), Vincenzo Crea
(Gianluca), Lorenzo Renzi (Giorgio),
Vincenzo Nemolato (Madonnina) e Alessandro
Pacioni (Alessandro), che nella prima stagione
condividevano la stanza nel reparto di psichiatria insieme a
Daniele. Ricky Memphis (Pino), Bianca
Nappi (Rossana) e Flaure BB Kabore
(Alessia) tornano nei ruoli dell’infermiere e delle infermiere del
reparto, mentre Filippo Nigro (Dott. Mancino) e
Raffaella Lebboroni (Dott.ssa Cimaroli) in quelli
dei medici della clinica. Lorenza Indovina (Anna), Michele
La Ginestra (Angelo), Arianna Mattioli
(Antonella), Giacomo Mattia (Giovanni), madre,
padre, sorella e fratello di Daniele. Carolina
Crescentini (Giorgia) è la mamma di Nina.
La nave dei pazzi è pronta
a mollare gli ormeggi e a riprendere il suo viaggio. Dal 26
settembre la
seconda stagione di Tutto chiede salvezza, prodotta da Picomedia e
diretta da Francesco Bruni, sarà disponibile, solo
su Netflix.
5 episodi, ciascuno per
ogni settimana in cui si sviluppa il racconto. 5 settimane, quindi,
in cui Daniele (Federico
Cesari) dovrà dimostrare di aver ripreso in mano la
sua vita e di poter essere un buon padre per la piccola Maria, la
bambina nata dalla relazione con Nina (Fotinì
Peluso). 5 settimane durante le quali le vite dei
personaggi già conosciuti si intrecceranno a quelle dei nuovi, tra
il reparto di psichiatria e il mondo esterno.
La proiezione in anteprima
del primo episodio sarà al centro della giornata inaugurale della
54ª edizione del Giffoni Film Festival, il prossimo 19 luglio.
Scritta da
Francesco Bruni, Daniele Mencarelli e
Daniela Gambaro, la serie vedrà il ritorno nel
cast, oltre che di
Federico Cesari (Daniele) e
Fotinì Peluso (Nina), anche di Andrea
Pennacchi (Mario), Vincenzo Crea
(Gianluca), Lorenzo Renzi (Giorgio),
Vincenzo Nemolato (Madonnina) e Alessandro
Pacioni (Alessandro), che nella prima stagione
condividevano la stanza nel reparto di psichiatria insieme a
Daniele. Ricky Memphis (Pino), Bianca
Nappi (Rossana) e Flaure BB Kabore
(Alessia) tornano nei ruoli dell’infermiere e delle infermiere del
reparto, mentre Filippo Nigro (Dott. Mancino) e
Raffaella Lebboroni (Dott.ssa Cimaroli) in quelli
dei medici della clinica. Lorenza Indovina (Anna), Michele
La Ginestra (Angelo), Arianna Mattioli
(Antonella), Giacomo Mattia (Giovanni), madre,
padre, sorella e fratello di Daniele. Carolina
Crescentini (Giorgia) è la mamma di Nina.
Sono trascorsi due anni da
quando abbiamo lasciato Daniele e la nave dei pazzi. Molte cose
sono cambiate: Daniele e Nina sono diventati i genitori della
piccola Maria e poco dopo la sua nascita si sono allontanati. Li
ritroviamo che si contendono l’affidamento della bambina con il
supporto delle rispettive e diversissime famiglie. Daniele, dopo
l’intensa esperienza vissuta durante la settimana di TSO, ha scelto
di diventare infermiere e, grazie all’intervento della dottoressa
Cimaroli, sta per entrare come tirocinante nell’ospedale in cui era
stato ricoverato. Ha cinque settimane per dimostrare al giudice che
quello può diventare un impiego stabile, accreditandosi come un
genitore affidabile. In questa nuova veste, Daniele conosce i nuovi
pazienti della camerata, che lo costringono a riflettere sul suo
eccesso di empatia verso il dolore degli altri e che rischiano di
farlo deragliare di nuovo.
Tutto chiede
salvezza è la
nuova serie originale italiana targata
Netflix che si potrà vedere solo sulla piattaforma a partire
dal 14 ottobre. Diretta da Francesco Bruni e sviluppata su sette
puntate, è liberamente tratta dal romanzo omonimo di Daniele
Mencarelli, per il quale lo scrittore ha vinto il Premio Strega
Giovani nel 2020. Ne spiegano entrambi la genesi, insieme alla
maggior parte del cast, tra cui
Federico Cesari,
Fotinì Peluso, Ricky Memphis, Vincenzo Crea, Raffaella
Lebboroni, Andrea Pennacchi e Lorenzo
Renzi.
Tutto chiede
salvezza racconta del trattamento sanitario obbligatorio che
subisce improvvisamente il giovane Daniele (Cesari) e di tutto
quello che si svela da quel momento in avanti nella sua vita
interiore ed esteriore, dentro e fuori la struttura in cui è
ricoverato.
«Questa storia è
dramedy», introduce Bruni, «genere che ha sempre fatto parte della
mia personale cifra stilistica, per quanto nelle prime puntate ci
siano più drammi che risate. Penso comunque che il produttore
Roberto Sessa (per Picomedia n.d.r.) mi abbia chiamato proprio per
questo mio modo di raccontare anche gli aspetti pesanti della vita.
Ho cercato in ogni momento di non scadere nel pietismo e, se
inavvertitamente me ne avvicinavo, ritornavo subito alla commedia.
Volevo che tutto fosse il più realistico possibile». Il microfono
passa poi subito allo scrittore Mencarelli che dice come sia stato
vedere le proprie parole scritte trasformarsi in immagini:
«All’inizio ho provato un po’ di terrore, ma poi è prevalso il
senso di responsabilità. Nel fare intrattenimento qui viene
mostrato seriamente un mondo di grande sofferenza. Questo è quello
che penso debba fare la letteratura: entrare nei mondi e scavarci
dentro. A proposito, ringrazio Francesco Bruni per come ha saputo
rendere il mio romanzo!».
Tutto chiede salvezza, la conferenza
stampa
Interviene poi Federico
Cesari, che gioca il ruolo principale di Tutto chiede
salvezza, e descrive quello che ha significato calarsi in un
profilo così: comprensibile ma non certo facile da incarnare. E
nella sua riflessione viene toccata una questione molto profonda:
«Ho approcciato al mio personaggio prima attraverso il romanzo e
poi con la sceneggiatura, perciò avevo ben chiaro quale fosse il
percorso narrativo. Ma ho dovuto trovare un modo per far sì che
emergesse anche nella mia corporeità. La caratteristica principale
del protagonista, Daniele, è quella di essere molto empatico, con
una sensibilità particolarmente spiccata, che difficilmente si
trova in giro. Per me è stata una rivelazione “incontrarlo” e farne
la conoscenza, scoprire questo suo superpotere».
«E io aggiungo una
cosa», interviene Mencarelli, «per me la grande scommessa di questa
serie è mostrare che questo superpotere in realtà è molto più
diffuso di quel che si pensi. C’è un grande sommerso, un “non
detto”, rispetto alla vita, all’esistenza, alla sensibilità, che
ognuno di noi porta in seno e c’è chi, spesso in maniera
patologica, malata, lo tira fuori. E sono convinto che la serie
farà vedere alle persone che la linea di confine è in realtà
inesistente tra chi fa un TSO e chi ha i galloni della normalità.
Perché nel momento in cui un uomo mette a disposizione la propria
sensibilità si trova a rispecchiarsi e riconoscersi nell’altro. Il
grande elemento poetico di Tutto chiede salvezza è che
nessuno mente. Nessuno passa attraverso delle convenzioni. Non c’è
il mondo borghese che giochi a nascondere quel che è imbarazzante
sotto al tappeto. Qui ognuno è semplicemente portatore di una
verità che spesso è dolorosa ma altre volte è ironica e divertente.
È questo il superpotere che abbiamo tutti, dobbiamo solo
ricordarcelo un po’ di più. Tanti uomini di potere non hanno mai
avviato un dialogo col loro mondo interiore. La serie mostra
semplicemente questo: affrontare insieme quel mondo interiore
conviene, perché da soli pesa troppo e schiaccia.
Diceva Ennio Flaiano che
la storia non insegna niente, quindi ogni periodo storico è buono
per fermarsi a riflettere. Dai quattordici anni in poi ho avuto la
fortuna d’incontrare la lingua che fa dei grandi temi della vita il
suo canto, che è la poesia. Ed è stata il mio supporto». Conclude,
infine, Francesco Bruni spiegando che Tutto chiede salvezza
è nettamente il naturale compimento del suo percorso registico
iniziato nel 2011 con Scialla! (Stai sereno) e sei anni dopo
con Tutto quello che vuoi, in quanto ogni tematica
affrontata attraverso l’uso dell’ironia, qui viene spalancata e
approfondita fino in fondo. Senza sconti.
Dopo il grande successo
del primo ciclo, adattamento del libro omonimo autobiografico di
Daniele Mencarelli,
torna dal 26 settembre su Netflix
Tutto chiede salvezza, la serie di successo che vede
protagonista Federico Cesari. Sempre prodotta da
Picomedia e diretta da Francesco Bruni, il
quale si conferma ancora una volta la sensibilità giusta per questo
tipo di racconto, Tutto chiede Salvezza 2 ci
riporta Villa San Francesco a distanza di due anni
dall’ultima volta in cui siamo stati accanto a Daniele.
Di cosa parla Tutto
chiede Salvezza 2
Come anticipato, torniamo
dal protagonista: Daniele, che con Nina (Fotinì
Peluso), ha dato il benvenuto alla loro piccola
Maria. Ma i due si sono anche lasciati, e infatti la serie si apre
sulla loro battaglia legale per la custodia dell’infante. Il
“nostro eroe” avrà cinque settimane (il tempo dietetico
nell’arco del quale si svolgono i 5 episodi della serie)
per dimostrare di essere in grado di potersi occupare della figlia.
Tuttavia, questo periodo corrisponde anche con il suo inserimento
all’interno del personale di Villa San Francesco. Dopo il suo
percorso riabilitativo ancora non concluso, Daniele ha scelto di
rimanere nella struttura in qualità di infermiere e si appresta a
cominciare il suo tirocinio. Il giovane ha deciso di darsi una
possibilità e di mettere a disposizione della società la sua grande
sensibilità ma anche la sua esperienza personale, che lo ha portato
al punto in cui si trova ora. Sa che la malattia mentale è una
condizione che non lascia mai il suo ospite e quindi deve stare
doppiamente in allerta.
Il ritorno di Daniele in
clinica lo posizionerà in maniera differente rispetto a tutto il
personale medico che lo ha assistito nella
prima stagione: il Dott.Mancino di Filippo Nigro e la Dott.ssa Cimaroli di
Raffaella Lebboroni, ma anche il Pino di Ricky Memphis e la Rossana di Bianca
Nappi, l’Alessia di Flaure BB Kabore
saranno ora suoi “colleghi”, dinamica che viene affrontata con voci
differenti, a seconda di chi è, di volta in volta, la persona con
cui si confronta il volenteroso tirocinante.
Tutti i nuovi pazienti
chiedono salvezza
Daniele entrerà anche in
contatto con altri sé, nuovi pazienti che come lui sono in grave
difficoltà, ma che allo stesso tempo sono storie diverse e
complesse e meritano di essere salvate. Drusilla Foer è
Matilde che combatte contro la sua ricerca dell’identità e
della voglia di vivere; Samuel Di Napoli è Rachid
giovane promessa del calcio la cui ascesa e caduta repentine hanno
lasciato tracce sul suo giovane ego; Marco Todisco è
Paolo, lettore avido che ci riporta la mente allo splendido
e tragico Mario di Andrea Pennacchi che rivediamo in forma
di flashback, ma anche “in carne e ossa” nella figura di sua figlia
Angelica (Valentina
Romani), giovane donna con dei sospesi importanti
con il padre scomparso.
Parlare di “salute
mentale” è un imperativo che negli ultimi anni è diventato sempre
più urgente. Il mondo intorno a noi cade a pezzi e riuscire ad
avere gli strumenti per leggerlo e viverlo senza essere sopraffatti
dal terrore è importante. Tuttavia non sono molti i contesti e le
realtà, anche nel mondo della serenità e del cinema, che riescono a
farlo con dignità e chiarezza. Tutto chiede salvezza è un’eccezione
e un’eccellenza in questo senso. La serie riesce a trovare la
chiave giusta per approcciarsi in maniera sana e non retorica a
questo tipo di problematiche che, per quanto ormai alla luce del
sole, fanno sempre fatica a essere normalizzate.
La serie fa leva molto
sull’aspetto salvifico dell’empatia e la doppia posizione di
Daniele in
questa stagione consente di lavorare meglio in questo senso: il
personaggio si fa punto di vista sia per chi deve occuparsi dei
malati sia per i malati stessi che si vedono capiti, compresi e
accolti anche di più da chi sa bene cosa passano. Questo leggero
cambio di prospettiva permette alla serie di essere efficace e
convincente pur senza il supporto del testo originale che aveva
invece il primo ciclo. Non solo, la serie non smette di denunciare
le “falle del sistema”, quelle pecche nella gestione di queste
circostanze nel mondo reale che aggravano situazioni già
delicate.
Gli aspetti legati alla
malattia mentale si ampliano e diventano sempre più dettagliati e
così Daniele e Nina si fanno davvero veicolo di una missione di
evangelizzazione, quasi, aprendo spiragli, ingressi verso un mondo
che non vede l’ora, ha bisogno di essere raccontato.
Francesco Bruni firma la regia di
Tutto Chiede Salvezza 2
A coronare la scrittura
di questo diario emotivo c’è la regia di Francesco
Bruni che si conferma l’autore perfetto per questo
racconto. Con tatto e accoglienza si mette al servizio dei
personaggi e delle loro emozioni, contribuendo in maniera
determinante alla confezione di un prodotto che va oltre il
semplice racconto di una buona storia con personaggi a cui ci si
affeziona, ma è consapevole del messaggio che porta e lo tiene
sempre in altissima considerazione.
In un continuo sforzo di
dare verità alle storie che attraversa, contro cliché e stereotipi,
Tutto Chiede Salvezza 2 è una finestra aperta su
un mondo affamato di luce.
Dopo essere stato presentato con
gran successo al Biografilm Festival arriva al cinema
Tuttinsieme, documentario autobiografico scritto e
diretto da Marco Simon Puccioni che, dopo Prima di
tutto (menzione speciale ai Nastri d’Argento 2016), torna a
raccontare l’esperienza genitoriale sua e del suo compagno grazie
alla gestazione per altri. Se il precedente documentario del 2012
si concentrava sulla nascita dei bambini, TUTTINSIEME ne segue la
crescita e volge lo sguardo alle sfide che questo tipo di famiglie
devono affrontare nel contesto dell’Italia di oggi.
Il confronto con altre famiglie, la
presenza di due genitori dello stesso sesso, l’assenza di una
madre, la battaglia in parlamento per approvare le Unioni Civili,
con la delusione di non avere un quadro giuridico che permetta a
entrambi di adottare i propri figli. Non solo un documentario che
parla del diventare genitori, dell’essere figli e dei rapporti tra
queste nuove famiglie nate attraverso la gestazione per altri, ma
anche una testimonianza per la comunità LGBT e le famiglie
tradizionali sull’evoluzione della famiglia non convenzionale,
vista dagli occhi dei diretti interessati: i bambini.
TUTTINSIEME – prodotto da Giampietro
Preziosa, una produzione Inthelfilm con RAI Cinema – uscirà al
cinema a partire dal 31 agosto al cinema Nuovo Sacher, per poi
approdare nei cinema e nelle arene di tutta Italia.
SINOSSI
Il dialogo intimo tra due padri che
ripercorrono gli ultimi quattro anni della crescita dei loro
gemelli, ricordano come i loro figli hanno elaborato, in diverse
età, vivere in una famiglia con due padri e rispondendo alle
domande dei loro compagni sulla madre. Rivivono il clima di forte
contrapposizione in cui Monica Cirinnà è riuscita a dare all’Italia
una legge sulle unioni civili. Coltivano la relazione calda e
affettuosa con le famiglie americane delle donne che hanno permesso
la nascita dei figli. Ritornano al momento di festa dell’unione
civile celebrata da Nichi Vendola e cercano, tra diverse
sensibilità, i nomi da dare alle persone delle famiglie allargate
nate con le tecniche di procreazione assistita.
Ecco il trailer italiano di
Tutti vogliono qualcosa
(Everybody Wants Some), nuovo film
diretto da Richard Linklater, regista del
pluripremiato Boyhood. Ufficialmente
annunciato come il “sequel spirituale” di La vita è un
sogno, il film si svolge negli anni ’80 ed è
ambientato in un college. Al centro della vicenda, un gruppo di
studenti/giocatori di baseball che deve farsi strada tra le libertà
della prima indipendenza e le responsabilità della vita adulta.
Linklater ha detto
di considerare Everybody Wants Some anche
come una sorta di sequel di Boyhood, in
quanto “inizia proprio dove quel film si conclude, con un ragazzo
che si presenta al college, e conosce i suoi nuovi compagni di
stanza e una ragazza”. Il prestigio dato dal suo nome, d’altro
canto, rende senza dubbio interessante quella che,
apparentemente, sembrerebbe una commedia giovanile non troppo
sofisticata. La sceneggiatura del film, inizialmente intitolato
That’s What I’m Talking About, è stata
scritta dallo stesso regista. Megan Ellison è
produttrice assieme a Sean Daniel, Sandra Adair, John
Sloss e Ginger Sledge.
Il cast, ricco di volti nuovi,
comprende: Will Brittain, Zoey Deutch, Ryan Anthony Guzman,
Tyler Hoechlin, Blake Jenner, Glen Powell e Wyatt
Russell. Il film sarà presentato in anteprima
mondiale al SXSW Festival di marzo prima di uscire nelle sale
americane il 15 aprile 2016 e uscirà al cinema in Italia il 12
maggio.
Ecco il nuovo trailer, e a seguire
il poster italiano, di Tutti vogliono
qualcosa, nuovo film di Richard
Linklater, regista del pluripremiato
Boyhood. Ufficialmente annunciato come il
“sequel spirituale” di La vita è un
sogno, il film si svolge negli anni ’80 ed è
ambientato in un college. Al centro della vicenda, un gruppo di
studenti/giocatori di baseball che deve farsi strada tra le libertà
della prima indipendenza e le responsabilità della vita adulta.
Linklater ha detto
di considerare Everybody Wants Some anche
come una sorta di sequel di Boyhood, in
quanto “inizia proprio dove quel film si conclude, con un ragazzo
che si presenta al college, e conosce i suoi nuovi compagni di
stanza e una ragazza”. Il prestigio dato dal suo nome, d’altro
canto, rende senza dubbio interessante quella che,
apparentemente, sembrerebbe una commedia giovanile non troppo
sofisticata. La sceneggiatura del film, inizialmente intitolato
That’s What I’m Talking About, è stata
scritta dallo stesso regista. Megan Ellison è
produttrice assieme a Sean Daniel, Sandra Adair, John
Sloss e Ginger Sledge.
Il cast, ricco di volti nuovi,
comprende: Will Brittain, Zoey Deutch, Ryan Anthony Guzman,
Tyler Hoechlin, Blake Jenner, Glen Powell e Wyatt
Russell. Il film sarà presentato in anteprima
mondiale al SXSW Festival di marzo prima di uscire nelle sale
americane il 15 aprile 2016 e uscirà al cinema in Italia il 12
maggio.
Ecco una nuova clip di
Tutti Vogliono Qualcosa, il film di
Richard Linklater arriverà in questi giorni in
Italia. Ufficialmente annunciato come il “sequel spirituale” di
La vita è un sogno, il film si svolge
negli anni ’80 ed è ambientato in un college.
Di seguito trovate il video in cui
le matricole vengono prese di mira:
Linklater ha detto
di considerare Everybody Wants Some anche
come una sorta di sequel di Boyhood, in
quanto “inizia proprio dove quel film si conclude, con un ragazzo
che si presenta al college, e conosce i suoi nuovi compagni di
stanza e una ragazza”. Il prestigio dato dal suo nome, d’altro
canto, rende senza dubbio interessante quella che,
apparentemente, sembrerebbe una commedia giovanile non troppo
sofisticata. La sceneggiatura del film, inizialmente intitolato
That’s What I’m Talking About, è stata
scritta dallo stesso regista. Megan Ellison è
produttrice assieme a Sean Daniel, Sandra Adair, John
Sloss e Ginger Sledge.
Il cast, ricco di volti nuovi,
comprende: Will Brittain, Zoey Deutch, Ryan Anthony Guzman,
Tyler Hoechlin, Blake Jenner, Glen Powell e Wyatt
Russell. Il film sarà presentato in anteprima
mondiale al SXSW Festival di marzo prima di uscire nelle sale
americane il 15 aprile 2016 e uscirà al cinema in Italia il 12
maggio.
Ecco una divertente clip da
Tutti Vogliono Qualcosa, il film di
Richard Linklater che arriva oggi al cinema e si
propone come il sequel spirituale di La vita è un
sogno. Il film si svolge negli anni ’80 ed è
ambientato in un college.
Tutti vogliono qualcosarecensione del film di Richard
Linklater
Linklater ha detto
di considerare Everybody Wants Some anche
come una sorta di sequel di Boyhood, in
quanto “inizia proprio dove quel film si conclude, con un ragazzo
che si presenta al college, e conosce i suoi nuovi compagni di
stanza e una ragazza”. Il prestigio dato dal suo nome, d’altro
canto, rende senza dubbio interessante quella che,
apparentemente, sembrerebbe una commedia giovanile non troppo
sofisticata. La sceneggiatura del film, inizialmente intitolato
That’s What I’m Talking About, è stata
scritta dallo stesso regista. Megan Ellison è
produttrice assieme a Sean Daniel, Sandra Adair, John
Sloss e Ginger Sledge.
Il cast, ricco di volti nuovi,
comprende: Will Brittain, Zoey Deutch, Ryan Anthony Guzman,
Tyler Hoechlin, Blake Jenner, Glen Powell e Wyatt
Russell. Il film sarà presentato in anteprima
mondiale al SXSW Festival di marzo prima di uscire nelle sale
americane il 15 aprile 2016 e al cinema in Italia il 16 giugno.
Giorni, ore, secondi, sono
le piccole unità di tempo l’oggetto di studio del cinema di
Richard Linklater, “sospeso” come un
fermo-immagine di epoche e persone che le abitano. Non esistono
frontiere nei suoi film, che abbandonano ogni struttura per
concedersi all’essenza del momento raccontato, esistono soltanto
spazi in cui si consuma, molto semplicemente, la vita. Come fa un
fiammifero una volta acceso, che brucia con ardore fino allo
spegnimento, ed è proprio nella fase di maggior calore che
Linklater posa lo sguardo tenero, protettivo e vivace, grazie al
quale abbiamo compreso davvero il valore dell’esistenza e la forza
di un attimo.
Per quanto le sue storie giovanili
procedano con calma, alla pari di un Gus Van Sant
che però predilige i silenzi e la sperimentazione, il regista
sembra aver sempre avvertito il bisogno di coglierle allo scadere
di un evento, e può trattarsi di un’imminente separazione (la
trilogia dei Before) o di un’iniziazione
scolastica. In Dazed and Confused, i
ragazzi festeggiavano l’ultimo giorno di scuola prima del congedo
estivo, l’anno era il 1976, e cinque anni più tardi, in un
cinematografico 1981, Linklater torna esattamente dove li aveva
lasciati un ventennio fa, all’alba dell’ingresso al college di uno
studente, giocatore di baseball, Jake Bradford.
Tutti vogliono
qualcosa (Everybody Wants
Some, dal titolo di una canzone di Van
Halen) è il seguito spirituale di Dazed and
Confused, per l’assoluta aderenza ai
leitmotiv principali, che possono essere il gruppo
sportivo come forza motrice o l’atmosfera che ricrea la moda del
tempo, ma soprattutto per la cura dei dialoghi torrenziali come
nella ormai consolidata tradizione del cineasta, mai casuali e
pronti a sconvolgere la nostra attenzione (spesso proprio sul
finale) come uno schiaffo in viso a chi resta sopito davanti al
noioso spettacolo della normalità.
Gli ultimi momenti, poiché tali e
pertanto irripetibili, assumono nel loro scorrere leggeri un
significato assoluto, nel senso reale del termine, cioè divincolato
da qualsiasi struttura, e l’emozione che ci aggrega ai personaggi è
la stessa che non vorrebbe vederli andare via una volta accese le
luci in sala. La verità è che i film di Linklater, e
Tutti Vogliono Qualcosa lo ribadisce,
sono così meravigliosamente unici perché capaci di creare
un’empatia che oltrepassa le frontiere della finzione. Ogni
istantanea di questi teenager, anche se in apparenza banale, si
gonfia all’inverosimile ed esprime una profondità inattesa, uno
studio sociale, culturale, addirittura filosofico sul tempo che
stanno vivendo. Il tempo è l’unità di misura che il regista texano
manipola come un fine artigiano accarezza l’argilla creando forme
morbide, magnetiche, rigide se necessario. “Trovare l’essenza
all’interno della struttura, questa è l’arte”. Richard
Linklater ci è riuscito, un’altra volta.
“Qui ha molto a che fare con
l’odio, ma ancor di più con l’amore”, scriveva William
Shakespeare in Romeo & Giulietta. Frase che il
regista Will Gluck inserisce
anche all’interno del suo nuovo film, Tutti
tranne te, a mo’ di dichiarazione
d’intenti. Ma in realtà l’intero film ha molto a che fare con
l’iconico drammaturgo inglese, essendo un adattamento in chiave
contemporanea della sua opera Molto rumore per
nulla. Gluck, già regista di note rom-com come
Easy Girl e Amici di letto,
riprende gli elementi base di quel racconto per dar vita ad un
nuovo film di questo genere con cui offrire nulla più che puro
intrattenimento, dove umorismo scorretto e buoni sentimenti vanno a
braccetto.
Tutti tranne
te vuole infatti dichiaratamente essere quel tipo di
commedia senza peli sulla lingua da primi anni Duemila (di cui
proprio Easy Girl è un ottimo esempio), capace con il suo
umorismo di divertire ma anche, all’occorrenza, di generare quel
gradito disagio nello spettatore. Il tutto includendo in modo
naturale elementi propri delle nuove sensibilità culturali, dando
così vita ad un sorprendente risultato. Con il coraggio di far ciò
senza rinunciare ad una classificazione “R” (ovvero vietato negli
Stati Uniti ai minori di 17 anni non accompagnati da adulto), il
film – da cui non ci si dovrebbe aspettare chissà che originalità o
intenti – è dunque del tutto piacevole per una visione
spensierata.
La trama di Tutti tranne
te: odiarsi fino ad amarsi
Protagonisti di questo film sono
Bea (Sydney
Sweeney) e Ben (Glen
Powell). I due potrebbero essere una coppia perfetta, ma
dopo un primo appuntamento fantastico una serie di incomprensioni
spengono la loro infuocata attrazione. Tempo dopo, tuttavia, i due
si ritrovano al matrimonio in Australia della sorella di Bea,
obbligati dunque ad una convivenza forzata. Con gli occhi di tutti
puntati su di loro, si vedranno ben presto costretti a fingere di
essere una coppia, ognuno con uno scopo diverso. Ma sarà difficile
fingere di piacersi con tutto l’odio che scorre tra di loro e i
problemi non tarderanno ad arrivare.
Una commedia di continui
inganni
Considerata la sua premessa, è
facile immaginare a quale conclusione giungerà il film. Ma come
spesso avviene per questo genere di opere, l’importante è ciò che
avviene nel mentre e il modo in cui si giunge a quel finale.
Difficile però non notare come diverse delle situazioni previste
per portare avanti il racconto avvengano in modo un po’
artificioso, a partire dal motivo del litigio tra i due
protagonisti. Quando però la vicenda si sposta in Australia, si
avverte un leggero distendersi di quelle forzature iniziali. Siamo
dove il regista – anche co-sceneggiatore insieme a Ilana
Wolpert – voleva portarci e da lì hanno inizio le
rocambolesche avventure di Bea e Ben.
La scrittura del film è dunque,
almeno in certi momenti, da intendersi come il suo principale
limite, anche se – come si accennava in apertura – probabilmente
non c’è mai stato l’intento di puntare ad un livello di maggiore
originalità o distintività. Eppure, c’è un aspetto di questa
narrazione che risulta affascinante ed è il gioco che si genera tra
i vari personaggi, dove ognuno cerca di far credere agli altri
qualcosa che in realtà non è, costruendo così un sempre più alto
castello di inganni destinato naturalmente prima o poi a crollare.
Si tratta di una dinamica non sempre portata avanti, ma che quando
proposta fa acquisire ad un racconto altrimenti banale un fascino
in più.
Il disagio di una generazione
Uno dei pregi maggiori del film è
però da ritrovarsi nella sua volontà di affrontare tutta una serie
di tematiche proprie dell’odierno mondo delle relazioni. Piano
piano che si impara a conoscere Bea e Ben, i due si svelano essere
a loro modo cantori di una certa incapacità a gestire le proprie
emozioni e, di conseguenza, le relazioni. È allora solo attraverso
un percorso inverso, durante il quale sembrano intenzionati a stare
alla larga dall’amore che scopriranno cosa davvero li frena nei
confronti di esso, permettendogli a quel punto di accoglierlo nelle
proprie vite. Tutti tranne
te, da questo punto di vista, si apre ad un niente affatto
scontato dialogo con la contemporaneità.
Sydney Sweeney e Glen Powell sono
la forza di Tutti tranne te
Ma se pure Tutti
tranne te non si distingue per la scrittura, lo fa
certamente grazie ai suoi due protagonisti. Sydney Sweeney e Glen Powell
sono tra i più promettenti interpreti della loro generazione: lei
ha conquistato tutti grazie alla serie
Euphoria ed è ora tra le protagoniste del cinecomic
Madame Web, mentre lui ha
conquistato grande popolarità grazie a Top Gun: Maverick ed è il
protagonista della nuova intelligentissima (quella sì) commedia di
Richard Linklater, Hit Man. I due dimostrano qui di essere credibili
protagonisti, capaci di misurarsi con la commedia e di poter far
divertire scena dopo scena, rimanendo sempre al completo servizio
dei propri personaggi.
Con due interpreti primari (ma anche
i secondari sanno farsi notare) dotati di una così forte chimica di
coppia e di un tale livello di carica erotica, lo spettatore può
anche non preoccuparsi troppo delle pecche di scrittura né di
alcuni dialoghi certamente discutibili in quanto a didascalismo.
Grazie a loro e alle diverse e divertenti situazioni in cui il
regista li pone (due su tutte: i goffi tentativi di palpeggiamento
durante l’escursione e il salvataggio in mare) prende forma una
commedia che arriva sì dove ci si immagina arriverà, ma lo fa con
un percorso dalla gioiosità contagiosa (e la colonna sonora guidata
da Unwritten di NatashaBedingfield offre a tal riguardo il suo
contribuito), capace di avere un certo eco nello spettatore.
La data di uscita di
Tutti
tranne te (Everyone But You) per la
prossima commedia R-rated con protagonista
Sydney Sweeney è stata leggermente posticipata. A
darne notizia è il noto sito americano Deadline che ha
riferito che la data di uscita del film è stata posticipata di una
settimana.
Tutti
tranne te (Everyone But You) uscirà negli USA ora
nelle sale venerdì 22 dicembre invece della data di uscita
originale di venerdì 15 dicembre. Il sito rileva che questa
nuova data di uscita consente alla commedia romantica di
“giocarsi le sue carte durante il fine settimana di quattro
giorni di Natale“. In Italia il film uscirà il 25 Gennaio
2024.
Tutti tranne
te (Everyone But You) è diretto da Will
Gluck e si basa su una storia di Ilana
Wolpert. Nel cast Sydney Sweeney, Glen Powell,
Alexandra Shipp, GaTa, Hadley Robinson, Michelle
Hurd, Dermot Mulroney,
Darren Barnet e Rachel Griffiths.
Il film è stato scritto da Wolpert e Gluck ed è
prodotto da Gluck, Joe Roth e Jeff Kirschenbaum. I produttori
esecutivi sono Alyssa Altman, Jacqueline Monetta, Catherine
Bishop, Natalie Sellers, Charlie Corwin, Sidney Kimmel, Mark
O’Connor, Sweeney e Jonathan Davino.
Di cosa parla Everyone But
You?
“Nella commedia Everyone But You, Bea (Sydney Sweeney) e Ben
(Glen Powell) sembrano la coppia perfetta, ma dopo uno
straordinario primo appuntamento accade qualcosa che trasforma la
loro focosa attrazione in ghiaccio, finché non si ritrovano
inaspettatamente ricongiunti insieme per un matrimonio in
Australia”, si legge nella sinossi del film. “Quindi
fanno quello che farebbero due adulti maturi: fingono di essere una
coppia”.
Tutti tranne te sarà nelle sale
italiane dal 25 gennaio prodotto da Sony Pictures e distribuito da
Eagle Pictures.
Tutti tranne te – la trama
Nella commedia Tutti tranne
te Bea (Sydney Sweeney) e Ben (Glen Powell) sembrano la
coppia perfetta, ma dopo un primo appuntamento fantastico succede
qualcosa che spegne la loro infuocata attrazione. Quando si
ritrovano inaspettatamente allo stesso matrimonio in Australia,
decidono di fingere di essere una coppia, ognuno con uno scopo
diverso.
Dopo un primo trailer, gli attori
Sydney Sweeney(Euphoria, Madame Web) eGlen Powell (Top Gun: Maverick,
Hit Man) presentano ora
un secondo trailer del film che li vede protagonisti,
Tutti tranne te, una nuova commedia
romantica distribuita da Sony Pictures per la
regia di Will Gluck (Easy
Girl). Promosso come una vaga modernizzazione di “Molto
rumore per nulla” di WilliamShakespeare, il film ha una sinossi che recita:
“Quando gli arcinemici del college si riuniscono anni dopo la
laurea per un matrimonio, si troveranno a dover fingere di essere
una coppia per motivi personali. Ma fingendo di esserlo, in realtà
potrebbero finire con l’innamorarsi davvero.”
Il nuovo trailer offre ora maggiori
dettagli sulla trama, come anche scene inedite nel primo filmato
distribuito mesi fa. Accanto ai due attori poc’anzi citati, nel
film recitano anche Alexandra
Shipp, GaTa, Hadley
Robinson, Michelle Hurd, Dermot
Mulroney, Darren Barnet e Rachel
Griffiths. Il racconto è basato su un soggetto di
Ilana Wolpert (qui alla sua prima sceneggiatura di
un lungometraggio) che ha poi scritto anche la sceneggiatura
insieme allo stesso Will Gluck. Al momento
Tutti tranne te è previsto nelle sale statunitensi per il
22 dicembre, mentre si attendono notizie per
quanto riguarda una data di uscita italiana.
Tutti tranne te (Anyone
but You) si concentra sulla finta storia d’amore tra
Ben (Glen
Powell) e Bea (Sydney
Sweeney), ma il finale del film fa pensare alla possibilità che
i sentimenti che provano siano reali. La commedia romantica del
2023 del regista di Easy A , Will Gluck, ha
un’impostazione di genere abbastanza familiare per certi versi.
Anyone but You inizia con Ben e Bea che si incontrano per
caso e vanno subito d’accordo, ma una serie di eventi li
porta a odiarsi. La storia principale si svolge quando le
loro vite si interconnettono di nuovo, quando la sorella di Bea,
Halle (Hadley Robinson), si fidanza con l’amica di
Ben, Claudia (Alexandra Shipp).
Sebbene all’inizio il loro odio
reciproco sia abbastanza noto, i due protagonisti di
Tutti tranne te sviluppano ciascuno
dei motivi per cui vogliono fingere una vera storia d’amore nei
giorni che precedono il matrimonio. La finta storia d’amore di Bea
e Ben nasce per allontanare i genitori di lei dall’idea di
annullare il fidanzamento con Jonathan (Darren Barnet), mentre Ben
vuole far ingelosire la sua ex fidanzata Margaret (Charlee Fraser)
e riconquistarla. Dopo l’inizio della loro finta storia d’amore, si
verificano una serie di eventi selvaggi che contribuiscono a
spiegare il rating R di Tutti tranne te.
Ma quando il matrimonio si avvicina e i loro obiettivi individuali
diventano possibili, il finale diAnyone but Youcambia la dinamica
della relazione.
Ben e Bea sono innamorati nel
finale di Tutti tranne te?
L’intera durata di Anyone but
You è incentrata sul fatto che Ben e Bea convincono la
famiglia e gli amici di essere innamorati, solo che questi
sentimenti falsi diventano sempre più reali con il passare del
tempo. Questo li porta a frequentarsi la notte prima del matrimonio
e ad essere apparentemente sul punto di ammettere i loro veri
sentimenti. Un litigio la mattina dopo li divide e Bea lascia il
ricevimento dopo aver visto Ben baciare Margaret. Tuttavia, Ben la
insegue all’Opera House di Sydney, dove lei sta guardando la gente,
ed esprime i suoi veri sentimenti per lei, come nel caso del grande
gesto romantico del padre di Bea nei confronti della madre. È
attraverso questo gesto che Anyone but
Youregala a Ben e Bea un lieto
fine.
La decisione di Ben di inseguire
Bea e quella di lei di abbandonare il matrimonio sono entrambi
segni che i due sono davvero innamorati. La loro finta relazione ha
funzionato esattamente come Ben sperava, tanto che Margaret ci
prova con lui al matrimonio e lo bacia. Tuttavia, lui le dice che
non è più quello che vuole, segnalando i suoi veri sentimenti per
Bea. Bea lascia subito il matrimonio, pensando che Ben abbia già
abbandonato qualsiasi sentimento per lei e sia tornato insieme a
Margaret. Bea spiega che non può essere presente al
matrimonio e vedere Ben e Margaret insieme a causa dei
suoi veri sentimenti.
La decisione di Ben di inseguire
Bea e quella di lei di lasciare il matrimonio sono entrambi segni
che i due sono davvero innamorati. La loro finta relazione funziona
esattamente come Ben sperava, tanto che Margaret ci prova con lui
al matrimonio e lo bacia. Tuttavia, lui le dice che non è più
quello che vuole, segnalando i suoi veri sentimenti per Bea. Bea
lascia subito il matrimonio, pensando che Ben abbia già abbandonato
qualsiasi sentimento per lei e sia tornato insieme a Margaret. Bea
spiega che non può essere presente al matrimonio e vedere
Ben e Margaret insieme a causa dei suoi veri
sentimenti.
Come Claudia e Halle hanno
ingannato Ben e Bea per l’ultima volta
Una sorpresa riguardante la
relazione tra Ben e Bea arriva durante i titoli di coda di
Tutti tranne te. Viene mostrato un nuovo
filmato che include una conversazione durante il ricevimento di
nozze in cui Claudia e Halle confermano che non avrebbero mai
annullato il matrimonio. Il litigio che Ben sente fuori
dalla finestra la mattina del grande giorno era una conversazione
inscenata tra le due spose. Claudia e Halle facevano parte
di un gruppo di persone che hanno cercato di far innamorare Ben e
Bea e hanno ripetutamente usato la tattica di conversare a voce
alta, in modo che entrambi potessero sentire, per cercare di
impiantare pensieri nella loro mente.
Solo nella sequenza dei titoli di
coda Chiunque tranne te conferma che il matrimonio
di Claudia e Halle sarebbe sempre avvenuto. Hanno
semplicemente deciso che il finto litigio sarebbe stato il modo
migliore per far riconciliare Ben e Bea, sperando che questo li
avrebbe portati a stare finalmente insieme. La rivelazione ripaga
una battuta ricorrente di Anyone but You, ma fornisce
anche una piccola svolta all’esito della storia d’amore tra Ben e
Bea. Inoltre, fa sorgere il dubbio che l’altra conversazione di
Claudia e Halle al ricevimento, che aiuta a convincere Ben a
seguire Bea, sia stata davvero inscenata.
Spiegazione dei riferimenti a
Much Ado About Nothing di Anyone But You
Una parte ricorrente di Anyone
but You è rappresentata dai riferimenti del film all’opera
teatrale di William Shakespeare Much Ado About Nothing.
Questo si può notare attraverso le citazioni dell’opera che
appaiono sullo sfondo delle scene del film, così come la
scritta “Much Ado About Nothing” in cima a uno stadio di
baseball nella conclusione. Il motivo per cui Anyone
but You fa riferimento a Much Ado About Nothing è che
l’opera teatrale è una libera ispirazione per il film. L’opera
teatrale segue un’impostazione simile, in cui altri personaggi
prendono parte a un complotto per far innamorare Benedetto e
Beatrice.
Sony Pictures ha annunciato
l’arrivo a noleggio di Tutti Tranne
Te, la commedia di successo con protagonisti
Sydney Sweeney e Glen Powell. I
due attori hanno fatto innamorare il pubblico nei panni di Bea e
Ben e hanno saputo riempire le sale con allegria, diventando
viralissimi con l’ultima rom-com che li vede protagonisti.
L’ondata di entusiasmo che ha
investito il web non pare scemare, quindi prepariamo le corde
vocali e torniamo a cantare assieme la hit del momento,
perché il film perfetto per la movie night del venerdì è
arrivato a casa tua.
Tutti Tranne Te: quando esce in
streaming?
Tutti Tranne
Te è disponibile a noleggio da soli 4,99 Euro dal 9
Aprile.
Il film in Italia sarà disponibile
esclusivamente a pagamento per i prossimi mesi,
eper chi sperava in un karaoke casalingo
o di goderselo dal divano di casa propria in compagnia… abbiamo
un’ottima notizia: TTutti Tranne
Te non solo è già disponibile in acquisto
sui principali store digitali, ma da martedì 9 Aprile diventerà
disponibile anche a noleggio.
Il prossimo 9 marzo gli
appassionati di fantasy sono attesi nei cinema per il primo
blockbuster di un 2012 che si chiuderà a ridosso delle festività
natalizie con l’attesissimo Hobbit di Peter Jackson: nelle sale
sbarcherà infatti John Carter, film basato sulle vicende
dell’omonimo personaggio uscito dalla penna di Edgard Rice
Burroughs (più conosciuto quale creatore di Tarzan), distribuito
dalla Walt Disney.
John Carter (protagonista di ben
undici romanzi, pubblicati tra il 1912 e il 1940, oltre che di
svariati racconti) è un soldato della Guerra di Secessione che si
ritrova improvvisamente trasportato su Marte, avendo a che fare coi
suoi abitanti, esseri dall’aspetto umano ma dal colorito verdastro
o rosso e alti due metri.
Marte (o Barsoom, come lo chiamano
i suoi abitanti) è una sorta di versione apocalittica della
Terra: un pianeta in cui gli oceani sono evaporati e l’atmosfera
fattasi rarefatta a causa dell’interminabile guerra che divide le
due popolazioni che lo abitano, quelle degli ‘uomini verdi’ e degli
‘uomini rossi’.
John Carter interverrà nel
conflitto, senza prendere una posizione definita, ma più
interessato alla salvezza del pianeta e della sua popolazione.
A interpretare il protagonista sarà
Taylor Kitsch (il Gambit di X Men: L’inizio); al suo fianco, Lynn
Collins nel ruolo della Principessa Dejah Thoris (vista nel
Mercante di Venezia e nel primo Wolverine tra gli altri) e Willem
Defoe in quello del guerriero Tars Tarkas. Tra gli altri
interpreti, Thomas Haden Church, Samantha Morton e Mak Strong,
diretti da Andrew Stanton, il regista di Wall-E, e sceneggiatore,
oltre che dello stesso Wall-E, di Up e Toy Story 3, qui per la
prima volta impegnato con attori in carne e ossa.
A curare le musiche è Michael
Giacchino (Premio Oscar per UP), ma il film si fregerà anche di
brani cantati: in alcuni trailer sono stati infatti utilizzati
Kashmir dei Led Zeppelin e una versione di My Body Is A Cage dei
canadesi Arcade Fire, realizzata da Peter Gabriel e contenuta nel
suo recente album di cover Scratch my back; non è ancora chiaro se
tali pezzi verranno poi inclusi anche nel disco della colonna
sonora.
In tempi in cui il cinema fantasy
sembra non conoscere crisi, che venisse riscoperto John Carter era
in pratica solo questione di tempo: la vicenda del personaggio di
Burroughs è però un pò particolare: questo film rappresenta infatti
il coronamento di un progetto del quale si parla addirittura dagli
anni ’30: a quei tempi si era pensato a un film di animazione,
mentre negli anni ’50 nacque l’idea di un live action, poi messa in
soffitta per altri trent’anni, quando negli ’80 il progetto apparve
prendere l’avvio, con Tom
Cruise come protagonista e John McTiernan alla regia. Allora a
non convincere furono gli effeti speciali, e quindi film venne
rimandato a quando la tecnologia avesse permesso di rendere più
credibili sul grande schermo i paesaggi descritti da
Bourroughs.
All’inizio degli anni 2000 il
progetto venne rispolverato per l’ennesima volta, e di nuovo
stoppato, stavolta per questioni legate alla ricerca del regista:
Robert Rodriguez prima e John Favreau poi hanno approcciato il
progetto per poi ritirarvisi, o semplicemente perdere
interesse.
Finalmente, nel 2007 i diritti sono
stati acquisiti dalla Disney che ha messo in cantiere il film per
la sua definitiva realizzazione: John Carter sarà l’adattamento del
primo romanzo dedicato da Bourroughs al personaggio, Sotto le lune
di Marte: considerato l’abbondante materiale a disposizione, non è
da escludere un seguito, dipenderà ovviamente dai risultati che
raggiungerà un film che con un budget di 300 milioni di dollari, è
uno dei più costosi della storia. Il film è stato realizzato in
Digital 3D e IMAX 3D.
E’ una storia più che attuale
quella dell’ultimo film di Romain Goupil, in
uscita nelle sale italiane il 1 giugno. Tutti per
uno (titolo originale Les Mains en l’air
– Mani in alto) tratta infatti il tema
dell’immigrazione e della gestione delle politiche migratorie da
parte dei paesi europei. In particolare, della Francia. Al
centro della vicenda, un gruppo di bambini che frequentano le
scuole elementari di Parigi. Sono molto amici, tra loro ci sono
anche Youssef e Milana/Linda Doudaeva, due bambini
stranieri clandestini. Cominciano i rimpatrii dei sans-papiers:
Youssef è il primo del gruppo, assieme alla sua famiglia , e quella
di Milana forse sarà la prossima. La vicenda avrà un esito
imprevisto e dal sapore dolce-amaro per Milana. Affiatati e
spontanei paiono i piccoli attori, accanto a un’intensa Valeria Bruni Tedeschi, allo stesso Goupil nel
ruolo del marito Luc, e a Hippolyte Girardot in un cameo. Lodevole
l’intenzione di porre all’attenzione del pubblico il tema
dell’immigrazione, ma la pellicola non coinvolge a pieno.
Il regista mette molti elementi in
gioco: i bambini e il loro mondo, la loro maniera di far fronte
all’emergenza, davanti all’incapacità degli adulti; gli adulti, coi
loro molteplici punti di vista sull’argomento, la scarsa capacità
di comunicare in modo costruttivo tra loro; il personaggio di
Cendrine, donna e madre, con la sua visione delle cose; il ruolo
delle istituzioni, della polizia; una cornice temporale futura – il
2067 in cui Milana adulta racconta, ricordandoli, i fatti avvenuti
nel 2009 – che racchiude l’intera vicenda. Tali elementi, però,
sono spesso non approfonditi, suggeriti, accennati. E forse è
proprio questo approccio, che riguarda la scrittura di
Tutti per uno, la sceneggiatura che non permette
di essere partecipi fino in fondo, di appassionarsi. Ci si muove in
superficie, con un’ottica un po’ naïf, retorica, come rivelano
alcune ingenuità della trama.
Il mondo degli adulti, poi, non
risulta ben delineato. I personaggi secondari sono debolmente
caratterizzati: sono voci, cenni, echi di società, che se
approfondite, avrebbero forse chiarito la lettura del fenomeno da
parte del regista e messo in moto maggiori riflessioni. Allo stesso
modo, le ragioni dell’accoglienza, sostenute da Cendrine – e
attraverso di lei dal regista – non sono ben circostanziate, così
come, nonostante la scelta di introdurre l’elemento ceceno (Milana
e la sua famiglia vengono proprio dalla Cecenia), non si fa mai
cenno esplicito alla questione cecena, alle scelte politiche di
Putin, o in generale, alle motivazioni che spingono persone di
altri paesi a venire in Francia, in Italia, in Germania ecc…
Prevale un generico umanitarismo e la constatazione che la politica
e la burocrazia non tengono conto dei legami affettivi tra le
persone.
Altra scelta sospesa, quella di
inserire la vicenda in una cornice futura, il 2067. Ma, del 2067
non si sa nulla. Tutti per uno è una pellicola
d’impegno, dunque, che vuole conciliare toni da commedia a temi
d’attualità anche drammatici, ma che non riesce del tutto a portare
lo spettatore “nella vicenda”. Presentata al Festival di
Cannes, dove ha riscosso un buon successo, è distribuita in
Italia da Teodora Film e Spazio Cinema.
È stato un pezzo di Francia a Roma ad
ospitare la conferenza stampa del film Tutti per
uno di Romain Goupil. Il Centro culturale
San Luigi dei Francesi era, infatti, la cornice ideale per
accogliere il regista e la protagonista femminile, Valeria
Bruni Tedeschi, giunta con un po’ di ritardo a causa di
problemi logistici.
Sky ha diffuso il trailer del film
Sky Original,
Tutti per 1 – 1 per tutti, seguito del film
“Moschettieri del re – La penultima missione”, sempre
diretto da Giovanni Veronesi e prodotto da
Vision Distribution e Indiana in
associazione con BPER Banca S.p.A. ai sensi delle
norme del tax credit, con la collaborazione di Toscana Film
Commission e Toscana Promozione.
Tutti per 1 – 1 per tutti sarà trasmesso in
prima assoluta su Sky la sera del 25 dicembre,
alle 21.15, disponibile anche on demand e
in streaming su NOW TV.
Sempre goliardici ma più
arrugginiti, tornano i Moschettieri D’Artagnan
(Pierfrancesco
Favino), Porthos (Valerio
Mastandrea) e Athos (Rocco
Papaleo), richiamati dalla Regina Anna
d’Austria (Margherita Buy) per
un’ultimissima missione segreta. Guidati stavolta da una singolare
veggente di nome Tomtom (Giulia
Michelini), si lanceranno in una nuova, mirabolante,
avventura che intreccerà i destini della piccola
Principessa Ginevra (Sara
Ciocca), figlia di Enrichetta
d’Inghilterra (Anna Ferzetti), e
Buffon(Federico Ielapi), un
giovanissimo e riccioluto orfanello. In un viaggio costellato di
sfide di ogni genere e incontri fantastici, tra cui quello con
Cyrano (Guido Caprino), si
troveranno ad affrontare la più dura delle prove: scegliere tra la
fedeltà alla Corona e quella all’amicizia.
“Tutti per 1 – 1 per
tuttiӏ un film Sky Original, prodotto da Vision
Distribution e Indianain associazione con BPER Banca
S.p.A. ai sensi delle norme del tax credit,con la
collaborazione di Toscana Film Commission e Toscana Promozione.
Regia di Giovanni Veronesi, con Pierfrancesco Favino, Valerio
Mastandrea, Rocco Papaleo, Giulia Michelini, Guido Caprino, Anna
Ferzetti, Federico Ielapi, Sara Ciocca, Giulio Scarpati e con la
partecipazione di Margherita Buy. Il film è scritto da Giovanni
Veronesi, Ugo Chiti, Giulio Calvani e Nicola Baldoni. Il direttore
della fotografia è Tani Canevari, la scenografia è affidata a Paki
Meduri e i costumi sono di Alessandro Lai.
Vision Distribution e Indiana
Production sono lieti di annunciare che sono cominciate oggi, 21
agosto, le riprese di Tutti per 1 – 1 per
tutti di Giovanni Veronesi.
Con loro ci sarà ancora Federico
Ielapi, insieme a due nuovi personaggi, interpretati da Giulia
Michelini e Guido Caprino. A completare questo ricco cast: Anna
Ferzetti, Sara Ciocca, Giulio Scarpati, Davide Marotta,Massimiliano
Varrese, Luis Molteni, Ubaldo Pantani e Anna Bonasso.
Prodotto da Indiana e Vision
Distribution, con la collaborazione di Toscana Film Commission e
Toscana Promozione, TUTTI PER 1 – 1 PER TUTTI è scritto da Giovanni
Veronesi, Ugo Chiti, Giulio Calvani e Nicola Baldoni. Il direttore
della fotografia è Tani Canevari, la scenografia è affidata a Paki
Meduri e i costumi sono di Alessandro Lai.
Le riprese dureranno 8 settimane, si
svolgeranno in Toscana e si concluderanno a Roma.
Tutti
per 1 – 1 per tutti, un film Sky Original,
prodotto da Vision Distribution e Indiana, sarà il 25 dicembre in
prima assoluta su Sky e in streaming su NOW TV, disponibile anche
on demand. In occasione della presentazione del film, ecco la
nostra intervista a Valerio Mastandrea che torna a indossare i
panni di Porthos dopo Moschettieri del Re – Penultima
missione.
Il film è il sequel di Moschettieri
del re – penultima missione, diretto da Giovanni Veronesi, e vede
nel cast
Pierfrancesco Favino,
Valerio Mastandrea,
Rocco Papaleo, Giulia
Michelini, Anna
Ferzetti, Federico
Ielapi, Sara
Ciocca, Giulio
Scarpati e Margherita
Buy. Assenti Matilde Gioli e Sergio Rubini, che invece
facevano parte del primo film.
Sempre goliardici ma più
arrugginiti, tornano i Moschettieri D’Artagnan (Pierfrancesco
Favino), Porthos (Valerio Mastandrea) e Athos (Rocco Papaleo),
richiamati dalla Regina Anna d’Austria (Margherita Buy) per
un’ultimissima missione segreta. Guidati stavolta da una singolare
veggente di nome Tomtom (Giulia Michelini), si lanceranno in una
nuova, mirabolante, avventura che intreccerà i destini della
piccola Principessa Ginevra (Sara Ciocca), figlia di Enrichetta
d’Inghilterra (Anna Ferzetti), e Buffon (Federico Ielapi), un
giovanissimo e riccioluto orfanello. In un viaggio costellato di
sfide di ogni genere e incontri fantastici, tra cui quello con
Cyrano (Guido Caprino), si troveranno ad affrontare la più dura
delle prove: scegliere tra la fedeltà alla Corona e quella
all’amicizia.
Tutti
per 1 – 1 per tutti,
un film Sky Original,
prodotto da Vision Distribution e Indiana – sarà
il 25 dicembre in prima assoluta su Sky e in
streaming su NOW
TV, disponibile anche on
demand.
Il film è il sequel di Moschettieri
del re – penultima missione, diretto da Giovanni Veronesi, e vede
nel cast
Pierfrancesco Favino,
Valerio Mastandrea,
Rocco Papaleo, Giulia
Michelini, Anna
Ferzetti, Federico
Ielapi, Sara
Ciocca, Giulio
Scarpati e Margherita
Buy. Assenti Matilde Gioli e Sergio Rubini, che invece
facevano parte del primo film.
La trama di Tutti per 1 – 1 per
tutti
Sempre goliardici ma più
arrugginiti, tornano i Moschettieri D’Artagnan (Pierfrancesco
Favino), Porthos (Valerio Mastandrea) e Athos (Rocco Papaleo),
richiamati dalla Regina Anna d’Austria (Margherita Buy) per
un’ultimissima missione segreta. Guidati stavolta da una singolare
veggente di nome Tomtom (Giulia Michelini), si lanceranno in una
nuova, mirabolante, avventura che intreccerà i destini della
piccola Principessa Ginevra (Sara Ciocca), figlia di Enrichetta
d’Inghilterra (Anna Ferzetti), e Buffon (Federico Ielapi), un
giovanissimo e riccioluto orfanello. In un viaggio costellato di
sfide di ogni genere e incontri fantastici, tra cui quello con
Cyrano (Guido Caprino), si troveranno ad affrontare la più dura
delle prove: scegliere tra la fedeltà alla Corona e quella
all’amicizia.
Tutti pazzi per Rose
(Populaire), diretto da Régis
Roinsard, vede protagonista una bellissima coppia:
Romain Duris (L’Appartamento
Spagnolo) e Déborah Francois
(La Voltapagine), due temperamenti
attoriali che si sposano alla perfezione con i loro personaggi.
Accanto a loro due, c’è anche Bérénice Bejo, grande interprete di The Artist, qui in un ruolo marginale
che non offusca però la sua bellezza e la sua bravura. Il film si
basa principalmente sulle dinamiche di coppia, sugli equilibri e le
tensioni che si creano inevitabilmente tra il maestro e l’allieva
prima e tra gli amanti dopo, seguendo una struttura abbastanza
classica con il nodo narrativa che si scioglie nel finale per la
gioia degli spettatori e dei protagonisti.
La trama di Tutti
pazzi per Rose
In Tutti pazzi per
Rose in piena primavera, e racconta la storia di Rose
Pamphyle (Déborah François), una ventunenne vedova di madre e che
vive con il padre. L’uomo dal carattere molto burbero gestisce
l’emporio di un piccolo villaggio della Normandia e ha promesso sua
figlia in sposa a un ragazzo del posto, il figlio del meccanico. Il
futuro della giovane è quindi già segnato da una vita piatta, nella
quel si ritroverà a essere una moglie devota e a occuparsi giorno
dopo giorno di casa e figli. Questo, però, non è proprio l’ideale
di vita che sogna Rose, che cercando di dare una svolta alla sua
esistenza, decide di partire per Lisieux per iniziare a lavorare
come segreteria di Louis Echard (Romain Duris), a capo di una
compagnia assicurativa. Purtroppo il colloqui non va affatto bene,
ma a Lisieux non sfugge una particolare abilità di rose: sa
scrivere velocemente a macchina. L’uomo le propone quindi di
partecipare a una gara di dattilografia e soltanto se la vincerà,
otterrà il posto da segretaria. Louis si propone come suo coach e
allena la giovane, trascorrendo diverso tempo con lei e
condividendo più della semplice passione per questo sport
particolare.
Negli anni ’50 il massimo della
modernità per una ragazza era aspirare a diventare segretaria.
Quando poi il desiderio si realizzava, le poche fortunate ad essere
delle vere segretarie erano considerate vere ragazze moderne,
all’avanguardia. Rose vive in un piccolo paesino ed è impiegata
nell’Emporio paterno, ma il suo desidero è quello di viaggiare,
visitare città straniere e fare tante esperienze diverse dalla vita
di paese. Quale miglior modo per cominciare se non diventare una
vera ragazza moderna? Il problema però è che Rose non sa fare
nulla, è imbranata e disordinata, anche se riesce ad ottenere il
suo primo lavoro presso Louis Echard, assicuratore. In realtà Louis
ha visto in lei non la segretaria di cui aveva bisogno, ma una
scommessa: Rose infatti è velocissima a scrivere a macchina, pur
usando solo due dita. Lui, ex atleta di temperamento agonistico
fino all’eccesso, vuole iscriverla ai campionati regionale di
dattilografia, e così Rose, allenata da Louis comincia la sua
scalata verso il successo per diventare la ragazza più veloce della
Bassa Normandia, e poi chissà, forse della Francia intera.
Più che parlare di sogni che si
realizzano però, Tutti pazzi per
Rose è alla fine una storia d’amore, il racconto
leggero e brioso di una coppia che si rincorre e che sembra
destinata a stare insieme dal primo momento che si incrocia.
Bellissima la fotografia del film, sgargiante e a tono con i
bellissimi costumi anni ’50 indossati dalla sottile ed elegante
Francois. Commedia senza troppe pretese, Tutti
pazzi per Rose è un film gradevole che racconta con
intelligenza e brio una storia universale e semplice.
Noi di Cinefilos.it l’abbiamo visto
all’ultimo Festival di Roma e con il titolo di
Populaire. Il film arriverà nelle sale
italiane distribuito di BIM con il titolo Tutti Pazzi
per Rose e vi mostriamo oggi una clip e il trailer
del film:
Primavera 1958. Rose Pamphyle ha 21
anni e vive con suo padre, un burbero vedovo titolare dell’emporio
di un piccolo villaggio in Normandia. Rose è promessa in sposa al
figlio del proprietario dell’autofficina e l’attende un destino di
casalinga docile e devota. Ma Rose non vuole saperne di una vita
del genere. Così decide di partire per Lisieux, dove il
trentaseienne Louis Echard, carismatico titolare di un’agenzia di
assicurazioni, sta cercando una segretaria. Il colloquio per
l’assunzione è un fiasco totale. Ma Rose ha un dono: batte i tasti
della macchina per scrivere a una velocità vertiginosa e così
riesce suo malgrado a risvegliare l’ambizioso sportivo che
sonnecchia in Louis… Se vuole ottenere il posto, Rose dovrà
partecipare a delle gare di velocità dattilografica. Ignorando i
sacrifici che la giovane dovrà compiere per raggiungere
l’obiettivo, Louis si improvvisa allenatore e decreta che farà di
Rose la dattilografa più veloce di Francia, e perfino del mondo! E
l’amore per la competizione sportiva non va necessariamente
d’accordo con l’amore puro e semplice…
Indicata come una delle commedie
chiave degli anni Novanta, Tutti pazzi per
Mary andò contro ogni aspettative, rivelandosi un
punto di svolta tanto nella carriera dei due registi quanto in
quella degli attori protagonisti. Bobby e
Peter Farrelly, infatti, conobbero grazie a
tale titolo ulteriore popolarità, raggiungendo lo status di maestri
della commedia. Il film poi, si rivelò un grandissimo successo di
critica e box office, arrivando ad incassare circa 370 milioni di
dollari in tutto il mondo.
Merito di tale successo è la natura
politicamente scorretta dell’opera, ricca di personaggi dissacranti
e situazioni spesso al limite tanto per contenuti quanto per stile
di comicità. I due autori, infatti, volevano distaccarsi dalla
tipica commedia per grandi e piccini, realizzando invece un film
pensato esclusivamente per un pubblico più adulto. Ciò gli permise
di utilizzare gag comiche altrimenti impensabili, donando all’opera
un’atmosfera più sessualmente esplicita.
Gli sceneggiatori, inoltre, si
basarono un reale fatto di cronaca. Questo riguardava un uomo che
aveva ingaggiato un detective privato per ritrovare una sua
compagna del liceo del quale era stato innamorato. Il gruppo di
autori iniziò dunque a immaginare cosa sarebbe potuto succedere se
quell’investigatore fosse risultato più perverso del previsto,
innamorandosi egli stesso della ragazza in questione. A partire da
tale suggestione si costruì così la vicenda del film, arricchita
poi di dettagli, personaggi e situazioni comiche.
Tutti pazzi per Mary: la trama del
film
La vicenda del film si apre nel
1985, quando il liceale Ted Stroehmann è in procinto di andare ad
un appuntamento con la ragazza dei suoi sogni, Mary Jensen. Una
volta recatosi da lei, però, rimane vittima di un incidente,
venendo di conseguenza ricoverato in ospedale. Nel frattempo, Mary
si trasferisce a Miami e il ragazzo la perde di vista. Tredici anni
dopo, Ted sta ancora cercando di dimenticare la ragazza, ma non
riuscendovi decide di accettare il consiglio del suo migliore
amico, ingaggiando un detective per ritrovarla. Il caso viene così
affidato all’investigatore Patrick “Pat” Healy, il quale dopo aver
ritrovato Mary, e averla osservata per alcuni giorni, se ne
innamora perdutamente.
Decide perciò di mentire a Ted,
affermando che la donna è in sovrappeso e ha quattro figli di tre
uomini diversi. Dopodiché, Patrick lascia il suo lavoro e torna a
Miami per conquistare Mary grazie ai pedinamenti e all’ascolto
delle sue conversazioni private, che gli forniscono tutte le
informazioni su gusti e passioni della ragazza. Scoperto però
l’inganno del detective, Ted decide di partire a sua volta per
Miami. Qui si ritrova però costretto a fare i conti con più
spasimanti di quello che avrebbe mai immaginato. Per riuscire a
prevalere su questi, finirà così con il cacciarsi in situazioni
sempre più assurde.
Tutti pazzi per Mary: il cast del
film
Il film contribuì a lanciare
definitivamente la carriera dell’attrice Cameron
Diaz, che dà qui vita alla Mary del titolo. Questa fu
da sempre la prima scelta per i Farrelly, i quali la consideravano
la “donna perfetta”. Questa fu entusiasta della sceneggiatura e
accettò da subito di partecipare al film, nonostante il suo agente
glielo avesse sconsigliato ritenendolo deprecabile. Per prepararsi
al ruolo, l’attrice decise poi di fare visita al suo vecchio liceo
per cercare la giusta ispirazione per potersi comportare come una
teenager. La sua interpretazione fu poi premiata con diversi
riconoscimenti, tra cui l’MTV Movie Awards per la miglior
performance femminile.
Nel ruolo di Ted vi è invece
Ben
Stiller, anch’egli all’epoca poco conosciuto. Per via
di ciò, infatti, i produttori erano contrari alla sua scelta,
suggerendo invece un attore più popolare come Jim
Carrey. I Farrelly decisero allora di proporre l’ancor
meno noto Owen
Wilson, e a quel punto i produttori accettarono
l’opzione di Stiller. Ricordando anni dopo la sua partecipazione al
film, l’attore affermò di essersi raramente divertito come in
quell’occasione, e che quella è stata l’opera che gli ha permesso
di raggiungere una popolarità internazionale. Stiller ha inoltre
indicato Tutti pazzi per
Marycome il suo film preferito
tra quelli a cui ha partecipato.
L’altro personaggio principale del
film è quello del detective Patrick, interpretato dall’attore
Matt
Dillon. Anche per lui i produttori furono inizialmente
scettici, non convinti che l’attore potesse risultare idoneo in una
commedia, non avendone fatte negli anni precedenti. Dopo il suo
provino furono però tutti certi delle sue potenzialità. Dillon, dal
canto suo, ha lodato il progetto esprimendo particolare entusiasmo
per la libertà d’improvvisazione lasciatagli dai due registi. Anche
per lui il film si rivelò un decisivo punto di svolta,
permettendogli di ottenere una più ampia gamma di ruoli e diversi
prestigiosi riconoscimenti.
Tutti pazzi per Mary: le scene più
celebri
Quando si pensa a questo film, la
prima scena che viene in mente è molto probabilmente quella con il
famoso “gel” che Mary utilizza per pettinarsi i capelli. Tale scena
rischiò tuttavia di non rientrare nel montato finale, poiché tutti
si dichiararono scettici nei suoi confronti. I due attori
coinvolti, Stiller e la Diaz, affermarono infatti che poteva
risultare eccessiva, rovinando il film e le loro carriere. Allo
stesso tempo, i Farrelly realizzarono venti versioni di tale scena,
essendo anche loro incerti sulla sua realizzazione. Dopo circa sei
mesi di dibattito con la produzione, questa venne però inserita nel
film, divenendo immediatamente iconica.
Altra famosissima scena del film è
una di quelle poste ad apertura del film, dove si mostra
l’incidente che impedisce a Ted di uscire con Mary. Divenuta
celebre come “la scena della zip”, questa è stata in seguito
descritta dai due registi come basata su un fatto realmente
avvenuto. Stando a quanto da loro raccontato, un amico della loro
sorella minore si ritrovò infatti invischiato in tale problema. Una
volta venuti a conoscenza di tale evento, estremamente doloroso e
comico allo stesso tempo, i due registi si convinsero sulla
necessità di riutilizzarlo in qualche loro film.
Tutti pazzi per Mary: il trailer e
dove vedere il film in streaming
Per chi ha amato il film, o per chi
non l’avesse ancora visto e desidera poter recuperare tale titolo,
è possibile fruirne grazie alla sua presenza in alcune tra le
principali piattaforme streaming oggi presenti in rete.
Tutti pazzi per Mary è infatti
disponibile su Rakuten TV, Infinity, Chili Cinema, Apple iTunes e
Google Play. Per vederlo, in base alla piattaforma prescelta,
basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento
generale. Ciò permetterà di riprodurlo in modo pratico e al meglio
della qualità video.