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Citadel: Diana, ecco Matilda De Angelis nella nuova serie Prime Original italiana

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Prime Video ha svelato il titolo del prossimo capitolo nello Spyverse di Citadel, Citadel: Diana, e la prima immagine di Matilda De Angelis (The Undoing), protagonista della nuova serie Original italiana. Citadel: Diana sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo nel 2024.

Il finale della prima stagione di Citadel, con Richard Madden e Priyanka Chopra Jonas, è disponibile da oggi su Prime Video. La prima serie nello Spyverse del franchise globale conclude la sua prima stagione con grandi colpi di scena e rivelazioni avvincenti, con gli agenti di Citadel che scoprono l’identità della talpa che ha fatto cadere l’agenzia nelle mani della fazione rivale Manticore. I tradimenti saranno svelati e le domande troveranno risposta, mentre le conseguenze del finale si ripercuoteranno attraverso tutto lo Spyverse. Dopo l’episodio finale, un teaser di Citadel: Diana svela un entusiasmante assaggio di ciò che arriverà con l’espandersi dello Spyverse di Citadel in questo nuovo capitolo.

Citadel: Diana è stata creata, prodotta e girata in Italia, e le riprese sono terminate all’inizio di quest’anno. La serie è prodotta da Cattleya (ZeroZeroZero) – parte di ITV Studios-  e ha per showrunner ed executive producer Gina Gardini, con Riccardo Tozzi, Marco Chimenz e Giovanni Stabilini anch’essi nel ruolo di executive producer, mentre Emanuele Savoini è co-executive producer. Anthony Russo, Joe Russo, Mike Larocca, Angela Russo-Ostot, Scott Nemes di AGBO e David Weil (Hunters) sono executive producer di Citadel: Diana e di tutte le serie nell’universo globale di Citadel. Midnight Radio è executive producer di Citadel: Diana e tutte le serie nell’universo globale di Citadel.

Citadel: Diana è diretta da Arnaldo Catinari e sviluppata da Alessandro Fabbri, che ricopre anche il ruolo di head writer, ed ha scritto la serie con Ilaria Bernardini, Laura Colella, Gianluca Bernardini e Giordana Mari. Come già annunciato, nel cast al fianco di Matilda De Angelis ci sono anche Lorenzo Cervasio, Maurizio Lombardi, Julia Piaton, Thekla Reuten, Daniele Paoloni, Bernhard Schütz e Filippo Nigro. Tutti gli episodi della prima stagione della serie evento Citadel sono ora disponibili in streaming su Prime Video.

Citadel

Otto anni fa, Citadel è caduta. L’agenzia indipendente di spionaggio internazionale – nata con lo scopo di difendere la sicurezza di tutte le persone – è stata distrutta dagli agenti di Manticore, una potente associazione che nell’ombra manipola il mondo. Con la caduta di Citadel, tutti i ricordi degli agenti scelti Mason Kane (Richard Madden) e Nadia Sinh (Priyanka Chopra Jonas) sono stati cancellati, ma loro sono riusciti miracolosamente a salvarsi. Da allora sono rimasti nascosti, costruendosi una nuova vita con nuove identità, entrambi ignari del proprio passato. Fino alla notte in cui Mason viene rintracciato dal suo ex collega di Citadel, Bernard Orlick (Stanley Tucci), che ha disperatamente bisogno del suo aiuto per impedire a Manticore di stabilire un nuovo ordine mondiale. Mason si mette alla ricerca della sua ex collega Nadia, e le due spie intraprendono una missione che li porta in giro per il mondo nel tentativo di fermare Manticore, questo mentre devono fare i conti con una relazione costruita su segreti, bugie e un amore pericoloso ma senza tempo.

Da Amazon Studios e AGBO dei Fratelli Russo, Citadel ha come executive producer Anthony Russo, Joe Russo, Mike Larocca, Angela Russo-Otstot e Scott Nemes per AGBO, con lo showrunner ed executive producer David Weil. Josh Appelbaum, André Nemec, Jeff Pinkner e Scott Rosenberg sono executive producer per Midnight Radio. Nel ruolo di executive producer ci sono anche Newton Thomas Sigel e Patrick Moran.

Citadel: Amazon rinnova la serie per una seconda stagione

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Citadel: Amazon rinnova la serie per una seconda stagione

Fonti hanno rivelato al The Hollywood Reporter che la serie Citadel con Priyanka Chopra Jonas e Richard Madden è stata rinnovata per una seconda stagione prima del suo debutto il 28 aprile. Non è chiaro quanti episodi conterrà la seconda stagione; Citadel era costituita da soli sei episodi. La notizia arriva dopo che la serie ha debuttato con una clip e un keynote questo mese al South by Southwest.

Amazon e i rappresentanti dell’AGBO dei Russos hanno rifiutato di commentare poiché le fonti affermano che gli accordi non sono stati ancora finalizzati. La serie evento è stata annunciata per la prima volta a metà del 2018, quando il capo degli Amazon Studios, Jennifer Salke, ha svelato i piani per una “serie di eventi internazionali di ampio respiro e multistrato“. Citadel che proviene dai registi di Avengers Joe e Anthony Russo, ha già generato un adattamento indiano poiché Amazon spera che il dramma di spionaggio possa diventare un importantissimo franchise di proprietà dello streamer. Mentre Il signore degli Anelli: Gli anelli del potere è stato approvato dai predecessori di Salke, Citadel è un momento decisivo per il dirigente, che ha aggiunto la gestione di MGM alla sua competenza all’inizio di quest’anno.

Come riportato daThe Hollywood Reporter lo scorso settembre, il budget per Citadel è salito a oltre $ 200 milioni a seguito di cicli di riprese aggiuntive dopo che metà del team creativo dello show se n’è andato a causa di divergenze creative. La serie è attualmente sulla buona strada per diventare il secondo spettacolo più costoso mai realizzato, dietro solo a Gli anelli del potere. Tra i cambiamenti attuati, Citadel ha visto la dipartita in corso di riprese dallo showrunner Josh Appelbaum e dal regista Brian Kirk e per sopperire agli eventi in corsa Joe e Anthony Russo hanno assunto David Weil, il creatore del dramma di Amazon recentemente concluso, Hunters, per assumere la direzione dello show, fornire una visione più radicata e supervisionare 75 milioni di dollari in riprese a un budget che era già stato stanziato a $160 milioni. Fonti affermano che Weil rimarrà come showrunner per la seconda stagione, con i Russo che dovrebbero dirigere più di un episodio.

Citadel: Amazon annuncia il capitolo italiano con Matilda De Angelis

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Prime Video ha annunciato oggi che in Italia è ufficialmente iniziata la produzione del capitolo italiano dell’universo Citadel, l’innovativa serie-evento globale da Prime Video e AGBO dei fratelli Anthony e Joe Russo. Prime Video ha anche confermato che ad interpretare il ruolo della protagonista nella serie Original italiana – ancora senza titolo – sarà Matilda De Angelis (The Undoing), accanto al cast composto da Lorenzo Cervasio, Maurizio Lombardi, Thekla Reuten, Julia Piaton, Filippo Nigro e Bernhard Schütz.

La nuova serie local Original di spionaggio, prima produzione locale nel franchise di Citadel, sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.

Questa nuova avveniristica serie Original prodotta in Italia è diretta da Arnaldo Catinari (Suburra) e scritta da Alessandro Fabbri – che ricopre anche il ruolo di head writer -, Ilaria Bernardini, Laura Colella, Gianluca Bernardini, e Giordana Mari. Gina Gardini (Gomorra, Suburra, ZeroZeroZero) è la showrunner e produce la serie insieme a Riccardo Tozzi, Marco Chimenz, e Giovanni Stabilini per Cattleya, la società di produzione di grandi successi internazionali acclamati dalla critica come Gomorra, Zero Zero Zero e Suburra.Emanuele Savoini è co-executive producer.

“Siamo molto felici che in Italia sia iniziata la produzione del capitolo italiano del pionieristico universo Citadel,” ha detto James Farrell, VP International, Amazon Studios. “Inoltre, siamo orgogliosi di dare il benvenuto in Prime Video a Matilda De Angelis e a tutto il cast di questo straordinario progetto. Lavorare con questi talenti e AGBO dei fratelli Russo è davvero entusiasmante”.

“Siamo entusiasti di collaborare con Cattleya e alcuni dei team produttivi e creativi più apprezzati in Italia per alzare l’asticella delle nostre produzioni locali con questo progetto avvincente e ambizioso. Ci emoziona sapere che l’Italia apre la strada con il primo Original locale nel visionario franchise da AGBO”, ha aggiunto Nicole Morganti, head of Italian Originals, Amazon Studios. “La serie Original italiana sarà un evento epico, e non vediamo l’ora di condividerlo con i nostri spettatori Prime Video in Italia e nel mondo”.

“Amazon e il franchise Citadel hanno dato ad AGBO la straordinaria opportunità di collaborare con i migliori talenti di tutto il mondo, e l’Italia non fa eccezione,” ha dichiarato Angela Russo-Otstot, president of creative di AGBO ed executive producer. “Da grandi fan di Cattleya quali siamo, ci è stato offerto un posto in prima fila sul loro lavoro e sulla loro leadership eccellenti, ed è stata una vera gioia. David Weil ed io siamo onorati di essere partner di Gina, Alessandro, di tutti gli sceneggiatori e del talentuoso cast di questa serie incredibile”.

Citadel è un progetto estremamente ambizioso e sfidante, e farne parte è un grande privilegio”, ha aggiunto Riccardo Tozzi, fondatore e presidente di Cattleya. “La serie italiana appartiene a un genere, l’azione-avventura-fantastica, che non è stato mai tentato in Italia e anche per noi è senza precedenti. Un universo affascinante, quello di Citadel, in cui il nostro racconto si inserisce con le proprie specificità creative e stilistiche. Siamo felici di fare questo viaggio insieme ad Amazon Studios e a tutti i talenti coinvolti: Citadel è energia nuova per noi e, crediamo, anche per la serialitá italiana”.

La serie è co-prodotta da Riccardo Tozzi, Marco Chimenz, Giovanni Stabilini, Gina Gardini di Cattleya, e da Amazon Studios, con Anthony Russo, Joe Russo, Mike Larocca, Angela Russo-Ostot, Scott Nemes, e David Weil (Hunters) di AGBO a supervisionare la produzione dell’Original italiano e di tutte le serie nell’universo Citadel a livello internazionale. Josh Appelbaum, André Nemec, Jeff Pinkner e Scott Rosenberg sono executive producer per Midnight Radio dell’Original italiano e di tutte le serie nell’universo Citadel a livello internazionale.

Come già annunciato Priyanka Chopra Jonas (Quantico), Richard Madden (Bodyguard) e Stanley Tucci (The Hunger Games saga) fanno parte del cast della prima serie che sarà disponibile all’interno dell’universo Citadel, dalla AGBO dei fratelli Russo. Ulteriori produzioni Citadel in diverse lingue sono in lavorazione, inclusa la già confermata serie Original indiana sviluppata da Raj Nidimoru e Krishna D.K. (The Family Man).

L’attrice e cantante italiana Matilda De Angelis ha debuttato in televisione nel 2015 con la serie di successo Tutto può succedere. Di recente, ha recitato nella serie drama in costume Leonardo e si è affermata a livello internazionale nella limited television series di Susanne Bier The Undoing, accanto a Nicole Kidman e Hugh Grant. Per questo ruolo, Matilda ha vinto il Nastro d’Argento Grandi Serie per la performance internazionale dell’anno nel 2021. Nello stesso anno, ha vinto anche il suo primo David Di Donatello come Miglior Attrice Non Protagonista per il suo ruolo nel film L’incredibile storia dell’Isola delle Rose. In precedenza, Matilda è stata insignita del prestigioso European Film Promotion (EFP) Shooting Star (2018). Fra i progetti di prossima uscita anche i due lungometraggi Rapiniamo il Duce e Across The River and Into The Trees, diretto da Paula Ortiz.

La serie Original italiana dall’universo Citadel si unirà a migliaia di film, show e serie già presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni italiane Original Prisma, Bang Bang Baby, Gianluca Vacchi: Mucho Más, Laura Pausini – Piacere di conoscerti, The Ferragnez – La serie, All or Nothing: Juventus, Anni da cane, Dinner Club, Vita da Carlo, FERRO, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo Stagione 1 e Stagione 2, e LOL: Chi ride è fuori Stagione 1 e Stagione 2; le serie pluripremiate Fleabag e The Marvelous Mrs. Maisele i grandi successi come Jack Ryan, The Boys, Borat – Seguito di film cinema, Il principe cerca figlio, Senza Rimorso, Good Omens e Carnival Row, oltre a contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle 16 migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della Supercoppa UEFA, per tre stagioni dal 2021/22. Altre produzioni Original già annunciate sono Autumn Beat, The Bad Guy, Everybody Loves Diamonds, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo Stagione 3 e The Ferragnez – La Serie Stagione 2.

Citadel: al via la produzione dell’episodio italiano con Matilda De Angelis

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Prime Video ha annunciato oggi che in Italia è ufficialmente iniziata la produzione del capitolo italiano dell’universo Citadel, l’innovativa serie-evento globale da Prime Video e AGBO dei fratelli Anthony e Joe Russo. Prime Video ha anche confermato che ad interpretare il ruolo della protagonista nella serie Original italiana – ancora senza titolo – sarà Matilda De Angelis (The Undoing), accanto al cast composto da Lorenzo Cervasio, Maurizio Lombardi, Thekla Reuten, Julia Piaton, Filippo Nigro e Bernhard Schütz. La nuova serie local Original di spionaggio, prima produzione locale nel franchise di Citadel, sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.

Questa nuova avveniristica serie Original prodotta in Italia è diretta da Arnaldo Catinari(Suburra) e scritta da Alessandro Fabbri – che ricopre anche il ruolo di head writer -, Ilaria Bernardini, Laura Colella, Gianluca Bernardini, e Giordana Mari. Gina Gardini (Gomorra, Suburra, ZeroZeroZero) è la showrunner e produce la serie insieme a Riccardo Tozzi, Marco Chimenz, e Giovanni Stabilini per Cattleya, la società di produzione di grandi successi internazionali acclamati dalla critica come Gomorra, Zero Zero Zero e Suburra.Emanuele Savoini è co-executive producer.

“Siamo molto felici che in Italia sia iniziata la produzione del capitolo italiano del pionieristico universo Citadel,” ha detto James Farrell, VP International, Amazon Studios. “Inoltre, siamo orgogliosi di dare il benvenuto in Prime Video a Matilda De Angelis e a tutto il cast di questo straordinario progetto. Lavorare con questi talenti e AGBO dei fratelli Russo è davvero entusiasmante”.

“Siamo entusiasti di collaborare con Cattleya e alcuni dei team produttivi e creativi più apprezzati in Italia per alzare l’asticella delle nostre produzioni locali con questo progetto avvincente e ambizioso. Ci emoziona sapere che l’Italia apre la strada con il primo Original locale nel visionario franchise da AGBO”, ha aggiunto Nicole Morganti, head of Italian Originals, Amazon Studios. “La serie Original italiana sarà un evento epico, e non vediamo l’ora di condividerlo con i nostri spettatori Prime Video in Italia e nel mondo”.

“Amazon e il franchise Citadel hanno dato ad AGBO la straordinaria opportunità di collaborare con i migliori talenti di tutto il mondo, e l’Italia non fa eccezione,” ha dichiarato Angela Russo-Otstot, president of creative di AGBO ed executive producer. “Da grandi fan di Cattleya quali siamo, ci è stato offerto un posto in prima fila sul loro lavoro e sulla loro leadership eccellenti, ed è stata una vera gioia. David Weil ed io siamo onorati di essere partner di Gina, Alessandro, di tutti gli sceneggiatori e del talentuoso cast di questa serie incredibile”.

Citadel è un progetto estremamente ambizioso e sfidante, e farne parte è un grande privilegio”, ha aggiunto Riccardo Tozzi, fondatore e presidente di Cattleya. “La serie italiana appartiene a un genere, l’azione-avventura-fantastica, che non è stato mai tentato in Italia e anche per noi è senza precedenti. Un universo affascinante, quello di Citadel, in cui il nostro racconto si inserisce con le proprie specificità creative e stilistiche. Siamo felici di fare questo viaggio insieme ad Amazon Studios e a tutti i talenti coinvolti: Citadel è energia nuova per noi e, crediamo, anche per la serialitá italiana”.

La serie è co-prodotta da Riccardo Tozzi, Marco Chimenz, Giovanni Stabilini, Gina Gardini di Cattleya, e da Amazon Studios, con Anthony Russo, Joe Russo, Mike Larocca, Angela Russo-Ostot, Scott Nemes, e David Weil (Hunters) di AGBO a supervisionare la produzione dell’Original italiano e di tutte le serie nell’universo Citadel a livello internazionale. Josh Appelbaum, André Nemec, Jeff Pinkner e Scott Rosenberg sono executive producer per Midnight Radio dell’Original italiano e di tutte le serie nell’universo Citadel a livello internazionale.

Come già annunciato Priyanka Chopra Jonas (Quantico), Richard Madden (Bodyguard) e Stanley Tucci (The Hunger Games saga) fanno parte del cast della prima serie che sarà disponibile all’interno dell’universo Citadel, dalla AGBO dei fratelli Russo. Ulteriori produzioni Citadel in diverse lingue sono in lavorazione, inclusa la già confermata serie Original indiana sviluppata da Raj Nidimoru e Krishna D.K. (The Family Man).

L’attrice e cantante italiana Matilda De Angelis ha debuttato in televisione nel 2015 con la serie di successo Tutto può succedere. Di recente, ha recitato nella serie drama in costume Leonardo e si è affermata a livello internazionale nella limited television series di Susanne Bier The Undoing, accanto a Nicole Kidman e Hugh Grant. Per questo ruolo, Matilda ha vinto il Nastro d’Argento Grandi Serie per la performance internazionale dell’anno nel 2021. Nello stesso anno, ha vinto anche il suo primo David Di Donatello come Miglior Attrice Non Protagonista per il suo ruolo nel film L’incredibile storia dell’Isola delle Rose. In precedenza, Matilda è stata insignita del prestigioso European Film Promotion (EFP) Shooting Star (2018). Fra i progetti di prossima uscita anche i due lungometraggi Rapiniamo il Duce e Across The River and Into The Trees, diretto da Paula Ortiz.

La serie Original italiana dall’universo Citadel si unirà a migliaia di film, show e serie già presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni italiane Original Prisma, Bang Bang Baby, Gianluca Vacchi: Mucho Más, Laura Pausini – Piacere di conoscerti, The Ferragnez – La serie, All or Nothing: Juventus, Anni da cane, Dinner Club, Vita da Carlo, FERRO, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo Stagione 1 e Stagione 2, e LOL: Chi ride è fuori Stagione 1 e Stagione 2; le serie pluripremiate Fleabag e The Marvelous Mrs. Maisele i grandi successi come Jack Ryan, The Boys, Borat – Seguito di film cinema, Il principe cerca figlio, Senza Rimorso, Good Omens e Carnival Row, oltre a contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle 16 migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della Supercoppa UEFA, per tre stagioni dal 2021/22. Altre produzioni Original già annunciate sono Autumn Beat, The Bad Guy, Everybody Loves Diamonds, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo Stagione 3 e The Ferragnez – La Serie Stagione 2.

I clienti Prime potranno vedere la serie Original italiana dall’universo Citadel tramite l’app Prime Video disponibile per Smart TV, dispositivi mobili, Fire TV, Fire TV stick, Fire tablet, Apple TV, console di gioco, Chromecast e Vodafone TV. Grazie all’app i clienti potranno scaricare gli episodi sui loro dispositivi mobili per la visione offline senza costi aggiuntivi all’abbonamento Prime al costo di €49,90/anno o €4,99/mese. I nuovi clienti possono registrarsi ad Amazon Prime e ottenere un periodo di prova gratuito su amazon.it/prime.

Cirque du Soleil: Worlds Away – Trailer Originale

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Cirque du Soleil: Worlds Away – Trailer Originale

Arriva il primo trailer di  Cirque du Soleil: Worlds Away, opera a metà fra documentario e film sui numeri più spettacolari del celebre show teatrale.

Cirque du Soleil torna in Italia con l’acclamata produzione di ALEGRÍA!

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Cirque du Soleil ha il piacere di annunciare che l’acclamata produzione di Alegría arriverà in Italia a novembre e dicembre, con spettacoli a Pesaro, Bologna, Milano e Torino.

Cirque du Soleil Mondi lontani in TV

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Cirque du Soleil- Mondi lontaniAndrà in onda stasera alle 21 su Italia Cirque du Soleil Mondi lontani, il film del 2012 prodotto da James Cameron e diretto da Andrew Adamson.

Nella pellicola alcune performance tratte da sette spettacoli del Cirque du Soleil in scena a Las Vegas: O, KÀ, Mystère, Viva Elvis, Criss Angel Believe, Zumanity e Love.

Girando in una fiera di paese, una ragazza viene avvicinata da un clown che le porge il volantino pubblicitario dello spettacolo di un trapezista. Entrata nel tendone in cui questi si esibisce, durante lo show scambia con lui uno sguardo di intesa che lo distrae facendolo cadere. La caduta provoca un passaggio dimensionale e i due si trovano coinvolti in diversi “scenari”, ovvero diverse rappresentazioni spettacolari all’interno delle quali si inseguono cercando di trovarsi fino al congiungimento finale, anch’esso nella forma di uno spettacolo.

Cirque Du Soleil in Italia con Dralion dall’8 Novembre 2013!

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Cirque Du Soleil in Italia con Dralion dall’8 Novembre 2013!

 

Dralion-Cirque-du-soleil-RomaIl Cirque du Soleil ha il piacere di annunciare che Dralion approderà in Italia a novembre 2013, con spettacoli in programma a Roma, Torino e Milano. Dralion

Ciro Guerra prepara il debutto in lingua inglese con The Detainee

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Deadline informa che Ciro Guerra, regista colombiano il cui El abrazo de la serpiente è trai nominati al miglior film straniero, farà il suo debutto in lingua inglese con il film The Detainee, primo romanzo di una trilogia distopica scritta da Peter Liney.

A produrre il film ci saranno Basil Iwanyk della Thunder Road e Christian Angermayer della Film House Germany.

El abrazo de la serpiente è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes 2015 nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, vincendo il premio Art Cinéma. Il film racconta due storie, che si svolgono nel 1909 e 1940, entrambi interpretati da Karamakate, uno sciamano dell’Amazzonia e ultimo sopravvissuto della sua tribù. Viaggia con due scienziati, il tedesco Theodor Koch-Grunberg e lo statunitense Richard Evans Schultes, per cercare una rara pianta sacra. Il film è liberamente ispirato ai diari scritti dai due scienziati durante il loro lavoro sul campo in Amazzonia.

Fonte: Deadline

Ciro D’Emilio racconta la sua opera seconda Per niente al mondo

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Ciro D’Emilio racconta la sua opera seconda Per niente al mondo

Protagonista del weekend della 23° edizione del Sudestival, attualmente in corso in Puglia, il regista Ciro D’Emilio presenta in concorso Per niente al mondo, il suo secondo lungometraggio che segue il successo di Un giorno all’improvviso, che già aveva stregato pubblico e critica in occasione della 75° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, dove era stato presentato nella sezione Orizzonti.

D’Emilio torna dunque a raccontare per il cinema, e sebbene, come ci tiene a sottolineare lui stesso, è difficile parlare di stile e linguaggio in merito a un autore al suo secondo film, ci sono sicuramente dei temi e dei punti di interesse che accomunano le sue due opere. La storia di Per niente al mondo ruota intorno a Bernardo (Guido Caprino), un uomo affascinante, di successo, circondato da amici e sempre alla ricerca della sua libertà. Ma nella sua vita tutto cambia quando un giorno viene arrestato con l’accusa di associazione a delinquere.

“Tutto, per me, nasce dalla storia – esordisce D’Emilio – è sempre il primo gigante con cui confrontarmi ed è stata quella che mi ha detto in che forma voleva essere raccontata. Per niente al mondo ha molti punti in comune con Un giorno all’improvviso, ma sono due film molto diversi da un punto di vista strutturale, perché è stata la storia a chiedermelo.”

Come mai hai definito questa storia “semplice ma necessaria”?

“Ci tengo prima a specificare che quando parlo di semplicità, intendo qualcosa che è molto diversa dalla facilità, perché quest’ultima sfugge da ogni tipo di profondità. Invece la semplicità è il risultato di una serie molto complessa di analisi. Quindi è una storia semplice perché si palesava tale, in cui un uomo subisce un’ingiustizia e comincia a combattere con se stesso. Credo ci fosse bisogno di raccontare una storia così, in cui il tema, che è quello della fiducia (e di mancanza di fiducia), è una delle cose che più mi spaventano della società contemporanea. Venir meno alla fiducia, alla deontologia, giornalistica, medica. E ho cercato di mettere sotto una lente di ingrandimento questo concetto.”

Il protagonista del film si auto-determina in base alle conferme che ottiene dall’esterno, vive in una condizione di finzione che gli viene strappata via nel momento in cui il suo status cambia. Come si può tornare a un grado di realtà che ci metta in comunicazione concreta?

“Gli ultimi anni, il COVID-19 hanno soltanto accelerato un percorso che era già avviato. C’è un grado di allontanamento aggregativo altissimo, un grado di disillusione anche in merito a quanto la diversità, se l’uomo riuscirà a riconquistare l’importanza dell’incontro, allora c’è una possibilità di ritrovarci, di salvarci e rinascere. Ma finché penseremo di essere imprescindibili da noi stessi e fare a meno dell’incontro, servendo a noi stessi senza aver bisogno di nessun altro, saremo destinati all’estinzione. Dobbiamo riappropriarci del bisogno del confronto.”

Come hai lavorato con Salvatore Landi, direttore della fotografia di Per niente al mondo?

“Salvatore è stato il compagno d’avventura di Un giorno all’improvviso. Fa parte di quella squadra con cui ho portato quel film a Venezia e che ha lavorato anche in questo viaggio. Con lui abbiamo lavorato su tre linee temporali, in cui da una parte avevamo immagini patinate e riprese morbide ispirandoci a Il Sospetto di Thomas Vinterberg; dopo l’arresto nella prima parte del film abbiamo optato per un cambio di paradigma, abbiamo sporcato l’immagine e usato la macchina a spalla; e poi ancora abbiamo usato le lenti anamorfiche nelle scene ambientate in cella, perché volevamo cambiare il paradigma dell’immagine all’interno dello spazio angusto. Ovviamente volevamo dare alla location del carcere la dimensione di un luogo alternativo. Abbiamo cercato di raccontare un viaggio emotivo di tre linee temporali che potessero raccontare al meglio sia la caduta che il ritorno alla vita.”

Cirkus Columbia: recensione del film di Denis Tanovic

Cirkus Columbia: recensione del film di Denis Tanovic

Storia di amori perduti e ritrovati ambientata in una Bosnia – Erzegovina in bilico fra la fine del regime comunista e lo spettro di una nuova guerra civile. E’ questo Cirkus Columbia il nuovo film del regista premio Oscar Denis Tanovic che torna a parlare di personaggi che vivono le loro esistenze sullo sfondo di una guerra che il regista ha vissuto e che rappresenta una ferita difficilmente rimarginabile.

Cirkus Columbia, liberamente ispirata al romanzo breve di Ivica Djikic, racconta la storia di Divko Buntic che torna al villaggio dove è cresciuto per riappropriarsi della casa di famiglia. Dopo un esilio di 20 anni in Germania, arriva con la sua Mercedes rosso fiammante accompagnato dalla giovane e sexy fidanzata Azra, il gatto nero fortunato Bonny e le tasche piene di marchi tedeschi. Cash e il cugino Ivanda, recentemente e “democraticamente” eletto sindaco, aiutano Divko a sfrattare la moglie abbandonata Lucija e il loro figlio ventenne Martin. Dopo essere scampati all’arresto in seguito alla rissa durante lo sfratto, Martin e Lucija vengono sistemati in un piccolo appartamento in una casa comunale. A sua volta sistematosi nella sua vecchia casa, Divko tenta un avvicinamento con Martin, il figlio che non aveva mai conosciuto.

I tratti biografici presenti nella pellicola sono evidenti, ma rispetto a quanto realizzato fino ad ora il  regista di Triage, riesce nell’intento di realizzare un film più leggero a metà strada fra una comicità latente ed uno humor invisibile, supportato da una discreta sceneggiatura improntata su alcune scene divertenti. Il dramma c’è ma fa solo da sfondo alla vicenda dei personaggi per poi diventare solo nel finale protagonista. Il tutto supportato dalla brillante prova di attori come Miki Manojlovic e Mira Furlan che contribuiscono alla causa artistica.

Tuttavia il limite di questo film e forse del regista stesso, è quello di essere vittima di alcuni schemi ormai riscontrabili nei suoi film precedenti. Forse l’essere così fortemente legato  alla guerra impedisce al regista di raccontare qualcos’altro di nuovo che non sia il vissuto della sua esperienza. I personaggi che si muovono nei suoi film sono sempre individui macchiati dalla drammaticità degli eventi vissuti, in cui il cielo azzurro più che una speranza diventa quasi un illusione, un sogno che non si avvererà mai.

Cirkus Columbia seppur a tratti piacevole e divertente, non aggiunge altro di nuovo, se non l’idea affascinante di un paese indifferente alla guerra, che invece di preoccuparsene, si dedica alla ricerca di un gatto appena perso da un riccone di ritorno da un esilio.

Circuit Breakers: la serie antologica di fantascienza targata APPLE TV+

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Apple TV+ rivela la nuovissima serie antologica futuristica Circuit Breakers prodotta da Hastings, Andrew Orenstein, Sarah Haasz di Cottonwood Media, David Michel e Cécile Lauritano, Anthony Leo e Andrew Rosen di Aircraft Pictures e Todd Berger. Fox e Gillian Horvath sono co-produttori esecutivi.

Circuit Breakers: quando esce e dove vederla in streaming

Circuit Breakers uscirà l’11 novembre su Apple TV+

Circuit Breakers: trama e cast 

Circuit Breakers è una serie antologica di sette puntate, della durata di mezz’ora ciascuna, che segue le vicende di ragazzi delle scuole medie ambientate in un futuro prossimo e che usa la fantascienza come sfondo per raccontare storie universali sulla crescita. La serie è stata creata da Melody Fox, con Matt Hastings, che è anche il produttore esecutivo, alla regia di tre episodi, compreso quello pilota.

Ogni puntata di Circuit Breakers è caratterizzata da un tocco fantascientifico conferito a storie che possono essere raccontate dai bambini, con l’intento di far sì che i ragazzi e le famiglie si chiedano come si comporterebbero in ognuna delle diverse situazioni affrontate dalla serie. Il trailer mette in evidenza proprio le sette storie distinte che vedono protagonisti Callan Farris (“Grimcutty”), Nathaniel Buescher (“APB”), Veda Cienfuegos (“Undone”), Cole Keriazakos (“Southside”), Maz Jobrani (“Immigrant”), Cale Ferrin (“Endlings”), Quincy Kirkwood (“Y: L’ultimo uomo”), Arielle Halili (“Less Than Kosher”), Gavin MacIver-Wright (“Odd Squad: Mobile Unit”), Khiyla Aynne (“13: Il Musical”), Maya McNair (“Clarice”) e altri ancora.

La pluripremiata gamma di film e serie originali per bambini e famiglie su Apple TV+ include la serie innovativa “Supersorda”, l’acclamata “Ambra Chiaro” creata da Bonnie Hunt, insieme alle selezioni Common Sense Media “Un passo alla volta”, “Anatra & Oca”, “Le ragazze del Surfside” e “La vita secondo Ella”. La vastissima offerta di titoli adatti per tutte le età comprende anche “Fraggle Rock: ritorno alla grotta” e “Professione spia” della Jim Henson Company, la serie vincitrice del Peabody Award “Acquasilente”, le serie vincitrici del Daytime Emmy Award “Lo scrittore fantasma” e “Helpsters” di Sesame Workshop, il film d’animazione candidato all’Oscar “Wolfwalkers – il popolo dei lupi”, le nuove serie e gli speciali di Peanuts e WildBrain, tra cui “Le avventure di Snoopy”, nonché “Noi siamo qui: dritte per vivere sul pianeta Terra”, l’evento televisivo vincitore del Daytime Emmy Award basato sul libro best-seller del New York Times e TIME Best Book of the Year di Oliver Jeffers. Apple TV+ continua a offrire ai giovani spettatori, alle famiglie  e a chi si prende cura di loro opzioni di prim’ordine, tra cui l’imminente serie “Jane”, una nuova serie mission-driven di J.J. Johnson, Sinking Ship Entertainment e del Jane Goodall Institute.

Circeo: la nuova serie tv sul massacro del Circeo

Circeo: la nuova serie tv sul massacro del Circeo

Circeo è l’annunciata serie tv prodotta da Cattleya in collaborazione con VIS, Paramount+ e RAI Fiction. La serie, tratta da un’idea di Flaminia Gressi e da un soggetto di serie di Flaminia Gressi e di Lisa Nur Sultan, è scritta dalle due autrici insieme a Viola Rispoli e diretta da Andrea Molaioli.

Circeo: quando esce e dove vederla in streaming

Circeo in streaming debutterà nel corso del 2022 su Paramount+

Circeo: trama e cast

Circeo ripercorre tutte le fasi del processo seguito al terribile caso di cronaca del 1975, raccontando quanto abbia cambiato radicalmente la società italiana dell’epoca e contribuito alla lotta per i diritti delle donne.

Circeo ha come protagonista Greta Scarano nei panni di Teresa Capogrossi, un avvocato che si batte con convinzione per la riforma della legge sulla violenza sessuale e che prenderà le difese di Donatella Colasanti, (interpretata dalla giovanissima Ambrosia Caldarelli), cercando non soltanto di vincere il processo ma anche di cambiare la legge.  Vede, tra i suoi interpreti, anche Angelo Spagnoletti, Pia Lanciotti, Enrico Ianniello, Francesca Antonelli, Benedetta Cimatti e Guglielmo Poggi.

È il 1975, quartiere popolare della Montagnola: Donatella Colasanti (Ambrosia Caldarelli) e Rosaria Lopez (Adalgisa Manfrida), due adolescenti piene di vita e di sogni, si preparano per uscire con dei ragazzi della Roma bene, da poco conosciuti. Quando accettano di accompagnarli a una festa al mare, non si immaginano che quella gita presto diventerà un incubo: sequestrate, picchiate e violentate per ore in una villa al Circeo, verranno infine rinchiuse nel bagagliaio di una macchina perché credute morte. La mattina del 1° ottobre, i giornali, le televisioni, le radio aprono tutti con la stessa notizia: in un’auto a viale Pola sono state trovate due ragazze. Nude. Avvolte nelle coperte. Una è morta. L’altra è viva: Donatella.

Il delitto del Circeo scuote l’Italia. Il processo che ne segue viene raccontato quotidianamente da tutti i giornali nazionali. Donne da ogni angolo del Paese si presentano al tribunale di Latina per sostenere Donatella e assicurarsi che gli assassini siano condannati all’ergastolo. Quello che però la ragazza ancora non sa è che d’ora in poi non potrà mai più essere semplicemente Donatella, ma sempre e solo “la sopravvissuta del Circeo”. Da quel momento, infatti, Donatella diventerà un simbolo del movimento femminista.

Perché in gioco non c’è solo il desiderio di farla pagare ai suoi aguzzini e agli assassini di Rosaria, ma ci sono anche i diritti di tutte le donne. La posta in gioco è alta: cambiare la mentalità di un Paese in cui lo stupro non è considerato un crimine contro la persona, ma un’offesa alla pubblica morale. A difendere Donatella c’è Teresa Capogrossi (personaggio di fantasia interpretato da Greta Scarano), la giovane e ambiziosa avvocata che lavora prima per il noto penalista Fausto Tarsitano (personaggio realmente esistito interpretato da Enrico Ianniello), e poi per Tina Lagostena Bassi (personaggio realmente esistito e interpretato da Pia Lanciotti), l’“avvocato delle donne”, impegnata in prima linea per la riforma della legge sulla violenza sessuale.

Teresa è una donna idealista e appassionata con forte sete di giustizia che, come una sorella maggiore, imparerà a prendersi cura di Donatella dimostrando che può vincere il processo e cambiare la legge. A ogni costo. In questo lungo viaggio verso la giustizia, le due donne impareranno molto l’una dall’altra, in una ricerca costante della propria identità e del proprio ruolo nel mondo.

Circeo è una storia privata e pubblica insieme. La storia del dramma e della rinascita di una donna, ma anche la storia di un evento destinato a cambiare la società italiana per sempre. “Il massacro del Circeo”, infatti, non è soltanto una delle pagine più tristemente note della nostra cronaca nera, ma rappresenta anche uno spartiacque nel cammino di emancipazione delle donne italiane. Il caso, che ha saputo scuotere profondamente l’opinione pubblica dell’epoca, è diventato la miccia per il movimento femminista per pretendere la revisione della legge sulla violenza sessuale, considerata allora come un reato contro la morale e non contro la persona.

In Circeo si racconta per la prima volta questa storia dalla parte delle donne: le vittime, la sopravvissuta e i loro avvocati. Il dramma, ma ancora di più il processo, la battaglia, la rabbia e la speranza di una sopravvissuta e di tutte le donne. Niente in Italia, dopo quei giorni, sarà più come prima. La serie affronta i passaggi cruciali del percorso di Donatella Colasanti: da anonima ragazzina di periferia a vittima illustre che occupa le prime pagine di tutti i giornali e vive la celebrità lampo della cronaca nera. Da icona del movimento femminista (e come tale controllata, tenuta a bada, perché un’icona non può sbagliare) a donna finalmente consapevole che rivendica la libertà di essere soltanto sé stessa, errori compresi.

Ma Circeo è anche una storia di amicizia e di solidarietà femminile. I punti di vista di Donatella e di Teresa, un personaggio di invenzione che racchiude le tante donne che furono a fianco di Donatella, ci guidano lungo le varie fasi della storia: due realtà diverse e parziali – quella della ragazza sopravvissuta al massacro e quella della sua avvocata – messe in continua relazione tra loro, che episodio dopo episodio sanno restituire una visione sfaccettata e complessa del loro rapporto e della vicenda.

La serie copre l’arco temporale che va dal giorno che precede il delitto (29 settembre 1975) fino al processo di secondo grado (ottobre 1980) e comprende molti momenti salienti per la politica e la società italiana dell’epoca: l’omicidio Pasolini, la nube tossica di Seveso, l’occupazione di Palazzo Nardini a via del Governo Vecchio, Processo per stupro, la battaglia per l’aborto. La televisione e i giornali fanno da sfondo e da megafono alla storia per raccontare le mode, i gusti, gli eventi che costellano l’epoca.

Le canzoni più famose, i locali dove si andava a ballare, i fotoromanzi, quel che resta di Via Veneto e della Dolce Vita: il rigore e la crudezza del massacro e del processo si scontrano con la voglia di vita e di leggerezza di una ragazzina che non si arrende a essere solo una vittima, vuole vivere, ascoltare musica, ballare e innamorarsi come le sue coetanee. Circeo è una serie di liberazione, di libertà femminile in senso personale. Libertà da sé stesse in primis. Perché nessuno può dire a una donna chi deve essere o come si deve comportare. Nemmeno un’altra donna.

Circeo: intervista al co-protagonista Angelo Spagnoletti

Circeo: intervista al co-protagonista Angelo Spagnoletti

Arriva in prima serata su Rai 1 il 14, 21 e 28 novembre, la serie Circeo, diretta da Andrea Molaioli da un’idea di Flaminia Gressi, che ripercorre il drammatico evento passato alla storia come il Massacro del Circeo. Svoltosi a partire dal settembre del 1975, non è soltanto una delle pagine più tristemente note della cronaca nera italiana, ma rappresenta anche uno spartiacque nel cammino di emancipazione delle donne italiane. Il caso, che ha saputo scuotere profondamente l’opinione pubblica dell’epoca, è diventato la miccia per il movimento femminista per pretendere la revisione della legge sulla violenza sessuale, considerata allora come un reato contro la morale e non contro la persona.

In Circeo si racconta per la prima volta questa storia dalla parte delle donne: le vittime, la sopravvissuta e i loro avvocati. Il dramma, ma ancora di più il processo, la battaglia, la rabbia e la speranza di una sopravvissuta e di tutte le donne. Il tutto mentre sullo sfondo si agita un’Italia sempre più sconvolta dagli scontri politici e dal terrorismo. In Circeo si mescolano personaggi reali ad altri fittizi, attraverso cui si possono così offrire punti di vista nuovi sulla vicenda, cercando di fornire risposte ma anche di porre nuove domande su quanto accaduto. Tra i personaggi scritti appositamente per la serie vi è quello del fotografo Saverio Vitale, interpretato dall’attore Angelo Spagnoletti.

Il mio personaggio, Saverio Vitale, è un fotografo paparazzo che si ritrova un po’ per caso a scattare la foto relativa al massacro. – racconta Spagnoletti – Per caso perché lui di solito fa le foto ai divi però in questo caso ci troviamo in un periodo dove iniziano ad avere una maggiore rilevanza gli omicidi che avvenivano in quel periodo. Avendo bisogno di soldi, Saverio diventa quindi un po’ una specie di avvoltoio, capisce che può sfruttare queste altre foto per ottenere maggiori guadagni e così si ritrova a scattare quella famosissima di questa triste vicenda. Una vicenda dalla quale poi non esce, ma anzi ci si avvicina sempre di più, inizialmente per un proprio tornaconto, per avere esclusive da poter rivendere. Piano piano però inizia ad empattizzare con questa vicenda, a capire che non è giusto lucrarci sopra“.

C’è una scena in particolare, dove sfida gli avvocati difensori, – spiega l’attore parlando ancora del suo Saverio – che considero il “bit del personaggio”, come si dice in gergo. Ovvero quando un personaggio ha un conflitto e trova poi la risoluzione di esso e in un certo senso di sé stesso. Quella è la mia scena preferita. Anche perché Saverio è il punto di vista del popolo. Nella serie c’è quello delle vittime, quello di chi detiene il potere e poi c’è lui, che inizia ad indagare e si fa voce popolare. Quella scena è emblematica perché nessuno pone domande scomode agli avvocati, mentre lui decide di metterli in difficoltà, ponendoli di fronte ad una scomoda verità. Da lì acquisisce una consapevolezza più ampia, capisce di avere una responsabilità, di doversi schierare e di non poter rimanere indifferente a quella vicenda“.

Quella di Circeo è una storia sempre attuale

Spagnoletti offre poi il proprio punto di vista sulla vicenda narrata in Circeo, spiegando che “non solo è una storia attualissima ma è anche necessaria. Fatti come questi accadono ancora oggi. Bisognerebbe parlarne apertamente da tutti i punti di visti, sia femminile che maschile. Purtroppo, vuoi o non vuoi, è il maschio il carnefice di questi eventi. Forse la soluzione è l’empatia. Se un uomo si ritrova, per un qualunque motivo, in una condizione di questo tipo, se riuscisse a rivedere nella vittima la propria madre, sorella, un’amica, sé stesso o comunque un essere umano, penso che non ci possa essere nessuna parte di lui in gradi portare a termine quella violenza”. L’attore continua poi affermando che “credo quindi che bisogna tornare a fortificare e preservare l’empatia, che è alla base dell’amore. L’uomo deve tornare a capire che amare, empatizzare, è un innalzamento del proprio essere, un dovere. Se no diventiamo tutti mostri“.

Circeo Greta Scarano Angelo Spagnoletti
Greta Scarano e Angelo Spagnoletti in una scena di Circeo

Il punto di vista di Circeo

La serie, diretta da Andrea Molaioli, si configura più come un procedurale che non come un crime vero e proprio, proponendo dunque una ricostruzione del processo molto precisa che non lascia dunque troppo spazio agli aspetti più macabri della vicenda narrata. Di questa particolare scelta Spagnoletti spiega che “le sceneggiatrici [Flaminia Gressi, Lisa Nur Sultan e Viola Rispoli] ma anche il regista, hanno volutamente scelto di costruirla in questo modo, differenziandosi quindi da altre opere esistenti che hanno trattato l’argomento [ad esempio il recente La scuola cattolica]. Qui si voleva porre l’attenzione su Donatella, sul suo punto di vista e le sue vicissitudini quotidiane, lasciando quindi quanto più possibile fuori dal racconto la brutale vicenda che l’ha coinvolta e di cui sappiamo già abbastanza. Abbiamo quindi evitato di proporre della violenza gratuita, che quasi mai è funzionale“.

Il ruolo sociale dell’attore e del cinema

Alla luce di quest’importanza del cinema e della televisione nel raccontare certe storie, Angelo Spagnoletti spiega poi ulteriormente la propria idea di “ruolo sociale dell’attore e del cinema”. “Credo molto in una visione più nobile possibile dell’attore, che non può fare a meno della partecipazione sociale. Cito sempre Elio Petri e Gian Maria Volonté perché ritengo che i loro film incarnino appieno l’affrontare il cinema in questo modo, trattando dei contenuti forti in cui credevano e che erano necessari. Quando mettiamo in scena qualcosa non deve essere fine a sé stesso, per quanto è sacrosanto l’intrattenimento che fa distrarre e rilassare, certo, ma ci deve essere anche un cinema più partecipato che parli di un qualcosa di più esteso, che faccia riflettere, che faccia porre domande agli spettatori, è lo scopo più alto“.

Se ciò non avviene il cinema è sterile, non riesce a piantare dei semi che possono poi avere un tornaconto positivo per la società. – continua Spagnoletti – A me personalmente certi film hanno davvero cambiato la vita, il modo di pensare, perché ci sono opere che possono davvero ampliare la visione di sé stessi o del sé stesso in una società e quindi far porre domande sociali più ampie. Penso che un cinema di questo tipo sia necessario perché trovo che non stiamo vivendo un periodo di progresso. Tecnologico forse, ma in quanto ad umanità siamo in evidente regresso, ed è compito del cinema non far essere solo spettatori ma anche parte attiva di qualcosa che riguarda tutti. Negli ultimi anni, purtroppo, si è un po’ perso questo ruolo sociale.

Angelo Spagnoletti, dai The Jackal ad Indiana Jones

Oltre a Circeo, l’attore è stato visto anche nella serie Netflix Generazione 56K, in quella di Prime Video Pesci piccoli. Un’agenzia. Molte idee. Poco budget., entrambe dei The Jackal, ma anche con un piccolo ruolo in Indiana Jones e il Quadrante del Destino, dove ha condiviso il set con Harrison Ford ed è stato diretto da James Mangold, regista e sceneggiatore nominato agli Oscar. Riguardo al percorso intrapreso dalla propria carriera, Angelo Spagnoletti ha raccontato che “sicuramente un progetto mi interessa se ha un personaggio ben scritto, tridimensionale, che si presta ad un’interpretazione profonda. Se poi tutto il progetto ha una sua qualità è un valore aggiunto. Ad oggi ancora non sono in quella fase della carriera in cui ho l’imbarazzo della scelta ma per ora sono stato fortunato e ciò che ho fatto è stato comunque in un certo senso il frutto di scelte, guidate dal desiderio di essere quanto più versatile possibile“.

Cip e Ciop: film in live action/CG per Disney

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Cip e CiopArriva la notizia che la Walt Disney Pictures sta sviluppando un adattamento in live-action/CG del classico cartone animato Cip & Ciop, a confermare la notizia è The Hollywood Reporter. Secondo il noto sito lo studios ha ingaggiato il regista di spot Robert Rugan per produrre il film insieme alla Mandeville Films / TV. Il cartoon in originale è conosciuto come Chip  and Dale.

Mandeville  è una casa di produzione che collabora con Disney di David Hoberman e Todd Lieberman, che per lo studios ha prodotto i Muppets.

Chip e Chop Creato da Tad Stones e Alan Zaslove,  è andato in onda su Disney Channel 1989-1990 (un episodio di anteprima in onda il 27 agosto 1988).

Cip & Ciop (Chip ‘n Dale) sono due personaggi immaginari dei cartoni animati, creati dalla The Walt Disney Company e raffigurati come due scoiattoli striati. Il nome inglese Chip ‘n’ Dale è un gioco di parole basato sul nome “Chippendale”. Fu suggerito da Bill “Tex” Henson, uno degli artisti della Walt Disney. Sebbene nella loro prima apparizione (il cortometraggio Pluto soldato) fossero sia fisicamente che psicologicamente molto simili, già dalla successiva comparsa acquisirono ciascuno delle peculiarità specifiche. Cip ha un piccolo naso nero e la voce più acuta, mentre Ciop ha un grande naso rosso e due denti molto sporgenti; dal punto di vista caratteriale, Cip è la “mente” del duo, prende sempre l’iniziativa ed è l’ideatore dei piani; Ciop è invece pigro e imbranato, con un’indole più ingenua e bonaria. I due scoiattoli abitano all’interno di un albero cavo alla periferia di Paperopoli, ma qualche volta si spingono in città o nella fattoria di nonna Papera. Dialogano fra di loro o con gli altri abitanti del bosco, ma non hanno mai un contatto diretto con gli esponenti della Banda Disney.

 

Cip e Ciop: Agenti Speciali, tutti i camei dei personaggi Disney e dei cartoni animati

Cip e Ciop sono tornati in grande stile sui nostri schermi con il film Cip e Ciop: Agenti Speciali, a cui si sono uniti tanti volti noti di vecchi e nuovi cartoni animati. In un mix di live-action e animazione dalle tinte ironiche, gli ospiti speciali non sono mancati, incorniciando l’ultima intricatissima indagine del duo di scoiattolini.

La mucca Clarabelle e Horace Horsecollar

La mucca Clarabella, una delle amiche più intime di Minnie, fa un cameo come insegnante di Cip e Ciop nella sequenza di apertura del film, che racconta il primo incontro tra i due. Il personaggio di Clarabella è stato introdotto per la prima volta nel 1927 ed è apparso in numerosi progetti Disney da allora. Pochi attimi dopo, il fidanzato abituale di Clarabella, Orazio, viene mostrato in un film in bianco e nero che i due scoiattoli stanno guardando.

Blaster

Blaster, un Autobot della serie di cartoni animati degli anni ’80 The Transformers (e del controverso Transformers: Il film), appare tra il pubblico quando Cip e Ciop si esibiscono nel loro caratteristico sketch comico al talent show della scuola. Il Transformer Blaster riesce a farsi notare anche in questo folle mix di reale e animato grazie alla sua enorme statura. Tuttavia, nonostante il suo atteggiamento intimidatorio, sorride e applaude insieme al resto del corpo studentesco all’esibizione di Cip e Ciop.

MC Skat Kat, i tre porcellini e Roger Rabbit

Dopo che il cast originale dei Rescue Rangers ha terminato la nuova stagione, è naturale che si organizzi una grande festa per festeggiare. A questo evento, il DJ è MC Skat Cat, famoso per aver recitato nel video musicale di “Opposites Attract” di Paula Abdul. Sulla pista da ballo, i Tre PorcelliniTimmy, Tommy e Jimmy – ballano al ritmo di musica e Roger Rabbit sembra eseguire i passi che portano il suo nome, dettaglio particolarmente degno di nota considerando che Chi ha incastrato Roger Rabbit ha proprio ispirato il film Cip e Ciop: Agenti Speciali.

I camei al Fan-Con

Dare vita su schermo a un evento come il Fan-Con significa poter includere facilmente camei di personaggi provenienti da diversi media. Innanzitutto, Baloo appare, non nella sua forma animata 2-D ma nella sua incarnazione CGI dal live-action Il libro della giungla, cantando il suo famigliare motivetto, mentre Trusty di Lily e il Vagabondo suona il sassofono. Lumiere de La bella e la bestia è seduto proprio accanto a Ciop, mentre Tigra della Marvel gli è di fronte.

Più tardi, quando i personaggi si imbucano alla convention, Sweet Pete si trova di fronte al Bimbo Sperduto Cubby di Peter Pan, e Cip e Ciop vengono travolti da un’ondata di My Little Pony. Ma non è finita qui perché Skeletor e He-Man, a quanto pare, mettono da parte le loro divergenze per condividere uno stand e compare anche un Voltron gigante. Infine, l’ultimo dei camei degni di nota al Fan-Con è quello di Paul Rudd che fa una battuta su Ant-Man, affermando che l’eroe si chiamava originariamente “Zia-Man” e che il suo potere era semplicemente quello di avere successo con le zie.

Il “brutto” Sonic

Uno dei camei più inaspettati del film Cip e Ciop: Agenti Speciali è quello di Ugly Sonic, prima versione di Sonic che è stata oggetto di numerose critiche e meme in risposta al trailer originale di Sonic the Hedgehog. Il design originale di Sonic presentava infatti una dentatura particolarmente pronunciata, che ha scatenato l’indignazione dei fan. Alla fine il design è stato modificato per la versione finale dei film Sonic e, nella narrazione di Cip e Ciop, il “brutto” Sonic è stato abbandonato da chiunque. Dopo essere diventato uno zimbello di internet, ora partecipa alle convention, si fa chiamare Ugly Sonic e, sicuramente, il suo è uno dei camei più geniali di Cip e Ciop: Agenti Speciali.

La piccola casa

Un piccolo cameo della Casetta compare quando Cip torna a casa dal suo lavoro di assicuratore e la saluta come “Mrs. House”. Little House è un cortometraggio Disney del 1952 basato sull’omonimo libro per bambini, che tratta di una Casetta che soffre molto sentendosi sola di notte, e si chiede se ci sono altre case con cui può parlare, il che rende l’interazione di Cip con lei ancora più genuina.

Flounder

Flounder, il migliore amico di Ariel de La Sirenetta, è purtroppo uno dei tanti personaggi amati che sono stati rapiti e contrabbandati da Sweet Pete. Fortemente in debito con il controverso cattivo di Cip e Ciop: Agenti Speciali, Flounder cerca disperatamente di contrattare con i suoi scagnozzi, offrendo loro addirittura la forchetta con cui Ariel si pettina i capelli. Nella versione in lingua originale, vi si riferisce persino con la battuta di Ariel, “Isn’t it neat?“, ripresa dalla canzone “Part of Your World“, ma senza successo.

Wynnchel e Duncan

Un cameo perfettamente inserito e sottovalutato è quello di Wynnchel e Duncan, gli agenti della polizia delle ciambelle di Ralph Spaccatutto. Compaiono in scena per indagare sulla scomparsa di Monterey Jack, arrivando direttamente da Sugar Dale per risolvere il caso. Inizialmente impiegati come scagnozzi dal malvagio King Candy/Turbo, sembra che alla fine siano passati dalla parte giusta della legge.

Capitan Putty

Non si tratta di un cameo esplicito, ma l’agente di polizia doppiogiochista Capitan Putty è basato sul classico personaggio di Gumby, protagonista di programmi per bambini e di un lungometraggio, caratterizzato dalla personalità integerrima. Questo rende la caratterizzazione del Capitano Putty in Cip e Ciop ancora più geniale, in quanto stravolge un personaggio familiare in un cattivo dal sangue freddo.

Cars

Alcuni camei che non passano inosservati provengono dalla serie di film Cars della Pixar. Mentre Cip e Ciop sono alla ricerca di indizi sul loro caso, un camion e un’auto con il caratteristico parabrezza animato di Cars appaiono sulla strada accanto a loro. L’aspetto sorprendente, però, è che il resto di ogni veicolo in stile Cars è in live-action, mentre solo il parabrezza è animato, il che dà vita a un nuovo tipo di auto mai visto prima nell’universo Pixar.

I personaggi di Main Street

Main Street, un riferimento all’iconica terra dei parchi a tema Disney, nasconderebbe un oscuro mondo sotterraneo sotto la sua dolce superficie in Cip e Cio: Agenti Speciali. Tra i suoi abitanti, possiamo notare Linda Flynn-Fletcher, madre di Phineas e Ferb, il Colonnello della Carica dei 101 che soffia bolle di sapone e il produttore di formaggio Bjornson, che sembra una parodia del famoso cuoco svedese dei numerosi film e spettacoli televisivi dei Muppet. Un personaggio molto oscuro è invece Mr. Natural, il barbiere a cui Ciop avrebbe venduto la sua pelliccia di scoiattolo. Creato dal fumettista Robert Crumb, il personaggio è stato un simbolo della controcultura degli anni Sessanta e da allora è stato utilizzato per vari prodotti di merchandising.

Peter Pan

Chiamato ironicamente Sweet Pete nel film, Peter Pan si trasforma qui dal ragazzo che non cresce mai in un cattivo di mezza età. La sua storia sembra essere modellata in modo controverso su Bobby Driscoll, la voce originale di Peter Pan, la cui vita si è conclusa in tragedia. Sebbene Cip e Ciop: Agenti Speciali possa aver incluso Peter come cattivo per sovvertire abilmente la sua iconografia di personaggio classico della Disney, la svolta malvagia è modellata sulla sofferenza della vita reale di chi gli ha dato voce.

Randy Marsh

Vedere un personaggio di South Park in un film Disney è a dir poco sconcertante. Randy, il padre di Stan, fa un breve cameo nella sauna del bagno, apparentemente godendosi un po’ di relax. L’idea di un personaggio di South Park che condivide lo stesso schermo con l’innocente duo di scoiattoli sembra davvero assurda a primo acchito, ma funziona incredibilmente bene in termini di fattore sorpresa.

Zio Paperone

In modo fugace, Zio Paperone fa un cameo allo stabilimento balneare. Nel vero stile di Scrooge, il papero antropomorfo si sta facendo il bagno in una vasca di monete d’oro, tenendo fede al suo titolo di “papero più ricco del mondo”. Il personaggio è doppiato nuovamente da David Tennant, il famoso Decimo Dottore, che ha doppiato Paperone anche nel reboot di DuckTales.

I personaggi di Seth Rogen

Seth Rogen è il protagonista assoluto del film, nel ruolo di Bob il vichingo guerriero, un nano dall’aspetto sorprendente in stile Uncanny Valley. Tuttavia, anche le altre sue famose controparti dei cartoni animati fanno splendide apparizioni. Quando Bob cade a terra al Fan-Con, sopra di lui ci sono Pumba, B.O.B e Mantis, rispettivamente da Il Re Leone, Mostri contro Alieni e Kung Fu Panda. In un film in cui possono confluire una marea di personaggi animati diversi, il repertorio da doppiatore di Seth Rogen è un’ottima aggiunta.

Il detective Florez

Il detective Florez della serie Netflix Big Mouth fa una breve apparizione nella stazione di polizia. Questo perché il comico John Mulaney, che presta la voce a Cip nel film, è anche la voce di Florez di Big Mouth. In una scena precedente, sempre nella stazione di polizia, si vede sullo sfondo l’icona della PSA, McGruff il cane del crimine.

Pietro gamba di legno

Il famoso antagonista Disney Pietro Gambadilegno ha il suo cameo in Cip e Ciop: Agenti Speciali, essendo ovviamente l’unico personaggio toon che appare volontariamente nei bootleg di Sweet Pete e la cui grafica non viene quindi alterata. In qualità del più vecchio personaggio Disney in assoluto, apparso per la prima volta nel 1925, è stato più che giusto garantirgli un’apparizione. Viene mostrato in una versione bootleg di Aladdin, vestito come il personaggio principale e a cavallo di un tappeto magico e, mentre  Cip e Ciop si schiantano contro il set, vediamo uno striscione cadere a terra, con su scritto “Benvenuto, Principe Jhali!“, norme storpiato di Alì, il principe che Aladdin finge di essere.

I personaggi dei film Bootleg

Cip e Ciop continuano ad attraversare altri set di film bootleg, incontrando Pooj (un gioco di parole con l’orso Pooh di Winnie The Pooh) e versioni alternative dei Simpson. Quando il duo riesce poi a risolvere il caso, un’intera schiera di personaggi bootleg mascherati viene liberata dalle casse di spedizione. Tra i personaggi che fuggono dal porto ci sono: Phineas, Gus-Gus, Bambi/Pegasus, lo Stregatto/Tigro, il Grillo Parlante, Woody Woodpecker, Zazu, Abu/Diddy Kong, Fred Flintstone, Patrick Star, Dipper Pines, un orso Care Bear/Boo-Boo, la Principessa Tiana in versione rana e un Toby la Tartaruga davvero buffo.

Zummi Gummi

Il vecchio e saggio Zummi Gummi della serie animata classica Disney Adventures of the Gummi Bears (I Gummi) fa la sua comparsa seduto su una panchina mentre beve tranquillamente un caffè e consulta un dispositivo che assomiglia moltissimo a un iPhone. Il mago del Gummi Glen ha apparentemente abbandonato i suoi incantesimi per una nuova mania mistica: la tecnologia del XXI secolo.

Darkwing Duck

Ultimo, ma certamente non meno importante, è il cameo più nostalgico per molti spettatori. Durante i titoli di coda di Cip e Ciop: Agenti Speciali, una Easter Egg di Darkwing Duck mostra un’altra colonna portante della programmazione televisiva pomeridiana Disney di una volta: l’alter-ego supereroistico del papero Drake Mallard. Dato che, secondo quanto riferito, un reboot di Darkwing Duck è in cantiere per Disney+, il suo mantra “Vogliamo Darkwing!” potrebbe presto divenire realtà.

Cip e Ciop Agenti Speciali: Jar Jar Binks in una scena eliminata

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Cip e Ciop Agenti Speciali: Jar Jar Binks in una scena eliminata

Simeon Wilkins, art department di Cip e Ciop Agenti Speciali, ha condiviso lo storyboard animato di una scena eliminata del film Disney+. Ambientata durante la sequenza dell’inseguimento al Fan Expo, la sxcena vede protagonista Jar Jar Binks. Eccola di seguito:

Cip e Ciop Agenti Speciali, recensione del film originale Disney+

Il film è diretto da Akiva Schaffer (Saturday Night Live), scritto da Dan Gregor e Doug Mand (Crazy Ex-Girlfriend) ed è prodotto da Todd Lieberman (Wonder) e David Hoberman (La Bella e la Bestia), mentre Alexander Young (Extinction) e Tom Peitzman sono gli executive producer.

In Cip e Ciop Agenti Speciali, Cip e Ciop vivono tra i cartoni animati e gli umani nella Los Angeles dei giorni nostri, ma le loro vite ora sono molto diverse. Sono passati decenni da quando la loro serie televisiva di successo è stata cancellata, e Cip (doppiato nella versione italiana da Raoul Bova) ha ceduto a una vita di ordinaria quotidianità di periferia come assicuratore. Ciop (doppiato nella versione italiana da Giampaolo Morelli), nel frattempo, ha subito un intervento di chirurgia CGI e lavora nel circuito delle convention nostalgiche, alla disperata ricerca di rivivere i suoi giorni di gloria. Quando un ex membro del cast scompare misteriosamente, Cip e Ciop devono ricucire la loro amicizia spezzata e vestire nuovamente i panni di Agenti Speciali per salvare la vita del loro amico.

La “Chip ‘n Dale: Rescue Rangers Original Soundtrack”, con le musiche del compositore Brian Tyler, sarà rilasciata il 20 maggio da Walt Disney Records.

Cip e Ciop Agenti Speciali: il nuovo trailer del film dal 20 maggio su Disney+

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Disney+ ha diffuso il nuovo trailer e la key art del film originale Cip e Ciop Agenti Speciali. Un ritorno atteso da 30 anni, la commedia d’azione che fonde animazione CGI e live-action ritrova le ex star televisive di Disney Afternoon nella Los Angeles dei giorni nostri. Il film debutterà il 20 maggio 2022 in esclusiva su Disney+.

Francesca Chillemi si aggiunge al cast delle voci italiane nel ruolo di Scheggia, insieme ai già annunciati Raoul Bova e Giampaolo Morelli, che doppieranno rispettivamente i protagonisti Cip e Ciop, e a Jonis Bascir che darà la sua voce al personaggio di Monterey Jack.

Il film è diretto da Akiva Schaffer (Saturday Night Live), scritto da Dan Gregor e Doug Mand (Crazy Ex-Girlfriend) ed è prodotto da Todd Lieberman (Wonder) e David Hoberman (La Bella e la Bestia), mentre Alexander Young (Extinction) e Tom Peitzman sono gli executive producer.

In Cip e Ciop Agenti Speciali, Cip e Ciop vivono tra i cartoni animati e gli umani nella Los Angeles dei giorni nostri, ma le loro vite ora sono molto diverse. Sono passati decenni da quando la loro serie televisiva di successo è stata cancellata, e Cip (doppiato nella versione italiana da Raoul Bova) ha ceduto a una vita di ordinaria quotidianità di periferia come assicuratore. Ciop (doppiato nella versione italiana da Giampaolo Morelli), nel frattempo, ha subito un intervento di chirurgia CGI e lavora nel circuito delle convention nostalgiche, alla disperata ricerca di rivivere i suoi giorni di gloria. Quando un ex membro del cast scompare misteriosamente, Cip e Ciop devono ricucire la loro amicizia spezzata e vestire nuovamente i panni di Agenti Speciali per salvare la vita del loro amico.

La “Chip ‘n Dale: Rescue Rangers Original Soundtrack”, con le musiche del compositore Brian Tyler, sarà rilasciata il 20 maggio da Walt Disney Records.

Cip e Ciop Agenti Speciali, recensione del film originale Disney+

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Film originale Disney+ e ennesimo reboot di PI che hanno avuto il loro momento di gloria nel passato relativamente recente, Cip e Ciop Agenti Speciali arriva sulla piattaforma il 20 maggio. Siamo di fronte a una bella sorpresa da parte della Casa di Topolino, perché se è vero che il film non spicca troppo per originalità, avendo come principale referente Chi ha incastrato Roger Rabbit?, si ritaglia una freschezza di concept alla base del processo creativo che, in epoca di idee e realizzazioni pigre, è un bene prezioso. 

Cosa racconta Cip e Ciop Agenti Speciali?

Tra gli anni ’80 e ’90, Cip e Ciop Agenti Speciali ha avuto un successo travolgente, salvo poi finire, come ogni cosa bella. Lo sa bene Cip, che ha accantonato i sogni di gloria e si è adattato ad una rassicurante e tranquilla vita da assicuratore, ma lo sa bene anche Ciop, che però prende molto peggio la cosa. Dopo essersi rifatto in CGI, cerca di non perdere contatto con il mondo di Hollywood che tanto lo aveva fatto felice: partecipa alle Convention e continua a rincorrere sogni di gloria che sembrano sempre più lontani. Quando il loro amico Monterey Jack scompare, i due dovranno di nuovo fare squadra per ritrovarlo e forse, nel tentativo, riusciranno anche ad appianare vecchi rancori.

Cip e Ciop Agenti Speciali, originale Disney+, realizzato in tecnica mista e diretto da Akiva Schaffer è decisamente una sorpresa, innanzitutto perché è un continuo gioco metatestuale su Hollywood, sulla tendenza ai reboot copia-carbone, sulla disgregazione dei miti e sull’invecchiamento di icone che non sostengono il passare del tempo. Soprattutto il film mette alla berlina la ricerca ossessiva di quell’effetto nostalgia che ha costituito per buona parte l’ossatura della recente produzione della stessa Disney. Ebbene, lo studio con Cip e Ciop Agenti Speciali compie una specie di ammissione di colpa e offre allo spettatore di Disney+ una ventata di freschezza. Certo, il film di Schaffer non si inventa niente, dato che molti sono i precedenti illustri, tra cui il già citato il capolavoro di Robert Zemeckis, tuttavia riesce a spiccare per l’intenzione e la ricchezza con cui viene messo in scena e pensato.

Cip e Ciop Agenti Speciali film recensioneLo stesso utilizzo della tecnica mista, animazione e live action, pur conferendosi a quanto visto con Space Jam: New Legend, è affrontato con una ricchezza di sguardo che, pur lavorando sempre e solo con la CGI, mette a confronto personaggi in 2D con altri realizzati con il pongo e la stop-motion, creazioni in 3D, pessima motion-capture e computer grafica, tutto che convive in armonia con il mondo in carne e ossa. 

Cip contro Ciop: due modi differenti di intendere la vita (e lo spettacolo)

Gli stessi protagonisti sono alfieri di due modi differenti con cui ci si approccia al mondo (e al mondo dello spettacolo, oggi). Da una parte c’è l’inseguimento della nostalgia a tutti i costi, il voler far rivivere qualcosa che non esiste più, solo per rintracciare un sentimento vecchio, come fa Ciop; dall’altra un disincanto sereno ma completamente privo di magia, che fa preferire una vita ordinaria e un lavoro stabile e noioso rispetto al passato di gloria, come accade a Cip. Il rifiuto a lasciar andare il passato, contrapposto all’altrettanto categorico atteggiamento di chi non vuole cambiare la sua natura per rendersi contemporaneo: da una parte gli eterni bambini che a 40 anni suonati giocano ancora con le spade laser, dall’altra i boomer, che alla stessa età non fanno altro che dire che “si stava meglio quando si stava peggio”. Nessuna delle due vie viene condannata, come a dire che a ognuno spetta la sua scelta e la sua misura, tuttavia l’unione delle due concezioni riesce poi alla fine a sconfiggere il cattivo, anch’esso metaforico.

Il villain di Cip e Ciop Agenti Speciali è il passato invecchiato male, che non si adatta più al linguaggio contemporaneo e che vuole storpiare ciò che di bello esisteva per raccontarlo nuovamente in forme distorte e rovinate. Anche questa scelta è assolutamente intelligente e sorprendente per un film dal quale, in partenza, forse non ci si aspettava assolutamente nulla.

Cip e Ciop Agenti Speciali è anche una vera e propria miniera d’oro di riferimenti, cameo, easter eggs e citazioni ad altri mondi, personaggi, storia, tanto che il film si dovrebbe guardare con carta e penna alla mano, per annotare tutti i volti noti e le citazioni che i nostri due scoiattoli si portano dietro. La Disney offre un’esperienza divertente e sorprendente, un lavoro di grande intelligenza e capacità di mettere a fuoco e raccontare l’industria, sempre strizzando l’occhio allo spettatore, sfidandolo a stare al passo.

Cip & Ciop: un film ibrido in animazione e live action per Disney+

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Trai tanti annunci dell’assemblea degli investitori Disney della scorsa notte, è passato un po’ inosservato il fatto che è stato ufficializzato anche il film su Cip & Ciop, i Rescue Rangers, come si chiamano negli USA.

Il film sarà distribuito direttamente su Disney+, sarà diretto da Akiva Schaffer e doppiato da John Mulaney e Andy Samberg. Sarà interessante principalmente per la tecnica ibrida che verrà utilizzata.

Cintura nera Jeong-do: recensione del k-thriller di Netflix

Cintura nera Jeong-do: recensione del k-thriller di Netflix

Su Netflix continua l’ondata di novità 2024 provenienti dalla Corea del Sud. Oltre alle serie televisive, come l’ultima arrivata Se un albero cade in una foresta, il catalogo si arricchisce sempre più di prodotti cinematografici. L’ultimo ad approdare sulla celebre piattaforma di streaming è l’adrenalinico thriller poliziesco Cintura Nera Jeong-do (titolo inglese Officer Black Belt), disponibile dal 13 settembre.

Diretto e scritto da Kim (Jason) Joo-Hwan, autore già noto agli appassionati di cinema sudcoreano per film come il dramma poliziesco Midnight Runners, l’horror religioso The Divine Fury e l’action drama Bloodhounds, il nuovo film di Netflix vede protagonista l’amato attore Kim Woo-bin (Our Blues, Black Knight), che qui interpreta il giovane e ingenuo Lee Jung-do, uno dei personaggi più buffi e al contempo nobili tra i suoi ruoli più recenti. Cintura Nera Jeong-do potrebbe apparire come l’ennesimo thriller poliziesco ricco di acrobazie e inseguimenti mozzafiato, ma in realtà cela una riflessione molto più profonda e degna di attenzione.

Cintura nera Jeong-do: “Sarà divertente?”

Affascinante, divertente, semplice, di buon cuore e incredibilmente atletico, Lee Jung-do è un giovane maestro di arti marziali, con ben nove gradi di cintura nera in taekwondo, kendo e judo. Oltre a dedicarsi allo sport e trascorrere il tempo con i suoi amici nerd, Jung-do aiuta anche suo padre a consegnare il famoso “super pollo fritto” lavorando part-time. Il suo motto? Divertirsi ogni giorno per vivere felice e in salute. La sua vita quotidiana è scandita da affetti familiari, un lavoro tranquillo, momenti di svago e meritato relax. Tuttavia, tutto cambia una notte, quando si ritrova coinvolto in una cattura improvvisa in cui, per puro caso, salva un agente di sorveglianza in grave pericolo. Questo gesto eroico lo porta all’attenzione di Kim Sun-min (Kim Sung-kyun), direttore dell’Ufficio Controlli Elettronici. Impressionato dalle sue abilità atletiche e dal suo coraggio, Kim gli propone un’opportunità unica: unirsi alla sua squadra come martial arts officer (ufficiale di arti marziali) per il Ministero della Giustizia. Dopo qualche esitazione, Jung-do accetta la sfida, e si ritrova così ad abbandonare il suo noioso lavoro di rider per monitorare ex detenuti, con l’obiettivo di combattere e prevenire il crimine.

Ma quando il perverso stupratore seriale Kang Ki-jung (Lee Hae-young) viene scarcerato, Jung-do si trova costretto a lavorare duramente nella task force incaricata di monitorarlo, per sventare così il terribile piano di una organizzazione di pedofili che metterà in pericolo tutti i minori della città.

Cintura nera Jeong-do (Officer Black Belt) | In foto gli attori (da sinistra a destra) Kim Woo-bin e Kim Sung-kyun. Cr. Soyun Jeon, Seowoo Jung Netflix © 2024

“Chi persevera, vince”

Per chi ha familiarità con il mondo delle serie sudcoreane, vedere Kim Woo-bin più raggiante che mai sul piccolo schermo è decisamente emozionante. L’attore ha ripreso la sua carriera solo un paio di anni fa, dopo una lunga e coraggiosa battaglia contro il cancro che lo ha tenuto lontano dai riflettori per circa quattro anni. Molto amato e supportato sia in Corea che in Occidente, Woo-bin è sempre stato considerato uno degli attori più talentuosi, carismatici e coinvolgenti del panorama coreano. Questo status lo ha confermato pienamente nei suoi ultimi progetti per Netflix, incluso questo suo nuovo ruolo.

Infatti, in Cintura Nera Jeong-do, Woo-bin sostiene egregiamente il peso dell’intero film: al di là della trama avvincente e alla regia meticolosa, l’opera si appoggia sulla sua straordinaria performance e su un cast che lo affianca con complicità e delicatezza. L’aspetto comico e tenero del film è dato proprio dal suo personaggio e dagli affetti che lo circondano. In particolare, la bromance che si sviluppa tra Jung-do e il direttore è uno dei punti forti della narrazione. In pochi minuti, Jung-do arriva a chiamare Kim con affetto e rispetto “Hyung” (fratello maggiore in coreano), creando un legame che contribuisce ad aggiunge speranza e profondità emotiva alla storia. Questi legami affettivi sono centrali per il protagonista, poiché rappresentano la motivazione principale che lo spinge ad aiutare gli altri, soprattutto i più deboli, e a voler essere una forza positiva in un mondo pieno di ingiustizia. Woo-bin riesce così a trasmettere con maestria il cuore di questo messaggio, dimostrando ancora una volta perché è considerato uno degli attori più apprezzati del cinema coreano.

Cintura nera Jeong-do (Officer Black Belt) | In foto Kim Woo-bin nei panni del combattivo Jeong-do. Cr. Soyun Jeon, Seowoo Jung Netflix © 2024

Dall’ironia all’orrore: l’evoluzione di un thriller di denuncia sociale

Nella prima parte del film, assistiamo a una narrazione leggera e comica, con un Jung-do ingenuo, solare e spensierato. Tuttavia, a metà del film, l’atmosfera cambia gradualmente, assumendo i toni di un intenso thriller criminale. Questa trasformazione non investe solo la storia, ma anche il protagonista, che diventa più riflessivo, determinato e maturo rispetto alla sua versione iniziale. Questo cambiamento è simboleggiato anche da un’azione apparentemente semplice: il cambio di acconciatura di Jung-do, che rappresenta una nuova consapevolezza, un “io” più adulto. Se all’inizio Jung-do mette al primo posto la propria felicità, lungo il suo percorso di crescita arriva a privilegiare il benessere e la felicità degli altri, compiendo un atto di estrema generosità mossa soprattutto da una gran sete di giustizia. Si spoglia quindi della sua innocenza e immaturità per affrontare con occhi più aperti il marcio e i pericoli del mondo, desideroso di fare la differenza e contribuire al bene comune.

Parallelamente, il regista Kim Joo-Hwan invita lo spettatore a fare lo stesso: proprio come Jung-do, anche il pubblico è chiamato ad aprire gli occhi e riflettere su ciò che vede e sulla propria realtà. Il film, infatti, sembra inserirsi pienamente nella tradizione della critica sociale che caratterizza gran parte della cinematografia sudcoreana. Attraverso tematiche come bullismo, omicidio e violenza sessuale, Kim pone la sua lente d’ingrandimento su reati ancor più abominevoli, quali la pedofilia e la pedopornografia. Questi crimini vengono presentati come le trasgressioni più orribili, poiché a subirne le conseguenze sono i bambini, le anime più innocenti.

Il film, dunque, non si limita a intrattenere con avvincenti scene d’azione e lunghe indagini, né si accontenta di essere un semplice thriller poliziesco pensato per emozionare e catturare l’attenzione del pubblico per qualche ora. Cintura Nera Jeong-do aspira a molto di più: si configura come un thriller di denuncia sociale, con l’obiettivo di scuotere le coscienze e invitare lo spettatore, in particolare quello sudcoreano, a riflettere profondamente su alcune realtà drammatiche e sul complesso (e spesso fallace) sistema giudiziario.

Cintura nera Jeong-do (Officer Black Belt) | In foto al centro l’attore Lee Hae-young nei panni di Kang Ki-jung. Cr. Soyun Jeon, Seowoo Jung Netflix © 2024

Un bel thriller che non sfrutta appieno le proprie potenzialità

Nonostante la nobiltà dei temi affrontati e la convincente interpretazione di Kim Woo-bin nei panni di un eroe in divisa disposto a tutto, il film di Kim Joo-Hwan non riesce a colpire il cuore del pubblico come ci si aspetterebbe. Sebbene riesca a divertire, angosciare, impressionare e commuovere, Cintura Nera Jeong-do sembra non sfruttare appieno le sue potenzialità. I personaggi principali, tra cui Jeong-do, il direttore Kim e il villain Ki-jung, restano piuttosto superficiali, più che veri protagonisti risultano essere “stereotipi”, con una caratterizzazione non abbastanza approfondita. Anche i temi trattati, per quanto rilevanti, non vengono esplorati con la profondità e la chiarezza necessarie per dare alla storia un maggiore impatto emotivo e sociale. Un altro aspetto che penalizza il film, un problema ormai frequente nelle produzioni asiatiche su Netflix, è il doppiaggio italiano, che tende a perdere gran parte dell’intensità e della sfumatura emotiva che gli attori originali conferiscono ai propri personaggi.

In conclusione, Cintura Nera Jeong-do è un thriller che riesce a intrattenere e mantenere viva l’attenzione, offrendo momenti piacevoli e una buona dose di azione. Tuttavia, non riesce a raggiungere del tutto le elevate aspettative, risultando infine un’esperienza coinvolgente ma non memorabile, destinata a scivolare via dalla mente poco dopo la visione.

Cinque secondi: al via le riprese del nuovo film di Paolo Virzì

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Cinque secondi: al via le riprese del nuovo film di Paolo Virzì

Sono ufficialmente iniziate a Roma le riprese di CINQUE SECONDI, il nuovo film di Paolo Virzì, che ha come protagonisti Valerio Mastandrea nel ruolo di Adriano Sereni, Galatea Bellugi nei panni di Matilde, Valeria Bruni Tedeschi in quelli di Giuliana e Ilaria Spada che interpreterà Letizia.

Scritto da Paolo Virzì, Francesco Bruni e Carlo Virzì, CINQUE SECONDI è prodotto daGreenboo Production, Indiana Production, Motorino Amaranto e Vision Distribution in collaborazione con Sky. La distribuzione sarà curata in Italia da Vision Distribution.  In Francia, la distribuzione sarà gestita da PAN Distribution, mentre le vendite internazionali saranno affidate a Playtime. PAN Distribution, Playtime e Indiana Production fanno parte del nuovo studio Pan Europeo Vuelta.

La trama del film Cinque secondi

Chi è quel tipo dall’aria trascurata che vive da solo nelle stalle ristrutturate di Villa Guelfi, una dimora disabitata e in rovina? Passa le giornate a non far nulla, fumando il suo mezzo-toscano ed evitando il contatto con tutti. E quando si accorge che nella villa si è stabilita abusivamente una comunità di ragazze e ragazzi che si dedicano a curare quella campagna e i vigneti abbandonati, si innervosisce e vorrebbe cacciarli. Sono studenti, neolaureati, agronomi, e tra loro c’è Matilde, che è nata in quel posto e da bambina lavorava la vigna con il nonno Conte Guelfo Guelfi. Anche loro sono incuriositi da quel signore misantropo dal passato misterioso: perché sta lì da solo e non vuole avere contatti con nessuno? Mentre avanzano le stagioni, arriva la primavera, poi l’estate e maturano i grappoli, il conflitto con quella comunità di ragazze e ragazzi si trasforma in convivenza, fino a diventare un’alleanza. E Adriano si troverà ad accudire nel suo modo brusco la contessina Matilde, che è incinta di uno di quei ragazzi…

Cinque ragazzi per me: debutta lo show dating

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Cinque ragazzi per me: debutta lo show dating

Da giovedì 22 aprile, alle 21:15 su Sky e NOW, arriva in Italia, dopo il grande successo riscosso nel Regno Unito, Cinque ragazzi per me, una variazione sul tema tra i dating show che ribalta i classici step delle relazioni sentimentali: prima si convive e poi (eventualmente) ci si innamora.

Il programma – prodotto da Fremantle – rende la convivenza il primo stadio dei rapporti di coppia, cancellando ogni tipo di filtro o interferenza. In ogni puntata, una donna single in cerca dell’anima gemella accoglie in casa cinque ragazzi – anche loro non impegnati e desiderosi di “fare sul serio” – selezionati in base ai suoi interessi: ognuno di loro avrà caratteristiche e qualità che lei reputa interessanti e necessari per iniziare una storia d’amore.

Andranno a convivere tutti e 6 insieme, e per tutti Cinque ragazzi per me sarà un’esperienza indimenticabile. Per loro sarà il miglior primo appuntamento della vita, perché racchiude tutto quello che un primo appuntamento non potrebbe mai fare.

Sotto lo stesso tetto per almeno 4 giorni condivideranno ogni momento della giornata, dalla colazione alla buonanotte; potranno scoprirsi, conoscersi, affezionarsi e conquistarsi, e sicuramente dovranno a mettere da parte tutti i filtri: vivendo per 96 ore nella stessa casa, la spontaneità sarà la chiave per conquistare la donna single.

Col passare delle ore, la ragazza avrà la possibilità di eliminare i suoi pretendenti che meno l’avranno colpita: uno dopo l’altro dovranno lasciare l’appartamento, finché non rimarrà solo un ragazzo, quello con cui lei sarà pronta a porre le basi per costruire una storia d’amore.

I PROTAGONISTI DEL PRIMO EPISODIO Cinque ragazzi per me

Nel primo episodio di CINQUE RAGAZZI PER ME, la single al centro della scena sarà Isabella, 27enne di San Giorgio su Legnano (Varese). Madre polacca e padre italiano, Isabella è una ragazza con un passato familiare alle spalle complicato, dopo la separazione dei genitori, e con uno splendido rapporto con la sorella minore, con cui convive. Dal 2015 fa l’assistente di volo sui charter di lungo raggio.

La sua ultima relazione importante risale a 6 anni fa. Cerca un uomo che la rispetti e che la faccia sentire unica. Consapevole del fatto che il suo lavoro la costringe a lunghe assenze, è pronta a cambiare vita dovesse trovare l’uomo della sua vita.

I cinque ragazzi che andranno a convivere con lei sono:

  • Andrea, personal trainer e imprenditore 25enne di Moncalieri (Torino), laureato in Scienze Motorie, chiacchierone e divertente, possiede brevetto per velivoli monouso e patente nautica;
  • Angelo, modello professionista di 34 anni di Osteria Grande (Bologna) e di origini salernitane, è semplice e dallo spirito riflessivo, ha un figlio di 12 anni avuto in una relazione finita 10 anni fa;
  • Christian, 26 anni, live trainer e modello di origini ivoriane e ora a Torino, ha una figlia di 2 anni e mezzo, è un ragazzo maturo, determinato e responsabile, sempre sorridente e positivo;
  • Jesus, chef di 28 anni di origini venezuelane e residente a Lodi, studia viticultura, single da 5 anni, energico e con tanti interessi e valori a partire da quello della famiglia;
  • Luca, 31enne bar manager di Genova che vive a Milano, è sensibile e meticoloso ma anche logorroico, energico e ambizioso, ha avuto una storia burrascosa con una ex gelosa.

Le giornate trascorse insieme, a casa di Isabella, saranno intensissime e racchiuderanno tutte le canoniche “prime fasi” di una storia d’amore: la scoperta, il divertimento, la gelosia, le emozioni più forti e totalizzanti. Sarà lei a decidere cosa fare per conoscere meglio i suoi aspiranti partner e quali attività di coppia svolgere assieme. In cerca di consigli preziosi, Isabella accoglierà in casa anche sua sorella e sua madre, a cui presenterà gli spasimanti.

Cinque ragazzi per me (dal 22 aprile, ogni giovedì, alle 21:15 su Sky Uno, sempre disponibile on demand, visibile su Sky Go e in streaming su NOW) è una variazione sul tema rispetto ai classici dating show: è un “docu-dating” che entra nella vita dei suoi protagonisti ma anche nelle loro case e nelle loro abitudini, raccontandone la quotidianità senza meccanismi prestabiliti.

Il programma è la versione italiana di “Five Guys a Week”, trasmesso nel 2020 con un ottimo riscontro da Channel 4, dove è stato anche il dating show più visto dell’anno sul web. In particolare, il titolo è diventato subito un cult per i più giovani: durante la messa in onda televisiva degli episodi, infatti, sul pubblico sotto i 34 anni ha battuto la media dei broadcaster concorrenti.

Il programma è stato realizzato nel pieno del rispetto della normativa relativa alle misure di contenimento del contagio da Sars-COV-2 nei luoghi di lavoro e delle direttive previste dal protocollo condiviso per la tutela dei lavoratori del settore cine-audiovisivo del 07/07/2020.

Cinque poster di Warm Bodies

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Cinque poster di Warm Bodies

Arrivano dalla pagina fecebbo del film cinque poster del film Warm Bodies di Jonathan Levine. Il film debutterà al cinema il 31 Gennaio. Nel film protagonista Teresa Palmer.

Cinque giorni al Memorial: recensione della serie con Vera Farmiga

Il valore e la compattezza di una società civile non dovrebbero essere misurati attraverso gli standard della normalità, quanto piuttosto nelle situazioni di emergenza. Nel momento del bisogno, un tessuto sociale e lo Stato che lo rappresenta dovrebbero ergersi come entità coesa e protrarsi verso gli strati della popolazione maggiormente bisognosi. Il modo in cui si affronta la calamità dovrebbe mostrare il reale stato di salute di una nazione e del suo governo.

Cinque giorni al Memorial, la storia vera

Ed è per questo che gli Stati Uniti non riusciranno mai a lavare dalla propria bandiera la macchia del disastro di New Orleans dopo Katrina. Cinque giorni al Memorial racconta cosa successe nei giorni successivi al passaggio dell’uragano in un ospedale rimasto isolato, o meglio abbandonato al proprio destino. Ideata da John Ridley e Carlton Cuse, la serie di Apple TV+ è un resoconto preciso, minuzioso e desolante dei tragici fatti che portarono alcuni medici a prendere decisioni estreme, salvo poi venir messi sotto accusa a causa di quelle stesse decisioni. Perché risulta sempre conveniente puntare il dito contro il singolo piuttosto che il sistema.

Crea uno scarto concettuale e psicologico profondo e fortissimo, Cinque giorni al Memorial: nella progressione drammatica, nell’attenzione all’arco narrativo dei personaggi principali, nel realismo delle scenografie e delle ambientazioni sembra quasi una docu-serie (viene adoperato a tal proposito anche molto footage reale girato dopo il disastro di Katrina). Eppure allo stesso tempo si ha la sensazione di assistere a un prodotto di fantascienza, a uno show post-apocalittico proprio per gli stessi motivi appena elencati. La mente di chi scrive – e supponiamo anche quella di molti altri spettatori – ha fatto davvero fatica a radicare l’idea che la ricostruzione mostrata è basata su fatti realmente accaduti.

Cinque giorni al Memorial Vera FarmingaRidley e Cuse – anche registi di molti degli episodi – evitano dosano con enorme sensibilità le sottolineature drammatiche e drammaturgiche lasciando che siano i fatti a parlare. Nell’esporre dettaglio dopo dettaglio, scena dopo scena, episodio dopo episodio quanto New Orleans e le sue infrastrutture fossero totalmente impreparate all’emergenza dell’uragano, Cinque giorni al Memorial diventa un atto di accusa perentorio nei confronti di un sistema socio-politico totalmente disinteressato al benessere, anzi soltanto anche alla mera sicurezza delle classi sociali meno agiate. Ed ecco allora che della catastrofe l’uragano diventa la causa almeno quanto lo sono anni e anni di lassismo, incompetenza, razzismo, sfruttamento economico: piaghe che si sono rivelate come tali nei giorni immediatamente successivi a Katrina, quando il vuoto assoluto di potere gestionale – unito alla malafede dolosa e criminale di chi ha curato prima di tutto i propri interessi economici – ha impedito che reali e organizzati soccorsi fossero portati alle migliaia e migliaia di persone colpite dalla catastrofe.

I primi cinque capitoli dello show sono interamente ambientati al Memorial Hospital, con l’ultimo di essi che si rivela un episodio scritto con una lucidità onestamente mai esperita in precedenza in una serie televisiva. Viene infatti raccontato come persone costrette a compiere delle scelte che non avrebbero dovuto spettare loro – persone che hanno dedicato la propria vita professionale al benessere dei propri pazienti, qualsiasi cosa ciò significhi – hanno fatto quello che ritenevano giusto (umano) in condizioni estreme. E insieme viene messo in scena come altri hanno fatto la scelta opposta, ottenendo altri risultati.

Cinque giorni al Memorial serie tv

Non c’è giudizio nel racconto

Si insinua allora l’idea di giusto o sbagliato in Cinque giorni al Memorial? Si tenta un giudizio? Assolutamente no. Al contrario si abbraccia l’idea che chi agisce, chi si prende responsabilità anche gravose nei confronti del prossimo, in particolar modo quando è bisognoso, è al di sopra di una nozione così univoca come giusto o sbagliato. E se anche gli ultimi tre episodi non posseggono la potenza espressiva ed emotiva dei precedenti, rimangono comunque fondamentali poiché continuano a presentare la vicenda da molteplici punti di vista, regalando angolazioni e spunti di riflessione realmente importanti.

È un lungo applauso che meritano tutti coloro che hanno partecipato a Cinque giorni al Memorial, dai creator agli sceneggiatori al cast di attori perfetto in cui primeggiano Vera Farmiga, Cherry Jones e Michael Gaston. È una miniserie dolorosa, a tratti quasi insostenibile. Ma è qualcosa a nostro avviso di mai visto prima, sia nella scrittura che nell’esposizione. Non perdetela.

Cinque giorni al Memorial: la nuova serie scritta da Carlton Cuse targata AppleTV+

Cinque giorni al Memorial è la  una nuova serie limitata dal premio Oscar John Ridley e dal vincitore dell’Emmy Carlton Cuse. Cinque giorni al Memorial è prodotta e scritta da Carlton Cuse (“Jack Ryan”, “Lost”) e John Ridley (“The Other History of the DC Universe”, “Let It Fall: Los Angeles 1982-1992”). La serie è diretta da Carlton Cuse, Josh Ridley e Wendey Stanzler (“Clarice”, “Rebel”). Cinque giorni al Memorial è un’idea di ABC Signature, parte di Disney Television Studios.

Cinque giorni al Memorial: quando esce e dove vederla in streaming

Cinque giorni al Memorial in streaming debutterà il 12 agosto con i primi tre episodi, seguiti da un nuovo episodio ogni venerdì, fino al 16 settembre.

Cinque giorni al Memorial: trama e cast

La serie limitata di otto episodi Cinque giorni al Memorial è b asata su eventi reali e adattata dal libro della giornalista Premio Pulitzer Sheri Fink, la serie racconta l’impatto dell’uragano Katrina e le sue conseguenze su un ospedale locale. Con l’aumentare delle inondazioni, la mancanza di elettricità e il calore divampante, i soccorritori, ormai esausti, in un ospedale di New Orleans sono stati costretti a prendere decisioni che li avrebbero condizionati per gli anni a venire.

Cinque giorni al Memorial  vede come protagonisti Vera Farmiga (“Up in the Air”, “The Conjuring”), Robert Pine (“CHiPs”), Cherry Jones (“Transparent”, “Succession”), Julie Ann Emery (“Better Call Saul”, “Preacher”), Cornelius Smith Jr. (“Scandal”, “Self Made: Inspired by the Life of Madam CJ Walker”), Adepero Oduye (“The Falcon and the Winter Soldier”, “Pariah”), Molly Hager (“Happyish”, “5 giorni fuori – It’s Kind of a Funny Story”), Michael Gaston (“Blindspot”, “The Leftovers”) e W. Earl Brown (“Deadwood”, “Predicatore”).

Cinque dita di violenza: recensione del film

Cinque dita di violenza è il film del 1972 diretto da Chang-hwa Jeong e con protagonisti Lo Lieh, Chao Chih-Hao, Chan Shen, Tien Feng, Ton Lin, Feng Min.

Trama: La trama, nella sua lineare semplicità, è praticamente un perfetto meccanismo ad orologeria dove ritmo, coreografie, arti marziali, eccessi visivi e dettagli gore e pulp regnano incontrastati senza mai entrare in conflitto tra loro: un ragazzo, Chao Chih- Hao, si allena per il campionato di arti marziali con l’intento di ottenere finalmente la mano della figlia dell’anziano maestro Sung Wu- Yang; durante il lungo viaggio preparatorio si confronta con il severo ma onesto maestro Chen- Hsin- Pei  che gli insegna inoltre un famoso colpo invincibile: il “palmo d’acciaio”, che dovrà usare solo in caso di assoluta necessità per far trionfare la giustizia.

Ma la gang del temibile boss Meng- Tung- Shun gli fracassa le mani. La conseguenza? Invece di fermare il giovane o abbatterlo, l’episodio lo spinge a cominciare una vera e propria battaglia senza esclusione di colpi…

Cinque dita di violenza, il film

Analisi: Dopo il giro di boa dei primi anni ’70 alcuni generi, in Italia, sembrano subire una drammatica battuta d’arresto alla loro rutilante ascesa. Lo spaghetti- western si prepara a lanciare il suo canto del cigno, aprendo la strada a un’infinita varietà di sottogeneri mutanti da esso derivati; il poliziottesco comincia la sua fulgida salita prima di conquistare definitivamente il mercato del mainstream italiano; e così il nuovo vento di tempesta che si abbatte sull’occidente… spira da Oriente: la terra del Sol Levante e della Cina commerciale e lavoratrice, contraddistinta dalle sue tradizioni millenarie, si prepara ad abbattersi sul lato esposto ad ovest… terrorizzandolo, un po’ come l’urlo di Chen.

Un’onda infinita di maestri cinesi, ferree discipline, colpi proibiti e mortali conquista l’attenzione del pubblico e segna la nascita di un nuovo filone d’oro, quello dei film di arti marziali che vedranno brillare una stella di prima grandezza come Bruce Lee, insieme ad un’infinita sequenza di cloni dalla recitazione più o meno ingessata e dai colpi… più o meno proibiti.

Cinque Dita di Violenza, oltre a costituire un vero e proprio cult del genere, è forse uno dei più riusciti, nonostante l’assenza della star Lee e la presenza di un ingessatissimo Lo Lieh come protagonista: se la casa di produzione Shaw Brothers avesse unito i due elementi… con molta probabilità ne sarebbe uscita la pietra miliare per eccellenza anche se, in principio, la pellicola nasce come film-scommessa  low profile decisamente inferiore rispetto al precedente Ma Yung Cheng/Boxer from Shangtung (uscito in Italia col titolo Il Drago si Scatena, ma passato praticamente inosservato).

Eccessivo, pulp, divertente (nel suo genere), un film che decisamente non lascia niente all’immaginazione e non risparmia nessun dettaglio, nemmeno il più truce o splatter (basti pensare alla sola locandina che raffigura una mano che regge due bulbi oculari!) è stato ripreso più volte nel corso della storia del cinema fino alla definitiva consacrazione grazie alla mano sapiente di Quentin Tarantino che lo ha immortalato nel suo Kill Bill- Volumi I e II ispirandosi ad numerosi elementi: riprende gli spunti di partenza durante la genesi della storia; il tema dei bulbi oculari cavati (soprattutto nel secondo volume); la mossa mortale con la quale La Sposa uccide Bill nel finale; il logo della casa di produzione Shaw Brothers inserito nei titoli di testa e, infine, l’effetto sonoro (creato da Quincy Jones) che si sente ogni volta che la Sposa fissa un suo avversario negli occhi: nel film Cinque Dita di Violenza si poteva ascoltare ogni volta che Lo Lieh caricava la sua energia ed era, in realtà, la sigla d’apertura del telefilm Ironside con Raymond Burr.

Cinque clip del film Les Misérables di Tom Hooper

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Cinque clip del film Les Misérables di Tom Hooper

La Universal Pictures ha rilasciato ben cinque clip tratte dall’atteso film Les Misérables di Tom Hooper, il musical che vede protagonisti un cast d’eccezione composto da  Hugh Jackman,  Russell Crowe, Anne HathawayAmanda Seyfried, Eddie Redmayne, Helena Bonham Carter,  Aaron Tvei, Samantha Barks,  Helena Bonham Carter e  Sacha Baron Cohen. Il film uscirà al cinema il 31 Gennaio 2013.

Cinquanta sfumature: ecco la verità sui salari dei protagonisti

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Cinquanta sfumature: ecco la verità sui salari dei protagonisti

Dopo le speculazioni in merito ai salari richiesti da Dakota Johnson e Jamie Dornan per i sequel di Cinquanta sfumature di grigio, la produttrice Dana Brunetti ha chiarito la situazione in un’intervista con The Hollywood Reporter. Ecco le sue dichiarazioni:

“Quando ero agli inizi ho dovuto stringere i denti e accettare diversi lavori gratis. Ancora oggi accetto delle riduzioni pur di prendere parte a certi progetti. Non ho intenzione di versare lacrime per chi vuole essere parte di questo business, partecipa a qualcosa di successo e poi non viene pagato abbastanza. Non è questo l’accordo che hai fatto. Se così fosse, a quest’ora avrei più di un paio di Ferrari per tutti i soldi che avrei dovuto effettivamente guadagnare. Da qualche parte devi pur cominciare”.

In merito al possibile ritorno di Sam Taylor-Johnson dietro la macchina da presa, la Brunetti ha detto: “Non ne ho idea. Non sappiamo davvero cosa faremo. Ancora non ci siamo incontrati per parlare del nuovo film”.

Fonte

Cinquanta sfumature: chi sarà il regista dei sequel

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Cinquanta sfumature di nero e Cinquanta sfumature di rosso, i sequel con Jamie Dornan e Dakota Johnson che completano la trasposizione cinematografica dei tre libri di E.L. James saranno girati consecutivamente sotto la direzione di James Foley, regista di molte puntate della serie House of Cards e del thriller del 1996 Paura con Reese Whiterspoon e Mark Wahlberg. 

La fase di pre-produzione è già avviata mentre le riprese vere e proprie cominceranno all’inizio del 2016. Tornano a produrre Michael De LucaDana Brunetti insieme all’autrice E.L. James; le due sceneggiature sono opera di Niall Leonard, che è anche il marito della scrittrice.

La Universal distribuirà Cinquanta sfumature di nero il 10 febbraio 2017 e Cinquanta sfumature di rosso il 9 febbraio 2018, puntando sul periodo di San Valentino e sull’ottimizzazione delle riprese per ripetere i soddisfacenti incassi del primo film che ha incassato 560 milioni di dollari ai botteghini mondiali.

Fonte: The Wrap