E’ Claudio
Giovannesi il presidente della giuria che, nell’ambito di
Venezia 77, sarà incaricata di premiare la migliore opera prima
della selezione ufficiale della Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica edizione 2020. Ecco le sue parole sul suo
lavoro e sul suo approccio al cinema, mentre ricorda la sua prima
volta dietro alla macchina da presa.
L’ultimo film del regista,
presentato al Festival di Berlino 2019 è
La Paranza dei Bambini, apprezzato sia all’estero che
in Italia, dove ha portato a casa diverse nomination ai David di
Donatello 2020.
Nato dalla collaborazione con
Giorgio Valente, presidente dell’Associazione di cultura
cinematografica “Centro Ricerche Spettacolo- Il Labirinto”,
Fratelli d’Italia, girato da Claudio Giovannesi, si inserisce nel
progetto Educinema che, pratrocinato dall’Assessorato alla
Cultura della Regione Lazio, ha attivato una decina di laboratori
di produzione assistita nelle scuole superiori di Roma e del Lazio,
affidati a giovani registi diplomati del Centro Sperimentale di
Cinematografia.
Apprezzato attore italiano,
Claudio Gioè si è formato in ambito teatrale, per
consolidare la propria notorietà partecipando ad apprezzati film
per il cinema. Allo stesso tempo è diventato un volto noto della
televisione, collaborando in alcune delle più seguite serie degli
ultimi tempi. Ecco 10 cose che non sai di Claudio
Gioè.
9. Ha preso parte a note
produzioni seriali. Nel corso degli anni l’attore ha
recitato si è distinto anche per la sua partecipazione in
apprezzate serie Tv italiane. Tra queste si annoverano Codice
rosso (2006), Il capo dei capi (2007), dove ricopre
il ruolo di Totò Riina, Squadra antimafia – Palermo oggi
(2009-2010), Il tredicesimo apostolo – Il prescelto (2012)
e Il tredicesimo apostolo: La rivelazione (2014),
dove recita accanto a Claudia
Pandolfi, Il bosco (2015), Sotto
copertura: La cattura di Zagaria (2017) e La mafia uccide solo
d’estate (2016-2018), dove nel ruolo di Lorenzo
Giammarresi recita accanto ad Anna
Foglietta.
8. Ha recitato in alcuni
film per la televisione. La carriera nel mondo della
recitazione ha inizio per Gioè con il film per la TV Operazione
Odissea (1999), dove ricopre il ruolo di Telemaco, figlio del
protagonista. Successivamente reciterà anche nei film
Francesco (2002) Paolo Borsellino (2004),
dedicato alla figura del celebre magistrato, dove l’attore ricopre
il ruolo di Antonio Ingroia. Tra gli altri film per la TV da lui
interpretati si segnalano Cefalonia (2005) e Mario
Francese (2018).
Claudio Gioè non è su
Instagram
7. Non ha un profilo
personale. L’attore non sembra possedere un proprio
account sul social network Instagram, ma esistono tuttavia alcune
fan page a lui dedicate. La più seguita di queste ha un totale di
13 mila follower. Qui vengono pubblicate le foto più recenti
dell’attore, ma anche diversi aggiornamenti sui suoi lavori da
interprete.
Claudio Gioè ha una moglie?
6. Non è sposato.
Attualmente l’attore non è sposato, e sembra anche essere single.
Era nota la sua relazione con l’attrice Pilar
Fogliati, conosciuta sul set della serie Il
bosco, in cui recitavano entrambi. La coppia si è sempre
dimostrata particolarmente riservata, attenta a preservare la
propria intimità. Tuttavia, nel 2018, viene rivelato che i due si
sono separati, senza fornire dettagli a riguardo.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Claudio Gioè in Passeggeri
notturni
5. È il protagonista
dell’inedito progetto. Nel marzo del 2020 l’attore torna
in televisione con Passeggeri notturni, dove interpreta un
conduttore radiofonico la cui vita verrà stravolta dall’incontro
con una donna. Si tratta di un progetto speciale per l’attore,
infatti il titolo sarà disponibile come film su Raitre e come serie
su RaiPlay.
Claudio Gioè è Totò Riina
4. Ha interpretato il noto
mafioso. Per Il capo dei capi, Gioè ha dato vita
alla controversa figura di Totò Riina, celebre capo mafioso. Per
cercare di dar vita ad un ritratto fedele di Riina, Gioè ha
affermato di aver ricercato una sospensione del giudizio,
sforzandosi di non giudicare il mafioso, così da poter attuare una
miglior immedesimazione. Tale ricerca gli ha così permesso di far
trasparire nel modo più oggettivo possibile la malvagità del
personaggio.
3. Considera Riina un
personaggio shakespeariano. Per poter dar vita alla
crudeltà del ruolo, Gioè ha affermato di aver guardato molto ai
grandi e complessi personaggi di Shakespeare, da Riccardo III a
Macbeth. Ispirandosi a quelle figure dalla profonda e criptica
psicologia ha potuto ricostruire la figura di Riina.
Claudio Gioè e il teatro
2. Si è diplomato in una
nota Accademia. Appassionato da sempre di recitazione,
dopo il liceo Gioè si trasferisce da Palermo a Roma per frequentare
l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico.
Diplomatosi, intraprende una carriera teatrale, collaborando con
Luca Ronconi e portando in scena anche uno spettacolo da lui
scritto, Caligola Night Live. Nel corso degli anni
continuerà a calcare il palcoscenico con numerosi spettacoli.
Claudio Gioè: età e altezza
1. Claudio Gioè è nato a
Palermo, il 27 gennaio 1975. L’attore è alto
complessivamente 170 centimetri.
Claudio Di Biagio
e Luca Vecchi hanno tenuto una Masterclass
al Giffoni Experience durante la quale hanno
presentato il loro progetto Dylan Dog – Vittima degli
Eventi. Un incontro (molto divertente) tra ragazzi, tra
chi ce la sta facendo e chi vorrebbe farcela. Il consiglio? Tanta
intraprendenza e molta incoscienza.
Entrambi proveniente dal web,
Claudio Di Biagio attraverso video su YouTube dove
per prima cosa ci ha messo la faccia, ma con i quali ha anche
affinato le sue tecniche registiche e Luca Vecchi, protagonista,
creatore e sceneggiatore degli esilaranti episodi dei The
Pills.
Grazie al crowd-funding i due
ragazzi romani stanno per debuttare con Dylan Dog – Vittima
degli Eventi, un film nato dalla passione di entrambi per
il fumetto tutto italiano, un progetto partito ad inizio 2013 e che
ha impiegato oltre 100 persone che hanno prestato il loro talento a
costo zero. Come è nato questo progetto?
“Diciamo che noi non ci facciamo
i fatti nostri.” risponde Claudio Di
Biagio,”Per fare una cosa del genere non bisognava
avere quel filtro che dice ‘ma magari succede questo…’. No, noi
abbiamo iniziato senza pensare alle conseguenze. Nessuno poteva
essere così incosciente come noi da iniziare un progetto di
crowd-funding su un soggetto i cui diritti li hanno per metà gli
americani e per metà una delle case editrici più storiche in
Italia, che non ha mai collaborato con niente nel mondo degli
audiovisivi. “
“Non ti devi fermare a pensare
alle cose, se no è la fine. Noi italiani abbiamo quest’indole, ma
l’importante è farlo.” conclude Luca Vecchi.
Come è stata la reazione
della Bonelli e di Sclavi?
C: “Dopo che avevamo rilasciato
il primo teaser ci è arrivata una mail con scritto ‘Bravi ragazzi,
continuate così, state facendo un buon lavoro’ firmato
Tiziano Sclavi. Ci siamo guardati e ci siamo messi
a ridere: bello scherzo. Poi mesi dopo abbiamo parlato con quelli
della Sergio Bonelli Editore e subito ci hanno
chiesto, ‘Come mai non avete risposto alla mail di Tiziano?’. Era
tutto vero! Ora quella mail ce l’ho stampata e incorniciata!
All’ultimo ComiCon abbiamo presentato un altro teaser e sembrava
che la Bonelli fosse piacevolmente soddisfatta di quello che ha
visto.”
Quali sono le difficoltà
maggiori che avete incontrato durante la realizzazione di questo
mediometraggio?
C.: “Diciamo che le difficoltà
le abbiamo evitate semplicemente perché, se sei un regista italiano
famoso in Italia e vuoi fare un film su Dylan Dog, non lo puoi
fare. Noi abbiamo saltato i passaggi! Saremmo dovuti andare dagli
americani a comprare i diritti che loro avevano comprato 30 anni fa
(Dylan Dog- Vittima degli eventi è classificato infatti come
‘fan movie no profit’, n.d.r.). Ma all’inizio non ci siamo
proprio interessati a chiedere i permessi, anzi non glielo dite
agli americani! Abbiamo semplicemente iniziato il progetto e
dimostrato che alle persone interessava il nostro soggetto. Questa
è una forza che ad esempio il regista famoso non ha: noi abbiamo un
gruppo di persone fidelizzate che hanno creduto in noi. Abbiamo
puntato sulle persone.”
L.: “Pensate che noi abbiamo
avuto dalle persone 27 mila euro per realizzare il film!”
Quanta responsabilità c’è
verso queste persone che di tasca loro hanno finanziato il vostro
progetto?
C: “E’ la stessa questione dello
sceneggiatore che mette il suo lavoro nelle mani del regista: oltre
ai soldi le persone dovevano darci anche la loro fiducia. Ma farci
ascoltare da queste persone è stata una cosa molto graduale.
All’inizio non ci prendevano sul serio: abbiamo dovuto far
innamorare il pubblico del progetto prima di mostrargli cosa
sapevamo fare. Ma poi ha funzionato talmente bene che dopo le prime
due campagne di crowd-funding, c’era ancora gente che voleva darci
i soldi. Ma ci vuole un pizzico di menefreghismo, non devi avere le
paranoie della responsabilità. Sai che ormai il gioco è fatto e sai
che ormai il progetto lo dovrai portare a termine. Te sei il primo
fan che non vuole essere deluso. Io leggo Dylan Dog da quando ho
5-6 anni e sono il primo a voler essere meraviglioso da questo
film.”
Nel cast, nel ruolo di
Dylan Valerio Di Benedetto, ma anche lo stesso
Luca Vecchi, nell’iconico ruolo baffuto di Groucho: “Groucho è
forse l’elemento che ho sentito più vicino a me durante la
lavorazione. Ho pensato che Dylan senza Groucho non esisterebbe e
viceversa. Si compensano! Groucho serve a ridimensionare Dylan, se
no lui sarebbe troppo fico.”
Dylan Dog – Vittima degli
Eventi è un progetto che avrà delle proiezioni al cinema
(in particolare per i backers) ma che sarà poi successivamente
distribuito la notte di Halloween sul web in modo totalmente
gratuito. Ma questo “piccolo particolare nel no profit”
non ha fermato attori del calibro di Alessandro
Haber e Milena Vukotic ad appassionarsi
alla storia, “Ci siamo ritrovati a casa della Vukotic a esporle
il suo personaggio e alla fine lei ha voluto che le aggiungessimo
delle scene. Scene che poi sono diventate essenziali e chiave! Ma
la cosa che più mi ha sconvolto era che aveva questa quindicina di
Dylan Dog con tutti i post-it dentro, perché lei si era preparata
per la parte! Io ero estasiato, non sapevo che fare… Ero a casa sua
a dirle come recitare: mai avrei pensato ad uno scenario del
genere!”
Giovanissimi, suscitano
curiosità e anche un pizzico di invidia. Cosa consigliate a chi
vuole seguire il loro stesso percorso?
“Io non sono contro
l’università, sono contro i percorsi sbagliati.Ad esempio io non
sarei fatto per la scuola di cinema, semplicemente perché non
riuscirei a stare sui banchi ad ascoltar parlare di cinema, senza
avere la possibilità di farlo tutti i giorni quando vuoi. E anche
oggi, io non mi sento arrivato come regista. Un regista deve avere
la possibilità di potersi dedicare al suo film per tutto il tempo
che serve. Ora la post-produzione sta funzionando, ma io non la sto
seguendo come vorrei perché sto facendo mille altre cose e anche
Luca non ha avuto tanti mesi per scrivere la sceneggiatura. Non
abbiamo ancora questo lusso.” commenta Claudio di Biagio,
mentre Luca Vecchi è più diretto: “Il consiglio che possiamo
dare è: FATE! Il vero problema di oggi è il bombardamento di input.
il computer ci ha illuso che possiamo fare tante cose insieme, ma
non è così. Concentratevi su una cosa e fatela.”
Qual è il vostro intento
artistico?
“Il messaggio che io vorrei
cercare di dare, banalissimo ma vero, è che tutti ce la possono
fare. Proprio come Ratatouille! Volendo fare regia e non avendo
nessun contatto, stiamo acquisendo autorevolezza lentamente. Ci
sono un sacco di problemi in Italia, ma il mio spazio lo sto
trovando. Non è vero che non si può fare nulla. Se vuoi fare il
regista e a 25 anni non hai mai girato un corto, io non so che
dirti, perché è una cosa sbagliata. Noi ci giustifichiamo tutti i
giorni e io sono incazzato con la mia generazione, perché certi di
noi ci fanno sfigurare! Noi non la stiamo effettivamente sentendo
la crisi, noi possiamo ancora fare qualcosa. E se non ci muoviamo
noi, chi lo fa?” conclude determinato Claudio Di
Biagio.
È stato ufficialmente presentato il
nuovo film, diretto dall’esordiente Claudio Cupellini in concorso
al Festival di Roma, Una vita tranquilla. Il film, co-prodotto
dall’Italia, Germania e Francia, è stato scritto dal regista e dai
bravi Guido Luculiani e Filippo Gravino, premio Solinas nel
2003.
Claudio Bisio è tra
i più apprezzati comici italiani, e negli anni ha dimostrato di
saper funzionare non solo in televisione ma anche al cinema, dove è
stato protagonista di numerosi film di successo. L’attore ha
inoltre provato il suo talento misurandosi anche con diversi ruoli
drammatici, cosa che gli ha fatto guadagnare la stima di pubblico e
critica.
Ecco 10 cose che non sai su
Claudio Bisio.
Claudio Bisio film
1. È stato protagonista di
lungometraggi di successo. La carriera televisiva
dell’attore ha inizio nel 1983, quando prende parte al film
Sogno di una notte d’estate. Da qui inizia a comparire nei
film Scemo di guerra (1985), I picari (1987),
Mediterraneo (1991), Sud (1993), Albergo
Roma (1996), La tregua (1997), Natale a New
York (2006), Manuale d’amore 2- Capitoli successivi
(2007), Ex (2009), Benvenuti al
sud (2010), Maschi contro femmine (2010),
Benvenuto
Presidente! (2013), Confusi e felici (2014),
Non c’è più religione (2016), Arrivano i prof
(2018) e Bentornato Presidente (2019).
2. Ha partecipato ad alcune
fiction. Negli anni l’attore si è dedicato anche alla
televisione, comparendo in fiction come Zanzibar (1988),
Casa dolce casa (1990), Un giorno fortunato
(1997), Belli dentro (2005), Due imbroglioni e…
mezzo! (2007), Due imbroglioni e… mezzo! 2 (2010) e
The Comedians (2017).
3. È un noto
doppiatore. In più di un’occasione l’attore si è distinto
come doppiatore, dando ad esempio voce al bradipo Sid nella serie
di film d’animazione L’era glaciale (2002). Prende poi
parte al doppiaggio dei film Hotel
Transylvania (2012), Ernest & Celestine (2012),
Hotel Transylvania
2 (2015) e Hotel Transylvania 3 – Una vacanza
mostruosa (2018).
Claudio Bisio Instagram
4. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 202 mila persone.
All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie
scattate in momenti di svago, ma anche immagini promozionali dei
suoi progetti cinematografici o televisivi.
Claudio Bisio moglie e figli
5. È sposato.
Nell’agosto del 2003 l’attore si sposa con la giornalista Sandra
Bonzi, sua compagna di lunga data. Prima di sposarsi i due avevano
già avuto due figli, nati rispettivamente nel nel 1996 e nel 1998.
Nel 2008 la coppia pubblica un libro scritto a quattro mani,
intitolato Doppio misto. Autobiografia di coppia non
autorizzata, dove raccontano con ironia la loro vita di
coppia, sottolineando i diversi punti di vista.
Claudio Bisio Bentornato
Presidente!
6. Ha ripreso il ruolo
precedentemente interpretato. Sei anni dopo il film
BenvenutoPresidente! Claudio Bisio ha ripreso il
ruolo di Giuseppe Garibaldi nel sequel intitolato Bentornato
Presidente!. L’attore si è detto convinto dalla sceneggiatura
poiché sentiva che il film potesse parlare direttamente a quanti si
sono stufati dell’attuale clima di odio, in una società dove i
social network sembra non aiutare a riguardo.
Claudio Bisio Rapput
7. Ha inciso un popolare
brano rap. Nel 1991 l’attore rilascia il suo tutt’ora
unico album musical, Paté d’animo, al cui interno è
contenuto il brano rap intitolato Rapput (senza fiato) che
diventa uno dei tormentoni estivi dell’anno. Il brano risultò
essere il più venduto di quell’anno in Italia, regalando così a
Bisio notorierà anche in campo musicale.
Claudio Bisio capelli
8. Ha sofferto di calvizie
precoce. Durante gli anni di accademia al Piccolo Teatro
di Milano l’attore iniziò a soffrire di calvizie, perdendo
progressivamente tutti i capelli. I suoi insegnanti gli dissero che
senza sarebbe finito a fare il caratterista e l’attore provò così a
portare per i primi lavori un parrucchio, non trovandosi tuttavia a
suo agio. Bisio decise così di essere sé stesso, riuscendo infine a
trovare il successo nonostante l’assenza di capelli.
Claudio Bisio film 2019
9. Ha diversi progetti in
programma. Nel 2019 l’attore presterà la sua voce al
gorilla protagonista del film Attenti al gorilla, con
protagonista l’attore Frank Matano. Interpreta poi
il protagonista nel film Bentornato Presidente! e recita
nel nuovo film di FaustoBrizzi
intitolato Se mi vuoi bene. L’attore apparirà poi nel film
Cops – Una banda di poliziotti, per la regia di
Luca Miniero.
Claudio Bisio età e altezza
10. Claudio Bisio è nato a
Novi Ligure, in Piemonte, il 19 marzo 1957. L’altezza
complessiva dell’attore è di 178 centimetri.
Questa mattina presso il cinema
Adriano in Roma, è stato presentato alla stampa il film “Benvenuto
Presidente!” per la regia di Riccardo
Milani, oltre al regista era presente il cast:
Claudio Bisio, Kasia
Smutniak, Giuseppe Fiorello, Remo Girone, Cesare Bocci, Omero
Antonutti, Patrizio Rispo, Gianni Cavina e Piera
degli Esposti.
Mi ha colpito nel finale il
dimettersi dalla furbizia,mette di fronte alle responsabilità gli
italiani
Riccardo Milani: Io credo da
cittadino italiano che la politica spesso serve a coprire delle
responsabilità che sono personali credo che molto spesso e per
molti anni… io l’anti-politica la respiro da quando sono bambino,
sento parlare di governi incapaci, forse in parte è così, però
penso che questo sia un paese diviso in due, c’è chi fa politica in
maniera più nobile e penso che la politica sia una cosa importante,
una conquista intanto, il parlamento è una conquista e va difesa. E
quando sento parlare di “ventata di legalità” sono molto contento.
Quando sento di partiti tutti uguali penso che sia una cosa non
vera, che non corrisponda alla storia e alle storie dei partiti
stessi.
Il film, nella prima parte è
fortemente grillino, o influenzato da grillinismo, questo
sentimento come è venuto fuori?
RM: Questo tipo di argomenti
li sento da sempre,(…) mi pare sbagliato confondere la storia di
questo paese, e penso che non tutto il marcio sta nel parlamento ma
anche fuori, nei meccanismi economici ma anche nella vita
quotidiana delle persone che non sono abituate a rispettare le
regole, penso che questo sia un problema etico di questo paese. Il
film è una commedia leggera come una piuma, molto semplice e anche
in qualche modo surreale come la storia di questo paese, in questo
passaggio
Fabio Bonifacci: (fa
una premessa su come il soggetto iniziale sia stato di Nicola
Giuliano e lo ringrazia pubblicamente n.d.a.)
Sul Grillismo è un caso, questa
sceneggiatura è cresciuta insieme al movimento di Grillo, abbiamo
cominciato tre anni fa e lui aveva qualche consigliere comunale, la
cosa che ho cercato di raccontare è una cosa che ho visto nella
realtà. Cresceva la protesta contro i partiti, vivo in provincia e
sto nel mio quartiere e la gente cominciava a parlar male e a
contestare. (…) Mi ricordo la prima volta in palestra un gruppetto
di ragazzi, quelli che hanno solo tre argomenti: il calcio, cosa
fare la sera e le ragazze, hanno iniziato a parlare male dei
partiti e lì ho detto “sta cambiando qualcosa”, come ha detto
Riccardo (Milani n.d.a) sin da bambini le lamentele verso i
partiti erano abbastanza ristretti a club intellettuali, non ai
famosi 5 o 6 milioni di persone che leggono i giornali, persone che
si informano e sono attente a tutto. La cosa che si vedeva era che
questa protesta si stava allargando a strati molto più grandi di
popolazione a gente comune. E quello che abbiamo cercato di
raccontare, in accordo con gli altri, è stato un lavoro molto
collettivo come sempre al cinema, era raccontare questa cosa che
montava, poi raccontare la politica e scrivere questa sceneggiatura
negli ultimi due anni e mezzo è stato difficilissimo, come
descrivere le nuvole, nel momento in cui le fissavi in una giornata
di vento erano già cambiante, però alla fine siamo arrivati ad
essere abbastanza attuali, ma non stavamo descrivendo oggi ma
stavamo raccontando una spinta che c’era e poi ha preso determinate
strade.
Claudio anche tu
nell’elaborazione della storia hai avuto un ruolo, un peso.
Claudio Bisio: Io si,
confermo quello che ha detto Fabio, per la prima volta me ne
parlarono Nicola e Fabio tre anni fa e inutile che vi racconti
com’era l’Italia allora. Monti era un professore dell’università,
era stato un commissario europeo, Berlusconi aveva la maggioranza
al parlamento, Napolitano era un anziano presidente correttissimo,
Ratzinger era da pochi anni eletto a papa, giovane e in salute,
Grillo era un collega. Quindi quando accettai anch’io con un po’ di
paura perché a prescindere dall’attualità fare un presidente, pur
di fantasia o pure in una farsa, era sempre una responsabilità, mi
hanno convito, l’età c’era perché pare che basti avere più di
cinquant’anni per essere eletti presidente e io ahimè fra pochi
giorni ne faccio 56 per cui c’ero già tre anni fa. Detto questo ho
accettato con quello spirito lì, di fare una farsa e una commedia,
sapendo che avrebbe toccato quei temi lì, in particolare
l’istituzione, non tanto la politica. Noi un po’ irriverenti
toccavamo il quirinale, la più grande istituzione, non
necessariamente politica in senso stretto, ma è la più grande
istituzione italiana, ci sta in una farsa ma mi faceva paura dal
lato della credibilità. (..) Mi ricordo un momento in cui Fabio mi
ha telefonato e mi ha detto “lo sai che questo film non si fa più”,
ed è stato quando Napolitano dimissionò Berlusconi per nominare
Monti. E mi disse, “Napolitano sta facendo quello che avremmo
voluto facesse in nostro Peppino”, il nostro presidente sta
prendendo in mano la situazione, forse ci ha superato la realtà,
no?! (…) Quindi è un film che nasceva ed è nato come una farsa e
senza che lo volessimo è diventato un film iperrealistico.
La battuta sul papa, è stata
aggiunta dopo le dimissioni?Claudio Bisio i grillini sono
diventati più popolari, ti sei ispirato a loro o è frutto solo
della fantasia? RM: Quella scena era stata girata nei primi di Novembre
quindi non è stata aggiunta dopo.
CB: Io ho visto con curiosità
le immagini dal telegiornale le facce nuove che sono entrate a
Montecitorio per la prima volta e ho visto e letto con curiosità le
loro biografie: l’infermiere, l’insegnante, l’ingegnere il
precario, adesso non voglio essere supponente, non mi sono ispirato
a loro perché non esistevano, quando abbiamo girato noi c’erano
solo i consiglieri e neanche loro si sono ispirati a noi perché non
hanno ancora visto il film, è la casualità. Tra l’altro la cosa
buffa, e che molti di voi hanno detto “è un film sul grillismo”
altri hanno detto “è un film contro l’anti-politica” quindi
decidete voi, il film è questo.
Ci vorrebbe in questo momento un
Peppino al quinale? Non è un film satirico ma si prende in giro la
politica (i tre politici del film), questo è un modo di fare la
satira in maniera più generale?
CB: Per me, Peppino lì c’è
già, Napolitano fa il presidente e anche se ha quasi finito, molti
gli chiedono di restare. Per la Satira, io adoro questo tre
politici, grande merito su tutto il film, anche se Riccardo
(Milani n.d.a.) non ha voluto firmare la sceneggiatura, ha
fatto un lavoro bellissimo e difficilissimo, ha tenuto la barra a
dritta. Poteva prendere una piega farsesca quasi esagerata quasi da
burla, oppure poteva prendere una piega troppo retorica. E sui
politici in particolare, c’era il pericolo di farne o delle
macchiette esagerate o di fare un discorso ideologico alla “Tutti a
casa” non per autocitarmi, ma quando ho visto il film, mi è venuto
in mente il monologo che ho fatto io a Sanremo un mese fa, che a
pensarci oggi può sembrare un teaser del film ma giuro che non era
così, però sono contento che i temi fossero gli stessi perché sono
cose in cui credo tanto.(…) I politici del film sono della commedia
dell’arte ma del terzo millennio.
RM: Io penso che la commedia
all’italiana sia un libro di storia, un modo per conoscere
bene il paese e penso che il cinema debba raccontare il paese e le
commedie non devono nascondere i vizi e le lacerazioni.
Giuseppe Fiorello: Mi sono
divertito, innanzitutto, non mi sono ispirato a nessuno, l’ho
immaginato è stato un personaggio di fantasia. Molto fisico, che
prende e da schiaffi a destra e sinistra. È stato un bel gioco e
molto divertente.
Cesare Bocci: La satira prima
era più sbilanciata da una parte,ora c’è da colpire a destra e
sinistra, se questo la fa sembrare meno incisiva non è colpa della
satira, perché va a passo con i tempi, adesso c’è da colpire tutti.
La valenza del film e del cinema italiano in genere e che vive al
passo con i tempi interpretando un sentimento che c’è in noi. È
brutto il cinema che non vive nella realtà in cui siamo. I
personaggi c’erano ed erano già scritti, non c’era uno che ci ha
ispirato, rappresentando tutti senza indirizzi.
A chi è venuto in mente di
mettere Pupi Avati e Lina Wertmuller ai “poteri forti”?
RM:È stata un idea mia, come
Gianni Rondolino e della Casa. Un senso di riconoscenza verso
alcuni registi e alcune persone del cinema, sono cresciuto con i
loro film.
Come è stato passare racchiudendo
nello stesso personaggio, una donna ferrea ligia al protocolla alla
donna che canta l’inno a Che Guevara? Kasia Smutniak: Perché sono psicopatica! Quando sono sul set
spesso mi capita di non sapere neanche le battute che dovrò dire.
Ma la cosa bella di questo lavoro è di lasciarsi andare dialogando
con gli attori che sono bravi, che fanno sì che accade quel
qualcosa di magico e vivi la storia e ti scordi della troupe, della
telecamera e dei limiti che ci da il cinema e ti scordi per due o
tre secondi e succede quel qualcosa che è il motivo per cui faccio
questo lavoro e onestamente non ho pensato al come e perché.
Il cinema ha ignorato la politica
da decenni e volerlo raccontare così, in maniera surreale, da cosa
nasce?
RM: Credo che questo film
faccia lo sforzo di uscire dal parlamento, le famiglie che
osservano la politica sono quello che caratterizza il film, cioè
c’è un occhio sugli italiani, su alcune banalità e luoghi comune su
cui spesso ci si rifugia. Il marcio non è dentro ma fuori dal
parlamento. Molta della responsabilità della caduta dell’etica e
morale appartengono a chi deve dare l’esempio ed è anche una
responsabilità ma anche nella vita comune, in tutti quegli
atteggiamenti che ci portano a quella Furbizia di cui siamo un po’
orgogliosi e un po’ ci gratifica e spacca eticamente il paese in
due. C’è molta gente per bene e c’è molta gente che nella
corruzione sta bene e ci vive.
Nel film quello che unisce tutti
è la protezione verso chi ti è caro. Volevo sapere, siamo davvero
un paese il cui collante è tenere sempre famiglia? Quante delle
mazzate tra te e Kasia erano vere?
CB: Per la prima è Si e per
la seconda le mazzate erano vere, mi ha messo un dito nell’occhio e
abbiamo interrotto la lavorazione perché avevo l’uveite.
KS: Noi in realtà abbiamo un
rapporto violento anche fuori dal set ci siamo fatti male, sai come
quelle persone che si incontrano e si danno la capocciata perché
non sanno da che parte baciarsi. Ci siamo dati tante botte, lui
senza occhio e io tanti lividi.
Che ne pensate di questa
esperienza?
Patrizio Rispo: Alla
chiamata di Riccardo senza leggere il copione io vado comunque e
poi far parte di una squadra così aristocratica, un film che mi
ricorda i film degli anni ’40 e ’50, in cui anche la figurazione
speciale era fatta da gente che questo mestiere lo faceva da anni e
ora è territorio di tutti. Il fatto di essere chiamato ancora a nel
fare l’autorità, Riccardo mi vedi solo tu in questo ruolo quando in
realtà sono la bontà fatta persona! E dovevo dare con la mia
fisicità che non è così imponente o cattiva, un’autorità allo staff
dirigenziale. Credo che al di là di Grillo, si è istituita la
commedia come era una volta con termini giocosi e divertenti ma con
il tessuto del momento. La voglia è di raccontare le nostre
esigenze in maniera divertente.
Piera degli Esposti: Io ho
visto la grande apertura dell’inizio, questa libertà e la grande
costrizione del chiuso e questo è l’elemento emblematico del film
con una forza iniziale che poi prosegue. Riccardo Milani è il mio
pigmalione, mi ha fatto ballare Beyoncé, essere Barbie e adesso fumare le canne, quindi mi aspetto
altre sorprese!
Gianni Cavina: Non centra
niente Grillo nel film e poi io mi sono ispirato a Lavitola.
Tra le più note attrici italiane,
Claudia Pandolfi si fa inizialmente notare con la
sua partecipazione al concorso di Miss Italia. Con la visibilità
qui ottenuta, inizia ad essere scritturata per alcuni importanti
film, dove ha modo di collaborare con noti registi e attori,
maturando come interprete.Ecco 10 cose che non sai di
Claudia Pandolfi.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera
l’attrice ha più volte recitato per la televisione, affermandosi
grazie a serie come Amico mio (1993-1994), La voce del
cuore (1995), Amico mio 2 (1998) e Un medico in
famiglia (1998-2000), dove ricopre il ruolo di Alice. È poi
tra i protagonisti della serie I liceali (2008-2009) nel
ruolo della professoressa Enrica Sabatini, e della serie
Distretto di polizia (2002-2010), dove per circa ottanta
puntate ricopre la parte del commissario Giulia Corsi. Negli ultimi
anni torna in televisione per recitare nelle serie Il
tredicesimo apostolo (2012-2014), Romanzo siciliano
(2016), e È arrivata la felicità (2015-2018), dove recita
accanto a Claudio
Santamaria. Interpreta poi il ruolo di Monica Petrelli
nella serie NetflixBaby
(2018-in corso), con le attrici Alice
Pagani e Benedetta
Porcaroli.
Claudia Pandolfi è su
Instagram
8. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 58,4 mila persone. All’interno
di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate
durante momenti di svago, sia sui set a cui partecipa sia in
situazioni quotidiane. Non mancano poi anche immagini e video
promozionali dei suoi progetti da interprete.
Claudia Pandolfi: fidanzati e
figli
7. È stata sposata.
Nel 1999 l’attrice ha reso pubbliche le nozze con l’attore e
doppiatore Massimiliano Virgili. Il loro matrimonio non è tuttavia
durato molto, e dopo solo un mese hanno annunciato la separazione.
In seguito, la Pandolfi ha avuto relazioni con l’imprenditore
Andrea Pezzi, con il cantautore Roberto Angelini e con l’attore
Marco Cocci. Dal 2014 ha invece una relazione con il produttore
Marco De Angelis.
6. Ha due figli.
Dalla relazione con il cantautore Roberto Angelini nasce nel 2006
il primo figlio dell’attrice. Nel 2016, dà alla luce il secondo
figlio, nato dalla storia d’amore con Marco De Angelis.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Claudia Pandolfi ha una sorella
minore
5. Ha recitato con sua
sorella. Nel 1997 l’attrice è tra i protagonisti del film
Ovosodo, diretto da Paolo Virzì. Qui
ricopre il ruolo di Susy Susini, interesse amoroso e poi moglie del
personaggio principale. Per poter rappresentare il personaggio in
età diverse fu scritturata la sorella dell’attrice, che ricoprì
così la Susy adolescente. Ciò portò le due a recitare nello stesso
film, pur non condividendo la scena.
Claudia Pandolfi in Baby
4. Si è rivista nelle
giovani attrici. Nel suo film d’esordio, Le amiche del
cuore, l’attrice interpretava una giovane nella sua routine in
un constesto periferico, degradato. Un tipo di personaggio che ha
dichiarato di aver ritrovato nelle giovani protagoniste di
Baby, rivedendo così sé stessa nell’interpretazione delle
giovani attrici della serie, pur con le dovute differenze
generazionali.
3. Ha costruito il
personaggio come fosse un adolescente. In Baby la
Pandolfi ricopre il ruolo di Monica, insegnante di educazione
fisica sposata con un uomo che la trascura. Per ritrovare un brio
nella sua vita, intraprenderà una relazione con uno degli studenti.
Per tale risvolto, l’attrice ha dichiarato di aver lavorato sul
personaggio esaltando la sua volontà di sentirsi ancora una
ragazza, dando sfogo al lato adolescenziale che è in lei.
Claudia Pandolfi in Un medico in
famiglia
2. Temeva di essere
identificata solo con il suo personaggio nella serie. Per
oltre 70 episodi l’attrice è stata Alice in Un medico in
famiglia, e molti spettatori l’hanno sempre associata a quel
ruolo. Pur riconoscendo che quello fu uno dei successi che più le
hanno aperto le porte dello spettacolo, l’attrice ha dichiarato che
per un periodo ha temuto che sarebbe rimasta nota solo per quella
specifica parte.
Claudia Pandolfi: età e
altezza
1. Claudia Pandolfi è nata a
Roma, in Italia, il 17 novembre 1974. L’attrice è alta
complessivamente 171 centimetri.
Claudia Gusmano è
un’attrice italiana attiva ormai da oltre un decennio, con
interpretazioni tanto per il cinema quanto per la televisione. Di
recente ha poi iniziato ad ottenere sempre più ruoli di rilievo,
dando prova delle sue doti da interprete, spostandosi con
naturalezza dalla commedia al dramma. Ora che è divenuta una vera e
propria protagonista, ci sono molte cose su di lei da scoprire,
come anche tanti progetti futuri da attendere con impazienza.
Ecco 10 cose che non sai di Claudia
Gusmano.
Claudia Gusmano: i suoi film e le serie TV
1. È nota per le serie
TV. L’attrice debutta in televisione nel 2007 recitando
nella serie Distretto di polizia 7, per poi comparire
anche in Squadra Antimafia 2 (2009), Due imbroglioni e
mezzo 2 (2009), La narcotici (2010) e Il segreto
dell’acqua (2011). Dopo una pausa torna in televisione
recitando in Don Matteo 10, accanto a Terence Hill,
per poi prendere parte a Mario Francese (2017),
La mafia uccide solo d’estate 2
– La serie (2018), con Claudio Gioè e
L’allieva (2018-2020), con Alessandra
Mastronardi. Nel 2021 è tra i protagonisti della serie
Guida Astrologica per cuori
infranti.
2. Ha recitato anche per il
cinema. Una delle prime esperienze attoriali per la
Gusmano è stata per un film lungometraggio dal titolo Il
ventaglio, del 2005. Dopo diversi anni di assenza, torna al
cinema da protagonista nel film Shotgun
(2021), storia di Lia una giovane ragazza che reagisce alla più
terribile delle violenze con un atto di ribellione che scardinerà
le consuetudini sociali della sua epoca.
3. Ha recitato anche per il
teatro. Oltre a recitare per il cinema e la televisione,
l’attrice non ha mai abbandonato un altro dei suoi principali
amori: il teatro. Nel corso degli anni ha infatti recitato in
spettacoli come Alice delle meraviglie (2006), Le
invisibili (2008/2009), Dona Flor e i suoi due mariti
(2010/2011), La commedia di Orlando
(2011/2012), Giacominazza (2014/2015), Nuda
proprietà (2014/2015), Mozza (2016/2017), La
tempesta (2016/2017) e Vestire gli ignudi (2017).
Claudia Gusmano e Wikipedia
4. Non c’è una pagina
Wikipedia. Se si cerca la pagina Wikipedia relativa
all’attrice e contenente tutte le sue informazioni biografiche e
lavorative, sfortunatamente questa non è ancora disponibile. Si
possono però ritrovare in rete diverse altre pagine a lei dedicate,
con informazioni su quanto c’è da sapere su di lei e sui suoi
progetti passati e futuri.
Claudia Gusmano concorrente ad Amici
5. Ha partecipato al celebre
programma televisivo. Quando era ancora agli inizi della
sua carriera come attrice, la Gusmano ha partecipato alla quarta
edizione di Amici di Maria De Filippi, presentandosi come
concorrente per un banco nella classe del 2004/2005. Tuttavia, non
è riuscita ad arrivare al serale, ma questo non le ha impedito di
trovare altre strade verso il successo e la notorietà poi
conseguiti.
Claudia Gusmano in L’allieva
6. Ha avuto un ruolo di
rilievo dalla seconda stagione. A partire dalla seconda
stagione di L’allieva, la popolare serie di genere giallo
con ambientazione medica, l’attrice ha interpretato il ruolo di
Erica Lastella, un nuova specializzata che viene affiancata ad
Alice, la protagonista. Il personaggio è contraddistinto dalla sua
memoria fotografica, cosa che le fa ottenere il soprannome di
“scanner”. La Gusmano si è detta entusiasta di poter interpretare
tale personaggio ricco di sfumature, avendo poi occasione di
tornare ad interpretarlo nella terza stagione.
Claudia Gusmano in Guida Astrologica per cuori
infranti
7. È la protagonista della
serie. Disponibile dal 27 ottobre 2021 su Netflix, Guida Astrologica per cuori
infranti è una nuova serie italiana di genere commedia
romantica, diretta da Michela
Andreozzi. Protagonista di questa è proprio la
Gusmano, qui presente nei panni di Alice Bassi, una donna che
racconta le sue disavventure in ambito lavorativo e, soprattutto,
sentimentale. L’attrice ha poi ripreso il personaggio anche nella
seconda stagione, disponibile dal marzo del 2022.
8. È entusiasta
dell’evoluzione del suo personaggio. Dalla prima alla
seconda stagione Alice subisce profonde trasformazioni emotive e
caratteriali, novità fortemente volute dall’attrice dichiaratasi
interessata ad esplorare più a fondo l’animo del personaggio. In
particolare, c’era il desiderio di scoprire cosa la spingesse a
vivere una serie di situazioni sfrenate. La Gusmano si è detta
entusiasta di come il personaggio sia evoluto e delle possibilità
emerse nell’interpretarlo.
Claudia Gusmano è su Instagram
9.È
presente sul social network. L’attrice è presente sul
social network Instagram, con un proprio profilo seguito da 42.9
mila persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre 200
post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da
attrice, ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a
cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può
dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.
Claudia Gusmano: età e altezza
dell’attrice
10. Claudia Gusmano è nata
il 20 agosto 1985 a Trapani, in Sicilia. L’attrice è alta
all’incirca 1.65 metri.
Considerata come una delle più
talentuose interpreti della sua generazione, Claudia
Gerini si è affermata negli anni grazie alle tante
commedia in cui ha ricoperto ruoli di rilievo. Con il tempo, ha
però dimostrato anche notevoli capacità drammatiche, che le hanno
permesso di compiere il salto di qualità all’interno della
cinematografia nazionale. Attiva tanto al cinema quanto in
televisione, la Gerini continua così ancora oggi ad essere una
delle icone del nostro cinema.
Ecco 10 cose che non sai di
Claudia Gerini.
Claudia Gerini: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice debutta al cinema con il film
Roba da ricchi (1987), dove recita accanto a Lino
Banfi. La consacrazione però arriva grazie a
Carlo Verdone, che la rende protagonista dei suoi
film Viaggi di nozze (1995) e Sono pazzo di Iris
Blond (1996). Successivamente, recita in titoli come
Fuochi d’artificio (1997), Tutti gli uomini del
deficiente (1999), e La passione di Cristo (2004), di
MelGibson. Confermata la propria popolarità,
recita poi in Non ti muovere (2004), di Sergio
Castellitto, La sconosciuta (2006),
Grande, grosso e… Verdone (2008), Com’è bello far
l’amore (2012), con Fabio De
Luigi, Una famiglia
perfetta (2012), Reality (2012), Tutta colpa di
Freud (2014), con Marco
Giallini, L’esigenza di unirmi ogni volta con
te (2015), John Wick – Capitolo 2 (2017), con
Keanu
Reeves, Ammore e
malavita (2017), A casa tutti
bene (2018), di Gabriele
Muccino, Dolceroma
(2019), Non sono un
assassino (2019), e Hammamet
(2020).
9. Ha preso parte a note
serie televisive. Agli inizi della propria carriera, la
Gerini alterna l’attiva al cinema con quella in televisione, dove
recita in diversi film. Tra questi si annoverano Gioco
perverso (1993), Sotto la luna (1998), e
Francesca e Nunziata (2001). Si fa poi apprezzare come
protagonista della serie 48 ore (2006), con Adriano
Giannini. In seguito, torna sul piccolo schermo per
Le segretarie del sesto (2009), Labyrinth (2012),
Ricette e ritratti d’attore (2015), e Suburra – La
serie, distribuita da Netflix, dove dal 2017 recita nel ruolo di Sara
Monaschi accanto all’attore Alessandro
Borghi.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Nel corso della sua carriera l’attrice ha
ricevuto numerosi importanti riconoscimenti da parte
dell’industria, che ha così sottolineato il suo talento e la sua
versatilità. Ad oggi, infatti, la Gerini vanta ben sei nomination
ai David di Donatello, e ha infine vinto il premio nel 2019, come
miglior attrice non protagonista per Ammore e malavita.
Allo stesso modo, ha ricevuto sei nomination ai Nastri d’argento, e
pur non avendo qui mai vinto le è stato conferito il Premio Nino
Manfredi per i suoi ruoli nei film A casa tutti bene e
Ammore emalavita.
Claudia Gerini in Non è la Rai
7. Ha partecipato al celebre
programma televisivo. Nel 1991, ancor prima dei suoi primi
grandi successi cinematografici, la Gerini ebbe modo di farsi
ulteriormente conoscere partecipando al programma Non è la
Rai, all’epoca condotto da Enrica Bonaccorti. Qui la Gerini,
in qualità di ragazza partecipante, ebbe modo di affermarsi grazie
ad esibizioni di ballo, canto o intrattenimento vario. Il
programma, infatti, si rivelò per lei un ottimo trampolino di
lancio. Le permise di affermarsi come una delle più apprezzate
ragazze della sua edizione e diede prova delle sue grandi
capacità.
Claudia Gerini è su Instagram
6. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network con un
proprio profilo personale, seguito da 314 mila persone. All’interno
di questo, l’attrice è solita condividere post di vario genere.
Sono infatti presenti immagini legate alla propria quotidianità,
come momenti di svago, luoghi visitati o post che la ritraggono in
compagnia di amici o colleghi. Non mancano poi anche diverse
curiosità a lei legate, ma grande importanza l’hanno i post
relativi al proprio lavoro. La Gerini è infatti solita condividere
immagini promozionali dei propri film o che ne anticipano la
lavorazione.
Claudia Gerini: suo marito e la
figlia
5. È stata sposata una sola
volta. Ad oggi l’unico matrimonio della Gerini risale al
2002, quando convolò a nozze con Alessandro Enginoli, di
professione dirigente finanziario. La coppia rimase insieme fino al
2004, anno in cui divorziarono. In tale periodo diedero però alla
luce la loro unica figlia Rosa. La coppia, molto riservata, ha poi
sempre cercato di mantenere un certo riserbo sulla propria vita
privata, evitando di condividerne dettagli e tantomeno i motivi
della loro separazione.
4. Sua figlia sta seguendo
le sue orme. Oggi la figlia Rosa è poco più che
adolescente, e sembra intenzionata a voler seguire la madre nel
mondo dello spettacolo. Questa, che condivide una grande
somiglianza con la madre, è infatti già stata tra i protagonisti
della recente serie L’Aquila – Grandi Promesse. E proprio
per le caratteristiche in comune con la madre, ha avuto l’occasione
di interpretare la versione adolescente del personaggio ricoperto
dalla Gerini nel film L’esigenza di unirmi ogni volta con
te.
Claudia Gerini: chi è il suo
compagno
3. Ha un nuovo
amore. Dopo aver divorziato dal marito, l’attrice ha avuto
una relazione con Federico Zampaglione, noto per essere il cantante
della band Tiromancino. I due sono stati legati dal 2005 al 2016,
ed hanno avuto quella che è la seconda figlia dell’attrice.
Soltanto di recente, invece, la Gerini ha rivelato il suo nuovo
amore. Si tratta di Simon Clementi, imprenditore, conosciuto
durante una vacanza. La loro relazione, inizialmente tenuta
segreta, è stata descritta dall’attrice come una delle migliori
cose successele nell’ultimo periodo.
Claudia Gerini: oggi
2. Ha numerosi progetti in
cantiere. Ad oggi l’attrice sembra essere più prolifica
che mai, e sono infatti diversi i film in cui sarà possibile
vederla recitare prossimamente. Tra questi si annoverano
l’atteso Diabolik con Luca
Marinelli, la commedia Burraco fatale,
Lasciarsi un giorno a Roma, diretto da Edoardo
Leo, e poi l’annunciato Anna Rosenberg, dove
interpreterà la protagonista, e infine sarà anche in Per tutta
la vita, con Carolina
Crescentini.
Claudia Gerini: età e altezza
1. Claudia Gerini è nata a
Roma, Italia, il 18 dicembre del 1971. L’attrice è alta
complessivamente 168 centimetri.
Claudia Cardinale
è una delle migliori attrici italiane che il cinema italiano, e
internazionale, abbia potuto avere. Combattiva e versatile, ha
sempre dato prova di essere un’eccellente attrice. Tra l’Italia e
l’America, recitando con attori nazionali ed internazionali, ha
sempre combattutto per essere indipendente e per dimostrare tutte
le sue qualità recitative.
Ecco dieci cose che, forse, non sapevate di Claudia
Cardinale.
Claudia Cardinale: età e film
dell’attrice
1. Claudia Cardinale è nata
a Tunisi. Claude Joséphine Rose Cardinale è nata il 15
aprile del 1938 a Tunisi da Francesco e Yolanda, figli di emigranti
siciliani. Parla correttamente l’arabo, il francese e l’italiano,
che imparerà a parlare bene solo verso la maggiore età ed una volta
iniziata la carriera di attrice. Dopo aver studiato e aver preso il
diploma, con l’idea di diventare una maestra, decide di partecipare
al corto di un regista francese, René Vautier. In
seguito appare nel film I giorni dell’amore di
Jacques Baratier e nel 1957 vince il concorso per
la più bella italiana di Tunisia. Vince, quindi, un viaggio a
Venezia durante la Mostra del Cinema e le viene offerto di far
parte del Centro Sperimentale di Cinematografia.
2. Debutta al cinema a
vent’anni. Il primo film italiano al quale partecipa è
I soliti ignoti. Il film era prodotto dalla Vides di
Franco Cristaldi, che le propone un contratto
esclusivo. I primi film la fanno conoscere agli occhi del mondo,
eppure si trova sempre ad essere considerata per il suo corpo che
non per le sue qualità recitative. Inoltre, non viene per nulla
considerata alla stressa maniera di Sophia Loren o
Gina Lollobrigida, trovandosi a combattere da sola
il sistema. Il momento di rivalsa, avviene nel 1963, quando
realizza Il Gattopardo di
Luchino Visconti e 8½ di Federico
Fellini.
3. I film di Claudia
Cardinale. Tra i film per cui la Cardinale è più nota vi
sono sono I soliti ignoti (1958), Un maledetto
imbroglio (1959), Rocco e i suoi fratelli (1960),
8½ (1963), Il Gattopardo (1963), La Pantera
Rosa (1963), Il magnifico cornuto (1964), Vaghe
stelle dell’Orsa (1965), Una rosa per tutti (1966),
C’era una volta il West
(1968), Nell’anno del Signore (1969), Le avventure di
Gerard (1970). Ha lavorato anche in Gruppo di famiglia in
un interno (1974), Il comune senso del pudore (1976),
Corleone (1978), Fitzacarraldo (1982), Enrico
IV (1984), Claretta (1984), Il figlio della
Pantera Rosa (1993), And Now… Ladies & Gentlemen
(2002), Gebo e l’ombra (2012), Effie Gray – Storia di
uno scandalo (2014), Tutte le strade portano a Roma
(2016) e Nobili bugie
(2018).
Claudia Cardinale
in C’era una volta il West
4. Ha accettato senza
leggere la sceneggiatura. Per il ruolo di Jill McBain,
originariamente Leone voleva affidare la parte all’attrice
Sophia Loren. Tuttavia, temendo che questa avrebbe
finito con l’influenzare le riprese del film con il suo carattere
autoritario, preferì piuttosto assegnare il ruolo a Claudia
Cardinale, conosciuta tramite amici. L’attrice, divenuta
particolarmente popolare in quegli anni grazie a film come Il
Gattopardo e 8½, si convinse a partecipare senza
neanche il bisogno di leggere la sceneggiatura. La sua performance
nel film contribuì ulteriormente alla sua popolarità
internazionale, e le permise di diventare una delle icone
cinematografiche italiane nel mondo.
5. La prima scena girata fu
una scena d’amore. Arrivata sul set per le riprese del
film, la Cardinale si trovò come prima scena a dover girare quella
che la vede nuda insieme ad Henry Fonda mentre
fanno l’amore. La cosa generò non poco imbarazzo nei due, appena
conosciutisi, e a peggiorare le cose vi era il fatto che per Fonda
si trattava della prima scena d’amore in tutta la sua carriera. Sua
moglie, inoltre, insistette per essere sul set quel giorno, sia per
controllare la situazione che per supportare il marito.
Claudia Cardinale in Il
Gattopardo
6. Indossò un corsetto
strettissimo per il film. In Il Gattopardo, tra i
capolavori di Visconti, l’attrice interpreta il ruolo di Angelica
Sedara. Secondo la Cardinale, il corsetto d’epoca che indossava
durante le riprese era così stretto che il protagonista
Burt Lancaster poteva circondarle la vita con le
sue grandi mani, e che era così costrittivo da ferirle la carne
così gravemente che decise di mostrare tutto ciò al regista Luchino
Visconti, presumibilmente per ottenere la sua simpatia e dimostrare
quanto dolore ha sopportato per rendersi credibile nel ruolo.
7. È stata doppiata in
molte scene. All’epoca delle riprese l’attrice non parlava
ancora molto bene l’italiano e ciò comportò il suo essere
continuamente doppiata da altre attrici nei film in cui recitava.
Sebbene dunque i dialoghi di Claudia Cardinale in Il
Gattopardo siano stati principalmente doppiati da
Solvejg D’Assunta, la sua voce originale può
ancora essere ascoltata in alcune scene, in particolare quando lei
e Alain Delon corrono per la casa vuota. Lì si può
infatti sentire la sua risata profonda e cordiale, divenuta poi
piuttosto caratteristica.
Claudia Cardinale: i figli e la
sua vita privata
8. Ha avuto una storia
tormentata con Franco Cristaldi. Il rapporto
professionale con il produttore FrancoCristaldi divenne poi anche personale. La
Cardinale era però consapevole che questo legame non avrebbe avuto
prospettive di ufficializzazione e, almeno per un certo periodo,
era dolorosamente consapevole di rappresentare lo stereotipo
dell’avventura del produttore con l’attrice. In seguito ha
sostenuto di non essersi mai sentita davvero la compagna di
Cristaldi, perché è sempre stata in una posizione subordinata
rispetto al produttore. I due hanno condotto vite separate, tranne
che durante brevi viaggi, e lei non l’ha mai chiamato Franco, ma
solo Cristaldi. Infine la crescente insofferenza di lei portò
alla rottura
9. È stata a lungo compagna
di Paquale Squitieri. Nel 1974, la Cardinale lavora con il
regista Pasquale Squitieri per il film I guappi.
Inizialmente i due mal si sopportano, ma allo stesso tempo si
attraggono. Contro ogni aspettativa, tra i due nasce una magnifica
storia d’amore, un fidanzamento che ufficializzano nel 1975 senza,
però, mai sposarsi. Cristaldi si vendica e le fa terra bruciata
attorno, cercando di impedire gli ingaggi e certo che mai nessuno
si sarebbe messo contro un produttore potente tanto quanto lui. Da
squitieri l’attrice ha poi avuto la sua seconda figlia, dal suo
stesso nome: Claudia. E non è stato scelto a caso: conscio del
fatto che non si sarebbero mai sposati, Squitieri scelse il nome
della madre perché si sarebbe chiamata Claudia Squitieri, come se i
due genitori si fossero sposati.
Claudia Cardinale: oggi
10. Continua a
recitare. All’età di 83 anni la Cardinale si dimostra
instancabile, continuando a recitare in diversi progetti.
Recentemente infatti, ha recitato nella serie francese
Bulle nel ruolo di Marthe, una delle protagoniste. Ha poi
preso parte al film crime Rogue City, disponibile su
Netflix. Da poco ha terminato le riprese di The
Island of Forgiveness, ambientato a Djerba, in Tunisia.
Prossimamente, invece, dovrebbe prendere parte all’annunciato film
Piccolina bella. Negli ultimi anni, inoltre, la Cardinale
si è dedicata molto al teatro, frequentando il palcoscenico con
grande costanza.
Cosa pensiamo quando
guardiamo Claudia Cardinale? È la stessa Diva a
chiedercelo, nel trailer del cortometraggio che la vede
protagonista, di nuovo davanti alla macchina da presa a 84 anni, in
questo caso quella di Manuel Maria Perrone. Solo
l’ultima apparizione – per ora – di una carriera lunga oltre 70
anni che nei prossimi giorni (dal 3 al 21 febbraio) verrà celebrata
dal MoMA di New York con Claudia Cardinale, l’indomabile,
una retrospettiva organizzata insieme a Cinecittà di una ventina
dei suoi film più celebri. Tra i quali spiccano i 12 restauri in 4K
realizzati dai laboratori degli Studios romani, presentati dalla
Presidente Chiara Sbarigi, “orgogliosa” del lavoro fatto e convinta
che la presenza dell’attrice avrà un “valore eccezionale” per il
pubblico statunitense che parteciperà all’evento.
L’omaggio del MoMa
“Celebrare un’attrice
vivente è un omaggio straordinario che il MoMA ha dedicato a
pochissimi eletti – spiega Joshua Siegel, senior
curator del dipartimento cinema del Museum of Modern Art. –
Siamo entusiasti di ammirarla nei suoi lavori italiani e
internazionali, che daranno al nostro pubblico la possibilità di
ritrovarla o scoprirla per la prima volta, grazie alla
collaborazione con Cinecittà che, ogni anno, ci consente di
proporre il meglio della produzione culturale italiana, in versioni
restaurate magnificamente”.
“Uno splendido omaggio”,
come lo definisce la stessa Claudia Cardinale, che si aprirà
proprio con La ragazza di Bube di Luigi Comencini,
che tra i suoi tantissimi “figli” rappresenta in maniera evidente
“quel lato indomabile” del carattere dell’attrice, “cui ho sempre
voluto dare ascolto e che mi ha permesso di vivere emozioni
grandissime”, come dice lei. Che continua: “Sentire che sono
ancora nei pensieri degli spettatori di tutto il mondo, mi emoziona
e mi dona gioia e energia”, e si proietta al futuro con i suoi
progetti, condiviso con i figli Claudia e Patrick, di “una
Fondazione a mio nome e di aprire la nostra casa ad artisti
provenienti da tutto il mondo”.
Il
racconto della figlia, Claudia Squitieri
“Una fondazione che
continui a portare nel mondo l’immagine di mamma, ma anche le sue
battaglie e il suo impegno in difesa delle donne e
dell’ambiente”, come dice la figlia Claudia. Che
l’accompagnerà nella Grande Mela e che ha curato il libro edito da
Cinecittà ed Electa che porta lo stesso titolo dell’omaggio,
Claudia Cardinale, l’indomabile. Un libro non solo
fotografico, ma tutto da scoprire, ricco di contributi, pubblici e
privati, legati dal fil rouge di quella “indomabilità” che
accompagna la Diva dalla sua Tunisia ai primi successi, alla Mostra
di Venezia e al Festival
di Cannes, dal matrimonio con Franco Cristaldi all’amore
con Pasquale Squitieri. Che Luchino Visconti
riconobbe, definendo la Cardinale “una splendida gatta soriana,
che per il momento graffia i cuscini del salotto…” e
prevedendo: “Ci si accorgerà che Claudia è una tigre”.
“Mamma sta benissimo,
e ancora oggi è indomabile, dice ancora Claudia Squitieri. – Io
stessa sono figlia di un incontro, di un atto di grande
indomabilità tra indomabili. Quella sua parte selvaggia che i
registi avvertivano e la invitavano a esprimere”. “E’
stato un lavoro su molti livelli – aggiunge, spiegando l’impegno
che ha richiesto la realizzazione di questo percorso. – Decidere di
fare un libro su mia madre, accompagnala nel processo, aveva tanti
risvolti”. Come il vivere la vita che ha vissuto, o l’essere
la figlia di Claudia Cardinale…
“E’ complicato –
prosegue. – Questa situazione era la normalità. Ci sono
cresciuta. Ed è stato un comprenderla sempre meglio più che un
confrontarmici. Dalla nascita ero in una casa dove ogni tanto si
faceva la pastasciutta e ogni tanto si andava al Festival di
Cannes. Ci ho messo anni a capire cose fosse l’alterità, un
percorso di comprensione delle cose che non è stato violento. E
questo libro ha sicuramente contribuito a capire da dove venissimo
e le nostre dinamiche familiari”.
Il
ricordo delle origini e l’amore
Ovviamente traspare
l’intenzione di “omaggiare papà, anche attraverso questo libro”,
risponde la Squitieri a chi le cita il padre Pasquale. “Quando si
sono incontrati le avevano fatto terra bruciata intorno, la
chiamavano anche di meno, d’altronde dopo la separazione da
Cristaldi nessuno osava metterselo contro… – ricorda. – Zeffirelli
le diede una parte nel suo Gesù di Nazareth, come poi
Comencini ne La storia; fu un momento difficile, di poco
lavoro, del quale però ha approfittato. Anni complicati nei quali
si stava divertendo con papà”.
“Si sono influenzati a
vicenda, ma erano come l’acqua e l’olio. Lei, gentile, lui ‘denso’,
pur se simpaticissimo – continua. – Il loro era uno scambio molto
profondo, che non si vedeva tanto. E che papà mi svelò nello sue
ultime ore di vita, in un momento di forze. Mi disse: ‘dì a claudia
che veniamo dal Sud’ e io ci ho messo un po’ a capire meglio cosa
intendesse. L’ho fatto quando è iniziata questa avventura, per lui
il Sud era questo senso di libertà della gente per la strada, come
il paesaggio, le città appartengano alla gente. Il modo in cui
mamma ha attraversato la vita ha a che vedere con questa visione.
Una cosa che avevano in comune, una stessa radice”.
Claudia Cardinale saluta il pubblico
I FILM DELLA
RETROSPETTIVA DEL MOMA DI NEW YORK
La ragazza di Bube, regia di Luigi Comencini
(1963)
Un maledetto imbroglio, regia di Pietro Germi
(1959)
La ragazza con la valigia, regia di Valerio Zurlini
(1961)
Rocco e i suoi fratelli, regia di Luchino Visconti
(1960)
Il bell’Antonio, regia di Mauro Bolognini
(1960)
La viaccia, regia di Mauro Bolognini (1961)
Senilità, regia di Mauro Bolognini (1962)
Il Gattopardo, regia di Luchino Visconti (1963)
Vaghe stelle dell’Orsa…, regia di Luchino Visconti
(1965)
I professionisti (The Professionals), regia di
Richard Brooks (1966)
C’era una volta il West, regia di Sergio Leone
(1968)
Il magnifico cornuto, regia di Antonio Pietrangeli
(1964)
Piano, piano non t’agitare! (Don’t Make Waves),
regia di Alexander Mackendrick (1967)
Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe
compaesana illibata, regia di Luigi Zampa (1971)
L’udienza, regia di Marco Ferreri (1972)
Libera, amore mio!, regia di Mauro Bolognini
(1975)
L’estate prossima (L’été prochain), regia di Nadine
Trintignant (1985)
Atto di dolore, regia di Pasquale Squitieri
(1990)
8½, regia di Federico Fellini (1963)
Twice Upon a Time in the West, regia di Boris
Despodov (2015)
Gebo e l’ombra, regia di Manoel de Oliveira
(2012)
Uscirà il prossimo 22 luglio
“African Cats”, il nuovo documentario della Disneynature, la cui
voce narrante è di Claudia Cardinale che, presentando oggi il
documentario, ha dichiarato
Torino ha ospitato dal 15 al 22
aprile la venticinquesima edizione di Da Sodoma ad Hollywood, il
festival internazionale di cinema dedicato a tematiche omosessuali,
che è stato tenuto a battesimo da una madrina d’eccezione, Claudia
Cardinale, interprete di uno dei film presentati, Le fil di Mehdi
Ben Attia, esordiente regista tunisino che si interroga sui
rapporti tra modernità e tradizione, spesso laceranti, nel suo
Paese.
Prosegue in questo weekend – dopo il
successo di pubblico delle prime proiezioni – la rassegna di film
classici restaurati della Biennale di
Venezia intitolata Classici fuori
Mostra, che si tiene ogni venerdì e
sabato fino al 30 agosto alla nuova
Arena Giardini della Biennale.
Venerdì 7 agosto,
alle ore 21, sarà proiettato Miracolo
a Milano (1951, 100’) di Vittorio De
Sica, con Francesco Golisano, Emma Gramatica, Paolo
Stoppa, Guglielmo Barnabò, Brunella Bovo. Restauro curato da
Cineteca di Bologna e Compass Film.
Allevato dalla buona Lolotta (Emma
Gramatica) e poi cresciuto in riformatorio, Totò (Francesco
Golisano) va a vivere con altri barboni in un campo di periferia,
dove un giorno si trova il petrolio. Il proprietario del terreno
manda la polizia per scacciare i vagabondi, ma lo spirito di
Lolotta aiuterà Totò in un modo del tutto inaspettato.
Palma d’Oro al Festival
di Cannes, adattamento del romanzo Totò il
buono di Cesare Zavattini, Miracolo a
Milano è un “racconto utopico che contrappone uno
spazio di umanesimo, di calore e di fantasia alla protervia di una
modernità selvaggia” (Stefania Parigi). All’epoca scontentò sia la
destra per i suoi risvolti ribelli (titolo provvisorio: I poveri
disturbano), sia la sinistra per l’abbandono dei moduli stilistici
del neorealismo.
Sabato 8 agosto,
sempre alle ore 21, verrà presentato
Raining in the Mountain (Pioggia
opportuna sulla montagna vuota, 1979, 120’) di King
Hu, con Hsu Feng, Sun Yueh, Shih Chun; Hong
Kong/Taiwan. Restauro curato dal Taiwan Film Institute.
In un monastero dove si aspetta la
nomina del nuovo abate, due fazioni di ladri si contendono una
preziosa pergamena.
Girato in Corea, Raining
in the Mountain è uno dei capolavori più noti di
King Hu, Maestro del cinema di arti
marziali di Hong Kong, con le inconfondibili e fulminanti
coreografie e il consueto splendore formale. “Bellezza
plastica di scenari e ambienti con la cui topografia coincide la
messa in scena, costumi e arredi arcaici non di rado autentici,
usanze, riti, combattimenti come balletti acrobatici, ispirati
all’Opera di Pechino più che alle arti marziali, e tanti altri
elementi che vengono dall’immaginazione cinese tradizionale e la
ricreano, in una grande sintesi visiva e gestuale” (G.
Volpi).
Il programma dei prossimi
Classici fuori Mostra
Le proiezioni si terranno alle ore
21
14 agosto
THE GO-BETWEEN (Messaggero
d’amore) di Joseph Losey
con Julie Christie, Alan Bates, Margaret
Leighton, Michael Redgrave, Dominic Guard, Michael
Gough, Edward Fox, Richard Gibson; GB, 1971, 110’
Restauro curato da StudioCanal
“Terzo film del sodalizio tra Losey e Harold Pinter, e il
più complesso. Arriva alla semplicità attraverso l’artificio più
raffinato” (M. Morandini). “La sceneggiatura di Pinter è un
meticoloso ritratto dell’educazione all’esistenza e al dolore,
contrappuntato, in un magistrale montaggio sonoro e visivo, dai
ricordi di due vecchi. Incantevoli le scene di vita associata (la
preghiera comune prima di colazione, la partita di cricket, il
taglio della torta di compleanno) che descrivono con inedita
incisività usi e costumi di una un mondo trapassato” (G. Volpi).
Palma d‘Oro al festival di Cannes.
15 agosto
KANAL(I dannati di Varsavia)
di Andrej Wajda
con Teresa Izewska, Tadeusz Janczar, Wienczyslaw
Glinski, Tadeusz Gwiazdowski, Stanislaw Mikulski;
Polonia, 1957, 95’
Restauro curato da Malavida Films
Da uno dei registi più amati da Martin Scorsese, un film che
“non è, come si scrisse, un dramma sull’eroismo inutile della
tradizione polacca. L’originalità di Wajda consiste nel porsi nella
cerniera tra storia personale e storia nazionale dove i dati
esistenziali (l’angoscia morale, il disfacimento della morte, la
paura) si fanno razionali, costantemente visti in una dimensione
politica e civile” (M. Morandini).
21 agosto
DANS LA VILLE BLANCHE (Nella città
bianca) di Alain Tanner
con Bruno Ganz, Teresa Madruga, Julia Vonderlinn, José Carvhalo;
Svizzera/Portogallo, 1982, 107’
Restauro curato dall’Association Alain Tanner e Cinémathèque
Suisse
“All’inizio del film, Ganz fa notare alla cameriera che
l’orologio del bar non segna l’ora giusta. Lei risponde:
“L’orologio è giusto. È il mondo che è sbagliato”. Ed è con questa
sensazione che il mondo sia fuori posto che il protagonista vive la
sua solitudine urbana, usando la sua macchina da presaper
registrare frammenti di realtà che spedisce alla moglie,
gironzolando a caso come se si aspettasse di essere catturato dalla
realtà, di essere assorbito in essa” (Frédéric Bas). “Blues sul
mare e su Lisbona, un film sul tempo e sullo spazio (dunque, sul
cinema) in cadenze di sogno a occhi aperti” (M. Morandini)
22 agosto
DETOUR (Deviazione per
l’inferno) di Edgar G. Ulmer
con Tom Neal, Ann Savage, Claudia Drake, Edmund MacDonald; USA,
1945, 67’
Restauro curato da Academy Film Archive e Film Foundation, in
collaborazione con Cinémathèque Royale de Belgique, Museum of
Modern Art e Cinémathèque Française, con finanziamenti per il
restauro forniti da George Lucas Family Foundation
“Realizzato in 6 giorni, con tutte le scene in strada girate
in trasparente, da un regista viennese, maestro indiscusso del B
movie hollywoodiano a basso costo, divenne il film di culto più
famoso della categoria del cinema povero” (M. Morandini). “Uno di
quei piccoli capolavori che venivano dalla più libera produzione di
serie B, in cui l’assenza di mezzi si fa stile, ricerca di un clima
e di un taglio originale. Nel film di Ulmer, la ricerca
dell’insolito sfocia nell’incubo e nell’onirico, se non
nell’assurdo alle soglie di Kafka” (G. Volpi)
29 agosto
L’APE REGINA – UNA STORIA MODERNA di
Marco Ferreri
con Ugo Tognazzi, Marina Vlady, Walter Giller, Linda Sini,
Riccardo Fellini; Italia/Francia, 1963, 93’
Restauro curato da Cineteca di Bologna
“Denunciato e sequestrato dalla censura che impose tagli,
modifiche ai dialoghi e l’uscita con un titolo diverso, è un
grottesco paradossale sulla famiglia, il matrimonio e l’ideologia
clerical-borghese che impregnano l’Italia. Divertente e quietamente
feroce” (M. Morandini). “Umorismo nerissimo e un agghiacciante
senso di morte – dell’anima, del corpo e dei sensi: uno dei film
più riusciti di Ferreri” (P. Mereghetti).
30 agosto
TONI di Jean
Renoir
con Charles Blavette, Jenny Hélia, Célia Montalvan, Edouard
Delmont; Francia, 1935, 84’
Restauro curato da Gaumont
“Un mondo di patriarchi e di capimastri, un mondo in cui
l’arcaico – il soldo, la roba, la terra – s’intreccia con le forme
di sfruttamento attuali. E il sesso è ossessione, passione, eros a
fior di pelle, in un incrociarsi di destini che spingeranno Toni a
pagare per un delitto che non ha commesso. Quello di Renoir è uno
stupendo mélo proletario, possente e vero” (G. Volpi). Uno dei più
possenti film di Renoir degli anni Trenta.
I Classici Disney sono celebri per
le principesse, le avventure, le magie, gli eroi, tuttavia anche i
duelli e le lotte corpo a corpo degli eroi contro i villain
rappresentano una parte avvincente di queste storie immortali, e di
seguito, ecco i duelli più belli tra eroi e villain mai visto al
cinema nei Classici Disney.
Tarzan vs Clayton
Uno dei migliori combattimenti
Disney arriva alla fine di Tarzan, quando
l’eroe cresciuto nella giungla si scontra con Clayton. Dopo che
Clayton spara e uccide Kerchak, Tarzan si infuria e cerca di
combattere per salvare la sua famiglia di scimmie dal cacciatore,
il che porta a un acceso combattimento trai due.
Il modo in cui viene raccontata la
battaglia, che si avvale delle ombre e dell’oscurità, rende lo
scontro epico e indimenticabile. Il tutto è reso ancora più intenso
dalla brutalità della morte di Clayton, quando finisce impigliato e
impiccato alle liane. Tale brutalità non si vede molto spesso nei
film Disney!
Quasimodo vs Frollo
Il Gobbo di Notre
Dame è un film Disney incredibilmente sottovalutato
che presenta molti momenti incredibili. Ha personaggi e musica
fantastici, e culmina in una delle più grandi scene di
combattimento della Disney, quella tra Quasimodo e Frollo.
Avendo luogo in cima al campanile
con la città in fiamme ai loro piedi, già gode di uno scenario
mozzafiato, tuttavia la lotta in sé è davvero emozionante. Mentre
si accapigliano, cercando disperatamente di non precipitare verso
la morte, e c’è un sentimento di paura autentico, che rende lo
scontro ancora più epico.
Scar vs Simba
Il fatto che questa scena di
combattimento sia il grande momento de Il Re Leone, uno dei film più iconici
della Disney aiuta sicuramente, ma la grande battaglia tra Scar e
Simba è certamente epica. Mentre l’intera lotta, in generale, è di
grande intrattenimento, con le iene che cercano di mantenere la
propria posizione, è lo scontro trai due leoni che calamita
l’attenzione dello spettatore, grande o piccolo che sia.
Con uno scenario di fuoco che
incornicia alla perfezione la scena, Simba è stato finalmente in
grado di vendicare il padre per le azioni di Scar di tanti anni
prima. Le bugie di Scar sono state rivelate al resto del branco e
lo scontro trai due, con il trionfo di Simba, non può essere
dimenticato.
Baymax & Co vs Robert Callaghan
Considerando che Big Hero 6 è la versione Disney di un
film di supereroi, non sorprende che possa presentare una scena di
combattimento davvero fantastica. Robert Callaghan, che sfrutta al
massimo la tecnologia che ha rubato, ha dimostrato di essere un
avversario molto duro per Baymax e la sua squadra.
Lo scontro si conclude con una
battaglia incredibile, in cui ogni supereroe ha la possibilità di
mostrare le proprie abilità individuali, mentre alla fine lavorano
insieme per superare la situazione. È una battaglia colorata e
vibrante, incredibile da guardare.
Filippo vs Malefica
I film delle Principesse Disney
potrebbero non essere i primi film con combattimenti epici che
vengono in mente, tuttavia, La Bella Addormentata nel Bosco fa
eccezione e mostra il più grande e bel combattimento tra villain ed
eroe a memoria di Classici Disney. Non solo la scena è grandiosa,
ma si svolge anche coinvolgendo uno dei migliori villain della
storia della filmografia della Casa di Topolino.
L’incredibile combinazione di colori
di questa scena, mentre il Principe Filippo guarda coraggiosamente
la bestia nera e viola, è quella che rimane impressa nella storia
del cinema. È una scena classica, sicuramente una che il pubblico
ricorda, e questo la rende a mani basse la migliore scena di
combattimento della Disney.
Lo scorso mese, la
Universal aveva ingaggiato lo sceneggiatore di
Prisoners, Aaron Guzikowski per lavorare
alla sceneggiatura del reboot di The Wolf
Man, appartenente al rilancio del loro universo
cinematografico dedicato ai Classic Monsters.
Adesso, Deadline riporta che la grande major ha ingaggiato un nuovo
sceneggiatore: si tratta dai Jay Basu,
co-sceneggiatore di Monsters: Dark Continent. Al momento
non sappiamo a quale pellicola lavorerà Basu, ma vi terremo
aggiornati.
Ricordiamo che Alex
Kurtzman (Star Trek Into Darkness) e
Chris Morgan (Fast & Furious) hanno il
compito di supervisionare i collegamenti tra i vari film
all’interno del progetto. La prima pellicola di questa nuova
operazione è stata Dracula Untold con
Luke Evans; il prossimo film in calendario sarà il reboot de
La Mummia, che uscirà al cinema il 24
giugno 2016.
La normale vita di una
classe superiore slovena viene improvvisamente stravolta
dall’arrivo del professore Zupan, freddo e intrasigente insegnate
di tedesco che non esita ad applicare fin da subito una rigorosa
disciplina che lo rende subito nemico degli scolari. Quando una
delle allieve si suicida improvvisamente, subito l’intera classe
non esita ad accusare il nuovo professore, ingaggiando una vera e
propria guerra fredda fatta di provocazione ed insubordinazione,
contrastandone i metodi e l’apparente mancanza di umanità.
Vincitore del premio FEDORA alla Settimana
Internazionale della Critica a Venezia 2013,
Class Enemy si presenta come il
folgorante esordio alla regia del ventottenne RokBiček, una tesissima parabola sull’eterno rapporto
alunno-insegnate in cui il fronte di battaglia va al di là delle
semplici dispute generazionali, aprendosi al difficile tema della
responsabilità all’educazione e al modo di affrontare un lutto. La
perfetta sceneggiatura, scritta a quattro mani da Biček e
Nejc Gazvoda, dipinge perfettamente in ogni minimo
particolare il microcosmo di classe in cui sono presenti tutte le
diverse sfumature archetipiche, come il secchione che mai osa
opporsi all’autorità, il ribelle nemico del sistema educativo,, lo
straniero che mai si è ambientato e il leader fragile e spavaldo.
Basta il terribile atto di suicidio apparentemente immotivato di
una compagna, che per altro nessuno pare conoscere a fondo, a
scatenare una rappresaglia contro il nuovo arrivato, un professore
severo accusato di aver istigato la giovane al gesto. Ma sarà
davvero così, o si tratta di un seplice pretesto? Il tira e molla
fra le due fazioni diventa interminabile, reso in maniera
impeccabile dall’uso di serafici piani sequenza e macchina a mano
che si uniscono alle perfette interpretazioni dei ragazzi,
attraverso dialoghi taglienti che non fanno altro che saturare di
tensione al vetriolo ogni singola sequenza nel lento ed inesorabile
procedere della pellicola. Su tutti campeggia la bravura di
Igor Samobor, mostro sacro del teatro sloveno, qui
perfetto nel ruolo del temibile professore dalla inossidabile
scorza ma che cela dietro di sé forse qualcosa di più di ciò che
appare. I versi di Thomas Mann e di Tonio Kröger sull’indifferanza
alla morte accompagnano in sottotrama gli avvenimenti, così come le
velate denuce di nazismo e di plutocrazia che vengono rivolte
all’insegnate, temi profondi che diventano realtà ma forse solo
pretesto. Senza servirsi di alcun accompagnamento musicale, fatta
eccezione che per una sinfonia di Mozart che fa da fil
rouge agli accadimenti, Biček prende per mano lo spettatore e
senza avvalersi di barocchismi di sorta, con l’ausialio di un
minimalismo sconcertante ma efficace egli è capace di raccontare
una storia emozionate di colpe ed accuse apparenti, di morte e
vita, di condivisione e di conflitti che accompagnano adolscenti ed
adulti in un viaggio di crescita e maturazione mai del tutto
conlcuso. Chi è vermaente colpevole? Qual è, se esiste, la colpa?
La sfinda è aperta!
Kevin Smith ha
fornito un aggiornamento importante delle riprese dal set di
Clerks 3 e ha pubblicato, mettendole a confronto,
le foto di Clerks 2 del 2006 e quella del film in
produzione, con i protagonisti riuniti. Clerks 3
reintrodurrà al pubblico Dante (Brian O’Halloran)
e Randal (Jeff Anderson). Anche Rosario
Dawson e Trevor Fehrman riprenderanno i
loro ruoli di Becky ed Elias, da Clerks 2.
La trama di Clerks
3 si concentrerà su Randal, una volta solo il caustico
aiutante, quando subisce un grave attacco di cuore. Dopo
l’esperienza di pre-morte, Randal si propone di documentare le
esperienze sue e di Dante mentre lavorano come commessi.
L’esperienza di Randal come dipendente del RST Video sarà
sicuramente utile nella sua incursione nel cinema. La storia è in
gran parte autobiografica per il regista, visto che come sappiamo e
come lui stesso ha condiviso sui social, Smith è quasi morto per un
attacco di cuore nel 2018.
Kevin Smith ha
aggiornato i suoi fan su Twitter, condividendo una foto comparativa
del cast sul set di Clerks 2 del 2006 e del gruppo
ora, sul set di Clerks 3. Le riprese del film sono
iniziate il 2 agosto, per coincidenza, nel giorno del 51°
compleanno del regista, e le cose sembrano andare a gonfie vele.
Ecco l’immagine:
Shot over 9 pages of CLERKS III yesterday
and we still wrapped an hour early! It was one of the best days on
a set I’ve ever enjoyed! Cast and Crew are killing it! Read all
about us in the @VanityFair
First Look piece: https://t.co/IuKucQAPe8pic.twitter.com/zCfBaF6FFA
Clark Gregg è uno
di quegli attori che diventano subalterni al personaggio che li ha
resi celebri. Nel caso di Gregg si tratta dell’agente dello
S.H.I.E.L.D. Phil Coulson, apparso tanto al cinema quanto in
televisione. Negli anni però l’attore ha saputo distinguersi
partecipando anche ad importanti film d’autore, distinguendosi per
la sua versatilità.
Ecco 10 cose che non sai su
Clark Gregg.
Clark Gregg: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore ha esordito al cinema con il film
Le cose cambiano (1988), per poi recitare in L’ombra
di mille soli (1989), Sotto il segno del pericolo
(1994), I soliti sospetti (1995), Il prigioniero
(1997), Magnolia (1999), Hollywood, Vermont
(2000), A.I. – Intelligenza Artificiale (2001), One
Hour Photo (2002), Spartan (2004), Chiamata da
uno sconosciuto (2006), Soffocare (2008) e Iron
Man (2008), dove interpreta per la prima volta il personaggio
che lo renderà celebre. Gregg recita poi nei film (500) giorni
insieme (2009), Iron Man 2 (2010), Thor (2011), I
pinguini di Mr. Popper (2011), The Avengers
(2012), Un giorno come tanti (2013), La legge della
notte (2016) e Captain Marvel
(2019), dove riprende il ruolo dell’agente Coulson.
2. È celebre per alcune
serie TV. Nel corso della sua carriera l’attore ha preso
parte a diversi progetti televisivi, come le serie Law &
Order (1991), Le avventure del giovane Indiana Jones
(1993), Sex and the City (2000), West Wing – Tutti gli
uomini del Presidente (2001-2004), Will & Grace
(2003), e The Shield (2004). Gregg interpreta poi il ruolo
dell’agente Coulson anche in televisione, come protagonista della
serie Agents of S.H.I.E.L.D. (2013-in corso).
3. Si è distinto come
regista. Gregg ha debuttato alla regia con il film
Soffocare, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore
Chuck Palahniuk. Interpretato da Sam
Rockwell, il film racconta le vicende di Victor Mancini,
diviso tra il rapporto con la madre, ricoverata in una costosa
clinica, e il suo metodo per guadagnare soldi: fingere di soffocare
mentre mangia in ristoranti esclusivi.
Clark Gregg è su Instagram
4. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 1,2 milioni di
persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere
fotografie scattate in momenti di svago, ma particolarmente
numerose sono anche le immagini promozionali dei suoi progetti da
interprete.
Clark Gregg ha un profilo
Twitter
5. È presente sul noto
social network. L’attore possiede un proprio account
personale anche su Twitter, dove ha un totale di 725 mila follower.
Qui Gregg è solito condividere notizie sui propri progetti futuri,
ma anche scambiare opinioni con i propri fan o colleghi. Non
mancano inoltre curiosità da lui ricondivise.
Clark Gregg ha una moglie
6. È sposato con una nota
attrice. Il 21 luglio del 2001 l’attore sposa
Jennifer Grey, attrice nota per il ruolo di “Baby”
nel film Dirty Dancing. Nel dicembre dello stesso anno
nasce la loro prima figlia, chiamata Stella. La coppia si è negli
anni dimostrata piuttosto riservata circa la loro vita
sentimentale, tenendo questa lontano dai social network.
Clark Gregg canta Toxic
7. Si è esibito in una
lip-sync battle. L’attore ha lasciato tutti senza parole
quando nell’aprile del 2016 si esibì in una lip-sync battle,
reinterpretando la canzone Toxic di Britney
Spears. Vestito da hostess, Gregg ha dato vita ad una
grande performance, con tanto di esibizione coreografica.
Clark Gregg in Agents of
S.H.I.E.L.D.
8. Nella nuova stagione
interpreterà un personaggio inedito. La serie sembrava
essersi conclusa con la quinta stagione, ma Gregg ha annunciato che
sono in lavorazione altre due stagioni brevi. In queste, tuttavia,
l’attore non riprenderà il ruolo dell’agente Coulson, e si è
dichiarato entusiasta da ciò che hanno pensato per lui gli
sceneggiatori, affermando che per il pubblico potrebbe risultare
inquietante.
Clark Gregg in Captain Marvel
9. È stato ringiovanito
digitalmente. Per riprendere il ruolo dell’agente Coulson
nel film Captain Marvel, l’attore ha dovuto essere
ringiovanito digitalmente. Gregg ha raccontato di aver inviato
diverse sue foto anni ’90 alla produzione, che le ha studiate per
riprodurne le sembianze nel film.
Clark Gregg età e altezza
10. Clark Gregg è nato a
Boston, Stati Uniti, il 2 aprile 1962. L’altezza
complessiva dell’attore è di 175 centimetri.
Nuovo lavoro per Clark Gregg,
all’insegna del completo ‘faidate’: l’agente Coulson degli Avenger
sarà infatti produttore, regista e protagonista di Trust Me. Le
riprese, secondo quanto annunciato dallo stesso Gregg, sono appena
cominciate e vedono impegnati sul set Sam Rockwell, Amanda Peet,
Paul Sparks, Felicity Huffman, William H. Macy, Allison Janney,
Molly Shannon e Niecy Nash. Protagonista di Trust Me è un ex
giovanissimo attore, che ora lavora come agente per altre giovani
star, che si imbatte un bambino prodigio di 13 anni, tentando
di lanciare la sua carriera con un accordo milionario, cercando nel
frattempo di impedire al suo padre alcolizzato di rovinare tutto.
Gregg e Rockwell hanno già lavorato insieme con successo in Choke,
adattamento dell’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk.
L’attore di Boston, che dopo una
carriera ultraventennale è arrivato alla notorietà grazie al ruolo
dell’agente Coulson nei due film di Iron Man, in Thor e in
Avengers, entra nel cast del nuovo film di Jason Reitman, a fianco
di Kate Winslet, Josh Brolin, James Van Der Beek, Maika Monroe,
Gattlin Griffith e Tom Lipinski.
La vicenda di Labor Day ruoterà
attorno a una madre (Winslest) che cerca di rifarsi una vita
assieme al figlio (Griffith) dopo il divorzio; a complicare le cose
sarà l’incontro con il personaggio intepretato da Brolin, che si
scoprirà essere un evaso; ma invece di costituire una minaccia, il
nuovo arrivato finirà col diventare per il ragazzo una sorta di
sostituto paterno. Il ruolo coperto da Gregg non è ancora chiaro;
le riprese comincetanno il prossimo mese. Gregg apparirà
prossimamente in Much Ado About Nothing (adattamento dello
shakespeariano Molto rumore per nulla), ancora una volta per la
regia di Whedon, in The To-Do List, a fianco di Rachel Bilson per
la regia di Maggie Carey.
Arriva su Rai2 l’attesissima serie
tv Clarice, sequel
del celebre film “Il silenzio degli Innocenti”. Il debutto
italiano è previsto il 9 aprile alle 22.05 in esclusiva su Rai2,
con i primi due episodi, in prima visione assoluta.
A trent’anni dall’uscita della
pellicola che ha segnato la storia del cinema, la serie tv prodotta
dalla MGM Television è stata trasmessa per la prima volta su CBS
giovedì 11 febbraio negli Stati Uniti.
A ricoprire il ruolo di Clarice,
per cui
Jodie Foster conquistò uno dei cinque Premi Oscar del
film, è la giovane Rebecca Breeds. Al suo
fianco, Michael Cudlitz nel ruolo di Paul Krendler, Lucca de
Oliveira di Tomas Esquivel, Kal Penn di Shaan Tripathi, Nick Sandow
dell’agente Clarke, Devyn Tyler nei panni dell’amica Ardelia Mapp,
Marnee Carpenter di Catherine Martin e Jayne Atkinson di Ruth
Martin.
La storia è ambientata nel 1993, un
anno dopo gli eventi de “Il silenzio degli innocenti”. Brillante e
vulnerabile, Clarice
ritorna ad occuparsi di serial killer e predatori sessuali. Il suo
coraggio le dà una luce interiore in grado di affrontare i più
pericolosi mostri e criminali. Ben presto si accorgerà che non
tutto è come sembra. In una Washington livida e piovosa, dominata
dagli affari della politica, Clarice
si muove in un ambiente di lavoro fortemente maschilista. A
sostenerla, il bisogno di sfuggire dagli inquietanti segreti di
famiglia che l’hanno perseguitata per tutta la vita.
Produttori esecutivi della serie
sono Alex Kurtzman, Jenny Lumet, Elizabeth Klaviter e Heather
Kadin. Clarice
è prodotta da MGM Television e CBS Studios in associazione con
Secret Hideout ed è distribuita a livello internazionale da
MGM.
Prime episodi
Nel primo
episodio, è passato un anno dall’uccisione di “Buffalo
Bill” e l’agente dell’FBI
Clarice Starling deve essere valutata da un analista che ha il
compito di stabilire se dopo i fatti traumatici di cui è stata
protagonista può essere riammessa al lavoro sul campo. Ruth Martin,
la madre di Catherine, la ragazza scampata alla morte grazie a
Clarice, è diventata Procuratore Generale degli Stati Uniti e
convoca Clarice a Washington per inserirla in una task-force contro
i crimini violenti – VICAP – guidata dall’agente Krendler.
Nel secondo episodio, nel Tennessee
un agente dell’ATF viene ferito mentre presenta un mandato per la
perquisizione di una comunità di recupero gestita da un estremista
pericoloso. Sul punto di essere buttata fuori dalla squadra per
insubordinazione, Clarice viene coinvolta nelle trattative dal capo
del gruppo sotto assedio. Durante la permanenza all’interno,
Clarice scoprirà che la comune non è affatto quel che sembra e che
per venirne a capo dovrà fare i conti col proprio passato.
Sono bastati pochi anni a
Clara Soccini per affermarsi come una delle
cantanti del momento, grazie ad una voce che sa distinguersi e
conquistare. In gara nell’edizione 2024 del Festival di Sanremo, la
giovane è però divenuta estremamente popolare anche grazie alla
serie Mare
fuori, grazie alla quale si è cimentata anche come
attrice. Considerando che la sua fama sembra dunque destinata a
crescere, ecco allora 10 cose da sapere su Clara
Soccini.
Clara Soccini e i suoi lavori da attrice
1. Ha recitato nella
celebre serie Mare fuori. Il primo, e ad oggi
unico, lavoro come attrice di Clara Soccini è quello per la
popolare serie Rai Mare fuori. Qui interpreta Giulia, nota con il nome
d’arte di Crazy J. Soccini è entrata a far parte della
serie a partire dalla terza
stagione, affermandosi come un personaggio particolarmente
problematico e che spesso e volentieri assume un ruolo da
antagonista, pur manifestando fragilità e sofferenze passate.
Soccini ha poi ripreso il ruolo anche per la
quarta stagione, tornando dunque a recitare accanto ai colleghi
Massimiliano Caiazzo, Maria Esposito, Lucrezia Guidone, Matteo Paolillo e Artem.
Clara Soccini in Mare fuori
2. Le è stato chiesto di
scrivere due canzoni per la serie. Dopo aver avviato la
propria carriera musicale partecipando al brano Io e te di
Nicola Siciliano e successivamente pubblicando i suoi primi singoli
Freak, Ammirerò e Bilico, alla cantante viene
chiesto di scrivere due canzoni per la serie
Mare fuori. Ha così dato vita a Ragazzi fuori e
Origami all’alba, scritto insieme a Matteo Paolillo, attore della serie e autore
del brano scelto come sigla. Origami all’alba ha poi
ottenuto il disco di platino, conferendo ulteriore popolarità a
Soccini.
3. Interpreta un
personaggio con cui ha poco in comune. Oltre a chiederle
di scrivere due canzoni per la serie, il regista Ivan
Silvestrini le ha anche affidato il ruolo di Giulia, in
arte Crazy J, una ragazza molto problematica nel
comportamento che gode nel provocare caos e sofferenza. Soccini ha
dichiarato che interpretare questo personaggio si è rivelato una
vera sfida, in quanto caratterialmente molto lontano da lei.
L’unica cosa che le accomuna è l’amore per la musica. Giulia,
infatti, è nella serie una trapper.
Clara Soccini e le sue canzoni, da
Origami all’alba a Boulevard
4. Oltre ai
singoli poc’anzi citati, tra i suoi ultimi sinogli c’è Il tempo
delle mele realizzato con il produttore Michele Canova. Nel
2023, dopo l’uscita del singolo Cicatrice, collabora
invece con il rapper campano MV Killa con il brano
Replay, ma anche con Mr. Rain con il
brano Un milione di notti, il quale ha raggiunto quasi 10
milioni di streaming su Spotify. Particolarmente celebre è però il
suo brano Boulevard, grazie al quale ha vinto l’edizione
2023 di Sanremo Giovani. Tra i suoi maggiori successi si riportano
poi i già citati Ragazzi fuori e Origami
all’alba.
5. Ha inciso il suo primo
album. Con ormai qualche anno di attività musicale alle
spalle, Soccini ha ora finalmente inciso il suo primo album,
intitolato appunto Primo, all’interno del quale si ritrova
anche il brano Ragazzi fuori. Disponibile dal 16 febbraio,
l’album sarà poi accompagnato anche da un tour che toccherà
importanti città come Padova, Milano, Firenze, Napoli, Roma e
Bari.
Clara Soccini in gara al Festival di Sanremo 2024
6. È tra i Big del festival
canoro. Dopo essere stata selezionata a Sanremo Giovani,
dove è poi risultata vincitrice con il brano Boulevard,
Soccini si è guadagnata un posto tra i Big del Festival di Sanremo
2024, dove si presenta con il brano Diamantigrezzi. Si tratta della seconda donna ad aver vinto
Sanremo Giovani (la prima fu Arisa nel 2009 con il brano
Sincerità).
Clara Soccini ha un fidanzato?
7. È fidanzata. La
cantante e attrice è sino ad oggi stata molto attenta a non
rivelare molto della propria vita privata, lasciandola fuori dai
riflettori. Stando però ad alcuni “indizi” emersi, Soccini sarebbe
fidanzata con Jacopo Neri, coetaneo che abita a
Milano e con cui la giovane farebbe coppia fissa da novembre 2022.
Non si sa molto di lui e la cantante e attrice fa appunto quanto
necessario per mantere privato questo aspetto della sua vita.
Clara Soccini: chi sono i suoi genitori
8. Ha raccontato qualcosa
dei suoi genitori. Durante un intervista a Vanity Fair, la
cantante e attrice ha raccontato di essere figlia di un
commerciante di antiquariato che ha lavorato a lungo nei mercati,
mentre sua madre, Francesca, è una professoressa e insegna inglese
al Liceo. La madre, in particolare, è sempre stata un forte punto
di riferimento per Soccini, e che l’ha incoraggiata a trovare la
propria strada nel mondo dello spettacolo.
Clara Soccini è su Instagram
9. È presente sul social
network. L’attrice è presente sul social network
Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 264
mila persone e dove attualmente si possono ritrovare circa 100
post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da
attrice e da cantante, inerenti il dietro le quinte di tali
progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche
curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre
situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su
tutte le sue novità.
Clara Soccini: età e altezza dell’attrice
10. Clara Soccini è nata il
25 ottobre del 1999 a Varese, capoluogo
dell’omonima provincia in Lombardia. La cantante e attrice
è alta complessivamente 1,73 metri.
La cantautrice e
attrice italiana Clara, protagonista dell’ultima
edizione del Festival di Sanremo e fra i personaggi più amati della
serie tv Mare fuori, si esibirà durante la cerimonia d’apertura
dell’81.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della
Biennale di Venezia, mercoledì 28
agosto nella Sala Grande del
Palazzo del Cinema (Lido di Venezia), che avrà
inizio alle ore 19.
Tutto quello che c’è da sapere su
Clara Soccini
Clara
Soccini, in arte Clara, nasce nel 1999
nella provincia di Varese e, dopo essersi avvicinata giovanissima
al mondo della moda, coltiva la passione che aveva per la musica
fin da bambina nel 2020. Dopo una prima collaborazione con
l’artista Nicola Siciliano, pubblica i suoi primi quattro singoli
ufficiali.
Inizia così a
sperimentare con la propria voce e far conoscere la sua
personalità, confermata anche dal debutto nel mondo cinematografico
nella serie tv campione d’incassi Mare
fuori, dove interpreta Giulia/Crazy J.
All’interno della serie Clara mantiene la sua
identità da musicista con il suo brano “Origami
all’alba”, certificato triplo disco di
platino, per mesi stabile in Top 20 nelle classifiche
Fimi/Gfk e Spotify Italia. Il 28 aprile 2023 è uscito il singolo
“Cicatrice”, seguito dalle collaborazioni nei
brani “Replay” di MV Killa e “Un milione
di notti” di Mr Rain (disco di platino).
Vincitrice di Sanremo Giovani 2023 con il brano
“Boulevard”, ha partecipato in gara al 74°
Festival di Sanremo con “Diamanti grezzi”
(disco di platino) e a febbraio ha vestito nuovamente i panni di
Crazy J nella quarta stagione di “Mare fuori”, per
la quale ha scritto l’inedito “Ragazzi fuori”
(disco d’oro), canzone contenuta nel suo album d’esordio,
“PRIMO” (disco d’oro). A ottobre sarà in
tour per la prima volta con un live tutto suo a Roma,
Bari, Napoli, Firenze, Padova e Milano.
Claire Holt è una
di quelle attrici che ha contribuito allo sviluppo e all’evoluzione
del panorama seriale, grazie anche alle sue differenti ed incisive
interpretazioni. L’attrice ha iniziato a praticare questa
professione sin da giovane, dimostrando di avere una certa
predisposizione nell’interpretare i ruoli migliori.
Ecco dieci cose da sapere
su Claire Holt.
Claire Holt serie
1. Una carriera tra serie
tv. Holt inizia la sua carriera di attrice nel 2006,
quando debutta sul piccolo schermo grazie alla serie H2o,
rimanendo nel cast della serie fino al 2009. In seguito, ha
partecipato a Pretty Little Liars (2011), The Vampire Diaries (2011-2015), The Originals (2013-2018) e Aquarius
(2015-2016). Inoltre, ha lavorato nei film tv Mean Girls 2
(2011) e Doomsday (2017)
2. Non solo serie
televisive. Nel corso della sua carriera, l’attrice non ha
prestato la propria opera solo per il mondo della serie tv, ma ha
anche lavorato spesso per il grande schermo. Infatti, è comparsa
nei film Messengers 2 – L’inizio della fine (2009),
Blue Like Jazz (2012) e 47 metri
(2017). Inoltre, tra i suoi ultimi film vi sono The Divorce
Party (2019), A Violent Separation (2019),
Painted Beauty (2019) e Wolf in the Wild (2019).
Nel 2021 ha preso parte al cast di un film horror nei panni di
Kelly e nei panni di Sasha in Painted Beauty.
Claire Holt Instagram
3. Ha un profilo
seguitissimo. L’attrice possiede un proprio account
ufficiale su Instagram che è seguito da qualcosa come 4,8 milioni
di persone in tutto il mondo. La sua bacheca pullula di immagini
che vedono spesso protagonista il suo primo figlio, ma sono molti
anche i post che la ritraggono in momenti di svago e
quotidianità.
Claire Holt nuda sul piccolo
schermo?
Claire Holt pur
rimanendo una delle donne più HOT del piccolo schermo non è mai
apparsa nuda. Ha mantenuto un certo riservo rispetto al suo corpo
quando ha interpretato personaggi sexy.
Claire Holt h2o
4. Si è dovuta allenare
parecchio. Per interpretare la sirena Emma in H20,
l’attrice (così come le sue colleghe) ha dovuto seguire un rigoroso
processo di allenamento per preparare i loro corpi a nuotare con il
peso aggiuntivo della coda. Inoltre, ha effettuato esercizi e ha
imparato diverse tecniche per trattenere il respiro il più a lungo
possibile sott’acqua.
5. Ha avuto una coda
modellata sulle sue gambe. Per dare vita al ruolo di
sirena bisogna prima avere una coda. Per questo, si è deciso di
modellare ogni coda per ogni attrice che avrebbe dovuto
interpretare una sirena. Lo stesso procedimento, quindi, è avvenuto
anche per Claire, che si è trovata con una coda perfetta per le sue
gambe.
Claire Holt in Pretty Little
Liars
6. È stato un personaggio
ricorrente in Pretty
Little Liars. L’attrice ha partecipato alla serie
interpretando il personaggio di Samara Cook, una ragazza
appassionata del lavoro manuale, come la bigiotteria, molto
affettuosa e fedele ad Emily, prima sua cara amica e poi sua
fidanzata.
Claire Holt The Originals
7. Ha lavorato con un
caro amico. Nel corso della sua carriera, Claire è stata
una delle poche attrici molto fortunate a poter lavorare con una
propria amica. Questo è successo a lei e Phoebe Tonkin: le due, infatti, si erano
conosciute sul set di H2o, per poi trovarsi a lavorare insieme in
The Vampire Diaries e in
The Originals.
Claire Holt fidanzato
8. Ha un matrimonio alle
spalle. Il primo matrimonio dell’attrice risale al 28
aprile 2016 con il produttore televisivo Matthew J.
Kaplan, con il quale era fidanzata ufficialmente da quasi
un anno. Tuttavia, dopo un anno esatto dalle nozze, il marito ha
chiesto il divorzio.
Claire Holt Andrew Joblon
9. Attualmente è
sposata. Qualche mese dopo il divorzio dal primo marito,
l’attrice ha annunciato il fidanzamento ufficiale con
l’immobiliarista Andrew Joblon, avvenuto il 3
dicembre del 2017. In seguito, la coppia si è sposata nell’agosto
dell’anno successivo e nel marzo del 2019 sono diventati genitori
del loro primo figlio, James Holt. Prima di questo
bambino, l’attrice ha avuto un aborto spontaneo nel marzo 2018.
Claire Foy è una
delle attrici britanniche che ha raggiunto la popolarità grazie
alla serie NetflixThe
Crown. Il ruolo di Elisabetta II, l’ha fatta
conoscere al grande pubblico dopo anni di dura gavetta.
Il suo debutto nel mondo della
recitazione risale al 2008 e nel corso di 10 anni Claire
Foy è riuscita a conquistare davvero tutti sia nel mondo
delle serie che nel mondo del cinema, grazie anche al ruolo di
Janet Armstrong in First Man – Il Primo Uomo.
Ecco tutto quello che non
sapevate di Claire Foy.
The Crown, Netflix: Claire Foy
Nel novembre del 2016 è uscita sulla
piattaforma di Netflix la prima stagione di The
Crown. La serie si incentra sulla vita della regina
Elisabetta, soprattutto riguardo i primi anni del suo regno. Claire
Foy venne scelta per vestire i panni proprio della protagonista. La
sua interpretazione dura per due stagioni, passando il testimone
alla collega Olivia Colman e per la sua performance vince
addirittura un Golden Globe come Miglior Attrice in una serie
drammatica.
Claire Foy deve la stragrande parte
della sua popolarità proprio grazie a Netflix e a
The Crown. Tuttavia, è scoppiata una vera e propria bomba che
vede la Foy protagonista riguardo la questione della disparità di
trattamento: l’attrice inglese, che è stata la protagonista della
serie per ben due stagioni, ha ricevuto un compenso ben inferiore
rispetto a Matt Smith, suo comprimario, che veste i panni
del Principe Filippo, Duca di Edimburgo. Inutile dire che questa
questione ha determinato una serie di polemiche da parte del
pubblico e dei membri del cast della serie stessa.
L’attrice ha commentato di sentirsi
sorpresa di essere al centro della discussione, mentre
Jared Harris, suo collega nella serie, ha asserito
che la Foy, avendo frequentato per molte più ore il set rispetto a
Smith e avendo dato lei il successo alla serie, meriterebbe di
essere pagata e di parificare l’uguaglianza.
Claire Foy nel 2021
Nel 2021 interpreterà Margaret
Campbell nella miniserie A Very English
Scandal. Ha interpretato Joan Richmond nel film
My Son e Emily Richardson-Wain nel film
The Electrical Life of Louis Wain.
Vanessa Kirby and Claire Foy
Nel maggio del 2015 Vanessa Kirby è stata selezionata per
interpretare la principessa Margaret sempre per la serie The
Crown. La Kirby e la Foy si sono conosciute sul set e sono
diventate della amiche molto strette, tanto da supportarsi a
vicenda nei rispettivi progetti di lavoro.
Vanessa Kirby e Claire Foy sono
viste spesso insieme, soprattutto ai red carpet delle anteprime dei
loro lavori: le due non lavoreranno più sul set di The
Crown insieme, dato che hanno passato il testimone e Olivia
Colman ed Helena Bonham Carter. Ma la loro amicizia è
talmente stretta che probabilmente appariranno insieme in
futuro.
The Lady in the Van: Claire Foy
Nel 2015, Claire Foy è entrata nel
cast del film The Lady in the Van, diretto da
Nicholas Hytner. Il ruolo della Foy è prettamente
marginale (interpreta un’assistente sociale), ma va detto di aver
fatto parte di un grande cast e di aver condiviso sia il set che lo
schermo con una delle attrici più famose e pazzesche del mondo del
cinema e delle serie: si parla di Maggie Smith.
Infatti, il film è incentrato
direttamente su di lei che sulla Foy stessa, facente parte di una
narrazione tratta da una storia vera: nella metà degli anni
Settanta, Miss Shepherd vive in un furgone malconcio che parcheggia
di volta in volta presso le dimore delle strade di un quartiere
residenziale di Londra. Sarà il commediografo Alan Bennett a
offrirle una sistemazione nel proprio vialetto.
Claire Foy in Vampire Academy
Nel febbraio del 2013 venne
annunciato il cast che avrebbe fatto parte di Vampire Academy, film che sfrutta i diritti della
serie L’accademia dei Vampiri. Diretto da Mark
Waters, il film vede Claire Foy nei panni di Sonya Karp,
uno dei personaggi protagonisti: infatti, grazie a questa
pellicola, la Foy recita al fianco di Zoey Deutch, Lucy
Fry, Dominic Sherwood e Olga Kurylenko.
In Italia il film uscì nel 2014 in
poche copie, eppure Vampire Academy, terzo lungometraggio
per la Foy, andrebbe rivisto sotto un’altra luce e ampiamente
rivalutato: la storia è quella di un’amicizia tra Rose e Lissa
appartenenti a diverse famiglia di vampiri, una di stirpe reale e
l’altra no. Entrambe dovranno combattere contro gli Strigoi,
vampiri malvagi, ed evitare di tornare nei loro luoghi di
origine.
Eppure, se Gosling ha vestito i
panni del protagonista, e cioè quelli di Neil
Armstrong, la Foy ne ha interpretato la moglie, dando vita
a un ruolo da non protagonista che, invece, è molto di più. È
proprio lei, con il suo sguardo espressivo ed occhi magnetici, che
fa parte delle migliori scene in cui viene raccontato l’uomo e non
l’astronauta.
Per poter interpretare al meglio il
ruolo di Janet Armostrong, la Foy si è preparata leggendo il libro
che ha ispirato il film First Man: The Life of Neil
Armstrong di James R. Hansen e si è
concentrata sulla voce, sul timbro e sulle diverse espressioni,
cercando di esprimere, tramite la sua interpretazione, il carattere
tenace e tutte le sfumature del personaggio. Il film è diretto da
Damien Chazelle, regista prodigio, che è tornato ad aprire il
Festival di Venezia dopo l’enorme
successo (e sei premi Oscar vinti) di La La Land.
Claire Foy Ivy Rose Moore
Ivy Rose Moore è la figlia nata nel
settembre 2015 dal matrimonio tra Claire Foy e Stephen Campbell
Moore che dopo quattro anni di matrimonio hanno divorziato. In
merito al loro matrimonio hanno dichiarato: «Ci siamo lasciati e
viviamo separati da un po’ di tempo», ha fatto sapere l’attrice in
una nota a Metro.Co.UK. «Continuiamo però a essere grandi amici,
con il massimo rispetto reciproco».
In occasione della premiere a
Venezia
75 abbiamo avuto il piacere di intervistare la
Claire Foy, protagonista del film d’apertura
First Man di Damien Chazelle. Ecco cosa ci ha rivelati
in merito al suo personaggio:
[brid video=”383716″ player=”15690″ title=”Claire Foy intervista
alla protagonista di First Man”]
First
Mannarra l’avvincente storia della missione
della NASA per portare un uomo sulla Luna. Il film si concentra
sulla figura di Neil Armstrong e gli anni tra il 1961 e il 1969.
Resoconto viscerale e in prima persona, basato sul libro di James
R. Hansen, il film esplora i sacrifici e il costo, per Armstrong e
per l’intera nazione, di una delle missioni più pericolose della
storia.
Il regista ha così commentato il film First
Man
Prima di iniziare a lavorare
a First Man, conoscevo la storia della missione sulla
Luna, la storia di successo di una conquista leggendaria… ma nulla
di più. Dopo avere iniziato a esplorare il tema in profondità, sono
rimasto sbalordito di fronte alla follia e al pericolo
dell’impresa: il numero di volte in cui è stata sull’orlo del
fallimento così come il pesante tributo costato a tutte le persone
coinvolte. Volevo capire cosa potesse avere spinto quegli uomini a
intraprendere un viaggio nella vastità infinita dello spazio, e
quale sia stata l’esperienza vissuta, momento dopo momento, passo
dopo passo. E per poter capire dovevo necessariamente addentrarmi
nella vita privata di Neil. Questa è una storia che doveva essere
articolata tra la Luna e il lavello della cucina, tra l’immensità
dello spazio e il tessuto della vita quotidiana. Ho deciso di
girare il film come un reportage, e di catturare sia la missione
nello spazio che i momenti più intimi e privati della famiglia
Armstrong come un testimone invisibile. Speravo che questo
approccio potesse mettere in luce il tormento, la gioia, i momenti
di vita vissuta e perduta in nome di uno dei traguardi più celebri
della storia: lo sbarco sulla Luna.
Elegante, composta, sorridente,
Claire Foy è tutto quello che ci si aspetta dalla
perfetta interprete della fredda e distaccata Regina Elisabetta II,
ruolo che le ha garantito premi e riconoscimenti nel panorama
televisivo degli ultimi due anni, nella serie NetflixThe
Crown. Finito il suo ciclo come Elisabetta, la Foy
guarda al grande schermo con i suoi grandi occhi blu e il suo
talento è destinato a splendere sullo schermo d’argento.
La vediamo in questi giorni in sala
in Il Primo Uomo di Damien
Chazelle, al fianco di Ryan Gosling, ma
Fede Alvarez l’ha fatta diventare la nuova
Lisbeth Salander, per il suo Millennium – Quello che non Uccide, e nel
ruolo dell’hacker, la Foy dimostra tutto ciò di cui è capace. Non
solo un’attrice adatta a ruoli composti e “domati”, ma
un’interprete capace di portare sullo schermo anche l’anima nera
dei personaggi.
E proprio per parlare di questo suo
nuovo personaggio, l’abbiamo incontrata a Roma, in occasione della
Premiere del film, svoltasi nella cornice della Festa del
Cinema di Roma 2018.
Quanto è stato impegnativo
diventare Lisbeth e come ti sei preparata?
“Mi è sempre piaciuta, sin dal
primo film, la trovo una donna molto affascinante, ho scelto di
interpretarla per conoscerla, ne ero entusiasta. Ho sempre voluto
cimentarmi in qualcosa di nuovo, cambiare il mio fisico per un
personaggio e fare un film d’azione è molto difficile ma allo
stesso tempo è anche divertente, perché ti permette di sperimentare
con i tuoi mezzi. Lisbeth è un personaggio controverso, è
introversa, non le piace farsi notare, vuole essere invisibile, ma
dentro ha una forte passione, la sua espressione è fuoco
puro.”
Hai dichiarato che Lisbeth
non è un supereroe, è una combattente e non è affezionata a
nessuno. Chi è in realtà?
“Lei si sorprende sia delle sue
emozioni che dei suoi sentimenti, ma davvero non le importa di
nessuno (…) sinceramente se dovessi descrivere Lisbeth non direi
davvero che è una di quelle che tiene alle persone. Lei può
aiutare, è quello che sa fare, si sente in qualche modo di dover
proteggere August, per esempio, ma di sicuro non in maniera
convenzionale, come se avesse a cuore le sue sorti. È uno degli
aspetti che la rendono affascinante.”
Nel tuo approccio al
personaggio che influenza ha avuto il romanzo da cui il film è
tratto e cosa ama o odia di Lisbeth?
“Il personaggio è come nel
libro, non ho provato ad aggiungere nulla di mio. Mi è piaciuto il
fatto che lei ami la musica drammatica, che sia andata ai Caraibi
per un mese e mezzo e si sia ritrovata in mezzo ad un uragano, il
fatto che sia una sopravvissuta. Tutta la sua storia è racchiusa
nel film.”
Parliamo ancora di
sentimenti, in questo caso quelli di Lisbeth verso Mikael: lei
vuole lasciarsi alle spalle tutto ciò che hanno vissuto e passato
insieme. Si fida ancora di lui?
“È stata innamorata di lui ma
questo sentimento la sorprende, si sorprende anche del suo
atteggiamento, è un po’ come tutte le cose sbagliate che si fanno a
tredici anni per la prima volta. Mikael poi le spezza il cuore e
non trova pià un senso in nulla, in quello che prova. Queste
delusioni possono essere superate, ma a meno che tu non sia un
completo idiota, non vanno mai via del tutto. In più, anche se non
lo ammetterà mai, lui è un uomo fantastico, l’unica persona della
quale si fidi, non riesce a mettersi contro di lui, rimangono due
anime gemelle, anche se non ci sarà un lieto fine per loro, nulla
di convenzionale come un matrimonio o una vita
insieme.”
Cosa pensa che il pubblico
femminile trovi di speciale nel suo personaggio, perché è cosi
popolare?
“Perché è qualcuno che sta al
mondo in maniera confusa, è imperfetta, come molte persone, ma è
anche diretta, dice ciò che pensa in faccia, non se ne sta in un
angolo a sparlare degli altri. È una qualità che le persone
apprezzano. Non è un personaggio convenzionale e questo colpisce
moltissimo perché si è deciso di portare su grande schermo qualcuno
di imperfetto con il quale identificarsi.”
Ultimamente ci sono diversi
film tutti al femminile. Crede che, finalmente, qualcosa stia
cambiando?
“Credo sia una questione di
soldi. I film sono fatti per fare soldi, qualcuno avrà pensato che
le donne nelle pellicole portano soldi e così hanno iniziato a
produrli.”
È solo per
quello?
“Credi ci sia un aspetto
sociale dietro? Per me è decisamente un aspetto economico, di
sicuro è anche un modo per dare voce a chi ne ha avuta meno, ma
quello che sta succedendo con queste pellicole è di sicuro uno
specchio della nostra realtà.“
Se potesse tenere qualcosa
di Lizbeth, cosa sarebbe?
“I suoi pantaloni di pelle!
Quello che davvero ho amato di lei è la semplicità con la quale si
approccia alla sessualità, ovvero senza alcun giudizio.”