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Claudio Giovannesi: intervista al presidente di Giuria Opera prima De Laurentiis a Venezia 77

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E’ Claudio Giovannesi il presidente della giuria che, nell’ambito di Venezia 77, sarà incaricata di premiare la migliore opera prima della selezione ufficiale della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica edizione 2020. Ecco le sue parole sul suo lavoro e sul suo approccio al cinema, mentre ricorda la sua prima volta dietro alla macchina da presa.

L’ultimo film del regista, presentato al Festival di Berlino 2019 è La Paranza dei Bambini, apprezzato sia all’estero che in Italia, dove ha portato a casa diverse nomination ai David di Donatello 2020.

Claudio Giovannesi parla di Fratelli d’Italia

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Claudio Giovannesi parla di Fratelli d’Italia

Nato dalla collaborazione con Giorgio Valente, presidente dell’Associazione di cultura cinematografica “Centro Ricerche Spettacolo- Il Labirinto”, Fratelli d’Italia, girato da Claudio Giovannesi, si inserisce nel progetto  Educinema che, pratrocinato dall’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio, ha attivato una decina di laboratori di produzione assistita nelle scuole superiori di Roma e del Lazio, affidati a giovani registi diplomati del Centro Sperimentale di Cinematografia.

 

Claudio Gioè: 10 cose che non sai sull’attore

Claudio Gioè: 10 cose che non sai sull’attore

Apprezzato attore italiano, Claudio Gioè si è formato in ambito teatrale, per consolidare la propria notorietà partecipando ad apprezzati film per il cinema. Allo stesso tempo è diventato un volto noto della televisione, collaborando in alcune delle più seguite serie degli ultimi tempi. Ecco 10 cose che non sai di Claudio Gioè.

Parte delle cose che non sai sull’attore

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Claudio Gioè: i suoi film e le fiction

10. Ha recitato in noti lungometraggi italiani. Gioè debutta al cinema nel 1999 con il film The Protagonist, per poi recitare in I cento passi (2000) accanto all’attore Luigi Lo Cascio. È poi tra i protagonisti di Mundo civilizado (2003), Passato prossimo (2003), La meglio gioventù (2003), stai con me (2004), Piano, solo (2007), dove recita accanto a Kim Rossi Stuart, Jasmine Trinca, Alba Rohrwacher e Paola Cortellesi. Negli anni successivi prende parte a La matassa (2009), Boris – Il film (2010), con Carolina Crescentini e Pietro Sermonti, La mia uccide solo d’estate (2013), diretto da Pif, Senza nessuna pietà (2014), Monitor (2015) e Mamma o papà? (2017).

9. Ha preso parte a note produzioni seriali. Nel corso degli anni l’attore ha recitato si è distinto anche per la sua partecipazione in apprezzate serie Tv italiane. Tra queste si annoverano Codice rosso (2006), Il capo dei capi (2007), dove ricopre il ruolo di Totò Riina, Squadra antimafia – Palermo oggi (2009-2010), Il tredicesimo apostolo – Il prescelto (2012) e Il tredicesimo apostolo: La rivelazione (2014), dove recita accanto a Claudia PandolfiIl bosco (2015), Sotto copertura: La cattura di Zagaria (2017) e La mafia uccide solo d’estate (2016-2018), dove nel ruolo di Lorenzo Giammarresi recita accanto ad Anna Foglietta.

8. Ha recitato in alcuni film per la televisione. La carriera nel mondo della recitazione ha inizio per Gioè con il film per la TV Operazione Odissea (1999), dove ricopre il ruolo di Telemaco, figlio del protagonista. Successivamente reciterà anche nei film Francesco (2002) Paolo Borsellino (2004), dedicato alla figura del celebre magistrato, dove l’attore ricopre il ruolo di Antonio Ingroia. Tra gli altri film per la TV da lui interpretati si segnalano Cefalonia (2005) e Mario Francese (2018).

Claudio Gioè non è su Instagram

7. Non ha un profilo personale. L’attore non sembra possedere un proprio account sul social network Instagram, ma esistono tuttavia alcune fan page a lui dedicate. La più seguita di queste ha un totale di 13 mila follower. Qui vengono pubblicate le foto più recenti dell’attore, ma anche diversi aggiornamenti sui suoi lavori da interprete.

Claudio Gioè ha una moglie?

6. Non è sposato. Attualmente l’attore non è sposato, e sembra anche essere single. Era nota la sua relazione con l’attrice Pilar Fogliati, conosciuta sul set della serie Il bosco, in cui recitavano entrambi. La coppia si è sempre dimostrata particolarmente riservata, attenta a preservare la propria intimità. Tuttavia, nel 2018, viene rivelato che i due si sono separati, senza fornire dettagli a riguardo.

Parte delle cose che non sai sull’attore

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Claudio Gioè in Passeggeri notturni

5. È il protagonista dell’inedito progetto. Nel marzo del 2020 l’attore torna in televisione con Passeggeri notturni, dove interpreta un conduttore radiofonico la cui vita verrà stravolta dall’incontro con una donna. Si tratta di un progetto speciale per l’attore, infatti il titolo sarà disponibile come film su Raitre e come serie su RaiPlay.

Claudio Gioè è Totò Riina

4. Ha interpretato il noto mafioso. Per Il capo dei capi, Gioè ha dato vita alla controversa figura di Totò Riina, celebre capo mafioso. Per cercare di dar vita ad un ritratto fedele di Riina, Gioè ha affermato di aver ricercato una sospensione del giudizio, sforzandosi di non giudicare il mafioso, così da poter attuare una miglior immedesimazione. Tale ricerca gli ha così permesso di far trasparire nel modo più oggettivo possibile la malvagità del personaggio.

3. Considera Riina un personaggio shakespeariano. Per poter dar vita alla crudeltà del ruolo, Gioè ha affermato di aver guardato molto ai grandi e complessi personaggi di Shakespeare, da Riccardo III a Macbeth. Ispirandosi a quelle figure dalla profonda e criptica psicologia ha potuto ricostruire la figura di Riina.

Claudio Gioè e il teatro

2. Si è diplomato in una nota Accademia. Appassionato da sempre di recitazione, dopo il liceo Gioè si trasferisce da Palermo a Roma per frequentare l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Diplomatosi, intraprende una carriera teatrale, collaborando con Luca Ronconi e portando in scena anche uno spettacolo da lui scritto, Caligola Night Live. Nel corso degli anni continuerà a calcare il palcoscenico con numerosi spettacoli.

Claudio Gioè: età e altezza

1. Claudio Gioè è nato a Palermo, il 27 gennaio 1975. L’attore è alto complessivamente 170 centimetri.

Fonte: IMDb

Claudio Di Biagio e Luca Vecchi parlano del loro Dylan Dog a Giffoni 2014

dylan dogClaudio Di Biagio e Luca Vecchi hanno tenuto una Masterclass al Giffoni Experience durante la quale hanno presentato il loro progetto Dylan Dog – Vittima degli Eventi. Un incontro (molto divertente) tra ragazzi, tra chi ce la sta facendo e chi vorrebbe farcela. Il consiglio? Tanta intraprendenza e molta incoscienza.

Entrambi proveniente dal web, Claudio Di Biagio attraverso video su YouTube dove per prima cosa ci ha messo la faccia, ma con i quali ha anche affinato le sue tecniche registiche e Luca Vecchi, protagonista, creatore e sceneggiatore degli esilaranti episodi dei The Pills.

Grazie al crowd-funding i due ragazzi romani stanno per debuttare con Dylan Dog – Vittima degli Eventi, un film nato dalla passione di entrambi per il fumetto tutto italiano, un progetto partito ad inizio 2013 e che ha impiegato oltre 100 persone che hanno prestato il loro talento a costo zero. Come è nato questo progetto?

“Diciamo che noi non ci facciamo i fatti nostri.” risponde Claudio Di Biagio,”Per fare una cosa del genere non bisognava avere quel filtro che dice ‘ma magari succede questo…’. No, noi abbiamo iniziato senza pensare alle conseguenze. Nessuno poteva essere così incosciente come noi da iniziare un progetto di crowd-funding su un soggetto i cui diritti li hanno per metà gli americani e per metà una delle case editrici più storiche in Italia, che non ha mai collaborato con niente nel mondo degli audiovisivi. “

“Non ti devi fermare a pensare alle cose, se no è la fine. Noi italiani abbiamo quest’indole, ma l’importante è farlo.” conclude Luca Vecchi.

Come è stata la reazione della Bonelli e di Sclavi?

C: “Dopo che avevamo rilasciato il primo teaser ci è arrivata una mail con scritto ‘Bravi ragazzi, continuate così, state facendo un buon lavoro’ firmato Tiziano Sclavi. Ci siamo guardati e ci siamo messi a ridere: bello scherzo. Poi mesi dopo abbiamo parlato con quelli della Sergio Bonelli Editore e subito ci hanno chiesto, ‘Come mai non avete risposto alla mail di Tiziano?’. Era tutto vero! Ora quella mail ce l’ho stampata e incorniciata! All’ultimo ComiCon abbiamo presentato un altro teaser e sembrava che la Bonelli fosse piacevolmente soddisfatta di quello che ha visto.”

Quali sono le difficoltà maggiori che avete incontrato durante la realizzazione di questo mediometraggio?

C.: “Diciamo che le difficoltà le abbiamo evitate semplicemente perché, se sei un regista italiano famoso in Italia e vuoi fare un film su Dylan Dog, non lo puoi fare. Noi abbiamo saltato i passaggi! Saremmo dovuti andare dagli americani a comprare i diritti che loro avevano comprato 30 anni fa (Dylan Dog- Vittima degli eventi è classificato infatti come ‘fan movie no profit’, n.d.r.). Ma all’inizio non ci siamo proprio interessati a chiedere i permessi, anzi non glielo dite agli americani! Abbiamo semplicemente iniziato il progetto e dimostrato che alle persone interessava il nostro soggetto. Questa è una forza che ad esempio il regista famoso non ha: noi abbiamo un gruppo di persone fidelizzate che hanno creduto in noi. Abbiamo puntato sulle persone.”

L.: “Pensate che noi abbiamo avuto dalle persone 27 mila euro per realizzare il film!”

Quanta responsabilità c’è verso queste persone che di tasca loro hanno finanziato il vostro progetto?

C: “E’ la stessa questione dello sceneggiatore che mette il suo lavoro nelle mani del regista: oltre ai soldi le persone dovevano darci anche la loro fiducia. Ma farci ascoltare da queste persone è stata una cosa molto graduale. All’inizio non ci prendevano sul serio: abbiamo dovuto far innamorare il pubblico del progetto prima di mostrargli cosa sapevamo fare. Ma poi ha funzionato talmente bene che dopo le prime due campagne di crowd-funding, c’era ancora gente che voleva darci i soldi. Ma ci vuole un pizzico di menefreghismo, non devi avere le paranoie della responsabilità. Sai che ormai il gioco è fatto e sai che ormai il progetto lo dovrai portare a termine. Te sei il primo fan che non vuole essere deluso. Io leggo Dylan Dog da quando ho 5-6 anni e sono il primo a voler essere meraviglioso da questo film.”

dylan dog 2Nel cast, nel ruolo di Dylan Valerio Di Benedetto, ma anche lo stesso Luca Vecchi, nell’iconico ruolo baffuto di Groucho: “Groucho è forse l’elemento che ho sentito più vicino a me durante la lavorazione. Ho pensato che Dylan senza Groucho non esisterebbe e viceversa. Si compensano! Groucho serve a ridimensionare Dylan, se no lui sarebbe troppo fico.”

Dylan Dog – Vittima degli Eventi è un progetto che avrà delle proiezioni al cinema (in particolare per i backers) ma che sarà poi successivamente distribuito la notte di Halloween sul web in modo totalmente gratuito. Ma questo “piccolo particolare nel no profit” non ha fermato attori del calibro di Alessandro Haber e Milena Vukotic ad appassionarsi alla storia, “Ci siamo ritrovati a casa della Vukotic a esporle il suo personaggio e alla fine lei ha voluto che le aggiungessimo delle scene. Scene che poi sono diventate essenziali e chiave! Ma la cosa che più mi ha sconvolto era che aveva questa quindicina di Dylan Dog con tutti i post-it dentro, perché lei si era preparata per la parte! Io ero estasiato, non sapevo che fare… Ero a casa sua a dirle come recitare: mai avrei pensato ad uno scenario del genere!”

Giovanissimi, suscitano curiosità e anche un pizzico di invidia. Cosa consigliate a chi vuole seguire il loro stesso percorso?

“Io non sono contro l’università, sono contro i percorsi sbagliati.Ad esempio io non sarei fatto per la scuola di cinema, semplicemente perché non riuscirei a stare sui banchi ad ascoltar parlare di cinema, senza avere la possibilità di farlo tutti i giorni quando vuoi. E anche oggi, io non mi sento arrivato come regista. Un regista deve avere la possibilità di potersi dedicare al suo film per tutto il tempo che serve. Ora la post-produzione sta funzionando, ma io non la sto seguendo come vorrei perché sto facendo mille altre cose e anche Luca non ha avuto tanti mesi per scrivere la sceneggiatura. Non abbiamo ancora questo lusso.” commenta Claudio di Biagio, mentre Luca Vecchi è più diretto: “Il consiglio che possiamo dare è: FATE! Il vero problema di oggi è il bombardamento di input. il computer ci ha illuso che possiamo fare tante cose insieme, ma non è così. Concentratevi su una cosa e fatela.”

Qual è il vostro intento artistico?

“Il messaggio che io vorrei cercare di dare, banalissimo ma vero, è che tutti ce la possono fare. Proprio come Ratatouille! Volendo fare regia e non avendo nessun contatto, stiamo acquisendo autorevolezza lentamente. Ci sono un sacco di problemi in Italia, ma il mio spazio lo sto trovando. Non è vero che non si può fare nulla. Se vuoi fare il regista e a 25 anni non hai mai girato un corto, io non so che dirti, perché è una cosa sbagliata. Noi ci giustifichiamo tutti i giorni e io sono incazzato con la mia generazione, perché certi di noi ci fanno sfigurare! Noi non la stiamo effettivamente sentendo la crisi, noi possiamo ancora fare qualcosa. E se non ci muoviamo noi, chi lo fa?” conclude determinato Claudio Di Biagio.

Claudio Cupellini presenta al Festival il suo film con Toni Servillo

È stato ufficialmente presentato il nuovo film, diretto dall’esordiente Claudio Cupellini in concorso al Festival di Roma, Una vita tranquilla. Il film, co-prodotto dall’Italia, Germania e Francia, è stato scritto dal regista e dai bravi Guido Luculiani e Filippo Gravino, premio Solinas nel 2003.

Claudio Bisio: 10 cose che non sai sull’attore

Claudio Bisio: 10 cose che non sai sull’attore

Claudio Bisio è tra i più apprezzati comici italiani, e negli anni ha dimostrato di saper funzionare non solo in televisione ma anche al cinema, dove è stato protagonista di numerosi film di successo. L’attore ha inoltre provato il suo talento misurandosi anche con diversi ruoli drammatici, cosa che gli ha fatto guadagnare la stima di pubblico e critica.

Ecco 10 cose che non sai su Claudio Bisio.

Claudio Bisio film

1. È stato protagonista di lungometraggi di successo. La carriera televisiva dell’attore ha inizio nel 1983, quando prende parte al film Sogno di una notte d’estate. Da qui inizia a comparire nei film Scemo di guerra (1985), I picari (1987), Mediterraneo (1991), Sud (1993), Albergo Roma (1996), La tregua (1997), Natale a New York (2006), Manuale d’amore 2- Capitoli successivi (2007), Ex (2009), Benvenuti al sud (2010), Maschi contro femmine (2010), Benvenuto Presidente! (2013), Confusi e felici (2014), Non c’è più religione (2016), Arrivano i prof (2018) e Bentornato Presidente (2019).

2. Ha partecipato ad alcune fiction. Negli anni l’attore si è dedicato anche alla televisione, comparendo in fiction come Zanzibar (1988), Casa dolce casa (1990), Un giorno fortunato (1997), Belli dentro (2005), Due imbroglioni e… mezzo! (2007), Due imbroglioni e… mezzo! 2 (2010) e The Comedians (2017).

3. È un noto doppiatore. In più di un’occasione l’attore si è distinto come doppiatore, dando ad esempio voce al bradipo Sid nella serie di film d’animazione L’era glaciale (2002). Prende poi parte al doppiaggio dei film Hotel Transylvania (2012), Ernest & Celestine (2012), Hotel Transylvania 2 (2015) e Hotel Transylvania 3 – Una vacanza mostruosa (2018).

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Claudio Bisio Instagram

4. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 202 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma anche immagini promozionali dei suoi progetti cinematografici o televisivi.

Claudio Bisio moglie e figli

5. È sposato. Nell’agosto del 2003 l’attore si sposa con la giornalista Sandra Bonzi, sua compagna di lunga data. Prima di sposarsi i due avevano già avuto due figli, nati rispettivamente nel nel 1996 e nel 1998. Nel 2008 la coppia pubblica un libro scritto a quattro mani, intitolato Doppio misto. Autobiografia di coppia non autorizzata, dove raccontano con ironia la loro vita di coppia, sottolineando i diversi punti di vista.

Claudio Bisio Bentornato Presidente!

6. Ha ripreso il ruolo precedentemente interpretato. Sei anni dopo il film Benvenuto Presidente! Claudio Bisio ha ripreso il ruolo di Giuseppe Garibaldi nel sequel intitolato Bentornato Presidente!. L’attore si è detto convinto dalla sceneggiatura poiché sentiva che il film potesse parlare direttamente a quanti si sono stufati dell’attuale clima di odio, in una società dove i social network sembra non aiutare a riguardo.

Claudio Bisio Rapput

7. Ha inciso un popolare brano rap. Nel 1991 l’attore rilascia il suo tutt’ora unico album musical, Paté d’animo, al cui interno è contenuto il brano rap intitolato Rapput (senza fiato) che diventa uno dei tormentoni estivi dell’anno. Il brano risultò essere il più venduto di quell’anno in Italia, regalando così a Bisio notorierà anche in campo musicale.

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Claudio Bisio capelli

8. Ha sofferto di calvizie precoce. Durante gli anni di accademia al Piccolo Teatro di Milano l’attore iniziò a soffrire di calvizie, perdendo progressivamente tutti i capelli. I suoi insegnanti gli dissero che senza sarebbe finito a fare il caratterista e l’attore provò così a portare per i primi lavori un parrucchio, non trovandosi tuttavia a suo agio. Bisio decise così di essere sé stesso, riuscendo infine a trovare il successo nonostante l’assenza di capelli.

Claudio Bisio film 2019

9. Ha diversi progetti in programma. Nel 2019 l’attore presterà la sua voce al gorilla protagonista del film Attenti al gorilla, con protagonista l’attore Frank Matano. Interpreta poi il protagonista nel film Bentornato Presidente! e recita nel nuovo film di Fausto Brizzi intitolato Se mi vuoi bene. L’attore apparirà poi nel film Cops – Una banda di poliziotti, per la regia di Luca Miniero.

Claudio Bisio età e altezza

10. Claudio Bisio è nato a Novi Ligure, in Piemonte, il 19 marzo 1957. L’altezza complessiva dell’attore è di 178 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

Claudio Bisio presenta Benvenuto Presidente!

Buongiorno-presidente-claudio-bisio-filmQuesta mattina presso il cinema Adriano in Roma, è stato presentato alla stampa il film “Benvenuto Presidente!” per la regia di Riccardo Milani, oltre al regista era presente il cast: Claudio Bisio, Kasia Smutniak, Giuseppe Fiorello, Remo Girone, Cesare Bocci, Omero Antonutti, Patrizio Rispo, Gianni Cavina e Piera degli Esposti.

Mi ha colpito nel finale il dimettersi dalla furbizia,mette di fronte alle responsabilità gli italiani

Riccardo Milani: Io credo da cittadino italiano che la politica spesso serve a coprire delle responsabilità che sono personali credo che molto spesso e per molti anni… io l’anti-politica la respiro da quando sono bambino, sento parlare di governi incapaci, forse in parte è così, però penso che questo sia un paese diviso in due, c’è chi fa politica in maniera più nobile e penso che la politica sia una cosa importante, una conquista intanto, il parlamento è una conquista e va difesa. E quando sento parlare di “ventata di legalità” sono molto contento. Quando sento di partiti tutti uguali penso che sia una cosa non vera, che non corrisponda alla storia e alle storie dei partiti stessi.

Il film, nella prima parte è fortemente grillino, o influenzato da grillinismo, questo sentimento come è venuto fuori?

RM: Questo tipo di argomenti li sento da sempre,(…) mi pare sbagliato confondere la storia di questo paese, e penso che non tutto il marcio sta nel parlamento ma anche fuori, nei meccanismi economici ma anche nella vita quotidiana delle persone che non sono abituate a rispettare le regole, penso che questo sia un problema etico di questo paese. Il film è una commedia leggera come una piuma, molto semplice e anche in qualche modo surreale come la storia di questo paese, in questo passaggio

Fabio Bonifacci:  (fa una premessa su come il soggetto iniziale sia stato di  Nicola Giuliano e lo ringrazia pubblicamente n.d.a.)

Sul Grillismo è un caso, questa sceneggiatura è cresciuta insieme al movimento di Grillo, abbiamo cominciato tre anni fa e lui aveva qualche consigliere comunale, la cosa che ho cercato di raccontare è una cosa che ho visto nella realtà. Cresceva la protesta contro i partiti, vivo in provincia e sto nel mio quartiere e la gente cominciava a parlar male e a contestare. (…) Mi ricordo la prima volta in palestra un gruppetto di ragazzi, quelli che hanno solo tre argomenti: il calcio, cosa fare la sera e le ragazze, hanno iniziato a parlare male dei partiti e lì ho detto “sta cambiando qualcosa”, come ha detto Riccardo (Milani n.d.a) sin da bambini le lamentele verso i partiti erano abbastanza ristretti a club intellettuali, non ai famosi 5 o 6 milioni di persone che leggono i giornali, persone che si informano e sono attente a tutto. La cosa che si vedeva era che questa protesta si stava allargando a strati molto più grandi di popolazione a gente comune. E quello che abbiamo cercato di raccontare, in accordo con gli altri, è stato un lavoro molto collettivo come sempre al cinema, era raccontare questa cosa che montava, poi raccontare la politica e scrivere questa sceneggiatura negli ultimi due anni e mezzo è stato difficilissimo, come descrivere le nuvole, nel momento in cui le fissavi in una giornata di vento erano già cambiante, però alla fine siamo arrivati ad essere abbastanza attuali, ma non stavamo descrivendo oggi ma stavamo raccontando una spinta che c’era e poi ha preso determinate strade.

 Claudio anche tu nell’elaborazione della storia hai avuto un ruolo, un peso.

Claudio Bisio: Io si, confermo quello che ha detto Fabio, per la prima volta me ne parlarono Nicola e Fabio tre anni fa e inutile che vi racconti com’era l’Italia allora. Monti era un professore dell’università, era stato un commissario europeo, Berlusconi aveva la maggioranza al parlamento, Napolitano era un anziano presidente correttissimo, Ratzinger era da pochi anni eletto a papa, giovane e in salute, Grillo era un collega. Quindi quando accettai anch’io con un po’ di paura perché a prescindere dall’attualità fare un presidente, pur di fantasia o pure in una farsa, era sempre una responsabilità, mi hanno convito, l’età c’era perché pare che basti avere più di cinquant’anni per essere eletti presidente e io ahimè fra pochi giorni ne faccio 56 per cui c’ero già tre anni fa. Detto questo ho accettato con quello spirito lì, di fare una farsa e una commedia, sapendo che avrebbe toccato quei temi lì, in particolare l’istituzione, non tanto la politica. Noi un po’ irriverenti toccavamo il quirinale, la più grande istituzione, non necessariamente politica in senso stretto, ma è la più grande istituzione italiana, ci sta in una farsa ma mi faceva paura dal lato della credibilità. (..) Mi ricordo un momento in cui Fabio mi ha telefonato e mi ha detto “lo sai che questo film non si fa più”, ed è stato quando Napolitano dimissionò Berlusconi per nominare Monti. E mi disse, “Napolitano sta facendo quello che avremmo voluto facesse in nostro Peppino”, il nostro presidente sta prendendo in mano la situazione, forse ci ha superato la realtà, no?! (…) Quindi è un film che nasceva ed è nato come una farsa e senza che lo volessimo è diventato un film iperrealistico.

La battuta sul papa, è stata aggiunta dopo le dimissioni? Claudio Bisio i grillini sono diventati più popolari, ti sei ispirato a loro o è frutto solo della fantasia?
RM: Quella scena era stata girata nei primi di Novembre quindi non è stata aggiunta dopo.

CB: Io ho visto con curiosità le immagini dal telegiornale le facce nuove che sono entrate a Montecitorio per la prima volta e ho visto e letto con curiosità le loro biografie: l’infermiere, l’insegnante, l’ingegnere il precario, adesso non voglio essere supponente, non mi sono ispirato a loro perché non esistevano, quando abbiamo girato noi c’erano solo i consiglieri e neanche loro si sono ispirati a noi perché non hanno ancora visto il film, è la casualità. Tra l’altro la cosa buffa, e che molti di voi hanno detto “è un film sul grillismo” altri hanno detto “è un film contro l’anti-politica” quindi decidete voi, il film è questo.

Ci vorrebbe in questo momento un Peppino al quinale? Non è un film satirico ma si prende in giro la politica (i tre politici del film), questo è un modo di fare la satira in maniera più generale? 

CB: Per me, Peppino lì c’è già, Napolitano fa il presidente e anche se ha quasi finito, molti gli chiedono di restare. Per la Satira, io adoro questo tre politici, grande merito su tutto il film, anche se Riccardo (Milani n.d.a.) non ha voluto firmare la sceneggiatura, ha fatto un lavoro bellissimo e difficilissimo, ha tenuto la barra a dritta. Poteva prendere una piega farsesca quasi esagerata quasi da burla, oppure poteva prendere una piega troppo retorica. E sui politici in particolare, c’era il pericolo di farne o delle macchiette esagerate o di fare un discorso ideologico alla “Tutti a casa” non per autocitarmi, ma quando ho visto il film, mi è venuto in mente il monologo che ho fatto io a Sanremo un mese fa, che a pensarci oggi può sembrare un teaser del film ma giuro che non era così, però sono contento che i temi fossero gli stessi perché sono cose in cui credo tanto.(…) I politici del film sono della commedia dell’arte ma del terzo millennio.

RM: Io penso che la commedia all’italiana sia un libro di storia, un  modo per conoscere bene il paese e penso che il cinema debba raccontare il paese e le commedie non devono nascondere i vizi e le lacerazioni.

Giuseppe Fiorello: Mi sono divertito, innanzitutto, non mi sono ispirato a nessuno, l’ho immaginato è stato un personaggio di fantasia. Molto fisico, che prende e da schiaffi a destra e sinistra. È stato un bel gioco e molto divertente.

Cesare Bocci: La satira prima era più sbilanciata da una parte,ora c’è da colpire a destra e sinistra, se questo la fa sembrare meno incisiva non è colpa della satira, perché va a passo con i tempi, adesso c’è da colpire tutti. La valenza del film e del cinema italiano in genere e che vive al passo con i tempi interpretando un sentimento che c’è in noi. È brutto il cinema che non vive nella realtà in cui siamo. I personaggi c’erano ed erano già scritti, non c’era uno che ci ha ispirato, rappresentando tutti senza indirizzi.

A chi è venuto in mente di mettere Pupi Avati e Lina Wertmuller ai “poteri forti”?

RM:È stata un idea mia, come Gianni Rondolino e della Casa. Un senso di riconoscenza verso alcuni registi e alcune persone del cinema, sono cresciuto con i loro film.

Come è stato passare racchiudendo nello stesso personaggio, una donna ferrea ligia al protocolla alla donna che canta l’inno a Che Guevara?
Kasia Smutniak: Perché sono psicopatica! Quando sono sul set spesso mi capita di non sapere neanche le battute che dovrò dire. Ma la cosa bella di questo lavoro è di lasciarsi andare dialogando con gli attori che sono bravi, che fanno sì che accade quel qualcosa di magico e vivi la storia e ti scordi della troupe, della telecamera e dei limiti che ci da il cinema e ti scordi per due o tre secondi e succede quel qualcosa che è il motivo per cui faccio questo lavoro e onestamente non ho pensato al come e perché.

Il cinema ha ignorato la politica da decenni e volerlo raccontare così, in maniera surreale, da cosa nasce?

RM: Credo che questo film faccia lo sforzo di uscire dal parlamento, le famiglie che osservano la politica sono quello che caratterizza il film, cioè c’è un occhio sugli italiani, su alcune banalità e luoghi comune su cui spesso ci si rifugia. Il marcio non è dentro ma fuori dal parlamento. Molta della responsabilità della caduta dell’etica e morale appartengono a chi deve dare l’esempio ed è anche una responsabilità ma anche nella vita comune, in tutti quegli atteggiamenti che ci portano a quella Furbizia di cui siamo un po’ orgogliosi e un po’ ci gratifica e spacca eticamente il paese in due. C’è molta gente per bene e c’è molta gente che nella corruzione sta bene e ci vive.

Nel film quello che unisce tutti è la protezione verso chi ti è caro. Volevo sapere, siamo davvero un paese il cui collante è tenere sempre famiglia? Quante delle mazzate tra te e Kasia erano vere?

CB: Per la prima è Si e per la seconda le mazzate erano vere, mi ha messo un dito nell’occhio e abbiamo interrotto la lavorazione perché avevo l’uveite.

KS: Noi in realtà abbiamo un rapporto violento anche fuori dal set ci siamo fatti male, sai come quelle persone che si incontrano e si danno la capocciata perché non sanno da che parte baciarsi. Ci siamo dati tante botte, lui senza occhio e io tanti lividi.

Che ne pensate di questa esperienza?

Patrizio Rispo:  Alla chiamata di Riccardo senza leggere il copione io vado comunque e poi far parte di una squadra così aristocratica, un film che mi ricorda i film degli anni ’40 e ’50, in cui anche la figurazione speciale era fatta da gente che questo mestiere lo faceva da anni e ora è territorio di tutti. Il fatto di essere chiamato ancora a nel fare l’autorità, Riccardo mi vedi solo tu in questo ruolo quando in realtà sono la bontà fatta persona! E dovevo dare con la mia fisicità che non è così imponente o cattiva, un’autorità allo staff dirigenziale. Credo che al di là di Grillo, si è istituita la commedia come era una volta con termini giocosi e divertenti ma con il tessuto del momento. La voglia è di raccontare le nostre esigenze in maniera divertente.

Piera degli Esposti: Io ho visto la grande apertura dell’inizio, questa libertà e la grande costrizione del chiuso e questo è l’elemento emblematico del film con una forza iniziale che poi prosegue. Riccardo Milani è il mio pigmalione, mi ha fatto ballare Beyoncé, essere Barbie e adesso fumare le canne, quindi mi aspetto altre sorprese!

Gianni Cavina: Non centra niente Grillo nel film e poi io mi sono ispirato a Lavitola.

Claudia Pandolfi: 10 cose che non sai sull’attrice

Claudia Pandolfi: 10 cose che non sai sull’attrice

Tra le più note attrici italiane, Claudia Pandolfi si fa inizialmente notare con la sua partecipazione al concorso di Miss Italia. Con la visibilità qui ottenuta, inizia ad essere scritturata per alcuni importanti film, dove ha modo di collaborare con noti registi e attori, maturando come interprete.Ecco 10 cose che non sai di Claudia Pandolfi.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

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Claudia Pandolfi: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice esordisce al cinema nel 1992 con Le amiche del cuore, per poi recitare in film come L’orso di peluche (1994), La Frontiera (1996), Ovosodo (1997), Auguri professore (1997), Amore, bugie e calcetto (2008), dove recita con l’attore Pietro Sermonti, Due partite (2009), Cosmonauta (2009), La prima cosa bella (2010), con Micaela Ramazzotti e Valerio Mastandrea, Figli delle stelle (2010), Quando la notte (2011), diretto da Cristina Comencini, I più grandi di tutti (2012), Uno anzi due (2015), La profezia dell’armadillo (2018), Se son rose… (2018) e Ma cosa ci dice il cervello (2019), con gli attori Paola Cortellesi e Stefano Fresi.

9. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso della sua carriera l’attrice ha più volte recitato per la televisione, affermandosi grazie a serie come Amico mio (1993-1994), La voce del cuore (1995), Amico mio 2 (1998) e Un medico in famiglia (1998-2000), dove ricopre il ruolo di Alice. È poi tra i protagonisti della serie I liceali (2008-2009) nel ruolo della professoressa Enrica Sabatini, e della serie Distretto di polizia (2002-2010), dove per circa ottanta puntate ricopre la parte del commissario Giulia Corsi. Negli ultimi anni torna in televisione per recitare nelle serie Il tredicesimo apostolo (2012-2014), Romanzo siciliano (2016), e È arrivata la felicità (2015-2018), dove recita accanto a Claudio Santamaria. Interpreta poi il ruolo di Monica Petrelli nella serie Netflix Baby (2018-in corso), con le attrici Alice Pagani e Benedetta Porcaroli.

Claudia Pandolfi è su Instagram

8. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 58,4 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate durante momenti di svago, sia sui set a cui partecipa sia in situazioni quotidiane. Non mancano poi anche immagini e video promozionali dei suoi progetti da interprete.

Claudia Pandolfi: fidanzati e figli

7. È stata sposata. Nel 1999 l’attrice ha reso pubbliche le nozze con l’attore e doppiatore Massimiliano Virgili. Il loro matrimonio non è tuttavia durato molto, e dopo solo un mese hanno annunciato la separazione. In seguito, la Pandolfi ha avuto relazioni con l’imprenditore Andrea Pezzi, con il cantautore Roberto Angelini e con l’attore Marco Cocci. Dal 2014 ha invece una relazione con il produttore Marco De Angelis.

6. Ha due figli. Dalla relazione con il cantautore Roberto Angelini nasce nel 2006 il primo figlio dell’attrice. Nel 2016, dà alla luce il secondo figlio, nato dalla storia d’amore con Marco De Angelis.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

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Claudia Pandolfi ha una sorella minore

5. Ha recitato con sua sorella. Nel 1997 l’attrice è tra i protagonisti del film Ovosodo, diretto da Paolo Virzì. Qui ricopre il ruolo di Susy Susini, interesse amoroso e poi moglie del personaggio principale. Per poter rappresentare il personaggio in età diverse fu scritturata la sorella dell’attrice, che ricoprì così la Susy adolescente. Ciò portò le due a recitare nello stesso film, pur non condividendo la scena.

Claudia Pandolfi in Baby

4. Si è rivista nelle giovani attrici. Nel suo film d’esordio, Le amiche del cuore, l’attrice interpretava una giovane nella sua routine in un constesto periferico, degradato. Un tipo di personaggio che ha dichiarato di aver ritrovato nelle giovani protagoniste di Baby, rivedendo così sé stessa nell’interpretazione delle giovani attrici della serie, pur con le dovute differenze generazionali.

3. Ha costruito il personaggio come fosse un adolescente. In Baby la Pandolfi ricopre il ruolo di Monica, insegnante di educazione fisica sposata con un uomo che la trascura. Per ritrovare un brio nella sua vita, intraprenderà una relazione con uno degli studenti. Per tale risvolto, l’attrice ha dichiarato di aver lavorato sul personaggio esaltando la sua volontà di sentirsi ancora una ragazza, dando sfogo al lato adolescenziale che è in lei.

Claudia Pandolfi in Un medico in famiglia

2. Temeva di essere identificata solo con il suo personaggio nella serie. Per oltre 70 episodi l’attrice è stata Alice in Un medico in famiglia, e molti spettatori l’hanno sempre associata a quel ruolo. Pur riconoscendo che quello fu uno dei successi che più le hanno aperto le porte dello spettacolo, l’attrice ha dichiarato che per un periodo ha temuto che sarebbe rimasta nota solo per quella specifica parte.

Claudia Pandolfi: età e altezza

1. Claudia Pandolfi è nata a Roma, in Italia, il 17 novembre 1974. L’attrice è alta complessivamente 171 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Claudia Gusmano: 10 cose che non sai sull’attrice

Claudia Gusmano: 10 cose che non sai sull’attrice

Claudia Gusmano è un’attrice italiana attiva ormai da oltre un decennio, con interpretazioni tanto per il cinema quanto per la televisione. Di recente ha poi iniziato ad ottenere sempre più ruoli di rilievo, dando prova delle sue doti da interprete, spostandosi con naturalezza dalla commedia al dramma. Ora che è divenuta una vera e propria protagonista, ci sono molte cose su di lei da scoprire, come anche tanti progetti futuri da attendere con impazienza.

Ecco 10 cose che non sai di Claudia Gusmano.

Claudia Gusmano: i suoi film e le serie TV

1. È nota per le serie TV. L’attrice debutta in televisione nel 2007 recitando nella serie Distretto di polizia 7, per poi comparire anche in Squadra Antimafia 2 (2009), Due imbroglioni e mezzo 2 (2009), La narcotici (2010) e Il segreto dell’acqua (2011). Dopo una pausa torna in televisione recitando in Don Matteo 10, accanto a Terence Hill, per poi prendere parte a Mario Francese (2017), La mafia uccide solo d’estate 2 – La serie (2018), con Claudio Gioè e L’allieva (2018-2020), con Alessandra Mastronardi. Nel 2021 è tra i protagonisti della serie Guida Astrologica per cuori infranti.

2. Ha recitato anche per il cinema. Una delle prime esperienze attoriali per la Gusmano è stata per un film lungometraggio dal titolo Il ventaglio, del 2005. Dopo diversi anni di assenza, torna al cinema da protagonista nel film Shotgun (2021), storia di Lia una giovane ragazza che reagisce alla più terribile delle violenze con un atto di ribellione che scardinerà le consuetudini sociali della sua epoca.

3. Ha recitato anche per il teatro. Oltre a recitare per il cinema e la televisione, l’attrice non ha mai abbandonato un altro dei suoi principali amori: il teatro. Nel corso degli anni ha infatti recitato in spettacoli come Alice delle meraviglie (2006), Le invisibili (2008/2009), Dona Flor e i suoi due mariti (2010/2011), La commedia di Orlando (2011/2012), Giacominazza (2014/2015), Nuda proprietà (2014/2015), Mozza (2016/2017), La tempesta (2016/2017) e Vestire gli ignudi (2017).

Claudia Gusmano Amici

Claudia Gusmano e Wikipedia

4. Non c’è una pagina Wikipedia. Se si cerca la pagina Wikipedia relativa all’attrice e contenente tutte le sue informazioni biografiche e lavorative, sfortunatamente questa non è ancora disponibile. Si possono però ritrovare in rete diverse altre pagine a lei dedicate, con informazioni su quanto c’è da sapere su di lei e sui suoi progetti passati e futuri.

Claudia Gusmano concorrente ad Amici

5. Ha partecipato al celebre programma televisivo. Quando era ancora agli inizi della sua carriera come attrice, la Gusmano ha partecipato alla quarta edizione di Amici di Maria De Filippi, presentandosi come concorrente per un banco nella classe del 2004/2005. Tuttavia, non è riuscita ad arrivare al serale, ma questo non le ha impedito di trovare altre strade verso il successo e la notorietà poi conseguiti.

Claudia Gusmano in L’allieva

6. Ha avuto un ruolo di rilievo dalla seconda stagione. A partire dalla seconda stagione di L’allieva, la popolare serie di genere giallo con ambientazione medica, l’attrice ha interpretato il ruolo di Erica Lastella, un nuova specializzata che viene affiancata ad Alice, la protagonista. Il personaggio è contraddistinto dalla sua memoria fotografica, cosa che le fa ottenere il soprannome di “scanner”. La Gusmano si è detta entusiasta di poter interpretare tale personaggio ricco di sfumature, avendo poi occasione di tornare ad interpretarlo nella terza stagione.

Claudia Gusmano in Guida Astrologica per cuori infranti

7. È la protagonista della serie. Disponibile dal 27 ottobre 2021 su Netflix, Guida Astrologica per cuori infranti è una nuova serie italiana di genere commedia romantica, diretta da Michela Andreozzi. Protagonista di questa è proprio la Gusmano, qui presente nei panni di Alice Bassi, una donna che racconta le sue disavventure in ambito lavorativo e, soprattutto, sentimentale. L’attrice ha poi ripreso il personaggio anche nella seconda stagione, disponibile dal marzo del 2022.

Claudia Gusmano Instagram

8. È entusiasta dell’evoluzione del suo personaggio. Dalla prima alla seconda stagione Alice subisce profonde trasformazioni emotive e caratteriali, novità fortemente volute dall’attrice dichiaratasi interessata ad esplorare più a fondo l’animo del personaggio. In particolare, c’era il desiderio di scoprire cosa la spingesse a vivere una serie di situazioni sfrenate. La Gusmano si è detta entusiasta di come il personaggio sia evoluto e delle possibilità emerse nell’interpretarlo.

Claudia Gusmano è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo seguito da 42.9 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre 200 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice, ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Claudia Gusmano: età e altezza dell’attrice

10. Claudia Gusmano è nata il 20 agosto 1985 a Trapani, in Sicilia. L’attrice è alta all’incirca 1.65 metri.

Fonte: Diberti&C., Instagram

Claudia Gerini: 10 cose che non sai sull’attrice

Claudia Gerini: 10 cose che non sai sull’attrice

Considerata come una delle più talentuose interpreti della sua generazione, Claudia Gerini si è affermata negli anni grazie alle tante commedia in cui ha ricoperto ruoli di rilievo. Con il tempo, ha però dimostrato anche notevoli capacità drammatiche, che le hanno permesso di compiere il salto di qualità all’interno della cinematografia nazionale. Attiva tanto al cinema quanto in televisione, la Gerini continua così ancora oggi ad essere una delle icone del nostro cinema.

Ecco 10 cose che non sai di Claudia Gerini.

Claudia Gerini compagno

Claudia Gerini: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta al cinema con il film Roba da ricchi (1987), dove recita accanto a Lino Banfi. La consacrazione però arriva grazie a Carlo Verdone, che la rende protagonista dei suoi film Viaggi di nozze (1995) e Sono pazzo di Iris Blond (1996). Successivamente, recita in titoli come Fuochi d’artificio (1997), Tutti gli uomini del deficiente (1999), e La passione di Cristo (2004), di Mel Gibson. Confermata la propria popolarità, recita poi in Non ti muovere (2004), di Sergio Castellitto, La sconosciuta (2006), Grande, grosso e… Verdone (2008), Com’è bello far l’amore (2012), con Fabio De Luigi, Una famiglia perfetta (2012), Reality (2012), Tutta colpa di Freud (2014), con Marco Giallini, L’esigenza di unirmi ogni volta con te (2015), John Wick – Capitolo 2 (2017), con Keanu Reeves, Ammore e malavita (2017), A casa tutti bene (2018), di Gabriele Muccino, Dolceroma (2019), Non sono un assassino (2019), e Hammamet (2020).

9. Ha preso parte a note serie televisive. Agli inizi della propria carriera, la Gerini alterna l’attiva al cinema con quella in televisione, dove recita in diversi film. Tra questi si annoverano Gioco perverso (1993), Sotto la luna (1998), e Francesca e Nunziata (2001). Si fa poi apprezzare come protagonista della serie 48 ore (2006), con Adriano Giannini. In seguito, torna sul piccolo schermo per Le segretarie del sesto (2009), Labyrinth (2012), Ricette e ritratti d’attore (2015), e Suburra – La serie, distribuita da Netflix, dove dal 2017 recita nel ruolo di Sara Monaschi accanto all’attore Alessandro Borghi.

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Nel corso della sua carriera l’attrice ha ricevuto numerosi importanti riconoscimenti da parte dell’industria, che ha così sottolineato il suo talento e la sua versatilità. Ad oggi, infatti, la Gerini vanta ben sei nomination ai David di Donatello, e ha infine vinto il premio nel 2019, come miglior attrice non protagonista per Ammore e malavita. Allo stesso modo, ha ricevuto sei nomination ai Nastri d’argento, e pur non avendo qui mai vinto le è stato conferito il Premio Nino Manfredi per i suoi ruoli nei film A casa tutti bene e Ammore e malavita.

Claudia Gerini in Non è la Rai

7. Ha partecipato al celebre programma televisivo. Nel 1991, ancor prima dei suoi primi grandi successi cinematografici, la Gerini ebbe modo di farsi ulteriormente conoscere partecipando al programma Non è la Rai, all’epoca condotto da Enrica Bonaccorti. Qui la Gerini, in qualità di ragazza partecipante, ebbe modo di affermarsi grazie ad esibizioni di ballo, canto o intrattenimento vario. Il programma, infatti, si rivelò per lei un ottimo trampolino di lancio. Le permise di affermarsi come una delle più apprezzate ragazze della sua edizione e diede prova delle sue grandi capacità.

Claudia Gerini è su Instagram

6. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network con un proprio profilo personale, seguito da 314 mila persone. All’interno di questo, l’attrice è solita condividere post di vario genere. Sono infatti presenti immagini legate alla propria quotidianità, come momenti di svago, luoghi visitati o post che la ritraggono in compagnia di amici o colleghi. Non mancano poi anche diverse curiosità a lei legate, ma grande importanza l’hanno i post relativi al proprio lavoro. La Gerini è infatti solita condividere immagini promozionali dei propri film o che ne anticipano la lavorazione.

Claudia Gerini instagram

Claudia Gerini: suo marito e la figlia

5. È stata sposata una sola volta. Ad oggi l’unico matrimonio della Gerini risale al 2002, quando convolò a nozze con Alessandro Enginoli, di professione dirigente finanziario. La coppia rimase insieme fino al 2004, anno in cui divorziarono. In tale periodo diedero però alla luce la loro unica figlia Rosa. La coppia, molto riservata, ha poi sempre cercato di mantenere un certo riserbo sulla propria vita privata, evitando di condividerne dettagli e tantomeno i motivi della loro separazione.

4. Sua figlia sta seguendo le sue orme. Oggi la figlia Rosa è poco più che adolescente, e sembra intenzionata a voler seguire la madre nel mondo dello spettacolo. Questa, che condivide una grande somiglianza con la madre, è infatti già stata tra i protagonisti della recente serie L’Aquila – Grandi Promesse. E proprio per le caratteristiche in comune con la madre, ha avuto l’occasione di interpretare la versione adolescente del personaggio ricoperto dalla Gerini nel film L’esigenza di unirmi ogni volta con te.

Claudia Gerini: chi è il suo compagno

3. Ha un nuovo amore. Dopo aver divorziato dal marito, l’attrice ha avuto una relazione con Federico Zampaglione, noto per essere il cantante della band Tiromancino. I due sono stati legati dal 2005 al 2016, ed hanno avuto quella che è la seconda figlia dell’attrice. Soltanto di recente, invece, la Gerini ha rivelato il suo nuovo amore. Si tratta di Simon Clementi, imprenditore, conosciuto durante una vacanza. La loro relazione, inizialmente tenuta segreta, è stata descritta dall’attrice come una delle migliori cose successele nell’ultimo periodo.

Claudia Gerini: oggi

2. Ha numerosi progetti in cantiere. Ad oggi l’attrice sembra essere più prolifica che mai, e sono infatti diversi i film in cui sarà possibile vederla recitare prossimamente. Tra questi si annoverano l’atteso Diabolik con Luca Marinelli, la commedia Burraco fatale, Lasciarsi un giorno a Roma, diretto da Edoardo Leo, e poi l’annunciato Anna Rosenberg, dove interpreterà la protagonista, e infine sarà anche in Per tutta la vita, con Carolina Crescentini.

Claudia Gerini: età e altezza

1. Claudia Gerini è nata a Roma, Italia, il 18 dicembre del 1971. L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Claudia Cardinale: 10 cose che non sai sull’attrice

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Claudia Cardinale: 10 cose che non sai sull’attrice

Claudia Cardinale è una delle migliori attrici italiane che il cinema italiano, e internazionale, abbia potuto avere. Combattiva e versatile, ha sempre dato prova di essere un’eccellente attrice. Tra l’Italia e l’America, recitando con attori nazionali ed internazionali, ha sempre combattutto per essere indipendente e per dimostrare tutte le sue qualità recitative.

Ecco dieci cose che, forse, non sapevate di Claudia Cardinale.

Claudia Cardinale: età e film dell’attrice

1. Claudia Cardinale è nata a Tunisi. Claude Joséphine Rose Cardinale è nata il 15 aprile del 1938 a Tunisi da Francesco e Yolanda, figli di emigranti siciliani. Parla correttamente l’arabo, il francese e l’italiano, che imparerà a parlare bene solo verso la maggiore età ed una volta iniziata la carriera di attrice. Dopo aver studiato e aver preso il diploma, con l’idea di diventare una maestra, decide di partecipare al corto di un regista francese, René Vautier. In seguito appare nel film I giorni dell’amore di Jacques Baratier e nel 1957 vince il concorso per la più bella italiana di Tunisia. Vince, quindi, un viaggio a Venezia durante la Mostra del Cinema e le viene offerto di far parte del Centro Sperimentale di Cinematografia.

2. Debutta al cinema a vent’anni. Il primo film italiano al quale partecipa è I soliti ignoti. Il film era prodotto dalla Vides di Franco Cristaldi, che le propone un contratto esclusivo. I primi film la fanno conoscere agli occhi del mondo, eppure si trova sempre ad essere considerata per il suo corpo che non per le sue qualità recitative. Inoltre, non viene per nulla considerata alla stressa maniera di Sophia Loren o Gina Lollobrigida, trovandosi a combattere da sola il sistema. Il momento di rivalsa, avviene nel 1963, quando realizza Il Gattopardo di Luchino Visconti e di Federico Fellini.

3. I film di Claudia Cardinale. Tra i film per cui la Cardinale è più nota vi sono sono I soliti ignoti (1958), Un maledetto imbroglio (1959), Rocco e i suoi fratelli (1960), (1963), Il Gattopardo (1963), La Pantera Rosa (1963), Il magnifico cornuto (1964), Vaghe stelle dell’Orsa (1965), Una rosa per tutti (1966), C’era una volta il West (1968), Nell’anno del Signore (1969), Le avventure di Gerard (1970). Ha lavorato anche in Gruppo di famiglia in un interno (1974), Il comune senso del pudore (1976), Corleone (1978), Fitzacarraldo (1982), Enrico IV (1984), Claretta (1984), Il figlio della Pantera Rosa (1993), And Now… Ladies & Gentlemen (2002), Gebo e l’ombra (2012), Effie Gray – Storia di uno scandalo (2014), Tutte le strade portano a Roma (2016) e Nobili bugie (2018).

Claudia Cardinale in C’era una volta il West 

4. Ha accettato senza leggere la sceneggiatura. Per il ruolo di Jill McBain, originariamente Leone voleva affidare la parte all’attrice Sophia Loren. Tuttavia, temendo che questa avrebbe finito con l’influenzare le riprese del film con il suo carattere autoritario, preferì piuttosto assegnare il ruolo a Claudia Cardinale, conosciuta tramite amici. L’attrice, divenuta particolarmente popolare in quegli anni grazie a film come Il Gattopardo e 8½, si convinse a partecipare senza neanche il bisogno di leggere la sceneggiatura. La sua performance nel film contribuì ulteriormente alla sua popolarità internazionale, e le permise di diventare una delle icone cinematografiche italiane nel mondo.

5. La prima scena girata fu una scena d’amore. Arrivata sul set per le riprese del film, la Cardinale si trovò come prima scena a dover girare quella che la vede nuda insieme ad Henry Fonda mentre fanno l’amore. La cosa generò non poco imbarazzo nei due, appena conosciutisi, e a peggiorare le cose vi era il fatto che per Fonda si trattava della prima scena d’amore in tutta la sua carriera. Sua moglie, inoltre, insistette per essere sul set quel giorno, sia per controllare la situazione che per supportare il marito.

claudia cardinale

Claudia Cardinale in Il Gattopardo

6. Indossò un corsetto strettissimo per il film. In Il Gattopardo, tra i capolavori di Visconti, l’attrice interpreta il ruolo di Angelica Sedara. Secondo la Cardinale, il corsetto d’epoca che indossava durante le riprese era così stretto che il protagonista Burt Lancaster poteva circondarle la vita con le sue grandi mani, e che era così costrittivo da ferirle la carne così gravemente che decise di mostrare tutto ciò al regista Luchino Visconti, presumibilmente per ottenere la sua simpatia e dimostrare quanto dolore ha sopportato per rendersi credibile nel ruolo.

7. È stata doppiata in molte scene. All’epoca delle riprese l’attrice non parlava ancora molto bene l’italiano e ciò comportò il suo essere continuamente doppiata da altre attrici nei film in cui recitava. Sebbene dunque i dialoghi di Claudia Cardinale in Il Gattopardo siano stati principalmente doppiati da Solvejg D’Assunta, la sua voce originale può ancora essere ascoltata in alcune scene, in particolare quando lei e Alain Delon corrono per la casa vuota. Lì si può infatti sentire la sua risata profonda e cordiale, divenuta poi piuttosto caratteristica.

Claudia Cardinale: i figli e la sua vita privata

8. Ha avuto una storia tormentata con Franco Cristaldi. Il rapporto professionale con il produttore Franco Cristaldi divenne poi anche personale. La Cardinale era però consapevole che questo legame non avrebbe avuto prospettive di ufficializzazione e, almeno per un certo periodo, era dolorosamente consapevole di rappresentare lo stereotipo dell’avventura del produttore con l’attrice. In seguito ha sostenuto di non essersi mai sentita davvero la compagna di Cristaldi, perché è sempre stata in una posizione subordinata rispetto al produttore. I due hanno condotto vite separate, tranne che durante brevi viaggi, e lei non l’ha mai chiamato Franco, ma solo Cristaldi. Infine la crescente insofferenza di lei portò alla rottura

9. È stata a lungo compagna di Paquale Squitieri. Nel 1974, la Cardinale lavora con il regista Pasquale Squitieri per il film I guappi. Inizialmente i due mal si sopportano, ma allo stesso tempo si attraggono. Contro ogni aspettativa, tra i due nasce una magnifica storia d’amore, un fidanzamento che ufficializzano nel 1975 senza, però, mai sposarsi. Cristaldi si vendica e le fa terra bruciata attorno, cercando di impedire gli ingaggi e certo che mai nessuno si sarebbe messo contro un produttore potente tanto quanto lui. Da squitieri l’attrice ha poi avuto la sua seconda figlia, dal suo stesso nome: Claudia. E non è stato scelto a caso: conscio del fatto che non si sarebbero mai sposati, Squitieri scelse il nome della madre perché si sarebbe chiamata Claudia Squitieri, come se i due genitori si fossero sposati.

Claudia Cardinale: oggi

10. Continua a recitare. All’età di 83 anni la Cardinale si dimostra instancabile, continuando a recitare in diversi progetti. Recentemente infatti, ha recitato nella serie francese Bulle nel ruolo di Marthe, una delle protagoniste. Ha poi preso parte al film crime Rogue City, disponibile su Netflix. Da poco ha terminato le riprese di The Island of Forgiveness, ambientato a Djerba, in Tunisia. Prossimamente, invece, dovrebbe prendere parte all’annunciato film Piccolina bella. Negli ultimi anni, inoltre, la Cardinale si è dedicata molto al teatro, frequentando il palcoscenico con grande costanza.

Fonti: IMDb

Claudia Cardinale, l’indomabile, tra Roma e New York, l’omaggio del MoMA

Cosa pensiamo quando guardiamo Claudia Cardinale? È la stessa Diva a chiedercelo, nel trailer del cortometraggio che la vede protagonista, di nuovo davanti alla macchina da presa a 84 anni, in questo caso quella di Manuel Maria Perrone. Solo l’ultima apparizione – per ora – di una carriera lunga oltre 70 anni che nei prossimi giorni (dal 3 al 21 febbraio) verrà celebrata dal MoMA di New York con Claudia Cardinale, l’indomabile, una retrospettiva organizzata insieme a Cinecittà di una ventina dei suoi film più celebri. Tra i quali spiccano i 12 restauri in 4K realizzati dai laboratori degli Studios romani, presentati dalla Presidente Chiara Sbarigi, “orgogliosa” del lavoro fatto e convinta che la presenza dell’attrice avrà un “valore eccezionale” per il pubblico statunitense che parteciperà all’evento.

L’omaggio del MoMa

“Celebrare un’attrice vivente è un omaggio straordinario che il MoMA ha dedicato a pochissimi eletti – spiega Joshua Siegel, senior curator del dipartimento cinema del Museum of Modern Art. – Siamo entusiasti di ammirarla nei suoi lavori italiani e internazionali, che daranno al nostro pubblico la possibilità di ritrovarla o scoprirla per la prima volta, grazie alla collaborazione con Cinecittà che, ogni anno, ci consente di proporre il meglio della produzione culturale italiana, in versioni restaurate magnificamente”.

“Uno splendido omaggio”, come lo definisce la stessa Claudia Cardinale, che si aprirà proprio con La ragazza di Bube di Luigi Comencini, che tra i suoi tantissimi “figli” rappresenta in maniera evidente “quel lato indomabile” del carattere dell’attrice, “cui ho sempre voluto dare ascolto e che mi ha permesso di vivere emozioni grandissime”, come dice lei. Che continua: “Sentire che sono ancora nei pensieri degli spettatori di tutto il mondo, mi emoziona e mi dona gioia e energia”, e si proietta al futuro con i suoi progetti, condiviso con i figli Claudia e Patrick, di “una Fondazione a mio nome e di aprire la nostra casa ad artisti provenienti da tutto il mondo”.

Il racconto della figlia, Claudia Squitieri

“Una fondazione che continui a portare nel mondo l’immagine di mamma, ma anche le sue battaglie e il suo impegno in difesa delle donne e dell’ambiente”, come dice la figlia Claudia. Che l’accompagnerà nella Grande Mela e che ha curato il libro edito da Cinecittà ed Electa che porta lo stesso titolo dell’omaggio, Claudia Cardinale, l’indomabile. Un libro non solo fotografico, ma tutto da scoprire, ricco di contributi, pubblici e privati, legati dal fil rouge di quella “indomabilità” che accompagna la Diva dalla sua Tunisia ai primi successi, alla Mostra di Venezia e al Festival di Cannes, dal matrimonio con Franco Cristaldi all’amore con Pasquale Squitieri. Che Luchino Visconti riconobbe, definendo la Cardinale “una splendida gatta soriana, che per il momento graffia i cuscini del salotto…” e prevedendo: “Ci si accorgerà che Claudia è una tigre”.

“Mamma sta benissimo, e ancora oggi è indomabile, dice ancora Claudia Squitieri. – Io stessa sono figlia di un incontro, di un atto di grande indomabilità tra indomabili. Quella sua parte selvaggia che i registi avvertivano e la invitavano a esprimere”. “E’ stato un lavoro su molti livelli – aggiunge, spiegando l’impegno che ha richiesto la realizzazione di questo percorso. – Decidere di fare un libro su mia madre, accompagnala nel processo, aveva tanti risvolti”. Come il vivere la vita che ha vissuto, o l’essere la figlia di Claudia Cardinale…

“E’ complicato – prosegue. – Questa situazione era la normalità. Ci sono cresciuta. Ed è stato un comprenderla sempre meglio più che un confrontarmici. Dalla nascita ero in una casa dove ogni tanto si faceva la pastasciutta e ogni tanto si andava al Festival di Cannes. Ci ho messo anni a capire cose fosse l’alterità, un percorso di comprensione delle cose che non è stato violento. E questo libro ha sicuramente contribuito a capire da dove venissimo e le nostre dinamiche familiari”.

Il ricordo delle origini e l’amore

Ovviamente traspare l’intenzione di “omaggiare papà, anche attraverso questo libro”, risponde la Squitieri a chi le cita il padre Pasquale. “Quando si sono incontrati le avevano fatto terra bruciata intorno, la chiamavano anche di meno, d’altronde dopo la separazione da Cristaldi nessuno osava metterselo contro… – ricorda. – Zeffirelli le diede una parte nel suo Gesù di Nazareth, come poi Comencini ne La storia; fu un momento difficile, di poco lavoro, del quale però ha approfittato. Anni complicati nei quali si stava divertendo con papà”.

“Si sono influenzati a vicenda, ma erano come l’acqua e l’olio. Lei, gentile, lui ‘denso’, pur se simpaticissimo – continua. – Il loro era uno scambio molto profondo, che non si vedeva tanto. E che papà mi svelò nello sue ultime ore di vita, in un momento di forze. Mi disse: ‘dì a claudia che veniamo dal Sud’ e io ci ho messo un po’ a capire meglio cosa intendesse. L’ho fatto quando è iniziata questa avventura, per lui il Sud era questo senso di libertà della gente per la strada, come il paesaggio, le città appartengano alla gente. Il modo in cui mamma ha attraversato la vita ha a che vedere con questa visione. Una cosa che avevano in comune, una stessa radice”.

Claudia Cardinale saluta il pubblico

I FILM DELLA RETROSPETTIVA DEL MOMA DI NEW YORK

  • La ragazza di Bube, regia di Luigi Comencini (1963)
  • Un maledetto imbroglio, regia di Pietro Germi (1959)
  • La ragazza con la valigia, regia di Valerio Zurlini (1961)
  • Rocco e i suoi fratelli, regia di Luchino Visconti (1960)
  • Il bell’Antonio, regia di Mauro Bolognini (1960)
  • La viaccia, regia di Mauro Bolognini (1961)
  • Senilità, regia di Mauro Bolognini (1962)
  • Il Gattopardo, regia di Luchino Visconti (1963)
  • Vaghe stelle dell’Orsa…, regia di Luchino Visconti (1965)
  • I professionisti (The Professionals), regia di Richard Brooks (1966)
  • C’era una volta il West, regia di Sergio Leone (1968)
  • Il magnifico cornuto, regia di Antonio Pietrangeli (1964)
  • Piano, piano non t’agitare! (Don’t Make Waves), regia di Alexander Mackendrick (1967)
  • Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata, regia di Luigi Zampa (1971)
  • L’udienza, regia di Marco Ferreri (1972)
  • Libera, amore mio!, regia di Mauro Bolognini (1975)
  • L’estate prossima (L’été prochain), regia di Nadine Trintignant (1985)
  • Atto di dolore, regia di Pasquale Squitieri (1990)
  • 8½, regia di Federico Fellini (1963)
  • Twice Upon a Time in the West, regia di Boris Despodov (2015)
  • Gebo e l’ombra, regia di Manoel de Oliveira (2012)
  • Enrico IV, regia di Marco Bellocchio (1984)

Claudia Cardinale racconta African Cats

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Uscirà il prossimo 22 luglio “African Cats”, il nuovo documentario della Disneynature, la cui voce narrante è di Claudia Cardinale che, presentando oggi il documentario, ha dichiarato

Claudia cardinale madrina del cinema gay

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Torino ha ospitato dal 15 al 22 aprile la venticinquesima edizione di Da Sodoma ad Hollywood, il festival internazionale di cinema dedicato a tematiche omosessuali, che è stato tenuto a battesimo da una madrina d’eccezione, Claudia Cardinale, interprete di uno dei film presentati, Le fil di Mehdi Ben Attia, esordiente regista tunisino che si interroga sui rapporti tra modernità e tradizione, spesso laceranti, nel suo Paese.

Classici fuori Mostra: prosegue con Raining in the Mountain e Miracolo a Milano

Prosegue in questo weekend – dopo il successo di pubblico delle prime proiezioni – la rassegna di film classici restaurati della Biennale di Venezia intitolata Classici fuori Mostra, che si tiene ogni venerdì e sabato fino al 30 agosto alla nuova Arena Giardini della Biennale.

Venerdì 7 agosto, alle ore 21, sarà proiettato Miracolo a Milano (1951, 100’) di Vittorio De Sica, con Francesco Golisano, Emma Gramatica, Paolo Stoppa, Guglielmo Barnabò, Brunella Bovo.  Restauro curato da Cineteca di Bologna e Compass Film.

Allevato dalla buona Lolotta (Emma Gramatica) e poi cresciuto in riformatorio, Totò (Francesco Golisano) va a vivere con altri barboni in un campo di periferia, dove un giorno si trova il petrolio. Il proprietario del terreno manda la polizia per scacciare i vagabondi, ma lo spirito di Lolotta aiuterà Totò in un modo del tutto inaspettato.

Palma d’Oro al Festival di Cannes, adattamento del romanzo Totò il buono di Cesare Zavattini, Miracolo a Milano è un “racconto utopico che contrappone uno spazio di umanesimo, di calore e di fantasia alla protervia di una modernità selvaggia” (Stefania Parigi). All’epoca scontentò sia la destra per i suoi risvolti ribelli (titolo provvisorio: I poveri disturbano), sia la sinistra per l’abbandono dei moduli stilistici del neorealismo.

Sabato 8 agosto, sempre alle ore 21, verrà presentato Raining in the Mountain (Pioggia opportuna sulla montagna vuota, 1979, 120’) di King Hu, con Hsu Feng, Sun Yueh, Shih Chun;  Hong Kong/Taiwan. Restauro curato dal Taiwan Film Institute.

In un monastero dove si aspetta la nomina del nuovo abate, due fazioni di ladri si contendono una preziosa pergamena.

Girato in Corea, Raining in the Mountain è uno dei capolavori più noti di King Hu, Maestro del cinema di arti marziali di Hong Kong, con le inconfondibili e fulminanti coreografie e  il consueto splendore formale. “Bellezza plastica di scenari e ambienti con la cui topografia coincide la messa in scena, costumi e arredi arcaici non di rado autentici, usanze, riti, combattimenti come balletti acrobatici, ispirati all’Opera di Pechino più che alle arti marziali, e tanti altri elementi che vengono dall’immaginazione cinese tradizionale e la ricreano, in una grande sintesi visiva e gestuale” (G. Volpi). 

Il programma dei prossimi Classici fuori Mostra

Le proiezioni si terranno alle ore 21

14 agosto

THE GO-BETWEEN (Messaggero d’amore) di Joseph Losey

con Julie Christie, Alan Bates, Margaret Leighton, Michael Redgrave, Dominic Guard, Michael Gough, Edward Fox, Richard Gibson; GB, 1971, 110’

Restauro curato da StudioCanal

“Terzo film del sodalizio tra Losey e Harold Pinter, e il più complesso. Arriva alla semplicità attraverso l’artificio più raffinato” (M. Morandini). “La sceneggiatura di Pinter è un meticoloso ritratto dell’educazione all’esistenza e al dolore, contrappuntato, in un magistrale montaggio sonoro e visivo, dai ricordi di due vecchi. Incantevoli le scene di vita associata (la preghiera comune prima di colazione, la partita di cricket, il taglio della torta di compleanno) che descrivono con inedita incisività usi e costumi di una un mondo trapassato” (G. Volpi). Palma d‘Oro al festival di Cannes.

15 agosto

KANAL (I dannati di Varsavia) di Andrej Wajda

con Teresa Izewska, Tadeusz Janczar, Wienczyslaw Glinski, Tadeusz Gwiazdowski, Stanislaw Mikulski;  Polonia, 1957, 95’

Restauro curato da Malavida Films

Da uno dei registi più amati da Martin Scorsese, un film che “non è, come si scrisse, un dramma sull’eroismo inutile della tradizione polacca. L’originalità di Wajda consiste nel porsi nella cerniera tra storia personale e storia nazionale dove i dati esistenziali (l’angoscia morale, il disfacimento della morte, la paura) si fanno razionali, costantemente visti in una dimensione politica e civile” (M. Morandini).

21 agosto

DANS LA VILLE BLANCHE (Nella città bianca) di Alain Tanner

con Bruno Ganz, Teresa Madruga, Julia Vonderlinn, José Carvhalo; Svizzera/Portogallo, 1982, 107’

Restauro curato dall’Association Alain Tanner e Cinémathèque Suisse

“All’inizio del film, Ganz fa notare alla cameriera che l’orologio del bar non segna l’ora giusta. Lei risponde: “L’orologio è giusto. È il mondo che è sbagliato”. Ed è con questa sensazione che il mondo sia fuori posto che il protagonista vive la sua solitudine urbana, usando la sua macchina da presa per registrare frammenti di realtà che spedisce alla moglie, gironzolando a caso come se si aspettasse di essere catturato dalla realtà, di essere assorbito in essa” (Frédéric Bas). “Blues sul mare e su Lisbona, un film sul tempo e sullo spazio (dunque, sul cinema) in cadenze di sogno a occhi aperti” (M. Morandini)

22 agosto

DETOUR (Deviazione per l’inferno) di Edgar G. Ulmer

con Tom Neal, Ann Savage, Claudia Drake, Edmund MacDonald; USA, 1945, 67’

Restauro curato da Academy Film Archive e Film Foundation, in collaborazione con Cinémathèque Royale de Belgique, Museum of Modern Art e Cinémathèque Française, con finanziamenti per il restauro forniti da George Lucas Family Foundation

“Realizzato in 6 giorni, con tutte le scene in strada girate in trasparente, da un regista viennese, maestro indiscusso del B movie hollywoodiano a basso costo, divenne il film di culto più famoso della categoria del cinema povero” (M. Morandini). “Uno di quei piccoli capolavori che venivano dalla più libera produzione di serie B, in cui l’assenza di mezzi si fa stile, ricerca di un clima e di un taglio originale. Nel film di Ulmer, la ricerca dell’insolito sfocia nell’incubo e nell’onirico, se non nell’assurdo alle soglie di Kafka” (G. Volpi)

29 agosto

L’APE REGINA – UNA STORIA MODERNA di Marco Ferreri

con Ugo Tognazzi, Marina Vlady, Walter Giller, Linda Sini, Riccardo Fellini;  Italia/Francia, 1963, 93’

Restauro curato da Cineteca di Bologna

“Denunciato e sequestrato dalla censura che impose tagli, modifiche ai dialoghi e l’uscita con un titolo diverso, è un grottesco paradossale sulla famiglia, il matrimonio e l’ideologia clerical-borghese che impregnano l’Italia. Divertente e quietamente feroce” (M. Morandini). “Umorismo nerissimo e un agghiacciante senso di morte – dell’anima, del corpo e dei sensi: uno dei film più riusciti di Ferreri” (P. Mereghetti).

30 agosto

TONI di Jean Renoir

con Charles Blavette, Jenny Hélia, Célia Montalvan, Edouard Delmont;  Francia, 1935, 84’

Restauro curato da Gaumont

“Un mondo di patriarchi e di capimastri, un mondo in cui l’arcaico – il soldo, la roba, la terra – s’intreccia con le forme di sfruttamento attuali. E il sesso è ossessione, passione, eros a fior di pelle, in un incrociarsi di destini che spingeranno Toni a pagare per un delitto che non ha commesso. Quello di Renoir è uno stupendo mélo proletario, possente e vero” (G. Volpi). Uno dei più possenti film di Renoir degli anni Trenta.

Classici Disney: i duelli più belli tra eroi e villain

Classici Disney: i duelli più belli tra eroi e villain

I Classici Disney sono celebri per le principesse, le avventure, le magie, gli eroi, tuttavia anche i duelli e le lotte corpo a corpo degli eroi contro i villain rappresentano una parte avvincente di queste storie immortali, e di seguito, ecco i duelli più belli tra eroi e villain mai visto al cinema nei Classici Disney.

Tarzan vs Clayton

Uno dei migliori combattimenti Disney arriva alla fine di Tarzan, quando l’eroe cresciuto nella giungla si scontra con Clayton. Dopo che Clayton spara e uccide Kerchak, Tarzan si infuria e cerca di combattere per salvare la sua famiglia di scimmie dal cacciatore, il che porta a un acceso combattimento trai due.

Il modo in cui viene raccontata la battaglia, che si avvale delle ombre e dell’oscurità, rende lo scontro epico e indimenticabile. Il tutto è reso ancora più intenso dalla brutalità della morte di Clayton, quando finisce impigliato e impiccato alle liane. Tale brutalità non si vede molto spesso nei film Disney!

Quasimodo vs Frollo

Il Gobbo di Notre Dame è un film Disney incredibilmente sottovalutato che presenta molti momenti incredibili. Ha personaggi e musica fantastici, e culmina in una delle più grandi scene di combattimento della Disney, quella tra Quasimodo e Frollo.

Avendo luogo in cima al campanile con la città in fiamme ai loro piedi, già gode di uno scenario mozzafiato, tuttavia la lotta in sé è davvero emozionante. Mentre si accapigliano, cercando disperatamente di non precipitare verso la morte, e c’è un sentimento di paura autentico, che rende lo scontro ancora più epico.

Scar vs Simba

Il fatto che questa scena di combattimento sia il grande momento de Il Re Leone, uno dei film più iconici della Disney aiuta sicuramente, ma la grande battaglia tra Scar e Simba è certamente epica. Mentre l’intera lotta, in generale, è di grande intrattenimento, con le iene che cercano di mantenere la propria posizione, è lo scontro trai due leoni che calamita l’attenzione dello spettatore, grande o piccolo che sia.

Con uno scenario di fuoco che incornicia alla perfezione la scena, Simba è stato finalmente in grado di vendicare il padre per le azioni di Scar di tanti anni prima. Le bugie di Scar sono state rivelate al resto del branco e lo scontro trai due, con il trionfo di Simba, non può essere dimenticato.

Baymax & Co vs Robert Callaghan

Considerando che Big Hero 6 è la versione Disney di un film di supereroi, non sorprende che possa presentare una scena di combattimento davvero fantastica. Robert Callaghan, che sfrutta al massimo la tecnologia che ha rubato, ha dimostrato di essere un avversario molto duro per Baymax e la sua squadra.

Lo scontro si conclude con una battaglia incredibile, in cui ogni supereroe ha la possibilità di mostrare le proprie abilità individuali, mentre alla fine lavorano insieme per superare la situazione. È una battaglia colorata e vibrante, incredibile da guardare.

Filippo vs Malefica

I film delle Principesse Disney potrebbero non essere i primi film con combattimenti epici che vengono in mente, tuttavia, La Bella Addormentata nel Bosco fa eccezione e mostra il più grande e bel combattimento tra villain ed eroe a memoria di Classici Disney. Non solo la scena è grandiosa, ma si svolge anche coinvolgendo uno dei migliori villain della storia della filmografia della Casa di Topolino.

L’incredibile combinazione di colori di questa scena, mentre il Principe Filippo guarda coraggiosamente la bestia nera e viola, è quella che rimane impressa nella storia del cinema. È una scena classica, sicuramente una che il pubblico ricorda, e questo la rende a mani basse la migliore scena di combattimento della Disney.

Classic Monsters: la Universal ingaggia un nuovo sceneggiatore

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Lo scorso mese, la Universal aveva ingaggiato lo sceneggiatore di Prisoners, Aaron Guzikowski per lavorare alla sceneggiatura del reboot di The Wolf Man, appartenente al rilancio del loro universo cinematografico dedicato ai Classic Monsters. Adesso, Deadline riporta che la grande major ha ingaggiato un nuovo sceneggiatore: si tratta dai Jay Basu, co-sceneggiatore di Monsters: Dark Continent. Al momento non sappiamo a quale pellicola lavorerà Basu, ma vi terremo aggiornati.

Ricordiamo che Alex Kurtzman (Star Trek Into Darkness) e Chris Morgan (Fast & Furious) hanno il compito di supervisionare i collegamenti tra i vari film all’interno del progetto. La prima pellicola di questa nuova operazione è stata Dracula Untold con Luke Evans; il prossimo film in calendario sarà il reboot de La Mummia, che uscirà al cinema il 24 giugno 2016.

Fonte: CBM

Class Enemy recensione del film di Rok Biček

Class Enemy recensione del film di Rok Biček

Class EnemyLa normale vita di una classe superiore slovena viene improvvisamente stravolta dall’arrivo del professore Zupan, freddo e intrasigente insegnate di tedesco che non esita ad applicare fin da subito una rigorosa disciplina che lo rende subito nemico degli scolari. Quando una delle allieve si suicida improvvisamente, subito l’intera classe non esita ad accusare il nuovo professore, ingaggiando una vera e propria guerra fredda fatta di provocazione ed insubordinazione, contrastandone i metodi e l’apparente mancanza di umanità. Vincitore del premio FEDORA alla Settimana Internazionale della Critica a Venezia 2013, Class Enemy si presenta come il folgorante esordio alla regia del ventottenne Rok Biček, una tesissima parabola sull’eterno rapporto alunno-insegnate in cui il fronte di battaglia va al di là delle semplici dispute generazionali, aprendosi al difficile tema della responsabilità all’educazione e al modo di affrontare un lutto. La perfetta sceneggiatura, scritta a quattro mani da Biček e Nejc Gazvoda, dipinge perfettamente in ogni minimo particolare il microcosmo di classe in cui sono presenti tutte le diverse sfumature archetipiche, come il secchione che mai osa opporsi all’autorità, il ribelle nemico del sistema educativo,, lo straniero che mai si è ambientato e il leader fragile e spavaldo. Basta il terribile atto di suicidio apparentemente immotivato di una compagna, che per altro nessuno pare conoscere a fondo, a scatenare una rappresaglia contro il nuovo arrivato, un professore severo accusato di aver istigato la giovane al gesto. Ma sarà davvero così, o si tratta di un seplice pretesto? Il tira e molla fra le due fazioni diventa interminabile, reso in maniera impeccabile dall’uso di serafici piani sequenza e macchina a mano che si uniscono alle perfette interpretazioni dei ragazzi, attraverso dialoghi taglienti che non fanno altro che saturare di tensione al vetriolo ogni singola sequenza nel lento ed inesorabile procedere della pellicola. Su tutti campeggia la bravura di Igor Samobor, mostro sacro del teatro sloveno, qui perfetto nel ruolo del temibile professore dalla inossidabile scorza ma che cela dietro di sé forse qualcosa di più di ciò che appare. I versi di Thomas Mann e di Tonio Kröger sull’indifferanza alla morte accompagnano in sottotrama gli avvenimenti, così come le velate denuce di nazismo e di plutocrazia che vengono rivolte all’insegnate, temi profondi che diventano realtà ma forse solo pretesto. Senza servirsi di alcun accompagnamento musicale, fatta eccezione che per una sinfonia di Mozart che fa da fil rouge agli accadimenti, Biček prende per mano lo spettatore e senza avvalersi di barocchismi di sorta, con l’ausialio di un minimalismo sconcertante ma efficace egli è capace di raccontare una storia emozionate di colpe ed accuse apparenti, di morte e vita, di condivisione e di conflitti che accompagnano adolscenti ed adulti in un viaggio di crescita e maturazione mai del tutto conlcuso. Chi è vermaente colpevole? Qual è, se esiste, la colpa? La sfinda è aperta!

Clarks 3: la prima foto dal set del film di Kevin Smith

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Clarks 3: la prima foto dal set del film di Kevin Smith

Kevin Smith ha fornito un aggiornamento importante delle riprese dal set di Clerks 3 e ha pubblicato, mettendole a confronto, le foto di Clerks 2 del 2006 e quella del film in produzione, con i protagonisti riuniti. Clerks 3 reintrodurrà al pubblico Dante (Brian O’Halloran) e Randal (Jeff Anderson). Anche Rosario Dawson e Trevor Fehrman riprenderanno i loro ruoli di Becky ed Elias, da Clerks 2.

La trama di Clerks 3 si concentrerà su Randal, una volta solo il caustico aiutante, quando subisce un grave attacco di cuore. Dopo l’esperienza di pre-morte, Randal si propone di documentare le esperienze sue e di Dante mentre lavorano come commessi. L’esperienza di Randal come dipendente del RST Video sarà sicuramente utile nella sua incursione nel cinema. La storia è in gran parte autobiografica per il regista, visto che come sappiamo e come lui stesso ha condiviso sui social, Smith è quasi morto per un attacco di cuore nel 2018.

Kevin Smith ha aggiornato i suoi fan su Twitter, condividendo una foto comparativa del cast sul set di Clerks 2 del 2006 e del gruppo ora, sul set di Clerks 3. Le riprese del film sono iniziate il 2 agosto, per coincidenza, nel giorno del 51° compleanno del regista, e le cose sembrano andare a gonfie vele. Ecco l’immagine:

Clark Gregg: 10 cose che non sai sull’attore

Clark Gregg: 10 cose che non sai sull’attore

Clark Gregg è uno di quegli attori che diventano subalterni al personaggio che li ha resi celebri. Nel caso di Gregg si tratta dell’agente dello S.H.I.E.L.D. Phil Coulson, apparso tanto al cinema quanto in televisione. Negli anni però l’attore ha saputo distinguersi partecipando anche ad importanti film d’autore, distinguendosi per la sua versatilità.

Ecco 10 cose che non sai su Clark Gregg.

Clark Gregg: i suoi film

1. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore ha esordito al cinema con il film Le cose cambiano (1988), per poi recitare in L’ombra di mille soli (1989), Sotto il segno del pericolo (1994), I soliti sospetti (1995), Il prigioniero (1997), Magnolia (1999), Hollywood, Vermont (2000), A.I. – Intelligenza Artificiale (2001), One Hour Photo (2002), Spartan (2004), Chiamata da uno sconosciuto (2006), Soffocare (2008) e Iron Man (2008), dove interpreta per la prima volta il personaggio che lo renderà celebre. Gregg recita poi nei film (500) giorni insieme (2009), Iron Man 2 (2010), Thor (2011), I pinguini di Mr. Popper (2011), The Avengers (2012), Un giorno come tanti (2013), La legge della notte (2016) e Captain Marvel (2019), dove riprende il ruolo dell’agente Coulson.

2. È celebre per alcune serie TV. Nel corso della sua carriera l’attore ha preso parte a diversi progetti televisivi, come le serie Law & Order (1991), Le avventure del giovane Indiana Jones (1993), Sex and the City (2000), West Wing – Tutti gli uomini del Presidente (2001-2004), Will & Grace (2003), e The Shield (2004). Gregg interpreta poi il ruolo dell’agente Coulson anche in televisione, come protagonista della serie Agents of S.H.I.E.L.D. (2013-in corso).

3. Si è distinto come regista. Gregg ha debuttato alla regia con il film Soffocare, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore Chuck Palahniuk. Interpretato da Sam Rockwell, il film racconta le vicende di Victor Mancini, diviso tra il rapporto con la madre, ricoverata in una costosa clinica, e il suo metodo per guadagnare soldi: fingere di soffocare mentre mangia in ristoranti esclusivi.

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Clark Gregg è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 1,2 milioni di persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma particolarmente numerose sono anche le immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Clark Gregg ha un profilo Twitter

5. È presente sul noto social network. L’attore possiede un proprio account personale anche su Twitter, dove ha un totale di 725 mila follower. Qui Gregg è solito condividere notizie sui propri progetti futuri, ma anche scambiare opinioni con i propri fan o colleghi. Non mancano inoltre curiosità da lui ricondivise.

Clark Gregg ha una moglie

6. È sposato con una nota attrice. Il 21 luglio del 2001 l’attore sposa Jennifer Grey, attrice nota per il ruolo di “Baby” nel film Dirty Dancing. Nel dicembre dello stesso anno nasce la loro prima figlia, chiamata Stella. La coppia si è negli anni dimostrata piuttosto riservata circa la loro vita sentimentale, tenendo questa lontano dai social network.

Clark Gregg canta Toxic

7. Si è esibito in una lip-sync battle. L’attore ha lasciato tutti senza parole quando nell’aprile del 2016 si esibì in una lip-sync battle, reinterpretando la canzone Toxic di Britney Spears. Vestito da hostess, Gregg ha dato vita ad una grande performance, con tanto di esibizione coreografica.

Clark Gregg in Agents of S.H.I.E.L.D.

8. Nella nuova stagione interpreterà un personaggio inedito. La serie sembrava essersi conclusa con la quinta stagione, ma Gregg ha annunciato che sono in lavorazione altre due stagioni brevi. In queste, tuttavia, l’attore non riprenderà il ruolo dell’agente Coulson, e si è dichiarato entusiasta da ciò che hanno pensato per lui gli sceneggiatori, affermando che per il pubblico potrebbe risultare inquietante.

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Clark Gregg in Captain Marvel

9. È stato ringiovanito digitalmente. Per riprendere il ruolo dell’agente Coulson nel film Captain Marvel, l’attore ha dovuto essere ringiovanito digitalmente. Gregg ha raccontato di aver inviato diverse sue foto anni ’90 alla produzione, che le ha studiate per riprodurne le sembianze nel film.

Clark Gregg età e altezza

10. Clark Gregg è nato a Boston, Stati Uniti, il 2 aprile 1962. L’altezza complessiva dell’attore è di 175 centimetri.

Fonte: IMDb

Clark Gregg in cerca di fiducia

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Nuovo lavoro per Clark Gregg, all’insegna del completo ‘faidate’: l’agente Coulson degli Avenger sarà infatti produttore, regista e protagonista di Trust Me. Le riprese, secondo quanto annunciato dallo stesso Gregg, sono appena cominciate e vedono impegnati sul set Sam Rockwell, Amanda Peet, Paul Sparks, Felicity Huffman, William H. Macy, Allison Janney, Molly Shannon e Niecy Nash. Protagonista di Trust Me è un ex giovanissimo attore, che ora lavora come agente per altre giovani star, che si imbatte un bambino prodigio di 13 anni,  tentando di lanciare la sua carriera con un accordo milionario, cercando nel frattempo di impedire al suo padre alcolizzato di rovinare tutto. Gregg e Rockwell hanno già lavorato insieme con successo in Choke, adattamento dell’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk.

Fonte: Empire

Clark Gregg entra in Labor Day

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L’attore di Boston, che dopo una carriera ultraventennale è arrivato alla notorietà grazie al ruolo dell’agente Coulson nei due film di Iron Man, in Thor e in Avengers, entra nel cast del nuovo film di Jason Reitman, a fianco di Kate Winslet, Josh Brolin, James Van Der Beek, Maika Monroe, Gattlin Griffith e Tom Lipinski.

La vicenda di Labor Day ruoterà attorno a una madre (Winslest) che cerca di rifarsi una vita assieme al figlio (Griffith) dopo il divorzio; a complicare le cose sarà l’incontro con il personaggio intepretato da Brolin, che si scoprirà essere un evaso; ma invece di costituire una minaccia, il nuovo arrivato finirà col diventare per il ragazzo una sorta di sostituto paterno. Il ruolo coperto da Gregg non è ancora chiaro; le riprese comincetanno il prossimo mese. Gregg apparirà prossimamente in Much Ado About Nothing (adattamento dello shakespeariano Molto rumore per nulla), ancora una volta per la regia di Whedon, in The To-Do List, a fianco di Rachel Bilson per la regia di Maggie Carey.

Fonte: Empire

Clarice: su Rai2 l’attesa serie tv sequel de Il silenzio degli Innocenti

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Arriva su Rai2 l’attesissima serie tv Clarice, sequel del celebre film “Il silenzio degli Innocenti”. Il debutto italiano è previsto il 9 aprile alle 22.05 in esclusiva su Rai2, con i primi due episodi, in prima visione assoluta.

A trent’anni dall’uscita della pellicola che ha segnato la storia del cinema, la serie tv prodotta dalla MGM Television è stata trasmessa per la prima volta su CBS giovedì 11 febbraio negli Stati Uniti.

A ricoprire il ruolo di Clarice, per cui Jodie Foster conquistò uno dei cinque Premi Oscar del film, è la giovane Rebecca Breeds. Al suo fianco, Michael Cudlitz nel ruolo di Paul Krendler, Lucca de Oliveira di Tomas Esquivel, Kal Penn di Shaan Tripathi, Nick Sandow dell’agente Clarke, Devyn Tyler nei panni dell’amica Ardelia Mapp, Marnee Carpenter di Catherine Martin e Jayne Atkinson di Ruth Martin.

La storia è ambientata nel 1993, un anno dopo gli eventi de “Il silenzio degli innocenti”. Brillante e vulnerabile, Clarice ritorna ad occuparsi di serial killer e predatori sessuali. Il suo coraggio le dà una luce interiore in grado di affrontare i più pericolosi mostri e criminali. Ben presto si accorgerà che non tutto è come sembra. In una Washington livida e piovosa, dominata dagli affari della politica, Clarice si muove in un ambiente di lavoro fortemente maschilista. A sostenerla, il bisogno di sfuggire dagli inquietanti segreti di famiglia che l’hanno perseguitata per tutta la vita.

Clarice, la serie tv

Produttori esecutivi della serie sono Alex Kurtzman, Jenny Lumet, Elizabeth Klaviter e Heather Kadin. Clarice è prodotta da MGM Television e CBS Studios in associazione con Secret Hideout ed è distribuita a livello internazionale da MGM.

Prime episodi

Nel primo episodio, è passato un anno dall’uccisione di “Buffalo Bill” e l’agente dell’FBI Clarice Starling deve essere valutata da un analista che ha il compito di stabilire se dopo i fatti traumatici di cui è stata protagonista può essere riammessa al lavoro sul campo. Ruth Martin, la madre di Catherine, la ragazza scampata alla morte grazie a Clarice, è diventata Procuratore Generale degli Stati Uniti e convoca Clarice a Washington per inserirla in una task-force contro i crimini violenti – VICAP – guidata dall’agente Krendler.

Nel secondo episodio, nel Tennessee un agente dell’ATF viene ferito mentre presenta un mandato per la perquisizione di una comunità di recupero gestita da un estremista pericoloso. Sul punto di essere buttata fuori dalla squadra per insubordinazione, Clarice viene coinvolta nelle trattative dal capo del gruppo sotto assedio. Durante la permanenza all’interno, Clarice scoprirà che la comune non è affatto quel che sembra e che per venirne a capo dovrà fare i conti col proprio passato.

Clara Soccini: 10 cose che forse non sai sull’attrice e cantante

Clara Soccini: 10 cose che forse non sai sull’attrice e cantante

Sono bastati pochi anni a Clara Soccini per affermarsi come una delle cantanti del momento, grazie ad una voce che sa distinguersi e conquistare. In gara nell’edizione 2024 del Festival di Sanremo, la giovane è però divenuta estremamente popolare anche grazie alla serie Mare fuori, grazie alla quale si è cimentata anche come attrice. Considerando che la sua fama sembra dunque destinata a crescere, ecco allora 10 cose da sapere su Clara Soccini.

Clara Soccini e i suoi lavori da attrice

1. Ha recitato nella celebre serie Mare fuori. Il primo, e ad oggi unico, lavoro come attrice di Clara Soccini è quello per la popolare serie Rai Mare fuori. Qui interpreta Giulia, nota con il nome d’arte di Crazy J. Soccini è entrata a far parte della serie a partire dalla terza stagione, affermandosi come un personaggio particolarmente problematico e che spesso e volentieri assume un ruolo da antagonista, pur manifestando fragilità e sofferenze passate. Soccini ha poi ripreso il ruolo anche per la quarta stagione, tornando dunque a recitare accanto ai colleghi Massimiliano Caiazzo, Maria Esposito, Lucrezia Guidone, Matteo Paolillo e Artem.

Clara Soccini in Mare fuori

2. Le è stato chiesto di scrivere due canzoni per la serie. Dopo aver avviato la propria carriera musicale partecipando al brano Io e te di Nicola Siciliano e successivamente pubblicando i suoi primi singoli Freak, Ammirerò e Bilico, alla cantante viene chiesto di scrivere due canzoni per la serie Mare fuori. Ha così dato vita a Ragazzi fuori e Origami all’alba, scritto insieme a Matteo Paolillo, attore della serie e autore del brano scelto come sigla. Origami all’alba ha poi ottenuto il disco di platino, conferendo ulteriore popolarità a Soccini.

3. Interpreta un personaggio con cui ha poco in comune. Oltre a chiederle di scrivere due canzoni per la serie, il regista Ivan Silvestrini le ha anche affidato il ruolo di Giulia, in arte Crazy J, una ragazza molto problematica nel comportamento che gode nel provocare caos e sofferenza. Soccini ha dichiarato che interpretare questo personaggio si è rivelato una vera sfida, in quanto caratterialmente molto lontano da lei. L’unica cosa che le accomuna è l’amore per la musica. Giulia, infatti, è nella serie una trapper.

Maria-Esposito-Mare-fuori

Clara Soccini e le sue canzoni, da Origami all’alba a Boulevard

4.  Oltre ai singoli poc’anzi citati, tra i suoi ultimi sinogli c’è Il tempo delle mele realizzato con il produttore Michele Canova. Nel 2023, dopo l’uscita del singolo Cicatrice, collabora invece con il rapper campano MV Killa con il brano Replay, ma anche con Mr. Rain con il brano Un milione di notti, il quale ha raggiunto quasi 10 milioni di streaming su Spotify. Particolarmente celebre è però il suo brano Boulevard, grazie al quale ha vinto l’edizione 2023 di Sanremo Giovani. Tra i suoi maggiori successi si riportano poi i già citati Ragazzi fuori e Origami all’alba.

5. Ha inciso il suo primo album. Con ormai qualche anno di attività musicale alle spalle, Soccini ha ora finalmente inciso il suo primo album, intitolato appunto Primo, all’interno del quale si ritrova anche il brano Ragazzi fuori. Disponibile dal 16 febbraio, l’album sarà poi accompagnato anche da un tour che toccherà importanti città come Padova, Milano, Firenze, Napoli, Roma e Bari.

Clara Soccini in gara al Festival di Sanremo 2024

6. È tra i Big del festival canoro. Dopo essere stata selezionata a Sanremo Giovani, dove è poi risultata vincitrice con il brano Boulevard, Soccini si è guadagnata un posto tra i Big del Festival di Sanremo 2024, dove si presenta con il brano Diamanti grezzi. Si tratta della seconda donna ad aver vinto Sanremo Giovani (la prima fu Arisa nel 2009 con il brano Sincerità).

Clara Soccini ha un fidanzato?

7. È fidanzata. La cantante e attrice è sino ad oggi stata molto attenta a non rivelare molto della propria vita privata, lasciandola fuori dai riflettori. Stando però ad alcuni “indizi” emersi, Soccini sarebbe fidanzata con Jacopo Neri, coetaneo che abita a Milano e con cui la giovane farebbe coppia fissa da novembre 2022. Non si sa molto di lui e la cantante e attrice fa appunto quanto necessario per mantere privato questo aspetto della sua vita.

Clara Soccini: chi sono i suoi genitori

8. Ha raccontato qualcosa dei suoi genitori. Durante un intervista a Vanity Fair, la cantante e attrice ha raccontato di essere figlia di un commerciante di antiquariato che ha lavorato a lungo nei mercati, mentre sua madre, Francesca, è una professoressa e insegna inglese al Liceo. La madre, in particolare, è sempre stata un forte punto di riferimento per Soccini, e che l’ha incoraggiata a trovare la propria strada nel mondo dello spettacolo.

Clara Soccini è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 264 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare circa 100 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da cantante, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Clara Soccini: età e altezza dell’attrice

10. Clara Soccini è nata il 25 ottobre del 1999 a Varese, capoluogo dell’omonima provincia in Lombardia. La cantante e attrice è alta complessivamente 1,73 metri.

Fonti: Instagram,

Clara Soccini si esibirà durante la Cerimonia d’apertura di Venezia 81

La cantautrice e attrice italiana Clara, protagonista dell’ultima edizione del Festival di Sanremo e fra i personaggi più amati della serie tv Mare fuori, si esibirà durante la cerimonia d’apertura dell’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, mercoledì 28 agosto nella Sala Grande del Palazzo del Cinema (Lido di Venezia), che avrà inizio alle ore 19.

Tutto quello che c’è da sapere su Clara Soccini

Clara Soccini, in arte Clara, nasce nel 1999 nella provincia di Varese e, dopo essersi avvicinata giovanissima al mondo della moda, coltiva la passione che aveva per la musica fin da bambina nel 2020. Dopo una prima collaborazione con l’artista Nicola Siciliano, pubblica i suoi primi quattro singoli ufficiali.

Inizia così a sperimentare con la propria voce e far conoscere la sua personalità, confermata anche dal debutto nel mondo cinematografico nella serie tv campione d’incassi Mare fuori, dove interpreta Giulia/Crazy J. All’interno della serie Clara mantiene la sua identità da musicista con il suo brano “Origami all’alba”, certificato triplo disco di platino, per mesi stabile in Top 20 nelle classifiche Fimi/Gfk e Spotify Italia. Il 28 aprile 2023 è uscito il singolo “Cicatrice”, seguito dalle collaborazioni nei brani “Replay” di MV Killa e “Un milione di notti” di Mr Rain (disco di platino).

Vincitrice di Sanremo Giovani 2023 con il brano “Boulevard”, ha partecipato in gara al 74° Festival di Sanremo con “Diamanti grezzi” (disco di platino) e a febbraio ha vestito nuovamente i panni di Crazy J nella quarta stagione di “Mare fuori”, per la quale ha scritto l’inedito “Ragazzi fuori” (disco d’oro), canzone contenuta nel suo album d’esordio, “PRIMO” (disco d’oro). A ottobre sarà in tour per la prima volta con un live tutto suo a Roma, Bari, Napoli, Firenze, Padova e Milano.

Claire Holt: 10 cose che non sai sull’attrice

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Claire Holt: 10 cose che non sai sull’attrice

Claire Holt è una di quelle attrici che ha contribuito allo sviluppo e all’evoluzione del panorama seriale, grazie anche alle sue differenti ed incisive interpretazioni. L’attrice ha iniziato a praticare questa professione sin da giovane, dimostrando di avere una certa predisposizione nell’interpretare i ruoli migliori.

Ecco dieci cose da sapere su Claire Holt.

Claire Holt serie

Claire Holt serie tv1. Una carriera tra serie tv. Holt inizia la sua carriera di attrice nel 2006, quando debutta sul piccolo schermo grazie alla serie H2o, rimanendo nel cast della serie fino al 2009. In seguito, ha partecipato a Pretty Little Liars (2011), The Vampire Diaries (2011-2015), The Originals (2013-2018) e Aquarius (2015-2016). Inoltre, ha lavorato nei film tv Mean Girls 2 (2011) e Doomsday (2017)

2. Non solo serie televisive. Nel corso della sua carriera, l’attrice non ha prestato la propria opera solo per il mondo della serie tv, ma ha anche lavorato spesso per il grande schermo. Infatti, è comparsa nei film Messengers 2 – L’inizio della fine (2009), Blue Like Jazz (2012) e 47 metri (2017). Inoltre, tra i suoi ultimi film vi sono The Divorce Party (2019), A Violent Separation (2019), Painted Beauty (2019) e Wolf in the Wild (2019). Nel 2021 ha preso parte al cast di un film horror nei panni di Kelly e nei panni di Sasha in Painted Beauty.

Claire Holt Instagram

3. Ha un profilo seguitissimo. L’attrice possiede un proprio account ufficiale su Instagram che è seguito da qualcosa come 4,8 milioni di persone in tutto il mondo. La sua bacheca pullula di immagini che vedono spesso protagonista il suo primo figlio, ma sono molti anche i post che la ritraggono in momenti di svago e quotidianità.

Claire Holt nuda sul piccolo schermo?

Claire Holt pur rimanendo una delle donne più HOT del piccolo schermo non è mai apparsa nuda. Ha mantenuto un certo riservo rispetto al suo corpo quando ha interpretato personaggi sexy.

Claire Holt h2o

4. Si è dovuta allenare parecchio. Per interpretare la sirena Emma in H20, l’attrice (così come le sue colleghe) ha dovuto seguire un rigoroso processo di allenamento per preparare i loro corpi a nuotare con il peso aggiuntivo della coda. Inoltre, ha effettuato esercizi e ha imparato diverse tecniche per trattenere il respiro il più a lungo possibile sott’acqua.

5. Ha avuto una coda modellata sulle sue gambe. Per dare vita al ruolo di sirena bisogna prima avere una coda. Per questo, si è deciso di modellare ogni coda per ogni attrice che avrebbe dovuto interpretare una sirena. Lo stesso procedimento, quindi, è avvenuto anche per Claire, che si è trovata con una coda perfetta per le sue gambe.

Claire Holt in Pretty Little Liars

6. È stato un personaggio ricorrente in Pretty Little Liars. L’attrice ha partecipato alla serie interpretando il personaggio di Samara Cook, una ragazza appassionata del lavoro manuale, come la bigiotteria, molto affettuosa e fedele ad Emily, prima sua cara amica e poi sua fidanzata.

Claire Holt The Originals

Claire Holt the originals7. Ha lavorato con un caro amico. Nel corso della sua carriera, Claire è stata una delle poche attrici molto fortunate a poter lavorare con una propria amica. Questo è successo a lei e Phoebe Tonkin: le due, infatti, si erano conosciute sul set di H2o, per poi trovarsi a lavorare insieme in The Vampire Diaries e in The Originals.

Claire Holt fidanzato

8. Ha un matrimonio alle spalle. Il primo matrimonio dell’attrice risale al 28 aprile 2016 con il produttore televisivo Matthew J. Kaplan, con il quale era fidanzata ufficialmente da quasi un anno. Tuttavia, dopo un anno esatto dalle nozze, il marito ha chiesto il divorzio.

Claire Holt Andrew Joblon

9. Attualmente è sposata. Qualche mese dopo il divorzio dal primo marito, l’attrice ha annunciato il fidanzamento ufficiale con l’immobiliarista Andrew Joblon, avvenuto il 3 dicembre del 2017. In seguito, la coppia si è sposata nell’agosto dell’anno successivo e nel marzo del 2019 sono diventati genitori del loro primo figlio, James Holt. Prima di questo bambino, l’attrice ha avuto un aborto spontaneo nel marzo 2018.

 

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Claire Holt: età e altezza

10. Claire Holt è nata l’11 giugno del 1988 a Brisbane, nel Queensland, in Australia, e la sua altezza complessiva corrisponde a 169 centimetri.

Fonti: IMDb, The Famous People

Claire Foy: tutto quello che non sai sull’attrice

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Claire Foy: tutto quello che non sai sull’attrice

Claire Foy è una delle attrici britanniche che ha raggiunto la popolarità grazie alla serie Netflix The Crown. Il ruolo di Elisabetta II, l’ha fatta conoscere al grande pubblico dopo anni di dura gavetta.

Il suo debutto nel mondo della recitazione risale al 2008 e nel corso di 10 anni Claire Foy è riuscita a conquistare davvero tutti sia nel mondo delle serie che nel mondo del cinema, grazie anche al ruolo di Janet Armstrong in First Man – Il Primo Uomo.

Ecco tutto quello che non sapevate di Claire Foy.

The Crown, Netflix: Claire Foy

claire foy

Nel novembre del 2016 è uscita sulla piattaforma di Netflix la prima stagione di The Crown. La serie si incentra sulla vita della regina Elisabetta, soprattutto riguardo i primi anni del suo regno. Claire Foy venne scelta per vestire i panni proprio della protagonista. La sua interpretazione dura per due stagioni, passando il testimone alla collega Olivia Colman e per la sua performance vince addirittura un Golden Globe come Miglior Attrice in una serie drammatica.

Claire Foy deve la stragrande parte della sua popolarità proprio grazie a Netflix e a The Crown. Tuttavia, è scoppiata una vera e propria bomba che vede la Foy protagonista riguardo la questione della disparità di trattamento: l’attrice inglese, che è stata la protagonista della serie per ben due stagioni, ha ricevuto un compenso ben inferiore rispetto a Matt Smith, suo comprimario, che veste i panni del Principe Filippo, Duca di Edimburgo. Inutile dire che questa questione ha determinato una serie di polemiche da parte del pubblico e dei membri del cast della serie stessa.

L’attrice ha commentato di sentirsi sorpresa di essere al centro della discussione, mentre Jared Harris, suo collega nella serie, ha asserito che la Foy, avendo frequentato per molte più ore il set rispetto a Smith e avendo dato lei il successo alla serie, meriterebbe di essere pagata e di parificare l’uguaglianza.

Claire Foy nel 2021

Nel 2021 interpreterà Margaret Campbell nella miniserie A Very English Scandal. Ha interpretato Joan Richmond nel film My Son e Emily Richardson-Wain nel film The Electrical Life of Louis Wain.

Vanessa Kirby and Claire Foy

Nel maggio del 2015 Vanessa Kirby è stata selezionata per interpretare la principessa Margaret sempre per la serie The Crown. La Kirby e la Foy si sono conosciute sul set e sono diventate della amiche molto strette, tanto da supportarsi a vicenda nei rispettivi progetti di lavoro.

Vanessa Kirby e Claire Foy sono viste spesso insieme, soprattutto ai red carpet delle anteprime dei loro lavori: le due non lavoreranno più sul set di The Crown insieme, dato che hanno passato il testimone e Olivia Colman ed Helena Bonham Carter. Ma la loro amicizia è talmente stretta che probabilmente appariranno insieme in futuro.

The Lady in the Van: Claire Foy

Nel 2015, Claire Foy è entrata nel cast del film The Lady in the Van, diretto da Nicholas Hytner. Il ruolo della Foy è prettamente marginale (interpreta un’assistente sociale), ma va detto di aver fatto parte di un grande cast e di aver condiviso sia il set che lo schermo con una delle attrici più famose e pazzesche del mondo del cinema e delle serie: si parla di Maggie Smith.

Infatti, il film è incentrato direttamente su di lei che sulla Foy stessa, facente parte di una narrazione tratta da una storia vera: nella metà degli anni Settanta, Miss Shepherd vive in un furgone malconcio che parcheggia di volta in volta presso le dimore delle strade di un quartiere residenziale di Londra. Sarà il commediografo Alan Bennett a offrirle una sistemazione nel proprio vialetto.

Claire Foy in Vampire Academy

claire foy

Nel febbraio del 2013 venne annunciato il cast che avrebbe fatto parte di Vampire Academy, film che sfrutta i diritti della serie L’accademia dei Vampiri. Diretto da Mark Waters, il film vede Claire Foy nei panni di Sonya Karp, uno dei personaggi protagonisti: infatti, grazie a questa pellicola, la Foy recita al fianco di Zoey Deutch, Lucy Fry, Dominic Sherwood e Olga Kurylenko.

In Italia il film uscì nel 2014 in poche copie, eppure Vampire Academy, terzo lungometraggio per la Foy, andrebbe rivisto sotto un’altra luce e ampiamente rivalutato: la storia è quella di un’amicizia tra Rose e Lissa appartenenti a diverse famiglia di vampiri, una di stirpe reale e l’altra no. Entrambe dovranno combattere contro gli Strigoi, vampiri malvagi, ed evitare di tornare nei loro luoghi di origine.

Damien Chazelle: Claire Foy

claire foy

Nell’agosto del 2018, Claire Foy si è trovata a calvalcare uno dei red carpet più invidiati del mondo, ovvero, quello della Mostra del Cinema di Venezia. Infatti, l’attrice inglese ha dato il via al Festival del Cinema con First Man – Il Primo Uomo, film di Damien Chazelle e Ryan Gosling.

Eppure, se Gosling ha vestito i panni del protagonista, e cioè quelli di Neil Armstrong, la Foy ne ha interpretato la moglie, dando vita a un ruolo da non protagonista che, invece, è molto di più. È proprio lei, con il suo sguardo espressivo ed occhi magnetici, che fa parte delle migliori scene in cui viene raccontato l’uomo e non l’astronauta.

Per poter interpretare al meglio il ruolo di Janet Armostrong, la Foy si è preparata leggendo il libro che ha ispirato il film First Man: The Life of Neil Armstrong di James R. Hansen e si è concentrata sulla voce, sul timbro e sulle diverse espressioni, cercando di esprimere, tramite la sua interpretazione, il carattere tenace e tutte le sfumature del personaggio. Il film è diretto da Damien Chazelle, regista prodigio, che è tornato ad aprire il Festival di Venezia dopo l’enorme successo (e sei premi Oscar vinti) di La La Land.

Claire Foy Ivy Rose Moore

Ivy Rose Moore è la figlia nata nel settembre 2015 dal matrimonio tra Claire Foy e Stephen Campbell Moore che dopo quattro anni di matrimonio hanno divorziato. In merito al loro matrimonio hanno dichiarato: «Ci siamo lasciati e viviamo separati da un po’ di tempo», ha fatto sapere l’attrice in una nota a Metro.Co.UK. «Continuiamo però a essere grandi amici, con il massimo rispetto reciproco».

Fonti: IMDb, biography, hellomagazine

Claire Foy: intervista esclusiva alla protagonista di First Man

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Claire Foy: intervista esclusiva alla protagonista di First Man

In occasione della premiere a Venezia 75 abbiamo avuto il piacere di intervistare la Claire Foy, protagonista del film d’apertura First Man di Damien Chazelle. Ecco cosa ci ha rivelati in merito al suo personaggio:

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First Man  recensione del film di Damien Chazelle.

First Man narra l’avvincente storia della missione della NASA per portare un uomo sulla Luna. Il film si concentra sulla figura di Neil Armstrong e gli anni tra il 1961 e il 1969. Resoconto viscerale e in prima persona, basato sul libro di James R. Hansen, il film esplora i sacrifici e il costo, per Armstrong e per l’intera nazione, di una delle missioni più pericolose della storia.

Il regista ha così commentato il film First Man

Prima di iniziare a lavorare a First Man, conoscevo la storia della missione sulla Luna, la storia di successo di una conquista leggendaria… ma nulla di più. Dopo avere iniziato a esplorare il tema in profondità, sono rimasto sbalordito di fronte alla follia e al pericolo dell’impresa: il numero di volte in cui è stata sull’orlo del fallimento così come il pesante tributo costato a tutte le persone coinvolte. Volevo capire cosa potesse avere spinto quegli uomini a intraprendere un viaggio nella vastità infinita dello spazio, e quale sia stata l’esperienza vissuta, momento dopo momento, passo dopo passo. E per poter capire dovevo necessariamente addentrarmi nella vita privata di Neil. Questa è una storia che doveva essere articolata tra la Luna e il lavello della cucina, tra l’immensità dello spazio e il tessuto della vita quotidiana. Ho deciso di girare il film come un reportage, e di catturare sia la missione nello spazio che i momenti più intimi e privati della famiglia Armstrong come un testimone invisibile. Speravo che questo approccio potesse mettere in luce il tormento, la gioia, i momenti di vita vissuta e perduta in nome di uno dei traguardi più celebri della storia: lo sbarco sulla Luna.

Claire Foy, intervista alla nuova LIsbeth Salander

Claire Foy, intervista alla nuova LIsbeth Salander

Elegante, composta, sorridente, Claire Foy è tutto quello che ci si aspetta dalla perfetta interprete della fredda e distaccata Regina Elisabetta II, ruolo che le ha garantito premi e riconoscimenti nel panorama televisivo degli ultimi due anni, nella serie Netflix The Crown. Finito il suo ciclo come Elisabetta, la Foy guarda al grande schermo con i suoi grandi occhi blu e il suo talento è destinato a splendere sullo schermo d’argento.

La vediamo in questi giorni in sala in Il Primo Uomo di Damien Chazelle, al fianco di Ryan Gosling, ma Fede Alvarez l’ha fatta diventare la nuova Lisbeth Salander, per il suo Millennium – Quello che non Uccide, e nel ruolo dell’hacker, la Foy dimostra tutto ciò di cui è capace. Non solo un’attrice adatta a ruoli composti e “domati”, ma un’interprete capace di portare sullo schermo anche l’anima nera dei personaggi.

E proprio per parlare di questo suo nuovo personaggio, l’abbiamo incontrata a Roma, in occasione della Premiere del film, svoltasi nella cornice della Festa del Cinema di Roma 2018.

Quanto è stato impegnativo diventare Lisbeth e come ti sei preparata?

Mi è sempre piaciuta, sin dal primo film, la trovo una donna molto affascinante, ho scelto di interpretarla per conoscerla, ne ero entusiasta. Ho sempre voluto cimentarmi in qualcosa di nuovo, cambiare il mio fisico per un personaggio e fare un film d’azione è molto difficile ma allo stesso tempo è anche divertente, perché ti permette di sperimentare con i tuoi mezzi. Lisbeth è un personaggio controverso, è introversa, non le piace farsi notare, vuole essere invisibile, ma dentro ha una forte passione, la sua espressione è fuoco puro.” 

Hai dichiarato che Lisbeth non è un supereroe, è una combattente e non è affezionata a nessuno. Chi è in realtà?

“Lei si sorprende sia delle sue emozioni che dei suoi sentimenti, ma davvero non le importa di nessuno (…) sinceramente se dovessi descrivere Lisbeth non direi davvero che è una di quelle che tiene alle persone. Lei può aiutare, è quello che sa fare, si sente in qualche modo di dover proteggere August, per esempio, ma di sicuro non in maniera convenzionale, come se avesse a cuore le sue sorti. È uno degli aspetti che la rendono affascinante.”

Nel tuo approccio al personaggio che influenza ha avuto il romanzo da cui il film è tratto e cosa ama o odia di Lisbeth?

“Il personaggio è come nel libro, non ho provato ad aggiungere nulla di mio. Mi è piaciuto il fatto che lei ami la musica drammatica, che sia andata ai Caraibi per un mese e mezzo e si sia ritrovata in mezzo ad un uragano, il fatto che sia una sopravvissuta. Tutta la sua storia è racchiusa nel film.”

Quello che non uccide: trailer e poster italiani per il film con Claire Foy

Parliamo ancora di sentimenti, in questo caso quelli di Lisbeth verso Mikael: lei vuole lasciarsi alle spalle tutto ciò che hanno vissuto e passato insieme. Si fida ancora di lui?

“È stata innamorata di lui ma questo sentimento la sorprende, si sorprende anche del suo atteggiamento, è un po’ come tutte le cose sbagliate che si fanno a tredici anni per la prima volta. Mikael poi le spezza il cuore e non trova pià un senso in nulla, in quello che prova. Queste delusioni possono essere superate, ma a meno che tu non sia un completo idiota, non vanno mai via del tutto. In più, anche se non lo ammetterà mai, lui è un uomo fantastico, l’unica persona della quale si fidi, non riesce a mettersi contro di lui, rimangono due anime gemelle, anche se non ci sarà un lieto fine per loro, nulla di convenzionale come un matrimonio o una vita insieme.” 

Cosa pensa che il pubblico femminile trovi di speciale nel suo personaggio, perché è cosi popolare?

“Perché è qualcuno che sta al mondo in maniera confusa, è imperfetta, come molte persone, ma è anche diretta, dice ciò che pensa in faccia, non se ne sta in un angolo a sparlare degli altri. È una qualità che le persone apprezzano. Non è un personaggio convenzionale e questo colpisce moltissimo perché si è deciso di portare su grande schermo qualcuno di imperfetto con il quale identificarsi.”

Ultimamente ci sono diversi film tutti al femminile. Crede che, finalmente, qualcosa stia cambiando?

“Credo sia una questione di soldi. I film sono fatti per fare soldi, qualcuno avrà pensato che le donne nelle pellicole portano soldi e così hanno iniziato a produrli.”

È solo per quello?

“Credi ci sia un aspetto sociale dietro? Per me è decisamente un aspetto economico, di sicuro è anche un modo per dare voce a chi ne ha avuta meno, ma quello che sta succedendo con queste pellicole è di sicuro uno specchio della nostra realtà.“

Se potesse tenere qualcosa di Lizbeth, cosa sarebbe?

“I suoi pantaloni di pelle! Quello che davvero ho amato di lei è la semplicità con la quale si approccia alla sessualità, ovvero senza alcun giudizio.”

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