Tom Staggs,
presidente della Walt Disney Parks and Resorts, ha
rivelato i primi concept art dell’attrazione
su Avatar che sarà allestita nei parchi
a tema Disney. Le immagini includono
anche una foto del creatore di
Avatar, il regista
James Cameron, mentre
osserva un modello in scala della attrazione, che comprenderà
montagne galleggianti, una giungla in notturna di piante
bioluminescenti e una corsa in groppa ai Banshee. L’attrazione
riprodurrà in vasta scala la magnificenza del pianeta Pandora
presso il Walt Disney World Resort’s Animal
Kingdom.
Ecco quello che Tom Staggs ha
raccontato a proposito all’esperienza di Avatar:
Dal momento in cui Avatar è
uscito nei cinema le persone sono stati catturate dal mitico mondo
di Pandora. Quando abbiamo annunciato che avremmo lavorato con
James Cameron e la Lightstorm Entertainment per portare questo
mondo alla vita nei nostri parchi, ci siamo sentiti sicuri che
questa partnership e combinazione di talento e fantasia avrebbe
prodotto un’esperienza diversa da qualsiasi altra mai
creata.
La nostra squadra ha fatto
enormi passi avanti nell’immaginare Pandora come un vero e proprio
luogo che i nostri ospiti potessero vedere, sentire e toccare. Al
primissimo D23 Expo in Giappone abbiamo condiviso un primo sguardo
dei piani di Avatar per il parco Animal Kingdom della Disney e ho
voluto condividere con tutti voi alcune di queste immagini
mozzafiato e una breve anteprima di quello che verrà.
Poiché questi concept rendering
mostrano in scala epica il mondo di Avatar gli ospiti incontreranno
maestose montagne galleggianti e vagheranno attraverso una giungla
notturna di piante bioluminescenti che sono vive con luci e suoni.
Gli ospiti potranno anche scoprire cosa si prova a salire verso il
cielo a cavallo di un Banshee.
E la nuova Avatar
Land non sarà l’ unica novità in arrivo all’Animal Kingdom
della Disney.
Come parte della più grande
espansione nella storia del parco aggiungeremo nuove esperienze di
intrattenimento, tra cui una nuova spettacolare nottata con musica
dal vivo, lanterne galleggianti, specchi d’acqua e un turbinoso
immaginario animale si combineranno per creare l’avventura
Discovery River, che delizierà i nostri ospiti con artisti dal vivo
su Discovery Island e una nuova versione notturna del Kilimanjaro
Safaris.
Mentre il mondo di Avatar
diventa reale al Disney Animal Kingdom, l’ energia e la passione
condivisa con i nostri artisti e la squadra Lightstorm per questo
compito monumentale continua ad essere notevole. Non vedo l’ora di
vedere le reazioni dei nostri ospiti quando entreranno in un mondo
che fino ad ora è esistito solo sullo schermo.
Manca poco meno di un
mese all’uscita dell’atteso film di Robert
Rodriguez, Machete Kills, sequel del
fortunatissimo primo capitolo che vede
protagonista Danny
Trejonei panni del terrificante
Machete. Oggi disponibile la colonna sonora che è
costituita dalla partitura scritta da Carl Thiel, insieme al
regista e dalle tracce di artisti noti.
Rodriguez ha
collaborato con Thiel a 7 tracce strumentali, tra cui la musica dei
titoli di testa (”Machete Kills Main Titles”), inoltre
i Chingon hanno contribuito con due brani: “They
Call Him Machete” e una versione live del brano “El Rey”.
Tra gli altri artisti che hanno
collaborato con Thiel allo score segnaliamo anche Rick
Del Castillo (”Miss San antonio” e “Chick Fight”),
co-fondatore insieme al fratello Mark della band texana “Del
Castillo” e i Tito & Tarantula, band
messicano/americana che ha realizzato il brano dei titoli di coda,
oltre ad aver composto il brano dei titoli di testa del primo
“Machete” ed essere apparsi nel film Dal tramonto
all’alba, erano la band che suona nel bar per camionisti e
vampiri Titty Twister.
1. Machete Kills Main Titles
– Robert Rodriguez & Carl Thiel 2. Telele – Brian J. Ramos 3. They Call Him Machete – Chingon 4. Return of Machete – Carl Thiel 5. Sheriff Doakes – Carl Thiel 6. President Rathcock – Carl Thiel & Robert
Rodriguez 7. Miss San Antonio – Rick Del Castillo & Carl
Thiel 8. Desdemona – Carl Thiel 9. Cereza – Carl Thiel 10. Mendez the Madman – Carl Thiel 11. Machete on Boat – Carl Thiel & Robert
Rodriguez 12. Chamaleon – Carl Thiel 13. Road Battle – Carl Thiel & Robert
Rodriguez 14. Luther Voz – Carl Thiel 15. Clone Battle – Carl Thiel & Robert
Rodriguez 16. Escape from Voz Tech – Carl Thiel 17. Taco Time – Carl Thiel 18. Machete Lives – Robert Rodriguez & Carl
Thiel 19. Chick Fight – Carl Thiel & Rick Del
Castillo 20. See You in Space, Mr. Machete – Carl Thiel & Robert
Rodriguez 21. Machete Kills End Titles – Tito &
Tarantula 22. El Rey (Live) – Chingon
Ecco tutta la Foto Gallery del film:
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Mel Gibson, Lady Gaga, Antonio
Banderas, Jessica Alba, Michelle Rodriguez, Charlie Sheen, Cuba
Gooding Jr e Sofia Vergara è il cast all-star di Machete Kills, il
nuovo film di Robert Rodriguez che segna il ritorno del mercenario
più irriverente del cinema americano, Machete Cortez (Danny
Trejo).
Dopo il successo del primo “Machete,” diventato un autentico cult
cinematografico in tutto il mondo, il visionario regista di Sin
City, Robert Rodriguez, torna con uno dei film più attesi della
nuova stagione: Machete Kills, dal 7 novembre al cinema.
L’ex-agente Federale Machete viene ingaggiato dal governo degli
Stati Uniti per eliminare un pazzo rivoluzionario e un eccentrico
trafficante d’armi miliardario (Mel Gibson) il cui piano è
diffondere guerra e anarchia in tutto il pianeta.
Ecco la Trama: Il governo degli
Stati Uniti recluta Machete mandandolo in Messico per rintracciare
e eliminare un trafficante d’armi che cerca di lanciare un’arma
nello spazio.
Arriva a distanza di
pochi giorni dal Teaser, il full Trailer del film su Ercole
intitolato Hercules The Legend Begins
prodotto da Millennium Films, diretto da
Renny Herlin e con protagonista Kellan
Lutz.
Prodotto da Millennium
Films e diretto dal regista di Die hard
2 Renny Herlin, la pellicola è stata
scritta Daniel Giat, Renny Harlin, Sean Hood
e Giulio Steve. Nel cast oltre al
protagonista Kellan Lutz ci sono
anche Gaia Weiss, Scott Adkins, Scott Adkins, Roxanne
McKee e Rade Serbedzija.
Sarà uno dei film più attesi della
prossima seconda parte di stagione, ma la
Sony/Columbia è ancora indecisa sul
titolo completo di The Amazing Spider-man 2.Infatti
si sta ragionando sulla possibilità di adottare un sottotitolo che
dia più sostanza al già annunciato The Amazing Spider-man 2.A
riportare la notizia è stato ComickBookmovie.com che ha anche
annunciato le due possibili varianti, ovvero:
In The Amazing Spiderman 2, per
Peter Parker (Andrew Garfield), vive una vita molto la occupata –
tra prendere i cattivi come Spider-Man e passare il tempo con
la persona che ama, Gwen (Emma Stone); diplomato ormai ha lasciato
le scuole superiore e non ha dimenticato la promessa fatta al padre
di Gwen di proteggerla – ma questa è una promessa che
semplicemente non può mantenere sempre. Le cose cambieranno per
Peter quando un nuovo cattivo, Electro (Jamie Foxx), emerge dagli
abissi della città, e un vecchio amico, Harry Osborn (Dane DeHaan),
ritorna, e fa riemergere nuovi indizi sul suo passato.
Arriva online una
versione bootleg da youtube dell’atteso film della Marvel Studios, I Guardiani della
Galassia.Il filmato è il teaser trailer
presentato al Comic-con nella scorsa edizione:
Il 13 ottobre 1961 nasce Fox
William Mulder, che dal 1984 è l’agente speciale più
‘spettrale’ che l’FBI
abbia mai assoldato.
ATTENZIONE! Questo è un articolo
nerd! Non stiamo parlando di David Duchovny (l’attore che ha
prestato il volto a Mulder per 10 anni e che oggi è il sexy idolo
di Californication). No: qui celebriamo il
personaggio creato da Chris Carter per
X-Files, show che ha da poco festeggiato i 20 anni
dalla messa in onda e che, con 9 paranormalissime stagioni (e 2
film cinema), si è guadagnata il titolo di ‘serie cult’. Con
Duchovny il nostro Fox condivide l’altezza (1.80), il peso (83
chili – etto più, etto meno), i capelli castani, gli occhi verdi e
un neo sulla guancia destra. Ma Mulder ha una laurea in Psicologia
alla Oxford University e si è diplomato all’Aaccademia FBI a
Quantico (numero di tessera JTT047101111): per questo è
libero di portare una Smith&Wesson calibro 9. Se mai vi
servisse, lo trovate a Vancouver, appartamento 42. La via purtroppo
la dovete improvvisare perché è ignota; ma se vi battete tutte le
strade, magari vi capita di vedere una X (rimediata con lo scotch)
attaccata a una finestra, e allora non potete sbagliarvi. Comunque
potete sempre fargli uno squillo al (202) 555-9355: male che vada
trovate la segreteria. Non sta spesso a casa, e anche quando c’è
non è detto che risponda: è un tipo diffidente, Mulder. E come
dargli torto? Il 27 novembre 1973 gli alieni gli hanno rapito la
sorellina Samantha e da allora lui va a caccia di UFO, gridando
alla cospirazione governativa. Ha pure aperto un X-File (n. X-
40253) per indagare sul caso, ma non ha risolto granché.
Al Bureau lo vedono tutti come uno
da evitare, e diciamo che un po’ c’hanno ragione, ecco. Basta
buttare un occhio al suo ufficio, e quel poster con scritto “Voglio
credere” (con tanto di disco volante) accanto alla scrivania ti
mette subito in allerta. Ne sa qualcosa Dana
Scully, quando vi fa il suo ingresso per la prima volta il 6
marzo 1992. La scienziata all’inizio è scettica, e Fox pure, ma è
questione di tempo e il motto “Non fidarti di nessuno” comincia ad
ammettere qualche eccezione. Oltre alla collega, Mulder può contare
sui tre amici storici (più nerd di lui), i Guerrieri
Solitari, anch’essi convinti che “La verità è la fuori”, ma
bisogna sapere dove guardare. E l’osservato speciale è senz’altro
l’Uomo che Fuma (chissà se oggi non preferirebbe una
sigaretta elettronica, invece delle famigerate Morley). Ma il
tabagismo è l’unico elemento che si conosce del losco figuro, e
neanche l’aiuto del capo Skinner sembra sufficiente a far
luce sul legame con i perfidi E.T.
Speriamo che almeno
oggi Fox si dia tregua e riprenda fiato per soffiare sulle sue 52
candeline. HAPPY BIRTHDAY AGENT MULDER!
Udite, udite! Una vera e propria
notizia bomba per tutti gli appassionati della saga di
50 sfumature di grigio. Charlie
Hunnam non sarà più Christian Grey. L’attore britannico ha
deciso di abbandonare il progetto perché troppo impegnato con le
riprese di Sons of Anarchy, la popolare serie tv che lo ha
imposto all’attenzione del grande pubblico. Ecco, quindi, che la
caccia è di nuovo aperta: chi presterà il suo volto al conturbante
protagonista dei romanzi di E.L. James? Resta
confermata l’attrice Dakota Johnson nei panni
di Anastasia Steele.
50 sfumature di
grigioè un romanzo, caratterizzato dalla
descrizione di scene di esplicito erotismo e da elementi di
pratiche sessuali BDSM, ha in breve tempo raggiunto una vasta
popolarità e un grande successo di vendite negli Stati Uniti e in
Gran Bretagna. L’intera serie ha venduto oltre 70 milioni di copie
in tutto il mondo e i diritti sono stati venduti in 37 paesi.
Il film è stato scritto
da Kelly
Marcele,mentre a dirigere
sarà Sam Taylor-Johnson (moglie
dell’attore Aaron Taylor-Johnson). A produrre il film, invece, ci
saranno Michael De Luca, Dana
Brunetti e l’autrice del romanzoE.L.
James, per un’uscita fissata per il 14
Agosto 2014.
Nuovo film in cantiere per la
Universal Pictures. La studio cinematografico statunitense è
infatti acquistato uno script di prodotto
da Aaron Berg che narrà la storia della
formazione del MI6, l’agenzia di spionaggio per l’estero
della Gran Bretagna. Lo sript è stato intitolato
dall’autore Section 6 e porterà sullo schermo
le vicende che segnarono la fondazione dell’agenzia,
avvenuta nel 1909, come sezione esteri
del Secret Service Bureau.
Deadline, che si è occupata per
prima della notizia ha spiegato che la Universal era da tempo
interessata al progetto MI6, anche per la sua somiglianza con una
pellicola simile, incentrata sulla CIA, The Good
Shepherd, scritto da Eric Roth e
diretto da Robert De Niro, un successo che ha
incassato 100 milioni di dollari in tutto il mondo.Il film sarà
ambientato durante la Prima Guerra Mondiale e vedrà la presenza di
Winston Churchill e altri personaggi storici dell’epoca.
Escape
Plan sta per uscire al cinema. Intanto arrivano tre
nuovi spot per pubblicizzare il film di Mikael
Hafstom, che vedrà protagonisti Sylvester
Stallone e Arnold Schwarzenegger. Oltre ai video, qui
sotto, potete leggere la nostra recensione del film.
Il film è incentrato sulla
storia di Ryan
Bresling (Stallone), la più
importante autorità mondiale nel campo della sicurezza delle
strutture di detenzione. Analizzando ogni carcere di massima
sicurezza e maturando un vasto numero di tecniche di
sopravvivenza, Bresling viene ritenuto
il migliore. Il suo ingegno, tuttavia, verrà messo a dura prova:
dovrà fuggire dalla stessa prigione da lui disegnata.
Escape
Plan è diretto da Mikael
Hafstrom (1408) e vedrà la
partecipazione di Jim Caviezel (la
passione di cristo), 50
cent, Vinnie
Jones (Fire with
Fire), Amy
Ryan (Green Zone)
e Vincent D’Onofrio.
Due nuovi spot tv
perEnder’s Game, arrivato ormai ad un solo
mese dall’uscita nelle sale statunitensi. Ecco i video che
pubblicizzano il film e ci mostrano alcune scene inedite:
Ender’s game è ambientato in un
prossimo futuro, una forza aliena ostile ha attaccato la Terra. Se
non fosse per i leggendari eroi resistenti della Flotta
Internazionale del Comandante Mazer Rackham (Ben Kingsley), tutto
sarebbe perduto. In preparazione a un prossimo attacco, il
colonnello Hyrum Graff (Harrison Ford) e il corpo militare
internazionale stanno allenando le migliori giovani menti per
trovare il futuro successore di Mazer. Tutto fa pensare che possa
essere Ender Wiggin (Asa Butterfield), un ragazzo timido ma
brillante per intelligenza strategica, che viene arruolato per
aggiungersi all’elite dei combattenti.Basato sul pluripremiato
best-seller omonimo, Ender’s Game uscirà il 1 novembre 2013
negli USA, e comprende nel cast Abigail
Breslin, Asa
Butterfield, Hailee
Steinfeld, Harrison
Ford, Ben
Kingsley, Viola
Davis. Tutte le info utili nella nostra
Scheda: Ender’s Game.
Arriva anche in Italia distribuito
da 01 Distribution il nuovo film del regista Mikael HafstomEscape Plan. Il film che riunisce il duo action
Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger, insieme al resto del
cast composto da
Jim Caviezel, Amy Ryan,
Sam Neill, Vinnie Jones e Vincent
D’Onofrio.
Escape Plan
racconta di Ray Breslin (Sylvester
Stallone) – una delle principali autorità mondiali nel
campo della sicurezza delle strutture carcerarie – che decide di
accettare un ultimo incarico: evadere dall’ultra-segreto e
tecnologico penitenziario di ultimissima generazione, “The Tomb”.
Ingannato ed ingiustamente imprigionato, Breslin si trova così a
dover coinvolgere un altro detenuto, Emil Rottmayer (Arnold
Schwarzenegger), per mettere in atto un audace piano
di fuga, ai limiti dell’inverosimile, per evadere dal più sicuro ed
inespugnabile carcere mai concepito e costruito dall’uomo.
Escape Plan, il film
Escape
Plan è un prodotto di quelli che sorgono dalle ceneri
dell’epoca d’oro dei film d’azione hollywodiani dominata da due
attori che senza dubbio hanno incarnato lo stereotipo di eroe dalle
spalle larghe, mascella squadrata e forza disumana. Ovviamente
parliamo di Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger, ma come
già ampiamente mostrato proprio dai recenti film di Sly, spesso non
basta un’accoppiata d’oro per produrre un’operazione vincente.
E’ questo il caso di
Escape Plan, film che seppur mantenendo
un certo gusto di puro cinema d’azione, è costruito su
un’evoluzione narrativa un po’ piatta e sottotono. Le premesse sono
quelle giuste, di due anti-eroi che dovranno vedersela con un
nemico sovrumano: una prigione inviolabile e fin qui il film regge
bene. Poi però il corso degli eventi si sposta sui personaggi di
contorno che, non aiutati da una caratterizzazione, finiscono per
rappresentare delle macchiette senza spessore, finendo per
ricondurre tutto il gioco ad una corsa con un cattivo appena
abbozzato e contro il “tradimento”, banale trovata finale che non
fa altro che spegnere definitivamente l’interesse dello
spettatore.
La pecca più grande del film è una
sceneggiatura blanda, poco originale e dei personaggi appena
accennati, che poco si sposano con le esigenze del pubblico
contemporaneo, ormai abituato e in cerca di qualcosa di molto più
complesso e intrigante. Purtroppo, su queste basi nulla può
il cast di talento, a cominciare dai due protagonisti, passando per
le certezze Jim Caviezel e
Sam Neill, finendo per i caratteristi Vinnie
Jones e Vincent D’Onofrio. Il debutto del
duo di scrittori Miles Chapman e Arnell
Jesko è amaro che probabilmente passerà inosservato anche
a coloro che, nostalgici di quel cinema anni ’80, cercano emozioni
forti e spettacolarità gratuita.
Siparietto divertente e
interessante al Graham Norton Show, programma della BBC che l’altra
sera ha visto protagonisti Harrison Ford e
Benedict Cumberbatch. I due sono tra i principali
indiziati per entrare nel cast di Star Wars Episodio VII.
Le domande sul film, attesissimo, erano inevitabili e Norton non ha
potuto sottrarsi alla curiosità. I due, però, sono stati molto
evasivi, sfruttando la loro simpatia per balbettare e non dare
risposte al conduttore.
Nonostante tutti diano già per
certa la presenza di Ford nel film, l’attore sembra invece non aver
preso ancora una decisione definitiva in merito. Grandi complimenti
a Cumberbatch, che segue l’esempio di Harrison Ford e non risponde
alle domande riguardanti Star
Wars. Eccovi il video del siparietto Ford-Cumberbatch:
Nuova immagine dal set di Hercules The Thracian
Wars,nuovo adattamento del mito di
Ercole. Ancora una volta a mostrarcele è il profilo twitter del
protagonista del film, Dwayne Johnson. L’immagine,
in bianco e nero, mostra il protagonista davanti alla sua biga.
Eccovi il Tweet dell’attore, con tanto di commento “Onorato di
avere questi magnifici frisoni a trainare il mio carro in battaglia
ogni giorno”:
Tutti conoscono la leggenda di Ercole e delle sue dodici fatiche.Questa
storia comincia dopo le fatiche e la leggenda.
Ossessionato da un errore del suo passato, Hercules è diventato un
mercenario. Insieme ai suoi cinque fedeli compagni,
viaggerà nell’antica Grecia vendendo i suoi
servizi per l’oro, grazie
alla sua leggendaria reputazione di intimidire i
nemici. Ma quando il sovrano della Tracia e sua figlia
cercheranno il suo aiuto, Hercules tornerà a lottare per il
bene e il trionfo della giustizia, tornando ad
essere l’eroe di una volta. Dovrà abbracciare di nuovo il suo
mito e tornare ad essere Hercules.
Vi ricordiamo inoltre che il titolo
originale del film è Hercules The Thracian Wars
ed è stato scritto da Ryan Condal, Evan
Spiliotopoulos
La prima clip ufficiale di
Oldboy è finalmente disponibile. Il film,
remake dell’omonima pellicola di Park
Chan-wook, è diretto da Spike Lee ed
è atteso nei cinema statunitensi il 27 novembre. Ecco dunque la
clip, in attesa di poter vedere il film nelle sale:
Ricordiamo che
Oldboyè un film del 2003
diretto da Park Chan-wook, vincitore del
Grand Prix Speciale della Giuria
al Festival di Cannes 2004. È tratto dal manga
omonimo di Nobuaki
Minegishi e Garon
Tsuchiya. Fa parte della cosiddetta “trilogia della
vendetta” del regista, iniziata nel 2002 da Mr.
Vendetta e conclusa nel 2005
da Lady Vendetta.
Nel remake
firmato Spike Lee vedremo un cast
comprendente gli attoriJosh
Brolin, Elizabeth Olsen, Sharlto Copley, Samuel L.
Jackson e James
Ransone.
Dopo essere stato tenuto
prigioniero per 15 anni, senza una ragione apparente, da un
misterioso rapitore, un uomo viene improvvisamente liberato. Da
quel giorno, la sua unica ragione di vita sarà la
vendetta.
L’ascesa, le cadute e le
altrettante rinascite del fondatore della Apple: dagli anni del
college al primo impiego per la Atari, la collaborazione storica
con Steve Wozniak, la fondazione della Apple e la
nascita del primo computer, la scalata al successo globale
accompagnata da un carattere umorale e atteggiamenti imprevedibili,
l’esclusione dalla compagnia e il ripartire da zero, fino al
successivo rilancio.
La vicenda di Steve
Jobs è di quelle che abitualmente vengono definite ‘da
film’: del tutto prevedibile che, a breve distanza dalla sua
dipartita, si provvedesse a dedicargli un biopic: nel caso di
Jobs, lo sceneggiatore Mark
Whitely ha cominciato a lavorarci fin da quando il guru di
Cupertino annunciò l’abbandono degli incarichi nella Apple per
curare il cancro al pancreas, in seguito risultatogli fatale.
A dare il volto a
Jobs sarà Ashton
Kutcher, scelto tra una rosa di candidati che includeva,
tra gli altri, Noah Wyle, il Dottor Carter di
E.R., che peraltro aveva già interpretato
Jobs nel film televisivo I pirati di
Silicon Walley. Kutcher, giunto alla notorietà globale con la
sitcom Due uomini e mezzo, e che al cinema si è visto più che
altro alle prese con commedie romantiche o film più sguaiati (con
le eccezioni di The Butterfly Effect e
Bobby) con Jobs
si trova davanti alla classica grande occasione: misurarsi con la
figura di Jobs è una di quelle sfide che, se vinte, sono in grado
di dare una svolta definitiva alla carriera di un attore.
Foto di Ben Stanfield, CC BY-SA 2.0
<https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0>, via
Wikimedia Commons
Assieme a Kutcher, il cast di
Jobs vedrà presenti volti più o meno noti
al grande pubblico: tra i primi, James Woods, Matthew
Modine, Dermot Mulroney, Kevin Dunn e
Robert Pine (che molti ricorderanno nel ruolo del
sergente Getraers in ChiPs), mentre tra gli storici collaboratori
di Jobs, Josh Gad sarà
Steve Wozniak, Luke Haas Daniel
Kottke e Victor Rasuk Bill
Fernandez; ad Ahna O’ Riley e
Laurene Powell è invece affidata l’interpretazione
delle due donne della vita di Jobs, Chris-Ann
Brennan e Laurene Powell.
Dirige Joshua Michael
Stern, anche lui davanti al primo impegno di peso, dopo un
pugno di lavori per televisione e cinema che di certo non
passeranno alla storia; lo stesso dicasi per lo sceneggiatore
Matt Whiteley; più rodati Russell
Carpenter alla fotografia e soprattutto John
Debney (Oscar per La Passione di
Cristo) a firmare le musiche originali, in una
colonna sonora che propone il classico pot pourri, mescolando
Chopin e Bob Dylan, Bach e i Reo Speed Wagon, fino agli alternative
rockers Toad The Wet Sprocket.
Negli Stati Uniti il film ha
ricevuto recensioni discordi: l’interpretazione di Kucher ha
ottenuto un certo apprezzamento, molto meno la messa in scena del
regista Stern. Jobs è atteso nelle sale
italiane il prossimo 14 novembre.
La prossima estate vedremo
Lee Pace che, dismessi per un po’ i panni elfici
di Re Thranduil (che ha indossato per la trilogia de Lo
Hobbit di Peter Jackson), porterà
sullo schermo uno dei personaggi più iconici dell’universo Marvel, Ronan l’Accusatore.
Essendo, ad oggi, il principale
personaggio malvagio del film, quanto cattivo sarà questo
Ronan?
“E’ un f*****o psicopatoco!
– ha detto Pace in un’intervista com ClickOnline.com– E’ un vero
mostro. Ho passato dei momenti bellissimi interpretandolo. Sono
felice che sia tutto nel film, non avrei mai pensato di poter
essere così folle sul set!”.
Quella di Pace sembra una
descrizione abbastanza fedele al personaggio Marvel. Voi cosa ne pensate?
Il film è attualmente in pre
produzione nel Regno Unito e dovrebbe arrivare al cinema il primo
agosto 2014. I Guardiani della
Galassia (Guardians of the Galaxy) sono un gruppo di
personaggi dei fumetti Marvel Comics, creato da Arnold Drake (testi) e
Gene Colan (disegni). La prima apparizione avviene in Marvel Super-Heroes (seconda serie)
n. 18 (gennaio 1969).
E’ il mutante/supereroe più
chiacchierato dell’ultimo periodo, dal momento che, come sappiamo,
avrà a breve due incarnazioni cinematografiche diverse, in due film
diversi. Si tratta di Quicksilver, figlio di Magneto, ma anche
personaggio che insieme alla sorella Scarlet Witch, ha molto a che
fare con gli Avengers.
Come sappiamo Aaron
Johnsoninterpreterà Quicksilver in
Avengers Age of Ultron, mentre
Evan Peters sarà lo stesso personaggio in
X-Men giorni di un futuro
passato. Il giovane Peters ha avuto modo di
parlare dell’aspetto che il suo Pietro Maximoff, alias di
Quicksilver, avrà nel film diretto da Bryan
Singer.
Evan Peters ha
confermato che il suo trucco partirà dai capelli, che saranno
argentati: “Si, sarà fantastico“. Per quanto riguarda
l’abbiagliamento, Quicksilver comparirà spesso anche nei panni di
Pietro, quindi con abiti civili, compresa una “giacca molto
carina” in stile anni ’70. Ma l’attore ha anche accennato ad
un modo molto innovativo di Singer di rappresentare sullo schermo
la super-velocità del personaggio, utilizzando come base la slow
motion:
E’ una stanza abbastanza grande
– ha detto Evan in merito al luogo dove si sono svolte le riprese a
velocità ridotta – è stata una super, super, super, super slomo
(slow motion, ndr). Puoi vedere le gocce di pioggia bloccate a
mezz’aria. Cose così! E’ magnifico il modo in cui lavora la
macchina. Non fai niente di diverso rispetto a provare a tenere gli
occhi aperti nella luce accecante. E privi a farlo sembrare cool,
credo!”.
La trama di X-Men
giorni di un futuro passato, tratta dall’omonimo
fumetto del 1981, ripercorre un arco temporale ambientato in un
imprecisato futuro in cui gli USA sono dominati dalla Sentinelle,
mentre i mutanti vivono confinati in campi di concentramento. Kitty
Pride torna indietro nel tempo e impedisce dal passato che gli
eventi precipitino a tal punto da trasformare la vita dei mutanti
del futuro in un inferno di reclusione.
Vi ricordiamo che
nel cast sono
confermatissimi Hugh
Jackman, Ian McKellen, James
McAvoy, Halle Berry, Jason
Flemyng, Jennifer Lawrence, Michael
Fassbender, Nicholas Hoult,Peter
Dinklage e Patrick Stewart.
Il film è ispirato ai fumetti di Chris
Claremont e John Byrne dal
titolo: ”Uncanny X-Men” # 141 e 142
nel 1981. Tutte le info sul film nella nostra
scheda: X-Men: giorni di un futuro
passato.Tutte le news
sul film invece sono nel nostro speciale: X-Men.
Arriva direttamente
dalla Universal Pictures la prima immagine ufficiale
di Unbroken, nuovo film da regista
diAngelina Jolie. La pellicola arriva dopo il
delizioso debutto In the Land of Blood and
Honey (2011). Ecco lo scatto che ritrale la regista
assieme al suo soggetto, Louis
Zamperini.
Unbroken
racconta la storia di Louis Zamperini
(interpretato da Jack
O’Connell) un reduce della Seconda Guerra Mondiale,
la cui storia ha dell’incredibile: precipitato nel 1943 con il suo
aereo, un Air Force, nell’Oceano Pacifico, sopravvisse in mare
aperto in mare aperto senza cibo e acqua per 47 giorni.Più
forte della fame e degli attacchi aerei, finì su un’isola
giapponese, dove fu catturato, fatto prigioniero di guerra e
torturato per due anni. La pellicola
Il film è stato scritto da Joel e
Ethan Coen insieme allo sceneggiatore William Nicholson (Il
Gladiatore e Les Misérables) e Richard LaGravenese. Nel cast
del film oltre al protagonista Jack
O’Connell, ci sono anche Garrett
Hedlund, Domhnall Gleeson,
e Alex
Russell. Unbrokenuscirà
nelle sale americane il giorno di natale del 2014.
E’ una veste forse inedita quella di
Oliver Stone come responsabile della campagna
pubblicitaria dei Mondiali del 2014 che come tutto voi saprete si
terrà in Brasile. Il regista tuttavia ha già iniziato il suo
impegno in maniera brillante producendo a Barcellona il primo spot
tv della sua campagna. E i numeri sono davvero importanti, 140
persone, 50 attori e 800 comparse, più tre guest star d’eccezione:
i calciatori Sergio
Agüero, Radamel
Falcao e David Luiz.
Ecco il video trasmesso in anteprima da Direct Tv:
Come molti di voi sapranno il
regista non è nuovo a lavorare in ambito sportivo, infatti, alzi la
mano chi non ha visto almeno una volta il suo Ogni maledetta
domenica (Any Given Sunday) incentrato sul
Football americano e con un cast d’eccezione composto da Al
Pacini, Cameron Diaz, Jamie Foxx, James Woods
e Aaron Eckhart.
Sono passati solo pochi
giorni dalle dichiarazioni sul tanto discusso sequel di
Blade Runner (leggo qui) che l’attore
Harrison Ford ritorna a parlare dei suoi progetti
futuri, ovvero l’ipotetico Indiana Jones
5, di cui per un periodo se ne parlato molto.
L’attore è attualmente impegnato nella promozione di Ender’s Game e
rilasciando un’intervista a Metro, poi ripresa da Cs.net ha
detto:
«Non c’è nessun problema
con un Indiana vecchio e un po’ rincoglionito. Non mi serve neanche
Sean Connery, ormai posso interpretare io stesso mio padre. Quindi
sì, un nuovo Indiana Jones lo girerei anche subito».
Per quanto riguarda
Indiana Jones 5, la realtà dei fatti
è che George Lucas più volte ha confermato l’idea
di farlo anche se al momento è tutto bloccato nella scrittura, con
una storia che però era ancora alla ricerca di un
buon MacGuffin.
Intanto l’attore ha già confermato
che sarà nella prossima trilogia di Star
Wars.
La Summit Entertainment via MSN
Italia ha rilasciato il primo trailer italiano dell’atteso Divergent,
il nuovo film del regista Neil Burger che vede
protagonista un cast d’eccezione composto da Shailene
Woodley, Theo James, Kate Winslet, Ray Stevenson, Mekhi Phifer,
Maggie Q, Jai Courtney, Miles Teller, Zoë Kravitz, Ansel Elgort,
Ben Lloyd-Hughes, Ben Lamb, Christian Madsen, Amy Newbold, Ashley
Judd e Tony Goldwyn. La
pellicola, che debutterà nelle sale 21 Marzo 2014.
La trama: Divergent è ambiento
nella Chicago del futuro, un futuro controllato e rigidamente
ordinato, tipicamente distopico e racconta della sedicenne Tris,
intrappolata nella necessità di compiere la scelta che le cambierà
la vita. Il mondo è diviso in cinque fazioni e per Tris è arrivato
il momento di scegliere a quale appartenere. La scelta che la
ragazza compierà segnerà l’inizio di una serie di prove, che
la condurranno a percorrere una strada tortuosa e inattesa. In un
mondo in cui gli istinti umani vengono soppressi e tutto e regolato
e controllato, Tris imparerà che c’è sempre un’altra faccia della
medaglia. Lei è diversa da tutti gli altri, è una Divergente, la
sua natura le impone la ribellione e quando scoprirà di non
potervisi opporre il suo destino e quello del mondo in cui vive
cambierà per sempre.
A chi tutto, e a chi niente. A lui
sicuramente tutto: 1 metro e 90 di fascino, voce da baritono e
ottime doti di ballerino. In due parole, Hugh Jackman,
attore australiano che negli ultimi quindici anni ha dimostrato di
saper fare la qualunque, e non solo recita (per davvero, che non è
cosa da poco al giorno d’oggi), ma suona anche il piano, fa yoga e
pratica ogni tipo di sport (e si vede… si vede bene).
Laurea in Comunicazione e diploma
alla scuola d’arte drammatica; stella n° 2.487 sulla Walk of Fame,
un Tony Award teatrale per The Boy from Oz e un
Golden Globe per Les Misérables. La sua potente
performance nelle vesti di Jean Valjean gli ha fatto quasi vincere
l’Oscar, ma un giorno o l’altro si rifarà: ormai Jackman ha
scolpito il suo nome nel firmamento del cinema, ed è tanto sexy (il
più sexy del 2008 per People) quanto ‘pop’ (in
Scrubs il Dr. Cox ha un’inspiegabile ossessione per
lui). Tutto comincia a teatro, con musical di successo che portano
Hugh anche nel West End londinese, suscitando entusiasmo e
interesse. Poi, il ruolo della vita: è il 1999 quando Bryan
Singer gli affida gli artigli di Wolverine in
X-Men, e menomale che Jackman non dà retta alla
moglie! È vero che è più matura di lui (di 13 anni), ma ha
rischiato grosso invitandolo a non accettare la parte: adesso il
maritino avrebbe non uno, ma ben 7 film in meno nel curriculum (e
forse non solo quelli). Il mutante dai leggendari artigli di
adamantio gli porta fortuna (oltre a tutta una serie di cicatrici
su cosce, guance e altri parti del corpo) e l’agenda si riempie:
Kate&Leopold, Van Helsing,
Scoop, The Fountain, The
Prestige, Australia.
Parallelamente al grande schermo,
Jackman continua ad esibirsi sul palco (il primo amore non si
scorda mai), mietendo applausi e riconoscimenti… e tanti ancora ne
dovranno arrivare. Per ora è arrivato il momento degli auguri.
HAPPY BIRTHDAY MR. JACKMAN!
Il Corvo è il film
culto del 1994 diretto da Alex Proyas e con
protagonisti Brandon Lee, Ernie Hudson, Michael
Wincott e Bai Ling.
Anno:
1994
Regia: Alex
Proyas
Cast: Brandon
Lee, Ernie Hudson, Michael Wincott, Bai Ling
Il Corvo, la
trama: Detroit, notte di Halloween: Eric e Shelley sono
due fidanzati in procinto di sposarsi. Il loro sogno di una vita
insieme viene violentemente spezzato dalla banda criminale
guidata da Top Dollar, che uccide lui e violenta lei, riducendola
in fin di vita: finirà di soffriredopo trenta ore di agonia, in
ospedale. Un anno dopo, grazie ai poteri del corvo imperiale, Eric
tornerà in vita per poter compiere la propria vendetta e così
riposare in pace.
Analisi: Nei primi
anni ’90 la Dimension Film decide di portare sullo schermo la
miniserie a fumetti firmata da James O’Barr, sulla
scorta del successo planetario arriso all’opera tra appassionati e
non solo; alla regia viene chiamato il quasi esordiente
Alex Proyas; il ruolo di Eric (dopo i rifiuti di
River Phoenix e Christian Slater)
va a Brandon Lee, figlio della leggenda delle arti
marziali Bruce. Il 31 agosto 1993, a lavorazione quasi ultimata,
Lee muore sul set, colpito dal proiettile vero sparato da una
pistola che doveva essere caricata a salve.
Il film
maledetto è servito, legato indissolubilmente alla tragica morte
del suo protagonista, alla cui assenza in alcune sequenze del film
si ovvia con l’uso di controfigure (come avvenuto col padre in
L’ultimo combattimento di Chen) e con la
rielaborazione al computer del materiale già girato.
Il risultato, al netto dell’aura
oscura che ne ha segnato per sempre le sorti, è comunque largamente
apprezzabile; pur con le inevitabili libertà prese rispetto
all’originale cartaceo, Il Corvo finisce
per essere trai migliori esempi del cinema ‘di genere’ prima
dell’esplosione del filone nell’ultimo decennio.
L’ambientazione plumbea, in una
metropoli trasfigurata che per certi versi ricorda una versione
ante litteram della Sin City di Frank
Miller e la prestazione di Lee, all’insegna di
un’innegabile presenza scenica, unite ad una storia che mescola
amore, morte, vendetta e violenza, sono le principali qualità di un
film che alla fine sarebbe ingeneroso ricordare solo per quanto
accaduto al suo protagonista; a fianco di Lee, un cast di
semisconosciuti, trai quali Michael Wincott, Ernie
Hudson e Bai Ling hanno poi proseguito
una discreta carriera sul grande e piccolo schermo.
Grande successo al botteghino, ma
apprezzato anche dalla critica, Il Corvo
ha assistito a ben tre sequel (nessuno dei quali però firmato da
Alex Proyas) e, in piena età di vigilanti e
supereroi sul grande schermo, sarà prossima oggetto di un
reboot.
Menzione d’onore per la colonna
sonora, vera testimonianza dell’epoca, in cui si ricorda
soprattutto la cover di Dead Soul dei Joy Division eseguita
dai Nine Inch Nails, assieme a brani, tra gli altri di, Cure,
Rage Against The Machine e Stone Temple Pilots.
Marie Antoinette è un
film del 2006 diretto da Sofia
Coppola con protagonisti Kirsten Dunst, Jason
Schwartzman, Judy Davis, Rip Torn, Asia Argento, Steve Coogan, Rose
Byrne, Danny Huston
Trama: Ritratto inedito
di Maria Antonietta, la leggendaria regina adolescente figlia
dell’imperatrice d’Austria. Promessa sposa di Re Luigi XVI, a soli
14 anni l’ingenua Maria Antonietta giunge presso l’opulenta corte
di Versailles. Sola e incompresa, la giovane regina di Francia si
dedica a un’esistenza di frivolezze e rimane ingabbiata in una vita
di scandali e congiure di palazzo fino alla Rivoluzione Francese,
passando alla storia come la regina più incompresa.
Analisi: Figlia d’arte e
maestra anticonformista del cinema, Sofia Coppola dipinge un
ritratto originale e inedito della figura della celebre regina.
Marie Antoinette non è un film storico, come espressamente
indicato dalla regista, bensì una rappresentazione in chiave
moderna della Regina di Francia.
Esorcizzandone il mito, la
pellicola scritta e diretta da Sofia Coppola si propone di
lasciare parte della Storia fuori dai cancelli di Versailles per
focalizzare l’attenzione dello spettatore sull’interiorità di
un’affascinante regina, riscoprendone la fragilità, la leggerezza,
i palpiti da adolescente.
La Marie
Antoniette di Sofia Coppola è
brillantemente interpretata da Kirsten Dunst, la quale somiglia molto al personaggio
grazie alle sue origini tedesche e vanta quella carnagione pallida
e quasi abbagliante tipica della regina
L’attenzione dello spettatore è
immediatamente catturata dagli accattivanti titoli di testa: di
grande impatto è il contrasto tra il fondo nero e il rosa shocking
dei titoli, che non sono accompagnati da una melodia austera che
sarebbe peculiare in un film ambientato nella Francia del
Settecento, bensì dal ritmo rock-punk che accompagna tutto il corso
della pellicola. Marie Antoinette è infatti
un’opera che va per dissonanze suggestive.
Marie Antoinette recensione del
film di Sofia Coppola
Giunta a Versailles poco più che
ragazzina, Marie Antoinette è alle prese con i
pettegolezzi di corte e con le disattenzioni del marito, non si
sente apprezzata a sufficienza e percepisce un grande senso di
inadeguatezza, reso in modo credibile nella commovente scena del
suo sfogo solitario.
Tuttavia, quando era ancora ‘la
Delfina’, Marie Antoinette era anche amata e
popolare, come ci mostra la pellicola nella prima scena all’Opéra,
mentre un’entusiasta principessa si abbandona a un caloroso
applauso rivoluzionando le consuetudini e destando stupore tra gli
spettatori, i quali sono influenzati dal suo impeto e rivolgono i
loro applausi all’amata Delfina.
Divenuta regina di Francia all’età
di 19 anni, Marie Antoinette regge con difficoltà
le responsabilità che ora sono sulle sue spalle, così come il
ventenne Luigi XVI muove passi incerti nella politica.
Così la regina, frustrata dalla
monotonia del marito e prigioniera di un mondo che le volta le
spalle alla prima occasione – spesso veniva denominata
‘l’Austriaca’, disprezzandone le origini straniere – si abbandona a
una serie di frivolezze, rese eccessive dalla posizione di
prestigio occupata: è un’adolescente ingenua e smarrita che trova
rifugio nel piacere edonistico, nel lusso più sfrenato. Maria
Antonietta è dedita agli amici, al gioco, ai balli, alla passione
con l’affascinante conte Fersen, conosciuto a un ballo in maschera.
La relazione con il conte è trattata in poche scene, mentre la
storia ci insegna che i due furono amanti per diversi anni.
In questo periodo di
spensieratezza, la leggerezza di Maria Antonietta si riflette nel
tripudio di colori delle scenografie, della glassa colante dei
dolci, dei fuochi d’artificio, dei sontuosi costumi realizzati da
Milena Canonero e meritatamente premiati con l’Oscar.
Inoltre i costumi della regina lasciano trasparire la sua
progressiva maturazione, sino a diventare una donna molto
sofisticata.
A Sofia Coppola
basta un solo elemento per accostare Maria Antonietta alle teenager
del ventunesimo secolo: una scarpa Converse è posta ‘casualmente’
accanto alle innumerevoli paia di scarpette della regina in una
delle sequenze più memorabili del film sulle note di “I Want
Candy”.
La strepitosa colonna sonora è uno
dei principali elementi di forza di Marie
Antoinette, una miscela di suoni che spazia tra rock,
punk, new-romantic, musica degli anni ottanta che coglie lo spirito
adolescenziale proprio del film.
Pertanto la Marie
Antoinette di Sofia Coppola è molto
diversa dal personaggio dipinto dalla storia, che ce la descrive
come un’arrogante sovrana che non si cura minimamente degli
interessi del suo popolo; anzi, mentre i suoi sudditi soffrivano la
fame, ebbe l’audacia di rispondere: “Se non hanno pane, che
mangino brioches”.
Tale aneddoto, oggi riconosciuto
come frutto delle maldicenze popolari nei confronti della
spendacciona regina, viene rinnegato nell’opera della Coppola,
quando un’ingenua e fragile Maria Antonietta afferma con stupore:
“Io non avrei mai detto queste parole”. La giovane regina
preferisce piuttosto contemplare l’alba insieme agli amici
Ma all’alba della Rivoluzione
Francese entra in scena la Storia e il tono della pellicola si
incupisce, come è sottolineato dalle tonalità più scure degli abiti
di Marie Antoinette.
I sudditi odiano la Regina di
Francia per la sua noncuranza nei confronti dei loro bisogni:
mentre la crisi finanziaria dilagava in Francia, Marie
Antoinette non rinunciava a spese talmente ingenti da
procurarle l’appellativo di ‘Madame Deficit’. Inoltre è disprezzata
dalla corte per aver privilegiato una ristretta cerchia di amici,
cadendo vittima di una serie di infamie e calunnie che alimentarono
l’insofferenza del popolo francese.
Di fronte all’aggravarsi
dell’irrequietezza popolare, Luigi XVI e Marie
Antoinette decidono di non fuggire dalla reggia, pronti ad
accogliere qualsiasi evenienza. Così, alle cinque del mattino del 6
ottobre 1789, la folla parigina invade il palazzo di Versailles per
uccidere la regina o quantomeno per portare a Parigi la famiglia
reale.
La drammaticità di questi frangenti
è tangibile, commovente il gesto di Marie
Antoinette che si inchina al suo popolo con somma dignità
in un finale che, malgrado il brio che caratterizza gran parte del
film, non può evitare di cedere al dramma.
Tuttavia non c’è alcun bisogno di
mostrare il processo, la ghigliottina, e di giungere al giorno
fatale del 16 ottobre 1793: sono sufficienti la malinconia degli
sguardi di Luigi e Maria Antonietta e la loro muta commozione per
far parlare la Storia.
Gennaro si ritrova su
di un’isola molto particolare, in cui uomini in divisa vagano senza
memoria sotto il controllo di uno strano staff. Manicomio? Carcere?
In realtà è il luogo in cui le anime, senza memoria, attendono di
nascere, gestite da una multinazionale aliena. Quel che è certo è
che Gennaro sconvolge l’ordine vigente con l’unica arma in suo
possesso: la semplicità.
Il secondo capitolo di Luciano
Capponi sull’aldilà si ispira al netturbino di origini
napoletane di Totò ne La livella ma la sceneggiatura
che l’autore propone è una favola complessa e articolata tra i
sentimenti umani e quello che le anime vivono e provano in questo
limbo, fatto di ostacoli e avversità proposte da questi alieni che
odiano gli esseri umani. La storia si contraddistingue per la sua
ricchezza di maschere e personaggi vicini alla commedia dell’arte,
che nel loro porsi, rappresentano i vizi e i problemi della nostra
modernità. L’azione narrativa si articola sul punto di vista di
Gennaro (Patrick Oliva) e il suo modo semplice e naturale di
accettare questa morte e quella dei suoi compagni, manipolati e
classificati in stereotipi contemporanei. Ciò che il film non
riesce a trasmettere in tutta questa complessa allegoria è la
sospensione e l’illusione di quello che viene visto. Lo spettatore
rimane fin troppo cosciente nell’apprendere questa dimensione
ultraterrena, non accettando sempre il compromesso che il regista
ci propone e muovendo dubbi e critiche sull’ingenuità che molto
spesso Gennaro commette nelle scelte che gli capitano.
La storia volutamente non sceglie un
genere ma per le sue battute predilige i tempi della commedia, che
spesso non aiutano a creare l’illusione della favola che ci viene
proposta, bensì ci portano fuori nella realtà spezzando così la
storia in piccoli sipari ma contribuendo in qualche modo al ritmo
interno del film. Dal punto della regia Capponi cura molto bene la
fotografia e le inquadrature, così come i movimenti di dolly non
sono mai banali ma ricercati nel dare un’altra lettura della
sceneggiatura così ricca di metafore come ci viene mostrato nella
sequenza della preghiera di Gennaro in cui successivamente la croce
diventa il flauto. I raccordi di montaggio così come gli effetti
visivi del film sono ciò che restituisce unità alla storia a
differenza delle musiche e i testi delle canzoni scritte dallo
stesso regista, che danno un contribuito prezioso alla morale del
film ma che non uniscono la struttura del film.
Il Flauto è un film
con delle chiare metafore sulla società moderna e i valori che ha
perso con il suo evolversi e mutarsi, ma questo non è sufficiente
ad ammaliare lo spettatore in questa sospensione temporale mancando
così l’appuntamento per spingersi a riflettere di più sulle
emozioni essenziali, molto spesso sfuggenti e effimere.
Giovani ribelli – Kill
your darlings, vincitore delle Giornate degli Autori
alla Mostra del Cinema di Venezia, uscirà sugli schermi italiani il
17 ottobre. Diretto dall’esordiente John Krokidas,
il film è un omaggio alle pellicole noir a stelle e strisce degli
anni 40 e alla Nouvelle Vague francese, visto che i protagonisti
sono dei futuri intellettuali, legati a doppio fino da un
omicidio.
Si è
parlato molto della pellicola, in primis perché vede la
partecipazione di Daniel Radcliffe, che sta
facendo di tutto – riuscendoci – per scrollarsi di dosso l’immagine
di Harry Potter e per portare avanti la campagna contro l’omofobia
che attanaglia molti paesi del mondo, in primis la Russia
(nonostante abbia dichiarato alla stampa americana che la scelta
del personaggio non è stata guidata da ideali politici); in secondo
luogo perché, in Kill your Darlings,
Radcliffe interpreta il giovane Allen Ginsberg quando è ancora un
timorato e puritano studente universitario alla Columbia, nel 1944.
La sua vita e la sua personalità subiranno uno scossone quando
incontrerà il “genio e sregolatezza” Lucien Carr (Dane
DeHaan), che lo inizierà ai vizi e alle follie di New
York, nonché, secondo la trama ordita da Krokidas e da Austin Bunn,
all’amore.
Nonostante sia meno conosciuto dei
colleghi, Carr, morto nel 2005 di un tumore, fu un esponente di
spicco della Beat Generation e la storia vuole che sia stato
proprio lui a mettere in contatto Ginsberg con Jack Kerouac
(interpretato da Jack Huston, Boardwalk
Empire) e William Burroughs (Ben
Foster). L’altro protagonista di questo film quasi
completamente “al maschile”, eccezion fatta per la presenza di
Elizabeth Olsen e Jennifer Jason
Leigh, è il talentuoso e innamorato intellettuale David
Kammerer, che ha il volto di Michael C. Hall,
anche lui impegnato a non farsi ricordare solo per Dexter.
Allen Ginsberg, alle prese con una
mamma malata di mente e un papà poeta, incontra all’università
l’affascinante, carismatico e tormentato Lucien, a sua volta
oggetto dell’amore ossessivo di Kammerer. Dopo innumerevoli,
allucinate scorribande per le strade e i locali notturni della
città, i due ragazzi, insieme a un già ribelle Jack
Kerouac e al già tossicodipendente William Burroughs,
saranno coinvolti nell’omicidio dell’ammiratore di Carr. Buona
parte del film ruota intorno al dubbio sulla colpevolezza dei
giovani, connessi dalle velleità intellettuali, ma soprattutto
dall’ammirazione per il bel Lucien, tanto desiderato quanto poco
talentuoso rispetto ai suoi pari. Ben diversa l’opinione sul
talento performativo di Dane DeHaan, che, secondo
alcuni, oscura spesso e volentieri quello dei già noti
colleghi.
Questa mattina alla Casa del
Cinema di Villa Borghese è stato presentato il film Il
Flauto di Luciano Capponi. Alla conferenza stampa
hanno partecipato il regista, l’attore Patrizio Olivia e
Totonno Chiappetta e il distributore Giacomo
Carlucci.
Possiamo dire che il tema della
reincarnazione è accennato e poteva essere spinto di più
L.C:Mancano tre parole fondamentali nella vita, il buon senso,
il rispetto e l’onestà, ed è quello che cerco di raccontare in
realtà da sempre nella mia carriera d’autore post-contemporaneo,
come mi hanno citato in una tesi di laurea. Quello che ho cercato
di raccontare sono quelle tre parole, che credo che Patrizio sia
riuscito a comunicarle, possono essere delle armi in realtà che
forse ormai sono totalmente sommerse sotto il peso di una
determinazione mediatica, ma che a mio avviso, forse dovremmo
cominciare a rifletterci.
È un film di nicchia?
L.C.:Io non sono d’accordo, e questa è una mia opinione
personale. Perché io ho avuto sempre un mio pubblico ovunque io sia
andato, anche con il mio teatro. Le mie cose piacciono specialmente
ai bambini, quindi non credo che un bambino possa essere definito
un ascoltatore della nicchia.
Mi diverte sempre credere che
l’aldilà sia in realtà semplicemente una porta che si apre e mi
diverte anche pensare che forse è apparentemente sconosciuta.
Io credo che siamo tutti molto piccoli, anche nelle dimensioni,
questa è una scoperta iniziatica che ho fatto la prima volta che ho
volato in aereo perché vedevo le macchinette piccoline mi sono
immaginato un marito e moglie che litigavano e c’era da ridere!.
Sono dei paradossi e me ne rendo conto, ma solo chi ha la volontà
di accettare un apparente segreto può accogliermi quando dico che
un grande segreto dell’esistenza è un piatto di spaghetti con il
pomodoro mangiato con gli amici. Che sembra una sciocchezza un
valore al lato, ma invece per me è una cosa molto importante.
Per me il film è l’emozione di un momento, non è la gloria dei
riflettori, il divismo, folle di ragazzini, io sono sempre un po’
preoccupato di quello che faccio, perché sono sempre ‘sopra’ o
‘fuori’ però mi sembra di comprende che una volta tanto i presenti
in questa conferenza stampa hanno colto il mio messaggio è questo è
per me più di una speranza.
Patrizio come è stata la tua seconda esperienza d’attore?
P.O.:Per me è stata un esperienza affascinante; non avrei mai
pensato che sarei entrato in questo mondo, ci sono entrato per caso
e devo dire che il calcio è stato galeotto. Luciano è il presidente
di una squadra di calcio che si esibisce solo per beneficenza e per
aiutare i bambini. Luciano mi vide nello spogliatoio insieme agli
altri della squadra e mi disse ‘tu sei un bravo attore‘ e io
gli risposi ‘no guarda mi hai confuso per qualcun altro, io sono
Patrizio Oliva il pugile‘ e lui ‘no no, ti conosco, tu sei
un bravo attore‘ e io gli ho detto ‘ma guarda può darsi pure
ma mi dai l’impressione che tu sei pazzo perché io non ho mai
recitato‘ e invece poi mi ha convinto mentre stava girando
Butterfly Zone. Mi fece fare un cameo e fu anche
molto apprezzato dai critici. Inseguito mi ha chiamato e mi ha dato
questa ulteriore responsabilità dicendomi che stava scrivendo un
altro film e che gli avrebbe fatto piacere se io interpretavo il
protagonista e io lì ho pensato che era pazzo!
Mi ha convinto e io sono una di quelle che persone che tutto ciò
che fa le fa con estrema serietà, con estrema professionalità
perché so che mi gioco la mia storia sportiva e perciò quando
faccio una cosa la voglio fare bene per non fallire. Allora ho
cominciato ad andare da Luciano ogni fine settimana e abbiamo
lavorato. E mi ha portato pian piano in questo mondo e vi posso
dire che se non fosse stato Luciano il regista per questo film e
per questa mia iniziazione, non so se avrei potuto sopportare
un’altro regista che, come capita, mi avrebbe potuto aggredire
perché io sono sempre stato un pugile, mi sono sempre scontrato ad
armi pari con i miei avversari e non avrei mai potuto sopportare
l’aggressione di un regista. Invece lui mi ha capito e mi ha
insegnato a saper vivere il personaggio, mi ricordo che quando
giravamo il film più volte mi richiamava e mi diceva ‘ no, no
patrizio e stai facendo Patrizio Olivia‘ e io ‘Lucià che
devo fa?‘ ‘Devi fare Gennaro Esposito, devi vivere il
personaggio”’ capì così quello che Luciano voleva, non dovevo
recitare dovevo essere vero, dovevo essere quello che sul ring ero
sempre stato; capendo così chi era Gennaro Esposito quali erano i
suoi sentimenti, i suoi valori, i suoi problemi e angosce, cercando
di esprimerle.
Mi sono sentito realizzato nel fare questo lavoro.
Totonno com’è lavorare con Luciano Capponi?
T.C.: Io e Luciano Capponi ci conosciamo da quarant’anni e lui
per me resta, nonostante la sua grande preparazione nell’immagine,
un grande raccontatore di favole e quello che avete visto, il
Flauto ne è l’esempio. Lui è il vero poeta, io lo so perché
conosco le sue canzoni di tanti anni fa, so che lui è stato il mio
maestro che mi ha aperto quella porticina alla poesia. Ecco perché
bisogna vedere le cose di Luciano con un attenzione particolare,
anzi addirittura senza attenzione, perché arrivano meglio. Il
Flauto rappresenta innanzitutto questa attesa, questo stupore
di queste anime senza memoria, il traditore di ogni essere umano è
il cervello anche se quello che conta è lo stomaco, le viscere.
Giacomo Carlucci, quante copie
sono previste per la distribuzione?
G.C.:Questa è una sfida che noi credo abbiamo vinto, ci siamo
chiesti, perché delle pellicole così non possono raggiungere il
grande pubblico? Lo sappiamo com’è l’ambiente del cinema, la
produzione, la distribuzione e via dicendo. E Gennaro Esposito a
fatto sì che questo film uscisse in 120 sale compresi i grandi
circuiti quali l’UCI, 41 sale dell’UCI in tutt’Italia e nelle
grande città. Ma questo film non muore adesso perché subito dopo
comincia anche una tour teatrale di Patrizio “Due ore
all’alba” e il film sarà contemporanee nelle province.
Noi ce l’abbiamo fatta nonostante tutto e tutti, nonostante i
meccanismi che regolano questo settore, ce la facciamo a
raggiungere il vasto pubblico che forse è l’obiettivo principale di
Luciano Capponi, di raggiungere la gente.
Arriverà anche in Italia l’edizione
speciale set del primo capitolo della nuova trilogia
di Peter Jackson, Lo Hobbit: un viaggio
inaspettato, che è uscito roma da quasi un anno. Le
prenotazioni su amazon.it sono già disponibili, mentre l’edizione
arriverà negli scaffali il 13 Novembre.
Trama: Le avventure di Bilbo
Baggins e della compagnia di dodici nani di Thorin Scudodiquercia,
formata da Balin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin,
Bifur, Bofur e Bombur. Il gruppo deve recuperare il tesoro posto
nel cuore della Montagna Solitaria, sorvegliato dal drago
Smaug.
La trama del film:
Katniss Everdeen torna a casa incolume dopo aver vinto la 74ª
edizione degli Hunger Games, insieme al suo amico, il “tributo”
Peeta Mellark. La vittoria però vuol dire cambiare vita e
abbandonare familiari e amici, per intraprendere il giro dei
distretti, il cosiddetto “Tour di Victor”. Lungo la strada Katniss
percepisce che la ribellione sta montando, ma che il Capitol cerca
ancora a tutti i costi di mantenere il controllo proprio mentre il
Presidente Snow sta preparando la 75ª edizione dei giochi (The
Quarter Quell), una gara che potrebbe cambiare per sempre le sorti
della nazione di Panem.