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Beast: recensione del film con Idris Elba

Beast: recensione del film con Idris Elba

Il regista islandese Baltasar Kormákur ha spesso e volentieri con i suoi film raccontato situazioni estreme, riflettendo attraverso di esse e i personaggi protagonisti, sui limiti del corpo umano. Film come The Deep, Everest e Resta con me sono esempi ideali a riguardo e a questi titoli si aggiunge ora anche Beast, con protagonista l’attore Idris Elba. Il film, al cinema dal 22 settembre, non prevede però pericolose scalate in montagna né viaggi in mare aperto ai limiti del possibile, bensì uno scontro con la natura selvaggia. Girato nella savana sudafricana, Beast porta infatti i protagonisti a scontrarsi con un ferocissimo leone.

Come ormai risaputo, non sono i leoni ad andare a caccia, bensì le leonesse. Ai leoni spetta invece il ruolo di difendere il branco, anche a costo della propria vita. Il leone protagonista del film fallisce questo intento e vede i suoi simili venire massacrati da un branco di bracconieri. L’animale sviluppa a questo punto un desiderio di vendetta tale nei confronti dell’essere umano, che inizia ad attaccare e uccidere senza distinzione chiunque finisca sul suo percorso. Tra i malcapitati vi sono anche il dottor Nate Samuels e le sue figlie Meredith e Nora, intenti a fare un safari insieme per metabolizzare la recente scomparsa della moglie e madre. Padre e figlie dovranno dunque trovare il modo di salvarsi mentre ricercano il loro legame perduto.

Beast film recensione

La natura sfida l’uomo, ma con qualche novità

Beast è ascrivibile ad un filone di film noti come “men vs. nature”, di cui uno dei massimi capolavori è proprio Lo squalo di Steven Spielberg. Da questo titolo ad oggi sono stati realizzati innumerevoli film di questa tipologia, ogni volta con animali diversi pronti a mettere a dura prova l’esistenza umana. Il leone è tra questi, essendo già stato al centro di film come Prey – La caccia è aperta (2007) e Prey – La preda (2016). Diverso è però il modo in cui viene raccontato nel film di Kormákur. Se nei due titoli poc’anzi citati questo è il vero e proprio elemento di rottura dell’equilibrio nella convivenza tra uomo e natura, in Beast tale elemento è invece incarnato dall’uomo.

Si tratta di un cambio non indifferente, certamente al tempo con le nuove sensibilità, che non demonizza l’animale ma va invece a ribadire la dannosità dell’azione umana quando si intromette nel regolare svolgersi della natura. L’oggetto di insulti da parte degli spettatori non sarà dunque il leone, che per quanto rappresenti la principale minaccia per i protagonisti è qui dotato di buone motivazioni per ciò che compie, bensì i bracconieri che hanno alterato il suo status quo. Visto da questa prospettiva, Beast acquisisce un valore in più, lasciando inoltre aperta la domanda su chi possa davvero essere la “bestia” del titolo.

Beast Idris Elba
Sharlto Copley, Iyana Halley, Idris Elba e Leah Sava Jeffries in una scena di Beast.

Leoni, padri e figlie… e i limiti della scrittura

Naturalmente Nate e le sue figlie non hanno alcuna colpa a riguardo e ciò consente al film di avere i suoi eroi umani per cui spingere a fare il tifo. Un tifo che potrebbe anche verificarsi, se non fosse che le azioni compiute dai tre personaggi sfidano fin troppo la sospensione dell’incredulità dello spettatore. Se c’è un punto su cui Beast è principalmente carente è proprio la costruzione dei suoi personaggi umani, i quali dicono e compiono cose fin troppo forzate, oltre ad essere guidati da una necessità di elaborare un lutto e le mancanze del padre che mal si incastrano con il resto del racconto, emergendo sempre in momenti inappropriati.

Ciò li porta a stridere in modo evidente rispetto a quanto sta avvenendo, poiché affrontati sempre di petto, in modo esplicito, senza che si abbia poi la sensazione di un effettivo progresso a riguardo. Un film a suo modo simile come Crawl – Intrappolati aveva saputo invece trattare molto meglio la dinamica tra padre e figlia. Da questo punto di vista, risulta dunque molto più convincente la caratterizzazione psicologica del leone. Fortunatamente Idris Elba, da bravo attore qual è, riesce a far avvertire meno questi limiti della sceneggiatura Jaime Primak Sullivan, il quale in generale non sembra riuscire a gestire le molteplici sfumature tematiche e di tono inserite nel racconto.

Beast, buon intrattenimento tra regia ed effetti speciali

Messi da parte questi problemi di scrittura, Beast riesce comunque ad offrire un godibile intrattenimento, merito in particolare della regia di Kormákur e della fotografia del premio Oscar Philippe Rousselot. I due trovano infatti il giusto modo di raccontare per immagini la difficile situazione dei protagonisti, puntando in particolare su di una serie di eleganti piani sequenza che permettono di conferire una certa continuità all’azione e allo spettatore di potersi sentire ancor di più accanto ai protagonisti, provando dunque paura insieme a loro. Ancor di più, però, si sfrutta il potenziale di uno spazio esteso come la savana, nella quale risulta difficile individuare il leone prima che questi sferri il suo attacco.

L’insegnamento di Lo squalo viene qui in parte recuperato, con il leone che meno si vede più fa paura. Gli attacchi non sono dunque molti e quelli che ci sono restituiscono nella maggior parte dei casi quel senso di sorpresa e terrore che ogni film di questo genere aspira a suscitare. È dunque un peccato che tali aspetti più legati all’azione non riescano ad amalgamarsi a dovere con le parti più introspettive del film. Il loro è uno scontro che, pur vedendo trionfare l’azione, limita fortemente il potenziale del film, che non riesce dunque ad essere più di quello che ci si aspetterebbe da un prodotto simile. Forse, però, vedere Idris Elba intento a fare a pugni con un leone potrebbe bastare a garantire a Beast una certa popolarità.

Beast: il film con Idris Elba è ispirato ad una storia vera?

Beast: il film con Idris Elba è ispirato ad una storia vera?

Il film di genere survival del 2022 Beast (qui la nostra recensione), diretto da , può raccontare una storia apparentemente irrealistica di un leone divoratore di uomini che perseguita un padre e le sue due figlie, tuttavia gli eventi di base del film sono realmente accaduti e sono ancora più spaventosi di quanto raccontato sullo schermo. Ma scopriamo prima qualcosa in più sul film: Idris Elba è il protagonista nei panni di Nate, padre di due bambine che porta in Africa per avere la possibilità di riavvicinarsi a loro. La famiglia, infatti, è in lutto per la perdita della madre delle bambine e dell’ex moglie di Nate, morta di cancro.

Qui, durante un’escursione, si imbattono però in un leone africano che sembra più intelligente della media degli animali, che uccide quasi un intero villaggio prima di mettere gli occhi su Nate e le sue figlie. Ad averlo scatenato, vi è lo sterminio del suo branco da parte di crudeli bracconieri. Nel corso di Beast, la famiglia vive dunque diversi momenti terrificanti, affrontando agguati, sbranamenti e pedinamenti da parte del leone. Alla fine, Nate e le sue figlie ne escono vivi, più forti di prima, ma devono sacrificarsi e soffrire prima di arrivarci. Alla fine il leone viene abbattuto dai suoi stessi simili e il pericolo viene finalmente debellato.

La storia vera dietro Beast: I Mangiatori di uomini dello Tsavo

Anche se l’idea di leoni che cacciano gli esseri umani può sembrare improbabile, gli eventi di Beast sono a loro modo realmente accaduti in Kenya nel 1898 ad opera di una coppia di leoni successivamente chiamati Mangiatori di uomini dello Tsavo. Ma le morti che questi due hanno provocato sono molto diverse da quelle viste nel film. I mangiatori di uomini dello Tsavo si trovavano nella regione dello Tsavo, in Kenya, e prendevano di mira gli operai che lavoravano alla ferrovia Kenya-Uganda. Il periodo di massima attività è stato da marzo a dicembre del 1898 e ha causato enormi disordini nell’area, poiché gli operai hanno iniziato a fuggire dai loro posti di lavoro per paura di essere attaccati.

Idris Elba in Beast
Idris Elba in Beast. Foto di Lauren Mulligan/Universal Pictures – © 2022 Universal Studios. All Rights Reserved.

Complessivamente, si dice che i Mangiatori di uomini dello Tsavo abbiano ucciso 135 persone nell’arco di circa 10 mesi, anche se una ricerca più recente ha suggerito che questa cifra potrebbe essere un’esagerazione e che solo 25-30 uomini sarebbero morti a causa dei leoni. In ogni caso, i felini si sarebbero concentrati sui vari accampamenti sparsi nella regione dello Tsavo, dove era appena iniziata la costruzione di un ponte sul fiume Tsavo.  A pochi giorni dall’inizio del progetto, sono iniziate le sparizioni e le uccisioni. I leoni prelevavano gli uomini dalle loro tende durante la notte e li mangiavano. In seguito, gli attacchi si intensificarono al punto che si verificava un omicidio al giorno.

I lavoratori cercarono di scoraggiarli con recinzioni e incendi, ma nulla di ciò ebbe effetto. Il consenso generale sul motivo per cui i due leoni prendevano di mira gli esseri umani in quel periodo aveva a che fare con l’approvvigionamento di cibo dei leoni e con problematiche dentali. Gli scienziati ritengono che i due leoni non mangiassero gli esseri umani come ultima risorsa, ma come supplemento alla loro dieta. Nella regione dello Tsavo, non sarebbe stato insolito per un leone imbattersi in un cadavere umano, e questo potrebbe aver contribuito alla loro spinta a mangiare gli esseri umani.

Inoltre, uno dei felini aveva un’infezione alla radice di uno dei denti, mentre l’altro una ferita a un dente e una nella mascella. La carne umana risulta molto più tenera rispetto a quella di altri animali come zebre, antilopi, bufali o giraffe; i due felini avrebbero sofferto meno nella masticazione, meno impegnativa che in carni coriacee come quella delle loro prede abituali. Alla fine, i mangiatori di uomini dello Tsavo furono uccisi dal tenente colonnello John Henry Patterson. Riuscì ad abbattere il primo leone il 9 dicembre 1898, e il secondo tre settimane dopo.

Idris Elba, Sharlto Copley e Iyana Halley in Beast
Idris Elba, Sharlto Copley e Iyana Halley in Beast. Foto di Lauren Mulligan/Universal Pictures – © 2022 Universal Studios. All Rights Reserved.

Egli documentò poi la sua esperienza di caccia ai due leoni nel suo libro semi-biografico, The Man-Eaters of Tsavo, e nel 1924 vendette le pelli dei due leoni al Field Museum di Chicago, dove sono conservate ed esposte ancora oggi. Tuttavia, tale evento non è da considerarsi così eccezionale come Patterson lo dipinse: i leoni della regione dello Tsavo avevano probabilmente iniziato a predare gli uomini prima del 1890 e, stando ad alcune ricerche, continuarono forse fino agli anni quaranta.

Beast è davvero basato sui Mangiatori di uomini dello Tsavo?

Anche se Beast è stato probabilmente ispirato dalla storia dei mangiatori di uomini dello Tsavo, il film non è basato su eventi realmente accaduti. Ci sono molte differenze tra le due storie, come ad esempio l’ambientazione del villaggio presente nel film anziché di un cantiere edile e l’attenzione al personaggio e alla famiglia di Idris Elba. Inoltre, in Beast c’è un solo leone, che viene infine ucciso da altri leoni maschi, mentre gli eventi reali comprendevano due leoni maschi e l’intensa caccia da parte del tenente colonnello John Henry Patterson. La mancanza di questi dettagli fondamentali dimostra che il film non è un adattamento diretto, ma certamente potrebbe essere stato ispirato da quella vicenda.

Poiché Beast è molto diverso dalla storia dei mangiatori di uomini dello Tsavo, gli eventi della vita reale sarebbero sicuramente un grande film a sé stante. Data l’intensità degli attacchi e l’interessante figura di John Henry Patterson, il film potrebbe seguire molte strade, tra cui quella di fornire ulteriori informazioni sull’Africa e sulle ragioni degli attacchi dei leoni. Nel complesso, Beast e quell dei mangiatori di uomini dello Tsavo sono storie che fanno venire i brividi e che possono far riflettere sul potere degli animali selvatici ma anche sugli abusi dell’uomo nei loro confronti.

Bear Grills: la legge del più forte su National Geographic

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Bear Grills: la legge del più forte su National Geographic

Dalle profondità più estreme ai luoghi più freddi della Terra. Bear Grylls ci accompagna alla scoperta dei luoghi più impervi e ostili presenti in natura.

Bear Grills: la legge del più forte è una serie in 6 episodi, in onda su National Geographic (Sky, 403) dal 28 aprile la domenica alle 20.55 che ci porterà nei luoghi più estremi del nostro pianeta mostrandoci gli straordinari modi in cui gli animali si sono adattati alle avversità per sopravvivere.

Il nostro pianeta è cambiato più negli ultimi 40 anni che in qualsiasi altro periodo della sua storia. Gli animali che popolano gli ambienti più ostili della Terra si sono dovuti adattare ai cambiamenti in un vero e proprio battito di ciglia in termini evolutivi. La loro sfida è una sola: adattarsi o morire.

Beanpole: recensione del film di Kantemir Balagov

Beanpole: recensione del film di Kantemir Balagov

Classe 1991, il regista russo Kantemir Balagov torna al Festival di Cannes 2019 con la sua opera seconda, Beanpole, selezionata all’interno della sezione Un Certain Regard. Il titolo è traducibile con “spilungona”, l’aggettivo con cui viene spesso appellata la protagonista, Iya, il cui appassionante racconto d’amore e speranza, si snoda all’interno di un contesto traumatico come quello che segue di poco la fine della seconda guerra mondiale. Con un film tanto poetico, Balagov dà nuovamente prova del suo talento, dimostrando di meritare l’attenzione che ora gli si rivolge.

Il film si apre a Leningrado, nel 1945. La guerra ha devastato la città, demolendo i suoi edifici e lasciando i suoi cittadini in uno stato fisico e mentale particolarmente fragile. Con la fine dell’oppressione e delle ostilità, la vita sembra riprendere il suo normale corso. È qui che si svolge la storia di Iya (Viktoria Miroshnichenko) e Masha (Vasilisa Perelygina), le quali cercano, ognuna a suo modo, di ricostruire la propria vita tra le rovine.

Prima di abbagliare visivamente con una delle tante bellissime composizioni di cui è ricco il film, il regista cattura l’attenzione facendo udire su schermo nero un boccheggiamento, che riesce a presentarci allo stesso tempo il personaggio protagonista e, metaforicamente, anche la situazione di sfinimento di un popolo logorato dalla guerra. Con l’avanzare della narrazione, si tende a dimenticare il contesto storico, visto come qualcosa da lasciarsi alle spalle il più in fretta possibile, per concentrarsi su una dimensione più intima, che è quella messa in gioco dalle due bellissime e bravissime protagoniste.

Balagov racconta così di personaggi alla disperata ricerca di vita e speranza, un bisogno che fino a quel momento sembrava essere stato spento dagli orrori subiti e visti e che facilmente può trasformarsi in ossessione. È una ricerca che però si scontra inevitabilmente con l’apparente incapacità di riuscire ad aprirsi a nuove emozioni. L’insolita altezza della protagonista non è, a tal proposito, un caso. Tramite questa scelta il regista ci sottolinea la volontà di affrontare la storia attraverso gli occhi di una “diversa”, non vista come tale dagli altri quanto da sé stessa. Questa condizione fisica porta la protagonista ad assumere un atteggiamento che la pone al margine, facendola ben presto diventare succube di quanto la circonda. La sua è una condizione difficile, è in maniera del tutto naturale si arriva ad empatizzare per lei.

Merito anche di una meravigliosa Viktoria Miroshnichenko, attrice di grande grazia che riesce a comunicare la sua instabilità emotiva con pochi gesti del corpo o del volto. La sua Iya è un personaggio fin troppo buono, alla ricerca di un sentimento vero in un mondo che invece non sembra averne più. Balagov tratta con grande rispetto lei e la sua storia, firmando una sceneggiatura che fugge da ogni cliché e colpisce invece per il risvolto poetico di molte delle vicende. Tutto ciò è accompagnato da una regia che non cerca di colpire con virtuosismi o simili, ma trova nella scelta di una messa in scena contenuta, come l’emotività della protagonista, la possibilità di un maggior impatto emotivo.

Con Beanpole, Balagov regala al Festival un piccolo grande gioiello, dotato di sentimenti sinceri, che pervadono l’intera opera di un’atmosfera incantevole, capace di rubare gli occhi e il cuore dello spettatore. Attraverso i desideri e le speranze delle due affiatate protagoniste, il regista ritrae un’umanità intera, ferita, ridotta in ginocchio, ma capace ancora di cullare un sogno di rinascita ad ogni costo.

Be Water Film annuncia i primi titoli del suo listino per il 2024.

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Il primo film in distribuzione è Il segreto di Liberato di Francesco Lettieri, un lavoro sorprendente che unisce documentario, musica e animazione, dedicato al nuovo fenomeno della scena musicale partenopea. Il film-evento sarà in sala per una settimana dal 9 maggio.

Grandi nomi e grandi storie arricchiscono un listino eclettico che si muove fra generi diversi, coniugando qualità e mainstream con la volontà di rivolgersi a pubblici ampi e diversificati nel nome dell’originalità.

Il leggendario autore di Taxi Driver e Toro scatenato, Paul Schrader, e Richard Gere tornano a collaborare assieme, per la prima volta dopo l’iconico American Gigolo, in I tradimenti (Oh, Canada). Completano un cast d’eccezione il nuovo divo del cinema americano Jacob Elordi (Saltburn, Priscilla) e Uma ThurmanIl film sarà presentato in Concorso al prossimo Festival di Cannes.

Un Nicolas Cage assolutamente inedito è il protagonista di Longlegs di Osgood Perkins, una caccia al serial killer feroce e dagli inaspettati risvolti occulti. Già al centro di una campagna marketing virale, in attesa della grande uscita americana prevista per l’estate, il film è già fra i thriller più attesi dell’anno.

Il maestro e Margherita, uno dei capolavori più amati della letteratura mondiale, illumina il grande schermo in un adattamento sontuoso firmato da Michael Lockshin, mantenendo inalterato il potere sovversivo e immaginifico del romanzo. Protagonisti Claes Bang (The Square) e August Diehl (La vita nascosta).

Dal concorso dell’ultima Berlinale, l’acclamato Architecton del maestro Victor Kossakovsky, fra i più importanti documentaristi contemporanei. Un viaggio vertiginoso fra antico e moderno, pietra e cemento, che affronta con urgenza tematiche greenattraverso la potenza di immagini incredibili.

Completano l’offerta del listino Le avventure di Jim Bottone e Jim Bottone e la banda dei tredici pirati, una doppia proposta per tutta la famiglia tratta dei celebri libri per l’infanzia firmati da Michael Ende (La storia infinita).

Be Water annuncia l’ingresso di nuovi soci, tra cui Alessandro Borghi

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Be Water, società di produzione e distribuzione di contenuti artistici, culturali e giornalistici, nasce nel 2021 con l’intento di creare un racconto contemporaneo e multiforme sui grandi temi ed eventi del nostro tempo e su ciò che riguarda il futuro di tutti noi. Producendo contenuti nei quali l’arte, l’informazione e la creatività si fondono in un flusso costante di progetti come podcast, film, documentari, live show e inchieste giornalistiche l’intenzione è quella di sollecitare nuove occasioni di riflessione su questioni strutturali del nostro presente come ad esempio la sostenibilità, l’inclusione, la tecnologia, lo scenario geopolitico in continua evoluzione e il mondo della finanza.

A Guido Brera, Filippo Sugar, Barbara Salabè, Mario Calabresi, Mattia Guerra e Saverio Costanzo, soci di Be Water già precedentemente annunciati, si uniscono ora Stefano Bises, Alessandro Borghi, Claudio Erba, Riccardo Haupt e Cecilia Sala.

Guido Brera, socio fondatore di maggioranza di Be Water insieme a Filippo Sugar, racconta così l’ingresso dei nuovi soci:

“Sono convinto che il cambio paradigmatico della percezione di vero o falso, di bene e male, di origine e storia, di povertà e ricchezza, chieda nuove forme di racconto capaci di proporre una visione sia olistica dei contenuti, sia contemporanea dei linguaggi, della durata e della tecnologia. Con Be Water vogliamo costruire una media company moderna, in grado di catalizzare idee, temi, provenienze, ed esperienze diverse eppure affini.

Per fare questo negli ultimi due mesi Be Water ha aperto le proprie porte a talenti desiderosi di investire in un sistema di connessioni ideali, partecipativo e polifonico, dando vita così a una compagine azionaria compatta ed eclettica unica nel nostro panorama: Barbara Salabè, tra i manager più capaci e completi nella costruzione di squadre e progetti pioneristici nel mondo dei media; Mario Calabresi, giornalista straordinario, nostro primo compagno di viaggio e co-fondatore di Chora, oggi CEO di Be Content, la società che raggruppa le attività Chora e Will (podcast, digital media e journalism), affiancato dal COO, Riccardo Haupt, che con il team di Will ha costruito una comunità di oltre 2 milioni di giovani tra i 18 e 35 anni; Mattia Guerra, AD della nostra società di produzione e distribuzione Be Water Film, brillante produttore cinematografico e televisivo, già creatore della linea produttiva di Lucky Red; Filippo Sugar, Presidente e CEO di Sugarmusic tra i più importanti editori musicali in Europa che ha contribuito a definire la cultura musicale italiana nel mondo spaziando da Andrea Bocelli, Ennio Morricone, Nino Rota e Paolo Conte fino a Madame e Sangiovanni; Saverio Costanzo, regista riconosciuto e acclamato dalla scena internazionale; Alessandro Borghi, attore tra i più talentuosi e amati del cinema europeo; Stefano Bises, sceneggiatore di importanti serie televisive dell’ultimo decennio; Cecilia Sala, autorevole firma del giornalismo indipendente d’inchiesta e di guerra e infine Claudio Erba, fondatore di Docebo, tra le più grandi piattaforme di e-learning al mondo e recentemente quotata al Nasdaq.”

“Quando penso a Be Water – dichiara Barbara Salabè, Executive Chairman di Be Water – mi viene in mente una girandola, in cui ogni parte fa girare l’altra. Forse perché la nostra squadra gli somiglia: i piedi ben piantati a terra e i pensieri senza briglie. Noi di Be Water vogliamo costruire assieme ai nostri ascoltatori, spettatori e consumatori una comunità nella quale potersi riconoscere attraverso tre parole: audio, video, live.

Chora e Will, quindi podcast, video e brevi formati giornalistici, creano IP contemporanei, rilevanti e immaginifici, con una loro autonomia produttiva e di pubblico. Sono loro la sorgente, la fucina, il sensore delle domande, delle aspirazioni.

Il compito di Be Water Film sarà anche quello di trasformare le storie frutto delle inchieste in veri e propri prodotti di finzione, cioè sviluppare, produrre e distribuire film e serie in linea con la nostra missione narrativa, che naviga nel solco della realtà fattuale. Anche l’immenso bacino di storie e personaggi del mondo musicale di Sugar sarà di ulteriore ispirazione per le nostre produzioni.

A seguire con Be Water Live porteremo sulla scena i temi e i personaggi più popolari per farli incontrare con il loro pubblico.

  • Unire in un unico volano mercati, talenti, personaggi e pubblico, ne sono certa, permetterà a Be Water di superare gli ostacoli di un mercato oggi molto segmentato e parcellizzato con una particolare attenzione a un mondo giovanile, così affamato di risposte alle loro inquietudini.
  • “Be Water è il luogo dove creare contenuti informativi, formativi e di intrattenimento, nei formati più diversi, che siano liberi e indipendenti.” Stefano Bises
  • “Be Water è un luogo di pensiero libero e creazione, di relazioni e di idee che prendono forma.
  • È un luogo in cui mi sento al sicuro.” Alessandro Borghi
  • “La missione di Be Water è di creare storie autentiche e profonde capaci di trovare ascolto e attenzione in un mondo di rumore.” Mario Calabresi
  • “Be Water è la squadra con cui fare un’avventura.” Saverio Costanzo
  • “Be Water è un ecosistema con un incredibile impatto sociale, con il potenziale di espandersi oltre i segmenti in cui ha già avuto successo.” Claudio Erba
  • “Be Water è uno spazio libero dove il talento può esprimere la creatività attraverso tutti i media. Vogliamo parlare alle persone utilizzando un linguaggio innovativo, creando un tratto distintivo nell’industria dell’audiovisivo.” Mattia Guerra
  • “In un panorama mediatico sempre più conservatore e statico, Be Water rappresenta una sfida allo status quo che mira a cambiare le regole del gioco del settore dei media in Italia.” Riccardo Haupt
  • “Be Water sono i ragazzi e le ragazze, ancora troppo poche, con cui fare un viaggio.” Cecilia Sala
  • “Be Water è un luogo libero e indipendente dove far nascere idee, proteggerle mentre crescono e poi liberarle in forme nuove e diverse per farle viaggiare in Italia e nel mondo.” Filippo Sugar

BE SHORT- Branded Entertainment Short Movies Summit: torna il Festival dedicato ai corti e al Branded Entertainment

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Venerdì 24 novembre, dalle ore 15.00 alle ore 19.00, si terrà presso CityLife Anteo di Milano (Piazza Tre Torri 1/L) BE SHORT, la seconda edizione del festival dedicato all’approfondimento dei cortometraggi e del branded entertainment, organizzato da OBE – Osservatorio Branded Entertainment (Associazione che studia e promuove la diffusione sul mercato italiano del branded entertainment come leva strategica per la comunicazione integrata di marca) e Giffoni Innovation Hub, in collaborazione con DCA / Digital Cinema Advertising.

Be Short, un evento aperto al pubblico previa prenotazione gratuita, è un importante momento di confronto tra professionisti ed esperti del settore audiovisivo che credono nel linguaggio cinematografico e nella sua capacità di veicolare i valori e la mission di un brand. Una fusione, quella tra la comunicazione di marca e il cinema che riesce a raccontare il purpose di un’azienda, trasmetterne la storia e la sua evoluzione.

Un incontro che rappresenta un’occasione di analisi degli obiettivi di un branded short movie – che va dalla nascita dell’idea creativa alla sua produzione e distribuzione – soffermandosi in particolare sull’andamento del mercato italiano e l’individuazione di possibili scenari futuri.

L’evento, moderato dal giornalista Giampaolo Colletti, sarà suddiviso in 5 panel dedicati a specifiche tematiche con la proiezione di short movie che vedranno il coinvolgimento di tanti ospiti e aziende che condivideranno le loro testimonianze raccontando alcune case di corti realizzati e curiosità, tra cui Philadelphia, Lavazza, Scuola Holden, Henkel/Dixan, Sky, Findus e Dude.

Il programma di Be Short è consultabile a questo link. È possibile partecipare all’evento riservando gratuitamente il proprio posto su Eventbrite.it a questo link.

Be my voice, recensione del film di Nahid Persson

Be my voice, recensione del film di Nahid Persson

Be my voice è il nuovo documentario della regista e attivista iraniana Nahid Persson. Cresciuta all’alba della rivoluzione khomeinista e diventatane pienamente partecipe durante l’adolescenza, Nahid risiede da tanti anni in Svezia, ma da più di quindici denuncia e porta alla luce con la sua macchina da presa i crimini del regime iraniano.

Accusata e incarcerata per il suo Prostitution behind the veil del 2004, ma che viene riconosciuto e premiato in più festival internazionali, prosegue la sua attività giungendo fino a raccontare la storia di Farah Pahlavi, l’ultima imperatrice in carica in Iran nel momento in cui la rivoluzione del 1979 ne destituì il ruolo, costringendo all’esilio lei e il marito. The Queen and I, questo il titolo, viene presentato al Sundance Film Festival nel 2009, dove vince il Gran premio della giuria.

La storia vera di Be my voice

Questa volta, a destare il suo desiderio di raccontare, è Masih Alinejad, una sua compatriota che tredici anni fa aveva dovuto lasciare l’Iran e vive oggi a New York insieme al marito. Masih è una giornalista di quarantacinque anni che inizialmente esercitava la sua professione nel suo Paese, intervistando con acume e audacia i politici che portano avanti le ormai ben note, agghiaccianti, leggi sulle donne. Tanto si era spinta in là con il suo lavoro battagliero e costante, che aveva necessariamente dovuto continuare a farlo dall’estero. E una delle prime campagne che aveva inaugurato attraverso i social, era stata “My Stealthy Freedom”, nella quale incoraggiava le donne che ne sentissero il desiderio, di riprendersi con la videocamera del proprio smartphone mentre si toglievano l’hijab. Il senso del gesto, naturalmente, non stava nel rifiuto del velo di per sé, quanto delle scellerate conseguenze messe in atto da parte delle autorità (ma anche di alcuni semplici cittadini) di fronte al minimo accenno di comparsa dei capelli.

In appena novanta minuti di documentario, le due donne si confrontano, facendo volteggiare i ricci, parlando con veemenza dell’assedio a cui può condurre un’ideologia, soprattutto quando è atta a esercitare il controllo su qualcosa che è delirante anche solo pensare di poter controllare: le persone.

Masih è appassionata e passionale, balla scalza sotto la pioggia, strepita e si getta a terra piangendo di fronte alle migliaia di video che le vengono inviati da donne e uomini che lottano con un coraggio sovrumano, coscienti che la destinazione dei loro gesti sarà il più delle volte la repressione, la prigionia o la pena capitale.

La giornalista cura la rubrica televisiva “Tablet” sulla rete statunitense Voice of America nella quale, in lingua farsi, svela la ferocia con cui il comando del partito religioso agisce verso chi cerca di esprimere la propria libertà.

È di forte impatto l’alternanza dei tremendi video amatoriali inviati a Masih, con i suoi racconti personali, le spiegazioni dei suoi spostamenti, delle sue scelte. Perché le accuse che muove contro il governo iraniano prestando oggi la propria voce a chi è oppresso – il “be my voice” del titolo, appunto – sono le stesse che già da bambina pronunciava con forza, vivendole sulla sua pelle, quando voleva correre in bici proprio come suo fratello.

E così la macchina da presa di Nahid Persson la segue e coglie il tormento di Masih Alinejad: il privilegio che sa di possedere nel vivere in un paese libero e il pensiero che talvolta le serpeggia di sentirsi una fuggitiva rispetto ai suoi connazionali. Ma la verità è che la sicurezza che genera in chi sente la propria storia raccontata da lei, sui social network o in tv, gli dà la forza per continuare a reagire davanti all’ingiustizia. A lei e a coloro a cui fa da megafono.

Gli interrogativi che pone Be my voice, insieme ad un totale senso d’impotenza, sono decisamente molti. Ma è interessante quanto, dopotutto, sia facendo esattamente ciò che di meglio si sa fare che, a volte, si può cambiare il mondo. Ed è espresso nell’intreccio di due donne che, nel raccontare la storia l’una dell’altra, fanno da eco ad un’intera popolazione che, altrimenti, sarebbe rimasta schiacciata da chi pensa di stringere in pugno le sorti dell’umanità.

Be Dior: la nuova campagna con Jennifer Lawrence

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Be Dior: la nuova campagna con Jennifer Lawrence

Nonostante non abbia partecipato alle celebrazione di questa season awards, Jennifer Lawrence non è stata certo con le mani in mano.

Mentre è impegnata sul set di Joy con David O. Russell, l’attrice ha anche partecipato alla nuova campagna Be Dior, marchio con il quale ha una lunga e fruttuosa collaborazione.

BCT Festival di Benevento: interviste a Ezio Greggio, Ivana Lotito e Vinicio Marchioni

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Ezio Greggio, Ivana Lotito e Vinicio Marchioni sono tra gli ospiti del BCT Festival di Benevento, che si è svolto nel capoluogo di provincia campano dal 21 al 27 giugno. Ecco le nostre interviste:

BCT Festival di Benevento: intervista a Maccio Capatonda

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BCT Festival di Benevento: intervista a Maccio Capatonda

Maccio Capatonda è stato ospite al BCT Festival di Benevento dova ha parlato del suo ultimo libro, Libro. Qui la nostra intervista.

BB-8 è il protagonista della nuova clip di Star Wars il Risveglio della Forza

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Dopo Finn (John  Boyega) e Rey (Deisy Ridely), anche il nuovo droide BB-8 ha la possibilità di farsi conoscere meglio grazie alla nuova clip estesa di Star Wars il Risveglio della Forza.

https://youtu.be/xeGUAOkyEUs

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Star Wars Il Risveglio della Forza uscirà sul grande schermo il 16 dicembre 2015 con un cast che include il ritorno di Harrison Ford, Carrie Fisher, Mark Hamill, Anthony Daniels, Peter Mayhew e Kenny Baker con le nuove aggiunte John BoyegaDaisy RidleyAdam DriverOscar IsaacAndy SerkisDomhnall GleesonLupita Nyong’oGwendoline Christie Max von Sydow.

BB-8 con controllo remoto: il droide che cerchi è qui!

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BB-8 con controllo remoto: il droide che cerchi è qui!

Ecco il droide che state cercando! La Disney e SHERO hanno fatto squadra per realizzare una riproduzione in scala funzionante del buffo e già amatissimo BB-8, il nuovo droide che vedremo all’opera in Star Wars il Risveglio della Forza. Il droide è controllabile tramite smartphone!

Ecco il video illustrativo:

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ASCOLTA LA VOCE DI KYLO REN!

STAR WARS IL RISVEGLIO DELLA FORZA: IL CAST SALUTA IL D23

STAR WARS IL RISVEGLIO DELLA FORZA: I COSTUMI AL D23 [FOTO]

Star Wars Il Risveglio della Forza uscirà sul grande schermo il 18 dicembre 2015 con un cast che include il ritorno di Mark HamillHarrison FordCarrie FisherMark Hamill,Anthony DanielsPeter Mayhew e Kenny Panettiere con le nuove aggiunte John BoyegaDaisy RidleyAdam pilotaOscar IsaacAndy SerkisDomhnall GleesonLupita Nyong’oGwendoline Christie e Max von Sydow.

 

Baz Luhrmann in trattative per il biopic su Elvis

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Baz LuhrmannLa Warner Bros. sta portando avanti un progetto per il grande schermo: un biopic su Elvis Presley. In accordo con quanto riporta The Warp, a dirigere il film potrebbe essere Baz Luhrmann (Moulin Rogue!, Il Grande Gatsby), al momento in fase di trattative con la major.

Al momento ancora senza un titolo, il biopic su Elvis è stato scritto da Kelly Marcel, già autrice della sceneggiatura di Saving Mr. Banks e del prossimo adattamento cinematografico di 50 Sfumature di Grigio. Non è stato ancora rivelato se il film si concentrerà su un periodo preciso della vita del cantante, o se la abbraccerà in toto, anche se la Warner ha già dichiarato di avere il via libera su tutta la discografia di Presley.

Luhrmann era stato di recente associato ad un progetto per la Universal che prevedeva un film basato sulla popolarissima serie anni ’70 Kung Fu. Per quanto ci concerne, pensiamo che la dimesione del biopic a sfondo (inevitabilmente) musicale possa riportare il regista a temi, dimensioni e spazi che riesce a gestire bene, così da poterlo mettre in condizione di ritornare ai livelli, mai superati, di Moulin Rouge!.

Il biopci senza titolo su Elivs sarà prodotto da Gail Berman per la Tecumseh Productions e Andrew Mittman per la Whalerock Industries sarà il produttore esecutivo. Per la Warner Bros, supervisionerà il progetto Courtenay Valenti.Fonte: CS

Baz Luhrmann dirigerà l’adattamento di The Master and Margarita

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Baz Luhrmann dirigerà l’adattamento di The Master and Margarita

Con il biopic su Elvis Presley attualmente in fase di pre-produzione, Baz Luhrmann ha nel frattempo già trovato il suo prossimo progetto cinematografico: si tratta dell’adattamento del romanzo The Master and Margarita, fantasy con venature soprannaturali dello scrittore e drammaturgo russo Michail Bulgakov.

Il romanzo originale, edito in Italia col titolo “Il maestro la Margherita”, si contraddistingue per lo spiccato contenuto satirico e racconta delle persecuzioni politiche inflitte a uno scrittore e drammaturgo definito il “Maestro” e al suo amore Margherita Nikolaevna da parte delle autorità sovietiche degli anni ’30. È stato pubblicato per la prima volta tra il 1966 e il 1967.

A proposito del progetto, Baz Luhrmann ha dichiarato: “Sento un’incredibile connessione con la storia raccontata in The Master and Margarita. A lungo ho cercato di ottenere i diritti su questo romanzo straordinario. Sono eccitato all’idea di avere finalmente l’opportunità di realizzare un mio adattamento di quest’opera rivoluzionaria.”. Luhrmann svilupperà il progetto insieme alla sua società, la Baz & Co.

LEGGI ANCHE – Baz Luhrmann: “Idiota a non accettare Harry Potter!”

In attesa di nuovi dettagli sul progetto, ricordiamo che il regista sarà impegnato a breve con le riprese del sopracitato biopic dedicato a Elvis Presley, che vedrà Austin Butler (C’era una volta a Hollywood) nei panni delle leggenda del Rock’n’Roll e Tom Hanks (Un amico straordinario) in quelli del suo manager, il Colonnello Tom Parker. Le riprese del film partiranno a febbraio 2020 e si svolgeranno in Australia, città natale di Luhrmann.

Fonte: Deadline

Baz Luhrmann dirige Il grande Gatsby con Leonardo DiCaprio

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Baz Luhrmann dirige Il grande Gatsby con Leonardo DiCaprio

L’Hollywood Reporter annuncia che Baz Luhrmann dirigerà il nuovo adattamento del romanzo di F. Scott Fitzgerald Il Grande Gatsby, le cui riprese  verranno effettuate in 3D nativo ad Agosto. Il film vede un cast stellare con Leonardo DiCaprio, che interpreterà Jay Gatsby.

Carey Mulligan è stato offerto il  ruolo di Daisy Buchanan per il quale si attende ancora l’ufficialità anche se l’attrice ha già posato per una foto, mentre obey Maguire dovrebbe interpretare Nick Carraway. La produzione si svolgerà in Australia, a Sidney, nei Fox Studios, approfittando degli sgravi fiscali stanziati dal governo locale.

A produrre il film per un budget di circa 130 milioni ci saranno Luhrmann, Catherine Martin e Catherine Knapman della Luhrmann/Bazmark Films, anche Doug Wick e Lucy Fisher della Red Wagon e G Mac Brown.

Il Grande Gatsby, il film

Il Grande Gatsby è diretto da Baz Luhrmann e vede nel cast Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire e Carey Mulligan e che vedremo in apertura al Festival di Cannes 2013.

Il Grande Gatsby uscirà il prossimo 16 maggio al cinema. Tutte le info sul film le trovate nella nostra scheda: Il Grande Gatsby. Il sito ufficiale del film qui.

Il film racconta la storia di un aspirante scrittore, Nick Carraway che lasciato il Midwest Americano, arriva a New York nella primavera del 1922, un’epoca in cui regna la dubbia moralità, la musica jazz e la delinquenza. In cerca del suo personale Sogno Americano, Nick si ritrova vicino di casa di un misterioso milionario a cui piace organizzare feste, Jay Gatsby, ed a sua cugina Daisy che vive sulla sponda opposta della baia con il suo amorevole nonché nobile marito, Tom Buchanan. E’ allora che Nick viene catapultato nell’accattivante mondo dei super-ricchi, le loro illusioni, amori ed inganni. Nick è quindi testimone, dentro e fuori del suo mondo, di racconti di amori impossibili, sogni incorruttibili e tragedie ad alto tasso di drammaticità.

Baz Luhrmann annuncia un film-concerto su Elvis con “tutti i filmati che abbiamo trovato nei caveau”

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Lunedì sera, in occasione del Met Gala, il regista Baz Luhrmann ha lasciato intendere che forse non ha ancora del tutto chiuso la sua parentesi relativa a Elvis Presley, dopo il suo film del 2022 con Austin Butler. Il regista ha infatti dichiarato a THR: “I fan vogliono davvero sapere se tutti quei filmati che abbiamo trovato nei caveau diventeranno un film concerto e io sono qui per dire che penso che succederà”. A ottobre, Luhrmann aveva postato su Instagram che “abbiamo trovato bobine e bobine di filmati mai visti di Elvis on Tour e That’s The Way It Is”, dicendo ai fan di “rimanere sintonizzati”.

Un video di accompagnamento mostrava una scatola di cartone con l’etichetta della Warner Bros. e la scritta “Elvis outtakes box” sul lato. That’s The Way It Is è un documentario che segue il Summer Festival di Elvis Presley a Las Vegas nell’agosto 1970 (pubblicato insieme al suo 12° album omonimo), mentre Elvis on Tour è un documentario del 1972 che segue la star durante un tour di 15 città. Il regista aveva già detto che avrebbe realizzato una versione estesa del film Elvis (qui la recensione) con più esibizioni di Butler.

Elvis: quanto è autentico il film di Baz Luhrmann sul cantante?

Aveva a tal proposito dichiarato ad IndieWire durante la premiazione del film: “C’è un sacco di materiale che arriva a quattro ore, ma ho dichiarato che non oggi, non domani, ma prima o poi lo farò. Perché Austin ha fatto i suoi concerti al completo. Faceva tutti i numeri. Austin lo ha fatto e basta ed è stata un’esperienza fuori dal corpo vederlo fare quei concerti completi, quindi un giorno farò vedere quei concerti completi”. Non resta dunque che attendere di scoprire quanto i fan del re del rock ‘n roll potranno vedere tali progetti.

Baz Luhrmann al lavoro su un adattamento della storia di Giovanna d’Arco

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Baz Luhrmann ha scelto il suo prossimo progetto in collaborazione con Warner Bros. Il regista racconterà una sua versione della storia di Giovanna d’Arco.

La Warner ha confermato che il regista si occuperà del racconto epico dell’eroina nazionale francese (e santa) Giovanna d’Arco. L’adolescente Giovanna d’Arco divenne un simbolo dopo aver condotto l’esercito francese alla vittoria a Orléans nel 1429. Fu bruciata sul rogo nel 1431.

All’inizio di quest’anno, Baz Luhrmann ha abbandonato l’attesissimo adattamento in lingua inglese del romanzo russo “Il maestro e Margherita”, ritirandosi completamente dal progetto a seguito di preoccupazioni sui diritti del libro.

I film di Baz Luhrmann

Il debutto alla regia di Luhrmann avvenne nel 1992 con Ballroom, che iniziò come una breve opera teatrale al Wharf Theatre di Sydney. Il successo strepitoso del film portò alla successiva realizzazione di altri due progetti, Romeo + Giulietta (1996) e Moulin Rouge! (2001), che completarono la sua “trilogia della Tenda Rossa”. Dopo diversi anni arrivò Australia (2008), in cui rinnovò la sua collaborazione con Nicole Kidman che aveva già portato in zona Oscar con il film del 2001, ma questa volta non trovò lo stesso successo. Dopo 5 anni, nel 2013, è arrivato il suo atteso adattamento de Il grande Gatsby, un vertiginoso progetto con protagonista Leonardo DiCaprio. Recente è la sua incursione nella vita e nell’arte di Elvis, presentato a Cannes nel 2022.

Nel corso della sua carriera cinematografica, Luhrmann ha trovato successo anche nell’opera (“La Bohème” di Puccini a Broadway nel 2002), in cortometraggi/pubblicità come “N° 5 the Film” per Chanel N° 5, con Nicole Kidman e Rodrigo Santoro nel 2004, e “The Secret Life of Flowers” per una collaborazione tra Erdem e H&M.

Ha lavorato come produttore esecutivo, sceneggiatore e regista per “The Get Down” su Netflix (co-creato con il drammaturgo Stephen Adly Gurgis), e ha svolto un ampio lavoro nella produzione musicale, dalla canzone parlata del 1997 “Everybody’s Free (To Wear Sunscreen)” alla sua colonna sonora di successo per “Il grande Gatsby”.

La storia di Giovanna d’Arco è stata raccontata al cinema e in televisione molte volte, tra cui ricordiamo l’adattamento a opera di Carl Theodor Dreyer che ha fatto la storia del cinema e quello di Luc Besson con protagonista Milla Jovovich.

Baz Luhrmann abbandona la regia dell’adattamento di “Il maestro e Margherita”

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Il regista Baz Luhrmann non è più legato all’atteso adattamento in lingua inglese del romanzo russo “Il maestro e Margherita”, come ha appreso Variety. Nel 2019 era stato riferito per la prima volta che Luhrmann aveva intenzione di sviluppare un film basato sull’iconico libro attraverso la sua società in joint-venture con Len Blavatnik, Baz & Co. Ma il film ha tardato a concretizzarsi e Baz Luhrmann è a quel punto passato a dirigere il biopic “Elvis”, nominato agli Oscar, e la serie limitata “Faraway Downs”. Ora, il regista si è ritirato completamente dal progetto. Secondo Variety, c’erano dubbi sui diritti del libro. I produttori del film hanno rifiutato di commentare, anche se una fonte contesta la confusione sui diritti.

Di cosa parla Il maestro e Margherita?

Romanzo fondamentale del XX secolo, Michail Bulgakov ha scritto per la prima volta “Il Maestro e Margherita” nell’Unione Sovietica negli anni ’30, ma fu pubblicato solo alcuni decenni dopo la morte dell’autore. La storia fantastica, ispirata al Faust, vede il Diavolo visitare l’Unione Sovietica e include elementi di satira, cristianesimo, commedia e soprannaturale. La trama è poi incentrata sulla storia d’amore tra uno scrittore e drammaturgo anonimo (definito il “Maestro”) e Margherita Nikolaevna, sulle persecuzioni politiche inflitte a costui da parte delle autorità sovietiche degli anni trenta, e il suo riscatto.

Il testo controverso è da tempo oggetto di discordia. È stato pubblicato postumo alla fine degli anni ’60 in Francia e, secondo l’esito di una causa intentata dai presunti eredi di Bulgakov, la sua prima pubblicazione non era conforme alle leggi statunitensi sul copyright, facendolo cadere nel pubblico dominio. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica e la formazione della Federazione Russa, sono state emanate diverse leggi internazionali che hanno ripristinato il diritto d’autore sull’opera, che alla fine è passata a Sergey Shilovsky e a sua sorella Daria Shilovskaya.

Gli Shilovsky non sono discendenti diretti dell’autore, ma sostengono di aver ereditato il libro dalla nonna, terza moglie di Bulgakov. Nonostante ciò, la coppia è stata ferocemente protettiva nei confronti dell’opera. Nel 2014 hanno intentato una causa a New York per una traduzione in inglese del libro pubblicata mentre era fuori copyright. (Il tribunale non ha messo in dubbio la proprietà dei diritti degli Shilovy, ma ha dato ragione all’editore). Anche una versione russa completata nel 1994 dell’opera di Yuri Kara sarebbe stata bloccata a causa dei diritti.

A parte le questioni legate ai diritti, nel corso degli anni decine di altri registi hanno tentato e fallito di realizzare una versione cinematografica de “Il maestro e Margherita”, tra cui, si dice, Roman Polansky, Federico Fellini e Terry Gilliam. Nel 2008 il produttore Scott Steindorff avrebbe acquisito i diritti per realizzare una versione in lingua inglese che non è mai stata realizzata. “I diritti sono stati acquistati, le sceneggiature scritte, i diritti decaduti, i soldi sperperati, le location esplorate”, ha scritto Mia Taylor in un articolo del 2000 per la rivista letteraria Tin House sui vari tentativi falliti di realizzare il film.

Sono stati realizzati anche adattamenti oscuri, che sembrano impossibili da rintracciare. Ma qualcosa sembra inevitabilmente ostacolare questi sforzi. Trentatré anni dopo la pubblicazione del libro, il film definitivo non è ancora stato realizzato”. Baz Luhrmann, come anticipato, si era interessato all’adattamento ormai cinque anni fa, ma oltre alle preoccupazioni sui diritti si dice che a farlo ora uscire dal progetto ci sia stato anche un disaccordo sulla sceneggiatura. Tuttavia, secondo Variety, Luhrmann, che è stato a lungo un fan del libro, non avrebbe del tutto rinunciato a tornare un giorno su questo adattamento.

Baz Luhrmann : idiota a non accettare Harry Potter!

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Baz LuhrmannDurante la promozione de Il Grande Gatsby, il regista del film Baz Luhrmann ha confessato un “peccatto” commesso in passato, ovvero, l’aver rifiutato di dirigere Harry Potter. E’ stato infatti chiesto al regista della volta in cui la Warner Bros lo approcciò chiedendogli la regia di Harry Potter e la Pietra Filosofale. Baz rifiutò adducendo come scusa la sua mancata conoscenza del romanzo, ma adesso sembra avere dei rimpianti in merito alla sua decisione.

Per quanto amo i film e i romanzi di Harry Potter adesso, all’epoca pensai ‘cos’è questa roba?’ e risposi all’offerta ‘Beh sembra interessante, ma penso che farò Moulin Rouge’ – Così, adesso sono ovviamente un idiota, perchè avrei potuto dirigere Harry Potter

Harry Potter e la Pietra Filosofale costò 125 milioni di dollari e ne incassò 975. Sono seguiti, come tutti sappiamo, altri sette film al primo, e Harry Potter e i Doni della Morte Parte II, l’ultimo della saga, ha incassato 1,3 miliardi di dollari.

Moulin Rouge invece costò 50 milioni di dollari e ne guadagnò (strano da credersi) solo 179. La pellicola venne però nominata all’Oscar come miglior film.

Per quanto ci possa dispiacere per le tasche di Baz Luhrmann , la vicenda ci fa tirare un sospiro di sollievo, dal momento che grazie al rifiuto del regista australiano abbiamo avuto due film meravigliosi: da una parte proprio quel Moulin Rouge, straordinario esempio di musical e di recitazione (eccezionale la Kidman su tutti); dall’altra il tenerissimo, magico e ingenuo Harry Potter e la Pietra Filosofale, che per moltissimi fan ha dato inizio ad un sogno, probabilmente anche grazie alla sapiente mano di Chris Columbus dietro alla macchiana da presa.

Baywatch Remastered: torna la serie cult su Spike

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Baywatch Remastered: torna la serie cult su Spike

La squadra dei Los Angeles County Lifeguards non è mai stata così brillante! Spike, il canale di Viacom International Media Networks Italia, disponibile sul 49 del digitale terrestre (DTT) e sul 26 di Tivùsat, presenta in esclusiva assoluta dal 21 gennaio alle 15.10 Baywatch Remastered: un inedito progetto televisivo dedicato ai più celebri bagnini di Los Angeles! 

Trasmessa in oltre 200 paesi, tradotta in 48 lingue e durata oltre 11 anni, Baywatch è stata una delle serie tv più viste al mondo. Oggi arriva su Spike in una veste completamente inedita che non smette di sorprendere: un Baywatch come non si era mai visto prima! Lo spettatore potrà sognare una Los Angeles animata di novità: spiagge più dorate, jeep più lucenti e cieli mai stati così celesti. I guardaspiaggia più iconici del piccolo e del grande schermo, indossano nuove vesti, colori, presentando anche un inedito e originale soundtrack che troviamo per la prima volta all’interno di una nuova dimensione (16:9).

Anche le leggendarie scene in slow-motion vedono nuova luce: i protagonisti si tuffano in un nuovo oceano, sorridono sfoderando file di denti bianchissimi, mentre corrono sulla spiaggia con i loro sensuali ondeggiamenti corporei “a effetto rallentatore”. Il successo da guinness dei primati della serie trova una prima spiegazione nel cast, tra cui non possiamo non dedicare uno spazio speciale all’attore David Hasselhoff, interprete dell’intramontabile Mitch Buchannon, il fascinoso guardiano delle spiagge della California, indiscutibile star dello show, che non lascerà mai la fortunata serie. Che Baywacht sarebbe senza Mitch? Nella prima stagione, tra le protagoniste femminili, svetta l’attrice e modella Erika Eleniak, nei panni di Shauni McClain.

Insomma: siete pronti per perdervi dietro a onde sempre più blu e costumi da bagno mai stati così rossi? L’appuntamento con Baywatch Remastered si rinnoverà ogni giorno a partire dal 21 gennaio alle 15.10 con un doppio episodio, trasportando gli spettatori sulle infinte spiagge di LA.

Baywatch: Zac Efron si aggiunge al cast?

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Baywatch: Zac Efron si aggiunge al cast?

Come afferma Variety, l’attore Zac Efron pare essere in trattative per unirsi al cast della comedy Baywatch con Dwayne Johnson. Di sicuro, l’attore non avrà problemi a mostrare il fisico nelle vesti di bagnino. Voi che dite?

Zac Efron-Neighbors

Baywatch sarà l’adattamento cinematografico dell’omonima serie cult degli anni 80/90 con  Pamela Anderson e David Hasselhoff. Seth Gordon sarà il regista del film.

Lo script precedentemente scritto da Jeremy Garelick e Peter Tolan è stato accantonato per le troppe differenze rispetto alla serie originale. La nuova sceneggiatura porterà la firma di Damian Shannon e Mark Swift.

Baywatch, nota come Baywatch Hawaii nelle ultime due stagioni, è una serie televisiva molto popolare trasmessa negli Stati Uniti dal 1989 al2001, e conclusa nel 2003 dal film per la televisione Baywatch – Matrimonio alle Hawaii.

La serie era ispirata al lavoro dei Los Angeles County Lifeguards. Gli episodi caratterizzano storie di salvataggio, molti argomenti sociali, problemi riguardanti il mondo della gioventù e degli adulti. In particolare raccontano la vita di alcuni guardaspiaggia di Baywatch nella contea di Los Angelese successivamente delle Hawaii, dove viene creato un centro di addestramento “Baywatch Hawaii Lifeguard Training Center” sede della squadra di salvataggio “Baywatch Hawaii” costituita da alcuni elementi di tutto il mondo che collaborano anche con i guardaspiaggia locali.

Fonte

Baywatch: Zac Efron in mutande nello lo spot dal Super Bowl LI

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Baywatch: Zac Efron in mutande nello lo spot dal Super Bowl LI

In occasione del Super Bowl LI, è arrivato anche l’esilarante spot tv di Baywatch, il film con protagonisti Dwayne Johnson, Alexandra Daddario e Zac Efron che riporta sullo schermo (questa volta sul grande schermo) i “bagnini” della famosa serie tv degli anni ’90.

Baywatch: la caduta di Zac Efron scatena il web

Nel cast di Baywatch sono stati confermati Dwayne Johnson, Zac Efron, Alexandra Daddario, Kelly Rohrbach, Ilfenesh Hadera e Priyanka Chopra.

Il film ha una data d’uscita fissata per il 19 maggio 2017.

La pellicola è diretta da Seth Gordon (Come ammazzare il capo e vivere felici). La sceneggiatura, invece, porta la firma di Damian Shannon e Mark Swift. Alla produzione ci sono Dwayne Johnson, Dany Garcia, Michael Berk, Douglas Schwartz e Greg Bonnan.

Dwayne Johnson e Zac Efron guidano il cast del film che porta per la prima volta sul grande schermo i bagnini più sexy d’America, diventati vere e proprie icone degli anni ’90 grazie alla fortunata serie televisiva con David Hasselhoff e Pamela Anderson.

Fonte

Baywatch: Zac Efron e Dwayne Johnson sul set – foto

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Baywatch: Zac Efron e Dwayne Johnson sul set – foto

Zac Efron e Dwayne Johnson sono stati fotografati a Boca Raton sul set di Baywatch, film che sarà basato sull’omonima e famosa serie tv con protagonista David Hasselhoff.

Nel cast di Baywatch sono stati confermati Dwayne Johnson, Zac Efron, Alexandra Daddario, Kelly Rohrbach, Ilfenesh Hadera e Priyanka Chopra. Il film ha una data d’uscita fissata per il 19 maggio 2017.

La pellicola è diretta da Seth Gordon (Come ammazzare il capo e vivere felici). La sceneggiatura, invece, porta la firma di Damian Shannon e Mark Swift. Alla produzione ci sono Dwayne Johnson, Dany Garcia, Michael Berk, Douglas Schwartz e Greg Bonnan.

Fonte: JJ

Baywatch: uscita posticipata al Memorial Day

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Rispetto a quanto precedentemente annunciato da Paramount Pictures il remake di Baywatch con protagonista Dwayne Johnson verrà posticipato di una settimana rispetto alla data di rilascio originale prevista per il 19 maggio 2017, passando dunque al 26 maggio 2017, in concomitanza con la festività americana del Memorial Day.

Secondo quanto riportato da Variety la decisione di anticipare l’udta del remake di Baywatch in corrispondenza del Memorial Day avrebbe una motivazione di carattere prevalentemente strategico, ovvero concorrere con il rilascio di Pirati dei Caraibi 5 Dead Man Tell No Tales della Disney e lo sci-fi Life targato Sony e interpretato dalla coppia Rebecca Feguson – Jake Gyllenhaal, entrambi previsti proprio per il 26 maggio.

Baywatch: il cast ci dà appuntamento al cinema

Debuttando nel weekend del Memorial Day il remake di Baywatch potrebbe dunque bruciare sul tempo titoli di grade spessore, tra cui l’attesissimo Alien Covenant di Ridley Scott, l’horror Annabelle 2Out Job 2.

Nel cast di Baywatch sono stati confermati Dwayne Johnson, Zac Efron, Alexandra Daddario, Kelly Rohrbach, Ilfenesh Hadera e Priyanka Chopra.

Il film ha una data d’uscita fissata per il 26 maggio 2017.

La pellicola è diretta da Seth Gordon (Come ammazzare il capo e vivere felici). La sceneggiatura, invece, porta la firma di Damian Shannon e Mark Swift. Alla produzione ci sono Dwayne Johnson, Dany Garcia, Michael Berk, Douglas Schwartz e Greg Bonnan.

Fonte: CBR

Baywatch: una star di Quantico nel film

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Baywatch: una star di Quantico nel film

Arriva da Variety la notizia che Priyanka Chopra, star della serie tv Quantico, si è unita ufficialmente al cast del prossimo film basato sulla serie tv Baywatch. La giovane attrice è in trattative iniziali per affiancare Kelly Rohrbach, Alexandra Daddario, Zac Efron e il protagonista Dwayne Johnson.

La pellicola sarà diretta da Seth Gordon (Come ammazzare il capo e vivere felici). Non si hanno molti altri dettagli sul film, ma in attesa di vedere completo il cast del progetto vi invitiamo a rimanere su Cinefilos per le novità a riguardo.

Fonte

Baywatch: un reboot è in sviluppo alla FOX

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Baywatch: un reboot è in sviluppo alla FOX

Lunedì la rete FOX ha annunciato che sta sviluppando un riavvio di Baywatch, la serie cult degli anni ’90 con David Hasselhoff e Pamela Anderson.

FOX finora ha ordinato solo una sceneggiatura pilota, che sarà scritta da 90210 (il reboot di CW) e dalla scrittrice di Reign Lara Olsen.

Nella nuova iterazione è descritta come “Audaci salvataggi nell’oceano, spiagge incontaminate e iconici costumi da bagno rossi tornano, insieme a un’intera nuova generazione di bagnini di Baywatch, che affrontano vite personali complicate e disordinate in questo riavvio ricco di azione che dimostra che esiste la famiglia in cui sei nato ma nche la famiglia che trovi

Lara Olsen, i cui crediti televisivi includono anche Blood & Treasure della CBS e Private Practice, spin-off di Grey’s Anatomy della ABC , funge da EP insieme ai creatori di OG  Baywatch  Michael Berk, Greg Bonann e Doug Schwartz.

La serie originale

Baywatch è una serie televisiva americana drammatica d’azione sui bagnini che pattugliano le spiagge della contea di Los Angeles, California e Hawaii, con David Hasselhoff. È stato creato da Michael Berk , Douglas Schwartz e Gregory J. Bonann, che hanno prodotto lo spettacolo durante le sue 11 stagioni. La serie si concentra sulle sfide professionali e personali affrontate dai personaggi, interpretati da un ampio cast a rotazione che include Pamela Anderson, Alexandra Paul, Gregory Alan Williams , Jeremy Jackson , Parker Stevenson, David Chokachi, Billy Warlock, Erika Eleniak, David Charvet, Yasmine Bleeth e Nicole Eggert.

Baywatch: trovata l’erede di C.J. Parker/Pamela Anderson

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Si conferma, come se ce ne fosse stato bisogno, l’alto tasso erotico del prossimo film basato sulla serie tv Baywatch. Dopo le conferme di Alexandra Daddario, Zac Efron e Dwayne Johnson, che fanno felici uomini e donne, arriva il nome che ha l’oneroso compito di raccogliere l’eredità di Pamela Anderson nel ruolo di C.J. Parker. Si tratta della modella Kelly Rohrbach, che presterà il suo corpo all’iconico costumino rosso da guardaspiaggia.

Eccola in azione al fianco di Johnson.

For our #BAYWATCH and the iconic role of "CJ Parker" I had to make sure @kellyrohrbach was… tough.

Un video pubblicato da therock (@therock) in data:

Non si hanno molti dettagli sul film, ma in attesa di vedere completo il cast del progettovi invitiamo a rimanere su Cinefilos per le novità a riguardo.

Baywatch: teaser con Zac Efron e Alexandra Daddario

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Baywatch: teaser con Zac Efron e Alexandra Daddario

È stato diffuso il primo teaser trailer di Baywatch, il film con protagonisti Dwayne Johnson, Zac Efron e Alexandra Daddario che si basa sulla celebre serie tv con protagonisti i bagnini con il costume rosso. Di seguito il video che preannuncia, tra poche ore, il trailer ufficiale.

Potete vedere le foto dal film nella nostra gallery:

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Baywatch: la caduta di Zac Efron scatena il web

Nel cast di Baywatch sono stati confermati Dwayne Johnson, Zac Efron, Alexandra Daddario, Kelly Rohrbach, Ilfenesh Hadera e Priyanka Chopra.

Il film ha una data d’uscita fissata per il 19 maggio 2017.

La pellicola è diretta da Seth Gordon (Come ammazzare il capo e vivere felici). La sceneggiatura, invece, porta la firma di Damian Shannon e Mark Swift. Alla produzione ci sono Dwayne Johnson, Dany Garcia, Michael Berk, Douglas Schwartz e Greg Bonnan.

Fonte: Twitter

Baywatch: svelata la data di uscita, new entry nel cast

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Baywatch: svelata la data di uscita, new entry nel cast

La Paramount Pictures ha ufficializzato la data di uscita del prossimo film basato sulla serie tv Baywatch. La pellicola, che annovera nel cast Dwayne Johnson, Zac Efron, Alexandra Daddario, Kelly Rohrbach e Priyanka Chopra, arriverà al cinema il 19 maggio 2017.

Nel frattempo, Dwayne Johnson ha annunciato via Instagram che Ilfenesh Hadera interpreterà Stef, che avrà una relazione amoroso proprio con il suo personaggio. L’attore ha inoltre confermato che il film sarà vietato ai minori.

La pellicola sarà diretta da Seth Gordon (Come ammazzare il capo e vivere felici). La sceneggiatura, invece, porterà la firma di Damian Shannon e Mark Swift. Alla produzione troveremo Dwayne Johnson, Dany Garcia, Michael Berk, Douglas Schwartz e Greg Bonnan.

Fonte

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