Mondo,tempio
dell’oggettistica geek, costola della Alamo Drafthouse Cinema,
rilascerà sette poster dedicati a The Avengers; uno per ogni
protagonista( Thor, Capitan America, Hulk, Vedova Nera
Nuove foto di Daniel Radcliffe in Kill Your Darlings!
L’attore Daniel Radcliffe, posata la bacchetta da mago, si sta dedicando alla sua carriera personale d’attore e a quanto pare le cose vanno a gonfie vele. Chi pensava che l’attore sarebbe stato ingabbiato per sempre nelle vesti di Harry potter può ricredersi.
Charlize Theron in Agent 13!
I fan di tutto il mondo bramano di
vederla nel ritorno di Scott alla fantascienza con Prometheus, e nei panni della strega in
Snow White and the Huntsman, ma
Charlize Theron non si ferma qui. A
quanto pare l’attrice ha accettato di interpretare un altro
film di fantascienza dal titolo Agent
13.
Ben Affleck e Justin Timberlake insieme sul set di Runner Runner
Una Spia non Basta: recensione del film
Una spia non basta è il film del 2012 diretto da McG e con protagonisti Tom Hardy, Chris Pine e Reese Witherspoon.
In Una spia non basta FDR e Tuck sono super spie, lavorano per la CIA e sono i migliori, anche se ogni tanto perdono il senso della misura. Ma FDR e Tuck sono anche amici, e questo, quando si fa un lavoro rischioso, facilita le cose. I problemi possono arrivare però nella vita quotidiana, ad esempio se entrambi volessero sedurre la stessa donna. E sarà infatti proprio una donna a mettersi in mezzo, minando la grande amicizia tra i due e mettendo alla prova i loro nervi.
Una Spia non Basta, titolo italiano di This Means War decisamente più efficace, è l’ultima commedia ottimamente diretta da McG (Terminator Salvation) che ha probabilmente accettato il progetto perché tra una romanticheria e l’altra i due protagonisti, Chris Pine e Tom Hardy, fanno a botte sul serio.
Tra di loro nei panni di Lauren c’è la minuscola Reese Witherspoon, attrice portata per questo tipo di ruoli leggeri e sicuramente molto sopravvalutata nell’ambiente cinematografico hollywoodiano. Chris Pine (FDR) sembra decisamente nel suo ambiente naturale, il ruolo dello sbruffone sicuro di sé gli riesce abbastanza facile e si trova a suo agio nel suoi eleganti completi. Altro discorso invece per Tom Hardy (Tuck), che abbiamo imparato a vedere in vesti molto più serie (vedi Inception, La Talpa, Warrior e il prossimo Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno). L’attore inglese in un primo momento sembra fuori posto, ingabbiato come si ritrova in un corpo molto muscoloso e un’espressione tutto sommato molto dolce; il suo ruolo di perfetto agente segreto ma perfetto imbranato con le donne lo rende teneramente comico e forse la parte migliore del film che per il resto risulta abbastanza scontato.
Punto forte della
sceneggiatura sono i dialoghi che scritti bene e recitati ancora
meglio dai due protagonisti danno il giusto brio ad un film che per
trama e colpi di scena non è certo un campione di originalità.
Una spia non basta in realtà si basa completamente sul triangolo amoroso che si viene a creare nel corso della storia, relegando il sub-plot spionistico ad un mero espediente per regalare azione e un po’ di scazzottate ad una commedia che si salva grazie ai due baldi giovani Pine e Hardy, soprattutto il secondo.
Ben miscelata la colonna sonora, opera di un maestro della musica da commedia moderna: si tratta di Christophe Beck che ha in attivo le soundtrack dei due Una Notte da Leoni e di Crazy Stupid Love tra gli altri.
Il film si rivela in fin dei conti una commedia piacevole, non pretenziosa e ideale per intrattenersi.
Hunger: recensione del film con Michael Fassbender
Hunger è un intensissimo film del 2008 diretto da Steve McQueen che non è da confondersi con la nota stella hollywoodiana di cui è solo un omonimo. Hunger – Fame è un film di cui il regista si è anche occupato della sceneggiatura insieme all’astro nascente Enda Walsh, pluripremiato drammaturgo teatrale.
In Hunger Belfast, 1981, prigione di Long Kesh. In questo penitenziario situato nella periferia della capitale nord-irlandese sono rinchiusi i più pericolosi esponenti dell’IRA macchiatisi di gravissimi atti di terrorismo. Long Kesh è soprannominato The maze (il labirinto) ed i settori dedicati ai terroristi sono chiamati gli H- Blocks per la forma ad H della struttura.
Sono ormai diversi anni che i detenuti dell’IRA reclamano uno status carcerario speciale che li distingua dai detenuti comuni; essi pretendono dal governo di sua Maestà di poter indossare abiti civili, di avere una visita a settimana ed uno sconto della pena inflitta. Come mezzo di protesta essi utilizzano il blanket-protest e il dirty-protest ossia si rifiutano di indossare la divisa di carcerati (accontentandosi solo di una coperta) e si rifiutano di lavarsi, vivendo di fatto tra i propri escrementi.
Le guardie carcerarie impongono loro con la forza e la violenza un minimo di igiene e quando si decidono ad accontentare in parte le loro richieste lo fanno in modo denigratorio ossia fornendo loro abiti clowneschi. Bobby Sands (Micheal Fassbender), il leader dei carcerati politici, decide come ultima e disperata soluzione di lotta uno sciopero della fame ad oltranza; nonostante i tentativi di padre Moran (Liam Cunningham) di farlo recedere da questo intento suicida, Sands vorrà andare sino in fondo spinto da un’inossidabile volontà e forza d’animo.
Hunger, il film
Hunger è un film dalla drammaticità sconvolgente in cui la narrazione segue uno stile asciutto ed immediato che lascia pochissimo spazio alle emozioni o ai romanticismi.
Il film non vuole esprimere giudizi, prendere posizioni o esaltare l’una o l’altra parte, vuole documentare in modo freddo, spietato e terribilmente crudo la drammaticità di quegli eventi, la gravità di quello che successe nel Regno Unito di Margharet Thatcher nei primi anni ’80. Suscitare dialogo e riflessioni a distanza di 30 anni quando forse è possibile farlo senza troppe implicazioni politiche ed emotive.
L’asciuttezza e la funzionalità della struttura narrativa è avvalorata da una voluta e studiata scarsezza di dialoghi sopratutto nella prima e nell’ultima parte in cui prevalgono le immagini e le inquadrature che si concentrano sugli sguardi, sulle espressioni e su ogni particolare importante e significativo. La seconda parte invece si staglia tra esse come una rottura espressiva in cui “il dialogo” è l’elemento pregnante e dominatore della scena. Il frenetico botta e risposta tra il terrorista e l’uomo di chiesa è una sorta di “partita a tennis”, un’appassionante e coinvolgente confronto fra due uomini, due irlandesi entrambe repubblicani divisi dalla concezione della lotta al comune nemico.
Hunger è anche e sopratutto un film che vuole mostrare senza fronzoli od orpelli vari sino a dove un uomo possa giungere e spingersi in nome di un ideale. Il progressivo deperimento fisico di Bobby Sands è un lento e drammatico cammino che lo condurrà verso la fine; egli ne è consapevole ma non per questo men disposto a perseguire il suo scopo. Il suo corpo diventa strumento di lotta in quanto solo ad esso ormai può affidarsi e appellarsi contro l’oppressione delle guardie.
Micheal Fassbender è strepitoso in una parte difficilissima e impegnativa oltre ogni limite e non solo perchè gli ha imposto una considerevole ed impressionante perdita di peso che raggiungerà in pochi mesi nell’inverno del 2007. Egli si conferma come uno degli attori più importanti e completi del momento di cui sentiremo ancora parlare molto in futuro.
Hunger è un film duro, emotivamente molto intenso e consigliabile a “stomaci forti”. Un film che nella sua immediatezza e nella sua scarna e diretta capacità espressiva ha il suo valore principale; un film che si basa su fatti realmente accaduti e che di quei fatti vuole rinverdire le memorie del popolo inglese e non solo. Un film che nel mondo post 11 settembre non ha di certo perso la sua attualità. Nelle sale dal 27 aprile.
Hitchcock: prima immagine di Anthony Hopkins!
Sono iniziate il 13 aprile le riprese di Hitchcock , biopic di Sacha Gervasi incentrato sul delicato periodo della lavorazione di Psycho, capolavoro del regista.
Con l’inizio delle riprese arrivano anche le prime foto ufficiali, con questo primo scatto che vede Anthony Hopkins negli ingombranti panni di Alfred Hitchcock .
Nel cast del film, anche Helen Mirren nei panni della moglie Alma e Scarlett Johansson in quelli di Janet Leight.
Bérénice Bejo è la madrina del Festival di Cannes!
Bérénice Bejo, la protagonista di The Artist, sarà la madrina della 65^ edizione del Festival di Cannes, presieduto da Nanni Moretti. In attesa della lista ufficiale dei film selezionati in arrivo domani, la stampa francese rivela il nome della madrina dell’imminente edizione del Festival di Cannes. Si tratta di Bérénice Bejo, la brillante protagonista del pluripremiato The Artist, che succede quindi a Mélanie Laurent.
L’attrice francese, sposata con Michel Hazanavicius e madre di due bambini, aprirà e chiuderà il festival presieduto quest’anno da Nanni Moretti il 16 e il 27 maggio. Proprio l’anno scorso la Bejo è stata una delle attrici più apprezzate a Cannes per la sua interpretazione nel film muto, e proprio a Cannes iniziò la corsa trionfale di The Artist con la Palma d’oro per l’interpretazione maschile vinta da Jean Dujardin.
Un anno dopo, Bérénice Bejo tornerà al prestigioso festival in veste di madrina, dopo aver vinto il César come migliore attrice e aver ottenuto una nomination all’Oscar come migliore attrice non protagonista.
Esce Ulidi Piccola mia, opera prima di Mateo Zoni
Dark Shadows: prime impressioni sul film
Prime impressioni sul nuovo film di Tim Burton. L’uscita di Dark Shadows si avvicina sempre di più e, dopo aver ottenuto un visto censura PG-13 per “violenza horror comica, elementi sessuali, utilizzo di droghe, linguaggio scurrile e fumo”, il giornalista Anthony Breznican, che ha visto il film, scrive sulla sua pagina Twitter: “Ho visto il montaggio finale di Dark Shadows.”
Il tono è simile a quello del Burton di Sleepy Hollow – molto umorismo, ma con una atmosfera minacciosa e inquietante. In Dark Shadows c’è sempre un tono un po’ assurdo legato all’elemento mostruoso. Le creature della notte si trovano alla deriva nel mondo degli anni settanta. E in perfetto stile Burtoniano, gli umani sono più terrificanti dei mostri. Se volete Intervista col Vampiro, quel film esiste già. Questa è una versione più caustica. E’ bello? Si. Ma non vi piacerà se volete qualcosa di seriamente spaventoso e sobrio. Ma se vi piace Buffy, amerete questo film.”
La fredda luce del giorno – Trailer Italiano
Dal 18 maggio 2012 al Cinema – Con:
Henry Cavill (Immortals, Superman: Man of Steel) Bruce
Willis, Sigourney Weaver. Will Shaw (Henry
Cavill), affarista di Wall Street, accompagna la famiglia in
vacanza in Spagna.
Vincenzo Natali: le riprese di Haunter
Jason Biggs, Mena Suvari e Chris Klein presentano American Pie Ancora Insieme
Pedro Almodovar: si allarga il cast di The Brief Lovers
Foxcatcher: Mark Ruffalo sarà un wrestler
Mark Ruffalo in trattative per interpretare un wrestler. David Schultz, wrestler vincitore della medaglia d’oro alle olimpiadi, sarà probabilmente impersonato da Mark Ruffalo nel film Foxcatcher diretto da Bennett Miller, arricchendo un cast già composto da Steve Carell e Channing Tatum.
La storia racconterà la vera vicenda di John du Pont (Steve Carell), erede dell’impero della chimica della famiglia, la cui vita fù segnata da una grave forma di schizofrenia paranoide; Ruffalo interpreterà il suo amico di lunga data David Schultz, creatore di una infrastruttura chiamata appunto Foxcatcher e destinata al wrestling. Nel ruolo del fratello di David Mark Schultz, l’attore Channing Tatum.
Maniac Cop reebot per Nicolas Winding Refn!
Vince Vaughn riapre l’Agenzia Rockford?
La lista delle serie televisive degli anni ’70 e ’80 destinate a un remake per il grande schermo si allunga grazie a The Rockford Files, vista anche in Italia (sebbene con meno successo rispetto agli States) col titolo di Agenzia Rockford. Il ruolo dell’investigatore privato che diede nuova notorietà a James Garner (attore fino a quel momento noto per le sue partecipazioni a film western o bellici, tra cui La grande fuga), dovrebbe essere interpretato al cinema da Vince Vaughn.
Agenzia Rockford era incentrata sul personaggio di un investigatore privato di stanza in quel di Malibu, che viveva in un camper e il cui aspetto era a tratti anche più trasandato di quello del tenente Colombo; la serie si caratterizzava per l’alto livello di ironia: il protagonista tendeva a mettersi nei guai e a tirarsene fuori più con l’astuzia e la parlantina che con le armi. Il progetto è ancora alle fari iniziali, e non è la prima occasione in cui si tenta di riaprire l’Agenzia: recentissimo (dell’anno scorso) è il progetto della NBC di riportare in vita il serial, protagonista Dermot Mulroney, ma il tutto non è andato oltre l’episodio pilota. Vince Vaughn parteciperà prossimamente a Lay The Favourite, nuovo film di Stephen Frears e a partire da fine agosto sarà sugli schermi con la commedia a base di vigilantes improvvisati Neighbourhood Watch.
Fonte: Empire
Matt Lucas partecipa a Therese Raquin
L’attore inglese, apparso in Alice in Wonderland e Le amiche della sposa, affiancherà, tra gli altri, Elizabeth Olsen, Jessica Lange, Tom Felton e Oscar Isaac nel nuovo adattamento del romanzo di Emile Zola , diretto da Charlie Stratton, interpretando il ruolo del poliziotto Olivier. Il romanzo, uscito nel 1867, racconta le vicede dell’orfana Therese (la Olsen), avviata a un matrimonio di convenienza dalla zia Madame Raquin (Jessica Lange); infelice della vita col marito (Felton), avvierà una storia d’amore con Lauren (Isaac), ma la vicenda prenderà un brutta piega e di mezzo ci sarà un omicidio, sul quale indagherà il personaggio interpretato da Lucas.
Secondo le indiscrezioni, Stratton adatterebbe il romanzo rendendolo un dark-thriller ad altro tasso erotico. Lucas nel frattempo sarà sugli schemi con Small Apartment, presentato con succeso al Festival SXSW in marzo. L’attore ha raggiunto la notorietà in patria grazie alla dissacrante serie Little Britain (vista anche da noi, su MTV), in cui trai vari personaggi, si ricorda soprattutto quello, esilarante, del finto disabile.
Fonte: Empire
Toni Collette e Steve Carrell di nuovo insieme sul set
Dopo il successo di Little Miss Sunshine i due attori gireranno un nuovo film insieme, che segnerà il deutto alla regia di Jim Rash e Nat Faxon , già vincitori dell’Oscar assieme ad Alexander Payne per Paradiso Amaro; titolo del film: The Way, Way Back. Il film narrerà le vicende di un giovane ragazzo che cercherà di sopravvivere a una vacanza estiva trascorsa con una madre annoiata e priva di attenzioni nei suoi confronti (Collette) e un patrigno alcolizzato (Carell, in un ruolo quindi insolito e apparentemente molto lontano da quelli in cui lo vediamo abitualmente).
Il cast vedrà inoltre la partecipazione di Allison Janney, Sam Rockwell e Annasophia Robb. Inizio delle riprese fissato per l’estate. Rash e Faxon sono stati recentemente affiancati anche a una commedia con possibile protagonista Kristen Wiig, ma tutto è ancora da definire. Toni Collette è stata vista recentemente in Fright Night (uscito in Italia come Il vampiro della porta accanto) e reciterà il ruolo di Peggy Robertson in Alfred Hitchcock And The Make Of Psycho.
Fonte: Empire
James Van Der Beek in Labor Day
Dopo la grande notorietà raggiunga quale protagonista della serie Dawson Creek, James Van Der Beek ha tentato, senza la stessa fortuna, la carriera sul grande schermo (lo si ricorda forse solo ne Le regole dell’attrazione, peraltro in una prova non memorabile), continuando nel frattempo a comparire qua e là in varie serie televisive. L’attore avrà ora una nuova possibilità di mostrare le proprie capacità, entrando nel cast di Labor Day, nuovo film di Jason Reitman.
Van Der Beek entra in un cast del quale già fanno parte Kate Winslet e Josh Brolin, rispettivamente nei ruoli di una madre di famiglia e di un estraneo che lei e suo figlio si ritrovano ad aiutare, per scoprire in seguito che si tratta di un evaso. Van Der Beek intepreterà un poliziotto alla caccia del criminale. Il film si basa sull’omonimo romanzo di Joyce Maynard; le riprese dovrebbero cominciare in estate.
Fonte: Empire
Caccia all’uomo per Gerard Butler
L’attore sarà protagonista del nuovo film diretto da Breck Eisner (La città verrà distrutta all’alba), incentrato su un cacciatore d’orsi reclutato da una squadra dell’FBI per dare la caccia a un terrorista americano che nel corso della sua fuga nelle foreste del Nord Carolina uccide chiunque si trovi sulla sua strada. Al momento non è ancora chiaro quale dei due ruoli principali reciterà Butler.
Le riprese del film non dovrebbero cominicare prima della fine dell’anno, il che permetterà a Butler di partecipare a qualcuno dei progetti ai quali il suo nome è stato affiancato negli ultimi tempi: Motor City di Alber Hughes, Brilliant (che ruoterà attorno a un furto di diamanti), il thriller sci-fi Afterburn e Olympus has fallen, che vedrà la Casa Bianca messa sotto assedio.
Fonte: Empire
Biopic su George Washington per Darren Aronofsky?
Il regista di The Wrestler ha messo in cantiere The General film dedicato al primo Presidente degli Stati Uniti; Adam Cooper e Bill Collage si stanno occupando della sceneggiatura; negoziati sono in corso con la Paramount.
Il progetto non sembra comunque destinato a prendere il via in tempi brevi, dato che Aronofsky è al momento impegnato col film dedicato a Noè, interpretato da Russell Crowe, al quale dovrebbe partecipare anche Jennifer Connelly. George Washington non è il solo storico Presidente U.S.A. sulla vita del quale è in preparazione un film: Steven Spielberg sta infatti lavorando su un analogo progetto dedicato a Lincoln, protagonista Daniel Day-Lewis.
Fonte: Empire
Another Earth: un’altra Terra (possibile) presto al cinema
Prendete Melancholia, toglieteci la
patina di pesante autorialità che Von Trier porta sempre con sé,
aggiungeteci un’attrice semisconosciuta dalla bellezza delicata e
dallo sguardo intenso e avrete Another Earth, un’altra Terra, il posto in cui ognuno
ha una seconda possibilità, o meglio, una seconda vita.
La DreamWorks per il film su Need for Speed?
Deadline annuncia a sopresa che in pole per aggiudicarsi i diritti dell’adattamento del famoso franchise di Need For Speed c’è niente meno che la DreamWorks. La major sarebbe vicina a trovare l’accordo con la Electronic Arts, proprietario della saga motoristica per Playstation 3. Per la casa fondata da Spielberg sarebbe un ottimo colpi visti il recente blocco causato dal partner finanziario Reliance, che ha ridimensionato il suo apporto economico. Inoltre, sembra che la DreamWorks stia per soffiarli niente meno che alla Paramount.
Tim Burton: il disegnatore di macabri sogni
Disegnatore ed autore complesso, creatore di mondi profondamente personali ed autobiografici, il cinema di Tim Burton è popolato da inquietanti ombre che si riflettono sul volto, quasi sempre pallido ed infossato, dei suoi protagonisti, teneri mostri incompresi caratterizzati da sentimenti spesso molto più umani rispetto a quella controparte di persone “normali” che tanto li rifiutano e fuggono.
Tim Burton, filmografia
L’intera filmografia di Tim Burton è attraversata da una linea allo stesso tempo macabra e gentile, spaventosa ma divertente, come a voler esorcizzare demoni e paure nascoste quali la morte, il diverso, una dimensione in cui i “freaks” burtoniani si rifugiano per allontanarsi da un mondo che li ha attirati a sé spinto dalla curiosità, per poi rinnegarli brutalmente data la loro natura avulsa e anticonformista; calati in scenografie contorte e surreali, che riflettono pienamente il loro stato d’animo in perenne conflitto tra luce ed ombra, questi “figli del diverso e dell’incompreso“, una volta cacciati da quel mondo ordinario che avevano tentato di approcciare, scelgono di tornare nella loro dimensione oscura spesso con una mal celata serenità: nonostante la profonda sofferenza e solitudine cui saranno destinati, il conforto di poter vivere in una dimensione “altra” e tutta loro è innegabile, un sollievo che gli permette di gettare uno sguardo personale e distorto su quel mondo esterno non dimostratosi all’altezza della loro struggente sensibilità, un luogo che, forse, è più consigliabile sognare piuttosto che vivere.
Tim Burton, biografia
Nato nel 1958 a Burbank, Timothy William Burton vive un’infanzia popolata dalla visione di tutti i classici Horror prodotti dalla Universal Pictures e dalla Hammer Film Productions , lasciando che la potenza evocativa di quelle immagini conquisti la sua fervida mente: sin da piccolo dimostra infatti una crescente attrazione nei confronti dei più famosi mostri cinematografici di sempre, dal Frankestein di Boris Karloff al Dracula di Bela Lugosi, passando poi per un’infinità di pellicole di serie b che contribuiranno ad accrescere il suo immaginario personale. Appena diciottenne, frequenta la California Institute of Arts, per poi essere assunto dalla Disney come animatore, un’esperienza che però si rivelerà molto frustrante per lui, costretto a piegarsi alle esigenze artistiche di un mondo, quello della casa di Topolino, stilisticamente ben lontano dal suo.
Nel 1982 gira “Vincent”, il suo primo cortometraggio realizzato con la tecnica dello stop motion, ispirato al leggendario attore Vincent Price; atmosfere lunari e cupissime, eventi macabri e conditi da un’ironia spesso crudele e compiaciuta, danno vita a questo prodotto dalla breve durata ma efficacissimo nel tratteggiare alcune delle ossessioni più ricorrenti di Burton. Due anni dopo è la volta di “Frankeweenie”, tenera rivisitazione del mito di Frankestein in cui un bambino tenta di riportare in vita il suo cane recentemente investito da una macchina. Il conflitto società-mostro emerge ancora una volta, immergendo lo spettatore in una fiaba nera che ribalta ogni convenzione che ci si possa aspettare di trovare in una storia sull’amicizia tra un cane ed il suo padrone, tingendo di nero e di esperimenti folli un cortometraggio dall’atmosfera straniante e divertente allo stesso tempo.
Tim Burton, la filmografia
Nel 1985, finalmente,
Tim Burton realizza il suo primo lungometraggio,
“Pee-wee’s Big adventure”, basato sul personaggio
televisivo di Pee-wee Herman, un giovane uomo dal temperamento
estremamente fanciullesco e gioviale, deciso ad intraprendere un
viaggio ricco di strambe avventure al fine di ritrovare la sua
bicicletta rubata, verso la quale nutre un amore quasi maniacale;
coloratissimo e surreale, il film è un grandissimo successo sia di
critica che di pubblico, oltre a rappresentare la prima
collaborazione tra Burton ed il musicista Danny
Elfman, che diverrà un suo collaboratore quasi fisso.
L’anno di Beetlejuice – Spiritello porcello
Nel 1988 realizza il divertentissimo “Beetlejuice – Spiritello porcello”, commedia nera in cui una coppia di fantasmi, morta di recente, si rivolge ad un bio-esorcista (interpretato da uno straordinario Michael Keaton) al fine di scacciare una famiglia di “vivi” venuta ad abitare nella loro casa; scurrile, scorretto e pungente, il film colpisce per il suo continuo vizio di ribaltare i luoghi comuni più abusati, tanto che chi osserva si ritrova a parteggiare per una coppia di spettri innamorati.
Il film si aggiudicherà inoltre un Oscar per il miglior Trucco. Il 1989 è un anno fondamentale per Tim Burton, quando gli viene affidata la regia di “Batman” : tra una produzione estremamente preoccupata per lo stile troppo cupo del giovane regista e numerosi problemi economici, Burton riesce comunque a confezionare un film dalle atmosfere dense e nerissime, spogliando l’uomo pipistrello da ogni scontata convenzione supereroistica, rendendolo invece più simile ad un animale ferito e vendicativo, spesso fuori controllo; ad ostacolarlo, un Jack Nicholson che regala una performance strepitosa nel ruolo del Joker, storica nemesi di Batman.
Nasce nel 1990 la Tim Burton production che battezza il commovente “Edward mani di forbice”, pellicola personalissima per il regista, sulla quale, grazie all’enorme successo di “Batman”, ha un controllo pressoché totale; in questa favola incantata ed incantevole, Tim Burton tratteggia un personaggio struggente e dolcissimo, una creatura che incarna tutte le caratteristiche “mostruose” dei mostri cinematografici di un tempo, donandogli però un animo purissimo ed innocente che dovrà, ancora una volta, fare i conti con una società pronta a fagocitarlo e a corromperlo; alla pellicola partecipa Vincent Price, leggendario interprete di molti classici dell’horror, nel ruolo di uno scienziato.
Per Tim
Burton è un sogno che si avvera: avrà infatti l’occasione
di lavorare con uno dei suoi miti di sempre. Il film rappresenta,
inoltre, la prima collaborazione con
Johnny Depp (qui totalmente calato nella parte
del protagonista), dando vita ad un sodalizio tra i due proficuo ed
inossidabile.
Due anni dopo esce “Batman il ritorno”, che però non ottiene lo stesso successo del primo capitolo: il film è però un capolavoro, di gran lunga più cupo del predecessore, con Danny De Vito nei panni del Pinguino e Michelle Pfeiffer in quelli di Catwoman, mentre Michael Keaton è di nuovo l’uomo pipistrello; trattando questi tre personaggi principali come fossero creature animalesche solitarie e deviate, Burton mette in relazione le ossessioni di ciascuno di essi, dando vita ad un trio di “freaks” che, psicologicamente, necessitano l’uno dell’altro per completare se stessi, il tutto nella cornice di un impianto visivo onirico e distorto. Recuperando una vecchia storia scritta ai tempi in cui lavorava alla Disney e avvalendosi della collaborazione dell’amico e regista Henry Selick, Tim Burton realizza “The Nightmare before Christmas”, gioiello in stop motion che segue le vicende della città di Halloween il cui personaggio più popolare, Jack Skellington, stanco della solita festa di paura da riproporre anno dopo anno, scopre che nella città del natale le celebrazioni hanno tutt’altra atmosfera e deciderà quindi di appropiarsene, con risultati disastrosi; il film è oggi divenuto un classico senza tempo, una gemma di ritmo e humor macabro, popolato da personaggi memorabili e impreziosito da una colonna sonora straordinaria, che ci cala in un mondo dove, ancora una volta, tutto viene visto attraverso gli occhi dei diversi, dei rinnegati, dei perdenti.
Nel 1994 Tim Burton omaggerà quello che oggi viene considerato come il “peggio regista di tutti i tempi”, ovvero Edward D. Wood Junior, autore, nella Hollywood degli anni ’50, di pellicole a bassissimo budget particolarmente brutte, ma dotate di una certa genuinità comica che permetterà al suo creatore di divenire un personaggio di culto; Burton, decidendo di girare in bianco e nero, crea un film che ripercorre le disavventure cinematografiche di Ed Wood (interpretato da Johnny Depp) e della sua sgangheratissima troupe, in una pellicola che è un atto d’amore verso tutto quel cinema di “bassa lega” che tanto Burton aveva amato da bambino. Seguono “Mars Attack” (1996) e “Il mistero di Sleepy Hollow” (1999): il primo è un chiaro omaggio alla fantascienza anni ’50 tanto cara al regista, un film di cui Ed Wood stesso sarebbe stato fiero, dichiaratamente comico, demenziale ed irriverente, che si prende gioco di tutti i tòpoi del genere, con il chiaro intento di divertire (da ricordare che le fattezze degli alieni del film sono ispirate ad una serie di figurine pubblicate nel 1962).
Il secondo, tratto dal classico della letteratura statunitense di Washington Irving incentrato sulla figura del cavaliere senza testa, è un horror splendidamente realizzato e debitore delle atmosfere dei classici della Universal anni ’30, di cui riprende anche i toni talvolta ironici, mescolandoli abilmente a quelli spaventosi; la fotografia estremamente desaturata dona alla pellicola un’aria sfuggente, come fossimo sospesi in un incubo fatto di sangue e teste mozzate, in cui Burton dà libero sfogo a tutto quell’immaginario gotico accumulato durante gli anni. Segue il remake de “Il pianeta delle scimmie” , un film su commissione che si rivelerà essere anche uno dei meno riusciti di Tim Burton, che darà vita ad una pellicola poco ispirata anche se estremamente curata tecnicamente, verso la quale però dimostrerà sin da subito scarso interesse, anche a causa di una produzione invadente e non così disposta a garantirgli libertà di scelte artistiche.
Con “Big Fish” (2003), torna in territori a lui più congeniali, adattando il romanzo di Daniel Wallace incentrato sulla storia di un figlio che tenta di fare chiarezza sulla vita del padre, instancabile narratore di storie fin troppo fantasiose e assurde riguardanti varie vicende della sua esistenza; Burton firma il suo film più “solare”, non rinunciando al suo solito tratto fiabesco e surreale quando si tratta di tradurre in immagini le fantasie dei personaggi. Complice forse anche la scomparsa del padre del regista, avvenuta poco prima l’inizio della lavorazione, Big Fish è sentito, toccante e malinconico nell’esplorare il rapporto conflittuale del protagonista con suo padre, un rapporto sicuramente non così diverso da quello che c’era tra Burton e suo padre, verso il quale si è sempre sentito, per sua stessa ammissione, umanamente “distante”. Due anni dopo adatta il celebre racconto “La fabbrica di cioccolato” di Roald Dahl, traendone un film profondamente diverso da quello realizzato negli anni settanta con Gene Wilder nel ruolo del cioccolatiere Willy Wonka; Tim Burton segue fedelmente il libro, piegandolo però totalmente al suo stile sia dal punto di vista visivo (ottenendo risultati portentosi) che da quello narrativo, aggiungendo variazioni in linea con le sue ossessioni: quello che era un classico racconto di formazione, nelle sue mani diviene anche un viaggio all’interno del mondo di un cioccolatiere stralunato e malinconico, che ha fatto della sua fabbrica la sua prigione per fuggire il mondo esterno. Nel ruolo di Willy Wonka, un Johnny Depp superlativo e in grado di cogliere ogni sfumatura del personaggio. Sempre del 2005 è “La sposa Cadavere” , altro film in stop motion che ci presenta uno spassosissimo confronto tra il mondo dei vivi (deprimente e grigio) e quello dei morti (festoso e coloratissimo) quando il giovane Victor si ritrova sposato, per un grossolano errore, con il cadavere di una dolce fanciulla. Si cimenta poi con il musical “Sweeney Todd: il diabolico barbiere di Fleet Street” (2007), adattando il leggendario spettacolo teatrale di Broadway firmato da Stephen Sondheim, un musical atipico che parla di vendetta, cannibalismo ed omicidi, con personaggi sempre in bilico tra il comico ed il terrificante.
Ne esce uno dei film più disillusi e violenti del regista, che sembra rinunciare in parte alla sua solita dimensione da “sogno” per gettarsi nella cruda realtà di una storia torbida e disperata, sfruttando i geniali testi delle canzoni per condire il tutto con il solito umorismo, stavolta più nero del solito.
Tim burton torna in Disney per Alice nel paese delle meraviglie
Tornerà poi a lavorare su
commissione per la Disney con una nuova versione di
“Alice
nel paese delle meraviglie” , traendo spunto
anche dal successivo romanzo di Lewis Carroll
“Attraverso lo specchio” e fondendone insieme gli elementi: il
risultato è un clamoroso successo di botteghino, a discapito però
dell’integrità artistica in quanto, pur essendo un prodotto di
intrattenimento visivamente d’impatto, cede spesso il passo ad
esigenze commerciali strettamente legate alla casa di produzione;
gli elementi burtoniani non mancano, ma sono stavolta riconoscibili
solo da chi abbia seguito questo regista da sempre, rendendo il
film un strano mix di ottimi spunti ma anche di scontatezza, non
aiutato da un 3D pessimo che ne svalorizza il pregevolissimo
impianto visivo. Il 2012 sarà invece l’anno di “Dark
Shadows”, una horror/comedy tratta da una
famosa soap opera degli anni ’60 caratterizzata da vampiri,
licantropi e fantasmi e di una nuova versione in stop motion di
“Frankweenie”, entrambi ancora in lavorazione e
attesissimi.
Nuovo Trailer Internazionale per Prometheus con scene inedite!
Ecco il nuovo Trailer russo di Prometheus, il filmato contiene molte immagini inedite del film, manna dal celo per noi tutti che aspettiamo il ritorno allo Sci-fi di Ridley Scott.
Fonte: badtaste.it
Uscite al cinema del 18 e 20 aprile 2012
Uscite mercoledì 18 aprile –
Streetdance 2: Dopo essere stato sconfitto e umiliato
dal fortissimo gruppo americano degli Invincible, lo street dancer
Ash medita di prendersi la rivincita. Si mette quindi alla ricerca
dei migliorni ballerini per organizzare un numero unico nel suo
genere. Durante i suoi viaggi incontra e si innamora di Eva, una
strepitosa ballerina di salsa che gli farà scoprire la magia di un
mondo differente, ricco di incanto e passione.
Venerdì 20 aprile al cinema – To Rome With Love: A Roma per una vacanza estiva la giovane turista americana Hayley (Alison Pill) incontra e s’innamora – ricambiata – di Michelangelo (Flavio Parenti), avvocato dai radicati ideali sinistrorsi con padre beccamorto e madre casalinga. Poco dopo, allertati sulla serietà della liaison che potrebbe a breve trasformarsi in matrimonio, anche i genitori di Hayley sbarcano a Roma: Jerry (Woody Allen), regista d’opera in pensione e sua moglie Phyllis (Judy Davis), affermata psicanalista. L’incontro con i futuri suoceri del Belpaese farà scattare in Jerry la molla di un’idea che possa allontanare la minaccia della sua morte professionale (secondo la moglie Phyllis per Jerry la pensione è sinonimo di morte). Dopo aver infatti scoperto che Giancarlo (il padre di Michelangelo, interpretato dal tenore Fabio Armiliato) possiede sotto la doccia delle strabilianti doti di bel canto, Jerry si metterà in testa di lanciarlo nel mondo operistico come ‘tenore sotto la doccia’.
Nel mentre, il famoso architetto John (Alec Baldwin) è in vacanza a Roma, città nella quale da giovane ha vissuto per diversi anni. Alla ricerca delle strade e delle memorie della giovinezza s’imbatterà in Jack (Jesse Eisemberg), aspirante architetto scombussolato dall’arrivo di Monica (Ellen Page) – attraente amica della sua ragazza (Greta Gerwig) -, al quale farà da mentore e grillo parlante seguendo da vicino il lento cedere di Jack alle pulsioni e corruzioni della vita.
Sandrine nella pioggia: Un noir ambientato in una Mantova piovosa dove si intrecciano le storie di anime e di corpi che pur incontrandosi non si trovano mai. Vicende del quotidiano di una città di provincia, si tingono di un’atmosfera magica e surreale, dove Leonardo, nel tentativo di inseguire Sandrine, la misteriosa ragazza che forse viene dal passato, annulla il suo presente… Ma quale sarà il suo futuro?
Quella casa nel bosco: Un gruppo di amici decide di accamparsi in una casetta in mezzo al bosco ma presto scopriranno che il luogo è infestato da presenze maligne. Scritto in collaborazione con Joss Whedon (qui anche produttore ma conosciuto soprattutto per essere uno dei principali registi della serie tv Buffy – L’ammazzavampiri), è il primo film diretto da Drew Goddard.
Leafie – La storia di un amore: Una gallina di nome Leafie non sopporta la cattività del pollaio. Quando finalmente riesce a fuggire e a soddisfare la sua voglia di libertà scopre che il mondo è un luogo ostile, popolato da predatori come la donnola One-Eye. Quando trova un anatroccolo, rimasto orfano a causa di One-Eye, Leafie decide di allevarlo come se ne fosse la madre, nonostante le innumerevoli differenze che separano le due specie.
Una spia non basta: La storia di due migliori amici, inseparabili fin dall’infanzia, che si innamorano della stessa donna (Witherspoon). Il legame tra i due uomini si disintegra e la loro successiva battaglia cresce in proporzioni gigantesche, con la conseguente demolizione di New York City.
Il primo uomo: Lo scrittore Jean Cormery torna nella sua patria d’origine, l’Algeria, per perorare la sua idea di un paese in cui musulmani e francesi possano vivere in armonia come nativi della stessa terra. Ma negli anni ’50 la questione algerina però è ben lontana dal risolversi in maniera pacifica. L’uomo approfitta del viaggio per ritrovare sua madre e rivivere la sua giovinezza in un paese difficile ma solare. Insieme a lui lo spettatore ripercorre dunque le vicende dolorose di un bambino il cui padre è morto durante la Prima Guerra Mondiale, la cui famiglia poverissima è retta da una nonna arcigna e dispotica. Gli anni ’20 sono però per il piccolo Jean il momento della formazione, delle scelte più difficili, come quella di voler continuare a studiare nonostante tutte le difficoltà.
Street Dance 2: recensione
Sulla scia dell’incomprensibile successo di Street Dance, film inglese del 2010, Max (Giwa) & Dania (Pasquini) continuano a cavalcare l’onda dei film sulla danza e raddoppiano portando sugli schermi uno Street Dance 2 che, del prodotto originale, conserva praticamente solo il titolo e la sciatteria della sceneggiatura.
In Street Dance 2 il protagonista Ash (Falk Hentschel), uno streetdancer che per vivere vende pop-corn, decide, insieme al suo amico e manager Eddie (George Sampson), di ingaggiare i più grandi ballerini d’Europa per formare un nuovo gruppo in grado di battere la migliore dance crew in circolazione, i Surge. Il loro girovagare alla ricerca di talenti, però, si arresta con i titoli di testa, poiché, una volta arrivato a Parigi, Ash incontra Eva (Sofia Boutella), una bellissima ballerina di salsa che lo fa innamorare e che gli mostra la via per vincere la sfida finale con i rivali: fondere la streetdance e i balli latino americani. Inutile dire che i due non solo diventeranno compagni di vita ma, superando diversità e paure, usciranno vincitori dall’arena e vivranno felici e contenti…
La vicenda, oltre ad essere di una banalità sconcertante e totalmente prevedibile, è portata in scena in modo assolutamente inadeguato: i personaggi si muovono come burattini, le azioni che compiono non sono motivate in alcun modo e i dialoghi sembrano appiccicati in maniera casuale come se fossero degli intermezzi, scomodi ma necessari, tra un ballo e un altro.
L’impressione generale, alla fine, è quella di aver visto un lunghissimo videoclip e che la storia serva soltanto da pretesto per mostrare le straordinarie doti, innegabili, dei ballerini e soprattutto dei coreografi (Richmond ed Anthony Talauega e Maykel Fonts). Tutto il film, infatti, non è altro che un susseguirsi di piccoli pretesti che portano, come conseguenza inevitabile, ad una serie di performance di danza. Del resto la colonna sonora, che fa meritatamente da co-protagonista, è composta da ben ventisei tracce e rende superflue le parole.
Visivamente, grazie al 3D e a una fotografia piuttosto curata, l’effetto è interessante e probabilmente per gli amanti del ballo in generale, o della street dance e del latino americano in particolare, uno spettacolo di danza di un’ora e mezza al prezzo del solo biglietto del cinema è una vera gioia per gli occhi. Per tutti gli altri, invece, il film è solo l’ennesimo prodotto scadente, figlio, più che del mondo della danza o della strada, di quei talent show che trasformano e riducono in “sfida” ogni genere di espressione artistica e che usano il grande schermo come cassa di risonanza. Sarebbe stato più apprezzabile, a questo punto, un film fatto solo di immagini e musiche: nessuna storia insipida, nessun dialogo insulso, solo la potenza della musica e della danza. Per fare qualcosa di diverso, però, ci vogliono coraggio, voglia di rischiare al botteghino e amore per il cinema e per i nuovi linguaggi… e qui, purtroppo, mancano tutti e tre. Da evitare.
The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 2 – Teaser Trailer Italiano!
Arriva anche in
italiano il teaser trailer di The
Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 2, che ricordiamo
uscirà in Italia due giorni prima che in America, il prossimo
14 novembre.
Samuel L. Jackson parla di Django Unchained!
L’Hollywood Reporter durante la promozione di The Avengers è riuscito a strappare a Samuel L. Jackson qualche commento sul suo ruolo in Django Unchained, nuovo attesissimo film-western di Quentin Tarantino. L’attore interpreta uno “schiavo di casa”. Ecco le dichiarazioni
Per me rappresenta l’opportunità di esplorare un luogo della mia storia sul quale non ho mai riflettuto molto, e trattarlo in maniera onesta e molto drammatica. E’ una opportunità lavorare con uno dei registi più iconici che abbiamo mai avuto.
Il sito riporta anche alcune indiscrezioni sulla preparazione di Samuel L. Jackson. L’attore avrebbe visto Addio Zio Tom, film del 1971 falso documentario diretto da Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi che sembra aver ispirato il regista di Pulp Fiction nello sviluppo della storia.
Continua Jackson a questo proposito: Ma Quentin fa sempre omaggi e citazioni a diversi generi. E’ il suo punto di vista, la sua versione di quei film. E in questo caso non si tratta di qualcosa che non faccia parte del tessuto di questa nazione: è avvenuto davvero.
Nel cast del film che uscirà il 25 Dicembre negli USA e il 4 Gennaio 2013 in Italia ci sono Christoph Waltz, Don Johnson, Gerald McRaney, James Remar, James Russo,Jamie Foxx, Kerry Washington, Kurt Russell, Leonardo Di Caprio,Sacha Baron Cohen, Samuel L. Jackson, Todd Allen, Tom Savini, Tom Wopat. Ulteriori info nel nostro speciale dedicato al film Django Unchained.