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Allegiant – Parte 1: al via le riprese del film con Shailene Woodley

Insurgent

La Lionsgate ha appena annunciato che le riprese di Allegiant -Parte 1 sono ufficialmente iniziate ad Atlanta. Nel cast, oltre a Shailene Woodley, Theo James, il premio Oscar Octavia SpencerNaomi Watts vi sarà Jeff Daniels, che interpreterà il villain di turno, e ritorneranno membri del cast quali Ray Stevenson, Zoë Kravitz, Miles Teller, Ansel Elgort, Maggie Q, Keiynan Lonsdale e Jonny Weston, così come Mekhi Phifer e Daniel Dae Kim. I nuovi membri del cast sono Nadia Hilker e Bill Skarsgård.

Allegiant – Parte 1 sarà diretto da Robert Schwentke e scritto da Noah Oppenheim, Adam Cooper, Bill Collage e Stephen Chbosky.

I primi due film della saga hanno incassato più di 550 milioni dollari al box office mondiale e sono i film della Lionsgate di maggior successo nazionale al di fuori del franchising The Hunger Games e Twilight. Con i due capitoli in cantiere riusciranno a raggiungere il traguardo del miliardo di dollari?

Ricordiamo che la Lionsgate distribuirà Allegiant – Parte 1 nelle sale americane il 18 marzo 2016. Il quarto capitolo della serie, Allegiant – Parte 2, è previsto per  il 24 marzo 2017.

Fonte: Comingsoon.net

 
 

Allacciate Le Cinture: recensione del film di Ferzan Ozpetek

L’amore, la vita, l’amicizia, la malattia e il passare inesorabile del tempo. Sono questi i grandi temi esistenziali con i quali Ferzan Ozpetek sceglie di confrontarsi nel suo nuovo film, Allacciate Le Cinture, storia che si dipana nell’arco di tredici anni saltando dal presente al passato, confondendo i piani e riscrivendo le storie personali dei personaggi coinvolti.

In Allacciate Le Cinture Elena è una ragazza giovane, vitale, autonoma, piena d’amore. Amore che dà e che riceve da chi le sta intorno, come sua madre Anna, la folle “zia” acquisita con i suoi mille karma, gli inseparabili amici di sempre Silvia e Fabio, fino al suo fidanzato, Giorgio. Ma la sua vita cambia radicalmente, attraversando la prima delle grandi turbolenze della vita, quando scopre di essere attratta da Antonio, rozzo, omofobo, razzista bulletto toscano ultimo flirt di Silvia. Tra Antonio ed Elena la passione è bruciante, nonostante siano gli opposti. Li ritroviamo dopo 13 anni, tutti quanti: gli amici inossidabili Fabio ed Elena sono rimasti tali e la ragazza ha sposato Antonio, col quale vive alti e bassi. Ma la vita torna a far sentire le sue turbolenze: Elena scopre di essere gravemente malata. Riusciranno questi legami a sopravvivere a tutto, perfino alla malattia e allo spettro della morte?

Allacciate Le Cinture, il film

Questo è un film che parla d’amore. Amore fisico, bruciante, passionale come quello che lega Antonio ed Elena, che pur cominciando come un’attrazione fisica in realtà nasconde qualcosa di più profondo, nonostante le anacronistiche contraddizioni e le aspettative deluse o tradite; oppure un amore platonico, inossidabile, un’amicizia talmente forte che non è messa in discussione nemmeno dalle prove più dure, come appunto quella che lega Elena a Fabio, divisi dalle scelte esistenziali e sentimentali (lui è gay) ma uniti da un filo rosso più profondo e forte. Il titolo è un chiaro riferimento alle turbolenze dell’esistenza che prima o poi investono e coinvolgono tutti, spingendoci a riscrivere la nostra vita e le priorità che la compongono. Però, nonostante questi ottimi spunti di partenza e le buone intenzioni che hanno animato Ozpetek e l’intera crew… il film sembra riuscito in parte, come se il regista turco avesse perso, nel corso della narrazione, i punti fermi e gli obbiettivi dei suoi personaggi, restituendo una storia un po’ appiattita che comunica- emotivamente- meno di quello che ci si aspetta.

Una certa sensazione di malinconia rimane nello spettatore grazie comunque alle interpretazioni convincenti degli attori (con la sorpresa Francesco Arca, al suo debutto sul grande schermo), all’uso sapiente e incantevole della fotografia (Ozpetek restituisce un paesaggio pugliese mozzafiato e assolato, con la città di Lecce scolpita dalla luce naturale) e alla colonna sonora incalzante, che spazia dai ritmi mediorientali alla ballata “A Mano A Mano” cantata dalla voce graffiante di Rino Gaetano, malinconico sottofondo alle traversie umane ed esistenziali portate sullo schermo da un cast ispirato, che con abilità e difficoltà si è calato nell’arduo compito di raccontare vicende che si dipanano nell’arco di tredici anni, accettando di buon grado tutti i cambiamenti sul loro look imposti da Ozpetek (kg in più e kg in meno, tagli di capelli diversi etc…) tutti usati per rappresentare le diverse età che attraversiamo nella vita.

 
 

Allacciate le cinture: Ferzan Ozpetek presenta il film

È stato presentato, per la prima volta, alla stampa il nuovo film di Ferzan Ozpetek, Allacciate le cinture, con protagonisti Kasia Smutniak, Francesco Arca, Filippo Scicchittano, Carolina Crescentini, Francesco Scianna, Elena Sofia Ricci e Carla Signoris. In seguito, si è tenuta la conferenza stampa presenziata dal cast, il regista e i produttori Tilde Corsi e Paolo del Brocco. È un film che parla degli amori, delle relazioni, dell’amicizia, dei sentimenti ma soprattutto della vita 8prima che della malattia). Allacciate le cinture esce nelle sale il prossimo 6 Marzo in oltre 600 copie.

Ozpetek prende per primo la parola, esprimendo la difficoltà di realizzare questo film, a partire da un’esperienza personale: una cena a casa di una sua amica malata, quando capì cos’è davvero l’amore, quando si va oltre l’aspetto fisico, quando si comincia a desiderare altro in una persona. Oggi c’è sempre paura a parlare di un tema come la malattia al cinema: è un tabù, la gente vuole ridere. Per questo il film trova un compromesso con i due aspetti. E proprio per questo il film parla di vita e di amore, ma anche del tempo che passa e dell’amore che resta.

In seguito prende la parola Gianni Romoli, sceneggiatore del film, che torna a lavorare con Ozpetek dopo una pausa “di riflessione” per realizzare qualcosa di diverso, con uno stile più cresciuto e maturo. Prima di tutto ha realizzato un lungo soggetto, 40 pagine di racconto mentre si stava girando “magnifica presenza”, per poi decidere di realizzare uno script e un film. In questo film confluiscono tutte le storie finora raccontate, una sorta di summa. In genere per realizzare una sceneggiatura ci vogliono tre mesi, qui sette, perché la storia non aveva un plot preciso: non era fatto di “fatti, episodi” quanto da emozioni e relazioni. Quindi, dopo un lungo lavoro di editing sono approdati allo script reso definitivo dopo la scelta degli attori, spinti a “vivere, sentire” il loro personaggio. Lo script finale era ferreo e inaffondabile.

Allacciate le cinture è stato girato a Lecce. La prima domanda è rivolta al regista, riguardo alla sua percezione del film e alla scelta del titolo. Il titolo nasce da una riflessione, perché nell’arco della vita arriva sempre un momento in cui dobbiamo allacciare le cinture perché incontriamo delle turbolenze. Ozpetek ha giocato con il tempo, le emozioni, la vita e le malattie attraverso una lunga e intramontabile storia d’amore, perché le emozioni più grandi sono proprio l’amore, l’amicizia e la solidarietà. Carla Signoris conferma che il film parla d’amore ed è intriso d’amore; ribadendo che il confine tra risate e lacrime è breve e labile, soggetto a confondersi.

Elena Sofia Ricci si è ritenuta onorata di essere scelta da Ozpetek per il suo film, ribadendo la sua abilità nella scelta degli attori e nel modo che ha di coinvolgerli attivamente alla realizzazione del film. Un’altra domanda riguarda il difficile equilibrio tra tutti questi elementi, e come hanno scelto di marcare emotivamente determinati aspetti nelle scene più forti (come quella della chemioterapia o dell’amore in ospedale). Oltre ad avvalersi di una consulenza tecnica, si sono trovati a trasporre con difficoltà dalla carta al grande schermo. Ozpetek si avvale molto degli attori, anzi, deve tutto a loro e alle loro interpretazioni; il tutto, suffragato dalla riflessione più amara sul tempo e sul ruolo della felicità: il rischio costante che tutto possa cambiare sfavorevolmente, all’improvviso, modificando il corso degli eventi.

Arca è stata la vera scommessa del film: Ozpetek ha provinato quattro attori, di cui due con attori anche importanti, ma il vero “vincitore” è stato Arca, che ha dimostrato di avere qualcosa di completamente diverso, un istinto che lo ha reso Antonio, nonostante la fatica e l’importanza della novità. Alcuni fanno notare che i personaggi hanno scelto gli attori: infatti Ozpetek quando scriveva aveva già in mente gli attori giusti nei panni dei vari personaggi.

Kasia Smutniak ha incontrato Ozpetek e la crew un anno prima del film: l’ha colpita i discorso del tempo, ma soprattutto delle piccole cose, che una volta perse riacquistano la loro importanza fondamentale. Per lei era questo il senso del film, come pure il riferimento al titolo del film, che indica quei momenti fondamentali della propria vita che ti scuotono, danno senso al tempo e ti riportano, necessariamente, alla vita dandoti la possibilità di vedersi, forse per la prima volta.

Per Francesco Scianna è stato proprio il personaggio a sceglierlo (nasce come una sostituzione!) con Ozpetek che, dopo averlo messo in un ambiente creativo, lo ha “spinto” al gioco, ad entrare pienamente nel clima del film.

Per Luisa Ranieri l’incontro con il suo personaggio è stato “folgorante”: interpretare una donna così vitale. Per Filippo Scicchitano, oltre ad essere una vera sfida per la prima volta, nonostante le pressioni messe dal  regista e le difficoltà incontrate. Per la Michelini calarsi nel suo personaggio significava fare “economia” sui sentimenti (interpretando un medico). Carolina Crescentini non giudica mai un personaggio, e si è detta onorata di essere tornata a lavorare con Ozpetek.

Infine, Paola Minaccioni– pur essendo una comica- si confronta con un personaggio difficile come quello della malata terminale. Un’ultima domanda sulla colonna sonora: “A mano a Mano” cantata da Rino Gaetano, colonna sonora del film, Ozpetek era incantato dalla storia della canzone: la cantò una volta sola ad un concerto, quando vide la sua ex tra la folla. In tanti l’hanno cantata, ma nessuno aveva la sua leggerezza nel cantare parole così impegnative.

 
 

Allacciate le cinture! Viaggiando si impara, Elizabeth Banks sarà la Signora Frizzle

Elizabeth Banks

Elizabeth Banks ha firmato con Universal per il ruolo della Signora Frizzle nell’adattamento in live action di Allacciate le cinture! Viaggiando si impara (The Magic School Bus). La serie animata, basata sui libri scolastici scritti da Joanna Cole, era celebre durante gli anni Novanta e segue le vicende dell’insegnate e della sua classe mentre va in giro a scoprire scienza e natura a bordo di un magico scuolabus, che si adegua a tutte le situazioni e le circostanze (si trasforma in astronave, in sottomarino, e così via…).

Oltre a recitare nel film, Elizabeth Banks produrrà il progetto con Max Handelman per Brownstone Productions, insieme al presidente della Scholastic Entertainment e capo dell’ufficio strategico, Iole Lucchese, e  Caitlin Friedman, senior VP e general manager, e con Marc Platt e Adam Siegel per Marc Platt Productions. Alison Small sarà produttore esecutivo per la Brownstone Productions.

“Siamo lieti di dare vita all’iconica signora Frizzle e al suo entusiasmo per la conoscenza e l’avventura in un modo nuovo e originale che ispirerà la prossima generazione di bambini a esplorare la scienza e supporterà gli insegnanti dedicati che aiutano a rendere la scienza reale e accessibile ai giovani studenti ogni giorno” ha dichiarato Lucchese in una nota. Ryan Christians della Marc Platt Productions supervisionerà la produzione con Sara Scott e Lexi Barta della Universal Pictures.

Lily Tomlin ha doppiato la signora Frizzle nella serie TV animata PBS, andata in onda per 18 anni consecutivi negli Stati Uniti ed è trasmessa in oltre 100 paesi, tra cui l’Italia, naturalmente. Nel 2017 ha debuttato su Netflix un sequel animato con Kate McKinnon che doppiava la sorella della signora Frizzle, Fiona. Ora tocca ad Elizabeth Banks che conferma così anche la sua collaborazione con Universal, dopo Pitch Perfect, Invisible Woman e Charlie’s Angels.

Fonte

 
 

Allacciate le cinture di sicurezza, il nuovo film di Ferzan Ozpetek!

Ferzan Ozpetek, dopo la lunga parentesi degli ultimi tre film, riprende la collaborazione con i suoi produttori di sempre, con i quali ha girato i suoi film di maggiore successo: Le fate ignoranti, La finestra di fronte e Saturno Contro.

 
 

Allacciate le cinture colonna sonora

Immagini esclusive dal nuovo film di Ferzan Ozpetek, Allacciate le cinture dal 6 marzo al cinema, sul brano di Riccardo Cocciante cantato da Rino Gaetano.

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Nel cast del film  Kasia Smutniak (Buongiorno presidente), l’ex tronistaFrancesco Arca (Scusa ma ti voglio sposare), Filippo Scicchitano (Scialla!), Carolina Crescentini (Una famiglia perfetta), Francesco Scianna (Itaker – Vietato agli italiani), Paola Minaccioni (Universitari – Molto più che amici), Elena Sofia Ricci (Mine vaganti), Luisa Ranieri (Colpi di fulmine), Carla Signoris (Happy Family), Giulia Michelini (Outing – Fidanzati per sbaglio).

Nell’arco narrativo di tredici anni viene raccontato l’amore che lega Elena a due uomini: Antonio e Fabio. Il primo è un amore passionale e turbolento, a causa dei diversi caratteri e delle diverse visioni del mondo, il secondo è un amore platonico dettato da una profonda e pura amicizia. I due uomini saranno spesso in contrasto, anche a causa della marcata omofobia di Antonio. Antonio e Fabio segneranno inesorabilmente la vita di Elena e i rapporti familiari e amicali che li circondano.

Ozpetek torna a collaborare con la R&C Produzioni di Gianni Romoli e Tilde Corsi, che hanno prodotto i suoi primi film. Il film è prodotto da R&C Produzioni e Faros Film in collaborazione con Rai Cinema e il sostegno di Apulia Film Commission. Inizialmente il film doveva intitolarsi Allacciate le cinture di sicurezza, poi abbreviato in Allacciate le cinture.

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Allacciate le cinture clip del film di Ferzan Ozpetek

Nuova clip del film Allacciate le cinture, il nuovo film di Ferzan Ozpetek (Le fate ignoranti) con protagonisti Kasia Smutniak e Francesco Arca.

Leggi anche: Allacciate Le Cinture recensione del film di Ferzan Ozpetek

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Nel cast del film  Kasia Smutniak (Buongiorno presidente), l’ex tronistaFrancesco Arca (Scusa ma ti voglio sposare), Filippo Scicchitano (Scialla!), Carolina Crescentini (Una famiglia perfetta), Francesco Scianna (Itaker – Vietato agli italiani), Paola Minaccioni (Universitari – Molto più che amici), Elena Sofia Ricci (Mine vaganti), Luisa Ranieri (Colpi di fulmine), Carla Signoris (Happy Family), Giulia Michelini (Outing – Fidanzati per sbaglio).

Nell’arco narrativo di tredici anni viene raccontato l’amore che lega Elena a due uomini: Antonio e Fabio. Il primo è un amore passionale e turbolento, a causa dei diversi caratteri e delle diverse visioni del mondo, il secondo è un amore platonico dettato da una profonda e pura amicizia. I due uomini saranno spesso in contrasto, anche a causa della marcata omofobia di Antonio. Antonio e Fabio segneranno inesorabilmente la vita di Elena e i rapporti familiari e amicali che li circondano.

Ozpetek torna a collaborare con la R&C Produzioni di Gianni Romoli e Tilde Corsi, che hanno prodotto i suoi primi film. Il film è prodotto da R&C Produzioni e Faros Film in collaborazione con Rai Cinema e il sostegno di Apulia Film Commission. Inizialmente il film doveva intitolarsi Allacciate le cinture di sicurezza, poi abbreviato in Allacciate le cinture.

Allacciate-le-cinture

 
 

Allacciate le cinture clip del film di Ferzan Ozpetek

Guarda la prima clip del nuovo film di Ferzan Ozpetek dal titolo Allacciate le cinture in uscita al cinema dal 6 Marzo.

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Allacciate-le-cintureTrama:Nell’arco narrativo di tredici anni viene raccontato l’amore che lega Elena a due uomini: Antonio e Fabio. Il primo è un amore passionale e turbolento, a causa dei diversi caratteri e delle diverse visioni del mondo, il secondo è un amore platonico dettato da una profonda e pura amicizia. I due uomini saranno spesso in contrasto, anche a causa della marcata omofobia di Antonio. Antonio e Fabio segneranno inesorabilmente la vita di Elena e i rapporti familiari e amicali che li circondano.

Ozpetek torna a collaborare con la R&C Produzioni di Gianni Romoli e Tilde Corsi, che hanno prodotto i suoi primi film. Il film è prodotto da R&C Produzioni e Faros Film in collaborazione con Rai Cinema e il sostegno di Apulia Film Commission. Inizialmente il film doveva intitolarsi Allacciate le cinture di sicurezza, poi abbreviato in Allacciate le cinture.

 
 

Alla vita: trailer del film con Riccardo Scamarcio e Lou De Laâge

Guarda il trailer del film Alla vita diretto da Stephane Freiss con Riccardo Scamarcio e Lou De Laâge, prodotto da BA. BE Productions e Indiana Production in collaborazione con Vision Distribution, in collaborazione con Fanfarons Films, in collaborazione con Sky, con la partecipazione di Canal+, con la partecipazione di Cine+, con il contributo di APULIA FILM FUND e della FONDAZIONE APULIA FILM COMMISSION.

Alla vita, la trama del film

Ogni estate i Zelnik, una famiglia ebrea ultra-ortodossa di Aix-Le-Bains, passa un breve periodo nel Sud Italia, per raccogliere cedri, frutti che, secondo un’antica leggenda, Dio aveva sparso in questa regione. A ospitare la numerosa famiglia nella sua tenuta è Elio De Angelis, un gallerista che ha iniziato a occuparsi della sua azienda dopo la morte improvvisa del padre, e che proprio per questo è stato lasciato dalla moglie. In questo terreno brullo e arso dal sole avverrà l’incontro tra Elio ed Esther Zelnik, ventenne ormai stanca delle costrizioni imposte dalla sua religione. Bloccata tra l’affetto per i parenti e il desiderio di emanciparsi, Esther sta tentando di abbandonare la dottrina ortodossa. Sarà proprio attraverso il rapporto con Elio che la ragazza riuscirà a capire l’importanza della libertà e intraprendere la sua strada e, allo stesso modo, grazie a lei, Elio riuscirà a trovare la pace che aveva perso da tempo.

 

 

 
 

Alla scoperta dei personaggi de Lo Hobbit: Thorin Scudodiquercia

Thorin Scudodiquercia

Raccontiamo ora di Thorin Scudodiquercia, Re Sotto la Montagna e principale fautore degli eventi raccontati ne Lo Hobbit. Thorin è il capo della compagnia dei 12 nani che parte, con Bilbo e Gandalf, per riconquistare il tesoro sotto la Montagna Solitaria e sconfiggere definitivamente Smaug.

Thorin Scudodiquercia

Al drago infatti si deve il suo esilio dal regno che comprendeva in origine le terre comprese tra Dale e la Montagna Solitaria, cuore del regno. All’inizio del viaggio dimostra una certa diffidenza verso Bilbo e verso l’utilità che il piccolo hobbit può avere nell’aiutarlo a riconquistare il suo tesoro. Lungi infatti dal credere di riuscire effettivamente a sconfiggere il drago, Thorin tende soprattutto a voler riconquistare l’oro e l’Archipietra, la mistica gemma di rara bellezza ed infinito pregio andata perduta quando la reggia della montagna è stata occupata da Smaug.

Richard Armitage Lo HobbitThorin II, detto Scudodiquercia, nasce nell’anno 2746 della Terza Era, è figlio di Thrain e nipote di Thror, ha un carattere molto più austero rispetto a quello dei suoi compagni di viaggio e le sue vicende, precedenti a quelle raccontate ne Lo Hobbit, vengono raccontate da Tolkien stesso nell’appendice A de Il Signore degli Anelli.

Quasi per caso, Thorin incontra Gandalf il Grigio a Brea, mentre lo stregone stava viaggiando per raggiungere la Contea. Dopo un primo incontro fra i due, Gandalf iniziò a mettere assieme molti tasselli di un mosaico di cui non sapeva il disegno. Anni prima infatti a Dol Guldur aveva trovato nelle segrete un nano che gli aveva consegnato una mappa appartenuta alla gente di Durin con una chiave, così capisce quindi che quel povero nano morente era Thráin II. Nel secondo incontro con Thorin, Gandalf espone il suo piano per l’impresa, sarà una azione furtiva che richiederà poche ma fidate persone. Nell’impresa dovrà poi esserci un hobbit, essendo questi coraggiosi all’accortezza, e soprattutto avendo un odore sconosciuto al drago che difende il tesoro come suo.

Richard Armitage filmNel film di Peter Jackson, Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato, Thorin Scudodiquercia è interpretato da Richard Armitage, fascinoso attore inglese noto per i suoi ruoli televisivi e per essere apparso di recente in Captain America: Il Primo Vendicatore. Le reticenze con cui è stato accolto il suo aspetto da nano, dovute soprattutto alla giovinezza dell’attore rispetto all’idea e alle descrizioni tolkieniane relative al personaggio, sembrano essere state fugate dai primissimi trailer del film, in cui Armitage dimostra di essere un Thorin all’altezza del suo rango.

Thorin

 
 

Alla scoperta dei personaggi de Lo Hobbit: Smaug il Magnifico

Smaug, o Smog, detto Il Magnifico e Il Dorato, è un drago straordinariamente potente e colpevole di aver usurpato il trono del Re Sotto la Montagna, Thair II. Il figlio del re Thor Scudodiquercia, con un gruppo di nani, un hobbit e uno stregone, proverà a riprendersi il suo tesoro e il suo regno ne Lo Hobbit.

Un drago enorme color oro rosso lì giaceva pro­fondamente addormentato, e dalle sue fauci e dalle froge provenivano un rumore sordo e sbuffi di fumo, perché, nel sonno, basse erano le fiamme. Sotto di lui, sotto tutte le membra e la grossa coda avvolta in spire, e intorno a lui, da ogni parte sul pavimento invisibile, giacevano mucchi innumerevoli di cose preziose, oro lavorato e non lavorato, gemme e gioielli, e ar­gento macchiato di rosso nella luce vermiglia. Le ali raccolte come un incommensurabile pipi­strello, Smaug giaceva girato parzialmente su un fian­co, e lo hobbit poteva così vederne la parte inferiore del corpo, e il lungo, pallido ventre incrostato di gemme e di frammenti d’oro per il suo lungo giacere su quel letto sontuoso (Lo Hobbit).


Il drago può essere considerato il vero villain de Lo Hobbit, che tuttavia vedremo soltanto alla fine della prossima trilogia cinematografica che Peter Jackson ha realizzato dal primo romanzo di Tolkien. La principale ispirazione di Smaug viene da Beowulf, per confessione diretta dello stesso Tolkien, che nel 1936 tenne alla British Academy una lezione proprio sul poema epico.

Le caratteristiche fisiche del drago vengono espresse con dovizia di particolari ne Lo Hobbit, nel momento in cui Bilbo penetra nel cuore della Montagna e lo vede per la prima volta: color oro rosso, con una coda enorme e gigantesche ali da pipistrello, con fauci fumanti e narici sbuffanti fumo. Tolkien descrive Smaug come un essere crudele e intelligente, indipendente e solitario. Si nota in questo la forte differenza con un altro drago famoso della letteratura tolkieniana, Glaurung, fedelissimo di Morgoth e completamente dipendente da lui.

Smaug il MagnificoUnico punto debole del drago è una macchia nell’incavo della parte sinistra del petto, perché tutto il resto del suo corpo è ricoperto invece di squame impenetrabili e di pietre preziose incastonate nella sua pelle. Egli stesso smaschererà il suo unico punto di debolezza durante una conversazione con Bilbo, che farà circolare la notizia permettendo così a Bard l’Arciere di Pontelagolungo di scoccare una freccia esattamente in quel punto e abbattere definitivamente il drago. Sappiamo che durante la Ricerca dei Nani del 2941, Bilbo si intrufolò nella Montagna Solitaria, dove Smaug riposava steso sul tesoro di Thrain II, causandone così la sconfitta.

Nella versione cinematografica diretta da Peter Jackson sarà l’attore inglese dalla profonda voce cavernosa Benedict Cumberbatch a dare la voce al drago. Inoltre l’attore presterà anche i suoi movimenti a Smaug tramite l’ormai collaudata motion capture.

 
 

Alla scoperta dei personaggi de Lo Hobbit: Gandalf il Grigio

Ian McKellen  - Gandalf
© Warner Bros Pictures / New Line

“Tutto quello che l’ignaro Bilbo vide quel mattino era un vecchio con un bastone. Aveva un alto cappello blu a punta, un lungo mantello grigio, una sciarpa argentea sulla quale la lunga barba bianca ricadeva fin sotto la vita, e immensi stivali neri.” Lo Hobbit – Dulcis in fundo, terminiamo la nostra carrellata di personaggi de Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato con Gandalf il Grigio, uno dei personaggi più amati dal fandom di Tolkien.

Ci siamo limitati a raccontarvi i personaggi che partecipano alla Ricerca, considerandoli fondamentali per una buona presentazione del film. Gandalf è uno Stregone e più precisamente appartiene all’ordine degli Istari, spiriti provenienti da Valinor e dotati di poteri dello stesso genere di quelli dei Valar, anche se di minore entità. A Gondor si diceva addirittura che egli fosse un’ultima reincarnazione di Manwe, capo dei Valar, prima che si ritirasse a Taniquetil.

Gli Istari, incarnatisi in corpi di uomini, vennero mandati nella Terra di Mezzo per contrastare il male sorgente ad Est, essi sono quindi i nemici naturali di Sauron l’Ingannatore, discepolo di Melkor. Gandalf in particolare arrivò nella Terra di Mezzo all’inizio del XI secolo della Terza Era, essendo stato scelto direttamente da Manwe per il compito. Lo Stregone rifiutò per modestia l’incarico, ma poi accettò e abbracciò la missione di sconfiggere Sauron. Egli è infatti considerato il Nemico di Sauron per eccellenza e come l’Ingannatore è un Maiar, con la differenza che Gandalf è incarnato, mentre Sauron no. Inoltre Gandalf rispetta delle leggi divine che l’Oscuro Signore ignora, come il divieto di soggiogare le altre razze con la forza o con la paura.

Gandalf il Grigio

Al suo sbarco presso i Porti Grigi, Gandalf incontro Cirdan il Carpentiere, che in lui riconosce un grande spirito destinato a grandi fatiche. Gli affida così Narya, l’anello di fuoco, uno dei tre anelli degli Elfi con queste parole: “Grandi fatiche e pericoli ti aspettano, e, per tema che il tuo compito si riveli troppo grande e gravoso, prendi questo Anello per tuo aiuto e conforto (…) Io ritengo che in giorni a venire dovrà essere in mani più degne delle mie, che lo tengano per accendere tutti i cuori al coraggio”. A lui venne affidata l’Elessar, che portò a Galadriel e in seguito viaggiò in lungo e in largo per la Terra di Mezzo, acquistando conoscenze e sapere.

Fondamentale è il suo ruolo i tutti e due i grandi romanzi di Tolkien. Ne Lo Hobbit è colui che guida la spedizione dei Nani alla Riconquista del tesoro, è colui che salva i nani dal pericolo e che fa unire Bilbo alla compagnia, scatenando, a sua, insaputa, forze oscure che porteranno in seguito alla riscoperta dell’Anello. Tra le Montagne Nebbiose troverà la sua Glamdring, la batti nemici, spada elfica che lo accompagnerà per tutta la sua vita nella Terra di Mezzo, insieme ad Orcrist, la spada di Thorin Scudodiquercia, e a Pungolo, il corto pugnale che regalerà a Bilbo Baggins. La sua grande amicizia con il Re delle Aquile permetterà ai Nani e allo hobbit di salvarsi dai Lupi e la sua conoscenza di Beorn offrirà alla compagnia un rifugio e un punto di ristoro dopo le disavventure con gli orchi. Gandalf scomparirà dalla storia per un po’ per ricomparire poi nel finale durante la Battaglia dei Cinque Eserciti.

La sua assenza è giustificata dalla sua partecipazione al Bianco Consiglio, durante il quale si discusse dell’eventuale attacco a Sauron rifugiatosi a Dol Guldur. Gandalf è anche protagonista e narratore de La Cerca di Erebor, che racconta i fatti antecedenti a Lo Hobbit in cui egli incontra Thrain II morente che lo prega di assistere Thorin suo figlio nella riconquista del tesoro.

Alla scoperta dei personaggi de Lo Hobbit: Gandalf il Grigio

Lo Hobbit La Battaglia delle Cinque Armate

Già da quanto detto finora possiamo intuire quanto Gandalf sia potente e determinante negli avvenimenti relativi alla Terra di Mezzo. Eppure chi lo incontrasse per la prima volta ne Il Signore degli Anelli, penserebbe a lui come ad un simpatico vecchio, un po’ misterioso e molto abile con i fuochi d’artificio. E’ così che lo vede la maggior parte degli hobbit ed è questo che pensa di lui anche Frodo, all’inizio del romanzo che lo vede trai protagonisti.

Sappiamo bene qual è il ruolo di Gandalf nella trilogia e quale sia stato il suo peso nella Guerra dell’Anello. Sappiamo anche che durante la sua lotta con il Balrog a Moria, Gandalf muore e rinasce, purificato e pronto a prendere il posto del corrotto Saruman. Con la fine di Sauron, Gandalf torna a Valinor, poiché il suo tempo nella Terra di Mezzo è finito. Ad accompagnarlo ci saranno tutti i Portatori ancora in vita: Frodo e Bilbo, e con loro i portatori degli anelli degli elfi, Elron custode di Vilya e Galadriel custode di Nenya.

Gandalf è descritto come un vecchio con la barba e i capelli bianchi, un cappello a punta blu e una lunga e logora tunica grigia e un bastone che qualcuno pensa erroneamente gli serva per camminare. La prima descrizione che abbiamo di lui è ne Lo Hobbit: “Tutto quello che l’ignaro Bilbo vide quel mattino era un vecchio con un bastone. Aveva un alto cappello blu a punta, un lungo mantello grigio, una sciarpa argentea sulla quale la lunga barba bianca ricadeva fin sotto la vita, e immensi stivali neri.” A differenza degli altri membri del Bianco Consiglio, Gandalf ha un abbigliamento più modesto che comprende anche una sciarpa argentata e degli stivali neri. E’ all’apparenza un uomo trasandato, disordinato ma con un’espressione rassicurante e pacifica.

Dopo la sua rinascita, ne Le Due Torri viene invece descritto così: “La sua capigliatura al sole era candida come la neve, e la sua veste bianca e splendente; gli occhi sotto le folte sopracciglia erano luminosi, penetranti come raggi di sole; in mano aveva lo strumento del potere.” Compagno inseparabile di Gandalf è il cavallo Ombromanto, della razza superiore dei Mearas, il più potente di questi, e proprietà del re Theoden di Rohan fino a quando egli non lo donò, piuttosto malvolentieri, a Gandalf, e che lo accompagnerà poi in tutti i suoi viaggi, fino ad Aman.

Gandalf, l’affascinante mago interpretato dall’attore Ian McKellen

Gandalf è un elemento di scompiglio per gli hobbit, ma pian piano si scopre in lui un’attitudine alla guida e alla saggezza, vera e propria caratteristica del suo personaggio. Egli è una guida non soltanto geografica, ma soprattutto una guida dell’anima, aiutando i suoi amici e chi ne ha bisogno a trovare il coraggio e la luce per compiere il proprio destino. Nei romanzi questo avviene chiaramente con Bilbo, ma soprattutto con Aragorn, e ancora di più con re Theoden ne Le Due Torri.

Gandalf il Grigio però è anche una persona dotata di intelligenza, saggezza, spontaneità e semplicità d’animo. Da sempre è considerato da tutti il più saggio degli Istari, scatenando l’ira di Saruman. Ma la sua grandezza è tale proprio perché accostata a caratteristiche molto umane e semplici come l’amore per l’erba-pipa, che lo accomuna e lo avvicina agli hobbit. Ancora, la sua natura angelica (è un Maiar) convive con il suo essere anche terribilmente umano, come dimostra la sua paura di essere tentato dall’Unico Anello. Così infatti risponde a Frodo, che gli offre l’Anello: “Non tentarmi Frodo! Non oso prenderlo, nemmeno per tenerlo al sicuro. Capiscimi, Frodo: userei questo Anello per il desiderio di fare del bene, ma attraverso me eserciterebbe un potere troppo grande e terribile da immaginare!”.

Ultima e romantica, se vogliamo, caratteristica di Gandalf sono i suoi nomi. Egli infatti è conosciuto con nomi diversi a seconda dei luoghi dove si reca. Gandalf il Grigio è il nome che ufficialmente usano gli Uomini della Terra di Mezzo per indicarlo. Gandalf, in Ovestron, significa infatti Elfo con il Bastone, e ciò sta ad indicare quanto gli uomini avessero difficoltà a distinguere la vera natura dello Stregone, confondendolo con un elfo.

Più avanti nella storia, come sappiamo, egli diventerà invece Gandalf il Bianco, prendendo il posto di Saruman nella gerarchia degli Istari. Lui stesso confonde Aragorn, Gimli e Legolas nella foresta di Fangorn, quando dice loro: “Io sono Saruman, o meglio Saruman come dovrebbe essere”. Ma a seconda del popolo e dell’epoca attraverso cui Gandalf passa, gli si può attribuire un nome ben preciso.

“Molti i nomi che ho nelle diverse terre. Mithrandir sono per gli Elfi, Tharkûn per i Nani; Olòrin ero da giovane nell’ormai obliato Ovest, nel Sud Incànus, nel Nord Gandalf; nell’Est non vado mai.” Olòrin è il nome con cui lo chiamano a Valinor, che vuol dire “Colui che suggerisce i sogni”, dove sogno sta ad indicare una chiara visione della mente.

Mithrandir è un nome Sindar, usato dagli Elfi della Terra di Mezzo e dagli uomini di Gondor. Vuol dire Grigio Pellegrino, Grigio Vindante. Incànus invece è il nome con cui viene chiamato a sud, ma la sua etimologia è confusa e lo stesso Tolkien non ha mai dato una spiegazione precisa a tale nome. Si pensa che nella lingua degli Haradrim voglia dire “Spia del nord”. Tharkûn è invece il nome usato da Gandalf presso i Nani. Anche questa versione del suo nome si rifà al suo aspetto e vuol dire Uomo Bastone.

Oltre ai nomi ufficiali, Gandalf ha anche diversi nomignoli: “Mantogrigio” o “Cappagrigia”, dagli abitanti di Rohan, “Il Cavaliere Bianco”, in onore del suo cavallo, Ombromanto, oppure semplicemente “Stregone”, dagli Orchi. Menzione merita “Corvotempesta”, nome datogli da Re Théoden, su incitazione di Grima Vermilinguo, per la presunta abitudine di preannunciare delle sventure col suo arrivo.

Gandalf il Grigio resta a ragione uno dei più importanti personaggi della mitologia tolkieniana e uno dei più grandi personaggi della letteratura fantastica del Novecento. Personaggio amatissimo dal fandoom, è una perfetta unione tra umano e divino, ennesima figura cristologica della mitologia tolkieniana e potente veicolo di messaggi e significanti importanti che il Professore ha lasciato nei suoi scritti.

Nel Signore degli Anelli, quando Christopher Lee venne chiamato da Peter Jackson, sperava fortemente di poter interpretare Gandalf, poiché è un grande appassionato di Tolkien e l’ha perfino incontrato di persona. Jackson decise invece di affidargli il ruolo di Saruman, facendo interpretare Gandalf a Sir Ian McKellen, che tornerà a vestirne i panni sgualciti per Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato.

 
 

Alla scoperta dei personaggi de Lo Hobbit: Galadriel

Galadriel

In un periodo in cui l’attenzione alla condizione della donna è sempre più al centro delle tempeste mediatiche che ogni giorno ci assalgono, anche Peter Jackson ha pensato bene di inserire una “quota rosa” nel suo adattamento de Lo Hobbit. Il romanzo infatti è totalmente al maschile, senza neanche un personaggio minore, nemmeno sullo sfondo come invece accadeva ne Il Signore degli Anelli in cui spiccavano almeno tre personaggi femminili di rilievo e di spessore (Arwen, Galadriel e Eowyn).

Dall’alto della sua conoscenza tolkieniana, Jackson ha inserito nella trama del film il personaggio di Galadriel, particolarmente amata dal pubblico per la bellezza del ruolo, ma sicuramente in gran parte per la grandiosità dell’attrice che l’ha già interpretata nella trilogia precedente: Cate Blanchett.

GaladrielMa chi è Galadriel? Da dove viene e perché è così amata, ammirata e anche temuta? Ebbene la bellezza e la potenza di Galadriel arrivano da lontano, poiché elle è uno degli elfi più antichi che abbiamo mai toccato le sponde della Terra di Mezzo. Lei discende direttamente da Finarfin suo nonno, e dal nobile Finwe. Aveva sempre richiamato l’ammirazione di Feanor per la lucentezza dei suoi capelli dorati, ricambiando però le attenzioni dello zio con estremo sdegno a causa del comportamento spavaldo di quest’ultimo. Feanor infatti credeva che nei suoi capelli fossero rimasti intrappolati i raggi luminosi d Laurelin e Telperion, e si dice inoltre che dalla luce dei suoi capelli l’ingegnoso elfo trasse ispirazione per forgiare i Silmaril.

Conobbe Celeborn ad Alqualondë, dove dimorava con sua madre Earwen, al quale rimase legato per il resto della sua lunghissima vita. Ella aveva infatti molti nomi, ma scelse quello di Galadriel perché le era stato dato da colui che amava. Scelse, insieme a Celeborn, l’esilio da Aman dopo essersi ribellata ai Valar durante l’Ottenebramento di Valinor ad opera di Morgoth e Ungoliant, rifugiandosi nella Terra di Mezzo senza mai partecipare alla guerra contro Angband, fortezza di Melkor.

Galadriel è conosciuta anche come l’elfo uomo, a causa della sua statura e delle sua forza incredibile, sia fisica che spirituale, avveniva così spesso che i suoi disaccordi con Celeborn fossero molto più accesi perché nessuna delle due parti cedeva all’altra. Accadde così che dopo qualche tempo trascorso nell’Eregion, regno fondato a nord di quella che divenne poi La Contea, i due coniugi si separassero a causa dell’inimicizia di Celeborn con i Nani, con i quali invece Galadriel andava d’accordo. Strascico di questa simpatia tra Galadriel e i Nani può essere considerato il particolare rapporto che si crea tra Gimli e Galadriel durante la permanenza della Compagnia a Lorien.

La Dama donerà al Nano tre dei suoi capelli d’oro e tramite la sua intercessione Gimli fu l’unico nano a poter vedere Valinor, che raggiunse insieme a Legolas dopo molti anni dalla fine della Guerra dell’Anello. La Dama si rifugiò quindi a Lorien, che divenne la sua casa, mentre Celebron rimase a ovest delle Montagne Nebbiose.

In questo stesso periodo accadde che Sauron riuscisse ad ingannare i fabbri dell’Eregion, primo tra tutti Celebrimbor, fabbricatore di Anelli, fino a che lui stesso si accorse delle menzogne di Sauron e si ribellò. Affidò a Galadriel Nenya, uno dei tre Anelli degli Elfi. Dopo 1800 anni di separazione, Galadriel andò alla ricerca di Celeborn, e lo trovò a Imladris, o Gran Burrone, insieme a Elrond Mezzelfo. Lì dimorarono per molti anni fino a quando si trasferirono a sud, presso Belfalas. Qui Galadriel incontrò per la prima volta Gandalf, che le consegnò l’Elessar, la preziosa gemma elfica che sarebbe poi passata ad Aragorn anni dopo.

Dopo la morte del primogenito Amroth, nel 1981 della Terza Era, Galadriel e Celebron si spostarono definitivamente a Lorien. Nella Terza Era Galadriel entra a far parte del Bianco Consiglio al capo del quale avrebbe preferito Gandalf, e non Saruman come invece fu. Il ruolo di Galadriel è fondamentale durante il viaggio a Sud della Compagnia dell’Anello, in quanto Lothlorien è una tappa importantissima del viaggio dell’Anello verso Mordor. Fondamentale per capire il suo personaggio e la sua psicologia è il momento in cui Frodo chiede alla Dama di prendere l’Unico, rifiutandone il peso e la responsabilità.

Galadriel fortemente tentata da quell’offerta riesce tuttavia a resistere alla tentazione rappresentata dall’Anello e “lasciò ricadere il braccio, e la luce scomparve, e improvvisamente rise, e si rimpicciolì: tornò ad essere un’esile donna elfica, vestita di semplice bianco, dalla voce morbida e triste. <<Ho superato la prova >>, disse. <<Perderò i miei poteri, e me ne andrò all’Ovest, e rimarrò Galadriel>>.” (Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello).

Galadriel fa molti doni preziosi ai viandanti, e tra questi regala la gemma elfica ad Aragorn, che lei sa destinato a sposare sua nipote Arwen, un seme di Mallorn a Sam e la fiala con la luce di Earendil a Frodo. Inoltre, ospita Gandalf dopo il suo combattimento mortale con il Balrog di Morgoth. Durante la Guerra dell’Anello Galadriel e Celeborn vengono attaccati diverse volte a Lorien, fino a che non si ricongiungono a nord con re Thranduil del Bosco Atro e purificano quei luoghi dall’influenza negativa del passaggio di Sauron. Con la distruzione dell’Unico Anello, Galadriel, con tutti gli alti elfi della Terra di Mezzo, decide di ritornare nel Reame Beato di Valinor, dopo aver assistito al matrimonio di Arwen e al funerale di Re Theoden. Parte con Bilbo, Frodo e Gandalf dai Porti Grigi il 29 settembre 3021, ricongiungendosi alla figlia Celebrian e alla casa del padre Finarfin.

Sua figlia aveva infatti sposato Elrond Mezzelfo e dal suo matrimonio erano nati Elladan, Elroir e la bella Arwen Undomiel, sposa di Aragorn figlio di Aratorn ed erede al trono di Gondor. Tuttavia Celebrian venne ferita quando Arwen era ancora una bambina e decise di partire per l’Ovest, lasciando la sua famiglia nella Terra di Mezzo. Celeborn raggiunse poi Galadriel all’Ovest qualche anno dopo.

Come già anticipato, il ruolo di Galadriel nella trilogia de Il Signore degli Anelli è stato affidato a Cate Blanchett, dopo che Kyle Minogue (prima scelta) fu scartata perché troppo bassa. Peter Jackson ha reinserito il personaggio di Galadriel nella sua sceneggiatura de Lo Hobbit, ma non sappiamo ancora bene in che misura la Bianca Dama di Lorien farà parte della storia, a parte la scena che la vuole coinvolta, insieme a Hugo Weaving, Ian McKellen e Christopher Lee per il Bianco Consiglio.

 
 

Alla scoperta dei personaggi de Lo Hobbit: Bilbo Baggins

In attesa dell’uscita del primo film dedicato a Lo Hobbit, Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato, racconteremo, un passo alla volta di tutti i personaggi principali che popolano l’universo del primo meraviglioso romanzo del Professore J.R.R. Tolkien e che vedremo presto sullo schermo grazie a Peter Jackson, che già tanto bene ha fatto alla mitologia tolkieniana e ai suoi fan di tutto il mondo.

Procederemo raccontandovi la storia e la vita di un personaggio per volta, aggiungendo più o meno particolare e dettagli in base a cosa sappiamo e a cosa ci racconta Tolkien stesso del personaggio in questione. Cominciamo subito e cominciamo bene con il signor Bilbo Baggins, Casa Baggins, Via Saccoforino, Decumano Sud, Contea. Bilbo è stato il primo hobbit creato e descritto da Tolkien, nonché il primo personaggio in assoluto partorito dalla sua mente. Leggenda vuole che il Professore fosse stato illuminato, durante un afoso pomeriggio estivo che stava trascorrendo a correggere compiti di letteratura, da una frase, che divenne una delle più famose del suo libro: “In un buco nel terreno viveva un’hobbit”. Da lì in poi nacque Bilbo Beggins, la sua famiglia i suoi vicini e tutto l’universo hobbit che ben conosciamo.

Nacque così Lo Hobbit. Bilbo è un Baggins da parte di padre, Bungo, amante della vita hobbit, sedentario, sobrio, rispettabile, da parte di madre, Belladonna Tuc, è appunto un Tuc, nota famiglia hobbit che covava, insieme a ricchezza e nobiltà, anche un seme di follia mai sopito del tutto. Le voci dicevano infatti che i Tuc discendessero da una fata, altre, più malevole, parlavano di legami con orchi.

Alla scoperta dei personaggi de Lo Hobbit: Bilbo Baggins

Bilbo Baggins

Tuttavia resta il fatto che anche nell’hobbit più rispettabile, così come sembrava Bilbo, c’era un seme di follia. E’ quasi sicuro che Bilbo Baggins sia il personaggio più caro all’autore, che riversa in lui molte delle sue qualità: amare il cibo semplice e i panciotti, ma anche avere madri intraprendenti e solide famiglie benestanti alle spalle. Bilbo Baggins è il protagonista della storia e si unisce alla compagnia dei Nani sotto spinta di Gandalf lo Stregone.

Dapprima riluttante, Bilbo Baggins si rivelerà fondamentale per la buona riuscita dei piani di conquista di Thorin Scudodiquercia e compagnia, contribuendo alla caduta del drago Smaug.

Il suo ruolo diventa fondamentale anche perché è lui il legame principale tra la storia de Lo Hobbit e de Il Signore degli Anelli. Proprio durante l’avventura con i Nani ,Bilbo Baggins entrerà in possesso dell’Unico Anello, rubandolo alla creatura Gollum che lo aveva custodito in precedenza per più di 500 anni. L’Anello rimane in possesso di Bilbo per ben 60 anni, fino a quando, nel giorno del suo 111esimo compleanno, lo lascia in eredità insieme a tutti i suoi averi a Frodo Baggins, suo nipote.

Inoltre è in questa circostanza che compare la famosa spada di spada bilbo baggins, conosciuta con il nome di Pungolo; lama elfica, trovata da Bilbo nella caverna degli uomini neri nel libro Lo Hobbit, insieme all’altra lama Glamdring (Battinemici) e Orcrist (Fendiorchi). Queste ultime due lame sono chiamate dagli orchi “martello” e “coltello”. Tutte queste spade sono di origine elfica e furono forgiate a Gondolin durante la Prima Era.

Bilbo Baggins

Il personaggio di Bilbo Beggins è indicativo di uno dei valori più importanti che vengono raccontati nei romanzi di Tolkien, ovvero il coraggio, quello autentico che nasce proprio dalla paura e che si trova negli angoli più nascosti, persino in una creatura piccola e indifesa come un hobbit. Gli altri hobbit che già conosciamo, con le dovute differenze, sono derivazioni e declinazioni di questo primo, simpatico e coraggioso hobbit.

Nella saga cinematografica di Peter Jackson, Bilbo è interpretato da Martin Freeman, attore inglese che è diventato famoso con il suo ruolo di John Watson nella serie tv Sherlock. Tuttavia nel film ci sarà posto anche per Sir Ian Holm, che ha già interpretato Bilbo Beggins ne Il Signore degli Anelli e che tornerà per alcune scene nel prossimo film di Peter Jackson.

 
 

Alla scoperta dei personaggi de Lo Hobbit: Beorn

Beorn compare solo ne Lo Hobbit ed è uno dei personaggi più misteriosi e interessanti di tutta la mitologia tolkieniana, insieme a Tom Bombadil.

Alcuni dicono che è un orso discendente dai grandi e antichi orsi delle montagne che vivevano lì prima che arrivassero i Giganti. Altri dicono che è un discendente dei primi Uomini che vivevano in questa parte del mondo, prima che vi arrivassero Smaug e gli altri draghi, e prima che gli Orchi arrivassero dal Nord sulle colline. Quale sia la verità non saprei dirlo, anche se personalmente mi pare più verosimile la seconda ipotesi. 

Lo Hobbit

 E’ un mutapelle, in quanto può trasformarsi in orso, anche se non vengono mai ben descritte le modalità in cui egli cambia il suo aspetto. Vive tra le Montagne Nebbiose e il Bosco Atro e aiuterà Gandalf, Bilbo e i 13 Nani a trovare ristoro e riposo dopo la disavventura con gli Orchi. Tornerà poi durante la battaglia dei Cinque Eserciti, uccidendo personalmente Bolg, il capo degli orchetti del Sud.

Il suo aspetto è quello di un “omone dalla fitta barba nera, capelli neri, grosse braccia e gambe nude dai muscoli nodosi”… “indossava una tunica di lana che gli arrivava alle ginocchia, e si appoggiava a un’ascia enorme”. Caratterialmente è invece descritto come schivo e diffidente verso i visitatori, specialmente se nani. Solo l’ingegno di Gandalf permetterà alla compagnia di riuscire ad entrare nella sua casa e di beneficiare della sua ospitalità.

 

Ama moltissimo gli animali per cui non caccia, e mangia solo panna e miele delle api giganti che alleva lui stesso. Odia sopra ogni cosa gli Orchi che hanno occupato le Montagne che lui riteneva essere suo territorio. In un’occasione, Gandalf afferma che Beornnon è soggetto a nessun potere magico tranne che al suo”. La parola “beorn” significa orso e deriva da béo, ovvero ape, in riferimento all’amore che gli orsi hanno per il miele.

La sua casa fu disegnata da Tolkien stesso sul modello di una tipica sala germanica. Nel film su Lo Hobbit del 1977 il personaggio di Beorn è stato tagliato. Verrà invece compreso nella trilogia di Peter Jackson che ha affidato all’attore Mikael Persbrandt il compito di interpretarlo.

 
 

Alla scoperta dei personaggi de Lo Hobbit: Bard l’Arciere

Bard l’arciere è colui che uccide il Drago Smaug durante l’attacco a Esgaroth da parte del mostro. È un discendente del popolo di Dale e in particolare da Girion, ultimo re di Dale prima dell’avvento di Smaug stesso.

Eredità della sua nobile discendenza è una freccia nera che, si narra, non sbaglia mai il bersaglio; con quella freccia metterà a segno il colpo che abbatterà il drago per sempre.

Freccia nera! Ti ho conservata per ultima. Non mi hai mai tradito e io ti ho sempre recuperata. Ti ho avuto da mio padre ed egli ti ebbe dai suoi antenati. Se veramente provieni dalla fornace del vero Re sotto la Montagna, và ora dritta al bersaglio, e buona fortuna! 

Bard l’Arciere – Lo Hobbit

Bard l'ArciereÈ lui a guidare la difesa di Esgaroth (o Pontelagolungo) durante l’attacco di Smaug che voleva vendicarsi della città per aver dato rifugio ai Nani e a Bilbo. La sua discendenza e la sua coraggiosa uccisione del drago lo faranno eleggere re di Esgaroth, facendogli quindi pretendere una parte del tesoro sotto la Montagna. Qui troverà la resistenza di Thorin Scudodiquercia e dei suoi e solo l’arrivo tempestivo di Gandalf riuscirà a mettere pace trai due eserciti con l’annuncio dell’arrivo imminente di un temibile esercito di Orchi.

Inizia così la battaglia dei Cinque Eserciti che vede schierati gli Uomini di Pontelagolungo, i Nani dei Colli Ferrosi, gli Elfi del Bosco Atro e la Aquile con Beorn contro gli Orchi del nord. Alla fine della battaglia che vede la sconfitta degli Orchi, Bard l’arciere ricostruirà Dale e Esgaroth, diventandone il re. Nel primo disegno di Tolkien, Bard non doveva esistere poiché doveva essere Bilbo ad accoltellare nel sonno il drago, poi lo scrittore decise di ambientare la morte di Smaug a Esgaroth e così creò Bard l’Arciere.

Nella versione cinematografica de Lo Hobbit di Peter JacksonBard l’arciere sarà interpretato da Luke Evans, attore visto di recente ne I Tre Moschettieri di Paul W.S. Anderson e in Immortals di Tarsem Singh.

La corporatura e la presenza scenica dell’attore fanno pensare più ad un elfo che ad un uomo, ma sicuramente il reparto del trucco e la bravura dell’attore renderanno credibile l’interpretazione.

 
 

Alla scoperta dei personaggi de Lo Hobbit: Balin, Dwalin, Fíli, Kíli, Dori, Nori, Ori, Óin, Glóin, Bifur, Bofur e Bombur

Riprendiamo le fila del nostro racconto presentandovi ora i dodici nani protagonisti de Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato. Fino ad ora gli amanti di Tolkien hanno avuto a che fare con un solo nano, il ben noto Gimli, componente della Compagnia dell’Anello e uno dei principali protagonisti della trilogia dell’Anello già portata sullo schermo da Peter Jackson. In questa occasione abbiamo invece la possibilità di incontrare ben dodici nani, e di conoscerli meglio uno per uno.

Cominciamo subito da Balin. Questo nano non deve essere totalmente sconosciuto ai più dal momento che già ne Il Signore degli Anelli viene nominato, e anzi ci troviamo proprio sulla sua tomba nel momento in cui la Compagnia cerca di superare il Caradhras attraversando le miniere di Moria. Figlio di Fundin e fratello maggiore di Dwalin, Balin nacque nell’anno 2763 della Terza Era. Fu mandato in esilio dal drago Smaug nell’anno 2770, insieme con i Nani della Montagna Solitaria sopravvissuti. Dopo aver seguito per molti anni Thrai II alla riconquista di Erebor, intraprende con THorin la Ricerca, raccontata ne Lo Hobbit. Diventa amico intimo di Bilbo e molti anni dopo la distruzione di Smaug, fu a capo di una spedizione per ricolonizzare Khazad-dûm. Sebbene la colonia avesse un buon inizio, Balin fu ucciso, come sappiamo, dopo solo pochi anni, all’inizio di un assalto di Orchi che distrusse la colonia. Ne Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato Balin è interpretato da Ken Stott.

Balin, Dwalin, Fíli, Kíli, Dori, Nori, Ori, Óin, Glóin, Bifur, Bofur e Bombur

Fratello minore di Balin era Dwalin, primo nano in assoluto ad arrivare a Casa Baggins all’inizio de Lo Hobbit. Indossava un cappuccio verde scuro e una cinta dorata e aveva una barba blu e, come suo fratello Balin, suonava la viola. Dwalin presterà un cappuccio e un mantello a Bilbo, all’inizio del loro viaggio, mantello che Bilbo conserverà per tutta la vita e utilizzerà per il suo secondo viaggio verso Erebor. Ebbe sette figli e tre figlie un numero particolarmente elevato per un nano. Morì nell’anno 91 della Quarta Era a 340 anni. Ne Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato Dwalin è interpretato da Graham McTavish.

Fíli e Kili sono i due nani più giovani che si uniscono alla compagnia di Thorin per la Ricerca.  Erano i nipoti del re sotto la montagna, essendo figli di Dis, sorella di Thorin. Entrambi hanno una vista molto acuta e sono descritti come allegri e pieni di vita, entrambi sopportano meglio degli altri l’idea di essere chiusi nelle botti per fuggire dalla reggia da Thranduil nel Bosco Atro. Sia Kili che Fili moriranno nella battaglia dei Cinque Eserciti per difendere la vita del loro re e zio Thorin. Ne Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato Fili è interpretato da Dean O’Gorman, mentre Kili è l’attore Aidan Turner.

Dori, Nori e Ori erano tre nani fratelli, tutti e tre coinvolti nella Ricerca di Erebor insieme a Thorin Scudodiquercia. Dori in particolare aveva in compito di portare a spalla il piccolo Bilbo, durante l’attraversamento delle Montagne Nebbiose. Sappiamo poi che l’hobbit cadde dalle spalle del nano, andando incontro a spiacevoli incontri e ad “indovinelli nell’oscurità”, mentre Dori per farsi perdonare di averlo perso nelle montagne, rischierà la sua vita per salvare Bilbo durante la fuga dai Lupi.

L’arrivo delle Aquile metterà tutti in salvo. Dori è il più forte dei Nani secondo Thorin. Ori è ricordato soprattutto per aver partecipato con Balin alla ricolonizzazione di Khazad-dûm. Fu uno degli ultimi nani a morire durante l’attacco del Balrog e dei goblin a Moria, avendo scritto di suo pugno il Libro di Marzabul, ritrovato poi dalla Compagnia dell’Anello nell’omonimo libro/film. Di Nori invece non si hanno altre notizie se non la sua partecipazione alla Ricerca. Ne Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato i tre nani sono interpretati rispettivamente da Mark Hadlow, Jed Brophy e Adam Brown.

Lo Hobbit Nani

Anche Oin, così come di Ori, partecipò alla ricolonizzazione di Khazad-dûm con Balin. Ne Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato il personaggio è interpretato da John Callen.

Fratello di Oin è Gloin, insieme a Balin forse il nano più nominato ne Il Signore degli Anelli. Egli è infatti il padre di Gimli, componente della Compagnia dell’Anello. Ne Il Signore degli Anelli, quando incontra Bilbo a Gran Burrone, si capisce immediatamente che sono grandi amici. Gloin, come suo fratello Oin, aveva la particolare abilità di saper accendere il fuoco Peter Hambleton. Ne Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato il personaggio è interpretato da Peter Hambleton.

Bifur è cugino di Bofur e Bombur, è ricordato per il suo amore per il formaggio e la pizza e soprattutto per la sua abilità nel suonare il clarinetto. Aiutò Bilbo a scappare dal Troll prima di essere chiuso in un sacco e fu l’unico nano ad uscire asciutto dalle botti che salvarono tutti dalla prigionia nella reggia di Thranduil. Ne Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato il personaggio è interpretato da William Kircher.

Bofur è il nano meno menzionato ne Lo Hobbit, e di lui si ricorda molto poco fatta eccezione per i suoi gusti alimentari (le torte di mele, la marmellata di lamponi e il tè) e il colore del suo cappuccio (giallo). Lui e suo fratello Bombur furono quasi uccisi da Smaug ma si salvarono per un pelo . Ne Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato il personaggio è interpretato da James Nesbitt.

Infine abbiamo il più “importante” dei nani, Bombur, proverbiale per la sua corpulenza. La sua stazza lo classifica sempre ultimo in qualsiasi cosa: ultimo ad entrare a casa di Beorn, ultimo ad arrivare al Fiume Incantato (del quale subisce gli effetti più a lungo), e anche raffigurato come balordo e pasitccione. E’ l’unico nano che non scala Erebor per paura che le funi non lo reggano e resta così di guardia all’accampamento dei nani. Bombur dorme durante quasi tutti i momenti chiave del racconto de Lo Hobbit: dorme per giorni quando cade nel Fiume Incantato, dorme quando lo tirano fuori dalla botte ad Esgaroth, dorme durante la guardia all’accampamento sotto Erebor. Ne Il Signore degli Anelli, Frodo chiede di lui e scopriamo che è diventato così grasso che c’è bisogno di sei nani per sollevarlo, e che non può muoversi dal suo letto al suo divano. Ne Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato il personaggio è interpretato da Stephen Hunter.

 
 

Alla ricerca di Nemo: trama, cast e personaggi del film Pixar

Considerato uno dei più grandi successi della Pixar Animation Studios, il film d’animazione Alla ricerca di Nemo è ancora oggi un esempio perfetto di grande intrattenimento per piccoli e adulti. La storia di un padre alla ricerca del proprio figlio è quanto mai universale, e se come qui è ambientata nei coloratissimi oceani del pianeta Terra, l’avventura diventa ancor più vivace, sorprendente ed emozionante. Si tratta infatti di una delle opere più entusiasmanti della nota casa d’animazione, nonché di uno dei maggiori prodigi della computer grafica realizzati all’epoca della sua uscita, il 2003.

Ideato e diretto da Andrew Stanton, in collaborazione con Lee Unkrich, il film nasce da una serie di suggestioni. Stanton ha infatti raccontato di aver sempre trovato affascinanti i pesci nell’acquario che possedeva il suo dentista, ritrovandosi ad immaginare per loro delle grandi storie. Il desiderio definitivo di realizzare un film animato dedicato al mondo marino è però arrivato nel momento in cui egli ha visitato un grande parco marino in compagnia di suo figlio. Dopo diversi anni di lavoro sulla sceneggiatura, il film è infine stato pronto per essere realizzato, ricercando il massimo realismo possibile per le scene ambientate sott’acqua.

Uscito infine il sala, il film divenne uno di maggiori risultati economici dell’anno, con un guadagno complessivo di circa 940 milioni di dollari a fronte di un budget di 94. Ciò lo portò inoltre a diventare il film d’animazione con il maggior incasso di sempre. Un successo che si protrasse per l’intera stagione, portando infine Alla ricerca di Nemo a vincere l’Oscar come miglior film d’animazione. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile approfondire le principali curiosità legate a tale titolo, da quelle relative alla trama e fino al cast di doppiatori che danno voce ai celebri personaggi. Infine, si ritroverà l’elenco delle piattaforme contenenti il film nel proprio catalogo.

Alla ricerca di Nemo: la trama del film

Protagonista del film è Marlin, un pesce pagliaccio che ha di recente perso la moglie Coral e tutte le sue uova, ad eccezione di Nemo, unico superstite dopo l’attacco di un predatore. Come figlio unico e con una pinna atrofica, Nemo è soffocato dalle attenzioni paterne, il che lo porterà a disobbedirgli e a nuotare in mare aperto. Qui il piccolo pesciolino si imbatterà in grandi pericoli, che lo porteranno anche al di fuori del suo ambiente naturale. Quest’ulteriore perdita spingerà Marlin ad addentrarsi nell’oceano per ritrovare il suo piccolo Nemo. Con una simpaticissima compagna di viaggio, Dory, pesce chirurgo affetta da perdite di memoria a breve termine, Marlin scoprirà l’oceano, conoscerà squali vegetariani e tartarughe velocissime, fino a ritrovare suo figlio ed a raccontargli un’avventura che mai avrebbe creduto di poter affrontare.

Alla ricerca di Nemo cast

Alla ricerca di Nemo: il cast e i personaggi del film

Per dare vita ad un film di questo tipo, e garantirgli un certo successo, era necessario per gli autori trovare le giuste voci per i personaggi protagonisti. Per il doppiaggio dell’iperprotettivo pesce Marlin, la prima scelta del regista è sempre stato l’attore Albert Brooks. Questi rimase da subito entusiasta del personaggio, apprezzando il suo essere un pesce pagliaccio che non fa ridere. L’attore si dedicò così a puntare in particolare su tale aspetto. In italiano il personaggio ha invece la voce dell’attore Luca Zingaretti. Il giovanissimo Alexander Gould, oggi noto attore televisivo, è invece stato scelto per dare voce a Nemo, il disobbediente figlio di Marlin che si troverà a vivere un’incredibile avventura lontano da casa.

Di particolare popolarità è il personaggio di Dory, la sbadata pesciolina compagna di viaggio di Marlin. Stanton decise di affidare la parte alla conduttrice televisiva Ellen DeGeneres dopo averla vista improvvisare in televisione. In italiano il personaggio ha invece la voce di Carla Signorinis. Il candidato all’Oscar Willem Dafoe è invece la voce di Branchia, un anziano idolo moresco, leader dei pesci contenuti nell’acquario del dentista. L’attore Barry Humphries è invece la voce di Bruto, uno squalo bianco impegnato nel suo tentativo di diventare vegetariano. Eric Bana ha invece dato voce a Randa, lo squalo martello che si aggira per l’oceano insieme a Bruto. La premio Oscar Allison Janney ha invece dato voce a Diva, la stella marina contenuta nell’acquario. Geoffrey Rush, infine, è la voce di Amilcare, un pellicano che aiuterà Marlin e Dory a raggiungere Nemo.

Alla ricerca di Nemo: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il grande successo del film, era lecito aspettarsi un sequel di questo che raccontasse ulteriori avventure nell’oceano. Sono in realtà dovuti passare ben 13 anni prima che questo prendesse forma con il titolo di Alla ricerca di Dory. Concentrandosi sulla simpatica pesciolina, il film è infatti non solo un sequel ma anche un vero e proprio spin-off. Nuovamente diretto da Stanton, e con la DeGeneres a dare voce al personaggio, il film è arrivato in sala nel 2016. In esso si raccontano ulteriori dettagli relativi al passato di Dory, la quale sarà ora protagonista di un’avventura tutta sua. Affermatosi come un nuovo grande successo della Pixar, il film ha guadagnato oltre un miliardo di dollari a fronte di un budget di circa 200.

Prima di vedere tale sequel, è per ora possibile fruire di Alla ricerca di Nemo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Disney+. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione in prima visione il giorno mercoledì 23 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Fonte: IMDb

 
 

Alla ricerca di Nemo: recensione del film

Alla ricerca di Nemo

La recensione del film d’animazione Alla ricerca di Nemo diretto da Andrew Stanton e prodotto da Disney Pixar.


Anno:
2003

Regia: Andrew Stanton

Con le voci di: Albert Brooks (Marlin); Ellen DeGeneres (Dory); Alexander Gould (Nemo); Willelm DaFoe (Branchia); Geoffrey Rush (Amilcare).

Alla ricerca di NemoSinossi: Marlin, un pesce pagliaccio, ha perso la moglie Coral e tutte le sue uova, ad eccezione di Nemo, unico superstite dopo l’attacco di un predatore. Come figlio unico e con una pinna atrofica, Nemo è soffocato dalle attenzioni paterne, il che lo porterà a disobbedirgli e a nuotare in mare aperto. Qui il piccolo pesciolino verrà pescato da un sub che lo porrà nel suo acquario. Quest’ulteriore perdita spingerà Marlin ad addentrarsi nell’oceano per ritrovare il suo piccolo Nemo. Con una simpaticissima compagna di viaggio, Dory, Marlin scoprirà l’oceano, conoscerà squali vegetariani e tartarughe velocissime, fino a ritrovare suo figlio ed a raccontargli un’avventura che mai avrebbe creduto di poter affrontare.

Analisi: L’ennesimo prodotto Disney Pixar si distingue innanzi tutto per l’incredibile perfezione con la quale è rappresentato il mondo marino, dai riflessi del sole nel blu dell’oceano, alle squame lucenti sul dorso dei pesci. Ma il film di Stanton non è solo una grande grafica, è soprattutto la storia di una persona, nel dettaglio un pesciolino, che dopo una grande sofferenza si chiude al mondo.

La storia di Marlin è sicuramente più importante di quella di Nemo: se il piccolo viene rapito ed allontanato dall’affetto del padre, Marlin dovrà affrontare non solo i pericoli che l’oceano riserva ad un pesce da barriera corallina, ma dovrà anche fare i conti con il passato, con l’incolmabile perdita dell’amore e della famiglia, e soprattutto con la paura di rimanere di nuovo e irrimediabilmente solo. E proprio questa paura, più grande di quella per l’oceano, sarà la molla che lo spingerà alla ricerca del figlio.

Alla ricerca di Nemo è un film che emoziona tutti, grandi e piccini. 

Inoltre, a parte la chiara rappresentazione dei rapporti conflittuali tra genitori e figli, Alla ricerca di Nemo è soprattutto basato su una salda sceneggiatura, divertente e commovente, che raggiunge degli accenti di delicato lirismo che è difficile da trovare anche nelle commedie romantiche più brillanti. “Quando sono con te io mi sento a casa”, frase che la smemorata Dory dice a Marlin nel momento in cui la sta abbandonando, è probabilmente una delle dichiarazioni d’amore più delicate e totali che il cinema abbia mai mostrato.

Difficile, ancora una volta, dire che Alla ricerca di Nemo è un film per bambini, potrebbe apparire riduttivo, oppure, al contrario, potrebbe invece mostrare che la semplicità, l’immediatezza e la sincerità di alcuni sentimenti possono essere raccontati solo attraverso il linguaggio dell’infanzia.

Il film ha ricevuto l’Oscar come miglior film d’animazione.

 
 

Alla Ricerca di Nemo torna in 3D

Alla ricerca di Nemo

Il capolavoro Pixar, Alla Ricerca di Nemo, sarà convertito in 3D. Il vincitore dell’Oscar come Miglior film d’animazione del 2003, tornerà quindi al cinema il prossimo 26 ottobre e

 
 

Alla ricerca di Nemo 3D: recensione del film Pixar

Alla ricerca di Nemo 3D

Profondità oceaniche, barriere corallina variopinte e piene di vita sottomarina, squali vegetariani, correnti oceaniche, pesci preistorici e mante professori. Tutto questo ha una sola cosa in comune: Alla ricerca di Nemo, è torna in 3D a partire da giovedì 25 ottobre per dare ancora una volta gioia ed emozioni forti a grandi e piccini.

Alla ricerca di Nemo 3D si inserisce nel progetto Disney della riedizione dei grandi classici, quelli più amanti, in stereoscopia, seguendo Il Re Leone, La Bella e La Bestia, La Carica dei 101 e Cenerentola.

Alla ricerca di Nemo 3D, il film

Primo dei grandi classici di nuova generazione a “subire” la conversione, Alla ricerca di Nemo si presenta in tutto il suo sfolgorante splendore sul grande schermo, con un effetto 3D fatto molto bene, anche se non proprio funzionale alla storia. Dopotutto il film è stato pensato in 2D e quindi il 3D accentua solo un po’ la profondità oceanica e le distanze dallo schermo.

Il film però conserva la sua bellezza, i suoi personaggi sono sempre ben scritti, e gli animatori hanno fatto con i pesci un lavoro migliore di molti attori in carne ed ossa. La visione di un film così al cinema non può fare altro che confermare la definizione di capolavoro, attribuita al film nel 2003, quando per la prima volta uscì al cinema, generando meraviglia, stupore e ammirazione.

E allora, siete pronti per il salto nel blu?

 
 

Alla ricerca di nemo 3D – Trailer italiano

Alla ricerca di Nemo

Diretto da Andrew Stanton e vincitore dell’Academy Award® come Miglior lungometraggio di animazione, ALLA RICERCA DI NEMO torna sul grande schermo.

 
 

Alla ricerca di me: la nuova serie con Michelle Yeoh dal 24 maggio su Disney+

Alla ricerca di me

Disney+ ha annunciato che la serie originale Alla ricerca di me (titolo originale “American Born Cinese”) debutterà il 24 maggio sulla piattaforma streaming. La serie comedy d’azione targata Disney Branded Television e prodotta da 20th Television è interpretata dai due vincitori dell’Oscar Michelle Yeoh e Ke Huy Quan e con la guest star candidata all’Oscar Stephanie Hsu.

La trama di Alla ricerca di me “American Born Cinese”

Tratta dall’omonima graphic novel di Gene Luen Yang, Alla ricerca di me racconta la storia di Jin Wang, un adolescente qualunque che si destreggia tra la vita sociale del liceo e quella domestica. Quando durante il primo giorno di scuola incontra un nuovo studente straniero, più mondi entrano in collisione e Jin si trova involontariamente coinvolto in una battaglia di divinità mitologiche cinesi.

Il cast di Alla ricerca di me “American Born Cinese”

Quest’avventura adolescenziale si avvale di un cast internazionale, tra cui i vincitori del premio Oscar e del Golden Globe Michelle Yeoh e Ke Huy Quan (Everything Everywhere All at Once), Ben Wang (Chang a Canestro), il due volte candidato all’International Emmy Award Yeo Yann Yann (Re Dai Yu), Chin Han (Mortal Kombat), Daniel Wu (Frammenti dal passato – Reminiscence), l’ex campione di Taekwondo Jimmy Liu e Sydney Taylor (Just Add Magic); e con la candidata all’Oscar Stephanie Hsu (Everything Everywhere All at Once) come guest star.

Lo sceneggiatore/produttore vincitore di un Emmy Award Kelvin Yu (Bob’s Burgers, Central Park) è produttore esecutivo e showrunner. Destin Daniel Cretton (Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli, Short Term 12) è il regista e il produttore esecutivo, insieme a Melvin Mar e Jake Kasdan (entrambi di Dottoressa Doogie, Jumanji – Benvenuti nella giungla e Jumanji: The Next Level), Erin O’Malley (Dottoressa Doogie), Asher Goldstein (Short Term 12, Il diritto di opporsi) e Gene Luen Yang.

 
 

Alla ricerca di Jane Trailer italiano del film con Keri Russell

Alla ricerca di Jane-trailerGuarda il Trailer del film Alla ricerca di Jane, il nuovo film di Jerusha Hess, con Keri Russell, Bret McKenzie, JJ Feild, Georgia King, Jane Seymour, James Callis, Ricky Whittle e Jennifer Coolidge.

 
 

Alla ricerca di Dory: una nuova clip dal film Pixar

Il canale ufficiale Youtube di Disney Italia ha diffuso una nuova clip di Alla Ricerca di Dory, spin-off della Pixar che ci riporta nel mondo acquatico e variopinto di Alla ricerca di Nemo.

Alla ricerca di Dory: miglior debutto della storia per un film d’animazione

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Andrew Stanton dirige con Angus MacLane il film che uscirà il 17 giugno 2016.

Con Ellen DeGeneres, tornano anche Albert Brooks (Marlin) e Willelm Dafoe (Branchia) si uniscono anche Diane Keaton e Eugene Levy che daranno la voce ai genitori di Dory. Alla ricerca di DoryHayden Rolence darà la voce a Nemo mentre Ed O’Neil sarà il polpo Hank e Ty Burrell il beluga Bailey.

La storia è ambientata in un parco acquatico e sembra che a seguito di un documentario sul SeaWorld intitolato Blackfish gli autori della sceneggiatura avrebbero preferito modificare il finale della storia e concludere la vicenda lasciando aperta la possibilità, ai pesci ospiti del parco, di poterlo lasciare appena l’avessero voluto. Il documentario infatti parla di quanto sia complicato e dannoso tenere i pesci e i grossi mammiferi acquatici in cattività.

Fonte: Disney IT

 
 

Alla ricerca di Dory: un vecchio amico nella nuova clip

Ecco una nuova clip di Alla ricerca di Dory in cui incontriamo una tartaruga di nostra conoscenza che ancora una volta aiuterà Dory, Marlin e Nemo nella loro ricerca!

Alla ricerca di Dory: miglior debutto della storia per un film d’animazione

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Andrew Stanton dirige con Angus MacLane il film che uscirà il 17 giugno 2016.

Con Ellen DeGeneres, tornano anche Albert Brooks (Marlin) e Willelm Dafoe (Branchia) si uniscono anche Diane Keaton e Eugene Levy che daranno la voce ai genitori di Dory. Alla ricerca di DoryHayden Rolence darà la voce a Nemo mentre Ed O’Neil sarà il polpo Hank e Ty Burrell il beluga Bailey.

La storia è ambientata in un parco acquatico e sembra che a seguito di un documentario sul SeaWorld intitolato Blackfish gli autori della sceneggiatura avrebbero preferito modificare il finale della storia e concludere la vicenda lasciando aperta la possibilità, ai pesci ospiti del parco, di poterlo lasciare appena l’avessero voluto. Il documentario infatti parla di quanto sia complicato e dannoso tenere i pesci e i grossi mammiferi acquatici in cattività.

Fonte: Disney IT

 
 

Alla ricerca di Dory: un nuovo poster con la protagonista

Ecco un nuovo colorato e simpatico poster per Alla ricerca di Dory, in cui vediamo la piccola protagonista con l’espressione che le si addice di più: la pesciolina è infatti spaesata e sorpresa in mezzo al mare, tra tanti pesci e creature marine.

Ecco il poster di seguito:

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GUARDA IL TRAILER DI

ALLA RICERCA DI DORY

Andrew Stanton dirige con Angus MacLane il film che uscirà il 17 giugno 2016.

Con Ellen DeGeneres, tornano anche Albert Brooks (Marlin) e Willelm Dafoe (Branchia) si uniscono anche Diane Keaton e Eugene Levy che daranno la voce ai genitori di Dory. alla ricerca di DoryHayden Rolence darà la voce a Nemo mentre Ed O’Neil sarà il polpo Hank e Ty Burrell il beluga Bailey.

La storia è ambientata in un parco acquatico e sembra che a seguito di un documentario sul SeaWorld intitolato Blackfish gli autori della sceneggiatura avrebbero preferito modificare il finale della storia e concludere la vicenda lasciando aperta la possibilità, ai pesci ospiti del parco, di poterlo lasciare appena l’avessero voluto. Il documentario infatti parla di quanto sia complicato e dannoso tenere i pesci e i grossi mammiferi acquatici in cattività.

Fonte: CS

 
 

Alla ricerca di Dory: trama, personaggi e curiosità sul film Pixar

Alla ricerca di Dory personaggi

Considerato uno dei più grandi successi della Pixar Animation Studios, il film d’animazione Alla ricerca di Nemo è ancora oggi un esempio perfetto di grande intrattenimento per piccoli e adulti. La storia di un padre alla ricerca del proprio figlio è quanto mai universale, e se come qui è ambientata nei coloratissimi oceani del pianeta Terra, l’avventura diventa ancor più vivace, sorprendente ed emozionante. Tanto fu il successo che per anni si parlò di realizzare un sequel, senza però che questo si concretizzasse mai, almeno fino al 2016. A 13 annni dal precedente, è infatti arrivato in sala Alla ricerca di Dory (qui la recensione).

Diretto nuovamente dal premio Oscar Andrew Stanton, questo ripropone personaggi e dinamiche simili al suo predecessore, con la differenza che, come suggerisce il titolo, si va stavolta alla ricerca della pesciolina blu Dory. Il film diventa dunque un modo per approfondire il personaggio di Alla ricerca di Nemo che più di tutti ha conquistato la simpatia del pubblico. Si approfondiscono così le sue origini, portando nuovamente gli spettatori nel meraviglioso oceano, riccco di colori e nuovi personaggi tutti da scoprire. Apprezzato da critica e pubblico, anche Alla ricerca di Dory si è dunque affermato come un ottimo successo.

Con un incasso di oltre un miliardo di dollari, a fronte di un budget di 200, è questo un film stupefacente tanto a livello emotivo quanto visivo, con un’animazione più curata e ricca di dettagli che mai. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, ai personaggi e al cast di doppiatori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Alla ricerca di Dory: la trama del film

Come anticipato, il film racconta di Dory, la simpatica pesce chirurgo blu. Quando era piccola, questa si è accidentalmente separata dai suoi genitori, perdendoli. A causa di un problema di perdita di memoria a breve termine, gradualmente Dory finisce per dimenticarsi di loro, smettendo dunque di cercarli. Un anno dopo aver incontrato il pesce pagliaccio Marlin e aver contribuito al ritrovamento del figlio Nemo, Dory vive ancora con loro sulla barriera corallina. A un certo punto, improvvisamente, si accende in lei il ricordo dei genitori e del luogo in cui viveva con loro: Morro Bay in California.

Decide così di partire all’avventura per andare a cercarli, pur con i suoi problemi di memoria. Davanti a lei vi è però un’intero oceano, fatto di pericoli e meraviglie. Per evitare che possa cacciarsi nei guai, Marlin e Nemo decidono di accompagnarla. Lungo il tragitto, però, Dory metterà come sempre a dura prova i nervi di Marlin, finendo con il causare una separazione tra di loro. Consapevole di non poter lasciare da sola Dory, il pesce pagliaccio si trova nuovamente a dover mettere da parte il proprio orgoglio, partendo alla ricerca dell’amica, la quale intanto si avvicina sempre di più alla sua meta e a nuovi pericoli.

Alla ricerca di Dory: i personaggi del film

Protagonista assoluta del film è dunque la pesciolina blu Dory, la quale è stata eletta come uno dei personaggi più amati di sempre del mondo Pixar e Disney. Su Facebook, infatti, la pagina a lei dedicata vanta ben 22 milioni di like. Si tratta inoltre del primo personaggio della Pixar a presentare una disabilità, quella della perdita di memoria. Tale tema è in realtà ricorrente all’interno del film, in quanto anche altri personaggi presentano delle proprie disabilità. Vi è ad esempio il polpo Hank, nuovo personaggio qui introdotto, il quale presenta solo sette tentacoli invece che otto. Ciò è dovuto in realtà all’impossibilità degli animatori di dotarlo dell’ottavo, costruendo dunque un retroscena in cui questo gli è stato staccato durante uno scontro.

Vi è poi Destiny, lo squalo balena amica di infanza di Dory, la quale presenta una forte miopia, mentre la strolaga Becky, che aiuterà Marlin e Nemo a raggiungere Dory, presenta un lieve ritardo mentale. Tutti questi personaggi, dunque, introducono e portano avanti il tema della disabilità, la quale viene mostrata non come un ostacolo ma semplicemente come un modo diverso di rapportarsi con il mondo e con le proprie innegabili capacità. Tra i nuovi personaggi si ritrovano poi anche Charlie e Jenny, i genitori di Dory, mentre Marlin Nemo sono i già noti pesci pagliaccio protagonisti del primo film. Un altro volto già noto che ricompare qui è la tartarua marina Scorza, che trasporta i tre protagonisti fino in California.

Alla ricerca di Dory doppiatori

Alla ricerca di Dory: il cast dei doppiatori americani e italiani

A dare voce al personaggio di Dory, la sbadata pesciolina ora protagonista, vi è la conduttrice televisiva Ellen DeGeneres, la quale venne scelta per il film del 2003 dopo che il regista la vide improvvisare in televisione. È stata proprio la DeGeneres a richiedere un sequel del film, annunciandolo poi ufficialmente durante il suo programma televisivo. In italiano Dory è invece doppiataa da Carla Signorinis. Per il doppiaggio dell’iperprotettivo pesce Marlin, vi è di nuovo l’attore Albert Brooks. Questi rimase da subito entusiasta del personaggio, apprezzando il suo essere un pesce pagliaccio che non fa ridere. L’attore si dedicò così a puntare in particolare su tale aspetto. In italiano il personaggio ha invece la voce dell’attore Luca Zingaretti.

Il giovanissimo Alexander Gould, che aveva dato voce a Nemo nel predecente film, era ora troppo grande per la parte, che è stata dunque affidata a Hayden Rolence. In italiano, a dar voce al personaggio, è Gabriele Meoni. Gli attori Ed O’Neill, Kaitliny Olson e Ty Burrell danno invece voce rispettivamente a Hank, Destiny e Bailey. Personaggi che in italiano sono doppiati da Ugo Maria Morosi, Francesca Manicone e Ambrogio Colombo. Per i genitori di Dory, Jenny e Charlie, si ritrovano nella versione inglese gli attori Diane Keaton, nota premio Oscar, e Eugene Levy. In italiano i due personaggi hanno la voce di Melina Martello e Carlo Valli.

Alla ricerca di Dory: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Alla ricerca di Dory grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Disney+, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 30 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Fonte: IMDb

 
 

Alla Ricerca di Dory: prima clip originale dal film Pixar

Ecco la prima clip da Alla Ricerca di Dory. Protagonisti della clip sono due personaggi noti ai fan delle avventure acquatiche Pixar: Marlin, con la voce di Albert Brooks, e la tartaruga Scorza, di nuovo doppiata da Andrew Stanton.

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Andrew Stanton dirige con Angus MacLane il film che uscirà il 17 giugno 2016.

Con Ellen DeGeneres, tornano anche Albert Brooks (Marlin) e Willelm Dafoe (Branchia) si uniscono anche Diane Keaton e Eugene Levy che daranno la voce ai genitori di Dory. alla ricerca di DoryHayden Rolence darà la voce a Nemo mentre Ed O’Neil sarà il polpo Hank e Ty Burrell il beluga Bailey.

La storia è ambientata in un parco acquatico e sembra che a seguito di un documentario sul SeaWorld intitolato Blackfish gli autori della sceneggiatura avrebbero preferito modificare il finale della storia e concludere la vicenda lasciando aperta la possibilità, ai pesci ospiti del parco, di poterlo lasciare appena l’avessero voluto. Il documentario infatti parla di quanto sia complicato e dannoso tenere i pesci e i grossi mammiferi acquatici in cattività.

 
 

Alla ricerca di Dory: nuovo trailer italiano

Ecco un nuovo trailer italiano per Alla Ricerca di Dory, sequel di Alla ricerca di Nemo, omeglio spin-off, che ci racconterà una magnifica avventura con protagonista la pesciolina smemorata amica di Marly e Nemo.

Ecco il nuovo trailer:

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Alla ricerca di Dory: la pesciolina incontra il polpo Hank

Andrew Stanton dirige con Angus MacLane il film che uscirà il 17 giugno 2016.

Con Ellen DeGeneres, tornano anche Albert Brooks (Marlin) e Willelm Dafoe (Branchia) si uniscono anche Diane Keaton e Eugene Levy che daranno la voce ai genitori di Dory. Alla ricerca di DoryHayden Rolence darà la voce a Nemo mentre Ed O’Neil sarà il polpo Hank e Ty Burrell il beluga Bailey.

La storia è ambientata in un parco acquatico e sembra che a seguito di un documentario sul SeaWorld intitolato Blackfish gli autori della sceneggiatura avrebbero preferito modificare il finale della storia e concludere la vicenda lasciando aperta la possibilità, ai pesci ospiti del parco, di poterlo lasciare appena l’avessero voluto. Il documentario infatti parla di quanto sia complicato e dannoso tenere i pesci e i grossi mammiferi acquatici in cattività.