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Biancaneve e i sette nani: recensione del cult d’animazione Disney

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Con Biancaneve e i sette nani, Walt Disney si lanciò in un’impresa giudicata all’epoca folle: realizzare un intero film d’animazione a colori e con sonoro sincronizzato. Il risultato fu un successo straordinario e un punto di svolta nella storia del cinema mondiale. Interamente disegnato e animato a mano, il film richiese anni di lavoro e l’invenzione di nuove tecniche, come la multiplane camera, che permetteva di dare profondità alle scene.

Tratto da una delle fiabe più cupe dei fratelli Grimm, il film conserva l’essenza del racconto originale ma la rielabora in chiave più fiabesca e universale. Disney ammorbidì i toni più macabri, ma mantenne intatto il fascino del mistero e dell’oscurità, creando un equilibrio perfetto tra paura e meraviglia. Non a caso, la scena della trasformazione di Grimilde resta una delle più spaventose dell’intera storia dell’animazione.

Un mondo incantato tra paura e poesia

Il successo del film risiede non solo nella sua innovazione tecnica ma nella forza iconica dei personaggi. I sette nani, ciascuno con un temperamento e un gesto riconoscibile, rappresentano i vizi e le virtù dell’animo umano: dal burbero Brontolo al saggio Dotto, dallo svagato Pisolo al gioioso Gongolo. Veri protagonisti della storia, incarnano l’umanità nel suo lato più autentico, capace di commuovere e divertire ancora oggi.

All’opposto, la Regina Grimilde e la sua terrificante metamorfosi in strega sono un capolavoro di caratterizzazione visiva. Il personaggio, ispirato a figure gotiche e leggendarie come Uta von Ballenstedt e la contessa Erzsébeth Báthory, trasmette un fascino oscuro che travalica l’età dello spettatore. Il contrasto tra la purezza di Biancaneve e la ferocia della Regina resta uno dei duelli più emblematici dell’immaginario Disney.

Il pozzo dei desideri di Wish è un riferimento a Biancaneve

L’eredità artistica di un film rivoluzionario

Biancaneve e i sette nani non è soltanto una pietra miliare dell’animazione, ma un’opera fondante del cinema moderno. Goebbels ne era ossessionato — al punto da procurarsene una copia personale — e lo stesso Disney, accusato di follia durante la produzione, dimostrò di avere compreso prima di tutti che il cinema d’animazione poteva essere un linguaggio universale.

La cura dei dettagli, l’uso espressivo della musica e la costruzione di un mondo visivo coerente e poetico hanno influenzato intere generazioni di registi e animatori. Ancora oggi, la “Marcia dei nani” e la sequenza della mela avvelenata sono parte del patrimonio culturale collettivo.

Biancaneve

Un classico che non invecchia

Pur con alcuni momenti che risentono del tempo – soprattutto nelle parti cantate di Biancaneve — il film mantiene una potenza emotiva e visiva ineguagliata. È una storia di paura e di speranza, di innocenza e redenzione, capace di parlare a ogni età. Ogni visione è un ritorno all’infanzia del cinema, quando la meraviglia era disegnata a mano e la magia prendeva forma fotogramma dopo fotogramma.

Biancaneve e i sette nani è disponibile su Disney+

RomaFictionFest: grande successo per il “Progetto Scuole”

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Mille ragazzi delle scuole romane entusiasti all’Auditorium della Conciliazione per il finale della saga della serie tv “Smallville”, le avventure di Superman arrivate alla decima stagione.

Box Office USA 26 settembre 2011

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Per la seconda settimana, Il re leone, il classico del 1994 ridistribuito in 3D dalla Disney resta in testa alla classifica del Box office degli Stati Uniti.

Incassa altri 22 milioni di dollari questa settimana, che portano a 66 milioni di dollari il totale.

A seguire una nuova uscita, il film con Brad Pitt, Moneyball, è in seconda posizione con un incasso di 20 milioni di dollari.

Una tenera storia di amicizia tra uomo e animale è al terzo posto in classifica: Dolphin tale, che narra le vicissitudini di un delfino in riabilitazione dopo aver perso la coda in una trappola per crostacei, e di un bambino, fanno da sfondo alla prova d’attore di Harry Connick Jr, più famoso per le colonne sonore di successo, come ad esempio quella di Harry ti presento Sally.

John Singleton, diventato celebre e in odore di Oscar negli anni ’90 con Boyz ‘n the hood, e nome di riferimento della New Blaxploitation, ossia il filone di film prodotti negli anni ’90 che avevano protagonisti afroamericani in storie solitamente d’azione o di genere, si trova a dirigere ora il lupo mannaro della trilogia di Twilight, Taylor Lautner, anche lui come Robert Pattinson in cerca di sganciamento dal personaggio che gli ha dato la fama.

In questo thriller, Abduction, il protagonista cerca di scoprire la verità sulla sua identità ed è in quarta posizione in classifica.

Killer elite  entra in classifica con un incasso di 9.5 milioni di dollari, puntando probabilmente molto sul cast, formato da Robert De Niro, Jason Statham e Colin Farrell. Si ferma in quinta posizione.

Contagion, surclassato da film più conciliatori o di genere, inizia a scendere la classifica, lo troviamo in sesta posizione con un incasso totale di 57 milioni di dollari.

In settima posizione, alla seconda settimana di classifica, c’è Drive, mentre in ottava ritroviamo ancora, dopo quasi due mesi di presenza in classifica, The help, che ormai ha raggiunto quota 154 milioni di dollari di incasso.

Chiudono la classifica il remake del film di Peckinpah del 1972 Straw dogs e la commedia con Sarah Jessica Parker I don’t know how she does it.

La prossima settimana si aspettano le uscite di: Margaret, in cui Anna Paquin è la testimone di un incidente mortale, la commedia romantica con Anna Faris What’s your number? E il nuovo film di Jim Sheridan che fu galeotto per Daniel Craig e Rachel Weisz che si sono conosciuti, innamorati e sposati (con buona pace di Darren Aronofsky, precedente compagno della Weisz) su questo set, Dream house.

La tv secondo Jim: Jim Belushi entusiasma il pubblico del RFF 2011

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Jim BelushiCon tanta simpatia e molta schiettezze, Jim Belushi ha presieduto ieri il primo Masterclass organizzato nel corso del Roma Fiction Fest 2011.

Box Office ITA del 26 settembre 2011

I Puffi si conferma saldamente in testa alla classifica, mentre L’alba del pianeta delle scimmie si accontenta del secondo posto. Dietro Carnage, male le altre new entry…

Non era poi così scontato che I Puffi si confermasse in testa nel suo secondo weekend, soprattutto in un fine settimana piuttosto ricco di uscite interessanti da una distribuzione molto ampia.
Invece, I Puffi perde pochissimo rispetto all’esordio e raccoglie altri 2,2 milioni di euro, giungendo a quota 6,1 milioni totali. Il tetto dei 10 milioni è a portata di mano.

Così, malgrado le 500 sale a disposizione, L’alba del pianeta delle scimmie si deve accontentare del secondo posto con 1,2 milioni raccolti. Da questo titolo ci si aspettava sicuramente di più.

Regge molto bene Carnage, che perde soltanto una posizione e incassa altri 612.000 euro, superando i 2 milioni complessivi; di certo il passaparola sta giocando a suo favore.

Esordio al quarto posto per La pelle che abito: il discusso film di Almodòvar con Antonio Banderas, presentato a Roma dalle due star, raccoglie soltanto 558.000 euro. Se gli adepti del regista si sono precipitati a vederlo nel primo weekend, la curiosità per questo film potrebbe sollecitare altri spettatori. Ma un debutto affatto brillante in ben 300 sale non è poi così incoraggiante…

Quinta posizione per Ma come fa a far tutto? La commedia con Sarah Jessica Parker si accontenta di un esordio da 438.000 euro, mentreSuper 8 (384.000 euro) e Box Office 3D: il film dei film (363.000 euro) arrivano rispettivamente a 2,9 e 2,4 milioni complessivi.

Niente da dichiarare? debutta all’ottavo posto; la commedia di Dany Boon raccoglie appena 260.000 euro… un altro remake italiano alla Benvenuti al Sud potrebbe funzionare meglio nel nostro Paese?

Chiudono la top10 Kung Fu Panda 2, che con altri 245.000 euro giunge a quota 12,2 milioni totali, e Crazy, Stupid, Love (209.000 euro), fermo a 796.000 euro.

Man on a Ledge Trailer: con Sam Worthington e Ed Harris!

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E’ stato diffuso il trailer di Man on a Ledge, thriller prodotto dalla Summit Entertainment con Sam Worthington, Elizabeth Banks, Jamie Bell, Kyra Sedgwick, Anthony Mackie e Ed Harris.

Don Cheadle e Bruce Greenwood in Flight di Robert Zemeckis!

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Dopo lunghi anni di lavoro in motion capture,  Robert Zemeckis si appresta a tornare a lavorare in live-action con il suo prossimo film dal titolo Flight, il thriller con protagonista Denzel Washington. Si aggiungono al cast anche Bruce Greenwood e Don Cheadle. 

Il cavaliere oscuro il ritorno: ancora foto di Batman e Catwoman!

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Dal set di Christopher Nolan arrivano nuove foto di Batman e Catwoman in azione. Questa volta però un piccolo particolare ma di estrema importanza si presta ad alcune interpretazioni.

Robocop: Michael Fassbender protagonista?

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La carriera di Michael Fassbender sta vivendo un’intensa attività di lavoro e dopo aver vinto la Coppa Volpi  al Festival di Venezia per la sua interpretazione in Shame di Steve McQueen, l’attore potrebbe interpretare un ruolo da protagonista nell’atteso remake di Robocop diretto da Josè Padilha. 

Il Cavaliere Oscuro – il Ritorno: Batman e Catwoman insieme in azione!

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Le riprese del Cavaliere Oscuro – il Ritorno continuano a pieno regime e come di consuetudine ormai arrivano foto proveniente dal set. Nelle immagini compaiono in bella vista Anne Hathaway, con il costume di Catwoman, Gary Oldman nei panni di Gordon e Christian Bale con il costume.

Nicolas Winding Refn a Roma presenta Drive

Appena Fulvio Lucisano ha visto Drive al Festival di Cannes è corso dal regista Nicolas Winding Refn e ha comprato il film per l’Italia. “E’ un film bellissimo” ha detto alla conferenza stampa romana, alla presenza del regista. Refn, completo nero e cravattino, è stato il protagonista dell’interessante dibattito con i giornalisti della Capitale, tutti positivamente colpiti dal suo Drive.

Sergio Leone faceva film sulla mitologia americana con una sensibilità europea. Come è successo anche a Murnoe. Il cinema raggiunge il meglio quando si verificano queste condizioni – ha detto Refn – per me è il mix perfetto.” “Per realizzare Drive mi sono ispirato alle favole dei Fratelli Grimm – ha continuato – la struttura è quella: c’è un inizio che mette in scena valori puri, ma poi i toni si fanno cupi pur rimanendo l’esigenza di una morale finale. All’inizio abbiamo l’illusione di questa storia d’amore, ma poi irrompe la violenza che sconvolge lo spettatore, ed è così reale che secondo me rappresenta la vera essenza del cinema. Io come persona non sono violento, ma feticista si. Porto al cinema quello che mi piacerebbe vedere!

– Come sono cambiate per lei le cose dopo il premio di Cannes?

Se il premio te lo da De Niro dicendoti che il tuo è il miglior film dell’anno, l’effetto è notevole. Ma la vita continua, la mattina dopo mi sono ugualmente alzato alle sei per cambiare il pannolino alla mia figlia più piccola e sono andato al supermercato. E’ normale che se i produttori da oggi in poi volessero una garanzia del mio talento io direi ‘Eccola qui!’”.

– I colori del suo film, e del suo cinema in generale ricordano molto quelli di Dario Argento.

Ero giovane negli anni ’80 e quei film sono parte della mia formazione culturale. Dopo aver realizzato i film mi rendo conto che ci sono dei riferimenti o atmosfere che ricordano quei film, ma lo faccio inconsapevolmente”.

– Qual è il messaggio che vuole dare nei suoi film?

Non sono un regista politico, cerco solo l’emozione di ogni singolo spettatore”.

– L’amore è sempre e solo impossibile, quasi psicopatico?

L’amore puro è un’emozione molto violenta, nel film c’è questo grande amore al quale si aspira, ma non è realizzato, è impossibile”.

– Il suo film ricorda The Driver, degli anni ’70. Si è ispirato a quello?

In realtà l’ho visto poco prima di cominciare le riprese. Penso che lo scrittore del romanzo da cui è tratto Drive si sia ispirato a quel film. E’ un’influenza indiretta”.

– A che punto è il suo nuovo film?

“Si basa sempre su ciò che vorrei vedere, ma in questo caso non so ancora cos’è. Lavoro di nuovo con Ryan e poi con Kristin Scott Thomas”.

Drive: recensione del film con Ryan Gosling

Driver è un uomo gentile e silenzioso, fa lo stuntman professionista e per arrotondare si presta a fare da ‘autista’ ai rapinatori che devono lasciare il luogo del crimine in pochi minuti. Ma per tutti arriva il momento delle scelte sbagliate, e per Driver sarà la rapina sbagliata, che lo trascinerà in un bagno di sangue.

Il decantato Drive del bravissimo Nicolas Winding Refn arriva anche in Italia, in 300 copie, con tutte le aspettative che gli hanno messo addosso i critici che l’hanno già visto a Cannes e soprattutto la Palma alla regia per l’olandese Refn. Il film, con atmosfere che ricordano molto gli anni ’80, e un cast in stato di grazia racconta con ansiolitica lentezza una storia cruda e nemmeno troppo complessa, ma sullo schermo straordinaria. Una città cupa, almeno quanto gli animi dei protagonisti, fa da perfetta cornice a un uomo con la sua auto e a tutta la violenza che riesce a scatenare la vendetta e la paura, ma anche l’amore. Un amore che per brevissime sequenze regala al film una profondità emotiva davvero impensabile, un contrasto interessante che impreziosisce la storia. Grande importanza viene data alla musica, molto invadente ed onnipresente che aiuta la costruzione della suspance, cifra distintiva si dall’inconsapevole inizio.

Drive, il film

Bellissime le interpretazioni, a partire dalla delicata Carey Mulligan, passando dal truce Ron Perlman, fino al grande silenzioso protagonista, Ryan Gosling che ipnotizza con i suoi silenzi e folgora con le sue parole. Intrecciando in diversi punti il presente con il prossimo futuro, Refn realizza una struttura filmica molto dinamica, che non sacrifica il peso e la durata di ogni inquadratura e che coinvolge e stravolge.

Lo scoppio della brutale violenza che si concentra in diversi momenti paralizza e disgusta ma mai ci fa mettere in dubbio la fondamentale gentilezza di questo laconico Driver. Con una grande leggerezza Refn si muove sia nello stretto abitacolo di una macchina sia alle sue spalle, segue con movimenti fluidi i personaggi in camere e corridoi, senza mai alterare il suo racconto anche quando il sangue scorre a fiumi. Belle le luci, cupe e calde, che raccontano, insieme agli intensi sguardi di Gosling una vita in bilico.

RomaFictionFest: Nuova edizione nuova vita!

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Il RomaFictionFest cambia radicalmente. Nuove date e nuova sede. Più attenzione al mercato, un nuovo rapporto privilegiato con le società di produzione televisiva, una maggiore presenza di star, meno sprechi e un numero eccezionale di anteprime italiane e internazionali

ROMAFICTIONFESTE: Terra Nova in anteprima!

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L’attesissimo kolossal televisivo di Spielberg in anteprima assoluta al RFF. Annunciata anche al presenza a Roma di un grande ospite internazionale A sole 24 ore dalla messa in onda USA, FOX (SKY, 111) presenta in anteprima assoluta al RomaFictionFest TERRA NOVA, il kolossal tv firmato Steven Spielberg.

The Lone Ranger di Johnny Depp, Verbinski e Bruckheimer ha il via libera!

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La Walt Disney Pictures ha dato il via libera a The Lone Ranger, adattamento della celebre serie tv western. Il progetto che vede coinvolto ancora una volta  Gore VerbinskiJohnny Depp e il produttore JerryBruckheimer. Il film era stato bloccato alcune settimane fa per motivi di budget. Secondo Deadline: “il processo di rimodellazione del budget ha comportato anche nuove trattative per i loro contratti di tutti e tagli alla durata delle riprese e ai costi di produzione”.

L’inizio delle riprese è fissato per le prime settimane di gennaio 2012. A questo punto l’uscita prevista per Dicembre del 2012 potrebbe slittare.  Nel cast rimangono coinvolti, anche Armie Hammer, Ruth Wilson, Helena Bonham Carter, Dwight Yoakam, Barry Pepper e Tom Wilkinson.

DreamWorks acquisisce i diritti de Il Grande Gigante Gentile!

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La DreamWorks si è assicurata i diritti di uno dei più famosi romanzi per ragazzi di Roald Dahl, e presto lo trasformerà in un film.

Mediterraneo Video Festival: dal 23 al 25 settembre

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Il Mediterraneo Video Festival – rassegna internazionale del cinema documentario approda per la terza volta ad Agropoli (SA) con il patrocinio dell’Unesco del MIBAC e  il sostegno

Jane Eyre: recensione del film con Michael Fassbender

Arriva al cinema distribuito da VIDEA Jane Eyre il film diretto da Cary Fukunaga, con Mia Wasikowska e Michael Fassbender. E’ uno dei romanzi più acclamati dell’800’, definito da molti come un capolavoro e da altri come una delle storie d’amore più belle e più tormentate che la letteratura abbia mai concepito. E come ogni romanzo che si rispetti ha avuto un interminabile numero di trasposizioni, sia sul grande che sul piccolo schermo. Ed ecco arrivare l’ultima in ordine di tempo: Jane Eyre di Cary Fukunaga.

Una delle prime considerazione su Jane Eyre è certamente il tentativo di rendere un po’ più moderna la storia, lasciandosi alle spalle i suoi centosettant’anni di vita. Va dato atto al regista di esserci in parte riuscito, perlomeno per quel che riguarda la struttura narrativa. Un racconto frammentato fatto di ricordi, di azioni e di sensazioni, che però non riesce a venire fuori totalmente troppo ingabbiato nelle istanze discorsive del romanzo originale.  Il miglio pregio di questa trasposizione è quello di aver ripreso con sfrontatezza il lato gotico del romanzo che in molti hanno tralasciato negli anni addietro. Quindi risalta agli occhi il tentativo per niente timido di calcare la mano su generi decisamente lontani dal sentimentale, cioè il thriller e il mistero.

Jane Eyre film recensione

Tutto questo rende di gran lunga molto più interessante la storia, liberandola dalle catene della tradizione e rivelandone il suo grande potenziale narrativo, aiutata certamente da una fotografia molto interessante e da una messa in scena di tutto rispetto, così come un grande cast, che conferma ancora una volta il talento sobrio e sorprendente di Mia Wasikowska, quasi perfetta nelle vesti di Jane, accompagnata dall’ormai onnipresente Michael Fassbender e dalla veterana Judi Dench, che si dimostra essere una garanzia sotto ogni aspetto.

Tuttavia, nonostante le buone intenzioni, Jane Eyre non riesce a scrollarsi di dosso il pesante fantasma tradizionalista delle storia, e alla fine il coraggio iniziale diventa un timido servo della narrazione classica, aggiungendo ben poca modernità alla pellicola, rilegandola ad un mero esercizio di stile. Peccato, forse si è persa l’occasione di dare maggiore vitalità ad una storia che ormai è diventata un po’ scontata.

Casey Affleck Arcangelo Gabriele!

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Casey Affleck, sarà l’Arcangelo Gabriele nel Paradise Lost di Alex Proyas. Il film racconterà come sappiamo la guerra nei cieli tra gli arcangeli Michele e Lucifero, portati sullo schermo rispettivamente da Benjamin Walker e Bradley Cooper. Il progetto, che prende sempre più forma come un action visionario da girare in 3D, potrebbe arricchirsi anche della presenza di Camilla Belle, l’eroina di 10.000 a.C., nella parte di Eva.

Dark Shadows: prima foto ufficiale!

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La Warner Bros ha diffuso finalmente una prima foto ufficiale di Dark Shadows, ultimo film attualmente in lavorazione di Tim Burton. Dopo le prime foto di Johnny Depp rubate dal set inglese di Dark Shadows, ora riusciamo meglio a concepire il design del film.

E’ Entertainment Weekly a pubblicarla. Nella foto vediamo Johnny Depp e agli altri membri del cast che vengono ritratti tutti insieme all’interno, del Collinwood Manor.

Scritto da  Seth Grahame-Smith e una storia dello stesso Grahame-Smith e John August. Il film è prodotto e diretto da Tim Burton. Nel cast oltre a Johnny Depp, Eva Green, Michelle Pfeiffer, Helena Bonham Carter, Jackie Earle Haley, Bella Heathcote. Il film uscirà l’11 maggio 2012 negli Stati Uniti.

Dark Shadows

Iron Man 3: nuova vita, nuove location!

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Si sono appena concluse le riprese de I Vendicatori. Ora LatinoReview  riporta la notizia che i Marvel Studios sono entrati in pre-produzione avanzata per Iron Man 3, e stanno iniziando a fissare le location per le riprese del film di Shane Black (al posto di Jon Favreau alla regia).

Mildred Pierce: recensione della Miniserie HBO firmata Todd Haynes

Mildred Pierce è la miniserie evento del 2011 diretta da Todd Haynes che vede protagonista un cast d’eccezione composto da Kate Winslet nei panni di Mildred Pierce, Guy Pearce nel ruolo di Monty Beragon e Evan Rachel Wood come Veda Pierce.

La trama di Mildred Pierce: Nella Los Angeles della Grande Depressione, dopo la separazione dal marito infedele Mildred Pierce lotta per mantenere sé stessa e le sue figlie: cambierà la sua esistenza e troverà amore e ricchezza grazie a una catena di ristoranti, ma la morbosa devozione verso la viziata primogenita Veda la trascinerà di nuovo verso un disastro privato e professionale.

Mildred Pierce, l’analisi: to hell with her.”

Il pregiudizio che da sempre vorrebbe il piccolo schermo schiavo di produzioni di media qualità al fine di soddisfare i difficili palati degli spettatori crolla miseramente dinanzi alle grandi produzioni dell’ultima stagione televisiva americana: l’impeccabile HBO, già  regina incontrastata grazie a Game of Thrones e Boardwalk Empire torna a stupire il suo pubblico con Mildred Pierce, miniserie in 5 puntate andata in onda sul canale in aprile e recentemente presentata al Festival di Venezia come omaggio al suo regista Todd Haynes, membro illustre della giuria, prima di debuttare per l’Italia su Sky Cinema dal 14 ottobre.

Mildred Pierce cast

A quasi dieci anni dallo splendido Lontano dal paradiso (Far from heavenHanyes torna a raccontare ombre e ipocrisie del sogno americano con una storia tutta al femminile tratta dall’omonimo romanzo di James M. Cain (“il postino suona sempre due volte”) e già brillantemente trasposto da Michael Curtis con una Joan Crawford da Oscar come protagonista: un passato impegnativo, con quale la miniserie evita sapientemente il confronto abbandonando i toni noir della versione del 1945 per quelli del melodramma d’autore, complice una fedeltà al testo originale all’epoca soffocata dalla scabrosità dei temi trattati.

Il risultato è un prodotto che non ha nulla da invidiare a un’esperienza cinematografica e che sembra preferire il mezzo televisivo unicamente allo scopo di non porsi limitazioni nella fluidità del racconto: peccato allora, come spesso accade a registi di grande cinema prestati al piccolo schermo, che il tanto tempo a disposizione venga effettivamente dilatato oltre misura cadendo spesso in momenti di stasi decisamente evitabili; immersi in una messa in scena impeccabile che ricostruisce a New York la Los Angeles degli anni 30’ e forti dei costumi di Ann Roth (premio Oscar per il paziente inglese) e della fotografia di Edward Lachmann i personaggi si muovono con disinvoltura nel loro microcosmo, regalandoci scene di impatto devastante perfettamente sostenute dalle malinconiche musiche di Carte Burwell (dalla straziante morte della piccola Ray al disturbante colpo di scena finale) ma senza celare una generale difficoltà a empatizzare con lo spettatore, prima che il fulcro del racconto possa finalmente decollare ed esplodere in un’insana quanto necessaria conclusione.

Mildred Pierce kate winslet

La scalata di Mildred Pierce, moglie tradita che cerca l’indipendenza economica e sentimentale nell’ America della Grande Depressione, inizia tiepidamente come tante altre storie di riscatto sociale di inevitabile attualità, alla ricerca di un lavoro che le permetta di mantenere sé stessa e le sue figlie per poi culminare nella creazione di un vero e proprio impero economico, fonte di ricchezza e prosperità che si accompagna alla nascita di un amore finalmente appassionato e appagante; un percorso di crescita e cambiamento destinato a frantumarsi in un soffio, in favore di una devozione morbosa verso una figlia spietata e opportunista per il cui futuro tutto va sacrificato senza mai chiedere nulla in cambio.

Di nuovo prigioniera delle convenzioni dopo Revolutionary Road, la fresca vincitrice dell’ Emmy Award Kate Winslet dà ancora una volta prova del suo indiscusso talento con una performance immensa e vibrante, nei panni di una donna ammirevole per la determinazione con cui affronta le difficoltà ma altrettanto detestabile  nel suo continuo svalutarsi dinanzi della primogenita Veda, sulla quale Mildred riversa ogni aspirazione e sogno mai realizzato, accecata da una affezione incondizionata a dir poco  insopportabile: perfida e diabolica, Evan Rachel Wood le si oppone come un serpente insidioso e infido, consapevole della sua effettiva mediocrità ma disposta a qualunque compromesso pur di emergere dalla realtà provinciale a cui appartiene, in uno scontro continuo di ingratitudine che sembra più addirsi ad una coppia di innamorati che a una relazione madre figlia; in palio, c’è il cuore di Monty Beragon (un Guy Pearce anche lui meritatamente premiato agli Emmy), secondo marito di Mildred affascinante ma pigro e incapace che avrebbe ben  meritato la differente fine di fantasia riservatagli da Curtis.

Specchio di una generazione suo malgrado prigioniera della sconfitta che cerca disperatamente di ritrovare i propri sogni pur non avendo la forza necessaria, Mildred Pierce è dunque un altro esempio di grande cinema prestato al piccolo schermo, un piccolo gioiello che nella sua infinita perfezione formale non manca di qualche scalfittura, ma che non possiamo fare a meno di ammirare e invidiare.

This Must Be The Place distribuito in USA dai Weinstein!

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New York, 21 settembre 2011 – The Weinstein Company (TWC) ha annunciato oggi l’acquisizione per la distribuzione negli Stati Uniti di This Must be the Place di Paolo Sorrentino, presentato con successo allo scorso Festival di Cannes.

Jackie Earle Haley in Lincoln

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Jackie Earle Haley (Watchmen e il prossimo Dark Shadow) entra a far parte del colossale progetto di Steven Spielberg dedicato a Lincoln. La notizia arriva oggi e l’attore interpreterà Alexander Stephens , vice presidente degli Stati Confederati durante la Guerra Civile. Il soggeto inquestione passò alla storia con colui che dichiarò durante un discorso pubblico che la schiavitù è connaturata alle persone di colore.

Nel cast del film già tanti nomi di spicco: Daniel Day-Lewis, Sally Field, Tommy Lee Jones, Joseph Gordon-Levitt, Hal Holbrook, James Spader, John Hawkes, Tim Blake Nelson, Bruce McGill, Joseph Cross, David Costabile, Byron Jennings, Dakin Matthews, Boris McGiver, Gloria Reuben, Jeremy Strong, David Warshofsky, David Strathairn, Walton Goggins e Lee Pace.

Le riprese del film dovrebbero iniziare in questi giorni in Virginia e il film uscirà a fine 2012.

Fonte: Badtaste

Krokodyle al Sitges in Catalogna

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Krokodyle selezionato allo Sitges – Festival internazionale del cinema della Catalogna. Il film di Stefano Bessoni, Krokodyle, è stato selezionato nella sezione Noves Vision – Dark Ficcio

The Girl With the Dragon Tatoo Trailer 2: di David Fincher!

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E’ stato diffuso un secondo trailer per l’attesissimo adattamento “hollywoodiano” (diretto da David Fincher) del best seller di Stieg Larsson.

Un remake per Scarface?

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Oggi arriva una notizia che destabilizzerà non poco il mondo dei cinefili: un remake per Scarface. Universal ha ribadito che non si tratta di un remake vero e proprio riguardante l’originale del 1932 e il capolavoro di De Palma,

Steven Spielberg riceverà il Selznick Award!

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Steven Spielberg riceverà nel 2012 il prestigioso premio David O. Selznick Achievement Award dalla associazione produttori di Hollywood, la Producers Guild of America. In un comunicato i due direttori dell’organizzazione, Paula Wagner e Michael Manheim, hanno dichiarato:

L’alba del pianeta delle scimmie: recensione del film con James Franco

L’alba del pianeta delle scimmie è un film del 2011 diretto da Rupert Wyatt, reboot della serie cinematografica tratta dal romanzo del 1963 Il pianeta delle scimmie, di Pierre Boulle.

L’alba del pianeta delle scimmie, la trama

Nel 1968 uscì al cinema Il Pianeta delle Scimmie, film fantascientifico in cui si ipotizzava una presa di potere dei primati su tutta la Terra. Nel 2011, in piena crisi creativa hollywoodiana, Rick Jaffa e Amanda Silver realizzano una sceneggiatura che ci spiega le ragioni del film di Schaffner del ’68. L’alba del pianeta delle scimmie è infatti il prequel del famoso classico di fantascienza e racconta i meccanismi che hanno generato un’intelligenza umana nelle scimmie.

Il protagonista di L’alba del pianeta delle scimmie è Will (James Franco), uno scienziato alle prese con un farmaco che mira a ricostruite le cellule danneggiate del cervello. Gli esperimenti vengono fatti sulle scimmie e quello che Will ancora non sa è che quel virus che lui ha sviluppato in laboratorio ha effetti incredibile sui primati, permettendo loro di sviluppare una super intelligenza, ma sugli esseri umani ha terribili conseguenze.

L’alba del pianeta delle scimmie, evoluzione tecnologica e drammaturgica

L'alba del pianeta delle scimmie film james francoUn’affermazione ronza nella testa di chi guarda L’alba del pianeta delle scimmie, dal primo all’ultimo minuto: “E’ sbagliato”. Inevitabile in questo caso l’avversione e la critica alla sperimentazione sugli animali, nessuno ne conosce le conseguenze. Ma ancora più grave è per l’uomo pensare di poter dominare una natura selvaggia che per quanto umanizzata, resta pur sempre soggetta agli istinti.

E’ quanto succede a Cesare, straordinario scimpanzé protagonista, interpretato in motion capture dall’attore che ormai ha fatto di questa tecnica una missione personale: Andy Serkis. Incredibili gli effetti speciali, realizzati dalla Weta, che ormai fa sembrare obsolete le scene di massa de Il Signore degli Anelli, che tanto avevano sorpreso il pubblico all’epoca.

L’alba del pianeta delle scimmie, l’inizio di una nuova saga

Oltre le implicazioni morali, che in un blockbuster sono quasi sempre secondarie, il film diretto da Rupert Wyatt si rivela un gran bel lavoro, che coniuga intrattenimento nella forma più banale dell’action, con la costruzione di dinamiche intime trai personaggi che permetto l’identificazione con le situazioni. Anche in questo film è buona la prova di James Franco, scienziato benintenzionato che non riesce a far valere l’etica sull’economia, e di incredibile realtà è il suo rapporto con Cesare, che diventerà poi il capo della ribellione.

L’alba del pianeta delle scimmie si conclude con il preludio, l’alba di quello che troveranno gli astronauti che vengono dichiarati persi nello spazio, una volta riatterrato sul loro pianeta. Anche in questo caso, come già per Harry Potter e i Calice di Fuoco, Patrick Doyle compone una colonna sonora di tutto rispetto, che coinvolge e sostiene il racconto senza mai invaderlo. Nel cast di L’alba del pianeta delle scimmie anche Tom Felton in un piccolo ruolo che però ci fa apprezzare le sue discrete doti, John Lithgow e Freida Pinto.

Alla fine Cesare troverà la sua casa e Will si dovrà serenamente rassegnare a lasciar andare il suo amico dagli occhi luminosi, ignaro che il primate sarà da li a poco la causa di una conquista ben più grande. A chi era rimasto deluso dal Il Pianeta delle Scimmie targato Burton diciamo: andate a vedere come tutto ebbe inizio!

Ma come fa a far tutto? recensione del film con Greg Kinnear

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Ma come fa a far tutto? è tratto dall’omonimo romanzo di Allison Pearson del 2002, l’inno nazionale delle madri lavoratrici ci fa visita anche sul grande schermo. Kate Reddy (Sarah Jessica Parker) è una madre che cerca disperatamente di destreggiarsi tra il matrimonio, i due figli ed un lavoro ad alto stress in una società di gestione finanziaria. Come la definisce il marito Richard (Greg Kinnear) un’autentica equilibrista. Ma quando i due ottengono incarichi lavorativi sempre più importanti si troveranno sull’orlo di un precipizio: riuscire a tenere insieme i pezzi di una vita sempre più affollata diventerà ancora più difficile. Chiamatelo Carrie Bradshaw 2.0. Sarah Jessica Parker è ormai schiava del personaggio di Sex and the City ed il rischio di far tornare alla mente degli spettatori la donna in carriera newyorkese è molto alto.

A rendere tutto ancora più complicato è il tono che il regista Douglas McGrath da alla pellicola: le caratteristiche principali della serie ci sono tutte. Questo genere di commedia si basa soprattutto sulla rappresentazione in ambiente familiare e lavorativo di personaggi che interagiscono emotivamente tra di loro e questo lungometraggio rispecchia perfettamente queste caratteristiche ricordandoci la serie andata in onda dal 1998 al 2004. Gli unici che mantengono la loro dignità in ambito cinematografico sono Pierce Brosnan (Jack Abelhammer) e Greg Kinnear, i quali si dimostrano ottimi interpreti di quell’universo maschile relegato in un piccolo angolo per tutta la durata del film.

In Ma come fa a far tutto? è con la sceneggiatura di Aline Brosh McKenna, già vista all’opera in 27 volte in bianco, Il diavolo veste Prada e Morning Glory, che il romanzo diviene una piacevole pellicola cinematografica: tagliente e veramente ironica ci ricorda come la sceneggiatrice del New Jersey sia ancora una volta vicina a tutte quelle donne desiderose di felicità, amore e di un lavoro che le soddisfi. Di tutti gli aspetti della lavorazione di Ma come fa a far tutto? questo è sicuramente il più riuscito.

Interessanti sono le interviste fatte alle persone che conoscono Kate: interrompono il regolare corso della trama con intelligenza e la comicità che sprigionano ben si adatta alla vena di ilarità presente in Ma come fa a far tutto? ed hanno anche il compito di illustrarci l’universo in cui la protagonista vive. Le mamme di tutto il mondo hanno trovato un nuovo modello cui ispirarsi, e con certezza riempiranno le sale dal 23 Settembre 2011.