Si intitola And a Loan for
Christmas, 2 Broke Girls 4×07, la
settima puntata della quarta stagione della serie televisiva
2 Broke Girls, che andrà in onda sul
network americano CBS.
In 2 Broke
Girls 4×07 Max e Caroline
riescono ad ottenere un prestito dalla banca per riuscire a
produrre in massa le T-shirts sui cupcake e venderle nei negozi;
intanto, Sophie partecipa ad una gara per il
miglior presepe vivente e per aiutarla a vincere, tutto il gruppo
della tavola calda si riunisce nella stalla di
Chestnut interpretando un personaggio del
presepe.
Si intitola And the Model
Apartment, 2 Broke Girls 4×06, il
sesto episodio della quarta stagione di 2 Broke
Girls, la sitcom di CBS con Kat
Dennings e Beth Behrs.
In 2 Broke Girls
4×06 quando Max e Caroline mettono il loro appartamento in
affitto su Airbnb, sostenendo che offre
un’autentica “esperienza Williamsburg,” un gruppo di supermodelle
decidere che sarebbe stata una buona idea per un
weekend tra ragazze.
2 Broke Girls (reso
graficamente come 2 BROKE GIRL$) è una serie
televisiva statunitense, trasmessa in prima visione assoluta da CBS
dal 19 settembre 2011. In Italia ha debuttato in prima visione pay
il 21 maggio 2012, in onda sui canali Mediaset Premium, mentre in
chiaro è trasmessa da Italia 1 dal 10 marzo 2013.
New York. Nei bassifondi di
Brooklyn c’è una tavola calda, il Williamsburg Diner, gestita da un
personale oltremodo singolare. Tra di loro c’è Max, una cameriera
risoluta e sarcastica, che in pratica porta avanti da sola l’intera
baracca. La ragazza è un po’ disillusa per via della sua condizione
sociale, di conseguenza vede la vita con molto cinismo; tuttavia
possiede delle grandi doti culinarie che esprime attraverso la sua
specialità, i cupcake, dei dolci artigianali che vende con
discreto successo all’interno del locale. Frequenti sono i suoi
battibecchi con Oleg, il perverso cuoco d’origini ucraine, e col
proprietario Han, un timido e impacciato immigrato coreano; l’unico
collega con cui Max va d’accordo è Earl, l’anziano cassiere con la
passione della musica.
Questa movimentata ma in fin dei
conti scialba routine, che non dà alla ragazza prospettive
per il futuro, cambia radicalmente quando a Max viene affiancata
una nuova collega, Caroline, che si rivela essere la figlia caduta
in rovina di Martin Channing, un famoso uomo d’affari finito in
carcere a seguito di un grosso scandalo finanziario. La ex rampolla
dell’alta società è maldestra e del tutto incapace nel mestiere ma,
pur di fronte a dei prematuri giudizi, viene presa da Max sotto la
sua ala protettiva, ospitandola come coinquilina a casa sua e
stabilendo con lei una bizzarra ma sincera amicizia.
Nonostante l’apparenza, Caroline è
una ragazza decisamente sveglia e l’aver frequentato le migliori
scuole l’ha dotata di molta inventiva e di uno spiccato senso
imprenditoriale. Notando la maestria culinaria dell’amica, le
propone di sfruttare questa sua dote in modo più proficuo, così da
diventare socie d’affari: con le mance della tavola calda e la
vendita dei cupcake, cercano di mettere insieme quanti più
soldi possibili per aprire una pasticceria, affinché entrambe
possano riscattarsi dalle rispettive situazioni. A dar loro una
mano arriva inoltre Sophie, eccentrica vicina di casa, una donna in
carriera che le prende in simpatia e le aiuta a emergere nel
difficile mondo degli affari.
Si intitola And the Reality
Problem, 2 Broke Girls 4×01, primo episodio della
quarta stagione di 2 Broke Girls, la
sitcom di CBS con Kat
Dennings e Beth Behrs.
https://www.youtube.com/watch?v=fmAX7cNHW6M
In 2 Broke
Girls 4×01 un produttore televisivo si
avvicina a Max e Caroline per discutere della possibilità di girare
alcune riprese di un episodio del
reality show sui Kardashian presso la
loro finestraper i cupcakes.
2 Broke
Girls (reso graficamente come 2 BROKE
GIRL$) è una serie televisiva statunitense,
trasmessa in prima visione assoluta da CBS dal 19
settembre 2011. In Italia ha debuttato in prima
visione pay il 21 maggio 2012, in onda sui
canali Mediaset Premium, mentre in chiaro è
trasmessa da Italia 1 dal 10 marzo 2013.
New York. Nei bassifondi di Brooklyn c’è
una tavola calda, il Williamsburg Diner, gestita da un
personale oltremodo singolare. Tra di loro c’è Max,
una cameriera risoluta e sarcastica, che in pratica
porta avanti da sola l’intera baracca. La ragazza è un po’
disillusa per via della sua condizione sociale, di conseguenza vede
la vita con moltocinismo; tuttavia possiede delle grandi doti
culinarie che esprime attraverso la sua specialità,
i cupcake, dei dolci artigianali che vende con discreto
successo all’interno del locale. Frequenti sono i suoi battibecchi
con Oleg, ilperverso cuoco d’origini ucraine, e col
proprietario Han, un timido e
impacciato immigrato coreano; l’unico collega con cui Max
va d’accordo è Earl, l’anziano cassiere con la passione
della musica.
Questa movimentata ma in fin dei conti
scialba routine, che non dà alla ragazza prospettive
per il futuro, cambia radicalmente quando a Max viene affiancata
una nuova collega, Caroline, che si rivela essere la figlia caduta
in rovina di Martin Channing, un famoso uomo d’affari finito
in carcere a seguito di un grosso scandalo finanziario.
La ex rampolla dell’alta società è maldestra e del tutto
incapace nel mestiere ma, pur di fronte a dei prematuri giudizi,
viene presa da Max sotto la sua ala protettiva, ospitandola come
coinquilina a casa sua e stabilendo con lei una bizzarra ma
sincera amicizia.
Si intitola And the Zero
Tolerance, 2 Broke Girls 4×16,
il sedicesimo episodio della serie televisiva di successo trasmessa
dal network americano della CBS.
In 2 Broke Girls 4×16 Max e
Caroline sono sempre al verde e nel tentativo di
cercare di estinguere parte del debito che hanno contratto con la
banca decidono di accettare un secondo lavoro come maestra di alta
pasticceria e come hostess in un ristorante particolarmente
lussuoso e molto diverso dalla tavola calda alla quale sono
abituate.
Si intitola And the Old
Bike Yarn, 2 Broke Girls
4×04, la quarta puntata dell’atteso quarto ciclo di
episodi della serie televisiva di successo trasmessa dal network
americano della CBS.
https://www.youtube.com/watch?v=KRa5q3BIHmI
2 Broke
Girls (reso graficamente come 2 BROKE
GIRL$) è una serie televisiva statunitense,
trasmessa in prima visione assoluta da CBS dal 19
settembre 2011. In Italia ha debuttato in prima
visione pay il 21 maggio 2012, in onda sui
canali Mediaset Premium, mentre in chiaro è
trasmessa da Italia 1 dal 10 marzo 2013.
New York. Nei bassifondi
di Brooklyn c’è una tavola calda, il Williamsburg
Diner, gestita da un personale oltremodo singolare. Tra di loro c’è
Max, una cameriera risoluta e sarcastica, che in
pratica porta avanti da sola l’intera baracca. La ragazza è un po’
disillusa per via della sua condizione sociale, di conseguenza vede
la vita con molto cinismo; tuttavia possiede delle
grandi doti culinarie che esprime attraverso la sua
specialità, i cupcake, dei dolci artigianali che vende
con discreto successo all’interno del locale. Frequenti sono i suoi
battibecchi con Oleg,
il perverso cuoco d’origini ucraine, e col
proprietario Han, un timido e
impacciato immigrato coreano; l’unico collega con cui Max
va d’accordo è Earl, l’anziano cassiere con la passione
della musica.
Questa movimentata ma in fin dei
conti scialba routine, che non dà alla ragazza
prospettive per il futuro, cambia radicalmente quando a Max viene
affiancata una nuova collega, Caroline, che si rivela essere la
figlia caduta in rovina di Martin Channing, un famoso uomo d’affari
finito in carcere a seguito di un grosso scandalo
finanziario. La ex rampolla dell’alta società è maldestra e
del tutto incapace nel mestiere ma, pur di fronte a dei prematuri
giudizi, viene presa da Max sotto la sua ala protettiva,
ospitandola come coinquilina a casa sua e stabilendo con lei una
bizzarra ma sincera amicizia.
Nonostante l’apparenza, Caroline è
una ragazza decisamente sveglia e l’aver frequentato le migliori
scuole l’ha dotata di molta inventiva e di uno spiccato senso
imprenditoriale. Notando la maestria culinaria dell’amica, le
propone di sfruttare questa sua dote in modo più proficuo, così da
diventare socie d’affari: con le mance della tavola calda
e la vendita dei cupcake, cercano di mettere insieme
quanti più soldi possibili per aprire una pasticceria,
affinché entrambe possano riscattarsi dalle rispettive situazioni.
A dar loro una mano arriva inoltre Sophie, eccentrica vicina di
casa, una donna in carriera che le prende in simpatia e le aiuta a
emergere nel difficile mondo degli affari.
Si intitola And the Childhood Not Included, 2
Broke Girls 4×03, la terza puntata dell’atteso quarto ciclo di
episodi della serie comedy di successo trasmessa dal network
americano della CBS.
2 Broke
Girls (reso graficamente come 2 BROKE
GIRL$) è una serie televisiva statunitense,
trasmessa in prima visione assoluta da CBS dal 19
settembre 2011.In Italia ha debuttato in prima
visione pay il 21 maggio 2012, in onda sui
canali Mediaset Premium, mentre in chiaro è
trasmessa da Italia 1 dal 10 marzo 2013
New York. Nei bassifondi
di Brooklyn c’è una tavola calda, il Williamsburg
Diner, gestita da un personale oltremodo singolare. Tra di loro c’è
Max, una cameriera risoluta e sarcastica, che in
pratica porta avanti da sola l’intera baracca. La ragazza è un po’
disillusa per via della sua condizione sociale, di conseguenza vede
la vita con molto cinismo; tuttavia possiede delle
grandi doti culinarie che esprime attraverso la sua
specialità, i cupcake, dei dolci artigianali che vende
con discreto successo all’interno del locale. Frequenti sono i suoi
battibecchi con Oleg,
il perverso cuoco d’origini ucraine, e col
proprietario Han, un timido e
impacciato immigrato coreano; l’unico collega con cui Max
va d’accordo è Earl, l’anziano cassiere con la passione
della musica.
Questa movimentata ma in fin dei
conti scialba routine, che non dà alla ragazza
prospettive per il futuro, cambia radicalmente quando a Max viene
affiancata una nuova collega, Caroline, che si rivela essere la
figlia caduta in rovina di Martin Channing, un famoso uomo d’affari
finito in carcere a seguito di un grosso scandalo
finanziario. La ex rampolla dell’alta società è maldestra e
del tutto incapace nel mestiere ma, pur di fronte a dei prematuri
giudizi, viene presa da Max sotto la sua ala protettiva,
ospitandola come coinquilina a casa sua e stabilendo con lei una
bizzarra ma sincera amicizia.
Nonostante l’apparenza, Caroline è
una ragazza decisamente sveglia e l’aver frequentato le migliori
scuole l’ha dotata di molta inventiva e di uno spiccato senso
imprenditoriale. Notando la maestria culinaria dell’amica, le
propone di sfruttare questa sua dote in modo più proficuo, così da
diventare socie d’affari: con le mance della tavola calda
e la vendita dei cupcake, cercano di mettere insieme
quanti più soldi possibili per aprire una pasticceria,
affinché entrambe possano riscattarsi dalle rispettive situazioni.
A dar loro una mano arriva inoltre Sophie, eccentrica vicina di
casa, una donna in carriera che le prende in simpatia e le aiuta a
emergere nel difficile mondo degli affari.
Si intitola
And the DJ Face, 2 Broke Girls 4×02, il secondo episodio
della quarta stagione di 2 Broke
Girls, la sitcom del network CBS con Kat
Dennings e Beth Behrs.
In 2 Broke Girls 4×02 Max è
davvero imbarazzata quando scopre che il
suo fidanzato del Martedì sera lavora come DJ per una catena
di supermercati.
2 Broke
Girls (reso graficamente come 2 BROKE
GIRL$) è una serie televisiva statunitense,
trasmessa in prima visione assoluta da CBS dal 19
settembre 2011.In Italia ha debuttato in
prima visione pay il 21 maggio 2012, in onda
sui canali Mediaset Premium, mentre in chiaro è
trasmessa da Italia 1 dal 10 marzo 2013.
New York. Nei bassifondi
di Brooklyn c’è una tavola calda, il Williamsburg
Diner, gestita da un personale oltremodo singolare. Tra di loro c’è
Max, una cameriera risoluta e sarcastica, che in
pratica porta avanti da sola l’intera baracca. La ragazza è un po’
disillusa per via della sua condizione sociale, di conseguenza vede
la vita con molto cinismo; tuttavia possiede delle
grandi doti culinarie che esprime attraverso la sua
specialità, icupcake, dei dolci artigianali che vende con
discreto successo all’interno del locale. Frequenti sono i suoi
battibecchi con Oleg,
il perverso cuoco d’origini ucraine, e col
proprietario Han, un timido e
impacciato immigratocoreano; l’unico collega con cui Max va
d’accordo è Earl, l’anziano cassiere con la passione
della musica.
Questa movimentata ma in fin dei
conti scialba routine, che non dà alla ragazza
prospettive per il futuro, cambia radicalmente quando a Max viene
affiancata una nuova collega, Caroline, che si rivela essere la
figlia caduta in rovina di Martin Channing, un famoso uomo d’affari
finito in carcere a seguito di un grosso scandalo
finanziario. La ex rampolla dell’alta società è maldestra e
del tutto incapace nel mestiere ma, pur di fronte a dei prematuri
giudizi, viene presa da Max sotto la sua ala protettiva,
ospitandola come coinquilina a casa sua e stabilendo con lei una
bizzarra ma sincera amicizia.
Nonostante l’apparenza, Caroline è
una ragazza decisamente sveglia e l’aver frequentato le migliori
scuole l’ha dotata di molta inventiva e di uno spiccato senso
imprenditoriale. Notando la maestria culinaria dell’amica, le
propone di sfruttare questa sua dote in modo più proficuo, così da
diventare socie d’affari: con le mance della tavola calda
e la vendita dei cupcake, cercano di mettere insieme
quanti più soldi possibili per aprire una pasticceria,
affinché entrambe possano riscattarsi dalle rispettive situazioni.
A dar loro una mano arriva inoltre Sophie, eccentrica vicina di
casa, una donna in carriera che le prende in simpatia e le aiuta a
emergere nel difficile mondo degli affari.
Manca ancora un po’
all’arrivo di 2 Broke Girls 4,
l’atteso quarto ciclo di episodi della sit-com di successo
trasmessa dal network americano CBS. Ebbene oggi vi sveliamo la
notizia che le due modelle mozzafiato Lily Aldridge e Martha
Hunt compariranno nello show come guest-star.
Ovviamente interpreteranno due modelle che affittano
l’appartamento Max (Kat Dennings) e Caroline
(Beth Behrs) per un weekend per avere un’autentica
esperienza Williamsburg
2
Broke Girls è una serie
televisivastatunitense, trasmessa in prima visione assoluta
da CBS dal 19
settembre 2011. In Italia ha debuttato in prima
visione pay il 21
maggio 2012, in
onda sui canali Mediaset Premium, mentre in chiaro è trasmessa da Italia
1 dal 10
marzo 2013.
New York. Nei
bassifondi di Brooklyn c’è una tavola calda, il
Williamsburg Diner, gestita da un personale oltremodo singolare.
Tra di loro c’è Max, una cameriera risoluta
e sarcastica, che in pratica porta avanti da sola l’intera
baracca. La ragazza è un po’ disillusa per via della sua condizione
sociale, di conseguenza vede la vita con molto cinismo;
tuttavia possiede delle grandi doti culinarie che esprime
attraverso la sua specialità, i cupcake, dei dolci
artigianali che vende con discreto successo all’interno del locale.
Frequenti sono i suoi battibecchi con Oleg,
il perverso cuoco d’origini ucraine, e col
proprietario Han, un timido ed
impacciato immigrato coreano; l’unico collega con cui Max
va d’accordo è Earl, l’anziano cassiere con la passione
della musica.
Questa movimentata
ma in fin dei conti scialba routine, che non da’ alla
ragazza prospettive per il futuro, cambia radicalmente quando a Max
viene affiancata una nuova collega, Caroline, che si rivela essere
la figlia caduta in rovina di Martin Channing, un famoso uomo
d’affari finito in carcere a seguito di un grosso
scandalo finanziario. La ex rampolla dell’alta società è
maldestra e del tutto incapace nel mestiere ma, pur di fronte a dei
prematuri giudizi, viene presa da Max sotto la sua ala protettiva,
ospitandola come coinquilina a casa sua e stabilendo con lei una
bizzarra ma sincera amicizia.
Nonostante
l’apparenza, Caroline è una ragazza decisamente sveglia e l’aver
frequentato le migliori scuole l’ha dotata di molta inventiva e di
uno spiccato senso imprenditoriale. Notando la maestrìa culinaria
dell’amica, le propone di sfruttare questa sua dote in modo più
proficuo, così da diventare socie d’affari: con
le mance della tavola calda e la vendita
dei cupcake, cercano di mettere insieme quanti più
soldi possibili per aprire una pasticceria, affinché entrambe
possano riscattarsi dalle rispettive situazioni. A darle una mano
nei loro progetti arriva inoltre Sophie, la vicina di casa di Max e
Caroline, una donna in carriera che le prende in simpatia e le
aiuta ad emergere nel difficile mondo degli affari.
Si è conclusa
con ottimo successo la terza stagione e oggi vi segnaliamo la data
ufficiale della season premiere di 2 Broke Girls
4, l’atteso quarto ciclo di episodi della sit-com
con Kat Dennings e Beth
Behrs.
Il primo episodio di 2 Broke Girls 4 andrà in onda il 27
Ottobre.
2
Broke Girls è una serie
televisivastatunitense, trasmessa in prima visione assoluta
da CBS dal 19
settembre 2011. In Italia ha debuttato in prima
visione pay il 21
maggio 2012, in
onda sui canali Mediaset Premium, mentre in chiaro è trasmessa da Italia
1 dal 10
marzo 2013.
New York. Nei
bassifondi di Brooklyn c’è una tavola calda, il
Williamsburg Diner, gestita da un personale oltremodo singolare.
Tra di loro c’è Max, una cameriera risoluta
e sarcastica, che in pratica porta avanti da sola l’intera
baracca. La ragazza è un po’ disillusa per via della sua condizione
sociale, di conseguenza vede la vita con molto cinismo;
tuttavia possiede delle grandi doti culinarie che esprime
attraverso la sua specialità, i cupcake, dei dolci
artigianali che vende con discreto successo all’interno del locale.
Frequenti sono i suoi battibecchi con Oleg,
il perverso cuoco d’origini ucraine, e col
proprietario Han, un timido ed
impacciato immigrato coreano; l’unico collega con cui Max
va d’accordo è Earl, l’anziano cassiere con la passione
della musica.
Questa movimentata
ma in fin dei conti scialba routine, che non da’ alla
ragazza prospettive per il futuro, cambia radicalmente quando a Max
viene affiancata una nuova collega, Caroline, che si rivela essere
la figlia caduta in rovina di Martin Channing, un famoso uomo
d’affari finito in carcere a seguito di un grosso
scandalo finanziario. La ex rampolla dell’alta società è
maldestra e del tutto incapace nel mestiere ma, pur di fronte a dei
prematuri giudizi, viene presa da Max sotto la sua ala protettiva,
ospitandola come coinquilina a casa sua e stabilendo con lei una
bizzarra ma sincera amicizia.
Nonostante
l’apparenza, Caroline è una ragazza decisamente sveglia e l’aver
frequentato le migliori scuole l’ha dotata di molta inventiva e di
uno spiccato senso imprenditoriale. Notando la maestrìa culinaria
dell’amica, le propone di sfruttare questa sua dote in modo più
proficuo, così da diventare socie d’affari: con
le mance della tavola calda e la vendita
dei cupcake, cercano di mettere insieme quanti più
soldi possibili per aprire una pasticceria, affinché entrambe
possano riscattarsi dalle rispettive situazioni. A darle una mano
nei loro progetti arriva inoltre Sophie, la vicina di casa di Max e
Caroline, una donna in carriera che le prende in simpatia e le
aiuta ad emergere nel difficile mondo degli affari.
Manca ancora un po’
all’arrivo di 2 Broke Girls 4,
l’atteso quarto ciclo di episodi della sit-com di successo
trasmessa dal network americano CBS. Ebbene oggi vi sveliamo alcune
anticipazioni che riguardano la madre di una delle protagoniste,
Max.
2 Broke
Girls, ci saranno un paio di episodi che faranno
riferimento alla madre di Max e questo
personaggio che è diventato iconico ormai per lo show diventerà
sempre più reale nel corso delle stagioni fino al momento in cui la
conosceremo di persona.
2
Broke Girls è una serie
televisivastatunitense, trasmessa in prima visione assoluta
da CBS dal 19
settembre 2011. In Italia ha debuttato in prima
visione pay il 21
maggio 2012, in
onda sui canali Mediaset Premium, mentre in chiaro è trasmessa da Italia
1 dal 10
marzo 2013.
New York. Nei
bassifondi di Brooklyn c’è una tavola calda, il
Williamsburg Diner, gestita da un personale oltremodo singolare.
Tra di loro c’è Max, una cameriera risoluta
e sarcastica, che in pratica porta avanti da sola l’intera
baracca. La ragazza è un po’ disillusa per via della sua condizione
sociale, di conseguenza vede la vita con molto cinismo;
tuttavia possiede delle grandi doti culinarie che esprime
attraverso la sua specialità, i cupcake, dei dolci
artigianali che vende con discreto successo all’interno del locale.
Frequenti sono i suoi battibecchi con Oleg,
il perverso cuoco d’origini ucraine, e col
proprietario Han, un timido ed
impacciato immigrato coreano; l’unico collega con cui Max
va d’accordo è Earl, l’anziano cassiere con la passione
della musica.
Questa movimentata
ma in fin dei conti scialba routine, che non da’ alla
ragazza prospettive per il futuro, cambia radicalmente quando a Max
viene affiancata una nuova collega, Caroline, che si rivela essere
la figlia caduta in rovina di Martin Channing, un famoso uomo
d’affari finito in carcere a seguito di un grosso
scandalo finanziario. La ex rampolla dell’alta società è
maldestra e del tutto incapace nel mestiere ma, pur di fronte a dei
prematuri giudizi, viene presa da Max sotto la sua ala protettiva,
ospitandola come coinquilina a casa sua e stabilendo con lei una
bizzarra ma sincera amicizia.
Nonostante
l’apparenza, Caroline è una ragazza decisamente sveglia e l’aver
frequentato le migliori scuole l’ha dotata di molta inventiva e di
uno spiccato senso imprenditoriale. Notando la maestrìa culinaria
dell’amica, le propone di sfruttare questa sua dote in modo più
proficuo, così da diventare socie d’affari: con
le mance della tavola calda e la vendita
dei cupcake, cercano di mettere insieme quanti più
soldi possibili per aprire una pasticceria, affinché entrambe
possano riscattarsi dalle rispettive situazioni. A darle una mano
nei loro progetti arriva inoltre Sophie, la vicina di casa di Max e
Caroline, una donna in carriera che le prende in simpatia e le
aiuta ad emergere nel difficile mondo degli affari.
Autore di celebri film come
Distretto 13 – Le brigate della morte,Halloween e La cosa, John
Carpenter ha negli anni portato al cinema storie che
prendono vita a partire da incubi molto più reali di quello che
sembra. Molte delle sue opere sono infatti riletture metaforiche di
drammatiche o pericolose situazioni sociali, affrontate qui
attraverso l’occhio critico della cinepresa. L’esempio ancora oggi
più brillante rimane quello di 1997: Fuga da New
York, lungometraggio del 1981 dove, all’interno di
una cornice da thriller distopico, si raccoglie una profonda
riflessione sulle derive della società e dell’umanità.
La pellicola, scritta dallo stesso
Carpenter insieme a Nick Castle, utilizza infatti
un genere apparentemente tendente alla fantascienza per raccontare
invece un contesto a suo modo già presente e diffuso a livello
globale. Acclamato sin dalla sua uscita, 1997: Fuga da New
York è ancora oggi, a distanza di anni, uno dei film più
importanti e lucidi sull’argomento.
In questo articolo, approfondiamo
dunque alcune delle principali curiosità relative a 1997:
Fuga da New York. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti
il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di 1997:
Fuga da New York
Il film si svolge nel 1997, anno in
cui l’isola di Manhattan è ora una prigione di massima sicurezza.
All’interno di questa si trovano rinchiusi e abbandonati i numerosi
criminali che hanno in quegli anni preso il sopravvento negli Stati
Uniti. L’attenzione torna però a focalizzarsi su questo inferno in
terra nel momento in cui l’aereo presidenziale viene dirottato e
fatto precipitare all’interno della prigione. Il presidente diventa
un ostaggio e la situazione è quanto mai disperata. Per cercare di
risolverla, il commissario di polizia Bob Hauk
ingaggia l’ex eroe di guerra e ora criminale Jena
Plissken per recuperare il presidente. La ricompensa sarà
l’evitare di finire egli stesso confinato a New York.
Ad interpretare Jena Plissken,
personaggio oggi iconico, vi è l’attore Kurt Russell. Egli
indica 1997: Fuga da New York come il suo film
preferito tra quelli interpretati. Rimase infatti così affascinato
dal personaggio di Jena da contribuire attivamente alla sua
costruzione, suggerendo anche elementi come la celebre benda
sull’occhio. Il presidente degli Stati Uniti ha invece il volto di
Donald Pleasence, attore ricorrente nella
filmografia di Carpenter. Il commissario Hauk è interpretato dal
celebre Lee Van Cleef, qui in uno dei suoi ultimi
ruoli. Nel film sono poi presenti gli attori Isaac
Hayes nei panni del criminale Il Duca e Harry Dean
Stanton in quelli di Harold “Mente” Helman.
La spiegazione del film e del suo
finale
Il racconto del film si muove a
partire da una ben precisa struttura spaziale. Questa si divide nel
mondo esterno e in quello interno al carcere che è ora New York.
Questo contrasto è tipico delle narrazioni distopiche, dove una
delle caratteristiche è appunto la funzionalizzazione dello spazio
e della società. Anche in questo caso l’idea di segregazione e
confinamento deriva dall’immaginario distopico precedente.
L’intento di Carpenter era proprio quello di dar vita a due
distinte atmosfere all’interno del film. Se il mondo esterno ha
ancora una parvenza di civilizzazione, identificabile nel massiccio
uso di tecnologia, al contrario il carcere di New York è un luogo
senza legge, dove i presenti sono regrediti allo stato brado,
indossano pellicce e commettono atti di cannibalismo.
Tale rielaborazione dello spazio è
un elemento generatosi in seguito alla presa di coscienza americana
della fine della frontiera. Emiliano Ilardi nel suo saggio La
frontiera contro la metropoli. Spazi, media e politica
nell’immaginario americano illustra come nell’immaginario
statunitense il raggiungimento della frontiera, oltre cui non è
possibile andare, è il motivo per cui si iniziano a considerare
nuove dimensioni spaziali. In questo senso la catastrofe presente
nel film assume la funzione di generatrice di nuovo spazio,
derivato dalla distruzione di preesistenti realtà. Una simile
rappresentazione della società diventa dunque un chiaro atto
critico nei confronti di questa e delle sue degenerazioni.
La soluzione drastica a cui si
arriva nel film, quella di far diventare un’intera città (ma non
una città qualunque, bensì New York, di per sé metafora, città
globale, entrata nell’immaginario collettivo come luogo di speranza
e possibilità, come capitale della multiculturalità e del sogno
americano) una prigione di massima sicurezza, è indice di una
società e di un governo incapace, nonostante la disponibilità di
mezzi, di contrastare gravi problemi sociali, come appunto quello
della criminalità. Il nichilismo e il cinismo sembrano aver
soggiogato l’umanità, facendole perdere proprio il valore del
rispetto per l’esistenza umana.
Tutto ciò ci appare chiaro al
termine del film. Qui si svela l’ipocrisia di coloro che dovrebbero
essere i garanti della giustizia, e che invece dimostrano di essere
allo stesso livello dei cosiddetti “criminali”. La figura stessa
del presidente degli Stati Uniti è a tal proposito decisamente
emblematica e metaforica. Egli è la persona-oggetto da salvare, in
quanto in lui si presuppone siano incarnati i valori di giustizia e
rispetto della legge, salvo rivelare alla fine una natura ben poco
connaturata con tali valori, che sembrano anzi non appartenergli
affatto. Il finale svela così il labile confine tra questi due
mondi che, anche se esteticamente diversi, sembrano essere popolati
entrambi da soggetti esseri ipocriti e privi di scrupoli.
Gli Stati Uniti di quel periodo si
caratterizzavano inoltre per un sentimento di forte cinismo, anche
a causa dello scandalo Watergate. Carpenter si fa dunque interprete
della diffusa sfiducia che si avvertiva nei confronti delle
autorità, al punto di servirsene per comporre l’atmosfera dominante
del suo film. Tramite questo, il regista sembra dunque voler
mostrare come sia in corso un sempre più pericoloso disinteresse
nei confronti della vita umana. La stessa collocazione temporale
del film, l’anno 1997, è frutto di una volontà ben precisa. Il
regista non sceglie un’ambientazione proiettata in un lontano
futuro, ma la fissa di soli 16 anni avanti all’anno di
realizzazione del film, sottolineando ulteriormente come la piega
presa dalla specie umana possa portare a realtà distopiche nel giro
di breve tempo.
Il sequel del film: Fuga da Los Angeles
Quindici anni dopo 1997:
Fuga da New York, Carpenter ha infatti poi dato vita al
sequel Fuga da Los Angeles, uscito nel 1996.
Questo è ambientato in una futuristica Los Angeles trasformatasi
dopo un devastante terremoto in un isola trasformata in colonia
penale, dove vengono esiliati i peggiori criminali. Il film vede
dunque Jena Plissken alle prese con una nuova missione di
salvataggio in un ambiente estremamente pericoloso. Fuga da
Los Angeles porta però avanti anche i temi introdotti dal
primo film, giungendo a conclusioni particolarmente amare, con cui
di fatto Carpenter pone fine al racconto di questo mondo e dei suoi
personaggi.
Il trailer di 1997: Fuga da
New York e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. 1997: Fuga da New York è
infatti disponibile nel catalogo di Mubi. Per vederlo, basterà sottoscrivere un
abbonamento alla piattaforma, potendo così accedere al film ma
anche all’intero catalogo. Il film è inoltre presente nel
palinsesto televisivo di venerdì 26 aprile alle
ore 21:00 sul canale 20
Mediaset.
Dopo anni passati a vociferare su
un possibile reboot/remake del cult 1997 Fuga da New
York firmato nel 1981 da John
Carpenter, recentemente The
Wrap ha riferito circa alcuni concreti e comprovati
dettagli riguardo al possibile riavvio del franchise così come
paventato fin dal 2007, quando di vociferava sul fatto
che Gerard
Butler fosse in prima linea per vestire i panni
di SnakePlissken che
furono di Kurt
Russell.
Secondo quanto svelato il progetto
del reboot di 1997 Fuga da New
York sarebbe in pieno fermento, con Neal
Cross – creatore della tanto amata
serie Luther per conto di
della BBC – intento alla stesura della
sceneggiatura sotto contratto alla 20th Century
Fox. Le indiscrezioni rivelano inoltre che vi saranno
probabilmente alcune sostanziali differenze riguardo al personaggio
di Robert Hauk (nell’originale con il
volto di Lee Van Cleef) che sarà probabilmente
convertito al femminile con il nome di Roberta
Hauk, oltre alla decisone di assegnare un autentico nome
(colonnelloRobert) al
personaggio di Plissken.
Le altre informazioni riguardo
all’universo di 1997 Fuga da New
Yorkk rivelano che la minaccia non
giungerà più dall’originario Duca di New York
interpretato da Isaac Hayes, ma bensì da un
nuovo villain, il carismatico Thomas Newton
in possesso di un pericoloso e oscuro dispositivo denominato
“fat boy“. Nel nuovo film inoltre la città di
Manhattan non verrà più rappresentata come una prigione per reietti
a cielo aperto ma come una vera e propria oasi controllata da
un’Intelligenza Artificiale dotata di una squadra
di veggenti (simili ai Precog di Minority Report?) capaci di
controllare ogni evento che accade in città, obbligando il
nuovo Snake a compiere la propria missione in
un arco di tempo di appena 11 ore prima che una terribile tempesta
si abbatta sulla metropoli.
Caratterizzato sempre e comunque da
un’ambientazione futuristica e da atmosfere dispotiche, il nuovo
reboot di 1997 Fuga da New York potrà
contenere forse alcuni chiarimenti riguardo ai precedenti capitoli,
forse addirittura una dettagliata spiegazione riguardo alle vicende
che portarono Snake alla perdita del
tanto iconico occhio sinistro.
Per il momento il reboot di
1997 Fuga da New
Yorknon possiede ancora nessuna
data di inizio produzione né tantomeno di rilascio.
É da diverso tempo che non si hanno
aggiornamenti circa l’annunciato remake di 1997 Fuga da
New York, il capolavoro di John
Carpenter del 1981 con protagonista Kurt
Russell.
Ebbene, arriva oggi dall’Hollywood
Reporter la notizia che la 20th Century Fox ha
incaricato Neil Cross (ideatore della serie tv
Luther) di scrivere la sceneggiatura del
nuovo film. Come annunciato già in precedenza, lo stesso
John Carpeter figurerà come produttore esecutivo.
Al momento non sappiamo chi dirigerà il remake, né quando la
pellicola farà il suo esordio nelle sale. Vi terremo
aggiornati.
1997 Fuga da New York
(Escape from New York) è un film di fantascienza del 1981, diretto
da John Carpenter. La pellicola introdusse uno degli antieroi più
famosi del cinema d’azione americano, intepretato da Kurt Russell:
Jena Plissken. In realtà il soprannome del personaggio nella
versione originale è “Snake”, serpente. Il vistoso tatuaggio sul
suo ventre è un’analogia che purtroppo si è persa nella versione
italiana, dove, per motivi di labiale, si preferì “Jena”. Nel 1996,
Carpenter ha girato il sequel: Fuga da Los Angeles.
Ora più che mai è il momento di
Charlie Hunnam! il divo di Sons of
Anarchy dopo aver partecipato a Pacific
Rim ha ottenuto una notorietà tale da fargli intasare
l’agenda degli impegni e così dopo Crimson
Peak e King Arthur
oggi arriva la notizia che probabilmente indosserà i panni Snake
Plissken per il remake di 1997 Fuga da New
York.
Il remake del capolavoro di
John Carpenter non ha ancora un regista a bordo ma
la produzione ha già creato una bozza della storia che vedremo
sullo schermo in cui Snake non sarà il solo protagonista ma farà
parte di un tema di criminali che lo aiuteranno a far fuggire il
presidente degli Stati Uniti dalla New York diventata prigione.
La compagnia dovrebbe essere
formata da una giornalista accusata di omicidio di nome Mina,
l’ultimo uomo della scorta del presidente custode di un importante
segreto e un ex-partner di Snake. Lo stesso personaggio di Plissken
dovrebbe subire una riscrittura e in particolare dovrebbe diventare
un personaggio con vari problemi dovuto ad un stress
post-traumatico
Le vicende di Leo,
Veronica, Pietro, Luca,
Bibi e del pm di Mani pulite Antonio Di
Pietro, i protagonisti di 1993, tornano
stasera, martedì 30 maggio, su Sky Atlantic HD e
in contemporanea su Sky Cinema Uno HD dalle 21.15,
con due nuovi episodi.
Cosa ne sarà di Leo? L’abbiamo
lasciato in carcere, accusato dell’omicidio di Rocco Venturi. Nei
nuovi episodi, che preludono al gran finale della prossima
settimana, quando gli episodi 7 e 8 chiuderanno la seconda
stagione della serie ambientata negli anni che hanno cambiato
il Paese, proverà a riprendersi il suo posto, ma sa che non sarà
facile.
È il 24 luglio 1993. Il suicidio di
Raul Gardini innesca un terremoto. Il Pool ha perso un testimone
chiave per l’inchiesta Enimont e Giulia (Elena
Radonicich) si sente responsabile: è suo uno degli ultimi
articoli che l’imprenditore ha letto prima di suicidarsi. Sua
sorella Veronica (Miriam Leone), al contrario,
sembra finalmente serena: trascorre una serata con Davide
(Flavio Parenti), ma quando stanno per baciarsi
sono interrotti da una gigantesca esplosione: sono le bombe del 27
e 28 luglio, a Roma.
1993
Il sesto episodio è ambientato nel
torrido agosto del 1993. Leo (Stefano Accorsi) è
finalmente libero, pronto a tutto per riprendersi il suo posto.
Pietro (Guido Caprino) nel frattempo,
affiancandosi a Miglio, ottiene l’attenzione dei colleghi. Luca
(Domenico Diele) invece si trova faccia a faccia
con il suo acerrimo nemico: l’ex Ministro della Sanità, De Lorenzo.
Veronica è sempre più in confidenza con Davide e inizia perfino a
convincersi che la vita le stia offrendo una seconda possibilità.
Bibi (Tea Falco) invece è sempre più sola.
1993 è il secondo capitolo
della produzione originale Sky, realizzata da Wildside,
che racconta gli anni che hanno cambiato il Paese attraverso gli
occhi e le storie di personaggi di fantasia la cui vita si
intreccia con il terremoto politico, civile e sociale che ha scosso
l’Italia nel caos del passaggio tra Prima e Seconda Repubblica.
1993è una
produzione Sky Atlantic HD, realizzata da Wildside in
collaborazione con Beta Film.
Gli episodi 5 e 6
andranno in onda martedì 30 maggio, alle 21.15 su Sky Atlantic HD e
su Sky Cinema Uno HD. 1993 è disponibile anche su Sky Go e Sky On
Demand
A giudicare da alcuni titoli che
arriveranno in sala e sul piccolo schermo (o che abbiamo già visto
di recente), Hollywood sembra ossessionata dall’anno del Signore
1984. Basti pensare a Wonder Woman
1984, oppure ad American Horror Story
1984, che non solo sono ambientati in quell’anno ma
lo portano scritto anche nel titolo, a mo di dichiarazione
d’amore.
Ma cosa ha in particolare questo
anno? Insieme a WW84 e AHS 1984, altri film e serie TV recenti
ambientate nel 1984 includono Black Mirror:
Bandersnatch, il film biografico su Gary Hart del
regista Jason Reitman,The Front
Runner, la stagione 2 di Stranger Things e la stagione 5
di The Americans. Parti di Bohemian
Rhapsody, Motley di
Netflix Anche il film biografico di The
Dirt, Terminator:
Genisys e Cobra Kai
sono ambientati nel 1984.
Infatti, Terminator:
Genisys ricrea scene dell’originale The
Terminator di James Cameron, uscito
nel 1984, mentre Cobra Kai è un sequel
diretto di The Karate Kid del 1984 , con
Johnny Lawrence (William Zabka) che raccontava
anche gli eventi del film dal suo punto di vista, dipingendo Daniel
LaRusso (Ralph Macchio) come il vero cattivo.
Uno dei motivi principali che legano
Hollywood agli anni ’80 in generale è la nostalgia. Ma questo
potrebbe valere per l’intero decennio, mentre qui si parla di un
anno in particolare!
Mentre il 1984 sembra un “periodo
più semplice” rispetto al 2019, un anno a cui si guarda appunto con
nostalgia e con una semplicità romantica, si è trattato di un anno
molto tumultuoso. A causa della guerra fredda, l’Unione Sovietica
ha boicottato le Olimpiadi estive del 1984 tenutesi a Los Angeles.
Il 1984 ha visto una controversa elezione presidenziale in cui
Ronald Reagan ha vinto un secondo mandato su Walter Mondale, il
virus dell’AIDS è stato scoperto e reso pubblico, il primo ministro
indiano Indira Gandhi è stato assassinato e la minaccia della
guerra nucleare è caduta sul mondo. Il 1984 non ha avverato
l’oscura profezia che George Orwell aveva fatto nel suo romanzo
(1984, appunto), ma quell’anno è stato un periodo spaventoso, a
modo suo, e molti film e serie TV ambientati nel 1984 riflettono
sicuramente quella sensazione di terrore e disagio.
1984 – l’ossessione di Hollywood
Eppure, il 1984 è stato anche un
anno significativo per la cultura pop che ha creato molti
franchising duraturi. Ghostbusters,Gremlins e The
Terminator sono stati proiettati per la prima volta
quell’anno e continuano a lasciare il segno una generazione dopo;
Ghostbusters:
Legacy di Jason Reitman
promette di essere la vera continuazione del franchise mentre
James Cameron stesso è tornato finalmente a
produrre un sequel di The Terminator,
Terminator:
Destino Oscuro, diretto da Tim
Miller.
I giocattoli di Transformers e
l’annesso cartone animato sono arrivati nel 1984, Hulk
Hogan (che presto sarà interpretato da Chris
Hemsworth in un film biografico) è diventato campione
della WWE e ha contribuito a cambiare per sempre il wrestling
professionale, Bruce Springsteen ha pubblicato il
suo iconico album Born In The USA e Apple ha presentato in
anteprima il famigerato spot ispirato a George Orwell che
annunciava il personal computer Macintosh.
Il 1984 è un periodo molto
antecedente allo sviluppo di internet e dei social media, in cui
nessuno aveva uno smartphone e le persone non erano costantemente
connesse, il che offre maggiori opportunità ai cineasti di oggi che
ambientano le loro storie in quel periodo di incorporare mistero e
tensione nella loro narrazione. La tecnologia del 1984 era
lungimirante ma ancora primitiva per gli standard odierni, e la
fantascienza si appoggiava ancora più sulla “finzione” che sulla
“scienza”.
E, grazie in gran parte al romanzo
di Orwell, il 1984 porta con sé un’aura minacciosa
che lo separa dagli altri anni del decennio. In realtà, il 1984 è
un terreno fertile per film e serie TV avvincenti per tutti, e
Hollywood sta raccogliendo con intelligenza i benefici di quel
fatidico anno.
Il 1981 è stato per New York uno
degli anni più violenti della sua intera storia, a causa di una
criminalità aggressiva e senza controllo; del resto grazie al
cinema di
Martin Scorsese, Brian DePalma e Francis Ford
Coppola conosciamo bene quali atmosfere cupe dominassero
la grande Mela dell’epoca. J.C. Chandor, il
talentuoso regista del pluripremiato thriller finanziario Margin Call, scrive e dirige
1981: Indagine a New York, il suo personalissimo
‘gangster movie’ omaggiando – com’era giusto e prevedibile – il
filone, ma senza restare incastrato nelle dinamiche canoniche.
1981: Indagine a New York, la trama
In 1981: Indagine a New
York Abel Morales è un imprenditore immigrato con grandi
ambizioni, guadagna soldi onesti con un’impresa di carburanti e
sogna di espandersi. Accanto a lui una donna statuaria, moglie e
partner in affari, che gestisce gli aspetti contabili della
società. Nonostante la benevolenza delle banche, la
Standard Heating Oil ha ben altro scoglio da
affrontare per la sua sopravvivenza: l’accanimento della malavita,
che dirotta autobotti e picchia selvaggiamente gli autisti sempre
più frequentemente.
Sebbene le poche righe di sinossi
facciano pensare ad un action movie in piena regola, siamo lontani
anni luce. Il regista e sceneggiatore nato a Morristown, in New
Jersey, con 1981: Indagine a New York scava
nell’intimo dei suoi personaggi per raccontare un dramma universale
che non risparmia nessun grado della nostra società, sia passata
che attuale. Un dramma nel quale comandano i soprusi e i falsi
sogni di gloria, un dramma che permette la sopravvivenza soltanto a
chi ha un piano di riserva pronto a scattare in qualsiasi momento.
L’inverno rigido che scorre sullo schermo, senza fine, ne è la
perfetta metafora, baciato da un sole sempre tiepido, pallido.
1981: Indagine a New York, un film di
classe
Una sceneggiatura di assoluta
classe, ricca di sottotesto, momenti e dialoghi di qualità, serve
da base per un comparto tecnico autoriale privo di sbavature. La
messa in scena non ha paura di prendersi i suoi tempi, raccontando
anche i dettagli e creando più volte terreno fertile per una
pulsante tensione. In 1981: Indagine a New York
tutto è fotografato dallo sguardo di Bradford
Young, che va oltre il dirigere la luce: muove l’oscurità.
Sono le ombre e gli angoli bui che dominano la scena, che si
spostano con autorità fra le lampade e i raggi del sole,
raccontando anche visivamente i peccati della società. Ultime voci
della lista, poiché il meglio arriva sempre alla fine, i
protagonisti. Oscar Isaac e Jessica Chastain, di una bellezza immensa, si
confermano interpreti versatili e cangianti, nel loro essere
perennemente ambigui e nel loro passare con naturalezza dalla
prepotenza all’insicurezza, dalla lucidità alla debolezza,
completandosi a vicenda nel corso della storia.
1981: Indagine a New
York(A Most Violent Year) è
un’opera decisamente matura, confezionata allo stato dell’arte e
destinata ad un pubblico disposto ad ascoltare, pronto ad entrare
in sala lasciando fuori pregiudizi e aspettative.
Arriva finalmente nei cinema
italiani A Most Violent Year, l’ultimo
film di J.C. Chandor con protagonisti
Jessica Chastain e Oscar Isaac.
L’appuntamento è per il 4 febbraio, il film uscirà con il titolo
1981 Indagine a New York.
Ecco il trailer ufficiale italiano
del film:
1981: Indagine a New
York è un feroce dramma criminale ambientato a New
York City nell’inverno del 1981, statisticamente considerato l’anno
più pericoloso nella storia della città. Scritto e diretto
dall’acclamato J.C. Chandor e interpretato da Oscar Isaac (A
Proposito Di Davis) e Jessica Chastain (Zero Dark Thirty), questa
appassionante vicenda si sviluppa in un labirinto di corruzione che
vede coinvolti industriali e politici rampanti e che infesta le
strade di una città in declino. Il terzo lungometraggio di J.C.
Chandor ci parla della risoluta ascesa di un immigrato in una
società moralmente corrotta, dove rivalità che covano da tempo e
aggressioni gratuite minacciano il suo lavoro, la sua famiglia e,
soprattutto, la sua incrollabile fede nella rettitudine del suo
percorso esistenziale. Con 1981: Indagine a New York, Chandor
intraprende coraggiosamente una nuova strada, verso il luogo in cui
le migliori intenzioni cedono il passo al puro istinto, il luogo in
cui finiamo per essere più vulnerabili nel compromettere ciò che
sappiamo essere giusto.
Il 1981 è stato per New York uno
degli anni più violenti della sua intera storia, a causa di una
criminalità aggressiva e senza controllo; del resto grazie al
cinema di Martin Scorsese, Brian DePalma e
Francis Ford Coppola conosciamo bene quali
atmosfere cupe dominassero la grande Mela dell’epoca. J.C.
Chandor, il talentuoso regista del pluripremiato thriller
finanziario Margin Call, scrive e dirige
il suo personalissimo ‘gangster movie’ 1981 Indagine a New
York omaggiando – com’era giusto e prevedibile – il
filone, ma senza restare incastrato nelle dinamiche canoniche.
In 1981 Indagine a New York
Abel Morales è un imprenditore immigrato con
grandi ambizioni, guadagna soldi onesti con un’impresa di
carburanti e sogna di espandersi. Accanto a lui una donna
statuaria, moglie e partner in affari, che gestisce gli aspetti
contabili della società. Nonostante la benevolenza delle banche, la
Standard Heating Oil ha ben altro scoglio da
affrontare per la sua sopravvivenza: l’accanimento della malavita,
che dirotta autobotti e picchia selvaggiamente gli autisti sempre
più frequentemente.
Sebbene le poche righe di sinossi
facciano pensare ad un action movie in piena regola, siamo lontani
anni luce. Il regista e sceneggiatore nato a Morristown, in New
Jersey, scava nell’intimo dei suoi personaggi per raccontare un
dramma universale che non risparmia nessun grado della nostra
società, sia passata che attuale. Un dramma nel quale comandano i
soprusi e i falsi sogni di gloria, un dramma che permette la
sopravvivenza soltanto a chi ha un piano di riserva pronto a
scattare in qualsiasi momento. L’inverno rigido che scorre sullo
schermo, senza fine, ne è la perfetta metafora, baciato da un sole
sempre tiepido, pallido.
Una sceneggiatura di assoluta
classe, ricca di sottotesto, momenti e dialoghi di qualità, serve
da base per un comparto tecnico autoriale privo di sbavature. La
messa in scena non ha paura di prendersi i suoi tempi, raccontando
anche i dettagli e creando più volte terreno fertile per una
pulsante tensione. Tutto è fotografato dallo sguardo di
Bradford Young, che va oltre il dirigere la luce:
muove l’oscurità.
Sono le ombre e gli angoli bui che
dominano la scena, che si spostano con autorità fra le lampade e i
raggi del sole, raccontando anche visivamente i peccati della
società. Ultime voci della lista, poiché il meglio arriva sempre
alla fine, i protagonisti. Oscar Isaac e Jessica Chastain, di una bellezza immensa, si
confermano interpreti versatili e cangianti, nel loro essere
perennemente ambigui e nel loro passare con naturalezza dalla
prepotenza all’insicurezza, dalla lucidità alla debolezza,
completandosi a vicenda nel corso della storia.
1981 indagine a New
York è un’opera decisamente matura, confezionata allo
stato dell’arte e destinata ad un pubblico disposto ad ascoltare,
pronto ad entrare in sala lasciando fuori pregiudizi e
aspettative.
Nel panorama della New
Hollywood, che a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta si
caratterizzò per un significativo rinnovamento tematico e
stilistico, sono numerosi i film che hanno avuto modo di portare al
cinema storie segnate da profondi elementi distopici. Argomenti che
un tempo non avrebbero trovato spazio nelle produzioni di Hollywood
divenivano ora il mezzo attraverso cui riflettere sui cambiamenti
della società e le sue possibili derive. Si raccontava dunque del
futuro per parlare dell’oggi e pochi film ci sono riusciti in modo
tanto memorabile quanto 1975: Occhi bianchi sul pianeta
terra, diretto nel 1971 da Boris
Sagal.
Similmente ad un altro noto film
distopico di quegli anni quale 2022: I sopravvissuti,
questo titolo di fantascienza offre molteplici chiavi di lettura, a
partire naturalmente dalla pericolosità della guerra e del
probabile sterminio (o mutazione) della specie umana. Come notato
da diversi critici nel corso del tempo, però, 1975: Occhi
bianchi sul pianeta terra sembra far riferimento anche
all’innata paura del nemico presente poco oltre il mondo
conosciuto. Il protagonista, che si presenta come l’ultimo baluardo
della civiltà, si trova infatti a scontrarsi con antagonisti che
sembrano incarnare le principali paure della società dell’epoca. In
ultimo, si ritrova nel film anche un forte accenno a quella
controcultura hippie che tanto spopolava in quegli anni.
1975: Occhi bianchi sul pianeta
terra è dunque non solo un film che offre intrattenimento ed
emozioni forti agli appassionati del genere, ma anche un’opera
profondamente figlia del suo tempo che utilizza il genere per
raccontare di quanto avveniva negli Stati Uniti di quegli anni,
caratterizzati dalla guerra in Vietnam, dai movimenti per i diritti
del popolo afroamericano, dagli orrori commessi dalla famiglia
Manson e da numerosi altri sconvolgimenti che stavano rapidamente
sgretolando l’immagine di una nazione compatta e immacolata. Anche
a distanza di decenni, inoltre, il film di Sagal riesce ad essere
attuale, avendo anticipato una serie di tendenze e comportamenti
umani oggi sempre più diffusi.
1975: Occhi bianchi sul pianeta
terra: la trama e il cast del film
Ma di cosa parla dunque 1975:
Occhi bianchi sul pianeta terra? Il film, come facilmente
immaginabile, si svolge nell’anno 1975, quando una guerra
batteriologica ha portato al diffondersi di un pericoloso virus che
ha trasformato la specie umana in mostruosi mutanti che, in quanto
fotofobici, escono allo scoperto solo di notte. Il loro scopo è
quello di distruggere qualunque retaggio dell’era tecnologica,
responsabile di quanto avvenuto. In una Los Angeles abbandonata e
malridotta, si muove anche Robert Neville, ex
medico militare nonché apparentemente l’unico umano sopravvissuto a
questo olocausto batteriologico. Egli, nel tentativo di
sopravvivere a questo ambiente, ricerca un antidoto per
tentare di salvare ciò che resta dell’umanità.
Ad interpretare Robert Neville vi è
l’attore Charlton Heston, già celebre per i film
Ben-Hur e Il pianeta delle scimmie. Il premio
Oscar accettò subito il ruolo, essendo rimasto particolarmente
colpito dalla storia narrata. Accanto a lui si ritrovano anche
Anthony Zerbe nel ruolo di Matthias, il leader dei
mutanti, e l’attrice Rosalind Cash nei panni della
superstite Lisa. La Cash, qui al suo primo ruolo di rilievo, venne
ingaggiata per il film per via della crescente popolarità del
movimento Black Power. Quello tra lei e il protagonista,
inoltre, è considerato il primo bacio interraziale mai apparso sul
grande schermo. Un momento che generò non poca agitazione nella
Cash, intimorita dallo status di celebrità di Heston.
1975: Occhi bianchi sul pianeta
terra: dal libro al remake Io sono leggenda
La storia di 1975: Occhi bianchi
sul pianeta terra è tratta dal romanzo di Richard
Matheson dal titolo Io sono leggenda, pubblicato
nel 1954. Celebre scrittore di titoli come Al di là dei sogni, Duel e
Real Steel, da cui poi sono
stati tratti anche gli omonimo libri, Matheson aveva già visto
questo suo celebre romanzo venire adattato per il cinema con il
film L’ultimo uomo della Terra, del 1964. La nuova
trasposizione con Heston protagonista, però, differisce in
molteplici modi da quanto lui scritto. Il cambiamento più
importante è probabilmente quello relativo alla quasi totale
estinzione dell’umanità. Se nel film questa avviene per via di una
guerra batteriologica tra Cina e Stati Uniti, nel romanzo è invece
la conseguenza di un virus diffuso da pipistrelli e mosche.
Da questa modifica si evince
ulteriormente quanto agli autori del film interessasse proporre una
storia che in modo più esplicito parlasse di questioni presenti
nell’attualità di quel tempo, tra cui la guerra. Dal romanzo di
Matheson è poi stato tratto anche un’ulteriore adattamento, quello
del 2007 dal titolo Io sono leggenda. La
differenza tra 1975: Occhi bianchi sul pianeta terra e la
nuova trasposizione, però, sta nel fatto che nel film
con protagonista Will Smith
viene ad essere ridimensionata se non del tutto eliminata la
componente politica. Si tratta dunque di un titolo che, pur
restando più fedele al romanzo di Matheson, si dimostra meno
incisivo a livello contenutistico, offrendo più che altro un
intrattenimento coerente con i suoi tempi.
1975: Occhi bianchi sul pianeta
terra: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
1975: Occhi bianchi sul pianeta terra
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Chili Cinema, Apple iTunes, Rai Play e
Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
sabato 7 gennaio alle ore 22:55
sul canale Rai Movie.
Esce
nelle sale, il 3 maggio 2018,
distribuito da Mariposa
Cinematografica e barz and hippo,
illungometraggio ungherese
“1945”,diretto daFerenc Török(No Man’s Island; East Side Stories;
Istanbul) e
interpretato da Péter Rudolf, Bence Tasnádi, Tamás Szabó Kimmel e
Dóra Sztarenki. Il film, presentato nella
sezionePanorama della 67a edizione del Festival di
Berlino e tratto dal racconto
“Homecoming”
dello scrittore unghereseGábor T.
Szántó, ha
vinto numerosi premi nei festival di tutto il mondo. Tra questi, il
Premio Avner Shalev Yad Vashem comeMiglior rappresentazione artistica
dell’OlocaustoalJerusalem Film Festival
2017, il
Premio per il Miglior soggetto
al Miami Jewish Film
Festival,il
Premio per il Miglior regista alBerlin Jewish Film
Festival, il
Premio dei Critici e quello del Pubblico alSan Francisco Jewish Film
Festival, ma
anche ilPrimo Premio della Critica Cinematografica
Ungheresenel
2018. La distribuzione del film in Italia ha ricevuto il
patrocinio del Consolato Generale di Ungheria in
Milano.
Sinossi
In
un afoso giorno di agosto del 1945, mentre gli abitanti di un
villaggio ungherese si preparano per il matrimonio del figlio del
vicario, un treno lascia alla stazione due ebrei ortodossi, uno
giovane e l’altro più anziano. Sotto lo sguardo vigile delle truppe
sovietiche, i due scaricano dal convoglio due casse misteriose e si
avviano verso il paese. Il precario equilibrio che la guerra appena
terminata ha lasciato sembra ora minacciato dall’arrivo dei due
ebrei. In tutta la comunità si diffondono rapidamente la paura e il
sospetto che i tradimenti, le omissioni e i furti, commessi e
sepolti durante gli anni di conflitto, possano tornare a
galla.
Il
film, i cui diritti sono da poco stati acquistati dalla
statunitenseHBO,
sarà distribuito in tutti gli Stati Uniti a partire dai primi di
aprile, dopo una prima uscita in città come New York, Los Angeles e
Chicago.
Si è aperto con la mostra
‘1938-2018. Ottant’anni dalle leggi razziali in Italia’ il
Cartoons on the Bay, edizione 2018, in corso a
Torino, per il secondo anno consecutivo, dal 12 al 14 aprile. La
mostra, realizzata in collaborazione con il festival di fumetto
ARF! di Roma e curata da Marina Polla de
Luca e Mauro Uzzeo, presenta opere
originali e inedite di oltre 150 tra i più noti autori
dell’animazione e del fumetto italiani.
“La mostra mette insieme i
lavori di 155 autori che spesso sono delle vere e proprie opere
d’arte – sottolinea Roberto Nepote,
presidente di Rai Com – in un luogo come il Carcere Le Nuove
che in modo impressionante si contestualizza con il tema della
mostra che resterà aperta fino al giugno e dopo un giro per
l’Italia – annuncia – andrà in una sede permanente a Roma. Sono
temi che guardano al passato e che ci portano a riflettere sul
nostro futuro”. Segue Roberto Genovesi,
direttore artistico di Cartoons on the Bay:
“Tutta la Rai ha lavorato insieme a noi per questa che dimostra
come il fumetto non sia un linguaggio residuale ma uno strumento
efficace per raccontare tempi difficili e complessi come
questo”.
A chiusura della
presentazione, interviene Mauro Uzzeo, curatore
della mostra e uno dei fondatori di ARF!: “Quando, quasi cinque
anni fa, è nato l’ARF! Festival, il nostro obiettivo era tanto
semplice quanto ambizioso: portare il Fumetto e i suoi autori al
centro dell’attenzione, anche e soprattutto in quegli ambiti che
sembravano preclusi a questo medium straordinario. Musei,
metropolitane, catene librarie, la stampa nazionale e le reti
televisive, hanno risposto con entusiasmo al nostro richiamo e
quando Roberto Genovesi ci ha chiesto di collaborare con lui per
contagiare di fumetto Cartoons on the bay, abbiamo capito che
c’erano le possibilità per fare davvero qualcosa d’importante.
Qualcosa per cui non bastasse una sola voce, e nemmeno due, per
quanto dotate di grossi megafoni. Per quello che avevamo in mente
serviva che un’intera scena si unisse e si riconoscesse nella
volontà di gridare forte la propria distanza contro quelle che sono
state le pagine più buie della nostra storia. Così è stato. Per la
prima volta, quindi, oltre centosessanta autori di fumetto, dagli
stili e dai percorsi più diversi, ma dalla riconosciuta
professionalità, si sono uniti in una collettiva artistica senza
precedenti, che non solo racconta e condanna le scellerate scelte
di 80 anni fa, ma ci ricorda che ancora oggi non bisogna mai
abbassare la guardia nei confronti di quei fascismi che tendono a
trovare terreno fertile nelle menti di chi dimentica.”
E ci addentriamo nella mostra vera e
propria, un’intera ala del Carcere adibita a sala d’esposizione. In
ogni cella, ogni antro la gerarchia è abolita e illustratori e
artisti di altissimo profilo sono esposti al fianco di giovani
promesse del disegno italiano. Un colpo d’occhi potentissimo, nelle
claustrofobiche cellette, mirato ad appiattire l’importanza di ogni
singolo artista e a farne perdere l’identità, così come avveniva ai
deportati a causa di quelle infami leggi, che quest’anno compiono
ottant’anni. Un tempo abbastanza lungo da farci sentire “al sicuro”
ma pericoloso, perché la memoria potrebbe abbandonarci.
È allora fondamentale la scelta di
usare il fumetto, il colore (anche l’assenza dello stesso), qualche
volta le vignette sferzanti, tutti linguaggi e forme che si
rivolgono a un pubblico giovane, quello che deve imparare a
conoscere proprio per non perdere la memoria.
E le soluzioni scelte dai
selezionatori sono molteplici, dall’essenziale “gioco” di
Davide De Cubellis, che con la sua successione di
quattro vignette illumina il visitatore sull’immediatezza del
processo di “epurazione della razza”, al suggestivo uso
dell’iconografia aritmetica di Giacomo Bevilacqua,
passando per la geniale attualizzazione di Massimo
Carnevale e la potenza del rosso utilizzato da
Carmine Di Giandomenico. Una mostra da vedere, da
leggere, da capire, soprattutto da sentire nel luogo scelto per la
sua esposizione, un carcere, un luogo di punizione, dolore,
pentimento e solitudine.
La mostra, visitabile fino a giugno,
sarà poi spostata a Roma, in un luogo da definire e, si spera,
possa raggiungere anche diversi altri posti in tutta Italia.
Il finale della seconda stagione di
1923
avrà una durata enorme, rivela un nuovo report. La serie
Paramount+ di Taylor Sheridan, il secondo
grande spin-off di Yellowstone,
è stata trasmessa per la prima volta nel 2022, prima di tornare per
la sua seconda puntata a febbraio. A differenza della prima
stagione, che comprendeva 8 episodi, la stagione 2 del 1923 ne conterà solo 7, il che significa
che la storia di Jacob (Harrison Ford) e Cara Dutton (Helen Mirren)
e dei loro familiari terminerà (per ora) domenica 6 aprile.
TV Insider rivela ora nuovi dettagli sul finale della
seconda stagione del 1923, confermando che si intitolerà “A Dream and
a Memory” e che durerà quasi due ore. Il report include anche
una sinossi dell’episodio, che anticipa ciò che accadrà a Jacob e
ad altri personaggi chiave della famiglia Dutton e non solo:
“Jacob e la sua squadra attendono con impazienza il ritorno
di Spencer [Brandon Sklenar] alla stazione ferroviaria. Teonna
[Aminah Nieves] ha un fatidico incontro. Alexandra [Julia
Schlaepfer] sfida il freddo.”
Il reportage include anche alcune
informazioni sul prossimo episodio 6 della stagione 2 di
1923, che uscirà domenica 30 marzo, intitolato “I denti
di montagna dei mostri”. Il riassunto anticipa una storia
incentrata sui viaggi di Alexandra e Teonna:
“Alexandra ha un colpo di fortuna durante il suo viaggio;
Teonna si riunisce a un volto del suo passato.”
Cosa significa per il finale
della seconda stagione di 1923
Chi ha seguito l’universo più ampio
di Yellowstone saprà che la serie non è nuova a
finali molto lunghi. Il
finale della serie Yellowstone, ad esempio, ha concluso
la serie principale a dicembre ed è durato quasi due ore. Questo
potrebbe essere un segno che il finale della seconda stagione di
1923 è stato posizionato come la fine dello show, ma
potrebbe anche essere una compensazione per il numero ridotto di
episodi di questa stagione.
La stagione 3 di 1923 non è
ancora stata confermata, ma la stagione 2 ha ottenuto recensioni
entusiastiche da parte della critica, ottenendo un raro punteggio
del 100% su Rotten Tomatoes.
La stagione 2 ha avuto anche un grande successo in termini di
audience, con Paramount Global (tramite Deadline Hollywood) che ha rivelato all’inizio di questo
mese che l’audience della seconda stagione sta superando quella
della prima stagione di un enorme 56%. Quindi, solo dal punto
di vista dei numeri, sembra probabile che lo spin-off di
Yellowstone continui dopo il prolungato finale della seconda
stagione, almeno finché Ford, Mirren e altri membri chiave del cast
del 1923 vorranno tornare.
Innanzitutto, il rigido clima
invernale della seconda stagione ha creato una sorta di stallo tra
le parti in conflitto.
Sklenar aveva precedentemente
dichiarato a THR nel maggio 2023 che la seconda stagione di
1923 era la seconda metà di una storia in due parti. “La
vedo come un unico pezzo, c’è solo una divisione nel mezzo”, ha
detto alla pubblicazione. “Si concluderà”. La storia della
seconda stagione, tuttavia, mette in dubbio questa ipotesi. Per
prima cosa, il rigido clima invernale della seconda stagione ha
creato una sorta di stallo tra le parti in conflitto. Ciò significa
che personaggi come Donald Whitfield (Timothy Dalton) e Banner
Creighton (Jerome Flynn) non sono stati in grado di mobilitarsi
contro i Dutton, prolungando potenzialmente il conflitto in
un’altra stagione.
Secondo NBC
Montana, la produzione della seconda stagione
della serie tv1923
di Paramount+ è
stata “ritardata a tempo indeterminato”, a causa
dello sciopero degli scrittoriWGA
in corso. Il manager del Civic Center Bill Melvin ha rivelato
di essere stato informato del ritardo delle riprese poiché, secondo
quanto riferito, la produzione sta pagando $ 75.000 al mese per
girare al Civic Center fino alla fine dell’anno.
1923,
la nuova attesissima serie ideata dal candidato all’Oscar
Taylor Sheridan con protagonisti il candidato
all’Oscar Harrison Ford e la vincitrice dell’Oscar
Helen Mirren. Lo show è lo spin-off di
Yellowstone
e introduce una nuova generazione di Dutton guidata dal patriarca
Jacob (Ford) e dalla matriarca Cara (Mirren). La serie esplora i
primi anni del XX secolo, quando pandemie, siccità storiche e la
fine del proibizionismo affliggono le montagne dell’Ovest e i
Dutton che le chiamano casa.
La prima stagione di 1923 è
interpretata anche da Brandon Sklenar, Darren Mann,
Michelle Randolph, James Badge Dale, Marley Shelton, Brian
Geraghty, Aminah Nieves, Jerome Flynn e Julia Schlaepfer.
Prodotta da MTV Entertainment Studios, 101 Studios e Bosque Ranch
Productions, la serie è prodotta dal co-creatore di “Yellowstone”
Taylor Sheridan, David C. Glasser, John Linson, Art Linson, Ron
Burkle, David Hutkin, Bob Yari e Ben Richardson. 1923 è l’ultima
aggiunta al crescente programma di Sheridan su Paramount+,
che comprende 1883, MAYOR OF KINGSTOWN, TULSA KING e le
prossime serie BASS REEVES, LIONESS e LAND MAN.
Jennifer Carpenter, ex star di
Dexter, viaggerà nel tempo fino al 1923:
l’attrice è infatti l’ultimo nome che si è aggiunto all’elenco
delle puntate della seconda stagione della serie di successo di
Paramount+. Con un ruolo ricorrente, la
Carpenter interpreterà Mamie Fossett, un vice sceriffo
degli Stati Uniti duro come un chiodo e con i piedi per terra, che
non ha paura di sfondare le porte per notificare i mandati o di
trascinare un criminale a calci e urla nella prigione di campagna,
secondo quanto riportato da
Deadline. Ci aspettiamo che Mamie Fossett impugni
magistralmente una pistola e faccia vergognare alcuni di questi
uomini.
Dopo aver ricevuto il via libera
per la seconda stagione ben più di un anno fa, la serie prequel di
Yellowstone, diretta da
Harrison Ford e
Helen Mirren, si è avvicinata lentamente alla linea di
partenza della produzione. Come molti altri progetti, il secondo
episodio della produzione creata da Taylor
Sheridan è stato fortemente rallentato dallo sciopero
degli sceneggiatori dello scorso anno, ma ora le ruote stanno
andando avanti e le telecamere hanno ufficialmente iniziato a
girare. Sia Harrison
Ford che
Helen Mirren torneranno nell’America dei primi anni
’20 per la seconda stagione di 1923,
insieme a molti altri protagonisti della prima stagione. Tra gli
altri membri del cast che potrebbero tornare ci sono
Brandon Sklenar, Julia Schlaepfer, Aminah Nieves, Jerome
Flynn, Isabel May, Darren Mann e Brian Geraghty.
Il primo gruppo di episodi ha
riportato indietro gli orologi di Yellowstone
e ha portato i lontani parenti dei Dutton nell’anno del titolo.
Insieme affrontano tutti gli alti e bassi che caratterizzano questo
difficile decennio della vita americana, tra cui siccità, pandemie
e gli ultimi anni del proibizionismo. Possiamo aspettarci che altri
drammi e perdite affliggano la famiglia Dutton mentre continuano a
mettere un piede davanti all’altro nella speranza di una vita
migliore per i loro figli e per i figli dei loro figli nella
seconda stagione.
Jennifer Carpenter torna in TV con
1923
È probabile che il pubblico
riconosca la Carpenter per il ruolo del tenente di
polizia Debra Morgan nella serie di successo di Showtime,
Dexter. Lì ha recitato al fianco di Michael C. Hall nel ruolo della sorella
dell’attore nello show su un serial killer che prende di mira
coloro che meritano la morte. In seguito, l’attrice ha ripreso il
suo ruolo nella serie 2022, di scarso successo e di breve durata,
Dexter: New Blood. Più recentemente, la Carpenter ha condotto
la serie thriller Ballistic, in cui ha interpretato un’agente
segreto che cerca di uscire da una situazione molto difficile dopo
una missione fallita.
L’attrice è apparsa di recente
anche in film come A Mouth Full of Air di Amy
Koppelman e negli ultimi anni ha svolto un’intensa
attività di doppiatrice in titoli come Mortal Kombat
Legends: Battle of the Realms e Batman: Gotham by
Gaslight.
È possibile recuperare la stagione
1 di 1923: tutti gli episodi sono attualmente
disponibili in streaming su Paramount+.
1923 in streamin è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
L’attrice sta ufficialmente facendo
un passo indietro nel tempo. Oggi pomeriggio è stato annunciato che
Janet Montgomerysalirà a bordo del drama
1923
della Paramount+ per la prossima stagione 2 della
serie. La Montgomery assumerà il ruolo ricorrente di una donna
di nome Hillary, un nuovo personaggio “riflessivo” che nutre una
spiccata passione per la giustizia.
1923,prequel del popolare dramma neo-western
Yellowstone,
segue i membri della famiglia Dutton un secolo prima degli eventi
della serie originale. Proprio come i loro discendenti in
Yellowstone,
i Dutton del 1923 sono alle prese con le difficoltà della gestione
del loro ranch nel Montana, con alcuni importanti colpi di scena
storici, tra cui alcune feroci leggi del proibizionismo, una
terribile siccità e l’inizio della Grande Depressione. La storia
della famiglia Dutton e del suo ranch viene raccontata anche
attraverso una serie di altri prequel e spinoff di Yellowstone,
tra cui 1883
e le serie in sviluppo 1944, 6666e 2024.
Il casting della Montgomery per
1923 la metterà a fianco di star come Harrison Ford e Helen Mirren, che guidano la serie
rispettivamente nei panni di Jacob e Cara Dutton. La prima stagione
dello show ha visto anche la partecipazione di Brandon
Sklenar nel ruolo del nipote di Jacob e Cara, Spencer,
Jerome Flynn nel ruolo del principale avversario
dei Dutton , Banner Creighton, e Isabel
May nel ruolo della narratrice Elsa Dutton, personaggio
apparso anche nella serie prequel 1883. Oltre a
Montgomery, il cast della seconda stagione comprende l’ex star
di DexterJennifer Carpenter, che interpreterà un
vice sceriffo degli Stati Uniti “duro come una roccia” di nome
Mamie Fossett.
Cosa sappiamo della seconda
stagione di 1923?
Oltre a una serie di recenti
annunci di casting, non si sa molto della prossima stagione di
questo spinoff di Yellowstone. Sebbene la seconda stagione di
1923 sia stata rinnovata da Paramount+ prima ancora che il
finale della prima stagione arrivasse sugli schermi televisivi,
fattori imprevisti come lo sciopero della Writers’ Guild of America
del 2023 hanno posto alcuni ostacoli inaspettati alla produzione
della serie. La stagione, inoltre, non ha ancora ricevuto una
data ufficiale per la première su Paramount+, lasciando i fan in
gran parte all’oscuro di quando potranno rivedere i loro personaggi
preferiti alle prese con il ranch della famiglia Dutton.
Con i suoi film da regista o
sceneggiatore, come Sicario, Hell or High Water e
I segreti di Wind River,Taylor Sheridan ha negli anni
portato avanti brillanti riflessioni sul tema della moderna
frontiera americana. I suoi neo-western attingono infatti
ad un immaginario ormai noto a tutti raccontandolo però attraverso
sfumature inedite e profondamente attuali. Oltre che al cinema,
Sheridan ha esportato la sua visione a riguardo anche nella
serialità, dando vita nel 2018 alla serie Yellowstone, con
protagonista KevinCostner. Giunta oggi alla sua quinta stagione,
l’universo narrativo da questa raccontata è stato poi ampliato
grazie a due serie prequel: 1883, uscita
nel 2021, e 1923, disponibile su Paramount+ dal 12 febbraio.
Se nella serie madre si narrava
dell’attuale famiglia Dutton, e in 1883, interpretata
da Sam Elliott,
dei loro antenati e di come divennero proprietari di alcune vaste
terre nel territorio del Montana, in 1923 il racconto si
sposta ad una nuova generazione di Dutton, composta da
Jacob, Cara e i figli adottivi
Jack e Spencer. La serie li segue
nel bel mezzo di un periodo di forte difficoltà, tra
proibizionismo, siccità e le prime fasi della Grande Depressione,
che colpì il Montana molto prima del crollo del mercato azionario
del 1929. Ancora una volta le loro vicende diventano lo specchio di
una nazione che, in uno dei suoi momenti più bui, dovette trovare
la forza di non cedere e proteggere i propri confini.
Un western tra tradizione e contemporaneità
Con 1923 prosegue dunque la
saga famigliare di Sheridan, che assume sempre più la vastità e il
respiro di un vero e proprio racconto generazionale. Senza
considerare che sono in fase di sviluppo altre serie spin-off
ambientate in vari periodi del Novecento, già con queste tre serie
ad oggi distribuite la vicenda dei Dutton è ormai diventata
quantomai appassionante, complessa e ricca di acute riflessioni. Se
1883 aveva il sapore di un vero e proprio western
classico, tra cowboy, indiani, frontiere e scontri all’ultimo
sangue, e Yellowstone presenta invece un ovvio maggior
dialogo con la contemporaneità e i suoi canoni, 1923 si
presenta invece come una terra di mezzo, dove tradizione e
progresso coesistono più o meno pacificamente.
Ci sono anche qui cowboy, mandrie da
gestire, frontiere da proteggere, ma forte è anche quel desiderio
di ordine, istruzione e miglioramento esistenziale che porta con sé
un’atmosfera inedita in un contesto altrimenti ancora parzialmente
caratterizzato da una natura selvaggia. La serie sembra dunque
giocare in equilibrio tra questi poli opposti, fotografando un
momento di passaggio quantomai cruciale nella definizione e nella
direzione che gli Stati Uniti prenderanno per il resto del secolo.
Proprio tali elementi rendono 1923 particolarmente
affascinante, diversa dalle altre due serie dedicate ai Dutton. Nel
guardarla, si è confortati dal trovarsi di fronte ad un qualcosa
che è famigliare, ma allo stesso tempo si resta sorpresi nel
ritrovarvi tensioni sociali e culturali che sono proprie del nostro
tempo.
1923, Harrison Ford, Helen Mirren e i volti del
western
Al di là del discorso che vede
1923 essere un vero e proprio gioiello che si muove a metà
tra tradizione e contemporaneità, è innegabile che uno dei punti di
forza della serie siano proprio i due interpreti protagonisti.
Rispettivamente nei panni di Jacob e Cara Dutton, Harrison Ford ed
Helen Mirren sembrano
provenire proprio dal tempo in cui la serie è ambientata. I loro
volti scavati e provati si rivelano essere magnifici per il genere
di riferimento della serie, tanto da far talvolta pensare di star
guardando un prodotto televisivo del passato e non invece qualcosa
realizzato al giorno d’oggi. Neanche a dirlo, i due portano in
scena tutto il loro carisma e bastano piccoli gesti, parole o
movimenti del corpo per rubare l’attenzione a tutto il resto.
Sheridan scrive per loro dei
personaggi complessi, non degli eroi bensì esseri umani che, dopo
una vita di fatiche e violenza, sono semplicemente alla ricerca di
un po’ di quiete, nella quale poter vivere gli ultimi anni della
loro storia d’amore. E proprio questa ricerca di tranquillità è un
altro degli aspetti più affascinanti della serie, a cui dona un
ritmo pacato dentro al quale si trova il tempo di poter godere
degli splendidi paesaggi naturali e di stili di vita che oggi
appaiono particolarmente ammalianti, così lontani dalla frenesia
della contemporaneità. Dove c’è ricerca di tranquillità, però, c’è
anche la violenza pronta a spezzarla. Non a caso la serie si apre
con freddezza sulla fucilazione di un uomo e, poco dopo, di un
leone.
Questa prima stagione (una seconda è
già in lavorazione), composta da 8 episodi, si muove dunque su quei
labili confini dove è difficile stabilire dove finisca la
tradizione e inizi il progresso, dove la quiete lasci spazio alla
violenza. Proprio questa sua tensione tra più forze
rende 1923 un capitolo estremamente affascinante
e importante della saga concepita da Sheridan. In ultimo, è bene
sapere che certamente l’aver visto
Yellowstone e 1883 permette di
godere ancor di più di quanto si racconta in questo nuovo prequel,
ma la sua visione è possibile anche senza aver visto le prime due
serie. 1923 è infatti un epico racconto a sé,
forte della scrittura di Sheridan, delle interpretazioni dei suoi
protagonisti e dei suoi specifici temi portanti.
Paramount+ presenta il
trailer della nuova attesissima serie drammatica
1923,
interpretata dal premio Oscar Helen Mirren e dal candidato all’Oscar
Harrison Ford. Realizzata dal candidato
all’Oscar Taylor Sheridan, prequel di 1923.
1923
debutterà domenica 18 dicembre negli Stati Uniti e in Canada e
lunedì 19 dicembre su Paramount+ nel Regno Unito e in
Australia. In Italia, 1923
debutterà su Paramount+ nel corso del
2023.
1923, la
trama
1923, il
nuovo capitolo della storia della famiglia Dutton, introdurrà una
nuova generazione di Dutton guidata dal patriarca Jacob (Ford) e
dalla matriarca Cara (Mirren). La serie esplorerà i primi anni del
XX secolo, quando pandemie, siccità storiche, la fine del
proibizionismo e la Grande Depressione affliggono l’Ovest montano e
i Dutton che lo chiamano casa.
Oltre a
Harrison Ford e
Helen Mirren, 1923 è interpretato anche da Darren Mann
(“Animal Kingdom”), Michelle Randolph (“A Snow White Christmas”),
James Badge Dale (“Hightown”), Marley Shelton (“Scream”), Brian
Geraghty (“Big Sky”), Aminah Nieves (“Blueberry”) e Jerome Flynn
(“Game of Thrones”).
Prodotto da MTV Entertainment
Studios, 101 Studios e Bosque Ranch Productions, 1923 è prodotto
esecutivamente da Taylor Sheridan, John Linson, Art Linson, David
C. Glasser, Ron Burkle, David Hutkin, Bob Yari e Ben Richardson.
1923 è l’ultima novità nel crescente programma di Sheridan su
Paramount+, che oltre a 1883 e MAYOR OF KINGSTOWN, comprende TULSA KING e
le prossime serie LIONESS e LAND MAN.
In 1923
la star Julia Schlaepfer, che interpreta Alexandra
nella serie, avverte che il peggio deve ancora arrivare per il suo
personaggio in questa stagione. Dopo essere stata separata da
Spencer Dutton nella prima stagione, nella seconda Alex intraprende
un viaggio in America da sola. Dopo aver subito esami disumani a
Ellis Island come immigrata, viene derubata e aggredita nella
seconda stagione, episodio 4.
In un’intervista con TV Line, Schlaepfer anticipa che qualcosa di peggio è
all’orizzonte. Ecco cosa ha detto:
Dopo Ellis Island, si sente un
po’ come, ‘OK, posso farcela. L’ho fatto da sola. Non avevo nessuno
che mi proteggesse. Spencer non c’era. Sono sopravvissuta
all’inimmaginabile.Questa è la cosa peggiore che potesse
accadere“, mi dice durante una chat su Zoom. ‘Alex entra nella
seconda stagione ingenua su come sia il mondo. Non lo capisce
appieno. E poi, a Grand Central, riceve questi gesti di gentilezza
dal giornalista e dall’impiegato di Grand Central. Penso che sia
questo il momento in cui pensa: ’Ok, le persone sono buone. Le
persone sono OK, e non tutte cattive”.
Credo che lei stessa pensi di
aver superato il peggio. In questa stagione, continua a scavare
sempre più a fondo per trovare la volontà di andare avanti.
Julia Schlaepfer arriva alla premiere di Los Angeles della serie
Paramount+ “1923”
Stagione 2. Foto di Image Press Agency via Depositphotos.com
Arriva da
deadline la notizia che il cast di 1923 continua
a migliorare nell’universo di Yellowstone.
La Paramount+ ha annunciato oggi che
Helen Mirren e Harrison Ford reciteranno in 1932 (titolo
provvisorio), il prossimo capitolo della storia delle origini di
Dutton.
Lo streamer non ha offerto
ulteriori informazioni su chi interpreteranno Helen Mirren e Harrison Ford nella prossima serie
scritta sempre da Taylor Sheridan, tuttavia la piattaforma ha
annuciato che “la prossima storia introdurrà una nuova generazione
della famiglia Dutton ed esplorerà l’inizio del ventesimo secolo
quando pandemie, siccità storica, la fine del proibizionismo e
della Grande Depressione affliggono tutte le montagne a ovest e i
Dutton che la chiamano casa. La nuova serie tv arriverà a dicembre
ed è prodotto da MTV Entertainment Studios, 101 Studios e Bosque
Ranch Productions.
L’ultimo spin-off di Yellowstone arriva
sulla scia del 1883,
il prequel concepito come una miniserie unica con Tim
McGraw e Faith Hill nei panni di James e
Margaret Dutton. Il dramma interpretato anche da
Sam Elliott, LaMonica Garrett e Isabel May è diventato
il titolo più visto di sempre su Paramount+ a livello globale.
Nel frattempo, la serie avvincente
che ha dato inizio a tutto – Yellowstone, con Kevin
Costner nei panni di John Dutton – ha
appena iniziato la produzione della quinta
stagione dopo una quarta
stagione si è chiusa con ascolti record. Ha attirato una media
di 11 milioni di spettatori totali e ha ottenuto le sue prime
nomination agli Screen Actors Guild Award e ai Producers Guild
Awards. Il repertorio di Sheridan alla Paramount+ include
anche Mayor of Kingstown e le prossime
serie Lioness, Tulsa
King, 1883: The Bass Reeves
Story e Land Ma.
Di cosa parla
1923?
Al di là della
notizia dell’esistenza dello spettacolo, sono stati rivelati ancora
pochissimi dettagli, con una sinossi pubblicata a maggio che
afferma semplicemente che il 1932 sarà una nuova
storia di origine che “introdurrà una nuova generazione della
famiglia Dutton ed esplorerà l’inizio del ventesimo secolo quando
pandemie, siccità storica, la fine del proibizionismo e la Grande
Depressione affliggono tutti la montagna occidentale e i Dutton che
la chiamano casa”.
Lo spettacolo
sarà prodotto da MTV Entertainment Studios e 101 Studios, che
producono anche Yellowstone e 1883 ,
così come il sindaco di Kingstown del creatore di
Yellowstone Taylor
Sheridan .
“Con la mente
brillante e la narrazione di talento di Taylor Sheridan, abbiamo
creato un mondo completamente nuovo da esplorare con
il 1883 espandendo Yellowstone e con il 1932
apriremo un nuovo capitolo in questo universo in rapida crescita”,
hanno affermato ViacomCBS Media Networks e MTV Il presidente e CEO
di Entertainment Studios Chris McCarthy.
Dove si inserisce
nel verso di Sheridan
Dal successo
di Yellowstone, il creatore Taylor Sheridan è
diventato un prolifico creatore, con 9 spettacoli attualmente in un
certo livello di sviluppo o produzione sotto l’ombrello della
Paramount, un elenco che lo stesso creatore definisce
“eccessivo”.
Insieme
al 1883, i cui piani futuri non sono chiari oltre
l’ordine di ulteriori episodi, e alla prossima quinta stagione
per Yellowstone, il 1932 si
unisce all’ancora misterioso (ma anche chiamato
numericamente) 6666, che le indicazioni suggeriscono
sarà uno spin-off contemporaneo
di Yellowstone piuttosto rispetto a un prequel
storico. Il progetto di Bass Reeves, precedentemente
annunciato, con David Oyelowo nel ruolo del maresciallo degli Stati
Uniti titolare, sembra essere stato
ribattezzato 1883: The Bass Reeves
Story, suggerendo che funzionerà anche come una serie
spin-off o sorella nell’universo
di Yellowstone .
Al di fuori del
mondo dei Dutton, Sheridan è anche uno showrunner
del Mayor of Kingstown con
Jeremy Renner , che è stato rinnovato per una
seconda stagione, Tulsa King, un
moderno dramma gangster con protagonista Sylvester
Stallone, e il thriller di spionaggio guidato da Zoe
Saldaña Lioness e un film drammatico sulla compagnia
petrolifera con Billy Bob Thornton intitolato Land
Man.