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1917: recensione del film di Sam Mendes

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1917: recensione del film di Sam Mendes

Arriva al cinema il 23 gennaio il nuovo film di Sam Mendes, 1917, spettacolare ricostruzione storica della guerra di trincea e racconto di una missione pericolosissima, attraverso lo sguardo di quello che sembra un unico piano sequenza.

Il regista di American Beauty parte da un fatto storico, nel 1917 le truppe tedesche in Francia si ritirarono dietro la Linea di Hindenburg, e ci imbastisce sopra un storia, quella di due giovani soldati che devono recapitare un messaggio all’esercito inglese, il quale non sa che quella ritirata nemica è in realtà la preparazione a un’imboscata che potrebbe costare la vita a 16mila uomini. I due soldati (interpretati da Dean Charles Chapman e George MacKay) intraprendono così questa missione suicida, con la speranza di riuscire ad arrivare in tempo per annullare l’attacco inglese. Inoltre, uno dei due spera anche di ricongiungersi con il fratello, che guida proprio l’altro battaglione.

Il significato del piano sequenza di 1917

Gli elementi che giustificano la scelta tecnica di Mendes di utilizzare il “piano sequenza” si rintracciano tutti nell’abbozzo di trama che basta conoscere per parlare del film. In 1917, la forma linguistica della ripresa lunga si trasforma in strumento drammaturgico perché mette lo spettatore in condizione di vivere un’esperienza immersiva. L’occhio della macchina da presa è sempre alle spalle, accanto o poco avanti ai protagonisti, sempre alla loro altezza, come a suggerire costantemente allo spettatore che lui è lì, proprio accanto al soldato, e, con un po’ di immaginazione, ne sente il freddo, la stanchezza, la fame, la paura.

L’espediente tecnico e l’ambientazione durante la guerra faranno sicuramente volare la mente a film che prima di Mendes hanno scritto la storia del cinema, basti pensare a Orizzonti di Gloria o a Arca Russa. Il piano sequenza di Mendes e il suo racconto di guerra sono però differenti da questi esempi, sono distanti anni luce dal virtuosismo tecnico fine a se stesso (come fu invece per il Birdman di Inarritu, non per questo meno pregevole) e dalla complessità politica che, ad esempio, Kubrick infonde nel suo sguardo sulla guerra.

Mendes cerca lo spettacolo

L’obbiettivo di Sam Mendes sembra dunque quello di fare spettacolo, emozionare e coinvolgere. Non siamo quindi dalle parti degli illustri esempi citati ma più da quelle dello Spielberg di Salvate il Soldato Ryan, nonostante anche qui il paragone sia esclusivamente concettuale.

Come i due soldati sono completamente dedicati a raggiungere la Linea di Hindenburg e a consegnare il loro messaggio, così anche il regista si avvale di tutti gli strumenti che possiede, dalla fotografia (Roger Deakins), al montaggio fino alla musica, per garantire allo spettatore l’esperienza di immersione nella storia.

Tutto questo supportato da una sceneggiatura semplice e semplicistica; da una parte si può notare facilmente come la storia sia essenziale e lineare, dall’altra si capisce bene come Mendes, che firma anche la sceneggiatura insieme a Krysty Wilson-Cairns, si sia liberato delle complicazioni ideologiche moderne nella rappresentazione degli avversari, che diventano semplici villain delle storia e non personaggi antagonisti che stanziano in una zona grigia.

Per Mendes, in questo film, ci sono i buoni e ci sono i cattivi, nettamente separati, perché era importante per lui non raccontare la guerra come male del mondo, come aveva fatto per esempio Malick ne La Sottile Linea Rossa, né usarla come pretesto per la glorificazione del mezzo cinema, come ha fatto invece Nolan con Dunkirk, ma portare il fuoco del film sull’avventura di due uomini coraggiosi che devono compiere una missione per la salvezza di altri giovani soldati loro pari. È in questo aspetto che va ricercata la chiave di lettura di 1917: non un esperimento tecnico, non un esercizio di stile, ma un racconto che cerca l’empatia e il coinvolgimento, avvalendosi di competenze e tecnica fuori dal comune.

1917: la prima featurette dal film di Sam Mendes

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1917: la prima featurette dal film di Sam Mendes

È stato diffuso il primo contenuto speciale dalla lavorazione di 1917, il nuovo film di Sam Mendes. Si tratta di una featurette in cui regista, produttori e tecnici del film raccontano come è stato realizzare un’esperienza di guerra in tempo reale, visto che il film è stato girato in piano sequenza.

01 Distribution ha anche diffuso il trailer ufficiale di 1917, il nuovo attesissimo film del regista premio Oscar Sam Mendes. Nel cast protagonisti George MacKay e Dean-Charles Chapman.

Sam Mendes, il regista premio Oscar di Skyfall, Spectre e American Beauty, porta al cinema la sua singolare visione dell’anno cruciale della prima guerra mondiale, il 1917.

1917, la trama

Al culmine della prima guerra mondiale, due giovani soldati britannici, Schofield (George MacKay di Captain Fantastic) e Blake (Dean-Charles Chapman di Game of Thrones) ricevono una missione apparentemente impossibile. In una corsa contro il tempo, devono attraversare il territorio nemico e consegnare un messaggio che arresterà un attacco mortale contro centinaia di soldati, tra cui il fratello di Blake.

1917 è diretto da Sam Mendes, che ha scritto la sceneggiatura con Krysty Wilson-Cairns (Penny Dreadful di Showtime). Il film è prodotto da Mendes e Pippa Harris (Revolutionary Road, Away We Go) per le loro produzioni Neal Street, Jayne-Ann Tenggren (produttore associato, Spectre), Callum McDougall (produttore esecutivo, Mary Poppins Returns, Skyfall) e Brian Oliver (Rocketman, Black Swan).

1917: incontro con i protagonisti Mendes, Chapman, McKay e Deakins

1917, il nuovo, esaltante, film di Sam Mendes che sta facendo incetta di premi (due Golden Globes, miglior film e miglior regia) e nomination (10 agli Oscars 2020) sarà nelle sale dal 23 gennaio con 01 Distribution. La pellicola del regista di American Beauty racconta lo straordinario viaggio di due giovanissimi soldati, che vengono mandati oltre le linee nemiche, in una missione suicida, a recapitare un messaggio di fondamentale importanza, avvisare il battaglione di un’imboscata. Il loro fallimento potrebbe causare la morte di oltre 16 mila uomini.

La guerra come non l’avete mai vista, o meglio, come non si vedeva da tempo su grande schermo: dura, sporca, ingiusta e dolorosa, in una pellicola al cardio palma che ha il potere, dall’inizio dell’azione, di far empatizzare lo spettatore in una maniera totale con i due protagonisti.

Potere del cinema e anche di Sam Mendes che si avvale della collaborazione di Roger Deakins, premio Oscar alla fotografia per Blade Runner 2049, per girare il film come se fosse un lungo piano sequenza. Scelta tecnicamente non facile ma dalla resa straordinaria. Abbiamo incontrato i protagonisti a Londra in occasione della presentazione alla stampa del film.

1917 nasce da un racconto del nonno di Sam Mendes

Ho letto che la storia di questo film si deve a suo nonno, è vero?

Sam Mendes: “Sì, è vero. Sono racconti che mi ha fatto quando avevo 10 anni, è da quel giorno che ci penso! La verità è che dopo l’esperienza di Bond dove sono stato a stretto contatto con gli sceneggiatori per tantissimo tempo, ho iniziato a pensare di poter scrivere qualcosa di mio. Una delle storie che mi ha raccontato mio nonno riguardava la consegna di un messaggio, ho pensato che avrei potuto creare qualcosa di ancora più epico su quel viaggio, ma non ero sicuro di come raccontarlo. Abbiamo fatto moltissime ricerche e abbiamo trovato un momento durante la guerra dove fosse plausibile inserire un viaggio, abbiamo scoperto che nel ’17 i tedeschi si sono ritirati dietro la linea di Hindenburg e ci abbiamo inserito la nostra storia, era più vero e plausibile, una volta capito come strutturarlo abbiamo scritto la sceneggiatura”.

Cosa rende speciali i vostri personaggi?

Dean Charles Chapman: “Credo si empatizzi con loro perchè sono due semplici ragazzi, non sono supereroi e non hanno superpoteri, sono semplici, come te, come me, ti ci puoi identificare e in più, pur essendo un film straordinario, non è un film che vuole insegnare nulla sulla guerra, è un film che si svolge durante la guerra, raccontando la storia di due ragazzi che affrontano qualcosa di straordinario, come potrebbe affrontarla chiunque altro”.

Una grande sfida tecnica per cast e crew

1917 intervista

Si vocifera che sul set ci fossero due sceneggiature, è vero?

George MacKay: “Sì, ma non c’è nessun mistero dietro a tutto ciò, abbiamo avuto due sceneggiature per una questione di logistica, una era riferita alla storia, al nostro recitare e l’altra era tecnica, seguiva ogni particolare di ogni scena nei minimi dettagli. Col fatto che Sam abbia deciso di girare come in un lungo piano sequenza, avevamo bisogno di una sceneggiatura parallela per coordinare tutto, come una mappa per capire dove sarebbe stata la camera”.

Quanto lavoro c’è dietro ad un film del genere?

Roger Deakins: “Abbiamo iniziato a preparare il film circa nove mesi prima di iniziare a girare, c’è stato molto dialogo con Sam per capire come farlo e prendere le decisioni giuste, avevamo già George e Dean, il che ha agevolato il nostro lavoro perché potevamo disporre di loro per le prove tecniche di pre produzione. Tutto è stato fatto con estrema precisione, nei minimi dettagli, il che non implica un set rigido, si è svolto tutto con estrema naturalezza, semplicemente ognuno doveva sapere esattamente la propria posizione sul set e cosa si sarebbe fatto in quel momento e in quello dopo”.

1917: il trailer ufficiale del film di Sam Mendes

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1917: il trailer ufficiale del film di Sam Mendes

01 Distribution ha diffuso il trailer ufficiale di 1917, il nuovo film di Sam Mendes, in uscita in Italia il prossimo 23 gennaio.

Sam Mendes, il regista premio Oscar® di Skyfall, Spectre e American Beauty, porta al cinema la sua singolare visione dell’anno cruciale della prima guerra mondiale, il 1917, ed ottiene le nomination per MIGLIOR FILM, MIGLIOR REGIA e MIGLIOR COLONNA SONORA ai GOLDEN GLOBE 2020.

La trama di 1917

Al culmine della prima guerra mondiale, due giovani soldati britannici, Schofield (George MacKay di Captain Fantastic) e Blake (Dean-Charles Chapman di Game of Thrones) ricevono una missione apparentemente impossibile. In una corsa contro il tempo, devono attraversare il territorio nemico e consegnare un messaggio che arresterà un attacco mortale contro centinaia di soldati, tra cui il fratello di Blake.

1917 è diretto da Sam Mendes, che ha scritto la sceneggiatura con Krysty Wilson-Cairns (Penny Dreadful di Showtime). Il film è prodotto da Mendes e Pippa Harris (Revolutionary Road, Away We Go) per le loro produzioni Neal Street, Jayne-Ann Tenggren (produttore associato, Spectre), Callum McDougall (produttore esecutivo, Mary Poppins Returns, Skyfall) e Brian Oliver (Rocketman, Black Swan).

1917: 10 curiosità sul film candidato all’Oscar

1917: 10 curiosità sul film candidato all’Oscar

Tra i film del momento vi è 1917, diretto dal regista premio Oscar Sam Mendes e ambientato durante la prima guerra mondiale, dove si seguono in particolare le vicende di due giovani soldati, incaricati di consegnare un importante messaggio. Per farlo, tuttavia, dovranno intraprendere una corsa contro il tempo, avventurandosi in territorio nemico. Il film, che ha raccolto numerose lodi da parte della critica, è stato nominato a dieci premi Oscar, e vanta nel cast attori del calibro di Mark Strong, Andrew Scott, Colin Firth, Benedict Cumberbatch e George MacKay. Ecco 10 curiosità sul film 1917. 1917 in streaming è disponibile su NOW

Guarda 1917 su NOW e anche on demand su Sky. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda il film e molto altro.

1917: le origini del film

1. Il regista si è ispirato ad eventi reali. Il desiderio di realizzare il film nacque nel momento in cui il regista decise ispirarsi ai racconti di guerra di suo nonno Alfred Hubert Mendes, il quale aveva combattuto per due anni sul fronte francese. Tali racconti sono inoltre raccolti nel volume L’autobiografia di Alfred H. Mendes. 1897 – 1991. Pur ispirata a vicende reali, la sceneggiatura del film è però un’idea originale di Mendes, ed è pertanto stata nominata come miglior sceneggiatura originale ai premi Oscar.

2. Il nonno del regista era realmente un messaggero di guerra. Stando a quanto raccontato da Alfred H. Mendes, egli entrò in guerra nel 1916 all’età di 17 anni. Tra i suoi primi incarichi vi fu realmente quello di consegnare importanti messaggi. Contrariamente al personaggio protagonista del film, tuttavia, egli era piuttosto basso e aveva così la fortuna di potersi nascondere tra la nebbia o nella vegetazione.

1917: le riprese del film

3. Il cast si è sottoposto a lunghe prove. Per soddisfare le richieste del regista, il quale desiderava girare il film con una serie di piani sequenza, il cast, e con loro la troupe, si sono dovuti sottoporre a lunghe sessioni di prove al fine di imparare nei minimi dettagli i movimenti e le battute previste. Un singolo errore comportava infatti la necessità di rifare da capo l’intera ripresa. Le lunghe prove sono così servite a quanti hanno lavorato al film ad acquisire dimestichezza con quanto previsto da copione.

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4. Per girare il film il regista si è ispirato ad un celebre film. Dar vita ad un film composto da un unico piano sequenza è impresa pressoché inarrivabile, e per tanto il regista ha deciso di girare diverse di queste lunghe riprese, da unire poi al montaggio per farle sembrare una unica. Per riuscire in ciò si è ispirato al film Nodo alla gola (1948), di Alfred Hitchcock, il quale nel suo film era solito far terminare un piano sequenza dietro ad un oggetto, e far partire il seguente dallo stesso punto, così da nascondere il taglio di montaggio.

5. Ha segnato una novità per il direttore della fotografia. A curare la fotografia del film vi è Roger Deakins, celebre direttore della fotografia premio Oscar. Per le riprese del film, Deakins si è servito di una Arri Alexa LF in formato digitale, con diverse lenti per differenti esigenze. Questa è la prima volta che utilizza questa particolare macchina da presa nel corso della sua lunga carriera.

1917: i luoghi del film

6. La troupe ha dovuto affiggere particolari segnali d’avviso. Le riprese del film si sono tenute nel Regno Uniti, e nello specifico nel Wiltshire, a Govan, nella riserva naturale di Hankley Common. Per evitare spiacevoli conseguenze, lo staff di produzione ha dovuto erigere dei cartelli che avvertivano gli escursionisti della zona a non allarmarsi qualora si fossero imbattuti nei corpi dei finti cadaveri sparsi per l’intera area.

1917: i riferimenti culturali

7. Una battuta svela il senso del film. All’interno del film, il personaggio di William Schofield, interpretato dall’attore George MacKay, recita ad un bambino francese un verso del poema The Jumblies di Edward Lear. Questo recita: “Sebbene il cielo sia scuro e il viaggio sia lungo, tuttavia non possiamo mai pensare di essere imprudenti o nell’errore”. Tale verso, come l’intero poema, può essere infatti visto come una metafora della missione raccontata all’interno del film.

1917-cast

1917: il cast del film

8. Tom Holland avrebbe dovuto avere un ruolo nel film. Al momento del casting del film, l’attore Tom Holland, ora celebre per essere Spider-Man all’interno dell’MCU, era stato contattato per ricoprire il ruolo del tenente Blake. L’attore fu tuttavia costretto a rinunciare al ruolo per via di impegni precedentemente presi. Al suo posto fu scelto l’attore Richard Madden.

9. Benedict Cumberbatch in un nuovo film di guerra. L’attore Benedict Cumberbatch interpreta nel film ruolo del colonnello Mackenzie. Per l’attore è la sesta volta che prende parte ad un film di guerra. Gli altri sono stati Espiazione (2007), Small Island (2009), War Horse (2011) Parade’s End (2012) e The Imitation Game (2014).

10. Il film riunisce due attori di Kingsman. Tra gli altri protagonisti del film vi sono gli attori Mark Strong e Colin Firth. I due avevano già lavorato insieme nei film d’azione Kingsman – Secret Service (2014) e Kingsman – Il cerchio d’oro (2017). Nel film di guerra interpretano rispettivamente il capitano Smith e il generale Erinmore.

Fonte: IMDb

 

 

 

1917, la guerra come videogioco nel film di Sam Mendes

1917, la guerra come videogioco nel film di Sam Mendes

Raccontare la guerra al cinema è sempre stato un obiettivo rischioso, in quanto pur se si ha l’intenzione di realizzare un film antimilitaristico si rischia facilmente di sfociare nell’estetizzazione di tali eventi. La conseguenza è dunque quella di rendere affascinanti quelle situazioni e quei contesti verso cui si cerca invece di muovere una critica. Anche i più grandi autori, una volta cimentatisi con tale genere cinematografico, hanno spesso finito con il cadere in questa trappola. Diventa però interessante analizzare come la guerra venga raccontata in base al periodo storico vigente. Per 1917 (qui la recensione), il film del 2019 di Sam Mendes, tale racconto non poteva che avere luogo attraverso le dinamiche del videogame.

Sempre più negli ultimi decenni i videogiochi e le loro dinamiche hanno influenzato il cinema (dopo essere stati a loro volta influenzati proprio dalla settima arte). In particolare, videogiochi di guerra come Call of Duty o Warzone hanno offerto ai gamer di entrare nel vivo di un contesto bellico, quasi potendolo vivere in prima persona. È proprio questo punto di vista a farla da padrone in 1917, notoriamente costruito come un lungo piano-sequenza che segue i due protagonisti nelle loro peripezie sul campo di guerra. Oltre a questa visuale da videogioco, però, vengono ripresi elementi come livelli, ostacoli da superare e missioni da portare a termine.

Tutto in 1917 rimanda dunque all’esperienza videoludica, la quale ha la piena preminenza rispetto alla Storia, la quale rimane invece sullo sfondo. Quello raccontato da Mendes non è infatti un episodio noto della Prima guerra mondiale, anzi non è neanche del tutto ispirato ad eventi reali. L’importante, per il regista, è proporre una visione di quel contesto legandola a dinamiche narrative ed estetiche a cui si è sempre più abituati grazie alla diffusione dei videogiochi. Una scelta che si pone in aperto contrasto con le critiche all’estetizzazione della guerra, ma che permette di riflettere ulteriormente su quanto tali dinamiche siano sempre più parte dell’odierno linguaggio mediale. Ma andiamo con ordine.

1917 cast

 

La trama e il cast di 1917

Protagonisti del film sono i caporali britannici Schofield (George MacKay) e Blake (Dean-Charles Chapman), i quali vengono scelti per portare a termine un’ardua missione: attraversare l’ostile territorio nemico per consegnare un messaggio al colonnello Mackenzie (Benedict Cumberbatch) e al suo battaglione di 1600 uomini, tra cui il fratello di Blake, Joseph (Richard Madden). Così facendo, impedirebbero ai soldati di cadere in una trappola mortale, ordita dai nemici tedeschi. Ma l’impresa è al limite del possibile, perché il tempo per svolgerla è poco e il territorio da attraversare è impervio, ricco di pericoli e nemici pronti all’attacco.

Oltre agli attori qui citati, nel film compaiono anche gli attori Mark Strong nei panni del capitano Smith, Andrew Scott in quelli del tenente Leslie e Colin Firth in quelli del generale Erinmore, l’uomo che affida a Schofield e Blake l’ardua missione. Per soddisfare le richieste del regista, il quale desiderava girare il film con una serie di piani sequenza, il cast, e con loro la troupe, si sono dovuti sottoporre a lunghe sessioni di prove al fine di imparare nei minimi dettagli i movimenti e le battute previste. Un singolo errore comportava infatti la necessità di rifare da capo l’intera ripresa.

La vera storia dietro il film

Come anticipato, quella di 1917 non è una storia propriamente basata su eventi reali, per quanto il contesto storico ovviamente lo sia. Mendes, però, ha in effetti preso ispirazione su alcuni reali avvenimenti, raccontatigli da suo nonno Alfred Hubert Mendes, il quale aveva combattuto per due anni sul fronte francese. Tali racconti sono inoltre contenuti nel volume L’autobiografia di Alfred H. Mendes. 1897 – 1991.

Stando a quanto raccontato da Alfred H. Mendes, egli entrò in guerra nel 1916 all’età di 17 anni. Tra i suoi primi incarichi vi fu realmente quello di consegnare importanti messaggi. Contrariamente al personaggio protagonista del film, tuttavia, egli era piuttosto basso e aveva così la fortuna di potersi nascondere tra la nebbia o nella vegetazione.

1917 videogioco
George MacKay in 1917. © 2019 Universal Pictures and Storyteller Distribution Co., LLC.

Leggi qui 10 curiosità sul film 1917

1917, film o videogioco di guerra?

Alla luce della trama e delle sue ispirazioni, è più facile comprendere quanto il racconto del film si adatti perfettamente alle dinamiche e ai tempi di un moderno videogioco di guerra. Certo, sono anni ormai il cinema attinge da tali dinamiche di gioco, basti pensare al capostipite Ricomincio da capo (1993), a Elephant (2003), Source Code (2011) o Edge of Tomorrow (2014). Mendes, però, si spinge ancor più in là, portando tali meccaniche all’interno di un genere classico come quello di guerra, stravolgendo l’idea che tali film debbano prima di tutto contenere un forte messaggio etico.

Questo, in 1917, appare invece più smorzato rispetto all’esaltazione estetica, che non si limita alle dinamiche narrative o alle tecniche di ripresa ma anche a tutti gli altri reparti che compongono il film. 1917 è dunque più un film o più un videogioco di guerra? Se fosse quest’ultimo, sarebbe subito da notare l’impossibilità di quell’interazione che è invece alla base dell’esperienza e del legame tra videogioco e videogiocatore. Piuttosto, si potrebbe affermare di trovarsi di fronte ad un gameplay che può solo essere guardato, ma con il quale non si può avere nessun coinvolgimento diretto.

Ciò porta 1917 a rimanere nell’ambito del cinema come arte di cui poter fare esperienza ma non in modo interattivo, ma ad essere comunque un film con un linguaggio non comune, di fatto affermandosi come un ibrido tra le due forme d’arte. Per tutta la sua durata il film ribadisce tale convivenza, contribuendo ad abbattere i confini che fino ad oggi hanno tenuto separati cinema e videogiochi.

Il trailer di 1917 e dove vedere il film in streaming e in TV

Per poter formulare un proprio giudizio sulla base dell’analisi qui proposta, non resta che vedere 1917, è il quale è fruibile grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 18 luglio alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Fonte: IMDb, Wired

1917, il film di Sam Mendes in arrivo su SKY e NOW

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1917, il film di Sam Mendes in arrivo su SKY e NOW

Il pluripremiato 1917, acclamato da pubblico e critica e vincitore di tre Oscar e due Golden Globe, arriva in prima tv su Sky Cinema Uno lunedì 23 agosto alle 21.15, in streaming su NOW e disponibile on demand.

1917, diretto dal regista premio Oscar Sam Mendes e da lui sceneggiato con Krysty Wilson-Cairns è interpretato da George MacKayDean-Charles ChapmanMark StrongAndrew ScottRichard MaddenColin FirthBenedict Cumberbatch. Tra i successi del film l’Oscar per la Miglior Fotografia, i Migliori Effetti Speciali, il Miglior Sonoro e il Golden Globe per Miglior Regista e Miglior Film Drammatico.

1917 è disponibile su NOW e anche on demand su Sky. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda il film e molto altro.

1917, recensione del film di Sam Mendes

1917, la trama

I caporali Schofield e Blake, dell’8° Battaglione, condividono amicizia e un senso di cameratismo. Il loro legame, nell’arco di un breve periodo, verrà messo alla prova in un modo che nessuno dei due avrebbe mai potuto immaginare. Armati di mappe, torce, pistole lanciarazzi, granate e pochi viveri, devono attraversare la Terra di Nessuno e trovare il fratello maggiore di Blake, un tenente del 2° Devon. Hanno ricevuto l’ordine di dirigersi a sudest, fino a quando non raggiungeranno la cittadina di Écoust, dove dovranno individuare il battaglione appostato nel Bosco di Croisilles, consegnare al Colonnello Mackenzie una lettera da parte del Generale Erinmore e salvare così centinaia di commilitoni da morte sicura per opera dei tedeschi. In pochi sanno, e anche Erinmore lo ignora, che in realtà i tedeschi hanno messo in scena un ritiro strategico e che in realtà sono pronti ad annientare chiunque osi sfidarli. Questa missione spaventosa e inattesa, cambierà il corso della loro vita. Un compito apparentemente impossibile, una corsa contro il tempo. I due uomini devono attraversare il territorio nemico per consegnare un messaggio che potrebbe salvare 1600 commilitoni.

 In questa avvolgente esperienza cinematografica, Mendes catapulta il pubblico nel pericolo e nella vastità della Prima Guerra Mondiale, calandolo all’interno del conflitto. Il film rende omaggio non solo ai soldati della Prima Guerra Mondiale ma a tutti i militari, del passato e del presente, e al loro sacrificio per il bene comune e la ricerca della libertà.

 

1899: recensione del primo episodio della nuova serie Netflix

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1899: recensione del primo episodio della nuova serie Netflix

Approdata sulla piattaforma streaming il 17 novembre, 1899 è una serie tv formata, al momento, da una sola stagione di 8 episodi, di circa un’ora l’uno. Gli ideatori della serie sono Jantje Friese e Baran bo Odar, sceneggiatori già molto noti per la serie tv Dark: da questo primo episodio di 1899 è facile ritrovare delle similarità nello stile delle riprese e nell’ambientazione stessa delle vicende con Dark. La serie è prodotta dalla Germania: piccola curiosità, con un budget di 60 milioni di euro, 1899 è al momento la serie tedesca più costosa mai prodotta. Nel cast ritroviamo attori affermati nel panorama Netflix e Sky, tra cui lo spagnolo Miguel Bernardeau (Gùzman in Elite) nel ruolo di Angel, e l’inglese Emily Beecham (Fanny Logan in The pursuit of love) nei panni di Maura Franklin.

1899: la ricerca della nave scomparsa

La serie si apre con una serie di fotogrammi di paesaggi: il cielo, il mare, una nave. E poi un flashback, una visione di Maura in quello che sembra un ospedale psichiatrico: viene portata via mentre urla contro il padre, nell’ombra. Al risveglio, Maura è sul Kerberos, nave transatlantica che viaggia alla volta di New York. Qui a bordo di questo aristocratico battello si trovano tante figure, storie, segreti tutti da scoprire. Clèmence e Lucien sono una giovane coppia di francesi appena sposati: la relazione dei due risulta essere da subito molto burrascosa. Lucien allontana e respinge la moglie. Sulla Kerberos viaggiano anche una misteriosa giovane donna cinese, che da subito attira l’attenzione su di sé nella sala da pranzo della nave per gli abiti ed il trucco tradizionali; viaggia insieme ad una dama di compagnia, la quale sembra essere più una tutrice, un’educatrice per la giovane, dai modi severi che le riserva. Ramiro e Angel sono due fratelli spagnoli che viaggiano insieme: il primo è un prete pauroso, il secondo un giovane spavaldo.

La quotidianità di tutti i nobili passeggeri viene interrotta da un messaggio, ricevuto tramite telegrafo: si tratta di semplici coordinate. Il capitano inverte subito la rotta per raggiungere il punto indicato: si pensa che il messaggio possa provenire dalla Prometeus, nave scomparsa da ormai quattro mesi.

1899 recensione serie tvCiò che si è perso sarà ritrovato

Tutti gli elementi di 1899 portano lo spettatore a percepire un clima di sinistro mistero. In questo primo episodio ancora non è troppo chiaro come potrebbero proseguire le vicende: forse è proprio questo senso di imprevedibilità che crea ancora più inquietudine, ma è anche ciò che potrebbe portare ad una serie molto originale.

Il background musicale si mantiene sempre molto teso, con melodie quasi graffianti. L’ambientazione della Kerberos risulta essere un po’ lugubre: dominano spesso colori scuri, come il verde petrolio, il bordeaux dei vestiti di Maura e di Virginia Wilson, una signora inglese che viaggia da sola. Questo, però, non è nulla a confronto con ciò che il capitano e Maura stessa trovano sulla Prometeus: l’ambientazione qui è propria di un film dell’orrore. Si intravedono con il debole bagliore delle torce portate dal capitano dei cadaveri, in una distruzione totale; quelle che sembrano corde strappate pendere dal tetto.

Passando invece al vero contenuto di 1899, è chiaro come questo primo episodio pilota ci anticipi molte tematiche che si spera venir sviluppate nelle prossime puntate. Ogni passeggero sembra custodire un oscuro segreto.

Miss Maura Franklin

Tra tutti i personaggi, Maura è colei che attira maggiormente l’attenzione e la curiosità dello spettatore: ci è chiaro da subito che si tratta di una giovane donna indipendente ed intelligente. Lei è una delle prime dottoresse in Inghilterra: per l’ironia di una società ancora fortemente patriarcale e machista, le è permesso studiare medicina, ma non esercitare come medico.

“E’ questo che fanno, vi mostrano il mondo e alla fine vi dicono che non potete averlo”

Nei bisbigli che le ronzano nella testa e nelle strane visioni del passato, si può presagire una grande realtà nascosta dietro a questo personaggio. La chiave di volta per disseppellire questi segreti sembra essere il padre di Maura: già dai primi minuti di questo primo episodio, lei urla al padre di aver scoperto cosa succedeva su queste navi, sul Prometeus.

Nonostante tutto, Maura cerca di mantenersi lucida e razionale: la mattina, dopo le sue visioni nel sonno, ricorda a se stessa chi è, per restare in contatto con ciò che è reale.

1899: la spiegazione del finale della serie tv

1899: la spiegazione del finale della serie tv

Stravolgendo la percezione della realtà dei suoi personaggi, il finale della serie tv Netflix 1899 ci mette davanti a misteri fantascientifici sconcertanti che richiedono indubbiamente spiegazioni. In ogni episodio, 1899 naviga in una moltitudine di concetti e dispositivi narrativi fantascientifici senza offrire una spiegazione chiara per nessuno di essi. Per aggiungere un ulteriore livello di intrigo e dramma, 1899 termina ogni episodio con un enigmatico cliffhanger, mentre si svelano gradualmente le traumatiche storie dei suoi personaggi principali. Sebbene il dramma fantascientifico di Netflix si prenda il suo tempo per svelare questi misteri di fondo e tenga intenzionalmente gli spettatori col fiato sospeso grazie a un ritmo disteso, è comunque gratificante riuscire ad unire tutti i puntini.

Il Kerberos e il Prometheus

Una nave di nome Kerberos è lo scenario principale che riunisce i diversi personaggi di 1899, mentre la Prometheus è un’altra nave che sarebbe scomparsa prima che la Kerberos salpasse. All’inizio di 1899, diventa evidente che la Kerberos non è una nave normale e ospita molte tecnologie misteriose che sono quasi incomprensibili per i passeggeri. La trama di 1899 prende una piega oscura quando l’equipaggio della Kerberos riceve uno strano messaggio da una nave vicina che si rivela essere la Prometheus. Dopo aver trovato solo un ragazzo, Elliot, sulla nave fantasma, l’equipaggio della Prometheus lo prende a bordo e salpa per tornare a casa. Non si rendono conto che un altro passeggero della Prometheus, di nome Daniel, è salito a bordo della nave.

Il caos si scatena a Kerberos quando i passeggeri iniziano a morire, mentre Daniel cerca di costringere Maura (interpretata da Emily Beecham) a mettere in discussione la sua percezione. 1899 spiega questi eventi misteriosi negli ultimi episodi rivelando che la nave è una simulazione che ha manipolato la realtà dei passeggeri: tutto, dai loro ricordi al loro aspetto fisico, è un costrutto della simulazione. Dal punto di vista mitologico, Cerbero/Kerberos è il cane da guardia a tre teste che impedisce ai morti di fuggire dagli inferi. Dato che il Kerberos del 1899 funge da prigione della percezione e della realtà per i passeggeri, il nome acquista un senso. Allo stesso modo, il nome dell’altra nave deriva dal mito greco di Prometeo, che venne tormentato in eterno per aver rubato il fuoco dal monte Olimpo, un parallelismo con i passeggeri che vivono in loop infiniti dei loro traumi simulati.

Chi ha creato la simulazione?

I depistaggi nei primi episodi di 1899 suggeriscono che il padre di Maura, Henry Singleton (interpretato da Anton Lesser del cast di Andor), sia il genio del male dietro la simulazione. Ad esempio, Maura continua a sostenere che il padre le ha rimosso i ricordi dopo che lei e il fratello sono venuti a conoscenza dei suoi esperimenti segreti sulla nave. In un’altra scena, Henry spia i passeggeri della Kerberos dalla comodità della sua stanza. Se questi momenti sono abbastanza convincenti da suggerire che Henry sia l’architetto della simulazione, gli episodi finali rivelano che Maura ne è la creatrice.

Al di fuori della simulazione, Maura viveva nel mondo reale con il marito Daniel e il figlio Elliot. Quando la salute del figlio iniziò a declinare a causa di una misteriosa malattia, la donna non riuscì a sopportare il dolore e il lutto che questo questo tragico evento portò alla sua famiglia. Nel tentativo di “preservare” il figlio, ne trasferisce la coscienza in una realtà simulata dove lei e Daniel (interpretato da Aneurin Barnard del cast della sesta stagione di Peaky Blinders) possono passare del tempo con lui in una piccola stanza dei giochi, nonostante lui sia morto nel mondo reale. Sebbene 1899 non riveli come la simulazione sia cresciuta dalla stanza dei giochi di un bambino a un sistema a più livelli e come Henry sia stato coinvolto, sembra probabile che molte altre forze siano state coinvolte nella tecnologia nel corso del tempo e abbiano scatenato il caos.

Sfruttando questo aspetto a suo vantaggio, Henry ha abusato della tecnologia della figlia creando altre simulazioni all’interno della sua simulazione principale per studiare le oscure profondità del cervello umano. Maura spiega la sua spirale negativa in una breve conversazione con Eyk (interpretato da Andreas Pietschmann del cast della terza stagione di Dark) ricordando che sua madre era affetta da Alzheimer, che ha gradualmente distrutto la sua capacità di riconoscere i membri della famiglia. Dopo la sua morte, Henry ha iniziato ad affrontare la sua perdita studiando meticolosamente la mente umana, sperando di trovare risposte alla malattia della moglie.

Con il tempo, ha chiaramente esagerato, rendendo la figlia e la sua famiglia vittime dei suoi esperimenti. Il fatto che Maura abbia scelto di proposito di cancellare i suoi ricordi per affrontare la morte traumatica del figlio si rivela un vantaggio e un ostacolo per Henry. Se da un lato gli permette di manipolare la sua tecnologia e di usarla a suo vantaggio, dall’altro si trova nei guai quando si rende conto che solo Maura possiede il codice per sfuggire alle simulazioni.

Il significato della piramide, dello scarabeo e della chiave nella simulazione di 1899

La piramide del ragazzo e la chiave di Maura sono i codici necessari per porre fine alle simulazioni nella serie televisiva fantascientifica di Netflix. Poiché Maura non aveva ricordi della sua vita passata, non riusciva a ricordare nulla della chiave anche se l’aveva sempre con sé. Henry la sottopone a queste simulazioni ricorrenti per aiutarla a ricordare dove teneva la chiave. È anche possibile che Henry abbia collocato quei simboli piramidali in tutta la nave come messaggi subliminali per stimolare la sua memoria o forse Maura stessa li ha collocati nella realtà simulata per ricordare la chiave dopo aver perso la memoria. Quest’ultima ipotesi sembra più plausibile, dato che il simbolo della piramide e della chiave è tatuato anche dietro l’orecchio del figlio.

Come la piramide e la chiave, anche lo scarabeo è un codice che apre le porte chiuse. Il significato dello scarabeo rimanda a uno dei ricordi di Maura nel mondo reale, in cui Maura (interpretata da Emily Beecham della serie cult d’azione Into the Badlands) chiede a Elliot di liberare uno scarabeo che ha intrappolato in un barattolo per insegnargli il famoso detto “lasciali liberi se li ami”. Per questo motivo, lo scarabeo viene probabilmente manifestato o progettato come codice per accedere alla libertà dalle porte chiuse nella simulazione.

Le simulazioni delle botole sono reali riflessi del passato?

Sotto il letto di ogni passeggero c’è una botola, da cui si arriva a una camera sotterranea che conduce a una simulazione dell’inquietante passato del rispettivo passeggero. Considerando che il passato di ogni personaggio era probabilmente una mera costruzione, le simulazioni delle botole probabilmente non hanno nulla a che fare con la realtà dei passeggeri. Ciò è ulteriormente confermato quando i passeggeri iniziano a scorrere le rispettive simulazioni di memoria dopo che Daniel ha alterato il codice.

Il virus di 1899 spiegato

Verso la fine, dalle pareti dell’astronave iniziano a spuntare enormi strutture nere e quando Virginia Wilson (interpretata da Rosalie Craig del cast di The Queen’s Gambit) ne tocca una, la massa nera inizia a diffondersi su tutto il suo corpo. Come ogni altra cosa nella simulazione, anche la sostanza nera è un codice che rappresenta un virus. Daniel ha intenzionalmente violato il sistema e introdotto il virus nella simulazione per impedire a Henry di riavviare il ciclo. Questo spiega perché chiede agli altri passeggeri di non toccarlo.

Il significato dell’allegoria della caverna di Platone

Nella sua allegoria, intitolata “La caverna”, Platone descrive uno scenario ipotetico in cui un gruppo di persone è incatenato all’interno di una caverna e tutto ciò che possono vedere è un muro vuoto di fronte a loro. Il muro riflette le ombre del mondo reale alle loro spalle, ma non dà mai una rappresentazione accurata della realtà. Nonostante i limiti della loro percezione, gli abitanti della caverna accettano la realtà che viene loro presentata perché è l’unica che conoscono. Film come Interstellar, capolavoro fantascientifico di Christopher Nolan, Shutter Island di Scorsese e persino Matrix delle sorelle Wachowski fanno riferimento alla stessa allegoria.

Henry ricorda che Maura da giovane era ossessionata dall’Allegoria di Platone. Probabilmente è lì che ha trovato l’ispirazione per creare realtà alternative, o meglio, ombre della realtà, attraverso le simulazioni. Tuttavia, dopo aver perso i suoi ricordi e aver preso il controllo delle sue simulazioni, Henry è diventato il portatore della realtà, mentre la sua simulazione è diventata una semplice ombra sul muro. Poiché anche Henry fa parte di una simulazione, l’Allegoria di Platone è un ciclo infinito in 1899 in cui il leader della catena di simulazioni rimane sconosciuto.

Come funzionano le siringhe bianche e nere di Henry

Come tutti gli oggetti delle simulazioni, entrambe le iniezioni sono codici che servono a uno scopo specifico. La loro funzione è simile a quella delle pillole blu e rosse di Matrix. Henry usa l’iniezione nera per resettare i ricordi di Maura e mandarla in una nuova simulazione; al contrario, usa quella bianca per ripristinare i suoi ricordi e la conseguente comprensione della realtà.

Perché Cirian ha preso il controllo della simulazione di Maura

Verso la fine della stagione 1 di 1899, Henry mette le mani sulla piramide e sulla chiave, ma Daniel riesce comunque a stare un passo avanti. Daniel manipola il codice della siringa in modo tale che, quando Henry inietta il siero nero a Maura, lei raggiunge la prima sala giochi di simulazione che aveva creato per suo figlio. Qui Daniel le dice che ha anche cambiato il codice della chiave con l’anello di Laura e il codice della piramide con un giocattolo nella stanza dei giochi di Elliot. Utilizzando la nuova chiave e la piramide, Maura riesce finalmente a uscire dal loop della simulazione nell’arco conclusivo della serie tv fantascientifica di Netflix.

Tuttavia, considerando che Daniel la avverte che suo fratello Cirian ha preso il controllo delle simulazioni, il suo viaggio sembra essere tutt’altro che finito. L’identità e le motivazioni di Cirian rimangono sconosciute anche dopo i titoli di coda di 1899. È chiaro, però, che alla fine della stagione 1 di 1899, egli si trova in cima alla catena delle simulazioni ed è forse l’unico a sperimentare la realtà così com’è. Gli altri percepiscono solo l’ombra di un’ombr: sole ombre della realtà che lui vuole che vedano.

Maura è sfuggita alla simulazione nel finale di 1899?

Dopo essere sfuggita alla simulazione nella serie horror sci-fi di Netflix, Maura si risveglia in una stazione spaziale dove trova gli altri passeggeri collegati a una macchina. Questo conferma che nessuno è morto su quella nave. Trova uno schermo che rivela il nome della stazione spaziale come “Progetto Prometheus” e l’anno attuale come “2099”. Segue un messaggio di “Benvenuto nella realtà” da parte di Cirian, che conferma di essere a conoscenza della fuga della sorella dalla simulazione.

Poiché la stagione 1 di 1899 termina dopo questo episodio, si può solo ipotizzare se Maura sia sfuggita a tutte le simulazioni o sia rimasta intrappolata in un’altra. Tuttavia, dal momento che la stazione spaziale ha lo stesso nome della nave, è possibile che si tratti di un’altra realtà simulata creata da Cirian. Un altro dettaglio che lo conferma è la frase “che il tuo caffè faccia effetto prima della realtà” che Cirian lascia a Maura nella stazione spaziale. In una scena precedente, Anker (interpretato da Alexandre Willaume del cast di Wheel of Time) e Ramiro trovano la stessa frase scritta su un libro nella sala di controllo della nave.

Sebbene 1899 non spieghi mai il significato della frase, sembra essere il modo in cui Cirian prende in giro i suoi prigionieri. Alludendo al falso senso di veglia che si prova quando il cervello viene inondato di dopamina dopo aver consumato del caffè, Cirian sembra insultare Maura e gli altri che hanno scelto volontariamente di vivere in simulazioni fasulle solo per affrontare i fardelli della loro realtà. Poiché la saluta con lo stesso messaggio nella stazione spaziale, è possibile che stia per sottoporre lei e i passeggeri a un’altra sconcertante simulazione nella stagione 2 di 1899.

1899 è stato cancellato da Netflix dopo una stagione

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1899 è stato cancellato da Netflix dopo una stagione

Netflix si è guadagnato la reputazione di aver cancellato gli spettacoli prima ancora che avessero avuto la possibilità di fare il loro cammino, e lo streamer ha ora eliminato il popolare dramma di fantascienza, 1899. Lo spettacolo, dei creatori di Dark Jantje Friese e Baran bo Odar, è stato presentato in anteprima il 17 novembre e ha seguito un gruppo di emigranti europei in viaggio da Southampton, nel Regno Unito, su un piroscafo chiamato Kerberos per iniziare una nuova vita a New York City.

Sebbene non sia stato accolto così bene come Dark, lo spettacolo ha raccolto recensioni generalmente positive e gli spettatori non vedevano l’ora di scoprire come sarebbe continuata la storia dopo il finale di stagione sconvolgente. Non è stato fornito alcun motivo per la cancellazione, ma il co-creatore Baran bo Odar si è rivolto a Instagram per esprimere il suo disappunto.

 

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La serie tv 1899

1899. Un piroscafo pieno di migranti si dirige verso ovest lasciandosi alle spalle il Vecchio Continente. I passeggeri, provenienti da diverse nazioni europee, hanno in comune speranze e sogni per il nuovo secolo e per il loro futuro all’estero. La traversata però subisce una svolta imprevista con l’avvistamento in alto mare di un’altra nave di migranti alla deriva. Ciò che troveranno a bordo trasformerà il loro viaggio verso la terra promessa in un terrificante incubo.

1883: Tom Hanks guest star nel prequel di Yellowstone

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1883: Tom Hanks guest star nel prequel di Yellowstone

Dopo il primo promo Paramount+ annuncia che tra le guest star di 1883 ci sarà nientemeno che Tom Hanks, l’attore premio Oscar sarà dunque nel prequel di Yellowstone. Il debutto è previsto per la prossima settimana, il 19 dicembre. Tom Hanks dovrebbe apparire nel secondo episodio e interpreterà il ruolo di un generale a tre stelle in una sequenza di flashback. In un’intervista con l’outlet, Sheridan ha rivelato dicendo che gli spettatori dovrebbero aspettarsi più sorprese da guest star durante la prima stagione.

1883, la serie tv

1883 è la nuova serie tv prequel di Yellowstone creata e prodotta da Taylor Sheridan e basata sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato interpretato da Kevin Costner nella serie madre.

1883 segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il Montana.

Nel cast di 1883 protagonisti saranno Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim McGraw e Faith Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

1883: Sam Elliott, Faith Hill e Tim McGraw nel cast della serie prequel di Yellowstone

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Paramount+ annuncia il cast di 1883, l’annunciata serie prequel di Yellowstone, l’acclamato show in corso che vede protagonista Kevin Costner. Ebbene nella nuova serie Sam Elliott reciterà al fianco delle superstar Tim McGraw e Faith Hill nella prossima serie originale 1883. Creata da Taylor Sheridan, 1883 è l’attesissimo prequel di Yellowstone, la serie nominata agli Emmy. 101 Studios e Bosque Ranch Productions serviranno come partner di produzione della serie.

Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. McGraw e Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

“Tutto inizia con la scrittura e Taylor Sheridan è una scrittrice brillante”, ha commentato l’attore Sam Elliott. “Penso che il genere western parli chiaramente a entrambi. Le classiche lotte dell’uomo contro l’uomo, dell’uomo contro la natura e dell’uomo contro se stesso. È tutto lì, nel 1883, e sono onorato di farne parte”.

“Questo è davvero un lavoro da sogno”, ha detto Tim McGraw. “Taylor ha trovato un modo di raccontare storie che crea brillantemente questi drammi epici e saghe familiari con tanta profondità e creatività. I Dutton sono personaggi straordinari ed è così emozionante poterli portare in vita. Da bambino che cresce a cavallo, pensi a lavori da sogno come questo e io sono così entusiasta di lavorare con questo cast e una troupe fantastici”.

“Questa è l’opportunità di una vita”, ha detto Faith Hill. “I Dutton sono una famiglia formidabile ed è un sogno assoluto dare vita a un personaggio femminile così forte come Margaret Dutton. Sono onorato e onorato di lavorare con Taylor e tutta la sua squadra”.

“‘Yellowstone’ è uno spettacolo di grande successo con decine di milioni di fan – con ‘1883″, stiamo riportando quei fan alla storia delle origini e, nel processo, trasformando il mondo di ‘Yellowstone’ in un franchise di successo globale per alimentare la crescita di Paramount+”, ha affermato Chris McCarthy, Presidente/CEO, MTV Entertainment Group. “Siamo entusiasti di avere Sam, Tim e Faith come protagonisti della nuova serie di Taylor Sheridan in esclusiva per Paramount+ in tutto il mondo.”

“Siamo entusiasti di avere il candidato all’Oscar e la leggenda della recitazione Sam e gli artisti pluripremiati e di grande talento Faith e Tim si uniscono all’universo di Taylor Sheridan”, ha affermato David Glasser, CEO di 101 Studios. “Taylor ha dimostrato la sua immensa capacità di creare personaggi accattivanti e mondi immersivi e non c’è eccezione qui con 1883 ei personaggi di Sam, Faith e Tim. Non vediamo l’ora di questa ulteriore espansione del mondo di Yellowstone e di portarla al pubblico di tutto il mondo”.

1883, la serie tv

1883 è la nuova serie tv prequel di Yellowstone creata e prodotta da Taylor Sheridan e basata sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato interpretato da Kevin Costner nella serie madre.

1883 segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il Montana.

Nel cast di 1883 protagonisti saranno Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim McGraw e Faith Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

1883: primo promo ufficiale della serie prequel di Yellowstone

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1883: primo promo ufficiale della serie prequel di Yellowstone

Paramount+ ha diffuso il primo promo ufficiale di 1883, l’annunciata serie prequel di Yellowstone, l’acclamato show in corso che vede protagonista Kevin Costner.

1883, la serie tv

1883 è la nuova serie tv prequel di Yellowstone creata e prodotta da Taylor Sheridan e basata sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato interpretato da Kevin Costner nella serie madre.

1883 segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il Montana.

Nel cast di 1883 protagonisti saranno Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim McGraw e Faith Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

1883: debutto record su Paramount+ per il prequel di Yellowstone, al via 1923!

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Paramount+ ha annunciato oggi che più delle sue serie di successo di Taylor Sheridan, 1883, sono previste per il servizio dopo una performance da record che ha infranto il record del servizio come titolo più visto di sempre a livello globale. Inoltre, il servizio ha ordinato 1932, il prossimo capitolo della storia delle origini di “Yellowstone. Prodotto da MTV Entertainment Studios e 101 Studios, 1932 seguirà una nuova generazione di Dutton durante il periodo dell’espansione occidentale, il proibizionismo e la Grande Depressione.

“L’incredibile narrazione e le prestazioni stellari dietro 1883 hanno alimentato nuovi fenomenali record per Paramount+“, ha affermato Tanya Giles, Chief Programming Officer, ViacomCBS Streaming. “Promuovere la serie attraverso il campionamento lineare su Paramount Network durante la loro ultima stagione da record di ‘Yellowstone ci ha ulteriormente consentito di presentare al fedele pubblico di Sheridan questa fantastica nuova serie. Non vediamo l’ora di portare ai fan ancora di più sulla storia delle origini dei Dutton”.

“Sebbene la maggior parte degli spettacoli sia in franchising verso la fine della propria corsa, abbiamo colto l’opportunità di concedere in franchising in tempo reale, per promuovere una crescita record sia per le proprietà in streaming che lineari, dimostrando la potenza del modello differenziato di ViacomCBS”, ha affermato Chris McCarthy, presidente e CEO di ViacomCBS Media Networks e MTV Entertainment Studios. “Con la mente brillante e la narrazione di talento di Taylor Sheridan, abbiamo creato un mondo completamente nuovo da esplorare con il 1883 espandendo Yellowstone e con il 1932 apriremo un nuovo capitolo in questo universo in rapida crescita”.

“Taylor Sheridan ha messo radici per l’albero genealogico Dutton che è forte e alto, con molti rami che continuano a coinvolgere un pubblico da record”, ha affermato il produttore esecutivo David C. Glasser. “È impressionante lavorare con Taylor, ViacomCBS e l’intero team in questo universo”.

1883, la serie tv

1883 è la nuova serie tv prequel di Yellowstone creata e prodotta da Taylor Sheridan e basata sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato interpretato da Kevin Costner nella serie madre.

1883 segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il Montana.

Nel cast di 1883 protagonisti saranno Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim McGraw e Faith Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

1883, le storie vera dietro agli eventi e la spiegazione di ogni personaggio nella vita reale

1883 è un’immersione profonda e cruda nella vita di coloro che vissero durante il culmine dell’espansione verso ovest dell’America alla fine del XIX secolo. Gli eventi e il cast di personaggi del 1883 riecheggiano le dure realtà di quest’epoca storica. Ambientato nella bellezza della frontiera americana selvaggia e incontaminata, 1883 svela gli inizi del Dutton Ranch di Yellowstone.

La storia inizia a Fort Worth, in Texas, da dove un gruppo di immigrati tedeschi e una famiglia del Tennessee cercano una vita migliore e si dirigono a nord verso la terra promessa del Montana. La carovana è composta per lo più da persone con poca o nessuna esperienza di sopravvivenza nella frontiera, il che rende il gruppo vulnerabile ai pericoli del selvaggio west. Tuttavia, è guidata da ex soldati determinati a proteggere la carovana durante il pericoloso viaggio.

1883, prequel del dramma neo-western Yellowstone, non è basato su eventi reali, proprio come la serie originale. Detto questo, la rappresentazione della frontiera alla fine del XIX secolo si basa su fatti storici accertati. Ecco una panoramica di tutto ciò che 1883 prende in prestito dalla storia americana.

La vera storia di 1883

Nel 1803, il governo americano acquisì quasi l’intera massa continentale degli attuali Stati Uniti centrali dalla Francia napoleonica attraverso un trattato noto come Acquisto della Louisiana. Tuttavia, poiché la Francia controllava solo piccole aree della massa continentale in questione, ciò che il governo degli Stati Uniti acquistò effettivamente fu il diritto di “ottenere” ampie fasce di terra dei nativi americani con qualsiasi mezzo, senza interferenze da parte dei francesi o di altre potenze coloniali. Ciò portò a un’era senza legge, pervasa da frequenti scaramucce tra i nativi americani e le famiglie americane, i veterani di guerra, i coloni, i criminali e molti altri che cercavano fortuna nelle nuove terre. All’epoca, malattie come il vaiolo e il colera erano praticamente condanne a morte, poiché la scienza moderna non offriva ancora cure valide per coloro che avevano la sfortuna di contrarre queste malattie.

Negli anni ottanta del XIX secolo, l’espansione americana verso ovest era al suo apice. A nord della massa continentale che l’America rivendicava attraverso l’Acquisto della Louisiana si trova il Montana, considerato da molti come una terra promessa, in cui potersi stabilire lontano dalla violenza e dai disordini che pervadevano il resto del paese. Tra questi vi sono anche coloro che facevano parte dell’emigrazione tedesca in America, iniziata alla fine del 1600. Poiché gli immigrati tedeschi in fuga dalla guerra e dalle persecuzioni in Europa vedevano maggiori promesse nella frontiera americana, nonostante i pericoli, l’emigrazione tedesca continuò fino alla fine del 1800. 1883 utilizza questo contesto storicamente accurato per approfondire le radici stesse del Dutton Ranch di Yellowstone.

I personaggi di 1883 basati su persone realmente esistite

Billy Bob Thornton in 1883 (2021)
Foto di Emerson Miller/CBS – © 2021 ViacomCBS

Anche i retroscena dei personaggi di 1883 si basano su fatti storici di quell’epoca. Thomas (LaMonica Garrett) e Shea Brennan (Sam Elliot), ad esempio, sono ex membri dei reggimenti di cavalleria e fanteria dell’esercito statunitense, prevalentemente afroamericani, che furono formati alla fine del XIX secolo, più popolarmente conosciuti con il soprannome dato loro dalle tribù dei nativi americani: Buffalo Soldiers. Poiché Shea era il capitano di Thomas nel loro reggimento, i due hanno stretto un legame stretto e indissolubile. Nel frattempo, l’emigrazione tedesca negli Stati Uniti funge da base storica per il background di Josef (Marc Rissman) e dei suoi compagni di viaggio, che hanno stretto un accordo con Shea e Thomas per proteggersi durante il loro viaggio. Accordi di questo tipo erano comuni durante l’espansione americana verso ovest, poiché la frontiera senza legge offriva ai mercenari molte opportunità di fare soldi scortando i viaggiatori. Per quanto riguarda la famiglia di James (Tim McGraw) e Margaret Dutton (Faith Hill), essi rappresentano gli inizi del feroce business dell’allevamento moderno, come descritto nella quarta stagione di Yellowstone.

Mentre i personaggi principali del 1883 sono vagamente ispirati alla storia, alcuni dei personaggi secondari sono in realtà versioni romanzate di persone reali vissute alla fine del XIX secolo. Ad esempio, il maresciallo Jim Courtright (Billy Bob Thornton) è direttamente ispirato a Timothy Isaiah Courtright, noto anche come Jim Courtright o “Longhair Jim”. Courtright fu sceriffo di Fort Worth dal 1876 al 1879 e fu ucciso in una sparatoria nel 1887. Fedele alla persona su cui è basato, il Marshall Jim Courtright di Thornton finisce per aiutare a proteggere la carovana da alcuni fuorilegge nel 1883. Nel frattempo, un altro personaggio secondario degno di nota è il generale George Meade (Tom Hanks), che si basa su un ufficiale dell’esercito americano con lo stesso nome. Oltre a partecipare alla seconda guerra seminola e alla guerra messicano-americana, Meade ha anche svolto un ruolo cruciale nella battaglia di Gettysburg e nella battaglia di Antietam. Attraverso queste versioni romanzate di veri pionieri, eventi e situazioni sociopolitiche dell’espansione verso ovest, 1883 riesce a creare un’accurata riflessione della storia americana, in netto contrasto con le storie più comuni, idealizzate e roseo della frontiera americana.

Come 1883 crea l’ambientazione per Yellowstone

Isabel May in 1883 (2021)
Foto di Emerson Miller/CBS – © 2021 ViacomCBS

John Dutton Sr. (Audie Rick), il figlio più giovane di James e Margaret, è il nonno di John Dutton (Kevin Costner) in Yellowstone. Nel frattempo, Elsa (Isabel May), che è anche la narratrice in 1883, è la prozia di John Dutton. All’inizio del 1883, i Dutton sono ben lontani dal creare la fattoria che alla fine diventerà il più grande ranch contiguo degli Stati Uniti: il Dutton Ranch nel Montana. Proprio come il Dutton Ranch di Yellowstone offre uno sguardo realistico sul feroce business dell’allevamento moderno, il viaggio della famiglia Dutton nel 1883 offre una prospettiva approfondita sulle basi di questo settore.

1883 e l’evoluzione del genere western

1883

Il film 1883 fa parte di una recente rinascita dei temi western e neo-western nell’intrattenimento moderno. Mentre altri importanti western moderni come The Power of the Dog e The Harder They Fall cercano rispettivamente di invertire la cancellazione della storia queer e nera nella frontiera americana, 1883 offre uno sguardo altrettanto schietto alle esperienze spesso idealizzate dei pionieri della fine del XIX secolo. Drammatizzando la storia, 1883 rende le verità storiche essenziali più accessibili a un pubblico più ampio.

1883, la spiegazione del finale e come pone le basi per le serie di Yellowstone

Il finale di 1883 ha concluso la serie prequel di 10 episodi su Yellowstone e ha abilmente preparato il futuro della famiglia Dutton. Il 1883 racconta la storia di come i Dutton sono diventati proprietari della terra nel Montana che sarebbe diventata il ranch Dutton di Yellowstone. La serie è incentrata su James Dillard Dutton (Tim McGraw), sua moglie Margaret (Faith Hill), la loro figlia maggiore e narratrice dello show Elsa (Isabel May) e Shea Brennan (Sam Elliott), il capo della carovana con cui i Dutton viaggiano verso l’Ovest americano. Lo show è ambientato 135 anni prima di Yellowstone nella linea temporale del franchise.

Dall’inizio del 1883, la famiglia affronta pericoli, tragedie e l’assottigliamento del proprio clan mentre si dirige verso ovest. La difesa del ranch Dutton a Yellowstone è la priorità assoluta per ogni generazione della famiglia e vedere le prove che i fondatori hanno dovuto affrontare per acquisirlo mette in prospettiva la vigilanza dei futuri allevatori. Nel finale del 1883 viene fatta anche una promessa sui legittimi proprietari della terra dei Dutton, uno sviluppo che ha un impatto diretto sul 1923, su Yellowstone e oltre.

1883 racconta la storia del ranch dei Dutton

Tim McGraw e Audie Rick nel 1883 (2021)
Foto di Emerson Miller/CBS – © 2021 ViacomCBS

Il finale prepara il futuro Spargimento di sangue sulla terra dei Dutton

Il finale del 1883 dipinge un quadro crudo di come coloro che facevano parte dell’espansione verso ovest sopravvissero, amarono e morirono lungo il viaggio. In modo straziante, Elsa fu ferita a morte e scelse il punto nella Paradise Valley dove voleva che James la seppellisse. Nel frattempo, un anno dopo la morte della moglie di Josef (Marc Rissmann), che aveva dovuto essere amputata di una gamba, Josef si tolse finalmente la fede nuziale e si preparò a ricostruire la sua casa. Anche la famiglia di Thomas (LaMonica Garrett) e Noemi (Gratiela Brancusi) trovò un posto in Oregon dove stabilirsi. Infine, Shea raggiunse la spiaggia e lì si tolse la vita.

In un mix di morte tragica e ottimismo speranzoso per i coloni dello show, il finale del 1883 ha arricchito la storia di come il Yellowstone Dutton Ranch sia stato fondato con il sangue dei pionieri, letteralmente. Il luogo in cui Elsa scelse di essere sepolta era una valle chiamata “Paradiso” che finì per diventare il Yellowstone Ranch.

Anche se i Dutton riuscirono finalmente a raggiungere il futuro sito della loro fattoria, James e Margaret persero la loro amata figlia Elsa. Le conseguenze della violenza e della durezza che portarono alla fine del ranch nel 1883 si sarebbero fatte sentire decenni dopo per le future generazioni di Dutton.

Perché Elsa Dutton dovette morire nella fine del 1883

Isabel May in 1883 (2021)
Foto di Emerson Miller/CBS – © 2021 ViacomCBS

Elsa ritorna per narrare il 1923 dopo la sua morte

La morte di Elsa segnò la fine del primo capitolo della storia dei Dutton di Yellowstone. Elsa non era solo la narratrice, era il cuore e l’anima di 1883. In breve, era semplicemente giunto il momento per Elsa di morire, il che annunciò l’inizio di un capitolo completamente nuovo per i Dutton.

È anche importante ricordare come morì Elsa: gravemente ferita in un violento malinteso tra la carovana di coloni bianchi e la banda di guerrieri Lakota del 1883. Poiché James e Margaret avevano deciso di insediarsi nella terra dove Elsa avrebbe deciso di morire, la morte di Elsa prefigurava le tensioni tra le comunità indigene americane e il ranch Yellowstone Dutton ai giorni nostri.

Mentre gli indigeni americani hanno vissuto e sono sopravvissuti nella Paradise Valley migliaia di anni prima che i coloni del 1883 mettessero piede nel Montana, la morte di Elsa ha mostrato ciò a cui i Dutton hanno rinunciato per rivendicare la loro proprietà: uno sguardo lungo e persistente alle radici dei conflitti che guidano l’universo di Yellowstone.

Cosa significa il colibrì che si unisce a Shea nel finale del 1883

Faith Hill in 1883 (2021)
Foto di Emerson Miller/CBS – © 2021 ViacomCBS

La fine agrodolce dà a Shea pace nei suoi ultimi momenti

Alla fine del 1883, Shea Brennan realizzò il suo desiderio personale di vedere l’oceano prima di morire. Tra lo sciabordio delle onde, Shea ammirò l’oceano ricordando sua moglie, morta di vaiolo prima dell’inizio del 1883. Dopo che un colibrì apparve e rimase in volo intorno a Shea per un po’ prima di volare via, suggerendo che sua moglie era lì per godersi la spiaggia con lui in spirito, Shea portò a termine il suo piano di spararsi.

Sebbene la morte di Shea sia tragica, è un raro momento di vera pace e appagamento nel 1883, poiché il tormentato personaggio ottiene finalmente ciò che desidera. Nella cultura indigena americana, il colibrì è un simbolo di buona fortuna, motivo per cui Shea è stato commosso dalla presenza dell’uccello, soprattutto perché è apparso durante i suoi ultimi momenti sulla Terra. Anche se Shea non avrà bisogno di fortuna, la presenza del colibrì potrebbe presagire buona sorte per i membri sopravvissuti della carovana, che hanno trovato ciascuno il proprio appezzamento di terra in cui stabilirsi in Oregon e Montana.

Cosa accadde al ranch della famiglia Dutton dopo la fine del 1883

Jeremy Gauna in 1883 (2021)
Foto di Emerson Miller/CBS – © 2021 ViacomCBS

I membri sopravvissuti della famiglia Dutton affrontarono ancora pericoli negli anni a venire

Dopo la fine del 1883, che lasciò la famiglia Dutton in lutto, si misero subito al lavoro per costruire quello che alla fine sarebbe diventato il più grande ranch degli Stati Uniti. Tuttavia, per James e Margaret, dopo il 1883, la tragica perdita della figlia, della sorella e della nipote potrebbe aver ostacolato i loro sforzi per gestire efficacemente il ranch. Dopo pochi anni, James fu colpito da un colpo di pistola e Margaret morì congelata.

I figli rimasti, John e Spencer, erano in fin di vita nel 1894 quando Jacob Dutton (Harrison Ford) arrivò su richiesta di Margaret per salvare la famiglia e il ranch. Tuttavia, John Dutton, visto solo da ragazzino nel 1883, viene ucciso da adulto all’inizio del 1923, rendendo Spencer Dutton l’unico membro sopravvissuto della famiglia Dutton originale.

Come la fine del 1883 rovinò il finale della quinta stagione di Yellowstone

Billy Bob Thornton in 1883 (2021)
Foto di Emerson Miller/CBS – © 2021 ViacomCBS

L’indigeno che ha aiutato Elsa è anche quello che ha parlato a James della Paradise Valley. Inoltre, la conversazione tra James e l’uomo potrebbe anche prefigurare gli eventi della quinta stagione di Yellowstone. Mentre l’uomo indicava a James il futuro sito del Dutton Ranch di Yellowstone, ha proseguito dicendo: “Ma sappi questo: tra sette generazioni, la mia gente si ribellerà e te lo riprenderà.” James risponde: “Tra sette generazioni, potrai averlo.”

Il Dutton Ranch a Yellowstone è chiamato ranch delle sette generazioni dal governatore Lynelle Perry. L’implicazione qui è che i figli di John Dutton, o forse anche Tate Dutton, il figlio di Kayce e Monica metà bianco e metà indigeno, potrebbero finire per restituire la loro terra alla riserva indiana di Broken Rock nella stagione 5 di Yellowstone.

Come il finale del 1883 ha dato vita allo spin-off di Yellowstone 1923

Decenni dopo, nel 1923, il ranch Dutton è ancora in pericolo

Gli esplosivi episodi di apertura dello spin-off Yellowstone della Paramount del 1923 rivelano i rispettivi destini di James e Margaret dopo il finale del 1883. Sebbene James e Margaret avessero fondato il ranch, non riuscirono a renderlo un’attività fiorente e alla fine morirono entrambi, con James che soccombette alle ferite da arma da fuoco riportate in uno scontro con ladri di cavalli e Margaret che morì congelata.

Fortunatamente, come raccontò Elsa nel 1923, Margaret scrisse alla famiglia di James per chiedere aiuto. Questo spinse il fratello di James, Jacob Dutton, a venire al ranch, trasformarlo in un’attività di successo e crescere i figli di James e Margaret come se fossero suoi. La fine del 1883, spiegata dal contesto dell’inizio del 1923, collega i primi 40 anni di storia del Yellowstone Ranch.

Il 1883 termina rivelando come è stato fondato il ranch Dutton di Yellowstone e la storia di come i Dutton hanno trasformato la Paradise Valley nel più grande allevamento di bestiame contiguo d’America continua nel 1923. Oltre a come il ranch operava sotto la supervisione di Jacob e Cara Dutton (Helen Mirren), la vera storia del 1923, ispirata alla trama, vede l’universo di Yellowstone immergersi ancora una volta nel passato oscuro dell’America, mostrando cosa succede all’interno dei collegi indigeni americani e come i pionieri bianchi hanno combattuto tra loro per sopravvivere al duro inizio del secolo nel Montana.

Ogni altro spin-off di Yellowstone (e se sono collegati al finale del 1883)

Il 1883 non è solo la base di Yellowstone

Il finale del 1883 ha conseguenze che vanno ben oltre la miniserie. Il 1923 inizia subito dopo la serie e presenta Elsa in una narrazione spettrale per tutta la stagione. La quarta stagione di Yellowstone presenta anche alcuni dei personaggi del 1883 in sequenze di flashback. Taylor Sheridan ha anche prodotto la serie western Lawmen: Bass Reeves, ambientata più o meno nello stesso periodo di 1883, ma non ufficialmente collegata alla storia della famiglia Dutton. Ci sono altri tre spin-off in arrivo ambientati nell’universo di Yellowstone, ma nessuno sembra avere un collegamento diretto con 1883.

Il 666 sarà ambientato nel Four Sixes Ranch in Texas, dove Jimmy Hurdstrom (Jefferson White) è stato mandato per l’addestramento a Yellowstone. Poi c’è il sequel previsto di 1923, 1944, ambientato nell’anno omonimo, e un sequel senza titolo di Yellowstone che dovrebbe svolgersi dopo l’evento della quinta stagione. Matthew McConaughey è in trattative per interpretare il ruolo principale.

1883 1×07: foto e anticipazioni dall’episodio

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1883 1×07: foto e anticipazioni dall’episodio

La piattaforma americana Paramount+ dopo il sesto episodio ha diffuso le anticipazioni di 1883 1×07, il settimo episodio della nuova serie tv 1883, l’annunciato spin-off Yellowstone.

In 1883 1×07 che si intitolerà  “Lightning Yellow Hair” Elsa fa un’amica improbabile. Il gruppo affronta una sfida straziante da parte di madre natura. Il campo ne cerca uno di loro.

1883, la serie tv

1883 è la nuova serie tv prequel di Yellowstone creata e prodotta da Taylor Sheridan e basata sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato interpretato da Kevin Costner nella serie madre.

1883 segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il Montana.

Nel cast di 1883 protagonisti saranno Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim McGraw e Faith Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

1883 1×06: foto e anticipazioni dall’episodio

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1883 1×06: foto e anticipazioni dall’episodio

La piattaforma americana Paramount+ dopo il quinto episodio ha diffuso le anticipazioni di 1883 1×06, il sesto episodio della nuova serie tv 1883, l’annunciato spin-off Yellowstone.

In 1883 1×06 che si intitolerà “Boring The Devil” Shea aiuta Elsa a far fronte alla sua perdita. Il gruppo attraversa un altro fiume e si prepara ad entrare nel territorio indiano. Thomas compra un regalo a Noemi.

1883 1×06

1883 è la nuova serie tv prequel di Yellowstone creata e prodotta da Taylor Sheridan e basata sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato interpretato da Kevin Costner nella serie madre.

1883 segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il Montana.

Nel cast di 1883 protagonisti saranno Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim McGraw e Faith Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

1883 1×05: anticipazioni dal quinto episodio

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1883 1×05: anticipazioni dal quinto episodio

La piattaforma americana Paramount+ dopo il quarto episodio ha diffuso le anticipazioni di 1883 1×05, il quinto episodio della nuova serie tv 1883, l’annunciato spin-off Yellowstone.

In 1883 1×04 che si intitolerà  “The Fangs of Freedom” Shea e Thomas affrontano le conseguenze dell’attraversamento del fiume, ma c’è poco tempo per piangere e non mancano le sfide future. Elsa ed Ennis condividono un momento romantico.

1883, la serie tv

1883 è la nuova serie tv prequel di Yellowstone creata e prodotta da Taylor Sheridan e basata sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato interpretato da Kevin Costner nella serie madre.

1883 segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il Montana.

Nel cast di 1883 protagonisti saranno Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim McGraw e Faith Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

1883 1×04: anticipazioni dall’episodio

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1883 1×04: anticipazioni dall’episodio

La piattaforma americana Paramount+ dopo il terzo episodio ha diffuso le anticipazioni di 1883 1×04, il quarto episodio della nuova serie tv 1883, l’annunciato spin-off Yellowstone.

In 1883 1×04 che si intitolerà  “The Crossing” Il gruppo affronta il compito straziante di attraversare il fiume con i propri carri e rifornimenti. Thomas e Noemi si avvicinano.

1883, la serie tv

1883 è la nuova serie tv prequel di Yellowstone creata e prodotta da Taylor Sheridan e basata sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato interpretato da Kevin Costner nella serie madre.

1883 segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il Montana.

Nel cast di 1883 protagonisti saranno Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim McGraw e Faith Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

1883 1×03: anticipazioni dall’episodio

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1883 1×03: anticipazioni dall’episodio

La piattaforma americana Paramount+ dopo il secondo episodio ha diffuso le anticipazioni di 1883 1×03, il terzo episodio della nuova serie tv 1883, l’annunciato spin-off Yellowstone.

In 1883 1×03 che si intitolerà  “River” James si scontra con Shea e Thomas per una decisione importante. La tensione sale nel campo quando viene lanciata un’accusa. Elsa inizia un flirt con un cowboy.

1883, la serie tv

1883 è la nuova serie tv prequel di Yellowstone creata e prodotta da Taylor Sheridan e basata sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato interpretato da Kevin Costner nella serie madre.

1883 segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il Montana.

Nel cast di 1883 protagonisti saranno Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim McGraw e Faith Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

1883 1×02: anticipazioni dal secondo episodio

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1883 1×02: anticipazioni dal secondo episodio

La piattaforma americana Paramount+ dopo la season premiere ha diffuso le anticipazioni di 1883 1×02, il secondo atteso episodio della nuova serie tv 1883, l’annunciato spin-off Yellowstone.

In 1883 1×02 che si intitolerà “Behind Us, A Cliff” Thomas e Shea reclutano James e alcuni cowboy locali per radunare una mandria di bestiame. All’inizio del viaggio, la carovana deve affrontare alcuni dei tanti pericoli che dovrà affrontare lungo la strada.

1883, la serie tv

1883 è la nuova serie tv prequel di Yellowstone creata e prodotta da Taylor Sheridan e basata sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato interpretato da Kevin Costner nella serie madre.

1883 segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il Montana.

Nel cast di 1883 protagonisti saranno Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim McGraw e Faith Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

1883 1×01: anticipazioni dalla season premiere

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1883 1×01: anticipazioni dalla season premiere

La piattaforma americana Paramount+ ha diffuso le anticipazioni di 1883 1×01, il primo atteso episodio della nuova serie tv 1883, l’annunciato spin-off Yellowstone.

In 1883 1×01 che si intitolerà 1883″ La famiglia Dutton intraprende un viaggio verso ovest attraverso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. James arriva in Texas, dove lui e la sua famiglia si preparano a farsi strada attraverso le Grandi Pianure in cerca di una nuova casa e la promessa di un’opportunità.

1883, la serie tv

1883 è la nuova serie tv prequel di Yellowstone creata e prodotta da Taylor Sheridan e basata sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato interpretato da Kevin Costner nella serie madre.

1883 segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il Montana.

Nel cast di 1883 protagonisti saranno Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim McGraw e Faith Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

18/01/02 – 18/01/12: dieci anni di Signore degli Anelli

18/01/02 – 18/01/12: dieci anni di Signore degli Anelli

Dieci anni fa usciva al cinema Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello, e il mondo del cinema cambiò per sempre. Il più bel romanzo del ‘900 trovava finalmente una trasposizione cinematografica degna e invadeva milioni di immaginari individuali, fino a formare un immenso, straordinario immaginario collettivo, come era successo prima solo per Star Wars, e per Harry Potter dopo.

“New Line Cinema presenta”  ed è cominciato il viaggio. La profonda voce di Cate Blanchett/Galadriel ci annunciava con solennità e inquietudine che il mondo era in procinto di cambiare e così è stato. Qualcuno riesce ad immaginare il cinema di oggi senza il Signore degli Anelli? Quella ormai tanto abusata motion capture che ha irretito tanti registi non è forse nata per dare corpo a Gollum? Le epiche scene di battaglia del fosso di Helm non riecheggiano nella mente di tutti quelli che guardano un qualsiasi film fantasy? Il Signore degli Anelli ha ridato vita al genere al cinema e l’ha trasformato in un vero must per le industrie cinematografiche di tutto il mondo, ha creato una realtà economica impressionante, ha dato lavoro a moltissimi esperti di special effect, ha fatto sognare gli appassionati di Tolkien, conciliando forse per la prima volta i nerd del romanzo con la trasposizione cinematografica del proprio libro di culto.

Molto di quello che oggi ci sembra normale al cinema non ci sarebbe stato senza la grande visione di Peter Jackson e anche se l’evoluzione naturale del mezzo cinema avesse apportato ugualmente i suoi cambiamenti, non avremmo conosciuto forse mai i tantissimi volti che ora riconosciamo come amici, attori che hanno visto la fama mondiale solo grazie a questo film. Da quelli già grandi, come Cate Blanchet, Ian McKellen, Ian Holm, Hugo Weaving, Christopher Lee, a quelli che si sono affacciati al cinema proprio con questa trilogia come prima esperienza (vedi Orlando Bloom o Dominic Monaghan), a quelli che aspettavano solo il ruolo importante per balzare agli occhi di tutto il mondo (Elijah Wood, Viggo Mortensen, Sean Astin). Ognuno di loro ha lasciato un’impronta nel cinema, e sicuramente in ognuno di loro il Signore degli Anelli ha lasciato un segno profondo.

Signore degli Anelli

E pensare che tutto è partito da un rischio incredibile che Peter Jackson si è assunto in prima persona, lui che era noto ‘solo’ per i suoi film splatter/horror ha messo in piedi una produzione neozelandese (!) ed ha creato una delle riduzioni da romanzo migliore se non di sempre, sicuramente degli ultimi 10 anni, conquistando non solo il pubblico, ma anche la critica e soprattutto il prestigio degli Academy Awards: ben 11 per Il Ritorno del Re, come Titanic e Via col Vento, ma su 11 nomination! Non si vuole qui celebrare una trilogia a discapito di molte altre che pure meritano rispetto, ma a tutti i fan di Harry Potter, di Game of Thrones e di tutte quelle saghe e film fantasy che negli ultimi 10 anni hanno proliferato si vuole dire: guardatevi indietro e ringraziate Jackson, e tutti quelli che con lui hanno creduto che un’operazione del genere fosse possibile. Tre film girati in contemporanea, 18 mesi ininterrotti di riprese, comparse, trucchi, costumi, scene, set naturali, modellini in scala e pagine e pagine di sceneggiatura.

A tutti gli adolescenti che hanno aspettato l’ultimo Harry Potter con ansia diciamo che le lacrime a l’attesa per Il Ritorno del Re sono state altrettanto sentite e copiose, a tutti i fan di Steven Spielberg che osannano il suo lavoro in Tin Tin chiediamo di guardare Gollum e di come la tecnologia da allora si sia evoluta, ma sempre da quel punto sia partita, a tutti quelli che non vedono l’ora che arrivi l’1 di Aprile per vedere la seconda stagione di Game of Thrones facciamo notare che il protagonista Sean Bean è e sarà sempre prima di tutto Boromir. Con questo non si sta dicendo bene di qualcosa per screditarne altre, si vuole solo ricordare e ringraziare chi ha reso possibile che questo progetto finisse sul grande schermo, grazie a chi ha ridato vita al fantasy al cinema, infine grazie a chi ha contribuito a fare de Il Signore degli Anelli un punto fondamentale per la storia del cinema. Con emozione e gratitudine grazie per questi di anni di Terra di Mezzo!

18 titoli per la categoria miglior film d’animazione agli Oscar 2012!

Ben 18 titoli in lizza per il posto nella categoria di miglior film d’animazione agli Academy Awards 2012. Alcuni di loro non sono ancora neanche usciti negli USA. Quindi questa lista potrebbe subire variazioni ma con tutta probabilità rimarrà invariata. 

18 Regali: trailer con Vittoria Puccini e Eduardo Leo

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18 Regali: trailer con Vittoria Puccini e Eduardo Leo

Lucky Red ha diffuso il primo trailer ufficiale di 18 Regali, ispirato alla straordinaria storia di Elisa Girotto, la donna che ha commosso il mondo lasciando 18 regali per i futuri compleanni della figlia quando ha scoperto di avere poco tempo per vederla crescere.

18 Regali il nuovo emozionante film, ispirato alla storia vera di una donna che con un immenso gesto d’amore trova il modo per sconfiggere l’ineluttabilità del destino e restare accanto alla figlia durante la sua crescita.  Grazie alla magia del cinema è possibile far convergere passato e futuro, mettendo in scena l’incontro tra madre e figlia. Il film celebra la vita e la potenza dell’amore di una madre che con grande coraggio e determinazione riesce a superare ogni confine.

La trama del film 18 Regali

Come ogni anno Alessio (Edoardo Leo) consegna alla figlia Anna (Benedetta Porcaroli) un regalo lasciatole da Elisa (Vittoria Puccini).

È il giorno del diciottesimo compleanno di Anna e da scartare le rimane l’ultimo regalo, ma un desiderio di ribellione e un senso di vuoto incolmabile la spingono a scappare dalla festa organizzata dal padre. Si ritrova a vagare di notte in mezzo alla strada e una macchina, non vedendola, la investe. Al suo risveglio Anna si ritrova faccia a faccia con la madre che non ha mai conosciuto. Il destino le regala così l’occasione di conoscere Elisa, e farsi conoscere a sua volta, in uno straordinario viaggio ricco di emozioni e speranza.

17 villain del cinema per cui lo spettatore ha fatto il tifo

17 villain del cinema per cui lo spettatore ha fatto il tifo

Che i villain godano di un certo fascino è indiscutibile e qualche volta l’attrazione esercitata dal “male” è così ben trasposta sul grande schermo che quasi si finisce per stare dalla parte del cattivo.

Di seguito trovate 17 villian, o comunque personalità negative protagoniste di famosi film che, in un modo o nell’altro, hanno oscurato la stella del protagonista buono e hanno raccolto il favore del pubblico:

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17 Ragazze: recensione del film di Delphine e Muriel Coulin

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17 Ragazze: recensione del film di Delphine e Muriel Coulin

Le sorelle Coulin (registe anche di The Quiet Son) superano la prova a pieni voti con un’opera al confine tra realismo e film adolescenziale. Il loro 17 Ragazze parla di un gruppo di giovanissime donne che stabilisce all’unanimità di rimanere incinta: “Così ci sarà qualcuno che ci amerà incondizionatamente. Per sempre”. Tale è l’input di partenza, un filo conduttore che accompagnerà lo spettatore entro il flusso che unisce ognuna di loro. Un’ondata di freschezza e di aspettativa traboccante giovinezza.

“A diciassette anni non si è maturi, si sogna e si ha un’energia enorme. Nessuno può fermare una ragazza che sogna”, queste le parole di una di loro. Sono compatte e irremovibili contro un mondo di adulti già disilluso che è stato incapace di infondere alcuna sorta di speranza. I grandi tentano di trovare il bandolo della matassa di fronte ad una ribellione tanto assurda, tanto folle, che – paradossalmente – arresta la loro irrefrenabile voglia di spiccare il volo. Ma forse è proprio questo il punto: ritrovare un contatto intimo e vero con sé, col proprio corpo e con il senso autentico della vita.

Le amabili protagoniste di 17 Ragazze

Le due registe traggono spunto da una storia realmente accaduta e decidono di ambientarla nella loro piccola città di origine nel nord della Francia, Lorient, che, ironia della sorte, si affaccia sull’Atlantico: spazio sconfinato di vita, ma anche segno della limitatezza dell’uomo. Ma l’arco di età ricalcato da Delphine e Muriel Coulin possiede già in sé il desiderio di valicare i confini, ed è ciò che meglio riesce: lo sguardo della macchina da presa non vuole né analizzare, né comprendere un presunto “problema”.

Louise Grinberg in 17 ragazze
Louise Grinberg in 17 ragazze. Cortesia di Teodora Film.

Con sequenze brevi e sospese, primissimi piani e dettagli ingranditi, tra profondi silenzi nelle colorate camerette, e cori scomposti a squarciagola in macchina, emerge una prova attoriale genuina e spiazzante delle protagoniste, tra le quali c’è anche chi non ha mai messo piede su un set. L’unica volontà dell’occhio narrante è mostrare un’epoca splendida inserita in un’altra più impietosa: quella di oggi.

La tensione della vivacità di quegli anni riuscirà a partorire quella libertà così agognata? Poco importa. È di per sé tutto già sufficiente così com’è, per esplorare e ricordare ciò che ognuno di noi conserva nella sua più sorridente memoria. In una fetta di vita gustata da chiunque sappia cosa significhi vivere, ma senza timore della vita, e credere, fino in fondo alle proprie viscere, che ogni cosa sia realmente possibile e meravigliosa “insieme, solo noi, ci aiuteremo e non dovremo più sentire “rifai il letto e lava i piatti“.

LEGGI ANCHE: 17 Ragazze presentato alla stampa dalla regista Muriel Coulin

17 Ragazze: niente divieto per gli under 14

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La Commissione d’Appello della Censura si è riunita ieri e ha accolto il ricorso presentato da Teodora Film e Spaziocinema, distributori di 17 Ragazze, decretando

17 Ragazze presentato alla stampa dalla regista Muriel Coulin

17 Ragazze presentato alla stampa dalla regista Muriel Coulin

C’era solo una delle registe, Muriel Coulin, alla presentazione martedì 20 marzo del film 17 Ragazze, storia di un gruppo di adolescenti dello stesso liceo che decidono di restare incinte tutte insieme. Storia di una ribellione: contro una vita che non offre prospettive, un mondo adulto lontano e distratto, contro un vuoto e forse anche una noia che non si riesce ad arginare. Ma anche racconto appassionato di quella fase della vita in cui ci si sente pieni di energia, di sogni, ci si crede in grado di cambiare il mondo.È

intervenuta, dicevamo, Muriel Coulin, mentre sua sorella Delphine, incinta e dunque perfettamente in tema con la pellicola, proprio per precauzione medica non ha potuto volare a Roma per partecipare alla conferenza stampa. Accanto alla regista, Vieri Razzini di Teodora Film, che distribuirà la pellicola in Italia da venerdì 23 marzo in circa 35 copie. Il film è stato già presentato al Torino Film Festival, dove ha ottenuto il Premio Speciale della Giuria.

La scelta delle ragazze protagoniste del film più che un atto d’amore e di ribellione, mi sembra una scelta dettata dalla noia, dall’incapacità di inventare una vita diversa, in ogni caso una scelta non molto consapevole, di disperazione per il senso di vuoto della loro esistenza.

Muriel Coulin: “Ciò che abbiamo trovato molto interessante nel fatto di cronaca del quale abbiamo letto sul giornale, accaduto realmente negli Stati Uniti (e da cui la trama del film trae ispirazione ndr), era che vedevamo la possibilità di un atto di rivolta, di ribellione e anche quella, in nuce, di un’utopia collettiva. La storia ci racconta che queste ragazze certamente non sono soddisfatte della vita che gli viene proposta nella loro piccola cittadina sull’Oceano Atlantico (…). Vogliono avere altro, non si accontentano delle possibilità che questa vita riserva loro (…).Non vogliono accettare (…) ciò che gli adulti gli propongono. Quindi sognano, s’illudono con questa utopia collettiva. In questo c’è, secondo noi, sicuramente il senso di ribellione e rivolta. Poi si può anche dissentire sul fatto che una gravidanza collettiva possa essere la maniera migliore per ribellarsi (…). L’amore poi c’è, perché alla fine ci saranno tanti bambini, e questo è un gesto di grandissimo amore”.

Dov’è successo il fatto di  cronaca cui vi siete ispirate?

M. C.: “(…) E’ successo a Gloucester nel Massachussett, negli Usa. Quando ci siamo informante, abbiamo visto che la cittadina era piuttosto simile a Lorient, (la città che si vede nel film), dove io e mia sorella siamo cresciute. Ci era sembrato che Gloucester fosse lo specchio di Lorient, ma dall’altro lato dell’Oceano Atlantico: anche quella è una cittadina delle stesse dimensioni, dove c’era un’industria della pesca fiorente e ora quasi scomparsa. Quindi, (…) non ci è sembrato così strano (…) trasporre la vicenda dagli Usa alla Francia proprio perché le condizioni geografiche e socio-economiche delle due cittadine si somigliavano moltissimo”.

In Italia il film ha avuto un divieto ai minori di 14 anni. Come si spiega secondo lei? Pensa che il film sia così “pericoloso” perché è un atto di ribellione?

M. C.: “Questo divieto in Italia mi sorprende tantissimo, nel paese dove un ex premier per il suo compleanno si è fatto regalare una minorenne per allietare la sua serata, questo divieto mi sorprende parecchio. Ma, per parlare seriamente, (…) sapete che se dite ad un adolescente di non fare qualcosa, sicuramente questa è la maniera migliore per spingerlo a farla. È  un metodo assolutamente sbagliato. A mio avviso la censura, tranne casi estremi, non è un buon metodo. (…) Siamo veramente dispiaciute che in Italia ci sia stato questo problema con la censura”.

Vieri Razzini: “(…) Abbiamo avuto la motivazione della censura e si parlava (…) di “pericolo di emulazione”(…).” Vieri Razzini legge poi le parole con cui la  Commissione Censura ha motivato il divieto: ““Il clima di suggestione tra i ragazzi e i comportamenti estremamente trasgressivi, in particolare le scene di pericolo alla guida, la scena di abuso del fumo e le condizioni particolari di salute, le difficoltà con la gestione del proprio comportamento, evidenziano la possibilità di emulazione ai minori non in grado di elaborare il senso profondo del film, che risulta invece particolarmente adatto ad un pubblico più adulto, in grado di coglierne il significato profondo”.  E così la commenta, rilevando che non si parla mai di gravidanza, ma solo di “condizione  di salute particolare: “Ognuno usa gli eufemismi che gli competono”. E parla di vera e propria “spaccatura all’interno della  Commissione”, dunque di una decisione non unanime al riguardo. Sul pericolo di emulazione dice: “Questo discorso dell’emulazione a me fa ridere a crepapelle. Con quello che passa in televisione, al cinema, su internet, in termini di violenza soprattutto – è vero, per quanto riguarda la violenza che è un virus sottile, il problema si pone – (…)  ma se ci fosse il pericolo dell’emulazione (…) a pieno andare, dovremmo essere praticamente tutti morti”.

Materialmente è semplice fare ricorso. Negli ultimi mesi è successo molte volte, ad esempio col film della Comencini. In questo modo, il film viene visto da un’altra delle nove commissioni di censura, e quasi sempre poi il divieto viene tolto. Sapete se tra oggi e venerdì (data d’uscita della pellicola ndr) un’altra commissione vedrà il film?

V. R.: “Non lo so, perché la motivazione è arrivata ieri mattina e prima di averla non si può fare ricorso. Quello che è successo però, è che a noi è stato impedito in campagna di lancio del film di usare i normali mezzi pubblicitari. (…) E’ comunque, obiettivamente, una cosa assurda e un danno. Si rimedierà probabilmente, (…) forse  riusciremo  in extremis ad andare di nuovo davanti alla Commissione di censura domani mattina, (…) ci proveremo”.

In Francia ha circolato normalmente? Che accoglienza e che target ha avuto?

M. C.: “Sì, abbiamo proiettato il film in diverse assemblee scolastiche  in una ventina di paesi molto diversi, dall’India agli Stati Uniti, e non ci sono mai stati problemi di questo genere. Gli adolescenti ai quali il film è stato mostrato, reagiscono, (…) capiscono, discutono, sanno. Le reazioni sono state anche molto costruttive. Dopo aver fatto vedere il film,  se ne è parlato, dibattuto, discusso con i ragazzi.

Nella storia originale, che è avvenuta in America, i fatti erano come sono raccontati qui, o ne avete dato una versione europea?

M. C.: “Per quanto riguarda il fatto  vero cui ci siamo ispirate, quello che sappiamo sono semplicemente le due righe che sono state pubblicate dal quotidiano Liberation, in cui si diceva che negli Usa, a Gloucester, 17 ragazze dello stesso liceo avevano deciso di restare incinte tutte insieme nello stesso anno. Questo è stato il motivo che ci ha fatto venir voglia di raccontare questa storia. Ma i personaggi che vedete nel film, la loro psicologia, l’ambiente familiare e anche questa idea di utopia collettiva sono inventati da noi e vengono molto di più dalla nostra esperienza di adolescenti, mia e di mia sorella, anche perché delle vere ragazze americane non sappiamo nulla (…). Quello che invece è quasi documentaristico è ciò che riguarda l’ambiente dei medici, degli infermieri, degli assistenti sanitari mostrato nel film, perché su questo ci siamo documentati e questa è la situazione che c’è in Francia (…)”.

Quando si fa un film non si giudicano i protagonisti, ma si racconta la loro storia. Tuttavia, questo film in un certo senso “butta a mare” in un attimo decenni di dibattiti sulle scelte consapevoli, sulla contraccezione, sul sesso sicuro. C’è una scena in particolare in cui si risolve un po’ velocemente il tema del sesso sicuro e dell’Aids. Come donne, più che come autrici, vi siete poste questo problema?

M. C.: “Sì, certo. Quando si affronta un argomento come questo (…) si sente tutto il peso della responsabilità di ciò. Quindi con mia sorella ne abbiamo parlato, eravamo molto consapevoli di quello che stavamo facendo al momento della scrittura della sceneggiatura. Perciò, riguardo la fine del film, abbiamo deciso che non potevamo fare un finale troppo rosa, positivo, perché sapevamo che con un film del genere (già siamo state accusate di fare l’apologia delle gravidanze collettive) se avessimo messo anche un lieto fine, del tutto positivo, non sarebbe stato adatto. Ma neanche un finale troppo negativo, perché comunque (…) sono nati dei bambini, nel film come nella realtà (…). Abbiamo trovato una via di mezzo (…): tutti noi nell’adolescenza abbiamo avuto un compagno di scuola, un amico (…) che fosse un personaggio un po’ mitico, o perché era più bello, o più simpatico, o perché era quello più intraprendente, colui che diventava un po’ il leader del gruppo. Noi abbiamo deciso di far scomparire questo leader (…). Il problema dell’Aids sicuramente era una delle complicazioni insite nel film (…). Quando si parla di 17 ragazzine che rimangono incinte tutte insieme, c’e la questione della gravidanza, il problema dell’aborto, l’Aids, tutte queste cose. Se avessimo voluto affrontarle tutte in maniera completa non sarebbe stato più un film, ma una soap opera, un romanzo a puntate. Avremmo dovuto fare una puntata su ogni argomento. Invece abbiamo fatto un film. Ci siamo poste il problema dell’Aids, che ci si pone ovunque e che i ragazzi sicuramente a quell’età si pongono e affrontano. (…) Noi lo abbiamo risolto così (…), con una frase che per alcuni può sembrare un po’ troppo rapida e veloce, ma c’è e resta. La ragazza si pone il problema e dà quella risposta” Una risposta che denota una certa consapevolezza da parte sua. E la regista insiste: “Non abbiamo messo da parte il problema, ma (…) non si poteva insistere troppo soltanto su questo.

Non si riflette forse abbastanza sul fatto che queste ragazze sono state abbandonate, non c’è una figura che decide di aiutarle o di accettare la loro decisione, vengono subito condannate, senza sentire le loro ragioni o proporre un’alternativa positiva a ciò che hanno fatto.

M. C.: “Il problema nasce proprio dal fatto che non si tratta di una sola gravidanza individuale, ma di 17 gravidanze, qualcosa di collettivo. Per questo gli adulti si trovano totalmente persi, presi in contropiede di fronte a questo fenomeno, perché riguarda un gruppo che giorno dopo giorno cresce. All’inizio i professori e soprattutto l’infermiera scolastica cerca di capire, di parlare con loro, ma poi la cosa sfugge di mano a tutti. Non riescono a capire. Soprattutto, a quel punto non hanno i mezzi per contenere questo fenomeno, per limitare questa esplosione di energia (…), la forza, la potenza espressa da queste ragazze che tutte insieme decidono di portare avanti questa gravidanza. Non ci sono i mezzi per costringerle: non si può costringere una minorenne ad abortire, figuriamoci 17 minorenni dello stesso liceo”.

Quali sono state le critiche più fastidiose al film in Francia?

M.C.: “L’accusa di fare l’apologia delle gravidanze collettive è stata certamente la critica che più ci ha infastidito e credo dimostri una non comprensione totale di ciò che volevamo raccontare con questo film. (…) Ciò che ci interessava in quello che abbiamo raccontato è che queste ragazze non si accontentassero. Non si accontentano dell’avvenire che viene proposto loro, in quel contesto, e decidono di trovare una soluzione per avere altro. È questa la cosa che ci è piaciuta, il fatto che ci fosse un atto di rivolta e ribellione da parte di queste ragazze (…). Certo, una gravidanza collettiva non è la soluzione del problema, anche perché, lo si vede nel film, la gravidanza è e resta un fatto personale, individuale. L’utopia della gravidanza collettiva, del crescere i bambini tutte insieme nella stessa casa poi non si realizza. Non volevamo dire: che bello tutto ciò, ma piuttosto sottolineare che le ragazzine hanno deciso di ribellarsi, non accontentarsi (…). Sicuramente la maggior parte del pubblico è composto da persone intelligenti che capiranno qual è veramente il messaggio. Per inciso, in Francia non c’è stata un’epidemia di gravidanze di diciassettenni da quando il film è uscito (…)

17 Ragazze è stato presentato a Gloucester negli Usa, dove è accaduto il fatto vero all’origine della pellicola? È arrivata la notizia del film lì?

M. C.: “Il film è stato presentato a New York la settimana scorsa. Uscirà in Usa a luglio, distribuito dalla Strange Release (…). Il distributore mi ha detto che pensava di farlo uscire a Gloucester e ha chiesto la mia opinione (…). (…) Personalmente non mi sembra  un’ idea geniale. Le ragazze del film credo siano molto diverse dalle protagoniste del fatto di cronaca. Noi abbiamo fatto un adattamento molto intimo, molto francese. (…) Non so se lo faranno, la decisione non spetta a me comunque”.

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