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Ron Perlman si scaglia contro il dirigente dello studio per i commenti sullo sciopero degli scrittori

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Mentre lo sciopero degli sceneggiatori continua, e anche la Screen Actors Guild si unisce a loro, l’attore Ron Perlman ha lanciato una forte critica a coloro che cercherebbero di “far morire di fame” le persone in sciopero. In un post su Instagram poi cancellato , Perlman ha chiamato un dirigente anonimo che ha detto a Deadline la scorsa settimana che la fine dei giochi per gli studi e l’AMPTP (l’Alleanza dei produttori cinematografici e televisivi) era di lasciare che lo sciopero WGA continuasse fino a quando le persone non inizieranno a “perdere i loro appartamenti e perdere le loro case”. Ron Perlman ha lasciato intendere che non solo sapeva chi fosse il dirigente, ma che c’erano “molti modi per perdere la casa”.

Cosa ha detto Ron Perlman?

Una cosa, prima che me ne vada“, ha detto Perlman nel video. Il figlio di puttana che ha detto che continueremo questa cosa finché le persone non inizieranno a perdere le loro case e i loro appartamenti? Ascoltami, figlio di puttana. Ci sono molti modi per perdere la tua casa. In parte è finanziario, in parte è karma, e in parte è solo capire chi cazzo l’ha detto – e sappiamo chi l’ha detto – e dove fottutamente vive”.

Perlman ha continuato dicendo che l’esecutivo è qualcuno che guadagna $ 27 milioni all’anno “per non aver creato nulla“. Ci sono molti modi per perdere la tua casa“, ha detto Perlman. “Lo desideri sulle persone, desideri che le famiglie muoiano di fame, mentre guadagni $ 27 f-king milioni all’anno per non creare nulla? Stai attento, figlio di puttana. Stai molto attento, perché questo è il tipo di merda che agita la merda. Pace fuori”. Alla base degli scioperi di WGA e SAG-AFTRA ci sono problemi sui residui per gli spettacoli su piattaforme di streaming, così come altri problemi come l’uso dell’intelligenza artificiale sia nella stanza dello scrittore che durante le riprese.

Ron Perlman sarà Optimus Primal in Transformers: Il risveglio

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Ron Perlman sarà Optimus Primal in Transformers: Il risveglio

L’attore americano Ron Perlman presterà la sua voce a Optimus Primal nel nuovo capitolo della saga del franchise Hasbro Transformers intitolato, Transformers: Il risveglio. Perlman noto per aver doppiato innumerevoli videogame tra cui Halo, Fallout, Call of Duty e Turok, ha dichiarato di essere orgoglioso di interpretare questo guerriero coraggioso e onorevole che getterà le basi per un nuovi mondi da esplorare. Transformers: Rise of the Beasts dovrebbe offrire molti nuovi colpi di scena raccontando una storia ambientata nel 1994 a Brooklyn e in Perù. Le scene girate in Perù dovrebbero essere di particolare interesse approfondendo una sorta di connessione tra Inca e i Transformers .

Maximal contro Predator: ecco chi è Optimus Primal e i chi sono i Biocombat

Optimus Primal, discendente dell’attuale Optimus Prime, è il capitano di una nave Maximal da esplorazione e assieme al suo equipaggio finisce fuori rotta durante un inseguimento di una nave Predacon, atterrando su un pianeta sconosciuto. I Maximal, con l’appoggio degli Autobot non ancora senzienti dovranno impedire ai Predacon di aiutare Decepticon. A differenza dei classici Transfomers visti fino ad ora che si trasformavano in veicoli, questi Biocombat assumono le sembianze di mammiferi, uccelli e pesci mentre i loro acerrimi nemici si trasformano in invertebrati e rettili. Dopo il grande successo televisivo dei Transformers negli anni 80, nel 1997 in italia andò in onda Rombi di tuono e cieli di fuoco per i Biocombat (Beast Wars – Transformers).

Il nuovo Transformers: Rise of the Beasts arriverà al cinema nel 2022

In Transformers: Il risveglio Anthony Ramos (Hamilton, In the Heights) e Dominique Fishback (Project Power, Judas and the Black Messiah) saranno i protagonisti umani del film. Ramos interpreterà un ex militare di nome Noah, mentre Fishback interpreterà Elena, una ricercatrice di musei. Il film uscirà nelle sale americane il 24 giugno 2022. Le riprese sono ufficialmente partite. In Italia il titolo ufficiale sarà Transformers: Il risveglio.

Ron Perlman per l’ultima volta nel costume di Hellboy

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Ron Perlman per l’ultima volta nel costume di Hellboy

L’attore Ron Perlman confessò, all’epoca delle riprese dei due film dedicati ad Hellboy, di adiare profondamente le ore di trucco che gli permettevano di prendere le sembianze del protagonista.

Ron Perlman nel cast di Fantastic Beasts, spin-off di Harry Potter

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Arriva dall’Hollywood Reporter la notizia che Ron Perlman (Hellboy, Sons of Anarchy) si è unito ufficialmente al cast di di Fantastic Beasts and Where to Find Them (Gli animali fantastici: dove trovarli), spin off di Harry Potter sulle avventure del magizoologo Newt Scamandro (Eddie Redmayne). La fonte riporta che Perlman interpreterà un goblin nel film.

Il resto del cast include Katherine Waterston (Tina), Alison Sudol (Queenie), Dan Fogler (Jacob), Ezra Miller (Credence), Samantha Morton (Mary Lou), Jenn Murray (Chastity), Faith Wood-Blagrove (Modesty), Colin Farrell (Graves) e il premio Oscar Jon Voight.

Fantastic Beasts Where to Find Them è un libro di testo di Hogwarts, scritto da Newt Scamandro e che contiene un elenco di tutti gli animali fantastici presenti sulla Terra, nascosti agli occhi dei babbani, che hanno ovviamente a che fare con il mondo magico. Di ogni bestia, Scamandro ha classificato la pericolosità, la rarità e le caratteristiche corporee, con abitudini, alimentazione e luoghi di provenienza.

Nel film, che sarà poi una trilogia, si seguiranno le avventure del fantomatico autore del libro, Scamandro. Alcuni dei personaggi e alcune creature presenti nel film potrebbero essere familiari agli spettatori già fans di Harry Potter e il mondo magico nascosto sarà lo stesso in cui vivrà il bambino sopravvissuto. La storia sarà ambientata settant’anni prima delle vicende legate a Harry e partirà a New York.

La sceneggiatura è stata adattata per lo schermo dalla stessa JK Rowling partendo da un libretto di 54 pagine. Il film sarà diretto da David Yates, regista degli ultimi quattro film della saga di Harry Potter.

Fonte

Ron Perlman e Theo Rossi: reunion di Sons of Anarchy nel cast di Come With Me

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Ron Perlman si è unito al cast del prossimo thriller Come With Me di Aaron Harvey. L’attore interpreterà Dalton Kirby, un acuto conduttore radiofonico che influenza un uomo della classe operaia (Theo Rossi) con le sue invettive verbali di paura e sventura. Questo segna una riunion per la coppia di attori, che hanno lavorato insieme in Sons of Anarchy.

In Come With Me, il personaggio di Rossi cade sotto l’influenza delle diatribe di Kirby, che oscurano il mondo intorno a lui. Presto si ritrova nei guai al lavoro a causa dell’assorbimento della retorica radiofonica pungente di Kirbey.

Come With Me ha recentemente concluso la produzione a Gulfport, Biloxi e Pass Christian, Mississippi. Harvey (The Neighbor, Into the Ashes) dirige da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Jonathan Croom. Il film è prodotto anche da Demetrius Stear, Colin Bates, Kevin Greene e Nicholas Carmona.

Ron Perlman si scaglia contro il dirigente dello studio per i commenti sullo sciopero degli sceneggiatori

I produttori esecutivi includono Ryan Francis, Lance Kawas, Fadi Assaf, Michael Sirow e Javier C. Ortiz. A Mind’s Eye, DreamSyndicate, EverBright Pictures e Michael Bruce Pictures in associazione con FilmLens sono anche dietro la produzione.

La lunga lista di crediti di Ron Perlman include i film di Hellboy di Guillermo Del Toro e, più di recente, Don’t Look Up (2021) e Nightmare Alley (2021). Apparirà presto nel thriller poliziesco Absolution al fianco di Liam Neeson. Possiamo vedere Rossi in The Penguin.

In Sons of Anarchy, andato in onda dal 2008 al 2013, Perlman ha interpretato Clarence ‘Clay’ Morrow al fianco di Juan Carlos ‘Juice’ Ortiz di Rossi.

Ron Howard: intervista al regista del documentario su Pavarotti

Ron Howard: intervista al regista del documentario su Pavarotti

In occasione della presentazione alla Festa del Cinema di Roma 2019, ecco la nostra intervista a Ron Howard, regista di Pavarotti, il documentario sulla leggenda della lirica mondiale.

Pavarotti è il secondo documentario che il regista premio Oscar Ron Howard dedica a grandi miti della musica. Nel 2016 era toccato ai Beatles, con The Beatles: Eight Days a Week – The Touring Years, mentre viene ora presentato alla quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma il film sulla vita del celebre tenore italiano.

Tra i temi centrali del film vi è quello della famiglia, grande e insostituibile valore nella vita di Pavarotti, che nel film appare ricorrente attraverso interviste alle due mogli e alle tre figlie. “La storia della famiglia è la chiave del film, quella con cui è possibile identificarsi di più. Questa gli ha dato tutto, e lui si è sempre speso molto per i suoi cari. Era un uomo generoso, ma portava negli occhi anche il dolore per la convinzione di non essere stato il padre che avrebbe voluto essere. Credo che da simili sofferenze possa nascere la vera arte, e Pavarotti ne è un esempio perfetto.”

Pavarotti, il documentario evento sulla superstar internazionale che ha trasformato il mondo dell’Opera, arriverà nei multisala The Space Cinema solo per tre giorni il 28, 29 e 30 ottobre. Lo speciale contenuto racconta la storia, la voce, i segreti che hanno reso Luciano Pavarotti una leggenda, ripercorrendo il suo incredibile percorso, da figlio di un fornaio a stella dei palcoscenici mondiali capace di trasformare per sempre l’universo operistico.

Il documentario firmato dal regista premio Oscar Ron Howard, è realizzato con filmati inediti e immagini delle performance più iconiche del tenore che offrono un ritratto intimo ed emozionante dell’artista e dell’uomo, diventato il più amato cantante d’opera di tutti i tempi con oltre 100 milioni di dischi venduti nel corso della sua carriera. Ron Howard ha scelto un approccio intimo per raccontare la storia del tenore andando oltre l’iconica figura pubblica per svelare l’uomo. Grazie all’accesso esclusivo agli archivi di famiglia e al vasto materiale musicale ripreso dal vivo, il documentario evento fa emergere la storia personale dell’artista e attraverso le immagini e la musica di Pavarotti, gli spettatori viaggeranno in tutto il mondo in compagnia del tenore conoscendo l’artista sensibile e l’uomo.

Ron Howard: i suoi migliori film in attesa di Eden

Ron Howard: i suoi migliori film in attesa di Eden

In arrivo il 10 aprile in sala con 01 Distribution, Eden (qui la recensione) è il nuovo film di Ron Howard che è stato presentato in anteprima in Italia al Festival di Torino. Il film segna il ritorno dell’amatissimo Howard sulla sedia di regia a 5 anni dal suo sfortunato Elegia Americana che, come molti altri titoli, ha sofferto a causa dell’anno d’uscita, il 2020.

Ron Howard però non ha certo bisogno di presentazioni, vista la sua lunghissima e fortunata carriera davanti e dietro alla macchina da presa. Per cui in attesa di vedere Eden in sala, ecco i migliori titoli diretti dal regista.

Cocoon – L’energia dell’universo – 1985

Al suo secondo film da regista, Ron Howard offre al pubblico quello che sarebbe diventato un classico di fantascienza e che porta a casa due premi Oscar: al migliore attore non protagonista Don Ameche e ai migliori effetti visivi. Il film è un adattamento dall’omonimo romanzo di David Saperstein.

Tre vecchietti di una casa di riposo della Florida, facendo il bagno nella piscina di un vicino, ritrovano l’energia della giovinezza ormai dimenticata. Senza saperlo, sono entrati in contatto con alcuni bozzoli di origine aliena, ripescati in mare dai loro compagni.

Apollo 13 – 1995

Apollo 13 cast
Una scena di Apollo 13. Foto di Universal Home Video – © 1995 Universal Pictures

Ancora basandosi su un libro, Lost Moon, scritto da Jim Lovell e Jeffrey Kluger, Ron Howard realizza nel 1995 quello che forse è il suo film più significativo e famoso, in cui dirige uno squadrone di superstar: Tom Hanks, Kevin Bacon, Bill Paxton, Gary Sinise, Ed Harris e Kathleen Quinlan.

Le vicende narrate sono quelle della missione spaziale omonima, fallita a causa di un grave incidente che mise a rischio la vita dei tre astronauti. Il film è stato inserito nella lista stilata dal New York Times dei 1000 migliori film di sempre. 

Con ben nove nomination agli Oscar, il film porta a casa il premio al miglior sonoro e al miglior montaggio e ancora oggi è uno dei film “spaziali” più amati e riconosciuti dal grande pubblico.

Il Grinch – 2000

The GrinchPer alcuni è diventato negli anni il film natalizio per eccellenza, anche in Italia dove il libro omonimo del Dr. Seuss, dal cui è tratto, non è così famoso come nei paesi anglofoni. Il Grinch rappresenta senza dubbio una vetta del cinema di Ron Howard, che ha sempre avuto un occhio di riguardo per il pubblico 0-100.

Il film non ha certo bisogno di presentazioni, e si distingue per l’interpretazione memorabile di Jim Carrey nei panni del verde bisbetico avverso al Natale.

A Beautiful Mind – 2001

a beautiful mindL’anno dopo, Ron Howard torna in sala con un film che ha segnato la storia del cinema popolare. A Beautiful Mind è la storia romanzata della vita turbolenta del matematico John Nash, genio dei numeri, premio Nobel per l’economia e schizofrenico certificato. Il film ha trionfato agli Academy Awards, portando a casa 4 statuette su otto nomination, tra cui migliore sceneggiatura non originale (il film è basato sulla biografia di Sylvia Nasar che venne pubblicata in Italia col titolo Il genio dei numeri), e quelle pesantissime di Migliore attrice non Protagonista Jennifer Connelly, Migliore regia a Howard e Miglior film.

Come i titoli già citati, anche A Beautiful mind è un capolavoro del popolo, uno di quei film di stampo hollywoodiano che riescono a raggiungere una capillarità tale da uscire dalla bolla dei cinefili e arrivare davvero al mondo. Si tratta di uno degli ultimi film di Ron Howard ad aver avuto questa potenza comunicativa. Nel 2000 il cinema e gli spettatori sono cambiati.

Frost/Nixon – il duello – 2008

Nixon:Frost Il duelloForse meno famoso di altri titoli citati ma di grande potenza e portato di una storia potentissima, Frost/Nixon – Il duello è l’adattamento cinematografico delle vere interviste a Nixon registrate nel 1977 dal giornalista britannico David Frost e dell’omonimo dramma teatrale scritto da Peter Morgan, che ha firmato anche la sceneggiatura del film. Il film ha ottenuto cinque candidature agli Oscar 2009, tra cui miglior film, miglior regista e miglior attore protagonista.

Il film è forte di un racconto particolarmente affascinante e avvincente, nonché basato su una storia vera, elemento che aumenta sempre l’interesse nel pubblico, e si fregia dell’interpretazione brillante di una coppia di assi: Frank Langella nei panni di Richard Nixon e il bravissimo Michael Sheen in quelli di David Frost. Sembra che il progetto facesse gola a molti a Hollywood e si racconta che Howard ha battuto sul tempo una serie di grossi nomi che avevano intenzione di girare il film: Martin Scorsese, Mike Nichols, George Clooney, Sam Mendes, e Bennett Miller.

Rush – 2013

Rush filmBasato su una sceneggiatura di Peter Morgan, racconta l’intensa rivalità tra i piloti di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda, interpretati rispettivamente da Chris Hemsworth e Daniel Brühl. Ron Howard si tuffa nel mondo della F1 con lucidità e grazia, riesce a raccontare con grande equilibrio la vita personale dei due fenomeni protagonisti e la loro sfida personale, mettendone in contrapposizione i caratteri e lo stile di guida e di vita.

Il risultato è un ritratto eroico di una delle rivalità più famose e avvincenti che la storia della Formula 1 e dello sport in generale ricordi. Ignorato, questa volta, ai premi Oscar, il film ha avuto invece un grandissimo successo di pubblico e in Italia è ancora visto e rivisto, nonché amato moltissimo dal pubblico di tutte le età.

Eden – 2025

Ana de Armas, Sidney Sweeney e Daniel Bruhl in Eden
Ana de Armas, Sidney Sweeney e Daniel Bruhl in Eden © Cortesia 01 Distribution

Esce in sala il 10 aprile Eden, distribuito da 01 Distribution. Il film è stato presentato in anteprima al Festival di Tornio del 2024.

Ambientato sull’isola vulcanica di Floreana, nell’arcipelago delle Galápagos, Eden racconta l’incredibile storia di un gruppo di coloni europei che, negli anni Trenta, decisero di abbandonare la civiltà per cercare un’esistenza alternativa in un paradiso incontaminato. Tra i protagonisti della pellicola troviamo un cast stellare guidato da Jude Law nel ruolo del dottor Friedrich Ritter, Vanessa Kirby nel ruolo di Dora Strauch Ritter, e Daniel Brühl nei panni di Heinz Wittmer. Accanto a loro Sydney Sweeney, Jonathan Tittel, Ana de Armas, Richard Roxburgh, Toby Wallace e Felix Kammerer danno vita a una storia fatta di sogni, tensioni e segreti sepolti sotto la superficie.

Ron Howard, Chris Hemsworth e Daniel Brühl presentano Rush a Roma

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Ron Howard, il regista premio Oscar, racconta in Rush è raccontato uno dei campionati di Formula 1 più avvincenti che la storia ricordi, quello del 1976, quando a contendersi il titolo di Campione del Mondo erano leggende di Niki Lauda alla Ferrari e James Hunt alla McLaren. Oggi, in occasione della prima nazionale del film, il regista, con i suoi protagonisti, ha partecipato ad un’affollata conferenza stampa, in cui ha raccontato la rivalità agonistica del due grandi campioni. Il regista non è nuovo ai grandi confronti di personaggi molto carismatici, si pensi a Frost/Nixon, infatti ha dichiarato di aver sempre amato raccontare di persone che vengono messe alla prova in maniera inusuale e sorprendente. “Scelgo questo tipo di storie appositamente, di persone che fanno cose estreme per mettere alla prova se stessi – ha detto Howard – e così il pubblico riesce a scoprire in questi eroi molte caratteristiche a loro comuni“.

Rush affronta anche in maniera diretta il tema della morte, che in un film sulla Formula 1 degli anni ’70 è straordinariamente attuale; “Il modo in cui ci rapportiamo alla morte è diverso per ciascuno di noi. Ci definisce come esseri umani. Le persone affrontano il concetto di morte in maniera diversa e questo è stato molto interessante per questo film. Entrambi i personaggi del film hanno un rapporto particolare con lo spettro della morte, un senso comune per i piloti degli anni ’70. Nello specifico, Lauda avesse un fascino particolare verso il rischio. Per Daniel (Brühl che interpreta Niki Lauda, ndr) è stato un elemento sorpresa“.

Si, rispetto al personaggio più effervescente di James Hunt – interviene Daniel Brühl – Niki Lauda era più un calcolatore, lui correva mettendo sempre in conto una percentuale di morte del 20%, mai di più. In un certo senso era un pioniere, più simile ai piloti moderni. Sapeva che guidando una macchina così c’erano dei grossi pericoli, ma allo stesso tempo aveva una particolare sensibilità di capire quando era il caso di correre e quando no. E’ quello che succede nel gran premio del Giappone del ’76, quando non è disposto a mettere a repentaglio la sua vita e il suo rapporto con Marlene. Credo che Lauda abbia contribuito tanto alla sicurezza nel mondo delle corse, se ci pensate dopo il brutto incidente fatale di Senna, non ci sono stati più incidenti mortali in F1“.

Se Brühl interpreta il calcolatore Lauda, Chris Hemsworth è l’eccessivo James Hunt, playboy, bevitore e edonista a tutto tondo. “Diversamente da Niki Lauda che affrontava il discorso della morte da matematico, – dice Chris – James era più viscerale, qualcosa che continuava in tutta la sua vita anche fuori dalla pista. Se aveva un desiderio faceva quello che voleva, senza problemi. Loro vivevano la minaccia continua della morte, Niki la calcolava, James cercava di esorcizzarla indulgendo in altre attività, come il bere o le donne. Questi piloti avevano bisogno di uno sfogo, in particolare allora, per poter affrontare la morte, che negli anni ’70 era frequente. Mi è piaciuto correlare la paura all’immediatezza del moemnto presente. Se l’alternativa alla morte era la concentrazione nel momento presente, allora era meglio concentrarsi. La nostra abitudine è quella di pensare al futuro, a domani o alla prossima settimana, il prossimo anno, o magari guardare al passato. Queste attività che ti costringono a guardare al momento immediato mi attirano, anche se nella mia vita non porto le cose così all’estremo“.Per la realizzazione di Rush, Ron Howard ha collaborato di nuovo con Peter Morgan, con cui aveva lavorato già in Frost/Nixon.

E’ stato infatti Morgan stesso a fargli conoscere questa storia che per Howard aveva tutti gli elementi per diventare un grande film. “Abbiamo lavorato alla sceneggiatura cercando di applicarvi le ricerche che facevamo, poi abbiamo fatto le prove con il cast, e la sceneggiatura si evolveva. Ha scritto un bellissimo script ma era comunque aperto alle novità“. L’occasione di interpretare Lauda e Hunt ha offerto ai due attori la possibilità di approcciarsi a questo sport. Per Hemsworth è stata una prima volta, dal momento che non era mai stato vicino al mondo della F1. Molto diverso il lavoro di Daniel Brühl, cresciuto in Germania, dove Lauda è una vera e propria leggenda e da dove è poi venuto un certo signor Michael Schumacher, che gli italiani conoscono molto bene; per lui il film è stato un’occasione di riavvicinarsi alla Formula 1 dopo che il periodo di supremazia di Schumacher lo aveva annoiato. “Mi sono riavvicinato alla Formula 1 con il bellissimo documentario su Senna. E dopo alcuni mesi è arrivato questo copione che ha catturato subito la mia attenzione“.

rush

Nel cast di Rush insieme a Chris Hemsworth e Daniel Brühl anche Alexandra Maria Lara, Christian McKay, James Michael Rankin, Jensen Freeman, Natalie Dormer e, nel ruolo della moglie di Hunt, Olivia Wilde.

Ecco la trama del film: Il racconto di una delle più celebri rivalità sportive della storia, quella tra i piloti di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda. Nato da un ambiente privelgiato, carismatico e affascinante, Hunt non poteva essere più diverso dal metodico e riservato Lauda: la loro rivalità nacque fin dai tempi della Formual 3 e continuò per anni, fermata nemmeno dal terribile incidente che vide protagonista Lauda nel 1976 al Nürburgring. Il film nasce da un soggetto di Peter Morgan, autore anche della sceneggiatura, ed è prodotto da Ron Howard stesso con la sua Imagine Brian Grazer, insieme a Brian Oliver della Cross Creek e Tim Bevan e Eric Fellner della Working Title.

Ron Howard torna sul set con Chris Hemsworth

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Ron Howard torna sul set con Chris Hemsworth

A pochi giorni dal successo nelle sale di Rush, è trapelata la notizia che il regista Ron Howard tornerà a dirigere Chris Hemsworth in un altro film. Il regista premio Oscar, infatti, è già impegnato da un paio di settimane su un altro set, quello di Heart of Sea, tratto dal romanzo di Nathaniel Philbrick che racconta la vera storia che ha ispirato il romanzo Moby Dick di Neville.

Il racconto , però, si sofferma di più sulla lotta alla sopravvivenza, da parte dell’equipaggio della nave Essex rimasto superstite, dopo un violento attacco di un enorme balena nel 1820. Pellicola d’avventura questo nuovo progetto di Howard, che ha scelto ancora una volta nel suo cast Chris Hemsworth per interpretare il capitano della nave Owen Chase, accompagnato da attori come Benjamin Walker, Cillian Murphy e Ben Wishaw.

La produzione è stata affidata a Paula Weinstein (Blood Diamond), Joe Roth (Oz The Great and Powerful), William Ward, Brian Grazer (J. Edgar) e lo stesso Ron Howard. Il film si sta girando presso gli studi della Warner Bros nel Regno Unito, anche se alcune parti verranno girate alle Canarie.

Slashfilm.com

Ron Howard torna alla commedia: The Dilemma

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Ron Howard torna alla commedia: The Dilemma

Che cosa fareste se scopriste che la moglie del vostro migliore amico se la fa con un altro? Come vi comportereste? Lo direste alla vittima o chiedereste alla fedifraga di smettere di vedere il suo amante?

Ron Howard su EDEN: una visione di destino e Isolamento

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Ron Howard su EDEN: una visione di destino e Isolamento

Il regista Ron Howard, noto per il suo approccio innovativo e la capacità di trasformare storie vere in opere cinematografiche indimenticabili, ha recentemente condiviso le sue riflessioni su EDEN, il suo nuovo film che tocca tematiche di isolamento, lotta e destino umano. Le dichiarazioni del regista offrono una prospettiva unica sulla realizzazione della pellicola, enfatizzando l’ideale di un viaggio interiore e collettivo che va oltre la mera narrazione storica.

La Visione di un Viaggio Estremo

Ron Howard ha spiegato che EDEN (la nostra recensione) rappresenta, per lui, “un viaggio estremo non solo nello spazio fisico, ma anche nell’anima dei protagonisti“. Secondo il regista, il film si basa su eventi reali accaduti sull’isola di Floreana, un luogo dove il confine tra civiltà e natura si fa particolarmente sottile. “Abbiamo voluto mostrare come, di fronte a un ambiente selvaggio e inospitale, l’essere umano sia costretto a confrontarsi con le proprie debolezze e il proprio desiderio di controllo“, ha dichiarato Howard, evidenziando come ogni scelta dei coloni rifletta una lotta interiore contro un destino inevitabile.

Il regista ha poi sottolineato che la scelta di utilizzare location che spaziano dalla ricostruzione fedele di ambientazioni naturali alla ripresa di paesaggi esterni ha permesso di dare vita a immagini suggestive: “Ogni scena è stata pensata per evocare la bellezza e l’asprezza della natura, elementi che si intrecciano con la fragilità dell’uomo quando si trova di fronte all’immensità dell’ignoto“.

Howard ha anche evidenziato l’importanza di raccontare la storia da un punto di vista umano, andando oltre il semplice racconto di una rapina della natura. “In EDEN vediamo l’evoluzione di personaggi che, pur essendo immersi in una realtà cruda e ostile, cercano di dare un senso al loro destino. È un invito a riflettere su quanto siamo davvero padroni del nostro percorso“, ha spiegato il regista, mettendo in luce il tema universale della ricerca di significato in situazioni estreme.

Ron Howard
Ron Howard sul set di EDEN – Credit © Jasin Boland cortesia 01 Distribution

Infine, Ron Howard ha ribadito che il film vuole essere un omaggio alla resilienza e alla capacità di adattamento dell’uomo, grazie anche a un cast stellare che ha saputo interpretare con intensità e profondità ogni singola emozione. “Con EDEN non abbiamo soltanto realizzato un film, ma abbiamo creato un’esperienza che invita lo spettatore a guardarsi dentro e a trovare, anche nelle situazioni più disperate, un barlume di speranza”, ha concluso.

Con queste parole, Ron Howard ci offre uno sguardo intimo sulle ispirazioni e le scelte artistiche che hanno reso EDEN un progetto ambizioso e altamente emotivo, pronto per arrivare in sala e toccare il cuore di chiunque osi intraprendere questo viaggio cinematografico.

Ron Howard spiega perché non ha mai diretto un cinecomic

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Nonostante sia un regista che in passato ha dato grande respiro ai generi predominanti al cinema nei vari decenni del secolo scorso, come lo sci-fi e il fantasy, Ron Howard non ha ancora cavalcato l’onda del momento sedendosi dietro allla macchina da presa di un cinecomic.

Il regista, che sarà a breve al cinema con The Heart of the Sea, ha rivelato di essere stato approcciato da George Lucas per la regia di Star Wars Episodio I La Minaccia Fantasma, insieme a Steven Spielberg e Robert Zemeckis. Howard ha però poi convinto il collega Lucas che lui sarebbe stato l’unico in grado di riportare sullo schermo Star Wars. Ma in merito alla questione ‘scottante’ del momento, l’ex Ricky di casa Cunningham ha rivelato di aver rifiutato anche un cinecomic.

“Ho avuto l’opportunità negli anni di fare un film di supereroi. Ma io davvero credo che non bisognerebbe mai fare dei film come se fossero esercizi. Devi essere coinvolto del tutto. Io non sono mai stato un ragazzo da fumetti. Mi piacciono i film, quando li vedo, specialmente quando sono storie d’origine. Ma ho sempre sentito come se non fossi in grado di stare sul set, stanco, alle 3 di notte, con decisioni importanti da prendere e sapere a intuito quali sono le cose giuste per il film. Per me sarebbe come fare la copia carbone di qualche altra cosa e non inventare. Non ho mai detto si a nessuno”.

Probabilmente non tutti i registi sognano un cinecomics nel loro CV, magari soprattutto se si tratta di registi già affermati e con le idee chiare come Ron Howard.

Fonte: /Film

Ron Howard si da ai supereori!

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E’ sicuramente uno dei registi più impegnati a trovare il suo prossimo film. Infatti, Ron Howard non smette di inserire possibili titoli per la sua prossima pellicola da regista, e dopo il film sulla Formula 1 Rush e gli adattamenti di Jon Krakauer Under the Banner of Heaven e Spy, ora si sarebbe interessato

Ron Howard presenta Pavarotti alla Festa del cinema di Roma

Ron Howard presenta Pavarotti alla Festa del cinema di Roma

Alle ore 19.30, la Sala Sinopoli ospiterà la proiezione di Pavarotti di Ron Howard: il regista Premio Oscar, che sarà sul red carpet alle ore 18.45 e incontrerà il pubblico sabato 19 ottobre, illustra la vita, la carriera e l’intramontabile eredità del grande tenore italiano, attraverso filmati inediti e rare interviste con la famiglia e i colleghi del cantante.

“Uno degli intenti più ambiziosi di Pavarotti era quello di ampliare il bacino della sua arte cosicché tante altre persone si innamorassero dell’opera lirica – ha detto il regista – Nutro la speranza che il nostro documentario possa aiutare a proseguire il suo lavoro. Pavarotti è cresciuto in una cultura in cui il melodramma era uno spettacolo popolare che si rivolgeva a tutti, e ha sempre voluto riportare l’opera a quelle radici. L’umiltà era una delle cose più belle e paradossali di Luciano”.

La quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma che si terrà fino al 27 ottobre con la direzione artistica di Antonio Monda, prodotta dalla Fondazione Cinema per Roma, Presidente Laura Delli Colli, Direttore Generale Francesca Via. L’Auditorium Parco della Musica sarà il fulcro dell’evento, con le sue sale di proiezione e il red carpet. Come ogni anno, la Festa coinvolgerà numerosi altri luoghi della Capitale, dal centro alla periferia.

Ron Howard parla di La Torre Nera

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Ron Howard parla di La Torre Nera

Ron Howard rilascia alcune dichiarazioni interessanti su La Torre Nera ad EW.com. Il regista parla della situazione in cui si trova il progetto sostenengo di voler iniziare le riprese nella primavera del 2012.

Ron Howard parla de La Torre Nera

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ron howard

Deadline ha chiesto a Ron Howard di rivelare qualche novità relativamente al suo prossimo adattamento cinematograficode La Torre Nera, la famosa serie di romanzi di Stephen King. Il film al momento è in fase di sceneggiatura per mano di Akiva Goldsman che produrrà anche ilprogetto insieme all’autore del romanzo King ed a Brian Grazer.

Ron Howard ottiene la sua stella sulla Walk of Fame

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Sembra difficile da credere eppure Ron Howard non aveva ancora la sua stella sulla Walk of Fame. Almeno non l’aveva fino a ieri, 10 dicembre 2015, quando il regista di Heart of the Sea – Le Origini di Moby Dick ha scritto il suo nome sul marciapiede più famoso del mondo.

https://youtu.be/Eyn03vOaVcA

Ron Howard non dirigerà il sequel de Il Codice da Vinci

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Il Codice Da Vinci ha guadagnato 758 milioni dollari in tutto il mondo. Il sequel, Angeli e Demoni, ha raccolto invece una cifra di poco inferiore ma comunque impressionante: 485.000 milioni.

Ron Howard e il team di Apollo 13 per Seveneves

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Ron Howard e il team di Apollo 13 per Seveneves

La Skydance Productions ha incaricato il team dietro Apollo 13, ossia lo sceneggiatore Bill Broyles, il regista Ron Howard e il produttore Brian Glazer di occuparsi dell’adattamento cinematografico di Seveneves, il romanzo di fantascienza scritto da Neal Stephenson. Howard e Glazer produrranno il film grazie alla loro Imagine Entertainment.

Uscito nel 2015, il romanzo è incentrato su un catastrofico evento che rende il Pianeta Terra una vera bomba a orologeria. Per questo motivo, le nazioni si riuniscono per cercare di trovare una soluzione e salvare l’umanità dall’estinzione, decidendo di trasportarla nello spazio. Cinquemila anni dopo, la loro progenie – sette razze che contano 3 miliardi di persone – si imbarca in un altro audace viaggio verso un mondo alieno trasformato dal cataclisma e dal tempo: la Terra.

Anche David Ellison della Skydance si occuperà della produzione insieme a Dana Goldberg e Erica Huggins della Imagine. Tra i prossimi progetti in cantiere della Skydance figurano Star Trek Beyond, Jack Reacher: Never Go Back, Geostorm e Life.

seveneves

Ricordiamo che Ron Howard è attualmente impegnato con la post-produzione di Inferno, il terzo adattamento dei romanzi di Dan Brown con protagonista l’ormai famoso personaggio letterario del professor Robert Langdon, interpretato dal due volte premio Oscar Tom Hanks.

Fonte: CS

Ron Howard dirigerà un documentario sui Beatles

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Ron Howard dirigerà un documentario sui Beatles

Ron HowardI Beatles sono uno dei gruppi più famosi al mondo e la loro leggenda è esplosa soprattutto negli anni ’60 e ’70. Ron Howard deve essere un loro grande ammiratore, perché ha deciso di dedicargli un documentario. Il regista, avrà inoltre il completo supporto di Paul McCartneyRingo StarrYoko Ono Lennon e Olivia Harrison, e l’opera sarà prodotta da Apple e White Horse.

Howard si è mostrato molto felice del progetto, e il film avrà un focus verso il periodo centrale del gruppo, quello in cui divennero grandi:

Questo film cercherà di spiegare come fu quel particolare momento in cui tutto cambiò. Esaminerà il contesto politico e tecnologico, e l’incomparabile energia tra il gruppo e il suo pubblico, che trasformerà la loro musica in un movimento; un’esperienza comune in qualcosa di sublime.

Sono molto eccitato e onorato di lavorare con Apple e il team di White Horse. Il loro impatto sulla cultura popolare è stato incredibile.

Collider

Ron Howard dirigerà The Girl Before per la Universal

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Ron Howard dirigerà un adattamento cinematografico del thriller di JP Delaney, The Girl Before, per la Universal.

Tra i produttori ci saranno Michael De Luca, Erica Huggins e la Imagine Entertainment di Brian Grazer.

Universal ha acquistato i diritti cinematografici di The Girl Before, un romanzo che Ballantine Bantam Dell Random House pubblicherà nell’autunno del 2016. La storia coinvolge una donna traumatizzata che si innamora di una casa minimalista e dell’uomo che l’ha progettata – solo per scoprire che un’altra donna, con i suoi stessi problemi, è morta in quella casa tre anni prima.

Delaney si pensa sia uno pseudonimo del romanziere Tony Strong.

Fonte: Variety

Ron Howard dirigerà il Pinocchio con Robert Downey Jr.

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Ron Howard dirigerà il Pinocchio con Robert Downey Jr.

Le ultime notizie che avevamo in merito risalivano al luglio dello scorso anno, ma adesso sembra che il progetto di Pinocchio con protagonista Robert Downey Jr. abbia finalmente trovato un regista. Si tratta infatti di Ron Howard, che, come annuncia The Tracking Board, prenderà le redini del progetto da tanto tempo in cantiere.

La storia di Pinocchio è nata alla fine del XIX secolo dalla mente di Carlo Collodi, che nel 1881 pubblico Le Avventure di Pinocchio. Tutti sappiamo che la Disney, nel 1940, realizzò il classico animato e al momento è stato dichiarato dalla Casa di Topolino che è in sviluppo un film in live action ispirato a quella storia, mentre Guillermo Del Toro ancora spera di realizzare il suo Pinocchio in stop-motion 3D.

Indimenticabile per noi italiani è lo sceneggiato Rai, Le avventure di Pinocchio, diretto da Luigi Comencini, con Nino Manfredi nei panni di Geppetto, Gina Lollobrigida in quelli della Fata Turchina e Franco e Ciccio in quelli del Gatto e la Volpe.

I dettagli del film sono ancora pochi ma si pensa che il protagonista della storia non sarà il burattino ma il suo creatore, Geppetto, interpretato appunto da Robert Downey Jr, alla disperata ricerca del suo figlio disperso.

Ron Howard ha di recente portato al cinema Heart of The Sea – La vera storia di Moby Dick, mentre lo vedremo di nuovo al cinema il prossimo 16 ottobre con Inferno, terzo film che racconterà le avventure del professor Robert Langdon (Tom Hanks) nato dalla fantasia di Dan Brown.

Pinocchio è prodotto dalla Imagine Entertainment e da Dan Jinks, Robert Downey Jr. e Susan Downey.

Fonte: CS

Ron Howard ci racconterà Il Libro della Giungla

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Ron HowardDei due adattamenti cinematografici che vedremo prossimamente de Il libro della giungla, basato sul romanzo omonimo del 1894 scritto da Rudyard Kipling che ha come protagonista il piccolo indiano Mowgli, solo uno sembra ave re vita facile. Il progetto della Disney infatti è saldo nelle mani di Jon Favreau (regista di Iron Man 1 e 2) che si occuperà della regia.

Il secondo adattamento, prodotto dalla Warner Bros, ha già dovuto affrontare diverse peripezie, tra le quali l’abbandono del regista, il messicano Alejandro Gonzalez Inarritu, regista di 21 grammi e Babel. Adesso però sembra che il progetto sia passato nelle mani di Ron Howard, che dopo il successo di Rush comincia a guardarsi intorno per scegliere il suo prossimo film.

La sceneggiatura della produzione Warner Bros sarà opera di Callie Kloves, figlia di Steve Kloves, autore degli scrip della saga di Harry Potter.

Fonte: CS

Ron Howard alla regia di In The Heart Of The Sea!

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Dopo averlo diretto in Rush,Biopic dedicato alla vita di Niki Lauda adesso in postproduzione, Ron Howard potrebbe tornare a dirigere Chris Hemsworth In The Heart Of The Sea, film d’avventura ambientato nel XIX secolo.

Il film percorrerà la storia dell’equipaggio di una baleniera che naufragò nel bel mezzo del Pacifico, ispirando la famosissima storia alla base del romanzo Moby Dick di Helman Melville. Lo script sarà opera di Charles Leavitt (Blood Diamond).

fonte: Empire

Ron Howard adatta Graveyard Book di Neil Gaiman

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The Graveyard Book (Il figlio del cimitero), romanzo firmato da Neil Gaiman e vincitore del Premio Hugo (il più importante riconoscimento alla narrativa ‘di genere’) nel 2009, fin dalla sua uscita è entrato nel novero delle opere per le quali si punta a una trasposizione cinematografica.

Neil Jordan prima ed Henry Selick poi hanno provato a metterci le mani, senza che però nulla si concretizzasse; ad entrare in trattative per realizzarlo è ora Ron Howard.

Certo, l’idea di vederne una versione animata in stop motion da Henry Selick (che aveva già portato al cinema un’altra opera di Gaiman, Coraline) era affascinante, ma anche un live action, se firmato da Howard, appare essere promettente.

Protagonista de Il figlio del cimitero è un ragazzo, Nobody Owens, rimasto orfano in seguito all’uccisione dei suoi genitori, e affidato dallo spirito della madre a due fantasmi, che lo crescono in un cimitero, aiutati dalle creature soprannaturali che vi albergano; nel corso della storia, Nobody scoprirà il vero motivo dell’uccisione dei suoi genitori,  legata al proprio destino.

In attesa di vederlo impegnato con l’opera di Neil Gaiman, il prossimo film di Howard ad approdare sugli schermi sarà Rush, biopic dedicato al corridore automobilistico James Hunt, la cui uscita è prevista per il 13 settebre.

Fonte: Empire

Ron – Un Amico Fuori Programma: trailer del film d’animazione

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Ron – Un Amico Fuori Programma: trailer del film d’animazione

Guarda il trailer di Ron – Un Amico Fuori Programma, la nuova avventura d’animazione, targata 20th Century Studios e Locksmith Animation, arriverà il 21 ottobre nelle sale italiane, distribuita da The Walt Disney Company Italia.

Ron – Un Amico Fuori Programma è la storia di Barney, un impacciato studente delle medie, e di Ron, il suo nuovo dispositivo tecnologico che cammina, parla, si connette e che dovrebbe essere il suo “migliore amico pronto all’uso”. Nell’era dei social media, gli esilaranti malfunzionamenti di Ron lanciano i due in un viaggio ricco di azione in cui il ragazzo e il robot fanno i conti con la meravigliosa confusione della vera amicizia.

Il film Ron – Un Amico Fuori Programma è diretto da Sarah Smith e dal veterano di Pixar Jean-Philippe Vine, e co-diretto da Octavio E. Rodriguez; la sceneggiatura è firmata da Peter Baynham & Smith. Il film è prodotto da Julie Lockhart, anche co-fondatrice di Locksmith, e da Lara Breay, mentre la presidente di Locksmith Elisabeth Murdoch, Smith e Baynham sono i produttori esecutivi.

Ron – Un Amico Fuori Programma al cinema dal 21 ottobre

Ron – Un Amico Fuori Programma al cinema dal 21 ottobre

Ron – Un Amico Fuori Programma racconta la storia commovente ed esilarante sull’amicizia tra un ragazzo delle medie e il suo robot difettoso. La nuova avventura d’animazione, targata 20th Century Studios e Locksmith Animation, arriverà il 21 ottobre nelle sale italiane, distribuita da The Walt Disney Company Italia.

Il prossimo 15 ottobre, Ron – Un Amico Fuori Programma sarà presentato come evento speciale in anteprima ad Alice nella Città. Per l’occasione, sul red carpet sfilerà il cast di voci italiane: l’autore, attore, comico, musicista, cantante, conduttore televisivo, radiofonico e fumettista Lillo, che presta la propria voce a Ron; l’attore Miguel Gobbo Diazdoppiatore di Marc; e i creators DinsiemE (Erick e Dominick) che prestano la voce rispettivamente a B-Bot di Ava (Erick) e B-Bot Invincibile e B-Bot di Alice (Dominick).

Ron – Un Amico Fuori Programma è la storia di Barney, un impacciato studente delle medie, e di Ron, il suo nuovo dispositivo tecnologico che cammina, parla, si connette e che dovrebbe essere il suo “migliore amico pronto all’uso”. Nell’era dei social media, gli esilaranti malfunzionamenti di Ron lanciano i due in un viaggio ricco di azione in cui il ragazzo e il robot fanno i conti con la meravigliosa confusione della vera amicizia.

Il film Ron – Un Amico Fuori Programma è diretto da Sarah Smith e dal veterano di Pixar Jean-Philippe Vine, e co-diretto da Octavio E. Rodriguez; la sceneggiatura è firmata da Peter Baynham & Smith. Il film è prodotto da Julie Lockhart, anche co-fondatrice di Locksmith, e da Lara Breay, mentre la presidente di Locksmith Elisabeth Murdoch, Smith e Baynham sono i produttori esecutivi.

Romulus: recensione dei primi due episodi della serie Sky RFF#15

Romulus: recensione dei primi due episodi della serie Sky RFF#15

La sua presentazione – attesissima dopo il successo lo scorso anno del film Il primo re, diretto da Matteo Rovere, da cui è stata tratta – fa parte degli Eventi Speciali della Festa del Cinema di Roma.

La serie tv Romulus promette di raccontare la fondazione di Roma e soprattutto il mondo dei primi romani dell’VIII secolo a. C. come non era stato mai fatto. La dimensione della serialità consente di soffermarsi di più e meglio sui molteplici aspetti della vita del tempo, di ricreare con dovizia di particolari quel mondo intriso di violenza, paura, riti e credenze arcaiche, divenuto oggetto di miti e leggende. Un approfondimento che non poteva trovare spazio nel film. Si prevede anche una trilogia di romanzi scritti da Luca Azzolini e pubblicata da Harper Collins, i primi due dei quali usciranno in contemporanea con la serie.

Inevitabile chiedersi se Romulus, diretto da Matteo Rovere, Michele Alhaique e Enrico Maria Artale riuscirà a mantenere gli alti livelli non solo visivi del film, ma anche di scrittura e interpretativi, riuscendo a non svilirsi nel compromesso con i meccanismi della serialità televisiva e dell’indirizzo a un pubblico di massa. Della scrittura si sono occupati lo stesso Matteo Rovere, Filippo Gravino (Veloce come il vento, Alaska, Il Primo Re) e Guido Iuculano (Una vita tranquilla, Tutto può succedere, Questione di cuore, Alaska) con un lavoro meticoloso di documentazione e studio delle fonti storiche, durato quattro anni. La serie, come il film, è interamente girata in protolatino.

Romulus, la trama

Lazio, VIII secolo a. C.. Trenta popoli formano la Lega Latina. Ognuno ha il suo re, ma tutti vivono sotto la guida del re di Alba, Numitor. La preoccupazione cresce nella Lega a causa di una prolungata siccità. Si consulta l’aruspice e il verdetto è implacabile: per far tornare la pioggia, gli dei chiedono l’esilio di Numitor. Il trono dovrà passare ai nipoti Enitos, Giovanni Buselli, e Yemos, Andrea Arcangeli, figli di sua figlia Silvia, Vanessa Scalera. I due fratelli sono inseparabili, ma Enitos ama segretamente Ilia, Marianna Fontana, vestale figlia di Amulius, Sergio Romano, fratello di Numitor.  Ilia è rinchiusa nel tempio di  Vesta, dove veglia giorno e notte sul fuoco sacro affinché non si spenga. Nonostante Ilia profetizzi a Enitos che sarà ucciso da suo fratello e gli consigli di allontanarsi da Alba per fuggire il destino, Enitos decide di restare accanto al fratello e regnare insieme. Nel frattempo, a Velia, un gruppo di giovani, i Luperci, viene scelto per un rito di iniziazione: dovrà restare nel bosco per mesi e sopravvivere alla minaccia della dea Rumia, che abita la foresta. Tra questi c’è Wiros, Francesco Di Napoli.  Ad Alba Amulius, convinto dalla moglie Gala, Ivana Lotito, e dal re di Velia, Spurius, Massimo Rossi, prende il potere con la forza. Yemos dovrà fuggire verso il bosco, dove si unirà ai Luperci avvicinandosi a Wiros. Ilia perderà il suo amore e farà un gesto gravissimo, di cui pagherà le conseguenze. Tutto però può cambiare in un attimo in un mondo primitivo, dominato da violenza, paura e mistero.

Romulus mantiene le promesse nonostante qualche compromesso inevitabile

Torniamo dunque alla domanda dell’inizio. Romulus mantiene gli alti livelli del film da cui è tratto, nonostante la diluizione nella serialità? Stando ai primi due episodi, sembra di si. Il progetto è molto curato e riesce a sfruttare al meglio la possibilità di inventare un mondo che ancora non c’è, che non si era mai visto prima, partendo da una minuziosa ricostruzione storica. Il lavoro di scrittura in questo senso è notevole. D’altro canto, si inseriscono elementi che nel film erano assenti, come la sessualità, quindi la nudità, con scene anche molto esplicite, elemento che ne Il primo re mancava. Lo si fa per uniformare il prodotto a dei canoni e attrarre un pubblico di massa. Al posto di una visione problematica e complessa dei rapporti sembra farsi strada una visione semplificata in cui è più netta la distinzione tra bene e male. Questo almeno a giudicare dai primi due episodi. Si introducono figure da tragedia shakespeariana, su tutte Gala, moglie di Amulius, una Lady Macbeth ante litteram, e lo stesso Amulius, un po’ Macbeth un po’ il Claudius dell’Amleto. Non tutti i personaggi però sono curati allo stesso modo, anche se ciò si potrà valutare più compiutamente nello sviluppo della serie. Si pensi ad esempio proprio a Gala, che nei primi due episodi interviene sempre con lo stesso comportamento e la stessa finalità, con una certa prevedibilità. Ciò stona un po’ con l’estrema accuratezza di cui abbiamo parlato sopra.

La regia riesce a restituire sia la vastità di spazi allora sconosciuti e quindi spaventosi, la durezza delle condizioni materiali di vita, sia lo stato di perenne paura, di estrema precarietà in cui vivono i protagonisti. C’è molta attenzione alle emozioni. Lo sguardo del regista si posa sui volti e i corpi dei personaggi, che indaga da vicino per scorgerne gli stati d’animo e i cambiamenti. Si riesce così a creare – con l’aiuto della buona fotografia di Vladan Radovic, sebbene sia difficile raggiungere i livelli di Daniele Ciprì ne Il primo re, delle musiche dei Mokadelic, basate ancora una volta sui ritmi percussivi, adatti al contesto arcaico e creatori di atmosfere piene di attesa e suspense – un’esperienza coinvolgente e un universo credibile, che viaggia tra ricostruzione maniacalmente realistica e fantasia. Il tutto è introdotto dalla sigla di testa, spettacolare sia visivamente che musicalmente, con una bella cover di Shout dei Tears for Fears cantata da Elisa. C’è da augurarsi che i tre registi siano riusciti a trovare un equilibrio di stili e che il livello si mantenga alto durante tutta la serie come in questi primi due episodi diretti da Matteo Rovere.

Un cast di giovani attori da vita a Romulus

Il cast di Romulus punta soprattutto sui giovani. I tre personaggi principali su cui si concentra l’attenzione sono Yemos, interpretato da Andrea Arcangeli (Trust, The Startup), Wiros, Francesco Di Napoli (La paranza dei bambini) e Ilia, Marianna Fontana (Indivisibili, Capri – Revolution). Quest’ultima si distingue nel ruolo della giovane vestale. La sequenza dell’interramento che la vede protagonista è senza dubbio visivamente impressionante e difficile da dimenticare, ma l’attrice dimostra di sapersi esprimere al meglio in più momenti. Si capisce già dai primi episodi come la sua figura sia quella di una ribelle destinata a diventare un’eroina che riscatta il ruolo delle donne in una società fortemente maschile. Da questo si evince, poi, come la serie reinventi il passato per parlare al presente.

Accanto a loro Giovanni Buselli (Gomorra – La serie), Silvia Calderoni (Riccardo va all’inferno), Demetra Avincola (Fortunata, Loro 2), Ivana Lotito (Gomorra – La serie), Gabriel Montesi (Favolacce, Il primo re) sono solo alcuni dei componenti del nutrito cast della serie. Prodotto da Sky, Cattleya e Groenlandia, Romulus arriva su Sky dal 6 novembre.

Romulus II – La guerra per Roma: recensione dei primi due episodi della seconda stagione

Roma è un cucciolo di lupa, ma crescerà e divorerà tutto ciò che la circonda. È un monito quello che apre la seconda stagione di Romulus (qui la recensione della prima stagione), la serie ideata da Matteo Rovere a partire dal suo film Il primo re. Se nella prima stagione si erano seguiti i processi che hanno portato alla formazione dei protagonisti e della mitica città, in questa seconda il cuore narrativo è invece rivolto alla volontà di Roma e i suoi abitanti di ottenere i giusti riconoscimenti, difendere i propri confini e prosperare in un territorio quanto mai selvaggio e brutale. Con Romulus II – La guerra per Roma, si entra dunque nel vivo dell’epico racconto concepito da Rovere.

Rincontriamo dunque i protagonisti lì dove li avevamo lasciati. Wiros e Yemos sono i re di Roma, un co-reggenza che genera non poche confusioni in chi è abituato a relazionarsi con un solo sovrano, specialmente considerando che Yemos è un ex schiavo. La nascita della nuova città, in particolare, va molto poco a genio a Titos, re dei Sabini, tanto giovane quanto crudele, il quale non tarderà a lanciare una violenta sfida per la supremazia. Ora che la guerra sembra dunque inevitabile, Roma e il suo popolo dovranno dimostrare di essere all’altezza delle voci sul loro conto.

Aria di guerra a Roma

L’atmosfera su cui si apre Romulus II è dunque un’atmosfera particolarmente cupa, con uno scontro che si comprende essere inevitabile e che rappresenterà il climax della stagione. Con i due episodi mostrati in anteprima nel corso della Festa del Cinema di Roma si entra quindi all’interno di una serie di giochi di potere che rendono i rapporti tra tutti i personaggi particolarmente tesi. Lo scontro vero e proprio, infatti, arriverà probabilmente non prima degli ultimi episodi, in attesa dei quali le due fazioni dovranno però armarsi e prepararsi alla guerra, ricercando alleati o le giuste strategie per poter sperare di vincere.

La Roma di Wiros e Yemos è infatti isolata, essendosi inimicata tutti i popoli circostanti. È una città appena nata e già apparentemente condannata ad una sconfitta certa. È dunque compito dei due re trovare il modo per scongiurare tale esito, dimostrando di non aver dato vita ad un mero fuoco di paglia. Si parla dunque di onore, di bisogno di superare le aspettative e affermarsi contro tutto e tutti. I primi due episodi di otto appaiono particolarmente concentrati nel trasmettere tutto ciò, densi di eventi realmente significativi allo sviluppo tanto del racconto quanto della psicologia dei personaggi.

A spiccare in particolare è però il Titos interpretato dal giovane Emanuele Di Stefano, attore apparso anche in La scuola cattolica e Il filo invisibile. Il suo re è un giovane capriccioso e viziato e che proprio per ciò può rivelarsi più pericoloso di quanto la sua fisicità esile lascerebbe immaginare. Bastano due episodi a Titos per ambire dunque ad essere la vera star di questa stagione. Accanto a lui, degne di nota sono anche le interpretazioni di Andrea Arcangeli nei panni di Wiros e di Marianna Fontana in quelli della guerriera Ilia.

Romulus-II-recensione

Romulus II e quella crescente cura per i dettagli

L’impressione, dunque, è che tutti questi giovani personaggi si troveranno in questa stagione ad un bivio, che li porterà a crescere e prendere percorsi di vita tutt’altro che indolori. Le loro interpretazioni sono certamente aiutate anche da una maggiore cura nelle scenografie, nei costumi e nel trucco. Ancora una volta Romulus si dimostra una serie ambiziosa da questo punto di vista, che trova proprio nella sua estetica un elemento di forte vanto. Tutti questi elementi combinati insieme sono poi ovviamente funzionali per trasmettere quel senso di arcaicità che tanto contribuisce al fascino della serie.

Tra riti pagani, messe propiziatorie e sacrifici agli dèi, Romulus II si preannuncia ancor più violenta, barbarica, con sequenze d’azione che non si risparmiano neanche sui dettagli più crudi. Matteo Rovere, che dirige i primi due episodi, sembra dunque aver voluto puntare ancor più in alto rispetto a quanto fatto con la prima stagione. D’altronde, per quanto la meta di questa serie possa essere tutto sommato anticipabile, è il percorso nel mezzo che può regalare sorprese interessanti. Tra affascinanti descrizioni del contesto e personaggi sempre più carichi di emotività, ci sono tutte le premesse per poter assistere a qualcosa di molto forte.

Romulus II – La guerra per Roma giunge al gran finale questo venerdì

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Roma è stata fondata, ma il sogno di una città pacifica, egualitaria e prospera è stato presto infranto dalla profezia. Non c’è posto per due re su un solo trono; qualcuno deve morire, perché solo uno è destinato a regnare sulla Città eterna. Chi è, dunque, il primo vero re di Roma? Chi, tra Yemos e Wiros, è Romulus? Torna con gli ultimi due episodi la serie prodotta da Sky Studios, Cattleya e Groenlandia, ROMULUS II – LA GUERRA PER ROMA, il cui gran finale andrà domani venerdì 11 novembre su Sky Atlantic e in streaming su NOW (gli episodi saranno ovviamente disponibili anche on demand).

In otto episodi girati come i precedenti interamente in protolatino e scritti da Filippo Gravino e Guido Iuculano con Flaminia Gressi e Federico Gnesini, Romulus II arriva finalmente al cuore del mito fondativo di Roma, con i protagonisti della prima stagione, Andrea Arcangeli (Yemos), Marianna Fontana (Ilia) e Francesco Di Napoli (Wiros) cui nei nuovi episodi si aggiungono Valentina Bellè (Volevo fare la rockstar, L’uomo del labirinto, Catch-22) nei panni di Ersilia, a capo delle sacerdotesse Sabine; Emanuele Maria Di Stefano (La scuola cattolica, Siccità) che interpreta il re dei Sabini Tito Tazio, figlio del Dio Sancos, il più potente nemico di Roma; Max Malatesta (Favolacce, Il primo Re) è Sabos, consigliere e braccio destro del re dei Sabini; Ludovica Nasti (L’amica geniale) veste i panni di Vibia, la più giovane fra le sacerdotesse Sabine; mentre Giancarlo Commare (Skam Italia, Maschile singolare, La Belva) è Atys, il giovane re di Satricum. Tornano anche Vanessa Scalera (Silvia), Sergio Romano (Amulius) e Demetra Avincola (Deftri).

Negli ultimi due episodi di Romulus II, Tito concede a Wiros tre giorni per arrendersi, ma il re di Roma incita gli altri ad avere speranza nella loro vittoria. Yemos intanto è certo di essere stato scelto dalla Dea e condivide le visioni che la Lupa gli ha rivelato. Wiros sposa Ersilia e il giorno delle nozze è entusiasta di vedere il fratello lì per celebrarlo. Ben presto, però, dovrà affrontare la verità. Wiros lascia i suoi soldati senza parole quando si arrende e cede la città di Roma. L’ex re rientra in città incatenato e sottomesso davanti al suo popolo. Durante l’umiliante parata, però, una donna si fa spazio tra la folla e gli posa sulle spalle una coperta lasciando Tito sconvolto. Quest’ultimo vuole delle risposte e le troverà lasciando Wiros nei boschi nel bel mezzo della tempesta.

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