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Rooney Mara decisa a volere La ragazza che giocava con il fuoco

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Come molti di voi sapranno c’è un alone di mistero sul sequel  La ragazza che giocava con il fuoco, la trilogia made in USA della saga letteraria Millennium. Dopo qualche incertezza dovuta al box office non entusiasmante e al rapporto non idilliaco di David Fincher con Sony dopo il primo capitolo Uomini che Odiano le Donne, ora sembra che lo studios sia intenzionata a produrre il film e una nuova conferma arriva oggi da Roonery Mara che afferma decisa le sue intenzioni:

“Per quanto ne so io lo continuerà a fare fino a quando qualcuno mi dirà il contrario. E poi lo continuerà a fare!”

La serie dovrebbe essere una trilogia La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta. Millennium Uomini che odiano le donne è invece il primo film diretto da David Fincher e con protagonista Daniel Craig. 

Via Collider

Rooney Mara dalla parte dei fan nella polemica su Pan

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Rooney Mara dalla parte dei fan nella polemica su Pan

Chi ha buona memoria ricorderà le polemiche dei fan alla notizia che Rooney Mara avrebbe interpretato Giglio Tigrato, la principessa indiana, in Pan, di Joe Wright.

GUARDA ANCHE – Razzismo a Hollywood: 10 casi di “lavaggio” del protagonista

rooney mara panParlando al Telegraph, l’attrice nominata all’Oscar per Carol, ha dichiarato di essere dalla parte dei fan:

“È stata una cosa decisamente complicata da gestire. Ci sono state due fasi precise: la reazione subito dopo il mio casting, e quella subito dopo l’uscita del film. Detesto il fatto di essere da quella parte del dibattito sulla scarsa diversificazione etnica al cinema. Davvero, non voglio che capiti più nella mia carriera, anche perché posso capire perché la gente si sia arrabbiata e sia frustrata.”

Nonostante le polemiche il film si è realizzato comunque e possiamo affermare con un certo margine di sicurezza che il flop economico e di critica del film non è assolutamente da attribuire alla mancata diversificazione etnica del cast. Voi che ne pensate?

Rooney Mara al fianco di Nicole Kidman in Lion

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Arriva dal Screen Daily la notizia che l’attrice Rooney Mara e l’attore David Wenham saranno gli interpreti al fianco di Nicole Kidman e Dev Patel in Lion, il biopic su Saroo Brierley per The Wainstein Company.

Lion racconta la storia di Brierley (Patel) bambino indiano di 5 anni che è stato separato da sua madre per ritrovarla solo 25 anni dopo.Nicole Kidman interpreta la madre adottiva Sue. Nel cast anche molti attori famosi indiani come Nawazuddin Siddiqui, Priyanka Bose, Tannishtha Chatterjee e Deepti Naval.

A scrivere il film è stato Luke Davies (Candy, Life) per la regia di Garth Davis (Top of the Lake). Attualmente il film è in fase di lavorazioni tra India, Melbourne e Hobart.

Rooney Mara è molto attiva e la vedremo presto in Weightless nuovo film di Terrence Malick. Inoltre sarà Giglio tigrato nell’atteso blockbuster Pan di Joe Wright.

Room: uno spot italiano per il film candidato a 4 premi Oscar

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Room: uno spot italiano per il film candidato a 4 premi Oscar

Ecco uno spot tv italiano di Room, il film diretto da Lenny Abrahamson con protagonisti Brie Larson e Jacob Tremblay, vincitore del Festival di Toronto e presentato lo scorso otobre alla Festa del film di Roma.

Il film è candidato a quattro premi Oscar tra cui migliore attrice e miglior film.

LEGGI LA RECENSIONE DEL FILM

La pellicola è l’adattamento cinematografico del romanzo Stanza, letto, armadio, specchio (Room), scritto da Emma Donoghue nel 2010. La scrittrice è presente qui come sceneggiatrice e produttrice. Il romanzo stesso è ispirato al caso Fritzl.

Room: trailer ufficiale del film con William H. Macy

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Room: trailer ufficiale del film con William H. Macy

Ecco il trailer ufficiale di Room, film diretto da Lenny Abrahamson con Brie Larson, Megan Park e William H. Macy.

Una storia dei nostri giorni che racconta l’amore sconfinato tra madre e figlio. Il piccolo Jack non sa nulla del mondo ad eccezione della camera singola in cui è nato e cresciuto.

Room: trailer e featurette del film con Brie Larson

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Room: trailer e featurette del film con Brie Larson

Dopo avervi proposto la recensione di Room, commovente pellicola diretta da Lenny Abrahamson nonchè vincitrice della 40sima edizione del Toronto Film Festival, vi presentiamo ora il primo trailer ufficiale in lingua italiana ed una featurette, resi disponibili sul canale Youtube della Universal Pictures.

La pellicola è l’adattamento cinematografico del romanzo Stanza, letto, armadio, specchio (Room), scritto da Emma Donoghue nel 2010. La scrittrice è presente qui come sceneggiatrice e produttrice. Il romanzo stesso è ispirato al caso Fritzl.

Fonte: Universal Pictures

Room: trailer del film di Lenny Abrahamson

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Room: trailer del film di Lenny Abrahamson

Ecco il trailer di Room, film diretto da Lenny Abrahamson e presentato all’ultimo TIFF 2015 dove ha riscosso un grandissimo successo di critica e pubblico.

La pellicola è l’adattamento cinematografico del romanzo Stanza, letto, armadio, specchio (Room), scritto da Emma Donoghue nel 2010. La scrittrice è presente qui come sceneggiatrice e produttrice. Il romanzo stesso è ispirato al caso Fritzl.

Room: recensione del film di Lenny Abrahamson

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Room: recensione del film di Lenny Abrahamson

Presentato in anteprima mondiale al Festival di Toronto e primo frontrunner per la corsa agli Oscar, Room di Lenny Abrahamson racconta la storia di Joy (Brie Larson), rapita da un maniaco e costretta a vivere in una sola stanza, quattro pareti e pochissimo arredo, che la giovane donna condivide con Jack (Jacob Tremblay), il figlio di cinque anni, avuto proprio in seguito agli abusi del suo aguzzino.

Il racconto profondamente drammatico di Abrahamson ci accompagna nella vita solitaria, essenziale, ma non per questo grigia di una donna che cerca di fare di tutto per dare serenità e salute al figlio. Un bambino che rappresenta tutto il suo mondo e a cui si aggrappa per trovare un senso alle estenuanti giornata di prigionia. La svolta a metà della storia segna non solo un cambiamento di tono e di prospettiva, ma anche una rivoluzione degli orizzonti della storia che, per la maggior parte, è raccontata attraverso gli occhi svegli e attenti di Jack, un’anima curiosa e acuta attraverso cui scorgiamo il turbamento e la difficoltà di una donna traumatizzata per la vita, a cui è stato tolto il futuro.

ROOM film 2015Il film si basa su Stanza, letto, armadio, specchio, romanzo di Emma Donoghue, ispirato al caso Fritzl, che a metà degli anni 2000 destò molto scalpore in Austria. In questo caso la prigionia, che nel libro e nel film dura sette anni, ne durò 24, con l’aggravante, se così si può dire, della consanguineità tra vittima (figlia) e carnefice (padre).

Il racconto di Abrahamson rivela una realtà sconcertante, violenta e depravata per quanto tratteggiata con tatto e con pochissimi momenti di violenza mostrata. Quello che invece si sente prepotentemente nel film è la tensione degli snodi narrativi fondamentali che, accompagnati da una grande intensità delle interpretazioni, costituiscono i picchi emotivi del film, regalando un ritmo ben scandito a tutta la storia.

Room commuove e spaventa, mette alla prova l’essere umano di fronte alla banalità del male e alla malvagità dell’uomo, ma regala anche una prospettiva interessante e vitale su quello che lo spirito di sopravvivenza, la voglia di vivere, di combattere e, di nuovo, la curiosità dello stare al mondo sono in grado di ottenere anche nelle situazioni più buie.

Room: recensione del film con Brie Larson

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Room: recensione del film con Brie Larson

Presentato in anteprima mondiale al Festival di Toronto e da subito frontrunner per la corsa agli Oscar, dove ha fatto vincere alla sua splendida Brie Larson il premio alla migliore attrice, Room di Lenny Abrahamson racconta la storia di Joy, rapita da adolescente da un maniaco e costretta a vivere in una sola stanza, quattro pareti e pochissimo arredo, che la giovane donna condivide con Jack (Jacob Tremblay), il figlio di cinque anni, avuto proprio in seguito agli abusi del suo aguzzino.

La trama di Room

Il racconto profondamente drammatico di Abrahamson ci accompagna nella vita solitaria, essenziale, ma non per questo grigia di una donna che cerca di fare di tutto per dare serenità e salute al figlio. Un bambino che rappresenta tutto il suo mondo e a cui si aggrappa per trovare un senso alle estenuanti giornate di prigionia. La svolta a metà della storia segna non solo un cambiamento di tono e di prospettiva, ma anche una rivoluzione degli orizzonti della storia che, per la maggior parte, è raccontata attraverso gli occhi svegli e attenti di Jack, un’anima curiosa e acuta attraverso cui scorgiamo il turbamento e la difficoltà di una donna traumatizzata dalla violenza, a cui è stato tolto il futuro.

Brie Larson 11

Room si ispira a Stanza, letto, armadio, specchio, romanzo di Emma Donoghue, ispirato al caso Fritzl, che a metà degli anni 2000 destò molto scalpore in Austria. In questo caso la prigionia, che nel libro e nel film dura sette anni, durò 24 primavere, con l’aggravante, se così si può dire, della consanguineità tra vittima (figlia) e carnefice (padre).

Il racconto di Abrahamson rivela una realtà sconcertante, violenta e depravata per quanto tratteggiata con tatto e con pochissimi momenti di violenza mostrata. Quello che invece si sente prepotentemente nel film è la tensione degli snodi narrativi fondamentali che, accompagnati da una grande intensità delle interpretazioni, costituiscono i picchi emotivi del film, regalando un ritmo ben scandito a tutta la storia. La Larson regge con il suo volto pulito tutta la narrazione, con una performance incredibile e allo stesso tempo possibile solo perché supportata dalla naturale bravura del piccolo Tremblay.

room

Room commuove e spaventa, mette alla prova l’essere umano di fronte alla banalità del male e alla malvagità dell’uomo, ma regala anche una prospettiva interessante e vitale su quello che lo spirito di sopravvivenza, la voglia di vivere, di combattere e, di nuovo, la curiosità dello stare al mondo sono in grado di ottenere anche nelle situazioni più buie.

 

Room: primo trailer del film con Brie Larson

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Room: primo trailer del film con Brie Larson

Guarda il primo trailer diffuso online da A24 di Room, l’atteso film di Lenny Abrahamson (Frank) con Brie LarsonJacob Tremblay, Joan Allen e William H. Macy, che sarà uno dei titoli proiettati al prossimo Toronto Film Festival a settembre. Dramma psicologico tratto dall’omonimo bestseller internazionale di Emma Donoghue, Room avrà un’uscita anticipata il 16 ottobre solo a New York e Los Angeles, mentre si estenderà a tutti gli Stati Uniti il 6 novembre.

Room è la storia straordinaria di Jack (Jacob Tremblay), 5 anni, di sua madre (Brie Larson) e del rapporto di profondo amore e devozione che li lega. Come tutte le madri, la protagonista cerca di proteggere il figlio, rendendo il più possibile gioiosa e serena la sua infanzia con giochi, scherzi e favole. Il contesto nel quale si trovano a vivere non è però tra i più consueti e convenzionali. Jack e sua madre sono, infatti, rinchiusi in una stanza angusta e claustrofobica, che per Jack rappresenta di fatto il mondo mentre per la donna è una prigione. Quando Jack inizia a porsi delle domande su ciò che esiste all’esterno di quelle mura, il loro destino prenderà una traiettoria diversa.

Ecco il trailer del film:

Bisognerà aspettare le prime recensioni da Toronto, ma sono in molti gli addetti ai lavori che guardano con attenzione alla performance di Brie Larson, che potrebbe candidarsi a essere una delle protagoniste della corsa alla migliore interpretazione femminile dell’anno.

Fonte: Comingsoon.net

Room: la storia vera che ha ispirato il film con Brie Larson

Room: la storia vera che ha ispirato il film con Brie Larson

Room (qui la nostra recensione), il film del 2015 tratto dal romanzo di Emma Donoghue e diretto da Lenny Abrahamson, in cui si racconta la storia di una giovane donna, Joy Newsome (interpretata da Brie Larson in una performance da Oscar), e di suo figlio Jack (Jacob Tremblay), di cinque anni. I due vivono in un capannone fatiscente che chiamano “Stanza” da qualche parte ad Akron, Ohio, dove sono tenuti prigionieri da un uomo conosciuto come “Old Nick” (Sean Bridgers), che ha rapito Joy sette anni prima degli eventi del film e divenuto padre di Jack a seguito di uno dei suoi stupri di routine su Joy.

Si tratta quindi di un film particolarmente struggente, che trae vantaggio dalla forte relazione tra Larson e Tremblay e che coinvolge lo spettatore con la terribile realtà della loro situazione, con il modo in cui Joy protegge Jack come meglio può, con la loro fuga e con la loro lotta per adattarsi al mondo esterno, che Jack non ha mai conosciuto. Sebbene il film non descriva una singola storia reale e non sia direttamente basato su una storia vera, prende spunto da vicende simili, in particolare da quella di Elisabeth Fritzl, come confermato dalla stessa Donoghue, anche sceneggiatrice del film.

Room è liberamente ispirato alla storia vera di Elisabeth Fritzl

La storia di Elisabeth Fritzl inizia con suo padre, Josef Fritzl, alla fine degli anni Settanta. L’uomo aveva chiesto il permesso di costruire un complesso sotterraneo sotto la sua casa nella città di Amstetten, in Bassa Austria. La richiesta fu approvata dai funzionari, cosa non rara visto che si era in piena Guerra Fredda e i bunker nucleari venivano costruiti regolarmente. Tonnellate di terra sono quindi state spostate da sotto la casa per ospitare la stanza di cemento, costruita con le forniture che Josef ha avuto dalle imprese edili locali. Inizialmente, la stanza era accessibile attraverso una pesante porta a battente e una porta di metallo, rinforzata con cemento, che poteva essere azionata da un telecomando.

Una volta completata la stanza, l’unico accesso era l’apertura di otto porte. Sette erano già state installate quando Josef chiamò sua figlia per farsi aiutare a sollevare l’ultima porta nel suo telaio. Era l’agosto del 1984 ed Elisabeth stava inconsapevolmente aiutando il padre a completare la cantina di cemento, buia e senza finestre, che avrebbe chiamato casa per i 24 anni successivi. Certo, nel film le circostanze di Joy erano diverse nella stanza, ma non meno inquietanti. Aveva solo 17 anni quando il vecchio Nick l’aveva attirata chiedendole aiuto per il suo cane malato e l’aveva rinchiusa nel capanno sgangherato, con un unico lucernario, nel suo cortile.

Jacob Tremblay e Brie Larson nel film Room
Jacob Tremblay e Brie Larson nel film Room. Foto di Caitlin Cronenberg

Quando invece Elisabeth si svegliò un giorno, Josef le aveva legato le braccia e le aveva poi legate dietro la schiena con una catena di ferro. Le catene erano attaccate a pali di metallo dietro il letto, che le consentivano solo mezzo metro di movimento. Dopo due giorni di prigionia, Josef le ha attaccato la catena intorno alla vita per consentirle di muoversi di più e l’ha rimossa del tutto tra i sei e i nove mesi dopo, perché, come riporta il Guardian, “ostacolava la sua attività sessuale con la figlia”. I maltrattamenti fisici, gli abusi sessuali e gli stupri, a volte più volte al giorno, sono iniziati dal secondo giorno, con un conteggio di almeno 3.000 stupri nel corso dei 24 anni.

Quanto è simile la vita di Elisabeth Fritzl al film?

L’ambiente della stanza di cemento era implacabile. Faceva freddo, era umido e d’estate era una sauna. I topi frequentavano l’area, costringendola di tanto in tanto a catturarli a mani nude. Un topo nella cucina di Joy con cui Jack cerca di fare amicizia, prima che Joy intervenga, sembra essere un cenno a questo fatto. L’acqua entrava a cascata nella stanza con un volume tale che Elisabeth dovette usare degli asciugamani per cercare di assorbirla. Per punizione, l’elettricità fu tolta alla stanza per giorni interi (c’è una scena particolarmente straziante in Room, quando Old Nick fa lo stesso).

Nel frattempo, Josef e la sua famiglia si godevano i barbecue e persino una piscina, a metri di distanza dal luogo in cui era tenuta prigioniera. La sua scomparsa fu facilmente spiegata da Josef, che affermò che era scappata per unirsi a una setta. Dal momento che la ragazza era già scappata di casa in precedenza, la bugia era più che convincente per sviare i controlli. In Room apprendiamo poi che Joy ha partorito cinque anni prima degli eventi del film Jack, il figlio del suo rapitore. Anche Elisabeth ha dato alla luce dei figli, sette in totale, tutti prodotti dello stupro incestuoso da parte di Josef.

Jacob Tremblay in Room
Jacob Tremblay in Room. Foto di George Kraychyk

Tutti i parti avvennero nella stanza, con Josef che le fornì del disinfettante, un paio di forbici sporche e un libro datato sul parto come unica forma di assistenza. Un bambino, un gemello di nome Michael, morì poco dopo la nascita nel 1996 (in una scena tagliata, Joy parla a Jack della figlia nata morta, vedendo la tomba all’esterno della stanza dove la polizia ha ritrovato il corpo). Questo ha messo Elisabeth in una situazione inimmaginabilmente orribile. Odiava il fatto che fossero nati in quell’ambiente, eppure offrivano qualcosa di cui Elisabeth era stata privata per anni: la compagnia.

È un punto a cui si fa riferimento nel film, quando Joy viene accusata da un giornalista di aver tenuto Jack nel capannone per un “desiderio egoistico di non essere sola”. Lei e tre dei suoi figli rimasero nella cella, ma Josef trasferì gli altri tre al piano di sopra per farli crescere dalla madre di Josef ed Elisabeth, Rosemarie. Josef costrinse Elisabeth a scrivere dei bigliettini alla madre in cui diceva di stare bene, ma di non essere in grado di badare ai bambini, e successivamente li lasciò sulla soglia di casa.

Emma Donoghue ha approfondito molti casi reali durante la stesura di Room.

Nel corso del film, Joy escogita poi un piano per fuggire dalla stanza facendo fingere a Jack di essere malato, sperando che Old Nick lo porti in un ospedale dove possa avvertire le autorità. Il piano fallisce quando Old Nick suggerisce semplicemente che tornerà con degli antibiotici. Joy fa a quel punto fingere a Jack di essere morto, arrotolandolo poi in un tappeto. A Old Nick dice che è morto per la sua malattia. L’uomo si beve la storia e porta Jack, avvolto nel tappeto, nel suo furgone. Come suggerito dalla madre, Jack riesce poi a scappare e trovare aiuto. Come in questo caso, un bambino malato ha portato alla libertà di Elisabeth, anche se non si trattava di uno stratagemma della ragazza.

Brie Larson e Jacob Tremblay in Room
Brie Larson e Jacob Tremblay in Room. Foto di George Kraychyk

Nell’aprile 2008, la figlia di Elisabeth, Kerstin, 19 anni, si ammalò gravemente. Sorprendentemente, Josef la portò in ospedale, dove i medici sospettarono che dietro il pallore di Kerstin ci fosse qualcosa di più. Vennero lanciati appelli affinché la madre di Kerstin si facesse avanti, appelli che Elisabeth e i suoi due figli videro nella televisione della cantina. Lei supplicò Josef di liberarla e alla fine, stremato dagli anni passati a mantenere due famiglie, Josef cedette, credendo di poter spiegare la sua ricomparsa con la fuga di Elisabeth dalla setta. Fortunatamente, non funzionò.

Josef è stato condannato all’ergastolo nel 2009 per incesto, stupro, coercizione, falsa detenzione, riduzione in schiavitù e per l’omicidio colposo del giovane Michael (presumibilmente lo stesso accade al Old Nick del film, anche se non viene menzionato). Bizzarramente, un libro di memorie di Josef, “Die Abgründe des Josef F (Gli abissi di Josef F)”, minimizza i suoi crimini e descrive il suo processo come un “enorme polverone” e si augura persino di riconciliarsi con la moglie se dovesse essere rilasciato. Dopo il processo, a Elisabeth è stato dato un nuovo nome e la sua identità è stata nascosta da leggi severe che ne garantiscono la protezione.

Di conseguenza, si sa molto poco del periodo trascorso dopo la liberazione. Room, invece, si prende il tempo necessario per mostrare le difficoltà che Joy e Jack incontrano nei giorni successivi al loro rilascio nel tentativo di adattarsi alla libertà e, alla fine, come trovano la forza l’uno nell’altra per andare avanti. La storia di Elisabeth Fritzl è stata dunque la fonte d’ispirazione più forte per Room. Ci sono però anche altre storie di vita reale che hanno influenzato la narrazione, frutto delle ricerche di Donoghue sui bambini nascosti e abusati. Si tratta di storie ricche di dolore ma – proprio come avviene anche nel film – anche di speranza e desiderio di voltare pagina.

Room: in dvd e blu-ray il film con Brie Larson

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Room: in dvd e blu-ray il film con Brie Larson

Un viaggio emozionante attraverso la prigionia e la libertà, le meraviglie dell’infanzia, i valori della famiglia. ROOM,  da domani, sarà disponibile in Blu-ray,  DVD e Video On-Demand (VOD) con Universal Pictures Home Entertainment Italia. Candidato a quattro Academy Awards nelle categorie Miglior Attrice protagonista (Brie Larson, poi vincitrice del premio), Miglior Film, Miglior Regista (Lenny Abrahamson), Migliore Sceneggiatura non originale (Emma Donoghue), ROOM celebra il potere trionfante dell’amore familiare, anche nelle situazioni più estreme, e ha già conquistato il suo posto tra i film più profondi ad aver esplorato il legame tra genitori e figli.

ROOM racconta la straordinaria storia di Jack (la rivelazione Jacob Tremblay), vivace bambino di 5 anni, e di sua madre Ma (Brie Larson), del rapporto di devozione che li lega. Ma si dedica a Jack, cercando di proteggerlo e renderlo felice con il suo amore, facendo cose comuni, come giocare e raccontare le favole. La loro vita, però, è tutt’altro che “comune”: sono intrappolati da anni in una stanza di 3 metri quadri senza finestre che Ma ha eufemisticamente chiamato “ROOM”.

Ma crea un intero universo per Jack all’interno della stanza e non si ferma davanti a nulla per assicurarsi che suo figlio abbia una vita piena e soddisfacente, anche in un ambiente infido e angusto. Quando incomincia a crescere la curiosità di Jack riguardo la loro situazione e la resistenza di Ma tocca il fondo, i due protagonisti mettono in atto un rischioso piano per fuggire che li porterà faccia a faccia con ciò che potrebbe rivelarsi la cosa più spaventosa di tutte: il mondo reale. ROOM vede tra i protagonisti anche Joan Allen (candidata tre volte all’Oscar®) e William H. Macy (candidato all’Oscar®).

Room: 10 cose che forse non sai sul film

Room: 10 cose che forse non sai sul film

Room (qui la nostra recensione) è un film che ha profondamente affascinato il pubblico per via la sua struggente storia e per le interpretazioni strabilianti di Brie Larson e del piccolo Jacob Tremblay. Performance cariche di emozioni e dotate di intensità uniche, all’interno di un racconto tanto doloroso quanto ricco di speranza e amore. Un film che merita dunque almeno una visione per motivi diversi, dalla delicatezza dei vari temi afforntati alle difficoltà delle riprese e delle loro qualità.

Ecco, dunque, dieci cose da sapere su Room.

La trama di Room

Il film racconta la storia di Jack, un vivace bambino di 5 anni, e della sua amorevole madre Joy. La loro vita, però, è tutt’altro che tipica: sono infatti intrappolati, confinati in uno spazio senza finestre di 3 metri per 3 che Ma ha chiamato eufemisticamente “Stanza”. Ma’ ha creato per Jack un intero universo all’interno della Stanza e non si fermerà davanti a nulla per far sì che, anche in questo ambiente infido, Jack possa vivere una vita completa e appagante. Ma mentre la curiosità di Jack per la loro situazione cresce e la resistenza di Ma raggiunge il punto di rottura, i due mettono in atto un piano rischioso per fuggire, che alla fine li porterà a confrontarsi con ciò che potrebbe rivelarsi la cosa più spaventosa: il mondo reale.

Curiosità sulla realizzazione del film Room

 

1. È stato girato cronologicamente. Per far sì che Jacob Tremblay riuscisse ad esibirsi mentre il suo personaggio evolveva passo passo, si è preferito girare Room con sequenze in maniera cronologica. Ciò ha reso più semplice al giovane attore capire cosa stesse succedendo e come potersi esprimere.

2. Il primo mese di riprese è stato complicato. Il primo mese di riprese è stato girato su un minuscolo set di 11′ x 11′, con il regista Lenny Abrahamson e la sua troupe che hanno lavorato interamente entro i confini dello spazio limitato. In linea con il tema claustrofobico, le pareti non sono mai state rimosse per facilitare le riprese, il che significa che le riprese intorno alla cucina, alla vasca da bagno e ad altri elementi della stanza hanno richiesto molta creatività. Abrahamson stesso ha trascorso molto tempo nella vasca da bagno perché era l’unico posto in cui poteva sdraiarsi e non essere visibile durante una ripresa complessa.

Brie Larson e Jacob Tremblay in Room
Brie Larson e Jacob Tremblay in Room. Foto di George Kraychyk

3. Sono stati coinvolti i genitori di Tremblay. Affinché tra Brie Larson e il piccolo Jacob si instaurasse un legame intenso, i genitori dell’attore hanno deciso di invitare la Larson a casa loro prima delle riprese di Room. In questi momenti i due hanno avuto l’occasione di conoscersi bene, giocando ad uno dei giocattoli preferiti di Jacob, i LEGO (con cui gioca anche nel film).

4. Il regista voleva dare un tono più cupo al film. Inizialmente Lenny Abrahamson voleva aggiungere una scena di stupro ai danni di Joy per rendere la storia più cupa e grintosa. La sceneggiatrice e scrittrice del romanzo di partenza, Emma Donoghue, si oppose però a questa idea e gli disse che la scena dell’aggressione di Old Nick – il sequestratore – a Joy era già abbastanza violenta.

Il cast di Room, da Brie Larson a Jacob Tremblay

5. Brie Larson si è chiusa in casa un mese. Per poter capire cosa stavano passando Ma e Jack, Brie Larson ha deciso di isolarsi per un mese nella sua casa, senza utilizzo del telefono o di Internet e seguendo una dieta rigorosaa. Considerandosi una persona introversa, l’attrice pensava che chiudersi in casa potesse essere per lei quasi una vacanza, salvo ricredersi. Nelle ultime settimane, infatti, era diventata molto depressa e piangeva tutto il giorno.

Jacob Tremblay in Room
Jacob Tremblay in Room. Foto di George Kraychyk

6. Jacob Tremblay non riusciva a gridare in faccia a Brie Larson. Il giovane Jacob Tremblay, che aveva già avuto qualche esperienza attoriale, durante le riprese non riusciva a urlare a Brie Larson nella scena in cui era arrabbiato per la sua torta di compleanno senza candeline. Alla fine, il regista Lenny Abrahamson ha fatto in modo che l’intero cast e la troupe inziassero a saltare su e giù, urlando a più non posso, fino a quando il bambino non fosse stato in grado di farlo da solo.

7. Brie Larson ha vinto l’Oscar. Per la sua struggente e intensa interpretazione di Joy nel film, Larson – alla sua prima candidatura – ha vinto il prestigioso premio Oscar come Miglior attrice protagonista. Erano nominate con lei nella stessa categoria le attrici Cate Blanchett per Carol, Jennifer Lawrence per Joy, Charlotte Rampling per 45 anni e Saoirse Ronan per Brooklyn. Alla fine, però, è stata a punto la Larson a spuntarla e ottenere il premio.

Room è tratto da un libro, non da una storia vera

8. Il film non si basa su una storia vera, ma su un libro. Come ha più volte dichiarato Emma Donoghue, l’autrice della sceneggiatura del film e anche scrittrice del libro su cui il film si basa, Stanza, letto, armadio, specchio (2010), non ci sono riferimenti su fatti realmente accaduti. Tuttavia, purtroppo ci sono diversi casi simili a quelli narrati nel film realmente avvenuti, i quali sono a loro modo stati utilizzati come spunto e ispirazione per il racconto.

Joan Allen e Brie Larson in Room
Joan Allen e Brie Larson in Room. Foto di George Kraychyk

Il finale di Room e il suo significato

9. Il finale ha avuto un tocco… di neve. Lo scenografo del film, Ethan Tobman, voleva che la scena finale includesse la neve, elemento di candore. Ma l’uso di neve finta avrebbe comportato uno sforamento del budget, quindi l’idea è stata scartata. Tuttavia, la fortuna volle che quando arrivò il momento di girare la scena, iniziò a nevicare davvero e fu dunque possibile realizzare il finale così come era stato concepito e come lo si vede nel film.

 

10. Il ritorno nella stanza per riprendere la propria vita. Nella scena finale di Room, è possibile notare come i due protagonisti ritornino alla stanza-bunker che li aveva tenuti segregati per molti anni. Sebbene la sopravvivenza nel bunker sia stata una prigionia atroce, i due protagonisti hanno necessità di tornare anche per poter riprendere in mano i propri spazi, per prendere confidenza con il mondo esterno in cui ora possono vivere e che, un tempo, era l’insolito, riuscendo a prendere consapevolezza di loro stessi per poter andare oltre.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Room grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunesMediaset Infinity e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 11 gennaio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonti: IMDb, Useless Daily

Room 237, come doveva essere visto “Shining”

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Room 237, come doveva essere visto “Shining”

Room 237 diretto da Rodney Ascher nel 2012 è il documentario analizza Shining di Stanley Kubrick, il capolavoro dell’Horror del maestro Newyorkese, londinese d’adozione.  Ecco di seguito un incredibile estratto per un’imperdibile avventura dentro i meandri di Shining.

https://www.youtube.com/watch?v=LS4OgAR7k6A

Rookie Blue 5×09: anticipazioni e promo

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Si intitolerà Moving Day, Rookie Blue 5×09, il nono episodio della quinta stagione della serie di successo Rookie Blue.

http://youtu.be/iIyUtMTNPns

Rookie Blue 5×09In Rookie Blue 5×09, Agli ufficiali della 15 Divisione viene assegnato un compito ingrato: “aiutare” gli inquilini che si devono trasferire da un complesso residenziale dell’edilizia sociale a un edificio vicino. Durante il controllo su un’unità vuota, Andy e Chloe trovano un uomo che è stato torturato e picchiato fino a svenire, che porta alla scoperta di una operazione criminale spietata. Nel frattempo, Nick e Gail arrestano una coppia di fratelli adolescenti con alcuni segreti, costringendo Nick a divulgare alcune delle verità più oscure del suo passato.

Rookie Blue 5×05: anticipazioni e promo

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Si intitolerà Going Under, Rookie Blue 5×05, il quinto episodio della serie di successo Rookie Blue.

http://youtu.be/ngx9GGuxRwg

Rookie Blue 5×05In Rookie Blue 5×05,  Dopo averrintracciato una pistola trovata in una rissa in una confraternita, la Divisione 15 decide di andare sotto copertura presso il bar della club che sta fornendo le pistole illegali. Durante l’operazione sotto copertura, Dov non può fare a meno di notare il comportamentonervoso di Chris e quando Chris si spinge a limiti estremi per garantire a un rivenditorespecifico di droga di allontanarsi senza accuse, Dov è lasciato a chiedersi che cosa esattamente sta succedendo con il suo amico. Nel frattempo, Andy è devastata quando viene a sapere delle accuse fatte dal suo nuovo rookie, Duncan. Andy si offre di aiutare Sam con il caso di persona scomparsa, che poi prende una piega oscura e infelice.

Rookie Blue 5×04: anticipazioni e promo

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Si intitolerà Wanting, Rookie Blue 5×04, il quarto episodi della serie tv di successo Rookie Blue.

http://youtu.be/9N4YjFE_NJA

Rookie Blue 5×04In Rookie Blue 5×04,  Andy si preoccupa che il suo rookie, Duncan, non può avere quello che serve per avere successo sul lavoro. Ma i suoi timori vengono messi da parte quando scoprono un uomo trovato ucciso in una scala in un palazzo che porta alla scoperta di un capobanda assassinato in un appartamento vicino. Ora, tutti alla Divisione 15 sono impegnati nel fermare unapotenziale guerra tra bande. Andy e Duncan si trovano solo con il testimone che può legare gli assassini al delitto, e in un momento di vita o di morte con un testimone di 12 anni, Andy rimpiange di averle dato della rookie in così tante occasioni. Nel frattempo, Gail segue un’altra vittima della sparatoria caseggiato, una donna che ha preso un proiettile vagante nella lavanderia, solo per fare una scoperta sconvolgente che scuoterà Gail dal profondo.

Rookie Blue 5×03: anticipazioni e promo

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Si intitolerà Heart Breakers, Money Makers, Rookie Blue 5×03, il terzo episodio della quinta stagione della serie.

http://youtu.be/VJi9tWcNSiY

Rookie Blue 5×03In Rookie Blue 5×03 il progetto Accountability, un’operazione in tutta la città volta a sequestrare tutti i proventi dei reati. Gli ufficiali della 15 divisione sono assegnati a raccogliere gli oggetti acquistati con i soldi guadagnati illegalmente un compito di cui nessuno è entusiasta. Andy e Nick vengono inviati a una casa di gioco d’azzardo illegaleche risulta essere ancora in funzione e doverosamente arrestano il proprietario della casa. Ma dopo una confessione che sembra troppo bella per essere vera, Andy recluta Sam per aiutarla ad andare a fondo di ciò che sta realmente accadendo.

 

Ronja the Robber’s Daughter: trailer della nuova serie fantasy Netflix

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Netflix ha presentato il trailer di Ronja the Robber’s Daughter, basata sul racconto fantasy di fama mondiale di Astrid Lindgre. La serie è scritta da Hans Rosenfeldt e verrà lanciata in streaming su Netflix il 28 marzo.

Quest’anno ritorna l’amata storia fantasy svedese Ronja. Lo sceneggiatore Hans Rosenfeldt, la regista Lisa James Larsson e i produttori Bonnie Skoog Feeney e Mattias Arehn hanno trasformato la storia di Ronja tratta dal romanzo di Astrid Lindgren. La serie uscirà in due parti, con la prima disponibile il 28 marzo 2024, seguita dalla seconda più tardi nello stesso anno.

Lisa James Larsson, regista: Molti di noi sono cresciuti con la figlia di Ronja il ladro e siamo incredibilmente orgogliosi e grati per l’enorme impegno e sforzo che tutti hanno profuso in questo progetto. Abbiamo fatto audizioni a più di 4000 attori per trovare la Ronja giusta e abbiamo viaggiato nei luoghi più incredibili che la Svezia ha da offrire, dai castelli del Bohuslän alle profonde foreste di Dalarna fino alle magnifiche cascate dello Jämtland per trovare le location perfette per le riprese. La nostra serie riflette il forte impegno e la passione creativa della nostra troupe cinematografica e del cast di oltre 200 persone, e siamo così entusiasti che venga presto lanciata su Netflix”. 

 

La trama di Ronja the Robber’s Daughter

Ronja segue le avventure di una ragazza impavida e ribelle nata in una banda di rapinatori in un castello medievale scandinavo. Crescendo, Ronja scopre la foresta, magica e pericolosa. Nonostante le creature bizzarre e misteriose che la popolano, Ronja si sente più a casa nella foresta che dietro le mura dell’enorme castello. L’incontro con il giovane Birk di una banda rivale segna l’inizio di una tragica faida familiare e di un’amicizia proibita, mentre un famigerato sceriffo arriva per fare piazza pulita di rapinatori dalla foresta una volta per tutte.

La serie Ronja the Robber’s Daughter uscirà in due parti ed è prodotta da Filmlance International – una parte di Banijay, in coproduzione con Viaplay, Film i Väst, Ahil, ARD Degeto e con il sostegno dell’Unione Europea e di Europa Creativa. 

La prima parte di  Ronja the Robber’s Daughter verrà lanciata nei paesi nordici, CEE, Regno Unito, Francia, Spagna e Paesi Bassi il 28 marzo, seguita dalla parte 2 più avanti nel 2024.

Protagonisti di Ronja the Robber’s Daughter sono  Kerstin Linden (Ronja), Jack Bergenholtz-Henriksson (Birk), Christopher Wagelin (Mattis), Krista Kosonen (Lovis), Sverrir Gudnason (Borka), Maria Nohra (Undis), Pernilla August (Valdir), Vera Vitali (Cappa ) e Johan Ulveson (Skully-Per) Scrittore: Hans Rosenfeldt (basato su una storia di Astrid Lindgren) Regia: Lisa James Larsson Produttori: Bonnie Skoog Feeney e Mattias Arehn Genere: Famiglia, fantasy, avventura  Episodi: 6 (Parte 1) 

Ronin: tutto quello che c’è da sapere sull’eroe di Avengers: Endgame

Il primo trailer di Avengers: Endgame ha finalmente confermato una delle teorie più gettonate sul film, ovvero quella riguardante la “trasformazione” di Occhio di Falco in Ronin. L’eroe, grande assente di Infinity War, tornerà in azione nei panni di un samurai spietato e verrà presumibilmente richiamato al quartier generale dei Vendicatori da Vedova Nera (che nel trailer vediamo alle spalle di Clint Barton, forse in Giappone).

Ecco di seguito tutto quello che c’è da sapere sul personaggio:

Il costume

Essere Ronin significa indossare un costume molto più cool e accessoriato di quello di Occhio di Falco, il cui completo nero con finiture gialle dona all’eroe un aspetto più sobrio ed elegante.

L’abito di Ronin riflette inoltre la mentalità e i cambiamenti di Barton dall’ultima volta che l’abbiamo visto, dotato di una maschera che nasconde le espressioni del viso e crea ulteriore mistero intorno alla figura del personaggio.

La trasformazione

Una cosa è certa: la timeline della trasformazione di Clint Barton in Ronin sembra rispettare il corso dei fumetti, perché come la sua controparte originale, anche la versione cinematografica sceglie la nuova identità dopo la guerra civile. Le circostanze saranno probabilmente diverse, ma gli eventi sono narrati nello stesso ordine.

Inoltre le voci sulla trama di Secret Invasion e la sequenza degli eventi rispecchiano quando accaduto nei fumetti, e potrebbero essere un’indicazione della struttura delle storie future dopo Avengers: Endgame.

Il collegamento con Moon Knight

Come altri eroi nel corso dei fumetti Marvel, anche Moon Knight ha trascorso del tempo sotto la maschera di Ronin, ma le modalità di Marc Spector sono state molto diverse dai colleghi. Nell’universo Ultimate Comics, Ronin è solo una delle personalità di Marc e lavora per il Kingpin, tradendolo e organizzando delle trappole per farlo arrestare.

Moon Knight potrebbe quindi indossare il costume quando Clint avrà raggiunto i suoi obiettivi? Kevin Feige ha suggerito che l’eroe rientra nei piani futuri del MCU, quindi tutto è possibile…

Potenzialità

Finora Clint Barton ha mostrato solo una piccola parte della sua grande abilità fisica, non solo in combattimento, ma anche in fase di preparazione, con le sue celebri acrobazie che il MCU ha sottovalutato.

Nei fumetti, lo sfondo è il circo, dove ha avuto inizio il suo addestramento come spia e dove ha affinato le sue abilità. Sappiamo poi che come Ronin, Barton potrà usare molte più armi che richiedono un combattimento ravvicinato, e potrebbe essere un’ottima occasione per introdurre le sue nuove skills.

Il legame con Guardiano Rosso

Nei fumetti, il terzo eroe che indossa il mantello di Ronin è Guardiano Rosso, in passato legato anche al personaggio di Vedova Nera. Dunque i presupposti per un suo ingresso nel MCU ci sono tutti.

Il suo vero nome è Alexei Shoskatov, ex marito di Natasha Romanoff, e elemento del suo misterioso passato. Forse lo vedremo in azione nel film solista di Vedova Nera su cui stanno lavorando i Marvel Studios, o forse si racconterà di come Clint abbia ricevuto da lui il costume in segno di amicizia.

Il cambio di personalità

Tradizionalmente, Ronin è un samurai senza padrone o un guerriero solitario e questa descrizione potrebbe avere pesanti implicazioni sulla mentalità di Clint Barton in Avengers: Endgame. Ciò implicherebbe che l’eroe si trovi da solo, forse a causa della probabile scomparsa della sua famiglia dopo lo schiocco di Thanos.

Inoltre il fatto che Ronin usi armi diverse indicherebebbe anche una svolta più violenta per l’arciere: Barton potrebbe trovarsi in uno stato disperato e aggressivo, in cerca di vendetta o di risposte riguardanti la morte dei suoi cari; anzi, potrebbe addirittura incolpare i Vendicatori per aver fermato Thanos e prendere le distanze dagli ex amici e colleghi.

Il collegamento con Echo

Sebbene Avengers: Endgame segnerà – molto probabilmente – la prima apparizione di Ronin nel MCU, la storia dei fumetti ci insegna che Clint Barton non è stato il primo personaggio ad assumerne l’identità. Questo onore appartiene infatti ad un’eroina dell’universo Marvel chiamata Echo.

Sulle pagine si racconta di quando Clint voleva tornare ad essere Occhio di Falco, offrendo persino il mantello di Ronin a Echo. Pur apprezzando il gesto, la donna rifiuta perché come il collega sentiva che i suoi giorni da guerriera erano finiti.

Secret Invasion

Tra le storie più interessanti e attese dai fan che potrebbero essere adattate sul grande schermo c’è sicuramente quella relativa a Secret Invasion, arco narrativo in cui vediamo la razza aliena di mutaforma conosciuta come gli Skrull infiltrarsi e destabilizzare il team di supereroi sulla Terra, danneggiando dall’interno tutte le infrastrutture umane.

D’altronde abbiamo già avuto un’anticipazione degli Skrull dal trailer di Captain Marvel, e anche in Guardiani della Galassia, e secondo i fumetti Clint Barton sta operando nei panni di Ronin quando si verifica l’invasione segreta…Che il suo passaggio di costume sia un altro suggerimento per la realizzazione di questa storyline nel MCU?

Il legame con Blade

Far passare Clint Barton nel costume di Ronin potrebbe aprire ad una serie di possibilità su costume e all’ingresso nel MCU di un altro personaggio dei fumetti già sbarcato al cinema: il vampiro Blade. Ma perché?

Durante il periodo di permanenza di Luke Cage come leader dei Potenti Vendicatori, qualcuno si unisce al suo team in modo anonimo. Inizialmente lo fa indossando un costume di Spider-Man acquistato in un negozio di Halloween, poi quello di Ronin, che trova nel deposito di Clint. Operando infatti come il guerriero giapponese, Eric Brooks aka Blade lavora con la squadra segretamente.

Armi

Per Clint Barton, uno dei vantaggi della trasformazione in Ronin saranno le armi in più a disposizione a cui unirà la solita e impeccabile precisione; ma oltre ad usare arco e frecce, l’eroe potrà mettere in mostra la sua attitudine – finora inedita nel MCU – per oggetti diversi.

Clint è un combattente corpo a corpo estremamente talentuoso, in possesso della padronanza di tutti i tipi di equipaggiamento. È infatti in grado di scontrarsi fisicamente con qualsiasi avversario, come quando ha sfidato Black Panther in Captain America: Civil War, ma anche di amrmeggiare lame, nunchaku, bastoni e pugnali.

Leggi anche – Avengers: Endgame, 10 modi in cui potrebbe finire il film

Fonte: CBR

Ronin: la spiegazione del finale del film con Robert De Niro

Ronin: la spiegazione del finale del film con Robert De Niro

Ci sono, purtroppo, alcuni registi che, pur avendo innumerevoli classici nel loro curriculum, rimangono in gran parte sconosciuti al pubblico dei non cinefili. Il grande regista John Frankheimer rientra certamente in questa descrizione. Sebbene molti dei suoi film siano considerati dei classici, il nome di Frankheimer non è sempre associato al successo del commovente dramma biografico L’uomo di Alcatraz, dell’innovativo thriller politico Va’ e uccidi, del classico film di guerra Il treno o dell’iconico dramma automobilistico Grand Prix. Sul finire della sua carriera, ha però realizzato Ronin, titolo per cui è oggi probabilmente più ricordato.

Nonostante un breve periodo di insuccesso commerciale, Frankenheimer si è infatti assicurato un importante ritorno grazie al successo di questo suo thriller spionistico ricco di azione, interpretato dal premio Oscar Robert De Niro. Il film è ricordato non solo per la regia di Frankenheimer e l’interpretazione di De Niro, ma anche per il suo finale ambiguo e sorprendente, che risolve in modo imprevedibile la vicenda narrata. Pur essendo indubbiamente uno dei suoi film più belli, Frankenheimer aveva però in mente un finale più cupo per Ronin, che fu però tagliato prima dell’uscita nelle sale.

La trama di Ronin

Basato su una sceneggiatura del leggendario drammaturgo David Mamet, Ronin è un thriller di spionaggio ricco di azione che racconta l’intersezione tra le forze di operazioni speciali di diverse nazioni. Robert De Niro interpreta il mercenario americano Sam, incaricato dalla CIA di rubare una valigetta altamente protetta dal contenuto misterioso. Dopo aver incontrato l’agente dell’IRA Deirdre (Natascha McElhone), Sam inizia a lavorare insieme all’agente americano Larry (Skipp Sudduth), al pistolero francese Vincent (Jean Reno), allo specialista informatico tedesco Gregor (Stellan Skarsgard) e all’assassino inglese Spence (Sean Bean) per svaligiare il camion pesantemente protetto contenente la valigetta.

Robert De Niro, Sean Bean, Jean Reno, Stellan Skarsgård e Skipp Sudduth in Ronin
Robert De Niro, Sean Bean, Jean Reno, Stellan Skarsgård e Skipp Sudduth in Ronin © RONIN1998 UNITED ARTISTS PICTURES INC.. All Rights Reserved / Courtesy of MGM

Pur essendo un film che si basa sull’azione, Ronin crea una tensione emotiva sviluppando una relazione romantica tra Sam e Deirdre. Dopo aver ricevuto una nuova serie di ordini dal suo responsabile, l’agente dell’IRA Seamus O’Roarke (Jonathan Pryce), Deirdre inizia ad aprirsi con Sam mentre lavorano insieme a un appostamento. Mentre tra i due scocca la scintilla emotiva, Sam è messo sotto pressione perché lavora sotto copertura e non può rivelare la sua identità. Le mutevoli lealtà delle varie spie che si intrecciano nel complotto per ottenere la valigetta danno vita a una serie di scambi tesi in cui Sam deve interrogarsi su dove riporre la sua lealtà.

La spiegazione del finale del film

Nonostante la natura concentrata della narrazione, Ronin si conclude con una nota un po’ ambigua sul destino dei suoi personaggi. Sam e Vincent riescono a fuggire e a sventare i suoi piani. Sam si presenta poi a sorpresa a Deidre e le confessa che lavora per la CIA, invitandola a scappare: la donna segue il consiglio. Sam e Vincent scovano poi il terrorista irlandese che, rimasto a piedi, sta fuggendo con la valigetta in mano. Una serie di colpi di pistola vengono sparati: questa volta è Vincent, benché ferito, a salvare la vita a Sam, immobilizzato a terra e ferito dallo stesso Seamus, che, mentre sta per finire Sam, viene colpito da Vincent e muore.

Sam riesce così a recuperare la valigetta e nella sequenza finale si ritrova qualche giorno dopo con Vincent nello stesso bar dove tutti erano stati inizialmente reclutati, con la speranza che Deirdre ritorni, il che però non accade. Nel locale dove i due si stanno salutando, le parole di un giornalista della TV riguardo al processo di pace in Irlanda del Nord offrono un vago suggerimento riguardo alla natura della valigetta e al motivo per cui Seamus O’Rourke fosse così determinato ad impossessarsene. I due amici si lasciano con la promessa di tenersi in contatto e di rincontrarsi un giorno. Viene però lasciato all’oscuro del destino di Deidre, così come lo sono gli spettatori.

Robert De Niro in Ronin
Robert De Niro in Ronin © RONIN1998 UNITED ARTISTS PICTURES INC. All Rights Reserved / Courtesy of MGM

Perché John Frankenheimer ha cambiato il finale originale di Ronin

Anche se non è necessariamente un cliffhanger, il finale permette al pubblico di determinare da solo cosa sia successo a Deirdre dopo la morte di Seamus. Tuttavia, Frankenheimer girò due finali alternativi per Ronin che offrivano una prova più definitiva di dove si trovi Deirdre in seguito agli eventi del film. In un finale, Deirdre tenta di entrare nel ristorante per raggiungere Sam e Vincent, ma poi si ferma e decide di non farlo, in seguito viene rapita da agenti dell’IRA e prontamente uccisa. Un altro finale prevedeva che Deirdre andasse verso la sua auto dopo che Sam e Vincent avevano lasciato il ristorante, lasciando un finale aperto nel caso in cui si fosse voluto realizzare un sequel.

Sebbene Frankenheimer ritenesse che il finale più cupo “funzionasse davvero”, il pubblico di prova rispose negativamente alla prospettiva di vedere Deirdre morta. Sebbene fosse già stato suggerito che non sarebbe stata in grado di avere una vita felice con Sam, vederla morire in modo così brutale si rivelò troppo per gli spettatori che avevano investito nel personaggio. Frankenheimer ha rivelato di aver dovuto “ascoltare il pubblico”, poiché la MGM aveva investito troppo sulle prospettive finanziarie del film per scegliere una conclusione più sovversiva. Purtroppo Frankenheimer non ha mai realizzato una director’s cut del film e quindi il suo finale originale rimane indisponibile per i fan del film.

Sebbene fosse convinto a non includere quello che sarebbe stato un finale molto deprimente, Frankenheimer rifiutò la conclusione più ottimistica che confermava la sopravvivenza di Deirdre. Lamentandosi del fatto che la scena in cui Deirdre si avvicinava al ristorante fosse “troppo hollywoodiana”, Frankenheimer ritenne che una conclusione così salutare avrebbe sminuito il tono intenso e realistico del film. Si giunse quindi a un compromesso per la versione definitiva, che evita di dare indicazioni in merito e mantiene il finale focalizzato sulla prospettiva di Sam.

Robert De Niro e Natascha McElhone in Ronin
Robert De Niro e Natascha McElhone in Ronin © RONIN1998 UNITED ARTISTS PICTURES INC. All Rights Reserved / Courtesy of MGM

Il finale più cupo di Ronin sarebbe stato migliore

Sebbene il concetto originale di Frankenheimer possa aver ispirato reazioni negative da parte degli spettatori, il finale alternativo e cupo di Ronin si adatta meglio al tono del film. Esso presenta una rappresentazione cruda della fragilità della politica internazionale e mostra la facilità con cui le agenzie di spionaggio sono disposte a sacrificare i loro agenti per portare avanti i loro obiettivi; nonostante la sua importanza all’interno della storia, Deirdre è in definitiva solo una pedina nei piani dell’IRA. La rivelazione del suo destino getterebbe anche la conversazione esistenziale tra Sam e Vincent sotto una luce diversa, ed esplorerebbe la futilità dei loro sforzi eroici.

Sebbene sia stato accolto da recensioni positive e sia diventato un successo commerciale, Ronin purtroppo non ha portato alla rinascita di Frankenheimer a fine carriera. A questo film seguì il disastroso thriller d’azione Trappola criminale, con Ben Affleck e Charlize Theron, citato come uno dei peggiori film del 2000. Tuttavia, Ronin ha certamente influenzato il modo in cui le sequenze di inseguimento in auto sono state sviluppate nel decennio successivo del cinema d’azione. È difficile immaginare che classici dell’inseguimento in auto come Baby Driver o Drive potessero esistere senza Ronin.

Ronin: cosa sappiamo del personaggio di Avengers: Endgame

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Ronin: cosa sappiamo del personaggio di Avengers: Endgame

Il primo trailer di Avengers: Endgame ha finalmente confermato una delle teorie più gettonata sul film, ovvero quella riguardante la “trasformazione” di Occhio di Falco in Ronin. L’eroe, grande assente di Infinity War, tornerà in azione nei panni di un samurai spietato e verrà presumibilmente richiamato al quartier generale dei Vendicatori da Vedova Nera (che nel trailer vediamo alle spalle di Clint Barton, forse in Giappone).

In sottofondo sentiamo la voce di Steve Rogers spiegare che tutti loro hanno perso qualcosa, amici e famiglia: a quanto pare anche la famiglia di Occhio di Falco è rimasta vittima dello schiocco di Thanos, dunque dovremmo aspettarci un Clint ancora più vendicativo. Ma cosa sappiamo davvero del personaggio?

Questa “versione” fu introdotta sui fumetti nel 2005 in New Avengers # 11, creata da Brian Michael Bendis e Joe Quesada e sulla sua identità si scatenarono diverse ipotesi: chi c’era sotto la maschera? Daredevil? O Maya Lopez, nota come Echo? I nuovi Vendicatori fanno la sua conoscenza in Giappone quando si mettono alla ricerca del Silver Samurai, aka Ronin; più avanti nella storia Maya Lopez torna in Giappone per spiare Electra Natchios, ora nuovo leader della Mano, e rimane uccisa. Risorge e viene sottoposta al lavaggio del cervello dopo la conclusione della Guerra Civile, mentre i Vendicatori accolgono nel team un ospite a sorpresa: Ronin. In pratica è Clint Barton a rivelarsi sotto la maschera e ad assumere il costume del samurai per liberare Maya Lopez dal controllo della Mano.

Sul suo “debutto” nel MCU e sulle modalità della sua introduzione non sappiamo molto, ma è evidente dal trailer che la storyline di Clint ruoterà attorno alla scomparsa di moglie e figli e al suo senso di giustizia privata. Per vendicarsi dovrà unirsi ai suoi ex colleghi Avengers o deciderà di agire da solo?

Avengers: Endgame, il primo trailer 

Avengers: Endgame arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

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Avengers: Endgame, tutti i segreti del trailer

Fonte: Cinemablend

Ronin come Mulan nel fan-poster dedicato a Occhio di Falco

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Ronin come Mulan nel fan-poster dedicato a Occhio di Falco

La nuova fan art di Occhio di Falco in Avengers: Endgame riproduce il suo alter ego “vendicativo” Ronin prendendo ispirazione da un recente poster per il remake in live action targato Disney di Mulan. Interpretato da Jeremy Renner, il personaggio di Clint Barton, alias Occhio di Falco, ha fatto il suo breve debutto nel MCU in Thor del 2011 prima di diventare un elemento chiave dell’MCU in The Avengers, Avengers: Age of Ultron, Captain America: Civil War e Avengers: Endgame dell’anno scorso. Renner dovrebbe anche riprendere il ruolo nella serie tv per Disney+ Hawkeye che debutterà nel 2021.

Dato che non ha superpoteri, il personaggio è stato oggetto di battute da parte dei fan del Marvel Cinematic Universe in passato. Tuttavia, quando Barton ha assunto l’identità di Ronin in Avengers: Endgame dopo che la sua famiglia è stata cancellata dall’esistenza da Thanos (Josh Brolin), il personaggio è stato riscattato agli occhi di molti. Nuovo look e nuovo approccio hanno reso il personaggio sicuramente più cool e, immaginiamo, Renner più soddisfatto dell’accoglienza.

Ora, l’utente di Reddit T_Hawkeye007 ha condiviso un fan poster che mostra entrambi i lati della personalità di Barton. Il poster è stato ispirato dal poster del personaggio di Mulan, che mostrava il suo alter ego da soldato riflesso nella sua spada. L’artwork fa la stessa cosa con Barton, che immerge Occhio di Falco nella luce viola e mostra Ronin in costume riflesso nella sua spada. Eccolo:

Ronda Rousey vorrebbe essere Samus in un film su Metroid

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Ronda RouseyRonda Rousey vuole a tutti i costi un ruolo di spicco nel mondo del cinema. Dopo le brevi apparizioni in Fast and Furious 7 e ne I Mercenari 3, l’atleta di arti marziali miste, judoka e attrice statunitense insegue il ruolo da protagonista.

Dopo essersi più volte proposta per interpretare Captain Marvel, adesso Ronda vuole essere Samus Aran in un eventuale film sulla serie di videogame Metroid. La Nintendo si è da poco aperta a una più vasta possibilità di trasportare i suoi marchi al cinema, e così per la Rousey è sembrato il momento adatto per esternare il suo desiderio:

“Ha sempre voluto essere Samus, ho sempre pensato fosse una tosta. Mi piace quando le persone scoprono solo dopo che dentro l’armatura c’è una bella ragazza. E per la maggior parte del tempo sei in un costume così puoi sempre andare in giro e mangiare donuts e sei in un film di Metroid. Spero che faranno un film.”

Samus Aran (アラン サムス Aran Samusu?) è un personaggio immaginario della serie di videogiochi Metroid. Apparsa per la prima volta nel 1986 nel videogioco a piattaforme Metroid per Nintendo Entertainment System, Samus Aran è una delle prime protagoniste femminili apparse nel mondo videoludico.

Metroid (メトロイド Metoroido?) è una famosa serie di videogiochi a tema fantascientifico, concepita da Makoto Kanoh e Hiroji Kiyotake e prodotta da Nintendo a partire dal 1986. La serie è nota, oltre che per lo stile di gioco non lineare, per essere stata una delle prime ad avere una protagonista femminile: Samus Aran, cacciatrice di taglie spaziale. Metroid è una delle saghe di maggiore successo per Nintendo, sia per pubblico che per critica.

Fonte: CBM

Ronda Rousey si prepara per il ruolo di Captain Marvel [Video]

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La campionessa di MMA nonché attrice sulla cresta dell’onda Ronda Rousey vuole il ruolo di Captain Marvel ed è determinata a prenderselo: e si può osare dire di no ad una lottatrice professionista del suo calibro? In un’intervista per ET Online la Rousey ha parlato dei suoi ultimi progetti ed ha accennato (di nuovo) alla sua volontà di interpretare il noto personaggio della Marvel“Sono molto ansiosa di interpretare il mio primo ruolo principale con Mark Wahlberg in Mile 22. Spero che serva a darmi le capacità e la fiducia necessarie perché mi sia affidato il ruolo di Captain Marvel.”

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Fonte: Comicbookmovie

Ronda Rousey reciterà nella sua autobiografia

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La campionessa di UFC Ronda Rousey, che Sabato in Brasile ha riportato l’ennesima vittoria in un incontro dominato dopo soli 34 secondi per k.o., ha svelato un nuovo progetto cinematografico che la vedrà presto protagonista: la lottatrice di Ultimate Fighting vestirà prossimamente i panni di…se stessa. È infatti in cantiere un film autobiografico, basato sul suo bestseller del New York Times uscito in primavera, che si chiamerà My Fight/Your Fight e racconterà la sua storia ed i suoi successi, e tutti i sacrifici fatti per arrivare in alto.

I diritti del film sono stati acquisiti dalla Paramount Pictures, mentre Mary Parent (GodzillaPacific Rim) e la stessa Ronda Rousey saranno i produttori.

Per ora la data di uscita non sembra vicina, dipenderà tutto da quanto tempo il produttore esecutivo Mark Bomback (L’Alba del Pianeta delle ScimmieThe Wolverine) impiegherà per la riscrittura in chiave cinematografica del libro, senza contare che la Rousey stessa sarà presto impegnata su altri set, Mile 22 di Pete BergThe Athena Project della Warner Bros.

Non succede molto spesso che un personaggio famoso interpreti se stesso, ma Ronda Rousey è uno di quei rari casi in cui transitare dal ring al set non sembra creare problemi a nessuna delle due carriere. È infatti ormai da tempo che l’atleta ha intrapreso una brillante carriera cinematografica, da film come The Expendables 3Furious 7 al più recente Entourage, senza per questo intralciare gli allenamenti né risentire di cali di rendimento.

Fonte: Variety

Ronda Rousey diretta da Nick Cassavetes nel remake di Road House

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Ronda Rousey diretta da Nick Cassavetes nel remake di Road House

L’Hollywood Reporter ci informa che sarà Nick Cassavetes (regista de Le pagine della nostra vita e Alpha Dog) a dirigere l’agguerrita campionessa di UFC Ronda Rousey (nota per essere stata più volte associata nell’arco delle ultime settimane all’atteso Captain Marvel) nel remake di Road House, l’action del 1989 diretto da Rowdy Herrington e con protagonista Patrick Swayze (uscito in Italia col titolo Il duro del Road House).

Nel film, la Rousey interpreterà la versione femminile del personaggio interpretato da Swayze nell’originale. La produzione del film dovrebbe iniziare il prossimo anno.

Di seguito la trama de Il duro del Road House: Nella cittadina statunitense di Jasper, il proprietario del “Double Deuce”, Tilghman, non riesce più a lavorare tranquillamente, a causa delle continue risse e delle pessime frequentazioni del locale, diventato il covo di spacciatori, ubriaconi molesti e prostitute. Per riportare un po’ di tranquillità al proprio locale, l’uomo assume il già famoso Dalton come capo dei suoi buttafuori e direttore. I modi di Dalton risollevano presto le sorti del locale, ma la cosa non è vista di buon occhio dal mafioso Brad Wesley, che cercherà di corrompere il protagonista. Al rifiuto di questi, creerà molti problemi sia a Dalton che agli imprenditori che lo appoggiano, fino ad arrivare ad un sanguinoso regolamento di conti.

Fonte

Ronda Rousey atletica e sexy su SELF [foto]

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Si è seriamente proposta per il ruolo di Captain Marvel e adesso Ronda Rousey mostra tutta la sua forma smagliante e, in qualche modo, anche gli attributi necessari per il ruolo, in questo nuovo servizio fotografico su Self:

Ronald Lee Ermey: morto il sergente Hartman in Full Metal Jacket

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Ronald Lee Ermey: morto il sergente Hartman in Full Metal Jacket

Si è spento a 74 anni a causa delle complicazioni di una polmonite l’attore Ronald Lee Ermey, noto per aver interpretato il sergente Hartman in Full Metal Jacket. La sua interpretazione nel film gli valse una nomination al Golden Globe come Miglior attore non protagonista ma anche altri ruoli di personaggi autoritari, ottenuti probabilmente grazie all’interpretazione sopra le righe del soldato nel capolavoro di Stanley Kubrick

Tra i ruoli più famosi, è stato il sindaco Tilman nel film Mississippi Burning – Le Radici dell’Odio del 1988, il capitano di polizia in Seven del 1995, il capo ufficio Frank Martin in Willard il paranoico del 2003, il sadico sceriffo Hoyt nel remake di Non aprite quella porta diretto da Marcus Nispel e ha prestato la sua voce al Sergente, il comandante dei soldatini verdi di plastica nella saga di Toy Story.

Ronald Lee Ermey lascia la moglie e quattro figli.

Ron Perlman su Hellboy 3: “Dobbiamo finirlo”

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Ron Perlman su Hellboy 3: “Dobbiamo finirlo”

Non c’è pace per Ron Perlman e per il suo Hellboy. L’attore, che già due volte ha incarnato su grande schermo il diavolo rosso ha raccontato a Empire perché è così importante che la trilogia diretta da Guillermo Del Toro venga completata. Ecco cosa ha dichiarato l’attore:

“Mi sento di essere in pace con il personaggio, non ho un desiderio bruciante di rimettermi addosso tutta quella roba, ma Guillermo mi ha detto quale sarà il finale della trilogia ed è un’idea così brillante a livello cinematografico che trovo essenziale completarla. Eravamo partiti con una trilogia, con un inizio, uno svolgimento e una conclusione. Abbiamo fatto solo i due terzi del cammino e quindi sarebbe una vergogna non completarlo”.

Sulla grande idea di Del Toro, ha aggiunto: “Lui è la bestia dell’Apocalisse. Deve distruggere la civiltà, deve. Non è negoziabile. È il fondamento della storia e questo è il motivo per cui penso che sia una vergogna non finirlo”.

Alla fine di Hellboy II, il personaggio di Selma Blair è incinta di due gemelli. Ecco come ha commentato Perlman: “I due gemelli: uno sarà come la madre e l’altro come il padre. Uno sarà completamente corrotto e l’altro un angelo, quale dei due sarà? Solo Guillermo farebbe una cosa del genere, e sarebbe tutto da aggiungere alla saga”.

Sono passati già sei anni dall’uscita di The Golden Army, ma per Jurassic World abbiamo aspettato 14 anni, per cui tutto può ancora accadere.

Scritti e diretti da Guillermo Del Toro, i primi due capitoli vedevano protagonisti Ron Perlman, John Hurt, Selma Blair, Rupert Evans, Karel Roden, Jeffrey TamborDoug Jones.

Che vi aspettate dall’eventuale Hellboy 3?

Fonte: CS

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