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Loving Vincent: il film arriva in dvd e blu-ray

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Loving Vincent: il film arriva in dvd e blu-ray

L’attesa è finita, dal 7 febbraio Loving Vincent, il film di animazione dedicato al pittore Vincent Van Gogh arriva in home video con Universal Pictures Home Entertainment Italia con imperdibili contenuti speciali!

Loving Vincent, scritto e diretto da Dorota Kobiela & Hugh Welchman è il primo lungometraggio interamente dipinto su tela. Realizzato elaborando le tele dipinte da un team di 125 artisti, il film è composto da migliaia di immagini, create nello stile di Vincent van Gogh (1853-1890), da pittori che hanno lavorato per mesi per arrivare a un risultato originale e di enorme impatto.

Opera dello studio Breakthru productions -vincitore dell’Oscar per il cortometraggio animato Pierino e il lupo- il film racconta, attraverso 120 quadri e 800 documenti epistolari, la vita dell’artista olandese fino alla morte misteriosa, avvenuta a soli 37 anni e archiviata come caso di suicidio. Le cose andarono davvero in questo modo? Un team d’eccezione ha dato vita a un lungometraggio poetico e seducente che mescola arte, tecnologia e pittura e che ha riscosso enorme successo di pubblico e critica aggiudicandosi numerosi premi.

Loving Vincent CONTENUTI EXTRA NEL BLU-RAY DIGIPACK:

  • 5 CARTOLINE IN REGALO
  • IL MAKING OF DEL FILM
  • ANIMAZIONE E DISEGNI
  • INTERVISTE
  • INTERVISTA A DOUGLAS BOOTH
  • AGGIORNAMENTI KICKSTARTER

 

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Loving Vincent al cinema dal 09 Ottobre

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Loving Vincent al cinema dal 09 Ottobre

Arriva al cinema Loving Vincent, il primo lungometraggio interamente dipinto su tela. Un originale incontro tra arte e cinema vincitore del Premio del Pubblico al Festival d’Annecy – scritto e diretto da Dorota Kobiela & Hugh Welchman.

Loving Vincent è distribuito da Nexo Digital in collaborazione con Adler Entertainment con i media partner Radio DEEJAY, Sky Arte HD e MYmovies.it nell’ambito del progetto de La Grande Arte al Cinema – Tutti i dettagli sulla programmazione e l’elenco delle sale che aderiscono all’iniziativa su www.nexodigital.it.

Loving Vincent

 

Loving Pablo: recensione del film con Javier Bardem e Penelope Cruz

Ci aveva già pensato qualche anno fa Andrea Di Stefano con il suo Escobar a raccontare la storia del famoso e temuto Pablo Escobar senza ottenere un grande successo per poi cedere il testimone alla fortunata serie targata Netflix, Narcos, ormai arrivata alla terza stagione, amatissima dal pubblico. Stavolta però è il regista Fernando León de Aranoa a tentare ancora una volta di avvicinarsi alla figura di Pablo Escobar, presentando alla Mostra del Cinema di Venezia il suo ultimo film, Loving Pablo, con Javier Bardem e Penelope Cruz.

Tratto dal romanzo Loving Pablo, Hating Escobar, il film racconta la storia dell’ascesa e del declino del signore del narcotraffico, Pablo Escobar, interpretato da Javier Bardem, dal punto di vista di una delle sue amanti, la più famosa, la giornalista Virginia Vallejo (Penelope Cruz), anche autrice del libro. La storia comincia nel 1983, anno dell’incontro di Virginia e Pablo in un’occasione mondana, data anche dell’inizio della loro lunga e travagliata relazione.

LEGGI ANCHE, Venezia 74: Mektoub, My Love: Canto Uno recensione del film di Adbellatif Kechiche

Partendo dall’interessante punto di vista di Virginia, purtroppo il regista Aranoa non riesce a sviluppare bene la storia trasformando il suo Loving Pablo in una sorta di pessima fiction nazional popolare. Nonostante gli strepitosi Javier Bardem e Penelope Cruz – di nuovo fianco a fianco a quasi dieci anni di distanza da Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen -, il film non riesce proprio a spiccare il volo; alla sceneggiatura raffazzonata e poco convincente si aggiunge l’interpretazione quasi macchiettistica in alcuni punti della Cruz che continua, come il suo collega Bardem per tutta la durata del film, a recitare in un inglese dal marcato e fastidioso accento spagnolo. La scelta del bilinguismo di Loving Pablo disorienta e irrita ma non è purtroppo l’unica pecca del film; nella prima parte lo spettatore viene guidato dalla voce narrante di Virginia che, con poche semplici frasi ad affetto, introduce un nuovo capitolo della storia. Tuttavia questo espediente viene poi abbandonato bruscamente quando si avvicina la fine di Pablo e quindi la storia tra lui e Virginia passa in secondo piano, rivoluzionando la struttura iniziale del film.

Loving Pablo - Fernando León de Aranoa

leggi anche: Venezia 74: Ammore e Malavita recensione del film dei Manetti Bros.

Tutto è troppo esagerato e sopra le righe, dall’accento della bella Penelope, al suo look eccessivamente volgare, senza dimenticare il trucco di Bardem che, in alcune scene finali, sembra la caricatura di Pablo Escobar. Ma se i protagonisti proprio non riescono a brillare, i personaggi secondari sembrano avere una marcia in più; un esempio lampante è quello di Peter Sarsgaard che, anche se confinato ad un ruolo decisamente marginale come quello dell’Agente Neymar della DEA, riesce comunque ad avere i suoi quindici minuti di gloria e ad essere molto più incisivo della coppia Bardem-Cruz. Nonostante le buone intenzioni di Fernando León de Aranoa e di Javier Bardem – anche produttore per l’occasione – il biopic Loving Pablo risulta un film assai approssimativo, con pesanti problemi alla sceneggiatura e confusionario nella sua messa in scena. Ci dispiace dirlo ma, se davvero siete alla ricerca di un prodotto di qualità che vi racconti la storia di Pablo Escobar, Narcos è ancora la scelta migliore.

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Lover Stalker Killer: recensione del docu-crime diretto da Sam Hobkinson

È un San Valentino decisamente alternativo quello proposto da Netflix che, a partire dal 9 febbraio scorso, ha reso disponibile sulla piattaforma il film Lover Stalker Killer diretto da Sam Hobkinson. Un titolo-spoiler sintetizza infatti l’involuzione della storia che a partire da un incontro si trasforma molto rapidamente in molestia, truffa digitale, persecuzione, omicidio. Lover Stalker Killer ripercorre dunque un caso di cronaca realmente accaduto negli Stati Uniti, ricostruendo le tappe di una vera e propria caduta fino agli abissi di un omicidio, a partire dalle interviste del protagonista e degli inquirenti che hanno lavorato al caso. 

La storia vera di Lover, Stalker, Killer

È il 2012 e Dave Kroupa si è appena stabilito in Nebranska, dopo che la fine di quello che sembrava essere l’amore della propria vita e la separazione della moglie e dei figli. La storia dell’incubo di stalking che per anni lo ha tenuto prigioniero inizia online, su una delle più note e utilizzate dating app, ‘Plenty of Fish’, ovvero un mare di opportunità per chi, come Kroupa, deve ricostruire la propria vita. Quando il tanto agognato match arriva, dall’altra parte del display c’è Shanna “Liz” Golyar, con cui inizia una frequentazione senza impegno che però non soddisfa l’uomo al punto da tenerlo lontano dalla ricerca di nuove amicizie online.

Arriva così Cari Farver, già conosciuta nella realtà. Il loro primo incontro viene però tempestivamente interrotto con una banale motivazione da Golyar: troppo improvviso per lasciar pensare a una casualità anche allo spettatore meno avveduto. Nonostante ‘l’incidente di percorso’, che si chiude con gelide occhiate tra le due protagoniste femminili del triangolo, Cari e Dave iniziano a frequentarsi perché, stavolta, la scintilla è scattata. Due settimane e una notte d’amore più tardi, a Dave arriva un messaggio da Cari con la ‘proposta’ di andare a convivere. Alla richiesta di un maggiore impegno e alla comprensibile empasse dell’uomo seguono pretese, insulti, minacce, prima dallo stesso telefono, poi da oltre 40 account tra recapiti telefonici ed email nei successivi 4 anni. Tutti account intestati a Cari Farver che, nel frattempo, sembra essere scomparsa nel nulla.

Un messaggio della donna alla madre annuncia una partenza per il Kansas, tanto che la polizia si dimostra inizialmente restia ad avviare le ricerche. Poi arrivano la morte del padre e il compleanno del figlio ma nessuna manifestazione da parte di Cari. È allora che scattano i sospetti sul suo destino e arriviamo al terzo step di Lover Stalker Killer. Alcuni poliziotti iniziano a indagare, ma solo a titolo volontario, per risalire, dopo ben tre anni di indagini, all’origine IP delle decine di migliaia di minacce digitali e fisiche ricevute dal protagonista, che nel frattempo si è visto incendiare anche la propria abitazione. Indagini che, tuttavia, non sono mai riuscite a rispondere alla domanda: ‘Dov’è Cari Farver?‘.

Perché, l’avrete capito dallo spoiler di Netflix, non è andata a finire nel migliore dei modi. Ad essere condannata per omicidio è stata Golyar, tuttora in custodia al sistema di detenzione statunitense che non ha ancora, a tuttoggi, rivelato tutta la verità sulla vicenda. Il corpo di Cari Farver non è mai stato ritrovato e la sua morte è stata accertata solo grazie ad una foto rintracciata su una scheda di memoria utilizzata dalla killer di quello che potremmo definire un triangolo amoroso solo se avessimo voglia di scherzare.   

Lover Stalker Killer Netflix

Una regia cupa cattura lo spettatore nella trama di un incubo

La definizione docu-crime in realtà poco si adatta alla narrazione di Lover Stalker Killer, che dal punto di vista stilistico sconfina nel mostruoso, come la storia vera che racconta, e attorno alla quale la regia confeziona un contesto notturno per tutta la durata del film. La visione è incanalata in meccanismi di comprensione irrigiditi dall’utilizzo di un apparato stilistico fin troppo incisivo: tra lenti fish-eye, cromìe azzerate e un ritmo serrato che non conosce un crescendo ogni frame è teso a suscitare un preciso range di emozioni, mai meno che afferenti al terrore.

Una scelta precisa che predilige inquadrature ai limiti dell’horror per palesare l’incubo che sta per bussare alla porta della nostra vita, come è accaduto a Dave Kroupa, protagonista della vicenda e del docufilm. Hobkinson vuole che lo spettatore assuma il punto di vista del protagonista e il suo totale disorientamento all’interno di un tunnel di specchi dai contorni sempre più frastagliati e pericolosi, prigioniero di un severo processo di stalking. Un obiettivo raggiunto, senza dubbio, ma a scapito della libertà di percezione.

Lovely Boy: trailer del film Sky Original di Francesco Lettieri

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Lovely Boy: trailer del film Sky Original di Francesco Lettieri

SKY ha diffuso il trailer di Lovely Boy, il film Sky Original di Francesco Lettieri presentato oggi fuori Fuori Concorso alle Giornate degli Autori della 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Lovely Boy – Un film Sky Original, prodotto da Indigo Film in coproduzione con Vision Distribution con il sostegno di IDM Film Fund & Commission dell’Alto Adige, sarà trasmesso in prima assoluta su Sky Cinema Uno lunedì 4 ottobre, disponibile anche on demand e in streaming su NOW.

Nic, in arte Lovely Boy, è l’astro nascente della scena trap romana. Tatuaggi in faccia, talento puro, completa strafottenza per il mondo. Inizialmente proiettato verso una folgorante ascesa musicale, rischia di essere risucchiato in una spirale di autodistruzione.

Scritto da Peppe Fiore e Francesco Lettieri, Lovely Boy ha tra i protagonisti Andrea Carpenzano (La terra dell’abbastanza, Il Campione)Ludovica Martino (Il Campione, Skam Italia, Sotto il sole di Riccione, Carosello Carosone) ed Enrico Borello (Il filo invisibile, Settembre), e si avvale della direzione della fotografia di Gianluca Palma, della scenografia di Marcella Mosca, dei costumi di Antonella Mignogna e del montaggio di Mauro Rodella.

Lovely Boy: recensione del film di Francesco Lettieri

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Lovely Boy: recensione del film di Francesco Lettieri

Titolo selezionato Fuori Concorso alle Giornate degli Autori edizione 2021, nell’ambito di Venezia 78, Lovely Boy è senza dubbio un titolo interessantissimo nel panorama cinematografico italiano. Il film Sky Original sarà distribuito direttamente su Sky e in streaming su NOW ed è l’opera seconda di Francesco Lettieri, che ha esordito al lungometraggio nel 2020 con Ultras, di Netflix.

La trama di Lovely Boy

Nic, in arte Lovely Boy, è l’astro nascente della scena musicale trap romana. Tatuaggi e talento puro, Nic forma insieme all’amico Borneo la XXG, un duo lanciato verso il successo. Risucchiato in una spirale di autodistruzione, Nic è perso e trascinato dagli eventi, che lo porteranno fino a un punto di rottura: potrà fare i conti con se stesso solo lontano da tutto quel rumore.

In una comunità di recupero sulle Dolomiti che ora accoglie persone che come lui sono cadute nel baratro della droga, tenterà faticosamente di ritrovarsi condividendo quella grande solitudine che si porta dentro.

Il mondo della trap

Lovely Boy film
Foto: Glauco Canalis

Lovely Boy è un dramma post-adolescenziale ma è anche il primo film italiano che si addentra nel fenomeno della musica trap. Certo, quel contesto fervido di talento  e strafottenza intorno al quale gravita sempre più l’attenzione di giovani artisti ed etichette musicali pronte a scovare il prossimo grande nome sembra solo il punto di partenza di un racconto che si addentra nell’animo di Nic, un ragazzo che a fronte del citato talento paga il prezzo di una vuotezza e di un disagio che lo spingeranno sempre di più verso il baratro, fino a che non sarà costretto a fare i conti con i propri demoni.

Questo aspetto, che diremo più di comprensione che di redenzione sembra interessare maggiormente al regista che si muove intorno ai corpi dei protagonisti come un osservatore attento e neutrale, che indugia sulle debolezze di Nic, ma anche sulle meschinità del mondo dello spettacolo e sulla disperazione mista a rassegnazione che troppo spesso aleggia negli occhi di chi vive la realtà della comunità di recupero. 

Carpenzano superstar

Protagonista del film è Andrea Carpenzano che avevamo già apprezzato in Il Campione e in Tutto quello che vuoi, ma che qui, come ne La terra dell’abbastanza, riprende le sfumature drammatiche che lo avevano fatto grande nel film d’esordio dei Fratelli D’Innocenzo, anch’essi a Venezia nel Concorso Ufficiale con America Latina. 

Sono passati quattro anni dai successi di Carpenzano con il film dei D’Innocenzo, e il suo approccio alla recitazione e ai ruoli è rimasto puro e diretto, istintivo, rendendolo in grado di restituire con grande immediatezza qualsiasi sfumatura emotiva dei suoi personaggi. Con lui, citiamo anche Ludovica Martino, che abbiamo amato in Skam Italia, e che qui si spoglia dei panni della ragazza acqua e sapone, per assumere un look intonato all’ambiente che la storia racconta. 

Lettieri e le sue atmosfere sospese

Dopo i bellissimi video di Liberato e l’esordio con Ultras, Francesco Lettieri si conferma narratore di contraddizioni, di animi tormentati e di visioni affascinanti, riuscendo sempre a costruire sospensione e magia attraverso il suo occhio. Le sue immagini sono potenti e dirette, ma anche libere e di grande sollievo e coinvolgimento emotivo. Il percorso di Nic diventa immediatamente anche il nostro e Lettieri riesce ad attanagliare e a liberare lo spettatore, insieme al personaggio, con un semplice sguardo di camera.

Lovely Boy: al via le riprese del film Sky Original di Francesco Lettieri

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Sky annuncia le riprese di Lovely Boy, il nuovo film Sky Original, prodotto da Indigo Film in coproduzione con Vision Distribution e Sky, con il sostegno di Alto Adige Film Commission.

Lovely Boy è il secondo film di Francesco Lettieri dopo Ultras. Già regista di riferimento della scena indie italiana, Lettieri si è imposto nel panorama dei videoclip musicali con un’estetica riconoscibile e originale, girando per artisti come LIBERATO, Calcutta, Thegiornalisti. Con Lovely Boy torna alla musica, raccontando l’ascesa e il declino di una star della trap. Le riprese del film si terranno tra Roma e il Trentino-Alto Adige.

Lovely Boy, la trama

Nic, in arte Lovely Boy, è l’astro nascente della scena trap romana. Tatuaggi in faccia, talento puro, completa strafottenza per il mondo. Inizialmente proiettato verso una folgorante ascesa musicale, rischia di essere risucchiato in una spirale di autodistruzione.

Scritto da Peppe Fiore e Francesco Lettieri, Lovely Boy ha tra i protagonisti Andrea Carpenzano (La terra dell’abbastanza, Il Campione), Ludovica Martino (Il Campione, Skam Italia, Sotto il sole di Riccione, Carosello Carosone) ed Enrico Borello (Il filo invisibile, Settembre), e si avvale della direzione della fotografia di Gianluca Palma, della scenografia di Marcella Mosca, dei costumi di Antonella Mignogna e del montaggio di Mauro Rodella.

Il regista e sceneggiatore Francesco Lettieri ha dichiarato: “Lovely Boy è il mio secondo film.  È un film che mi metterà alla prova, sia per la complessità tecnica di tante scene, sia per la difficoltà di affrontare una tematica così delicata. Il film non si sofferma su questioni di ordine morale, né tenta di dare un giudizio, piuttosto si concentra sulle emozioni. Voglio fare un film che faccia ridere e piangere, come tutti i film che amo. Questo mi interessa più di tutto, spero di riuscirci.

“Lovely Boy conferma la varietà della nostra proposta di film Sky Original” ha dichiarato Nicola Maccanico, Executive Vice President Programming Sky Italia e CEO di Vision Distribution.“Raccontiamo infatti una storia di crescita difficile, nella quale sarà evidente come in un mondo dominato dall’apparenza, si rischia di prendere direzioni pericolose. La forza di Lovely Boy è quella di dimostrare come attraverso l’amore e il dialogo si possa prendere in mano la propria vita, cambiare il proprio destino, anche quando si è imboccata una strada rischiosa. La collaborazione con Indigo e la regia di Lettieri sono assoluta garanzia di qualità”

Nicola Giuliano, Produttore e Fondatore di Indigo Film, ha dichiarato: “È sempre molto bello accompagnare un giovane e grande talento come Francesco Lettieri nel suo esordio. Ancora più bello proseguire il percorso con lui e trovare un partner che sposa entusiasticamente un progetto come ha fatto Sky per il nostro Lovely Boy.” Lovely Boy arriverà in prima assoluta prossimamente su Sky e NOW.

Lovely Boy, tutto quello che non sai sul primo film sulla trap

Lovely Boy, tutto quello che non sai sul primo film sulla trap

Può sembrare un altro film sulla giovinezza bruciata, quello di Francesco Lettieri, che torna al cinema dopo una prima esperienza “monca” (spiegheremo poi cosa vuol dire), eppure Lovely Boy è un film unico nel suo genere. Disponibile su Sky e in streaming su NOW, il film con protagonista Andrea Carpenzano ha tanti segreti, e di seguito proveremo a rivelarvene qualcuno.

Lovely Boy è disponibile su NOW e anche on demand su Sky. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda il film e molto altro.

Il primo film sulla trap

Lovely boy - Il primo film sulla trap
Foto di Glauco Canalis

La musica trap, possa piacere o meno, è una delle tendenze che ormai hanno saldamente preso piede nel mondo dei giovani artisti. Apparentemente sempre stanchi e superficiali, i trapper cantano di donne, droga, prive in discoteca, soldi e tutto ciò che valorizza l’apparire piuttosto che l’essere. Lovely Boy è il primo film nella scena italiana a raccontare quel mondo, attraverso il protagonista che è proprio un giovane trapper che però trova la strada della droga mentre cercava quella per il successo. Questa particolarità lo rende interessante e, appunto, unico, un documento di grande valore che accosta ad una analisi sul presente, un vero e proprio punto di partenza per una riflessione sull’arte, la vita e i giovani fino a questo momento inedita.

Il protagonista è Andrea Carpenzano

Giovanissimo eppure già molto conosciuto nell’ambito del cinema italiano di un certo livello, Andrea Carpenzano è un giovane di talento, classe 1995, che esordisce nel 2017 diretto da Claudio Amendola in Il Permesso – 48 ore fuori. Dopo questo dramma sulla vita carceraria, Carpenzano viene chiamato da Francesco Bruni che lo vuole come suo co-protagonista al fianco di un meraviglioso Giuliano Montaldo in Tutto quello che vuoi. La commedia mette in luce note più leggere dell’attore, le stesse note che ritroveremo ne Il Campione del 2019, quando ero era già arrivata la grande consacrazione con La terra dell’abbastanza, dei Fratelli D’Innocenzo.

Lovely Boy è per lui il primo grande ruolo da protagonista assoluto, laddove in tutti gli altri film a cui aveva partecipato aveva avuto co-protagonisti accanto ai quali non aveva mai sfigurato, come il citato Montaldo, oppure Stefano Accorsi, ne Il Campione.

Dove l’ho già vista?

Ludovica Martino @Glauco Canalis
Foto di Glauco Canalis

In Lovely Boy Nic, il nostro protagonista, ha una fidanzata. Trucco scuro sugli occhi, piercing al labbro, ma assennata e precisa, che proprio non riesce a stare accanto ad un disfattista autolesionista come Nic. La loro storia d’amore farà il suo corso, ma il volto di questa bella ragazza rimane impresso, perché altri non è che Ludovica Martino, la protagonista di Skam Italia. Lanciatissima verso il successo cinematografico, Eva Brighi che abbiamo visto su Netflix è cresciuta, ha momentaneamente messo da parte la sua folta chioma rossa e si è calata per la prima volta in un personaggio che le ha richiesto una trasformazione fisica. È sicuramente una giovane attrice che per fascino e bravura si posiziona molto in alto nel panorama delle sue coetanee e che andrebbe tenuta d’occhio.

Chi è il regista

Francesco Lettieri ha firmato questo film che segna a tutti gli effetti il suo esordio sul grande schermo. Il film finirà direttamente su Sky e in streaming su NOW, è vero, ma è stato pensato per la sala, tanto che la sua premiere ha avuto una location molto prestigiosa. Lettieri si è fatto un nome grazie ai videoclip, in particolare la sua collaborazione con Liberato, il misterioso cantante partenopeo, lo ha fatto conoscere alle produzioni che gli hanno dato fiducia, in primis Netflix, con cui Lettieri firma l’esordio al lungometraggio e che, a memoria, è stato il primo film ad essere presentato in streaming, con uscita diretta sulla piattaforma della grande N rossa.

Esordio a Venezia 78

Il film è stato selezionato come film di chiusura fuori concorso a Giornate degli Autori, la sezione collaterale della Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia. In quella location è stato proiettato su grande schermo alla presenza del cast. Per vede Lovely Boy basterà andare su Sky o in streaming su NOW.

Lovely Boy, recensione del film di Francesco Lettieri

Venezia 78: intervista ai protagonisti di Lovely Boy

Lovely Boy in prima tv il 4 ottobre su Sky e NOW

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Lovely Boy in prima tv il 4 ottobre su Sky e NOW

Dopo la presentazione a Giornate degli Autori a Venezia 78, arriva in prima tv assoluta su Sky Cinema e in streaming su NOW Lovely Boy, il secondo film di Francesco Lettieri, con Andrea Carpenzano e Ludovica Martino.

Lovely Boy, tutto quello che non sai sul primo film sulla trap

Nic, in arte Lovely Boy, è l’astro nascente della scena trap romana. Tatuaggi in faccia, talento puro, completa strafottenza per il mondo. Inizialmente proiettato verso una folgorante ascesa musicale, rischia di essere risucchiato in una spirale di autodistruzione.

Scritto da Peppe Fiore e Francesco Lettieri, Lovely Boy ha tra i protagonisti Andrea Carpenzano (La terra dell’abbastanza, Il Campione)Ludovica Martino (Il Campione, Skam Italia, Sotto il sole di Riccione, Carosello Carosone) ed Enrico Borello (Il filo invisibile, Settembre), e si avvale della direzione della fotografia di Gianluca Palma, della scenografia di Marcella Mosca, dei costumi di Antonella Mignogna e del montaggio di Mauro Rodella.

Lovelace: trama, cast e la vera storia dietro al film

Lovelace: trama, cast e la vera storia dietro al film

Nel 1972 debuttò al cinema Gola profonda, primo film pornografico pensato per il grande schermo. L’attrice protagonista, Linda Lovelace, divenne una star e un fenomeno sociologico che rapidamente fu associata al simbolo della libertà sessuale. Ma dietro la nuova icona si nascondeva una donna vittima di suo marito Chuck, ed una figlia rinnegata dai propri genitori. La sua storia è poi stata raccontata nel film biografico del 2013 dal titolo Lovelace (qui la recensione), diretto da Robert Epstein e Jeffrey Friedman, i quali nella loro carriera hanno in più occasioni ripercorso biografie di personalità famose, ad esempio con il documentario The Times of Harvey Milk.

Dopo aver debuttato nel mondo della fiction narrativa con Urlo, dove si racconta la vita del poeta Allen Ginsberg, i due hanno trovato in Linda Lovelace un soggetto di loro interesse. Con lo sceneggiatore Andy Berlin si sono basati in particolare sull’autobiografia Ordeal, scritta dalla Lovelace nel 1980. A partire da qui si sono in particolare concentrati sul raccontare la vita dell’attrice dai 20 ai 32 anni, comprendendo dunque tanto la lavorazione del film Gola profonda quando il conseguente successo, ma anche le inevitabili sfortune, che questo portò all’attrice. Tra i problemi con il marito e una celebrità controversa, si snoda dunque una personalità spesso mal compresa.

Presentato al Sundance Film Festival, il film venne accolto da critiche contrastanti e non ottenne un buon successo di pubblico. Finì per tanto col passare in sordina, mentre andrebbe riscoperto anche solo per approfondire un argomento e una vicenda troppo spesso dimenticati. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro al film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Lovelace: la trama e il cast del film

Come anticipato, il film si concentra sul raccontare la storia di Linda Lovelace, la quale giovanissima viene scelta per recitare nel film porno Gola profonda. È il 1972, ed è il marito di lei, Chuck Traynor a presentarla al regista Gerard Damiano. In fuga da una famiglia severa e particolarmente religiosa, Linda acconsentì a recitare nel film, divenendo in breve una celebrità assoluta, rimanendo però sempre una ragazza con i piedi per terra. Dietro a quel successo, però, si nasconde una realtà ben meno idilliaca, fatta di abusi e costrizioni, dalla quale la donna cercherà in più modi di liberarsi per svelare al mondo chi è davvero e cosa le è stato fatto.

Ad interpretare Linda Lovelace vi è l’attrice Amanda Seyfried, la quale si è dichiarata entusiasta di poter interpretare una donna tanto complessa e poco conosciuta. Riguardo alle diverse scene di nudo e di sesso, l’attrice ha affermato di non aver avuto alcun problema, non provando alcun disagio nel girare questo tipo di cose in quanto la sessualità è parte integrante della vita quotidiana di tutti. Per il ruolo, originariamente, era state considerate anche le attrici Olivia Wilde e Kate Hudson. Accanto alla Seyfried, nel ruolo del marito Chuck Traynor, vi è l’attore Peter Sarsgaard, mentre Hank Azaria è il regista Gerard Damiano. Adam Brody interpreta il pornoattore Harry Reems, mentre James Franco è Hugh Hefner, fondatore di Playboy.

Lovelace storia vera

Lovelace: la vera storia dietro il film

Con l’uscita di Gola profonda, uno dei titoli cinematografici di maggior successo del suo anno, Linda Lovelace divenne una vera e propria star. Nel 1980, tuttavia, l’attrice pubblico la propria autobiografia dal titolo Ordeal, su cui il film del 2013 si basa. In questa la Lovelace ha raccontato i lati oscuri e segreti dietro la sua apparente felicità da celebrità. Nel libro, infatti, viene raccontato di come la sua cosiddetta liberazione sessuale non era altro che una maschera per nascondere una vita di stupri e abusi subiti per mano di Chuck Traynor, l’uomo che, secondo lei, l’ha usata per il proprio successo finanziario costringendola alla pornografia e alla prostituzione.

Le sue accuse sono state supportate da note femministe come Gloria Steinem ma respinte da un pubblico sospettoso. Nei suoi film, hanno detto i critici, sembrava troppo felice e troppo interessata per essere forse una vittima. Per tutto il resta della sua vita, dunque la Lovelace si trovò a doversi difendere da accuse simili, rinnegando pubblicamente il genere porno e schierandosi contro la sua industria. Purtroppo, la donna morì il 22 aprile del 2002, all’età di 53 anni in un incidente d’auto. Tre mesi dopo, morì anche Traynor per via di una malattia. Lo stesso film Lovelace ricevette critiche per il suo trattare in modo apparentemente superficiale alcuni degli abusi subiti dall’attrice, edulcorando il rapporto tra la Lovelace e Traynor.

Lovelace: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Lovelace grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 18 dicembre alle ore 23:15 sul canale Cielo.

Fonte: IMDb, TheWeek

Lovelace: recensione del fim con Amanda Seyfried

Lovelace: recensione del fim con Amanda Seyfried

Nel 1972 debuttò al cinema Gola profonda, primo film pornografico pensato per il grande schermo. L’attrice protagonista, Linda Lovelace, divenne una star e un fenomeno sociologico che rapidamente fu associata al simbolo della libertà sessuale. Ma dietro la nuova icona si nascondeva una donna vittima di suo marito Chuck, ed una figlia rinnegata dai propri genitori.

Rob Epstein e Jeffrey Friedman dopo Urlo e Lo schermo velato, trovano in Lovelace una biografia di un altro complesso personaggio legato alla sfera sessuale, che la sceneggiatura di Andy Belin descrive a tutto tondo, riportando le vicende private e pubbliche dell’attrice. Queste rese note grazie al libro che scrisse negli anni ’80, Ordeal, ed in parte alle testimonianze dell’epoca.

Lovelace, il film

Il duo di registi mette in scena, con una struttura classica, una storia a tappe caratterizzata da diversi filoni narrativi. Temi che purtroppo non riescono ad esaurire il ritmo narrativo del film, risultando incompleto in diversi punti e intuitivo in altri, e generando una discontinuità dovuta ai continui sbalzi temporali, sottolineati anche dal montaggio di Robert Dalva e Matthew Landon, che diventano un freno emotivo all’interno del racconto. Inoltre, a creare un ulteriore distacco sono le ripetizioni di numerose sequenze con il cambio del punto di vista, che rende la storia fedele ad un impronta giornalistica-documentaria ma che perde in pathos e coinvolgimento su ciò che poteva essere un confronto più lineare all’interno del film, rapportando, per esempio, sia la figura della star che della donna in una visione simultanea.

Questa scelta però non ha intaccato la performance del cast, completamente legato ai personaggi interpretati che spicca in bravura nei passaggi chiave, caratterizzando con dramma o con ironia la scena. Prima su tutti, Amanda Seyfried che riesce ad evocare un erotismo simile a quello di un’ingenua Lolita nelle mani di un perfetto marito-padrone, Peter Sarsgard, che conferma la sua bravura nei ruoli cupi e violenti. La coppia sullo schermo lavora in perfetta sintonia riuscendo a far vivere per intero il rapporto vittima-carnefice che il successo ha irreversibilmente peggiorato. Un gradito ritorno in una storia intensa è Sharon Stone, nel ruolo della rigida madre, emaciata e fanaticamente cattolica che elargisce punizioni anziché concedere perdono. Un insolito Chris Noth riesce a sintetizzare ed incarnare le regole dell’industria della pornografia cinematografica.

Lovelace è una buona biografia che fa luce sulla vita di un’altra diva che veniva confusa con la sua immagine, che fa emergere l’interpretazione del proprio cast ma che pecca nella solidità della struttura facendo trasparire così la propria posizione sulla vicenda e lasciando che la storia ne subisca le conseguenze.

Lovelace: la colonna sonora di Stephen Trask

Lovelace: la colonna sonora di Stephen Trask

Il prossimo 8 maggio debutta nei cinema italiani il biopic Lovelace dai registi Premio Oscar Rob Epstein e Jeffrey Friedman (Urlo, Lo schermo velato). Le musiche del film che vede protagonista una splendida Amanda Seyfried, sono state composte da Stephen Trask. 

Ecco la trackslist corredate di traccia audio dove poter ascoltare le partiture.

1. I’ve Got to Use My Imagination – Gladys Knight & The Pips
2. Gimme Little Sign – Brenton Wood
3. Fooled Around and Fell in Love – Elvin Bishop
4. Funk Funky Way of Makin’ Love – John Ellison & The Soul Brothers Six
5. If You Ain’t Gettin’ Your Thing – L.J. Waiters & The Electrifiers
6. Shotgun Shuffle – KC & The Sunshine Band
7. Oh How I Love It – People’s Choice
8. Keep on Truckin’ – Eddie Kendricks
9. Let It Ride – Bachman & Turner
10. Rock Your Baby – George McCrae
11. Ain’t Nobody’s Business If I Do – Sofia Karstens London
12. You Made Me Beautiful – Stephen Trask
13. Spirit in the Sky – Norman Greenbaum

Alcuni brani inclusi nella colonna sonora:

Out All Night – Everybody Else
Where We Belong – Carrick Moore Gerety
Your Mama Wants Ya Back – Betty Davis
Rockin’ Boogie – Alan Moorhouse
Get Ready – Everybody Else
Time for the Gallery – Frank Talley
Game Theory – Everybody Else
Panhandle Stomp – Johnny Schnell
Satin and Heartaches – Joel Bevan, George McFarlane
Ginza Mary – Marc Durst

Lovelace, biopic che racconta la vera storia della star diGola Profonda. Nel 1972, prima dell’avvento di Internet e dell’esplosione dell’industria del porno, Gola Profonda fu un fenomeno: si trattava del primo film pornografico pensato per il grande schermo, con una vera e propria trama, dello humour, ed una sconosciuta ed improbabile protagonista, Linda Lovelace (Amanda Seyfried). Nel tentativo di fuggire dalla morsa di una famiglia severa e religiosa, Linda scoprì la libertà e la bella vita quando si innamorò e sposò il carismatico protettore Chuck Traynor. Sotto lo pseudonimo di Linda Lovelace divenne una celebrità a livello internazionale, non tanto ragazza di Playboy, quanto accattivante ragazza della porta accanto. Completamente immersa nella sua nuova identità, Linda divenne un’entusiasta portavoce della libertà sessuale e dell’edonismo senza freni. Sei anni più tardi, Linda presentò al mondo un’altra versione dei fatti completamente contraddittoria rispetto alla precedente, in cui emergeva come sopravvissuta ad una storia molto più buia. Un ricchissimo cast nel film: accanto ad Amanda Seyfried, nel ruolo di protagonista, la bellissima Sharon Stone nel ruolo della madre di Linda, Peter Sarsgaard nelle vesti del marito/manager, Juno Temple e James Franco. La regia è affidata ai registi Premio Oscar Rob Epstein e Jeffrey Friedman.

Lovelace: Debi Mazar e Cory Hardrict nel cast!

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Lovelace: Debi Mazar e Cory Hardrict nel cast!

Debi Mazar e Cory Hardrict entrano nel cast di Lovelace, biopic sulla vita della pornstar Linda Lovelace (1949-2002) diretto da Rob Epstein e Jeffrey Friedman; nel ruolo della protagonista ci sarà Amanda Seyfried. Debi Mazar, che vanta l’interpretazione di una miriade di personaggi secondari sul grande come sul piccolo schermo, vestirà i panni di Dolly Sharp, la Jenny di Gola Profonda. Cory Hardrict (World Invasion: Battle Los Angeles) vestirà invece i panni del famoso DJ radiofonico Frankie “Hollywood” Crocker. Le riprese del film, scritto da Merritt Johnson e Andy Bellin, sono già in corso a Long Beach, Los Angeles.

Fonte: Movieweb

Lovelace: clip del film con protagonista Amanda Seyfried

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Esce l’8 maggio nelle sale italiane Lovelace, l’atteso biopic sulla star di Gola Profonda che vede protagonista Amanda Seyfried accanto a Peter Sarsgaard nelle vesti del marito/manager e  un cast che annovera, tra gli altri, Juno Temple, James Franco eSharon Stone nel ruolo della madre di Linda.

LEGGI ANCHE: recensione del fim con Amanda Seyfried

lovelace trailerDiretto dai registi premi Oscar Rob Epstein e Jeffrey Friedman, racconta la storia del fenomeno Gola Profonda, il primo film pornografico pensato per il grande schermo. Protagonista della pellicola Linda Lovelace che, in brevissimo tempo, divenne una celebrità internazionale. Simbolo della libertà sessuale e dell’edonismo sfrenato, Linda ribaltò la sua immagine anni dopo, quando confessò le violenze domestiche subite e la dura legge dell’industria del porno. Presentato al Sundance e alla Berlinale dello scorso anno, Lovelace arriva nelle sale italiane in 130 copie distribuito da Barter.

 

Lovelace: 2 nuove immagini e il poster del film…nel film!

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Sono state rese pubbliche tre nuove immagini di Lovelace, biopic su Linda Lovelace, protagonista del film scandal

Lovelace Trailer italiano con nuova data di uscita

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lovelace trailerÈ disponibile il trailer con la nuova data di uscita di Lovelace, biopic che racconta la vera storia della star di Gola Profonda, dall’8 Maggio al cinema. Nel 1972, prima dell’avvento di Internet e dell’esplosione dell’industria del porno, Gola Profonda fu un fenomeno: si trattava del primo film pornografico pensato per il grande schermo, con una vera e propria trama, dello humour, ed una sconosciuta ed improbabile protagonista, Linda Lovelace (Amanda Seyfried). Nel tentativo di fuggire dalla morsa di una famiglia severa e religiosa, Linda scoprì la libertà e la bella vita quando si innamorò e sposò il carismatico protettore Chuck Traynor. Sotto lo pseudonimo di Linda Lovelace divenne una celebrità a livello internazionale, non tanto ragazza di Playboy, quanto accattivante ragazza della porta accanto. Completamente immersa nella sua nuova identità, Linda divenne un’entusiasta portavoce della libertà sessuale e dell’edonismo senza freni. Sei anni più tardi, Linda presentò al mondo un’altra versione dei fatti completamente contraddittoria rispetto alla precedente, in cui emergeva come sopravvissuta ad una storia molto più buia. Un ricchissimo cast nel film: accanto adAmanda Seyfried, nel ruolo di protagonista, la bellissima Sharon Stone nel ruolo della madre di Linda, Peter Sarsgaard nelle vesti del marito/manager, Juno Temple e James Franco. La regia è affidata ai registi Premio Oscar Rob Epstein e Jeffrey Friedman.

Lovelace trailer italiano con Amanda Seyfried

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E’ disponibile il trailer italiano del film Lovelace, nelle sale italiane dal 27 marzo e che vi mostriamo di seguito.

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Lovelace-posterDopo essere stato presentato al Sundance e alla Berlinale dello scorso anno, la pellicola che ha fatto tanto discutere arriva sugli schermi italiani distribuita da Barter. Il racconto della vita di Linda Lovelace prende vita grazie all’immaginario e al lavoro di due grandi registi, il Premio Oscar Rob Epstein e Jeffrey Friedman, che si affidano all’interpretazione di un cast del calibro di Amanda Seyfried, Peter Sarsgaard, Wes Bentley, Adam Brody, Sharon Stone, Bobby Cannavale e James Franco.

Un biopic – Lovelace – lontano dagli stereotipi del genere, che dipinge, in maniera sincera e appassionata, la prima star del cinema hard cogliendone l’aspetto più intimo e sfaccettato. Atmosfere anni ’70, curate nei minimi particolari attraverso costumi, colori e design, fanno da sfondo alla pellicola dedicata al percorso convulso di Linda, dalla celebrità –  portavoce entusiasta della libertà sessuale e dell’edonismo senza freni – alla denuncia della violenza sulle donne, da lei stessa subita per mano del marito/manager, interpretato da Peter Sarsgaard.

 

Lovelace trailer e poster del film con Amanda Seyfried

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Interpretare un personaggio realmente esistito è sempre una grande sfida per un attore, soprattutto se si tratta di dover riportare sul grande schermo la vita di un collega del passato. Lo sa bene Amanda Seyfried, che nel biopic Lovelace interpreta Linda Lovelace, la nota pornostar scomparsa nel 2002 in seguito ad un incidente d’auto, protagonista del cult-movie Gola profonda (Deep Throat).

Linda Lovelace è stata una delle più famose attrici porno della storia del cinema. Quando la sua carriera finì, destò scalpore il suo schieramento a fianco delle femministe contro il mondo della pornografia. Lovelace è stato presentato all’ultima edizione del Sundance Film Festival e a Berlino ed è diretto da Rob Epstein e Jeffrey Friedman (Urlo – Howl). Al fianco della Seyfriend troviamo Peter Sarsgaard (nei panni di Chuck Traynor, marito di Linda), Hank Azaria (in quelli di Jerry Damiano, il regista che scelse Linda come protagonista di Gola profonda, introducendola così nel mondo del cinema a luci rosse), Wes Bentley, Bobby Cannavale, Chris Noth, Robert Patrick, Chloe Sevigny, Debi Mazar, Sharon Stone e James Franco. Il film uscirà in America il prossimo 9 agosto; in Italia non sappiamo quando la pellicola verrà rilasciata.

Qui il poster del film:

lovelace poster

Qui Lovelace trailer:

http://youtu.be/9vJADecKL-4

L’ultima volta che abbiamo visto Amanda Seyfried al cinema è stato con Les misérables di Tom Hooper. Recentemente l’attrice statunitense ha prestato la sua voce al personaggio di Mary Katherine nel film d’animazione Epic e recitato al fianco di Robert De Niro, Diane Keaton e Susan Sarandon in The Big Wedding, non ancora uscito nelle nostre sale.

 

Lovecraft e il cinema: i migliori film di ispirazione lovecraftiana

Per chi ne conosce l’opera, sembra scontato dire che Lovecraft e il cinema sono fatti l’uno per l’altro. Tuttavia sembra interessante dire che a dispetto del fatto che il suo immaginario si è infiltrato profondamente nella cultura popolare e nel cinema, sono davvero pochi gli adattamenti dichiarati ai suoi testi, mentre innumerevoli sono i film di ispirazione lovecraftiana che abbiamo visto negli anni, in particolare, ovviamente, nel genere horror.

Il concetto di orrore esposto da Lovecraft includeva elementi come follia, maledizioni familiari, persone maledette che potrebbero non essere ciò che sembrano, culti oscuri, le cose che si nascondono nelle profondità dell’oceano ed entità che esistono negli angoli più remoti dello spazio o forse anche al di fuori dello spazio e del tempo stessi, il mistero e l’indicibilità dello stesso. E spesso, proprio questa indicibilità ha rappresentato lo scoglio più grande per l’adattamento al cinema.

Tuttavia alcuni film, più o meno consciamente, hanno messo in scena paure, ambienti ed atmosfere che richiamano dal vicinissimo quello che in maniera così vivida ha scritto Lovecraft. Ecco di seguito i film di ispirazione lovecraftiana che meglio hanno portato a termine il loro compito.

La cosa

La cosa di John Carpenter (1982) potrebbe essere considerato uno dei migliori film horror di tutti i tempi, non solo uno dei migliori film lovecraftiani. Il film segue un team di scienziati intrappolati in una base in Antartide durante una spedizione di ricerca. Quando un elicottero si schianta nelle vicinanze e le persone della squadra iniziano a scomparire, tutti perdono rapidamente ogni senso di lucidità, comincia così una lotta per la sopravvivenza.

C’è un mostro alieno nella base che può impossessarsi dei cadaveri delle persone che ha ucciso, e la chiave per vincere questa lotta si rivela presto essere la capacità di identificare ed eliminare l’orrore inconoscibile prima che sia troppo tardi.

Dark City

Dark City (1998) è un film molto interessante e oltre a contenere delle declinazioni horror legate a Oldboy, è sicuramente un titolo che si inserisce nel filone della cinematografia lovecraftiana. Seguiamo il nostro protagonista, John Murdoch, che di se stesso non sa nulla più di quanto non sappiamo noi.

Ha perso la memoria ed è ricercato per diversi omicidi orchestrati da un misterioso gruppo di creature chiamato The Strangers, che hanno la capacità di cancellare i ricordi e far addormentare le persone a loro piacimento. Sicuramente la fantascienza cinematografica, in questo caso, come in molti altri, è stata inconsciamente manipolata.

The Lighthouse

the lighthouse recensioneThe Lighthouse (2019) è il secondo film di Robert Eggers, che si è fatto conoscere dal mondo intero perché ha esordito con The VVitch, uno degli horror rurali migliori di sempre.  Il suo secondo film è decisamente lovecraftiano, non certo solo per i tentacoli di piovra che possiamo vedere già dal trailer.

Mentre le tensioni aumentano tra due guardiani del faro bloccati sulla piccola isola (interpretati da Robert Pattinson e Willem Dafoe), sia i personaggi che lo spettatore perdono le coordinate della realtà, e non capiscono più cosa sia vero e cosa no. Questo elemento rappresenta sicuramente un omaggio alla letteratura dell’autore americano, una rappresentazione accurata del delirio che spesso si ritrova nelle sue pagine.

The Mist

Probabilmente sorprenderà molti trovare The Mist (2007) in questo piccolo elenco, visto che chiaramente è un film basato su un romanzo di Stephen King, e non di H.P. Lovecraft, tuttavia siamo perfettamente in tema, visto che anche l’ispirazione di King è lovecraftiana, sia per questo racconto che in generale per la sua produzione. In effetti, le loro ambientazioni sono spesso notevolmente simili perché entrambi provengono dal New England.

Il film racconta la storia di una nebbia che cala su una piccola città, portando con sé un gruppo di creature invisibili assetate di sangue. Mentre tutti i cittadini si rifugiano in un piccolo supermercato, in cui, come spesso accade, i veri portatori di orrore sono gli umani e non le creature misteriose. Naturalmente, la lotta per la sopravvivenza finirà molto male.

Quella casa nel bosco

Quella Casa nel BoscoQuella casa nel bosco (2011) è un film che all’inizio sembra solo una divertente satira sugli slashers-movie, in cui si prendono ad esempio tutti i cliché di quel tipo di film e si esasperano. Il film vede protagonista tra un gruppo di amici che decidono di andare in campeggio, una specie di topos narrativo per questo genere di film.

Pian piano, a seguito di eventi misteriosi, questi ragazzi si trovano a fronteggiare mostri di ogni tipo e provenienza. Solo alla fine scopriamo che i mostri in realtà sono guidati da un gruppo di scienziati che cerca di salvare il pianeta da una minaccia ancora più grande, molto più lovecraftiana.

Lovecraft Country – La terra dei demoni: tutto quello che non sai sulla nuova serie

Lovecraft Country – La terra dei demoni, è la nuova serie HBO tratta dall’omonimo romanzo di Matt Ruff prodotta da J.J. Abrams (co-creatore di Lost e Fringe e regista di numerosi film di successo) e Jordan Peele (regista di Noi e Scappa – Get Out e produttore di BlacKkKlansman e The Twilight Zone).

La serie è creato da Misha Green nota per aver co-scritto da Heroes e e Sons of Anarchy. Ambientata negli Stati Uniti della metà degli anni Cinquanta, Lovecraft Country – La terra dei demoni racconta del veterano della guerra di Corea Atticus “Tic” Freeman interpretato da Jonathan Majors arrivato a Chicago dalla Florida per cercare il padre scomparso.

Lovecraft Country – La terra dei demoni: quando esce e dove vederla in streaming

La serie debutta il 31 ottobre alle 21.15, ogni sabato su Sky Atlantic. Lovecraft Country – La terra dei demoni in streaming è su NOW TV e in On Demand su SKYGO.

Lovecraft Country – La terra dei demoni: trama e il cast

Insieme allo zio George (Courtney B. Vance) e all’amica d’infanzia Letitia “Leti” Dandrige (Jurnee Smollett), Tic intraprenderà uno spaventoso e adrenalinico viaggio on the road attraverso l’America razzista delle leggi di Jim Crow. Ciò che Atticus troverà tra le terre del New England, però, non saranno solo creature innominabili e antichi culti, ma anche l’odio di un’America malata di razzismo.

Nel cast protagonisti sono Courtney B. Vance (American Crime Story – The Immortal Life of Henrietta Lacks) e Jurnee Smollett (True Blood, Underground), anche Abbey Lee (Mad Max: Fury Road) nel ruolo di Christina Braithwhite, figlia del leader di un ordine segreto chiamato “I figli di Adamo”; Aunjanue Ellis (When They See Us) nei panni di Hippolyta Freeman, la moglie di George e zia di Atticus; Jada Harris (The Resident) che interpreta Dee, figlia di George e Hippolyta; Wunmi Mosaku (The End of the F***ing World) nel ruolo della sorellastra di Leti, Ruby Baptiste; Michael Kenneth Williams (The Wire, Boardwalk Empire) nel ruolo del padre di Atticus, Montrose Freeman.  E ancora, Jamie Chung (C’era una volta) nel ruolo dell’infermiera Ji-Ah e Jordan Patrick Smith (Vikings) nei panni di William, tirapiedi di Cristina, amante, guardia del corpo, spia e qualsiasi cosa lei vuole che lui sia.

Lovecraft Country – La terra dei demoni: trailer ufficiale

Lovecraft Country – La terra dei demoni: gli episodi

Lovecraft Country 1×01

Lovecraft Country

In Lovecraft Country 1×01 che si intitolerà  “Sundown” Veterano e appassionato di narrativa polacca Atticus Freeman (Jonathan Majors) viaggia da Jim Crow a sud verso il suo sud Lato della città natale di Chicago in cerca del padre scomparso Montrose (Michael Kenneth Williams). Dopo aver reclutato suo zio George (Courtney B. Vance) e l’amica d’infanzia Letitia (Jurnee Smollett) per unirsi a lui, il trio parte per “Ardham”, MA, dove pensano che Montrose possa essere andato a cercare informazioni sulla progenie della defunta madre di Atticus . Mentre attraversano il Midwest, Tic, Leti e George incontrano pericoli in agguato ad ogni angolo, specialmente dopo il tramonto. “Sundown” è stato scritto da Misha Green; diretto da Yann Demange.

Lovecraft Country 1×02

Lovecraft Country 1x02

In Lovecraft Country 1×02 che si intitolerà “Whitey’s on the Moon” Inspiegabilmente guariti dalla loro notte terrificante, Leti e George si godono il loro nuovo ambiente, mentre Atticus insospettisce i padroni di casa dell’Ardham Lodge – Christina Braithwhite (Abbey Lee) e il suo sfuggente padre Samuel (Tony Goldwyn) – che svelano i piani criptici per il ruolo di Atticus nella loro imminente cerimonia “Figli di Adam”. Più tardi, dopo che Tic, Leti e George si imbattono in un indizio che potrebbe portarli a Montrose, ognuno intraprende una sgradita passeggiata lungo il sentiero della memoria. “Whitey’s on the Moon” è stato scritto da Misha Green; diretto da Daniel Sackheim.

Lovecraft Country 1×03

Lovecraft Country 1x03

In Lovecraft Country 1×03 che si intitolerà  “Holy Ghost ” Sperando di riparare la sua relazione con sua sorella Ruby (Wunmi Mosaku), Leti trasforma una sgangherata vittoriana Il North Side di Chicago in una pensione – uno sforzo che alimenta il razzismo del quartiere e risveglia gli spiriti dormienti bloccati in casa. Nel frattempo, Atticus rimane oppresso da una coscienza sporca mentre la moglie di George Ippolita (Aunjanue Ellis) lo pressa per la storia completa di ciò che è accaduto ad Ardham. Sceneggiatura di Misha Green; diretto da Daniel Sackheim.

Lovecraft Country 1×04

Lovecraft Country 1x04

In Lovecraft Country 1×04 che si intitolerà “A History of Violence” Dopo che Christina si presenta misteriosamente alla sua porta, Leti affronta Atticus sul suo piano di tornare furtivamente in Florida. Più tardi, alla ricerca di pagine mancanti per un testo cruciale, Leti, Tic e Montrose si dirigono a Boston, con Hippolyta e Diana (Jada Harris) per il viaggio. A Chicago, un affascinante sconosciuto nutre la delusione di Ruby per un’opportunità di lavoro sprecata. “A History of Violence” è stato scritto da Misha Green; Storia di Wes Taylor; diretto da Victoria Mahoney.

Lovecraft Country 1×05

Lovecraft Country 1x05

In Lovecraft Country 1×05 che si intitolerà “Strange Case” dopo aver fatto un patto diabolico con William, Ruby si mette nei panni di una donna bianca, ma lei la trasformazione non fa che rafforzare il suo risentimento per la divisione razziale. Un tradimento di Montrose scatena la rabbia repressa di Atticus, lasciando Leti profondamente turbata e mandando Montrose tra le braccia confortanti del suo amante segreto. “Strange Case” è stato scritto da Misha Green, Jonathan Kidd e Sonya Winton; diretto da Cheryl Dunye.

Lovecraft Country 1×06

Lovecraft Country 1x06

In Lovecraft Country 1×06 che si intitolerà  “Meet Me in Daegu” Atticus si imbatte in uno studente infermieristico coreano nel mezzo della guerra di Corea e non è in grado di ricordare il loro presentazione violenta l’uno all’altro. In Lovecraft Country 1×06 protagonisti sono Jurnee Smollett (attore), Jonathan Majors (attore), Aunjanue Ellis (attore), Courtney B. Vance (attore), Wunmi Mosaku (attore), Abbey Lee (attore).

Lovecraft Country 1×07

Lovecraft Country 1x07

In Lovecraft Country 1×07 che si intitolerà “I Am.” La ricerca incessante di risposte di Hippolyta (Aunjanue Ellis) la porta in un viaggio multidimensionale alla scoperta di sé e di Atticus (Jonathan Majors) consulta un vecchio amico di famiglia. “I Am.”  è scritto da Misha Green e Shannon Houston; diretto da Charlotte Sieling.

Lovecraft Country 1×08

Lovecraft Country 1x08

In Lovecraft Country 1×08 che si intitolerà  “Jig-A-Bobo”  Diana finisce per ricevere un’attenzione potenzialmente pericolosa dal capitano Lancaster; Atticus e Leti si trovano a cercare di proteggere il loro futuro all’arrivo di un visitatore inaspettato dal passato di Atticus alla pensione.

Lovecraft Country 1×09

Lovecraft Country 1x09

In Lovecraft Country 1×09 che si intitolerà “Rewind 1921” Con Hippolyta (Aunjanue Ellis) al timone, Leti (Jurnee Smollett), Tic (Jonathan Majors) e Montrose (Michael Kenneth Williams) intraprendono un viaggio. Sceneggiatura di Misha Green, Jonathan Kidd e Sonya Winton; diretto da Jeffrey Nachmanoff.

Lovecraft Country 1×10

Lovecraft Country 1x10

In Lovecraft Country 1×10 che si intitolerà “Full Circle”.

 

Love: nuovo trailer per il film di Gaspar Noé

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Love: nuovo trailer per il film di Gaspar Noé

Ecco un nuovo trailer per Love, nuovo irriverente (a dir poco) film di Gaspar Noé, in cui amore e sesso sono indagati nel più brusco e profondo dei modi. Combinazioni, emozioni, esplorazioni. Il film di Noé, come datradizione, rompono barriere e aprono orizzonti. Ecco il trailer del film presentato all’ultimo Festival di Cannes.

Trama: Murphy ha sposato Omi con un matrimonio riparatore, poichè Omi è rimasta incinta della loro figlioletta durante un rapporto non protetto. Quel rapporto occasionale è stato la causa della drammatica rottura fra Murphy e il suo grande amore, Electra. La mattina del primo dell’anno la madre di Electra telefona a Murphy e lo informa di non avere più notizie della figlia, ed essere preoccupata perchè la ragazza soffre di tendenze suicide. Nell’arco di 24 ore Murphy ripercorrerà con la memoria le tappe della sua folle passione per la sua ex anima gemella, cercandone il perdono.

Love, Victor: recensione della serie Star Original di Disney+

Love, Victor: recensione della serie Star Original di Disney+

Quella di Simon Spier è la storia di un diciassettenne ricco di dubbi e insicurezze, che riesce però a scoprire sé stesso e il proprio orientamento sessuale grazie alla presenza di persone speciali intorno a lui. La sua vicenda, raccontata nell’acclamato Tuo, Simon, sembra proprio quella di un perfetto film con lieto fine. Una conclusione a cui però non tutti hanno modo di aspirare. Proprio da questa premessa ha dunque inizio la serie Love, Victor, disponibile su Disney+ a partire dal 23 febbraio. Il giovane protagonista inizia da subito con il prendersela con Simon, poiché non tutti sono fortunati come lui. Seguendo questo nuovo personaggio si ha infatti modo di entrare in contatto con realtà ben diverse e più simili alla realtà dei fatti.

Si tratta dunque di uno spin-off del film, a sua volta basato sul romanzo Simon vs. the Homo Sapiens Agenda. Ideata da Isaac Aptaker ed Elizabeth Berger, la serie segue Victor (Michael Cimino) nel suo viaggio alla scoperta di sé stesso. Da poco trasferitosi in una nuova città, questi si trova infatti a doversi abituare ad un contesto particolarmente nuovo e potenzialmente ricco di insidie. Mentre affronta alcune difficoltà all’interno di un ambiente famigliare di tradizione latino-americana, Victor dovrà fare anche i conti con quello scolastico, tra amici, nemici e potenziali cotte sentimentali. Il suo più grande interrogativo ruota infatti attorno alla scoperta e alla definizione del suo orientamento sessuale.

La complessa scoperta di sé stessi

Sono sempre di più le serie che esplorano il mondo della sessualità giovanile, dalla spensierata Sex Education di Netflix alla più audace Euphoria di HBO. Rispetto a queste due, Love, Victor potrà forse non presentare evidenti particolarità, ma i suoi punti di forza si nascondono proprio in un racconto che trova sincerità nella sua semplicità. Già a partire dalla presentazione del protagonista si delineano infatti una serie di sottotesti e contesti che accrescono l’interesse tanto verso il personaggio quanto per la sua storia. Victor è un giovane di origini latinoamericane, appena trasferitosi dal Texas. Si tratta di uno Stato notoriamente conservatore che, senza voler generalizzare, non è noto per la sua benevolenza verso le minoranze.

Se il “problema” di Simon era “solo” quello di riuscire ad essere accettato per la sua omosessualità, Victor si trova dunque a dover gestire ulteriori problematiche. A partire da ciò si evidenza dunque l’importanza che una serie come questa può avere nell’attuale panorama di prodotti per adolescenti e giovani. Si va infatti a spogliare la storia di Tuo, Simon di quegli elementi che potrebbero averla resa distante dalle problematiche vissute ogni giorno dai ragazzi alla ricerca di sé stessi. Gli amici e i famigliari comprensivi vengono dunque qui sostituiti con personaggi che manifestano più sfumature e che rientrano meno nei classici stereotipi.

Vi sono ovviamente gli elementi ricorrenti di questo genere, dall’amico buffo al bello di turno, dal bullo alla caotica festa in villa. Eppure ognuno di questi riesce a mostrare qualcosa di nuovo capace di renderlo più interessante agli occhi dello spettatore. Più di ogni altra cosa, però, la serie non sembra partire subito con il presupposto che il protagonista sia già consapevole della propria omosessualità. Il suo orientamento è ancora tutto da scoprire e l’attrazione che egli prova tanto per un ragazzo quanto per una ragazza lascia aperte una serie di possibilità particolarmente attraenti. Da questo punto di vista Love, Victor non si configura come la necessità di capire come rivelare qualcosa agli altri, bensì come il bisogno di capire prima di tutto qualcosa di sé, per sé.

Love, Victor Disney+

Love, Victor: la delicatezza alla base di tutto

Trattare tutto ciò è oggi quanto mai complesso, e rischia di portare in territori particolarmente impervi. Il pericolo è ancor più alto nel momento in cui, come avviene qui, si inseriscono anche elementi relativi all’appartenenza etnica. Per evitare di rendere la serie eccessivamente pesante o involontariamente superficiale, i due autori optano per la strada della delicatezza. Affidandosi ad essa, Love, Victor assume quel tono spensierato che solo le migliori storie di questo genere riescono a vantare. Il protagonista vive con un certo peso ciò che gli accade intorno e dentro di sé, ma si tratta di un percorso vissuto con la consapevolezza che il traguardo ripagherà di fatiche e dolori. L’attore protagonista, Michael Cimino, risulta straordinariamente adatto a far trasparire tutto ciò.

Sin da subito, dunque, Love, Victor si presenta come la storia giusta per raccontare una serie di difficoltà universali. Questa vuole essere un buon esempio, ma sembra anche preannunciare di non avere una risposta valida per tutti. È per questo che lo spettatore viene invogliato a seguire Victor passo dopo passo, scoprendo insieme a lui tutto ciò che conta sapere. Basterà intraprendere la visione dei primi episodi per lasciarsi conquistare dall’atmosfera, scoprendo di trovarsi dinanzi ad un prodotto che non intende affatto addolcire la pillola. La serie, rilasciata come Star Original, era infatti stata giudicata troppo matura per il target di spettatori tipici di Disney+. Ai fini di una più realistica rappresentazione di questo tipo di vicende, ciò non può essere che visto come un bene.

Love, Marilyn – I diari segreti: recensione del film

The Space Cinema e Feltrinelli Real Cinema presentano in esclusiva italiana l’ultimo lavoro di Liz Garbus, il documentario biografico Love, Marilyn – I diari segreti. Prodotto da Stanley F. Buchthal, Amy Hobby e dalla stessa Garbus, il film nasce dal ritrovamento dell’archivio privato composto di lettere, poesie e riflessioni profonde di Marilyn Monroe, custodite in due scatole rinvenute 50 anni dopo la scomparsa della diva nella casa del suo maestro di recitazione e amico Lee Strasberg.

Focalizzandosi sugli anni della carriera cinematografica, il documentario racconta la vita privata di Marilyn, non solo attraverso gli aneddoti di amici, amanti e colleghi, ma attraverso le stesse parole dell’attrice, scritte in quei diari segreti e recitate in modo personale, intimo da grandi attrici: Elizabeth Banks, Hope Davis, Ellen Burstyn, Marisa Tomei, Viola Davis, Uma Thurman, Glenn Close, Jennifer Ehle, Evan Rachel Wood, Lili Taylor e Lindsay Lohan. Grazie ad altri attori di rilievo, ai brani di Marilyn si alternano estratti di libri o lettere private di persone che l’hanno conosciuta o che sono state profondamente influenzate dalla sua storia. Janet McTeer è Natasha Lytess, la sua prima insegnate di recitazione, Jeremy Piven è Elia Kazan, Oliver Platt è Billy Wilder, Paul Giamatti è George Cukor, Adrien Brody è Truman Capote; partecipano anche Ben Forster, Jack Huston, F. Murray Abraham e David Strathairn. I vari aneddoti s’intrecciano alle memorie di Marilyn, che sveste così i panni della diva e si mostra semplice donna, essere umano imperfetto e incompleto. Tutto ciò che sapevamo di lei, tutte le foto e i video d’archivio che conoscevamo sono ora illuminati da una luce diversa, più calda e meno artificiale, visti senza il velo del gossip e delle malignità. All’improvviso davanti a noi appaiono due donne: Marilyn Monroe, la star sensuale, capricciosa, che incanta gli uomini e fa indivia alle donne, e Norma Jeane Mortenson, la donna fragile e insicura, che non si è mai arresa, che ha studiato per diventare un’attrice migliore, una moglie che si è impegnata per conciliare matrimonio e carriera, un’amica leale.

La narrazione di Love, Marilyn – I diari segreti procede con l’alternarsi di diversi materiali: immagini di repertorio dei set e della vita privata dell’attrice cedono il passo, in maniera precisa e fluida, a vecchie interviste di amici e colleghi, oppure all’attore/attrice di turno che recita il suo brano, rivolgendosi direttamente al pubblico. Liz Garbus riesce in modo acuto e garbato a riunire tutti i pezzi e ricomporre il vero carattere di Marilyn, nascosto dietro il suo personaggio migliore: la star. Love, Marilyn è un documentario piacevole, delicato e intimo. Nelle 36 sale del circuito The Space Cinema dal 30 settembre al 2 ottobre, come evento esclusivo The Space Extra.

Love, Divided, la spiegazione del finale, Valentina e David si innamorano?

Il film Netflix Love, Divided (Pared con pared) segue la giovane pianista Valentina (Aitana) che si sta preparando per un’importante audizione. Tuttavia, il suo talento musicale viene sconvolto quando si scontra con il vicino di casa David (Fernando Guallar), un arcigno inventore di giochi che richiede il silenzio assoluto per svolgere il suo lavoro. Ma questi vicini in guerra possono trovare un compromesso o potrebbe sbocciare qualcosa di diverso da dietro il muro?

Valentina si trasferisce in un nuovo appartamento per ricominciare dopo aver rotto con l’ex fidanzato Óscar (Miguel Ángel Muñoz) e si sta allenando per un’audizione. Sebbene Valentina voglia concentrarsi giorno e notte sull’audizione, alla fine cede alle richieste di sua cugina Carmen che le chiede di trovare un lavoro al locale bar di frullati.

Nel frattempo, il suo nuovo vicino David è un progettista di giochi agorafobico ed è circondato dai gadget che ha creato. Il suo amico Nacho arriva con la spesa e incoraggia David a cambiare il suo stile di vita da eremita.

Love, Divided film netflix

Più tardi, il talento musicale di Valentina viene interrotto da una cacofonia di rumori spaventosi provenienti dalla porta accanto e lei fugge dall’appartamento, passando la notte a casa di Oscar.

Una Valentina terrorizzata affronta David attraverso il muro e lui le rivela che i loro appartamenti sono a malapena insonorizzati e che per lavorare ha bisogno di silenzio assoluto. David è riuscito a scacciare tutti gli altri inquilini che si sono trasferiti nell’appartamento accanto creando invenzioni rumorose che emettono rumori inquietanti a tutte le ore.

Ma Valentina è decisa a resistere e si sfidano in una gara di rumore per vedere chi lascerà per primo il loro appartamento. Lui la sveglia di prima mattina con forti rumori, ma viene spinto oltre il limite quando Valentina lascia il suo metronomo a ticchettare tutto il giorno mentre va al lavoro.

David cede e accetta con riluttanza di lasciare che Valentina suoni il suo pianoforte al mattino, mentre lui lavora nel pomeriggio. Tuttavia, le tensioni aumentano quando David critica il modo in cui Valentina suona il piano e in seguito si scusa con lei.

I due parlano attraverso i loro lati del muro e si conoscono. David incoraggia Valentina a continuare a scrivere e cantare le sue canzoni, ma lei non crede abbastanza in se stessa perché Óscar l’ha spinta a concentrarsi solo sul pianoforte per avere successo.

Quando i vicini mettono da parte la loro faida e iniziano a creare un legame genuino, Valentina e David si innamoreranno? Ecco cosa succede alla fine di Love, Divided…

Love, Divided finale: Valentina e David si innamorano?

Love, Divided finale

Nonostante non si siano mai visti di persona, Valentina e David iniziano a provare qualcosa l’uno per l’altra e riorganizzano i loro appartamenti in modo che i loro letti condividano la parete e possano dormire vicini.

In un caso, Valentina crede che un cliente a caso del bar di frullati sia David dopo che lui ha fatto un commento sul fatto che indossa stivali da cowboy tutti i giorni. Dopo avergli dato il suo numero, Valentina invita lo sconosciuto a cena, ma si rende subito conto di aver commesso un grosso errore e lo scorta rapidamente fuori dal suo appartamento.

Altrove, Nacho attira David fuori dal suo appartamento con una bugia e lo porta in un negozio di giocattoli che vuole acquistare i diritti dei suoi giochi. Tuttavia, David rifiuta furiosamente la loro offerta e viene scortato fuori dalla sicurezza quando si scaglia contro di loro.

Tornati a casa loro, David invita Valentina a cena, ma lei suggerisce di mantenere la loro relazione così com’è e di comunicare attraverso il muro, senza vedersi mai. Entrambi riconoscono che amano stare da soli e si accordano in modo insolito per stare “insieme ma separati”.

Valentina trova la sciarpa di Carmen sul pavimento e capisce cosa è successo, ma quando tenta di spiegare la situazione, David la respinge.

Pensando che David non si fidi di lei, Valentina mette fine alla loro relazione e David guarda un video d’infanzia in cui lui, Nacho e una bambina di nome María giocano nel negozio di giocattoli che ora possiede con Nacho.

Quando David fa visita al negozio di giocattoli, è sconvolto dal fatto che stia per chiudere, ma Nacho non glielo ha mai detto. Nacho incoraggia David a riprendersi la sua vita dopo la morte della fidanzata María, che era anche la sorella di Nacho.

È il giorno dell’audizione di Valentina e, mentre lei sale sul palco, David si intrufola dietro le quinte e le dà dei consigli su come suonare Beethoven. Valentina accetta il suo suggerimento e si esibisce con un pezzo originale scritto da lei.

Sebbene Valentina non superi l’audizione, il giudice le dice di mettersi in contatto con un suo caro amico produttore discografico e ne elogia il talento. Tuttavia, Óscar è furioso, ma lei non se ne cura ed è pronta ad affrontare il suo futuro e a vedere David nella vita reale.

Quando Valentina corre a casa, lei e David abbattono il muro che separa i loro appartamenti. Lei si arrampica attraverso l’apertura e si butta tra le sue braccia mentre si vedono per la prima volta.

Love, Death + Robots 4: la spiegazione del finale di ogni episodio

La serie antologica (per lo più) animata di Netflix Love, Death + Robots 4 presenta 10 storie diverse che trattano una vasta gamma di argomenti, tutte meritevoli di un’analisi più approfondita. Love, Death + Robots è sempre stata una serie antologica profondamente riflessiva e simbolica. Ogni episodio nasconde una verità più profonda sul mondo strano e moderno in cui viviamo o sui fantastici mondi fantascientifici verso cui ci stiamo dirigendo. Ecco perché è una delle migliori serie su Netflix. Fortunatamente, la narrazione metaforica di Love, Death + Robots non ha perso slancio nel volume 4.

Uno degli obiettivi di ogni volume è quello di portare Love, Death + Robots a “nuovi livelli”, e l’ultima puntata non ha deluso le aspettative.

Dalle critiche pungenti alla società moderna ai viaggi sinceri verso l’illuminazione spirituale e religiosa, fino a un raro cortometraggio live-action, Love, Death + Robots volume 4 ha aperto una nuova strada per la serie antologica. Nel trovare questa nuova strada, però, la serie ha anche esplorato nuovi territori narrativi. Alcuni degli episodi più simbolici e significativi di Love, Death + Robots volume 4 potrebbero richiedere qualche spiegazione in più.

Can’t Stop

Can't Stop

Can’t Stop visualizza il potere trascendentale della musica

Il primo episodio di Love, Death + Robots volume 4, “Can’t Stop”, non sembra avere un significato molto profondo. Il cortometraggio è, dopotutto, solo un modo diverso di visualizzare la performance live dei Red Hot Chili Peppers di “Can’t Stop”.

La regia di David Fincher e l’animazione di Blur Studio, tuttavia, hanno dato a “Can’t Stop” un nuovo livello di significato. Raffigurando i Red Hot Chili Peppers e la folla come marionette, Love, Death + Robots ha visualizzato il potere trascendentale della musica. Tutti i partecipanti, compresi gli artisti, erano essenzialmente marionette attraverso cui fluivano la musica e la passione del momento, creando un’esperienza incredibile.

Close Encounters of the Mini Kind

Close Encounters of the Mini Kind

Close Encounters of the Mini Kind mette in evidenza il posto minuscolo dell’umanità nell’universo

Il secondo esperimento di Love, Death + Robots con le tecniche tilt-shift in “Close Encounters of the Mini Kind” si è rivelato estremamente importante per il suo messaggio. “Close Encounters of the Mini Kind” descrive un’invasione aliena della Terra piuttosto standard ma unica nel suo genere e ricca di umorismo. Tuttavia, il fatto di inquadrare l’invasione aliena come una “Mini Kind” sottolinea che l’umanità ha una visione di sé molto più grande di quella che abbiamo in realtà nel grande schema dell’universo. Le immagini finali del cortometraggio, quando il sistema solare viene inghiottito da un buco nero, mettono in risalto quanto siamo piccoli.

L’immagine eccessivamente importante che l’umanità ha di sé stessa ha anche contribuito a trasmettere il secondo tema principale del cortometraggio: che spesso gli esseri umani sono responsabili della propria distruzione. Gli alieni in “Close Encounters of the Mini Kind” sono arrivati sulla Terra in pace e la loro invasione è iniziata solo dopo che gli umani hanno sparato per primi. Poi, la Terra è stata inghiottita da un buco nero creato dagli umani utilizzando la tecnologia aliena. I tentativi accaniti dell’umanità di difendersi e l’eccessiva propensione alla violenza hanno finito per garantire la nostra distruzione (due volte) in “Close Encounters of the Mini Kind.” Un approccio più ponderato e freddo avrebbe salvato gli umani sia all’inizio che alla fine.

Spider Rose

Spider Rose

Spider Rose è una storia sulla natura totalizzante della vendetta e del dolore

La Spider Rose del terzo episodio del volume 4 di Love, Death + Robots era il fulcro del significato della storia. Come abbiamo appreso, Spider Rose un tempo si chiamava Lydia, ma ha scelto un nome meno umano dopo che il suo amore è stato ucciso da Jade, un membro del gruppo Shaper di Schismatrix di Bruce Sterling. Spider Rose ha anche spiegato che aveva vissuto completamente sola da quando il suo amore era stato ucciso, fino al momento in cui aveva ricevuto Nosey dagli Investitori. Spider Rose è una storia su come il dolore e la sete di vendetta possano consumare figurativamente una persona, proprio come Nosey ha consumato letteralmente lei.

Dopo aver ucciso Jade, Spider Rose disse a Nosey che era “morta” prima che gli Investitori glielo dessero. Gli disse che aveva degli amici da qualche altra parte nella galassia e che si era completamente isolata nel dolore per la perdita del suo amore e nella ricerca del vero Jade. Nosey è quasi riuscito a liberare Spider Rose dalla sua ossessione consumante per la vendetta, ma l’amore dell’animale è arrivato troppo tardi per salvarla. Poi, in un simbolico scherzo del destino, Spider Rose ha lasciato che Nosey banchettasse con la sua carne e consumasse letteralmente ciò che il dolore non era ancora riuscito a distruggere: il suo corpo.

400 Boys

400 Boys

400 Boys vede bande rivali unirsi come alleati per combattere un nemico comune

Sebbene veda bande rivali combattere contro enormi mostri simili a bambini, “400 Boys” è senza dubbio l’episodio più pieno di speranza del volume 4 di Love, Death + Robots. “400 Boys” stabilisce rapidamente che le numerose bande dotate di superpoteri sparse per la città si odiano a vicenda, ma si uniscono per combattere i “ragazzi” che hanno raso al suolo la città. 400 Boys” è una metafora di come un nemico comune, come i ragazzi, possa unire l’umanità e persino superare aspre rivalità e anni di ostilità. Le bande mettono da parte i loro litigi e i rancori del passato e riescono a scacciare i ragazzi.

400 Boys” ha anche qualcosa da dire sul potere dell’amore e dei legami umani. Solo unendosi le bande hanno avuto abbastanza potere, sia fisico che psichico, per sconfiggere i ragazzi. Solo dopo aver visto morire Croak, Slash è stato in grado di affrontare i ragazzi da solo.

Alla fine, l’amore di Slash per gli altri membri della sua banda gli ha dato il coraggio e la forza necessari per guardare negli occhi il “dio o ragazzo” e ucciderlo. Anche se la città è stata rasa al suolo, le bande di “400 Boys” sono riuscite a stringere legami autentici e a respingere gli invasori.

The Other Large Thing

The Other Large Thing

I piani di Dingleberry Jones per dominare il mondo evidenziano quanto gli esseri umani si fidino di una tecnologia che forse non comprendono appieno

Alcuni episodi di Love, Death + Robot sono più comici di altri, ma anche “The Other Large Thing” ha un significato più profondo. The Other Large Thing” è in gran parte una storia su come l’umanità sia troppo incline a fidarsi e ad affidarsi a cose che non comprende appieno, che si tratti di robot o gatti. Gli umani di Dingleberry Jones non avevano nemmeno iniziato a capire di cosa fosse capace Thumb Bringer, come dare fuoco al loro appartamento e chiuderli dentro a distanza, e non capivano la sete di dominio mondiale di Dingleberry Jones. Questa mancanza di comprensione è costata loro la vita e, presumibilmente, anche quella del resto dell’umanità.

Golgotha

Golgotha

Golgotha è una dura critica all’incapacità dell’umanità di agire come custode della Terra

Love, Death + Robots raramente usa mezzi termini, ma “Golgotha” è forse una delle sue critiche sociali più pungenti. Prendendo il nome dal luogo della crocifissione di Gesù Cristo, “Golgotha” segue padre Maguire (Rhys Darby) mentre entra in contatto per la prima volta con una razza aliena conosciuta come i Lupo. I Lupo credono che un delfino sia il loro messia e, dopo aver sentito come gli umani trattano i delfini e il mare, decidono di iniziare una crociata contro gli umani. Il messaggio principale di “Golgotha” è stato riassunto da Maguire: “Abbiamo fottuto tutto”. Non prendendosi cura della Terra e dei suoi animali, come i delfini, l’umanità ha fatto sì che i Lupo cercassero vendetta contro di noi.

Non riuscendo a prendersi cura della Terra e dei suoi animali, come i delfini, l’umanità ha fatto sì che i Lupo cercassero vendetta contro di noi.

Golgotha” è ricco di simbolismo religioso, in particolare per i cristiani. Il suo riferimento più importante al cristianesimo è un insegnamento fondamentale di Gesù Cristo stesso: “fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. Questo insegnamento è raramente preso alla lettera e ancora più raramente applicato agli animali della Terra. “Golgotha” è l’eccezione. Golgotha” pone il delfino come una figura simile a Gesù nei confronti dei Lupo e gli esseri umani come Ponzio Pilato, poi chiede al pubblico se i Lupo hanno ragione a iniziare una crociata contro gli assassini del loro messia. La risposta è abbastanza facile da capire dopo aver considerato le fuoriuscite di petrolio, i cambiamenti climatici e altri disastri naturali causati dall’uomo.

The Screaming of the Tyrannosaur

The Screaming of the Tyrannosaur

The Screaming of the Tyrannosaur è una storia sulle lotte di classe e sul potere collettivo degli oppressi

Sebbene Love, Death + Robots volume 4 abbia un cameo di Mr. Beast, non è lui il protagonista di “The Screaming of the Tyrannosaur”. Il protagonista è un gladiatore senza nome doppiato da Bai Ling. The Screaming of the Tyrannosaur” è una storia su come il tirannosauro rex e il gladiatore, due creature costrette a combattere e morire per il divertimento degli altri, sfruttano il loro potere collettivo per trovare un briciolo di giustizia. Lavorando insieme, il gladiatore e il dinosauro sono riusciti a infliggere una dose di dolore e umiliazione alla classe dominante, che stava letteralmente bevendo il loro sangue.

Cosa c’è di meglio di un malvagio game master che prova un tale piacere nel sottoporre queste povere persone indifese a tutte queste prove? Mi sembrava proprio un episodio di Beast Games. Non so voi, ma io ho guardato quella serie e tante volte ho pensato: “Oh mio Dio, è così crudele”, quindi ho pensato che sarebbe stato perfetto per quel ruolo.

– Tim Miller, creatore di Love, Death + Robots, in un’intervista a ScreenRant.

“The Screaming of the Tyrannosaur” non è sottile nel suo commento sulla lotta di classe. Mr. Beast (un multimilionario nella vita reale) e il resto degli aristocratici sono ritratti come edonisti letteralmente assetati di sangue e spietati che desiderano solo divertirsi. I gladiatori sono messi l’uno contro l’altro proprio perché il loro potere collettivo è l’unica cosa che può minacciare i governanti. “The Screaming of the Tyrannosaur” è una storia di oppressione che si schiera chiaramente dalla parte degli oppressi, anche se questi muoiono nei momenti finali del cortometraggio.

How Zeke Got Religion

Il viaggio di Zeke è un viaggio di fede e credenza in un potere superiore

La fede e la religione sono temi ricorrenti in Love, Death + Robots volume 4, e sono stati rappresentati in modo ancora più chiaro in “How Zeke Got Religion”. Durante una missione aerea per sventare un piano nazista per evocare un demone, Zeke e il resto del suo equipaggio vengono attaccati nel loro bombardiere B-52 dal suddetto demone. Solo dopo aver scoperto che un crocifisso può ferirlo, Zeke uccide il demone e riconsidera il suo ateismo. “How Zeke Got Religion” è una metafora del difficile percorso verso il vero risveglio spirituale e religioso. Zeke ha combattuto un demone letterale prima di accettare la religione, ma il percorso della maggior parte delle persone è più sottile.

All’inizio del cortometraggio, Zeke mostra letteralmente il dito medio a Dio come segno del suo ateismo. Per sconfiggere il demone, tuttavia, Zeke ha dovuto riporre la sua fede nel potere del crocifisso, simbolo della fede cristiana, e credere che potesse danneggiare questa entità malvagia.

Zeke è stato letteralmente salvato dalla fede e la sua nuova convinzione lo ha aiutato a sconfiggere i suoi demoni. “How Zeke Got His Religion” utilizza l’iconografia cristiana, ma è una storia su come molte persone devono lottare con i propri “demoni” prima di accettare qualsiasi potere superiore in cui scelgono di credere.

Smart Appliances, Stupid Owners

Smart Appliances, Stupid Owners

Love, Death + Robots mette in evidenza i modi divertenti e assurdi in cui interagiamo quotidianamente con la tecnologia

Non tutti i cortometraggi di Love, Death + Robots parlano di profondi viaggi spirituali, e “Smart Appliances, Stupid Owners” lo dimostra. “Smart Appliances, Stupid Owners” è essenzialmente una lunga battuta su come spesso usiamo (o abusiamo) la tecnologia quotidiana in modi assurdi. A un livello leggermente più profondo, mette in evidenza alcune delle sciocchezze della nostra vita mondana e tecnologica. Ad esempio, un WC deve essere “intelligente”? Allo stesso modo, che senso ha uno spazzolino “intelligente” che non usiamo mai? Non c’è alcun invito all’azione, ma “Smart Appliances, Stupid Owners” mette in evidenza alcuni modi divertenti in cui interagiamo con il nostro mondo sempre più tecnologico.

For He Can Creep

For He Can Creep

For He Can Creep è sia un’ode ai gatti che un commento sul potere dell’amore

L’ultimo episodio del volume 4 di Love, Death + Robots, “For He Can Creep”, è una storia curiosa su Jeoffrey, un gatto, e il suo poeta, assediato da Satana, che vuole una poesia per porre fine al mondo. In sostanza, “For He Can Creep” è sia un’ode alle curiose creature che sono i gatti. “For He Can Creep” descrive i gatti come esseri antichi e divini, capaci di danneggiare persino il diavolo in persona, e nutre un profondo amore per tutto ciò che è felino. Considera i gatti come eroi dal cuore buono e adorabili che tengono a bada l’oscurità, in senso letterale e figurato.

Mentre Jeoffrey e il resto dei gatti combattono letteralmente contro il diavolo, il gatto del poeta combatte figurativamente contro i demoni che lo perseguitano.

Oltre alla sua visione favorevole dei gatti, “For He Can Creep” ha anche molto da dire sul potere dell’amore, in particolare l’amore per un buon animale domestico. Lo dimostra il poeta, che è rinchiuso in un manicomio. Mentre Jeoffrey e gli altri gatti combattono letteralmente contro il diavolo, il gatto del poeta combatte figurativamente contro i demoni che lo perseguitano. È chiaro come il sole negli ultimi versi del poeta: egli vede Jeoffrey come un amico e un confidente e crede che possa scacciare l’oscurità della sua malattia mentale. Love, Death + Robots volume 4 ha trovato una nota felice con cui concludersi.

Love, Death & Robots – Volume 2: trailer della serie di corti Netflix

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Netflix Italia ha diffuso il trailer ufficiale di Love, Death & Robots – Volume 2, la seconda parte di raccolta di corti originali Netflix Love, Death & Robots. I corti debutteranno in streaming il 14 maggio 2021.

“Love, Death & Robots” è una collezione di racconti brevi animati che spazia tra i generi di fantascienza, fantasy, horror e commedia. Caratterizzati da narrazioni audaci, gli episodi sono ideati per essere facili da guardare ma difficili da dimenticare. Con la produzione esecutiva di David Fincher, Tim Miller, Jennifer Miller e Josh Donen, la serie riunisce animatori di prim’ordine e storie accattivanti in un’antologia di racconti brevi animati, la prima del suo genere, che non mancherà di regalare agli spettatori un’esperienza unica e intensa.

Love, Antosha: il trailer del documentario su Anton Yelchin

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Chris Pine ha presenziato la celebrazione del decimo anniversario di Star Trek, in cui, ricordiamo, interpreta il Capitano Kirk. L’attore si è presentato domenica scorsa, 9 giugno, alla Hollywood Forever, per la proiezione speciale del film, ma in quell’occasione si è svolto un altro importante evento, la presentazione del trailer del documentario Lova, Antosha, dedicato ad Anton Yelchin.

Love, Antosha è un film documentario diretto e prodotto da Garret Price, incentrato sulla vita e la carriera del defunto attore Anton Yelchin, che era il co-protagonista con Chris in Star Trek. Il film è stato presentato in anteprima al Doc Sunder Film Festival nel 2019 e sarà distribuito da Lurker Productions a New York e Los Angeles il prossimo agosto.

Anton Yelchin si è spento il 19 luglio 2016, a causa di un incidente stradale, a soli 27 anni. La famiglia ha anche intentato una causa alla Fiat per la morte del giovanissimo attore. Attivo sin da piccolissimo, Anton ha partecipato a molti film, tra cinema indie e grandi blockbuster, tra cui Terminator Salvation e Star Trek.

Fonte

Love to hate you: recensione della nuova serie Netflix

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Love to hate you: recensione della nuova serie Netflix

Approda sulla nota piattaforma streaming statunitense un nuovissimo k-drama, Love to hate you. Si tratta di una serie formata al momento da una sola stagione di dieci episodi, ognuno di circa sessanta minuti. Diretta dal regista sudcoreano Kim Jung-kwon, e scritta da Choi Soo-young, Love to hate you è stata prodotta dalla casa di produzione asiatica Binge Works. Nel cast si ritrovano figure abbastanza affermate nel cinema nazionale: Kim Ok-vin, una nota attrice nel panorama sudcoreana, vincitrice al Sitges film festival ed agli MBC film awards, interpreta Yeoh Mir-an. Ritroviamo Kim Chi-Hun (Decision to leave), un attore sudcoreano emergente anche a livello internazionale, nel ruolo del protagonista maschile Nam Kang-ho.

Love to hate you: un rapporto amore-odio

Yeoh Mir-an è una giovane avvocatessa di Seul, uno spirito libero e femminista. Abbandona la casa dei suoi genitori, contro il volere del padre, per essere più indipendente e vivere con l’amica Shin Na-eun. Avendo avuto dei problemi nel vecchio studio in cui lavorava, Mir-an viene assunta alla Gilmu: si tratta di un prestigioso studio legale che si occupa delle pratiche legali degli attori, in cui vengono solitamente assunti solo uomini.

Contemporaneamente, Mir-an ascolta per caso una conversazione tra Nam Kang-ho, star del cinema, ed il suo manager, in cui il primo esprime tutte le sue critiche nei confronti del gnere femminile, visto solo come manipolatore, superficiale ed opportunista. I pregiudizi di Mir-an derivanti da queste affermazioni la porteranno a crearsi un’idea particolarmente negativa dell’attore, tanto da volerlo in qualche modo punire o smascherare. Essendo Kang-ho cliente della Gilmu, i due inizieranno a lavorare insieme, sempre più a stretto contatto: Mir-an avrà la  possibilità di conoscere il giovane  meglio e di poter scoprire la verità sul suo conto.

Una colorata commedia romantica

Love to hate you è caratterizzata da una particolare allegria e comicità che percorre tutti gli episodi; anche momenti più drammatici tendono in alcuni casi ad essere sdrammatizzati in vari modi. Interessante è, ad esempio, la presenza di disegni in stile fumetto in alcune delle scene clou della serie, come i cuoricini durante i baci tra i personaggi. Altro elemento che tende a dare una certa tinta di colore è la musica: durante tutti gli episodi sono presenti canzoni come background musicale appartenenti al genere k pop, molto simili come melodia ai brani della nota band coreana BTS.

Dal punto di vista tematico, in love to hate you emergono, attraverso alcuni dettagli, alcuni particolari della cultura sudcoreana, primo fra tutti, la concezione della donna. Viene presentata la società come ancora fortemente patriarcale; a fianco di questa concezione sociale, si accostano anche alcune tradizioni tipiche, ad esempio il consumo di liquori tipici, come il Soju, affiancati sempre da alcuni piatti tipici. Dalla serie emerge anche una certa chiusura mentale ed austerità riguardo al tema del nudo e della sessualità. Mentre in moltissimi film e serie occidentali sono presenti, se non addirittura frequenti, scene di nudo anche solo parziale, in Love to hate you l’unica scena in cui sarebbero risultati visibili i seni del personaggio di Yeoh Mir-an viene censurata, o più precisamente potremmo dire pixellata.

Yeoh Mir-an: l’eroina di una società patriarcale

Un fattore focale in Love to hate you è la contrapposizione tra la protagonista Mir-an e la società sudcoreana. Lei è una figura molto indipendente, forte e combattiva; vive la sua vita amorosa e sessuale in maniera molto flessibile, frequentando moltissimi ragazzi, molti per poi finire per punirli in qualche modo. Grazie alla sua velocità ed alla sua conoscenza di numerose arti marziali, combatte contro ladri, molestatori e uomini ingiusti per riportare la giustizia. La società, rappresentata da figure come suo padre, non riesce a vederla per quello che è, ma solo come una donna sbagliata, che non rispetta le regole della società e del buon costume.

In questa società fortemente patriarcale la donna è vista solo come un essere fragile, emotivo e superficiale, destinata in fin dei conti solo per il matrimonio. Lo afferma lo stesso Kang-ho: anche le donne che lavorano lo fanno solo per aumentare il loro “potenziale” in vista di un matrimonio. Un altro caso in cui si esterna la chiusura mentale della società sudcoreana è il dilagarsi di forti pregiudizi verso la figura di Mir-an solamente per aver frequentato più uomini, e quindi vista come non degna di affiancarsi a Kang-ho.

Love the Coopers: il trailer della commedia di Natale

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Love the Coopers: il trailer della commedia di Natale

Love the Coopers, commedia natalizia con Diane Keaton e John GoodmanWinter is coming, anche se non si direbbe in questi giorni ancora estivi. Lionsgate, in collaborazione con CBS Films, ha infatti diffuso online il primo scoppiettante trailer di Love the Coopers, commedia corale natalizia che uscirà nelle sale americane il 13 novembre.

Il film, diretto da Jesse Nelson, racconta la movimentata vigilia di Natale della famiglia Cooper, quando visitatori inaspettati e una serie di eventi imprevisti porteranno le quattro generazioni riunite a riscoprire l’autentico spirito delle feste e il valore dei legami familiari. Il cast è a dir poco promettente, essendo composto da Diane Keaton, John Goodman, Olivia Wilde, Ed Helms, Amanda SeyfriedMarisa Tomei, Alan Arkin, Jake Lacy e Anthony Mackie. A Steve Martin è affidato il ruolo di voce narrante.

Ecco il trailer:

Fonte: Collider

Love Punch al Toronto Film Festival

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Love Punch al Toronto Film Festival

Siamo ormai ai giorni finali del Toronto Film Festival, e dopo una successione di proiezioni di successo ieri è stata la volta di Love Punch, commedia con Pierce Brosnan e Emma Thompson, diretta da Joel Hopkins.

Nel film i due attori interpretano una coppia in crisi che si avventura in Europa ,mettendo in atto una caccia all’uomo per rintracciare un malfattore che li ha truffati, riscoprendo intanto il loro reciproco amore.

I due attori, che erano presenti ieri sul red carpet del festival per presentare il film, hanno dichiarato di essersi trovati davvero bene sul set, tanto che Brosnan ha detto che la sua partner riusciva a farlo sentire un grande attore e sempre felice.

Anche la Thompson ha dichiarato di essersi divertita molto durante le riprese e di aver ritrovato in Joel Hopkins un regista eccentrico ma molto bravo e professionale, dato che avevano già collaborato in Oggi è già domani,film del 2008 con Dustin Hoffman.

Love Punch dovrebbe uscire nelle sale inglesi il prossimo Dicembre.

Fonti: www.torontosun.com