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Festa di Roma 2016: The Long Excuse recensione del film di Miwa Nishikawa

Dopo aver fatto il suo debutto all’ultima edizione del Festival di Toronto (TIFF), The Long Excuse, il nuovo film della regista e sceneggiatrice Miwa Nishikawa, è arrivato anche alla Festa del Cinema di Roma.

the long excuse

Tratto da un romanzo dalla stessa regista, il film racconta la storia di Sachio Kinugasa (Masahiro Motoki), uno scrittore in crisi, che deve fare i conti con l’improvvisa morte di sua moglie in un grave incidente stradale. Da tempo bloccato in un matrimonio senza amore, Sachio dovrà affrontare il suo dolore o la mancanza di esso e mantenere le apparenze davanti ad amici e parenti. Ad aiutarlo sarà incredibilmente un uomo comune Yoichi (Pistol Takehara), padre di due splendidi bambini, travolto anche lui dalla stessa tragedia; le due donne erano infatti sullo stesso bus precipitato nel vuoto.

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Con The Long Excuse la Nishikawa crea una vera e propria dark comedy made in japan riuscita anche se non al cento per cento. La regista infatti affronta, come nella migliore tradizione giapponese, il tema del lutto e del dolore ma lo fa servendosi di un protagonista decisamente negativo; Sachio è infatti un uomo estremamente egoista e un marito fedifrago che sente di stare affogando nel senso di colpa per aver trascorso l’ultima notte di sua moglie da viva con un’altra donna. Non riuscendo a gestire tutti questi sentimenti contrastanti, il protagonista cerca di espiare i propri peccati cambiando completamente stile di vita e aiutando Yoichi e i suoi figli a superare questo difficile momento.

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Nonostante le buone intenzioni della regista, il film in sé risulta poco unitario e pieno di alti e bassi; la contaminazione di generi inoltre genere uno strano miscuglio cinematografico, quasi una commedia grottesca, che associa a momenti di estrema comicità e dolcezza – in particolar modo le scene tra Sachio e i figli di Yoichi – altri molto più seriosi ed intrisi di drammaticità, come in un estenuante rollecoaster emozionale.

Logan, il regista commenta il trailer: cicatrici, X-23 e divieto

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Il trailer di Logan diffuso ieri on-line ha generato altissime aspettative, dato il tono e lo stile che sembrano trapelare del breve filmato promozionale. Parlando con Empire, il regista James Mangold ha commentato alcuni degli interrogativi più incalzanti che sono stati destati dal trailer stesso.

In primo luogo, all’inizio del video, vediamo la schiena di Logan coperta di cicatrici. Secondo Mangold si tratta di un indebolimento della sua mutazione, o meglio un cambiamento nel processo di guarigione di Wolverine. Con gli anni, la guarigione istantanea rallenta e genera cicatrici profonde, come quelle che abbiamo visto proprio nel trailer.

In secondo luogo, il regista non ha voluto confermare il ruolo di Dafne Keen, che chiaramente sembra a tutti essere Laura/X-23, sia per una certa attinenza con la storia originale, sia per quello che si deduce dalle parole di Xavier (Patrick Stewart) nel trailer.

Infine, James Mangold ha commentato il rating del trailer. La violenza che vediamo nel trailer è solo un assaggio di quello che il regista vuole rendere nel film. Non si tratta di qualcosa di diverso o estraneo al personaggio, ma di un modo più realistico di rendere quell’ambientazione cruda e feroce che appartiene al mondo di Wolverine.

Che ve ne pare?

Logan: primo trailer italiano con Hugh Jackman

Per Hugh Jackman questo ritorno nei panni del mutante con gli artigli di adamantio sarà la sua ottava volta (se si conta anche il cameo di X-Men L’Inizio) nel personaggio. È l’attore che più di tutti rappresenta i mutanti Marvel al cinema, una sorta di Robert Downey Jr per il corrispettivo MCU, e potrebbe essere arrivato alla fine del suo coinvolgimento nel franchise proprio con Logan.

Il film ha un’uscita prevista per il 3 marzo 2017. Alla regia c’è James Mangold (già regista di Wolverine L’Immortale), mentre nel cast ci saranno Hugh Jackman, Boyd Holbrook, Richard E. Grant, Stephen Merchant, Eriq La Salle, Elise Neal ePatrick Stewart.

Doctor Strange: le foto dalla premiere mondiale del film

Si è tenuta ieri al TCL Chinese Theatre di Hollywood la premiere mondiale di Doctor Strange. Sul tappeto rosso allestito per l’occasione hanno sfilato tutti i protagonisti del film, da Benedict Cumberbatch a Tilda Swinton, passando per Mads Mikkelsen e Rachel McAdams.

Ecco gli scatti della serata:

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L’uscita di Doctor Strange è prevista per il 26 Ottobre 2016. Dirige Scott Derrickson da una sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati Tilda SwintonRachel McAdams Chiwetel Ejiofor.

Doctor Strange animatore per feste di compleanno: il video dal Jimmy Kimmel Live

Nocturnal Animals: Amy Adams e Jake Gyllenhaal nel nuovo trailer

La Focus Features ha pubblicato in rete un nuovo trailer di Nocturnal Animals, il secondo film da regista di Tom Ford presentato in anteprima alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2016 dove ha vinto il Gran Premio Della Giuria. Protagonisti del film Jake Gyllenhaal e Amy Adams.

Ecco il video:

Venezia 73: Nocturnal Animals recensione del film di Tom Ford

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Il progetto, prodotto dalla Focus Features, adatta il romanzo di Austin Wright Tony e Susan e il cast comprende già Jake Gyllenhaal, Amy Adams, Aaron Taylor-Johnson, Michael Shannon e Kim Basinger.

Nocturnal AnimalsLa storia racconta di una donna (Adams) di nome Susan che riceve un manoscritto dal suo ex-marito, un uomo che ha lasciato 20 anni prima, chiedendo la sua opinione.

Il libro segue poi due storie: la storia nel romanzo, dal titolo Nocturnal Animal, che racconta di un uomo (Gyllenhaal) la cui vacanza in famiglia diventa violenta e mortale; e la storia di Susan, che si ritrova a ricordare il suo primo matrimonio e ad affrontare alcune oscure verità riguardo se stessa.

Fonte: CS

7 Minuti: recensione del film di Michele Placido

7 Minuti è stato presentato all’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma e arriverà nelle sale italiane il 3 novembre. Cosa sei disposto a fare pur di lavorare? Potrebbe essere racchiusa in questa domanda apparentemente semplice – ma in realtà carica di insidie – la nuova fatica da regista di Michele Placido, dal titolo 7 Minuti.

I proprietari di un’azienda tessile italiana cedono la maggioranza della proprietà a una multinazionale. Sembra che non siano previsti licenziamenti: operaie e impiegate possono quindi tirare un sospiro di sollievo. Ma c’è una piccola clausola nell’accordo che la nuova proprietà vuole far firmare al Consiglio di fabbrica. Undici donne dovranno perciò decidere per sé e in rappresentanza di tutta la fabbrica, se accettare la richiesta dell’azienda.

Ispirandosi a una storia vera avvenuta in Francia nel 2012, Placido e lo sceneggiatore Stefano Massini mettono in scena una storia dalle radici lontane ma sempre di grande attualità, fortemente legata alla società in cui viviamo; una società che ci ha insegnato soltanto ad avere paura del futuro, a scendere a compromessi, ad accettare passivamente qualsiasi condizione, anche umiliante.

7 Minuti, il film di Michele Placido

Servendosi di una struttura dall’impianto teatrale e dal forte richiamo internazionale, il film racconta di undici donne di nazionalità diverse chiamate a decidere in pochissimo tempo del loro futuro, in un crescendo tensivo molto ben costruito dove emergono personalità, bisogni e disperazione.

Lo spazio circoscritto dettato dall’ambiente unico in cui si svolge principalmente il film (la fabbrica) si sposa alla perfezione con una regia che punta a stare letteralmente addosso alle sue “combattenti” (diverse per estrazione sociale, per modo di porsi l’una nei confronti dell’altra, per idee e capacità di ascolto), enfatizzando così la potenza drammaturgica non solo dei dialoghi, ma dell’intera storia.

Ambra Angiolini, Cristiana Capotondi, Violante Placido, Maria Nazionale, Fiorella Mannoia e Ottavia Piccolo sono tutte carismatiche e sorprendenti nel loro rappresentare degli archetipi che fungono da specchio di una società che esiste e di una condizione (non solo femminile) che riguarda in prima persona anche lo spettatore, sia quello che hai già combattuto le sue battaglie, sia quello che si affaccia per la prima volta alle difficoltà e alle impervie del mondo del lavoro.

7 Minuti

Nonostante un didascalismo che in alcuni momenti spezza la discreta riuscita generale del prodotto, 7 Minuti è un film che rivendica l’importanza della messa in discussione, del dialogo come momento di aggregazione e confronto, della forza individuale e collettiva come slancio per riuscire davvero a cambiare le cose, e non pensare sempre che il nostro destino possa essere imposto e deciso dagli altri.

Festa di Roma 2016: La última tarde recensione del film di Joel Calero

In una cittadina sulle coste del Perù, un uomo e una donna si incontrano in un ufficio comunale davanti a un giudice per firmare le pratiche del loro divorzio. Non si vedono da diciannove anni, vivono in città diverse e le loro vite hanno preso strade completamente differenti. Ma un disguido burocratico li costringe ad attendere molte ore in attesa del ritorno del giudice. Trascorrono così la giornata insieme, passeggiando e chiacchierando. Sono entrambi ex militanti radicali di sinistra obbligati a un distacco forzato in una situazione fortemente drammatica. Ricordano insieme quanto avvenuto, facendo affiorare scomode verità, si raccontano delle loro vite e si trovano costretti a un confronto forzato e a capire quanto ancora siano importanti l’uno per l’altra.

Con La última tarde, Joel Calero costruisce un film misurato, doloroso e profondo, su due persone. Lo fa con uno sguardo particolare, spiandoli mentre passeggiano e riprendendoli con continui piani sequenza nei quali dialogano intimamente. Mette in scena un grande lavoro sulla psicologia più profonda di un uomo e una donna, che partendo da piccole confessioni arrivano a toccare temi dolorosi, posizioni etiche e politiche, fino alle scelte e alle azioni che hanno influito pesantemente sulla vita di entrambi.

La última tarde recensione

La última tarde è retto magnificamente tutto sulle spalle di due attori di grande bravura: Katerina D’Onofrio e Lucho Cáceres. Loro, con grande naturalezza, riescono a sostenere per tutta la  lunghezza della storia l’invadente presenza della macchina da presa, che non li lascia un solo momento, trovandosi nella maggior parte delle sequenze a pochissima distanza da loro.

Un film semplice quanto difficile, doloroso, estremamente intimo, che scava spietatamente nell’animo di due persone comuni per toccare i momenti drammatici della storia di un intera nazione.

Festa di Roma 2016: La Mujer del Animal recensione del film di Victor Gaviria

Rappresentante della Colombia alla Festa di Roma 2016, arriva oggi La Mujer del Animal, il nuovo film di Victor Gaviria che racconta una storia grezza e feroce, nella più classica e violenta delle dinamiche tra uomo e donna, dove il primo è l’animale del titolo, il predatore, e la seconda si fa preda, per poi, a un certo punto, insorgere.

La diciottenne Amparo viene scoperta a fare uno scherzo alle suore del convento in cui vive. Per questo viene espulsa e mandata a vivere con la sorella in una baraccopoli alla periferia di Medellin. La giovane donna viene colta di sorpresa quando diviene l’oggetto del desiderio di Libardo, noto a tutti come “l’animale”, che la rapisce e la costringe a sposarlo. Quando Amparo dà alla luce una figlia e l’animale la sposta di casa in casa, scopre che c’è un’altra donna mantenuta da lui, così decide che è arrivato il momento di prendere una posizione, ma le minacce dell’animale non conoscono limiti. È una bomba a orologeria pronta a esplodere, e Amparo è determinata a mettere la sua bambina in salvo.

La Mujer del Animal recensione

Gaviria mette in scena un dramma che nelle baraccopoli di Medellin era considerato “normale”, una violenza che si manifestava senza eccezioni, anche a porte aperte, e che sembrava dovesse rappresentare per sempre lo stato delle cose. In La Mujer del Animal la bruttezza, la violenza è percepita già dall’inizio, nello stile di regia rozzo e mosso, che preannuncia uno scoppio assurdo e cruento che chiude il film seminando una sensazione di spossatezza, incredulità quasi.

Il tutto però resta in tema, seguendo il nomigliolo di  Libardo, che ne annuncia la brutalità già in tempi non sospetti. E Graviria, attraverso questo personaggio, vuole denunciare l’abitudine, la normalità, ancora, la violenza. Paradossalmente però, la denuncia non porta a un’azione di conseguenza, ma resta nell’aria, sospesa, sullo schermo luminoso di una sala buia.La Mujer del Animal

Tom Cruise ricrea con James Corden gli stunt più famosi dei suoi film

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Ospite al The Late Late Show di James Corden, Tom Cruise ha ricreato, insieme al suo ospite, gli stunt più famosi di tutti i suoi film. Dal ballo scatenato di Risky Business al volo di Mission Impossible Rogue Nation ecco l’esilarante video:

https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=ytEgqN-BdKA

L’attore ha partecipato allo show per promuovere il suo nuovo film action Jack Reacher Punto di non Ritorno.

Jack Reacher Punto di Non Ritorno: trailer italiano con Tom Cruise e Cobie Smulders

Nel cast di Jack Reacher Punto di Non Ritorno ci sono Tom Cruise, Cobie Smulders, Aldis Hodge, Danika Yarosh e Patrick Heusinger.

Edward Zwick, che aveva già diretto Tom in L’Ultimo Samurai, tornerà a lavorare con la star di Hollywood per il film che arriverà nei cinema USA il 21 ottobre 2016.

Di seguito la sinossi del primo film: In una città pacifica e tranquilla, cinque persone sono uccise da un cecchino. Gli indizi portano velocemente ad un ex soldato di nome James Barr. Tace durante l’interrogatorio, ma scrive il nome di Jack Reacher, un ex poliziotto militare. Durante il trasporto verso il carcere viene lasciato in balia di altri carcerati che lo riducono in coma. La polizia non ha idea di come rintracciare Jack Reacher ma è lui a presentarsi spontaneamente, intenzionato a confermare la condanna di Barr a causa di un crimine da lui commesso in passato, ma sa anche che questi non avrebbe mai chiesto il suo aiuto se fosse davvero colpevole.

Tra i prossimi progetti di Tom Cruise figurano lo sci-fi Mena, che lo vedrà di nuovo collaborare con Doug Liman (già regista di Edge of Tomorrow), e l’annuncio reboot de La Mummia. L’attore tornerà anche protagonista dell’annunciato sesto capitolo della saga di Mission Impossible.

Doctor Strange animatore per feste di compleanno: il video dal Jimmy Kimmel Live

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In occasione della promozione di Doctor Strange, da noi in Italia il prossimo 26 ottobre, Benedict Cumberbatch è stato ospite al Jimmy Kimmel Live! prestandosi a interpretare una versione… alternativa dello Stregone Supremo.

Ecco l’esilarante video di seguito:

L’uscita di Doctor Strange è prevista per il 26 Ottobre 2016. Dirige Scott Derrickson da una sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati Tilda SwintonRachel McAdams Chiwetel Ejiofor.

Dai Marvel Studios arriva la storia del neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange, che viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a seguito di un terribile incidente d’auto. Quando la medicina tradizionale lo tradisce, Strange decide di rivolgere le sue speranze di guarigione altrove, verso un mistico ordine noto come Kamar-Taj. Qui scoprirà che non si tratta solo di un centro di guarigione, ma anche di un avanposto che combatte delle forze oscure e sconosciute che vogliono distruggere la nostra realtà. Strange dovrà quindi scegliere, armato di un nuovo potere e nuove capacità, se tornare alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi tutto alle spalle e ergersi contro il male.

Produttore del film, Kevin Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e Stephen Broussard come produttori esecutivi.

Genius: recensione del film con Colin Firth

Presentato già al Festival di Berlino 2016, Genius, di Michael Grandage, è stato scelto anche dalla Festa di Roma 2016 per far parte della selezione ufficiale. Nella sua didascalica semplicità, il film, scritto dal quasi sempre ottimo John Logan, racconta della tormentata storia d’amicizia tra Maxwell Perkins, editor della celebre Charles Scribner’s Sons che pubblicò Ernest Hemingway e F. Scott Fitzgerald, e Thomas Wolfe, scrittore dal torrenziale ingegno. Il film si concentra sull’incontro trai due e sul lavoro che entrambi hanno affrontato per portare alla luce due dei romanzi più famosi di Wolfe, Look Homeward, Angel e Of Time and the River. Mentre i due uomini di ingegno (di genio, come da titolo) si lasciano prendere dal vortice delle parole, costruendo parallelamente un’atipica ma solida amicizia, le loro vite rischiano di dissolversi a causa della difficoltà di coltivare gli affetti familiari.

Grandage si affida a un tono molto rassicurante che segue servilmente la storia cronologicamente raccontata, avvalendosi di volti noti imbrigliati in parti che non ne sostengono il talento. In particolare Colin Firth, nei panni di Perkins, soffre di un ruolo che lo vede costretto palesemente a recitare per sottrazione un personaggio da cui ci si aspetterebbe più carisma. Al contrario, Jude Law, a cui è affidato l’esuberante ruolo di Wolfe, è eccessivo oltre ogni misura, non giustificando la contrapposizione netta e semplicistica trai due ruoli. In mezzo a loro una melodrammatica Nicole Kidman interpreta la moglie di Wolfe, una donna che lasciò tutto per seguire la passione per questo affascinante e logorroico scrittore.

Genius: trailer del film con Jude Law e Colin Firth

Se nella prima parte il film si concentra con efficacia sulle parole, sul loro valore e sul ruolo fondamentale dell’editor, incaricato di razionalizzare un lavoro d’arte che altrimenti non avrebbe spazio sul mercato e finirebbe per essere inconcludente flusso di coscienza, la seconda parte del film lascia andare questo vibrante tema e si focalizza sulla vicenda personale, decisamente meno interessante. La lotta che Wolfe e Perkins portano avanti su ogni riga, ogni descrizione, ogni dorata parola da tagliare, salvare, spostare, è molto più potente dei litigi e delle reciproche accuse che Max e Tom si rivolgono nella seconda parte del racconto.

Con Genius, Michael Grandage confeziona un biopic più che tradizionale che troppo presto lascia andare il guizzo di originalità cui si aggrappa all’inizio, sprecando l’occasione per una profonda riflessione su quale sia effettivamente il genio, se l’artista che dialoga direttamente con la Musa, o la mente che si incarica di fare da tramite tra quell’opera e il pubblico che accoglierà e renderà così immortale l’arte stessa.

Genius

Festa di Roma 2016: Goodbye Berlin recensione del film di Fatih Akin

L’acclamato autore di Soul Kitchen e de La Sposa turca, realizza un film per ragazzi, certamente non all’altezza dei suoi lavori precedenti. Goodbye Berlin è il classico on-the-road di formazione adolescenziale destinato a un pubblico giovane e quindi trattato in maniera garbata, prevedibile, senza mai prendere posizioni radicali o muoversi in territori che potrebbero risultare scabrosi.

Il film di Fatih Akin racconta una manciata di giorni alla fine della scuola di due ragazzi, Maik, di buona famiglia e carico di tutte le frustrazioni e le insicurezze tipiche della sua età, con una madre alcolizzata e un padre menefreghista, e Tschik, un ragazzo disadattato ed evitato da tutti, che si definisce uno zingaro ebreo. I due, dopo la ritrosia iniziale, fanno amicizia e partono insieme su una Lada rubata per raggiungere la Valachia. Ne combinano di tutti i colori, incontrando tanti personaggi sulla loro strada e facendo danni a non finire. La sceneggiatura è basata sul romanzo cult tedesco di Wolfgang Herrndorf.

Goodbye Berlin è un classico on-the-road di formazione

Il risultato è godibile e spensierato, anche se a tratti si avvertono troppe ingenuità e quei meccanismi tipici di tanti prodotti per ragazzi ormai omologati e riservati a una fruizione televisiva. Molto forzato e improbabile per esempio l’incontro con un’altra adolescente in fuga in una fabbrica abbandonata.

Vedendo Goodbye Berlin non si può non pensare allo strabiliante Microbo e Gasolina del buon Michel Gondry, ma siamo veramente molto distanti, e non bastano delle scelte indovinate, come l’utilizzo di un vecchio brano su musicassetta di Richard Clayderman, o sparute situazioni demenziali,  a elevare il film.

The Hollars: recensione del film di John Krasinski

A otto anni di distanza dalla sua opera prima Brief Interviews with Hideous Men, John Krasinski torna dietro alla macchina da presa e regala al suo pubblico un altro piccolo gioiellino, The Hollars, protagonista oggi della Festa del Cinema di Roma.

La storia è quella di John Hollar (John Krasinski), un giovane disegnatore di graphic novels che vive a New York insieme alla sua compagna Rebecca (Anna Kendrick), che è costretto a tornare a casa quando alla madre Sally (Margo Martindale) viene diagnosticato un tumore al cervello. A casa, oltre a dover affrontare tutti problemi della sua famiglia derivanti principalmente dalla cattiva gestione dell’impresa di famiglia da parte di suo padre padre Don (Richard Jenkins) e suo fratello Ron (Sharlto Copley), John dovrà cercare di riprendere in mano le redini della sua vita e prepararsi alla nascita di suo figlio.

Presentato al Sundance Film Festival lo scorso gennaio, The Hollars è un film che vive di quella grazia e quella freschezza tipica solo delle pellicole indipendenti. Non si parla infatti di cose complesse né di argomenti bizzarri ma della vita stessa, a volte noiosa e a volte imprevedibile; attraverso il personaggio di John, un giovane insoddisfatto del suo lavoro e preoccupato per il futuro, partecipiamo molto da vicino alle vicende degli Hollar entrando d’improvviso nella loro chiassosa quotidianità, fatta di lacrime, risate, divorzi, bambini in arrivo, debiti da pagare ma soprattutto d’amore.

Krasinski, grazie soprattutto alla sceneggiatura di James C. Strouse – autore già di Grace is Gone e New York I Love you –  che rasenta quasi la perfezione, confeziona da regista un vero e proprio capolavoro di genere, a metà strada tra drama e commedia; nonostante infatti la malattia di mamma Hollar sia il punto focale della narrazione, il film è pregno di una comicità anticonvenzionale e incredibilmente contagiosa.

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Ma uno dei punti di forza del film sta sicuramente nel cast che, oltre allo stesso Krasinski, ospita alcuni dei migliori attori degli ultimi anni; dall’ingenua dolcezza di Anna Kendrick, alla tenera follia di un inedito Sharlto Copley, senza dimenticare sua maestà Richard Jenkins – nei panni di un uomo debole e fin troppo emotivo – e l’immensa Margo Martindale che dà vita ad un’incredibile ‘badass mom’. Meno convincente è il ruolo affidato a Josh Groban relegato invece per l’occasione a mera comparsa.

Nonostante quindi l’enorme quantità di cliché narrativi e una sceneggiatura che, per quanto meravigliosa, appare comunque assai ruffiana, The Hollars è un prodotto confezionato a regola d’arte e che farà impazzire il pubblico così come è riuscito a convincere la critica di Roma.

The Hollars: trailer

Richard Linklater: Dream Is Destiny, recensione

Boyhood è probabilmente il suo film che lo ha fatto conoscere anche a un pubblico generalista, la trilogia Before il suo prodotto più originale che simboleggia il suo amore per la vita quotidiana, ma sono tanti i progetti, brutti e belli, per i quali si conosce (e si ama) Richard Linklater. Nel documentario Richard Linklater: Dream Is Destiny, presentato nella selezione ufficiale della Festa di Roma 2016, la documentarista Karen Bernstein, e al fondatore di The Austin Chronicle, Louis Black, raccontano proprio questo: i successi, gli insuccessi, le lotte e le ispirazioni del regista che, per definizione, racconta “la vita” nella sua normalità.

Richard Linklater è senza dubbio un personaggio che nelle sue scelte narrative è sempre stato fedele al suo modo di vedere il mondo e i rapporti umani. Il suo cinema “banale” riesce a raccontare anche i personaggi più comuni con una luce intensa e approfondita, cosa che ha reso la schiera dei suoi fan sempre più numerosa e i suoi spettatori più coinvolti, emotivamente e personalmente, nelle sue semplici storie.

Rimanendo fedele a questo tipo di poetica cinematografica dell’oggetto del loro racconto, la Bernstein e Black (che nel documentario intervista lo stesso Linklater), costruiscono un racconto lineare, anche cronologicamente parlando, che riesce a raccontare l’essenza di Richard Linklater nel suo complesso con la sua stessa onestà.

Richard Linklater: Dream Is Destiny recensione

Il film è costruito con un susseguirsi di immagini di repertorio, l’intervista che Linklater ha registrato con Louis Black e le testimonianze di attori e altri personaggi del cinema che hanno lavorato con lui. Particolare spazio è dedicato chiaramente a Ethan Hawke, che ha lavorato con lui, co-sceneggiandoli, nei tre Before e in Boyhood, l’opera più ambiziosa e complessa che Linklater ci abbia mai regalato fino a oggi. Con Hawke ci sono anche Julie Delpy, ovviamente, ma anche Jonathan Demme, Jack Black e molti altri.

Gli scritti, gli schizzi, le riflessioni che ogni giorno Richard lascia su carta sono le radici che si innestano profonde nel suo modo di lavorare e che costituiscono, ad un certo punto, il prossimo progetto, la prossima storia che Linklater regista affronta di petto, con la consueta onestà.

E se le testimonianze dirette di Richard in persona, dei genitori, degli attori che hanno lavorato con lui arricchiscono il quadro relativo alla sua vita professionale, sono principalmente le immagini di repertorio che aiutano a costruire un ritratto completo di un uomo fedele alle sue passioni e ai suoi istinti, soprattutto asservito al suo modo di raccontare la banalità della vita in tutta la sua complessa quotidianità.

Richard Linklater Dream is Destiny

Festa di Roma 2016: Meryl Streep incanta il pubblico dell’Auditorium

Meryl Streep ha letteralmente stregato il pubblico dell’Auditorium Parco della Musica in occasione dell’ottava giornata della Festa del Cinema di Roma.

La più grande attrice vivente. Un modello per tutte le giovani donne che decidono di intraprendere la carriera d’attrice. Una donna dal fascino unico e inimitabile, che ancora si sorprende di vedere una sala gremita per lei, in totale visibilio.

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Meryl Streep regina del tappeto rosso alla Festa di Roma 2016

Arrivata nella capitale per presentare il suo prossimo film, Florence Foster Jenkins (in arrivo nelle sale italiane il prossimo 22 dicembre grazie a Lucky Red), il tre volte premio Oscar è stata la protagonista di uno degli ormai famosissimi Incontri Ravvicinati (Closer Encounters) durante il quale, attraverso alcune clip tratte dai suoi film più celebri e le domande di Antonio Monda, è stata passata in rassegna una carriera straordinaria fatta di ruoli femminili memorabili.

Una carriera che dura ormai da quarant’anni (iniziata con ruoli già indimenticabili come quelli ne Il Cacciatore di Michael Cimino e Kramer contro Kramer di Robert Benson) e che non ha mai forgiato il carattere e lo spirito di una professionista che ha davvero lavorato con i più grandi registi del mondo: “Sono un’attrice alla quale non si può insegnare nulla”, ammette fiera e divertita la Streep. “Sono informabile. Amo i registi. Ho lavorato davvero con i più grandi. Molti di loro non ci sono più, purtroppo. Da ciascuno di loro ho imparato qualcosa.”

Eppure, nonostante una filmografia che vanta più di 40 titoli (La Scelta di Sophie e I Ponti di Madison County sicuramente tra i più amati), ci sono ancora registi con i quali non ha avuto la possibilità o la fortuna di lavorare: “Un regista con il quale vorrei lavorare è senza alcun dubbio Martin Scorsese“, ammette.

Attiva sia al cinema, sia in televisione che a teatro, durante l’incontro Meryl ha parlato a 360° del suo lavoro di attrice, rivelando quale delle tre forme d’arte si addice di più ad un’instancabile professionista come lei: “Adoro lavorare a teatro. Mi piace sentire il respiro delle persone. Le loro risate, chiaramente se si tratta di una pièce comica. Il cinema è diverso: la sua bellezza sta nel fatto che anche il più piccolo dettaglio può trovare eco e risonanza. E poi il cinema è fatto di moltissimi strati. È un’arte a più livelli. Anche il teatro può darti la possibilità di immergerti completamente e trovare la profondità che stavi cercando, ma solo se prima hai stabilito una certa empatia con il pubblico.”

Festa di Roma 2016: conferenza stampa con Meryl Streep

Tre gli Oscar vinti nel corso della sua carriera (è inoltre l’attrice che detiene il record per il più alto numero di candidature ricevute – ben 19): l’ultimo in ordine di tempo, nel 2012 per The Iron Lady. A proposito di quell’esperienza e dell’aver interpretato Margaret Thatcher, la Streep ha spiegato: “Quel personaggio era chiaramente molto diverso da me. Eppure, credo che tutte le donne si siano trovate nella loro vita a percepire un certo sdegno da parte di chi non le riteneva idonee a ricoprire una determinata posizione, soprattutto da parte degli uomini. La Thatcher è entrata in un mondo che non era accogliente nei confronti di una donna leader. E credo che le cose non siano poi cambiate così tanto. Ad esempio, Hilary Clinton viene criticata perché parla a voce troppo alta e per il fatto che è una donna attraente. Ecco, questo avviene perché l’attenzione è focalizzata solo nei confronti del modo in cui dice le cose e non su quell’importanza di quello che effettivamente dice.”

L’incontro è stata anche l’occasione per rivelare alcuni dettagli inediti a proposito della sua vita personale, sempre in relazione alla sua carriera invidiabile. Parlando infatti delle sue comprovate doti canore (che la Streep ha avuto modo di sfoggiare in pellicole quali Radio America, Mamma Mia!, Into the Woods e – anche se in maniera diversa – nell’ultimo Florence), l’attrice ha spiegato: “Non ho mai voluto fare la cantante. Ho sempre voluto fare l’attrice. A 12 anni ho cantato in un musical scolastico il brano O Holy Night. Qualcuno mi notò e suggerì ai miei genitori di farmi prendere lezioni di canto. Così mia madre mi portò da un insegnante di New York. Ho fatto lezioni per due anni, poi ho smesso perché mi ero messa in testa di fare la cheerleader.”

L’incontro si è poi concluso con una personalissima riflessione sul nostro cinema. Silvana Mangano e Anna Magnani sono le attrici italiane che Meryl Streep ama di più: “Le ho conosciute in un momento particolare del cinema americano quando non c’erano molti ruoli davvero interessanti per le donne”, ha spiegato l’attrice. “Vedevo i loro film all’università o nei piccoli cinema. La cosa che subito mi colpì di loro fu il loro aspetto esotico e il loro stile di vita provinciale. C’era nel modo di essere e di recitare qualcosa di primoridale. Erano attrici pure, un po’ come Alba Rohrwacher. Credo sia l’attrice italiana può brava che abbiate oggi.”

Meryl Streep all’Auditorium per la Festa di Roma 2016: le foto

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Festa di Roma 2016: Sword Master 3D recensione del film di Derek Yee

Nella cornice della Festa di Roma 2016 c’è spazio anche per il linguaggio, teso e poetico, del wuxia tradizionale cinese: il genere più famoso esportato dalla Tigre Asiatica torna a ruggire con Sword Master 3D, film diretto da Tung – Shing ‘Derek’ Yee e che trova il suo massimo punto di forza soprattutto nell’uso rivoluzionario della tridimensionalità applicata alla bellezza sfolgorante delle immagini artistiche.

Ispirato da una wuxia novel (come suggerisce il nome, una graphic novel ad argomento wuxia) di Gu Long pubblicata nel 1975 (ed intitolata The Third Master’s Sword), Derek Yee “coreografa” le vicende del Terzo Maestro del Palazzo di Spade, ormai stanco della violenza all’interno del mondo delle arti marziali, che decide di inscenare la propria morte scappando e fingendosi un garzone all’interno di una casa di tolleranza. Il suo acerrimo rivale Yan, un cavaliere errante moribondo che ha deciso di vivere i suoi ultimi giorni in solitudine e lontano da rancore ed odio, lo incontra in un povero villaggio oppresso dal Padrone locale (membro di un’oscura setta di reietti delle arti marziali) e lo prende come suo allievo, insegnandogli tutti i suoi colpi segreti. Mentre i due uomini affrontano un percorso – simile ma diverso – di crescita e consapevolezza, la sposa del Terzo Maestro – Qiuidi – abbandonata sull’altare progetta un piano sanguinario per stanare il suo (ex) compagno e consumare, così, la propria vendetta.

Questa classica storia che segue il tradizionale iter fiabesco/folkloristico/mitologico del viaggio dell’eroe non trova il proprio punto di forza nella sceneggiatura o nell’originalità: non arricchisce ulteriormente il già ricco panorama del genere, nonostante la presenza come produttore del regista Tsui Hark; i duelli fanno procedere drammaturgicamente la pellicola, destreggiandosi con maestria tra lunghi flashbacks e siparietti che rallentano il ritmo, scalando le marce della tensione. sword master 3dLa vera svolta è nell’uso del 3D: già Hark ne aveva sperimentato il potenziale nei film della serie di Detective Dee, ma stavolta sceglie con fiducia di affidarsi alle sapienti mani di un altro regista per raccontare una storia antica quanto le leggende della Cina stessa, ma allo stesso tempo aggiornata al gusto di un pubblico sempre più abituato alla spettacolarizzazione della scena e all’esperienza totalizzante che continua, incessantemente, a cercare.

Un’esperienza simile a quella dei concerti, dove ci si può lasciar avvolgere dal turbinio indistinto delle emozioni suscitate dal “live”: qui in Sword Master 3D il concetto è ridimensionato, ma l’esito che si vorrebbe mantenere è sempre lo stesso, ovvero stupire e meravigliare il pubblico accorso in sala. Durante i duelli si rimane sorpresi nel vedere e poter quasi percepire/toccare lame, spade, pugnali, pericolose armi ninja che vengono scagliati contro il nemico ma che sembrano colpire “noi”, gli spettatori, pronti a sobbalzare nel buio della sala.

Wonder Woman: per Joss Whedon il trailer è stato “magnifico”

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Joss Whedon non ha mai fatto mistero della sua passione per il personaggio di Wonder Woman e non ha mai nascosto l’intenzione di dirigere un film tutto suo sull’eroina DC. Adesso che il film in questione è stato prodotto dalla Warner Bros, con Gal Gadot come protagonista e Patty Jenkins alla regia, il regista ha dichiarato che spera davvero che il film sia un successo.

“Voglio che sia un buon film. Il trailer è stato magnifico. Probabilmente sarà deluso, io più di ogni altro se non sarà un buon film, perché comincerò a pensare cose del tipo ‘la mia versione però’… ma ci credo molto. Nel trailer c’era lo scudo, e tutto il resto, e sono positivo, sarà bello. Tutto sembra presagirlo.” E voi cosa vi aspettate da Wonder Woman?

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Gal Gadot ha fatto il suo esordio nei panni di Wonder Woman in Batman v Superman Dawn of Justice di Zack Snyder, al fianco di Ben Affleck e Henry Cavill.

Trama: “Prima di diventare l’eroina che tutti conosciamo, Wonder Woman era Diana, principessa delle Amazzoni, addestrata per diventare una guerriera invincibile. Cresciuta in una paradisiaca isola protetta, quando un pilota americano, in seguito a un incidente, approda sulle sue rive e annuncia un grandissimo conflitto che infuria nel mondo esterno, Diana lascia la sua casa, convinta di poter fermare la minaccia. Combattendo insieme all’uomo in una guerra che potrebbe mettere fine a tutte le guerre, Diana scoprirà i suoi straordinari poteri andando incontro al suo vero destino”. 

Wonder WomanIl film è prodotto da Charles Roven, Zack Snyder e Deborah Snyder, con Richard Suckle, Stephen Jones, Wesley Coller, Geoff Johns, Connie Nielsen e Rebecca Roven come executive producers.

Vi ricordiamo che il film è diretto da Patty Jenkins e vedrà protagonista Gal Gadot affiancata da Chris Pine, Connie Nielsen, Robin Wright, David Thewlis, Danny Huston, Elena Anaya, Ewen Bremner e Saïd Taghmaoui. Il film arriverà al cinema il 23 giugno 2017.

Guarda il trailer del Comic Con di Wonder Woman

Fonte

Power Rangers: i nuovi elmi nel dettaglio nei motion poster

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L’account Twitter ufficiale del film sui Power Rangers ha pubblicati i nuovi motion poster dei cinque eroi di Angel Grove in cui possiamo dare uno sguardo da vicino ai nuovi elmi che indosseranno Jason, Trini, Zack, Billy e Kimberly nel film diretto da Dean Israelite.

Power Rangers: il primo trailer del film Lionsgate

Jason, Trini, Zack, Billy e Kimberly, ovvero, Austin St. John, Thuy Trang, Walter Jones, David Yost e Amy Jo Johnson avranno il volto di Dacre Montgomery (Betrand The Terrible), Naomi Scott (The Martian), Ludi Lin (Marco Polo), RJ Cyler (Me And Earl And The Dying Girl) e Becky Gomez (Empire). Elizabeth Banks sarà Rita Repulsa. Bryan Cranston presta il suo volto a Zordon.

power rangersEcco la trama: Power Rangers segue cinque ragazzi delle superiori, piuttosto ordinari, che devono diventare qualcosa di straordinario quando scoprono che la loro piccola città, Angel Grove, insieme a tutto il mondo, è minacciata da una potenza aliena. Scelti dal destino, i nostri eroi capiranno presto che sono gli unici che possono salvare il pianeta. Ma per farlo, devono imparare a gestire la loro vita di tutti i giorni con l’essere un Power Ranger.

Joss Whedon: l’organizzazione della Marvel contro il cinema della DC

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Durante un’intervista con Complex, Joss Whedon ha di nuovo affrontato il fatidico argomento Marvel vs DC. Il regista, che ha lavorato con la Marvel prima con i fumetti e poi al cinema, non ha mai nascosto il suo interesse, dall’altro lato, per la DC e in particolare per il personaggio di Wonder Woman.

Parlando della ‘rivalità’ tra le due case di fumetti, Whedon ha dichiarato: “Non ho visto Suicide Squad. Ho visto Batman v Superman. Ognuno ha il suo metodo. Credo che la Marvel abbia raggiunto un successo maggiore sistematicamente. La DC ha un approccio più cinematografico, le loro cose hanno un aspetto straordinario, ma credo che d’altro canto Kevin Feige sia un narratore eccellente. Tiene molto alla coerenza, e credo che in ogni film aggiunga un po’ di personalità. L’hanno fatto con Ant-Man e lo faranno con Doctor Strange, e in tv stanno realizzando cose magnifiche. Il lavoro di Marvel-Netflix è straordinario. La decisione della DC di tenere separati cinema e televisione, con attori diversi che interpretano gli stessi personaggi contemporaneamente è davvero interessante.”

Sicuramente l’approccio di Whedon non è di ostilità, ma mette in gioco molti fattori e dimostra di apprezzare il metodo creativo che per ora vige alla Warner Bros, avendo specificato l’efficacia visiva dei prodotti DC Films.

Voi che ne pensate?

Fonte: SR

Aquaman: per James Wan sarà un’avventura ‘cappa e spada’

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Dopo la prima immagine ufficiale di Amber Heard nei panni di Mera, non avevamo avuto più aggiornamenti su Aquaman, fino alle ultime dichiarazioni di James Wan, regista del film, che durante un’intervista a ET ha parlato del suo progetto con la Warner Bros.

“Non voglio svelare troppo, ma posso dire che lo spirito del film che sto cercando di realizzare è quello di un classico ‘cappa e spada’, un’avventura action, chiaramente ambientata in mare. È come se I predatori dell’arca perduta incontrasse All’inseguimento della pietra verde.”

Parlando poi della presentazione del personaggio di Aquaman (Jason Momoa) in Batman v Superman Dawn of Justice e poi in Justice League, Wan si dice completamente d’accordo con il lavoro fatto da Zack Snyder: “Penso che Amber e Jason, nei loro momenti in Justice League, saranno in grado di dare un assaggio di quello che sarà poi il loro mondo e il loro tono nel film dedicato a loro. In pratica gratteranno la superficie di quello che io intendo fare.”

Aquaman: come verrà realizzata la comunicazione subacquea?

Aquaman sarà diretto da James Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring, Fast and Furious 7) e vedrà protagonista Jason Momoa (Game of Thrones). Con lui ci sarà Amber Heard (Magic Mike XXL, The Danish Girl) nei panni di Mera. Il cinecomic arriverà al cinema nel 2018.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Will Beall (Gangster Squad).

Logan: il trailer del film con Hugh Jackman in bianco e nero

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Ecco una poetica versione in bianco e nero del trailer di Logan. A realizzarlo è stato Kyle Crichton che ha pubblicato sul suo canale Youtube il video, che potete vedere di seguito:

https://www.youtube.com/watch?v=2NFJbNmhxeg

Considerando il tono del film che si evince dal filmato e le varie foto pubblicate negli ultimi giorni dal profilo Instagram del film, il bianco e nero sembra una scelta estetica davvero indicata. Che ne pensate?

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Logan: primo trailer italiano con Hugh Jackman

Per Hugh Jackman questo ritorno nei panni del mutante con gli artigli di adamantio sarà la sua ottava volta (se si conta anche il cameo di X-Men L’Inizio) nel personaggio. È l’attore che più di tutti rappresenta i mutanti Marvel al cinema, una sorta di Robert Downey Jr per il corrispettivo MCU, e potrebbe essere arrivato alla fine del suo coinvolgimento nel franchise proprio con questo film.

Logan ha un’uscita prevista per il 3 marzo 2017. Alla regia c’è James Mangold (già regista di Wolverine L’Immortale), mentre nel cast ci saranno Hugh Jackman, Boyd Holbrook, Richard E. Grant, Stephen Merchant, Eriq La Salle, Elise Neal e Patrick Stewart.

Joss Whedon e il futuro: vorrebbe dirigere un film di Star Wars

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Joss Whedon è probabilmente il regista più amato dai fan dei cinecomics, avendo portato per la prima volta sul grande schermo gli Avengers. Dopo Age of Ultron, il regista ha apparentemente chiuso la sua collaborazione con Marvel, per il momento, ma resta sempre aperto a collaborare di nuovo con la casa delle idee e con qualunque altro studio che gli offra la possibilità di portare qualcosa di personale in un disegno più grande.

In particolare, Joss Whedon ha dichiarato di non disdegnare affatto l’idea di dirigere un film di un franchise importante come quello di Star Wars: “Credo sia una cosa divertente da fare, non credete? Mettere qualcosa di personale al servizio di un disegno più grande se ti permettono di aggiungere la tua interpretazione. Non c’è niente di diverso da nessun’altro racconto. A volte bisogna barcamenarsi, ma per esempio la Marvel mi ha fatto fare due film che sono fondamentalmente miei. Per cui, farei un film su Bond? Si. Anne Hathaway tornerebbe di nuovo a fare Catwoman? Perché no. Voglio fare un film di Star Wars? Certo. Perché mai si dovrebbe dire di no? Ho visto il trailer di Rogue One e ho pensato che vorrei davero fare qualcosa del genere.”

Che i vertici della LucasFilm siano in ascolto? Che ne pensate?

Joss Whedon rivela quale Avengers sarebbe perfetto come Presidente degli USA

Fonte: ScreenRant

Avengers Infinity War: alcuni degli Illuminati appariranno nel film

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Kevin Feige è sicuramente una preziosa fonte di informazioni per quello che riguarda la produzione dei film Marvel, e l’atteso Avengers Infinity War non fa eccezione.

Il boss dei Marvel Studios ha infatti parlato di nuovo dei personaggi che vedremo nel film che siglerà la fine della Fase 3 e ha annunciato che potremmo vedere anche alcuni dei personaggi che costituiscono la formazione degli Illuminati.

“Dunque, quello che è interessante in merito agli Illuminati – ha dichiarato Feige – è che alcuni personaggi della formazione interagiscono con altri personaggi, quindi non so esattamente in che modo seguendo la storyline, ma alcuni personaggi tra questi saranno visti sullo schermo nel prossimo Avengers Infinity War.”

Gli Illuminati sono un gruppo di personaggi dei fumetti, creato da Brian Michael Bendis (testi) e Steve McNiven (disegni), pubblicato dalla Marvel Comics. Considerando che la formazione originale della squadra, composta da Namor, Iron Man, Freccia Nera, Charles Xavier, Doctors Strange e Reed Richards, fanno già parte del MCU, nons arebbe strano vederne alcuni all’opera contro Thanos.

Che ne pensate?

Avengers Infinity War: anche i personaggi del piccolo schermo nel film?

Avengers Infinity War arriverà al cinema il 4 Maggio 2018. Christopher Markus e Stephen McFeely si occuperanno della sceneggiatura del film, mentre la regia è affidata a Anthony e Joe Russo.

Fonte: SR

Rogue One A Star Wars Story: svelata la durata del film?

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Il sito Event Cinemas ha svelato, anche se non in maniera ufficiale, la durata complessiva di Rogue One A Star Wars Story, che arriverà al cinema il prossimo 14 dicembre. Il film diretto da Gareth Edwards dovrebbe essere lungo 133 minuti, ovvero 2 ore e 13, il che lo renderebbe cinque minuti più breve di Star Wars il Risveglio della Forza. La durata sembra ragionevolmente attendibile, anche se non si hanno ancora conferme ufficiali dalla LucasFilm o dalla Disney.

Rogue One A Star Wars Story: il trailer numero tre

Diretto da Gareth Edwards su una sceneggiatura di Gary Whitta e Chris Weitz, Rogue One a Star Wars Story è un film prequel ambientato negli anni tra La Vendetta dei Sithe Una Nuova Speranza. L’uscita in Italia è prevista per il 14 dicembre 2016. Nel cast del film Felicity JonesMads Mikkelsen, Rizz AhmedDiego LunaForest Whitaker, Jiang Wen e Ben Mendelsohn. 

Il film sarà certamente ambientato durante a “Dark Time” dell’Impero, Tra gli episodi III e IV e sarò il più oscuro e grintoso film dell’universo di Star Wars. Sembra che il film sarà un war movie vecchia maniera. Nella storia tutti i Jedi vivono in clandestinità e probabilmente saranno sullo sfondo della storia principale. Ci saranno inoltre un sacco di nuove forme di vita aliena. Saranno introdotti nuovi personaggi droidi e Alieni. At-at, X-Wings, Ala-Y, A-Sts saranno presenti nella storia. Ci sarà molta azione nella Jungla. Sembra un nuovo droide sarà parte della banda di ribelli che tentano di rubare i piani della Morte Nera. Felicity Jones sarà un soldato ribelle pronta per la battaglia.

Black Panther: ci sarà un personaggio creato solo per il film

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Continua la produzione di Black Panther in casa Marvel, e dopo avervi rivelato il titolo di lavorazione del film di Ryan Coogler, arriva adesso via Variety una nuova informazione in merito al casting del film.

Letitia Wright, che vedremo in Ready Player One di Steven Spielberg, è entrata a far parte del cast e interpreterà Serita, un personaggio creato appositamente per il film con protagonista Chadwick Boseman. Sembra probabile che si tratti di un quarto membro del Dora Milajea, il corpo di guardia personale di T’Challa.

Black Panther: l’anello di T’Challa ha dei poteri?

Coogler scriverà e dirigerà Black Panther che seguirà la storia di T’Challa, il re guerriero di Wakanda, da dove era stata interrotta in Captain America Civil War. Non è ancora chiaro quali altri personaggi parteciperanno alla storia, anche se sembra una buona possibilità che nel film ci sia anche Ulysses Klaw, che ha esordito in Avengers Age of Ultron con il volto di Andy Serkis. Inoltre sembra ci possa essere spazio anche per Everett Ross, visto sempre in Civil War con il volto di Martin Freeman.

Chadwick Boseman interpreta il protagonista, T’Challa, già visto in Captain America Civil War. Con lui ci sono Michael B. Jordan che interpreterà Erik Killmonger (un villain nel materiale d’origine), il premio Oscar Lupita Nyong’o, che sarà Nakia, un ex membro del Dora Milaje di Wakanda, ora agente del Killmonger, e Danai Gurira nei panni di Okoye, un membro del Dora Milaje, le donne che si allenano per diventare le mogli del Re di Wakanda. Winston Duke sarà Man Ape.

Black Panther arriverà al cinema il 16 febbraio del 2018.

Festa di Roma 2016: Meryl Streep regina del tappeto rosso – foto

La giornata di giovedì 20 ottobre alla Festa di Roma è stata tutta per Meryl Streep, vera e propria leggenda internazionale che ha portato alla manifestazione capitolina il suo ultimo film, Florence Foster Jenkins.

Di seguito gli scatti dal tappeto rosso dell’Auditorium:

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Festa di Roma 2016: conferenza stampa con Meryl Streep

Festa di Roma 2016: Florence Foster Jenkins recensione del film con Meryl Streep e Hugh Grant

Festa di Roma 2016: The Hollars diretto da John Krasinski

Sarà presentato oggi nella selezione ufficiale della Festa del cinema di Roma 2016The Hollars, il film diretto da John Krasinski con protagonisti Anna Kendrick, Mary Elizabeth Winstead, Sharlto Copley e Richard Jenkins.

Festa di Roma 2016: The Hollars diretto da John Krasinski

Trama The Hollars: John Hollar è un artista di New York costretto a tornare nella piccola città della provincia americana che ha lasciato da tempo, nel momento in cui riceve la notizia della malattia di sua madre. Dopo essere tornato nella casa in cui è cresciuto, John rimane immediatamente coinvolto, suo malgrado, nei problemi della sua famiglia disfunzionale, ritrova un vecchio rivale di quando era al liceo e la sua ex fidanzata particolarmente esuberante, tutto questo mentre la sua ragazza, a New York, sta per avere un bambino e lui sta per diventare padre.

Festa di Roma 2016: Michele Placido con 7 minuti

Sarà presentato oggi alla Festa del cinema di Roma 20167 minuti, il nuovo film di Michele Placido che vede protagonisti AMBRA ANGIOLINI, CRISTIANA CAPOTONDI, FIORELLA MANNOIA, MARIA NAZIONALE, VIOLANTE PLACIDO, CLÉMENCE POÉSY, SABINE TIMOTEO e con OTTAVIA PICCOLO e ANNE CONSIGNY.

7 minuti una produzione Goldenart con Rai Cinema arriverà al cinema dal 3 Novembre 2016.

Festa di Roma 2016: Michele Placido con 7 minuti

7 MINUTI Da una storia vera: I proprietari di un’azienda tessile italiana cedono la maggioranza della proprietà a una multinazionale.

Sembra che non siano previsti licenziamenti, operaie e impiegate possono tirare un sospiro di sollievo. Ma c’è una piccola clausola nell’accordo che la nuova proprietà vuole far firmare al Consiglio di fabbrica. Undici donne dovranno decidere per sé e in rappresentanza di tutta la fabbrica, se accettare la richiesta dell’azienda. A poco a poco il dibattito si accende, ad emergere prima del voto finale saranno le loro storie, fatte di speranza e ricordi. Un caleidoscopio di vite diversissime e pulsanti, vite di donne, madri, figlie.

Doctor Strange: nuovo video “Controllare il fato e il destino”

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Walt Disney Pictures ha diffuso un nuovo contributo video di Doctor Strange, l’attesissima nuovo film Marvel Studios in uscita il 26 ottobre che trascinerà il pubblico in un viaggio pericoloso, misterioso e strabiliante.

Secondo il produttore Kevin Feige “nell’Universo Cinematografico Marvel ci sono numerosi film ambientati in contesti urbani: si tratta di storie ‘a misura d’uomo’ per così dire. E poi c’è il livello cosmico, che abbiamo esplorato in film come ThorGuardiani della Galassia e The Avengers. Ma nei fumetti Marvel c’è anche un lato soprannaturale molto importante, che non avevamo ancora esplorato al cinema. Doctor Strange è il film ideale per entrare finalmente in quel reame”.

Doctor Strange: le prime reazioni al film con Benedict Cumberbatch

Per realizzare un film che si amalgamasse con il realismo dell’Universo Cinematografico Marvel, il regista Scott Derrickson voleva assicurarsi di prendere molto sul serio il lato scientifico delle dimensioni alternative, rispettando le varie teorie scientifiche sugli universi paralleli. “Il misticismo” spiega il regista, “rifugge le nostre categorizzazioni e la nostra abilità di comprendere attraverso la conoscenza, che è scientifica e dimostrabile. Ai miei occhi, il misticismo non nega l’esistenza della realtà: vuole semplicemente dirci che esiste una realtà superiore che va oltre la nostra comprensione”.

Doctor Strange: il trailer italiano del film con Benedict Cumberbatch

L’uscita di Doctor Strange è prevista per il 26 Ottobre 2016. Dirige Scott Derrickson da una sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati Tilda SwintonRachel McAdams Chiwetel Ejiofor.

Doctor StrangeDai Marvel Studios arriva la storia del neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange, che viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a seguito di un terribile incidente d’auto. Quando la medicina tradizionale lo tradisce, Strange decide di rivolgere le sue speranze di guarigione altrove, verso un mistico ordine noto come Kamar-Taj. Qui scoprirà che non si tratta solo di un centro di guarigione, ma anche di un avanposto che combatte delle forze oscure e sconosciute che vogliono distruggere la nostra realtà. Strange dovrà quindi scegliere, armato di un nuovo potere e nuove capacità, se tornare alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi tutto alle spalle e ergersi contro il male.

Produttore del film, Kevin Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e Stephen Broussard come produttori esecutivi.

Florence Foster Jenkins: recensione del film con Meryl Streep

Ad appena un anno di distanza dal suo ultimo lungometraggio – un biopic dal titolo The Program – il celebre regista de Le Relazioni Pericolose, Stephen Frears, torna all’attacco con Florence Foster Jenkins film liberamente ispirato alla vita dell’omonima cantante d’opera.

La storia si svolge a New York nei gloriosi anni venti. Florence (Meryl Streep), è una ricca ereditiera, una donna bizzarra ed eccentrica che, pur non avendo alcun tipo di talento musicale, sogna di diventare una famosa cantante lirica. Convinta di poter stregare il pubblico newyorkese con la sua voce non proprio angelica, Florence tenterà la scalata al successo con l’aiuto del marito St. Clair Bayfield (Hugh Grant), un nobile inglese squattrinato nonché mediocre attore teatrale, e del giovane pianista Cosmè McMoon (Simon Helberg).

florence-foster-jenkins-1Stephen Frears ancora una volta sceglie di raccontarci la storia di una donna eccezionale e complessa nella sua diversità, con quella grazia e raffinatezza caratteristiche del suo stile. Nonostante infatti la storia di Florence fosse stata già proposta al cinema soltanto un anno fa da Xavier Giannoli con il suo Marguerite – film che conquistò pubblico e critica al Festival di Venezia  -, l’ultima fatica di Frears sembra avere una marcia in più. Mentre il film di Giannoli è un vero e proprio ‘one woman show’, Florence Foster Jenkins lascia spazio di manovra anche agli altri personaggi; il ritratto della protagonista si delinea anche e soprattutto grazie alla presenza di una coppia di comprimari d’eccellenza come Hugh Grant, straordinario nella parte del marito fedifrago e devoto allo stesso tempo, e Simon Helberg – l’Howard Wolowitz di The Big Bang Theory – che dà vita ad un personaggio a dir poco esilarante dimostrando di essere pronto ad abbandonare il mondo delle sitcom per spiccare il volo.

Si tratta quindi di una commedia brillante ma non solo; a momenti di estrema comicità Frears contrappongono infatti scene davvero drammatiche che creano uno leggero squilibrio nella narrazione e rallentano in alcuni punti il ritmo di un film che, per la maggior parte, corre spedito e senza intoppi. A fare la differenza, oltre al magnifico impianto estetico del film, è senza alcun dubbio la presenza di una protagonista immensa ed ineguagliabile nella sua bravura. Dopo aver visto infatti Meryl Streep cantare come un usignolo in film come Mamma Mia!, Radio America e il più recente Into The Woods, sorprende che  la stessa possa essere tanto convincente con una voce tanto sgraziata e stonata.

florence-foster-jenkins-2Grazie quindi ai suoi colori pastello, ai tessuti preziosi e scintillanti degli eccentrici abiti della protagonista, alla sua accattivante atmosfera così retrò, Florence Foster Jenkins è un film che incanta e che riesce a placare la fame di bellezza dello spettatore. Nonostante non sia il Frears migliore degli ultimi anni, questo film è un irrinunciabile ‘pasticcino’ da festival al quale nessuno saprà rinunciare.

Festa di Roma 2016: conferenza stampa con Meryl Streep

Dopo aver visto confessarsi e sfilare sul tappeto rosso star internazionali come Tom Hanks, Viggo Mortensen e Oliver Stone oggi la Festa del Cinema di accoglie la meravigliosa Meryl Streep, leggenda del cinema.

L’attrice premio Oscar più premiata al mondo, qui a Roma per l’anteprima italiana del film Florence Foster Jenkins di Stephen Frears, subito dopo la proiezione si è concessa ai giornalisti in una lunga ed entusiasmante conferenza stampa. Ecco il resoconto dell’incontro.

Festa di Roma 2016: Florence Foster Jenkins recensione del film con Meryl Streep e Hugh Grant

Si dice che solo chi canta senza cuore può definirsi davvero senza talento; dopo essersi messa alla prova con il difficile ruolo di Florence, come considera questa affermazione?

“È un’affermazione davvero interessante e che non avevo mai sentito. Penso che la utilizzerò in futuro quando dovrò parlare di Florence [ride]. Per me il talento è prima di tutto una questione di passione; tutto ciò che facciamo perde d’importanza se non lo facciamo con amore.”

Nel corso della sua carriera l’abbiamo vista affrontare ruoli sempre differenti e mai facili. Questa volta come si è preparata per il personaggio di Florence?

“Devo ammettere che è stato molto difficile ed interessante lavorare su Florence. Non ho mai avuto un ruolo come questo […] Quando ho iniziato a prepararmi per affrontare questo nuovo personaggio, mi è subito venuto in mente un episodio di cui avevo letto tempo fa e che riguardava il famoso compositore statunitense George Gershwin; nonostante il suo incredibile talento, spesso Gershwin suonava da solo in una sala vuota, andando fuori tempo quasi come volesse stonare di proposito. Ecco, questo mi ha fatto pensare immediatamente a Florence, alla quale non importava cantare bene o meno ma lo faceva solo perché era una cosa che la rendeva felice.”

Le elezioni presidenziali americane sono ormai alle porte e tutti noi conosciamo bene le sue opinioni a riguardo; c’è qualcosa che vorrebbe dire agli americani, un messaggio che vorrebbe condividere, affinché votino per Hillary Clinton o per Donald Trump?

“[ride] Devo dire che onestamente non ne sento la necessità. Stanno entrambi facendo un ottimo lavoro da soli, senza il mio aiuto, a difendere i propri valori…soprattutto Trump [ride]. Penso che gli americani abbiano ormai capito di che pasta è fatto e di quanto valga Hillary. Ora la decisione spetta a loro.”

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Nel film St. Clair – interpretato da uno splendido Hugh Grant – protegge sua moglie Florence dalle recensioni negative che continuano a pioverle addosso. C’è mai stato un St. Clair nella sua vita che, per risparmiarle un dolore, le ha tenuto nascoste delle recensioni non proprio lusinghiere?

“[ride] Devo ammettere che non leggo mai le recensioni. Senza offesa ma penso che il giornalismo al giorno d’oggi sia avvelenato da una massiccia dose di criticismo che spesso e volentieri si abbatte sulle donne soprattutto riguardo l’aspetto estetico; si parla di come sia invecchiata una donna, di quante rughe le siano comparse sul viso o di quanto sia ingrassata… Preferisco evitare tutto questo, non mi interessa. Mi affido di solito alle persone che mi amano e che amano ciò che faccio; il loro parere per me conta più degli altri anche non è quasi mai obiettivo [ride].”

Lei è ormai considerata una leggenda del cinema, un’attrice alla quale le ragazze più giovani si ispirano e che prendono ad esempio. Come si sente ad essere un modello per le nuove generazioni di attrici?

“Mi sento davvero onorata ed obbligata a dare il massimo in ogni cosa che faccio. Devo dire che mi sento spesso sotto pressione, soprattutto il primo giorno di lavoro, perché appena metto piede sul set sento immediatamente gli occhi di tutti addosso. Le persone tendono a trattarmi come un mito ma io sono una persona come le altre; voglio che, soprattutto al lavoro, non ci siano muri tra me e i miei colleghi né tantomeno che loro abbiamo paura di me [ride]. Anche io commetto errori; spesso sul set capita che, nonostante le indicazioni dettagliate del regista, io sbagli o mi dimentichi una battuta o che vada a destra invece che a sinistra: solo in quel momento le persone cominciano a rilassarsi.”

L’abbiamo vista spesso cantare in film come Radio America e Mamma Mia! e sappiamo che ha una bellissima voce. Con Florence invece si è dovuta confrontare con una donna che è tutto fuorché intonata; in che modo si è preparata?

“Sembra strano ma la preparazione è stata lunga e molto complessa. Avevo un vocal coach che mi seguiva e ricordo che, proprio mentre cercavo di capivo come riuscire ad interpretare quelle bellissime arie in pieno stile Florence, mi divertivo a provocare con i miei atteggiamenti il mio bravissimo pianista russo che faceva di tutto per trattenersi e non scoppiare a ridere.”

Ricordiamo tutti con quanto vigore ha sostenuto, all’ultima edizione del Festival di Berlino, il film italiano Fuocoammare di Gianfranco Rosi e sicuramente saprà che sarà il candidato italiano nella categoria Miglior Film Straniero ai prossimi Oscar. Forse non sa che la candidatura di Rosi è stata accompagnata da una lunga polemica proprio perché  per molti il film sarebbe stato meglio nella categoria documentario; continuerà a sostenere Fuocoammare agli Academy?

“Oh ma certo! Sono molto orgogliosa che il film di Rosi sia stato scelto per rappresentare l’Italia agli Oscar e spero che l’Academy lo vorrà sostenere. È un film assolutamente unico nel suo genere. Per noi americani spesso le tragedie del mediterraneo sono solo numeri o statistiche lette dai presentatori del tg della sera; vedere invece immagini di corpi senza vita in acqua o il volto insanguinato di un bambino terrorizzato scampato ad un bombardamento è qualcosa che colpisce nel profondo. Tutti sappiamo riconoscere il male ma spesso non riusciamo ad immaginarne gli effetti catastrofici. Fuocoammare è un film importante che continuerò a sostenere.”

Nonostante la poca maturità di Florence, che sembra quasi una bambina intrappolata nel corpo di un’adulta, lei è riuscita a rendere il suo personaggio molto complesso e a regalarci tutto un caleidoscopio di emozioni.

“Prima di tutto grazie per il complimento, lo apprezzo molto. È bello che sia riuscita a trasmettere così tanto con un solo personaggio. Florence è una donna molto più complessa di quanto si possa pensare; proprio come una bambina riesce a strapparti un sorriso con un show improvvisato, così anche l’ingenuità di Florence ti colpisce dritto al cuore […] In lei ci sono ancora quell’incoscienza e quella spontaneità che tutti noi, purtroppo o per fortuna, perdiamo naturalmente crescendo.”

Per Florence l’arte, la musica, è una vera e propria ragione di vita; per lei cosa vuol dire fare cinema?

“È lo stesso per me. Quando recito mi sembra sempre la prima volta, provo le stesse sensazioni, lo stesso brivido del primo giorno. Il mio entusiasmo non svanisce con il passare del tempo e ogni ruolo riceve le stesse attenzioni; ogni personaggio va difeso e curato perché ognuno merita il suo posto nel mondo.”

meryl-streep

Per lei recitare è un po’ come nascondersi in un personaggio oppure sente in qualche modo di prevaricarlo?

“Alcuni dei registi con i quali ho lavorato potrebbero dire che io in effetti l’abbia fatto [ride]. In realtà non ho mai voluto prevaricare i personaggi ma immergermi completamente in essi: è una sorta di mio guilty pleasure [ride] È qualcosa che ho sempre fatto già da piccola quando mi divertivo a fingere di essere mia nonna; voler essere qualcun altro è un privilegio che viene concesso a noi attori al quale non potrei mai rinunciare. È terribilmente egoista, lo so [ride].”

Nel film di Stephen Frears si parla tanto dell’amicizia di Florence con Arturo Toscanini, noto direttore d’orchestra italiano; cosa le piace dell’Italia?

“[parla in italiano] Ooohhh amo tutti! In America tutti vogliono essere italiani [ride].”

C’è qualche attrice giovane oggi che pensa possa essere in un certo senso la sua erede e che possa fare una carriera simile alla sua?

“In tanti anni di carriera penso di aver infranto un bel po’ di tabù e di aver fatto strada alle nuove generazioni. Anni fa quando un’attrice arrivava a sessant’anni diventava inutile e nessuno sapeva cosa farle fare e la sua carriera si spegneva lentamente. Adesso, anche grazie alla televisione, le donne hanno molto più libertà e scelta.”

Meryl Streep

Il personaggio di Florence vive in un’illusione per placare il suo dolore fisico e non solo. Crede che questa possa essere una soluzione? E, ha mai pensato di saper fare qualcosa che invece non le riusciva poi così tanto bene?

“I film sono un’illusione. Senza il cinema e i film voi non sareste qui con me. Tutti abbiamo bisogno di illusione per vivere e per affrontare la vita quotidiana senza sentire il costante desiderio di suicidarci [ride] Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, non mi viene in mente niente di specifico ma ho dei figli che non perdono mai occasione di ricordarmi cosa non riesco a fare [ride].”

Non so se lo sa ma esiste un film francese, Marguerite di Xavier Giannoli, presentato l’anno scorso al Festival del Cinema di Venezia, che racconta una storia molto simile a quella di Florence Foster Jenkins. Volevo sapere se ha mai visto questo film e cosa ne pensa.

“Ho sentito molto parlare di Marguerite e sempre con toni entusiastici ma purtroppo non l’ho ancora visto.”