Dopo Il male
non esiste, vincitore dell’Orso d’oro al Festival
internazionale del cinema di Berlino, Rasoulof
racconta una famiglia, che attraverso le sue dinamiche interne,
diventa ritratto di un paese intero, l’Iran, scosso dalle pressioni
politiche e religiose, dalle repressioni, dalle censure e
dall’oppressione nei confronti delle libertà personali. A queste
prevaricazioni, rappresentate nel film dal potere di un padre di
famiglia, si oppongono le donne, ovvero le nuove generazioni, in un
crescendo di tensione.
Il seme
del fico sacro è il simbolo della resistenza artistica e
civile del popolo iraniano, una resistenza guidata innanzitutto dal
coraggio delle donne e dei giovani che si battono per una
rivoluzione culturale, ancora lontana.
La trama di Il seme del
fico sacro
Teheran. I festeggiamenti per la
promozione di Iman a giudice istruttore del Tribunale della Guardia
Rivoluzionaria coincidono con il movimento di protesta popolare a
seguito della morte di una giovane donna.
Iman è alle prese con il peso
psicologico del suo nuovo ruolo. Mentre le sue figlie, Rezvan e
Sana, sono scioccate e, allo stesso tempo, elettrizzate dagli
eventi, la moglie Najmeh cerca di fare del suo meglio per tenere
insieme la famiglia.
Quando Iman scopre che la sua pistola
d’ordinanza è sparita, sospetta delle tre donne. Spaventato dal
rischio di rovinare la sua reputazione e di perdere il
lavoro, diventa sempre più paranoico e inizia, in casa propria,
un’indagine in cui vengono oltrepassati tutti confini, uno dopo
l’altro…
Il decimo
film di
Mohammad Rasoulouf, l’ottavo lungometraggio, potrebbe essere
definito uno dei suoi film più incisivi, in cui critica apertamente
il governo iraniano. Il seme del fico sacro
(la
nostra recensione) sceglie di spostare l’obiettivo direttamente
nel cuore dell’amministrazione teocratica, per evidenziare la
fragilità e il marciume all’interno di una famiglia, mentre le
differenze ideologiche e morali minacciano di distruggerla.
Cosa succede in Il seme del fico sacro
La promozione di Iman e la
paranoia del lavoro
Avvocato onesto, devoto alla sua
fede e al governo, Iman vive con la moglie Namjeh e le due figlie,
Rezvan e Sara. La promozione lo vede come giudice istruttore alle
dirette dipendenze del Tribunale Rivoluzionario di Teheran.
Il Tribunale rivoluzionario si
occupa di quasi tutti i reati che potrebbero mettere a rischio la
salute interna ed esterna del paese o l’ideologia in generale. Dai
reati su larga scala come il contrabbando o lo spionaggio
all’istigazione alla calunnia contro il governo, tutto rientra
nella competenza di questo Tribunale rivoluzionario. A differenza
della magistratura ordinaria, i processi non sono pubblici, non
sono presieduti da una giuria ma da un singolo giudice e i dettagli
del processo vengono resi noti solo a discrezione del governo.
Iman, pur essendo stato promosso a
una posizione più alta e aver ricevuto una retribuzione sostanziosa
insieme a un appartamento più grande, scopre presto che la sua
nomina a giudice istruttore non è dovuta al suo talento
giudiziario, ma alla sua devozione all’amministrazione, che lo
renderebbe la mano perfetta per emettere condanne a morte,
indipendentemente dalle prove che indicano tale esito. Almeno
questo sarebbe il motivo per cui il suo superiore Ghaderi gli
avrebbe ordinato di firmare queste condanne a morte. Ciò a sua
volta lo avrebbe costretto a rimanere anonimo e a limitare le
informazioni anche ai suoi familiari.
La cena di quella sera,
apparentemente un modo per festeggiare la promozione di Iman, si
traduce invece nel fatto che Iman ordina alle sue due figlie
adolescenti di stare alla larga dai social media, oltre a garantire
che la notizia della sua promozione o posizione all’interno del
governo rimanga limitata tra le quattro mura del loro appartamento.
Per quanto riguarda la protezione, a Iman viene assegnata una
pistola, che Iman maneggia nervosamente, e anche sua moglie prende
nota di quella metodologia cauta.
L’attacco a Sadaf
In Il seme del fico
sacro Rasoulof, pur non riferendosi esplicitamente alle
proteste delle Ragazze di Parigi (protesta per il velo), si
riferirebbe a tali proteste o, cosa più importante, alle proteste
del 2022 contro la morte di Mahsa Amini in custodia della polizia,
che avrebbero portato a manifestazioni diffuse. Le crescenti
manifestazioni portarono Iman a firmare indiscriminatamente ordini
di esecuzione nel suo ufficio. I media riportano con veemenza
contro i manifestanti, dipingendoli come ribelli contro un sistema
giusto; sia Rezvan che Sana seguono le notizie reali e non
edulcorate su Instagram, su bobine in cui il filmato passa alle
riprese reali delle proteste.
Il rapporto tra le giovani donne
indipendenti e dallo spirito libero e la devota Najmeh era stato
inizialmente teso e in qualche modo messo alla prova da Rezvan che
aveva portato una vecchia amica del college, Sadaf, che si era
appena trasferita a Teheran e cercava un posto dove vivere diverso
dal suo dormitorio. La paranoia del lavoro di Iman implicava che
Najmeh non intrattenesse ospiti sotto la sua supervisione. Di
conseguenza, vedeva Sadaf come una delle personificazioni del mondo
esterno che influenzava le sue figlie in modi strani, portandole ad
agire contro la sua famiglia. Questo, tuttavia, raggiunge il
culmine quando, nel bel mezzo delle proteste, Rezvan e Sadaf si
ritrovano nel mezzo della manifestazione mentre vanno al college, e
Sadaf viene colpita al viso da un colpo di fucile.
Sia Najmeh che Sana tornarono a
casa perché la scuola di Sana era chiusa a causa delle proteste.
Quando Najmeh fu convinta da Sana a comprare generi alimentari di
emergenza, Sana aiutò Rezvan a portare di nascosto la ferita Sadaf,
con un occhio cucito e il viso coperto di sangue a causa della
ferita da pallettoni. Le ragazze esiterebbero a portare Sadaf in
ospedale a causa della professione del padre, e così quando Najmeh
torna a casa, è costretta a prestare soccorso a Sadaf contro la sua
volontà, ma si rifiuta di ospitarla per proteggerla. Invece, Sadaf
si travestirebbe e tornerebbe al suo dormitorio al college. Poco
dopo, sarebbe stata arrestata.
La scomparsa della pistola di
Iman
“Il seme del fico sacro” mette in
luce una famiglia che sta dalla parte del regime, i cui membri
lavorano direttamente per il regime e i suoi ideali, e mostra come
la loro lealtà vacilli o il loro stato mentale diventi fragile.
Mentre la scomparsa della pistola potrebbe essere individuata come
l’ovvia rottura mentale, il dilemma esistenziale di Iman
inizierebbe dal momento della sua promozione, quando la
responsabilità di firmare condanne a morte non esaminate
inizierebbe a pesare sulla sua anima, e Iman, a merito di
Rasoulouf, non ha la consapevolezza di sé per rendersi conto di
essere dalla parte dell’oppressore.
Le sue figlie, d’altro canto,
iniziano decisamente a schierarsi contro il padre e il regime che
rappresenta, etichettando chiaramente come bugie le notizie
sfornate dai media ed esprimendosi ad alta voce a tavola con grande
disappunto di Iman. Quando viene messa direttamente di fronte
all’affermazione del padre secondo cui lui sa meglio perché ha
lavorato all’interno del regime per anni, Rezvan ribatte senza
battere ciglio che suo padre non sa meglio. Poiché è uno dei loro,
ci crede e vuole preservarlo a tutti i costi.
Così, quando la sua pistola
scompare improvvisamente dal cassetto del comodino, inizia a
sospettare delle donne della sua famiglia e crede che una di loro
l’abbia rubata per dispetto. Il timore di Iman, così come quello di
Gadhieri, non è solo che Iman possa essere condannato fino a tre
anni di carcere, ma che il danno alla sua reputazione sia
irreparabile. Ciò influirebbe ulteriormente sulla sua futura
promozione. Rendendosi conto di essere con le spalle al muro e
convinto dal suo capo, costringe la moglie e le figlie a farsi
interrogare da Alireza, uno dei migliori interrogatori che lavora
sotto il regime.
La stretta amicizia tra le famiglie
di Iman e Alireza non aiuta Najmeh, Rezvan o Sana. Namjeh viene
interrogata direttamente da Alireza, che la interroga a fondo. Nel
frattempo, Rezvan e Sana vengono interrogati in stanze separate,
con gli occhi bendati e con una visione limitata per poter scrivere
le risposte alle domande poste. Anche con quella visione limitata,
Sana nota un anello di ossidiana nera che adorna le dita di uno
degli interrogatori. Si rende presto conto dell’identità di
quell’interrogatore quando vede l’anello sulla mano di suo padre
mentre la famiglia viene riaccompagnata a casa. Iman interroga lui
stesso le sue figlie, e Sana se ne rende conto.
Quando l’interrogatorio non dà
risultati, sia Iman che Najmeh cercano di fare appello alle loro
figlie. Per Rezvan, fanno il poliziotto buono e quello cattivo, con
Iman che fa il poliziotto buono e le ricorda l’amore e il rispetto
che già ha per lei, mentre Najmeh la provoca e la schiaffeggia
persino. Tuttavia, questo la porta solo a crollare e a supplicare
di essere lasciata in pace. Per Sana, provano un approccio diverso,
cercando di ingannarla con la promessa di lasciarle tingere i
capelli o dipingersi le unghie, ma senza alcun risultato. Sana non
fa la spia su Rezvan, forse perché sa che sua sorella non è
responsabile del furto della pistola.
Il viaggio in auto verso le
montagne
Quando Najmeh era alla ricerca di
Sadaf, aveva chiesto l’aiuto della moglie di Alireza. Durante
quella conversazione, Alireza aveva messo in guardia da un “gruppo
di persone senza scrupoli” che aveva pubblicato sui social media le
informazioni di contatto di tutti gli interrogatori e dei membri
del regime. Questo era il timore che aveva spinto sia Iman che
Ghadieri a mantenere l’anonimato della loro professione, nonché il
motivo per cui era stata assegnata la pistola.
Ma ora che le informazioni di
contatto di Iman sono state pubblicate sui social media, la sua
paranoia raggiunge il culmine. Su ordine del suo capo, decide di
scrivere una lettera al suo capo chiedendo un alloggio ufficiale
prima di sparire con la sua famiglia fino a quando la situazione
non si sarà risolta. Ghadieri gli dà una delle sue pistole in più
per protezione. Una volta a casa, Iman si occupa di proteggere la
sua impronta digitale attaccando dei nastri sulle fotocamere dei
telefoni di sua figlia e annotando i loro codici di accesso in modo
da potervi accedere. Fatto ciò, Iman prende la decisione chiave di
portare la sua famiglia nella casa di montagna della sua
infanzia.
Durante il viaggio in auto, la
famiglia incontra una coppia. Una metà della coppia lo riconosce
mentre sta facendo rifornimento a una pompa di benzina, e la
paranoia di Iman governa la sua azione in cui riesce a girare
intorno e ad avvicinarsi alla macchina della coppia, facendola
uscire di strada. Quando la coppia minaccia di registrare questi
episodi e caricarli sui social media, Sana informa il padre che i
loro cellulari al momento non hanno rete. Rincuorato dalla
rivelazione di quella vuota minaccia, Iman minaccia la coppia con
la sua nuova arma da fuoco. A sua insaputa, le sue figlie, ormai
disilluse dal padre, hanno iniziato lentamente a scappare. Con
grande orrore di Rezvan, Sana rivela che è stata lei a rubare la
pistola e che attualmente ce l’ha lei.
La spiegazione del finale
deIl seme del fico sacro
Perché Iman insegue la sua
famiglia in montagna?
Nella casa della sua infanzia, il
piano di Iman di essere “la famiglia che erano una volta” sembra
dare i suoi frutti, poiché iniziano a legare guardando vecchi video
dei loro viaggi di famiglia insieme ed esplorando la vecchia casa,
i souvenir e le fotografie. Tuttavia, Iman non ha dimenticato il
crimine che lo ha portato alla pazzia e decide di interrogarle
senza alcun tipo di maschera. Chiudendole in una stanza per un’ora,
ordina loro di rivelare la verità perché non gli interessano le
bugie, ma vuole il bugiardo.
Najmeh continua il suo sforzo
erculeo per proteggere le sue figlie dalla vera natura del padre,
cosa di cui era stata complice per tutto il loro matrimonio a causa
della sua eterna obbedienza e fiducia nel marito (leggi: il
regime). A tal fine, decide di addossarsi la colpa delle figlie,
confessando davanti alla videocamera di aver rubato la pistola e di
averla gettata nel canale di fronte al loro appartamento.
Iman, sposata da oltre 21 anni, non
le crede e, quando viene interrogata, la vede agitarsi. Rendendosi
conto che la situazione non sta andando da nessuna parte, Rezvan
decide di confessare di avere la pistola in giardino e che la
restituirà a suo padre a condizione che lui mandi sua madre e sua
sorella a casa sane e salve. Ma quando Rezvan, seguita dal padre,
cerca la pistola in macchina, non riesce a trovarla. Arrabbiata e
frustrata, Iman imprigiona sia Najmeh che Rezvan in celle separate
nella dependance.
Nel frattempo, Sana riesce a
sgattaiolare via con la pistola e si nasconde nella dependance,
dove, insieme a molti attrezzi, trova un impianto audio e
registrazioni del Corano. Quella notte, dopo aver installato i
megafoni in specifiche aree del bosco, riproduce vecchi ricordi
prima di mettere le registrazioni del Corano. Iman, ormai fuori di
sé, cerca disperatamente la fonte del rumore. Quando finalmente
individua la dependance ed entra, Sana, nascosta dietro la porta,
lo chiude dentro. Corre di nuovo verso la casa e libera sua madre e
sua sorella.
La fine de Il seme del fico
sacro è essenzialmente un lungo inseguimento attraverso
vecchie case di fango e rovine disabitate, mentre le tre donne
cercano di sfuggire alle grinfie di un Iman arrabbiato. Il film
termina con Iman che viene fermato dalla figlia Sana sotto la
minaccia di una pistola, mentre trascina Najma per il collo. Mentre
Sana minaccia di sparargli, Iman la provoca, ordinandole di andare
avanti. Spaventata e nervosa, Sana spara con la pistola sul
pavimento, facendo crollare il pavimento sotto Iman che cade e
muore, con la mano tesa che mostra l’anello nero rivolto verso
l’alto.
Il filmato termina con riprese
reali delle proteste e dei danni collaterali causati dalle
rappresaglie del regime.
Il seme del fico
sacro è un’opera potente, che guarda con lucidità alla politica
e alla società, e conferma Mohammad Rasoulof come una
delle voci più coraggiose e incisive del cinema contemporaneo.
Dopo il pluripremiato
Il male non esiste, il regista iraniano torna a
denunciare l’oppressione del regime di Teheran con un film che
mescola tensione, dramma e un’intensità emotiva che non lascia
scampo.
Il seme del fico
sacro, tra realtà e finzione
Girato in condizioni
estreme e portato clandestinamente fuori dall’Iran, il film
racconta la storia di Iman, comandante delle milizie Basij,
incaricato di reprimere le proteste del 2022 scoppiate dopo la
morte di Mahsa
Amini. Le sue due figlie, però, giovani e volitive, e
soprattutto ignare della vera natura del lavoro di loro padre, si
fanno coinvolgere nelle proteste. In mezzo a questo gigantesco e
pericolosissimo conflitto di interessi c’è la moglie di Iman,
Najmeh, consapevole sia del vero ruolo del marito
nel regime, sia del desiderio di rivolta che infiamma le
figlie. La narrazione si sviluppa quindi come un dramma
familiare che sfocia in un vero e proprio conflitto generazionale e
politico, con una tensione crescente che riflette il clima di paura
e oppressione vissuto in Iran. Rasoulof costruisce il film come se
fosse un thriller, con uno sguardo lucido e implacabile sul sistema
repressivo iraniano.
Il peso della
repressione e il coraggio della ribellione
Uno degli aspetti più
incisivi di Il seme del fico sacro è la rappresentazione del
regime iraniano attraverso la figura di Iman. Il protagonista non è
un semplice ingranaggio della macchina repressiva, ma un uomo che
si confronta con il lato più brutale del sistema e che lo
sottoscrive scientemente. Rasoulof non lo dipinge come un semplice
carnefice, ma come un uomo all’inizio combattuto, e poi
tragicamente cosciente del suo operato, travolto dal suo senso di
disciplina inculcatogli dal regime e dalla sua posizione.
Le figlie sono invece un
contraltare perfetto, sono la speranza e la resistenza: una
generazione che rifiuta di piegarsi e che, nonostante il pericolo,
lotta per la libertà. La loro ribellione è la miccia che innesca il
conflitto interiore di Iman, mettendo a nudo la violenza
sistematica del regime che prende il sopravvento anche quando di
fronte a lui c’è il sangue del suo sangue. Non ci sono sconti per
chi ostacola il regime, anche se si tratta della propria
famiglia.
La regia di Rasoulof:
realismo e intensità
Lo stile di
Rasoulof è asciutto, privo di retorica, e si
affida a una messa in scena cruda e immersiva. Le riprese in
interni, spesso claustrofobiche, contribuiscono a trasmettere il
senso di oppressione vissuto dai protagonisti anche grazie
all’utilizzo di primi piani intensi per catturare la sofferenza e
il conflitto emotivo dei personaggi. Agli interni stretti e angusti
si alternano i filmati reali degli scontri per le strade di
Teheran, raccolti mettendo a repentaglio sul serio la propria vita.
Finestre documentarie all’interno di una storia di fiction che
prima di diventare metafora in un finale imprevedibile, è un
resoconto più che plausibile della condizione di vita in Iran.
Più che un film, Il
seme del fico sacro è un atto di resistenza. Rasoulof ha dovuto
affrontare enormi difficoltà per realizzarlo, e la sua condanna
all’esilio dimostra quanto il regime consideri pericolosa la sua
voce. Il film non si limita a denunciare le ingiustizie, ma vuole
scuotere il pubblico, mostrando realtà scomode e mostrando il
prezzo della libertà.
Un atto di resistenza
cinematografica
Non è un caso che il
titolo richiami il fico sacro, simbolo di rinascita e resistenza.
Il film si chiude lasciando nello spettatore un senso di
inquietudine, ma anche di speranza: per quanto oppressiva possa
essere una dittatura, il desiderio di libertà non può essere
soffocato. Il film, protagonista nella stagione dei premi 2025,
batte bandiera tedesca, dal momento che solo da rifugiato in
Germania e con quei contributi, Rasoulof è riuscito a completare il
film. Tuttavia, dal Festival
di Cannes 2024 (dove ha vinto il premio della Giuria),
che ne ha visto l’esordio, fino alla
Notte degli Oscar 2025, dove il film concorre come Miglior
Film Internazionale, Il seme del fico sacro sta
raccontando al mondo la sua storia e la storia dell’Iran.
Il seme del fico
sacro è un film capace di unire denuncia politica e intensità
narrativa con straordinaria efficacia. Mohammad
Rasoulof è il regista di cui il cinema ha bisogno per
confermarsi, oltre a forma d’espressione artistica, anche voce di
popoli e di resistenza.
Nella
prima parte dell’ultima stagione di Cobra
Kai, Daniel LaRusso (Ralph
Macchio) ha descritto con serietà il Sekai Taikai come il
suo “canto del cigno del karate”. Quello che era iniziato come una
competizione liceale si è ora evoluto in prestigiosi tornei
internazionali in sei stagioni, e il Sekai Taikai è chiaramente
diventato il canto del cigno di Cobra Kai. Dal modo
rispettoso in cui i personaggi pronunciano i loro nomi ai dettagli
meticolosi della competizione, è facile credere che il
Sekai Taikai sia un vero e proprio torneo di arti marziali
miste nella Stagione 6, Parte 2.
Nel mondo di Cobra Kai, il Sekai Taikai è
il torneo finale a cui un combattente di karate competitivo vuole
partecipare. Anche se Daniel aveva precedentemente
insistito sul fatto che il Miyagi-do non era stato creato per
competere nelle gare, i suoi studenti hanno già partecipato al
famigerato All Valley Tournament: il Sekai Taikai è
semplicemente su una scala infinitamente più grande. Daniel e
Johnny (William Zabka) fondono i loro dojo e i
loro stili di insegnamento per formare un dojo unito, il Miyagi-do,
e partecipano alla competizione globale con una squadra di sei
studenti.
I primi turni del Sekai Taikai
prevedono eventi di squadra che aiutano il dojo a progredire fino
ai turni di campionato a cui partecipano i capitani dei dojo.
Questo tipo di struttura è presente in molti tornei di arti
marziali miste della vita reale, dove vengono utilizzati
sistemi di punteggio e qualifiche simili. Per questo motivo, il
Sekai Taikai potrebbe non essere una vera competizione, ma attinge
ai principi dei tornei reali per garantire un livello di
credibilità e verosimiglianza.
Il Cobra Kai distingue ogni
dojo nel Sekai Taikai
Oltre all’organizzazione specifica
dei round e dei punti, Cobra Kai si concentra anche sulla
valorizzazione dei 16 dojo partecipanti, assicurandosi che siano
distinguibili a prescindere dalla brevità del tempo trascorso sullo
schermo. Il co-creatore Josh Heald ha dichiarato a Netflix Tudum
che il team voleva assicurarsi che “vedessimo una fetta di
karate nei vari punti lontani del nostro mondo”. Il modo
più diretto per farlo è stato attraverso i colori delle uniformi,
ognuna distinta in modo da poterle distinguere facilmente,
associando i loro colori ai comportamenti generali dei dojo: il
giallo Dublin Thunder, sempre pronto per una rissa, dell’Irlanda o
il rosso Tiger Strike, troppo aggressivo, della Russia.
Queste sfumature sono presenti
anche nei loro stili di combattimento, che differiscono leggermente
per riflettere le pratiche delle loro culture. Questa continuità
viene mantenuta anche quando gli studenti combattono
semplicemente sullo sfondo, dove gli stunt performer producono
sconfitte o vittorie esagerate per dare a ogni dojo un certo
fascino. In questo modo, ci vengono offerti brevi scorci di
ciascuno dei 16 dojo, creando un’atmosfera internazionale
alla competizione.
Cobra Kai crea un’atmosfera
internazionale nella sesta stagione
Come dice anche Heald nella
suddetta intervista: “Volevamo essere sicuri di mantenere la
promessa di una competizione internazionale di arti marziali”.
Durante la produzione, Cobra Kai ha fatto tutto
il possibile per creare fattori di differenziazione tra i dojo
e creare un’atmosfera globale in senso visivo. I colori, i
movimenti e il linguaggio del corpo giocano tra loro per costruire
un ambiente così diverso. Ma nella post-produzione, questo viene
fatto anche attraverso la musica, poiché ogni volta che un
dojo combatte sullo schermo, viene scandito dal proprio tema
musicale ispirato alla sua cultura. Ancora una volta,
questo distingue subliminalmente i dojo, creando un’aria vivace e
multiculturale per il Sekai Taikai.
Seguire la sola struttura di una
competizione internazionale di karate non sarebbe stato sufficiente
a renderla credibile. Aggiungendo le idiosincrasie di ogni dojo e
curando un’atmosfera globale, non solo si rende la Sekai Taikai più
realistica, ma si aumenta anche la pressione e la posta in gioco
legata a questo canto del cigno della competizione. L’approccio
riflessivo e ponderato di Cobra Kai alla
scrittura, alla produzione e al montaggio del torneo fa sì
che, anche se il Sekai Taikai non è reale, lo sembri
davvero.
Cobra Kai Stagione
6, Parte 2 è disponibile in streaming su Netflix.
Diretto dal candidato all’Oscar
Jim Sheridan, celebre per film come Il
mio piede sinistro e Nel nome del padre,
Il segreto (qui la recensione) è arrivato al
cinema nel 2016, dopo un’anteprima italiana avvenuta in occasione
della Festa del Cinema di Roma. Interpretato da un
ricco cast composto da alcuni dei maggiori interpreti di Hollywood,
questo è una potente storia d’amore che si snoda attraverso un
lungo arco temporale, durante il quale si ripercorrono grandi
passioni, dolori e vengono alla luce indicibili segreti. Sherida
trasse l’idea per il film dall’omonimo romanzo di Sebastian
Barry.
Pubblicato nel 2008, questo divenne
un vero e proprio best seller, ricevendo numerosi riconoscimenti e
una grande attenzione dall’industria cinematografica. Acquisiti i
diritti sull’opera, si procedette così alla realizzazione del film.
Di grande interesse, oltre alla storia d’amore narrata, era anche
la rappresentazione che si faceva dell’Irlanda del Nord, luogo dove
si sono poi ambientate le riprese. Al momento della sua uscita, il
film venne accolto con particolare interesse, tanto da parte dei
lettori del romanzo quanto dai fan degli attori coinvolti.
Il risultato non sembra però aver
soddisfatto i più, destinando il film ad un passaggio in sala breve
e sottotono. La stessa critica ha indicato Il segreto come
un mancato buon adattamento, nonostante tutto il suo potenziale
come opera cinematografica. Il titolo è però un lungometraggio da
riscoprire, capace di contenere al suo interno tanto dolore umano
ma anche tanta gioia e speranza. Diverse sono poi le curiosità
legate al suo cast, e continuando nella lettura sarà possibile
scoprire queste ed altre curiosità ad esso legate. Infine, si vedrà
anche dove è possibile ritrovare il film in streaming per una
visione casalinga.
La trama di Il
segreto
Protagonista del film è
Rose, un’anziana donna reclusa in un ospedale
psichiatrico in Irlanda. Qui ha vissuto per più di cinquant’anni,
tenendo con sé tutti i segreti della propria storia. La struttura è
però destinata ad un’imminente chiusura, ma Rose non sembra affatto
intenzionata a lasciarla. Per tentare di convincerla, i medici
contatteranno il dottor Grene. Questi tenterà di
far luce sui traumi che hanno ridotto la donna ad uno stato di
salute precario, ma riuscire a conquistare la fiducia di lei sarà
più difficile del previsto. Lentamente, però, Rose inizia a
raccontare la sua storia, scritta segretamente sulle pagine di una
Bibbia fornita dall’ospedale. Grazie a questa Grene ha modo di fare
un tuffo nel passato, arrivando a far emergere una verità
sconvolgente rimasta sepolta per molto tempo.
Si torna così agli anni Quaranta,
quando Rose è una giovane forte e ambiziosa. Contesa da molti per
la sua bellezza, saranno il cattolico anti-britannico
Conroy e il sacerdote Gaunt a
giocarsi la conquista del suo cuore. Ma Rose non sembra interessata
né all’uno né all’altro. Mandata dai genitori a trascorrere un
periodo in una casa fuori dal villaggio, la giovane ha modo di
incontrarsi con il soldato pilota Michael McNulty,
protestante e simpatizzante per gli inglesi. In breve, i due si
innamorano e segretamente si sposano, persi nell’amore l’uno per
l’altro. Ma il nascere della storia coincide sfortunatamente anche
con lo scoppiare della Seconda guerra mondiale, che finirà
inevitabilmente per incidere sulle loro vite e sul loro futuro.
Il segreto: il cast del
film
Per un film tanto incentrato sui
personaggi e le loro emozioni, non si poteva non affidarsi a grandi
interpreti capaci di esaltare tutto ciò. Sin da subito la
produzione si rivolse alla premio Oscar Vanessa
Redgrave per il ruolo dell’anziana Rose. L’attrice,
attratta dalla complessità del personaggio accettò da subito con
piacere di ricoprire il ruolo. Per poter ricoprire al meglio la
parte, la Redgrave si informò molto sulle principali malattie
psichiatriche, cercando così di ricostruire un profilo dell’anziana
Rose in base ai traumi a lei accaduti. Per la versione giovane del
personaggio, invece, era inizialmente stata considerata l’attrice
Jessica
Chastain (Zero Dark
Thirty). Questa, però, venne infine sostituita da Rooney
Mara (Carol), la
quale conquistò il ruolo per via della sua capacità di risultare
aggraziata e caratterialmente forte allo stesso tempo.
Per il personaggio del sacerdote
Gaunt era invece stato scelto l’attore Jonathan Rhys
Meyers (Match Point).
Questi si allontanò però dal progetto nel momento in cui l’inizio
delle riprese venne ritardato. A sostituirlo fu allora scelto
Theo James, noto per aver interpretato il
personaggio di Tobias “Quattro” Eaton nella saga fantascientifica
Divergent.
L’attore Eric
Bana (Troy) ha invece interpretato il dottor
Stephen Grene, mentre Aidan Turner, noto per la
parte di Kili in Lo Hobbit, è stato scelto per Jack
Conroy. Ad interpretare il grande amore di Rose, Michael McNulty,
vi è invece Jack
Raynor, noto per aver partecipato a diversi celebri
film come Transformers 4 e Macbeth.
Il segreto: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Il
segreto è infatti presente su Rakuten TV,
Google Play e Tim Vision. Per poter usufruire del film,
sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare
il singolo film. In questo modo sarà poi possibile vedere il titolo
in tutta comodità e al meglio della qualità video, senza limiti di
tempo. Il film è inoltre in programma in televisione per
mercoledì 22 febbraio alle
ore 21:10 sul canale Rai
Movie.
È stato presentato all’ultima Festa
di Roma con il titolo The Secret Scripture, e
arriverà in sala da noi come Il Segreto, il film
con protagonista Rooney Mara, diretto
dal regista de Il Mio Piede Sinistro e
Nel Nome del Padre,Jim
Sheridan.
Ecco il trailer distribuito da
Lucky Red:
Il poster de Il Segreto
Tratto dall’omonimo romanzo di
Sebastian Barry vincitore di numerosi premi, arriva al cinema la
storia di Rose, una donna forte e coraggiosa con nel cuore un
segreto inconfessabile e negli occhi il bisogno di verità. Quando
il Dottor Stephen Grene, incuriosito, inizia a indagare sul suo
misterioso passato, verranno alla luce una relazione di passione e
amore travolgente e una colpa, l’unica per Rose: essersi innamorata
dell’uomo sbagliato… Diretto da Jim Sheridan, già regista di capolavori
indimenticabili come Il mio piede sinistro e Nel nome del padre, e
interpretato da un cast di attori strepitosi, tra cui Rooney Mara e
il premio Oscar® Vanessa Redgrave, Il segreto è il racconto
struggente di un amore vero e profondo che ha continuato a vivere
nonostante tutto e tutti.
Quella del Sudamerica si è negli
ultimi anni affermata come una delle filmografie più affascinanti e
importanti del mondo. Dai ben noti registi messicani
Alejandro Gonzales Iñárritu, Alfonso
Cuarón e Guillermo del Toro ai cileni
Pablo Larrain e Sebastian Lelio.
Sono moltissimi i nomi meno noti ma meritevoli di essere scoperti
dal grande pubblico e tra questi vi è anche l’argentino
Pablo Trapero. Questi vanta in realtà già un
proprio seguito e una filmografia di rispetto, composta da titoli
come Leonera, Elefante Blanco e Il clan. Attualmente il
suo ultimo film è Il segreto di una
famiglia (qui la recensione), melodramma
del 2018 fortemente radicato alla storia dell’Argentina.
Presentato fuori concorso alla
Mostra del Cinema di Venezial, il film, scritto dallo stesso
Trapero insieme ad Alberto Rojas Apel, come spesso
accade nel cinema sudamericano, riflette sui difficili anni della
dittatura attraverso racconti che sembrano intrecciarsi con questa
solo in modo marginale. Il dramma famigliare da loro costruito per
questo film (il cui titolo originale è La quietud) è però
il modo migliore per affrontare l’argomento attraverso le ferite di
una famiglia borghese apparentemente serena. Ognuno dei personaggi
riporta invece dentro di sé gli sconvolgimenti emotivi causati in
modo più o meno direttamente da quei drammatici anni.
Per gli amanti del cinema
sudamericano e di questa tipologia di drammi, è un film da non
perdere. Diviso tra segreti, paure, erotismo e personaggi
fortemente complessi, Il segreto di una famiglia è un
affascinante esempio del potenziale narrativo di Trapero. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Il segreto di una
famiglia e il suo contesto storico
La vicenda del film si anima a
partire da un infarto che colpisce l’anziano
Esteban e che spinge la figlia
Eugenia a tornare nella casa di famiglia, chiamata
“La quietud”, in Argentina dopo anni trascorsi lontana, con una
nuova vita a Parigi. Rientrata lì dove è cresciuta, la donna si
ritrova al capezzale del padre accanto alla madre
Esmeralda e alla sorella Mia, la
quale al contrario di Eugenia non ha mai lasciato quei luoghi. Le
due sorelle possono ora finalmente ritrovarsi, vedendosi però anche
costrette a fare i conti con segreti famigliari e con le ferite del
passato, drammaticamente legate alla dittatura militare.
Similmente a quanto avvenuto in
altri Paesi del Sudamerica, anche in Argentina negli anni Settante
ebbe luogo una dittatura militare particolarmente feroce. Il quadro
di forte instabilità politica presente in quegli anni nel Paese
portò al golpe militare del 24 marzo 1976, da cui Jorge
Rafael Videla emerse come presidente. Da quell’anno fino
al 1983 le forze armate detennero il potere, reprimendo ogni
opposizione e dando vita a quella che è passata alla storia come la
“Guerra sporca”. Durante il periodo della dittatura oltre 30.000
persone scomparvero dalla circolazione. Una serie di sconfitte
militari e politiche portarono infine al ripristino della
democrazia nel 1983. Una transizione però tutt’altro che
indolore.
Il segreto di una
famiglia: il cast del film
Ad interpretare il ruolo di Eugenia
vi è l’attrice argentina naturalizzata francese Bérénice Bejo,
candidata all’Oscar per il film The Artist ma celebre
anche per titoli come Il passato,Il mio Godard e Il materiale emotivo.
Accanto a lei, nel ruolo della sorella Mia si ritrova invece
l’attrice Martina Gusman, attrice ricorrente nella
filmografia di Trapero, con il quale prima di questo film aveva già
collaborato per altri quattro lungometraggio. Il regista, inoltre,
ha scelto le due attrici per la loro grande somiglianza, che
contribuisce ad un certo senso di ambiguità. Nel film sono poi
presenti gli attori Graciela Borges nei panni
della madre Esmeralda, Joaquin Furriel in quelli
del padre Esteban ed Edgar Ramirez come
Vincent.
Il segreto di una
famiglia: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di Il
segreto di una famiglia grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 15 febbraio alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Uscirà il 9 maggio, data simbolica
per chi conosce il cantante partenopeo, Il Segreto di
Liberato, il nuovo film che Francesco
Lettieri (Ultras,
Lovely Boy) ha scritto e dirige insieme a
Giorgio Testi, con le animazioni di
Giuseppe Squillaci e LRNZ. Be
Water ha diffuso il primo trailer del film.
Con le voci di
Liberato,Nando Paone e
Simona Tabasco, il film sarà distribuito al cinema
da Be Water Film per una settimana. Del progetto si sa ancora molto
poco, fatta eccezione che per le bellissime illustrazioni di LRNZ e
per una breve sinossi “in lingua”:
“A NAPULE TUTT’ QUANT’ TENIMM’ ‘NU
SEGRET’.OGNI VICO, OGNI PALAZZO, OGNI MURO TEN’ ‘E MISTER’ SUOJE.CE
STA ‘O SEGRET’ ‘RO MUNACIELL’, ‘ A BELLA ‘MBRIANA, ‘O SANG’ ‘E
SANGENNARO, ‘E PRET’ ‘DA PEDAMENTINA, ‘A SIRENA PARTENOPE, LL’OV’
SOTT’ ‘OCASTIELL’, ‘O SEGRET’ ‘E PULECENELL’…E PO’ CE STA ‘O
SEGRET’ MIE.”
Uscirà il 9 maggio, data simbolica
per chi conosce il cantante partenopeo, Il Segreto di
Liberato, il nuovo film che Francesco
Lettieri (Ultras,
Lovely Boy) ha scritto e dirige insieme a
Giorgio Testi, con le animazioni di
Giuseppe Squillaci e LRNZ.
Con le voci di
Liberato,Nando Paone e
Simona Tabasco, il film sarà distribuito al cinema
da Be Water Film per una settimana. Del progetto si sa ancora molto
poco, fatta eccezione che per le bellissime illustrazioni di LRNZ e
per una breve sinossi “in lingua”:
“A NAPULE TUTT’ QUANT’ TENIMM’ ‘NU
SEGRET’.OGNI VICO, OGNI PALAZZO, OGNI MURO TEN’ ‘E MISTER’ SUOJE.CE
STA ‘O SEGRET’ ‘RO MUNACIELL’, ‘ A BELLA ‘MBRIANA, ‘O SANG’ ‘E
SANGENNARO, ‘E PRET’ ‘DA PEDAMENTINA, ‘A SIRENA PARTENOPE, LL’OV’
SOTT’ ‘OCASTIELL’, ‘O SEGRET’ ‘E PULECENELL’…E PO’ CE STA ‘O
SEGRET’ MIE.”
A Napoli tutti
hanno un segreto. Con questa premessa, quasi una
giustificazione, si apre Il Segreto di Liberato, il
documentario sull’ascesa del musicista partenopeo che ha
costruito intorno al mistero della sua vera identità una mitologia
che si alimenta con il sound evocativo e assai specifico, della sua
produzione. Ma quanto è importante il mistero della sua vera
identità di fronte all’emozione che la sua musica riesce a
smuovere?
Intorno a questa domanda
si srotola la storia raccontata a otto mani da Francesco Lettieri, Giorgio Testi (per la parte
in live action), LRNZ e Giuseppe Squillaci (per le sequenze
animate) e che mescola il linguaggio del documentario
convenzionale, con il racconto di un viaggio di formazione affidato
all’animazione.
Il Segreto di Liberato, cosa racconta il
documentario
E così testimonianze e
interviste ai collaboratori di Liberato, immagini
rubate, filmati di repertorio e riprese della città di
Napoli, grande co-protagonista della storia, si
intrecciano con un film d’animazione in cui assistiamo alla
crescita e alla formazione, musicale, emotiva, sessuale, umana, di
un ragazzino con l’ambizione della musica e “la guerra in
testa”. Due racconti che si intrecciano e in armonia
accompagnano lo spettatore dalla nascita del “fenomeno Liberato”
con l’uscita del videoclip di 9 maggio, fino al tour europeo
dell’estate 2023, aprendo una porta sul passato del misterioso
artista.
La narrazione
documentaristica si snoda attraverso i racconti personali di chi ha
interagito negli anni con Liberato, condividendone non solo il
segreto dell’identità, ma soprattutto il progetto artistico, le
passioni, il modo di fare, la filosofia di vita. Francesco
Lettieri, già regista dei videoclip dell’artista, è non
solo regista, ma anche trai protagonisti di un racconto tanto
divertente e coinvolgente nella parte live action, quanto
romantico e malinconico nelle splendidamente sequenze animate.
Immagini pure e potenti, capaci di restituire quello stato d’animo
tipico della (post) adolescenza, quando le emozioni sono percepite
amplificate e totalizzanti, a fior di pelle, e ogni strada sembra
contemporaneamente impraticabile eppure l’unica percorribile.
Mentre la troupe di
Liberato lo accompagna nel “Turnamm’ a cas’” tour
dell’estate 2023 (di sole tre tappe “perché sei scarso”, lo
prendono in giro in una scena del film), tra risate, aneddoti e il
protagonista stesso, opportunamente mascherato e truccato, che si
racconta senza mai prendersi troppo sul serio, i disegni di
LRNZ (Lorenzo
Ceccotti) prendono vita in flashback in cui
un’animazione essenziale e sensuale racconta la storia di un
ragazzino con la vocazione per la musica e con l’amore per Napoli,
adottando un linguaggio potente e realistico, vero, nonostante
indugi spesso in visioni, suggestioni e momenti onirici.
Tra tammorre e
distorsioni elettroniche
Il Segreto di
Liberato tenta anche di analizzare le ragioni del successo
dell’artista, coinvolgendo discografici e critici musicali che
hanno seguito dall’inizio la nascita di questo fenomeno. E persino
chi di musica capisce poco e niente si rende conto che in quel
miscuglio di linguaggi, tempi storici e stili c’è qualcosa di
particolare e irresistibile. La musica di Liberato
riesce a essere universale, a-temporale e contemporanea, mescola
sonorità sintetiche e tradizionali, tammorre e distorsioni
elettroniche, mixando la musicalità della lingua napoletana arcaica
con la sintesi dell’inglese, generando un ritmo trascinante e
tribale, viscerale, evocando demoni e divinità. E tutto questo
appare inequivocabile e lampante nelle scene riprese dai suoi
concerti in giro per l’Europa e a Napoli.
Napoli. Quella
città/ventre che lo ha visto nascere e crescere, che lo tiene
incollato alle sue strade e al suo mare, che popola la morfologia
delle sue canzoni di luoghi e personaggi fantastici, che ama
visceralmente e dalla quale è ricambiato con ardore. Quella stessa
città che gli ha permesso di festeggiare uno scudetto storico,
chiamandolo, da solo con un pianoforte, a suonare in mezzo al prato
dello Stadio Diego Armando Maradona, il 7 maggio
del 2023, con addosso una maglia della squadra con il numero 95.
No, non 95 ma 9-5, 9 maggio.
9 maggio m’è sfunnat
Si tratta di una data
speciale, per Liberato. Non è solo il titolo del
suo primo singolo, ma un appuntamento per tutti i suoi fan. È
sempre successo qualcosa di speciale il 9 maggio. Quest’anno arriva
al cinema, per una settimana, il film-evento che celebra non solo
il personaggio, ma anche il suo percorso, la sua squadra, i suoi
fan, la sua città. Il Segreto di Liberato sembra anche
svelarci (sul serio?) perché questa data è così importante, ma è
l’unico mistero su cui fa luce. Alla fine della visione non
sappiamo chi c’è dietro la maschera, forse perché, un po’ come
l’Uomo Ragno, Liberato possono essere tutti: egli
è una città, è un pensiero, è un modo di vivere, di fare musica, di
amare, di tifare Napoli. È un ragazzino che in un giorno di
pioggia, decide di tirarsi su il cappuccio della felpa. E
nascondendosi dietro a una maschera si è… Liberato.
I film incentrati sulla figura dei
serial killer sono da sempre particolarmente affascinanti, per via
dei “giochi” a cui sottopongono i protagonisti e gli stessi
spettatori, chiamati a cercare di risolvere il puzzle di enigmi a
cui gli assassini di turno sottopongono i propri rivali. Film come
Seven,
Copycat,
Zodiac o Hangman
– Il gioco dell’impiccato sono solo alcuni tra i titoli
più celebri di questo genere. Quelli più o meno liberamente
ispirati ad assassini realmente esistiti, però, hanno un “fascino”
in più. Tra i tanti appartenenti a questa categoria, un titolo meno
conosciuto è Il segreto di David – The Stepfather,
diretto nel 2009 da Nelson
McCormick, noto anche per Che la fine abbia
inizio (2008).
Questo thriller del 2009 – remake
del film The Stepfather – Il patrigno, diretto nel 1987 da
Joseph Ruben e interpretato da Terry
O’Quinn – riprende dunque una vicenda liberamente
ispirata a quella di un noto assassino statunitense, arrichendola
naturalmente di risvolti ed elementi che arricchiscono così il
tutto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Il segreto di David – The
Stepfather
Al suo ritorno a casa, dopo aver
trascorso un po’ di tempo in una scuola militare per ragazzi
problematici, Michael trova sua madre
Susan alle prese con un nuovo compagno,
David Harris, che ha conosciuto casualmente al
supermercato. Più Michael impara a conoscere il nuovo patrigno e
più Michael diventa però sospettoso, decidendo infine di indagare
su di lui. Scopre così che questo signore dai modi gentili non è
altro che un serial killer che ha già eliminato molte famiglie. Nel
quartiere, le poche persone che hanno cominciato a notare delle
incongruenze nei racconti di David iniziano inoltre a sparire
misteriosamente. Michael capisce allora che non gli rimane molto
per salvare sé stesso, sua madre e i suoi due fratelli.
Ad interpretare David Harris vi è
l’attore Dylan Walsh, noto soprattutto per il suo
ruolo nella serie televisiva Nip/Tuck, in cui interpreta il
dottor Sean McNamara. Nel ruolo di Michael Harding, invece, vi è
l’attore Penn Badgley, oggi noto come protagonista
della serie You, dove per ironia della sorte è lui ad
essere un assassino che si insinua nelle vite altrui. L’attrice
Sela Ward interpreta invece Susan Harding, mentre
l’attrice
Amber Heard(ex moglie di Johnny
Depp) è Kelly Porter, la ragazza di Michael.
Completano poi il cast gli attori Jon
Tenney, Skyler
Samuels e Braeden Lemasters
rispettivamente nei ruoli di Jay, Beth e Sean Harding.
La storia vera dietro al film
Il segreto di David – The
Stepfather è sicuramente un film spaventoso, ma la
storia vera è decisamente più inquietante. Tutto ha inizio il 9
novembre 1971, quando un contabile tranquillo e senza pretese del
New Jersey di nome John List commise un
crimine orribile. Dopo che i suoi tre figli adolescenti erano
usciti per andare a scuola, si insinuò in cucina e sparò alla nuca
della moglie, passando poi ad uccidere i loro tre figli. Poi salì
le scale che portavano alla camera della madre e la baciò prima di
spararle in faccia. Una volta messo in atto il suo macabro piano,
List ha riferito che non poteva tirarsi indietro.
Pulì la casa, spostò il corpo della
moglie nella sala da ballo vuota, dove aveva steso dei sacchi a
pelo sul pavimento, e poi iniziò a scrivere. List interruppe le
consegne di latte, posta e giornali alla famiglia. Inviò lettere
alle scuole e ai lavori part-time dei figli, spiegando che
sarebbero stati fuori città per un periodo di tempo indeterminato
per far fronte a un’emergenza familiare. Ha chiuso il proprio conto
corrente e quello della madre. Quest’uomo timorato di Dio e
profondamente religioso ha poi scritto una lettera di cinque pagine
al suo pastore, spiegando il motivo degli omicidi. Una volta fatto
questo, non gli rimase altro da fare che aspettare.
La figlia sedicenne Patricia è stata
la prima a tornare a casa da scuola. Mentre entrava in casa, le ha
sparato alla nuca. List ha fatto lo stesso con il figlio
tredicenne, Frederick, e poi ha guidato fino alla scuola del figlio
maggiore per vederlo giocare una partita di calcio. Quando
tornarono a casa, List uccise l’ultimo figlio rimasto, ma a
differenza degli altri, John Jr. non se ne andò in silenzio. Il suo
corpo sussultò quando List gli sparò addosso una 9 millimetri e una
22. John Jr. è stato colpito così più volte al petto e al volto.
Dopo altre pulizie (List era estremamente metodico), fu il momento
della cena.
List ha raccontato di aver consumato
un pasto tranquillo e sereno mentre nella stanza accanto c’era la
sua intera famiglia uccisa. Ciò che molti trovano incredibile è che
List andò poi a letto e “dormì come un bambino”, come se non avesse
alcuna preoccupazione al mondo. Il giorno dopo, abbassò il
termostato, accese tutte le luci della casa e accese la radio sulla
sua stazione di musica classica preferita. Uscì di casa e nessuno
lo vide più per diciotto anni. List aveva progettato gli omicidi
così meticolosamente, che per un mese circa nessuno si accorse
dell’assenza delle sue vittime.
Dopo aver assunto una falsa identità
ed essersi risposato, venne infine identificato e arrestato il 1º
giugno 1989. Ciò fu possibile in quanto nel maggio di quell’anno la
sua vicenda venne narrata nel programma American Most
Wanted, dove si fornì un identik del suo possibile aspetto.
Ironia della sorte, List era un grande fan della serie e aveva
persino visto una parte dell’episodio che lo vedeva protagonista.
In seguito, si disse sorpreso da quanto il busto del suo identikit
gli somigliasse, ma per il resto non si preoccupò di quella
rinnovata attenzione nei suoi confronti.
Tuttavia, un uomo che riconobbe in
quell’identik il suo vicino di casa segnalò la cosa alla polizia,
che arrestò infine List. Egli si dichiarò innocente ma quando
l’analisi delle impronte digitali dimostrò che era lui, confessò
quanto compiuto. Sebbene nella sua famigerata lettera di cinque
pagine abbia affermato che gli anni ’70 erano un “periodo
peccaminoso” e che aveva ucciso la sua famiglia per salvare le loro
anime e farle andare in paradiso, la sua difficoltà a tenersi un
lavoro e le conseguenti difficoltà finanziari hanno probabilmente
giocato un ruolo molto più importante nel portarlo al crollo.
List venne a quel punto condannato a
5 ergastoli consecutivi. Una volta in galera, affermò di non
volersi uccidere nella speranza di potersi riunire in paradiso con
la moglie e i figli una volta sopraggiunta la morte naturale, che
avvenne nel 2008 per polmonite mentre scontava la sua condanna a
vita in carcere. La vicenda di List colpì nel profondo la
popolazione americana, spinta a chiedersi – una volta di più – cosa
spinga a compiere atti di tale crudeltà. La vicenda di List
ispirò poi numerosi film e serie oltre a Il segreto di
David – The Stepfather, tra cui la serie NetflixThe Watcher.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
segreto di David – The Stepfather grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes, Prime Video e Netflix.
Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento,
basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento
generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad
un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di giovedì 5 dicembre alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
I film incentrati sulla figura dei
serial killer sono da sempre particolarmente affascinanti, per via
dei “giochi” a cui sottopongono i protagonisti e gli stessi
spettatori, chiamati a cercare di risolvere il puzzle di enigmi a
cui gli assassini di turno sottopongono i propri rivali. Film come
Seven,
Copycat,
Zodiac o Hangman
– Il gioco dell’impiccato sono solo alcuni tra i titoli
più celebri di questo genere. Quelli più o meno liberamente
ispirati ad assassini realmente esistiti, però, hanno un “fascino”
in più. Tra i tanti appartenenti a questa categoria, un titolo meno
conosciuto è Il segreto di David – The Stepfather,
diretto nel 2009 da Nelson
McCormick.
Questo thriller del 2009 – remake
del film The Stepfather – Il patrigno, diretto nel 1987 da
Joseph Ruben e interpretato da Terry
O’Quinn – riprende dunque una vicenda liberamente
ispirata a quella di un noto assassino statunitense, arrichendola
naturalmente di risvolti ed elementi che arricchiscono così il
tutto. Questo remake attua però una serie di modifiche rispetto
all’originale, tra cui il finale, più in linea con i tempi tra
ambiguità e possibilità di ricorrere ad un senso di inquietudine
oggi maggiormente accettabile.
Per gli appassionati del genere, si
tratta dunque di un titolo da recuperare, anche data la presenza di
noti attori come Penn Badgley (oggi noto per la serie
You) e
Amber Heard. In questo articolo approfondiamo dunque
alcune delle principali curiosità relative al film. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del suo finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Al suo ritorno a casa, dopo aver
trascorso un po’ di tempo in una scuola militare per ragazzi
problematici, Michael trova sua madre
Susan alle prese con un nuovo compagno,
David Harris, che ha conosciuto casualmente al
supermercato. Più Michael impara a conoscere il nuovo patrigno e
più Michael diventa però sospettoso, decidendo infine di indagare
su di lui. Scopre così che questo signore dai modi gentili non è
altro che un serial killer che ha già eliminato molte famiglie. Nel
quartiere, le poche persone che hanno cominciato a notare delle
incongruenze nei racconti di David iniziano inoltre a sparire
misteriosamente. Michael capisce allora che non gli rimane molto
per salvare sé stesso, sua madre e i suoi due fratelli.
Come finisce il film Il segreto di David – The
Stepfather?
Nel finale, Susan si rende conto che
il figlio potrebbe avere ragione sull’identità di David e se ne
convince dopo aver visto il nuovo compagno aggredire i figli. Nello
sfuggire a sua volta alle grinfie dell’uomo, riesce a pugnalarlo al
collo con un frammento di vetro. David, che inizialmente sembra
essere morto, si rianima in breve e riprende ad inseguire Susan,
Michael e Kelly fino in soffitta. Qui Michael ingaggia con lui una
lotta, che li porta infine a cadere giù dalla soffitta e a perdere
conoscenza. Quando Michael si sveglia, scopre di essere stato in
coma per più di un mese.
Viene a quel punto sapere che anche
David è però ancora vivo ed è riuscito a fuggire prima dell’arrivo
della polizia. La scena finale mostra dunque proprio David, che ha
nuovamente cambiato aspetto e nome in Chris Ames. Egli lavora ora
in un negozio di ferramenta, dove incontra una donna che sta
facendo acquisti con i suoi due figli. Nel modo in cui si approccia
alla donna, si lascia così immaginare che la sua attività di serial
killer di famiglie sia pronta per riprendere con nuove ignare
vittime.
Si tratta di un finale che
differisce profondamente dal film del 1987, dove l’assassino –
chiamato Jerry anziché David – viene ferito con un colpo di pistola
dalla moglie Susan e poi definitivamente abbattuto dalla figlia
adottiva Stephanie (altra differenza rispetto al Michael del film
del 2009), che lo pugnala al petto con un coltello. A quel punto
Jerry cade all’indietro per le scale ed è chiaramente morto. Anche
se poi con due sequel verrà stabilito che Jerry non è morto, il
finale del film del 1987 offre dunque una conclusione più
conciliante. Cosa che non avviene con la versione del 2009, dove si
sottolinea dunque come il male sia sempre in agguato dove meno te
lo aspetti.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
segreto di David – The Stepfather grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 5
dicembre alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Berlino, 1945.
Nelly (Nina Hoss) è sopravvisuta alla
persecuzione nazista, ma ha il volto sfigurato per lo scoppio di
una granata. La chirurgia le offre un nuovo aspetto, ma adesso la
donna vuole ritrovare Johnny (Ronald Zehrfeld),
suo marito, di cui non si hanno tracce da quasi due anni.
Christian Petzold,
stimatissimo regista e sceneggiatore tedesco accostato alla
rinomata “scuola di Berlino”, dirige e scrive la sceneggiatura di
questo intenso dramma storico-sentimentale, dove le terribili
vicende legate alla seconda guerra mondiale si intrecciano con le
vicissitudini personali dei protagonisti. Il segreto
del suo volto ripropone tematiche molto care al
regista, come la morte e il suo stretto legame con la vita stessa,
il passato come terribile fardello da cui è difficile liberarsi, il
voler inserire queste riflessioni all’interno di uno scenario
storico ben definito, scelte già affrontate da Petzold in
precedenza in film come Jerichow (2009) o
La scelta di Barbara (2012).
Il segreto del tuo
volto è un film in cui un regista tedesco torna ad
affrontare il tema dell’olocausto, il quale però non assume un
ruolo di primo piano nella vicenda ma rimane come sfondo ad una
sceneggiatura molto ben strutturata e che ha la finalità di
risaltare la storia d’amore tra Nelly e Johnny, vero fulcro della
narrazione. Una storia d’amore che lo spettatore scopre piano
piano, gradualmente, attraverso racconti, rivelazioni improvvise,
colpi di scena e dal delirante tentativo dell’uomo di trasformare
quella “sconosciuta” in sua moglie. Un film in cui si vuole
rimarcare come la guerra non abbia solo seminato morte e
distruzione, ben visibile in quella Berlino devastata, ma abbia
anche e soprattutto corrotto e deturpato oltre che volti, le anime
e i cuori degli uomini, i quali pur di sopravvivere si sono
mostrati pronti a tutto. La guerra e le
persecuzioni naziste ancora negli occhi di tedeschi dallo sguardo
colpevole e sconfitto o in quelli colmi di rabbia di Lene, giovane
ebrea solo apparentemente forte e risoluta. Detto di una
sceneggiatura ben costruita e senza sbavature, sottolineamo un cast
di attori all’altezza, partendo dalla musa di Petzold, Nina
Hoss (al suo quarto film con il regista tra cui
La scelta di Barbara) bravissima ad
interpretare un personaggio complesso e dalla fragilità estenuante,
sino al bel tenebroso Ronald Zehrfeld che è perfetto nei panni di
un personaggio ambiguo e misterioso.
Unico appunto che si potrebbe
rivolgere a questa intrigante sceneggiatura riguarda un dubbio, che
nasce spontaneo e perseguita lo spettatore per buona parte del
film: ma se è convinzione comune che gli occhi sono lo specchio
dell’anima, come può un marito non riconoscere la moglie
guardandola dritta nelle pupille?
Il segreto del suo
volto è in sala a partire dal prossimo 19 febbraio
distribuito dalla Bim.
Guarda il trailer italiano
de Il segreto dei suoi occhi, il
remake americano con protagonisti Nicole Kidman, Julia
Roberts e Chiwetel Ejiofor.
Il segreto dei suoi
occhi è remake americano dell’omonimo film
argentino aggiudicatosi il Premio Oscar per il Miglior Film
Straniero nel 2010.
Trama: L’ex agente
dell’FBI Ray
è ossessionato dall’omicidio della figlia della sua partner e
grande amica Cobb. Marzin, il sospettato arrestato per l’omicidio,
viene liberato a causa del suo ruolo chiave come informatore e dei
discutibili mezzi usati per ottenere la sua confessione. Dopo 12
anni l’omicidio è ancora insoluto e Ray è costretto a confrontarsi
con il suo passato e, in particolare, con l’agente con cui aveva
condotto le indagini, Claire, con la quale è rimasta in sospeso una
storia d’amore. Più Ray si avvicina alla soluzione del caso più la
verità è scioccante.
Il segreto dei suoi
occhi è un remake di un remake. Infatti, nel 2009, il
regista Juan José Campanella aveva già girato un
film che si ispirava al romanzo di Eduardo
Sacheri, La pregunta de sus
ojos. Sacheri aveva scritto la sceneggiatura in
collaborazione con il regista argentino e il film aveva vinto
l’Oscar come Miglior Film Straniero. La versione del 2015 è stata
invece diretta e scritta dallo sceneggiatore e regista americano,
Billy Ray, lo stesso del thriller politico
State of Play, con Russel
Crowe e Ben Affleck.
Ne Il segreto dei suoi
occhi Jess (Julia
Roberts) e Ray (Chiwetel
Ejiofor) sono due agenti del FBI e
insieme al procuratore distrettuale, Claire (Nicole
Kidman), formano un gruppo molto affiatato. La vita del
gruppo, tuttavia, subisce un cambiamento radicale quando Jess e Ray
si trovano ad affrontare un caso di omicidio, la cui vittima è
proprio la figlia della donna.
Nonostante gli sforzi degli agenti
di fare luce sul caso, tutte le piste sembrano portare ad un punto
morto e alla fine, Claire è costretta chiudere il caso. Ma tredici
anni dopo, Ray torna a Los Angeles, convinto di aver trovato una
nuova pista che potrebbe portare pace alla povera Jess.
Sebbene non fosse
facile girare il remake di un film da Oscar, Billy
Ray riesce nell’impresa, grazie anche ad un cast stellare
che ha decisamente contribuito a produrre un film qualitativamente
molto buono. Tuttavia, la versione argentina ne esce vincitrice per
un pelo, grazie soprattutto alla sua natura camaleontica di film di
denuncia politica ma anche di pellicola sentimentale e
thriller.
Nonostante ciò, il regista
americano riesce a catturare in modo perfetto la complessità del
racconto e l’impotenza assoluta dell’uomo di fronte alla morte,
attraverso i personaggi principali. E il prodotto di tutto ciò si
traduce nel bisogno di verità da parte di Jess e nell’ossessiva
ricerca del colpevole da parte di Ray, che per 13 anni analizzerà
ogni giorno le foto del database del FBI nella speranza di trovare
un indizio. Ma Il segreto dei suoi occhi
non è soltanto un thriller ma affronta anche il tema degli amori
impossibili e mai dimenticati attraverso i sentimenti di Ray per
Claire, sentimenti con cui dovrà fare i conti una volta tornato a
Los Angeles.
La pellicola statunitense riesce a
rispettare quell’equilibrio tra pubblico e privato che era stato
forse il punto di forza della versione argentina ma, nonostante le
modifiche alla sceneggiatura, non riesce ad offrire un punto di
vista nuovo e fresco sulla vicenda.
Sicuramente, è un film da guardare
se siete appassionati del genere ma, se doveste scegliere tra la
versione di Campanella e il remake di Ray, la pellicola da Oscar ne
esce sicuramente vittoriosa, grazie anche all’importante e delicato
contesto storico in cui è ambientata.
Il segreto dei suoi
occhi uscirà nelle sale italiane il 12 Novembre.
Ha battuto (Il segreto dei
suoi occhi) due rivali che sembravano dati per favoriti
all’Oscar come migliore film straniero: l’Academy Award ha
preferito al tedesco Il nastro bianco, apologo sull’ascesa
delle idee naziste nella Germania dopo la prima guerra mondiale, e
al francese Il profeta, dramma in prigione di un giovane
immigrato, questo thriller argentino, all’apparenza più di maniera
ma in realtà con numerosi punti di interesse.
Il segreto dei suoi
occhi, è un thriller, certo, ma si presta a diversi altri
livelli di lettura e il regista Juan José Campanella, già autore di
altre pellicole in patria ma anche di alcuni episodi di telefilm
statunitensi come Law and Order e il Dr House, mescola bene uno
stile nordamericano da serial di ultima generazione ad elementi
sognanti e stranianti tipici della parte latina dell’America, con
ottimi risultati.
Ne Il segreto dei suoi
occhi, Benjamin Esposito è un ex
dipendente del Pubblico ministero e decide, una volta andato in
pensione, di scrivere un libro sul caso che in assoluto gli era
rimasto impresso, quello dello stupro e omicidio di Liliana,
maestra e sposina novella adorata da un marito in cui Benjamin
aveva visto l’amore assoluto. Un caso che peraltro era stato
piuttosto brillantemente risolto da lui e dalla sua superiora Irene
con l’incriminazione del responsabile, un conoscente d’infanzia di
Liliana, sottratto poi alla giustizia perché era stato arruolato
dalla polizia segreta. L’occasione della scrittura è anche quella
di rimettere insieme i pezzi di una vita mai veramente vissuta fino
in fondo, di rendere giustizia a chi non c’è più e di esprimere un
amore mai vissuto fino in fondo per Irene, oltre che trovare
consolazione, e forse giustizia.
Molti fan di telefilm americani
potranno vedere analogie con un “Cold case”, in salsa argentina,
con lo stesso scavo alla ricerca della verità e della giustizia
innanzitutto per le vittime, c’è chi rievocherà nel rapporto tra i
due protagonisti quello degli x-filiani Mulder e Scully, ma il film
fa anche riflettere su che rapporto ci può essere tra memoria e
vendetta, su come si può scegliere di elaborare un lutto o
continuare a viverlo in un inferno quotidiano, oltre che
rappresentare dal suo interno l’Argentina soffocata dalla
dittatura, che interferisce anche nel cercare giustizia e
verità.
Un film forse meno incisivo e
scottante di Il nastro bianco e Il profeta, ma
non per questo meno coinvolgente ed interessante, una riflessione
sulla vita, le occasioni perse e ritrovate, e la possibilità ad un
tratto di poter provare ad andare avanti, con colpi di scena non
convenzionali e un finale che lascia i protagonisti perplessi,
sconvolti ma forse finalmente liberi.
Guarda il nuovo trailer ufficiale de
Il Segreto dei Suoi Occhi, il film
diretto da Billy Ray (L’inventore di
favole, Breach – L’infiltrato) remake dell’omonima
pellicola argentina vincitrice del premio Oscar® 2010 come miglior
film straniero. Nel cast, Nicole Kidman,
Julia Roberts e Chiwetel
Ejiofor.
Il Segreto dei Suoi Occhi, scritto e
diretto dal regista candidato agli Oscar® Billy Ray
(Captain Phillips, The Hunger Games), e prodotto
dal vincitore dell’Oscar® Mark Johnson (Rain Man,
Breaking Bad), è un thriller intenso, potente,
inquietante, interpretato dall’attore candidato agli Oscar®
Chiwetel Ejiofor, e dalle attrici vincitrici dell’Oscar® Nicole
Kidman e Julia Roberts.
Un affiatato team di detective in
carriera – composto da Ray (Chiwetel Ejiofor), Jess (Julia
Roberts), e dal loro supervisore Claire (Nicole Kidman) –
rimane profondamente scioccato in seguito al brutale e inspiegabile
omicidio della figlia adolescente di Jess. Trascorsi tredici anni,
dopo aver cercato ossessivamente, per ogni singolo giorno,
l’assassino, Ray scopre una nuova pista che ritiene possa risolvere
una volta per tutte il caso, inchiodare lo spietato omicida, e
mettere fine alla vicenda. Ma nessuno è preparato a scoprire
lo scioccante e orribile segreto che si cela dietro a questo
omicidio, che porterà inevitabilmente a effetti duraturi e
distruttivi, oltre che a una vendetta privata.
Intrecciando passato e presente, il
film esplora il labile confine tra giustizia e vendetta, ponendoci
di fronte a una domanda: Fin dove saremmo pronti a spingerci per
vendicare una terribile ingiustizia?
Martedì 10 novembre
alle ore 21 al Cinema Colosseo di Milano, Sala Bio presenta
l’anteprima de Il segreto dei suoi occhi,
il film diretto da Billy Ray (L’inventore di
favole, Breach – L’infiltrato) remake dell’omonima
pellicola argentina vincitrice del premio Oscar® 2010 come miglior
film straniero. Nel cast, Nicole Kidman,
Julia Roberts e Chiwetel
Ejiofor.
Il segreto dei suoi occhi
sarà proposto a Sala Bio in versione originale sottotitolata, e
distribuito poi nelle sale italiane in anteprima mondiale a partire
dal 12 novembre 2015 per Good Films.
Il film sarà presentato in anteprima
anche a Sala Bio Bologna (Cinema Odeon) lunedì 9 novembre alle
21.15.
Lunedì 9 novembre
alle ore 21.15 al Cinema Odeon di Bologna, Sala Bio presenta
l’anteprima de Il segreto dei suoi occhi,
il film diretto da Billy Ray (L’inventore di
favole, Breach – L’infiltrato) remake dell’omonima
pellicola argentina vincitrice del premio Oscar® 2010 come miglior
film straniero. Nel cast, Nicole Kidman,
Julia Roberts e Chiwetel
Ejiofor.
Il segreto dei suoi occhi
sarà proposto a Sala Bio in versione originale sottotitolata, e
distribuito poi nelle sale italiane in anteprima mondiale a partire
dal 12 novembre 2015 per Good Films.
Il film sarà presentato in anteprima
anche a Sala Bio Milano (Cinema Colosseo) martedì 10 novembre alle
21.00.
IL SEGRETO DEI SUOI
OCCHI
(Stati Uniti/2015) di Billy
Ray
v.o.
sottotitolata
Il Segreto dei Suoi Occhi, scritto e
diretto dal regista candidato agli Oscar® Billy Ray
(Captain Phillips, The Hunger Games), e prodotto
dal vincitore dell’Oscar® Mark Johnson (Rain Man,
Breaking Bad), è un thriller intenso, potente,
inquietante, interpretato dall’attore candidato agli Oscar®
Chiwetel Ejiofor, e dalle attrici vincitrici dell’Oscar® Nicole
Kidman e Julia Roberts.
Un affiatato team di detective in
carriera – composto da Ray (Chiwetel Ejiofor), Jess (Julia
Roberts), e dal loro supervisore Claire (Nicole Kidman) –
rimane profondamente scioccato in seguito al brutale e inspiegabile
omicidio della figlia adolescente di Jess. Trascorsi tredici anni,
dopo aver cercato ossessivamente, per ogni singolo giorno,
l’assassino, Ray scopre una nuova pista che ritiene possa risolvere
una volta per tutte il caso, inchiodare lo spietato omicida, e
mettere fine alla vicenda. Ma nessuno è preparato a scoprire
lo scioccante e orribile segreto che si cela dietro a questo
omicidio, che porterà inevitabilmente a effetti duraturi e
distruttivi, oltre che a una vendetta privata.
Intrecciando passato e presente, il
film esplora il labile confine tra giustizia e vendetta, ponendoci
di fronte a una domanda: Fin dove saremmo pronti a spingerci per
vendicare una terribile ingiustizia?
Interpretato da celebri interpreti
di Hollywood, il thriller del 2015 Il segreto dei suoi
occhi si configura da subito come un avvincente
film di genere, all’interno del quale si ritrovano una serie di
elementi capaci di suscitare tanto interesse quanta inquietudine.
Protagonista del film è infatti una squadra dell’FBI
incaricata di risolvere un misterioso caso di omicidio, dal quale
verranno alla luce brutali verità. Il film è scritto e diretto da
Billy Ray, noto prevalentemente per le sue
numerose sceneggiature di film celebri come Hunger Games,
Captain Phillips
e Richard
Jewell.
Quella qui narrata non è però una
storia originale, essendo il remake americano di un noto film
argentino del 2009. Questo, intitolato a sua volta Il segreto dei suoi
occhi, divenne particolarmente celebre grazie alla
vittoria agli Oscar nella categoria per il miglior film straniero.
Tale opera si basa a sua volta sull’omonimo romanzo del 2005 di
Eduardo A. Sacheri. Nell’adattare il film al
contesto americano, gli autori si preoccuparono di modificare
l’ambientazione, passando dalla dittatura argentina alla lotta al
terrorismo post 11 settembre degli Stati Uniti.
Pur giudicato inferiore rispetto
all’originale argentino, il film di Ray venne ben accolto dal
pubblico, che rese il titolo un modesto successo. A fronte di un
budget di circa 20 milioni di dollari, infatti, Il segreto dei
suoi occhi arrivò ad incassarne globalmente circa 35. In
particolare, vennero apprezzate le interpretazioni dei
protagonisti, vero elemento di forza del film. Proseguendo qui
nella lettura sarà possibile ritrovare ulteriori approfondimenti
circa la trama e il cast. Si elencheranno infine le piattaforme
dove è possibile ritrovare il film in streaming, per poter così
godere di una comoda visione casalinga.
Il segreto dei suoi occhi: la trama
del film
Ambientato pochi mesi dopo l’attacco
dell’11 settembre alle Torri Gemelle, il film ha per protagonista
l’agente FBI Ray Kasten, il quale insieme alla sua squadra composta
da Jess Cobb, Bumpy Willis e Reg Siefert. Questi si trovano ad
indagare su un potenziale nucleo terroristico all’interno di una
moschea, e pedinarne le mosse sembra essere l’unico modo per
impedire lo svolgersi di nuovi attentati terroristici. Le loro
indagini vengono però interrotte dal ritrovamento di un cadavere
proprio accanto la moschea. Con orrore, il gruppo scopre che il
corpo appartiene a Carolyn, la figlia di Jess. Distrutto dal
dolore, Ray decide di iniziare ad indagare per conto proprio su
tale omicidio.
Proseguendo nelle sue indagini,
l’agente arriva a richiedere l’aiuto di Claire Sloan, assistente
del procuratore distrettuale. La sua missione viene tuttavia
ostacolata da ordini dall’alto, e per protesta Ray decide di
dimettersi dai servizi segreti. Passano tredici anni, durante i
quali l’uomo non sembra riuscire a superare l’ossessione per quel
caso irrisolto. Contro ogni sua previsione, un nuovo indizio lo
riporta a volersi occupare del caso, ma per farlo avrà bisogno
anche del sostegno di Claire e Jess. Quest’ultima si dimostra però
contraria, non volendo rivivere il trauma della scomparsa della
figlia. Ray è però convinto di aver trovato il vero assassino, e
farà di tutto pur di dare una conclusione alla vicenda.
Il segreto dei suoi occhi: il cast
del film
Prima di riuscire a vedere il buio
della sala, il film è rimasto per cinque anni in sviluppo. Durante
questi, diversi attori sono stati considerati per i ruoli
principali, tra cui Denzel
Washington, che avrebbe dovuto interpretare Ray
Kasten, e Gwyneth
Paltrow, a cui era stato offerto il ruolo di Claire
Sloan. Al momento delle riprese, invece, il regista decide di
affidare il ruolo del protagonista maschile all’attore Chiwetel
Ejiofor. Questi era nel frattempo diventato
particolarmente noto grazie al film 12 anni
schiavo, per il quale era stato candidato all’Oscar.
L’attore affermò di non essersi basato sul personaggio protagonista
del film argentino, essendo il suo Ray Kasten molto più giovane e
appartenente ad un contesto totalmente differente.
Accanto a lui, nel film, si ritrova
poi la premio Oscar Nicole
Kidman, che dà volto a Claire Sloan. Per dar vita al
personaggio, di professione procuratore distrettuale, questa
condusse lunghe ricerche a riguardo, con l’intenzione di risultare
il più realistica possibile. L’attrice Julia
Roberts, invece, interpreta Jess Cobb, migliore amica
di Kasten e membro della sua squadra. Nell’originale argentino tale
ruolo era in realtà ricoperto da un interprete maschile, ma i
produttori del remake decisero di riscrivere il personaggio
appositamente per la Roberts. Nel film è poi presente l’attore
Joe Cole nei panni di Anzor Marzin, informatore
dell’FBI, e Alfred Molina in quelli di Martin
Morales, capo della divisione antiterrorismo. Dean
Norris è invece Bumpy Willis, membro della squadra di
Ray.
Il segreto dei suoi occhi: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere tale
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il segreto dei
suoi occhi è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Rai
Play. Per vederlo, basterà semplicemente iscriversi, in
modo del tutto gratuito alla piattaforma. Si avrà così modo di
guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà a disposizione
un determinato limite temporale entro cui effettuare la visione. Il
film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno
giovedì 17 dicembre alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Nuove news su Il
Segreto che va in onda alle ore 18.45. su
Canale 5. Di seguito le anticipazioni di oggi giovedì
25 ottobre 2018.
Nella
puntata Emilia e Alfonso,
accusati senza prove valide dal Generale del tentato omicidio
di Fe, sono segregati in un carcere
abbandonato, dove sono ormai da giorni costretti a subire la
violenza psicologica del loro aguzzino che, non contento, ha deciso
di accusarli di essere traditori della patria.
Emilia ed Alfonso, in
prigione, subiscono le tremende minacce del Generale
Perez de Ayala.
A Raimundo e Matias è
impedito fargli visita, così come a Don
Berengario e Don
Anselmo. Mauricio, intanto, è al
capezzale di Fe e spera che la donna si
riprenda al più presto così da testimoniare in favore
diEmilia ed
Alfonso. Prudencio mette in atto il suo
piano e si introduce, di nascosto, nell’abitazione
di Julieta e mentre lei dorme, avvelena
il cibo. Matias, provocato dal Generale, lo
affronta con coraggio pretendendo di poter far visita a Emilia ed
Alfonso. Il Generale non rifiuta, ma chiede un giorno per
rifletterci.
Anticipazioni Il Segreto
Il
segreto(El secreto de Puente Viejo) è
una soap
opera spagnola prodotta da Boomerang TV e
creata da Aurora Guerra, che viene trasmessa dal 23 febbraio 2011
sulla rete televisiva Antena 3. In Italia va in onda dal 10 giugno
2013 su Canale 5.
La
serie ruota attorno alle vicissitudini della ricca stirpe
dei Montenegro, una famiglia dell’alta borghesia che vive in un
piccolo paese del nord della Spagna, con la perfida matriarca Donna
Francisca Montenegro, vedova di Salvador Castro, che trama
costantemente contro coloro che osano affrontare il suo potere.
Il
segreto – La storia inizia nel 1902 con
l’arrivo, a Puente Viejo, della levatrice Pepa Balmes. Pepa
continua a vivere con difficoltà dato che, anni prima, il padrone
della casa in cui prestava servizio, Carlos Castro, figliastro di
Francisca, e fratellastro di Efren, Soledad, e Tristan l’aveva
sedotta facendola rimanere incinta, e le aveva poi portato via il
figlio per consegnarlo alla legittima moglie che aveva appena avuto
un aborto. Pepa conoscerà e si innamorerà di Tristan, figlio di
Raimundo e Donna Francisca e fratello di Efren, Sebastian ed
Emilia, e Soledad che vive alla Villa con sua sorella, sua moglie
Angustias e loro figlio Martin.
Dopo la morte di Angustias, Pepa
scopre che Martin è in realtà il figlio che le era stato rubato
anni prima. Nonostante gli sforzi di Francisca e del malvagio Olmo
Mesia, fratellastro di Pepa, Tristan (figlio illegittimo di
Francisca e Raimundo Ulloa) finisce per consumare il suo amore con
Pepa. I due poi si sposano e Pepa partorisce i gemelli Aurora e
Bosco. Intanto Bosco viene sequestrato da una misteriosa ragazza e
Pepa muore subito dopo il parto.
Nuove news su Il
Segreto che va in onda alle ore 18.45. su
Canale 5. Di seguito le anticipazioni di oggi giovedì
18 ottobre 2018.
Nella puntata di oggi Gli
avvocati
di Nicolas informano Alfonso che
il Generale Perez De Ayala ha deciso di
focalizzare le ricerche su Puente Viejo. Temendo che Nicolas possa
essere
preso Alfonso e Raimundo,
decidono di portare Nicolas
e Janita fuori dal
paese. Prudencio è sempre più aggressivo
con Julieta ma la ragazza non si lascia
intimidire.
Anticipazioni Il Segreto
Il
segreto(El secreto de Puente Viejo) è
una soap
opera spagnola prodotta da Boomerang TV e
creata da Aurora Guerra, che viene trasmessa dal 23 febbraio 2011
sulla rete televisiva Antena 3. In Italia va in onda dal 10 giugno
2013 su Canale 5.
La
serie ruota attorno alle vicissitudini della ricca stirpe
dei Montenegro, una famiglia dell’alta borghesia che vive in un
piccolo paese del nord della Spagna, con la perfida matriarca Donna
Francisca Montenegro, vedova di Salvador Castro, che trama
costantemente contro coloro che osano affrontare il suo potere.
Il
segreto – La storia inizia nel 1902 con
l’arrivo, a Puente Viejo, della levatrice Pepa Balmes. Pepa
continua a vivere con difficoltà dato che, anni prima, il padrone
della casa in cui prestava servizio, Carlos Castro, figliastro di
Francisca, e fratellastro di Efren, Soledad, e Tristan l’aveva
sedotta facendola rimanere incinta, e le aveva poi portato via il
figlio per consegnarlo alla legittima moglie che aveva appena avuto
un aborto. Pepa conoscerà e si innamorerà di Tristan, figlio di
Raimundo e Donna Francisca e fratello di Efren, Sebastian ed
Emilia, e Soledad che vive alla Villa con sua sorella, sua moglie
Angustias e loro figlio Martin.
Dopo la morte di Angustias, Pepa
scopre che Martin è in realtà il figlio che le era stato rubato
anni prima. Nonostante gli sforzi di Francisca e del malvagio Olmo
Mesia, fratellastro di Pepa, Tristan (figlio illegittimo di
Francisca e Raimundo Ulloa) finisce per consumare il suo amore con
Pepa. I due poi si sposano e Pepa partorisce i gemelli Aurora e
Bosco. Intanto Bosco viene sequestrato da una misteriosa ragazza e
Pepa muore subito dopo il parto.
Descritto come un incrocio tra
Ghost – Fantasma e Il sesto senso, il film
Il segno della libellula – Dragonfly uscito nel
2002 per la regia di Tom
Shadyac (autore di celebri commedie come
Ace Ventura – L’acchiappanimali,
Bugiardo bugiardo e Una settimana da Dio) è un
thriller soprannaturale ancora oggi molto apprezzato dai fan
del genere. In esso si uniscono infatti un mistero da risolvere e
contatti provenienti dall’aldilà che guidano il protagonista nel
suo accidentato e doloro percorso.
Al momento della sua uscita il film
non ottenne particolari consensi da parte del pubblico e della
critica, ma nel tempo è diventato un piccolo cult, anche per via di
quegli elementi che lo rendono imperfetto. Il segno della
libellula – Dragonfly è poi arricchito dalla presenza di
Kevin Costner nel ruolo del protagonista,
un personaggio costretto a confrontarsi con realtà e vicende che lo
porranno in stretto contatto con la morte e i suoi misteri.
In questo articolo, approfondiamo
dunque alcune delle principali curiosità relative a Il
segno della libellula – Dragonfly. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Kathy Bathes in una scena di Il segno della libellula –
Dragonfly
La trama e il cast di Il
segno della libellula – Dragonfly
Protagonista del film è Joe
Darrow, medico di un ospedale di Chicago. L’uomo è sposato
con Emily, un’oncologa pediatrica molto
appassionata del proprio lavoro. Sebbene la donna sia al settimo
mese di gravidanza, decide comunque di partire per il Venezuela,
dove l’attendono alcuni bambini poveri e bisognosi di cure.
Sfortunatamente, un tragico incidente d’autobus durante il viaggio
causa la morte di Emily, il cui corpo però non viene mai
ritrovato.
Disperato per l’immensa perdita, Joe
cerca di convivere con il doloroso lutto andando a trovare i
piccoli del reparto di oncologia, di cui prima si occupava la
moglie. Sorprendentemente, alcuni di questi bambini raccontano al
dottore di aver avuto delle visioni in cui Emily era presente e
parlava di lui. Joe stenta a crederci, ma sembra proprio che la sua
amata stia cercando di entrare in contatto con lui dall’oltretomba,
per comunicargli qualcosa di assolutamente importante.
Il personaggio di Joe Darrow era
stato scritto per Harrison Ford, il quale però rinunciò al film
per prendersi un anno di riposo dalle scene. A quel punto il ruolo
venne affidato a Kevin Costner. Accanto a lui, nel ruolo della
moglie Emily vi è l’attrice Susanna Thompson,
mentre la premio Oscar
Kathy Batesinterpreta l’avvocato Miriam Belmont.
Fanno poi parte del cast Linda Hunt nel ruolo di
suor Madeline, Joe Morton in quello di Hugh
Campbell e Jacob Vargas in quello di Victori.
La spiegazione del finale del
film
Nel corso del film, dopo aver
ricevuto manifestazioni da parte della moglie attraverso i suoi
giovani pazienti, Joe arriva addirittura a sentire la voce
dell’amata attraverso un paziente clinicamente morto. Naturalmente
nessuno gli crede e Joe inizia a credere di avere un esaurimento
nervoso. Decide allora di vendere la casa e di andare in vacanza.
Mentre impacchetta le cose di Emily, però, la lampadina della
stanza si brucia. Quando torna con una nuova lampadina, tutti gli
oggetti che aveva impacchettato sono di nuovo al loro posto.
Kevin Costner in una scena di Il segno della libellula –
Dragonfly
In cucina, invece, si è
misteriosamente aperta una mappa, dove Joe ritrova lo stesso
simbolo che i bambini gli indicavano in precedenza. Indagando,
viene sapere da un amico che la croce è il simbolo di una cascata e
Joe ricorda a quel punto una foto di Emily in posa davanti a una
cascata con un arcobaleno alle spalle. Intraprende allora un
viaggio sul luogo in cui la compagna è deceduta, che scopre essere
nei pressi di un villagio tribale. Questo si trova a sua volta
accanto ad una scogliera, da cui Joe vede l’autobus nell’acqua.
Joe salta a quel punto nel fiume ed
entra nel veicolo semi-allagato, facendolo spostare e sommergere
completamente. Intrappolato all’interno, Joe vede però un bagliore
riempire l’autobus e poi appare Emily, che gli tende la mano. Gli
eventi delle ultime ore di vita dell’amata moglie gli passano
davanti agli occhi, mostrando che è sopravvissuta all’incidente ed
è stata portata in salvo dagli abitanti del vicino villaggio
Yanomami. Joe viene poi salvato da Victor.
Una volta tornato al villaggio,
viene circondato da uomini nativi armati. Tiene in mano una foto di
Emily. Un indigeno gli rivela a quel punto che non hanno potuto
salvare il corpo della donna, ma hanno salvato la sua anima.
Perplesso, segue una donna nativa in una capanna e all’interno
trova una bambina in una cesta, la bambina che Emily portava in
grembo e che è sopravvissuta all’incidente. Sulla bambina c’è una
voglia a forma di libellula.
Abbracciando la figlia, Joe capisce
finalmente cosa Emily stava cercando di comunicargli. L’anima di
lei che è stata salvata è la figlia che portava in grembo e il suo
ultimo atto è stato dunque quello di cercare di far ricongiungere
Joe con la figlia. L’ultima scena del film si svolge temporalmente
qualche tempo dopo. Joe gioca con la bambina, ora di qualche anno e
con i capelli biondi e ondulati, estremamente somigliante a
Emily.
Il trailer di Il segno
della libellula – Dragonfly e dove vedere il film in
streaming e in TV
È possibile fruire di Il
segno della libellula – Dragonfly grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple
TV, Infinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 24
giugno alle ore 21:25 sul canale
Rete 4.
Il franchise di
successo Paranormal Activity sembra non
avere fine e arriva anche in Italia l’annunciato spin-off
intitolato Il segnato, in
originale Paranormal Activity: The Marked
Ones. La pellicola, nata abbastanza
inspiegabile da una costola del primo
capitolo Paranormal Activity
di Oren Peli, è diretta
da Christopher Landon e vede nel cast
protagonisti Andrew Jacobson, Molly Ephraim, Richard
Cabral, Carlos Pratts, Eddie J. Fernandez. Ancora una
volta a produrre la pellicola la Paramount Pictures con
l’apporto da produttore di Oren Peli.
La storia inizia nel Giugno del 2012
ad Oxnard, in California. Dopo la morte di una donna
nell’appartamento sotto al quale si sta tenendo una festa, alcuni
partecipanti decidono di tirare fuori la telecamera ed indagare.
Nel farlo, scoprono un oggetto associato ai rituali di magia nera
ed il protagonista della storia, Jesse, trova delle foto che lo
ritraggono: i giorni successivi il ragazzo si ritroverà con un
morso non umano sul braccio, e sarà solo l’inizio.
La vena creativa del
franchise ideato da Oren Peli sembra inesauribile
e quest’ultimo capitolo, spin-off, ne è la dimostrazione. Come
accade spesso in questi casi però la novità, nonostante il
reiterarsi di film, si spegne quasi sul nascere come dimostrano gli
ultimi scialbi capitoli del franchise. Possiamo dire con certezza
che non è il caso de Il Segnato che parte
con una discreta componente di novità rispetto ai precedenti
capitoli. Ciò è dovuto principalmente a tutto quel bagaglio
culturale o di tradizioni popolari da cui il film attinge; ovvero
le comunità latine degli Stati Uniti che di per sé trasmettono un
fascino e un’inquietudine non indifferente. Purtroppo però, questo
non basta per conferire autorevolezza al film che seppur costituito
da una prima parte divertente e ben calibrata, si sviluppa in una
seconda parte sottotono e caratterizzata dai limiti già manifestati
del franchise. L’arcano è presto svelato, perché non bastano
quattro candele e un seminterrato a mettere paura ad un pubblico
avvezzo al genere, né tantomeno può appagare la sete di paura un
finale decisamente sotto quelle aspettative, alimentate da alcuni
momenti costruiti egregiamente da Christopher
Landon che non trovano un seguito nelle sequenze
finale. A tutto ciò va aggiunta la vena ironica del film che si
spegne sul nascere e che invece meriterebbe maggior considerazione,
viste le sequenze finali ricche invece di pretesti ironici.
Il Segnato
è dunque un miglioramento rispetto ai precedenti capitoli del
franchise ma di certo non basta per dare lustro ad una saga che
probabilmente non ne ha mai avuto.
Il franchise di successo
Paranormal Activity sembra non avere fine
e arriva anche in Italia l’annunciato spin-off intitolato
Il segnato, in
originale Paranormal Activity: The Marked
Ones. La pellicola, nata abbastanza
inspiegabile da una costola del primo
capitolo Paranormal Activity
di Oren Peli, è diretta
da Christopher Landon e vede nel cast
protagonisti Andrew Jacobson, Molly Ephraim, Richard
Cabral, Carlos Pratts, Eddie J. Fernandez. Ancora una
volta a produrre la pellicola la Paramount Pictures con
l’apporto da produttore di Oren Peli.
La storia inizia nel Giugno del 2012
ad Oxnard, in California. Dopo la morte di una donna
nell’appartamento sotto al quale si sta tenendo una festa, alcuni
partecipanti decidono di tirare fuori la telecamera ed indagare.
Nel farlo, scoprono un oggetto associato ai rituali di magia nera
ed il protagonista della storia, Jesse, trova delle foto che lo
ritraggono: i giorni successivi il ragazzo si ritroverà con un
morso non umano sul braccio, e sarà solo l’inizio. CONTINUA A LEGGERE LA
RECENSIONE
Dopo Whip it! del 2009,
mai uscito in Italia, Drew Barrymore rivela il
titolo del suo secondo film da regista. Dopo aver lavorato con
Ellen Page, Drew si occuperà dell’adattamento del romanzo How
to Be Single di Liz Tuccillo.
Prime
Video ha svelato oggi il trailer de Il secondo
miglior ospedale della galassia, la serie di
animazione sci-fi Original in arrivo in esclusiva dal 23 febbraio.
Prodotta da Amazon MGM Studios, Il secondo miglior ospedale
della galassia riflette con attenzione su tematiche poco
approfondite come la salute mentale, la transidentità, le non
monogamie etiche e le problematiche che si celano dietro le
infezioni sessualmente trasmissibili.
Grande attenzione anche al cast:
nella versione italiana della serie la voce dell’ambiziosa e
amorevole Klak è quella di Marta Filippi; quella
dellǝ chirurgǝ di successo Azel è di VladimirLuxuria; ed è invece Ariete
(Arianna Del Ghiaccio) che doppia lǝ insicurǝ
tirocinante Ovu.
Il secondo miglior ospedale della galassia – il trailer
Il secondo miglior ospedale
della galassia narra le vicende di personaggɜ trans* non
binary ed è per questo che per la prima volta in Italia, grazie
all’aiuto dellǝ consulente Isabella Borrelli, si è deciso di
utilizzare la schwa (ǝ nella forma singolare, ɜ nella forma
plurale) sia nella forma parlata che in quella scritta essendo la
soluzione più diffusa tra le persone trans* non binarie,
genderqueer e genderfluid per parlare del sé. Per massimizzare
l’esperienza del pubblico e permettergli di familiarizzare meglio
con questa formula, sono stati aggiunti dei sottotitoli
“rafforzativi” in corrispondenza delle battute di dialogo che
contengono le schwa.
Ambientato nell’anno 14002,
Il secondo miglior ospedale della
galassia racconta le vicende di Sleech e Klak –
aliene, migliori amiche e chirurghe di fama intergalattica – mentre
affrontano nello spazio la loro guerra contro i parassiti che si
nutrono di ansia, loop temporali illegali e malattie sessualmente
trasmissibili. Sleech e Klak decidono di affrontare questo caso
straordinario mettendo a rischio la loro carriera e la loro stessa
esistenza… anche se, considerando la loro triste vita personale,
l’oblio potrebbe essere la soluzione migliore. La serie in 8
episodi debutterà su Prime Video dal 23 febbraio.
Dopo solo alcuni mesi dalla seconda
stagione, arriva su Netflix il terzo, e sembrerebbe
ultimo, capitolo della serie turca Il
Sarto. La storia ha avuto il suo debutto il 2 maggio
scorso con i suoi
primi sette episodi, per poi continuare il 28 luglio con una
seconda stagione. Il sarto 3 è invece formato da altri 8
episodi, la cui lunghezza è di circa 40 minuti l’uno. Il cast,
diretto dal regista Cem Karcı, è formato da figure
note prevalentemente nel panorama cinematografico nazionale.
Çağatay
Ulusoy interpreta il protagonista Peyami Dokumaci,
mentre Şifanur Gül è nel ruolo di Esvet e
Salih Bademci è nei panni di Dimitri.
La trama di Il sarto: un
amore proibito
Le vicende di tutta la serie
Il sarto ruotano attorno alle tre figure
di Peyami, stilista e sarto di alta moda,
Dimitri, ricco giovane la cui famiglia detiene la
società per cui Peyami lavora, ed Esvet (nota
nella prima stagione sotto il falso nome di Firuse), moglie di
Dimitri ma innamorata di Peyami. Mentre la seconda stagione è più
incentrata sul giovane sarto e della sua rinascita dopo un periodo
di lutti e dolore, insieme all’entrata in scena di alcune figure
chiave come Kiraz, la terza stagione si concentra
maggiormente sull’amore impossibile tra Esvet e Peyami. Per quanto
la giovane provi a respingere il suo innamorato a favore del
marito, i sentimenti non accennano a svanire.
La terza stagione si apre con il
ritorno di Peyami da un lungo viaggio di lavoro presso i grandi
atelier del suo brand nel mondo. Tornato a Istanbul, scopre che
Dimitri ed Esvet partiranno a giorni per New York per stabilirsi li
per sempre. Mustafa e Kiraz riusciranno a
trattenere con una scusa la coppia qualche giorno in più, dando a
Peyami la possibilità di dimostrare un’ultima volta il suo amore ad
Esvet ed a convincerla a scegliere lui, contrastando l’ira di
Dimitri.
Fin dal primo episodio della nuova
stagione de Il sarto, la storia d’amore
impossibile tra Esvet e Peyami viene presentata come una fiaba. Lo
stilista, infatti, di ritorno dal suo lungo viaggio, porta con sé
un dono che gli è stato fatto: si tratta di un imponente orologio a
pendolo. La leggenda narra che questo appartenesse ad una duchessa,
innamorata di un uomo ma promessa in sposa ad un altro e che il
pendolo avrebbe continuato ad oscillare fin quanto il loro amore
impossibile sarebbe stato vivo.
Il paragone con Esvet e Peyami è
ovvio ed infatti l’orologio viene mostrato anche a seguire in
momenti importanti per il loro rapporto: nel momento in cui i due
si rivedono, quando Esvet sta partendo con Dimitri per l’America.
Il parallelismo con altre storie viene mantenuto anche nel volgersi
verso la fine delle vicende, nel settimo episodio: il paragone in
questo caso viene fatto con il tradimento di Giuda a Gesù.
Dimitri: un moderno antieroe
Dimitri è una figura focale ne
Il sarto: presentato come un uomo violento,
eccentrico e possessivo, con il susseguirsi degli episodi risulterà
essere molto di più. Si scoprirà, infatti, quanto molta della
cattiveria di Dimitri dipenda dall’opprimente rapporto con il padre
Ari. Quest’ultimo tratta da sempre il proprio figlio in maniera
troppo dura, ottenendo in risposta solamente disprezzo e ribellione
da parte di Dimitri fin dall’infanzia.
Da adulto però, egli è fortemente
influenzato dal comportamento paterno, tanto da interiorizzare
parte di quell’odio e sprigionarlo in possessività e violenza
domestica contro Esvet all’inizio. In questa terza stagione vediamo
all’inizio un Dimitri più tranquillo, che cerca di ottenere amore
dalla propria moglie; questo stato d’animo si modifica con
l’insinuarsi nuovamente di dubbi su una relazione tra Esvet e
Peyami, insinuatigli proprio dal padre.
Se in questa stagione, soprattutto
negli ultimi episodi, si può notare una crescita di Dimitri, lo
stesso non si può dire di Peyami ed Esvet. Questi, infatti, hanno
dimostrato un certo carattere rispettivamente nella seconda e prima
stagione: Peyami ha il coraggio di scrollarsi ogni dolore e
ripartire, mentre all’inizio della serie Esvet dimostra grande
coraggio nel prendere la propria vita in mano e cercare di fuggire
da Dimitri prima del matrimonio.
In questa terza stagione invece
Peyami non riesce neanche a trovare il coraggio di affrontare il
suo più caro amico rivelandogli i sentimenti ricambiati che provava
per la moglie: cosa che comunque aveva già confessato nella
precedente stagione. Esvet, dopo essersi rassegnata al matrimonio
con Dimitri, sembra essersi abbandonata agli avvenimenti, ed
aspetta soltanto di essere salvata da Peyami, a riprova del forte
sentimento d’amore che caratterizza tutta la nuova stagione.
In un fondersi di suspense ed
intrighi, Il sarto ( titolo originale Terzi) è la
nuova serie tv turca distribuita da Netflix. Creata da Rana Mamatlıoğlu
e Bekir Baran Sıtkı e prodotta da Onur
Guvenatam e dalla OGM Pictures, Il sarto è formata
al momento da una sola stagione di sette episodi, da circa trenta
minuti l’uno. Nel cast ritroviamo figure più note nel panorama
cinematografico nazionale: Cagatay
Ulusoy (The
protector) interpreta il protagonista Peyami Dokumaci, mentre
l’attrice turca Şifanur Gül qui è nel ruolo di
Esvet/Firuse. Salih Bademci è nei panni di
Dimitri, amico di vecchia data di Peyami e promesso sposo di
Esvet.
Il sarto: un intrigo di
menzogne
Peyami Dokumaci è uno stilista di
alta moda, proveniente da una ricca famiglia dell’alta società
turca. Il suo genio artistico lo porta a creare abiti bellissimi,
tra cui un semplice e delicato abito da sposa. Questo è stato
creato da Peyami appositamente per la futura sposa del suo unico
amico Dimitri, Esvet; per via di un’antica tradizione turca, nessun
uomo dovrebbe vedere una donna con l’abito da sposa indosso prima
del matrimonio, quindi il sarto non ha mai visto la sposa e, grazie
al suo talento, è riuscito a prendere le misure bendato.
L’attesa del matrimonio non è, però,
un periodo felice per Esvet: essendo Dimitri un uomo violento e
possessivo, lei sa che legarsi a lui in matrimonio significa
sopportare i soprusi e le aggressioni che già vive per tutta la
vita. Contro il volere dei genitori, favorevoli all’unione per
motivi economici, la ragazza scappa: cambia nome e si presenta a
casa di Peyami, proponendosi come nuova badante per il padre
disabile e con ritardi del sarto. Quest’ultimo, non avendola mai
realmente vista, non la riconosce.
Mentre Dimitri, folle di ira,
cercherà in goni modo di ritrovare la sua futura sposa, gli
intrighi che si nascondono dietro il matrimonio dei due verranno
allo scoperto e non mancheranno gli scontri.
Un intreccio interessante ma
prevedibile
Il sarto risulta
essere una serie alquanto breve, e quindi abbastanza scorrevole da
seguire. Tutta la trama è sviluppata attorno a diversi colpi di
scena che chiudono i vari episodi, rendendola mai noiosa per lo
spettatore. Ad ogni modo alcuni di questi risvolti nell’avanzare
delle vicende possono risultare un po’ prevedibili o già visti, ma
non per questo meno interessanti.
Un personaggio interessante attorno
a cui ruotano parte delle vicende è Mustafa, il padre di Peyami. Si
vede in alcuni flashback come il sarto di vergognasse del padre fin
da bambino, tanto poi da nasconderlo, dicendo a tutti, anche
all’amico d’infanzia Dimitri, che suo padre era morto. Mustafa
viene respinto dal proprio figlio e dalla propria madre e trattato
come fosse un pazzo. In realtà, Mustafa non è altro che un
uomo con la testa di un bambino, di conseguenza è puro ed innocente
in quello che fa, e non dovrebbe essere tenuto in catene. La stessa
Esvet si affeziona a lui, difendendolo dall’ira di Peyami e dal
freddo disinteresse della madre.
Il sarto presenta
degli intrighi complessi che riguardano specialmente i motivi reali
che si nascondono dietro al matrimonio tra Esvet e Dimitri,
formalmente cugini. Senza fare alcuno spoiler sulle vicende, ci si
limita a dire che questi sotterfugi e segreti del passato che
vedono come protagonisti i genitori di Dimitri non vengono
presentati allo spettatore in maniera troppo chiara e distesa.
Peyami e Dimitri: eroe ed
antieroe
Il sarto si
struttura anche attorno alla contrapposizione tra Peyami e Dimitri.
Mentre il sarto è figurato come una figura buona, con un passato
triste e difficile, Dimitri è dipinto come un vero e proprio
villain. Quest’ultimo ha infatti fin da piccolo un rapporto
contrastante con il padre, il quale lo cresce con la visione
tossica dell’uomo che deve essere forte e virile. Dimitri diviene
quindi un uomo forte, ma violento: vive la sua relazione
con Esvet in maniera aggressiva, cercando di
controllarla e dominarla. Ciò che prova per la sua promessa sposa
non è amore, ma semplice possessività. Dimitri cerca continuamente
di ribellarsi contro il padre e di sminuire ed attaccare i genitori
di Esvet, specialmente il padre della sposa Faruk.
Tra Dimitri, villain perfetto, e
Peyami, uomo buono e guidato da più solidi principi, non può che
instaurarsi un conflitto, che culminerà in un faccia a faccia
finale.
Nell’ultimo periodo, le serie tv
provenienti dalla Turchia hanno raggiunto un incredibile successo.
Prima erano i palinstesti Mediaset a ospitarle nei pomeriggi
d’estate o nelle serate d’autunno, ma adesso anche Netflix
e Disney+ stanno allargando la loro offerta
proponendo show di questo stampo. Fra gli ultimi prodotti vi è
Il Sarto,
dramma turco della piattaforma con la N rossa arrivato già alla
sua seconda stagione. La narrazione de Il Sarto
2 riprende tutti gli eventi lasciati in sospeso
nell’ultima puntata della prima statione, conclusasi con un
interessante cliffhanger, e torna seguire le storie di Peyami
(Cagatay Ulusoy), Esvet (Sifanur
Gul) e Dimitri (Salih Bademci). Ciò che
gli spettatori desideravano sapere in questo nuovo ciclo di episodi
riguardava la discendenza del protagonista, oltre a capire in che
direzione sarebbe andato il triangolo amoroso. Cerchiamo dunque di
comprendere cosa è successo con la spiegazione del finale.
Perché Kiraz ha lasciato
Peyami?
Nel finale de Il Sarto
2, Peyami inizia a riprendere il controllo di sé e
della sua situazione critica. Merito è in particolare di Kiraz, che
riesce a motivarlo trovando il tessuto appartenente a suo nonno,
incoraggiandolo così dedicarsi al suo mestiere di sarto al quale è
sempre stato legato. Ma il benessere di Peyami è destinato a durare
poco: ciò che minaccia il suo equilibrio è Esvet, la quale rivela
che Kamru è davvero sua madre (questa è stata una delle storie
cardine della prima stagione). Osman decide così di organizzare un
incontro improvviso tra Peyami e Kiraz (vero nome di sua madre)
affinché possano parlarsi e risolvere i loro problemi. All’inizio
però Peyami si infuria con lei per averlo abbandonato, ma Osman
riesce a convincerlo ad ascoltare la versione di Kiraz.
Quest’ultima ammette di essere stata codarda con lui e,
sorprendentemente, rivela che il suo amore nei confronti di Mustafa
era vero e sincero. Kiraz a quel punto racconta anche che all’epoca
era stata venduta alla sua famiglia per essere la badante di
Mustafa, venendo in seguito costretta a sposarlo. La nonna di
Peyami, Sülün, voleva che Kiraz avesse un figlio da Mustafa, ma non
essendo andata a buon fine la cosa venne cacciata di casa. Solo
dopo, Kiraz aveva scoperto di essere incinta. Peyami così
riesce finalmente a sapere la verità sulla sua
discendenza e risolve il suo problema dell’essere stato
abbandonato.
I genitori di Peyami si
riuniscono?
Ne Il Sarto
2 assistiamo a due momenti cruciali
nella vita di Peyami, entrambi causa del suo
malessere. Il primo è la separazione da Esvet, il
secondo è la morte della nonna. Ciò che può
risollevarlo da quello stato di degrado è risanare le vecchie
ferite. Di conseguenza, la seconda stagione pone lentamente le basi
per una riconciliazione di Peyami con il suo passato: nel finale,
Peyami decide di organizzare una sfilata di moda per annunciare il
suo ritorno, per dimostrare che i suoi detrattori si sbagliano.
Tuttavia, il vero motivo della sfilata è esprimere la sua
gratitudine al padre e riappacificarsi con lui. Il sarto riconosce
poi che le sue mancanze e i maltrattamenti subiti da Mustafa hanno
influito sul loro rapporto e sulla sua vita, e che fra le ragioni
dei suoi problemi emotivi vi era la sua incapacità di accettare la
condizione del padre, che si legava a doppio giro con l’abbandono
della madre. Nelle battute finali, Peyami porta Mustafa sul
palcoscenico, mostrando in quel modo a tutti chi è suo padre.
Quello è in fondo un momento simbolico, in cui Peyami dichiara
indirettamente di non vergognarsi più del genitore. Non solo:
riunisce anche Mustafa con Kiraz, completando la
riunione di famiglia. A differenza della prima stagione, la seconda
si conclude con una nota ottimistica e luminosa per Peyami, che
vede finalmente risolto il mistero della sua discendenza.
E Peyami, Esvet e Dimitri?
Il triangolo
amoroso tra Peyami, Esvet e Dimitri rimane la
colonna portante de Il Sarto e continua anche
nella seconda stagione. Fra i tre, però, le cose diventano più
complicate del solito a causa del matrimonio di Esvet con Dimitri,
soprattutto perché la donna sa che Peyami la ama ma non ha il
coraggio di parlarne. Inoltre, Dimitri percepisce la tensione che
c’è fra i due, che deriva anche dall’essere consapevole delle loro
dinamiche sentimentali. Ma a rendere le cose ancora più complesse
di quanto già non siano è l’arrivo di Cemre, poiché si dimostra nel
corso degli eventi degna di essere la compagna di Peyami. In
definitiva, la seconda stagione si conclude senza risolvere
adeguatamente il triangolo amoroso, che costituisce metà del
conflitto della storia.