Le Giornate degli Autori,
promosse da Anac e 100autori, realizzate nell’ambito della Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica, presiedute da Roberto
Barzanti e dirette da Giorgio Gosetti, entrano nella loro età
adulta dopo un decennio di consenso diffuso e di affermazioni
convincenti, grazie al sostegno convinto di tutti coloro che, fin
dal primo anno, hanno guardato al nostro lavoro con simpatia,
attenzione, rigore critico e vera partecipazione. Le istituzioni, i
media, i partner e gli sponsor – certo – ma soprattutto grazie al
pubblico e agli addetti ai lavori che hanno fatto della sezione
autonoma e indipendente della Mostra un successo stimolante e ogni
volta diverso.
Ricominciare dall’undicesima
edizione significa rimettersi in gioco e questo abbiamo inteso fare
con una selezione ormai storicamente “asciutta” – appena dodici
film e qualche evento speciale negli undici giorni di
programmazione -, una serie di iniziative mirate ai temi che le
associazioni degli autori hanno ritenuto di stretta attualità, un
tono generale che cerca la provocazione e la diversità. Non per il
piacere di stupire e di scandalizzare, ma per rispondere alla
richiesta di novità e di intelligenza che il pubblico ormai attende
con insistenza dai grandi festival, per non vederli ridotti a
semplice vetrina del consenso. Nel motto «scopriamo un nuovo
pubblico per un cinema nuovo» c’è tutta la nostra sfida dei
prossimi anni che punta a uno svecchiamento deciso dei linguaggi e
delle liturgie, a un cinema “giovane” nelle intenzioni e nelle
esigenze.
Tutte le opere prime delle Giornate
degli Autori concorreranno al Leone del Futuro – Premio Luigi De
Laurentiis per il miglior esordio di tutta la Mostra; sono
confermati il Label di Europa Cinemas (Programma Media) per il
miglior film europeo e il Premio Fedeora (federazione della critica
euro-mediterranea) per il miglior film e il miglior esordiente. Ma
da quest’anno nasce anche uno speciale riconoscimento (che sarà un
autentico sondaggio tra un campione di spettatori molto
particolari): il Premio Venice Days che attribuirà 20mila euro
divisi equamente tra il regista vincitore e il distributore
internazionale della pellicola scelta.
Un Premio del Pubblico scelto dagli
spettatori accreditati alla Mostra viene invece messo in palio dal
main sponsor BNL Gruppo BNP Paribas. Insieme a questo partner
“storico” che ci segue fin dalla fondazione delle Giornate nel 2004, il nostro
ringraziamento va alle istituzioni pubbliche (Direzione Generale
Cinema del MiBACT e il Parlamento europeo) e ai soggetti privati
(in prima fila il creative partner Miu Miu, la SIAE, Toscana
Castelfalfi Resort, Santa Margherita) senza i quali non saremmo in
grado di portare a Venezia la voce degli autori. E un grazie va
ovviamente alla Fondazione La Biennale di Venezia e alla Direzione
della Mostra con cui da sempre collaboriamo con lealtà pur nella
nostra indipendenza.
Teniamo in modo particolare alle
iniziative speciali che trovano posto nel nostro programma tra le
sale del Casinò (Perla e Perla 2), il Film Market all’Hotel
Excelsior e l’ormai storica Villa degli Autori che per l’occasione
ha nuovamente trasformato la sua immagine e si è arricchita di
nuovi spazi e servizi.
Per il terzo anno portiamo a
Venezia con Miu Miu il programma “Women’s Tales” dedicato alla
creatività femminile con la presentazione di due cortometraggi
nella giornata del 28 agosto e quattro incontri con protagoniste
del cinema mondiale il 29 e 30 agosto.
Per il quinto anno, grazie alla
Commissione Cultura del Parlamento europeo, a Europa Cinemas e a
Cineuropa realizziamo il programma “28 Volte Cinema” che, nel segno
del Premio LUX, riunisce in un inedito campus formativo 28 giovani
spettatori provenienti dai 28 paesi dell’Unione Europea.
Rilanceremo la partnership con il
Tribeca Film Festival, un dialogo tra due “isole della cultura” che
porterà a Venezia, per il secondo anno consecutivo, un
lungometraggio statunitense rivelatosi a Tribeca e che proprio alle
Giornate comincia il suo percorso internazionale.
Festeggiamo il progetto speciale
“100+1: cento film e un paese, l’Italia” che, lanciato dal critico
Fabio Ferzetti nel 2006, si è trasformato via via in una
realtà-pilota grazie alla collaborazione delle istituzioni
territoriali laziali e ora, insieme alla Regione Lazio, a Istituto
Luce Cinecittà e al programma “Cinema e Storia”, è una iniziativa
che si apre anche alla scena internazionale.
Uno speciale ringraziamento infine
ai nostri media partner (Cinecittà News, Cineuropa, Fred, web
radio&tv dei festival, Ciak, la 27ma Ora, pagina al femminile
di Corriere.it), e ai partner tecnici: specialmente a Sub-ti (che
ancora una volta rende possibile il sottotitolaggio elettronico dei
nostri film), I-Club, Frame By Frame (cui si deve la nostra sigla
con le musiche dei Têtes de Bois), L’Eco della Stampa, 64 Biz che
cura la digitalizzazione dei nostri filmati e Immagine & Strategia
(che cura tutta la nostra immagine e firma il manifesto dell’anno,
a cura di Antonella e Maria Teresa Pizzetti).
La selezione
Il gioco del fil rouge
appassiona ogni anno la stampa e i selezionatori, soprattutto prima
che la festa cominci, quando è necessario incasellare titoli e
autori ancora da scoprire. Nella realtà si cerca il buon cinema –
verrebbe da dire il cinema necessario – da un’edizione all’altra,
appassionandosi al percorso degli autori più amati e più legati
alla nostra proposta, andando in cerca di nuovi talenti,
accompagnando il coraggio e le sfide diverse di registi famosi. Il
programma si compone allora sulla base della migliore offerta,
della possibilità reale, talvolta della fortuna e dell’azzardo.
Capita così che, con le dovute eccezioni, la selezione 2014 delle
Giornate punti specialmente sulle mille facce della gioventù
attuale e sul modo in cui autori adulti cercano di raccontarla, di
captarne l’inquietudine, la rabbia, il disagio e le attese. Capita
così che abbiamo scelto la strada della provocazione e dell’eccesso
per illuminare un cinema che in tutto il mondo fotografa una
trasformazione profonda della società. Capita che abbiamo forzato
all’estremo l’identità del nostro brand verso la ricerca da un lato
e l’intrattenimento intelligente dall’altro. Se il cinema deve
essere l’istantanea del tempo scattata in anticipo, grazie alla
sensibilità degli artisti, allora ci auguriamo che questa selezione
restituisca al festival – che del resto sembra muoversi sulla
stessa linea d’onda con diversa sensibilità – il piacere della
scoperta.
Da sempre crediamo di dover
svolgere un ruolo complementare rispetto alla Mostra, in una leale
competizione che aumenti le possibilità e le occasioni di trovare
un cinema nuovo e vitale. Ancora una volta vorremmo essere
giudicati per questo.
I numeri delle
Giornate
Tra gennaio e luglio abbiamo
ricevuto 678 lungometraggi, ma aggiungendo festival e mercati il
numero dei film visionati sale a circa 1.350. Alla fine abbiamo
scelto 20 film, di cui 6 opere prime e 3 cortometraggi, provenienti
da 12 paesi.
Organizzeremo 14 incontri all’Hotel
Excelsior e alla Villa degli Autori e collaboreranno con noi 14
volontari del Dams di Bologna e dello Iulm di Milano. Alla Villa
serviremo 1.100 pasti mettendo in tavola oltre 600 bottiglie di
vino, spumante italiano, birra e grappa, organizzeremo la prima
deliberazione di giuria in diretta streaming nella storia dei
festival cinematografici, inviteremo i registi esordienti di
Biennale College, offriremo al campus di “28 Volte Cinema” tre
laboratori di formazione e sei incontri con registi e addetti ai
lavori.
Il Premio Venice
Days
Gli autori non premiano gli autori:
è un principio che ha sempre guidato il nostro lavoro e a cui non
deroghiamo neppure nell’anno in cui istituiamo il Premio Venice
Days. Nessuna giuria tradizionale in campo, nessun rituale
consueto. Vogliamo invece che sia il pubblico – per quanto si
tratti di un campione accuratamente selezionato e internazionale –
a prendere in mano il senso stesso di un riconoscimento, facendone
oggetto di riflessione e dibattito. Proprio ciò che a nostro avviso
si è perso nella tradizione delle grandi rassegne e che va invece
riconquistato come strumento per costruire una nuova platea di
spettatori appassionati. Così i giurati del Premio Venice Days
saranno i 28 ragazzi di “28 Volte Cinema”: competenti, motivati,
diversi per sensibilità e formazione e chiamati a dibattere per 10
giorni, attraverso il confronto con i film della nostra selezione,
sul senso del cinema di oggi, sul lavoro degli artisti e sul valore
di ogni pellicola, sia essa firmata da un esordiente o da un autore
consacrato. Per stimolarli, guidarli, dialogare con loro abbiamo
voluto un Presidente di giuria scelto tra i professionisti
internazionali più stimati e un direttore di festival che farà le
veci di un vero e proprio tutor organizzando i lavori
della giuria. Siamo convinti che le fasi preparatorie e la
discussione finale che porterà al verdetto e che sarà pubblica – vi
potranno assistere sia quanti saranno alla Villa degli Autori la
mattina del 5 settembre, sia quanti vorranno collegarsi in diretta
streaming – saranno inedite occasioni di confronto sui film, una
vera e propria lezione di cinema da cui far emergere una scelta,
magari irrituale, ma non per questo meno professionale e
qualificata.
Al vincitore del Premio Venice Days
verrà consegnato un assegno di 20mila euro da dividere in parti
uguali tra il regista del film e il suo venditore internazionale.
Pensiamo si tratti di un sostegno concreto sia alla creatività
dell’autore che alla visibilità nel mondo dell’opera così segnalata
dalle Giornate.
Personaggi in
Villa
Il glamour non è il nostro mestiere
e sul nostro ideale tappeto rosso si vola con uno skateboard o si
cammina per andare fino alla sala, il luogo più bello del mondo in
cui scoprire il grande cinema di domani. Eppure, grazie alla
fiducia di produttori, autori e distributori, è già lunga la lista
dei personaggi di spicco che saranno con noi quest’anno: Jeanne
Balibar, Barbora Bobulova, Nicolas Bouchaud, Laurent Cantet, Sandra
Ceccarelli, Shawn Christensen, Roberto Citran, Alex De la Iglesia,
Ivano De Matteo, Guillaume De Tonquédec, Felice Farina, Iaia Forte,
Alessandro Gassmann, Claudio Giovannesi, Christophe Honoré, Kim
Ki-duk, Esteban Lamothe, Luigi Lo Cascio, Alina Marazzi, Pietro
Marcello, i Masbedo, Giovanna Mezzogiorno, Leonardo Padura Fuentes,
Francesco Pannofino, Jorge Perugorría,
Giovanni Piperno, Costanza Quatriglio, Paola Randi, Alice
Rohrwacher, Emmy Rossum, Maya Sansa, Raymond Thiry, Filippo Timi,
Jorge Valdano, Lambert Wilson.
Ma la lista è destinata
naturalmente ad allungarsi perché da sempre la Villa degli Autori è
il luogo d’incontro di quanti, giunti alla Mostra, trovano nel
nostro giardino il loro “posto delle fragole”.
IL PROGRAMMA
SELEZIONE
UFFICIALE
Film d’apertura – Fuori
competizione
ONE ON ONE di
Kim Ki-duk
con Don Lee, Kim Young-min,
Lee Yi-kyung, Cho Dong-in, Yoo Teo
Corea del Sud, prima
internazionale
produzione Kim Ki-duk
Film – vendite internazionali Finecut
distribuzione italiana Fil
Rouge Media
Una studentessa viene rapita,
stuprata, assassinata. Sette persone, appartenenti alla setta delle
Ombre (The Shadows), terrorizzano i sette sospettati del delitto.
“Ma chi di quei sette sei tu?”.
Di One on One il regista
ha detto: «È un film sul posto in cui vivo, la Corea. Che si sia
d’accordo o meno con il finale del film, se non ci si sente
ammazzati non bisogna mettersi a guardarlo. L’ho fatto perché
qualcuno capisca. Sennò non ha senso. Questo è ciò che siamo noi
ora».
EL 5 DE TALLERES
di Adrián Biniez
con Esteban Lamothe,
Julieta Zyllberberg
Argentina, prima
mondiale
vendite internazionali
Films Boutique
Si chiama Patón Bonassiolle, ha
trentacinque anni, gioca a calcio ed è il capitano di una squadra
della serie C argentina. Mentre la sua relazione sentimentale con
Ale risente della frustrazione di un uomo che si scopre senza
futuro, Patón capisce che dopo una “vita da mediano”, deve
confrontarsi con la vita reale in cui i sogni sono morti prima
dell’alba.
Il nuovo film dell’autore di
Gigante racconta una società in cui il disagio batte alla
porta e il vero eroe è il perdente. Una giornata dei Venice Days è
dedicata anche per questo all’Argentina di oggi.
RETOUR A ITHAQUE (RITORNO A
L’AVANA) di Laurent Cantet
con Jorge Perugorría,
Isabel Santos, Pedro Julio Díaz Ferran, Fernando
Hechevarria
Francia, Belgio, prima
mondiale
vendite internazionali
Funny Balloons – distribuzione italiana
Lucky Red
Scritta dal romanziere cubano
Leonardo Padura con il regista, la sceneggiatura comincia su una
terrazza che sovrasta l’Avana, al tramonto. Cinque amici sono
riuniti per festeggiare il ritorno di Amadeo dopo sedici anni di
esilio. Dal crepuscolo all’alba, rievocano la loro giovinezza, il
gruppo che formavano, la fiducia che avevano nel futuro, ma anche
le loro delusioni.
Il vincitore della Palma d’Oro
(La classe) ritorna con un racconto intimo, quasi
l’istantanea di una generazione che deve fare i conti con le scelte
fatte o subite da ciascuno.
BEFORE I DISAPPEAR
di Shawn Christensen – Opera prima
con Shawn Christensen,
Fatima Ptacek, Emmy Rossum, Paul Wesley
Stati Uniti, Regno Unito, prima
internazionale
produzione Fuzzy Logic
Picture
Al punto più basso della sua
resistibile esistenza Richie riceve una telefonata che potrebbe
cambiargli la vita: la sorella gli chiede di badare per qualche ora
alla nipotina Sophia di undici anni. Non sa in che guaio sta per
cacciarsi…
Sviluppato a partire dal
cortometraggio Curfew con cui ha vinto l’Oscar nel 2013,
il film d’esordio dell’attore e regista Shawn Christensen è stato
la rivelazione del cinema indipendente americano di quest’anno.
L’impianto narrativo è da classica commedia degli equivoci, ma lo
sviluppo rivela un talento del tutto originale.
I NOSTRI RAGAZZI (THE
DINNER) di Ivano De Matteo
con Alessandro Gassmann,
Giovanna Mezzogiorno, Luigi Lo Cascio, Barbora
Bobulova
Italia, prima mondiale
produzione Rodeo Drive, Rai
Cinema – con il contributo del MiBACT –
distribuzione italiana 01 Distribution – vendite
internazionali Rai Com
Due fratelli, opposti nel carattere
come nelle scelte di vita, uno avvocato di grido, l’altro pediatra
impegnato e le loro rispettive mogli perennemente ostili l’una
all’altra, s’incontrano da anni, una volta al mese, in un
ristorante di lusso. Fino a quando, una sera, una bravata dei
rispettivi figli manda in frantumi l’equilibrio delle due famiglie.
Liberamente ispirato al libro La cena di Herman Koch, la
storia entra violentemente nella realtà borghese della famiglia
scardinandone le fondamenta. Il nuovo film dell’autore de Gli
equilibristi.
LES NUITS D’ETE di Mario
Fanfani –Opera prima
con Guillaume de Tonquédec,
Jeanne Balibar, Nicolas Bouchaud
Francia, prima
mondiale
produzione 24 mai
Production vendite internazionali Le
Pacte
Nella Francia del 1959, mentre i
coscritti partono per l’Algeria, Michel e Hélène vivono la loro
esistenza di coppia esemplare. Lui è un notaio ambizioso, lei
divide il suo tempo tra le opere di beneficenza e l’educazione del
figlio. Sarebbe un quadro perfino banale se Michel non nascondesse
un segreto inconfessabile. Il regista e la sceneggiatrice Gaëlle
Macé (Grand Central) si sono ispirati a un volume
fotografico sul travestitismo maschile degli anni Cinquanta e
Sessanta, e hanno ambientato la storia nella regione di Strasburgo
con speciale attenzione a un contesto d’epoca in cui “la Francia
perse la sua innocenza e vide stroncare con durezza l’anelito alla
libertà”.
PATRIA di
Felice Farina
con Francesco Pannofino,
Roberto Citran, Carlo Gabardini
Italia, prima mondiale
produzione Nina
Film – con il contributo del MiBACT – con
il sostegno di Film Commission Torino Piemonte –
distribuzione italiana Istituto Luce Cinecittà
Un operaio, un sindacalista e un
impiegato, arroccati in cima a una torre mentre la loro fabbrica si
prepara a chiudere per la crisi economica, raccontano e rivivono i
passaggi della vita italiana sul filo di trenta anni di emozioni e
drammi, dal delitto Moro a oggi. Dall’alto e da lontano guardano un
paese che non riescono più a interpretare. Non un film sulla
memoria, non un instant movie sulla crisi, ma il flusso di
coscienza di una generazione. Dal libro omonimo di Enrico
Deaglio.
METAMORPHOSES di
Christophe Honoré
con Amira Akili, Sébastien
Hirel, Damien Chapelle
Mélodie Richard, Georges
Babluani, Vimala Pons
Francia, prima
mondiale
produzione Les Films
Pelléas – vendite internazionali MK2
Quando Europa scappa da scuola a
bordo di un camion guidato da un giovane fascinoso di nome Giove,
sa ben poco del viaggio iniziatico che la aspetta. Appena oltre
l’asfalto dell’autostrada c’è una terra abitata da dei potenti che
sanno trasformare gli uomini in animali e piante in un batter
d’occhio. Giove, Bacco, Orfeo: Europa tutto guarda, ascolta e
impara in questo confronto fra dei e mortali, assaporando il sapore
più intenso della vita e dell’amore nel confronto con questi
dolcissimi e micidiali seduttori. Le pagine di Ovidio rivivono in
una scena contemporanea in cui ciascuno dà nomi nuovi al mito
antico.
TUSSEN 10 EN 12 (BETWEEN 10
AND 12) di Peter Hoogendoorn – Opera
prima
con Raymond Thiry, Nasrdin
Dchar, Cynthia Abma, Olga Louzgina, Elise van’t Laar, Ko
Zandvliet
Belgio, Francia, Olanda, prima
mondiale
produzione Keren Cogan
Films, Phanta Film
Ambientato in una classica giornata
estiva, questo film descrive gli effetti devastanti della notizia
che due normali poliziotti sono incaricati di portare a una
famiglia; una notizia che cambierà per sempre la vita di altre
persone. Man mano che il viaggio dei due poliziotti prosegue, la
loro auto diventa sempre più affollata: a ogni sosta si aggiunge un
membro della famiglia con il suo carico di dolore e sgomento. «C’è
una tensione che attraversa la vita – dice il regista – e collega
le orribili tragedie che ci colpiscono e l’essenza delle
preoccupazioni quotidiane cui facciamo fronte. È questa tensione
che mi ha affascinato».
MITA TOVA (THE FAREWELL
PARTY) di Sharon Maymon e Tal Granit
con Zeev Revah, Levana
Finkelstein, Alisa Rozen, Ilan Dar
Israele, prima
mondiale
produzione Pie
Films – vendite internazionali Beta
Cinema
Un gruppo di anziani che vivono
insieme in una casa di riposo si ingegnano a mettere a punto un
rudimentale strumento per dare la “dolce morte” a un amico che
vuole finire la sua vita con dignità, nonostante una legislazione
che vieta l’eutanasia. Ma quando la notizia si sparge sempre più
ospiti della casa di riposo si rivolgono agli improvvisati
inventori e li mettono di fronte a un dilemma senza soluzione
obbligata. Una black comedy dolce e aspra sulla vita e la morte,
sul difficile momento di congedarsi dalla vita. Dai produttori di
Bethlehem, un film sorprendente che conferma la vitalità
della cinematografia dell’anno.
THE GOOB di
Guy Myhill – Opera prima
con Liam Walpole, Sean
Harris, Sienna Guillory, Olivier Kennedy, Marama
Corlett
Regno Unito, prima
mondiale
produzione Emu
Films
Nel pieno di un’ondata di calore
che stringe alla gola la campagna assolata di Fenland, il sedicenne
Goob Taylor incontra la seducente Eva. Fino ad allora Goob ha
passato le sue estati ad aiutare la mamma. Ma adesso la donna ha
altri pensieri per la testa, dopo che ha incontrato, a sua volta,
uno straniero affascinante come Gene Womack. Goob tutto a un tratto
si sente un pensiero ingombrante e comincia a sognare per sé una
vita diversa.
Dai produttori di Catch Me
Daddy presentato all’ultimo festival di Cannes.
ASHA JAOAR MAJHE (LABOUR OF
LOVE) di Adityavikram Sengupta –
Opera prima
con Ritwick Chakraborty,
Basabdutta Chatterjee
India, prima mondiale
produzione Salaam
Cinema
Come in un racconto di Italo
Calvino, marito e moglie condividono la stessa casa e un amore
intenso ma sono costretti a non incontrarsi quasi mai. Se non
quando il destino decide di forzare, come per caso, le regole della
loro faticosa esistenza. Lei lavora di giorno, lui di notte; lei
prepara pranzi che non mangerà; lui fa la spesa per una casa che
non vive. Sullo sfondo la periferia popolosa di Calcutta stretta
nella morsa della crisi economica, del lavoro che non c’è o che non
basta, della depressione e del silenzio.
In questa sorprendente opera prima
tutte le voci e i rumori vengono dall’esterno. Nella casa nessuno
parla.
HE OVAT PAENNEET (THEY HAVE
ESCAPED) di JP Valkeapää
con Roosa Söderholm, Teppo
Manner, Pelle Heikkilä, Petteri Pennilä
Finlandia, Olanda, prima
mondiale
produzione
Helsinki-filmi – vendite internazionali
The Yellow Affair
Un ragazzo, addetto al servizio
civile in un centro per adolescenti problematici, si innamora di
una delle pazienti. La ragazza arde di un fuoco pericoloso, una
sete di vita che non può essere controllata e compressa, mentre il
suo giovane guardiano è d’indole mite e introversa. Ma anche in lui
pulsa un desiderio di libertà che si oppone a quel mondo fatto di
regole, punizioni, costrizioni. I due rubano una macchina e fuggono
verso un destino che rischia di essere mortale, un viaggio su una
strada senza uscita. Dal regista di The Visitor rivelato
alle Giornate nel 2008.
Film di chiusura – Fuori
competizione
MESSI di
Alex De la Iglesia
Spagna
produzione
MediaPro
Girato tra Buenos Aires, Rosario e
Barcellona su sceneggiatura del campione del mondo argentino Jorge
Valdano, che ne è anche il narratore, Messi mischia
ricostruzioni interpretate da attori, materiale d’archivio e
interviste a ex calciatori e allenatori come César Luis Menotti e
Alejandro Sabella, Diego Armando Maradona e Johan Cruyff,
giornalisti argentini e spagnoli, i compagni di squadra Mascherano,
Pinto, Iniesta e Piqué, l’endocrinologo che curò il piccolo Lionel
per il suo disturbo della crescita, e i dirigenti del suo club, lo
F. C. Barcelona.
WOMEN’S TALES
#7 So Yong Kim
SPARK AND
LIGHT
con Riley Keough, María
Ellingsen, Laufey Elíasdóttir, Sjón, Benjamin
Smith-Petersen
Italia, Stati Uniti
produzione Hi! Production,
soandbrad
«La mamma è stabile, dorme. Guida
con prudenza! Baci. Papà». Elizabeth ha ricevuto da poco questo
messaggio, ma sua madre non è l’unica a perdersi nel sonno. L’auto
della ragazza è in panne. Fuori si gela, intorno non ci sono segni
di vita. Elizabeth non può fare altro che aspettare con pazienza. I
soccorsi arriveranno presto. Nel frattempo, si scalda le mani sulle
bocchette del riscaldamento, sprofonda in uno strano torpore,
seguito da un risveglio ancor più surreale. Paesaggi islandesi si
fondono con i suoi ricordi. Le paure si trasformano magicamente in
tessuti confortevoli e fantastici. Papà, di sopra, da solo.
#8 Miranda
July
SOMEBODY
con Hope Shapiro, Steven
Lamprinos, Ian Lerch, Sophie Mann, Cory Roberts, Lika Bosman,
Athena Hunter, Miranda July
Italia, Stati Uniti, prima
mondiale
produzione Hi!
Production
Il telefono è scomodo, l’email è
vecchio, un sms è di cattivo gusto. Non sarebbe bello poter
consegnare i messaggi verbalmente, faccia a faccia, anche quando
non puoi (o non vuoi) esserci fisicamente? Molto divertente e
stranamente toccante, il film presenta un sistema di messaggistica
radicalmente nuovo inventato dall’artista Miranda July. Con questa
moderna tecnologia, gli affascinanti personaggi del cast, fra cui
la stessa July, litigano, si riappacificano e fanno l’amore.
EVENTI
SPECIALI
In accordo con la 71.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
9×10 NOVANTA di
Marco Bonfanti, Claudio Giovannesi, Alina Marazzi, Pietro
Marcello e Sara Fgaier, Giovanni Piperno, Costanza Quatriglio,
Paola Randi, Alice Rohrwacher, Roland Sejko
Italia, prima mondiale
produzione Istituto Luce
Cinecittà
Nove registi per un grande
archivio. Nel 2014 l’Istituto Luce ha compiuto novanta anni. Una
lunga storia che ha accompagnato l’Italia attraverso il cinema, e
con quel patrimonio di immagini unico al mondo che è l’Archivio
Luce. Per festeggiare questo compleanno, alcuni dei più apprezzati
nuovi autori del nostro cinema sono stati invitati a realizzare un
piccolo film, ciascuno con dieci minuti di immagini dell’Archivio,
scelte tra le migliaia di ore di filmati che esso contiene.
Ne è nato un album di narrazioni
diverse. I film raccontano del primo giorno di una guerra, e di
invocazioni di pace; di crolli e di ricostruzioni; memorie di
paesaggi e realtà (forse) perdute; miracoli, superstizioni e sogni.
Si parla della condizione delle donne, di sessualità, del
significato di una canzone, della Luna. Ci sono la favola e il
diario, la fantastoria e la poesia, le parole di grandi scrittori
accanto alle voci di persone comuni. Con personaggi reali e
storici, e personaggi di pura finzione.
In accordo con Tribeca
Film Festival
FIVE STAR di
Keith Miller
con James Primo Grant, John
Diaz
Stati Uniti, prima
internazionale
produzione Up The Street
Films, LLC
Dopo che il padre dell’adolescente
John è stato colpito da una pallottola vagante, Primo decide di
farsi carico dell’educazione del ragazzo alla legge della strada.
Esponente di spicco della gang dei Bloods – sia nel film che nella
realtà – Primo conosce soltanto le strade di Brooklyn. Mentre John
è incerto se entrare o no in questa vita, Primo deve decidere se e
come lasciarsi il suo passato alle spalle per essere un padre e un
marito migliore. Girato durante l’estate newyorchese, il film
mostra la cultura delle gang schivando ogni possibile stereotipo e
lasciando volutamente nell’ambiguità la distanza tra fiction e vita
reale.
THE SHOW MAS GO ON
di Rä di Martino
con Sandra Ceccarelli, Iaia
Forte, Maya Sansa, Filippo Timi
Italia, prima mondiale
produzione Produzioni
Illuminati
MAS, i Magazzini allo Statuto,
aprono a Roma all’inizio del secolo scorso come grandi magazzini di
lusso. Di quell’epoca sono rimasti solo i lampadari a mezz’aria e i
Mas sono diventati i magazzini del Popolo. Migliaia di metri
quadrati, quantità incalcolabili di polvere e sopratutto un’umanità
vasta e variopinta: dalle drag-queen alle badanti rumene, dai
giovani sposi moldavi alle suore che scelgono la biancheria intima
nei cestoni disordinati. Questo luogo di culto diviene un
“palcoscenico” su cui il tessuto urbano che normalmente lo
frequenta si intreccia a scene recitate e citazioni
cinematografiche, per cercare di restituirne lo spirito, la
potenzialità e l’energia.
THE LACK di
Masbedo
con Lea Mornar, Xin Wang,
Giorgia Sinicorni, Ginevra Bulgari
Italia, prima mondiale
produzione In Between Art
Film – co-produzione Vivo Film
The Lack è tratto da un
soggetto originale di Beatrice Bulgari e Mitra Divshali, ha la
fotografia di Gherardo Gossi e Giuseppe Domingo Romano, si avvale
del montaggio e sound design di Benni Atria ed è stato girato tra
l’Islanda e Lisca Bianca nelle Eolie. Il film mette in scena
quattro variazioni sul tema della “mancanza”, rappresentata da sei
personaggi femminili. Ognuna di queste donne è immersa in una
propria natura silenziosa e primitiva.
28 VOCI D’EUROPA PER UN
SOLO VERDETTO:
IL PREMIO DELLE
GIORNATE
Si festeggia quest’anno la V
edizione di 28 Volte Cinema che rilancia la partnership delle
Giornate degli Autori con il Premio LUX del Parlamento europeo, con
Europa Cinemas e la collaborazione con Cineuropa.
I ragazzi di 28 Volte Cinema
saranno i protagonisti della grande novità della nostra XI
edizione: il Premio delle Giornate degli Autori. Chi meglio di
questi giovani spettatori (dai 18 ai 26 anni), provenienti da tutti
i paesi membri dell’UE, potrà infatti giudicare i film del concorso
tenendo lo sguardo dritto sul futuro del cinema e del mondo?
Ciascuno di loro è stato
selezionato dalle sale del circuito Europa Cinemas; tra le
centinaia di candidature pervenute, sono state premiate
l’originalità, l’impegno e soprattutto la passione degli aspiranti
giurati. Insieme al Presidente della Giuria (una personalità del
cinema internazionale) e con l’aiuto di un esperto come Karel Och
(direttore artistico del Festival di Karlovy Vary nonché membro del
comitato di selezione del premio LUX), i ventotto giurati vivranno
un’esperienza quasi da campus universitario nel cuore del più
antico festival del mondo e saranno un probante campione del gusto
del nuovo pubblico per un cinema nuovo.
Tra le fila degli inediti giurati
si contano traduttori (Ieva Keruka, Lettonia), burattinai (Edi
Ćelić, Croazia) e poeti (Stefan Prohorov, Bulgaria), ma anche
attivisti LGBTI (Anna Nygren, Svezia), oltre che naturalmente
documentaristi e filmmaker. Marek Łużyński (Polonia) a ventiquattro
anni ha già lavorato in sette diversi festival cinematografici, tre
sale, e una scuola di cinema: c’è da credergli quando afferma: «I
do not believe in life beyond films».
Quasi tutti collaborano con blog e
riviste di critica cinematografica e le penne migliori saranno
selezionate per partecipare al workshop di critica condotto da un
esperto del comitato del LUX. Tutti inoltre contribuiranno
quotidianamente al blog di Cineuropa creato per l’evento. In
parallelo alle loro mansioni di giurati, i 28 si dedicheranno
all’esplorazione della nuova edizione del Premio LUX, visionando i
tre film finalisti e confrontandosi con i loro autori e con i
membri del parlamento europeo presenti a Venezia.
Perfetto campione del nuovo
pubblico d’essai, i nostri ventotto giurati si inchinano davanti ai
capolavori classici senza storcere il naso davanti ai successi di
botteghino, i loro gusti spaziano da minuscole coproduzioni europee
agli spettacolari Wuxia cinesi. Sarà un coro di voci molto
diverse quello che animerà i dibattiti della giuria. E la sfida del
presidente sarà proprio quella di armonizzare tutte le tonalità in
un verdetto finale che premi lo spirito di una giuria così
speciale.
La finlandese Ida-Maria Olva
dichiara di non aver ancora visto il suo film del cuore. Speriamo
possa premiarlo lei stessa alle Giornate!
DA DOVE
RICOMINCIARE?
Roberto Barzanti,
Presidente
Raggiunto il traguardo
dell’undicesima edizione, le Giornate degli Autori intendono
rafforzare i caratteri della loro originale e autonoma presenza nel
quadro del programma della Mostra d’Arte Cinematografica. Promossa
da Anac e 100autori, interprete dell’intero e variegato mondo
associativo di chi fa cinema, la nostra Associazione ribadisce la
sua fedeltà ai chiari propositi per i quali è nata su impulso di
Emidio Greco e Citto Maselli. Vogliamo continuare a essere uno
spazio di dialogo e di confronto critico sui linguaggi
dell’audiovisivo in una fase di febbrili mutamenti, a partire
anzitutto dalla rassegna di opere di particolare significato.
Saremo ancora un osservatorio qualificato sulle politiche nazionali
ed europee per il cinema e per le culture, in una fase sempre più
dominata da una globalizzazione invasiva e priva di regole.
Accentueremo, infine, la funzione formativa e di tutela e
diffusione del patrimonio storico ignorato o marginalizzato.
Il pubblico delle Giornate sarà
chiamato a essere un interlocutore attivo, a discutere e a
giudicare. Per la prima volta, infatti, la nostra selezione sarà
valutata da un duplice campione di spettatori, e non con semplici
premiazioni, non con giurie tradizionali.
Sarà poi, come sempre, un’edizione
con un forte segno europeo, evidenziato dalla collaborazione con la
Commissione Cultura guidata ora da Silvia Costa che ha creduto, fin
dall’inizio, nella nostra esperienza. Il Premio LUX, guidato da
Doris Pack, presenterà proprio a Venezia i tre film finalisti del
2014 che saranno accompagnati dai loro autori.
Al di là di interventi dall’impatto
simbolico, si tratterà di approfondire potenzialità e rischi
connessi alle discussioni avviate dalla Commissione di Bruxelles –
si è svolto già il sesto round – per definire il Partenariato
transatlantico su commercio e investimenti (Transatlantic Trade and
Investmemt Partnership). Rinnovare la richiesta perché sia
rispettata l’“eccezione culturale” è fondamentale, ma non basta: è
l’insieme della logica geopolitica sottesa al TTIP che sollecita
una riflessione più comprensiva e consapevole. I problemi relativi
alla circolazione dei beni della creatività e alla protezione dei
diritti degli autori non sono disgiungibili dalle dinamiche
generali. E il governo italiano quale futuro pensa per la
produzione cinematografica e audiovisiva? Il ministro Dario
Franceschini ha mostrato fin dall’inizio del suo incarico una
sollecita capacità di sintonizzarsi con talune delle più urgenti
richieste provenienti da chi si occupa di cultura. In ambito
cinematografico c’è urgenza di una legislazione sistematica, attesa
da troppo tempo, e non mancheranno le occasioni per chiarire gli
obiettivi che più stanno a cuore agli autori, che desiderano
partecipare a pieno titolo a consessi talvolta sbilanciati più sul
versante economico.
Senza il sostegno del Ministero non
potremmo neppure esistere: pertanto viva è la nostra gratitudine
verso il MiBACT. Al direttore generale per il cinema Nicola
Borrelli rinnovo una gratitudine non rituale. Anche la SIAE sarà
partecipe del nostro programma premiando un giovane talento
italiano che abbia lavorato sull’intreccio dei linguaggi.
Decisivo è stato ed è l’apporto di
soggetti privati che hanno stabilito con le Giornate un vero e
proprio legame di corresponsabilità nell’ideazione, nell’erogazione
di servizi tecnici e nell’articolazione stessa dell’agenda del
Lido. Miu Miu, ad esempio, completa quest’anno un primo tratto del
percorso a mille facce nell’universo della creatività femminile
esaltato dal progetto Women’s Tales.
Inutile ripetere che in mancanza
dello spirito collaborativo e del vivo incoraggiamento della
Biennale non saremmo in grado di assolvere la nostra missione, che
abbiamo sempre interpretato e praticato come complementare nel
vasto panorama della Mostra. Con il presidente Paolo Baratta e con
il direttore Alberto Barbera abbiamo costruttivamente affrontato le
difficoltà operative e logistiche, con reciproca lealtà e
amichevole rispetto. Il più antico e prestigioso Festival
cinematografico del mondo richiede via via aggiustamenti accorti e
sostanziosi miglioramenti che ne serbino alta e ben percepibile la
vitalità artistica. In anni – vano nasconderlo – irti di ostacoli e
di incognite.
IL CINEMA CHE CI
CHIAMA
Giorgio Gosetti Delegato
generale
Abbiamo girato una pagina – quella
del decennale – e sentiamo adesso la consapevolezza di dover
avviare un percorso nuovo sulla scena del festival più antico. In
tempi di nuovismo esasperato viene da guardare con
sospetto a un eccesso di enfasi sul tema del rinnovamento. Ma le
Giornate degli Autori hanno la ricerca del futuro radicata nel loro
codice genetico, in parallelo con una passione per la memoria che
consideriamo il valore non negoziabile per crescere in una società
civile e una cultura che sanno cambiare senza tradire se
stesse.
Per questo, se volessimo citare due
titoli emblematici della selezione 2014, penseremmo naturalmente a
un maestro come Kim Ki-duk, che sa mettersi in gioco ogni volta
come se fosse la prima, e all’omnibus 9X10 Novanta
promosso da Istituto Luce Cinecittà in cui la memoria visiva
dell’Italia di ieri è stata affidata a dieci giovani autori del
cinema italiano di oggi. Non a caso One on One
dell’artista coreano è stato scelto come film d’apertura, mentre
9X10 è condiviso con la Mostra del Cinema, perché la
creatività dei nostri talenti è patrimonio comune a tutta la scena
veneziana.
Abbiamo scelto i film – e il
plurale è d’obbligo per un lavoro che ha coinvolto allo stesso modo
chi scrive, il vice-direttore Sylvain Auzou, Gaia Furrer e Renata
Santoro dell’ufficio cinema, il comitato internazionale di
selezione, i consulenti e i collaboratori – sulla base di ciò che
ci è sembrata la loro “necessità”: testimoni di un cinema che si
trasforma, cangiante e vitale oltre le barriere delle nazionalità e
delle tradizioni. È davvero un cinema globale quello che abbiamo
voluto a rappresentare i nostri gusti e le nostre passioni. Una
globalità data dalla circolazione delle esperienze, dalla
consonanza della creatività, dal desiderio di conservare le radici
senza paura di affrontare il presente.
Abbiamo scelto un motto per il
nostro lavoro da qui in avanti: «scopriamo un nuovo pubblico per un
cinema nuovo»,e a questo pubblico – cercato, sperato, voluto –
dedichiamo il nostro lavoro e undici giorni che ci auguriamo pieni
di sorprese. Sentiamo il bisogno, appunto “necessario”, di
trasmettere agli spettatori di domani l’entusiasmo, la curiosità,
la fame di cinema che sono appartenuti alle generazioni precedenti.
Vogliamo che la platea dei festival sappia essere l’occasione per
toccare con mano il piacere dell’intelligenza che la creatività
degli artisti sa innescare. E crediamo che il nostro compito, nel
mosaico della Mostra di Venezia, sia proprio quello di aggiungere
sale alla passione impigrita degli spettatori d’oggi. Che ciò
avvenga con la visione di un film, un incontro capace di cambiare
la nostra percezione delle cose, una chiacchiera a notte alta o una
discussione dai toni accesi, poco importa. Quel che conta è questa
rinnovata – ma tutta da costruire – voglia di riappropriarsi da
parte dello spettatore dello “sguardo degli artisti”: una visione
che trascende la cronaca per diventare immaginazione, profezia,
memoria collettiva ed esperienza di crescita. E a questo compito ci
dedichiamo con gli strumenti consoni a una rassegna voluta dagli
autori e pensata per gli autori.
È in questa logica che va iscritto
anche il Premio che per la prima volta attribuiamo a uno dei nostri
film; è qui che può avere un senso un verdetto popolare affidato
agli spettatori che seguono la proposta culturale delle Giornate; è
su questa strada che dovremo impegnarci anche oltre gli undici
giorni della Mostra.
Altri ringraziano giustamente in
queste pagine tutti coloro – istituzioni pubbliche e soggetti
privati – che ogni anno forniscono opportunità, mezzi e stimoli
creativi al nostro lavoro. Vorrei invece dire grazie a quelli che
per le Giornate lavorano nei mesi precedenti l’entrata in scena e
quelli che offrono il loro volontario impegno durante le giornate
al Lido. Ogni volta mi stupiscono per la capacità di essere giovani
e professionali, competenti ed entusiasti con un calore e uno
spirito di squadra che trasforma il lavoro in esperienza di vita. E
grazie anche agli addetti ai lavori che scommettono su di noi e su
un marchio di qualità che negli anni – con la guida sicura del
Presidente Barzanti, la fiducia delle associazioni, i successi
conseguiti – ha reso i Venice Days il luogo naturale per il cinema
che si rinnova.