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To The Wonder di Malick a dicembre in Italia!

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To The Wonder di Malick a dicembre in Italia!

Il prossimo film di Terrence Malick, To The Wonder, ha finalmente una data d’uscita nel nostro Paese.

To the Wonder : Terrence Malick racconta l’amore

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To the Wonder : Terrence Malick racconta l’amore

To-the-wonder-foto-film-venezia 2012 Come ogni innovatore, Terrence Malick è un regista che divide la sala a metà: non lo smentisce il suo ultimo lavoro To the Wonder , presentato il 2 settembre 2012 al Festival del Cinema di Venezia, che è stato accolto dalla critica con sonori fischi e incontenibili applausi.

Il regista texano, messa da parte la sporadicità delle sue creazioni cinematografiche (sei film in quarant’anni di carriera), a meno di un anno dal suo capolavoro The Tree of Life si confronta con un ambizioso dramma sentimentale che cerca di esplorare l’amore in ogni sua sfaccettatura e contraddizione.

Il film racconta la storia di Marina (Olga Kurylenko) e Neil (Ben Affleck), che si innamorano follemente a Parigi e si trasferiscono in Oklahoma per cominciare una nuova vita insieme; ma i problemi non tardano ad arrivare, e il loro sentimento ormai consumato finirà così per frantumarsi. Complice la scadenza del visto di Marina, Neil si riavvicinerà a una vecchia fiamma (Rachel McAdams): tornata negli Stati Uniti, Marina cercherà conforto spirituale confidandosi con Padre Quintana (Javier Bardem), uomo di chiesa tormentato dagli stessi dubbi esistenziali della donna e disperatamente alla ricerca di risposte.

E’ pieno di mistero questo racconto in cui l’amore nasce con la forza di un incendio e si spegne con la stessa fatale rapidità. Quasi privo di dialoghi, pare che il film non abbia smentito lo stile antinarrativo ed ermetico tipico di Malick: il suo linguaggio personale fa parlare le immagini e i gesti, svuotando le parole di significato. D’altronde è proprio l’incomunicabilità tra gli esseri umani il centro di To the Wonder, tanto che le lingue usate dagli interpreti nei loro monologhi interiori sono addirittura quattro: inglese, francese, spagnolo e italiano.

La delicata fase di montaggio è stata curata dallo stesso team di The Tree of Life: A.J Edwards Keith, Fraase Shane Hazen, Christopher Roldan, Mark Yoshikawa, che non temono di andare oltre la dimensione spazio-temporale per seguire l’interiorità dei protagonisti, in una costruzione ellittica sconosciuta alla tradizione cinematografica.

D’altronde, il buon Malick è famoso per i clamorosi tagli che stravolgono la sua opera in fase di montaggio: quest’ultima non è stata certo risparmiata, tanto che le performance di attori del calibro di Rachel Weisz, Michael Sheen, Jessica Chastain, Amanda Lee, Barry Pepper sono state cancellate senza facoltà di appello.

Il cinema di Malick è celebre per la potenza delle sue immagini, che sottendono un certo simbolismo: per questo la scelta della fotografia è fondamentale, e il regista ha qui deciso di continuare il suo fruttuoso sodalizio artistico con il grande Emmanuel Lubezki, già candidato all’Oscar per The New World e The Tree of Life. Stesso importante compito per la musica, che deve riuscire a dare corpo ai sentimenti umani: oltre alla vibrante colonna sonora scritta appositamente da Hanan Townshend, nella pellicola si susseguono brani di Berlioz, Wagner, Habdin, Respighi, Tchaikowsky,

Il film uscirà nelle nostre sale il 4 luglio: è facile prevedere che susciterà le critiche di chi non apprezza lo stile ardito di un regista che alla spiegazione esplicita preferisce alludere, suggerire e nascondere: come in una fruttuosa caccia al tesoro.to the wonder

To The Bone: trailer del film Netflix con Lily Collins e Keanu Reeves

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Guarda il trailer ufficiale di To The Bone, il film originale con Lily Collins e Keanu ReevesTo the bone sarà disponibile in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo a partire dal 14 Luglio 2017.

La trama di To The Bone

Ellen è una ventenne anoressica e ribelle, che ha trascorso gli anni della sua adolescenza tra vari programmi di ricovero, solo per ritrovarsi molti chili più magra dopo ogni tentativo di guarire. Determinata a trovare una soluzione, Ellen, d’accordo con la sua bizzarra famiglia, decide di unirsi a un gruppo di giovani con gli stessi disturbi, guidato da un dottore non tradizionale.

Sorpresa dalle nuove regole, e affascinata dai suoi nuovi compagni, Ellen dovrà capire come superare la sua malattia e accettare se stessa per riuscire finalmente a sconfiggere i propri demoni.

Il veterano della televisione Marti Noxon usa la sua esperienza per raccontare una storia straordinaria, affrontando tematiche così delicate con un’atmosfera fresca e divertente, senza rinunciare all’onestà.

Grazie all’incredibile performance di Lily Collins e all’impeccabile ruolo di supporto di Keanu Reeves, Carrie Preston e Lili Taylor, To The Bone sconvolge le aspettative in ogni momento con un taglio particolare e uno sguardo puro nei confronti di ciò che le giovani donne oggi devono affrontare a causa degli ideali di bellezza diffusi dalla società.

To The Bone: prima foto del film originale Netflix con Lily Collins

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Netflix ha diffuso le prime foto di To The Bone, il film originale con Lily CollinsTo the bone sarà disponibile in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo a partire dal 14 Luglio 2017.

To The Bone trama

Ellen è una ventenne anoressica e ribelle, che ha trascorso gli anni della sua adolescenza tra vari programmi di ricovero, solo per ritrovarsi molti chili più magra dopo ogni tentativo di guarire.

Determinata a trovare una soluzione, Ellen, d’accordo con la sua bizzarra famiglia, decide di unirsi a un gruppo di giovani con gli stessi disturbi, guidato da un dottore non tradizionale.

Sorpresa dalle nuove regole, e affascinata dai suoi nuovi compagni, Ellen dovrà capire come superare la sua malattia e accettare se stessa per riuscire finalmente a sconfiggere i propri demoni.

Netflix Italia: serie tv, catalogo, news, film e molto altro

Il veterano della televisione Marti Noxon usa la sua esperienza per raccontare una storia straordinaria, affrontando tematiche così delicate con un’atmosfera fresca e divertente, senza rinunciare all’onestà.

Grazie all’incredibile performance di Lily Collins e all’impeccabile ruolo di supporto di Keanu Reeves, Carrie Preston e Lili Taylor, To The Bone sconvolge le aspettative in ogni momento con un taglio particolare e uno sguardo puro nei confronti di ciò che le giovani donne oggi devono affrontare a causa degli ideali di bellezza diffusi dalla società. 

To Rome with Love: video-interviste dalla premiere romana!

To Rome with Love: video-interviste dalla premiere romana!

Esordisce con il To Rome with Love Cinefilos Tv, la web tv di Cinefilos.it. Qui troverete le nostre interviste al cast dell’ultimo film di e con Woody Allen direttamente dal red carpet romano, dove venerdì 13 si è tenuta la premier mondiale del film. 

To Rome with Love: recensione del film di Woody Allen

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To Rome with Love: recensione del film di Woody Allen

To Rome with Love è il  film del 2012 scritto e diretto da Woody Allen e con nel cast Roberto Benigni, Jesse Eisenberg, Ellen Page,  Penelope Cruz e Woody Allen.

A distanza di pochi mesi dall’uscita italiana di Midnight in Paris e a pochissimo tempo dall’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, Woody Allen torna al cinema con il suo ultimo film “italiano”: To Rome with Love. E certo non si può dire che il vecchio Woody non l’abbia fatto con amore, perché la città eterna è ripresa con grazia leggerezza e poesia, ma soprattutto con la grande malinconia che appartiene sia al regista newyorkese, sia agli splendidi tramonti che calano sui fori imperiali e sul Colosseo.

Come nel suo ultimo fortunato film parigino, Allen decide di mostrarci una galleria di ritratti umani, questa volta non famosi né connessi tra loro, anzi To Rome with Love è il classico film ad episodi in cui le storie non si intrecciano, se non per ragioni di montaggio. C’è la coppietta innamorata (lei americana lui romano) i cui genitori devono conoscersi e scontrarsi con le reciproche differenze; ci sono gli studenti di architettura messi in crisi dalla affascinante amica di lei; ci sono gli sposini di provincia messi alla prova dalla grande città, lui assediato da una escort, lei sedotta da un divo della tv; infine c’è l’uomo comune, che si ritrova ad essere famoso solo perché è famoso, e vede la sua vita trasformarsi in un turbinio di fotografi, macchine lussuose e belle donne.

Nonostante le migliori intenzioni però, il film risulta piatto e a tratti sconfortante con un unico vero e proprio personaggi interessante, quello interpretato dallo stesso regista che torna dopo sei anni davanti alla macchina da presa. Stereotipi a non finire riducono il film ad una carrellata di soggetti apatici, trai quali però spiccano Allen, come già detto, Penelope Cruz, nel ruolo di una procace “accompagnatrice” e Alessandro Tiberi, timido, un po’ impacciato nel ruolo del provincialotto adescato dalla sensuale donnina.

To Rome with Love cast

Deludono un po’ Jesse Eisenberg e Ellen Page, non per una loro mancanza, dal momento che la loro giovane spensieratezza insieme al loro talento li rende sempre molto apprezzabili, ma forse ai loro personaggi non è stata riservata, in fase di sceneggiatura, molta attenzione. Nel cast anche Alec Baldwin nei panni di un architetto di mezza età che ritorna sui luoghi romani dove ha vissuto da giovane: il personaggio, all’inizio apparentemente solido, sembra trasformarsi in una specie di fantasma che appare nei momenti chiave e da consigli al suo giovane alter ego (Eisenberg).

Molto interessante è l’episodio del film in cui il protagonista, Leopoldo, interpretato da un sempre esuberante Roberto Benigni, diventa famoso senza motivo: forse in maniera inconscia, Allen ha rappresentato benissimo il “divismo” così come ormai lo intendiamo in Italia, dove rendiamo VIP persone che non hanno merito, senza arte nè parte, e che spesso non hanno nulla di più interessante da dire se non come preferiscono il pane a colazione.

Woody Allen però sembra inarrestabile, non vuole fermarsi e continua a sfornare film uno dietro l’altro, forse a scapito della qualità finale. Per uno dei migliori registi dell’era moderna forse è un giusto compromesso per avere ogni tre anni film da Oscar.

To Rome with Love cast

Accanto al cast internazionale, presente anche una folta schiera di attori nostrani: Alessandra Mastronardi, Fabio Armitillo, Antonio Albanese, Ornella Muti, Flavio Parenti, Riccardo Scamarcio e Alessandro Tiberi.

To Rome with Love: prime foto ufficiali!

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Un nuovo cambio di titolo per il nuovo film di Woody Allen girato a Roma. La pellicola non si chiamerà più Nero Fiddles, ma To Rome with Love , anche nella versione italiana. In Italia arriverà ad aprile, mentre negli USA uscirà il 22 giugno. Ecco una carrellata di foto ufficiali: 

To Rome with Love: locandina e sinossi

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Dopo il trailer clikkatissimo visto martedì ecco la locandina ufficiale italiana e la sinossi lunga di To Rome with Love.

Nel film oltre a Penelope Cruz, Ellen Page, Alec Baldwin

To Rome with Love: il primo trailer ufficiale

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Ecco a voi il primissimo trailer di To Rome with Love, ultimo film del prolifoco Woody Allen che lasciata la romantica e notturna Parigi, si è trasferisce qui da noi a Roma, in una Capitale

To Rome with Love di Woody Allen in tv

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La prima serata di Canale 5 è tutta dedicata a Woody Allen. Verrà infatti trasmesso alle 21:10 To Rome with Love, la penultima commedia del regista americano uscita nel 2012 e girata interamente a Roma nell’estate del 2011. Nel film, oltre a Penelope Cruz, Ellen Page, Alec Baldwin e Jesse Eisenberg, ci sono anche Roberto Benigni e lo stesso Woody Allen, dopo 6 anni di assenza dagli schermi come attore.

To Rome with Love è una commedia spensierata, un film caleidoscopico ambientato in una delle città più affascinanti al mondo. Il film ci mette in contatto con un architetto americano molto noto che rivive la sua gioventù, un borghese romano qualunque che all’improvviso si trova ad essere la massima celebrità di Roma; una giovane coppia provinciale attratta in incontri romanici separati ed un regista americano di opera che tenta di far salire sul palcoscenico un impresario di pompe funebri cantante.

Il famoso architetto John (Alec Baldwin) è in vacanza a Roma, dove ha vissuto nel corso della sua giovinezza. Passeggiando nel suo vecchio quartiere incontra Jack (Jesse Eisenberg), un giovane abbastanza simile a lui. Mentre osserva Jack innamorarsi pazzamente di Monica (Ellen Page), la splendida e civettuola amica della sua ragazza Sally (Greta Gerwig), John rivive uno degli episodi più dolorosi della sua vita.

Nello stesso momento, il regista di opera in pensione Jerry (Woody Allen) arriva a Roma con la moglie Phyllis (Judy Davis) per conoscere il fidanzato italiano della figlia Hayley (Alison Pill) Michelangelo (Flavio Parenti). Jerry è sorpreso nel sentire il padre di Michelangelo, Giancarlo (il famoso tenore Fabio Armiliato), che di mestiere fa l’impresario di pompe funebri, cantare arie come si sentirebbero a La Scala mentre si insapona sotto la doccia. Convinto che un talento così prodigioso non possa rimanere nascosto, Jerry coglie l’occasione per promuovere il talento di Giancarlo e ridare vigore alla propria carriera.

Dall’altra parte c’è Leopoldo Pisanello (Roberto Benigni) che è una persona tremendamente noiosa che si sveglia una mattina e scopre di essere uno degli uomini più famosi d’Italia senza saperne il perché. Immediatamente i paparazzi cominciano a seguire ogni sua mossa e a porsi domande su ogni sua motivazione. Mentre Leopoldo si abitua alle diverse seduzioni della ribalta gradualmente si rende conto del costo della fama.

Nel frattempo Antonio (Alessandro Tiberi) è arrivato dalla provincia a Roma nella speranza di fare colpo sui suoi parenti puritani con l’adorabile nuova moglie Milly (Alessandra Mastronardi) in maniera da poter ottenere un lavoro esclusivo nella grande città. A causa di incomprensioni e casualità che hanno delle conseguenze comiche la coppia è separata per un giorno. Antonio finisce col far passare un’estranea per sua moglie (Penélope Cruz) mentre Milly è corteggiata dalla leggendaria star del cinema Luca Salta (Antonio Albanese).

Mentre Roma è una città in cui storie d’amore e commedia abbondano, To Rome with Love di Woody Allen è un film su persone che hanno avventure che cambieranno per sempre la loro vita.

To Rome with Love debutta incassando oltre mezzo milione di euro

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To Rome with Love debutta incassando oltre mezzo milione di euro

Uscito ieri, 20 Aprile 2012, in 500 sale italiane, To Rome with Love è già in testa alle classifiche.

To Leslie, recensione del film con Andrea Riseborough

To Leslie, recensione del film con Andrea Riseborough

To Leslie, il piccolo film indipendente di Michael Morris, che ha incassato solo 27.000 dollari al botteghino, ha fatto notizia nelle ultime settimane per la sua campagna inusuale per arrivare agli Oscar. Cate Blanchett ha elogiato la grandiosa interpretazione della protagonista Andrea Riseborough mentre è stata premiata per il suo film Tár ai Critics’ Choice Awards 2022. Edward Norton ha scritto un intero thread su Twitter sulla sua interpretazione “fisicamente straziante” e Kate Winslet ha definito la performance della Riseboroughla più grande interpretazione femminile sullo schermo che abbia mai visto in vita mia“.

Forte di questo consenso da parte di illustri colleghi, Andrea Riseborough si è assicurata una nomination come miglior attrice protagonista agli Oscar 2023, notizia inaspettata che ha fatto parecchio discutere e ha portato l’Academy ha effettuare un’analisi circa le tattiche adottate per la campagna del film, che hanno “suscitato preoccupazioni“, ma senza ritirare la candidatura alla Riseborough, come inizialmente si temeva.

To Leslie, la trama: una vittoria sfortunata

Quando si è resa conta di aver vinto 190.000 dollari alla lotteria, Leslie (Andrea Riseborough) sapeva che la sua vita stava per cambiare per sempre. E così è stato, ma non nel modo in cui si aspettava. La storia di To Leslie di Michael Morris comincia esattamente sette anni dopo la grande vincita di Leslie quando, dopo aver dilapidato tutti i soldi, la donna è sola, trasandandata, sprofondata nell’alcool e sta per essere cacciata dalla sua nuova casa: uno squallido motel sul ciglio dell’autostrada del Texas occidentale.

Non sapendo a chi rivolgersi, Leslie chiede un appoggio al figlio che aveva abbandonato anni prima, il diciannovenne James (Owen Teague), che sembra subito a disagio per la sua presenza. Sa bene che, quando la mamma viene a trovarlo, significa che qualcosa è andato storto. Per la prima volta riusciamo a capire cosa è successo ai soldi di Leslie quando James stabilisce le regole di base per il suo soggiorno. Non puoi restare qui per sempre, dice, e soprattutto non devi bere. Quest’ultima richiesta si rivela un po’ eccessiva per Leslie, che finisce rapidamente per tornare in strada. Non avendo più alternative, torna a malincuore nella sua squallida città natale. Lì si imbarca in un’odissea cupa e straziante che la costringe a confrontarsi con le realtà opprimenti dell’alcolismo, del senso di colpa e del rimpianto.

Andrea Riseborough in To Leslie

La complessità caratteriale di Leslie

Il viaggio di Leslie è allo stesso tempo intimo, doloroso e malinconico, caratteristiche accentuate dalla fotografia di Larkin Seiple, che assume la forma di un cupo diario di viaggio. Quando si realizza un ritratto ravvicinato di due ore delle sofferenze raccapriccianti di un tossicodipendente, è difficile non risultare condiscendenti o fin troppo sentimentali, Ma To Leslie non cade in questa trappola. Non si tratta infatti della solita storia di disagio di una classe inferiore. Per la maggior parte del film, Leslie non si comporta come ci aspettiamo. Usa costantemente la sua arguzia e la sua sagacia per togliersi dalla strada, ma si rifiuta di agire in modo da rimanerne fuori. Che cosa vuole esattamente Leslie? È difficile dirlo ma, qualunque cosa sia, la desidera con tutto il cuore.

La rinfrescante complessità della protagonista di To Leslie è sostenuta dalla notevole interpretazione della Riseborough, che può essere ritenuta a pieno titolo una delle migliori dell’anno. In ogni assordante primo piano, l’attrice trasmette una complessa sequenza di emozioni. La cinepresa si concentra sulle sue reazioni quando James è coinvolto in una rissa nel corridoio del suo appartamento; il volto di Leslie comunica paura, scongiuro e senso di colpa, il tutto in pochi secondi. Più tardi, quando chiede all’affascinante sconosciuto al bar di dirle che è una brava persona, la sua espressione è contemporaneamente di vergogna, frustrazione e speranza.

Leslie è “l’evento”

Invece di costruire la sceneggiatura attorno a un grande evento catartico (scoprire cosa ha fatto Leslie per sperperare i suoi guadagni al lotto, per esempio, o magari un alterco epico), il film di Michael Morris ci assicura in ogni frangente che è Leslie – con tutti i suoi difetti e le sue incoerenze – ad essere l’evento. Questo non significa che la storia funzioni sempre. Un gran numero di drammi sulla povertà della classe operaia e dell’America centrale ha già fatto questo lavoro. A volte si ha l’impressione che si tratti di un film ripetitivo: c’è la caduta in disgrazia; c’è il momento in cui si tocca il fondo; c’è il monologo in cui la protagonista si rende conto che deve rimettersi in sesto; c’è il salvatore che ha pietà dell’eroe sfortunato e gli offre una piattaforma per risorgere. I punti fermi sono tutti presenti e ben definiti.

Ma To Leslie fa qualcosa di leggermente diverso: non c’è nessuna sdolcinatezza. Leslie è un disastro, sì, ma lo è anche il mondo che la circonda. Dutch (Stephen Root) e Nancy (Allison Janney) sono persone sinceramente arrabbiate e amareggiate, prive di qualsiasi empatia, che creano un ambiente ostile in cui Leslie non può avere alcuna speranza di guarire. Gli amici di James, lungi dal cercare di aiutare la madre, ne favoriscono il comportamento. Un gran numero di uomini moralmente falliti si avvicinano a Leslie nei bar, individuando una preda facile, e tentano di rimorchiarla con battute da far accapponare la pelle, come “io, tra un’ora“, quando lei chiede loro cosa ci trovino in lei. Non c’è un mondo da favola, non ci sono valori americani di provincia in mostra. Piuttosto che un semplice arco di redenzione, Leslie deve rialzarsi e cadere in diverse occasioni prima che le cose inizino ad andare anche solo leggermente nella sua direzione.

Una scena di To Leslie

Un’interpretazione da Oscar?

Al centro del realismo di To Leslie c’è il personaggio stesso. Il modo in cui la Riseborough affronta il personaggio è assolutamente privo di vanità e il regista Michael Morris non si tira indietro nel mostrare quanto Leslie possa essere crudele e rapace, ma prova anche una profonda empatia nei suoi confronti. La riprende attraverso la grana dello skyline texano, la spinge nelle viscere della società in cui vive – attraverso motel e lavanderie a gettoni, bettole e binari ferroviari – ma per tutto il tempo è determinato a mantenere la sua umanità. La cinepresa riesce sempre a individuare i momenti in cui Leslie si sente di nuovo umana, e questo basta a mantenere alto il livello di coinvolgimento dello spettatore. Raccontare la storia di una protagonista innegabilmente imperfetta senza offrire molti commenti al riguardo è di per sé un’impresa eroica: forse è proprio Morris ad aver vinto la lotteria assicurandosi Andrea Riseborough come Leslie.

To Catch a Killer, la recensione del film con Shailene Woodley

To Catch a Killer, la recensione del film con Shailene Woodley

Ha trovato una distribuzione irrisoria qui a New York il nuovo film dell’argentino Damiàn Szifron, quello che qualche anno addietro aveva sorpreso il pubblico internazionale con il surreale e corrosivo Wild Tale. Un solo spettacolo al giorno in un multiplex vicino Times Square. Dopo essere andati a vederlo non è stato affatto difficile comprendere il motivo per cui To Catch a Killer abbia ottenuto talmente poca pubblicità e considerazione dall’industria cinematografica americana. Non soltanto si tratta di un thriller sulla caccia a un “mass shooter”, figura purtroppo oggi più che mai attuale negli Stati Uniti; nello sviluppare la trama la sceneggiatura scritta dallo stesso Szifron insieme a Jonathan Wakeham illustra anche con pienezza l’idea come una mente deviata possa essere anche il frutto di una società sempre più alienante.

Fortemente voluto dalla protagonista e produttrice Shailene Woodley, il film vede la giovane e problematica poliziotta Eleanor Falco trovarsi nel bel mezzo di un massacro compiuto da un assassino appostato col suo fucile di precisione in un palazzo di Baltimora. A condurre le indagini e la caccia all’uomo viene messo il detective dell’FBI Geoffrey Lammark (Ben Mendelsohn), il quale sceglie di far entrare in squadra Eleanor nonostante i suoi evidenti problemi. Insieme la coppia inizia un’indagine che la porterà a testare i propri limiti fisici ma soprattutto psicologici.

To Catch a Killer è un’opera con commento sociale dietro la confezione di genere

L’impianto narrativo e l’idea di messa in scena di To Catch a Killer rispondono pienamente agli stilemi del cinema di genere. La rappresentazione della metropoli innevata e malinconica rimanda nella propria, interna coerenza estetica ad altre ambientazioni molto apprezzate dagli appassionati di cinema mainstream. Abbiamo infatti pensato alle strade piovose e anonime di Se7en di David Fincher, e insieme anche ai viali eleganti ma anche spaventosi de Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan. Ma sia chiaro fin da subito, quello di Szifron non è assolutamente un lungometraggio derivativo: semplicemente sa adoperare i mezzi che ha a disposizione per immergere lo spettatore in un universo filmico che sa restituire con potenza la forza emotiva di storia e personaggi.

E qui entra poi in gioco la volontà precisa di introdurre un commento sociale dietro la confezione di genere: nel seguire le tracce che dovranno portare alla cattura dell’assassino i due protagonisti si trovano a indagare le pieghe nascoste di un sistema che fabbrica mostri, in ogni strato sociale che attraversa. Lammark e Falco in un percorso a tappe organizzato in maniera sorprendente si trovano faccia a faccia con una verità quanto mai sconcertante: l’uomo che stanno cercando non rappresenta una “deviazione” quanto piuttosto una cellula incancrenita dentro un organismo malato.

To-Catch-a-Killer-recensione

Un’opera violenta, specchio del nostro presente

Senza voler raccontare troppo per evitare spoiler non necessari, possiamo comunque affermare che To Catch a Killer si prende con enorme coraggio grossi rischi a livello sia estetico che contenutistico: la violenza messa in scena da Szifron è brutale, lontana dalla spettacolarizzazione del genere. La progressione delle indagini viene spesso rallentata da figure che rappresentano metaforicamente quanto sia marcio il sistema americano: agenti che fanno politica molto più di quanto non tengano a catturare il colpevole; l’estremismo conservatore che approfitta della tragedia per spargere terrore; un discorso chiaro e radicale sull’istituzione del self-made man e del suo diritto alla propria autodifesa.

To Catch a Killer propone tutto questo e insieme riflette in maniera estremamente forte su quanto mette in scena. Il risultato è tanto appassionante a livello di fruizione spettacolare quanto doloroso nel momento in cui si comincia a ragionarci sopra. Non stiamo parlando di un film perfetto, tutt’altro: alcune ovvietà nella trama e qualche backstory non del tutto necessaria portano con sé una certa dose di retorica. Difetti che comunque scalfiscono soltanto in minima parte la potenza di un thriller nichilista, quasi livido nell’esposizione. Non sembra essere arrivato al momento giusto, To Catch a Killer. E questo lo rende probabilmente un oggetto cinematografico ancor piú affascinante e complesso da metabolizzare. Quando il cinema di genere diventa lo specchio deformante (e deformato) del nostro presente, non è mai facile da accettare…

To be or not to be – Vogliamo vivere – recensione

Varsavia, 1939. Joseph e Maria Tura (Jack Benny e Carole Lombard), due attori teatrali di grande popolarità e successo, insieme ad una compagnia di attori alquanto singolari, stanno lavorando per portare in scena uno spettacolo ambientato nella Germania nazista.

Contemporaneamente proseguono le repliche del loro “Amleto” durante il quale Maria riceve nel proprio camerino un giovane tenente polacco, approfittando del lungo e celebre monologo “to be or not to be” che tiene impegnato il marito protagonista della scena.

Ma la guerra, quella vera, irrompe con tutto il suo dramma e tutta la sua violenza, non è più tempo per i teatri e gli attori devono trovare alloggi e occupazioni di fortuna. Il giovane tenente però, entrato nel reparto polacco della RAF, tornerà in patria con una missione tanto segreta quanto delicata: fermare un elemento chiave del controspionaggio nazista. In questa sua impresa coinvolgerà prima Maria quindi tutta la compagnia teatrale. Sarà solo l’inizio di una serie incredibile di situazione farsesche quanto esilaranti dove gli attori dovranno tornare a recitare anche se la finzione si mescolerà pericolosamente alla realtà.

To be or not to be – Vogliamo vivere  è un film che il grande Ernst Lubitsch diresse nel lontano 1941 e che la Teodora Film ha restaurato riproponendolo nelle sale cinematografiche.

Non è mai bello e sopratutto costruttivo guardare sempre e solo al passato e considerare i successi di ieri, siano in campo artistico, sportivo, culturale o quant’altro, sempre e immancabilmente migliori di ciò che viene fatto oggi. Ma risulta oggettivamente impossibile esentarsi da ragionamenti simili dopo aver visionato questo “gioiello” della cinematografia mondiale. Lubitsch è comunemente riconosciuto come uno dei padri fondatori del cinema hollywoodiano moderno, un cineasta cui genio creativo era invidiato non solo dai suoi contemporanei ma anche e sopratutto da grandi registi che lo hanno di poco succeduto; tra loro credo sia sufficiente citare i nomi di Billy Wilder, Orson Welles o Truffaut.

To be or not to be – Vogliamo vivere è uno dei film più amati e celebri di questo straordinario regista, una  commedia che presenta un’incredibile fusione di comicità e dramma, di ilarità e romanticismo, una sequela ininterrotta di situazioni al limite del farsesco ma sempre raccontate e presentate con una misura ed un’ eleganza oggi inarrivabili. Un film che tiene incollati alla poltrona per quasi due ore grazie ad una sceneggiatura che non perde mai la bussola nonostante la quantità di personaggi e intrecci narrativi; la peculiarità, che ad uno spettatore di oggi risulta quasi impossibile, è che per tutto il corso del film si ride e di gusto senza mai udire una singola volgarità.

Quello che rende eccezionale questo capolavoro in bianco e nero sono essenzialmente due fattori: il primo riguarda la minuziosità e la precisione maniacale con cui sono curati i dialoghi i quali rappresentano uno dei principali punti di forza del film. Divertenti, impeccabili, ironici e tambureggianti, spesso danno la sensazione di una partita a scacchi in cui i personaggi giocano con le parole e la sagacia per mettere in scacco il proprio interlocutore. Quindi il secondo fattore è indubbiamente rappresentato dalla bravura degli interpreti. Jack Benny è semplicemente straordinario, un vero mattatore capace di essere irresistibile in ogni diverso ruolo interpretato nel corso del film, una mimica facciale incredibile abbinata ad una grande carica comica. Carole Lombard stupisce nel saper gestire la propria classe ed avvenenza in modo che non ostacoli la componente farsesca del proprio personaggio. Intorno a loro uno stuolo di eccellenti attori capaci di impersonare con efficacia ed eleganza ogni singolo personaggio, fondamentale per completare un  quadro di insieme di assoluta bravura. Poter vedere oggi al cinema To be or not to be – Vogliamo vivere è un’opportunità assolutamente imperdibile e che non va sprecata, un tuffo nel passato privo di malinconia o patetica nostalgia. D’altronde un capolavoro ha il dono dell’eternità.

To be or not to be trionfo al cinema per il film di Ernst Lubitsch

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To be or not to be – Vogliamo vivereAl quinto weekend di programmazione, To be or not to be continua la sua marcia trionfale ottenendo nuovamente la seconda media copia (euro 1.496,00) dopo il blockbuster World War Z. Il capolavoro di Ernst Lubitsch, distribuito nuovamente nelle sale da Teodora Film, ha totalizzato finora 263.712,00 euro di incasso, una cifra che lo conferma la riedizione di maggior successo degli ultimi anni, superiore ad altri classici tornati al cinema come Il Terzo Uomo, Aurora, Jules e Jim, A qualcuno piace caldo, Colazione da Tiffany.

Un film di una misura che coincide con la perfezione
e con il totale appagamento dell’intelligenza e del piacere
Paolo Mereghetti – Corriere della Sera
★★★★★

Uno dei film più esilaranti di sempre, i suoi tempi comici perfetti
funzionano con al stessa precisione di 70 anni fa
Roberto Nepoti – La Repubblica
★★★★★

Un gioiello di scintillante perfezione, il trionfo del “Lubitsch touch”
Fabio Ferzetti – Il Messaggero
★★★★★

Bellissimo, diverte il pubblico scena dopo scena
Gianni Rondolino – La Stampa
★★★★★

Il miglior film dell’anno ha 71 anni. Imperdibile
Alberto Crespi – L’Unità
★★★★★

La cosa più bella che possiate incontrare al cinema oggi
Rinaldo Censi – il manifesto
★★★★★

Pre-ci-pi-ta-te-vi a vederlo. Semplicemente fenomenale
Luigi Paini – Il Sole 24 Ore
★★★★★

Una inarrivabile lezione di stile, un congegno narrativo
perfetto, un cast formidabile
Luca Pellegrini – Avvenire
★★★★★

Il tocco di Lubitsch vi cambierà per sempre
Natalino Bruzzone – Il Secolo XIX
★★★★★

TMNT: Mutant Mayhem, il regista svela il ruolo di Shredder nel sequel

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Il regista di Tartarughe Ninja: Caos mutante Jeff Rowe ha parlato del ruolo dell’iconico cattivo Shredder nel sequel.

Parlando con Empire Magazine, Jeff Rowe ha rivelato perché Shredder non è diventato il cattivo principale del primo film Tartarughe Ninja: Caos mutante. Ha paragonato la situazione a quella della serie di film de Il cavaliere oscuro, che ha utilizzato Joker nel secondo film invece che nel primo. Il regista ha poi spiegato quanto Shredder sia più spaventoso dell’antagonista del primo film, Superfly.

Shredder era il cattivo principale [in Mutant Mayhem] prima che ce ne allontanassimo“, ha detto. “L’unica cosa che posso dire senza spoilerare nulla è che [Shredder] deve essere 100 volte più spaventoso di Superfly – che è un cattivo credibile, è pericoloso, è forte, sembra che possa mettere in difficoltà le Tartarughe. Shredder deve essere così, solo molto di più“.

Tartarughe Ninja: Mutant Mayhem vede le voci di Micah Abbey nel ruolo di Donatello, Shamon Brown Jr. nel ruolo di Michelangelo, Nicolas Cantu nel ruolo di Leonardo e Brady Noon nel ruolo di Raffaello. A loro si aggiunge un cast stellare che comprende Hannibal Buress nel ruolo di Gengis Frog, Rose Byrne nel ruolo di Leatherhead, John Cena nel ruolo di Rocksteady, Jackie Chan nel ruolo di Splinter, Ice Cube nel ruolo di Superfly, Natasia Demetriou nel ruolo di Wingnut, Ayo Edebiri nel ruolo di April O’Neil, Giancarlo Esposito nel ruolo di Baxter Stockman, Post Malone nel ruolo di Ray Fillet, Seth Rogen nel ruolo di Bebop, Paul Rudd nel ruolo di Mondo Gecko e Maya Rudolph nel ruolo di Cynthia Utrom.

Il film è stato diretto da Jeff Rowe e Kyle Spears da una sceneggiatura che Rowe ha scritto insieme a Rogen, Evan Goldberg, Dan Hernandez e Benji Samit. È stato prodotto da Rogen, Goldberg e James Weaver, con Ramsay McBean e Josh Fagen come produttori esecutivi.

TMNT: Alan Ritchson sarà Raffaello

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Si avvicina la data di avvio delle riprese del reboot di Teenage Mutant Ninja Turtles, e proseguono gli aggiornamenti riguardo il cast: ultima entrata in ordine di tempo, quella di Alan Ritchson, che darà la voce a Raffaello.

Ritchson, che tra l’altro prossimamente interpreterà Gloss in The Hunger Games: Catching Fire, entra nel cast nella parte del tartaruga con la bandana rossa, il più sportivo del team, armato coi suoi tradizionali Sai; nel corso della storia, Raffaello si scontrerà con Michelangelo riguardo la natura della loro missione. Le nuove tartarughe ninja saranno create attraverso l’animazione computerizzata utilizzate anche per dare vita a Gollum; nel cast del film è già entrata Megan Fox, col ruolo di April O’Neil, giornalista e alleata dei protagonisti.

La sceneggiatura è stata scritta da  Josh Appelbaum ed Andre Nemec, che a quanto sembra avrebbero riscritto le origini dei personaggi, dando loro un’origine aliena e suscitando così non poche perplessità trai fan.

Fonte: Empire

TMC 2016: un tributo agli artisti che ci hanno lasciato quest’anno

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IndieWire ha condiviso un video commemorativo (Turner Classic Movies – TMC) dei lutti che hanno colpito il mondo dello spettacolo nel 2016. Dalla musica (Prince, David Bowie), allo sport (Muhammad Ali), quest’anno è stato particolarmente “sanguinoso” e anche il mondo del cinema non è stato risparmiato.

Ecco il video tributo TMC 2016

https://www.youtube.com/watch?v=gqyuIFSNxYI

Abe Vigoda, Doris Roberts, Alan Rickman, Bill Henderson, Jacques Rivette, Abbas Kiarostami, Lita Baron, Andrzej Wajda, Michael Cimino, Bill Nunn, Gene Wilder e il giovanissimo Anton Yelchin. Molto lunga è la lista del scomparsi quest’anno, fenomeno che rende il mondo del cinema, e il mondo in generale, un posto un po’ più triste e buio.

Titoli di lavorazione: come si chiamavano i film prima di uscire?

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Forse non tutti sanno che la perfezione evocativa e perturbante del titolo Alien è il frutto di un lungo processo, e che il film, in fase di lavorazione si chiamava in un altro modo. Volete sapere quale? Ecco di seguito un elenco di film con il rispettivo titolo di lavorazione in testa: [nggallery id=651]

titoli di lavorazioneAlcuni di questi nomi sembrano in effetti particolarmente fuori luogo, altri invece un po’ rustici rispetto a quello che poi è stato il titolo originale. La verità è che spesso il film in lavorazione ha un titolo di copertura per evitare che trapelino troppo informazioni sul progetto, altre volte ci vuole un po’ prima di trovare quello giusto e spesso dietro alla scelta del titolo produzione e distribuzione sono determinanti.

Qualche volta è capitato che un titolo giusto potesse portare al cinema più persone, anche se alla fine è sempre il film a parlare, ma non è in discussione che il nome di un film è un passo importantissimo, e che se Halloween si fosse chiamato davvero The Babysitter Murders, forse non avrebbe avuto l’effetto che ha ancora adesso a tanti anni dall’uscita al cinema.

Tito e gli alieni: recensione del film con Valerio Mastandrea

Tito e gli alieni: recensione del film con Valerio Mastandrea

Sono passati otto anni da Into Paradiso, opera prima della regista Paola Randi. Otto anni di silenzio in cui ha lavorato instancabilmente per veder realizzato il suo nuovo progetto, Tito e gli alieni. Protagonista del film è Valerio Mastandrea, inserito all’interno di un contesto di genere fantascientifico, caso raro nel cinema italiano.

Da quando ha perso sua moglie, il Professore (Valerio Mastandrea) vive isolato dal mondo nel deserto del Nevada, accanto all’Area 51. Un giorno riceve un messaggio da Napoli: suo fratello sta morendo, e gli affida i suoi figli, che andranno a vivere con lui. Anita (Chiara Stella Riccio) e Tito (Luca Esposito) arrivano aspettandosi Las Vegas, ma si ritroveranno invece in mezzo al nulla, nelle mani di uno zio squinternato, in un luogo dove si dice vivano gli alieni.

La Randi sceglie di parlarci di ricordi attraverso la fantascienza, forse perché al giorno d’oggi il passato sembra sempre più un mondo distante, diverso, dove sono contenute gioie e dolori della nostra vita. È così per i protagonisti del film, che si trovano ognuno a modo loro a dover elaborare la profonda cicatrice del lutto. È dalla voglia di indagare come sia possibile superare un simile dolore che nasce il film, e la regista spinge i personaggi a cercare un contatto con un mondo che sembra irreale, ma c’è. Ed è proprio questa la fantascienza del film, o per lo meno la migliore, questo desiderio di stabilire una connessione con chi sembra a noi distante anni luce. Una fantascienza differente dalla comune accezione del termine, che si concentra sull’esplorazione dei mondi interni di ogni personaggio, piuttosto che sulla ricerca di uno stupore visivo.

Tito e gli alieni

Stupore visivo che tuttavia non manca, grazie ad alcune incantevoli immagini disseminate dalla regista per tutto il film. Immagini semplici ma di grande impatto visivo ed emotivo, il cui valore accresce non tanto per la bella fotografia o la delicata colonna sonora, quanto per le straordinarie interpretazioni dei tre protagonisti. I due giovani ed esordienti attori svelano una naturalezza che permette sin da subito di entrare in confidenza con i loro personaggi, mentre Valerio Mastandrea mette a segno una nuova grande prova d’attore, mostrando ancora una volta la sua capacità di muoversi su più registri, e investendo il suo personaggio di note malinconiche e agrodolci che gli permettono di scolpirsi un posto nel cuore degli spettatori.

L’unico elemento che frena in parte Tito e gli alieni è il ricorso ad una fantascienza più esplicita, che scomoda una seppur breve e non risolta presenza aliena, che tuttavia poco o nulla aggiunge alla narrazione del film. Gli effetti speciali di queste scene rivelano i propri evidenti limiti, con il rischio di disturbare la visione del film.

Nonostante ciò, Tito e gli alieni si conferma sul finale come un piccolo grande gioiello, ennesimo segno di una ritrovata creatività nel panorama del cinema italiano. La regista non perde di vista il nodo centrale del film, portandolo avanti fino alla fine e dandogli risoluzione attraverso una splendida sequenza finale che permetterà a tutti di dar sfogo al proprio personale mondo di ricordi. È un film questo in cui dramma e commedia sono dosati a dovere e trattati con il giusto tono, si ride quando è opportuno e ci si commuove quando è necessario, ma tutto ciò avviene senza forzature, semplicemente grazie alla spontaneità del racconto e alla dolcezza delle immagini.

Tito e gli Alieni: due clip dal nuovo film con Valerio Mastandrea

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Lucky Red ha diffuso due clip da Tito e gli alieni, il film diretto da Paola Randi con protagonista Valerio Mastandrea, insieme a Clemence Poesy, Luca Esposito, Chiara Stella Riccio, Miguel Herrera, John Keogh e con la partecipazione straordinaria di Gianfelice Imparato.

Tito e gli alieni, recensione del film con Valerio Mastandrea

Il Professore (Valerio Mastandrea) da quando ha perso la moglie, vive isolato dal mondo nel deserto del Nevada accanto all’Area 51. Dovrebbe lavorare ad un progetto segreto per il governo degli Stati Uniti, ma in realtà passa le sue giornate su un divano ad ascoltare il suono dello Spazio. Il suo solo contatto con il mondo è Stella, una ragazza che organizza matrimoni per i turisti a caccia di alieni. Un giorno gli arriva un messaggio da Napoli: suo fratello sta morendo e gli affida i suoi figli, andranno a vivere in America con lui. Anita 16 anni e Tito 7, arrivano aspettandosi Las Vegas e invece si ritrovano in mezzo al nulla, nelle mani di uno zio squinternato, in un luogo strano e misterioso dove si dice che vivano gli alieni…

Tito e gli alieni è in sala dal 7 giugno 2018.

Tito e gli alieni, la conferenza stampa del film di Paola Randi

Tito e gli alieni, la conferenza stampa del film di Paola Randi

Tito e gli alieni, la conferenza stampa del film di Paola Randi

È stato presentato oggi a Roma alla Casa del Cinema il film Tito e gli alieni, opera seconda di Paola Randi, in sala dal 7 giugno. Presenti alla conferenza stampa anche i produttori Angelo e Matilde Barbagallo, e i tre protagonisti del film, Valerio Mastandrea e i giovani esordienti Luca Esposito e Chiara Stella Riccio.

“Questa è una giornata importante, – esordisce il produttore Angelo Barbagallo, della Bibi Filmquesto è un film a cui teniamo moltissimo. È un film che ha richiesto tanto impegno e che ha appagato le nostre aspettative. Tutti insieme abbiamo raggiunto, dal nostro punto di vista, un buon risultato nella ricerca di un nuovo dialogo con il pubblico. E’ un’opera che coniuga qualità e originalità, in tutte le sue componenti.”

Il film nasce da esperienze personali. – aggiunge poi la regista Paola NardiNell’ultima parte della sua vita mio padre ha iniziato a perdere la memoria. Un giorno lo trovai in casa seduto a guardare la foto di mia madre, scomparsa anni prima. La guardava intensamente per cercare di conservarne il ricordo. Da qui è nata l’immagine di un uomo nel deserto con delle cuffie sulle orecchie, seduto accanto ad un’antenna puntata verso il cielo, in cerca della voce di sua moglie nei suoni dell’universo. Come si fa a trovare un antidoto al dolore della perdita? È a partire da questa domanda che il film ha avuto origine”

Tito e gli alieni

Prendendo parola, Valerio Mastandrea dichiara di essersi innamorato da subito del progetto. “L’aspetto poetico di questo film mi colpì moltissimo quando lessi la sceneggiatura. Non mi interessava il modo in cui lei voleva raccontare il film, ma il contenuto. Paola non è solo una regista, è una vera e propria artista.”

Tito e gli alieni segna il debutto cinematografico dei due giovanissimi attori Luca Esposito e Chiara Stella Riccio, scelti tra centinaia di bambini e ragazzi. “Durante le riprese non sapevamo quale sarebbe stato il finale, nel copione non era presente, e quando siamo arrivati a quel punto è stato un vortice di emozioni. – sostiene con emozione Luca  Esposito – Mi sento fortunato ad aver fatto questo film, ad avere lavorato con Paola, Valerio e Chiara.”. “E’ stata un’esperienza surreale, come vivere in una favola. – aggiunge Chiara Stella Riccio – L’atmosfera sul set rispecchiava perfettamente il tono che si cercava di dare al film, e questo mi ha aiutato a sentirmi ancora più coinvolta dal tutto.”

Per il film Mastandrea si è trovato a misurarsi con un personaggio complesso, che l’attore descrive come “uno che mantiene vivo un ricordo di una persona che non c’è più in maniera assolutamente critica. Questo gli impedisce di accettare la perdita e di vivere il presente. È uno che dorme, ma che viene poi svegliato. Vorrebbe rimettersi a dormire, ma capisce che l’essere stato svegliato è la miglior cosa che gli sia capitata.”

Il film arriva a otto anni di distanza dalla prima opera della Randi, Into Paradiso. La regista e i produttori giustificano questa lunga assenza dichiarando che “ il soggetto di Tito e gli alieni era pronto già nel 2011. Ci siamo presi molto tempo per scrivere la sceneggiatura affinché funzionasse a dovere. Dovevamo poi risolvere il problema di come affrontare la storia attraverso il genere fantascientifico. Una volta superato il processo di scrittura ci abbiamo messo del tempo per trovare i giusti interpreti e le giuste location, e infine altrettanto lungo è stato il periodo di post-produzione. Il film è frutto di grande impegno e pazienza. È stata una lavorazione lunga, ma ne è valsa la pena.”

Tito e gli alieni

Parlando di fantascienza, viene naturale chiedersi quali siano stati i modelli di riferimento per Tito e gli alieni, e a questa domanda la regista risponde dichiarando di essere una grande appassionata del genere, “in particolare di Carlo Rambaldi. Il tipo di fantascienza a cui desideravo rifarmi è appunto quella degli anni ’70 e ’80. È una fantascienza vintage, perfetta per parlare di ricordi.”

La regista ci tiene poi a ricordare il compositore Fausto Mesolella, venuto a mancare durante la lavorazione a cui il film è dedicato. “Fausto è stato un grandissimo musicista. Le sue composizioni sono state fondamentali per il film, generano un’atmosfera unica, e di questo gli sarò sempre grata.”

All’immancabile domanda, rivolta a Valerio Mastandrea, riguardo lo stato del cinema italiano, l’attore risponde: “Problemi ce ne sono sempre, ovvio, ma fortunatamente ci sono dei risvegli artistici e creativi nel nostro cinema che danno modo di esplorare nuovi orizzonti. Il merito è di registi e produttori giovani, che non si arrendono e ce la mettono tutta per portare novità di cui tutti abbiamo bisogno. Grazie a loro un rinnovamento del nostro cinema è possibile.”

Tito e gli Alieni, il trailer del film con Valerio Mastandrea

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Tito e gli Alieni, il trailer del film con Valerio Mastandrea

Ecco il trailer di Tito e gli Alieni, il film diretto da Paola Randi con protagonista Valerio Mastandrea, insieme a Clemence Poesy, Luca Esposito, Chiara Stella Riccio, Miguel Herrera, John Keogh e con la partecipazione straordinaria di Gianfelice Imparato.

 Il Professore (Valerio Mastandrea) da quando ha perso la moglie, vive isolato dal mondo nel deserto del Nevada accanto all’Area 51. Dovrebbe lavorare ad un progetto segreto per il governo degli Stati Uniti, ma in realtà passa le sue giornate su un divano ad ascoltare il suono dello Spazio. Il suo solo contatto con il mondo è Stella, una ragazza che organizza matrimoni per i turisti a caccia di alieni. Un giorno gli arriva un messaggio da Napoli: suo fratello sta morendo e gli affida i suoi figli, andranno a vivere in America con lui. Anita 16 anni e Tito 7, arrivano aspettandosi Las Vegas e invece si ritrovano in mezzo al nulla, nelle mani di uno zio squinternato, in un luogo strano e misterioso dove si dice che vivano gli alieni…

Titanus e LUISS insieme per un documentario sullo studio guidato da Guido Lombardo

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Titanus, storica casa di produzione e distribuzione cinematografica e televisiva italiana, si farà raccontare dagli studenti dei Master di Gestione della Produzione Cinematografica e Televisiva e Writing School for Cinema and TV della Luiss Business School, diretti dal professor Luca Pirolo.

Gli studenti verranno infatti incaricati di realizzare un documentario sulla storia e sul futuro della società, coordinati dal giornalista, regista e critico cinematografico Marco Spagnoli, docente Luiss Business School.

La collaborazione, nata anche grazie al supporto di Francesca Tauriello, co-direttice di Writing School for Cinema and TV, prevede una visita alla sede storica della Titanus, la realizzazione di interviste con il CDA, la visione e selezione di materiale d’archivio utile a raccontare la storia della casa di produzione, in un progetto che si realizzerà in un documentario.

Un’occasione unica per gli studenti che avranno la possibilità di conoscere da vicino una delle case di produzione più longeve al mondo, con oltre 1.500 tra film prodotti e distribuiti, dal cinema muto ad oggi, e che sono il riflesso della storia del nostro Paese. Totò, Sophia Loren, Dario Argento e Giuseppe Tornatore sono solo alcuni dei volti “scoperti” da Titanus che, nell’ottica di innovare sempre i propri prodotti, ha fatto dello spirito pionieristico una delle sue caratteristiche principali.

Un passato dunque prezioso e unico che però non ha esaurito la potenza creativa di una delle famiglie che hanno fatto la storia del cinema italiano: oggi, con la terza generazione, l’azienda intende aprirsi ai nuovi linguaggi e alle opportunità che offre il settore, sempre rivolti verso il futuro, ma senza mai dimenticare le radici che l’hanno consacrata nel passato.

Il documentario sarà il frutto di un cammino accademico e di formazione per gli studenti che lo realizzeranno, un percorso che è iniziato con una Masterclass presso Villa Blanc, sede della Luiss Business School, tenuta dall’Amministratore Delegato della Titanus Massimo Veneziano e dal Consigliere Titanus Simone Conti, con una speciale introduzione del Presidente della Titanus Guido Lombardo.

È infine seguita la visione del documentario “L’ultimo gattopardo” di Giuseppe Tornatore, ritratto inedito e autorevole di Goffredo Lombardo, che si è tenuto nella prestigiosa e appena restaurata Sala Cinema all’interno della storica sede Titanus.

Titanus annuncia la nomina di Stefano Bethlen come nuovo Direttore Generale

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Titanus S.p.a. annuncia la nomina di Stefano Bethlen come nuovo Direttore Generale a partire dal prossimo 1° luglio. Fondata a Napoli nel 1904 da Gustavo Lombardo, poi condotta all’apice del successo dal figlio Goffredo fino agli anni duemila, ed ora nelle mani del nipote Guido Lombardo, Titanus è la più antica casa cinematografica italiana. Con sede a Roma, dove sono presenti anche gli studi di produzione cine-televisiva Titanus-Elios, la Titanus è la più celebre fabbrica italiana di “immagini in movimento” che continua a produrre emozioni per tutti gli appassionati.

Caratterizzata fin dagli inizi da una politica produttiva all’avanguardia, basata sulla ricerca e la sperimentazione, la Titanus è diventata in breve tempo il marchio di riferimento di centinaia di film. La sua library, che conta oltre 370 titoli, racchiude opere che hanno fatto la storia del cinema e rappresentano un vero e proprio patrimonio culturale: dal neorealismo italiano (“Rocco e i suoi fratelli”, “La Ciociara”), alla trasposizione cinematografica di romanzi letterari di incalcolabile successo (“Il Gattopardo”), fino ai lungometraggi cult-horror di Dario Argento e alle pellicole nazionalpopolari come “Poveri ma belli” o, ancora, il filone comedy-poliziesco che ha consacrato Bud Spencer tra le star italiane più apprezzate all’estero. Ai successi italiani si aggiunge la distribuzione di importanti film stranieri come “Apocalypse Now” e “C’era una volta in America” che hanno contribuito a rendere la Titanus un’icona anche a livello internazionale.

Stefano Bethlen approda alla Titanus come Direttore Generale dopo una luminosa carriera in The Walt Disney Company Italia iniziata nel 2003. Nel corso degli anni Bethlen ha assunto ruoli di sempre maggiore rilievo passando da Theatrical Business Manager per Italia, Turchia, Russia e Grecia, fino a diventare Head of Theatrical Distribution and Marketing e quindi Chief Marketing Officer. Dal 2016 al 2019, nel ruolo di CMO, Stefano Bethlen ha gestito a 360° il business di tutte le franchise Disney, determinandone la crescita e l’aumento del fatturato, così come i piani di marketing e comunicazione integrata di tutte le linee di business dell’azienda, fino al riposizionamento e rilancio in Italia dei brand Marvel e Star Wars. Un bagaglio di esperienza forte anche delle strategie di distribuzione di centinaia di titoli Disney, Pixar, Marvel e Star Wars che lo hanno portato a collezionare grandi risultati anche al box office.

Dopo aver lasciato The Walt Disney Company Italia, negli ultimi due anni Stefano Bethlen si è dedicato all’attività di consulente e produttore indipendente di film italiani, realizzando prodotti per il mercato europeo che arriveranno a breve sul grande schermo.

“La scelta di Stefano Bethlen, quale Direttore Generale della Titanus rappresenta un passo fondamentale per il futuro della nostra realtà”, ha detto Guido Lombardo Presidente della Titanus. “Abbiamo scelto Stefano in quanto manager con rapporti internazionali consolidati e in grado di interpretare in modo innovativo questo periodo di grande cambiamento per lo scenario dell’audiovisivo. Ci troviamo infatti in un’epoca in cui il mercato richiede un numero sempre crescente di contenuti e vogliamo rispondere in modo veloce e concreto”.

Emozionato per il nuovo incarico Stefano Bethlen ha dichiarato: “Da professionista, ma soprattutto da italiano, sono davvero orgoglioso di entrare a far parte di questa società italiana così ricca di storia e fascino. Già molto apprezzata anche all’estero la Titanusdovrà essere sempre più riconosciuta nel mondo come una realtà italiana di grande successo nella produzione e distribuzione di film e serie televisive. Non vedo l’ora di mettermi al lavoro per definire la nuova strategia del gruppo e di cogliere tutte le opportunità all’orizzonte”.

La Titanus è pronta per un nuovo capitolo della sua storia leggendaria.

Titans: trailer ufficiale della serie DC

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Titans: trailer ufficiale della serie DC

La DC Entertainment ha diffuso al Comic Con di San Diego il trailer ufficiale di Titans, l’annunciato show basato sull’omonimo fumetto che debutterà negli USA sulla piattaforma della DC Comics.

Titans

Titans non sarà l’unico prodotto che sarà disponibile sulla piattaforma americano DC. Infatti si aspettano anche Batman: The Animated Series e la serie animata su Flashpoint. 

Titans vede come produttori esecutivi Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti e Sarah Schechter. 

Nella serie tv Dick Grayson emerge dall’ombra per diventare il leader di una band senza paura di nuovi eroi, tra cui Starfire, Raven e molti altri. I fan possono aspettarsi che Titans sia una serie d’avventura a tinte drammatiche che esploreranno e celebreranno uno dei più famosi gruppi di fumetti di sempre.

La prima stagione Titans debutterà nel 2018 sul nuovo servizio digitale per la DC Comics, gestito da Warner Bros. Digital Networks.

Titans: trailer ufficiale da Netflix

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Titans: trailer ufficiale da Netflix

Netflix ha diffuso il trailer ufficiale di Titans, la nuova serie in arrivo basata su una property dell DC Universe che in America debutterà sulla piattaforma DC, mentre nel resto del mondo invece su Netflix.

Titans 

Titans è la serie tv prodotta dalla DC Entertainmet e  creata da Akiva Goldsman, Geoff Johns, e Greg Berlanti.  La serie vede protagonista Brenton Thwaites come Dick Grayson / Robin, leader dei Titans.Titans vede come produttori esecutivi Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti e Sarah Schechter. 

In Titans protagonisti sonon Brenton Thwaites nei panni di Richard “Dick” Grayson / Robin, Anna Diop come Koriand’r / Starfire, Teagan Croft nei panni di Rachel Roth / Raven e Ryan Potter nei panni di Garfield “Gar” Logan / Beast Boy.  Nei ruoli ricorrenti ci sono Alan Ritchson nei panni di Hank Hall / Hawk, Minka Kelly as Dawn Granger / Dove, Lindsey Gort nei panni di Amy Rohrbach e Bruno Bichir as Niles Caulder / Chief.

Nella serie tv Dick Grayson emerge dall’ombra per diventare il leader di una band senza paura di nuovi eroi, tra cui Starfire, Raven e molti altri. I fan possono aspettarsi che Titans sia una serie d’avventura a tinte drammatiche che esploreranno e celebreranno uno dei più famosi gruppi di fumetti di sempre. La prima stagione Titans debutterà nel 2018 sul nuovo servizio digitale per la DC Universe, gestito da Warner Bros. Digital Networks.

Titans: Robin protagonista della nuova Featurette

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Titans: Robin protagonista della nuova Featurette

Dopo promo e trama dal decimo episodio la DC Entertainmet ha diffuso una featurette dedicata a Robin di Titansla nuova serie tv basata sull’omonimo fumetto.

Titans 

Titans è la serie tv prodotta dalla DC Entertainmet e  creata da Akiva Goldsman, Geoff Johns, e Greg Berlanti.  La serie vede protagonista Brenton Thwaites come Dick Grayson / Robin, leader dei Titans.

Titans vede come produttori esecutivi Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti e Sarah Schechter. 

In Titans protagonisti sonon Brenton Thwaites nei panni di Richard “Dick” Grayson / Robin, Anna Diop come Koriand’r / Starfire, Teagan Croft nei panni di Rachel Roth / Raven e Ryan Potter nei panni di Garfield “Gar” Logan / Beast Boy.  Nei ruoli ricorrenti ci sono Alan Ritchson nei panni di Hank Hall / Hawk, Minka Kelly as Dawn Granger / Dove, Lindsey Gort nei panni di Amy Rohrbach e Bruno Bichir as Niles Caulder / Chief.

Nella serie tv Dick Grayson emerge dall’ombra per diventare il leader di una band senza paura di nuovi eroi, tra cui Starfire, Raven e molti altri. I fan possono aspettarsi che Titans sia una serie d’avventura a tinte drammatiche che esploreranno e celebreranno uno dei più famosi gruppi di fumetti di sempre.

La prima stagione Titans debutterà nel 2018 sul nuovo servizio digitale per la DC Universe, gestito da Warner Bros. Digital Networks.

Titans: prima foto ufficiale di Dick Grayson

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Titans: prima foto ufficiale di Dick Grayson

La DC Comics ha diffuso la prima foto ufficiale di Dick Grayson in Titans, l’annunciata nuova serie tv basata sull’omonimo fumetto.

I fan nella prima foto possono vedere di più dell’abito, dai guanti alla maschera del costume di Robin. L’abito è stato progettato dalla celebre costumista Laura Jean Shannon, i cui crediti includono Black Lightning, Iron Man e The Jungle Book:

Titans serie tv

Dick Grayson sarà interpretato dall’attore Brenton Thwaites ( Pirati dei Caraibi: Dead Men Tell No Tales. Titans vede come produttori esecutivi Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti e Sarah Schechter.

Nella serie tv Dick Grayson emerge dall’ombra per diventare il leader di una band senza paura di nuovi eroi, tra cui Starfire, Raven e molti altri. I fan possono aspettarsi che Titans sia una serie d’avventura a tinte drammatiche che esploreranno e celebreranno uno dei più famosi gruppi di fumetti di sempre. La prima stagione Titans debutterà nel 2018 sul nuovo servizio digitale per la DC Comics, gestito da Warner Bros. Digital Networks.

Titans: prima foto di Hawk & Dove

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Titans: prima foto di Hawk & Dove

Dopo la prima foto di Dick Grayson di Titans, oggi arriva una nuova immagine ufficiale dell’attesa serie tv targata DC Entertainment. Protagonisti della nuova immagine sono Alan Ritchson e Minka Kelly come Hawk & Dove:

Titans

Al fiano del protagonista saranno due dei i suoi alleati superpotenti, Hank Hall, alias Hawk, e Dawn Granger, aka Dove. Alan Ritchson, già visto in  Smallville e Teenage Mutant Ninja Turtles interpreta Hawk mentre l’ex star di Friday Night Lights Minka Kelly interpreta Dove. La coppia che combatte il crimine è una delle coppie romantiche della serie.

La costumista Laura Jean Shannon, i cui crediti precedenti includono Iron Man della Marvel  e la serie CW Black Lightning , ha disegnato tutti i fantastici costumi iconici per la serie, incluso il costume Robin.

Titans

Titans vede come produttori esecutivi Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti e Sarah Schechter.  Nella serie tv Dick Grayson emerge dall’ombra per diventare il leader di una band senza paura di nuovi eroi, tra cui Starfire, Raven e molti altri. I fan possono aspettarsi che Titans sia una serie d’avventura a tinte drammatiche che esploreranno e celebreranno uno dei più famosi gruppi di fumetti di sempre. La prima stagione Titans debutterà nel 2018 sul nuovo servizio digitale per la DC Comics, gestito da Warner Bros. Digital Networks.