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Christopher Nolan parla sul futuro di Batman!

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Christopher Nolan parla sul futuro di Batman!

Dopo le numerosi voci degli ultimi giorni, arriva il commento di Christopher Nolan sul destino cinematografico di Batman. Il regista ha confermato il suo addio al personaggio,tuttavia lascia le porte aperte ad una nuova reinterpretazione del personaggio che secondo quest’ultimo non è legato ad un uomo ma è più un simbolo che può essere interpretato da chiunque.

“Per me, The Dark Knight Rises è specificamente e sicuramente la fine della storia di Batman, come l’ho voluta raccontare”, dice Nolan. “L’apertura alla natura di Batman è semplicemente un’idea molto importante che abbiamo voluto  nel film: Batman è un simbolo. Può essere chiunque, questo è un concetto molto importante che abbiamo voluto nel film.”

“Non tutti i fan di Batman sono  necessariamente d’accordo con questa interpretazione della filosofia del personaggio, ma per me tutto torna alla scena tra Bruce Wayne e Alfred nel jet privato a Batman Begins, che è stato cui l’unico modo che ho trovato per effettuare una caratterizzazione credibile di un ragazzo  che si trasforma in Batman,  un simbolo necessario per dare il via ad un cambiamento.

“Per questo è stato un processo temporaneo, forse un piano quinquennale, che verrebbe applicato per promuovere simbolicamente il bene di Gotham, una seconda occasione per la città” “Per me, quella missione per avere successo deve finere, quindi questa è la fine per me, e come ho detto, gli elementi aperti hanno tutti a che fare con l’idea tematica che Batman non era importante come un uomo, è più di questo. E ‘un simbolo, e il simbolo che continua a vivere. “

Vi ricordiamo che The Dark Knight Rises uscirà in DVD e Blu-ray il 3 dicembre 2012.

Fonte: Total Film

Secondo Trailer per Django Unchained di Tarantino

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Secondo Trailer per Django Unchained di Tarantino

Ecco il secondo ed ultimo trailer di Django Unchained di Quentin Tarantino, ormai manca poco più di un mese e il filmato arriva da Yahoo Cinema. Godetevi il filmato: 

Bill Murray presenta il set di Moonrise Kingdom

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Ecco il tour di Bill Murray sul set di Moonrise Kingdom: una fuga d’amore di Wes Anderson. Il film che ha aperto il Festival di Cannes 2012 e che vede protagonisti Edward Norton,

Una famiglia perfetta: recensione del film di Paolo Genovese

Una famiglia perfetta: recensione del film di Paolo Genovese

Dopo l’ultimo successo, Immaturi – Il viaggio, Paolo Genovese torna al cinema con Una famiglia perfetta, una commedia di ambientazione natalizia. Protagonisti della nuova commedia  un cast d’eccezione composto da Sergio Castellitto, Marco Giallini, Claudia Gerini, Francesca Neri, Carolina Crescentini, Eugenia Costantini, Ilaria Occhini, Romuald Klos, Paolo Calabresi, Maurizio Mattioli, Sergio Fiorentini, Eugenio Franceschini, Giacomo Nasta, Lorenzo Zurzolo.

In Una famiglia perfetta Leone è un ricco cinquantenne, solo, che vuole provare per una volta a vedere come sarebbe stata la sua vita se si fosse costruito una famiglia. Così scrittura una compagnia  di attori che recitino per lui la parte della famiglia perfetta il giorno di Natale. Arrivano perciò in una villa sulle colline umbre il capocomico Fortunato/Marco Giallini, sua moglie Carmen/Claudia Gerini, Rosa/Ilaria Occhini, attrice dal glorioso passato, e i giovani che attendono l’occasione della loro carriera: Sole/Carolina Crescentini, Luna/Eugenia Costantini e Pietro/Eugenio Franceschini, oltre ai piccoli Daniele e Lorenzo. Tutti dovranno recitare la parte scritta per loro nei dettagli da Leone e nessuno dovrà andarsene fino alla fine della messinscena, o non verranno pagati. Inizialmente tutto sembra funzionare alla perfezione, ma sarà sempre più difficile conciliare finzione e realtà, anche per dei bravi attori: emergeranno gelosie, egoismi, rivalità, ma anche affetti e voglia di riuscire. Leone, poi, farà di tutto per mettere i bastoni tra le ruote alla famiglia.

Una famiglia perfetta, il film

Una famiglia perfetta

Paolo Genovese recupera qui, con padronanza di materia e mezzi, la corrosività, l’ironia graffiante della commedia all’italiana, dove non solo si ride, ma si riflette anche sul lato amaro della vita e degli uomini. Per far ciò si serve delle capacità ben note di Sergio Castellitto, che interpreta perfettamente il ruolo caustico di Leone: un vero cattivo, un cinico, un egocentrico, ma anche un uomo solo, cui manca l’affetto che non ha mai avuto, quello di una famiglia, però è incapace di viverlo, ora come allora, di rischiare. Questa è per lui una sfida a sé stesso, che vorrebbe vincere e perdere insieme. Gli altri personaggi, però, non sono forse da meno (a partire dal capocomico che pensa molto al compenso economico, ma non è il solo, fino all’anziana attrice che difende agguerrita il suo spazio nella recita): è un’umanità realisticamente egoista, mentre la rappresentazione fittizia del Natale svela l’ipocrisia di questo momento, anche in molte famiglie reali.

Il tutto è inquadrato da un valido soggetto e da una salda sceneggiatura, curate da Paolo Genovese assieme a Miniero e la seconda anche con Marco Alessi, per ottenere una storia articolata ma non farraginosa nell’intreccio, i cui meccanismi funzionano con precisione. Tiene abilmente insieme i due piani su cui è giocata, realtà e finzione, così come i registri comico e drammatico, oltre a riservare una piccola sorpresa. I dialoghi sono ben scritti ed efficaci le interpretazioni degli attori: Claudia Gerini è un’ottima Carmen, donna normale, ma non banale, coi piedi per terra, non furbetta, quanto legittimamente dubbiosa; Carolina Crescentini rende bene la frustrazione umana di Luna. Tutti si mostrano abili nel gioco dei doppi, rendendolo credibile. Un discorso a parte va fatto per l’interpretazione di Marco Giallini, che riesce a fare di Fortunato un personaggio comico e  spassoso al massimo, senza scadere nella macchietta, mentre in altri frangenti ci regala un’umanità fragile e drammatica che quasi commuove.

Il risultato finale è una commedia per tutti i gusti: chi ama più il divertimento ne apprezzerà il lato brillante, mentre chi predilige la riflessione esistenziale, la critica, lo smascheramento dell’ipocrisia, li troverà, assieme ad un lato sentimentale ma autentico, non stereotipato. Il finale resta aperto, non vuol essere consolatorio a tutti i costi, come spesso accade nelle commedie natalizie. Una famiglia perfetta, prodotta da Medusa Film (anche distributrice) e Marco Belardi, è nelle sale dal 29 novembre.

 

Hugh Jackman in X-Men: giorni di un futuro passato di Bryan Singer

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Sembra che Hugh Jackman ritornerà ad interpretate Wolverine anche nel prossimo film X-Men – Giorni di un futuro passato di Bryan Singer, sequel del film X-Men: L’inizio.

Due Featurette per Beautiful Creatures – La sedicesima luna

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Due Featurette per Beautiful Creatures – La sedicesima luna

La Eagle Pictures ha pubblicato due dietro le quinte del film Beautiful Creatures – La Sedicesima, la nuova saga dei produttori di Twilight. La pellicola vanta un cast d’eccezione che comprende i volti nuovi Alden Ehrenreich, Alice Englert e i veterani Emma Thompson, Emmy Rossum, Thomas Mann, Jeremy Irons e Viola Davis. Il film è tratto dall’omonimo libro scritto da Kami Garcia. Il film sarà al cinema dal Febbraio 2013.

L’Amore è Imperfetto: recensione del film di Francesca Muci

L’Amore è Imperfetto: recensione del film di Francesca Muci

Primo lungometraggio di finzione di Francesca Muci, documentarista e scrittrice – da un suo testo è tratto il film – L’amore è imperfetto è la storia di una donna, Elena/Anna Foglietta, che dopo la cocente delusione d’amore avuta da Marco/Giulio Berruti,  si chiude a questo sentimento per diversi anni – il film alterna i due piani temporali: il 2005 e l’oggi – finché un imprevisto le fa conoscere due nuove persone ed esplorare nuove frontiere dell’eros e dell’amore.

Con Ettore/Bruno Wolkowitch, affascinante cinquantenne francese, limpido e rassicurante, e Adriana/Lorena Cacciatori, diciottenne impulsiva e travolgente, Elena vive una sessualità nuova e sembra rinunciare per sempre al sogno dell’amore perfetto, riuscendo anche a riconciliarsi col suo doloroso passato.

Esordio per certi versi lodevole, per altri incerto. Scritto da una donna su una donna, ha la sua forza nel punto di vista diverso e coraggioso, che pone al centro la vita sessuale di un personaggio femminile, esplorando l’eros nelle sue “mille sfumature” con leggerezza e ironia, senza morbosità, senza alcun cenno di pornografia (poco il ricorso al nudo), unendolo al sentimento, con un intento liberatorio. E’ attraverso questo aspetto della sua vita che conosciamo Elena e non per il ruolo che il contesto sociale le ha assegnato, come spesso accade ai personaggi femminili. In questo senso il film è senza dubbio un’affermazione di libertà.

L'Amore è Imperfetto

L’Amore è Imperfetto, il film

Riguardo le prove attoriali del cast, alle prese con diverse scene “hot”, le più convincenti sono le interpretazioni di Anna Foglietta e Lorena Cacciatori. Nel cast anche Camilla Filippi nel ruolo della migliore amica di Elena.

Altro elemento interessante di L’Amore è Imperfetto (forse quello svolto maggiormente) è la rinuncia alla perfezione. Elena rinuncia al sogno (o al bisogno?) dell’amore perfetto, quello che credeva di aver trovato in Marco, dopo il quale aveva come congelato sé stessa, incapace di accettare una realtà “imperfetta”. Realtà con cui Ettore e Adriana l’aiutano a venire a patti. Con loro cambia radicalmente approccio: prima timida e schiva, dà poi sfogo al suo lato spregiudicato, decidendo di non chiedersi più nulla e prendere ciò che viene dalla vita.

In L’Amore è Imperfetto quel che manca è lo sviluppo di molte questioni come il tradimento, la scelta se nascondere o vivere apertamente la propria sessualità (di qualunque orientamento sia), il desiderio di avere un figlio da una parte, e di contro, una maternità vissuta ma rifiutata al tempo stesso, l’altruismo e l’egoismo, che non vediamo svolgersi. Assistiamo solo, alla fine, ad una soluzione complessiva e collettiva in chiave sentimental-romantica. Dice la regista, “alla fine si risolvono un po’ tutti”, aggiungiamo, senza compiere un vero percorso.

Così come poco chiaro resta il ricorso alle sfere religiosa e psicanalitica. Poco comprensibile, se non come elemento legato agli usi locali, il riferimento al sacro. Esso è presente accanto alla psicologia e alla psicanalisi (cui si rimanda spesso, ma esclusivamente per dichiararne l’inutilità, riducendola a luogo comune) e si collega, secondo la regista, ad un’esplorazione dell’“io profondo”, che in realtà però non si attua, si dichiara anzi apertamente la volontà di “non farsi troppe domande”.

Efficace la scelta dell’ambientazione a Bari, col suo suggestivo lungomare, a rappresentare l’apertura all’altro e la voglia di libertà. Prodotto da R&C Produzioni e Rai Cinema e distribuito da 01 Distribution, il film sarà nelle sale dal 29 novembre.

Alla scoperta dei personaggi de Lo Hobbit: Balin, Dwalin, Fíli, Kíli, Dori, Nori, Ori, Óin, Glóin, Bifur, Bofur e Bombur

Riprendiamo le fila del nostro racconto presentandovi ora i dodici nani protagonisti de Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato. Fino ad ora gli amanti di Tolkien hanno avuto a che fare con un solo nano, il ben noto Gimli, componente della Compagnia dell’Anello e uno dei principali protagonisti della trilogia dell’Anello già portata sullo schermo da Peter Jackson. In questa occasione abbiamo invece la possibilità di incontrare ben dodici nani, e di conoscerli meglio uno per uno.

Cominciamo subito da Balin. Questo nano non deve essere totalmente sconosciuto ai più dal momento che già ne Il Signore degli Anelli viene nominato, e anzi ci troviamo proprio sulla sua tomba nel momento in cui la Compagnia cerca di superare il Caradhras attraversando le miniere di Moria. Figlio di Fundin e fratello maggiore di Dwalin, Balin nacque nell’anno 2763 della Terza Era. Fu mandato in esilio dal drago Smaug nell’anno 2770, insieme con i Nani della Montagna Solitaria sopravvissuti. Dopo aver seguito per molti anni Thrai II alla riconquista di Erebor, intraprende con THorin la Ricerca, raccontata ne Lo Hobbit. Diventa amico intimo di Bilbo e molti anni dopo la distruzione di Smaug, fu a capo di una spedizione per ricolonizzare Khazad-dûm. Sebbene la colonia avesse un buon inizio, Balin fu ucciso, come sappiamo, dopo solo pochi anni, all’inizio di un assalto di Orchi che distrusse la colonia. Ne Lo Hobbit – Un Viaggio Inaspettato Balin è interpretato da Ken Stott.

Balin, Dwalin, Fíli, Kíli, Dori, Nori, Ori, Óin, Glóin, Bifur, Bofur e Bombur

Fratello minore di Balin era Dwalin, primo nano in assoluto ad arrivare a Casa Baggins all’inizio de Lo Hobbit. Indossava un cappuccio verde scuro e una cinta dorata e aveva una barba blu e, come suo fratello Balin, suonava la viola. Dwalin presterà un cappuccio e un mantello a Bilbo, all’inizio del loro viaggio, mantello che Bilbo conserverà per tutta la vita e utilizzerà per il suo secondo viaggio verso Erebor. Ebbe sette figli e tre figlie un numero particolarmente elevato per un nano. Morì nell’anno 91 della Quarta Era a 340 anni. Ne Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato Dwalin è interpretato da Graham McTavish.

Fíli e Kili sono i due nani più giovani che si uniscono alla compagnia di Thorin per la Ricerca.  Erano i nipoti del re sotto la montagna, essendo figli di Dis, sorella di Thorin. Entrambi hanno una vista molto acuta e sono descritti come allegri e pieni di vita, entrambi sopportano meglio degli altri l’idea di essere chiusi nelle botti per fuggire dalla reggia da Thranduil nel Bosco Atro. Sia Kili che Fili moriranno nella battaglia dei Cinque Eserciti per difendere la vita del loro re e zio Thorin. Ne Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato Fili è interpretato da Dean O’Gorman, mentre Kili è l’attore Aidan Turner.

Dori, Nori e Ori erano tre nani fratelli, tutti e tre coinvolti nella Ricerca di Erebor insieme a Thorin Scudodiquercia. Dori in particolare aveva in compito di portare a spalla il piccolo Bilbo, durante l’attraversamento delle Montagne Nebbiose. Sappiamo poi che l’hobbit cadde dalle spalle del nano, andando incontro a spiacevoli incontri e ad “indovinelli nell’oscurità”, mentre Dori per farsi perdonare di averlo perso nelle montagne, rischierà la sua vita per salvare Bilbo durante la fuga dai Lupi.

L’arrivo delle Aquile metterà tutti in salvo. Dori è il più forte dei Nani secondo Thorin. Ori è ricordato soprattutto per aver partecipato con Balin alla ricolonizzazione di Khazad-dûm. Fu uno degli ultimi nani a morire durante l’attacco del Balrog e dei goblin a Moria, avendo scritto di suo pugno il Libro di Marzabul, ritrovato poi dalla Compagnia dell’Anello nell’omonimo libro/film. Di Nori invece non si hanno altre notizie se non la sua partecipazione alla Ricerca. Ne Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato i tre nani sono interpretati rispettivamente da Mark Hadlow, Jed Brophy e Adam Brown.

Lo Hobbit Nani

Anche Oin, così come di Ori, partecipò alla ricolonizzazione di Khazad-dûm con Balin. Ne Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato il personaggio è interpretato da John Callen.

Fratello di Oin è Gloin, insieme a Balin forse il nano più nominato ne Il Signore degli Anelli. Egli è infatti il padre di Gimli, componente della Compagnia dell’Anello. Ne Il Signore degli Anelli, quando incontra Bilbo a Gran Burrone, si capisce immediatamente che sono grandi amici. Gloin, come suo fratello Oin, aveva la particolare abilità di saper accendere il fuoco Peter Hambleton. Ne Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato il personaggio è interpretato da Peter Hambleton.

Bifur è cugino di Bofur e Bombur, è ricordato per il suo amore per il formaggio e la pizza e soprattutto per la sua abilità nel suonare il clarinetto. Aiutò Bilbo a scappare dal Troll prima di essere chiuso in un sacco e fu l’unico nano ad uscire asciutto dalle botti che salvarono tutti dalla prigionia nella reggia di Thranduil. Ne Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato il personaggio è interpretato da William Kircher.

Bofur è il nano meno menzionato ne Lo Hobbit, e di lui si ricorda molto poco fatta eccezione per i suoi gusti alimentari (le torte di mele, la marmellata di lamponi e il tè) e il colore del suo cappuccio (giallo). Lui e suo fratello Bombur furono quasi uccisi da Smaug ma si salvarono per un pelo . Ne Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato il personaggio è interpretato da James Nesbitt.

Infine abbiamo il più “importante” dei nani, Bombur, proverbiale per la sua corpulenza. La sua stazza lo classifica sempre ultimo in qualsiasi cosa: ultimo ad entrare a casa di Beorn, ultimo ad arrivare al Fiume Incantato (del quale subisce gli effetti più a lungo), e anche raffigurato come balordo e pasitccione. E’ l’unico nano che non scala Erebor per paura che le funi non lo reggano e resta così di guardia all’accampamento dei nani. Bombur dorme durante quasi tutti i momenti chiave del racconto de Lo Hobbit: dorme per giorni quando cade nel Fiume Incantato, dorme quando lo tirano fuori dalla botte ad Esgaroth, dorme durante la guardia all’accampamento sotto Erebor. Ne Il Signore degli Anelli, Frodo chiede di lui e scopriamo che è diventato così grasso che c’è bisogno di sei nani per sollevarlo, e che non può muoversi dal suo letto al suo divano. Ne Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato il personaggio è interpretato da Stephen Hunter.

Joe Carnahan alle prese coi vampiri in Undying Love

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L’adattamento per il grande schermo della graphic novel vampiresca Undying Love è ancora alle battute iniziali, ma dopo qualche fase di incertezza, sembra aver finalmente trovato lo scrittore e regista definitivo in Joe Carnahan.

Il progetto, partito nel 2011, aveva poi subito vari rallentamenti proprio nella ricerca dello sceneggiatore e del regista. Ideata da Tomm Coker e Daniel Freedman, Undying Love segue le vicende di un ex soldato che si innamora di una giovane donna; ma il cammino verso il vero amore verrà ostacolato dal retaggio vampiresco della donna. Il protagonista dovrà quindi calarsi nei meandri di una Honk Kong sotterranea, dovendo sconfiggere un’armata di succhiasangue non morti per liberare la propria amata.

Al progetto si era in precedenza interessato Alexander Aja, senza che poi ne risultasse nulla di concreto; Carnahan si è detto entusiasta del progetto per quanto questo sia un pò al di fuori dei suoi soliti schemi, con l’ambientazione orientale e i combattimenti di spade.

Mentre ancora nulla si sa del cast, si può ipotizzare che Frank Grillo, collaboratore abituale di Carnahan, potrebbe partecipare al film.

Fonte: Empire

Ian McKellen e Patrick Stewart tornano negli X-Men

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Ian McKellen e Patrick Stewart tornano negli X-Men

Fusione in vista per i due filoni dedicati agli ‘Uomini-X’: First Class, il prequel di Matthew Vaughn, verrà agganciato alla trilogia firmata da Bryan Singer e Brett Ratner in Days Of Future Past, sequel di First Class che vedrà proprio Bryan Singer riprendere le redini degli X-Men. A sancire la fusione delle due vicende sarà la partecipazione al film di Patrick Stewart e Ian McKellen, a suo tempo trai protagonisti della prima trilogia, nei panni rispettivamente del Dr. Xavier e di Magneto.

Ovvia a questo punto, la curiosità di capire in che modo i personaggi interpretati dai due attori, molto più ‘maturi’ rispetto alle loro controparti di First Class, verranno inseriti nel film, ma Singer ha sottolineato che, essendo il titolo del film Giorni di un Futuro Passato, basta un pò di immaginazione per capire cosa potrà succedere.

Singer ha infatti ribadito nella stessa occasione che della partita faranno parte anche James McAvoy e Michael Fassbender, ovvero gli Xavier e Magneto più giovani del film precedente, oltre Jennifer LawrenceNicholas Hoult, anche loro reduci da X-Men: First Class.

La storia originale da cui Days of Future Past è tratta, del resto, si fondava proprio su viaggi nel tempo e futuri alternativi, quindi è facile immaginare che anche nel film potremo trovare più versioni degli stessi personaggi.
X-Men: Days Of Future Past arriverà nelle sale il 18 luglio 2014.

Fonte: Empire

Independent Spirit Awards: ecco le nomination

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Independent Spirit Awards: ecco le nomination

Sono state annunciate le nomination per gli Independent Spirit Awards, gli Oscar del cinema indipendente americano. La cerimonia

Niente Justice League per Gordon Joseph Lewitt

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Niente Justice League per Gordon Joseph Lewitt

Dopo l’annuncio, la secca smentita: non sarà Joseph Gordon-Lewitt a vestire i panni del Cavaliere Oscuro nel film dedicato alla Justice League. La notizia di una possibile partecipazione al progetto dell’attore, che avrebbe così creato una sorta di ‘filo conduttore’ tra la trilogia nolaniana e il colossal previsto per il 2015 si era diffusa nei giorni scorsi.

A quanto pare però, si è trattato solo di un’indiscrezione priva di fondamento, o di una voce diffusa ad arte dalla Warner per ravvivare l’attenzione su Il cavaliere oscuro – Il ritorno, di cui il 4 dicembre usciranno le versioni Dvd e Blu-ray. La smentita riguardo la partecipazione di Gordon-Lewitt sembrerebbe dunque indicare che il personaggio di Batman come sarà presentato nel film della Justice League sarà in gran parte svincolato dalla trilogia firmata Nolan.

Nuovo sceneggiatore per The Forever War di Ridley Scott

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Nuovo sceneggiatore per The Forever War di Ridley Scott

The Forever War, romanzo sci-fi firmato da Joe Haldeman è ormai da venticinque anni nella lista dei sogni irrealizzati di Ridley Scott; nonostante tutto però, il regista sembra non avere alcuna intenzione di gettare la spugna, puntando anzi a rilanciare il progetto: Scott ha infatti incaricato DW Harper di scrivere una nuova versione della sceneggiatura.

Harper non è del resto nuovo per il genere, dato che trai suoi ultimi lavori c’è All You Need Is Kill, le cui riprese sono in corso a Londra, protagonista Tom Cruise. Lo sceneggiatore ha firmato inoltre Hansel And Gretel: Witch Hunters, la cui uscita è prevista per il prossimo anno.

Il libro segue la storia William Mandella, arruolato nell’esercito dopo l’attacco degli alieni Taurans alle colonie terrestri; il protagonista e i suoi compagni passano attraverso un duro periodo di addestramento sulla Terra e poi vengono inviati sul campo di battaglia, grazie alla creazione di una specie di ‘wormhole’ che gli consente di attraversare lo spazio in brevissimo tempo.

Tuttavia, per effetto delle leggi della fisica, al ritorno a casa mentre per loro sono passati pochi mesi, sulla Terra sono trascorse decine se non centinaia di anni, con tutto ciò che ne consegue.

Fonte: Empire

Ben Mendelsohn nell’esordio alla regia di Ryan Gosling

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Giunto alla notorietà nel 2010 grazie ad Animal Kingdom dopo una carriera trentennale, Ben Mendelsohn ha in seguito potuto cimentarsi in una serie di film di primo livello, come Killing Them Softly e The Dark Knight Rises; per l’attore arriva ora una nuova opportunità, offertagli da Ryan Gosling in occasione del suo debutto dietro la macchina da presa, How to catch a monster.

Il film, una fiaba fantasy dai contorni noir, vedrà protagonista Christina Hendricks nei panni della madre single di due ragazzini che per sbarcare il lunario si esibisce in un locale fetish, la quale verrà trascinata in un’altra dimensione; nel contempo, anche uno dei figli scoprire una via segreta per accedere a un mondo sottomarino; i due si ritroveranno a dover risolvere vari misteri per poter sopravvivere.

Gosling punta ad avviare le riprese in maggio; considerando che il regista sembra voler lavorare con attori che ha già avuto modo di conoscere sul set, come Mendelshon – in The Place Beyond the Pines – potrebbe essere possibile una partecipazione al film anche di  Bryan Cranston o Emma Stone. Gosling nel frattempo arriverà nelle sale in gennaio con Gangster Squad.

Fonte: Empire

Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato, ecco Saruman!

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Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato, ecco Saruman!

Ecco nuove foto dal film Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato in cui possiamo vedere finalmente Saruman in Bianco, sempre interpretato da Christopher Lee,

Lo Hobbit – Un Viaggio Inaspettato, il cast arriva a Wellington!

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Lo Hobbit – Un Viaggio Inaspettato, il cast arriva a Wellington!

Mentre si è appena conclusa la Premiere mondiale de Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato, ecco arrivare le foto direttamente dallo “sbarco” in Nuova Zelanda dell’intero cast, con tanto di aereo personalizzato che la linea Nazionale della Nuova Zelanda ha realizzato per l’occasione.

Ecco le foto di Martin Freeman, Aiden Turner, Richard Armitage, Sylvester McCoy, Peter Jackson, Royd Tolkein, Elijah Wood e Andy Serkis.

Cate Blanchett sarà la matrigna di Cenerentola?

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La nuova versione in live action di Cenerentola potrebbe avere presto una nuova Madame Tremaine, ovvero la matrigna cattiva della protagonista.

Sembra infatti cheCate Blanchett sia in fase di trattative avanzate con la Disney per interpretare il ruolo nel film diretto da Mark Romanek. Se così fosse, Cate sarebbe la prima ad entrare a far parte delcast di film che si baserà su un’idea di Aline Brosh McKenna (Il Diavolo Veste Prada) e sulla sceneggiatura di Chris Weitz. A produrreil progetto ci sarà Simon Kinberg, che ha da poco abbracciato la produzione del settimo film di Star Wars.

Per quanto rigurada la Blanchett, la vedremo presto ne Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspetato in cui riprenderà il suo ruolo di Galadriel.

Jennifer Lawrence mangia pesce sul set de La ragazza di fuoco

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Dopo quelle mostrate ieri, ecco altre foto dal set di Hunger Games: La ragazza di fuoco, direttamente dalla spiaggia hawaiiana dove si stanno svolgendo le riprese

Russell Crowe sfregiato per Winter’s Tale: foto

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Dopo le prime foto di Colin Farrell dal set di Winter’s Tale, ecco che arrivano oggi le prime immagini di Russell Crowe dal set del film, con tanto di cicatrice posticcia

Hunger Games la ragazza di fuoco: foto dal set

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Ecco le foto dal set di Hunger Games la ragazza di fuoco in cui Jennifer Lawrence, Sam Claflin e Josh Hutcherston si stanno apparentemente divertendo un mondo a girare delle scene che i lettori del romanzo collocano precisamente in un momento saliente della storia del secondo capitolo.

Ecco di seguito alcune immagini e a seguire la nostra gallery:

Hunger Games – La ragazza di Fuoco, il film

Hunger Games – La ragazza di Fuoco è diretto da Francis Lawrence e oltre a Jennifer Lawrence il cast comprende anche Josh HutchersonLiam HemsworthPhilip Seymour HoffmanWoody HarrelsonElizabeth Banks, Lenny Kravitz, Jeffrey WrightStanley Tucci, Donald Sutherland, Amanda Plummer e Lynn Cohen. Tutte le news sulla saga nel nostro speciale Hunger Games. Per tutte le info sul film vi segnaliamo la nostra scheda Hunger Games – La ragazza di Fuoco.

La trama del film: Katniss Everdeen torna a casa incolume dopo aver vinto la 74ª edizione degli Hunger Games, insieme al suo amico, il “tributo” Peeta Mellark. La vittoria però vuol dire cambiare vita e abbandonare familiari e amici, per intraprendere il giro dei distretti, il cosiddetto “Tour di Victor”. Lungo la strada Katniss percepisce che la ribellione sta montando, ma che il Capitol cerca ancora a tutti i costi di mantenere il controllo proprio mentre il Presidente Snow sta preparando la 75ª edizione dei giochi (The Quarter Quell), una gara che potrebbe cambiare per sempre le sorti della nazione di Panem.

L’amore è imperfetto, parola di Francesca Muci e del suo cast

L’esordio alla regia nel lungometraggio di fiction Francesca Muci, L’amore è imperfetto, tratto da un romanzo della stessa regista, ha per protagonista Anna Foglietta nel ruolo di una donna che scopre qualcosa di sé stessa lasciandosi andare all’amore nelle sue varie forme. A presentare il film, accanto alla regista, intervengono lo sceneggiatore e produttore Gianni Romoli, gli attori Anna Foglietta, Giulio Berruti, Lorena Cacciatore e Camilla Filippi, presenti anche i produttori R&C Produzioni e Rai Cinema.

Prima Clip ufficiale de Lo Hobbit: un viaggio inaspettato!

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Prima Clip ufficiale de Lo Hobbit: un viaggio inaspettato!

Arriva la prima Clip ufficiale de Lo Hobbit: un viaggio inaspettato, in attesa della premiere mondiale che avverrà mercoledì a Wallington. Nel filmato vediamo Gandalf che consegna Pungolo a Bilbo: 

Nuove foto dal set di Hunger Games: La ragazza di Fuoco

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Arrivano nuove foto dal set di Hunger Games: la ragazza di fuoco, a pubblicarle sono CBM e Just Jared. Nelle immagini vediamo i protagonisti Jennifer LawrenceJosh Hutcherson mentre girano alcune scene in acqua.

Hunger Games – La ragazza di Fuoco, il film

Hunger Games – La ragazza di Fuoco è diretto da Francis Lawrence e oltre a Jennifer Lawrence il cast comprende anche Josh HutchersonLiam HemsworthPhilip Seymour HoffmanWoody HarrelsonElizabeth Banks, Lenny Kravitz, Jeffrey WrightStanley Tucci, Donald Sutherland, Amanda Plummer e Lynn Cohen. Tutte le news sulla saga nel nostro speciale Hunger Games. Per tutte le info sul film vi segnaliamo la nostra scheda Hunger Games – La ragazza di Fuoco.

La trama del film: Katniss Everdeen torna a casa incolume dopo aver vinto la 74ª edizione degli Hunger Games, insieme al suo amico, il “tributo” Peeta Mellark. La vittoria però vuol dire cambiare vita e abbandonare familiari e amici, per intraprendere il giro dei distretti, il cosiddetto “Tour di Victor”. Lungo la strada Katniss percepisce che la ribellione sta montando, ma che il Capitol cerca ancora a tutti i costi di mantenere il controllo proprio mentre il Presidente Snow sta preparando la 75ª edizione dei giochi (The Quarter Quell), una gara che potrebbe cambiare per sempre le sorti della nazione di Panem.

Nuovo Trailer del film Looper con Joseph Gordon-Levitt

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Nuovo Trailer del film Looper con Joseph Gordon-Levitt

Guarda il Nuovo Trailer del film Looper con Joseph Gordon-Levitt e Bruce Willis. Il film, che ha tra gli interpreti anche Emily Blunt e Paul Dano, sarà nelle sale italiane a partire

Troppo Amici – praticamente fratelli: recensione del film

Troppo Amici – praticamente fratelli: recensione del film

Arriva al cinema distribuito da Moviemax Troppo Amici – praticamente fratelli la nuova commedia diretta da Olivier Nakache e Eric Toledano e con protagonisti nel cast  Vincent Elbaz e Isabelle Carré.

Quando Alain ha sposato Nathalie non sapeva che avrebbe sposato anche tutta la sua famiglia. C’è Jean-Pierre, il cognato accompagnato dalla moglie Catherine e la perfetta nipote Gaëlle. C’è Roxane, la cognata, che in preda all’accelerazione del suo orologio biologico assilla la vita di Bruno una famiglia insomma fin troppo unita (la traduzione italiana purtroppo toglie tutta l’ironia del titolo francese “Tellement Proches”, un efficace gioco di parole tra i termini “parenti” e “vicini”).

Si presenta così una carrellata di personaggi fin troppo conosciuti: Alain, quarantenne mai cresciuto nonostante il matrimonio e due figli, ancora attaccato alla sua immagine del passato quando intratteneva e divertiva intere comitive in qualità di animatore ai villaggi ClubMed, nei quali era conosciuto con il soprannome “Pipo”. Rilassato e permissivo con lo scalmanato figlio Lucien, è convinto di essere più utile ai due bambini come amico che non come padre, ma si ricrederà presto e dovrà fare i conti con il tempo, le responsabilità e il fatto di non essere più in un villaggio di Marbella. Troviamo poi il personaggio di Jean-Pierre, il classico uomo responsabile ed assennato, con una vita, un lavoro, una casa e una famiglia perfetti, che si scopre in realtà insofferente alle rigidità della moglie, non così soddisfatto dal lavoro e con dei lati decisamente oscuri. La trama che però lascia più dubbiosi è quella che tratta la storia tra Roxane e Bruno: la progressione degli eventi pare forzata e in alcuni casi poco verosimile.

Sebbene quindi i personaggi risultino o troppo stereotipati o troppo macchiettisti non si può negare alla storia un buon ritmo, degli spunti molto divertenti e sicuramente degli attori capaci e azzeccati, anche fisicamente, per ogni parte loro affidata. Un finale insolito riesce comunque a risollevare le sorti di una sceneggiatura a fin troppo consueta ribaltando la visione di molte delle scene osservate precedentemente. La pellicola, pubblicizzata come il “nuovo” film dai registi di Quasi Amici, è in realtà precedente alla realizzazione del film campione di incassi dello scorso anno in quanto realizzato e distribuito in Francia nel 2009.

Precisazione necessaria a rivalutare l’evoluzione creativa dei due registi.

Marco Giallini: da esperto caratterista a personaggio dell’anno

Marco Giallini: da esperto caratterista a personaggio dell’anno

Marco Giallini – Anche se calca i palcoscenici e compare sul grande e piccolo schermo da più di un ventennio, solo ultimamente ha ricevuto i riconoscimenti che merita, per via di una critica forse distratta e dei progetti un po’ defilati cui ha spesso partecipato.

Molti lo conoscono come ottimo “caratterista”, avendolo visto al fianco di colleghi come Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Sergio Castellitto e Carlo Verdone – gli ultimi due lo hanno anche diretto – ma il termine gli sta davvero stretto, perché in queste collaborazioni non si limita a supportare, anzi riesce con tale efficacia a ritagliarsi uno spazio autonomo, che i suoi personaggi restano impressi nella mente dello spettatore quanto quelli interpretati dai colleghi. Qualche esempio? L’agente immobiliare e gigolò Domenico Segato in Posti in Piedi in Paradiso, il fratello cocainomane di Verdone in Io, loro e Lara, o, per tornare agli inizi sul grande schermo, il delinquente Maurizio, degno compare di Valerio Mastandrea ne L’odore della notte, o ancora, il padre infantile, pazzo per le donne ne La bellezza del somaro. Il primo vero successo, però, è arrivato in tv, grazie alla partecipazione alla serie Romanzo Criminale, in cui ha vestito i panni del Terribile, riscuotendo un grande sèguito. Il 2012 è stato per lui l’anno della consacrazione – Ciack d’oro come personaggio cinematografico dell’anno – dovuta non solo alla già citata e spassosa interpretazione di Segato, ma anche al complesso ruolo del poliziotto Mazinga in ACAB – All cops are bastards, per i quali è stato premiato col Nastro d’Argento ed ha ottenuto la nomination al David di Donatello. Perciò, se ancora non lo conoscete, o non sapete il suo nome, oggi non avete più scusanti.

Marco GialliniStiamo parlando di Marco Giallini: attore ormai di lungo corso e d’indubbio talento, lo si apprezza, oltre che per i connotati estremamente cinematografici – il viso di chi ha intensamente vissuto, lo sguardo all’occorrenza cinico, con occhi a fessura, l’andatura dinoccolata, stile vecchio western – per la versatilità che gli permette di dare corpo a oscuri criminali o delinquentelli di bassa lega, così come a poliziotti o commissari, uomini beffati dal destino o da scelte sbagliate; ma anche di stupire, come ha fatto negli ultimi anni, con una straordinaria capacità di rappresentare comicamente, svelandola, quell’Italia un po’ cinica, un po’ cialtrona, che insegue il miraggio della vita facile, che cerca scorciatoie, per ritrovarsi poi sistematicamente disillusa ad arrabattarsi in una difficile realtà quotidiana, a rischio di perdere perfino la propria dignità.

È il 4 aprile del ’63 quando Marco Giallini nasce in un quartiere popolare di Roma lungo la via Nomentana, dove vive tutt’ora e dove gli amici, fin da ragazzo, lo chiamano Giallo. Nasce in una famiglia operaia, il padre lavora alla fornace e ha la passione per il cinema e il teatro, che influenzerà fortemente il figlio Marco. L’attore in alcune recenti interviste ha parlato molto di quest’influenza, raccontando aneddoti come quello che lo vuole bambino assieme al padre ad assistere al set di un film di Blasetti, o quello in cui il genitore rischiò l’incidente in moto – altra passione che Giallini ha ereditato – pur di andare a stringere la mano ad Amedeo Nazzari, che aveva visto passare. A 17 anni va a teatro con la famiglia a vedere Enrico IV e decide che farà l’attore. Ma da lì a realizzare il suo sogno passerà tempo e occorrerà impegno e costanza per mettere a frutto le doti naturali di Giallini. Fin da ragazzo, coltiva anche la sua altra grande passione: la musica, il rock in particolare, che per lui conta come, e forse più del cinema. Nell’ ’81 forma un gruppo assieme ad alcuni amici: i Monitors. Ma il suo destino è quello di stare sul palco in un altro modo. Tutt’ora, però, suona il basso, ha una sterminata collezione di vinili e cd – se siete curiosi potete affacciarvi sul suo sito e troverete alcuni tra i suoi brani e dischi preferiti – ha partecipato a diversi video musicali (di Frankie HI NRG, Daniele Silvestri, Marina Rei, Max Pezzali e da ultimo Duke Montana). Si è anche prodotto in un dj set assieme a Valerio Mastandrea.

Tornando agli inizi in fatto di recitazione, invece, la sua formazione parte dal teatro. È il 1985 quando frequenta la Scuola di teatro “La Scaletta” a Roma, che inaugura la sua formazione accademica. Nel frattempo però, realista e instancabile lavoratore, resta coi piedi ben piantati a terra e lavora come imbianchino e scaricatore di bibite. Ancora oggi rivendica quest’esperienza decennale da operaio, così come il suo legame con il quartiere, gli amici e la vita “di strada”. Negli stessi anni conosce quella che sarebbe diventata la compagna di una vita, Loredana, con cui avrà due figli, Diego e Rocco.

Esordisce sul palcoscenico nell’‘88, diretto da Ennio Coltorti, poi sarà la volta dell’Adelchi di Arnoldo Foà (‘93), con cui lavorerà ancora l’anno successivo. Nel ‘95 inizia la sua collaborazione con Angelo Orlando, che lo vuole sia per il suo spettacolo Messico e nuvole, che per il suo primo film da regista, L’anno prossimo vado a letto alle dieci. Così Giallini approda al grande schermo. È di nuovo in teatro con Orlando nel ’96. Mentre nel ’98 ha un’occasione insperata: Marco Risi lo nota a teatro e lo inserisce in un cast con Monica Bellucci, Alessandro Haber, Giorgio Tirabassi, Ricky Memphis per comporre un affresco corale grottesco sulle miserie italiane, L’ultimo Capodanno. Il film non è un grande successo di pubblico, ma per Giallini è comunque un’importante chance che dà buoni risultati personali. A proposito, l’attore ha ricordato: “Marco Risi mi ha salvato la vita. (…) Non credevo che avrei più fatto cinema, mi sarei dato solo al teatro” (e invece “incassa” l’apprezzamento di Vittorio Gassman). Così insiste, e lo stesso anno, offre un’ottima interpretazione ne L’odore della notte di Claudio Caligari, tra le tante accanto al collega e amico Mastadrea. Il film, ispirato alle reali vicende di una banda di rapinatori che prese di mira la ricca borghesia romana sul finire degli anni ’70, sbarca pure a Venezia fuori concorso, e per questo è, tra i lavori giovanili, quello rimasto più nella memoria del pubblico. Sempre con Valerio Mastandrea, Giallini è il coprotagonista di Barbara, di nuovo sotto la guida di Angelo Orlando. Comicissima e surreale pellicola d’impostazione teatrale, imperniata sul gioco di contrapposizione tra i caratteri di due amici, Aldo e Pino, interpretati dai due attori romani, messi a dura prova dall’attesa infinita di una fantomatica Barbara, ammanettati a un letto, mentre intorno a loro si avvicendano strampalati personaggi. Anche questo non sarà un successo, ma piuttosto una di quelle chicche che, se viste, non si dimenticano.

Marco Giallini: da esperto caratterista a personaggio dell’anno

Il nuovo millennio si apre con la partecipazione al pluripremiato esordio cinematografico di Alex Infascelli, Almost Blue, tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Lucarelli. Qui l’attore è un commissario, al fianco di Lorenza Indovina, Claudio Santamaria e Rolando Ravello. L’anno successivo, un altro esordiente, Nicola Rondolino, lo chiama come protagonista assieme a Valerio Binasco del suo noir Tre punto sei, in cui Giallini veste ancora i panni del delinquente. Nel 2002 partecipa al primo lungometraggio di Francesco Falaschi, che lo vuole impegnato in una commedia a quattro con Cecilia Dazzi, Elda Alvigini e Pierfrancesco Favino, che avrà l’occasione  di rincontrare su diversi set. Fin qui, dunque, pellicole anche riuscite, ma piuttosto di nicchia, che non contribuiscono al riconoscimento esteso del talento di questo attore valido e instancabile. Ha cominciato, infatti, a impegnarsi già da alcuni anni anche in tv, dove prende parte al film diretto da Antonello Grimaldi, Gli insoliti ignoti. Come s’intuisce dal titolo, che omaggia il capolavoro di Monicelli, il film tratta di un furto: quello di un quadro, organizzato da Cosimo e Ruggero (la coppia Mastandrea-Giallini) con l’aiuto della moglie di Cosimo, Marisa (Carlotta Natoli), che lavora proprio al museo in cui il quadro è custodito. Giallini e Mastandrea ben caratterizzano le figure di questi due ladri dal volto umano, delinquenti improvvisati, forse per necessità, o forse piuttosto, per provare il brivido di riuscire in un’impresa che a prima vista sembra impossibile. È proprio questa umanità che colpisce, avvicina e fa identificare lo spettatore, quella che li convincerà, alla fine, a fare “la cosa giusta”.

Al cinema, Giallini ritrova Alex Infascelli, che lo dirige nella sua opera seconda Il siero della vanità (2004). Ma questo è anche l’anno di Non ti muovere, che porta Giallini nei territori di un cinema d’autore più universalmente riconosciuto. Sergio Castellitto  gli offre infatti la parte del suo migliore amico, Manlio, nel film tratto dal romanzo di Margaret Mazzantini, che vede protagonisti lo stesso Sergio Castellitto e Penélope Cruz. Nel 2005 è in Amatemi di Renato De Maria, con Isabella Ferrari. Il 2006 porta l’occasione di lavorare con Paolo Sorrentino, che allora è al suo terzo lavoro, ma già si è fatto apprezzare come esponente della rinascita cinematografica italiana. Giallini entra così a far parte del cast de L’amico di famiglia nel ruolo di Attanasio.

Il nostro attore non disdegna però altre incursioni in tv. In coppia con Mastandrea dà vita alla divertente miniserie, Buttafuori di Giacomo Ciarrapico, in onda sulla Rai. I due lavorano alla discoteca UFO e ogni sera sono di fronte a situazioni nuove, che trasformano in gag esilaranti innescando riflessioni, mostrando debolezze, e filosofeggiando (soprattutto il personaggio di Giallini, Sergej) con un lessico tutto loro e un misto di realismo e nonsense. L’esperimento dura poco ma è interessante e diventa col tempo un vero cult. L’anno dopo, Giallini è sotto gli occhi del grande pubblico con una fiction più mainstream. In Medicina generale, infatti, all’attore romano è affidato il ruolo di un medico senza tanti scrupoli, che sbaglia – esercita senza averne il titolo – che non è tutto d’un pezzo, ma capisce i suoi errori e li paga, riscattandosi anche con una profonda umanità, un forte senso dell’amicizia e della lealtà. L’attore lo caratterizza al meglio.

Ed è sempre dalla televisione che viene, come ha ricordato lo stesso attore, la svolta della sua carriera. Con la serie tv Romanzo criminale, in cui è di nuovo un duro criminale, un truce Terribile (dal 2008 al 2010), che impersona in modo spontaneo e verace, coadiuvato da un invidiabile physique du role, Giallini diviene noto al grande pubblico. Complice anche la rete, dove la scena della sua dipartita è tra le più cliccate. Nella serie diretta da Stefano Sollima, il Terribbile è senz’altro tra i personaggi più riusciti, più credibili, che riesce a rendere vivo e vibrante quell’affresco di genere per altri versi un po’ troppo facile e televisivo. Ciò si deve largamente allo spessore, alla capacità espressiva a tutto tondo che un attore di lunga esperienza e indiscussa bravura come Giallini ha saputo dare al ruolo. La popolarità arriva meritata e forse, ormai, inaspettata.

Partecipa anche a due stagioni de La nuova squadra, ma soprattutto, torna al cinema, dove si fa apprezzare dal pubblico e finalmente anche dalla critica per alcuni ruoli comici, in cui mostra una straordinaria abilità nel dare coloriture vivide, accenti estrosamente geniali a personaggi che rappresentano, ciascuno con le proprie peculiarità e sfaccettature, italiani mediocri, ipocriti, bugiardi, fedifraghi, approfittatori, vigliacchi, ma anche, all’occorrenza, di una sarcastica e disarmante franchezza. Col suo estro d’attore, Giallini riesce a far ridere e sorridere lo spettatore, rendendo i suoi personaggi perfino simpatici.

È il 2009 infatti, quando un altro romano doc, un pilastro del cinema nostrano come Carlo Verdone, decide di sfruttare il suo talento comico in Io, loro e Lara, ed è per molti una rivelazione. “E’stato un film che ha cambiato la mia vita professionale”, ha dichiarato Giallini in un’intervista. “Carlo mi vedeva nei film in cui facevo il duro, il criminale, ma secondo lui avevo anche delle potenzialità comiche”. Verdone, qui attore e regista, affida a Giallini il ruolo di un personaggio sopra le righe: suo fratello, il cocainomane Luigi Mascolo, che lavora in banca, traffica in borsa, ipocrita e assai attaccato al patrimonio dell’anziano padre. Non meno ipocrita si rivela la sorella Beatrice/Anna Bonaiuto, mentre Verdone stesso interpreta il fratello sacerdote, quello più assennato, dai sani princìpi che, tornato dall’Africa, sperava di trovare in famiglia accoglienza, aiuto, sostegno, mentre sarà lui a doverli dare per riportare un po’ di stabilità in una situazione fuori controllo. Per il ruolo di Luigi, Giallini riceve la sua prima candidatura ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento e accresce la sua popolarità presso il grande pubblico.

L’anno successivo è nuovamente diretto da Sergio Castellitto ne La bellezza del somaro, commedia corale che pone al centro un’acuta riflessione sui genitori di oggi. I protagonisti sono tutti, o quasi, alle prese con figli adolescenti coi quali non sanno come porsi, inadeguati al proprio ruolo, assorbiti dai propri problemi. Amici, più che genitori, forse perché rifiutano lo scorrere del tempo, l’idea di invecchiare. Il personaggio interpretato da Giallini non può che essere anch’egli un padre manifestamente inadeguato: infantile fino all’estremo, impazzisce dietro a ogni donna, a volte imbarazzante perfino per gli amici, nel migliore dei casi ininfluente per il figlio. È però anche l’amico simpaticone, sguaiato, ridanciano, che non si perde mai d’animo, pur sapendo di non essere il massimo, né come padre, né come uomo. Altra interpretazione portata a casa con successo (memorabile la sua entrata in scena col quadro di Courbet, o la rassegnazione con cui pronuncia la domanda, quasi retorica, rivolta al figlio: “So’ stato un padre de merda?”). Un altro passo verso il ruolo cinematografico che gli darà maggior successo.

Proprio nel momento forse più duro e difficile della sua vita, quello in cui perde la moglie Loredana, c’è il lavoro, ci sono i due figli di tredici e sei anni, oltre a una dura scorza, ad aiutarlo a ripartire, ad andare avanti. Carlo Verdone lo ha chiamato di nuovo. Stavolta il regista lo vuole assieme a Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, e a sé stesso, come protagonista di quella che a oggi è l’ultima fatica dell’attore e regista romano: Posti in piedi in Paradiso. È così che nasce una delle interpretazioni più brillanti della carriera di Giallini. Verdone, Favino e Giallini sono tre padri in difficoltà: alle prese con una vita precaria, economicamente e socialmente, separati, ma ciascuno con una famiglia da mantenere, che decidono di unire le loro poche forze per cercare di cavarsela. Il film rispecchia molto bene, anche mettendola in burla, la realtà italiana degli ultimi anni, dove l’arte di arrangiarsi sembra essere tornata d’estrema attualità. Favino è un critico cinematografico, cacciato dal giornale in cui lavorava per via di una relazione con la moglie del suo capo.

Verdone è un ex produttore discografico, ha un negozio di dischi e memorabilia che rischia di chiudere e che gli fa anche da casa.  Ma il personaggio di Domenico Segato è quello che più spicca, il più estremo, eppure realistico, il più sfrontato e irresistibilmente comico nella sua tragicità: un agente immobiliare col vizio del gioco, che per arrotondare fa il gigolò di facoltose signore in età, è separato dalla moglie (o meglio, dalle mogli) e ha diversi figli, della più piccola neppure ricorda il nome. Per lui ipocrisia e falsità sono all’ordine del giorno (spassosissima in proposito, tra le tante scene, la telefonata iniziale sulla barca). Per guadagnare farebbe di tutto, anche rischiare la salute col viagra, perché “vacce te co’ mi nonna, altro che il viagra, er plutonio te ce vorebbe!”, o perfino rubare. Conduce una vita assurda e strapalata, che per lui è la normalità. Giallini lo impersona egregiamente, con una disinvoltura e una naturalezza estreme. Il film riscuote uno straordinario successo di critica e pubblico, con particolari lodi proprio all’interpretazione del nostro attore. Per questo lavoro e per un altro dello stesso anno ma di tutt’altro tenore, ovvero ACAB – All cops are bastards, riceve la sua seconda nomination al David ed ottiene un meritato riconoscimento col Nastro d’Argento. Nel riceverlo, ha l’occasione di ricordare come gli siano sempre piaciuti sia da spettatore che da attore, i ruoli da duro ma anche quelli comici, e di ringraziare Verdone e Sollima per aver portato finalmente a conoscenza dei più il suo eclettico talento.

Di tutt’altro tenore rispetto a Posti in piedi è infatti ACAB di Stefano Sollima – al suo esordio nel cinema, ma reduce dal successo televisivo della serie Romanzo criminale. È  un film duro, di denuncia e riflessione su un tema caldo dei nostri tempi: il ruolo delle forze dell’ordine nella gestione dell’ordine pubblico e la deriva violenta che la nostra società sta  subendo da più parti. Qui, infatti, chi dovrebbe arginarla la alimenta, diventando a sua volta parte di essa. Ma il film, tratto dal libro di Carlo Bonini, al contrario di ciò che si può pensare, non è affatto semplicistico o manicheo. Non si schiera con gli uni o con gli altri, ma mostra, pone interrogativi, domande, fa emergere le contraddizioni insite nei singoli come nella società. Protagonisti sono un gruppo di “celerini”: Cobra/Pierfrancesco Favino, Mazinga/Marco Giallini, Negro/Filippo Nigro, uniti dall’affrontare situazioni difficili ogni giorno (servizio di sicurezza allo stadio, sgombero di campi rom, sfratti, manifestazioni, sono stati al G8 di Genova e hanno preso parte alla vergognosa notte alla Diaz), ma anche dalla rabbia e dall’odio che covano, quello che ha contagiato le loro vite personali naufragate, perché è l’unico modo in cui, in fondo, sanno relazionarsi all’altro, o perché non resistono all’istinto di rispondere con la stessa moneta a chi di odio li rende bersagli quotidiani.

Uomini che sentono la loro violenza legittimata, perché al servizio “dell’ordine” e di cause “giuste”, quando questa è invece, evidentemente, tanto cieca quanto quella dei loro nemici. Uomini che si fanno giustizia da soli, oltre la legge, che decidono punizioni, ergendosi essi stessi ad autorità. Ma anche uomini lasciati soli a fronteggiare emergenze che rimangono tali, uomini che riempiono come possono, come sanno, spesso facendo danni, un vuoto istituzionale profondo.  Fra loro Mazinga è la figura più disgraziata, più sconfitta: il più anziano del gruppo, un padre freddo, distante, che ha alimentato nel figlio solo odio. Dopo anni di quella vita non sa più immaginarne un’altra. Allo stesso tempo arriva a capirne drammaticamente a sue spese l’insensatezza, ma non è capace a cambiare rotta, perché, come i colleghi, è prigioniero di schemi agiti ormai automaticamente. Un Giallini dolente e intenso presta sé stesso al personaggio. Per questa interpretazione, lo dicevamo, guadagna il Nastro d’argento come miglior attore non protagonista. È suo anche il Ciack d’oro come Personaggio Cinematografico del 2012.  Lui si dice contento e divertito dal successo arrivato ora (“non è che io abbia cambiato il mio modo di recitare”, ha affermato), e si considera fortunato, come ha dichiarato in un’intervista, perché molti suoi colleghi, pur bravi, non hanno mai potuto godere delle luci della ribalta. Intanto, la fase lavorativa proficua sembra destinata a proseguire. Dal 29 novembre lo vedremo infatti nelle sale in Una famiglia perfetta di Paolo Genovese, dove ritroverà Sergio Castellitto, mentre nel 2013 sarà nell’esordio alla regia di Rolando Ravello, Tutti contro tutti e nell’opera seconda da regista di Edoardo Leo, Buongiorno papà.

Cosimo e Nicole: recensione del film di Francesco Amato

Cosimo e Nicole: recensione del film di Francesco Amato

Cosimo e Nicole, due cuori e una palafitta, ai piedi di Genova, all’alba degli scontri del G8. Lui, bello e intrepido, lei, una diciassettenne francese, passionale e avventurosa, pronta a seguirlo ovunque in sella alla sua moto.

Un amore nato sotto la pioggia di manganellate dei disordini di Genova, sbocciato nel lampo di uno sguardo e vissuto con ardente passione, prima in Francia, e poi nella terra che li aveva resi teneri amanti, in un paesaggio desolato.

Un film, in cui il regista Francesco Amato – alla sua seconda opera – segue i passi di un amore totalizzante, frenetico e altisonante, con un occhio sempre rivolto alla tragica realtà sociale italiana. Una storia d’amore, quindi, che il regista utilizza come pretesto narrativo per dire la sua sulle annose questioni dell’immigrazione e del lavoro clandestino, la cui cruenta problematicità può forgiare un’amore e ridurlo in pezzi con la stessa veemenza.

Cosimo e Nicole

Nel dire la sua, il regista fatica ad armonizzare le sue idee: un film d’amore o un film di denuncia? Cosimo e Nicole è un’opera dall’identità sfocata che, nel portare alla luce riferimenti di cronaca attuali, si pone come l’ennesimo tentativo di denunciare crimini e misfatti made in Italy, senza la giusta convinzione e radicalità. Convince un pò di più la visione romantica e dannata dell’amore tra Cosimo e Nicole, costellata però da qualche cliché di troppo che la correda di retorica e banalità.

I due interpreti protagonisti, Riccardo Scamarcio e Clara Ponsot, si muovono in un universo transitorio, indebolito dall’inconsistenza della sceneggiatura, che in alcuni punti si prende delle libertà narrative, che acuiscono la scarsa credibilità della storia.

La regia cerca di limitare i danni, fregiandola di spunti audaci fatti di eros e live concert, che riescono a evocare un’atmosfera seducente e gagliarda, buia e intensa, grazie ai graffianti brani dei Marlene Kuntz, Afterhours e Verdena che si mescolano alle musiche originali di Francesco Cerasi.

Un film dalla struttura narrativa analettica, che lascia sgorgare la storia dalle parole dei due protagonisti, che si raccontano, afferrando i ricordi e rivivendo il tormento e le intense emozioni di qualche anno prima. Due volti reduci da un deserto emozionale durato due anni, ma riscaldati dalla memoria di un passato ancora vibrante.

Quello di Cosimo e Nicole è un sentimento diventato romanzesco e ruggente grazie al fascino imponderabile dell’avventura on the road, cornice del loro inconsulto vagabondaggio. Un guizzo interessante ma che non riesce comunque a dare vigore ad un racconto monocorde e incolore.

Robert De Niro parla di The Irishman

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Anche se non hanno lavorato insieme come attore e regista dal 1995 per Casinò, gli ultimi due anni Robert De Niro e Martin Scorsese hanno lavorato per un progetto che li riunirebbe per il film I Heard You Paint Houses – conosciuto anche come The Irishman – in lavorazione dal 2010. Numerosi rumors girano sul cast, che sarebbe composto anche da Al Pacino, Joe Pesci e Harvey Keitel.

Tratto dal libro di Charles Brandt, il film racconta la storia di Frank Sheeran, un veterano della Seconda Guerra Mondiale che oltre ad essere un ufficiale di alto rango della International Brotherhood of Teamsters si dilettava nella criminalità organizzata come personaggio altamente ricercato. De Niro dichiara: Abbiamo cercato di svilupparlo da un paio di anni e ora stiamo cercando di dargli un tempo di realizzazione. Frank Sheeran che era in Teamsters (un sindacato statunitense) ha affermato di aver ucciso Jimmy Hoffa (il leader sindacale controverso scomparso nel 1975) e aggiunge: Mi piacerebbe interpretare Frank Sheeran e Pacino recitare nel ruolo di Hoffa. Joe Pesci credo sarebbe troppo.Nessuna parola sul Keitel, ma ha chiesto se il film potrebbe realizzarsi a breve o meno. Prima di qualsiasi altra mobilitazione bisognerà attendere il regista americano poiché è ancora sul set per The Wolf of Wall Street.

Fonte: The Playlist

Zero Dark Thirty: Nuove foto per Jessica Chastain

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Zero Dark Thirty: Nuove foto per Jessica Chastain

Una gran quantità di nuove immagini sono state messe online per il film Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow. Il film documenta la decennale caccia a Osama bin Laden, che si conclude con l’ormai famosa operazione dei SEAL.

Da poco si è venuti a conoscenza che Jessica Chastain interpreta la protagonista del film, ossia, un agente della CIA che guida la caccia all’uomo. Queste nuove immagini sono dedicate a lei, in una di queste la vediamo con Kyle Chandler che interpreta il suo superiore. Il film è interpretato anche da Chris Pratt, Mark Strong, Scott Adkins, Joel Edgerton, e James Gandolfini. Zero Dark Thirty avrà una visione limitata a pochi il 19 dicembre, e poi distribuito in America l’11 gennaio 2013.

Fonte: Collider

Star Trek Into Darkness: la sinossi ufficiale

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J.J. Abrams è molto bravo a tenere le sue trame in segreto e a rivelare informazioni quando lui decide. Così è successo anche per Into Darkness – Star Trek, ma ormai siamo vicini alla rivelazione del primo trailer e dei primi nove minuti del film (quest’ultimo verrà mostrato prima di The Hobbit: An Unexpected Journey in IMAX 3D) La sinossi ufficiale:

Quando l’equipaggio della Enterprise è richiamato a casa, trovano una forza inarrestabile di terrore all’interno della propria organizzazione che ha fatto esplodere la flotta e tutto ciò che essa rappresenta, lasciando il nostro mondo in uno stato di crisi. Il capitano Kirk conduce una caccia all’uomo per una zona di guerra per catturare un uomo e un’arma di distruzione di massa. Mentre i nostri eroi sono spinti in una partita a scacchi epica tra la vita e la morte, l’amore sarà messo alla prova, le amicizie lacerate e sacrifici devono essere fatti per la sola famiglia che Kirk ha lasciato: il suo equipaggio.

Vi ricordiamo che il prossimo film Into Darkness – Star Trek uscirà nelle sale il 06 Giugno 2013. Nel cast del film Chris Pine, Zachary Quinto, Zoe Saldana, Benedict Cumberbatch, Simon Pegg, Karl Urban, John Cho, Bruce Greenwood, Alice Eve, Anton Yelchin. Tutte le news sul film le trovate nel nostro speciale: Star Trek 2.

Trama: Quando l’Enterprise è chiamata a tornare verso casa, l’equipaggio scopre una terrificante e inarrestabile forza all’interno della propria organizzazione che ha fatto esplodere la flotta e tutto ciò che essa rappresenta, lasciando il nostro mondo in uno stato di crisi. Spinto da un conflitto personale, il Capitano Kirk condurrà una caccia all’uomo in un mondo in guerra per catturare una vera e propria arma umana di distruzione di massa. Mentre i nostri eroi vengono spinti in un’epica partita a scacchi tra la vita e la morte, l’amore verrà messo alla prova, le amicizie saranno lacerate, e i sacrifici compiuti per l’unica famiglia che Kirk abbia mai avuto: il suo equipaggio.

Fonte:Collider

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