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Il mio migliore incubo – Trailer Italiano

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Il mio migliore incubo – Trailer Italiano

Ecco il trailer della commedia “Il mio migliore incubo” , diretto da ANNE FONTAINE (Coco Avant Chanel), con un’inedita ISABELLE HUPPERT nello spassoso ruolo di Agathe, l’attore comicoBENOÎT POELVOORDE, e l’inossidabile ANDRÉ DUSSOLLIER, amato volto del cinema francese dall’umorismo sofisticato.

Matt Damon compra un zoo con l’aiuto di Scarlett Johansson in La mia vita è una zoo

Rimasto da poco vedovo, il giornalista Matt Damon decide di sanare il  lutto dando una svolta radicale alla propria vita, e a quella dei due figli, trasferendosi nella campagna inglese e imbarcandosi nell’impresa di risollevare le sorti di uno zoo in stato di semiabbandono; ad aiutarli, ci sarà il personale dello stesso zoo, guidato da Scarlett Johannson.

Tratto da una vicenda realmente accaduta e raccontata dal protagonista Bejamin Mee nel romanzo We bought a zoo (che è poi diventato anche il titolo originale del film), La mia vita è uno zoo sancisce il ritorno al cinema di Cameron Crowe, a circa sei anni di distanza da Elizabethtown..

Quel film (che peraltro prendeva anch’esso le mosse da un lutto famigliare, in quel caso la perdita del padre da parte del protagonista),  non riuscì però a replicare i successi di suoi illustri predecessori, come Almost Famous o Vanilla Sky, inducendo probabilmente il regista a prendersi una pausa, almeno dal cinema. Nel lungo periodo di assenza, tuttavia, Crowe non è rimasto con le mani in mano, mettendo le proprie capacità al servizio del mondo della musica,  in particolare collaborando coi Pearl Jam (per il video del brano The Fixer e per il documentario Pearl Jam Twenty) e con Elton John (per il documentario The Union).

Per questo ritorno, Crowe si affida a Matt Damon, qui alle prese con un genere, la commedia (per quanto connotata da risvolti drammatici) non troppo frequentato in passato e questo rappresenta uno dei maggiori motivi di curiosità suscitati dal film.  Ad affiancare l’attore del Massachussetts è Scarlett Johansson, anch’essa non così spesso impegnata in commedie (l’ultima in ordine di tempo, è stata La verità è che non gli piaci abbastanza, risalente a un paio di anni fa). Del cast fanno parte anche Elle Fanning, Tomas Haden Church e Angus MacFadyen.

La vicenda del film non offre forse esaltanti spunti di originalità (il padre di famiglia che molla tutto per elaborare il lutto può ricordare ad esempio, la serie tv Everwood, mentre l’impresa impossibile volta a ‘esorcizzare il Male’ era al centro de L’ultimo sogno con Kevin Kline nel ruolo di un padre che, condannato da una malattia incurabile,  si imbarcava nella costruzione di un’intera casa coinvolgendo il figlio, e questi sono solo due esempi di un filone già abbastanza esplorato), tuttavia le critiche negli USA, dove il film è uscito in occasione dello scorso Natale,  sono state tutto sommato positive. In attesa di capire se sarà un ‘bel vedere’  c’è da essere comunque  sicuri che quanto meno sarà un bell’ascoltare: come d’abitudine, anche in questo caso Cameron Crowe ha dato primaria importanza alla colonna sonora (ricordiamo che trai primi lavori del regista californiano vi fu Singles, esile commediola che nei primi anni ’90 ebbe soprattutto il merito di far conoscere al grande pubblico band come Pearl Jam, Alice In Chains e Soundgarden): in questo caso Crowe si è affidato alle sonorizzazioni di ‘Jonsi’ Birgisson, cantante e chitarrista dei Sigur Ròs e a  brani della stessa band islandese.

Assieme a loro,  una lista quanto mai eterogenea di autori (per una trentina di pezzi) che vanno da Tom Petty a Randy Newman, da Mike McCready (chitarrista dei Pearl Jam) agli Stone Temple Pilots (progetto ‘estemporaneo’ che includeva membri degli stessi Pearl Jam e dei Soundgarden), da Bob Dylan a Neil Young, passando per la new wave di Echo & The Bunnymen, il reggae degli Upsetters, e i Wilco, alfieri del rock ‘alternativo’ degli ultimi anni. L’uscita del film in Italia è prevista per il 16 marzo.

Stephen Daldry: l’uomo delle nomination

Stephen Daldry: l’uomo delle nomination

Stephen Daldry è un uomo di teatro, un produttore, con una carriera relativamente breve da regista cinematografico. Ma coi suoi 4 film finora si è sempre (solo) guadagnato delle nomination all’Oscar. La ragione di questo, checché si dica delle pellicole, alcune delle quali hanno suscitato e suscitano dibattiti e talvolta aspre critiche e polemiche, va ricercata nella sua capacità di fondere le vicende private, personali dei protagonisti su cui si sofferma il suo acuto sguardo, approfondendole e facendo appassionare ad esse lo spettatore, con la dimensione pubblica, lo sfondo storico sociale di quelle storie, che finisce per essere in qualche misura protagonista e non resta mai esclusivamente uno sfondo.

È stato questo, ad esempio, uno dei punti di forza del suo esordio cinematografico: Billy Elliot, che inquadrava perfettamente la vicenda personale del piccolo Billy, in lotta per diventare un ballerino contro il volere della sua famiglia di minatori, nel contesto sociale dell’Inghilterra thatcheriana degli anni ’80. Ma in altri casi, per questo è stato anche criticato. C’è chi lo ha accusato di utilizzare la leva dei sentimenti per “ammorbidire” il giudizio storico sull’Olocausto col suo The Reader, e chi ha definito eccessivamente retorico il suo sguardo nell’ultima fatica Molto forte, incredibilmente vicino, nonché  poco rispettoso nell’accostarsi a un evento tragico della nostra storia recente come l’11 settembre. Ad ogni modo, questo gentleman inglese di cinquantun anni è riuscito nella non facile impresa di conquistare l’Academy di Hollywood, che gli ha sempre riservato un posto in lizza per gli Oscar, tributandogli un indiscusso riconoscimento. Ed è anche grazie a lui se due talentuose attrici come Nicole Kidman e Kate Winslet hanno potuto stringere tra le mani l’ambita statuetta hollywoodiana.

Stephen Daldry e il teatro

Gli inizi della carriera di Stephen Daldry, inglese del Dorset, sono tutti teatrali. Dopo la laurea all’università di Sheffield, infatti, dirige spettacoli in numerosissimi teatri inglesi, fino ad approdare, nel 1992, al londinese Royal Court Theatre, che dirigerà per molti anni. Alcuni dei suoi spettacoli approdano anche a Broadway, come accade per An Inspector Calls , che tra ’93 e ’94 gli frutta il Laurence Olivier Award, il Drama Desk Award e il Tony Award come miglior regista teatrale. E poi con altri successi come  Via Dolorosa, mentre il nome di Daldry comincia a risuonare in tutto il mondo. In Inghilterra è anche al Gate Theatre e al Royal National Theatre, dove ottiene grande riscontro di critica e pubblico con Machinal.

Nel 2000, dopo il cortometraggio Eight, arriva l’esordio cinematografico vero e proprio, che rivela sensibilità e acutezza del regista inglese. Billy Elliot è uno riuscitissimo esordio, che diventa anche un piccolo caso cinematografico. Ottiene il BAFTA Award come miglior film e nomination all’Oscar per la regia di Stephen Daldry,  per l’attrice non protagonista (Julie Walters) e per la sceneggiatura di Lee Hall. Il  film è così fortunato che Daldry deciderà di portarlo anche nei teatri sotto forma di musical. Riscuoterà ancora un grande successo, vincendo il Tony Award nel 2009 e sbarcando a Broadway. Ciò che ha fatto la fortuna di questa pellicola, che potremmo definire un piccolo capolavoro, è proprio l’abile connubio di cui abbiamo parlato in apertura.

Tanti infatti i temi che vengono affrontati grazie alla doppia prospettiva individuale e sociale: la forza della passione che porta a realizzare ciò che sembrava irrealizzabile (in questo caso la passione è quella di Billy per la danza); la libertà individuale e la possibilità di emancipazione, contro ogni determinismo sociale; il tema dell’omosessualità e del pregiudizio all’interno delle piccole comunità, anche della civilissima Inghilterra; una riflessione sulla necessità di trovare nuove strade, quando un modello sociale ed economico (come quello dell’Inghilterra fatta di industrie e miniere, prima dell’era Thatcher) entra in crisi; le contraddizioni e le difficoltà messe in luce da questa crisi. Per raccontare tutto ciò, Stephen Daldry si avvale di un’ottima sceneggiatura, di un giovane e talentuoso protagonista come Jamie Bell, di una grande attrice inglese come Julie Walters, che interpreta la maestra  di danza di Billy, colei che lo incoraggerà a seguire la sua passione, ma anche di un bravissimo Gary Lewis, nel ruolo del padre. La colonna sonora a base di Clash e quant’altro sia attinente all’epoca e al tema trattato fanno il resto, permettendo a Daldry di confezionare una commedia godibilissima e che fa riflettere al tempo stesso.

Il drammatico e toccante The Hours

Due anni dopo il regista del Dorset tenta il bis con un’operazione ambiziosa: la trasposizione cinematografica di un romanzo di Michael Cunningham da cui trae il drammatico e toccante The Hours: tre donne in epoche diverse, accomunate da un libro, Mrs. Dalloway, e non solo, sono il pretesto per riflettere sulla condizione femminile, ma più in generale su ciò che accade quando l’esistenza che conduciamo non ci soddisfa più, ci sentiamo schiacciati da essa, oppressi da ruoli che interpretiamo, ma che non ci appartengono. Le tre protagoniste della pellicola si trovano quindi a fare scelte importanti, in un contesto sociale che non sembra aver subìto grandi mutamenti nel corso dei decenni. Si tratta di Nicole Kidman nei panni della scrittrice Virginia Woolf, in un’interpretazione che le vale l’Oscar, di Julianne Moore che interpreta Laura, mentre una Meryl Streep sempre in ottima forma è Clarissa. Tutte e tre le attrici ottengono l’Orso d’Oro a Berlino e l’operazione può considerarsi ottimamente riuscita. Per Daldry un’altra nomination all’Oscar come miglior regista.

Fa molto discutere, coniugando ancora una volta grandi eventi storici e “piccole” storie private il successivo The Reader, che pone al centro la vicenda di un adolescente e la sua storia d’amore con una donna vent’anni più grande di lui, ma tratta anche il tema dell’Olocausto. Nella seconda parte del film, infatti, la donna, Hanna/Kate Winslet, si scopre essere una ex SS, che deve subire un processo per la morte di trecento ebrei. Dunque una realtà complessa che ha per protagonisti personaggi altrettanto complessi, di cui Stephen Daldry indaga le molte sfaccettature e ci mostra l’evoluzione nel tempo. Hanna è allo stesso tempo donna avvinta da passione per il giovane Michael, come per i libri; ma anche aguzzina, assieme ad altre colleghe, di trecento donne ebree; e poi ancora vittima di un sistema che fa di lei il capro espiatorio (le  colleghe del campo fanno in modo che ogni responsabilità cada su di lei); e donna schiacciata da sensi di colpa e debolezze. Kate Winslet le dà corpo magistralmente, meritando senza dubbio la statuetta  che le viene assegnata dall’Academy, così come il Golden Globe e l’EFA. L o stesso Michael, interpretato da David Kross (e, da adulto, da Ralph Fiennes) è un personaggio con luci ed ombre: si lascia prendere dalla passione per questa donna, che sembra amare, ma allo stesso tempo è colui che può scagionarla e sceglie di non farlo. È in un certo senso un altro percorso di formazione, come era stato quello di Billy Elliot, seppur in un contesto del tutto diverso. Grande Storia e storie di singoli individui, ma siamo in ogni caso di fronte a un film e ad un regista che senza dubbio vogliono farci riflettere, come già era accaduto in passato, e restituirci una realtà che va oltre ogni rigido schematismo, tornando ad affrontare ancora una volta, con sguardo problematico, il tema dell’Olocausto. Anche stavolta arriva per Daldry la nomination all’Oscar come miglior regista, ma il nostro non acciuffa il premio.

Nel 2011 Stephen Daldry, non pago delle sfide raccolte finora, decide di cimentarsi con un altro grande evento tragico della nostra storia, l’attentato alle Torri Gemelle di New York l’11 settembre. E per farlo sceglie la chiave che ormai conosciamo. Protagonista del suo Molto forte, incredibilmente vicino, ancora tratto da un testo come i due lavori precedenti, è un ragazzino, Oskar/Thomas Horn, che si trova alle prese con quanto di più difficile e doloroso ci sia da accettare nella vita, specie se si è così giovani: la morte del proprio genitore. Infatti il padre di Oskar, interpretato da Tom Hanks, è morto proprio nelle Torri l’11 settembre. Dunque, un pezzo importante di storia, visto attraverso la lente di un percorso individuale, di un’esperienza formativa di crescita per un giovane ragazzo. Il film, presentato fuori concorso al Festival di Berlino e poi candidato agli Oscar come miglior pellicola e per la migliore interpretazione da non protagonista (Max Von Sydow), è stato tacciato da alcuni di eccessiva retorica e di solleticare un po’ troppo le corde sentimentali dello spettatore, anche potenziando il riferimento all’11 settembre rispetto al romanzo di Jonathan Safran Foer da cui la pellicola è tratta. Staremo a vedere quale sarà il giudizio del pubblico italiano, che la vedrà in sala dal prossimo 23 maggio.

Daredevil: recensione del film con Ben Affleck

Daredevil: recensione del film con Ben Affleck

Daredevil è il film del 2003 di Mark Steven Johnson con protagonisti Ben Affleck, Jennifer Garner, Colin Farrell, Michael Clarke Duncan, Joe Pantoliano e Jon Favreau.

Daredevil, la trama: Chi non vorrebbe avere un avvocato come Matt Murdock? Requisito necessario è l’innocenza, altrimenti la giustizia opererà sotto il nome di Daredevil, l’alter ego vendicatore dell’avvocato.

Tuttavia la sua vita non è trascorsa in nome della rettitudine, l’ideale che Murdock si propone di difendere nelle aule di tribunale. Vissuto a Hell’s Kitchen (New York), veniva continuamente schernito dai suoi coetanei, mentre il padre, un ex pugile, era rimasto solo a prendersi cura del figlio dopo che la moglie li aveva abbandonati. Il quartiere è uno dei più malfamati della città e, per sopravvivere, il padre di Matt era impiegato nello sporco lavoro di strozzino. Il figlio vedendolo esercitare la sua professione, scappa indignato e nella fuga rimane vittima di un incidente dove del liquido radioattivo lo renderà cieco. Da questo momento in poi gli altri sensi di Matt diventeranno acutissimi, mentre svilupperà un senso-radar che farà della cecità non più un ostacolo.

Ma quando nasce il diavolo senza paura? Daredevil nascerà nel sangue, rosso come i petali della rosa lasciata sul corpo del padre misteriosamente assassinato. Non si perderà d’animo e si allenerà nei vicoli di Hell’s Kitchen.

Matt Murdock (Ben Affleck) intrapresa la carriera da avvocato, insieme a Foggy Nelson (Jon Favreau), difenderà elusivamente gli innocenti. I colpevoli sconteranno le loro pene di notte attraverso la mano della giustizia di Daredevil. Il nemico principale sarà Kingpin (Michael Clarke Duncan), boss della mafia, che assolderà Bullseye (Colin Farrel) come sicario.

In questo ambiente oscuro ci sarà un po’ di bellezza ad illuminare le buie sagome scorte dall’avvocato, grazie a Elektra Natchios (Jennifer Garner), che inizierà a frequentare dopo un (ridicolo) combattimento in strada.

Daredevil, l’analisi

Analisi: Il film, uscito nelle sale nel 2003, non ha ottenuto il record d’incassi negli Stati Uniti (circa 102 milioni e mezzo di dollari) come anche in Italia (quasi 4 milioni di dollari), ma si è mantenuto nella media.

Probabilmente ha pagato non solo il fatto che Devil fosse un eroe poco conosciuto, ma anche le polemiche per non aver ripreso del tutto la storia del fumetto Marvel. Creato nel 1964 dalla penna di Stan Lee e Bill Everett, Daredevil è stato inizialmente considerato un eroe di serie B, quasi un rifacimento dell’Uomo Ragno privato dei suoi poteri. È successivamente rinato alla fine degli anni ‘70 grazie a Frank Miller che ne realizzò una versione più dark e aggressiva, molto vicina a Batman (reinventato per la DC dallo stesso sceneggiatore). Tuttavia Daredevil se la deve vedere con la vita da avvocato, di certo meno agiata del facoltoso Bruce Wayne e, nonostante tutto, ha fatto del suo handicap un potere straordinario.

Per chi non conoscesse il fumetto, la pellicola può risultare un intrattenimento piacevole e ben fatto con una scenografia incentrata sul panorama notturno di New York, mentre l’eroe scivola silenzioso tra i palazzi, accompagnato da un’invidiabile colonna sonora di cui fanno parte gli esponenti più importanti dell’alternative rock, metal e post-grunge tra cui The Calling, Seether ed Evanescence.

Le linee direttrici seguite dal regista Mark Steven Johnson sono fondate sulla solita morale che il bene trionferà sul male e che un uomo senza paura ha pur bisogno di aggrapparsi a qualcosa, come la fede. Il tutto è coadiuvato da alcune modifiche alla storia. Esempi sono il colore della pelle di Kingpin che pare confermare una celata credenza americana, in altre parole il malvivente è spesso di colore.

Al di là di questo, Kingpin costituisce il nemico che Daredevil e Murdock hanno in comune: lo affrontano sia in strada che nei tribunali. Per quanto riguarda Colin Farrel, l’attore ha messo tutto il suo carisma per rendere al meglio una versione distorta di Bullseye, spogliato del suo fumettistico costume. Non poteva mancare Elektra, grande amore di Devil nel fumetto, che non lascia una traccia indelebile sullo schermo e passa velocemente davanti agli occhi di Devil e degli spettatori. Per portarla alla ribalta si farà anche uno spin-off del 2005, diretto da Rob Bowman e interpretato dalla stessa Jennifer Garner, ma l’esito sarà alquanto disastroso.

Tornando a Daredevil, il regista ha tentato di emulare quello che Sam Raimi aveva fatto con Spider-Man l’anno prima: il risultato è un film dal ritmo veloce, monotono nella componente ironica, che paga la scarsa capacità espressiva di Ben Affleck. Esiste anche la Director’s Cut, uscita nell’aprile 2005 in Italia, dotata di 19 minuti in più che approfondiscono la sfaccettata personalità di Murdock, mostrandolo come difensore di Dante Jackson (il rapper Coolio) e contando la presenza di Robert McKensie (Jude Ciccolella).

Non sono mancati i cameo come nella maggior parte dei film Marvel: Stan Lee veste i panni di un anziano che viene fermato da Matt Murdock prima che attraversi con il semaforo rosso, oppure Frank Miller viene ucciso da Bullseye con una penna in testa. Alcuni importanti tributi sono stati quelli di Kevin Smith che lavora in un obitorio con il nome di Kirby, in onore di Jack Kirby (disegnatore della Marvel), mentre il nome di padre Everett ci ricorda il co-creatore nel fumetto.

Al tempo si era sfiorata l’idea di un sequel per il quale Mark Steven Johnson aveva proposto di basarsi su un’altra storia del fumetto. Tutto però è rimasto lettera morta e col passare degli anni la decisione è stata quella di un reboot, attualmente nelle mani di David Slade e dello sceneggiatore Brad Caleb Kane. Attendiamo dunque notizie in quest’anno, sperando in un risultato più convincente.

Yattaman – il film

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Anno: 2009

Regia: Takashi Miike

Trama: Ganchan e la sua ragazza Janet progettano e costruiscono robot ma quando il mondo è  minacciato dal malvagio trio Drombo composto dalla bellissima e perfida Miss Dronjo, e dai suoi tirapiedi Boyakki e Tonzula si trasformano nei supereroi Yattaman 1 e Yattaman 2. L’occasione per una nuova impresa si presenta quando la giovane Shoko chiede il loro aiuto per ritrovare il padre, scomparso in Egitto mentre era sulle tracce di uno dei quattro frammenti della potente Pietra Dokrostone: è il momento di una nuova battaglia per il possesso della Drokostone e per il destino del mondo…

Cannes, apertura affidata a Moonrise Kingdom

Sarà il nuovo film di Wes Anderson ad aprire l’edizione 2012 della rassegna francese:
ad annunciarlo è stato nei giorni scorsi  Thierry Fremaux, direttore artistico del 65° Festival di Cannes. Nel presentare la scelta, Fremaux ha dichiarato che Anderson è una delle potenze emergenti del cinema americano, col suo tocco personalissimo, che in Moonrise Kingodm compie un ulteriore passo in avanti in quanto a libertà creativa.

Ammiratore di Fellini e Renoir, Anderson si sta imponendo come cineasta brillante ed inventivo. Per il regista si tratta della prima assoluta a Cannes, mentre il cinema americano apre la rassegna per il secondo anno consecutivo, dopo Midnight in Paris, scelto nel 2011. Presentato a Cannes il 16 maggio, Moonrise Kingdom scritto insieme a Roman Coppola, protagonisti Bruce Willis, Bill Murray, Edward Norton tra gli altri, uscirà il 25 maggio sugli schermi USA e britannici.

Fonte: Empire

Rosemarie DeWitt nel nuovo film di Gus Van Sant

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L’attrice di New York (vista, tra gli altri, in Rachel sta per sposarsi), sarà la protagonista femminile di Promise Land, a fianco di Matt Damon e John Krasinski. Il film avrebbe dovuto inizialmente segnare il debutto alla regia dello stesso Damon, il quale in seguito ha però rinunciato, lasciando il progetto nelle mani esperte di Gus Van Sant.

Il film è stato scritto dagli stessi Damon e Krasinski, partendo da una prima stesura, opera di Dave Eggers. Damon reciterà la parte di un agente di commercio che, giunto in una piccola città, vedrà la propria intera vita messa in discussione; Krasinski avrà il ruolo di un concorrente di Damon; sulla parte data alla DeWitt non vi sono ancora dettagli, come anche per il ruolo svolto da Frances McDormand, anch’essa nel cast. Nel frattempo, la DeWitt sarà sugli schermi americani in estate, con Neighborhood Watch (a fianco di Ben Stiller e Vince Waughn) e con The Odd Life of  Timothy Green.

Fonte: Empire

Edgar Ramirez sul set per Richard Kelly

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L’attore venezuelano, che vedremo prossimamente ne La furia dei Titani, è entrato nel cast di Corpus Christi, film che segnerà il ritorno dietro la macchina da presa del regista di Donnie Darko a tre anni di distanza da The Box. La storia, ambientata nel 2014, seguirà le vicende di Paciencia de La Rosa (Ramirez) un veterano della guerra in Irak, sofferente di sindrome da stress post-traumatico, che stringe una pericolosa alleanza con un industriale texano. Kelly ha raccolto le risorse necessarie a girare il film grazie al contributo di amici come Eli Roth e Robert Rodriguez, che ha posto il progetto sotto l’ala protettrice della sua compagnia, la Quick Draw.

Lo stesso Rodriguez ha dichiarato recentemente che un film come Corpus Christi risponde pienamente allo scopo per cui è nata la Quick Draw: dare a registi innovativi la possibilità di realizzare le proprie idee e stupire così il pubblico. Kelly dovrebbe avviare le riprese il luglio in Texas, ad Austin e (ovviamente) a Corpus Christi.

Fonte: Empire

Emma Roberts in Empire State

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Dopo aver rinunciato a partecipare a Spring Breakers, prossimo film di Harmony Korine, Emma Roberts sale a bordo di un altro progetto, Empire State, diretto da Dito Montiel (tre film, all’attivo, il più noto probabilmente l’esordio di Guida per riconoscere i tuoi santi). La Roberts si unisce a un cast del quale fanno già parte  Dwayne Johnson e Liam Hemsworth: quest’ultimo dovrebbe ricoprire il ruolo di uno dei due protagonisti, impegnati a rapinare un deposito di auto blindater.

Johnson sarà invece il detective inaricato di seguire il caso, mentre la Roberts sarà una cameriera, coinvolta sentimentalmente col personaggio interpretato dallo stesso Hemsworth. Il copione è stato scritto da Adam Mazer (Breach), basandosi su un fatto realmente avvenuto nel 1982. L’ultimo apparizione della Roberts risale a Scream 4; l’attrice newyorkese ha da poco cominciato a lavorare sul set di Adult World, a fianco di John Cusack.

Fonte: Empire

Ecco sei poster della mostra Star Wars Identities!

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Il 19 aprile, a Montreal, verrà inaugurata la mostra Star Wars Identities, organizzata dalla LucasFilm; lo spettatore avrà la possibilità di vedere

Nuove foto dal set del terzo Riddick!

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Due nuove foto dal set canadese del terzo capitolo della saga di Riddick sono state rese pubbliche dal protagonista Vin Diesel; il film, ancora privo di un titolo definitivo

RoboCop uscirà il 9 agosto 2013

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La Sony ha annunciato che l’atteso RoboCop diretto da José Padilha (Tropa de Elite) approderà nelle sale il 9 agosto 20013. Il film, scritto da Josh Zetumer, ha

Due nuovi titoli per la Oscilloscope

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La Oscilloscope Laboratories, fondata dal membro dei Beastie Boys Adam Yauch, ha acquisito i diritti per la distribuzione

Ray Lewis svela il Cigno Nero

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Torna a far parlare di sè il Cigno Nero, la pellicola di Darren Aronofsky, con una stravolgente Natalie Portman Miglior Attrice Protagonista.

Sulla Strada: Salles pronto per il debutto a Cannes

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Il regista Walter Salles torna sul grande schermo con l’adattamento del celebre romanzo-culto di Jack Kerouac.

Il cavaliere oscuro – Il ritorno, Matthew Modine parla di Christopher Nolan!

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Sulla pagina del ComicBookMovie.com è apparsa stamane un’intervista fatta da Tribuna (Messico) all’attore Matthew Modine, che parla della sua esperienza sul set del Il cavaliere oscuro – Il ritorno, e in particolare del rapporto con il regista Christopher Nolan:

Su Nolan: Lavorare con Stanley Kubrick mi ha segnato per sempre, è stata una grande esperienza. Abbiamo dedicato due anni a Full Metal Jacket, e io non ho parole per descrivere l’impatto che ciò ha avuto su di me. Gli piaceva fare le domande giuste a un attore, lo scopo era quello di comprendere il personaggio, e ho rivissuto qualcosa di simile con Christopher Nolan sul set del Cavaliere Oscuro – il Ritorno.

Il mio legame con Nolan si è fatto molto interessante verso la fine delle riprese, perchè ha iniziato a farmi domande simili a quelle che mi faceva Kubrick, nonostante io abbia passato solo pochi mesi sul set. Trovo che sia molto importante che un regista ponga delle domande ai propri attori. E non è una cosa che capita spesso. Un errore di molti registi è quello di limitarsi a dire cosa bisogna fare, anziché guidare attraverso la comprensione del personaggio.

Sul film:

[…] Sarà un film fantastico, perché in aggiunta a raccontare una storia su Batman, c’è una storia parallela legata alle corporation. E’ una parabola sul mondo in cui viviamo.

L’attesa ormai è insopportabile anche per noi, non vediamo l’ora di vederlo. Ecco la nostra scheda: Il Cavaliere Oscuro il ritorno.

Fonte: traduzione intervista Badtaste.it, ComicBookMovie.com.

Gnomeo e Giulietta: un sequel con Sherlock Holmes

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Sarà Elton John a produrre il  sequel di Gnomeo e Giulietta, film d’animazione in CGI che aveva reinventato la storia shakesperieana raccontandola dal punto di vista di due fazioni in guerra di Nani da giardino, su una sceneggiatura di Andy Riley e Kevin Cecil.

Il sequel cercherà di sfruttare un nuovo personaggio letterario che sta attualmente godendo di straordinaria popolarità: Sherlock Holmes, per l’occasione trasformato in Sherlock Gnomes,  che si troverà ad indagare sulla sparizione di alcuni dei protagonisti. Le musiche saranno scritte ancora una volta da Elton John.

Viaggio nell’isola misteriosa avrà un sequel

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Con i suoi 279 milioni di dollari incassati, Viaggio nell’isola misteriosa si è assicurato la promessa di un nuovo sequel sempre prodotto dalla Warner Bros: Dwayne JohnsonJosh Hutcherson sarebbero già in trattative per riprendere i rispettivi ruoli, insieme al regista Bryan Peyton e allo sceneggiatore Tim Gunn.

Johnson inizierà presto a lavorare al sesto capitolo di Fast and Furious, mentre Hutcherson sarà presto in sals con the Hunger Games.

Un motociclista violento per Tom Hardy

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Tom Hardy, che presto vedremo nei panni del terribile Bane ne il cavaliere oscuro il ritorno, sarà attore e produttore in una nuova pellicola per la Warner Bros: il film, ancora privo di tiolo, sarà ambientato alla fine degli anni ’60 e racconterà di un reduce dal Vietnam che ritorna a casa a San Francisco dopo essere stato ferito in battaglia; qui si avvicinerà a una pericolosa gang di motoclicisti, guidata per l’appunto dal personaggio di Hardy.

Il progetto sarà diretto da John Hillcoat e sceneggiato da Mark L. Smith.

Tom Cruise nel remake di è nata una stella?

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Tom Cruise sarebbe in trattative per interpretare il protagonista maschile nel remake di è nata una stella, prossimo progetto di Clint Eastwood: negli anni i rifacimenti di questo classico   sono stati numerosi, ma senza dubbio la versione più famosa è quella del 1954 con Judy Garland e James Mason.

La versione di Eastwood si propone di spostare l’azione dal mondo del cinema a quello della musica, raccontando l’amore di un cantante di successo per una giovane esordiente. Nel cast figura anche Beyonce Knowles, la cui gravidanza ha richiesto un momentaneo stop della produzione, mentre altri attori in gara per il ruolo sarebbero Chistian Bale e Will Smith.

I Più Grandi di Tutti – Trailer

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Trailer del film I Più Grandi di Tutti, dal 4 APRILE AL CINEMA. Quindici anni fa, i Pluto erano una rock band; energici, sboccati e provinciali come da tradizione del rock. Da una piccola cittadina industriale sul litorale toscano, avevano girato in lungo e in largo il circuito alternativo nazionale, inciso un paio di album, e piazzato anche un brano in un noto spot televisivo. Maurilio detto Mao era il cantante, Sabrina la bassista, Loris il batterista e Rino il portentoso chitarrista. Poi, sempre secondo tradizione, i quattro litigarono e si persero  di vista; ognuno in fondo perso dietro ai fatti suoi, come direbbe Vasco. La memoria di  quell’esperienza avventurosa e sfrenata sembra essersi perduta per sempre, nessuno ha più idea di chi fossero “I Pluto”. Finché un giorno, Loris il batterista, non si vede recapitare una sorprendente e-mail..

Bianco, rosso e Verdone: recensione del film di Carlo Verdone

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Bianco, rosso e Verdone: recensione del film di Carlo Verdone

Bianco, rosso e Verdone è il film del 1981 di e con Carlo Verdone, affiancato da Elane Fabrizi, Mario Brega, Irina Sanpiter, Angelo Infanti.

La trama di Bianco, rosso e Verdone

Inizio anni ’80, l’Italia va al voto. Furio, Mimmo e Pasquale si recano così a compiere il proprio diritto-dovere di cittadini; ma lungo il proprio percorso per giungere alle urne, saranno protagonisti di svariate vicende. C’è Furio Zòccaro, impiegato romano residente a Torino. Pignolo oltre ogni ragionevole possibilità, soffre di turbe maniaco-ossessive. Opprime la giovane moglie Magda ed i figli Antongiulio e Antonluca con ogni sorta di pedanti quanto inopportune puntualizzazioni. Per lui tutto è calcolabile senza possibilità di errore, ma  non ha fatto i conti con la pazienza di Magda…

Mimmo è invece il classico “bamboccione”, infantile ed immaturo nonché timido, che deve accompagnare sua nonna (Elena Fabrizi) dal nord-est a Roma, smaniosa di poter dare il proprio voto al PCI. Nel tragitto non mancheranno curiosi contrattempi e deviazioni, nonché incontri “particolari” con una bellissima turista dell’allora URSS, una squillo d’albergo ed un burbero camionista detto er Principe. Il rapporto fra i due parenti rivela la fragilità del giovane dinanzi alle vicissitudini della vita, che al contrario vengono affrontate con sagacia e saggezza popolare dall’energica nonna.

Infine c’è Pasquale Ametrano, stereotipo del classico sciatto, pacchiano e taciturno emigrante italiano in Germania, a Monaco di Baviera. Sopra il suo letto troneggia come immagine devozionale il rassicurante sorriso dello juventino Franco Causio. L’uomo lascia a casa la bionda teutonica consorte per recarsi al seggio di Matera, a bordo della propria Alfasud rossa. Spaesato in un mondo così diverso dalla tranquilla periferia tedesca e dall’Italia che aveva lasciato, appena messo piede sul suolo italiano inizia a subire una serie continua di furti e vessazioni. Silenzioso per tutto il film, si riscatta nel finale. 

Bianco, rosso e Verdone è il secondo film diretto ed interpretato da Carlo Verdone nel 1981. Come il precedente Un sacco bello (1980), che segna l’esordio di Verdone alla regia, il film vede l’alternanza di tre personaggi fortemente caratterizzati e stereotipati, interpretati dallo stesso regista e attore romano. Se nel primo film Verdone ironizza sui giovani di fine anni ’70, buffamente audaci, imbranati o ideologicamente disillusi, in questo lungometraggio si occupa degli italiani “adulti”, evidenziandone tre tipi: l’emigrato in Germania, il pignolo saccente e l’eterno mammone. Le loro vite viaggiano su binari paralleli, aventi però un’unica destinazione: i seggi elettorali. Nel corso dei rispettivi tragitti, saranno vittime di numerosi vicissitudini, che ne evidenziano in modo esorbitante ed esilarante i difetti.

Il pignolo Furio è una riproposizione del personaggio già presentato nel varietà Non stop (’ 77-’79) e ripreso successivamente nel film Viaggi di nozze ed il recente Grande, grosso e Verdone con nomi e storie diverse. Mimmo riprende invece a grandi linee la maschera di Leo nel precedente Un sacco bello; viene riproposto in Grande, grosso e Verdone sempre sotto il nome di Leo. Nuovo e mai più riproposto in altri contesti invece quello del silenzioso Pasquale.

La mitica scena finale dello sfogo di quest’ultimo al seggio, dopo aver subito in silenzio per tutto il film svariati furti, è molto attuale se si considera la disillusione e la voglia di “dirne quattro” ai nostri politici che hanno gli elettori italiani. Non a caso è ripresa spesso a simbolo del qualunquismo dilagante.

Oltre all’istrionico Verdone, il film viene arricchito dalla presenza della simpaticissima Sora Lella – all’anagrafe Elena Fabrizi, sorella di Aldo – che interpreta la vulcanica nonna di Mimmo, e del romanaccio doc Mario Brega, nei panni del camionista er Principe. Giusto segnalare nel cast anche la presenza di Irina Sanpiter: Magda, moglie di Furio; Angelo Infanti: il playboy Raoul, che seduce quest’ultima; Milena Vukotic: prostituta, nota ai più per aver interpretato la mitica Pina, moglie di Fantozzi. Il bersagliere che accompagna la nonna di Mimmo nel salire le scale per il seggio elettorale è interpretato da Stefano Natale, grande amico d’infanzia di Carlo Verdone ed attore in molti dei suoi film.

La produzione di questa commedia porta il nome prestigioso di Sergio Leone. In realtà, il grande Sergio era molto titubante e scaramantico nell’intitolare il film Bianco, Rosso e Verdone, in quanto nel 1972 uscì un film con Sophia Loren intitolato Bianco, rosso e… che non ebbe successo. Ma oltre al titolo Leone ebbe altre riserve legate ad alcuni interpreti e personaggi. Non era d’accordo infatti nello scritturare Elena Fabrizi per il ruolo della nonna a causa della sua salute precaria, temendo problemi durante le riprese, in quanto Elena era effettivamente diabetica. Vennero fatti provini con altre coetanee, ma nessuna convinse il regista quanto la Fabrizi. Le riserve di Leone vertevano anche sul personaggio di Furio, poiché temeva che questi potesse risultare odioso al pubblico. Prima dell’uscita del film, organizzò una proiezione privata in casa sua cui parteciparono, oltre a Verdone, Alberto Sordi, Monica Vitti e il calciatore Paulo Roberto Falcão; Sordi gradì molto il personaggio di Furio, sciogliendo così ogni riserva per il produttore Leone.

Infine, la pellicola presenta anche alcuni banali errori, percettibili comunque solo da un pubblico più attento. La locandina del film ritrae Pasquale che indossa erroneamente la t-shirt di Mimmo, distinguibile dal fatto che reca il suo nome. Ancora, nella scena notturna del Motel avente come protagonista proprio quest’ultimo, si intravede luce diurna penetrare dalle persiane.

Sport, doping e sogni. Presentato in Campidoglio Purosangue, di Massimiliano Monteforte e Virginio Favale

Max e Chelimo sono due giovani, due corridori. Uno è italiano e corre per vincere la Maratona di Roma, l’altro è keniota e nel suo paese corre per consegnare la posta. Il primo ha trent’anni ed è in cerca di un’opportunità per farsi  finalmente notare. La maratona è probabilmente la sua ultima chance. Per il secondo, invece, abituato alla dura realtà del Kenia, correre una maratona vera sarebbe solo un sogno. Le strade dei due ragazzi s’incontrano quando Chelimo viene scoperto da un manager, lo stesso di Max, arrivato in Kenia proprio in cerca di talenti. Così il giovane keniota approda a Roma, ospite di Max, e i due si preparano insieme per la corsa.

Mission Impossible 5? … Oh si!

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Mission: Impossible – Protocollo Fantasma, nonostante i molti detrattori al seguito è stato  uno dei maggiori successi della stagione cinematografica con  la bellezza di 670 milioni di dollari portati a casa. E’ inevitabile che si sia iniziato a parlare del prossimo quinto capitolo della serie.

La prima conferma arriva dalle dichiarazioni di Philippe Dauman, CEO di Viacom, conglomerato che controlla la Paramount. Secondo alcune indiscrezioni riportate da THR, Dauman alla domanda di un’azionista se ci fosse stato un sequel del film, la  risposta è stata “breve ma affossante”: “oh si”.

Non ci resta che attendere ulteriori notizie.

 

Danny DeVito superstar mattatore di Lorax – il guardiano della foresta, con lui Zac Efron e Marco Mengoni

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Energico, simpatico, caustico. E’ Danny De Vito, che oggi ha presentato a Roma il suo ultimo lavoro cinematografico, Lorax – il guardiano della foresta. L’attore che ha partecipato alla scrittura della storia del cinema (suoi sono alcuni dei ruoli nei film più amati di sempre, dal Batman di Burton a Qualcuno volò sul nido del cuculo) era accompagnato dal giovane Zac Efron, anche lui doppiatore originale del film, e da Marco Mengoni, voce italiana del protagonista del film, Onceler.

“Tornare a doppiare dopo tutto questo tempo – ha detto DeVito che nel 1997 prestò la voce al Filottete di Hercules – per me è stato bellissimo. Per il mio lavoro non è cambiato molto, anche se mi sono dovuto misurare con un’animazione in CGI e 3D, mentre prima era la classica animazione in 2D. Devo dire però che per doppiare il mio Lorax in italiano mi sono aiutato molto con i gesti!”.

Alla sua prima vera e propria esperienza come doppiatore, Zac Efron dimostra tutto il suo entusiasmo di 24enne: “Non l’avevo mai fatto prima per un film vero e proprio. Avevo avuto solo esperienze brevi, quindi non sapevo cosa aspettarmi. Ho guardato molto il lavoro di Danny, mi ha aiutato”.

Per Mengoni invece, abituato a lavorare con la voce e a gesticolare sul palco, il lavoro è stato semplice, “ma allo stesso tempo difficile – ha dichiarato – perché è come entrare in un’altra persona”.

– Com’è stato doppiare il suo personaggio anche in italiano? DeVito: “E’ stato molto interessante, e soprattutto volevo farlo fortemente. Ho letto molte volte i racconto del Dottor Seuss (da cui è tratto il film, n.d.r.) e li conosco bene, li ho letti ai miei figli. E’ inquietante rendersi conto di quanto è stato profetico questo scrittore. Le sue storie sono state pensate 40 anni fa, eppure sono sempre attuali, oggi più che mai! E poi c’è questa cosa bellissima nel film: tutto comincia da un giovanotto innamorato, lui fa di tutto anche solo per dire ciao alla sua bella, e lei si dimostra così concreta e romantica chiedendo ‘solo’ un albero, una cosa viva e reale. Insomma nel racconto il mondo viene salvato dalle donne!”

Efron: “Lavorare con la voce ti permette di fare tantissime cose diverse, ad esempio si può anche lavorare in pigiama! Non se ne accorgerà nessuno, e poi è stato divertentissimo improvvisare, soprattutto quando c’era altra gente in sala di doppiaggio! All’inizio ti senti un po’ stupido, ma poi ti diverti sul serio!”.

Negli USA il film ha avuto qualche difficoltà a trovare distribuzione, in alcuni Stati in particolare. “E’ assurdo – spiega DeVito – è come se tutti volessero che le coscienze continuino a dormire. Mentre il film ci urla molto semplicemente di svegliarci, di dare una mossa alle nostre coscienze e di capire che l’energia del pianeta non è infinita. Io vado in giro per Hollywood con una macchina elettrica, ogni sera la metto sotto carica e di giorno cammino per tutti la città!”

– Cinematograficamente parlando siete una coppia molto diversa. Com’è stato lavorare insieme? Efron: “Siamo diventati subito amici. Vedere lavorare Danny è semplicemente fantastico, ho visto qualche episodio del suo show tv It’s Always Sunny in Philadelphia, e sono diventato dipendente, quasi fosse una droga! Ho molto rispetto per lui”. DeVito: “L’energia di Zac è incredibile, ma questo mi succede con tutti i giovani. Mi piace motlo lavorare con i giovani talenti, soprattutto se sono anche persone serie come lui, lavorare con Zac e con Taylor (Swift che nel film da la voce a Audery, n.d.r.) per me è rigenerante!”

– I romanzi di Dottor Seuss sono ancora in voga tri giovanissimi in America? Efron: “Io ne ho letto qualcuno quando ero piccolo, e mio padre mi ha fatto leggere la sua copia di The Lorax, il primo libro che abbia mai letto, dentro c’è ancora scritto il suo nome in stampatello ‘David Efron’. Credo siano storia bellissime per far crescere le persone”.

– Com’è stato lavorare per l’Illumination? C’è differenza con le case di produzione americane? (l’Illumination, divisione della Universal che si occupa di animazione ha sede a Parigi, n.d.r.) Efron: “Ho notato che si lavora con molta cura, molto amore, in ogni passo della produzione. E’ bello lavorare così”.

– Quali sono i film d’animazione che più vi sono piaciuti? DeVito: “L’animazione è un mondo fantastico, ricordo che guardavo Biancaneve e pensavo tra me ‘non mangiare la mela! Non mangiare la mela!’ e il gatto di Cenerentola? Un vero figlio di … (ride)” Efron: “Io ho amato molto Toy Story, ma tutti i film della Disney hanno la loro magia”. “Aspetta – interrompe DeVito – com’è che si chiamava il topino grasso di Cenerentola?… Ah, Gas Gas….era il mio soprannome da piccolo. Gli amici di mia sorella mi dicevano ‘ciao Gas Gas’ ed io ‘Ehi..? non mi piaceva molto quel nome!”.

Rush di Ron Howard: ecco Chris Hemsworth sul set!

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Arrivano grazie al sito Celebuzz altre foto dal set di Rush, il film di Ron Howard ambientato nel mondo della Formula 1 e basato sulla celebre rivalità che negli anni ’70 contrapponeva il pilota austriaco Niki Lauda (Daniel Bruhl) e l’inglese James Hunt (Chris Hemsworth).

Questa volta la foto ritrae proprio Chris Hemsworth  in tuta da pilota di Formula 1. Ecco la foto:

Nel cast di Rush insieme a Chris Hemsworth e Daniel Brühl anche Alexandra Maria Lara, Christian McKay, James Michael Rankin, Jensen Freeman, Natalie Dormer e, nel ruolo della moglie di Hunt, Olivia Wilde.

Ecco la trama del film: Il racconto di una delle più celebri rivalità sportive della storia, quella tra i piloti di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda. Nato da un ambiente privelgiato, carismatico e affascinante, Hunt non poteva essere più diverso dal metodico e riservato Lauda: la loro rivalità nacque fin dai tempi della Formual 3 e continuò per anni, fermata nemmeno dal terribile incidente che vide protagonista Lauda nel 1976 al Nürburgring. Il film nasce da un soggetto di Peter Morgan, autore anche della sceneggiatura, ed è prodotto da Ron Howard stesso con la sua Imagine Brian Grazer, insieme a Brian Oliver della Cross Creek e Tim Bevan e Eric Fellner della Working Title.

The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 2: Teaser Trailer il 20 Marzo!

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Oggi Collider annuncia tramite un comunicato stampa della Summit, che il trailer di The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 2  sarà online il 20 Marzo alle 12, ore italiane. Il trailer sarà abbinato all’uscita al cinema di Hunger Games. L’intero trailer invece sarà online Lunedì 26 Marzo, sempre alle 12. 

Maleficent: Elle Fanning in trattative per il ruolo della Principessa Aurora!

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L’Hollywood Reporter annuncia che il nuovo Kolossal fantasy Maleficent  sembra abbia ricevuto il definitivo via libera. Le riprese della pellicola inizieranno a Giugno a Londra con un cast di primo piano. E’ infatti confermata Angelina Jolie nei panni della perfida regina della Bella Addormentata nel Bosco. Nel ruolo della splendida Principessa Aurora dovrebbe esserci Elle Fanning che dovrebbe essere in trattative per la parte. Il film sarà diretto da Robert Stromberg (Scenografo di Avatar, Alice in Wonderland). Non ci resta che attendere ulteriori aggiornamenti e l’ufficialità dell’ingaggio di Elle Fanning.

 

 

Ultimi giorni di set per il nuovo film di Marco Risi

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Stanno terminando in questi giorni a Roma le riprese del nuovo film di Marco Risi dal titolo ancora da definire. Scritto dallo stesso regista insieme ad Andrea Purgatori e Jim Carrington, il film è prodotto da BiBi Film con Rai Cinema e la casa di produzione francese Babe Films.

Gli attori protagonisti sono Luca Argentero, Eva Herzigova, Claudio Amendola e Pippo Delbono.

Corso è un ex poliziotto dal passato oscuro che si trova coinvolto in un caso che lo costringerà ad affrontare le macchie del passato e una donna che forse ama ancora. Un thriller che mescola azione e suspense su uno sfondo politico ricco di intrecci.

Il film è stato girato interamente a Roma in sette settimane.

Indiana Jones Blu-ray Collection!

L’uomo con il cappello è tornato – ed è più bello che mai! Il più amato archeologo giramondo è finalmente in procinto di intraprendere la sua più grande avventura – La Complete Indiana Jones Blu-ray Collection sarà disponinibile in Blu-ray, distribuita dalla Lucasfilm Ltd. e Paramount Home Media Distribution nell’autunno del 2012.

La Complete Indiana Jones Blu-ray Collection comprenderà tutte le quattro emozionanti avventure di Indy, nella migliore risoluzione video oggi possibile e con un Audio in alta definizione, più un “Best Of” che comprende documentari, interviste, featurette e nuove sorprese.

IL PIU’ GRANDE EROE DI TUTTI I TEMPI…

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LA SERIE COMPLETA DEI FILM DI INDIANA JONES

PER LA PRIMA VOLTA IN BLU-RAY!

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