Sicko
Anno: 2006 Regia: Michael
Moore
Sicko, ovvero il Cinema al servizio
dell’impegno politico e sociale, è un documentario inchiesta di
Michael Moore. Paladino di questo modo agguerrito di fare cinema, è
nato a Flint, il 23 aprile 1954.
Attraverso i propri documentari e
libri ha affrontato con spirito critico i problemi e le
contraddizioni del sistema politico, economico e sociale degli
Stati Uniti, conquistando un grande successo di pubblico, ma
procurandosi anche una folta schiera di detrattori, che ne hanno
messo in discussione idee e metodi. In questo documentario Moore
analizza con un occhio critico il Sistema di sanitario americano,
introdotto nel 1971 per iniziativa dell’allora Presidente Richard
Nixon. Sebbene questo sistema fu messo a punto con la nobile
intenzione di garantire le migliori cure sanitarie a tutti, nel
tempo è di fatto finito nelle mani delle potenti lobby assicurative
e farmaceutiche, le quali sono divenute ricchissime grazie a scelte
dettate unicamente da logiche di profitto, negando di frequente
cure mediche vitali o basando il loro diniego su piccoli cavilli
previsti nei contratti. Gli enormi profitti sono stati spesso
utilizzati per finanziare membri del Congresso e lo stesso
presidente Bush. Grazie all’azione corruttiva, le assicurazioni
mediche e le case farmaceutiche hanno guadagnato, nel 2003, il
totale controllo del mercato sanitario americano.
L’aspetto più toccante del film è
la testimonianza si di persone coinvolte a vario titolo in questo
sistema: dalle prive di copertura sanitaria costrette a lavorare
ben oltre l’età pensionabile per pagarsi i medicinali, alle persone
abbandonate sul ciglio di una strada da taxi appositamente
ingaggiati dagli ospedali, fino alle persone che, nonostante siano
assicurati con le più importanti compagnie americane, si vedono
negare il rimborso delle cure mediche perché le malattie di cui
soffrono sono croniche o prevedono cure molto lunghe.
Questo inumano sistema viene
confermato anche da alcuni ex addetti ai lavori, tra i quali la
dottoressa Linda Peeno che ha confessato dinanzi al Congresso di
aver negato spesso, durante la sua carriera di medico-chirurgo,
interventi che avrebbero salvato la vita dei pazienti. Molti di
loro, accortisi del sistema di cui facevano parte, anche nel ruolo
di semplici centraliniste, avevano deciso di licenziarsi e non fare
più parte di quel mondo.
Per confrontare i sistemi esteri,
il regista si recherà dapprima in Canada e poi nel Regno Unito,
dove la sua ricerca di uffici per il pagamento delle cure otterrà
in risposta l’ilarità di alcune persone; poi in Francia,
classificata al primo posto seguita dall’Italia per il miglior
sistema sanitario.
Tornato in patria, Moore racconterà
le storie dei soccorritori volontari nell’attentato alle Torri
Gemelle, i quali non possono curare le malattie causategli dai fumi
e dalle polveri inspirate mentre tentavano di salvare la vita di
centinaia di persone. Non a caso, molti di loro soffrivano di
patologie alle vie respiratorie, ma per non essere addetti ai
lavori, non gli è stato riconosciuto il diritto alle cure. Per
potergli offrire un’assistenza, Moore si reca nella base navale
americana di Guantanamo, dove alcuni terroristi responsabili
dell’attentato ricevono gratuitamente le migliori cure mediche. Non
ottenendo risposta, si recherà a Cuba, dove i volontari saranno
curati gratuitamente presso un ospedale locale. E questo sarà il
peggior schiaffo che potesse dare alla capitalista America.
Il documentario ha subìto le aspre
critiche dell’AMA (American Medical Association), una delle
associazioni di medici statunitensi ampiamente citata dal regista
per la sua riluttanza verso la nascita di un sistema sanitario
pubblico. Moore ha anche ricevuto importanti riconoscimenti
internazionali: un Oscar al miglior documentario con Bowling a
Columbine (2003) e la Palma d’oro al Festival di Cannes con Fahrenheit 9/11
(2004).