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The Hobbit: sembra che si intraveda l’inizio delle riprese

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The Hobbit: sembra che si intraveda l’inizio delle riprese

Finalmente il rebus dietro al blocco si sta sciogliendo, mancano pochissimi giorni al via libera definitivo alle riprese dello Hobbit. Il Los Angeles Times rivela molti dettagli e rassicura: Peter Jackson è vicinissimo a ottenere l’OK di MGM e New Line…

Il Los Angles Times  conferma diversi rumour diffusi negli ultimi mesi, chiarisce alcune questioni che da tempo rimanevano avvolte nel mistero e tranquillizza sulla situazione legata ai problemi sindacali con gli attori neozelandesi.

secondo l’articolo:

  • * I budget dei due film sono stati finalmente definiti: si tratta di 250 milioni di dollari ciascuno.
    * La New Line Cinema (Warner Bros.) e la MGM stanno per dare il via libera. In realtà si attende principalmente il via libera della MGM, che possiede metà dei diritti di produzione del kolossal e che a sua volta attende il via libera alla ristrutturazione da parte dei suoi 100 principali creditori. Secondo il LA Times, la major si procurerà la sua parte di budget (250 milioni di dollari) tramite la Spyglass Entertainment (che a breve prenderà il controllo della MGM), la quale intende chiederli in prestito a una serie di investitori come 20th Century Fox (che potrebbe distribuire i film fuori dagli USA, come da accordi già stabiliti), oppure alla stessa Warner Bros (in cambio di porzioni di distribuzione mondiale dei film).
    * lo hobbitA breve (anzi brevissimo, si parla di giorni) dovrebbe arrivare il via libera definitivo della MGM.
    * Warner e MGM hanno insieme speso già 45 milioni di dollari in pre-produzione, per lo sviluppo degli script, lavoro sugli effetti visivi, preparazione dei set e casting. Questo basta a far capire il motivo per cui è praticamente impossibile che il kolossal venga abbandonato, qualsiasi problema produttivo si ponesse.
    * Peter Jackson dirigerà i film: il produttore e sceneggiatore ha praticamente finalizzato l’accordo per girare i film, e praticamente tutti i problemi che hanno rallentato la produzione sono stati risolti.
    * Le riprese inizieranno quasi sicuramente (salvo imprevisti clamorosi) entro metà gennaio, e le date d’uscita finali saranno dicembre 2012 e dicembre 2013. Se le riprese tarderanno a iniziare oltre marzo 2011, le release slitteranno di un altro anno.
    * A causa dei problemi con i sindacati degli attori, la Warner sta vagliando l’ipotesi di girare il film parzialmente in altri paesi (ne sono stati presi in considerazione sei), lasciando alla Nuova Zelanda le inquadrature di paesaggio o quelle senza attori neozelandesi. Tuttavia la disputa sembra vicinissima a una risoluzione pacifica che non rallenterà o modificherà i piani di girare il kolossal in Nuova Zelanda.
    * Secondo una serie di accordi presi nel corso degli ultimi anni, a partecipare degli incassi finali e derivati dei due film saranno la Tolkien Estate (eredi dell’autore del romanzo), Saul Zaentz, Peter Jackson, i Walt Disney Studios e i due produttori Bob e Harvey Weinstein. Si tratta di percentuali che vanno da cifre piccolissime a porzioni più sostanziose. MGM e Warner Bros., comunque, ritengono che Lo Hobbit incasserà abbastanza soldi da portare profitto a tutte le parti coinvolte…

Staremo in allerta per eventuali aggiornamenti!

Lo Hobbit uscirà in due parti: la prima a dicembre 2012, la seconda a dicembre 2013.

Fonte: Los Angles Times

The Hobbit: prime foto di scena!

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The Hobbit: prime foto di scena!

Entertainment Weekly ha pubblicato le prime tre foto de Lo Hobbit di Peter Jackson che vede protagonista Martin Freeman nei panni di Bilbo Baggins, che furono già di Ian Holm.

The Hobbit: presentato il cast!

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Peter_jackson

E’ stato presentato ieri in Nuova Zelanda il cast dello Hobbit, l’adattamento del romanzo di J.R.R. Tolkien che Peter Jackson girerà a partire dal 21 marzo e dividerà in due pellicole che usciranno a dicembre 2012 e dicembre 2013. Alla presentazione era assente il regista che è  ancora convalescente dopo l’operazione subita per ulcera.

The Hobbit: il set in costruzione

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The Hobbit: il set in costruzione

Collider informa tutti gli scettici che armai credevano che Lo Hobbit fosse destinato a rimanere solo un progetto, che il set è in costruzione. Lo testimoniano le foto che circolano sul web da qualche ora, diffuse da TheOneRing.net, sorta di blog ufficiale della produzione.

L’adattamento del primo romanzo di Tolkien, che nella trama precede anche gli avvenimenti raccontati ne Il Signore degli Anelli, sarà diretto da Peter Jackson che griderà la prima ‘azione’ il 21 marzo. Come si può vedere dalla foto, gran parte del cast principale è già arrivato in Nuova Zelanda:

http://collider.com/wp-content/uploads/the-hobbit-cast-image-600x349.jpg

Ecco invece le foto del set in costruzione:

Fonte: TheOneRing.net via Collider.com

The Hobbit: due nuove immagini inedite!

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Sono state pubblicato altre due immagini inedite di The Hobbit, direttamente riprese dal numero che il magazine Empire ha dedicato al film.

 

 

 

The Hobbit, manca poco all’annuncio ufficiale!

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jacksondeltoro

Sembra ormai imminente l’annuncio da parte della MGM e della Warner Bros. che darà il via libera alla produzione dello Hobbit. Nell’attesa, continuano ad arrivare report con informazioni aggiuntive su quello che, effettivamente, verrà annunciato. Oggi si segnala che Peter Jackson è praticamente a un passo dal firmare il contratto da regista (cosa che probabilmente sbloccherà l’annuncio): le percentuali sugli incassi e il suo ingaggio sono già stati fissati.

The Hobbit the Battle of the Five Armies: Richard Armitage nostalgico

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Richard Armitage, noto ai più come incarnazione cinematografica di Thorin Scudodiquercia, ha detto la sua in merito alla fine della trilogia de Lo Hobbit, dichiarando che non sarà solo la fine di una trilogia, ma che sarà il compimento di un grande sogno, quello di Peter Jackson, durato più di 15 anni! Ecco il video:

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“Sarà un evento abbastanza nostalgico penso- Saranno 15 anni che vediamo la Terra di Mezzo sul grande schermo, il culmine del lavoro di una vita per Peter Jackson. Penso che la Battaglia dei Cinque Eserciti è qualcosa che non vedo l’ora di vedere. Penso che sarà un vero evento cinematografico.”

The Hobbit the Battle of the Five ArmiesE voi cosa ne pensate? Anche voi siete tristi per la conclusione di una seconda trilogia tolkieniana, oppure aspettate e sperate in un film che possa portare sullo schermo alcune delle avventure narrate ne Il Simmarillion?

The Hobbit The Battle of the Five Armies uscirà il 14 Dicembre 2014 in Italia ed è scritto da Fran Walsh, Peter Jackson, Philippa Boyens e Guillermo del Toro. Il cast del film comprende .

Fonte: CBM

The Hobbit The Battle of the Five Armies: il logo ufficiale

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Ecco il logo ufficiale di The Hobbit The Battle of the Five Armies che, come possiamo notare, presenta soltanto dei leggeri cambiamenti rispetto a quelli dei due capitoli precedenti della saga, Un viaggio inaspettato e La desolazione di Smaug.

Il terzo film dedicato allo Hobbit non si chiamerà più Lo Hobbit Racconto di un Ritorno, nè tantomeno The Hobbit Into the Fire, ma The Hobbit The Battle of the Five Armies (che immaginiamo verrà tradotto da noi Lo Hobbit La Battaglia dei Cinque Eserciti). A renderlo ufficiale è lo stesso Peter Jackson tramite la sua fan page ufficiale di Facebook con queste parole:

“Informazioni di servizio…

Il nostro viaggio per realizzare la trilogia de Lo Hobbit sta diventando in qualche modo come quello di Bilbo, con sentieri nascosti che rivelano i loro segreti mentre li percorriamo. There and Back Again (Racconto di un Ritorno) ci sembrava il nome giusto per il secondo di due film … ma con tre film c’era qualcosa di sbagliato, perchè Bilbo era già arrivato “lì” (there) ne La Desolazione di Smaug.

Quando abbiamo fatto il tour promozionale lo scorso anno, ho avuto una conversazione con lo studio riguardo al titolo. Abbiamo deciso di tenere la mente aperta fino a che non ci fosse stato un cut definitivo del film. Abbiamo raggiunto quel punto la scorsa settimana, e dopo aver visto il film, siamo stati tutti d’accordo che c’è un altro titolo adesso che è decisamente appropriato per il film.

E così: The Hobbit The Battle of the Five Armies sia.

Come lo intendeva il professor Tolkien, There and Back Again (che potremmo tradurre letteralmente “Andata e Ritorno”) ricopriva l’intera avventura di Bilbo, quindi non siate sorpresi se ritroverete questo titolo per un cofanetto che racchiuderà l’intera trilogia.

Prima di allora, abbiamo un film da finire, e molto da condividere con voi. E’ stato un periodo molto bello per noi – io e Jabez stiamo montando felicemente in una oscura caverna a Wellington – ma questi giorni felici stanno rapidamente volgendo al termine. Sarà presto il tempo di tornare alla luce. Aspettatevi di sentire e vedere di più su The Hobbit The Battle of the Five Armies nei mesi a venire.

E c’è anche una versione estesa de Lo Hobbit la Desolazione di Smaug, che siamo sul punto di finire, con più di 25 minuti di nuove scene, tutte musicate con le composizioni originali di Howard Shore.

Sarà un anno divertente!”

Per chi non fosse ferrato in materia di letteratura tolkieniana, ricordiamo che La Battaglia dei Cinque Eserciti è il momento culminante dell’intera avventura de Lo Hobbit, nonchè una delle più grandi battaglie mai combattute nella Terra di Mezzo e che viene numerose volte nominata anche ne Il Signore degli Anelli. Per cui la scelta di un tale titolo non solo ha perfettamente senso, ma ci spiega anche quale sarà il fulcro della narrazione nel terzo e ultimo capitolo ella trilogia de Lo Hobbit.

The Hobbit The Battle of the Five Armies uscirà il 14 Dicembre 2014 in Italia ed è scritto da Fran Walsh, Peter Jackson, Philippa Boyens e Guillermo del Toro. Il cast del film comprende .

Fonte

The Hobbit The Battle of the Five Armies: ecco il titolo definitivo!

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Parola di Peter Jackson! Il terzo film dedicato allo Hobbit non si chiamerà più Lo Hobbit Racconto di un Ritorno, nè tantomeno The Hobbit Into the Fire, ma The Hobbit The Battle of the Five Armies (che immaginiamo verrà tradotto da noi Lo Hobbit La Battaglia dei Cinque Eserciti). A renderlo ufficiale è lo stesso Peter Jackson tramite la sua fan page ufficiale di Facebook con queste parole:

“Informazioni di servizio…

Il nostro viaggio per realizzare la trilogia de Lo Hobbit sta diventando in qualche modo come quello di Bilbo, con sentieri nascosti che rivelano i loro segreti mentre li percorriamo. There and Back Again (Racconto di un Ritorno) ci sembrava il nome giusto per il secondo di due film … ma con tre film c’era qualcosa di sbagliato, perchè Bilbo era già arrivato “lì” (there) ne La Desolazione di Smaug.

Quando abbiamo fatto il tour promozionale lo scorso anno, ho avuto una conversazione con lo studio riguardo al titolo. Abbiamo deciso di tenere la mente aperta fino a che non ci fosse stato un cut definitivo del film. Abbiamo raggiunto quel punto la scorsa settimana, e dopo aver visto il film, siamo stati tutti d’accordo che c’è un altro titolo adesso che è decisamente appropriato per il film.

IE così: The Hobbit The Battle of the Five Armies sia.

Come lo intendeva il professor Tolkien, There and Back Again (che potremmo tradurre letteralmente “Andata e Ritorno”) ricopriva l’intera avventura di Bilbo, quindi non siate sorpresi se ritroverete questo titolo per un cofanetto che racchiuderà l’intera trilogia.

Prima di allora, abbiamo un film da finire, e molto da condividere con voi. E’ stato un periodo molto bello per noi – io e Jabez stiamo montando felicemente in una oscura caverna a Wellington – ma questi giorni felici stanno rapidamente volgendo al termine. Sarà presto il tempo di tornare alla luce. Aspettatevi di sentire e vedere di più su The Hobbit The Battle of the Five Armies nei mesi a venire.

E c’è anche una versione estesa de Lo Hobbit la Desolazione di Smaug, che siamo sul punto di finire, con più di 25 minuti di nuove scene, tutte musicate con le composizioni originali di Howard Shore.

Sarà un anno divertente!”

Per chi non fosse ferrato in materia di letteratura tolkieniana, ricordiamo che La Battaglia dei Cinque Eserciti è il momento culminante dell’intera avventura de Lo Hobbit, nonchè una delle più grandi battaglie mai combattute nella Terra di Mezzo e che viene numerose volte nominata anche ne Il Signore degli Anelli. Per cui la scelta di un tale titolo non solo ha perfettamente senso, ma ci spiega anche quale sarà il fulcro della narrazione nel terzo e ultimo capitolo ella trilogia de Lo Hobbit.

The Hobbit The Battle of the Five Armies uscirà il 14 Dicembre 2014 in Italia ed è scritto da Fran Walsh, Peter Jackson, Philippa Boyens e Guillermo del Toro. Il cast del film comprende .

The Hobbit in 3D?

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Sul forum del sito TheOneRing.net, del Toro ha mantenuto la promessa di tenere i fan aggiornati sulla questione, scrivendo che, proprio in virtù degli straordinari risultati del film di Cameron, la produzione ha iniziato a chiedere a lui e a Peter Jackson se anche i loro due film tratti dal romanzo di Tolkien possano essere girati in 3D.

The Hobbit : sembra che si intraveda l’inizio delle riprese

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thehobbit

Finalmente il rebus dietro al blocco si sta sciogliendo, mancano pochissimi giorni al via libera definitivo alle riprese dello Hobbit. Il Los Angeles Times rivela molti dettagli e rassicura: Peter Jackson è vicinissimo a ottenere l’OK di MGM e New Line…

 

The Hitcher: trama, cast e curiosità sul film con Sean Bean

The Hitcher: trama, cast e curiosità sul film con Sean Bean

Dare un passaggio agli autostoppisti era un tempo una pratica molto comune, a cui si è affidata una generazione intera di viaggiatori. Oggi il mondo è però un posto meno sicuro e anche tale consuetudine è andata via via scemando. A tranquillizzare a riguardo non ci pensa di certo un film come The Hitcher, scritto da Jake Wall ed Eric Bernt e diretto nel 2007 da Dave Meyers, principalmente noto come regista di videoclip musicali. Con questo suo lungometraggio di genere thriller, però, si è cimentato nel dar forma alla paura che l’ignoto può rappresentare, specialmente nel momento in cui si presenta sotto forma di serial killer.

Il film è il remake di The Hitcher – La lunga strada della paura, diretto nel 1986 da Robert Harmon e con l’attore Roger Hauer, noto prevalentemente per il film Blade Runner, nei panni del protagonista. Da sempre fan di questa pellicola, il regista Michael Bay si offrì di produrla con la sua casa di produzione Platinum Dunes. Prese così vita un rifacimento del celebre thriller, aggiornato ovviamente ad un contesto moderno, che punta a minare le certezze degli spettatori presentando una vicenda più complessa e spaventosa di quello che si potrebbe immaginare.

Girato con un budget di 10 milioni di dollari, The Hitcher è arrivato a guadagnarne quasi il triplo, affermandosi come un buon successo anche grazie al suo cast di noti interpreti. Per gli amanti del genere, un titolo da non perdere assolutamente. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Hitcher: la trama del film

La vicenda ha per protagonista gli studenti Jim e Grace, in viaggio per le vacanze di primavera su una vecchia auto nel mezzo del deserto del Nuovo Messico. Improvvisamente, durante la notte, comincia un forte temporale e, senza accorgersene, i due fidanzati rischiano di investire un uomo fermo lungo la strada vicino la sua macchina in panne. Restii a fidarsi, decidono di proseguire, fermandosi solo più avanti in un’area di sosta, dove per caso lo rincontrano. I due si convincono a quel punto ad offrire all’uomo un passaggio fino al motel più vicino. Durante il viaggio, però, vedranno la situazione trasformarsi in un vero e proprio incubo.

Lo sconosciuto, che dice di chiamarsi John Ryder, si rivela anche essere in realtà uno psicopatico omicida. Quando minaccia di uccidere Jim, la coppia riesce fortunatamente a liberarsene, perdendo però nella colluttazione il cellulare. Nel tentativo di allontanarsi quanto più possibile dall’uomo, Jim e Grace finiscono per schiantarsi con l’auto. A piedi, soli e senza telefono, i due fidanzati camminano in cerca di aiuto, ma quello che trovano lungo la strada è a dir poco spaventoso. Per sopravvivere, dovranno fare i conti con una forza del male pronta a tutto pur di uccidere chi gli si pone contro.

The Hitcher cast

The Hitcher: il cast del film

Ad interpretare il ruolo del minaccioso autostoppista Jack Ryder si ritrova l’attore Sean Bean. Noto per Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello e Il Trono di Spade, egli si è dichiarato un fan dell’originale, accettando da subito la proposta di recitare nel remake di questo. Al fine di risultare più misterioso e minaccioso per i due interpreti di Grace e Jim, egli decise di avere pochissimi contatti con loro, stimolando una paura più reale. All’interprete originale di Ryder, Roger Hauer, fu proposto di comparire nel film con un cameo, ma egli si rifiutò citando divergenze artistiche.

Nei panni di Jim vi è l’attore Zachary Knighton, noto in particolare per le serie FlashForward e Happy Endings. Il ruolo di Grace Andrew è invece stato inizialmente offerto all’attrice Jessica Biel, la quale ha però rifiutato per motivi non noti. Anche la cantante Britney Spears è stata considerata per il ruolo, che è però infine stato interpretato da Sophia Bush, nota per le serie One Tree Hill e Chicago P.D. Nel film è poi presente l’attore Neal McDonough nei panni del tenente Esteridge, Skip O’Brien in quelli dello sceriffo Harlan Bremmer Sr. e Danny Bolero come l’ufficiale Edwards.

The Hitcher: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Hitcher è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 14 maggio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

The History of Sound: recensione del film con Paul Mescal

The History of Sound: recensione del film con Paul Mescal

Nello spiegare a due bambini incontrati nel loro peregrinare tra i boschi cosa sia effettivamente il suono, Lionel, protagonista del film di Oliver Hermanus, lo descrive come qualcosa di invisibile ma che può avere una presenza fisica: purtroppo The History of Sound, l’ultima pellicola del regista di Living, presentata in Concorso a Cannes 78, non riesce però a vivere di questa sensuale sinestesia di una fisicità emotiva, che dovrebbe attraversare una storia d’amore, quindi di corpi, con la voce e la musica, qualcosa di impalpabile e che parla alle sfere più profonde della nostra psiche.

La storia del suono negli Stati Uniti di inizio Novecento

Tratto da un racconto breve di Ben Shattuck (anche autore della sceneggiatura), il film intreccia il racconto della relazione tra due giovani uomini al grande viaggio della musica folk americana. Lionel, un ragazzo del Kentucky cresciuto tra le canzoni popolari che suo padre cantava sul portico di casa, nel 1917 lascia la fattoria per iscriversi al Conservatorio di Boston. Qui conosce David, brillante studente di composizione. Ma la guerra incombe, e David parte per il fronte. I due si ritrovano qualche anno più tardi, nel 1920, per intraprendere insieme un viaggio attraverso i boschi e le isole del Maine, con l’intento di registrare e preservare le canzoni tradizionali tramandate oralmente, destinate altrimenti a scomparire.

La narrazione si estende su un arco temporale che va dal 1917 agli anni ’80, attraversando non solo gli Stati Uniti – dal New England all’America rurale – ma anche l’Europa: Oxford, l’Italia, il Lake District inglese. Un itinerario vasto e ambizioso, quasi da road movie storico, che tuttavia si rivela privo di vera densità narrativa. Il film si segue senza difficoltà, anzi con una certa scorrevolezza pensata per un pubblico ampio. Ma proprio questa facilità è parte del problema: la leggerezza non diventa mai profondità, il coinvolgimento emotivo è costantemente tenuto a distanza.

Una love story che non vibra mai

The History of Sound poggia su un vagabondaggio tra spazi e periodi temporali diversi sostenuti da un fastidioso voice-over che deve spiegare tutto quello che (non) accade in scena. Un meccanismo che cozza con la base formale del film: la narrazione e la direzione sono piuttosto chiari – è un film che si segue senza grossi intoppi e particolarmente adatto al grande pubblico – e che finisce per creare esattamente quello che vorrebbe scongiurare: distacco nello spettatore.

Così, una storia che dovrebbe fare dell’emotività la sua forza trainante si stanzia su binari austeri e fin troppo altisonanti: sembra paradossale da ammettere, ma non c’è romanticismo né attrazione tra due attori che altrove, probabilmente, l’avrebbero sprigionata molto meglio (le prove di Paul Mescal in Estranei e di Josh O’Connor in La terra di dio e Challengers parlano da sole).

Paul Mescal in The History of Sound
Paul Mescal in The History of Sound. Foto di MUBI – © MUBI

Due grandi interpreti sprecati per una narrazione faticosa

Mi sento sempre come se fossi alla fine di qualcosa”: Lionel è un personaggio irrisolto e inquieto, biglietto da visita perfettamente coerente con la tipologia di personaggi che Mescal è solito interpretare. Il problema è che manca l’espressione di questo scontro interno che lui sente, non c’è mai un momento di rilascio e, soprattutto, l’esplorazione di questo sentimento tramite la musica, come si potrebbe pensare all’inizio.

Il tutto esplode in un finale estremamente didascalico e verboso, che priva ulteriormente la storia del suo potenziale evocativo. Qualcosa di sinceramente inaspettato, dato che Hermanus sceglie come protagonisti due attori che avrebbero potuto far capire tutto senza dire niente. History of Sound rimane, purtroppo, una love story in cui manca totalmente il linguaggio dei corpi, in cui la ricerca del suono dovrebbe essere centrale ma non è mai affrontata in relazione al rapporto tra i personaggi.

The Hill: la storia vera di Hill & Rickey Hill

The Hill: la storia vera di Hill & Rickey Hill

The Hill è un dramma sportivo emozionante che ha un impatto ancora maggiore considerando che la straordinaria storia di Rickey Hill è basata su fatti reali. Il film vede Colin Ford nei panni di Rickey Hill, un giovane affetto da una malattia degenerativa alla colonna vertebrale che cerca di realizzare il suo sogno di diventare un giocatore di baseball. È il tipo di storia poco conosciuta di un eroe dello sport che può raggiungere un pubblico più ampio. Grazie a The Hill, che porta sullo schermo la straordinaria storia di Rickey Hill, altri possono trovare ispirazione nel suo percorso fatto di determinazione e perseveranza.

Oltre a Ford nel ruolo del protagonista, il cast di The Hill include attori come Dennis Quaid e Scott Glenn, che danno vita ad alcuni dei personaggi reali della storia di Hill. Il film bilancia l’emozione di vedere la carriera nel baseball di Rickey Hill diventare realtà con le profonde difficoltà legate ai suoi problemi di salute. Alla fine, è una storia avvincente e edificante di un perdente, ma la vera storia di Rickey Hill è ancora più affascinante di quella che si vede nel film.

The Hill è disponibile in streaming su Netflix.

Rickey Hill è nato con una malattia degenerativa della colonna vertebrale

Hill ha anche vissuto un’infanzia povera

Oltre ad essere un film sul baseball, The Hill è anche la storia della malattia degenerativa alla colonna vertebrale di Rickey Hill, nato con un disco vertebrale mancante. Dalla nascita fino all’età di 4 anni, Hill ha subito innumerevoli interventi chirurgici per poter camminare. All’età di 5 anni, Hill ha iniziato a indossare tutori per le gambe che gli permettevano di camminare, anche se non in modo del tutto normale. Questo ha portato Hill ad affrontare il bullismo e il giudizio dei suoi coetanei.

Sfortunatamente, al momento della diagnosi di Rickey Hill, alla fine degli anni ’50, non si poteva fare molto per lui, quindi continuò a indossare i tutori per le gambe e crebbe giocando come qualsiasi altro bambino. Secondo Hill, la sua infanzia fu difficile e povera, anche al di là dei suoi problemi di salute. Hill crebbe nella zona di Fort Worth, in Texas, figlio di un povero predicatore battista.

Hill raccontò a The Athletic che la sua famiglia faceva tanta fatica che a volte mangiava “cibo per cani in scatola”. Nonostante queste difficoltà, Hill fece tutto il possibile per vivere come un bambino normale. Secondo un’intervista rilasciata a Risen Magazine, Hill passava tutto il giorno a colpire sassi, esercitandosi nel suo caratteristico swing da baseball. Alla fine, questo fu l’inizio del suo viaggio nel baseball professionistico.

Rickey Hill era un giocatore di baseball della Minor League

Hill ha realizzato il suo sogno nonostante una carriera breve

Rickey Hill non giocava con le protesi alle gambe, ma ha trascorso tutta la sua carriera nella lega minore senza protesi.

Sebbene Rickey Hill abbia dovuto affrontare ostacoli come la sua malattia degenerativa alla colonna vertebrale, la povertà della sua famiglia e i dubbi di chi lo circondava, alla fine ha avuto successo ed è diventato un giocatore di baseball della lega minore. La prima squadra per cui Hill ha giocato a baseball professionistico è stata la Montreal Expos, con cui ha firmato nel 1975, all’età di 19 anni, e ha giocato un totale di quattro stagioni nella lega minore. Secondo Hill, dall’età di 12 anni fino alla fine della sua carriera, intorno ai 22 anni, faceva 500 battute al giorno.

Sorprendentemente, Rickey Hill non giocava con le tutori alle gambe, ma ha trascorso tutta la sua carriera nella lega minore senza tutori. Nel corso di 201 partite, Hill ha ottenuto una media di battuta di .298 con 26 fuoricampo e 116 RBI. Hill ha giocato per i Lethbridge Expos, i Rio Grande Valley White Wings, i Texas City Stars e i Grays Harbor Loggers. Inoltre, Hill era noto per il suo swing unico.

Colin Ford, che interpreta Rickey Hill in The Hill, ha frequentato un campo di addestramento per quattro mesi al fine di perfezionare tale swing e migliorare le proprie abilità nel baseball. Sebbene Hill abbia giocato a baseball professionistico solo per circa tre anni, il suo impatto è stato comunque molto sentito grazie alla sua incredibile storia.

Il disturbo alla colonna vertebrale di Rickey Hill ha interrotto la sua carriera nel baseball

Rickey Hill si è ritirato dal baseball professionistico all’età di 22 anni

Nonostante Rickey Hill abbia superato il disturbo alla colonna vertebrale per diventare un giocatore di baseball della lega minore, alla fine la sua condizione ha avuto la meglio. Il fatto che Hill abbia smesso di giocare è una testimonianza di quanto fosse grave il suo stato di salute all’epoca perché, secondo Hill,

“Non esiste la parola rinunciare, non l’ho mai sentita.”

Nonostante ciò, sembra che Hill soffrisse di dolori costanti anche mentre giocava a baseball. Durante la stagione di baseball del 1978, Hill giocava per i Grays Harbor Loggers, quando il suo corpo alla fine cedette allo stress del baseball.

Come si realizzò il sogno di Rickey Hill di giocare a baseball

The Hill Dennis Quaid

La breve carriera di Hill mise in luce il talento che molti dubitavano avesse

Alla fine, il sogno di Rickey Hill di diventare un giocatore di baseball professionista si realizzò, anche se fu di breve durata. Hill passò dall’essere un bambino estremamente povero nel Texas centrale, che i medici pensavano non avrebbe mai camminato normalmente in vita sua, a calcare il campo da baseball professionistico per quattro stagioni intere. Inoltre, Hill non era solo un membro mediocre della squadra di baseball. Si distingueva in ogni squadra in cui giocava per il suo talento puro e la sua propensione a realizzare fuoricampo. Alla fine, Rickey Hill è diventato un outsider ispiratore della storia dello sport.

Il successo di Hill è impressionante per via delle sue condizioni di salute, ma più ancora è fonte di ispirazione perché ha dimostrato che i suoi coetanei si sbagliavano. Hill aveva molti detrattori che credevano che il suo sogno fosse impossibile, tra cui i bulli della scuola e i professionisti del baseball. Anche suo padre, interpretato da Denis Quaid in The Hill, pensava che Hill non sarebbe mai diventato un giocatore di baseball professionista e lo spingeva invece a diventare un predicatore. Pertanto, il raggiungimento dell’obiettivo da parte di Hill è ancora più soddisfacente perché ha smentito ogni dubbio, specialmente quelli di suo padre.

Cosa è successo a Rickey Hill dopo il baseball

The Hill

Un film sulla vita di Hill è in lavorazione da decenni

Dopo il ritiro dal baseball, Rickey Hill si è dedicato a raccontare la sua storia. Il fratello di Hill ha documentato il percorso di Rickey e da lì molti narratori e registi hanno cercato di raccontare la sua storia. Tuttavia, Rickey e suo fratello erano molto esigenti riguardo a chi affidare la storia e, dopo molte ricerche, hanno finalmente scelto Jeff Celentano, il regista di The Hill.

Per quasi 20 anni, gli Hill hanno lavorato con Celentano per rappresentare alla perfezione il trionfo di Rickey. Nel 2023, la storia è finalmente arrivata sul grande schermo, con The Hill che è diventato recentemente un successo in streaming, e tutto il duro lavoro di Rickey Hill sarà finalmente apprezzato.

The Help: recensione del film con Jessica Chastain

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The Help: recensione del film con Jessica Chastain

Arriva anche in Italia il prossimo 20 gennaio The Help, la sorpresa del box office americano che racconta una vicenda toccante e divertente allo stesso tempo, una storia di donne che combattono con coraggio e contro i dettami sociali, per riuscire ad ottenere una dignità che solo la Storia ha restituito loro.

The Help, la trama: Eugenia Phelan, per gli amici Skeeter, si è appena diplomata all’Università del Mississippi e il suo sogno è diventare una scrittrice, mettendo da parte quello che negli anni ’60 nella cittadina di Jackson era considerato il principale interesse di una giovane donna: sposarsi e avere bambini. Con grande disappunto della madre e delle amiche, Skeeter trova lavoro in un giornale locale e comincia a scrivere per la rubrica di consigli domestici, ma quale modo migliore di dispensare suggerimenti sulla pulizia di casa se non chiedendo aiuto proprio ad una domestica?

La ragazza si rivolge ad Aibileen, cameriera della sua migliore amica, e così involontariamente viene messa a parte di un mondo, totalmente sconosciuto per lei, in cui una donna di colore è costretta a stare lontana dai propri figli, allevando quelli dei bianchi, che una volta cresciuti diverranno i suoi padroni. Nasce così l’esigenza, grazie anche al sostegno di un editore newyorkese, di scrivere queste storie e raccontarle in un libro scandalo che metterà a nudo una ricchissima umanità sommersa, quella delle cameriere ‘negre’ del sud degli Stati Uniti negli anni ’60, in piena campagna contro l’integrazione razziale.

The Help, il film

The Help film recensioneBasato sull’omonimo romanzo di Kathryn Stockett, e scritto e diretto da Tate Taylor, The Help è un vero e proprio gioiello. Il film si presenta in maniera invitante catapultandoci immediatamente nel racconto, catturando lo spettatore con una scelta fotografica e luministica che ricalcano perfettamente la mitizzazione degli anni ’60 secondo la medio alta borghesia americana di provincia, con villette curate, signore inamidate e abiti colorati e sgargianti indossati da giovani donna inesperte di vita ma desiderose di apparire perfette e impeccabili. Tutto questo carnevale di colori stride di fronte alla drammaticità delle singole vite di ogni donna che si racconta: sofferenza, umiliazione e mortificazioni costellano le loro vite sin da quando sono nate. Ma non tutte le storie sono tristi, c’è la cameriera che ricorda con affetto i bambini che ha cresciuto, e un’altra ancora che rievoca la gentilezza del proprio padrone.

The Help è caratterizzato da questo grande equilibrio tra comicità e dramma, provocando risate di gusto e costruendo momenti di grande commozione, senza mai scadere nel patetismo. Il sentimento di indignazione che pervade Skeeter, una straordinaria come sempre Emma Stone, coinvolge anche lo spettatore e aiuta, una volta usciti dalla sala, ad interrogarsi su ciò che è stato, e che purtroppo fa parte della Storia di tutto l’Occidente, non solo degli Stati Uniti.

Punta di diamante è però uno spettacolare cast, tutto al femminile, capitanato da Viola Davis, Bryce Dallas Howard, la già nominata Stone ed una Jessica Chastain sopra le righe. Chi la ricorda eterea e perfetta in The Tree of Life, resetti quell’immagine, qui Jessica è formosa, vivace, sensuale e stupida allo stesso tempo, ma con un grande cuore e soprattutto una grande forza d’animo. Ma non solo la bellissima Chastain qui conferma il suo talento, perché la bella Bryce Dallas Howard offre in The Help quella che forse è la sua migliore interpretazione nei panni della dispotica perfezionista razzista di quartiere. Ma attenzione a Viola Davis, già premiata come miglior attrice ai Critics’ Choice Movie Awards, che nei panni di Aibileen tratteggia un fantastico ritratto di una donna vessata dalla vita ma che cammina a testa alta e trova il coraggio di reagire e di raccontare la sua storia.

The Help è un film toccante, divertente ed emozionante, che con grande equilibrio e dignità racconta di un periodo oscuro della storia dell’uomo, un periodo che è apparentemente finito grazie alla forza dei pochi che si sono opposti ai molti.

The Help: libro, trama e cast del film con Viola Davis

The Help: libro, trama e cast del film con Viola Davis

Uno dei racconti più importanti, dolorosi e sempre attuali che gli Stati Uniti propongono è quello dei movimenti per i diritti civili della comunità di afroamericani. Questi hanno avuto negli anni Sessanta il loro apice, sotto la guida di Martin Luther King. In numerose occasioni, nei decenni successivi il cinema ha rielaborato quelle vicende, riflettendovi su in film come Selma – La strada per la libertà e Malcolm X. Un’altra brillante opera che assume questo punto di vista è il film del 2011 The Help (qui la recensione), diretto da Tate Taylor, regista anche dei film La ragazza del treno e Get on Up – La storia di James Brown.

Quello di The Help, sceneggiato dallo stesso Taylor, è un film che adatta per il grande schermo l’omonimo romanzo del 2009 di Kathryn Stockett. Questo era divenuto un best seller al momento della sua uscita, presentando molteplici punti di vista che permettessero di identificarsi con le problematiche di ogni personaggio presente. Dato il grande successo del libro, questo venne rapidamente opzionato e concretizzato in lungometraggio, affermatosi poi come un grande successo. A fronte di un budget di 25 milioni di dollari, The Help è infatti arrivato ad incassarne oltre 200 in tutto il mondo.

Il film è poi stato uno dei grandi protagonisti della stagione dei premi, arrivando a guadagnare anche quattro nomination al premio Oscar, tra cui quella per il miglior film. A distanza di dieci anni è ancora un brillante esempio di come il cinema ripercorra eventi tanto delicati quanto ancora oggi attuali. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Help: la trama del film

Protagonista del film è Eugenia Phelan, per gli amici Skeeter. La giovane ragazza si è appena diplomata all’Università del Mississippi e il suo sogno è diventare una scrittrice. Decide così di metteree da parte quello che negli anni ’60 era considerato il principale interesse di una giovane donna: sposarsi e avere bambini. Con grande disappunto della madre e delle amiche, Skeeter trova così lavoro in un giornale locale e comincia a scrivere per la rubrica di consigli domestici. Per poter essere più precisa nelle sue descrizioni, però, avverte il bisogno di confrontarsi con chi quel mestiere lo svolge per davvero.

La ragazza si rivolge ad Aibileen Clark, cameriera della sua migliore amica, e così involontariamente si trova ad entrare in contatto con un mondo a lei totalmente sconosciuto. In questo, una donna di colore è costretta a stare lontana dai propri figli, allevando quelli dei bianchi, che diverranno poi i suoi padroni. Nasce così l’esigenza, grazie anche al sostegno di un editore newyorkese, di scrivere queste storie e raccontarle in un libro scandalo. Attraverso questo, si metterà a nudo una ricchissima umanità sommersa, quella delle cameriere di colore del Sud degli Stati Uniti negli anni ’60, in piena campagna contro l’integrazione razziale.

The Help cast

The Help: il cast del film

Nel ruolo di Eugenia “Skeeter” Phelan vi è l’attrice Emma Stone, qui in uno dei suoi primi ruoli da protagonista dopo Easy Girl e Crazy, Stupid, Love. Per prepararsi al ruolo dell’aspirante giornalista, la Stone ha imparato a parlare con un accento del sud. Si è inoltre a lungo istruita circa il movimento per i diritti civili attraverso la letteratura e il cinema. Altra grande protagonista del film è Viola Davis, qui nei panni di Aibileen Clark. L’attrice, poi candidata all’Oscar per la sua interpretazione, si è profondamente ispirata a donne come sua madre e sua nonna, le quali hanno vissuto sulla loro pelle quegli anni complicati. In seguito, tuttavia, la Davis si è dichiarata piuttosto delusa dal film, che a suo dire manca di dare vera voce alle domestiche di colore.

Grande rivelazione del film è poi l’attrice Octavia Spencer, che per il suo ruolo della domestica Minny Jackson ha vinto l’Oscar come miglior attrice non protagonista. Per la Spencer si è trattato di uno dei primi ruoli di grande rilievo, dopo aver avuto ruoli secondari in film come Spider-Man, Essere John Malkovich e Sette anime. La candidata all’Oscar Jessica Chastain è invece Celia Foote, l’unico personaggio oltre a Skeeter privo di ideologie razziste. Per interpretare tale ruolo, l’attrice si è non solo tinta di biondo, ma ha anche acquisito diverso peso mangiando molto gelato di soia. Si ritrovano poi anche le attrici Bryce Dallas Howard nei panni della perfida Hilly Holbrook e la premio Oscar Allison Janney in quelli di Charlotte Phelan.

The Help: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Help è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno mercoledì 20 aprile alle ore 21:15 sul canale Rai 1.

https://www.youtube.com/watch?v=52UYjEs72tw

Fonte: IMDb

The Help Trailer italiano

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The Help Trailer italiano

Ambientata a Jackson, Mississippi, nei primi anni Sessanta, la storia esplora i temi del razzismo e del perbenismo di facciata delle famiglie del Sud, quando una aspirante scrittrice intervista una cameriera che racconta la verità sulle sue esperienze nelle case dei bianchi.

The Help – Trailer Italiano

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The Help – Trailer Italiano

The Help è una storia drammatica, ambientata a Jackson, nel Mississippi dei primi anni Sessanta ed esplora i temi del razzismo e del perbenismo di facciata delle famiglie del Sud. The Help dal 20 gennaio 2012 al cinema. Nel cast , , , , , , , , , , , , , , ,

 

The Help – Intervista al regista Tate Taylor e dell’autrice Kathryn Stockett

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Arriva l’intervista dal set di Tate Taylor e Kathryn Stockett, rispettivamente regista e autrice del romanzo di The Help. The Help è una storia drammatica, ambientata a Jackson, nel Mississippi dei primi anni Sessanta ed esplora i temi del razzismo e del perbenismo di facciata delle famiglie del Sud. In questo video l’autrice ed il regista parlano di come sono nati il romanzo ed il film The Help. Dal 20 gennaio 2012 al cinema. Grande cast: Emma Stone, Viola Davis, Octavia Spencer, Jessica Chastain, Bryce Dallas Howard.

The Help – Intervista a Kathryn Stockett

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Kathryn Stockett, l’autrice dell’omonimo best seller da cui è tratto il film The Help racconta come è nato il suo romanzo.

The Help – Intervista a Bryce Dallas Howard

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Bryce Dallas Howard ci parla di Hilly Holbrook, il personaggio che interpreta in The Help. The Help è una storia drammatica, ambientata a Jackson, nel Mississippi dei primi anni Sessanta ed esplora i temi del razzismo e del perbenismo di facciata delle famiglie del Sud. In questo video l’autrice ed il regista parlano di come sono nati il romanzo ed il film The Help. The Help dal 20 gennaio 2012 al cinema.

Ecco la nostra recensione di The Help

The Hedge Knight: rivelato il numero di stagioni dello spin-off de Il Trono di Spade

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In una recente intervista con Deadline, il capo del dramma di HBO Francesca Orsi ha condiviso un nuovo dettaglio sull’imminente prequel di Il trono di spade (Game of Thrones) A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight. Orsi ha confermato che stanno attualmente elaborando un piano di tre stagioni per lo spin-off che sarebbe basato sulle altre novelle de Il Trono di Spade dell’autore George RR Martin.

Orsi ha delineato il potenziale numero di stagioni della serie: “Idealmente di anno in anno e creando una serie di tre stagioni, che traccia le tre novelle che George ha scritto. Certo, vorremmo di più oltre a questo, e George sta continuando a pensare alle rimanenti novelle che vuole ancora scrivere, ma a questo punto, abbiamo gli occhi puntati su tre stagioni che mapperebbero ogni libro, ogni novella. Pur condividendo il suo pieno sostegno allo sciopero WGA in corso, Martin ha recentemente confermato che la pre-produzione della serie The Hedge Knight è stata temporaneamente interrotta fino a quando lo sciopero non raggiungerà una giusta conclusione.

Cosa aspettarsi nella serie The Hedge Knight?

A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight è basato sulla novella di George RR Martin Dunk and Egg. Il racconto è incentrato su Ser Duncan the Tall (Dunk) e Aegon V Targaryen (Egg), ambientato cento anni prima degli eventi della serie principale. La serie dovrebbe durare sei episodi.

Un secolo prima degli eventi de Il Trono di Spade, due improbabili eroi vagavano per Westeros… un giovane, ingenuo ma coraggioso cavaliere, Ser Duncan l’Alto, e il suo minuscolo scudiero, Egg“, recita la trama della serie. “Ambientato in un’epoca in cui la stirpe dei Targaryen detiene ancora il Trono di Spade e il ricordo dell’ultimo drago non è ancora passato dalla memoria vivente, grandi destini, potenti nemici e imprese pericolose attendono questi amici improbabili e incomparabili.

Il prequel sarà scritto e prodotto esecutivamente da Martin e Ira Parker. Ulteriori produttori esecutivi sono Ryan Condal e Vince Gerardis. Altri potenziali spin-off di Game of Thrones sono in lavorazione alla HBO, tra cui una serie incentrata su Jon Snow con il ritorno di Kit Harington.

The Hedge Knight: il prequel di Game of Thrones trova i suoi protagonisti Dunk & Egg

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Il cast di A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight per il prossimo spin-off di Il trono di spade (Game of Thrones) comincia a prendere forma: sono stati infatti scelti gli attori per i due personaggi principali della storia.

Variety ha riportato che la coppia di personaggi principali della serie A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight – Ser Duncan l’Alto e il suo scudiero Egg – è stata ufficialmente scritturata. L’agenzia ha rivelato che Peter Claffey interpreterà Ser Duncan, mentre Dexter Sol Ansell vestirà i panni di Egg.

Claffey ha recitato nella serie televisiva Wreck ed è apparso negli show Harry Wild e Bad Sisters. Ansell, invece, è apparso in serie come Emmerdale e The Midwich Cuckoos, oltre che nel film prequel di Hunger Games dello scorso anno, The Hunger Games: The Ballad of Songbirds & Snakes.

A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight è basato sulla novella Dunk and Egg di Martin. Il breve racconto è incentrato su Ser Duncan l’Alto (Dunk) e Aegon V Targaryen (Egg), ambientato cento anni prima degli eventi della serie principale. La serie dovrebbe avere una durata di sei episodi.

Cosa aspettarsi nella serie The Hedge Knight?

A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight è basato sulla novella di George RR Martin Dunk and Egg. Il racconto è incentrato su Ser Duncan the Tall (Dunk) e Aegon V Targaryen (Egg), ambientato cento anni prima degli eventi della serie principale. La serie dovrebbe durare sei episodi.

Un secolo prima degli eventi de Il Trono di Spade, due improbabili eroi vagavano per Westeros… un giovane, ingenuo ma coraggioso cavaliere, Ser Duncan l’Alto, e il suo minuscolo scudiero, Egg“, recita la trama della serie. “Ambientato in un’epoca in cui la stirpe dei Targaryen detiene ancora il Trono di Spade e il ricordo dell’ultimo drago non è ancora passato dalla memoria vivente, grandi destini, potenti nemici e imprese pericolose attendono questi amici improbabili e incomparabili.

Il prequel sarà scritto e prodotto esecutivamente da Martin e Ira Parker. Ulteriori produttori esecutivi sono Ryan Condal e Vince Gerardis. Altri potenziali spin-off di Game of Thrones sono in lavorazione alla HBO, tra cui una serie incentrata su Jon Snow con il ritorno di Kit Harington.

The Heat: il trailer del nuovo film di Paul Feig!

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The Heat: il trailer del nuovo film di Paul Feig!

è stato da poco diffuso il trailer di The Heat, nuova commedia scorretta diretta dal regista di Bridesmaids Paul Feig.

The Heart of the Sea: trailer finale italiano con Chris Hemsworth

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Ecco l’ultimo trailer in italiano di The Heart of the Sea, l’atteso nuovo film con protagonista Chris Hemsworth e diretto dal premio Oscar Ron Howard.

Con una sceneggiatura firmata da Charles Leavitt (“Blood Diamond- Diamanti di Sangue”), il film è tratto dal romanzo vincitore del National Book Award per la Saggistica “In the Heart of the Sea: The Tragedy of the Whaleship”.

Nell’inverno del 1820, la baleniera del New England viene attaccata da una creatura incredibile: una balena dalle dimensioni e la forza elefantiache, ed un senso quasi umano di vendetta. Il disastro marittimo, realmente accaduto, avrebbe ispirato Herman Melville a scrivere Moby Dick. Ma l’autore ha descritto solo una parte della storia. in-the-heart-of-the-sea-imageHEART OF THE SEA – LE ORIGINI DI MOBY DICK rivela le conseguenze di quella straziante aggressione, di come i superstiti dell’equipaggio della nave vengono spinti oltre i loro limiti e costretti a compiere l’impensabile per poter sopravvivere. Sfidando le intemperie, la fame, il panico e la disperazione, gli uomini mettono in discussione le loro convinzioni più radicate: dal valore della vita alla moralità delle loro spedizioni, mentre il capitano cerca di riprendere la rotta in mare aperto, ed il primo ufficiale tenta di sconfiggere il capodoglio.

Sul set con Ron Howard: Chris Hemsworth (“The Avengers”; “Rush”), Benjamin Walker (“La Leggenda del Cacciatore di Vampiri”), Cillian Murphy (Il Cavaliere Oscuro: Il Ritorno), Ben Whishaw (“Skyfall”), Tom Holland (“The Impossible”), Brendan Gleeson (Edge of Tomorrow- Senza Domani) e Jordi Mollà (“Riddick”).

The Head: la recensione della serie Amazon Prime

The Head: la recensione della serie Amazon Prime

Grazie al buon successo di serie thriller come The Terror, la piattaforma Amazon Prime Video sembra sempre più intenzionata a puntare su narrazioni in grado di suscitare forti emozioni nello spettatore. Con The Head, in arrivo nel catalogo a partire dal 5 agosto, un nuovo significativo tassello di tale strategia viene messo al suo posto. La serie, ideata da Álex e David Pastor, e diretta da Jorge Dorado, vanta una produzione internazionale, che riunisce tecnici e attori da ogni parte del mondo, compreso Álvaro Morte, celebre come Professore de La casa di carta. Tra gli altri membri del cast è bene citare l’attore John Lynch, già visto anche nella citata The Terror.

La trama delle prima, e autoconclusiva, stagione ruota intorno ad un gruppo di ricercatori, i quali si trovano a dover trascorrere in isolamento un periodo di sei mesi nella loro base operativa al Polo Sud, dove conducono ricerche sui cambiamenti climatici. Tale periodo, sfortunatamente per loro, coincide con il momento dell’anno in cui la luce del sole viene a mancare totalmente. Vivendo in una notte perpetua, il gruppo scoprirà a loro spese che tra di loro vi è un assassino. Quando al termine dei sei mesi il capitano della spedizione Johan Berg si ripresenterà alla base, si troverà dinanzi a qualcosa di macabro. Per lui, scoprire cosa è accaduto sarà l’unico modo per avere salva la vita.

The Head: da La cosa ad Assassinio sull’Orient Express

Con una trama come questa, è impossibile non pensare al celebre film horror La cosa, di John Carpenter e con Kurt Russell protagonista. E infatti la pellicola del 1982 viene esplicitamente citata, apparendo come il film che da tradizione il gruppo riguarda insieme al momento dell’inizio del loro isolamento. Se da una parte tale accostamento d’intenti può essere particolarmente rischioso, essendo il film di Carpenter un gioiello insuperato, la serie cerca da subito di scostarsi da invadenti somiglianze intraprendendo una strada che aspira a fondere l’orrore con la pura investigazione da genere giallo. La base operativa in cui il gruppo si ritrova prigioniero appare così non essere poi tanto diversa dall’Orient Express bloccato in mezzo ai ghiacci, mentre al suo interno si tenta di risolvere un terribile omicidio.

Tale percorso permette alla serie di potersi spostare ora più sull’uno ora più sull’altro dei due generi. Si costruisce così un racconto che se anche non appare particolarmente originale, tenta di catturare l’attenzione dello spettatore. E vi riesce. Già nei primi due episodi di The Head visti in anteprima (su un totale di sei), vengono infatti seminati una serie di indizi che permettono a chi guarda di iniziare a costruirsi una propria idea su quanto avvenuto, salvo poi ritrovarsi smentiti dalle nuove scoperte. Si respira dunque un’aria di imprevedibilità, che se retta a dovere sino alla fine può davvero conferire valore al tutto. A quel punto occorrerà soltanto stabilire se il modo in cui viene risolta la vicenda reggerà le aspettative generate.

Stando a quanto fin qui potuto vedere, gli autori di The Head hanno dimostrato di poter raccogliere a piene mani dai titoli citati e dai loro generi di appartenenza, rielaborando con gusto il tutto. La scelta di costruire la narrazione su due piani temporali diversi, poi, aiuta a ingrandire il velo di mistero. Si permette infatti allo spettatore di vedere il prima e il dopo, e grazie al racconto tramite flashback si procede a ritroso alla ricerca della verità. Tale struttura promette così da un lato di spezzare la monotonia di un’unica linea narrativa, e dall’altro di diluire il mistero per un più prolungato piacere.

The Head recensione

The Head: la recensione

Date le premesse cinematografiche e letterarie a cui la serie fa esplicito riferimento, il regista dei sei episodi gioca naturalmente per sfruttare al massimo l’ambiente datogli. L’esterno è un luogo buio e ostile, l’interno è invece claustrofobico ed incredibilmente labirintico. Ciò consente a Dorado di esaltare il mistero grazie all’imprevedibilità e alla conseguente minacciosità degli spazi. Grazie a i suoi virtuosi movimenti di macchina, che segue i protagonisti nelle loro insicurezze, si può infatti continuamente avvertire la possibilità del pericolo dietro l’angolo. La tensione che si costruisce appare dunque solida e funzionale al racconto.

Essendo lo spettatore già a conoscenza del destino di alcuni dei personaggi, resta da scoprire il come questo sia avvenuto. Perciò, la regia ha il compito di non anticipare il momento in cui questo avviene, lasciando che si costruisca inquadratura dopo inquadratura, sospetto dopo sospetto. Nei primi due episodi ciò avviene. The Head sembra dunque avere le carte in regola per raccontare una storia debitrice di grandi classici, promettendo però interessanti variazioni e novità. Come in ogni giallo che si rispetti, occorrerà però attendere lo svelamento del mistero per poterla giudicare riuscita o meno.

 

The Haunting: il film cult di Robert Wise

The Haunting: il film cult di Robert Wise

The Haunting (Gli Invasati) è il film cult del 1963 di Robert Wise con protagonisti Julie Harris, Claire Bloom, Richard Johnson e Russ Tamblyn.

Anno: 1963

Sinossi

Diretto da: Robert Wise

Con: Julie Harris,Claire Bloom,Richard Johnson,Russ Tamblyn. In una villa disabitata da tempo si verificano inspiegabili fenomeni paranormali. La gente del luogo è terrorizzata e così viene reclutato un esperto della cosa: il dottor Markway. Per studiare meglio i fenomeni, costui si installa nell’abitazione in compagnia di tre donne, due delle quali sono medium. Dal romanzo The Haunting of Hill House di Shirley Jackson.

The Haunting (Gli Invasati)

In una ideale classifica dei film di fantasmi – o, più in generale, del cinema di paura – The Haunting Gli invasati, per ogni cinefilo che si rispetti figurerebbe sicuramente ai primi posti, se non sul podio,  certamente nei primi dieci. Il film parte dal presupposto di iniziare un filone che successivamente negli anni 60 in poi dominerà parecchio il genere dell’orrore: La casa organica. Una narrazione in cui la casa che dovrebbe essere qualcosa di caldo e accogliente, assume una vitalità proprio diventando qualcosa di cui aver paura e da cui difendersi. Sotto questo profilo i suoi spazi e le sue dimensioni vengo percepite dai personaggi che la abitano come dei veri e proprio sistemi organici indipendenti, che si muovono e respirano, e talvolta emanano addirittura calore o gelo.

Partendo da questo input, pur senza trascurare la dimensione visiva (corridoi, porte, scale), R. Wise, abilmente, come in pochi sanno fare,  punta sulla colonna sonora, su voci e rumori attraverso i quali la casa maledetta s’impossessa dei suoi visitatori e spaventa gli spettatori. Giocato sull’omissione, il dubbio, l’incertezza, il film rimane ambivalente, sul doppio binario dell’obiettività e della soggettività (soprattutto di Eleanor/Harris), senza decidere mai se gli avvenimenti straordinari, o paranormali, vissuti dai personaggi sono il risultato di un’azione dell’ambientare o il frutto della sensibilità ipereccitata di qualcuno di loro.

Fotografia di David Boulton, musiche di Humphrey Searle con ricorso a effetti elettronici e a scale musicali incise a rovescio, diventano qualcosa di veramente straordinario per gli scenari orrorifici che fanno di questa opere davvero un capostipite del genere, confermando Robert Wise come un regista che magistralmente amalgama suoni, storia, scenografia, emozioni, sentimenti, scandali (particolare riferimento al rapporto fra la protagonista Eleonor e Theo che talvolta diventa quasi un connubio amoroso) portandolo fra i miti del genere, sottolineandone la capacità di sbalzare da un genere a l’altro, mantenendo sempre la stessa brillantezza e lo stesso talento.

Ricordiamo per chi non lo sapesse che Robert Wise è autore dei famosi: The Day the Earth stood Still (Ultimatum alla Terra), The Sound of Music (Tutti insieme appassionatamente), Something for the Birds (Lassù qualcuno mi ama), Star Trek. Vincitore di quattro premi oscar.

Titolo originale   The Haunting
Regista   Robert Wise
Produzione   Argyle Enterprises
Scritto da   Shirley Jackson
Nelson Gidding
Cast   Julie Harris – Eleanor ‘Nell’ Lance
Claire Bloom – Theodora ‘Theo
Richard Johnson – Dr. John Markway
Russ Tamblyn – Luke Sanderson
 
Musica   Humphrey Searle  
Distribuzione   Metro-Goldwyn-Mayer (MGM)  
Uscita USA   18 September 1963  
Uscita Italia   Warner Home video  
Durata   112 minuti  
Budget   1.500.000 $  
Incasso totale    

The Haunting of Hill House, recensione della nuova serie Netflix

The Haunting of Hill House, recensione della nuova serie Netflix

Nel 1959 la scrittrice Shirley Jackson pubblicò The Haunting of Hill House, un romanzo gotico che entrò immediatamente a far parte dei grandi classici della letteratura americana. Il Re del brivido, Stephen Kinglo ha più volte definito uno dei suoi libri preferiti, e non ha mai fatto mistero di averne tratto ispirazione per gran parte dei suoi scritti, dedicandovi anche un saggio (Danze Macabre, 1981).

I film basati esplicitamente sull’opera di Shirley Jackson sono due, il capolavoro Gli Invasati di Robert Wise (1963) e il più recente Haunting – Presenze di Jan De Bont (1999). Ma la filmografia che si ispira alle idee e alle atmosfere di The Haunting of Hill House è a dir poco sterminata, avendo stabilito una serie di elementi tipici delle storie sulle case infestate che sono tuttora delle regole inderogabili. Era solo questione di tempo, quindi, che ad un’opera del genere – capostipite della letteratura e del cinema horror – dedicassero un’intera serie tv, soprattutto ora che ci troviamo nella cosiddetto “Era Netflix”.

The Haunting of Hill House

Proprio dalla piattaforma di streaming americana è quindi stato partorito il progetto The Haunting of Hill House – La serie, che uscirà ufficialmente il 12 ottobre 2018 per un totale di dieci episodi. Il libro di Shirley Jackson si rivela però da subito solo una base, deviando per altre soluzioni e aprendo quindi la strada ad un’infinità di variazioni sul tema. Rimane l’elemento essenziale: Hill House, la magione che “si ergeva sola contro le sue colline, chiusa intorno al buio” (cit.), con il suo dedalo di stanze, i suoi corridoi di legno e l’evocativa scala a chiocciola in ferro battuto. E i suoi abitanti, più o meno vivi che siano.

La serie ci parla della famiglia Crane, composta dalla madre Olivia (Carla Gugino), dal padre Hugh Crane (Henry Thomas da giovane, Timothy Hutton da anziano) e dai cinque figli, che abitano Hill House intorno alla metà degli anni ‘80. Ma la storia si rivela da subito un alternarsi martellante di flashback e flashforwards, perché la trama si concentrerà sulle vite degli ormai adulti figli dei Crane.

The Haunting of Hill House

Ad ogni fratello o sorella è dedicata un’interna puntata, dove grazie ai salti repentini nel passato riusciamo ad avere un quadro completo dell’infanzia e della psicologia dei personaggi. Si parte ad esempio con Steven Crane (Michiel Huisman), il maggiore dei fratelli, colui che ha pensato bene di utilizzare la propria infanzia passata ad Hill House per scriverne un libro e guadagnare denaro e fama. 

A poco a poco veniamo a conoscenza delle caratteristiche singolari dei vari fratelli, da Shirley (Elizabeth Reaser) che di mestiere imbalsama le salme dei defunti, a Theodora (Kate Siegel) che svolge il difficile mestiere di psicologa infantile grazie alle proprie capacità empatiche, fino ai due gemelli Nell (Victoria Pedretti) e Luke (Olivier Jackson-Cohen), che rappresentano il punto più “debole” dell’intero nucleo familiare.

The Haunting of Hill House

Svelare qualcos’altro su The Haunting of Hill House sarebbe davvero un delitto, ma è inevitabile sottolinearne gli immensi debiti nei confronti di grandi classici della letteratura – come Giro di Vite di Henry James – e soprattutto dell’universo filmico, da The Others a The Conjuring passando per il “must” Amityville HorrorTuttavia, sebbene la confezione sia impeccabile (la ricostruzione di Hill House con le sue porte scricchiolanti e le statue “spione” è splendida e angosciante, come deve essere), nonostante la buona prova attoriale di alcuni membri del cast (su tutti la Shirley di Elizabeth Reaser), la storia fatica ad ingranare.

I flashback continui, troppo affastellati, confondono e destabilizzano l’attenzione di chi guarda e cerca di capire se l’azione si svolge nel presente, nel passato, nel passato di due mesi prima, o nell’immediato futuro (pur con l’aiuto di piccole didascalie esplicative). La serie gioca di continuo col concetto di spazio-tempo, che era poi alla base della concezione di Hill House stessa. Il lento scorrere della trama, che andrebbe anche a giovare nella creazione di un clima di suspense, si perde però nelle cose meno interessanti, dando l’impressione di stare allungando il brodo. 

Fortunatamente con l’avanzare degli episodi aumenta il senso di angoscia, e alcuni piccoli misteri vengono svelati con soluzioni non troppo scontate, presupponendo quindi che anche il finale sarà piuttosto imprevedibile. I cliché horror ci sono tutti, e nella sesta puntata vengono mostrati tutti, in una escalation che parte con il grande classico del temporale e dell’assenza di luce in casa. Per chi ama i romanzi e i film gotici, The Haunting of Hill House sarà sicuramente un’opera imprescindibile. Se ne apprezzeranno i riferimenti a King, da 1408 a Rose Red (la cui Casa stregata – in quanto a suspense – rimane però ineguagliabile, va detto).

The Haunting of Hill House

Il regista, Mike Flanagan pare essersi “votato” alla causa horror. Lo abbiamo visto dirigere Oculus – Il Riflesso del Male, Il Terrore del Silenzio  (dove recitava Kate Siegel, che qui interpreta Theo) e Ouija 2: L’Origine del Male (con Ezabeth Reaser e Lulu Wilson, che in The Haunting of Hill House interpretano Shirley, da giovane e da adulta). Ma soprattutto lo abbiamo apprezzato ne Il Gioco di Gerald, evidente sintomo dell’ammirazione del regista per Stephen King. Da questo ultimo film Flanagan si porta dietro diversi attori, sui quali ovviamente spicca Carla Gugino, la cui inquietante espressività nella Olivia Crane di The Haunting of Hill House è dosata e distribuita sapientemente in un crescendo continuo.

Non ci resta che aspettare il 12 ottobre per conoscere fino in fondo i misteri che si celano dietro le porte scricchiolanti di Hill House, confidando che la serie possa regalarci quel senso di angoscia tipico di ogni racconto gotico che si rispetti.

The Hateful Eight‬ Teaser Trailer del film di Quentin Tarantino

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La Weinstein Company  ha diffuso il primo teaser trailer di The Hateful Eight‬, il nuovo discusso film di Quentin Tarantino.

 

The Hateful Eight

I protagonisti della pellicola saranno: Samuel L. Jackson (Django Unchained), Kurt Russell (Escape From New York), Jennifer Jason Leigh (Mrs. Parker And The Vicious Circle), Walton Goggins (“Justified”), Demian Bichir (A Better Life), Tim Roth (Reservoir Dogs), Michael Madsen (Reservoir Dogs), Bruce Dern (Nebraska) e Channing Tatum (Foxcatcher). Scritto e diretto da Tarantino, The Hateful Eight è prodotto da Richard N. Gladstein, Stacey Sher e Shannon McIntosh. Harvey Weinstein, Bob Weinstein e Georgia Kacandes sono i produttori esecutivi, Coco Francini e William Paul Clark i produttori associati.

The Hateful Eight: Viggo Mortensen nel cast?

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The Hateful Eight: Viggo Mortensen nel cast?

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Non si sa ancora molto sul cast che porterà sullo schermo l’ultimo lavoro di Quentin Tarantino, The Hateful Eight, film western già molto chiacchierato a causa dell’uscita online della sceneggiatura all’insaputa del regista. Il film si farà e, mentre sembra che Michael Madsen, Bruce DernTim Roth, Walton Goggins, Amber TamblynJames RemarZoe BellSamuel L. Jackson  faranno parte del cast del film,  i fan danno già per certo anche Kurt Russell. Ma le voci non si esauriscono, anzi ecco arrivare un nuovo rumor, dopo quello di qualche giorno fa che aveva tirato in ballo niente meno che Jennifer Lawrence.

Il nuovo indiziato per lavorare con Tarantino è Viggo Mortensen. L’attore sarebbe infatti stato visto discutere sulla possibilità di far parte della pellicola western qualche giorno fa, anche se non è ancora chiaro se è realmente arrivata un’offerta per un ruolo. Viggo Mortensen, per altro, ha già lavorato in ambientazioni western in Appaloosa (come vediamo nella foto in testa all’articolo), film del 2008 diretto da Ed Harris, che vedeva Mortensen nei panni del vice-sceriffo Everett Hitch, accanto a Jeremy Irons e Renee Zellweger.

Ad oggi solo rumor, vedremo nelle prossime settimane se l’attore statunitense potrà effettivamente far parte del film.

LEGGI ANCHE: The Hateful Eight: primo teaser del nuovo film di Quentin Tarantino [bootleg]

Fonte: slashfilm.com