Home Blog Pagina 435

The Handmaid’s Tale, la spiegazione del finale della serie: “Il mio nome è Offred”

La serie The Handmaid’s Tale di Hulu è giunta al termine, ed ecco tutto quello che succede nel finale, spiegato. Tutte e sei le stagioni di The Handmaid’s Tale hanno portato a questo momento, con il finale che ha molte trame da concludere. L’episodio non solo doveva fornire una conclusione soddisfacente per l’arco narrativo del personaggio di June, ma doveva anche offrire un senso di definitività senza abbattere Gilead e preparando al contempo il terreno per The Testaments. Fortunatamente, il finale riesce nell’intento, con molti momenti che richiedono qualche spiegazione.

The Handmaid’s Tale, stagione 6, episodio 9, ha avuto un finale scioccante, con Mayday che è riuscita a far esplodere un aereo pieno di Comandanti. L’aereo trasportava Nick, Wharton e Lawrence, il che significa che l’attacco ha spazzato via la maggior parte dei leader di Boston. Come spiega June all’inizio del finale, questo attacco ha permesso agli Stati Uniti di riconquistare Boston, estendendo il territorio degli Stati Uniti. Tuttavia, il caos dell’attacco ha lasciato tutti dispersi, con il finale che segue June e Mayday mentre cercano le persone scomparse e si preparano per il futuro.

Perché The Handmaid’s Tale finisce con June che registra la sua storia e come questo si collega al primo episodio

La scena finale di The Handmaid’s Tale ci riporta all’inizio, con June che torna a casa dei Waterford. Sale al piano di sopra e vede la sua camera da letto, così come la scritta sul muro che ha dato inizio al viaggio di June: “Nolite te bastardes carborundorum.” Vede anche delle visioni di Hannah, che le ricordano per chi sta combattendo. Dopo aver sistemato la stanza, June inizia a registrare la sua storia, presumibilmente scrivendo la sua versione del romanzo The Handmaid’s Tale.

Il ritorno alla prigione del primo episodio permette agli spettatori di vedere quanto June abbia fatto strada, essendo ora una veterana esperta nella lotta contro Gilead piuttosto che una docile Ancella. Tuttavia, permette anche agli spettatori di vedere quanto poco sia stato fatto. Dopo sei stagioni di combattimenti, gli Stati Uniti hanno appena conquistato Boston, che rappresenta l’unico vero guadagno territoriale ottenuto nel corso della serie. Se gli Stati Uniti vogliono riconquistare tutto il Gilead, ci vorrà molto tempo, e June sta registrando il suo viaggio per documentare questa guerra.

Perché June non ha potuto ricongiungersi con Hannah nel finale della serie

june The Handmaid's Tale

Purtroppo, June non è riuscita a trovare Hannah nel finale della serie The Handmaid’s Tale per due motivi. Il motivo narrativo è che Hannah è intrappolata in una zona di Gilead troppo lontana per essere raggiunta dagli Stati Uniti. June inizialmente crede che Hannah si trovi in Colorado e, sebbene durante l’episodio scopra che si è avvicinata di 2.000 miglia, è ancora troppo lontana. Il motivo reale è che Hulu sta realizzando una serie sequel intitolata The Testaments. Nel romanzo di Margaret Atwood, Hannah è ancora a Gilead a questo punto, il che significa che deve rimanere lì durante il finale.

Yahlin Chang, uno degli showrunner di The Handmaid’s Tale, ha discusso delle difficoltà di questa scelta in un’intervista con LA Times. Ha spiegato che avevano “le mani legate per quanto riguarda il salvataggio di Hannah da parte di June. Tuttavia, Chang e il co-showrunner Eric Tuchman ritenevano che “l’idea che lei raccontasse la storia a Hannah fosse semplicemente troppo emozionante”, spiegando perché la serie è finita in questo modo. Anche se June non è riuscita a ricongiungersi con Hannah, è in grado di aiutarla raccontandole la sua storia, cosa che potrebbe ripagarla in The Testaments. Ecco il commento completo di Chang:

Inizialmente, Bruce l’aveva immaginata come la penultima scena, ma è diventata la scena finale perché mi è sembrato chiaro, almeno nella mia testa, che June stava raccontando la storia a Hannah e per Hannah, e che tutta la serie che abbiamo visto era in realtà la sua storia raccontata a Hannah. Dato che purtroppo avevamo le mani legate e non potevamo riunire June e Hannah a causa di “The Testaments”, cosa che ci ha creato molte difficoltà – almeno a me, parlando per me stesso – non poter dare al pubblico ciò che voleva o ciò che volevo io, l’idea che lei raccontasse la storia a Hannah era semplicemente troppo coinvolgente dal punto di vista emotivo. Non credo che Bruce fosse così preoccupato di non vedere Hannah. C’è tutto un sequel incentrato su Hannah. E anche Lizzie ha avuto un ruolo importante in questo; ha influenzato la scrittura di questa scena tra June e Holly [la madre di June, interpretata da Cherry Jones], che si è evoluta in una scena in cui Holly dice: “Questa storia è per le persone che hanno perso, che non hanno riavuto i loro figli; questa è per loro”.

Perché June perdona Serena Joy e il parallelo tra loro

The Handmaid's Tale - Stagione 6 episodio 9

Serena Joy è una delle principali antagoniste delle prime stagioni di The Handmaid’s Tale, motivo per cui è così sorprendente che June la perdoni nell’episodio finale. Mentre Serena Joy e suo figlio salgono su un autobus diretto a un campo profughi, Serena chiede scusa a June per tutto quello che le ha fatto mentre era a Gilead. June dice che perdona Serena, un gesto significativo considerando gli orrori che Serena le ha fatto subire. Tuttavia, questo dimostra che June riconosce che i sistemi oppressivi possono trasformare persone altrimenti buone in mostri, e che Serena potrebbe non essere stata così se non fosse stato per Fred Waterford e Gilead.

In un ironico colpo di scena, il finale di Serena Joy in The Handmaid’s Tale è parallelo all’inizio di June. Nel campo profughi, Serena non ha quasi nulla. Dorme su una branda con pochissimi effetti personali, lontana anni luce dalla sua vita da moglie dell’Alto Comandante di Gilead. Un operatore del campo profughi dice addirittura a Serena che suo figlio non può restare lì, minacciando il suo rapporto con Noah. Serena Joy si trova in una brutta situazione, ma grazie al suo percorso di redenzione, è una persona molto migliore.

Il ritorno di Emily in The Handmaid’s Tale, stagione 6, episodio 10

emily The Handmaid's Tale

Il momento più scioccante del finale di The Handmaid’s Tale è il ritorno di Emily, interpretata da Alexis Bledel. Nell’episodio, Emily trova June mentre vaga per le strade della Boston appena liberata. June è estasiata, ed Emily le spiega che ha passato gli ultimi anni a lottare dall’interno. Sebbene fosse riuscita a mantenere i contatti con suo figlio e sua moglie, Emily era sotto copertura come Martha e lavorava con un comandante che simpatizzava per la causa. Sebbene questa storia non sia stata raccontata sullo schermo, finalmente spiega dove è stata in tutti questi anni.

Alexis Bledel ha lasciato The Handmaid’s Tale dopo la quarta stagione, risultando completamente assente dalla quinta stagione nonostante fosse una delle protagoniste delle stagioni precedenti. La scelta di lasciare la serie è stata di Bledel, che ha deciso di allontanarsi completamente da Hollywood per alcuni anni. Emily era fuggita in Canada nella terza stagione e, mentre era ancora lì nella quarta, nella quinta stagione hanno dovuto trovare un modo per eliminarla dalla serie. Quindi, è stato spiegato che Emily era tornata a Gilead, ed è appena ricomparsa.

Perché Luke e June si separano e si riuniranno?

jordana-blake hannah in june The Handmaid's Tale - Stagione 6

Si rivedranno

Il triangolo amoroso tra June, Luke e Nick sembrava essersi risolto nella sesta stagione di The Handmaid’s Tale, nell’episodio 9, quando June ha permesso a Nick di morire. Tuttavia, questa supposizione era errata. June e Luke hanno una conversazione emotiva nel finale della serie, in cui spiegano che la loro lotta contro Gilead li ha semplicemente allontanati. La loro passione per la distruzione di Gilead ha superato il loro amore reciproco, e sanno che non potranno avere una relazione normale fino al ritorno di Hannah.

Tuttavia, entrambi i personaggi riconoscono che si rivedranno quando arriveranno lì. Sembra che si aspettino di stare di nuovo insieme un giorno, forse dopo gli eventi di The Testaments. Potrebbe volerci un po’ di tempo, ma il finale non è sicuramente l’ultima volta che June e Luke si vedranno.

L’importanza del ricongiungimento di Janine con sua figlia

Nel finale, zia Lydia porta Janine al confine e la consegna agli Stati Uniti. Allo stesso tempo, la vedova del comandante Lawrence arriva con loro e consegna anche la figlia di Janine. Trovare sua figlia è stato l’obiettivo principale di Janine nelle ultime stagioni e, anche se June non si è ricongiunta con sua figlia, è bello vedere almeno un personaggio di The Handmaid’s Tale vincere. Questo fa anche capire che zia Lydia sta lavorando a pieno regime per gli Stati Uniti e Mayday, portando avanti la sua storia in The Testaments.

Come il finale di The Handmaid’s Tale si confronta con il libro

L’adattamento di Hulu va molto oltre il romanzo originale di Margaret Atwood, con la maggior parte del materiale originale trattato nella prima stagione della serie. Pertanto, le due versioni di The Handmaid’s Tale hanno un finale incredibilmente diverso, con il libro che termina quando June viene portata via dagli Occhi, senza sapere se è stata arrestata o se Nick la sta aiutando a fuggire. Tuttavia, il libro contiene anche una scena in un futuro lontano in cui uno storico rivela che June ha registrato la sua storia su una serie di audiocassette, parallelamente alla registrazione della storia da parte di June alla fine della serie.

Cosa succede dopo The Handmaid’s Tale

C’è ancora molto da raccontare nel mondo di The Handmaid’s Tale, con la serie sequel The Testaments che non avrà luogo fino a oltre un decennio dopo. Gli Stati Uniti continuano a combattere Gilead durante questi anni. Purtroppo, non riescono a sconfiggere Gilead e la battaglia continua fino all’età adulta di Hannah. Hannah dimentica il suo passato come figlia di June, mantiene il nome Agnes e diventa una zia. Continua la sua vita a Gilead fino a quando incontra la sua sorellastra, Nicole.

Nicole cresce sotto la cura dei genitori adottivi, il che significa che June e Holly l’hanno abbandonata ad un certo punto. Diventa un’attivista contro Gilead, anche se da piccola ha cambiato il suo nome in Daisy, quindi non sa di essere la famosa Baby Nicole che è stata portata fuori da Gilead. Nel frattempo, zia Lydia è diventata una talpa per Mayday e continua a far uscire informazioni da Gilead. Scrive anche un manifesto contro Gilead, che diventa incredibilmente popolare nel Paese.

Il vero significato del finale di The Handmaid’s Tale

Il finale di The Handmaid’s Tale non vede June vincere, ma le fa capire l’importanza di lottare per coloro che devono ancora nascere. Emily lo fa notare a June, spiegandole che lei combatte per proteggere Oliver e le bambine in Canada. Tuello sottolinea questo punto, spiegando che lui combatte contro Gilead affinché suo figlio non debba farlo. Questo permette a June di capire che deve continuare a lottare per Nicole e Hannah, nella speranza che un giorno il mondo sia un posto migliore per loro.

Il tema drammatico centrale del finale di The Handmaid’s Tale è che la battaglia contro il fascismo e l’oppressione non potrà mai essere vinta definitivamente. Dobbiamo invece combatterla costantemente, tenendola sotto controllo affinché non riesca a strappare il potere dove può.

Anche se tutto Gilead venisse riconquistato, ci sarebbero ancora fascisti che portano avanti l’ideologia di Gilead, e contro di loro bisognerebbe continuare a combattere. Perché, come spiega June in The Handmaid’s Tale, “Combattere potrebbe non darci tutto, ma non abbiamo scelta, perché è proprio il non combattere che ci ha portato a Gilead. E Gilead non ha bisogno di essere sconfitto, ha bisogno di essere distrutto.”

The Handmaid’s Tale 6 aggiunge la star di The Good Place agli episodi finali

0

Una star di The Good Place è stata ufficialmente scritturata per la sesta stagione di The Handmaid’s TaleThe Handmaid’s Tale, basato sull’omonimo romanzo di Margaret Atwood, si svolge in una società totalitaria governata da un regime fondamentalista e segue Offred, alias June Osbourne, una delle donne fertili rimaste costrette alla servitù, mentre lotta per sopravvivere e ritrovare la figlia che le è stata tolta. La prima parte della sesta stagione di The Handmaid’s Tale è prevista per l’8 aprile 2025, mentre il finale andrà in onda il 27 maggio.

La Carden, nota per i suoi ruoli in The Good Place e Nobody Wants This, apparirà come guest-star nei prossimi episodi.

Cosa significa questo per la stagione finale di The Handmaid’s Tale

Al contrario, Carden potrebbe semplicemente espandere i suoi orizzonti avventurandosi in un ruolo diverso. In ogni caso, la partecipazione di Carden, insieme a Elisabeth Moss e ad altri personaggi fissi della serie, potrebbe offrire qualcosa di nuovo allo show, pur mantenendo il dramma che ha caratterizzato le stagioni precedenti.

Con l’ultimo episodio dello show in onda nel 2022, la sesta stagione continuerà a esplorare i temi del potere, del controllo e della resistenza, con il ruolo di Carden che contribuirà alla lotta in corso per la liberazione. Sebbene non siano ancora stati rivelati dettagli specifici sulla trama, la sua partecipazione a The Handmaid’s Tale suggerisce l’introduzione di nuovi personaggi che potrebbero sfidare o aiutare June e i suoi alleati.

The Handmaid’s Tale – Stagione 6, Episodio 6: la spiegazione del finale

The Handmaid’s Tale – stagione 6, episodio 6 è finalmente arrivato, ed ecco tutto quello che succede durante il finale, compreso il motivo per cui Nick fa quella scelta scioccante. Durante tutta l’ultima stagione di The Handmaid’s Tale, la storia si è sviluppata fino ad arrivare a un importante attacco Mayday, che si spera porterà alla morte di diversi Comandanti a Jezebel’s. Con l’avvicinarsi dell’attacco, l’episodio 6 della sesta stagione di The Handmaid’s Tale vede apparire un importante ostacolo, e questa volta è tutta colpa di Nick.

The Handmaid’s Tale, episodio 5 della sesta stagione, ha visto June e Moira tornare a Gilead, con il duo che tentava di avvertire le donne di Jezebel dell’imminente attacco. Sfortunatamente, le cose vanno male quando sono costrette a uccidere una guardia. Salgono sull’auto del comandante Lawrence e l’episodio si conclude con lui che si prepara a farle uscire di nascosto da Gilead. L’episodio 6 vede Lawrence continuare questa missione, chiedendo l’aiuto di Nick per far uscire di nascosto le due donne. Tuttavia, le cose vanno terribilmente male quando l’alto comandante Wharton fa visita a Nick, cambiando per sempre i piani di Mayday.

Perché Nick ha rivelato il piano di Jezebel al comandante Wharton

Mentre cerca di portare June fuori da Gilead, Nick deve parlare con il comandante Wharton. Wharton ha scoperto che Nick era da Jezebel, dove ha affrontato suo genero riguardo al suo periodo da Jezebel e alle sue attività sospette. Nick è con le spalle al muro in questa conversazione e sapere che June è in macchina peggiora ulteriormente la sua situazione. La fine della loro conversazione non viene mostrata, ma June decide che deve chiedere l’aiuto di Serena Joy per fuggire. Più tardi, però, June scopre che Nick ha rivelato al comandante Wharton il piano di Mayday e Jezebel.

Più tardi, June e Nick sono costretti a nascondersi nell’armadio di Serena Joy mentre lei parla con il comandante Wharton. June e Nick sentono il comandante Wharton dire a Serena Joy che è a conoscenza del piano, spiegandole che è stato Nick a parlargli dell’attacco. June si sente chiaramente tradita, ma Nick probabilmente pensava di non avere altra scelta. Il comandante Wharton era sulle sue tracce e, se fossero state scoperte altre bugie, avrebbe potuto finire sul Muro. Questo spiega anche perché voleva fuggire a Parigi, sperando di andarsene prima che venissero scoperti ulteriori dettagli sul suo coinvolgimento.

June sarebbe davvero andata con Nick a Parigi?

Quando Nick e June si ritrovano la mattina dopo, Nick è agitato. La supplica di andare con lui a Parigi, spiegandole che ha già i documenti. Mentre June gli fa delle domande, arriva il comandante Wharton, interrompendo la conversazione. June e Nick devono nascondersi nell’armadio, e lei scopre il tradimento di Nick prima che la loro conversazione possa finire.

Anche se June non fosse stata a conoscenza del coinvolgimento di Nick nello smascheramento del piano Mayday, probabilmente non sarebbe andata a Parigi con lui. Sebbene ami Nick, ama anche Luke, Nicole, Moira, sua madre e tantissimi altri personaggi di The Handmaid’s Tale. Andare a Parigi significherebbe lasciarli alle spalle, cosa che non sarebbe da June. Significherebbe anche rinunciare al suo piano di salvare Hannah da Gilead, che è stato il suo obiettivo principale in tutta la serie The Handmaid’s Tale.

June e Nick sembrano aver chiuso definitivamente

In tutta la serie The Handmaid’s Tale, il triangolo amoroso tra June, Luke e Nick è stato uno dei filoni principali della trama, con i fan che si chiedevano con quale personaggio June avrebbe finito per stare. Sebbene si sia riunita con Luke, June ama chiaramente ancora Nick, come dimostra la loro scena di sesso nell’episodio 6. La richiesta di Nick a June di andare a Parigi con lui era un segno che la loro relazione poteva ancora funzionare, e il fatto che June non abbia rifiutato immediatamente lo rende ancora più vero. Tuttavia, tutto questo è successo prima che June scoprisse il tradimento di Nick.

Ora che Nick ha tradito June, la loro relazione è molto probabilmente finita per sempre. Nick ha compromesso la grande occasione di June di danneggiare Gilead e salvare Hannah, e questo è qualcosa che lei difficilmente potrà perdonare. Nick è una delle poche persone all’interno di Gilead di cui June potesse fidarsi. Tuttavia, quella fiducia è stata ora tradita, il che significa che lei non ha più alcun uso strategico per lui. La confessione di Nick era volta a salvare se stesso, e probabilmente non riuscirà a recuperare il suo rapporto con June dopo un tradimento così grave.

Il vero comandante Wharton viene finalmente svelato

Il comandante Wharton è stato finora un cattivo piuttosto generico in The Handmaid’s Tale, ma nell’episodio 6 della sesta stagione ha finalmente mostrato il suo vero volto. Nella conversazione con Nick, il cattivo ha dimostrato quanto sia davvero pericoloso. Wharton è disposto a tutto per proteggere la sua famiglia e Gilead, compreso minacciare suo genero.

Wharton sembra essere un manipolatore incredibilmente efficiente, e questa potrebbe essere la sua più grande forza. Nick ha agito contro Gilead per sei stagioni e Wharton è il primo che è riuscito a fargli confessare qualcosa. Anche se Nick ha mantenuto la calma per il resto della serie, Wharton è riuscito a capire le attività sospette di Nick dopo solo pochi episodi. Nick è chiaramente scosso e, se il comandante Wharton è in grado di avere questo effetto su di lui, non si può dire cosa potrebbe fare agli altri personaggi di The Handmaid’s Tale.

Cosa succederà a June e che ne sarà dell’attacco di Mayday?

June è nei guai, poiché è ancora bloccata a Gilead. Tuttavia, ora che è in cattivi rapporti con Nick, dovrà trovare un altro modo per fuggire. È dubbio che accetterà ulteriore aiuto da Nick. È ancora bloccata nell’armadio di Serena Joy e, sebbene Wharton sia ancora lì alla fine dell’episodio, alla fine dovrà andarsene.

Serena Joy ha mostrato la volontà di aiutare June, il che significa che potrebbe essere in grado di usare questa amicizia per trovare un modo alternativo per fuggire da Gilead.

Il tradimento di Nick ha fatto fallire tutto il piano di Mayday, il che significa che il piano di Jezebel probabilmente non funzionerà più. Il comandante Wharton dice di aver già chiuso Jezebel, eliminando il prezioso obiettivo che Mayday ha cercato di sfruttare per tutta la sesta stagione. Questo significa che Mayday dovrà trovare un altro modo per eliminare i comandanti. È un duro colpo per i piani di June e Mayday e, con solo pochi episodi rimasti di The Handmaid’s Tale, dovranno trovare rapidamente una nuova strada da seguire.

The Handmaid’s Tale – Stagione 6, Episodio 5: spiegazione del finale: cosa farà Lawrence?

The Handmaid’s Tale – stagione 6, episodio 5 è arrivato e si conclude con un enorme colpo di scena che coinvolge June, Moira e il comandante Lawrence. Le cose stanno davvero iniziando a scaldarsi nell’ultima stagione di The Handmaid’s Tale, con June che si rende conto che deve prendere misure più drastiche di fronte al crescente potere di Gilead se vuole salvare Hannah. Per questo motivo, June ha deciso che deve avventurarsi ancora una volta nel pericoloso territorio di Gilead, e la fine dell’episodio 5 della sesta stagione di The Handmaid’s Tale significa che Lawrence è la sua unica speranza di fuga.

L’episodio 4 della sesta stagione di The Handmaid’s Tale si è concluso con un colpo di scena, con June e Moira che decidono di tornare a Gilead. Mayday ha un nuovo piano per danneggiare Gilead, sperando di usare Jezebel’s per uccidere i Comandanti coinvolti nell’abbattimento dell’aereo nella quinta stagione. June e Moira sanno che questo metterebbe in pericolo la vita delle donne che lavorano lì, quindi decidono di andare da Jezebel’s per avvertirle. Vestite da Marthas, June e Moira intraprendono questo pericoloso viaggio, ma le cose vanno rapidamente in modo terribile.

Riuscirà Lawrence a far attraversare il confine a June e Moira?

Mentre sono da Jezebel, June e Moira cercano di avvertire le donne dell’imminente attacco. Le due cercano anche di convincere Janine ad andarsene con loro, ma lei si rifiuta di abbandonare le altre ragazze. June e Moira se ne vanno quindi a mani vuote. Mentre sono lì, una guardia si avvicina e le costringe a togliersi le maschere. Dopo aver capito di essere nei guai, June e Moira uccidono la guardia. Inizialmente pensano di nascondere il corpo, ma sanno che la sua assenza verrà presto notata. La loro intuizione è corretta, poiché le sirene iniziano a suonare, costringendole a scappare a tutta velocità dal locale di Jezebel.

June e Moira si ritrovano in un parcheggio multipiano e capiscono che non riusciranno a scappare. Fortunatamente, vedono il comandante Lawrence. June si mette davanti all’auto di Lawrence, costringendolo a uscire. Dice a Lawrence che lei e Moira hanno bisogno di aiuto per scappare, e lui, a malincuore, dice alle due di salire sul sedile posteriore della sua auto. L’episodio si conclude con Lawrence che sbatte il bagagliaio mentre June inizia a chiedergli di farle attraversare il confine, lasciando il loro destino incerto fino all’uscita dell’episodio 6 della sesta stagione di The Handmaid’s Tale.

Il comandante Lawrence è una figura potente, ma resta da vedere se sia abbastanza potente da far uscire clandestinamente due donne da Gilead. Il comandante Lawrence è noto per aver agito contro Gilead in passato e si è fatto dei nemici potenti. È quindi possibile che qualcuno sospetti che Lawrence si stia recando al confine con Gilead. La sua auto potrebbe essere perquisita, il che significherebbe che June e Moira verrebbero scoperte.

Ci si può fidare di Lawrence? Sta davvero aiutando June e Moira?

Il comandante Lawrence è uno dei personaggi più ambigui di The Handmaid’s Tale e molti spettatori si chiedono se ci si possa fidare di lui. In passato, Lawrence ha aiutato June e le altre protagoniste di The Handmaid’s Tale. Ha persino fatto mandare Janine a Jezebel invece che nelle Colonie, salvandole probabilmente la vita. Tuttavia, il comandante Lawrence ha anche commesso alcuni atti orribili, come quando ha fatto abbattere gli aerei nella quinta stagione de The Handmaid’s Tale. Il suo ruolo di leader significa che contribuisce anche a perpetrare alcuni dei crimini più orribili di Gilead, anche se non è d’accordo con essi.

Sembra che Lawrence non sia davvero contento della direzione che sta prendendo Gilead, anche se probabilmente non è un fan di un posto liberale come gli Stati Uniti. Lawrence sembra avere i propri interessi in mente, e questi interessi coincidono più con quelli di June che con quelli di Gilead. New Bethlehem sembra essere la priorità principale di Lawrence, e probabilmente la sceglierebbe prima di qualsiasi altra cosa. È possibile che Lawrence stia addirittura portando June e Moira a New Bethlehem, sapendo che è meno rischioso che portarle al confine con Gilead.

Il piano di Jezebel di Mayday è ormai rovinato?

Il piano di Jezebel di Mayday è stato uno degli archi narrativi principali della prima metà della sesta stagione di The Handmaid’s Tale, e ora potrebbe essere rovinato. L’uccisione della guardia da parte di June e Moira attirerà senza dubbio molta attenzione su Jezebel, il che significa che la sicurezza potrebbe essere rafforzata. Se scoprono che c’è stato un intruso, sarà ancora più difficile portare a termine il piano. I piani di Mayday non hanno funzionato molto bene in tutta la serie The Handmaid’s Tale, quindi non sarebbe una sorpresa se il gruppo fallisse di nuovo nella stagione finale.

Tuttavia, c’è ancora una possibilità che possa funzionare. Finora, Janine è l’unica persona all’interno che conosce il piano di Mayday. È improbabile che Janine lo riveli a qualcuno e, nonostante ci sia un cadavere, sarebbe azzardato da parte di Gilead supporre che faccia parte di una cospirazione più ampia. Janine deve solo tacere e tutto potrebbe funzionare. Questo sviluppo renderà sicuramente più difficile il piano di Mayday, ma non è ancora un’impresa impossibile.

Perché Wharton e Serena Joy stanno per sposarsi?

Il comandante Wharton chiede a Serena Joy Waterford di sposarlo nella sesta stagione di The Handmaid’s Tale, episodio 5, e lei sorprendentemente accetta. Ciò è sconcertante per diversi motivi. Innanzitutto, Serena Joy era infelice nel suo ultimo matrimonio ed è complessivamente insoddisfatta di Gilead. Sposare la massima autorità di Gilead sembra una grave battuta d’arresto. Inoltre, il comandante Wharton ha appena iniziato a frequentare Serena, quindi sposarsi sembra un po’ affrettato.

Tuttavia, entrambi i personaggi hanno dei motivi per sposarsi. Serena Joy potrebbe vedere il matrimonio con Wharton come l’opzione più sicura. Le sue passate attività contro Gilead e la sua posizione controversa all’interno del Paese la rendono un bersaglio, ma sposare un Alto Comandante significherebbe diventare praticamente intoccabile. Nel frattempo, Wharton potrebbe sfruttare l’influenza di Serena Joy, proprio come Lawrence vuole sfruttarla per il suo piano New Bethlehem. Potrebbero anche amarsi davvero, ma questa relazione in The Handmaid’s Tale sembra più un matrimonio politico.

The Handmaid’s Tale – Stagione 6, Episodio 4: spiegazione del finale

The Handmaid’s Tale stagione 6, episodio 4 è finalmente arrivato, ed ecco cosa succede alla fine dell’ultimo capitolo di The Handmaid’s Tale. La stagione 6 di The Handmaid’s Tale è destinata a concludere la serie distopica di successo di Hulu e, sebbene sia già stato annunciato un sequel intitolato The Testaments, si prevede che la stagione 6 porterà un senso di definitività alla storia di June. C’è ancora molto da vedere nella sesta stagione di The Handmaid’s Tale, ed ecco cosa ci riserva il quarto episodio per il futuro della serie.

The Handmaid’s Tale, sesta stagione, episodio 4 riprende esattamente da dove si era interrotto il terzo episodio, con June, Luke e Moira che lasciano Gilead ancora una volta. Al loro arrivo, però, scoprono che Mayday sta pianificando la loro prossima azione di resistenza: un raid a Jezebel’s. Mayday deve quindi decidere chi tornerà indietro per avvertire le donne di Jezebel. Nel frattempo, il comandante Lawrence lavora per avviare il progetto New Bethlehem, continuando a manipolare Gilead dall’interno.

C’è qualche speranza per Luke e June di salvare Hannah

L’obiettivo principale di June e Luke in The Handmaid’s Tale è stato quello di salvare Hannah, che attualmente si trova in una scuola per l’addestramento delle mogli a Gilead. Dopo diverse stagioni passate a cercare di raggiungere questo obiettivo, i due non sembrano essere più vicini ad Hannah. Nella quinta stagione di The Handmaid’s Tale, una serie di aerei era pronta a decollare per salvare alcuni abitanti di Gilead, tra cui Hannah. Tuttavia, gli aerei sono stati abbattuti grazie all’intervento del comandante Lawrence. Mayday sta già lavorando a un altro piano, anche se non salverà direttamente Hannah.

Il prossimo piano di Mayday prevede di usare Jezebel per scoprire quali comandanti sono stati coinvolti nell’abbattimento degli aerei, per poi ucciderli. Anche se questo non porterà direttamente June da Hannah, potrebbe rivelarsi utile nel lungo periodo. Eliminare alcuni comandanti potenti potrebbe indebolire Gilead, compromettendo le sue difese e consentendo al prossimo piano di salvataggio di Mayday di funzionare. Dato che l’obiettivo principale di June è stato quello di salvare Hannah, il mistero se ci riuscirà o meno probabilmente non sarà risolto fino al finale di The Handmaid’s Tale. Tuttavia, il libro sequel The Testaments fornisce già una risposta.

La citazione di Lawrence alla fine dell’episodio 4 della sesta stagione di The Handmaid’s Tale spiegata

Il comandante Lawrence fornisce una voce fuori campo durante i titoli di coda della sesta stagione di The Handmaid’s Tale, episodio 4, mentre legge un libro. Il libro è A Little Princess, un libro per bambini del 1905 scritto da Frances Hodgson Burnett. Il libro racconta la storia di una ragazzina che viene mandata in un collegio da un capitano dell’esercito britannico e che lì si trova ad affrontare varie situazioni. Il brano letto dal comandante Lawrence è tratto dall’inizio del libro, e la voce fuori campo è in realtà un richiamo a una scena precedente in cui Lawrence legge il libro a sua figlia.

Quando Lawrence legge il libro, dice a sua figlia che era uno dei preferiti di Eleanor, la sua defunta moglie. Questo indica che Lawrence è ancora legato al ricordo di Eleanor, la cui morte ha scosso profondamente la sua fede in Gilead. Mentre legge la storia, l’episodio passa a Janine. Poiché il brano parla di una ragazza che è invecchiata a causa delle sue esperienze di vita, questo fa da parallelo con Janine e le altre ancelle a cui sono state tolte la vita e la libertà. Infine, questo libro segnala che Lawrence sta crescendo sua figlia affinché idolatri le donne potenti.

Cosa sta succedendo tra Serena Joy e l’Alto Comandante Wharton

Serena Joy continua a essere uno dei personaggi più interessanti di The Handmaid’s Tale, e il suo nuovo legame con l’Alto Comandante Wharton la rende ancora più interessante. Dopo essersi incontrati nei primi tre episodi, The Handmaid’s Tale stagione 6, episodio 4 sembra preparare una storia d’amore tra i due. Cucinare e ballare sotto la pioggia dimostra che Wharton non è un Comandante tipico, e Serena Joy sembra essersi innamorata di lui.

Tuttavia, le intenzioni di Wharton sono ancora misteriose. Il piano del comandante Lawrence per New Bethlehem dimostra che Serena Joy è una risorsa preziosa grazie alla sua influenza su Gilead, e Wharton potrebbe sperare di sfruttare questa influenza. I comandanti di Gilead hanno dimostrato di essere manipolatori, ed è possibile che Wharton stia manipolando Serena Joy. Tuttavia, è impossibile dirlo fino a quando non usciranno altri episodi della sesta stagione di The Handmaid’s Tale.

The Handmaid’s Tale – Stagione 6, Episode 7: la spiegazione del finale

The Handmaid’s Tale stagione 6, episodio 7 è finalmente arrivato, ed ecco cosa succede alla fine del nuovo episodio mentre ci avviciniamo alla fine della serie. The Handmaid’s Tale stagione 6, episodio 6 si è concluso con una rivelazione devastante, con June che scopre che Nick l’ha tradita raccontando al comandante Wharton il piano di Jezebel di Mayday. L’episodio 7 riprende subito dopo questa rivelazione, con June e Mayday che devono trovare un nuovo modo per colpire Gilead e i suoi Comandanti prima che The Handmaid’s Tale giunga al termine.

L’episodio 7 si apre con June e Nick ancora nell’armadio di Serena Joy, con June ancora sconvolta dal tradimento di Nick. Nel frattempo, il comandante Wharton ha inviato alcuni uomini armati di Gilead al Jezebel, che hanno chiuso il bordello e ucciso tutte le donne (tranne Janine). Wharton e Serena Joy continuano a pianificare il loro matrimonio, il che apre una nuova opportunità per June. June propone a Mayday di mettere in atto il loro piano al matrimonio del comandante Wharton, dando loro l’opportunità di sferrare un colpo finale a Gilead.

Zia Lydia troverà June e Moira?

Zia Lydia vive un’altalena emotiva nell’episodio 7 della sesta stagione di The Handmaid’s Tale, quando trova le donne morte da Jezebel, solo per scoprire in seguito che Janine è ancora viva. Sebbene zia Lydia stia ancora attraversando il suo percorso di redenzione, è indubbiamente ancora dalla parte di Gilead. Pertanto, è contro June, Moira e Mayday. Verso la fine dell’episodio, zia Phoebe emerge in un corridoio dopo una conversazione segreta con June e Moira. Zia Lydia la sorprende e la interroga con sospetto. Phoebe tiene duro, mentre Lydia sembra ancora avere il vago sospetto che stia succedendo qualcosa.

Prima che la scena finisca, zia Lydia guarda attraverso la finestra della porta da cui è uscita Phoebe, segnalando che non si fida completamente di lei. Tuttavia, le possibilità che Lydia trovi June e Moira sono scarse. Lydia dice a Phoebe che deve andare a Washington D.C., lasciando a lei i preparativi per le Ancelle prima del matrimonio. Questo significa che Lydia sarà per lo più esclusa dal piano di Mayday. Senza Lydia a ficcare il naso, la parte dell’attacco che spetta alle ancelle sarà molto più facile, dato che Lydia non ne saprà nulla.

Cosa significa la citazione biblica di June alla fine dell’episodio 7 della sesta stagione di The Handmaid’s Tale

Dopo la conversazione con zia Phoebe, June e Moira si siedono insieme alla fine dell’episodio. June dice a Moira che sono lì per combattere per Janine e le altre donne. Moira chiede a June di dire qualcosa di incoraggiante, spingendola a citare diversi versetti della Bibbia. Prima recita il Salmo 23:1, poi passa al versetto 4, saltando alla fine del versetto 5 e recitando tutto il versetto 6. Conclude poi con una sua aggiunta, che può essere letta qui:

Il Signore è il nostro pastore: non mancheremo di nulla. Ma anche se camminiamo nella valle dell’ombra della morte, non temeremo alcun male, perché tu sei con noi. Tu ci conforti nella presenza dei nostri nemici. La nostra coppa trabocca. Sicuramente la bontà e la misericordia ci seguiranno tutti i giorni della nostra vita, e noi abiteremo nella casa del Signore per sempre. E per favore, caro Dio, dacci la forza di uccidere quei maledetti figli di puttana.

Il rapporto di June con il cristianesimo è stato interessante in tutto The Handmaid’s Tale. Sebbene provi risentimento per il fatto che la religione sia il principio fondamentale di Gilead, lo ha anche usato per ispirare se stessa e gli altri. Questi versetti della Bibbia sembrano essere una preghiera di June affinché Dio sia dalla loro parte durante l’attacco al matrimonio di Serena Joy. Citare la Bibbia implica che June sa che sono loro i giusti in questa battaglia, ma che si tratta di una battaglia in salita.

Chi è la zia Phoebe di D’Arcy Carden?

The Handmaid’s Tale stagione 6, episodio 7 introduce un nuovo personaggio interpretato da D’Arcy Carden: zia Phoebe. Zia Phoebe sembra spuntare dal nulla e, sebbene sia un’aggiunta tardiva a The Handmaid’s Tale, è un personaggio importante. La si vede lavorare con June e Moira durante tutto l’episodio, aiutandole a pianificare l’attacco al matrimonio di Serena Joy. Nel frattempo, Phoebe viene anche utilizzata per distrarre zia Lydia, impedendole di indagare e rovinare i piani delle Ancelle.

Sebbene ci siano ancora molte domande che circondano zia Phoebe, è chiaramente una spia di Mayday. Non è noto se Mayday abbia trasformato una zia o se siano riusciti a far promuovere una delle loro al ruolo di zia. In ogni caso, una spia all’interno di Gilead come zia Phoebe è uno strumento inestimabile, essendo lei la chiave per orchestrare e portare a termine il futuro attacco al matrimonio di Serena Joy.

Il piano di June per il matrimonio di Serena Joy spiegato

Anche se non sarà a Jezebel, June ha trovato un nuovo modo per uccidere alcuni dei comandanti più potenti di Gilead. In una conversazione con il comandante Lawrence, quest’ultimo incoraggia June a continuare a lottare, raccontandole della sopravvivenza di Janine e del matrimonio di Serena Joy. Questo porta June a una conclusione: possono attaccare il matrimonio di Serena Joy. June capisce quindi che, dato che le Ancelle saranno al matrimonio di Serena Joy, possono usarle per sferrare un attacco contro i comandanti.

June capisce quindi che, dato che le Ancelle saranno presenti al matrimonio di Serena Joy, possono usare le Ancelle per sferrare un attacco contro i comandanti.

Lawrence spiega che, dato che Gilead ha appena sventato il piano di Jezebel di Mayday, la loro fiducia sarà alta e le loro difese saranno abbassate. June afferma anche che le Ancelle, velate e invisibili, sono l’arma perfetta contro Gilead. Ha intenzione di contrabbandare armi per le Ancelle, avvolgendo i coltelli in pezzi di stoffa insieme a June e Moira. Poiché le bombe dell’attacco precedente sono ancora al loro posto, possono ancora essere utilizzate, consentendo all’esercito americano di invadere Gilead. La maggior parte delle guardie sarà stata spostata dal confine al matrimonio, lasciando Boston senza protezione.

Janine potrà essere salvata in The Handmaid’s Tale?

Una delle missioni secondarie di June negli ultimi episodi di The Handmaid’s Tale è quella di salvare Janine. Janine è sopravvissuta al massacro delle donne da Jezebel grazie al fatto di essere una delle preferite del comandante Bell, un cliente abituale. Janine è ora l’ancella del comandante Bell. Sfortunatamente, quando zia Lydia decide di controllarla, scopre che Janine è stata picchiata selvaggiamente. Il comandante Bell la tratta con durezza a causa del suo spirito ribelle, impedendole persino di uscire di casa per il matrimonio di Serena Joy.

Dato che Janine non sarà al matrimonio, sarà incredibilmente difficile salvarla. Non appena avverrà l’attacco, Gilead sarà senza dubbio blindata. Mayday non considererà Janine abbastanza preziosa da rischiare di salvarla, e sarà difficile per June raggiungere Janine dopo l’attacco. A meno che non cambi qualcosa, ci vorrà un miracolo perché Janine venga salvata entro la fine della sesta stagione di The Handmaid’s Tale.

The Habit of Beauty al cinema dal 22 Giugno

0
The Habit of Beauty al cinema dal 22 Giugno

È in arrivo nelle sale italiane, distribuito da Europictures e co-prodotto da The habit of beauty film (della società madre PINCH MEDIA di base a Londra) e Orisa Produzioni, in collaborazione con Rai Cinema, The Habit of Beauty, l’intenso film ideato dal regista Mirko Pincelli e dallo sceneggiatore e produttore Enrico Tessarin.

La pellicola, girata tra Londra e il Trentino, è un storia drammatica che si snoda tra i temi del sogno, dell’amore e della perdita.

The Habit of Beauty è un ritratto della società di oggi che ci spinge a conformarci e troppo spesso a scendere a compromessi, rendendoci così fragili da dare più spazio alle apparenze che all’effettiva sostanza … ma alla fine di questa storia, che vede protagonisti Francesca Neri (Elena) e Vincenzo Amato (Ernesto), non ci saranno vincitori ne vinti ma persone che attraverso il dolore hanno imparato a comprendere l’essenza stessa della propria vita e ad apprezzarne la bellezza.

Nel cast anche: Nico Mirallegro, Noel Clarke, Kierston Wareing, Nick Moran, Elena Cotta, Luca Lionello, Mia Benedetta e Tommaso Maria Neri. 

The Habit of Beauty Sinossi:

Ernesto – un fotografo di successo – e la sua compagna Elena – gallerista – vivono in Inghilterra e decidono di tornare in Italia per trascorrere una vacanza. Sulle montagne del Trentino hanno un terribile incidente che sconvolgerà le loro vite per sempre. È l’inizio di un percorso intimo e doloroso, diverso per ognuno dei due. Finché, alla vigilia della mostra che dovrebbe riunire Ernesto a Elena dopo tre anni di silenzio, qualcosa di inaspettato li spinge a tornare nella loro terra, dove ancora vivono le famiglie, nel tentativo di ricostruire i legami con il passato e con la propria identità.

 

The Gunman: Trailer del film con Sean Penn e Jasmine Trinca

0
The Gunman: Trailer del film con Sean Penn e Jasmine Trinca

Arriva un nuovo trailer internazionale del film The Gunman, l’action-thriller con Sean Penn e l’italiana Jasmine Trinca, al suo primo film di rispero mondiale. Nel cast anche  Ray Winstone, Javier Bardem, Idris Elba, e Mark Rylance.

the-gunman-1Il film  è  un adattamento basato sul romanzo “The Prone Gunman” di Jean-Patrick Manchette che vede Sean Penn nei panni di Jim Terrier, un agente operativo internazionale che viene tradito dall’organizzazione per cui lavora e deve intraprendere una prolungata latitanza in Europa braccato e pronto a tutto per sopravvivere.

Diretto dal regista action, Pierre Morel, The Gunman uscirà nei cinema americani dal 20 marzo 2015.

The Gunman: trailer del film con Sean Penn

The Gunman: trailer del film con Sean Penn

La Open Roads film ha diffuso online il trailer ufficiale di The Gunman, il nuovo film di Pierre Morel basato su una sceneggiatura di Peter Travis, con protagonista il due volte premio Oscar Sean Penn. Potete vederlo di seguito.

Adattamento del romanzo di Jean-Patrick Manchette “The Prone Gunman”, il film vede nel cast anche Javier Bardem, Idris Elba, Ray Winstone, Mark RylanceJasmine TrincaManchette è morto nel 1995, ma il suo libro è stato tradotto e pubblicato in inglese solo nel 2002.

The Gunman vedrà Sean Penn interpretare un killer professionista che vorrebbe abbandonare quello sporco mestiere per l’amore che prova nei confronti di una donna (Trinca), trovando il tutto più difficile del previsto. Bardem sarà il marito di Jasmine, sua moglie solo e soltanto per fare dispetto al personaggio di Penn, mentre Elba dovrebbe vestire i panni di un pericoloso agente che non si fermerà di fronte a nulla pur di ottenere quel che vuole. Il film uscirà al cinema il 20 Febbraio 2015. 

Fonte: CS

The Gunman: prima clip del film con Sean Penn e Jasmine Trinca

0
The Gunman: prima clip del film con Sean Penn e Jasmine Trinca

Guarda la prima clip di The Gunman con Sean Penn e Jasmine Trinca. Nel cast anche Ray Winstone, Javier Bardem, Idris Elba, e Mark Rylance.

the-gunman-1Il film  è  un adattamento basato sul romanzo “The Prone Gunman” di Jean-Patrick Manchette che vede Sean Penn nei panni di Jim Terrier, un agente operativo internazionale che viene tradito dall’organizzazione per cui lavora e deve intraprendere una prolungata latitanza in Europa braccato e pronto a tutto per sopravvivere.

Diretto dal regista action, Pierre Morel, The Gunman uscirà nei cinema americani dal 20 marzo 2015.

Fonte: CS

The Gunman: Nuovo Trailer del film con Sean Penn

0
The Gunman: Nuovo Trailer del film con Sean Penn

Pubblicato un nuovo trailer del film The Gunman, con Sean Penn e Jasmine Trinca. Nel cast anche Ray Winstone, Javier Bardem, Idris Elba, e Mark Rylance. Diamogli uno sguardo.

https://www.youtube.com/watch?v=BpqEImSXCpg

the-gunman-1Il film  è  un adattamento basato sul romanzo “The Prone Gunman” di Jean-Patrick Manchette che vede Sean Penn nei panni di Jim Terrier, un agente operativo internazionale che viene tradito dall’organizzazione per cui lavora e deve intraprendere una prolungata latitanza in Europa braccato e pronto a tutto per sopravvivere.

Diretto dal regista action, Pierre Morel, The Gunman uscirà nei cinema americani dal 20 marzo 2015.

Fonte: CS

The Gunman: nuova immagine di Sean Penn

0
The Gunman: nuova immagine di Sean Penn

Arriva online una nuova immagine di Sean Penn nei panni di Martin Terrier in The Gunman, il nuovo film di Pierre Morel basato su una sceneggiatura di Peter Travis.

Adattamento del romanzo di Jean-Patrick Manchette “The Prone Gunman”, il film vede nel cast anche Javier BardemIdris ElbaRay WinstoneMark RylanceJasmine TrincaManchette è morto nel 1995, ma il suo libro è stato tradotto e pubblicato in inglese solo nel 2002.

The Gunman vedrà Sean Penn interpretare un killer professionista che vorrebbe abbandonare quello sporco mestiere per l’amore che prova nei confronti di una donna (Trinca), trovando il tutto più difficile del previsto. Bardem sarà il marito di Jasmine, sua moglie solo e soltanto per fare dispetto al personaggio di Penn, mentre Elba dovrebbe vestire i panni di un pericoloso agente che non si fermerà di fronte a nulla pur di ottenere quel che vuole. Il film uscirà al cinema il 20 Febbraio 2015. 

Potete vedere l’immagine qui sotto:

Fonte

 

The Gunman: libro, trama e cast del film con Sean Penn

The Gunman: libro, trama e cast del film con Sean Penn

Già autore di noti action thriller come Io vi troverò e From Paris with Love, il regista francese Pierre Morel si è nuovamente cimentato con tale genere nel 2015, portando sul grande schermo il film The Gunman. Impreziosito da un cast di celebri attori internazionali, questo ruota intorno ad un ex mercenario che si ritrova tradito e ricercato dalle forze dell’ordine per le quali un tempo serviva. Ha così inizio un intricata storia fatta di sospetti, agguati, passioni incontrollabili e grande intrattenimento. Un thriller che promette dunque tanto di regalare grandi emozioni quanto di tenere con il fiato sospeso fino alla fine.

La pellicola è l’adattamento cinematografico del romanzo Posizione di tiro, scritto dal francese Jean-Patrick Manchette nel 1981. Le sue storie, spesso ricche di violenza, erano solite analizzare a fondo la condizione umana e la società della sua epoca, in particolare quella francese. Ritrovano in tale libro molte delle tematiche a lui care, Morel decise di acquisirne i diritti per una trasposizione cinematografica, la prima per questo romanzo in particolare. Girato principalmente tra Londra e Barcellona, The Gunman è in breve diventato oggetto di grande interesse per i fan.

Al momento della sua distribuzione, però, questo è stato accolto in modo particolarmente negativo dalla critica e dal pubblico. Con il tempo è stato in parte rivalutato, e ancora oggi si presenta come un film meritevole di essere riscoperto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di The Gunman

Protagonista del film è Jim Terrier, ex agente delle forze speciali che lavora come mercenario per missioni segrete e pericolose. Durante una di queste, si trova a dover uccidere il ministro delle miniere della Repubblica Democratica del Congo. In seguito a ciò, decide però di abbandonare tale mestiere in cerca di una vita più equilibrata. Dopo otto anni, egli è ora diventato un volontario di un’OGN, e ritornato in Congo ricerca la donna di cui si era innamorato, la dottoressa Annie. La sua quiete viene però interrotta dall’attacco di sicari, incaricati di ucciderlo. Per cercare di scoprire chi lo voglia morto, Jim si trova così costretto a tornare a Londra.

Qui incontra il suo ex collega Felix, il quale è ora sposato proprio con Annie. L’uomo gli rivela che tutti coloro che hanno partecipato otto anni prima all’omicidio del politico rischiano di essere uccisi per evitare una fuga di notizie. Jim dovrà dunque fa fronte a tutte le sue risorse per dimostrare la sua innocenza, intraprendendo una vera e propria corsa contro il tempo. Sul suo percorso si imbatterà però in inaspettati alleati e imprevedibili nemici, e ben presto capire di chi potersi davvero fidare diventerà sempre più complesso.

The Gunman cast

The Gunman: il cast del film

Ad interpretare il mercenario Jim Terrier è il due volte premio Oscar Sean Penn. L’attore, da sempre attratto da questo genere di ruoli, si è dichiarato particolarmente entusiasta di poter dar vita ad un personaggio così complesso e ricco di lati nascosti. Egli venne tuttavia da molti giudicato troppo vecchio per il ruolo, avendo 55 anni al momento delle riprese. Egli si sottopose però ad un lungo allenamento fisico, provando così di poter essere credibile come soldato e nelle sequenze di lotta. Per poter dar vita a queste ultime, ha anche preso diverse lezioni di krav maga. Accanto a lui, nel ruolo dell’ex collega Felix vi è l’attore premio Oscar Javier Bardem. Per la sua partecipazione da non protagonista egli è stato pagato ben 5 milioni di euro, e la sua interpretazione ha poi ricevuto numerose lodi.

Nel ruolo della protagonista femminile Annie, vi è invece l’attrice italiana Jasmine Trinca. Questa ha raccontato di essere stata fortemente voluta nel film da Penn, il quale era rimasto particolarmente colpito dall’interpretazione di lei in Miele. Con lui l’attrice ha dato vita a numerose prove, così da poter dar vita alla chimica di coppia richiesta per i loro personaggi. Nel film è inoltre presente il premio Oscar Mark Rylance, anche questi voluto da Penn per il film. Egli interpreta il personaggio di Cox, ex capo di Terrier e suo confidente. Sono poi presenti anche Ray Winstone nei panni di Stanley e Peter Franzén in quelli di Reiniger. Idris Elba interpreta invece il misterioso DuPont, un pericoloso agente che non si fermerà di fronte a nulla pur di ottenere quel che vuole.

Il trailer di The Gunman e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Gunman è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Prime Video e RaiPlay. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno lunedì 15 gennaio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

The Gunman: intervista a Jasmine Trinca [Video]

0

Guarda l’intervista a Jasmine Trinca, l’attrice protagonista al fianco di Sean Penn in The Gunman:

Jasmine Trinca-fotoJim Terrier (Sean Penn) ha un passato discutibile: forte di un addestramento speciale, ha operato in diverse zone pericolose come Agente Speciale Internazionale. Ma ora sta cercando di riscattarsi. È profondamente innamorato di Annie (Jasmine Trinca) e con lei è intenzionato a cambiare vita in un villaggio africano del Congo, sede di una ONG che si occupa di fornire acqua potabile agli abitanti.

Ma per quanto si sforzi di cancellarlo, il passato lo ossessiona: sopravvissuto all’attentato di tre sicari è costretto a tornare in azione. Deve usare tutte le risorse per le quali è stato addestrato per sopravvivere e dimostrare la sua innocenza.

Per scoprire di chi sia la mano che lo vuole morto si muoverà in lungo e in largo per l’Europa, trovando sul suo cammino persone disposte a credere in lui (Dupont – Idris Elba), vecchie conoscenze dai trascorsi non proprio limpidi (Felix – Javier Bardem) e ex compagni dalla morale discutibile (Cox – Mark Rylance).

The Gunman: il trailer italiano con Sean Penn

0
The Gunman: il trailer italiano con Sean Penn

La 01 Distribution ha diffuso il trailer italiano di The Gunman, il film che vede protagonista Sean Penn con Jasmine Trinca.

Nel cast del film anche Ray Winstone, Javier Bardem, Idris Elba, e Mark Rylance.

The GunmanIl film  è  un adattamento basato sul romanzo “The Prone Gunman” di Jean-Patrick Manchette che vede Sean Penn nei panni di Jim Terrier, un agente operativo internazionale che viene tradito dall’organizzazione per cui lavora e deve intraprendere una prolungata latitanza in Europa braccato e pronto a tutto per sopravvivere.

Diretto dal regista action, Pierre Morel, The Gunman uscirà nei cinema americani dal 20 marzo 2015.

The Gunman: featurette del film con Sean Penn

0
The Gunman: featurette del film con Sean Penn

Sean Penn picchia duro nel nuovo film action che lo vede protagonista, The Gunman, in cui recita anche la nostra Jasmine Trinca. Ecco una featurette del film:

Nel cast del film anche Ray Winstone, Javier Bardem, Idris Elba, e Mark Rylance.

Il film  è  un adattamento basato sul romanzo “The Prone Gunman” di Jean-Patrick Manchette che vede Sean Penn nei panni di Jim Terrier, un agente operativo internazionale che viene tradito dall’organizzazione per cui lavora e deve intraprendere una prolungata latitanza in Europa braccato e pronto a tutto per sopravvivere.

Diretto dal regista action, Pierre Morel, The Gunman uscirà nei cinema americani dal 20 marzo 2015.

The Gunman prima immagine di Sean Penn!

0
The Gunman prima immagine di Sean Penn!

Arriva da comingsoon.net la prima immagine di Sean Penn nei panni di Martin Terrier in The Gunman, il nuovo film di Pierre Morel basato su una sceneggiatura di Peter Travis.

The Guilty: tutte le curiosità sul film Netflix con Jake Gyllenhaal

Era uno dei titoli più attesi della stagione e quindi non c’è da meravigliarsi se The Guilty, con Jake Gyllenhaal, sia trai top trend di Netflix, piattaforma che lo ospita dal 24 settembre, data d’uscita del film. Interpretato da Gyllenhaal, il film è diretto da Antoine Fuqua, che di adrenalina se ne intende e che in questo film dirige un attore che spesso ha fatto scelte controcorrente e che si è costruito una carriera di ruoli, piccoli e grandi, sempre complessi.

Ma siete sicuri di sapere tutto quello che c’è da sapere sul film? Ecco qualche curiosità su The Guilty che troverete sicuramente interessante.

E’ un remake!

La pellicola è un remake americano del film danese The Guilty del 2018.

Antoine Fuqua ha diretto il film in remoto

Poiché qualcuno vicino al regista Antoine Fuqua è risultato positivo al Covid-19 pochi giorni prima dell’inizio delle riprese del film, ha dovuto isolarsi. Fuqua ha diretto l’intero film da un furgone dotato di monitor anziché dal palcoscenico con gli attori.

ANTOINE FUQUA Guilty set
GLEN WILSON/NETFLIX © 2021

Una produzione veloce

Il film è stato girato in soli 11 giorni nel mese di ottobre 2020 a causa della pandemia di COVID-19.

Antoine Fuqua e Jake Gyllenhaal al loro secondo film

The Guilty è la seconda collaborazione del regista Antoine Fuqua con l’attore Jake Gyllenhaal. I due avevano già collaborato insieme nel 2015 per il film Southpaw. Jake Gyllenhaal ha ottenuto il ruolo di protagonista al posto del rapper Eminem che è stato ritenuto non idoneo poco tempo dopo l’annuncio.

The Guilty curiosita film netflixSecondo remake di un film danese per Jake Gyllenhaal

The Guilty è il secondo remake di un film danese che l’attore Jake Gyllenhaal interpreta. Il dato è curioso. L’altro remake nel quale ha preso parte è la pellicola del 2009 Brothers.

Ethan Hawke presta la voce ad un personaggio

Nella versione originale del film Ethan Hawke presta la voce a Bill Miller. Il film è la quarta collaborazione tra l’attore e il regista Antoine Fuqua. I due hanno collaborato già in passato a Training Day (2001), Brooklyn’s Finest (2009) e I magnifici sette (2016).

Peter Sarsgaard, un volto familiare

La sorella di Jake Gyllenhaal, Maggie Gyllenhaal, è sposata con Peter Sarsgaard, che interpretava Henry Fisher.

Voci note

Trai doppiatori noti nella versione originale del film ci sono oltre a Peter Sarsgaard e Ethan Hawke , anche Adrian Martinez, Christina Vidal e Paul Dano.

The Guilty: recensione del film di Gustav Moller

0
The Guilty: recensione del film di Gustav Moller

The guilty è un interessante esperimento di narrazione e di teatralità, in sala dal prossimo 9 marzo con Movies Inspired.

Asger è un agente della polizia di Copenhagen, assegnato al call center per le emergenze, in attesa di ritornare in azione in strada. In una serata che sembra abbastanza noiosa tra ubriachi che hanno litigato con i buttafuori dei locali e chi ha ingerito speed e non sa gestire le conseguenze, Asger riceve la telefonata di una donna spaventata, rapita dal suo ex marito. La linea cade, ma quando finalmente il poliziotto riesce a ricontattare la donna, inizia a capire che la situazione è molto più complicata di quello che sembra.

The Guilty di Gustav Moller è stato presentato al Sundance Film Festival, dove ha vinto il premio del pubblico e più recentemente al Festival di Torino di quest’anno. Forte di questo, è entrato nella shortlist per le candidature come miglior film straniero, ma non è stato incluso tra i finalisti.

Il film merita tutto questo interesse, con la sua capacità di tessere un thriller che alla fine dei conti, si sviluppa in una sola location.

La prima somiglianza è quella con Locke,  film girato tutto in macchina, con Tom Hardy al telefono per 90 minuti, diretto verso una destinazione misteriosa.

In questo caso il mistero è più chiaro: un delitto sta avendo luogo al di fuori delle mura del call center e Asger non può che gestirlo dalla linea telefonica.

Le scene quindi, prendono vita nella mente dello spettatore, e questo è l’obiettivo che voleva raggiungere il regista norvegese, giovane diplomato della scuola di cinema danese: lasciare che la messa in scena avvenisse fuori dal film stesso. Al contrario della normale narrazione, per cui sarebbe naturale avere il film fuori, a cercare e vedere il delitto, in The guilty ne vediamo solo le conseguenze e l’attesa.

Si dice che quando si legge un romanzo, la nostra immaginazione crea scene più dettagliate e terrificanti di quanto potrebbe fare qualsiasi film e questo è corretto, forse fa eccezione il solo Lars Von Trier, regista danese, che si appresta a terrorizzarci con La casa di Jack.

The Guilty, recensione del film con Jake Gyllenhaal

The Guilty, recensione del film con Jake Gyllenhaal

The Guilty, nuovo film di Antoine Fuqua, è il remake dell’omonimo film danese del 2018. Il film é stato presentato al Toronto International Film Festival l’11 settembre 2021, sarà distribuito limitatamente in alcune sale statunitensi dal 24 settembre e approderà su Netflix il 1 Ottobre.

The Guilty perde la freddezza claustrofobica dell’originale

Questa versione di The Guilty è ambientata a Los Angeles durante il culmine della stagione degli incendi e, come rivelano alcuni rapidi flash di cinegiornali, anche un periodo di disordini sociali. Incendi di ogni tipo imperversano e il fumo soffoca l’aria, ma l’agente Joe Baylor (Jake Gyllenhaal) non riesce a prendere fiato: ha un’asma furiosa e una vita personale e professionale piuttosto turbolenta. Costretto a faticare al centro di smistamento del 911 della città – una punizione per ragioni che si rivelano lentamente – il cattivo atteggiamento di Joe è a un punto critico.

Entra quindi in scena Emily. Il personaggio è uno dei tanti nel film che esiste solo come voce al telefono; i titoli di coda di Fuqua evitano di attribuire nomi ai personaggi che chiamano la centrale, anche se il cast di supporto stellare del film include Riley Keough, Peter Sarsagaard, Ethan Hawke, Eli Goree e Da’Vine Joy Randolph. Emily viene presentata proprio come la sua controparte nel film di Moller: Joe risponde al telefono, ma la donna singhiozzante finge di essere al telefono con suo figlio sconvolto. Joe riesce a superare il suo terribile umore e i suoi problemi familiari per capire cosa sta realmente accadendo; Emily è stata rapita e non può dire molto a Joe. Il poliziotto si mobilita quindi per cercare di risolvere un caso apparentemente inverosimile e tentare di salvare Emily prima che sia troppo tardi.

Dal punto di vista narrativo, le trame delle due versioni di The Guilty si equivalgono quasi totalmente: l’adattamento di Nic Pizzolato tende a rimanere piuttosto vicino alla versione originale, cercando di puntare tutto sul coinvolgimento patetico di Gyllenhaal, qui in veste anche di produttore del film. Pizzolato tenta di aggiungere ulteriori spunti di riflessione, come domande più profonde sul ruolo della polizia nel mondo moderno, che contrastano tuttavia con l’impianto da canonico thriller hollywoodiano che si viene a creare durante la visione del film. Questo remake di The Guilty sembra travisare completamente il minimalismo tensivo dell’originale, proponendone una versione adrenalinica in costante defibrillazione.

Gyllenhaal è focus nevralgico dell’intera pellicola e convoglia l’attenzione dello spettatore sulla mimica facciale e il controcampo visivo, rappresentato unicamente dai supporti tecnologici: computer e linea telefonica sono infatti gli unici mezzi di interlocuzione per Joe, ed effettivamente permettono di acuire il crescendo tensivo della pellicola nella stessa maniera dell’originale. Il fascino dell’originale di Moller risiede tuttavia nell’accezione estremamente “nordica”, serrata e altamente claustrofobica della pellicola; la traslazione della vicenda in California dà vita necessariamente a una patina da thriller poliziesco intrinsecamente americano, che funziona nel complesso, ma non consta del medesimo lavoro accurato in termini di scenografia e messa in scena dell’originale.

The Guilty Jake Gyllenhaal

The Guilty rimane nell’ombra dell’originale

La riflessione sulla colpa in senso lato e sull’identificazione di chi sia, effettivamente, più o meno colpevole e nei riguardi di cosa, viene meno nel remake di Fuqua. La forza propulsiva della sceneggiatura originale risiedeva infatti nell’analogia inizialmente suggerita tra protagonista e l’interlocutrice femminile: entrambi impenitenti e fuggitivi, divorati internamente dal timore generato da una colpa per loro impronunciabile. Si tratta di personaggi attanagliati da un presente statico, che trova in un’agorafobia degli spazi scenici la sua rappresentazione migliore.

Ciò che ha fatto spiccare il film originale è la sua attenzione su un caso singolare e pieno di suspense, girato in un’unica location con un uso eccellente del montaggio del suono, del missaggio e dell’editing, insieme a una notevole performance del protagonista per offrire un vero senso di suspense. The Guilty sembra invece leggermente più interessato a creare due trame parallele: la storia di Joe e quella del caso che sta disperatamente cercando di risolvere, creano due linee narrative che faticano ad intersecarsi e conferire alla trama un’organicità di fondo.

Questo va sia a vantaggio che a svantaggio del film: da un lato, offre una grande vetrina per le capacità recitative di Gyllenhaal, che riesce a mostrare ancora una volta la sua duttilità attoriale nel rendere la  vulnerabilità di un uomo che lotta per venire a patti con il suo passato mentre corre contro il tempo per salvare la vita di qualcuno. Con le telecamere di Fuqua che seguono infatti Joe in stile documentario, una miriade di primi piani del viso di Joe, dei suoi occhi, della sua bocca, mentre naviga attraverso uno tsunami infinito di chiamate d’emergenza, è evidente fin dall’inizio che Joe è sotto un grande stress lavorativo, ma anche nella vita personale.

D’altra parte, e nell’impiegare una parte maggiore di minutaggio indagando le “nuove” lotte di Joe, The Guilty si allontana da ciò che ha reso l’originale veramente efficace: perde l’attenzione sulla trama principale e lo spettatore non può fare a meno di sentire il distaccamento empatico dal personaggio, chiuso in problematiche raffazzonate e poco incisive, totalmente distanti dalle riflessioni etiche della controparte nordica.

The Guest: trailer del nuovo film con Dan Stevens

0
The Guest: trailer del nuovo film con Dan Stevens

The GuestDopo l’horror thriller You’re Next  (2011), il regista  Adam Wingard torna con un nuovo thriller dal titolo The Guest, di cui è già stato diffuso il trailer.

Ricordiamo inoltre che,  il film scritto dallo sceneggiatore Simon Barrett, ha come protagonista  Dan Stevens, già visto nel ruolo di Matthew Crawley nella serie televisiva Downton Abbey.

Ecco il primo trailer del film:

[script src=http://www.springboardplatform.com/js/overlay][/script][iframe id=”wo007_953011″ src=”http://cms.springboardplatform.com/embed_iframe/45/video/953011/wo007/worstpreviews.com/10/1/” width=”395″ height=”329″ frameborder=”0″ scrolling=”no”][/iframe]

Il film racconta di una famiglia che fa amicizia con un uomo che non è chi dice di essere. I realizzatori del film e Dan stesso hanno però dichiarato che questo personaggio e un po’ più cattivo rispetto alla media dei caratteri simili. Ecco di seguito un’intervista in cui l’attore racconta la sua esperienza nel film.

Fonte: www.worstpreviews.com

The Guest: intervista a Dan Stevens sul film [VIDEO]

0
The Guest: intervista a Dan Stevens sul film [VIDEO]

the-guest-banner

Dopo l’horror thriller You’re Next  (2011), il regista  Adam Wingard torna con un nuovo thriller dal titolo The Guest. Accanto a lui ci sarà, ancora una volta, lo sceneggiatore Simon Barret, già al lavoro con Wingard appunto in You’re The Next. Protagonista della pellicola sarà invece Dan Stevens, noto soprattutto per il ruolo di Matthew Crawley nella serie televisiva Downtown Abbey.

Dan Stevens è stato recentemente intervistato da ShockTillYouDrop.com, con cui ha discusso la realizzazione di The Guest, tutto ciò che accadeva dietro le quinte per ottenere lo stile unico del film, in uscita oggi negli Stati Uniti. Vi mostriamo la video intervista:

[iframe id=”cs006_990543″ src=”http://cms.springboardplatform.com/embed_iframe/81/video/990543/cs006/shocktillyoudrop.com/10/1/” width=”640″ height=”386″ frameborder=”0″ scrolling=”no”][/iframe]

Il film racconta di una famiglia che fa amicizia con un uomo che non è chi dice di essere. I realizzatori del film e Dan stesso hanno però dichiarato che questo personaggio e un po’ più cattivo rispetto alla media dei caratteri simili.

Fonte: Comingsoon.net

The Grudge: lo “spaventoso” trailer vietato

0
The Grudge: lo “spaventoso” trailer vietato

La Sony Pictures ha diffuso il nuovo trailer di The Grudge, l’atteso reboot dell’omonimo film horror di successo. Il nuovo contributo è un trailer vietato. The Grudge si basa sulla saga horror lanciata da Takashi Shimizu nel lontano 2004.

Il nuovo film è diretto da Nicolas Pesce (The Eyes of My Mother) e prodotto nuovamente dal maestro dell’horror Sam Raimi.

The Grudge è un film horror il reboot di un classico dell’horror, il “Ju-On: The Grudge” di Takashi Shimizu scritto e diretto da Nicolas Pesce , basato su una storia di Jeff Buhler e Pesce, e prodotto da Sam Raimi, Robert Tapert e Takashige Ichise. Il film si svolge nella stessa timeline concomitante come pellicola dello stesso nome 2004.

Il film debutterà in Italia al cinema dal 24 Febbraio distribuito da Sony Pictures.

The Grudge, la trama

Una madre single e un giovane detective, Muldoon (Andrea Riseborough), scoprono che una casa di periferia è maledetta da un fantasma vendicativo che condanna coloro che vi entrano con una morte violenta. Ora corre per salvare se stessa e suo figlio dagli spiriti demoniaci della casa maledetta del suo quartiere. – Sony Pictures Entertainment

The Grudge, il cast

In The Grudge protagonisti sono Andrea Riseborough come detective Muldoon, Demián Bichir, John Cho come Peter, Betty Gilpin nel ruolo di Nina Spencer, Lin Shaye come Faith Matheson, Jacki Weaver, e William Sadler. Fanno parte del cast anche Frankie Faison nel ruolo di Mr. Matheson, Tara Westwood nel ruolo di Fiona, Nancy Sorel nel ruolo dell’agente Cole, Stephanie Sy nel ruolo di Amnio Nurse, Joel Marsh Garland come il Detective Greco, David Lawrence Brown nel ruolo di Sam Landers, Junko Bailey nel ruolo di Kayako, Robin Ruel nel ruolo del Dr. Friedman, Zoe Fish nel ruolo di Melinda Landers  eBradley Sawatzky nel ruolo dell’ufficiale Michaels.

The Grudge: in arrivo il reboot di un classico dell’horror

0
The Grudge: in arrivo il reboot di un classico dell’horror

Dal produttore Sam Raimi, il reboot di un classico dell’horror, il “Ju-On: The Grudge” di Takashi Shimizu. Diretto da Nicolas Pesce, THE GRUDGE con Andrea Riseborough, Demián Bichir, John Cho, Betty Gilpin con Lin Shaye e Jacki Weaver.

The Grudge è un film horror il reboot di un classico dell’horror, il “Ju-On: The Grudge” di Takashi Shimizu scritto e diretto da Nicolas Pesce , basato su una storia di Jeff Buhler e Pesce, e prodotto da Sam Raimi, Robert Tapert e Takashige Ichise. Il film si svolge nella stessa timeline concomitante come pellicola dello stesso nome 2004.

Il film debutterà in Italia al cinema dal 24 Febbraio distribuito da Sony Pictures.

The Grudge, la trama

Una madre single e un giovane detective, Muldoon (Andrea Riseborough), scoprono che una casa di periferia è maledetta da un fantasma vendicativo che condanna coloro che vi entrano con una morte violenta. Ora corre per salvare se stessa e suo figlio dagli spiriti demoniaci della casa maledetta del suo quartiere. – Sony Pictures Entertainment

The Grudge, il cast

In The Grudge protagonisti sono Andrea Riseborough come detective Muldoon, Demián Bichir, John Cho come Peter, Betty Gilpin nel ruolo di Nina Spencer, Lin Shaye come Faith Matheson, Jacki Weaver, e William Sadler. Fanno parte del cast anche Frankie Faison nel ruolo di Mr. Matheson, Tara Westwood nel ruolo di Fiona, Nancy Sorel nel ruolo dell’agente Cole, Stephanie Sy nel ruolo di Amnio Nurse, Joel Marsh Garland come il Detective Greco, David Lawrence Brown nel ruolo di Sam Landers, Junko Bailey nel ruolo di Kayako, Robin Ruel nel ruolo del Dr. Friedman, Zoe Fish nel ruolo di Melinda Landers  eBradley Sawatzky nel ruolo dell’ufficiale Michaels.

The Grudge: in arrivo il reboot del film con Sarah Michelle Gellar

0

Secondo quanto riportato da Deadline, la Ghost House Pictures e la Good Universe starebbero preparando un reboot di The Grudge, l’horror soprannaturale diretto nel 2004 da Takashi Shimizu e interpretato dall’ammazzavampiri più famosa della tv, Sarah Michelle Gellar. La sceneggiatura di questo nuovo film sarà scritta da Jeff Buhler (Midnight Meat Train), mentre alla produzione troveremo Doug Davison, Joe Drake, Taka Ichise, Roy Lee, Sam Raimi (già produttore del film originale) e Rob Tapert, con Nathan Kahane che figurerà invece tra i produttori esecutivi.

Sarah Michelle Gellar è apparsa, oltre che nel primo film originale, anche del seguito, The Grudge 2, del 2006. Non compare, invece, nel terzo capitolo del film, uscito direttamente per il mercato home video, dal titolo The Grudge 3, uscito nel 2009.

Fonte: CS

The Grudge, trailer del reboot prodotto da Sam Raimi

0
The Grudge, trailer del reboot prodotto da Sam Raimi

Ecco il trailer di The Grudge, dal produttore Sam Raimi, nuovo reboot del un classico dell’horror, il “Ju-On: The Grudge” di Takashi Shimizu. Diretto da Nicolas Pesce, THE GRUDGE con Andrea Riseborough, Demián Bichir, John Cho, Betty Gilpin con Lin Shaye e Jacki Weaver.

The Grudge è un film horror il reboot di un classico dell’horror, il “Ju-On: The Grudge” di Takashi Shimizu scritto e diretto da Nicolas Pesce , basato su una storia di Jeff Buhler e Pesce, e prodotto da Sam Raimi, Robert Tapert e Takashige Ichise. Il film si svolge nella stessa timeline concomitante come pellicola dello stesso nome 2004. Il film debutterà in Italia al cinema dal 24 Febbraio distribuito da Sony Pictures.

The Grudge, la trama

Una madre single e un giovane detective, Muldoon (Andrea Riseborough), scoprono che una casa di periferia è maledetta da un fantasma vendicativo che condanna coloro che vi entrano con una morte violenta. Ora corre per salvare se stessa e suo figlio dagli spiriti demoniaci della casa maledetta del suo quartiere. – Sony Pictures Entertainment

The Grudge, il cast

In The Grudge protagonisti sono Andrea Riseborough come detective Muldoon, Demián Bichir, John Cho come Peter, Betty Gilpin nel ruolo di Nina Spencer, Lin Shaye come Faith Matheson, Jacki Weaver, e William Sadler. Fanno parte del cast anche Frankie Faison nel ruolo di Mr. Matheson, Tara Westwood nel ruolo di Fiona, Nancy Sorel nel ruolo dell’agente Cole, Stephanie Sy nel ruolo di Amnio Nurse, Joel Marsh Garland come il Detective Greco, David Lawrence Brown nel ruolo di Sam Landers, Junko Bailey nel ruolo di Kayako, Robin Ruel nel ruolo del Dr. Friedman, Zoe Fish nel ruolo di Melinda Landers  eBradley Sawatzky nel ruolo dell’ufficiale Michaels.

The Gringo Hunters: la storia vera dietro la serie Netflix

The Gringo Hunters: la storia vera dietro la serie Netflix

Da oltre vent’anni, una squadra speciale di agenti di polizia messicani opera in silenzio lungo il confine settentrionale per rintracciare e deportare i fuggitivi stranieri che attraversano il Messico per sfuggire alle accuse penali nei loro paesi d’origine. Conosciuta ufficiosamente come The Gringo Hunters, la squadra opera da Tijuana ed è specializzata nel localizzare e rimuovere questi fuggitivi, per lo più americani, che entrano in Messico nella speranza di sfuggire al sistema giudiziario statunitense. Ufficialmente, si chiama Unità di collegamento internazionale della polizia dello Stato della Bassa California.

Le loro operazioni reali hanno ora ispirato la nuova serie Netflix, The Gringo Hunters (Los Gringo Hunters), sulla piattaforma dal 9 luglio. Il dramma è basato su un articolo del Washington Post del 2022 che offriva uno sguardo più articolato su come l’unità rintraccia, arresta e espelle i fuggitivi con rapidità e discrezione. Si tratta dunque di una storia che merita indubbiamente un maggior approfondimento, al fine di comprendere meglio il contesto in cui tali dinamiche avvengono e le dinamiche con cui si svolgono.

Un’unità di cui pochi al di fuori del Messico avevano mai sentito parlare

Sin dalla sua fondazione nel 2002, l’unità ha espulso ad oggi più di 1.600 fuggitivi, per lo più uomini americani ricercati per reati gravi come omicidio, rapimento, reati sessuali e traffico di droga. In media effettuano circa 13 arresti al mese e tra i catturati ci sono fuggitivi presenti nella lista dei dieci ricercati dall’FBI, serial killer e miliardari accusati di frode finanziaria. Per portare avanti le loro operazioni, i cacciatori di gringos lavorano in borghese, guidano veicoli senza contrassegni e si affidano alle informazioni fornite da agenzie statunitensi come l’FBI, il Dipartimento della Sicurezza Interna e gli U.S. Marshals.

The Gringo Hunters serie Netflix
Foto cortesia di Netflix

Sono addestrati sia sul sistema legale messicano che su quello statunitense e si concentrano esclusivamente su casi di grande impatto. Parte della loro formazione consiste inoltre nell’osservare le persone che si distinguono nelle comunità messicane, un’abilità essenziale quando si cercano sospetti che spesso cercano di mimetizzarsi. Ad esempio, i fuggitivi indossano spesso pantaloncini e infradito più dei locali e parlano poco spagnolo. Gli agenti prestano attenzione anche a comportamenti irregolari e caratteristiche fisiche come tatuaggi o cicatrici documentati nelle banche dati criminali statunitensi.

Invece di seguire lunghe procedure di estradizione, l’unità utilizza le violazioni delle leggi sull’immigrazione per espellere rapidamente i sospetti. La maggior parte degli arresti viene completata in poche ore. Poiché gli agenti statunitensi non possono operare in modo indipendente in Messico, si affidano dunque alla polizia messicana per effettuare gli arresti. Non si tratta quindi di un’estradizione formale, che richiede un processo giudiziario. Tecnicamente, i fuggitivi vengono espulsi per aver violato la legge messicana sull’immigrazione.

Il caso che ha rivelato l’unità al mondo

Fino al 2022, l’unità era in gran parte sconosciuta al di fuori degli ambienti delle forze dell’ordine. La situazione è però cambiata quando Kevin Sieff, corrispondente investigativo internazionale del Washington Post, si è unito alla squadra mentre si preparava ad arrestare Damion Salinas, un americano di 21 anni accusato di omicidio in California. L’articolo di Sieff descrive in dettaglio come gli agenti hanno rintracciato Salinas a Ensenada, confermato la sua identità e coordinato l’operazione con i Marshals statunitensi.

Harold Torres in The Gringo Hunters
Harold Torres in The Gringo Hunters. Foto cortesia di Netflix

L’arresto è avvenuto sul ciglio della strada ed è durato in tutto pochi secondi. Salinas è poi stato espulso quasi immediatamente. L’articolo ha dunque offerto una rara panoramica sulle tattiche quotidiane dell’unità e sul suo approccio discreto. Con l’articolo di Sieff, l’unità The Gringo Hunters ha dunque guadagnato maggiore popolarità, cosa che non necessariamente è un bene per loro, intenzionati ad operare senza destare sospetti. Ad ogni modo, la notorietà di cui sono stati investiti li ha portati ad essere oggi oggetto della serie TV disponibile su Netflix.

La silenziosa riscrittura di una narrazione di confine

Il soprannome dell’unità, The Gringo Hunters, è emerso informalmente tra la popolazione locale come abbreviazione della loro missione: trovare e arrestare i fuggitivi stranieri che credono che attraversare il confine con il Messico li metta al riparo dalla giustizia. Anche se la squadra non ha adottato ufficialmente questo nome, esso riflette un ribaltamento della tradizionale narrazione di confine. Invece dei messicani che fuggono verso nord, sono gli americani a nascondersi a sud del confine e ad essere rintracciati dalle forze dell’ordine messicane.

L serie Netflix The Gringo Hunters drammatizza ovviamente molto la loro storia e non si basi direttamente su precisi eventi. Piuttosto, si è voluto ricostruire il contesto in cui operano e le sfide con cui si trovano a confrontarsi quotidianamente. Ancora oggi,  i veri agenti operano in modo silenzioso ed efficiente. Arrestano i fuggitivi e li riportano rapidamente davanti alla giustizia, spesso senza l’attenzione del pubblico o clamore. Il loro lavoro richiede dunque grande pazienza, precisione e stretta collaborazione con le forze dell’ordine statunitensi.

The Grinch: il primo sguardo al film con la voce di Benedict Cumberbatch

0

Ecco il primo sguardo a The Grinch, il nuovo film d’animazione con la voce di Benedict Cumberbatch, mostrato durante la cerimonia di apertura dei giochi olimpici invernali di PyeongChang 2018.

Il primo poster del film raffigurava il protagonista che sarà doppiato da Benedict Cumberbatch nella sua versione adulta, per raggiungere all’anagrafe il personaggio creato nel 1957 dal Dr. Seuss che celebre racconto Il Grinch e la favola di Natale!.

Alla regia del film ci sono Peter Candeland e Yarrow Cheney, mentre fa parte del cast vocale al fianco di Cumberbatch anche Matthew O’Callaghan.

La novella del Dr. Seuss venne adattata per la prima volta in animazione, nel 1966, con Boris Karloff che venne scelto per prestare la voce al personaggio, questa vecchia e cattiva creature che desiderava rovinare il Natale nella città di Chistaqua.

Dopo il lavoro di Chuck Jones, adesso la Illumination, casa dei Minions e di Cattivissimo Me, adatterà il personaggio all’era della computer grafica.

La storia vanta un altro adattamento, diretto da Ron Howard, con protagonista Jim Carrey.

Il film è atteso per il 2018 e potrebbe raccontare una storia di origini, in cui scopriamo in che modo questa creaturina verde, anche tenera, come la vediamo nel poster, si è trasformata nel vecchio cattivo che dà il titolo alla storia originale.

Leggi la recensione de Il Grinch

The Grey: trama, cast e finale del film con Liam Neeson

The Grey: trama, cast e finale del film con Liam Neeson

Negli ultimi anni l’attore Liam Neeson si è cimentato in una lunga serie di thriller d’azione, grazie ai quali si è potuto affermare come una delle icone di questo genere. Titoli come La preda perfetta, Run All Night e L’uomo sul treno hanno infatti raccolto ampi consensi di pubblico, favorendo sempre più titoli simili. Prima di questi, nel 2011, vi è però stato The Grey, complesso film thriller con tematiche filosofiche diretto da Joe Carnahan. Questi aveva già diretto Neeson nel precedente A-Team, e torna qui a collaborare con lui per un progetto ambizioso e controverso, prodotto niente di meno che dal regista Ridley Scott.

The Grey è basato su un racconto intitolato Ghost Walker di Ian Mackenzie Jeffers, qui anche autore della sceneggiatura insieme al regista. La storia dai due riscritta porta dunque gli spettatori in un selvaggio ambiente invernale, dove i protagonisti sono costretti a confrontarsi con pericoli estremi pur di avere qualche speranza di sopravvivere. Una lotta che è tanto esteriore quanto interiore, raccontata attraverso la voce narrante del protagonista, che si lascia esplorare in tutta la sua complessità. Circondato dai paesaggi della provincia nota come Columbia Britannia in Canada, questi affronta un viaggio spirituale ricco di simbolismi, portando con sé lo spettatore.

Costato 25 milioni di dollari, The Grey è arrivato a guadagnarne circa 81 in tutto il mondo. Ha inoltre ottenuto ampi consensi di critica, ricevendo però anche diversi pareri negativi per via dell’immagine data dei lupi, animale estremamente importante nel racconto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo finale alternativo. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Grey: la trama del film

Protagonista del film è John Ottway, un tiratore scelto silenzioso e solitario. Senza amici e senza amore si trascina quotidianamente facendo il suo lavoro, che consiste nel proteggere gli operai di una raffineria in Alaska dagli attacchi di animali selvatici, e ricordando con malinconia i bei tempi in cui sua moglie era ancora viva. L’esilio al confine del mondo è quasi una scelta obbligata per lui e per i suoi simili, uomini persi, persone “non adatte al genere umano”, gente che scappa dalla civiltà per tornarci solo in vacanza. Il suo nuovo compito, ora, è di proteggere un gruppo di operai petroliferi in Alaska dai lupi presenti nella zona.

A lavoro concluso, però, durante il viaggio di ritorno, l’aereo su cui si trovano John e il resto del gruppo precipita a causa di una tempesta e solo in pochi escono indenni dal disastro. Anche per loro la vera salvezza si rivelerà però essere molto lontana. Per raggiungere la civiltà e considerarsi fuori pericolo i protagonisti dovranno infatti battersi contro gelo, tempeste e un branco di lupi feroci. Entrati involontariamente nel territorio di questi, gli uomini dovranno cercare di passare il più inosservati possibile, ma depistare il fiuto di un lupo è quanto mai complesso, e richiederà attenzioni speciali.

The Grey cast

The Grey: il cast del film

Al momento di scegliere l’attore protagonista, l’iniziale candidato sembrava essere l’attore Bradley Cooper. Per via di precedenti impegni, però, questi non poté prendere parte al progetto. Il ruolo di John Ottway è così stato affidato all’attore Liam Neeson. Già abituato al genere, questi dovette comunque sottoporsi ad un allenamento speciale al fine di poter gestire le fredde temperature previste nelle location scelte. L’attore ha infatti raccontato di essersi trovato a circa -40 gradi, trovando l’esperienza particolarmente complessa. Per prepararsi al suo personaggio, inoltre, Neeson decise di studiare approfonditamente il movimento dei lupi, cercando di comprenderne la natura e la psicologia.

Presente solo in alcuni flashback è la moglie di John, interpretata dall’attrice Anne Openshaw. Il resto della squadra che si trova a dover gestire la difficile situazione del film è invece composta da attori come Dallas Roberts nei panni di Pete Hendrick e Joe Anderson in quelli di Todd Flannery. Nonso Anozie, recentemente visto anche nei film Artemis Fowl e Cenerentola, svolge qui il ruolo di Jackson Burke. James Badge Dale, noto per la serie 24, è invece Luke Lewenden. Infine, è presente l’attore Frank Grillo nei panni di John Diaz, membro del gruppo che entrerà apertamente in contrasto con Ottway sul da farsi. Grillo è meglio noto per il personaggio di Leo Barnes in alcuni film della serie La notte del giudizio.

The Grey: il finale, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Nonostante ci si possa aspettare di imbattersi in scontri corpo a corpo tra i protagonisti e i lupi, di questi nel film non vi è volutamente traccia. Lo stesso finale evita di mostrare ciò, svelando l’esito dello scontro soltanto con una scena posta al termine dei titoli di coda. Il regista, tuttavia, ha raccontato di aver effettivamente girato un finale alternativo dove Ottway viene mostrato mentre cerca di prevalere fisicamente sul capo branco dei lupi. Tale finale venne però considerato da lui non il linea con quanto mostrato nel resto del film, portandolo dunque a scegliere di ometterlo. In questo modo, ha preservato l’ambiguità e la filosofia che la storia doveva esprimere.

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Grey è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision, Amazon Prime Video e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 28 febbraio alle ore 23:30 sul canale TV8.

Fonte: IMDb, MoveableFest

The Grey: recensione del film con Liam Neeson

0

The Grey è il film thriller del 2011 che ha trionfato al Box Office diretto da Joe Carnahan e con protagonista Liam Neeson, basato sul racconto Ghost Walker di Ian Mackenzie Jeffers.

The Grey, il film action thriller di sopravvivenza

John Ottway (Liam Neeson) è un tiratore scelto silenzioso e solitario. Senza amici e senza amore si trascina quotidianamente facendo il suo lavoro, che consiste nel proteggere gli operai di una raffineria in Alaska dagli attacchi di animali selvatici, e ricordando con malinconia i bei tempi in cui sua moglie era ancora viva. L’esilio al confine del mondo è quasi una scelta obbligata per lui e per i suoi simili, uomini persi, persone “non adatte al genere umano”, gente che scappa dalla civiltà per tornarci solo in vacanza.

Durante uno di questi viaggi temporanei, però, l’aereo su cui viaggia John precipita a causa di una tempesta e solo in pochi escono indenni dal disastro. Anche per loro, però, la vera salvezza è molto lontana: per raggiungere la civiltà e considerarsi fuori pericolo i protagonisti dovranno infatti battersi contro gelo, tempeste e un branco di lupi feroci.

Lo scontro uomo-natura, soggetto sempre affascinante e spesso inflazionato, in The Grey si sviluppa in un modo molto particolare: lo scontro tra esseri umani e lupi, infatti, prende le forme di una battaglia che ha una sfumatura ultraterrena e gli animali, lungi dall’essere rappresentati con realismo, sono enormi, crudeli e cacciano non solo per nutrirsi ma per sterminare la compagnia di uomini.

The Grey, Uomo-natura, bene-male

Purtroppo il desiderio di Joe Carnahan (regista e co-sceneggiatore) di trasformare una lotta uomo-natura in uno scontro bene-male è un punto debole per il film, poiché la sceneggiatura non dà le basi necessarie affinché questa mutazione avvenga senza apparire forzata. I lupi, infatti, presenze oscure nella notte e pericolo incombente sulla strada della salvezza, sono in un primo tempo temuti in quanto belve affamate che difendono il loro territorio, poi, senza alcun motivo apparente, iniziano ad incarnare una cattiveria più profonda e insondabile, per giungere, nel finale, ad una sorta di umanizzazione, con uno scontro frontale tra lupo capobranco e uomo capobranco.

The Grey filmAccanto a queste scivolate di scrittura e stile vi sono però anche aspetti interessanti. Ad esempio la scelta di affiancare un grande attore a volti poco noti, in modo che lo spettatore, fino alla fine, non può fare pronostici su chi si salverà e chi no. Tutti sono uguali (tranne Neeson), tutti possono morire in qualunque momento.

Nonostante la resa realistica dell’ambientazione, possibile grazie alle riprese in alta montagna, e la buona interpretazione da parte di tutto il cast, The Grey non si fa portatore di alcuna novità all’interno del suo genere e rimane al livello di un modesto film d’azione con qualche velleità di grandezza.

Tra queste velleità si segnala che il vero finale di The Grey, una scena di pochi secondi, appare alla fine dei titoli di coda.  Di sei minuti di titoli di coda.