E’ stato ufficialmente rilasciato
il primo trailer del film The King, diretto dal
regista David Michod con protagonista assoluto
Timothée
Chalamet, già apprezzato in Chiamami col tuo
nome.
Scritto da Michod stesso insieme a
Joel
Edgerton, la storia è ispirata all’opera Enrico V di
William Shakespeare. Protagonista è il giovane Hal (Chalamet),
riluttante erede al trono che preferisce vivere tra la sua gente
piuttosto che nella corte reale. Alla morte del tirannico padre,
egli si trova tuttavia a dover affrontare tumulti e tensioni
politiche all’interno del suo regno. Incoronato nuovo re, con il
nome di Enrico V, si vedrà così costretto ad assumere quel poter a
cui sperava di sfuggire. Chiamato al dovere, il giovane Enrico
dovrà così gestire il caos e le guerre ereditate dal padre, aiutato
tuttavia dal suo caro amico e mentore Falstaff, interpretato da
Edgerton.
Nel cast del film sono presenti
anche gli attori Ben Mendelsohn, Robert Pattinson,
Lily-Rose Depp e Sean Harris.
The King verrà presentato in anteprima fuori
concorso il 2 settembre al Festival del Cinema di Venezia, che si
svolgerà dal 27 al 7 settembre. Successivamente il film otterrà una
distribuzione limitata nelle sale cinematografiche statunitensi
dall’11 ottobre, per poi approdare sulla piattaforma streaming
Netflix dall’1 novembre 2019.
Di seguito è possibile trovare il
trailer ufficiale.
Il regista Robert
Zemeckis è già al lavoro sul suo prossimo film. Si
intitolerà The King ed avrà come protagonista
l’ormai lanciassimo Dwayne Johnson. L’attore
interpreterà il re hawaiano Kamehameha, all’interno di
uno script scritto da Randall Wallace, famoso per
aver dato vita al cult Braveheart. La figura del
re Kamehameha è già epica: fu il primo a riunire tutte le isole
hawaiane, seguendo una profezia che lo indicava come unico sovrano.
Storicamente fece avanzare la cultura del commercio tra i suoi
sudditi per competere con le navi straniere dell’Europa che
cominciarono a comparire sulle sue coste, terrorizzando la
popolazione.
Da anni si cercava di portare sul
grande schermo questa storia e le case di produzione hanno fatto
letteralmente a gara per contendersi lo script. Ad averla vinta
sono stati i dirigenti della New Line e della Warner Bros, con un
piccolo contributo della Seven Bucks Productionsv dello stesso
Johnson. Secondo i primi dati il film non potrà entrare in
lavorazione prima del 2020 a causa degli impegni del regista ma
soprattutto quelli dell’attore attualmente impegnato sul set di
Jungle Cruise per la Disney e già scritturato per
lo spin-off di Fast and Furious. Per lui sono anni d’oro che si
coronano con l’ingaggio per questo ruolo che gli permetterà di
valorizzare la sua origine samoana che orgogliosamente professa in
ogni uscita pubblica.
E’ The King’s
Speech il vincitore del premio del pubblico del Toronto
International Film Festival, il premio principale del festival che
negli ultimi anni ha coinciso con film che sono stati candidati al
Premio Oscar come miglior film (Shine, Precious) o addirittura lo
hanno vinto (American Beauty, The Millionaire, La Vita è Bella –
vincitore dell’oscar come miglior film straniero).
Disney e 20th Century Fox hanno
annunciato il titolo ufficiale del prequel di
KingsmanSecret Service
annunciato lo scorso anno che sarà diretto da Matthew
Vaughn: il film si chiamerà The King’s
Man e arriverà nelle sale il 14 Febbraio
2020.
Questa la prima sinossi rivelata
dagli studios:
Mentre una raccolta dei
peggiori tiranni della storia e criminali si riunisce per
organizzare una guerra di proporzione mondiale, un uomo dovrà
correre contro il tempo per fermarli. Questo sarà infatti il
racconto delle origini dell’agenzia di intelligence indipendente
che tutti conosciamo con il nome di Kingsman.
Nel cast di The
King’s Man – Le Origini sono stati confermati
Ralph Fiennes, Matthew Goode
e Harris Dickinson, e la storia sarà ambientata
molto prima degli eventi narrati nel capitolo iniziale del
franchise tratto dai fumetti di Mark Millar e Dave Gibbons.
Diretto da Matthew Vaughn, il nuovo
lungometraggio 20th Century Studios The King’s Man – Le Origini arriverà il 5
gennaio nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company
Italia. Quando i peggiori tiranni e menti criminali della storia si
riuniscono per organizzare una guerra per spazzare via milioni di
vite, un uomo dovrà correre contro il tempo per fermarli. The King’s Man – Le
Originirivela la nascita della
prima agenzia di intelligence indipendente.
The King’s Man – Le Origini è diretto da
Matthew Vaughn ed è interpretato da Ralph Fiennes, Gemma Arterton,
Rhys Ifans, Matthew Goode, Tom Hollander, Harris Dickinson, Daniel
Brühl, con Djimon Hounsou e Charles Dance. Il film è prodotto da
Matthew Vaughn, David Reid e Adam Bohling, mentre Mark Millar, Dave
Gibbons, Stephen Marks, Claudia Vaughn e Ralph Fiennes sono i
produttori esecutivi. The King’s Man – Le Originiè
basato sul fumetto “The Secret Service” di Mark Millar e Dave
Gibbons, il soggetto è di Matthew Vaughn e la sceneggiatura è
firmata dallo stesso Vaughn & Karl Gajdusek.
Le riprese di alcune scene di
The King’s Man – Le Origini si sono
svolte in location torinesi e piemontesi come il Castello
di Racconigi, la Reggia di Venaria e
Palazzo Reale di Torino, mentre le scene in
esterno hanno toccato Lungo Po Diaz a Torino e il comune di
Venaria, in via Andrea Mensa.
Con un cast completamente nuovo di
attori e personaggi, sembra che questa sarà un’esperienza molto
diversa ambientata nel passato. Pur sapendo che Eggsy e Harry
torneranno, ora è il momento di conoscere i luoghi e i volti che
hanno dato origine a tutto:
Il film è prodotto da
Matthew Vaughn, David Reid e Adam Bohling, mentre
Mark Millar, Dave Gibbons, Stephen Marks, Claudia Vaughn e Ralph
Fiennes sono i produttori esecutivi. The
King’s Man – Le
Originiè basato
sul fumetto “The Secret Service” di Mark Millar e Dave Gibbons, il
soggetto è di Matthew Vaughn e la sceneggiatura è firmata dallo
stesso Vaughn & Karl Gajdusek.
Dopo il grande successo di Kingsman – Secret Service e il suo sequel
Kingsman
– Il cerchio d’oro– liberamente tratti dalla
miniserie a fumetti dal titolo The Secret Service,
pubblicata tra il 2012 e il 2013 da Mark Millar,
con le illustrazioni del noto Dave Gibbons – si
pensava che il regista Matthew Vaughn avrebbe
realizzato un terzo film per concludere la trilogia. Tuttavia,
Vaughn ha preferito dare la precedenza a
The King’s Man – Leorigini, un
prequel dove si racconta la storia delle le origini dell’agenzia
d’intelligence supersegreta conosciuta nei primi due film.
Il film, uscito in sala nel 2021,
narra dunque di come, nel corso dei primi travagliati decenni del
Novecento, i Kingsman si siano formati e si siano trovati da subito
contretti a fronteggiare un pericolo di enormi proporzioni. Pur se
questo prequel non ha ottenuto gli incassi sperati, ostacolato in
ciò dalla pandemia di Covid-19, è ora ufficialmente un lavorazione
un suo sequel diretto, ad oggi noto come The King’s Man: The
Traitor, ambientato durante l’ascesa al potere di
Adolf Hitler, presente come personaggio anche in
questo film.
In attesa di poter vedere questo
sequel, è bene riscoprire il film del 2021 grazie alla sua prima
trasmissione televisiva. Per gli appassionati del genere, è infatti
un titolo assolutamente da non perdere. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
The King’s Man – Le origini. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori, alle location
italiane e alla storia vera dietro il
film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il titolo nel
proprio catalogo.
Il film racconta come è nata
l’agenzia di intelligence indipendente nota con il nome di
Kingsman. Le radici della società segreta
affondano nella Gran Bretagna della Prima guerra mondiale, dove si
forma una generazione di guerrieri d’élite. Mentre i peggiori
tiranni si riuniscono per organizzare una guerra che spazzi via
milioni di vite umane, Orlando Oxford, anche noto
con il nome in codice Artù, recluta infatti un
gruppo di agenti per intraprendere una corsa contro il tempo, prima
che sia troppo tardi. Da qui nascerà un nobile codice d’onore,
quello dei Kingsman, impegnato nella silenziosa difesa dell’umanità
intera.
Protagonista del film, nel ruolo di
Orlando Oxford, è l’attore
Ralph Fiennes. Accanto a lui si ritrovano gli attori
Gemma Artertonnel ruolo di Polly Wilkins, membro
della rete di spionaggio di Orlando
Rhys Ifansin quelli di Grigori Rasputin, medico
personale dello zar e anche agente e secondo in comando del
Pastore;
Matthew Goode in quelli di Max Morton alsia Il
Pastore; e Tom Hollander in quelli di Re Giorgio.
Completano poi il cast Harris Dickinson nel ruolo
di Conrad Oxford, figlio di Orlando,
Daniel Brühlin quelli di Erik Jan Hanussen,
occultista e e il terzo in comando del Pastore,
Djimon Hounsou nel ruolo di Shola,
e Charles
Dance in quelli di Herbert Kitchener.
Dove è stato girato The
King’s Man – Le origini? Ecco le location italiane del
film
Sebbene la maggior parte delle
riprese di
The King’s Man – Le origini si sono svolte nel
Regno Unito, molteplici sono state anche le
location italiane scelte per questo progetto. In particolare, sono
state effettuate riprese in Piemonte, nella città
di Torino e lungo il fiume Po,
oltre che all’interno di due palazzi storici, ovver
la Reggia di Venaria Reale, una delle
residenze sabaude parte del sito seriale UNESCO iscritto alla Lista
del Patrimonio dell’umanità dal 1997; e la Palazzina di
caccia di Stupinigi, sito a sua volta proclamato
patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Infine, alcune riprese si sono
svolte anche al Castello Reale di Racconigi, in
provincia di Cuneo.
Nonostante si basi su vicende di
fantasia,
The King’s Man – Le origini presenta un contesto
ispirato a quello effettivamente esistente nel periodo della Prima
guerra mondiale. Il film, inoltre, affianca accanto ai personaggi
inventati altri realmente esistiti. Si ritrova infatti il monaco
Rasputin e il generale tedesco Erich
Ludendorff, ma anche l’illusionista austriaco Erik
Jan Hanussen. Compaiono poi il Presidente degli USA
Woodrow Wilson e il re Giorgio
V, ma anche l’agente segreta MataHari, il generale britannico Horatio
Herbert Kitchener, Adolf Hitler e
Vladimir Lenin. Il personaggio di Max Morton è
invece basato sul soldato tedesco Frederick
Duquesne.
Oltre a ciò, sono riportati nel film
una serie di episodi realmente avvenuti. Le prime panoramiche delle
trincee con la voce fuori campo del Pastore, e in particolare la
rappresentazione delle montagne di bossoli esauriti, sono ad
esempio tratte da fotografie reali della battaglia della
Somme. Combattuta tra luglio e novembre 1916, senza un
chiaro vincitore, costò la vita a circa 700.000 soldati britannici
e francesi e a 550.000 tedeschi. Come si vede, interi battaglioni
furono falciati dal fuoco delle mitragliatrici e più di un milione
di proiettili furono sparati solo nella prima settimana.
L’incidente del Telegramma
Zimmermann è a sua volta un fatto storico reale. La
Germania propose al Messico di invadere gli Stati Uniti per tenerli
fuori dall’Europa anche se fosse stata dichiarata guerra. Al
Messico furono offerti i territori dell’Arizona, del Nuovo Messico
e del Texas, persi durante la guerra messicano-americana. Inoltre,
come si vede nel film, il telegramma inviato all’ambasciatore
tedesco a Città del Messico fu effettivamente intercettato dalla
Gran Bretagna, decriptato e consegnato al Presidente Woodrow
Wilson, che ne attese la conferma. Alla fine il Messico, che era in
piena guerra civile, rifiutò la proposta tedesca.
The King’s Man – Le origini descrive poi correttamente
il primo utilizzo dei campi di concentramento da parte dei
britannici durante le guerre boere. La moglie di
Oxford, Emily, è vagamente basata su Emily
Hobhouse, un’attivista britannica che denunciò le
condizioni deplorevoli dei campi di concentramento britannici
durante la Seconda Guerra Boera. Infine, a un certo punto Conrad
mostra al padre una piuma bianca, data come simbolo di codardia per
non aver combattuto in guerra. Si tratta di una pratica reale
utilizzata dall’Ordine della Piuma Bianca, un club che umiliava
pubblicamente gli uomini che dovevano prestare servizio
militare.
Il trailer di The King’s
Man – Le origini e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire
di The
King’s Man – Le origini grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Apple TV, Prime Video e Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video.
Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 18 aprile alle ore 21:20
sul canale Italia 1.
Terzo capitolo del franchise
Kingsman, il finale di The
King’s Man – Le origini scuote la formula stabilita
nei precedenti film. Dopo il successo di
Kingsman – Secret Service del 2014, con Taron Egerton e Colin Firth, e
Kingsman – Il Cerchio d’Oro, il film contiene molti
tropi ormai familiari e segni distintivi della serie. Tuttavia,
mentre i fan troveranno ancora molto da apprezzare, ci sono alcuni
importanti punti di differenza con il finale di The King’s
Man – Le origini, oltre ad altre caratteristiche
chiave.
Il film si svolge all’inizio del
1900, prima della Prima Guerra Mondiale, dove un aristocratico di
nome Orlando Oxford, alias il Duca di
Oxford (Ralph
Fiennes), è coinvolto nei piani di guerra in Europa.
Egli è un pacifista, avendo perso la moglie mentre lavorava per la
Croce Rossa durante la guerra boera nel 1902, e da allora ha deciso
di aiutare l’Inghilterra dalla sua posizione di Duca per evitare il
conflitto. Anni dopo, con l’inizio della prima guerra mondiale, il
figlio di Oxford, Conrad (Harris
Dickinson), è implacabile nel suo desiderio di unirsi
allo sforzo bellico, mentre Oxford lo ostacola, avendo promesso
alla moglie morente di tenere il figlio lontano dal pericolo.
Lavorando dietro le quinte, Oxford
confida con Re Giorgio V (Tom
Hollander), il Segretario alla Guerra britannico
Herbert Kitchener (Charles
Dance) e il suo aiutante di campo, il Capitano
Morton (Matthew
Goode), per contribuire a scongiurare la minaccia di
un conflitto più grande, sperando di porre fine alla guerra
invogliando gli Stati Uniti a farsi coinvolgere. Nel frattempo, un
consiglio segreto guidato da un misterioso personaggio chiamato
Il Pastore, riunisce ogni sorta di cattivi
storici, da Mata Hari (Valerie
Pachner) a Erik Jan Hanussen (Daniel
Bruhl) a Grigori Rasputin (Rhys
Ifans), che lavorano tutti insieme per contribuire a
influenzare lo sforzo bellico che alla fine porterà
all’annientamento della Gran Bretagna.
In definitiva, il finale de
The King’s Man – Le origini è probabilmente più
tragico di quello dei due precedenti episodi del franchise. È anche
indubbiamente vero che la narrazione gioca velocemente con la
storia consolidata, affrontandola con una spavalderia senza peli
sulla lingua. Tuttavia, nonostante il mix tra il tono familiare di
Kingsman e una tristezza poco familiare, non c’è
dubbio che il finale getti efficacemente le basi per la futura
agenzia di spionaggio Kingsman. Ad ogni modo, ecco cosa succede nel
finale del film e perché.
Dopo l’uccisione di Rasputin, Conrad
annuncia al padre che si unirà alla guerra. Chiede il suo appoggio,
che Oxford nega, poiché verrebbe meno alla promessa fatta alla
madre di Conrad di tenerlo al sicuro. Conrad si arruola comunque e
Oxford si organizza segretamente per tenerlo lontano dai pericoli.
Tuttavia, Conrad aveva previsto questa eventualità e si scambia il
posto con un altro soldato di nome Archie Reid
(Aaron
Taylor-Johnson), che poco dopo torna al maniero di
Oxford per consegnare una lettera di Conrad. Mentre si trova in
prima linea con la sua nuova identità, Conrad aiuta a intercettare
le informazioni di un agente britannico caduto.
Dopo una battaglia con le truppe
d’assalto tedesche, Conrad trova l’agente e lo riporta in trincea.
Tuttavia, un altro soldato scopre che Conrad si fa chiamare Archie
Reid e lo uccide, pensando che Conrad sia una spia, poiché il
soldato dice di conoscere il vero Archie. La notizia della morte di
Conrad sconvolge Oxford, che si ritira nella tristezza e
nell’isolamento, non avendo mantenuto la promessa fatta alla
moglie. In seguito viene rianimato da Polly, che
gli dice che lascerà il servizio se non si riprende, ricordandogli
la sua missione di usare il suo privilegio per migliorare il
mondo.
Oxford si ripulisce e si reca
all’ambasciata americana di Londra, dove ha un breve alterco con
Mata Hari, che gli porta informazioni sulla posizione del Pastore.
Oxford, Shola e Polly si infiltrano nella
scogliera in Scozia e finalmente affrontano il Pastore, che si
rivela essere il Capitano Mortan, una spia scozzese che si dice
intenzionato a distruggere l’Inghilterra come punizione per
l’acquisizione della sua terra ancestrale. Andando contro la sua
solita natura pacifista, Oxford uccide il Pastore e individua un
“sex tape” di Mata Hari e del Presidente Wilson.
Fa consegnare il nastro al Presidente, che lo getta nel fuoco,
distruggendo le prove della sua infedeltà e spingendo gli Stati
Uniti a unirsi allo sforzo bellico, ponendo fine alla Prima Guerra
Mondiale.
Chi ha fondato The Kingsman e qual
è il significato del nome?
Negli ultimi istanti del film,
Oxford fa incontrare tutti gli attori coinvolti nella missione
nella sartoria Kingsman (che funge da luogo d’incontro segreto per
tutto il film), dove annuncia di aver acquistato il negozio e che
servirà come luogo d’incontro per la loro nuova organizzazione
segreta di spionaggio, che il Re adotta come braccio della comunità
dei servizi segreti britannici. Oxford annuncia anche che ai
presenti verranno assegnati nomi in codice che si riferiscono a
Re Artù, poiché la storia era molto cara al figlio
defunto, Conrad. Oxford è Artù, Polly è
Galahad, Shola è Merlino, Archie
Reid è Lancillotto, l’ambasciatore degli Stati
Uniti (Stanley
Tucci) è Bedivere, mentre Re Giorgio V prende il nome
di Percival.
Il fondatore, dunque, non è altro
che il Duca di Oxford, capo de facto dell’organizzazione Kingsman.
In
Kingsman – Secret Service, Artù è interpretato da
Michael Caine, che si scopre lavorare per gli
antagonisti di quel film. Nel sequel,
Kingsman – Il cerchio d’oro, un nuovo Artù è
interpretato dal veterano Michael Gambon. Il
significato di “The King’s Man” si riduce al fatto
che Oxford è un gentiluomo al servizio di Re Giorgio V e, per
procura, della Gran Bretagna stessa. Il legame arturiano dei
soprannomi deriva dal figlio di Oxford, Conrad, che si è
appassionato alla storia fin da piccolo, arrivando a chiamare suo
padre Artù. In sostanza, l’uso dei nomi di Re Artù e dei Cavalieri
della Tavola Rotonda, fino ai film dei giorni nostri, è in onore
del defunto Conrad.
L’uomo del re è davvero un film
contro la guerra
La ragione principale per cui
l’organizzazione si riunisce in veste ufficiale è dunque quello di
impedire che la guerra abbia mai luogo. Dopo aver perso il suo
unico figlio in guerra, Oxford forma l’organizzazione come mezzo
per sanare le proprie mancanze, sia nei confronti del figlio che
del Paese. L’approccio pacifista di Oxford si rivelò però alla fine
un costo per lui. Due guerre diverse, in due momenti diversi, gli
hanno portato via moglie e figlio e, anche se si è avvicinato a
queste situazioni da un luogo di cura e preoccupazione, la sua fede
incrollabile nella nonviolenza si è rivelata inutile. Per fermare
le guerre, avrebbe dovuto passare all’attacco, sconfiggendo la loro
ascesa da dietro le quinte, come spia, e facendo ciò che era
necessario, con la violenza o in altro modo, per il bene
comune.
Oxford predica a Conrad anche di
essere civilizzato e di essere un gentiluomo, dicendogli che questo
termine sarebbe stato considerato debole solo secoli prima.
L’evoluzione dell’uomo, così come l’elevato privilegio di alcuni,
li richiama a una vocazione più grande che va oltre la violenza di
base. Tuttavia, anche con tutte le prediche e gli insegnamenti,
Conrad non riuscì a liberarsi dal desiderio di andare in guerra e
combattere per il proprio Paese, un’azione che Oxford non poteva
approvare. L’espressione “Oxfords not Brogues” è un termine coniato
nei film originali di Kingsman, che implica che un Kingsman è più
raffinato, più intelligente, più furbo e civilizzato della media
delle persone.
In origine, il termine è un paragone
con un tipo di scarpa che si indossa solo con gli abiti (Oxfords)
piuttosto che con le scarpe destinate a essere usate in ambienti
più rurali o casual (Brogues). Ora, con L’uomo del re, il termine
ha una sorta di doppio significato che sostiene ancora l’originale,
in quanto si riferisce al fondatore letterale dei Kingsman e
all’essere più simili a lui, piuttosto che a tutti gli altri. In
sostanza, significa essere un uomo migliore, un uomo civile, che
cerca di fermare le guerre prima che si verifichino, piuttosto che
essere la causa del loro inizio. In sostanza, riassume
perfettamente la mitologia di Kingsman.
Il vero significato del finale di
The King’s Man – Le origini
Il significato ultimo del finale di
The King’s Man – Le origini è quindi la situazione
di un genitore che vuole proteggere i propri figli (e la propria
eredità) a tutti i costi, sperando di tenerli lontani da qualsiasi
tipo di danno o sfida in modo che possano vivere al meglio.
Tuttavia, il mondo ha spesso altri piani, e i genitori devono
accettare a malincuore che i loro figli sceglieranno la loro
strada, per quanto pericolosa, e che non c’è nulla che si possa
fare per fermarli. Nel caso di Oxford, i suoi tentativi di
mantenere la promessa di una donna morente e di promuovere le
proprie convinzioni sul pacifismo non sono stati sufficienti a
fermare il desiderio del figlio di andare in guerra e
combattere.
È il più grande onere di un
genitore, accettare che i propri figli crescano e scelgano la
propria strada, una lezione che costa a Oxford molto dolore e
rimorso. Oxford ha scelto di affrontare la sua perdita formando la
Kingsman, un’organizzazione che si dedica a fermare la guerra e i
conflitti prima ancora che inizino, salvando così le vite dei molti
figli e figlie che avrebbero scelto di marciare verso il loro
destino se quegli eventi fossero mai arrivati alle loro porte. Come
sappiamo dai primi due film di questo franchise, l’organizzazione è
ancora attiva e funzionante nel presente.
È stato diffuso il trailer
ufficiale italiano di The
King’s Man – Le Origini, il film che racconta le
origini dei Kingsman, i
servizi segreti protagonisti dell’omonimo dittico cinematografico
diretto da Matthew Vaughn, in arrivo in sala il 14
febbraio 2020.
Mentre una manica dei peggiori
tiranni e criminali della storia si riunisce per organizzare una
guerra di proporzione mondiale, un uomo dovrà correre contro il
tempo per fermarli. Questo sarà infatti il racconto delle origini
dell’agenzia di intelligence indipendente che tutti conosciamo con
il nome di Kingsman.
Nel cast di The
King’s Man – Le Origini sono stati confermati Ralph Fiennes, Matthew Goode
e Harris Dickinson, e la storia sarà ambientata
molto prima degli eventi narrati nel capitolo iniziale del
franchise tratto dai fumetti di Mark Millar e
Dave Gibbons.
È stato diffuso il primo trailer di
The King’s Man – Le Origini, il film che racconta le
origini dei Kingsman, i
servizi segreti protagonisti dell’omonimo dittico cinematografico
diretto da Matthew Vaughn, in arrivo in sala il 14
febbraio 2020.
Mentre una manica dei peggiori
tiranni e criminali della storia si riunisce per organizzare una
guerra di proporzione mondiale, un uomo dovrà correre contro il
tempo per fermarli. Questo sarà infatti il racconto delle origini
dell’agenzia di intelligence indipendente che tutti conosciamo con
il nome di Kingsman.
Nel cast di The
King’s Man – Le Origini sono stati confermati
Ralph Fiennes, Matthew Goode
e Harris Dickinson, e la storia sarà ambientata
molto prima degli eventi narrati nel capitolo iniziale del
franchise tratto dai fumetti di Mark Millar e
Dave Gibbons.
Ecco il nuovo trailer originale di
The
King’s Man – Le Origini, il film che racconta le
origini dei Kingsman, i
servizi segreti protagonisti dell’omonimo dittico cinematografico
diretto da Matthew Vaughn, in arrivo in sala il 18
settembre 2020.
Mentre una manica dei peggiori
tiranni e criminali della storia si riunisce per organizzare una
guerra di proporzione mondiale, un uomo dovrà correre contro il
tempo per fermarli. Questo sarà infatti il racconto delle origini
dell’agenzia di intelligence indipendente che tutti conosciamo con
il nome di Kingsman. Nel cast di The
King’s Man – Le Origini sono stati confermati Ralph Fiennes, Matthew Goode
e Harris Dickinson, e la storia sarà ambientata
molto prima degli eventi narrati nel capitolo iniziale del
franchise tratto dai fumetti di Mark Millar e
Dave Gibbons.
Il film è prodotto da Matthew
Vaughn, David Reid e Adam Bohling, mentre Mark Millar, Dave
Gibbons, Stephen Marks, Claudia Vaughn e Ralph Fiennes sono i
produttori esecutivi.
The King’s Man – Le Originiè basato sul
fumetto “The Secret Service” di Mark Millar e Dave Gibbons, il
soggetto è di Matthew Vaughn e la sceneggiatura è firmata dallo
stesso Vaughn & Karl Gajdusek.
Il nuovo lungometraggio targato
20th Century Studios
The King’s Man – Le
Originiarriverà il 29 dicembre
nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia.
Il film, diretto da Matthew Vaughn, rivela le origini della prima
agenzia di intelligence indipendente.
Quando i peggiori tiranni e menti
criminali della storia si riuniscono per organizzare una guerra per
spazzare via milioni di vite, un uomo dovrà correre contro il tempo
per fermarli.
Il film è prodotto da Matthew
Vaughn, David Reid e Adam Bohling, mentre Mark Millar, Dave
Gibbons, Stephen Marks, Claudia Vaughn e Ralph Fiennes sono i
produttori esecutivi. The
King’s Man – Le
Originiè basato
sul fumetto “The Secret Service” di Mark Millar e Dave Gibbons, il
soggetto è di Matthew Vaughn e la sceneggiatura è firmata dallo
stesso Vaughn & Karl Gajdusek.
Dopo Kingsman: The Secret Service del 2014 e il suo
seguito del 2017, Kingsman: The Golden Circle, il regista
Matthew Vaughn sta per portare la sua saga
spionistico-fumettistica in una nuova era. Con il prossimo
The
King’s Man – Le Origini, che sarà un prequel, il terzo
episodio della serie esplorerà le origini dell’agenzia di
spionaggio sullo sfondo della prima guerra mondiale, lasciandosi
Harry Hart e Eggsy alle spalle (per un po’) e introducendo una
generazione completamente diversa di eroi: Ralph
Fiennes Oxford, Harris Dickinson nei
panni del figlio Conrad, Butler Shola di Djimon
Hounsou e Polly di Gemma Arterton. Su
Empire sono state
pubblicate nuove foto che mostrano proprio questi personaggi:
Mentre The
King’s Man – Le Origini approfondirà la storia della
serie – ambientata all’incirca un secolo prima dei film precedenti,
e includendo personaggi ed eventi della vita reale, tra cui
Rasputin e l’assassinio di Francesco Ferdinando – avrà la
possibilità anche di gettare le basi per il futuro del
franchise.
“Abbiamo messo dei semi per
quello che succederà in Kingsman 3 fin dall’inizio – conferma
Vaughn – E sarà molto diverso.” Dopo aver inizialmente
pianificato di assegnare la terza avventura di Harry Hart-Eggsy a
un altro regista, Vaughn ora sta prendendo in considerazione l’idea
di dirigere lui stesso la prossima puntata. “In realtà non so
cosa voglio fare – dice – C’è la possibilità che si decida
di cambiare regista per il terzo episodio, ma sto prendendo anche
in considerazione l’idea di farlo io.”
Il film è prodotto da
Matthew Vaughn, David Reid e Adam
Bohling, mentre Mark Millar, Dave Gibbons, Stephen
Marks, Claudia Vaughn e Ralph Fiennes
sono i produttori esecutivi.
The King’s Man – Le Originiè basato sul
fumetto “The Secret Service” di Mark Millar e
Dave Gibbons, il soggetto è di Matthew
Vaughn e la sceneggiatura è firmata dallo stesso
Vaughn & Karl Gajdusek.
Il film d’animazione coreano
The King of Kings ha superato
Parasite di Bong Joon-ho, vincitore
dell’Oscar, diventando il film coreano di maggior incasso negli
Stati Uniti. Prodotto dalla casa di animazione coreana Mofac
Studio, The King of Kings ha incassato finora 54,7
milioni di dollari al botteghino, superando
Parasite, che in precedenza aveva incassato 53,8
milioni di dollari durante la sua programmazione.
Scritto e diretto dal CEO di Mofac
Studio Jang Seong-ho, The King of Kings è basato
sul libro di Charles Dickens intitolato “La
vita di Nostro Signore”. Il film segue la vita di Gesù Cristo
dalla nascita alla resurrezione. The King of Kings
ha raggiunto questo traguardo al botteghino a sole tre settimane
dalla sua uscita negli Stati Uniti, l’11 aprile, uscendo nelle sale
poco prima delle vacanze del Venerdì Santo e di Pasqua. Con un
incasso di oltre 14,6 milioni di dollari in prevendita, il film è
stato distribuito da Angel Studios, che si è occupata anche di
Sound of Freedom e The Chosen.
Il cast vocale del film include
Pierce Brosnan, Oscar Isaac, Kenneth Branagh, Uma
Thurman e Forest Whitaker. The
King of Kings è uscito anche nel Regno Unito, in
Australia, Canada, Messico, Taiwan e Filippine, tra gli altri, con
prossime uscite cinematografiche previste in Spagna e in Corea del
Sud durante l’estate.
Lo sceneggiatore e regista Jang è
uno dei massimi esperti di effetti visivi della Corea del Sud, con
crediti nel film di successo Joint Security Area, così come in Last
Knights e Sympathy for Mr. Vengeance.
Ecco il primo trailer di The
Killing of a Sacred Deer, il nuovo film diretto
da Yorgos Lanthimos (The
Lobster), presentato in Concorso all’ultimo Festival
di Cannes.
Protagonisti del thriller sono
Colin Farrell, che torna a lavorare con
Lanthimos dopo The Lobster, e
Nicole Kidman. Il trailer è stato diffuso dalla
A24, che
distribuisce il film negli USA.
The Killing of a Sacred
Deer recensione del film con Colin
Farrell
Il film, ispirato ad una tragedia di
Euripide, racconterà la storia di Steven (Farrell), un carismatico
chirurgo, e di un giovane ragazzo che cerca di far integrare l’uomo
nella sua famiglia problematica. Quando i comportamenti del ragazzo
diventano sempre più strani, la vita perfetta di Steven
inizierà ad andare in frantumi, cosa che spingerà l’uomo a compiere
un sacrifico impensabile.
Ed Guiney e
Andrew Lowesi, che avevamo già prodotto
The Lobster, si occuperanno anche della
produzione di questo film.
The Killing of a Sacred
Deer è solo il primo di una serie di progetti che
Yorgos Lanthimos ha in cantiere di sviluppare con
Element e Film4. Tra questi figura anche il dramma storico
The Favourite che avrà come protagoniste
Olivia Colman, Emma Stone e Rachel
Weisz.
Affrontare un’operazione a cuore
aperto non è mai facile per un paziente, anche dall’altro lato
della barricata però non è certo uno scherzo. Anestesista e
chirurgo dividono parte delle responsabilità totali, la percentuale
più grande però è dominata dal caos, dal fato o dal destino, come
chiamarlo si voglia. Yorgos Lanthimos per spiegare
questo concetto decide di operare egli stesso a cuore aperto, e di
scrivere un’opera dai tratti tanto folli quanto geniali chiamata
simbolicamente The Killing of a Sacred
Deer – l’assassinio del cervo sacro. Steven Murphy è
un chirurgo di successo con una bellissima moglie e due figli, vive
una vita apparentemente perfetta, nel suo passato però c’è
un’operazione andata male, un paziente perso e un senso di colpa
che non accenna a svanire. Quest’ultimo aspetto lo ha spinto a
creare un particolare feeling con Martin, ragazzo adolescente
figlio della vittima, con cui si vede spesso, a cui fa regali
costosi, a cui bada come un padre adottivo – nei ritagli del suo
tempo.
The Killing of a Sacred Deer, il film
In The Killing of a Sacred
Deer il loro rapporto però diventa presto strano e
ambiguo, il ragazzo richiede sempre più attenzioni, diventa sempre
più un’ossessione, quando Steven decide di staccarsi però è troppo
tardi e i piani macabri del ragazzo sono già avviati. Il suo
obiettivo è far provare al chirurgo lo stesso dolore, lo stesso
vuoto che ha sentito lui perdendo il padre, vuole che almeno un
membro della famiglia Murphy muoia. Quello che può sembrare lineare
e diretto, in realtà sullo schermo è completamente onirico e
surreale. Il giovane Martin si muove come un’entità sovrannaturale,
capace di controllare i corpi altrui a piacimento. elementi che
fanno letteralmente impazzire Steven e con lui gli spettatori – che
osservano tutto dallo stesso punto di vista. Non c’è un solo
istante di The Killing of a Sacred Deer
che passa senza la giusta tensione, un racconto serrato che non
lascia respiro e genera dubbi, paure e incertezze – sentimenti e
sensazioni amplificati da una colonna sonora dai toni bassi e
oscuri e una fotografia impeccabile, cupa e claustrofobica. Il
regista greco, che in Italia abbiamo conosciuto soprattutto grazie
a The Lobster, ha ulteriormente perfezionato la sua già
ottima tecnica e la forma, creando un’opera maestosa dal punto di
vista visivo. Sul fronte dei temi invece la questione è più
complessa, si discute di vendetta, di senso di colpa, ma
soprattutto ci spiega per filo e per segno il funzionamento del
caos.
Spesso, in quanto uomini che si
credono onnipotenti, investiamo tutte le nostre forze per cambiare
il corso di uno o più eventi, invece è il fato che gestisce la
partita, sempre e comunque. In The Killing of a Sacred
Deer, gli strumenti del mestiere nelle mani dell’autore
non sono ovviamente i ferri chirurgici, bensì degli attori di
talento che fanno in modo eccezionale il loro lavoro. Colin Farrell nei panni del protagonista è
riuscito a raccogliere una tale intensità come non faceva da tempo,
al suo fianco una Nicole Kidman passionale e carnale, di una
bellezza senza tempo. Buona parte del lavoro però è svolta dai
piccoli membri del cast, che recitano come adulti maturi e
pienamente formati. Le immagini che passano su schermo non sono
certo per chi ha lo stomaco debole, e lo si capisce sin dal torace
aperto con un cuore battente a vista in apertura, neppure per chi
soffre di attacchi di ansia e claustrofobia, tutti gli altri invece
hanno la possibilità di godere di un’esperienza emozionante e
visivamente sublime. 100 minuti in balia del caos e della follia
umana, indimenticabili.
Alicia Silverstone
lavorerà al fianco di Colin Farrell e Nicole Kidman per il regista greco
Yorgos Lanthimos, già autore dell’applaudito
The Lobster (con
protagonista proprio Farrell).
Il progetto in questione è
The Killing of a Sacred Deer e vedrà
Lanthimos occuparsi non solo della regia ma anche della
sceneggiatura in collaborazione con Efthymis
Filipou (già co-autore dello script di The
Lobster).
Il film, ispirato ad una tragedia di
Euripide, racconterà la storia di Steven (Farrell), un carismatico
chirurgo, e di un giovane ragazzo che cerca di far integrare l’uomo
nella sua famiglia problematica. Quando i comportamenti del ragazzo
diventano sempre più strani, la vita perfetta di Steven
inizierà ad andare in frantumi, cosa che spingerà l’uomo a compiere
un sacrifico impensabile.
Ed Guiney e
Andrew Lowesi, che avevamo già prodotto
The Lobster, si occuperanno anche della
produzione di questo film.
The Killing of a Sacred
Deer è solo il primo di una serie di progetti che
Yorgos Lanthimos ha in cantiere di sviluppare con
Element e Film4. Tra questi figura anche il dramma storico
The Favourite che avrà come protagoniste
Olivia Colman, Emma Stone e Rachel
Weisz.
Hulu ha pubblicato
il trailer di The Killing Kind, una serie thriller
in arrivo che mette in luce l’esperienza di
stalking di un avvocato dopo aver difeso una
persona dalle accuse di stalking. Lo streamer ha scelto lo show
tratto dall’omonimo romanzo bestseller di Jane Casey.
The Killing Kind
era in precedenza un originale Paramount+
e da allora si è unito a una serie di show ritirati dal servizio di
streaming, secondo quanto riportato da Deadline. Fortunatamente,
Hulu ha deciso di salvare la serie originale britannica. In arrivo
sulla piattaforma negli USA il 14 maggio (in Italia i contenuti
HULU sono STAR, di Disney+)
la prossima serie thriller sarà incentrata sull’avvocato difensore
Ingrid Lewis, che è riuscita a difendere il suo cliente
uomo d’affari, John Webster, dalle accuse di stalking.
Ingrid è stata la rappresentante di
John quando l’ex fidanzata di quest’ultimo lo ha accusato di
stalking. I due hanno poi intrapreso una relazione, che Ingrid ha
deciso di chiudere. John, tuttavia, si rifiuta di farlo. Ingrid si
trova presto coinvolta nella sua stessa esperienza di stalking,
perpetrata dall’uomo che un tempo aveva difeso con successo.
“The Killing Kind è incentrato su un’avvocatessa, Ingrid Lewis,
che difende John Webster dalle accuse di stalking, solo che Webster
si rivolge contro di lei“, si legge nel titolo.
Chi c’è dietro The Killing Kind?
The Killing Kind ha come protagonisti
Emma Appleton (The
Witcher) nel ruolo di Ingrid e Colin Morgan
(The Living and the Dead) nel ruolo di John. Zara
Hayes (Showtrial) ha diretto la serie. Hayes è stata anche
una delle sceneggiatrici insieme a Jonathan Stewart di Meet You In
Hell.
Il resto del cast comprende Elliot Barnes-Worrell, Olivia
D’Lima, Sara Powell, Nicholas Rowe e Sophie Stanton. The
Killing Kind sarà composta da sei episodi, in arrivo su
Hulu il 14 maggio.
Ecco teaser trailer di
The Killing Joke, nuovo film d’animazione
della DC/Warner in cui possiamo riascoltare le voci di
Kevin Conroy e Mark Hamill,
rispettivamente Batman e Joker.
https://www.youtube.com/watch?v=LvEZa_dY4Sc
The Killing
Joke, prodotto dalla Warner Bros, vede tornare al
doppiaggio Mark Hamill e Kevin
Conroy. Con loro ci saranno anche Tara
String per Barbara Gordon/Batgirl e Ray
Wise come Commissario Gordon.
Hamill ha dichiarato: “Il fatto
di lavorare di nuovo con Kevin Conroy, che è il mio Batman
preferito, in quella che io considero la definitiva genesi di un
villain così iconico è come un sogno che si realizza. Sono più che
emozionato di tornare a essere il Joker in The Killing
Joke.”
Conroy ha replicato: “Ho avuto
il privilegio di essere Batman per più di due decenni e alcuni dei
miei momenti preferiti in cabina di doppiaggio li ho passati con
Mark. Lui è sempre in grado di farmi diventare un attore migliore.
Sono felice che siamo tornati entrambi a lavorare insieme a una
storia così importante per il binomio Batman/Joker.”
The Killing
Joke sarà presentato quest’estate al Comic Con di San
Diego, prima della release ufficiale il prossimo
anno.
Dopo i primi trailer finalmente la
DC Entertainment ha
svelato la data di uscita di The Killing
Joke, l’attesissimo adattamento animato dell’omonimo
fumetto. Infatti su Amazon scopriamo che il film uscirà
direttamente in home video il 2 agosto 2016,
una settimana prima dell’uscita nelle sale americane
di Suicide Squad. Ecco la copertina
dell’edizione USA:
Batman The Killing
Joke, prodotto dalla Warner Bros, vede tornare al
doppiaggio Mark Hamill e Kevin
Conroy. Con loro ci saranno anche Tara
Strong per Barbara Gordon/Batgirl e Ray
Wise come Commissario Gordon.
Hamill ha dichiarato: “Il fatto
di lavorare di nuovo con Kevin Conroy, che è il mio Batman
preferito, in quella che io considero la definitiva genesi di un
villain così iconico è come un sogno che si realizza. Sono più che
emozionato di tornare a essere il Joker in The Killing
Joke.”
Conroy ha replicato: “Ho avuto
il privilegio di essere Batman per più di due decenni e alcuni dei
miei momenti preferiti in cabina di doppiaggio li ho passati con
Mark. Lui è sempre in grado di farmi diventare un attore migliore.
Sono felice che siamo tornati entrambi a lavorare insieme a una
storia così importante per il binomio Batman/Joker.”
Batman The Killing
Joke sarà presentato quest’estate al Comic Con di San
Diego, prima della release ufficiale il prossimo anno.
“Tutto quello che serve è
una sola brutta giornata per ridurre il più sano di mente in un
lunatico… sola una brutta giornata”. Il Joker sta tornando e
avrà di nuovo la voce di Mark Hamill.
L’attore ha ufficialmente annunciato
su Twitter che tornerà a prestare la voce alla nemesi di Batman
nell’adattamento d’animazione di The Killing
Joke, in lavorazione alla Warner Bros. Con lui ci
sarà anche Kevin Conroy che tornerà a far parlare
l’Uomo Pipistrello. Con loro ci saranno anche Tara
String per Barbara Gordon/Batgirl e Ray
Wise come Commissario Gordon.
Hamill ha dichiarato: “Il fatto
di lavorare di nuovo con Kevin Conroy, che è il mio Batman
preferito, in quella che io considero la definitiva genesi di un
villain così iconico è come un sogno che si realizza. Sono più che
emozionato di tornare a essere il Joker in The Killing
Joke.”
Conroy ha replicato: “Ho avuto
il privilegio di essere Batman per più di due decenni e alcuni dei
miei momenti preferiti in cabina di doppiaggio li ho passati con
Mark. Lui è sempre in grado di farmi diventare un attore migliore.
Sono felice che siamo tornati entrambi a lavorare insieme a una
storia così importante per il binomio Batman/Joker.”
The Killing
Joke sarà presentato quest’estate al Comic Con di San
Diego, prima della release ufficiale il prossimo anno.
Ecco il trailer vietato di
The Killing Joke, film d’animazione della
Warner, adattamento (a quanto pare fedele) dell’omonima storia a
fumetti che vede protagonista Batman e la sua nemesi, il Joker.
Ecco il video:
https://www.youtube.com/watch?v=SnTSqgJPVl8
Batman The Killing
Joke, prodotto dalla Warner Bros, vede tornare al
doppiaggio Mark Hamill e Kevin
Conroy. Con loro ci saranno anche Tara
Strong per Barbara Gordon/Batgirl e Ray
Wise come Commissario Gordon.
Hamill ha dichiarato: “Il fatto
di lavorare di nuovo con Kevin Conroy, che è il mio Batman
preferito, in quella che io considero la definitiva genesi di un
villain così iconico è come un sogno che si realizza. Sono più che
emozionato di tornare a essere il Joker in The Killing
Joke.”
Conroy ha replicato: “Ho avuto
il privilegio di essere Batman per più di due decenni e alcuni dei
miei momenti preferiti in cabina di doppiaggio li ho passati con
Mark. Lui è sempre in grado di farmi diventare un attore migliore.
Sono felice che siamo tornati entrambi a lavorare insieme a una
storia così importante per il binomio Batman/Joker.”
Batman The Killing
Joke sarà presentato quest’estate al Comic Con di San
Diego, prima della release ufficiale il prossimo anno.
Ospite d’onore alla Star Wars Celebration 2016 a Londra,
Mark Hamill, che da pochi giorni ha concluso le
riprese di Star Wars Episodio VIII, ha
parlato di The Killing Joke, il nuovo
adattamento animato delle storie di Batman in cui, come già
capitato in passato, presta la voce al Joker.
Di seguito il video delle sue
dichiarazioni in merito:
Hamill dichiara in maniera
inequivocabile che il film non sarà per bambini e che non seguirà alla
lettera le tavole di Alan Moore, ma che sarà un
progressivo e inevitabile tunnel che trascinerà lo spettatore verso
una realtà sempre più violenta. La storia, oltre ovviamente al
Joker e a Batman, vedrà coinvolta
anche Batgirl.
Batman The Killing
Joke, prodotto dalla Warner Bros, vede tornare al
doppiaggio Mark Hamill e Kevin
Conroy. Con loro ci saranno anche Tara
Strong per Barbara Gordon/Batgirl e Ray
Wise come Commissario Gordon.
Hamill ha dichiarato: “Il fatto
di lavorare di nuovo con Kevin Conroy, che è il mio Batman
preferito, in quella che io considero la definitiva genesi di un
villain così iconico è come un sogno che si realizza. Sono più che
emozionato di tornare a essere il Joker in The Killing
Joke.”
Conroy ha replicato: “Ho avuto
il privilegio di essere Batman per più di due decenni e alcuni dei
miei momenti preferiti in cabina di doppiaggio li ho passati con
Mark. Lui è sempre in grado di farmi diventare un attore migliore.
Sono felice che siamo tornati entrambi a lavorare insieme a una
storia così importante per il binomio Batman/Joker.”
Batman The Killing
Joke sarà presentato quest’estate al Comic Con di San
Diego, prima della release ufficiale il prossimo anno.
La DC/Warner sarà riuscita
nell’impresa di realizzare un film animato basato sulla celeberrima
storia di Alan Moore e Brian
Bolland, The Killing Joke?
“Basta una giornata storta per
trasformare il migliore degli uomini in un folle.”
Era impossibile tratte un intero
film utilizzando esclusivamente il materiale originale della
graphic novel, per cui è stato necessario aggiungere delle parti
completamente inedite, un compito difficile, affidato a
Brian Azzarello, uno degli scrittori di punta
della DC Comics. Il film è diviso in due parti e soltanto nella
seconda inizia il racconto vero e proprio della graphic
novel.
La prima parte è stata utilizzata
per introdurre Barbara Gordon, alias Batgirl. L’idea di base è solida, dato
che il personaggio è centrale nelle vicende della pellicola ed è
importante che tutti gli spettatori riescano a empatizzare con lei
anche senza aver letto fumetti sul suo conto. Purtroppo però
l’inserimanto di una sottotrama azzardata farà storcere il naso ai
puristi e non, dal moemnto che ci troviamo di fronte a vicende
caratterizzanti senza che si provveda a fornire una motivazione
alle azioni. Ai fini del film, questa scelta non ha senso,
perdendosi nella seconda parte senza il benché minimo tentativo di
giustificazione.
Nella seconda parte ci sono delle
piccole aggiunte efficaci, tra cui qualche easter egg (perfino su
Una Morte in Famiglia!), altre di cui non
si sentiva il bisogno, come alcune aggiunte che coinvolgono in
maniera cruenta Gordon e snaturano il concetto dell’opera di
Moore.
Lo stile di disegno è una versione
più matura e realistica di quello visto nelle classiche serie
animate DC/Warner e purtroppo non rende giustizia
al tratto di Bolland. Il Joker è quello che ne
esce peggio, troppo diverso e cartoonesco rispetto a quello della
graphic novel.
Fortunatamente attraverso dei giochi di luci e ombre si è riusciti
comunque a rendere giustizia al personaggio nei momenti più topici.
Purtroppo neanche i colori utilizzati contribuiscono, poiché si
discostano troppo da quelli originali che tendevano all’utilizzo
eccessivo del rosso e del giallo. La regia di Sam
Liu è funzionale alla trama e dà il meglio di sé nelle
scene di combattimento.
Il punto forte del film è
sicuramente il doppiaggio di Kevin Conroy e
Mark Hamill, entrambi di altissimo livello.
The Killing Joke è godibile, ma
chiaramente non tiene il confronto con l’opera originale,
rivelandosi quindi un’occasione sprecata.
Netflix ha rilasciato il primo atteso trailer di
The Killing 4, l’atteso quarto e ultimo
ciclo di episodi dello show che sarà composto da sei episodi.
The Killing è una serie
televisiva statunitense poliziesca prodotta
da Fox Television Studios e da Fuse
Entertainment per la rete televisiva via cavo AMC,
che l’ha trasmessa dal 3 aprile 2011.
Remake della
serie televisiva danese Forbrydelsen, The
Killing è incentrata sulle vicende che ruotano attorno
l’omicidio di una giovane ragazza e la conseguente indagine della
polizia. La serie ha debuttato in Italia su Fox
Crime il 3 novembre 2011.
Dopo due stagioni
prodotte, la serie era stata inizialmente cancellata dal network
statunitense il 27 luglio 2012,ma dopo delle trattative
avviate dalla casa di produzione Fox Television Studios con la
società Netflix e la stessa AMC, le quali si divideranno
i costi di produzione, è stato deciso di produrre una terza
stagione che ha debuttato il 2 giugno 2013. Il 10
settembre 2013, AMC cancella ufficialmente la serie. Due mesi
dopo la cancellazione della serie, Netflix ha acquistato i diritti
per produrre una quarta e ultima stagione composta da 6 episodi per
il 2014
A Seattle una giovane ragazza, Rosie Larsen, viene
uccisa. La trama intreccia tre aspetti connessi all’omicidio: le
indagini della detective Sarah Linden, affiancata dal collega
Stephen Holder; il dolore che colpisce la famiglia della vittima; e
un gruppo di politici locali che rischia di vedersi compromessa la
campagna elettorale. Con la prosecuzione della storia, diventa
chiaro che non ci sono casualità e ognuno dei personaggi coinvolti
si porta dietro un segreto che gli impedisce di poter voltare
pagina. Nell’ultimo episodio della seconda stagione viene rivelato
che ad uccidere Rosie Larsen è stata Terry Marek che, non sapendo
che fosse la nipote la ragazza rinchiusa nel bagagliaio, spinse
l’auto nel lago per aiutare Jamie Wright, il capo staff di Darren
Richmond, a sbarazzarsi del problema che si era creato quando Rosie
assistette per caso a qualcosa che non avrebbe dovuto sentire. Sarà
poi Holder a uccidere Jamie, dopo che questi aveva sparato allo
specchio che rifletteva l’immagine di Linden.
Netflix ha rilasciato due sanguinosi poster
di The Killing 4, l’atteso
quarto e ultimo ciclo di episodi dello show che sarà composto da
sei episodi.
The Killing è
una serie
televisiva statunitense poliziesca prodotta
da Fox Television Studios e da Fuse
Entertainment per la rete televisiva via cavo AMC,
che l’ha trasmessa dal 3 aprile 2011.
Remake della
serie televisiva danese Forbrydelsen, The
Killing è incentrata sulle vicende che ruotano attorno
l’omicidio di una giovane ragazza e la conseguente indagine della
polizia. La serie ha debuttato in Italia su Fox
Crime il 3 novembre 2011.
Dopo due stagioni
prodotte, la serie era stata inizialmente cancellata dal network
statunitense il 27 luglio 2012,ma dopo delle trattative
avviate dalla casa di produzione Fox Television Studios con la
società Netflix e la stessa AMC, le quali si divideranno
i costi di produzione, è stato deciso di produrre una terza
stagione che ha debuttato il 2 giugno 2013. Il 10
settembre 2013, AMC cancella ufficialmente la serie. Due mesi
dopo la cancellazione della serie, Netflix ha acquistato i diritti
per produrre una quarta e ultima stagione composta da 6 episodi per
il 2014
A Seattle una giovane ragazza, Rosie Larsen, viene
uccisa. La trama intreccia tre aspetti connessi all’omicidio: le
indagini della detective Sarah Linden, affiancata dal collega
Stephen Holder; il dolore che colpisce la famiglia della vittima; e
un gruppo di politici locali che rischia di vedersi compromessa la
campagna elettorale. Con la prosecuzione della storia, diventa
chiaro che non ci sono casualità e ognuno dei personaggi coinvolti
si porta dietro un segreto che gli impedisce di poter voltare
pagina. Nell’ultimo episodio della seconda stagione viene rivelato
che ad uccidere Rosie Larsen è stata Terry Marek che, non sapendo
che fosse la nipote la ragazza rinchiusa nel bagagliaio, spinse
l’auto nel lago per aiutare Jamie Wright, il capo staff di Darren
Richmond, a sbarazzarsi del problema che si era creato quando Rosie
assistette per caso a qualcosa che non avrebbe dovuto sentire. Sarà
poi Holder a uccidere Jamie, dopo che questi aveva sparato allo
specchio che rifletteva l’immagine di Linden.
Dopo essere stato annunciato
in concorso alla Mostra del Cinema
di Venezia di quest’anno, The Killer, il nuovo film
diretto da David Fincher dopo Mank, si mostra ora con
una prima foto ufficiale svelata tramite Empire. Rilasciata da
Netflix, che distribuirà il film nel proprio
catalogo a partire dal 10novembre, l’immagine ci offre un primo sguardo a
Michael
Fassbender, protagonista del film, mentre nei panni
dell’assassino del titolo guarda fuori dalla finestra di un
appartamento con un cannocchiale, probabilmente intento a pedinare
una delle sue vittime.
Accanto a Fassbender,
in The
Killer ritroveremo in un ruolo da protagonista anche
Tilda Swinton.
La logline ufficiale fornita da Netflix recita: “dopo un
incidente quasi fatale, un assassino combatte i suoi datori di
lavoro e se stesso, mentre porta avanti una caccia all’uomo
internazionale che insiste non avere nulla di personale“. Sono
dunque ancora vaghi i dettagli sulla trama del film, adattamento
dell’omonima graphic novel francese di Alexis
Nolent e Luc Jacamon, con una
sceneggiatura di Andrew Kevin Walker.
The Killer, il cast del film
Come già riportato, Michael
Fassbender e Tilda Swinton
interpreteranno i protagonisti, ma il cast include anche
Kerry O’Malley nei panni di Dolores e
Charles Parnell (Top Gun: Maverick) nei
panni di Hodges, Arliss Howard (Full Metal
Jacket) e la star brasiliana Sophie Charlotte
nel film. Il direttore della fotografia Erik
Messerschmidt (Mindhunter) collabora ancora una
volta con Fincher per il film, mentre il regista torna a
collaborare con Trent Reznor e Atticus
Ross (The Social Network, Millennium, Gone Girl, Mank) per
comporre la colonna sonora di The Killer. Sappiamo inoltre che la
durata del film è pari a 113 minuti, il che lo rende il secondo
film più corto nella filmografia di Fincher dopo Panic
Room.
Ecco il teaser trailer di The
Killer, il nuovo film di David
Fincher con protagonista
Michael Fassbender e che sarà presentato in
Concorso alla prossima Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 80. Scritto da
Andrew Kevin Walker e diretto da
Fincher, il film è basato sulla graphic novel
“The Killer” scritta da Alexis Nolent (a.k.a Matz) e
illustrata da Luc Jacamon, originariamente pubblicata in francese
da Editions Casterman e vede protagonisti Michael
Fassbender, Charles Parnell, Arliss Howard, Sophie
Charlotte e
Tilda Swinton.
Dopo un tragico incarico quasi
fallito un assassino affronta i suoi mandanti e se stesso in una
caccia all’uomo internazionale che crede non sia affatto personale.
The
Killer sarà a ottobre nei cinema italiani e dal
10 novembre su Netflix.
Attieniti al tuo piano.
Anticipa, non improvvisare. Non fidarti di nessuno. Non cedere mai
un vantaggio. Combatti solo le battaglie per cui sei pagato. È
questo il mantra che l’assassino interpretato da Michael
Fassbender in The Killer si
ripete ogni volta prima di eliminare gli obiettivi che gli vengono
assegnati. A rivelarci queste regole è proprio lui, grazie
all’accesso privileggiato alla sua mente che il regista del film,
David Fincher, ci permette di
avere. Dopo aver raccontato di serial killer in Se7en, Zodiac e Mindhunter, egli decide
infatti stavolta di assumere il loro punto di vista, alla scoperta
del loro codice e del modo in cui la loro realtà possa differire
dalle aspettative.
Presentato in Concorso alla
Mostra del Cinema di Venezia, The Killer
segna dunque il ritorno di Fincher al mondo criminale, dopo la
parentesi sul mondo del cinema di Mank. Ma è un ritorno
estremamente particolare, lontano da ciò che ci si potrebbe
aspettare e che pertanto potrebbe scontentare chi si aspetta un
film su tale argomento simile alle opere del regista poc’anzi
citate. Perché con The Killer non ci confrontiamo con un
intricati complotti o sorprendenti colpi di scena, né con ritmi
esagitati o frequenti scene d’azione. Insomma, non è il classico
dramma basato sulla trama, bensì qualcosa di molto più esistenziale
e filosofico di quanto possa sembrare ad una prima visione.
The Killer… preparati, attendi, uccidi, ripeti
Non c’è dunque molto da dire
riguardo la storia del film, volutamente molto esile, la quale
semplicemente ha per protagonista un assassino (Michael
Fassbender) che, dopo un disastroso passo falso di cui
rimane sorpreso egli stesso, si trova a dover sfidare i propri
committenti intraprendendo una caccia all’uomo su scala globale che
egli giura non avere niente di personale. Ma è davvero così? Oppure
sta ingannando sé stesso per primo? Quanto è disposto a tradire le
proprie regole pur di ristabilire il proprio status quo e quanto la
realtà intorno a lui può sfuggire al suo controllo? Prenderà così
forma un disperato tentativo di riparare ai propri errori.
Essere un assassino non è facile
come viene raccontato nei film, dove spesso viene offerta una
rappresentazione romantica o avvincente della loro vita, per quanto
ciò che compiono rimanga inaccettabile. Fincher, che con ogni suo
film cerca di smarcarsi dai cliché, si pone dunque nella mente del
serial killer per cercare di studiarne i pensieri, la routine, la
gestualità. Il suo assassino senza nome non è un uomo dotato di
particolari gadget e per ottenere ciò che gli serve, che sia un
travestimento o un accessorio, si rivolge a negozi online quale può
essere Amazon. Insomma, quello di The Killer è un
personaggio che cerca di rimanere il più possibile nell’anonimità e
per farlo sa di dover seguire un preciso codice.
Le sue missioni, inoltre, non sono
per nulla avventure caratterizzate da epici scontri o dinamici
inseguimenti. Lo dimostra la sequenza d’apertura del film, dove il
killer deve attendere l’arrivo del suo obiettivo rimanendo
nascosto in un appartamento di Parigi. In tale frangente egli ci
rende partecipi dei suoi pensieri, riempiendo dunque di parole
scene nelle quali sostanzialmente non avviene nulla se non l’atto
di attendere, intervallato da attività come lo stretching,
l’andarsi a comprare del cibo e naturalmente il dormire. Una
sequenza che potrebbe scoraggiare quanti ricercano ben altri ritmi
e atmosfere, ma se si fa attenzione è diffiicile non rimanere
catturati dalla messa in scena che Fincher propone.
Con una calma metodica e grande
attenzione ai particolari, il regista inquadra il tutto con un
gusto per la composizione e una precisione da vero serial killer,
rendendo tutto ciò così attraente che è difficile non venire rapiti
da questo modo di raccontare per immagini. Sono infatti queste ad
avere la priorità assoluta sul film, persino sul racconto in sé,
ridotto qui al suo grado più elementare per ricercare tanto un
senso di distacco coerente con quello che il protagonista porta
avanti nei confronti della realtà, quanto per far emergere la sua
percezione delle cose quale vero e proprio cuore pulsante di
The Killer.
The Killer è uno dei film più importanti
dell’anno
The Killer lavora dunque
sulla scissione esistente tra realtà e soggettività,
proponendocela non solo tramite la voice over del protagonista, ma
anche con un preciso lavoro sulla fotografia, il montaggio e il
sonoro, con il quale si punta anche a costruire un senso di
crescente disagio e ansia. Quando ad esempio il killer è in
controllo della situazione, tutto scorre fluidamente, ma basta un
attimo perché la realtà si riveli differente, lasciando spazio ad
una maggiore rigidità che disorienta e annulla tutto ciò che
credevamo di sapere. Capiamo dunque che quello di Fincher è un
narratore inattendibile, costretto egli stesso a scontrarsi con
l’imprevisto e portarci a riflettere sul nostro rapporto con esso e
con ciò che lui è chiamato a compiere.
Semplicemente perfetta si rivela
allora la scelta di Fassbender nel ruolo del protagonista. L’attore
non solo torna a regalarci un’interpretazione di alto livello dopo
diversi passi falsi, ma con il suo volto glaciale riesce a
raccontarci tutto il distacco e all’occorrenza anche la paura del
suo personaggio. E ciò che lui prova impariamo a provarlo anche
noi, scontrandoci con un film che richiede assolutamente molteplici
visioni, necessarie per rapportarsi in modo approfondito con il
gusto per le immagini che Fincher da sempre possiede e con le quali
ci intrattiene. Di certo, però, già a primo impatto The
Killer risulta una delle opere più dense di significati e
valori viste quest’anno.
The Killer
(qui la recensione) è il
thriller neo-noir del celebre regista David Fincher (Fight Club,
Zodiac, Gone Girl), disponibile
dal 10 novembre su Netflix. Presentato in anteprima lo
scorso settembre all’80esima Mostra del Cinema di Venezia, il film
vede protagonista l’attore Michael
Fassbender (Shame, 12 anni schiavo, Steve Jobs) nei panni di un
paranoico sicario, un assassino senza nome. La sua vita è dettata
da un codice ben preciso e iterativo, finché – dopo aver fallito
una missione uccidendo la persona sbagliata – il killer si ritrova
in una caccia all’uomo internazionale dove è costretto ad
affrontare i suoi committenti e sé stesso. Il film, basato
sull’omonima serie di graphic novel francese (titolo originale
“Le Tueur”) illustrata da Luc Jacamon e scritta da Matz
(Alexis Nolent) presenta dunque un racconto ambiguo e più complesso
di quel che potrebbe sembrare.
Il cupo e teso film di Fincher si
apre con la visione dell’anonimo killer che temporeggia all’ultimo
piano di un ufficio WeWork a Parigi. Dalla sua finestra spia la
suite dell’edificio sul lato opposto della strada, attendendo il
suo obiettivo. Inizia dunque un monologo interiore
in cui il protagonista racconta le sue abilità e le modalità con
cui lavora: è un uomo disciplinato, fermo, deciso,
imperturbabile. Segue gli ordini per cui è pagato bene
senza curarsi delle conseguenze. Ma quando poco dopo sbaglia il
tiro, uccidendo l’amante del suo bersaglio, sul suo volto cala
improvvisamente un velo di terrore e smarrimento. Raccatta tutto
ciò che può nel breve tempo possibile e fugge via dell’edificio,
organizzando un volo per casa in Repubblica Dominicana. Al suo
arrivo però scopre che il suo committente lo ha già punito: la sua
compagna Magdala (Sophie Charlotte) è stata
aggredita e torturata. Ferito e in collera, il Killer inizia una
caccia vendicativa in cui fa fuori chiunque si sia macchiato del
sangue di lei.
Il Killer comincia la sua spietata
ricerca uccidendo Hodges (Charles Parnell), il suo
misterioso datore di lavoro. Successivamente convince la segretaria
Dolores (Kerry O’Malley) a svelare il cliente
mandante che lo sta cercando e i due aggressori che hanno torturato
Magdala. Ricevuto i nomi, parte prima per Miami per uccidere i due
scagnozzi: un uomo chiamato il Bruto (Sala Baker)
e una donna conosciuta come L’Esperto (Tilda Swinton).
Attraversa poi Chicago per trovare il Cliente, Claybourne
(Arliss Howard). Quando i due si ritrovano faccia
a faccia, Claybourne gli spiega che è stato lo stesso Hodges a
suggerirgli di eliminare il Killer dal consiglio per l’inefficienza
del suo caso. Non c’era, quindi, “nulla di personale”.
Soddisfatto della sua vendetta e di aver scoperto la verità, il
Killer decide di non eliminarlo e partire via con Magdala.
Fin dal primo minuto, Fincher
dipinge il protagonista come una persona meticolosa, calcolatrice,
pacata e fredda. Persino quando fallisce la sua missione, colpendo
la persona sbagliata, riesce a contenere le proprie emozioni molto
più di quanto sarebbe in grado chiunque altro. Ed è proprio questa
sua consapevole e tanto orgogliosa impassibilità e indolenza che
crolla a poco a poco nel film. Se inizialmente si considera
“uno dei pochi”, solo alla fine si rende conto di
essere in realtà “uno dei molti”. Sotto tutti quei
travestimenti e false identità, dunque, non c’è semplicemente una
spietata macchina per uccidere ma un uomo. Un uomo come tanti altri
che – oltre l’anonima espressione gelida da assassino – sente il
bisogno di amare ed essere amato. E ciò che lo scuote dal suo ruolo
di inalterabile assassino è il trovare la donna che ama malridotta
e morente a causa del suo lavoro. Una scena che lo porta a fargli
desiderare di avere una vita normale e tranquilla con lei.
The Killer racconta dunque
una storia di evoluzione: il protagonista alla
fine del film non è lo stesso uomo che è stato presentato al
pubblico nel suo spoglio ufficio a Parigi. E questo viene messo in
risalto anche dalla sua controversa scelta di non uccidere
Claybourne. Se da un lato questa decisione pare indicare un punto
di svolta nella vita del Killer e al fatto che sia davvero
cambiato; dall’altro lascia alcuni interrogativi che alludono a un
possibile secondo fine: risparmiare quel potente committente
potrebbe tornargli utile professionalmente in futuro? È davvero
cambiato o – come per tutto il resto del film – anche questa scelta
nasconde un piano ben studiato?
“Attieniti al piano. Non
fidarti. Niente empatia. Gioca d’anticipo, non improvvisare. Mai
concedere un vantaggio. Combatti solo se sei pagato per combattere.
Attieniti al piano”. Questo è ciò che il Killer recita più
volte a sé stesso durante il film, un vero e proprio mantra di
concentrazione e fermezza che lo accompagna in ogni sua metodica
mossa. Quasi una preghiera che lo rende invulnerabile e privo di
tutte quelle emozioni che potrebbero intaccare il suo operato. Il
protagonista di Fincher sembra credere fedelmente a quelle parole,
finché le conseguenze del suo lavoro non bussano alla porta di
casa, l’unico luogo in cui sembrano custoditi i suoi sentimenti più
puri. Infatti, è ciò che prova per Magdala a mettere in moto il suo
blitz di vendetta che si conclude con una decisione inaspettata. Il
Killer non si attiene al piano né quando sbaglia bersaglio né
probabilmente quando risparmia Claybourne, eppure alla fine del
film sembra essere sollevato e soddisfatto accanto alla donna che
ama.
Il confronto con l’Esperto (Tilda Swinton) in The
Killer
L’uccisione più elegante e
significativa del film è senz’altro quella del secondo lacchè,
l’Esperto. Con il suo iconico savoir-faire, Tilda
Swinton, nel confronto col personaggio di Michael
Fassbender, dà vita a una delle scene più accattivanti e
interessanti del film. L’Esperto – con una favola cupa e bizzarra
in cui spiega che ciò che muove un cacciatore a uccidere un orso
non è la preda stessa ma la caccia in sé – cerca disperatamente di
dissuadere il Killer dall’ucciderla. Un momento di tensione in cui
il personaggio della Swinton suggerisce al pubblico una morale che
in fondo si rispecchia nelle loro vite: il lavoro del sicario è una
caccia all’uomo mossa solamente dal denaro e
dal piacere di uccidere, non riguarda niente di
personale.
Tutto in The Killer è
ridotto ai minimi termini, persino i dialoghi. Infatti, ciò che
davvero accompagna la narrazione è il monologo interiore del
protagonista. Un continuo flusso di coscienza che tenta di
incoraggiare lo spettatore a guardare il mondo con gli stessi occhi
del Killer. Ma, di fatto, a chi si rivolge il Killer? Per chi
esegue questo monologo interiore? Queste sono le stesse domande che
Erik Messerschmidt, direttore della fotografia, ha
posto al regista: “Per comprendere meglio a chi si rivolge il
protagonista, Fincher mi suggerì di guardare ‘Le Samourai’
(thriller poliziesco del 1967 diretto da Jean-Pierre
Melville), spiegandomi che questo film francese mi
avrebbe fatto comprendere ciò che si prova a essere oggettivamente
un fantasma in una stanza. Come ci si sente quando si ha davanti
qualcuno che non permette mai a nessuno di stargli accanto?” –
ha raccontato il collaboratore. In altre parole, il monologo del
Killer è tanto rivolto al pubblico quanto a sé stesso, un dialogo
intimo e personale che permette di conoscere la psiche del
personaggio e comprenderne la storia.
Cosa ha detto David Fincher
riguardo al finale di The Killer?
The Killer è una pellicola
tremendamente elegante e algente, al punto da non essere semplice
per il pubblico provare empatia nei suoi confronti. A riguardo, al
Festival del Cinema di Venezia, il tre volte candidato all’Oscar
David Fincher ha spiegato che quando ha dato vita
a questo personaggio non voleva che fosse simpatico o spaventoso.
In realtà, ciò che davvero spera di suscitare nel pubblico è
l’irritabilità verso il prossimo o, stando alle sue parole: “La
mia speranza è che qualcuno veda questo film e diventi nervoso
pensando alla persona che si trova dietro di lui in una qualunque
fila“, lasciando dunque intendere che chiunque potrebbe essere
un assassino, proprio come il protagonista del film e la sua
ricerca dell’anonimato dimostra.