Dopo essere stato annunciato
in concorso alla Mostra del Cinema
di Venezia di quest’anno, The Killer, il nuovo film
diretto da David Fincher dopo Mank, si mostra ora con
una prima foto ufficiale svelata tramite Empire. Rilasciata da
Netflix, che distribuirà il film nel proprio
catalogo a partire dal 10novembre, l’immagine ci offre un primo sguardo a
Michael
Fassbender, protagonista del film, mentre nei panni
dell’assassino del titolo guarda fuori dalla finestra di un
appartamento con un cannocchiale, probabilmente intento a pedinare
una delle sue vittime.
Accanto a Fassbender,
in The
Killer ritroveremo in un ruolo da protagonista anche
Tilda Swinton.
La logline ufficiale fornita da Netflix recita: “dopo un
incidente quasi fatale, un assassino combatte i suoi datori di
lavoro e se stesso, mentre porta avanti una caccia all’uomo
internazionale che insiste non avere nulla di personale“. Sono
dunque ancora vaghi i dettagli sulla trama del film, adattamento
dell’omonima graphic novel francese di Alexis
Nolent e Luc Jacamon, con una
sceneggiatura di Andrew Kevin Walker.
The Killer, il cast del film
Come già riportato, Michael
Fassbender e Tilda Swinton
interpreteranno i protagonisti, ma il cast include anche
Kerry O’Malley nei panni di Dolores e
Charles Parnell (Top Gun: Maverick) nei
panni di Hodges, Arliss Howard (Full Metal
Jacket) e la star brasiliana Sophie Charlotte
nel film. Il direttore della fotografia Erik
Messerschmidt (Mindhunter) collabora ancora una
volta con Fincher per il film, mentre il regista torna a
collaborare con Trent Reznor e Atticus
Ross (The Social Network, Millennium, Gone Girl, Mank) per
comporre la colonna sonora di The Killer. Sappiamo inoltre che la
durata del film è pari a 113 minuti, il che lo rende il secondo
film più corto nella filmografia di Fincher dopo Panic
Room.
Ecco il teaser trailer di The
Killer, il nuovo film di David
Fincher con protagonista
Michael Fassbender e che sarà presentato in
Concorso alla prossima Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 80. Scritto da
Andrew Kevin Walker e diretto da
Fincher, il film è basato sulla graphic novel
“The Killer” scritta da Alexis Nolent (a.k.a Matz) e
illustrata da Luc Jacamon, originariamente pubblicata in francese
da Editions Casterman e vede protagonisti Michael
Fassbender, Charles Parnell, Arliss Howard, Sophie
Charlotte e
Tilda Swinton.
Dopo un tragico incarico quasi
fallito un assassino affronta i suoi mandanti e se stesso in una
caccia all’uomo internazionale che crede non sia affatto personale.
The
Killer sarà a ottobre nei cinema italiani e dal
10 novembre su Netflix.
Attieniti al tuo piano.
Anticipa, non improvvisare. Non fidarti di nessuno. Non cedere mai
un vantaggio. Combatti solo le battaglie per cui sei pagato. È
questo il mantra che l’assassino interpretato da Michael
Fassbender in The Killer si
ripete ogni volta prima di eliminare gli obiettivi che gli vengono
assegnati. A rivelarci queste regole è proprio lui, grazie
all’accesso privileggiato alla sua mente che il regista del film,
David Fincher, ci permette di
avere. Dopo aver raccontato di serial killer in Se7en, Zodiac e Mindhunter, egli decide
infatti stavolta di assumere il loro punto di vista, alla scoperta
del loro codice e del modo in cui la loro realtà possa differire
dalle aspettative.
Presentato in Concorso alla
Mostra del Cinema di Venezia, The Killer
segna dunque il ritorno di Fincher al mondo criminale, dopo la
parentesi sul mondo del cinema di Mank. Ma è un ritorno
estremamente particolare, lontano da ciò che ci si potrebbe
aspettare e che pertanto potrebbe scontentare chi si aspetta un
film su tale argomento simile alle opere del regista poc’anzi
citate. Perché con The Killer non ci confrontiamo con un
intricati complotti o sorprendenti colpi di scena, né con ritmi
esagitati o frequenti scene d’azione. Insomma, non è il classico
dramma basato sulla trama, bensì qualcosa di molto più esistenziale
e filosofico di quanto possa sembrare ad una prima visione.
The Killer… preparati, attendi, uccidi, ripeti
Non c’è dunque molto da dire
riguardo la storia del film, volutamente molto esile, la quale
semplicemente ha per protagonista un assassino (Michael
Fassbender) che, dopo un disastroso passo falso di cui
rimane sorpreso egli stesso, si trova a dover sfidare i propri
committenti intraprendendo una caccia all’uomo su scala globale che
egli giura non avere niente di personale. Ma è davvero così? Oppure
sta ingannando sé stesso per primo? Quanto è disposto a tradire le
proprie regole pur di ristabilire il proprio status quo e quanto la
realtà intorno a lui può sfuggire al suo controllo? Prenderà così
forma un disperato tentativo di riparare ai propri errori.
Essere un assassino non è facile
come viene raccontato nei film, dove spesso viene offerta una
rappresentazione romantica o avvincente della loro vita, per quanto
ciò che compiono rimanga inaccettabile. Fincher, che con ogni suo
film cerca di smarcarsi dai cliché, si pone dunque nella mente del
serial killer per cercare di studiarne i pensieri, la routine, la
gestualità. Il suo assassino senza nome non è un uomo dotato di
particolari gadget e per ottenere ciò che gli serve, che sia un
travestimento o un accessorio, si rivolge a negozi online quale può
essere Amazon. Insomma, quello di The Killer è un
personaggio che cerca di rimanere il più possibile nell’anonimità e
per farlo sa di dover seguire un preciso codice.
Le sue missioni, inoltre, non sono
per nulla avventure caratterizzate da epici scontri o dinamici
inseguimenti. Lo dimostra la sequenza d’apertura del film, dove il
killer deve attendere l’arrivo del suo obiettivo rimanendo
nascosto in un appartamento di Parigi. In tale frangente egli ci
rende partecipi dei suoi pensieri, riempiendo dunque di parole
scene nelle quali sostanzialmente non avviene nulla se non l’atto
di attendere, intervallato da attività come lo stretching,
l’andarsi a comprare del cibo e naturalmente il dormire. Una
sequenza che potrebbe scoraggiare quanti ricercano ben altri ritmi
e atmosfere, ma se si fa attenzione è diffiicile non rimanere
catturati dalla messa in scena che Fincher propone.
Con una calma metodica e grande
attenzione ai particolari, il regista inquadra il tutto con un
gusto per la composizione e una precisione da vero serial killer,
rendendo tutto ciò così attraente che è difficile non venire rapiti
da questo modo di raccontare per immagini. Sono infatti queste ad
avere la priorità assoluta sul film, persino sul racconto in sé,
ridotto qui al suo grado più elementare per ricercare tanto un
senso di distacco coerente con quello che il protagonista porta
avanti nei confronti della realtà, quanto per far emergere la sua
percezione delle cose quale vero e proprio cuore pulsante di
The Killer.
The Killer è uno dei film più importanti
dell’anno
The Killer lavora dunque
sulla scissione esistente tra realtà e soggettività,
proponendocela non solo tramite la voice over del protagonista, ma
anche con un preciso lavoro sulla fotografia, il montaggio e il
sonoro, con il quale si punta anche a costruire un senso di
crescente disagio e ansia. Quando ad esempio il killer è in
controllo della situazione, tutto scorre fluidamente, ma basta un
attimo perché la realtà si riveli differente, lasciando spazio ad
una maggiore rigidità che disorienta e annulla tutto ciò che
credevamo di sapere. Capiamo dunque che quello di Fincher è un
narratore inattendibile, costretto egli stesso a scontrarsi con
l’imprevisto e portarci a riflettere sul nostro rapporto con esso e
con ciò che lui è chiamato a compiere.
Semplicemente perfetta si rivela
allora la scelta di Fassbender nel ruolo del protagonista. L’attore
non solo torna a regalarci un’interpretazione di alto livello dopo
diversi passi falsi, ma con il suo volto glaciale riesce a
raccontarci tutto il distacco e all’occorrenza anche la paura del
suo personaggio. E ciò che lui prova impariamo a provarlo anche
noi, scontrandoci con un film che richiede assolutamente molteplici
visioni, necessarie per rapportarsi in modo approfondito con il
gusto per le immagini che Fincher da sempre possiede e con le quali
ci intrattiene. Di certo, però, già a primo impatto The
Killer risulta una delle opere più dense di significati e
valori viste quest’anno.
The Killer
(qui la recensione) è il
thriller neo-noir del celebre regista David Fincher (Fight Club,
Zodiac, Gone Girl), disponibile
dal 10 novembre su Netflix. Presentato in anteprima lo
scorso settembre all’80esima Mostra del Cinema di Venezia, il film
vede protagonista l’attore Michael
Fassbender (Shame, 12 anni schiavo, Steve Jobs) nei panni di un
paranoico sicario, un assassino senza nome. La sua vita è dettata
da un codice ben preciso e iterativo, finché – dopo aver fallito
una missione uccidendo la persona sbagliata – il killer si ritrova
in una caccia all’uomo internazionale dove è costretto ad
affrontare i suoi committenti e sé stesso. Il film, basato
sull’omonima serie di graphic novel francese (titolo originale
“Le Tueur”) illustrata da Luc Jacamon e scritta da Matz
(Alexis Nolent) presenta dunque un racconto ambiguo e più complesso
di quel che potrebbe sembrare.
Il cupo e teso film di Fincher si
apre con la visione dell’anonimo killer che temporeggia all’ultimo
piano di un ufficio WeWork a Parigi. Dalla sua finestra spia la
suite dell’edificio sul lato opposto della strada, attendendo il
suo obiettivo. Inizia dunque un monologo interiore
in cui il protagonista racconta le sue abilità e le modalità con
cui lavora: è un uomo disciplinato, fermo, deciso,
imperturbabile. Segue gli ordini per cui è pagato bene
senza curarsi delle conseguenze. Ma quando poco dopo sbaglia il
tiro, uccidendo l’amante del suo bersaglio, sul suo volto cala
improvvisamente un velo di terrore e smarrimento. Raccatta tutto
ciò che può nel breve tempo possibile e fugge via dell’edificio,
organizzando un volo per casa in Repubblica Dominicana. Al suo
arrivo però scopre che il suo committente lo ha già punito: la sua
compagna Magdala (Sophie Charlotte) è stata
aggredita e torturata. Ferito e in collera, il Killer inizia una
caccia vendicativa in cui fa fuori chiunque si sia macchiato del
sangue di lei.
Il Killer comincia la sua spietata
ricerca uccidendo Hodges (Charles Parnell), il suo
misterioso datore di lavoro. Successivamente convince la segretaria
Dolores (Kerry O’Malley) a svelare il cliente
mandante che lo sta cercando e i due aggressori che hanno torturato
Magdala. Ricevuto i nomi, parte prima per Miami per uccidere i due
scagnozzi: un uomo chiamato il Bruto (Sala Baker)
e una donna conosciuta come L’Esperto (Tilda Swinton).
Attraversa poi Chicago per trovare il Cliente, Claybourne
(Arliss Howard). Quando i due si ritrovano faccia
a faccia, Claybourne gli spiega che è stato lo stesso Hodges a
suggerirgli di eliminare il Killer dal consiglio per l’inefficienza
del suo caso. Non c’era, quindi, “nulla di personale”.
Soddisfatto della sua vendetta e di aver scoperto la verità, il
Killer decide di non eliminarlo e partire via con Magdala.
Fin dal primo minuto, Fincher
dipinge il protagonista come una persona meticolosa, calcolatrice,
pacata e fredda. Persino quando fallisce la sua missione, colpendo
la persona sbagliata, riesce a contenere le proprie emozioni molto
più di quanto sarebbe in grado chiunque altro. Ed è proprio questa
sua consapevole e tanto orgogliosa impassibilità e indolenza che
crolla a poco a poco nel film. Se inizialmente si considera
“uno dei pochi”, solo alla fine si rende conto di
essere in realtà “uno dei molti”. Sotto tutti quei
travestimenti e false identità, dunque, non c’è semplicemente una
spietata macchina per uccidere ma un uomo. Un uomo come tanti altri
che – oltre l’anonima espressione gelida da assassino – sente il
bisogno di amare ed essere amato. E ciò che lo scuote dal suo ruolo
di inalterabile assassino è il trovare la donna che ama malridotta
e morente a causa del suo lavoro. Una scena che lo porta a fargli
desiderare di avere una vita normale e tranquilla con lei.
The Killer racconta dunque
una storia di evoluzione: il protagonista alla
fine del film non è lo stesso uomo che è stato presentato al
pubblico nel suo spoglio ufficio a Parigi. E questo viene messo in
risalto anche dalla sua controversa scelta di non uccidere
Claybourne. Se da un lato questa decisione pare indicare un punto
di svolta nella vita del Killer e al fatto che sia davvero
cambiato; dall’altro lascia alcuni interrogativi che alludono a un
possibile secondo fine: risparmiare quel potente committente
potrebbe tornargli utile professionalmente in futuro? È davvero
cambiato o – come per tutto il resto del film – anche questa scelta
nasconde un piano ben studiato?
“Attieniti al piano. Non
fidarti. Niente empatia. Gioca d’anticipo, non improvvisare. Mai
concedere un vantaggio. Combatti solo se sei pagato per combattere.
Attieniti al piano”. Questo è ciò che il Killer recita più
volte a sé stesso durante il film, un vero e proprio mantra di
concentrazione e fermezza che lo accompagna in ogni sua metodica
mossa. Quasi una preghiera che lo rende invulnerabile e privo di
tutte quelle emozioni che potrebbero intaccare il suo operato. Il
protagonista di Fincher sembra credere fedelmente a quelle parole,
finché le conseguenze del suo lavoro non bussano alla porta di
casa, l’unico luogo in cui sembrano custoditi i suoi sentimenti più
puri. Infatti, è ciò che prova per Magdala a mettere in moto il suo
blitz di vendetta che si conclude con una decisione inaspettata. Il
Killer non si attiene al piano né quando sbaglia bersaglio né
probabilmente quando risparmia Claybourne, eppure alla fine del
film sembra essere sollevato e soddisfatto accanto alla donna che
ama.
Il confronto con l’Esperto (Tilda Swinton) in The
Killer
L’uccisione più elegante e
significativa del film è senz’altro quella del secondo lacchè,
l’Esperto. Con il suo iconico savoir-faire, Tilda
Swinton, nel confronto col personaggio di Michael
Fassbender, dà vita a una delle scene più accattivanti e
interessanti del film. L’Esperto – con una favola cupa e bizzarra
in cui spiega che ciò che muove un cacciatore a uccidere un orso
non è la preda stessa ma la caccia in sé – cerca disperatamente di
dissuadere il Killer dall’ucciderla. Un momento di tensione in cui
il personaggio della Swinton suggerisce al pubblico una morale che
in fondo si rispecchia nelle loro vite: il lavoro del sicario è una
caccia all’uomo mossa solamente dal denaro e
dal piacere di uccidere, non riguarda niente di
personale.
Tutto in The Killer è
ridotto ai minimi termini, persino i dialoghi. Infatti, ciò che
davvero accompagna la narrazione è il monologo interiore del
protagonista. Un continuo flusso di coscienza che tenta di
incoraggiare lo spettatore a guardare il mondo con gli stessi occhi
del Killer. Ma, di fatto, a chi si rivolge il Killer? Per chi
esegue questo monologo interiore? Queste sono le stesse domande che
Erik Messerschmidt, direttore della fotografia, ha
posto al regista: “Per comprendere meglio a chi si rivolge il
protagonista, Fincher mi suggerì di guardare ‘Le Samourai’
(thriller poliziesco del 1967 diretto da Jean-Pierre
Melville), spiegandomi che questo film francese mi
avrebbe fatto comprendere ciò che si prova a essere oggettivamente
un fantasma in una stanza. Come ci si sente quando si ha davanti
qualcuno che non permette mai a nessuno di stargli accanto?” –
ha raccontato il collaboratore. In altre parole, il monologo del
Killer è tanto rivolto al pubblico quanto a sé stesso, un dialogo
intimo e personale che permette di conoscere la psiche del
personaggio e comprenderne la storia.
Cosa ha detto David Fincher
riguardo al finale di The Killer?
The Killer è una pellicola
tremendamente elegante e algente, al punto da non essere semplice
per il pubblico provare empatia nei suoi confronti. A riguardo, al
Festival del Cinema di Venezia, il tre volte candidato all’Oscar
David Fincher ha spiegato che quando ha dato vita
a questo personaggio non voleva che fosse simpatico o spaventoso.
In realtà, ciò che davvero spera di suscitare nel pubblico è
l’irritabilità verso il prossimo o, stando alle sue parole: “La
mia speranza è che qualcuno veda questo film e diventi nervoso
pensando alla persona che si trova dietro di lui in una qualunque
fila“, lasciando dunque intendere che chiunque potrebbe essere
un assassino, proprio come il protagonista del film e la sua
ricerca dell’anonimato dimostra.
David Fincher ha
concluso le riprese del suo prossimo film, The
Killer, realizzato con Netflix. The Killer è un film d’azione neo-noir
basato su una graphic novel francese con lo stesso titolo che segue
la vita di un assassino senza nome. Il nuovo film Netflix è diretto
da David Fincher e vede nei ruoli principali
Michael Fassbender e Tilda Swinton.
Di seguito, il post di Instagram
che conferma la conclusione delle riprese di The
Killer, con particolari ringraziamenti al Direttore della
Fotografia Erik Messerschmidt e ai protagonisti Swinton e
Fassbender.
L’ultimo film di David
Fincher, The Killer, ha ricevuto il plauso della
critica per il suo stile narrativo a lento rilascio ma
incredibilmente metodico, che ha nascosto alcuni dettagli in
maniera molto intelligente, i quali si fanno notare solo ad una
seconda visione. Con lo stile caratteristico del regista e
l’eccellente interpretazione di Michael Fassbender nel ruolo del protagonista,
questo film Netflix
racconta di un meticoloso sicario impegnato in una caccia all’uomo
internazionale che giura non essere personale.
Un’azzeccata metafora del modus operandi di
Fincher, i cui film sono progettati al millimetro
e includono un’incredibile attenzione ai dettagli strutturali e
narrativi, proprio come dimostrano questi dettagli nascosti in
The Killer che abbiamo selezionato per
voi.
Il primo appostamento
L’assassino pianifica
meticolosamente l’assassinio del suo primo bersaglio dalla sua
postazione in un ufficio WeWork abbandonato e fatiscente,
di fronte alla camera d’albergo parigina in cui alloggia la sua
vittima, in compagnia di una dominatrice. Questo abbinamento tra
l’ufficio di un capitalista in bancarotta e lo squallido mondo
criminale abitato dal protagonista è un classico dello stile di
David
Fincher. L’accostamento tra il suo imminente tentativo
di assassinio e l’azienda in cui si trova mette in evidenza le
connessioni tra questo killer freddo e insensibile e il mondo degli
affari: l’ambiente in cui l’assassino fallisce è una metafora del
suo imminente fallimento.
I riferimenti ai film classici
Come in tutti i film di
Fincher, emerge fin da subito la sua incredibile attenzioni ai
dettagli, curati perfettamente anche nella fotografia. Come
spettatori, seguiamo il punto di vista dell’assassino mentre
osserva il mirino cercando l’angolazione perfetta per passare
all’azione, segmento che viene ripreso con non pochi rimandi
all’iconico thriller di Alfred Hitchcock del 1954,
La finestra sul cortile. Questo omaggio al cinema
classico è solo il primo di una serie nei confronti di pellicole
che sono state d’ispirazione per The Killer, tra cui il classico
della Nouvelle Vague francese Frank Costello faccia
d’angelo, La conversazione di
Francis Ford Coppola e, naturalmente, il
leggendario film di Hitchcock.
La frequenza cardiaca del
killer
La narrazione di The Killer ci dà un’idea delle prospettive del
nostro protagonista sena nome e della sua filosofia. Tuttavia, a
differenza della maggior parte dei sicari solitari del cinema, egli
abbraccia la tecnologia e utilizza persino uno smartwatch per
servirsi di maggiore precisione. Mentre si prepara a mirare al
bersagio, l’assassino dice al pubblico che la sua frequenza
cardiaca deve essere inferiore a 60 bpm per poter colpire il
bersaglio, mentre attende lentamente il momento perfetto prima di
decidere di procedere con l’uccisione. Tuttavia, l’ultima
inquadratura dell’orologio dell’assassino mostra una frequenza
cardiaca di 65 bpm, il che dà al pubblico il primo indizio del
fatto che le cose potrebbero non andare secondo i piani.
La mancanza di dialoghi
The
Killer presenta raramente dialoghi e, per la maggior
parte, è guidato dalla narrazione del personaggio principale. Si
tratta di una componente principale del film, ma alla prima visione
potrebbe non essere evidente quanto poco parli il personaggio di
Michael Fassbender. Grazie a una forte colonna
sonora, a un ritmo eccellente e a un’emozionante struttura a
episodi, il fatto che questo film sia essenzialmente The Killer che si muove con calma e attenzione
da un luogo all’altro con pochissima interazione umana non risulta
noioso. Quando si immerge nel mondo di questo racconto, il pubblico
potrebbe essere perdonato per non aver notato la scarsità dei
dialoghi.
L’empatia dell’assassino aumenta
con l’avanzare del film
La prospettiva priva di
emozioni dell’assassino trova eco nel mantra che ripete a se
stesso: “Vietato provare empatia. L’empatia è debolezza. La
debolezza è vulnerabilità“. Questa filosofia nichilista
richiama alla mente pensatori come Friedrich
Nietzsche e l’occultista Aleister Crowley
anche se, con l’avanzare del film, notiamo che queste restrizioni
autoimposte dal killer iniziano a crollare. Quando l’assassino
ottiene l’identità di altri assassini dall’amministratrice
dell’ufficio, Dolores, questa gli chiede di procurarle una morte
rapida e non sospetta, in modo che la sua famiglia abbia diritto a
un’assicurazione sulla vita. La sua volontà di esaudire questo
ultimo desiderio spingendola giù da una rampa di scale indica che è
difficile per il killer rifuggire sempre questa regola contro
l’empatia.
Gli pseudonimi dell’assassino sono
personaggi classici delle sitcom
The Killer fa continui riferimenti al settore
del branding aziendale, ai film e ai videogiochi e presenta una
serie di Easter egg e dettagli nascosti che gli spettatori più
attenti potranno scoprire a una seconda visione. Una pratica
interessante di The Killer è il come decide
i suoi diversi alias visti nel corso del film: tra questi, vi sono
una serie di nomi in codice di serie televisive classiche, tra cui
La strana coppia, Happy Days e Cin cin.
Questi diversi pseudonimi possono essere visti sui documenti
d’identità falsi, sui passaporti e sulla documentazione
dell’assassino nel corso del film per imbarcarsi sui voli,
noleggiare auto e farsi strada nel mondo.
Tra gli pseudonimi utilizzati
dall’assassino ci sono: Felix Unger (La strana
coppia), Archibald Bunker (Tutto in famiglia),
Oscar Madison (La strana coppia), Howard
Cunningham (Happy Days), Reuben Kincaid
(La famiglia Partridge), Lou Grant (Mary Tyler
Moore Show / Lou Grant), Sam Malone (Cin cin),
George Jefferson (I Jefferson) e Robert
Hartley (Bob Newhart Show).
Michael Fassbender non ha mai
sbattuto le palpebre
Un dettaglio incredibile in
The Killer che dimostra l’incrollabile impegno
di Michael Fassbender per questo ruolo è il fatto
che non abbia mai sbattuto le palpebre davanti alla telecamera
durante l’intera produzione. Il direttore della fotografia
Erik Messerschmidt, vincitore di un Oscar, ha
confermato che l’attore non ha sbattuto le palpebre nemmeno una
volta durante le riprese. Fassbender è noto per il suo approccio
metodico alla recitazione e per dedicarsi anima e corpo a ogni
ruolo che accetta. In passato, ha dichiarato che ripassa le battute
centinaia di volte e che per lui è importante riuscire a entrare
nella mente del personaggio che sta interpretando.
La musica degli Smiths allude
all’umanità sepolta dell’assassino
Quando non ascolta la colonna sonora
di Trent Reznor e Atticus Rose,
il killer opta per una playlist composta quasi interamente dalle
canzoni degli Smiths. A primo impatto, potrebbe
sembrare una scelta strana come band preferita di un killer freddo
e menefreghista, ma in realtà ha perfettamente senso. I testi
cantati dal frontman degli Smiths, Morrissey, sono quelli di
un’anima tormentata che cerca di non provare empatia, ma che non
riesce a fare a meno di preoccuparsi. Canzoni come “How Soon Is
Now?” contengono versi come “I am human and I need to be
loved” (sono umano e ho bisogno di essere amato), che fanno
pensare che il killer stia cercando di riappacificarsi al suo senso
di compassione sepolto lungo la strada del suo cammino omicida
nella vita.
L’uccisione finale è
metaforica
The
Killer è diviso in sei capitoli, ognuno dei quali si
concentra su una particolare uccisione nel corso della sua
vendetta. Il primo è il suo sfortunato colpo mancanto, che risulta
nell’omicidio della dominatrice a Parigi. Il secondo è il tassista
nella Repubblica Dominicana. Il terzo vede l’assassino prendere di
mira un avvocato a New Orleans. Il quarto è una violenta rapina in
Florida. Nel quinto, fa fuori l’esperta assassina di Tilda Swinton a New York. Tuttavia, l’ultimo
capitolo non contiene alcuna uccisione fisica, poiché l’assassino
lascia vivere il Cliente che stava cercando. Si tratta invece di
un’uccisione spirituale, in cui il Killer si lascia alle spalle la
sua vita di assassino.
Il tic finale del killer allude
alla sua rinnovata umanità
Il finale di The Killer vede il nostro protagonista fare
ritorno in Repubblica Dominicana e riunirsi con la fidanzata
Magdala, pronto a godersi la pensione. L’arco
caratteriale di The Killer lo posiziona come una persona che
crede di poter controllare la propria vita, che sia attraverso il
modo in cui mangia, si sente o agisce. Vuole differenziarsi dalla
massa e rifiutare lo stile di vita ordinario. Tuttavia,
nell’inquadratura finale di The Killer gli spettatori possono vedere che
le cose potrebbero essere cambiate, come racconta lui stesso:
“Forse sei proprio come me. Uno dei tanti“. A questo segue
un sottile battito di ciglia che allude a un riavvicinamento alla
sua parte più umana e empatica.
Dal 10 novembre è disponibile su
Netflix il nuovo film
di David Fincher, The
Killer (qui la nostra recensione),
incentrato su un serial killer senza nome interpretato da Michael
Fassbender che in seguito ad un proprio errore si vede
costretto ad eliminare quanti potrebbero minacciare la sua
esistenza. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia
di quest’anno, il film è stato accolto positivamente dalla critica
e dal pubblico, che lo ha ora portato ad essere uno dei titoli più
visti sulla piattaforma streaming. Alle tante lodi che il film sta
ricevendo si è ora aggiunta anche quella del regista premio Oscar
Guillermo del Toro.
Tramite il proprio account X (ex Twitter), il
regista di La forma
dell’acquae Pinocchio ha infatti
recensito con entusiasmo il nuovo thriller di Fincher, elogiando il
regista e paragonando il film ad altre opere. “The Killer è un
bellissimo film di Bronson, scritto da Sartre e girato da Melville
con l’irruenza di Siegel. Adoro, adoro, adoro quando Fincher fa
colpo con un film di genere bello cattivo. Agile, preciso e
divertente. È il film più leggero che abbia visto da molto tempo a
questa parte. È bello quando si può vedere un film e una pellicola
allo stesso tempo“, ha scritto del Toro.
Il regista, nella sua ultima
affermazione, scrive “film” e “movie”, sottolineando dunque di aver
apprezzato The Killer sia come interno all’industria
che come semplice spettatore, ovvero avvendolo gradito in ogni suo
aspetto e possibile interpretazione, ma riferendosi anche alla
capacità di questo film di essere tanto un’opera d’autore quanto un
prodotto commerciale. Come noto, del Toro, da grande appassionato
della settima arte, non si tira mai indietro dall’elogiare il
lavoro dei suoi colleghi e dal proporre proprie riflessioni sui
film di oggi che più apprezza. Per il nuovo lungometraggio di
Fincher si tratta dunque di un ennesimo riconoscimento di valore,
offerto da un regista tra i più competenti e premiate dell’attuale
scena cinematografica.
Secondo la notizia pubblicata da
Variety.com, la produzione del film con Anthony HopkinsThe Kidnapping of FreddieHeineken
partirà il prossimo mese in Europa. Voci dicono che le riprese
verranno effettuate tra Parigi e Amsterdam.
La produzione sarà dell’ Informant
Media, già produttori di Crazy Heart, e la regia
dello svedese Daniel Alfredson, che ha raggiunto il successo
con Millenium-La ragazza che giocava con il fuoco e
La regina dei castelli di carta.
Il film, scritto da William
Brookfield, racconterà la ricostruzione del crimine del secolo,
ovvero il rapimento del presidente dell’ Heineken, interpretato da
Hopkins. Avvenuto nel 1983, il presidente venne sequestrato
da quattro amici d’infanzia e dal suo autista, incluso Willem
Holleeder il padrino del crimine olandese. Dopo essere stato
rinchiuso in un magazzino per settimane, venne rilasciato con una
richiesta di riscatto di 16 milioni di euro. Alla fine i rapitori
furono tutti rintracciati e condannati, anche se i soldi ricevuti
non furono mai ritrovati dalle forze dell’ordine.
Nel cast, oltre a Anthony
Hopkins, ci sarà anche l’australiano Tom Cocquerel, che
interpreterà uno dei sequestratori di Heineken.
“Non importa cosa è vero,
importa cosa raccontano una volta che sei morto.” Sono queste
le parole che lo sceriffo interpretato da Ethan
Hawke pronuncia nel trailer di The Kid,
il primo film da regista di Vincent D’Onofrio.
Il film racconterà la storia di
Billy The Kid, già diverse volte declinata sul
grande schermo. Il personaggio principale sarà interpretato da
Dane DeHaan. Oltre a Billy, la storia si concentra
anche su un giovane ragazzo, Rio (Jake Schur), che
è costretto a mettersi in fuga attraverso il sud-ovest americano in
un tentativo disperato di salvare sua sorella (Leila
George) dal suo cattivo zio (Chris Pratt
in un raro ruolo di cattivo). Lungo la strada, incontra lo sceriffo
Pat Garrett (Hawke), a caccia del famigerato fuorilegge.
D’Onofrio ha sostanzialmente
radunato alcuni amici, in particolare parte del cast de The
Magnificent Seven del 2016, forse per accescere l’atmosfera di
western.
Christopher Nolan
e Michael Stokes hanno recentemente completato la
scrittura della sceneggiatura di The Keys To The
Street basata sull’omonimo romanzo thriller di
Ruth Rendell. Il film, che vedrà fra i protagonisti Gemma
Arterton e Tim Roth e sarà diretto
dal
regista ceco Julius Sevcik , dovrà
essere propagandato ai compratori internazionali dalla
Myriad Pictures che si occuperà di instaurare le
trattative per i diritti di distribuzione al di fuori del Regno
Unito.
L’inizio dei lavori attorno alla realizzazione della pellicola è
previsto per il primo trimestre del 2014. Il film sarà prodotto
daPretty Pictures e Apollo
Productions e si tratterà di un thriller psicologico le
cui vicende gireranno attorno alla storia di una donna che, fuggita
da un matrimonio violento, avrà una storia d’amore con un uomo che
non è ciò che sembra. Kirk D’amico della
Myriad, che sarà accreditato come produttore
esecutivo, ha dichiarato:
Noi pensiamo che il pubblico amerà il modo in cui Christopher Nolan
e Michael Stokes hanno adattato questo popolare romanzo giallo
inglese.
Attualmente il film, pronto per
entrare in produzione nel Regno Unito, rimane quindi in attesa
delle offerte da parte dei distributori esteri per trovare una sua
giusta collocazione anche nel mercato europeo e statunitense
nonostante si possa già dare per scontato che l’apporto di
Christopher Nolan al progetto darà senz’altro a
quest’ultimo la sua giusta cassa di risonanza.
Dopo una lunga ricerca, è stato
scelto il nuovo protagonista di Karate
Kid,
remake in cui sono già coinvolti Ralph Macchio e Jackie Chan.
Distribuito originariamente nel 1984, The Karate Kid racconta la
storia di un maestro di arti marziali che insegna a un adolescente
l’arte del karate. Il film ha tre sequel, un riavvio e una
continuazione televisiva con Cobra Kai, e sarà presto adattato in
un altro film.
Secondo The Hollywood Reporter,
l’imminente film di Karate Kid ha trovato la sua nuova stella. Si
tratta dell’attore di American Born ChineseBen Wang. Dopo un processo di audizione, gli
addetti ai lavori hanno affermato che il casting di Wang è stato
determinato dal suo profondo legame emotivo con il personaggio e
alla sua fluidità in mandarino.
Il casting di Wang in The
Karate Kid è un’impresa titanica considerando il processo
di casting della produzione. Nel novembre del 2023, Sony
Entertainment ha lanciato un casting per il protagonista di Karate
Kid, oltre a confermare lo sviluppo del film. Dopo l’annuncio, la
società ha ricevuto oltre 10.000 audizioni. Wang aveva già recitato
nella serie American Born Chinese.
Al momento la trama di The Karate
Kid è ancora nascosta. Voci precedenti indicavano che la storia si
concentrerà su un adolescente cinese-americano che cresce
attraverso l’arte del karate, con l’aiuto di un maestro.
Analogamente al riavvio di The Karate Kid del 2010, il film Karate
Kid del 2024 non sarà un remake esatto del film originale del 1984,
ma piuttosto prenderà in prestito la struttura generale della trama
e i temi.
Macchio riprenderà il ruolo di
Daniel LaRusso, che ha interpretato nella trilogia
cinematografica originale di Karate Kid iniziata
nel 1984 e ripreso nella serie Cobra Kai di
Netflix,
che ha da poco annunciato la sua sesta e ultima stagione. Chan
tornerà nel ruolo di Mr. Han, un maestro di kung fu ispirato al
personaggio del Maestro Miyagi, che ha allenato Dre Parker di
Jaden Smith nel film remake del 2010.
La Warner Bros. ha
annunciato l’inizio delle riprese di The Jungle
Book, nuovo adattamento cinematografico del popolare
romanzo di Rudyard Kipling ad opera di
Andy Serkis (Il Signore degli Anelli, Apes
Revolution: Il pianeta delle scimmie).
Per Serkis, che del film sarà anche
produttore insieme a Steve Kloves (Harry
Potter), si tratta del debutto dietro la macchina da presa. Il
film, la cui uscita è fissata per il 6 ottobre 2017, annovera nel
cast BenedictCumberbatch
(Shere Khan), Rohan Chand (Mowgli),
Christian Bale (Bagheera), Cate
Blanchett (Kaa), Naomie Harris
(Nisha), Tom Hollander
(Tabaqui), Eddie
Marsan e Peter Mullan
(Akela).
Lo stesso Serkis
parteciperà al film in qualità di attore, interpretando l’Orso
Baloo. Ricordiamo che la pellicola mescolerà live action e
performance capture. La sceneggiatura porterà la firma di
Callie Kloves, nipote del sopracitato Steve.
Ricordiamo che anche la
Walt Disney sta sviluppando un nuovo adattamento
de Il libro della giungla, diretto da
Jon Favreau (Iron Man, Chef) su
sceneggiatura di Justin Marks (Street Fighter:
The Legend of Chun-Li). Il cast comprende nomi
importanti, come quelli di Lupita Nyong’o e
Scarlett Johansson, ma anche
Idris Elba, Bill Murray e Ben
Kingsley.
Fa parte della Selezione
Ufficiale della Festa del Cinema di RomaThe Jump, il film lituano della regista
Giedre Zickyte, documentarista nota in patria – e
produttrice del film con la sua Moonmakers,
assieme a VFS Films e Faites Un
Voeu, in associazione con Naked Edge
Films – le cui opere sono state scelte per diversi
festival internazionali. Tanto è vero che The
Jump arriva a Roma dopo essere stato presentato in
prima mondiale al Warsaw International Film
Festival.
Quella che la regista sceglie di
raccontare è una storia di disperata ricerca di libertà da parte di
un uomo vissuto sotto il regime sovietico. Regime che lei stessa ha
conosciuto da bambina, essendo la Lituania tornata indipendente
quando aveva 10 anni, nel 1990. E’ quella voglia di libertà e
quell’America sognata come un paradiso, ma troppo difficile da
raggiungere che si vuole raccontare.
La trama di The
Jump, diserzione, detenzione e infine di libertà
E’ il 23 novembre del 1970 quando
una motovedetta della Guardia Costiera americana e una nave
sovietica si incontrano a largo della costa orientale degli Stati
Uniti per discutere di diritti di pesca nell’Atlantico. I
comandanti sovietici salgono a bordo della nave Usa ed è lì che il
marinaio lituano Simas Kudirca decide di tentare
il tutto per tutto e fare lo stesso. Le due navi sono vicinissime e
lui con un balzo è sulla nave americana, dove chiede asilo
politico. In un primo momento gli americani danno rifugio a Simas,
ma poi sono costretti da ordini superiori a restituirlo ai
sovietici. Sarà processato per tradimento e condannato a 10 anni,
spedito poi sugli Urali nei campi di lavoro. Nel frattempo in Usa
si moltiplicano le proteste di piazza e i movimenti che chiedono la
liberazione di Simas. Quando ormai sembra non ci sia più nulla da
fare, un fatto nuovo promette di spalancare al marinaio le porte
della tanto sognata libertà e quelle degli Stati Uniti.
Il racconto di protagonista
e testimoni
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
E’ lo stesso Simas,
oggi novantenne, ad accompagnare lo spettatore lungo tutta la sua
storia, sono la passione e il trasporto nei suoi occhi azzurri
lucidi e sgranati, l’autentica commozione, ma al tempo stesso
la grande forza che promana da quest’uomo a coinvolgere lo
spettatore. Inoltre, la regista fa una scelta vincente: servirsi
dell’energia di Simas e della sua voglia di rendere il pubblico
partecipe, mettere in atto una vera e propria ricostruzione degli
eventi nelle loro fasi salienti, tornando con l’anziano marinaio
sui luoghi della vicenda. Le concitate fasi della tentata fuga
sulla nave americana Vigilant hanno il ritmo avvincente di un film
d’azione e la suspense di un thriller, con l’anziano trascinato
quasi da un furor mentre le racconta e le rivive. I corridoi della
prigione di Vilnius, dove fu rinchiuso, e la cella 13, che
Simas definisce “la sua casa”, mentre ricorda la durezza della
prigionia. Poi il campo di lavoro, il gelo e le privazioni. Ma non
c’è solo la sua voce. Vi sono anche il comandante della nave Usa,
Ralph W. Eutis, sospeso dopo l’inchiesta che venne
aperta sull’accaduto, e altri membri dell’equipaggio come
Paul E.Pakos. Vi sono le voci
delle attiviste che si spesero tantissimo per creare un movimento
per la liberazione di Simas, Daiva Kezis e
Grazina Peagle, fino alle testimonianze di
politici del calibro di Henry Kissinger.
La seconda parte del documentario,
che ripercorre il soggiorno statunitense di Simas e della sua
famiglia, durato fino al 2007, quando l’anziano ha fatto ritorno in
Lituania dove oggi vive, è meno avvincente, come prevedibile. Manca
la tensione della prima parte e la narrazione è più lenta.
Colpiscono però alcune dichiarazioni rilasciate da Simas alle tv
Usa, dove era invitato come una celebrità, trattato da eroe. Egli,
conscio di cosa significassero povertà e privazioni, invitava gli
americani a riflettere sul proprio benessere, a non sprecare e non
dare nulla per scontato.
I materiali inediti e i
filmati d’epoca
La ricostruzione è interessante non
solo per la passione trascinante che il protagonista mette nel
racconto, ma anche per la modalità in cui questo si dipana,
alternando i ricordi dei testimoni a materiale di repertorio
eterogeneo e spesso inedito, abilmente montato. Dalle foto ai
documenti d’epoca, ai filmati delle manifestazioni, a quelli dei
discorsi di un imbarazzato Nixon che non sa come
giustificare il comportamento della democratica America, patria
della libertà, che in piena Guerra Fredda restituisce un
richiedente asilo all’Urss. Fino a un vero e proprio film di
finzione, TheDefection of
Simas Kudirca, che raccontò la vicenda negli
anni Settanta, protagonista Alan Arkin. Moltissimo
materiale, ben assemblato nel montaggio efficace di Thomas
Ernst e Danielius Kokanauskis, che spinge
a una riflessione sui diritti umani e civili in Russia, in America
e ad ogni latitudine, indagando però soprattutto il rapporto degli
Usa con questi temi.
The Jump è
il racconto di un sogno di libertà infine realizzato. Un racconto
coinvolgente da un testimone prezioso, diretto da una talentuosa
regista, i cui lavori sono da riscoprire e che farà ancora parlare
di sé.
Arrivano online, dopo la prima
immagine ufficiale, anche il trailer ed il poster di
The Judge, thriller con protagonisti
Robert Downey Jr. e Robert Duvall. Eccoli per voi
di seguito:
The
Judge con il candidato agli Oscar Robert Downey Jr. (“Chaplin”, “Tropic
Thunder”) e il Premio Oscar Robert Duvall (“Tender
Mercies-Un tenero ringraziamento”), insieme per la prima volta sul
grande schermo. Il film è interpretato anche dalla candidata
agli Oscar
Vera Farmiga (“Tra le nuvole”) e dal premio
Oscar
Billy Bob Thornton (“Lama tagliente”) ed è diretto da
David Dobkin. Nel film Robert Downey Jr. interpreta il ruolo di Hank
Palmer, avvocato in una grande città, che torna nei luoghi della
sua infanzia dove il padre, con cui non ha più rapporti da anni e
che è il giudice della cittadina (Duvall), è sospettato di
omicidio. Decide allora di scoprire la verità e in questo
percorso ricostruisce i legami con la famiglia da cui si era
allontanato anni prima.
Nel cast di The
Judge anche Vincent D’Onofrio, Jeremy Strong,
Dax Shepard, Leighton Meester, Ken Howard, Emma Tremblay, Balthazar
Getty e David Krumholtz. The
Judge è prodotto da Susan Downey, David Dobkin
e David Gambino, con Herbert W. Gains, Robert
Downey Jr., Jeff Kleeman e Bruce Berman
come produttori esecutivi. La sceneggiatura è di Nick Schenk
e Bill Dubuque, il soggetto di Dobkin & Schenk. Nel team dei
collaboratori di Dobkin troviamo il direttore della fotografia
premio Oscar Janusz Kaminski (“Salvate il soldato Ryan”,
“Schindler’s List”), lo scenografo Mark Ricker, il montatore Mark
Livolsi e la costumista Marlene Stewart. Le musiche sono del
compositore candidato 12 volte agli Oscar Thomas
Newman (“Saving Mr. Banks”, “Skyfall”).
In attesa di trovarlo nuovamente
alle prese con JARVIS e le innumerevoli
armature di Iron Man
in Avengers Age of Ultron, potremo
vedere nuovamente al cinema Robert Downey
Jr il prossimo ottobre nel film The
Judge, pellicola drammatica diretta
da David Dobkin.
La pellicola, che giungerà
nei cinema italiani il prossimo 23 ottobre, è
stata recentemente anticipata da un nuovo trailer internazionale
che vi proponiamo qui di seguito:
The
Judge con il candidato agli Oscar Robert Downey Jr. (“Chaplin”, “Tropic
Thunder”) e il Premio Oscar Robert Duvall (“Tender
Mercies-Un tenero ringraziamento”), insieme per la prima volta sul
grande schermo. Il film è interpretato anche dalla candidata
agli Oscar
Vera Farmiga (“Tra le nuvole”) e dal premio
Oscar
Billy Bob Thornton (“Lama tagliente”) ed è diretto da
David Dobkin. Nel film Robert Downey Jr. interpreta il ruolo di Hank
Palmer, avvocato in una grande città, che torna nei luoghi della
sua infanzia dove il padre, con cui non ha più rapporti da anni e
che è il giudice della cittadina (Duvall), è sospettato di
omicidio. Decide allora di scoprire la verità e in questo
percorso ricostruisce i legami con la famiglia da cui si era
allontanato anni prima.
Nel cast di The
Judge anche Vincent D’Onofrio, Jeremy Strong,
Dax Shepard, Leighton Meester, Ken Howard, Emma Tremblay, Balthazar
Getty e David Krumholtz. The
Judge è prodotto da Susan Downey, David Dobkin
e David Gambino, con Herbert W. Gains, Robert
Downey Jr., Jeff Kleeman e Bruce Berman
come produttori esecutivi. La sceneggiatura è di Nick Schenk
e Bill Dubuque, il soggetto di Dobkin & Schenk. Nel team dei
collaboratori di Dobkin troviamo il direttore della fotografia
premio Oscar Janusz Kaminski (“Salvate il soldato Ryan”,
“Schindler’s List”), lo scenografo Mark Ricker, il montatore Mark
Livolsi e la costumista Marlene Stewart. Le musiche sono del
compositore candidato 12 volte agli Oscar Thomas
Newman (“Saving Mr. Banks”, “Skyfall”).
Uno nuovo spot italiano di
The Judge è stato pubblicato online da
Warner Bros Italia. Il film vedrà protagonista Robert
Downey Jr. Ecco lo spot:
The Judge, il film
The
Judge con il candidato agli Oscar Robert Downey Jr. (“Chaplin”, “Tropic
Thunder”) e il Premio Oscar Robert Duvall (“Tender
Mercies-Un tenero ringraziamento”), insieme per la prima volta sul
grande schermo. Il film è interpretato anche dalla candidata
agli Oscar
Vera Farmiga (“Tra le nuvole”) e dal premio
Oscar
Billy Bob Thornton (“Lama tagliente”) ed è diretto da
David Dobkin. Nel film Robert Downey Jr. interpreta il ruolo di Hank
Palmer, avvocato in una grande città, che torna nei luoghi della
sua infanzia dove il padre, con cui non ha più rapporti da anni e
che è il giudice della cittadina (Duvall), è sospettato di
omicidio. Decide allora di scoprire la verità e in questo
percorso ricostruisce i legami con la famiglia da cui si era
allontanato anni prima.
Nel cast di The
Judge anche Vincent D’Onofrio, Jeremy Strong,
Dax Shepard, Leighton Meester, Ken Howard, Emma Tremblay, Balthazar
Getty e David Krumholtz. The
Judge è prodotto da Susan Downey, David Dobkin
e David Gambino, con Herbert W. Gains, Robert
Downey Jr., Jeff Kleeman e Bruce Berman
come produttori esecutivi. La sceneggiatura è di Nick Schenk
e Bill Dubuque, il soggetto di Dobkin & Schenk. Nel team dei
collaboratori di Dobkin troviamo il direttore della fotografia
premio Oscar Janusz Kaminski (“Salvate il soldato Ryan”,
“Schindler’s List”), lo scenografo Mark Ricker, il montatore Mark
Livolsi e la costumista Marlene Stewart. Le musiche sono del
compositore candidato 12 volte agli Oscar Thomas
Newman (“Saving Mr. Banks”, “Skyfall”).
Grazie a Entertainment Weekly siamo
in grado di mostrarvi la prima foto di The
Judge, thriller con protagonisti Robert
Downey Jr. e Robert Duvall.
The Judge, il film
The
Judge con il candidato agli Oscar Robert Downey Jr. (“Chaplin”, “Tropic
Thunder”) e il Premio Oscar Robert Duvall (“Tender
Mercies-Un tenero ringraziamento”), insieme per la prima volta sul
grande schermo. Il film è interpretato anche dalla candidata
agli Oscar
Vera Farmiga (“Tra le nuvole”) e dal premio
Oscar
Billy Bob Thornton (“Lama tagliente”) ed è diretto da
David Dobkin. Nel film Robert Downey Jr. interpreta il ruolo di Hank
Palmer, avvocato in una grande città, che torna nei luoghi della
sua infanzia dove il padre, con cui non ha più rapporti da anni e
che è il giudice della cittadina (Duvall), è sospettato di
omicidio. Decide allora di scoprire la verità e in questo
percorso ricostruisce i legami con la famiglia da cui si era
allontanato anni prima.
Nel cast di The
Judge anche Vincent D’Onofrio, Jeremy Strong,
Dax Shepard, Leighton Meester, Ken Howard, Emma Tremblay, Balthazar
Getty e David Krumholtz. The
Judge è prodotto da Susan Downey, David Dobkin
e David Gambino, con Herbert W. Gains, Robert
Downey Jr., Jeff Kleeman e Bruce Berman
come produttori esecutivi. La sceneggiatura è di Nick Schenk
e Bill Dubuque, il soggetto di Dobkin & Schenk. Nel team dei
collaboratori di Dobkin troviamo il direttore della fotografia
premio Oscar Janusz Kaminski (“Salvate il soldato Ryan”,
“Schindler’s List”), lo scenografo Mark Ricker, il montatore Mark
Livolsi e la costumista Marlene Stewart. Le musiche sono del
compositore candidato 12 volte agli Oscar Thomas
Newman (“Saving Mr. Banks”, “Skyfall”).
Guarda la nuova clip dell’atteso
film The Judge, di David
Dobkin con protagonisti Robert Downey
Jr, il Premio Oscar Robert
Duvall e Vera
Farmiga, da giovedì 23
ottobre al cinema.
The Judge, il film
The
Judge con il candidato agli Oscar Robert Downey Jr. (“Chaplin”, “Tropic
Thunder”) e il Premio Oscar Robert Duvall (“Tender
Mercies-Un tenero ringraziamento”), insieme per la prima volta sul
grande schermo. Il film è interpretato anche dalla candidata
agli Oscar
Vera Farmiga (“Tra le nuvole”) e dal premio
Oscar
Billy Bob Thornton (“Lama tagliente”) ed è diretto da
David Dobkin. Nel film Robert Downey Jr. interpreta il ruolo di Hank
Palmer, avvocato in una grande città, che torna nei luoghi della
sua infanzia dove il padre, con cui non ha più rapporti da anni e
che è il giudice della cittadina (Duvall), è sospettato di
omicidio. Decide allora di scoprire la verità e in questo
percorso ricostruisce i legami con la famiglia da cui si era
allontanato anni prima.
Nel cast di The
Judge anche Vincent D’Onofrio, Jeremy Strong,
Dax Shepard, Leighton Meester, Ken Howard, Emma Tremblay, Balthazar
Getty e David Krumholtz. The
Judge è prodotto da Susan Downey, David Dobkin
e David Gambino, con Herbert W. Gains, Robert
Downey Jr., Jeff Kleeman e Bruce Berman
come produttori esecutivi. La sceneggiatura è di Nick Schenk
e Bill Dubuque, il soggetto di Dobkin & Schenk. Nel team dei
collaboratori di Dobkin troviamo il direttore della fotografia
premio Oscar Janusz Kaminski (“Salvate il soldato Ryan”,
“Schindler’s List”), lo scenografo Mark Ricker, il montatore Mark
Livolsi e la costumista Marlene Stewart. Le musiche sono del
compositore candidato 12 volte agli Oscar Thomas
Newman (“Saving Mr. Banks”, “Skyfall”).
Messi da parte, per il momento,
l’armatura di Tony Stark e la mantellina di Sherlock Holmes,
Robert Downey Jr. può tornare a fare quello
che sa fare meglio: recitare. L’occasione gliela offre
David Dobkin, che lo chiama per The
Judge a duettare con un’icona di Hollywood,
Robert Duvall.
Il rampante avvocato di città,
Hank Palmer, si trova costretto a ritornare a casa, in
provincia, nella triste occasione della morte della madre. Arrivato
in paese, Hank si trova costretto a fronteggiare gli uomini della
sua vita: il fratello minore, affetto da un leggero ritardo mentale
e con la mania dei filmini di famiglia; il fratello maggiore,
campione di baseball mancato a causa di un incidente da piccolo; e
soprattutto il padre, il Giudice della cittadina, con cui ha un
rapporto a dir poco difficile. La riunione di famiglia si prolunga
inaspettatamente, nel momento in cui il Giudice Palmer viene
accusato di omicidio. Hank cercherà di scoprire la verità, e
lungo il cammino proverà a ricucire il suo rapporto con il padre e
con il suo passato.
David Dobkin ci
consegna un film basato principalmente sugli attori, su due
performance di grande peso che si rafforzano a vicenda nel
confronto diretto in scena. Il dramma procedurale diventa un film
di ritorno alle origini e di ricerca di se stessi, un dramma
familiare in cui risplendono i due Robert. Duvall porta in scena
con sé tutta la sua gravitas, il suo immenso
bagaglio di esperienze cinematografiche; Downey Jr. riesce
finalmente ad allontanarsi dalle macchiette cinematografiche che ne
hanno sancito la fama planetaria e a riconsegnarci un ruolo
interessante, di spessore, con il quale torna a recitare davvero e
a farlo ad altissimi livelli.
La sceneggiatura, firmata da
Nick Schenk e Bill Dubuque,
concede ad entrambi gli attori di fare sfoggio delle loro doti in
lunghi e articolari monologhi, che trovano la loro forza nel
momento in cui la regia passa sul piano d’ascolto dell’altro. Gli
spazi, i tempi e le dinamiche tranquille della provincia vengono
rispettati da Dobkin che si prende i suoi tempi e confeziona un
ottimo prodotto che fa confluire due generi differenti, il
procedurale e il dramma familiare, l’uno nell’altro in una climax
emotivo che lascerà lo spettatore spiazzato e commosso.
Primo figlio della Team Downey, la
casa di produzione che Robert Downey Jr. gestisce con la moglie e con
David Gambino, The Judge
è un film intenso, coinvolgente, che scorre via con un paesaggio
dal finestrino di un’auto in corsa e appassiona come una bellissima
storia.
Un film di
Robert Downey Jr. del 2014, The Judge, è attualmente disponibile su
Netflix, in Top 10, e presenta la migliore
interpretazione contemporanea non-Marvel dell’attore prima di
Oppenheimer del
2023. Grazie al suo ruolo di Tony Stark/Iron Man nel Marvel Cinematic Universe, Downey è
una delle star più riconoscibili del pianeta. Ha fatto il suo
debutto nel franchise nel 2008 e il ruolo di Iron
man è arrivato a definire la sua carriera. Tuttavia,
l’attore ha un curriculum impressionante al di fuori del MCU, tra cui una svolta clamorosa
in un legal drama che è una visione essenziale dopo il successo di
Oppenheimer.
Nel 2023, Robert Downey
Jr. si è unito al cast di Oppenheimer di
Christopher Nolan, interpretando il ruolo del
membro dell’AEC Lewis Strauss. Il film nel suo complesso è stato
accolto con entusiasmo dalla critica e ha portato l’attore a una
vittoria all’Oscar attesa da tempo. Il film è stato sicuramente un
punto culminante nella carriera dell’attore. Ora, un titolo di
Downey del 2014 sta scalando le classifiche di Netflix e segna il
precedente miglior ruolo non MCU della star.
Di cosa parla The Judge
con Robert Downey Jr.
Il dramma legale vede la star
interpretare un avvocato
Diretto da David
Dobkin, The Judge del 2014 vede
Robert Downey Jr. interpretare Hank Palmer, un
brillante avvocato di Chicago che affronta il suo caso più
personale fino ad oggi. Al ritorno nella casa della sua infanzia,
Hank scopre che suo padre, Joseph (Robert Duvall),
è sospettato di aver ucciso un uomo. Di conseguenza, Hank si
propone di dimostrare l’innocenza di suo padre, il che,
inaspettatamente, avvicina i due. Il cast di The Judge include
anche Vincent D’Onofrio, Billy Bob Thorton, Vera
Farmiga e Jeremy Strong in ruoli
secondari.
Nel complesso, The
Judge non è stato un grande successo. Il film ha incassato
solo 84 milioni di dollari con un budget di 50 milioni di dollari
(tramite Box Office Mojo) e non è riuscito a convincere la critica.
Infatti, attualmente ha un punteggio Rotten Tomatoes del 49%, con
gran parte delle critiche incentrate sulla trama prevedibile del
film e sullo stile eccessivamente sentimentale. Tuttavia, le
performance del cast, in particolare Downey e Duvall, sono state
accolte con elogi universali. Nel complesso, The
Judge è una grande vetrina del talento di Downey, se non
altro.
Perché The Judge è uno dei migliori
ruoli non-Marvel di Robert Downey Jr.
La star è più di un semplice
interprete con una sola sfumatura
Dal 2008 al 2019, la carriera di
Robert Downey Jr. è stata quasi interamente
assorbita da Iron Man e dal suo ruolo nell’MCU. Ha, tuttavia, recitato in una
manciata di progetti al di fuori del franchise dei supereroi. Per
cominciare, ha interpretato
Sherlock Homes in due film diretti da Guy
Ritchie ed è apparso al fianco di Zach
Galifianakis nella commedia del 2010 Parto col
Folle. Mentre molti dei film non-Marvel di Downey si sono rivelati
popolari, pochissimi di essi hanno fornito all’attore molta
sostanza. The Judge, quindi, si distingue tra i
film di questo periodo per questo motivo.
Prima di diventare Iron Man, Downey
si è fatto un nome come attore serio, per lo più in film a medio
budget e film da Oscar. La star ha ottenuto la sua prima nomination
all’Oscar per il ruolo di Charlie Chaplin nel film
biografico del 1992 Chaplin, quando aveva solo 27
anni. Dopo essere entrato nell’MCU, la carriera di Downey è stata
dominata da blockbuster ad alto budget e commedie di ampio respiro.
In quanto tale, The Judge, attraverso la sua
attenzione sulle complessità delle relazioni padre/figlio e sulle
insidie del sistema legale, ha offerto a Downey qualcosa di più
sostanzioso in cui affondare i denti.
Perché The Judge è così
popolare su Netflix 10 anni dopo la sua uscita originale
Il film sta ricevendo più
attenzione ora rispetto a quando è uscito al cinema per la prima
volta
The Judge è
riuscito a rivendicare un posto nella Top 10 globale di Netflix
nonostante sia vecchio di dieci anni. Come sempre con questo genere
di film, il motivo della popolarità improvvisa di The
Judge è difficile da dire. La spiegazione più probabile è
che, dopo Oppenheimer, il pubblico è stato
desideroso di vedere Downey in ruoli più seri. Per molto tempo,
molti spettatori avrebbero conosciuto Downey solo come Iron Man, ma
è possibile che, dopo aver visto la performance dell’attore che ha
vinto l’Oscar come Strauss, i loro occhi si siano aperti a nuove
possibilità.
A questo proposito, The
Judge sembra essere arrivato su Netflix al momento
giusto. Vale anche la pena notare che, mentre The Judge
non è stato recensito favorevolmente dalla critica, il pubblico è
stato molto più entusiasta. In effetti, il punteggio del pubblico
del film su Rotten Tomatoes è attualmente al 72%, un grande passo
avanti rispetto al punteggio della critica del 49%. Che sia la
natura del film incentrata sulla famiglia, la sua produzione
elegante o semplicemente il coinvolgimento di Downey, c’è qualcosa
in The Judge che attrae il pubblico a un decennio dalla sua prima
uscita sugli schermi, rendendolo il suo miglior film non MCU prima di
Oppenheimer.
The Judge (qui
la recensione) ha sferrato un bel po’ di colpi emotivi nel
corso della sua durata e il finale del film non ha fatto altro che
rendere la sua trama ancora più drammatica. Uscito nel 2014 con
un’accoglienza piuttosto tiepida, la pellicola ha poi trovato nuova
popolarità una volta giunta su Netflix. Parte del motivo della sua
rinascita è da attribuire al suo cast all-star, composto da nomi
importanti come Robert Downey Jr. e Robert
Duvall. Tuttavia, il cast da solo non poteva reggere
l’intero film e The Judge aveva anche bisogno di
un finale emozionante.
Giunto alla sua conclusione, il film
ha legato tra loro e portato a termine diversi elementi della
trama. C’era il processo di Joseph, il rapporto di Hank con Sam e i
suoi tentativi di riparare il rapporto con il padre. Tutti questi
aspetti hanno raggiunto il culmine nello stesso momento, dando vita
a un finale molto intenso da un punto di vista emotivo. Poiché
c’erano così tanti fili da seguire e risolvere, però, anche il
finale di The Judge avrebbe potuto essere spiegato
meglio, cosa che proviamo a fare in questo articolo.
Protagonista del film è Hank
Palmer (Robert
Downey Jr.), un avvocato di Chicago senza scrupoli e
interessato solo ai soldi, richiamato nella città dove è cresciuto
in seguito alla morte della madre. Qui ritrova dopo tanto tempo i
fratelli Glen (Vincent
D’Onofrio), Dale (Jeremy
Strong) e il gelido padre Joseph
(Robert Duvall), giudice del tribunale locale.
Proprio quest’ultimo, si vedrà accusato dell’omicidio di
Mark Blackwell, un criminale che proprio Joseph
aveva condannato anni prima. Hank si rende disponibile a difendere
in tribunale il padre, ma ben presto le loro controversie irrisolte
del passato riemergono, rendendo difficile il lavoro di difesa.
La domanda centrale al centro della
battaglia legale di The Judge è se Joseph abbia
effettivamente ucciso Mark Blackwell. Nonostante sia un aspetto
così importante del film, non si risponde mai modo chiaro e
definitivo a tale quesito. I veri eventi della morte di Mark
vengono tenuti nascosti perché Joseph non riusciva a ricordarli a
causa della chemioterapia per il suo tumore. Ci sono anche prove in
entrambe le direzioni: Joseph odiava Mark, ma Hank ha anche
presentato un caso convincente in sua difesa. Forse la prova più
importante dell’intero caso, il fatto che Joseph abbia visto delle
somiglianze tra Mark e Hank, supporta l’idea che Joseph non lo
abbia ucciso volontariamente.
Sebbene non si abbia una risposta
definitiva a questa domanda, non è nemmeno necessario che ci sia.
Hank avrebbe potuto ottenere un verdetto di non colpevolezza per
suo padre, che fosse stato lui o meno, utilizzando le sue pratiche
legali non etiche, quindi non si è mai trattato realmente della sua
colpevolezza. Invece, il processo riguardava il rapporto tra Joseph
e Hank, come tutto il resto di The Judge. Durante
il processo, Joseph ha cercato di mostrare a Hank come assumersi la
responsabilità delle proprie azioni. Joseph voleva infatti
dimostrare che non aveva bisogno di piegare la legge come aveva
fatto Hank e che avrebbe accettato qualsiasi verdetto ne fosse
uscito.
Hank si lega sentimentalmente a Sam
nel finale?
Anche il destino della storia
d’amore tra Hank e Sam (Vera
Farmiga) viene lasciato ambiguo dal finale di
The Judge. Lei professa il suo amore per Hank
verso la fine del film, ma non c’è stata una risposta definitiva
alla scelta di lui di stare o meno con lei. Poco dopo la sentenza
di Joseph, Hank lascia Carlinville, la città fittizia basata sul
Massachusetts, dove è stato girato il film. Tuttavia, ci sono anche
alcuni indizi che fanno pensare che siano finiti insieme, come il
fatto che Sam abbia ospitato la veglia di Joseph, dove ha condiviso
un momento di intimità con lui. La loro relazione può essere
interpretata in molti modi, ma è chiaro che entrambi provano
qualcosa l’uno per l’altra.
Perché la giuria ha giudicato
Joseph colpevole di omicidio volontario
Con un sorprendente colpo di scena
alla fine di The Judge, la giuria ha dichiarato
Joseph non colpevole di omicidio, ma lo ha giudicato colpevole di
omicidio volontario. Il verdetto è stato probabilmente influenzato
da un paio di fattori. L’omicidio volontario è un’accusa molto meno
grave dell’omicidio e la giuria potrebbe aver scelto di condannare
Joseph solo per questo perché Hank è riuscito a farlo apparire
simpatico. Tuttavia, non lo hanno lasciato completamente libero, in
parte a causa delle numerose prove contro di lui e a causa delle
azioni di Joseph stesso durante il processo, come l’ammissione
aperta di odiare Mark e di volergli fare del male.
Come Hank e Joseph sono riusciti a
perdonarsi l’un l’altro, spiegati
Nel corso di The
Judge, sia Hank che Joseph hanno fatto progressi
inconsistenti nel riparare il loro rapporto e ci sono state diverse
volte in cui sembrava che non sarebbero stati in grado di
riconciliarsi. Tuttavia, alla fine del film, entrambi hanno
guadagnato un nuovo rispetto l’uno per l’altro e hanno persino
iniziato a fare attività padre-figlio, come la pesca. Il motivo per
cui Hank e Joseph sono riusciti a perdonarsi a vicenda è che
entrambi hanno iniziato a vedere le cose dal punto di vista
dell’altro. Hank ha visto che suo padre era così duro con lui
perché voleva che avesse successo, mentre Joseph ha visto che suo
figlio non era un uomo cattivo e aveva molte qualità
rispettabili.
Un altro fattore importante per il
loro perdono è stato il tempo che hanno trascorso insieme. Dal
momento che Hank deve rimanere con Joseph per tutta la durata del
processo, entrambi hanno ampie opportunità di dimostrarsi
reciprocamente quanto siano cambiati. Quando Lauren è venuta a
trovarlo, Hank ha visto che Joseph poteva essere una figura paterna
amorevole, il che ha contribuito a cambiare la sua prospettiva.
Durante il processo, Joseph ha visto il talento di Hank e l’impegno
con cui lavora per i suoi clienti, il che ha contrastato l’idea che
aveva, ovvero che Hank fosse solo un cattivo ragazzo.
La spiegazione e il significato del
finale di The Judge
In fondo, The Judge
è un film sul perdono e sull’imparare ad assumersi la
responsabilità degli errori commessi in passato. Sia Hank che
Joseph hanno commesso molti errori in passato; Hank ha avuto una
gioventù selvaggia e ha finito per ferire molte persone, come Glen
e Sam, mentre Joseph è stato troppo duro con Hank e ha finito per
allontanarlo. Entrambi hanno dovuto ammettere i loro errori – Hank
facendo ammenda e imparando a praticare la dignità sia dentro che
fuori dall’aula di tribunale, e Joseph diventando più gentile e
perdonando – prima di ottenere il loro lieto fine.
Il film si concentra molto anche
sull’idea di dignità. Per esempio, Joseph dice più volte che vuole
accettare il verdetto con dignità, perché è l’unico modo per vivere
in città senza vergognarsi. Inoltre, una parte importante dello
sviluppo del personaggio di Hank consiste nell’imparare a essere
più dignitoso, cosa che dimostra dopo essere tornato a Chicago e
non voler più esercitare il suo stile spregiudicato. La ritrovata
dignità di Hank è anche il motivo per cui Joseph considerava suo
figlio il miglior avvocato che conoscesse, e il motivo per cui
Joseph può morire con dignità nel finale, sapendo che Hank prenderà
degnamente il suo posto.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di The
Judget grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes, Tim
Vision, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 6
novembre alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Warner Bros Italia ha diffuso il
primo trailer ufficiale in italiano di The
Judge, film che vedrà protagonista Robert
Downey Jr in un ruolo che finalmente potrebbe mettere in
risalto le sue grandi doti da attore. Robert infatti è ‘bloccato’
da un po’ di anni tra Iron Man e
Sherlock Holmes, ruoli che gli calzano a
pennello e che fanno la felicità degli spettatori e dell’industria,
ma che forse restano un po’ sprecati per il talento davvero
notevole che ha dimostrato di possedere negli anni questo attore
straordinario.
Ecco il trailer:
The Judge, il film
The
Judge con il candidato agli Oscar Robert Downey Jr. (“Chaplin”, “Tropic
Thunder”) e il Premio Oscar Robert Duvall (“Tender
Mercies-Un tenero ringraziamento”), insieme per la prima volta sul
grande schermo. Il film è interpretato anche dalla candidata
agli Oscar
Vera Farmiga (“Tra le nuvole”) e dal premio
Oscar
Billy Bob Thornton (“Lama tagliente”) ed è diretto da
David Dobkin. Nel film Robert Downey Jr. interpreta il ruolo di Hank
Palmer, avvocato in una grande città, che torna nei luoghi della
sua infanzia dove il padre, con cui non ha più rapporti da anni e
che è il giudice della cittadina (Duvall), è sospettato di
omicidio. Decide allora di scoprire la verità e in questo
percorso ricostruisce i legami con la famiglia da cui si era
allontanato anni prima.
Nel cast di The
Judge anche Vincent D’Onofrio, Jeremy Strong,
Dax Shepard, Leighton Meester, Ken Howard, Emma Tremblay, Balthazar
Getty e David Krumholtz. The
Judge è prodotto da Susan Downey, David Dobkin
e David Gambino, con Herbert W. Gains, Robert
Downey Jr., Jeff Kleeman e Bruce Berman
come produttori esecutivi. La sceneggiatura è di Nick Schenk
e Bill Dubuque, il soggetto di Dobkin & Schenk. Nel team dei
collaboratori di Dobkin troviamo il direttore della fotografia
premio Oscar Janusz Kaminski (“Salvate il soldato Ryan”,
“Schindler’s List”), lo scenografo Mark Ricker, il montatore Mark
Livolsi e la costumista Marlene Stewart. Le musiche sono del
compositore candidato 12 volte agli Oscar Thomas
Newman (“Saving Mr. Banks”, “Skyfall”).
La Warner Bros. Italia ha diffuso
online i character poster dell’atteso film The
Judge di David Dobkin con
protagonisti Robert Downey Jr, il Premio
Oscar Robert Duvall e Vera
Farmiga, da giovedì 23
ottobre al cinema.
The Judge, il film
The
Judge con il candidato agli Oscar Robert Downey Jr. (“Chaplin”, “Tropic
Thunder”) e il Premio Oscar Robert Duvall (“Tender
Mercies-Un tenero ringraziamento”), insieme per la prima volta sul
grande schermo. Il film è interpretato anche dalla candidata
agli Oscar
Vera Farmiga (“Tra le nuvole”) e dal premio
Oscar
Billy Bob Thornton (“Lama tagliente”) ed è diretto da
David Dobkin. Nel film Robert Downey Jr. interpreta il ruolo di Hank
Palmer, avvocato in una grande città, che torna nei luoghi della
sua infanzia dove il padre, con cui non ha più rapporti da anni e
che è il giudice della cittadina (Duvall), è sospettato di
omicidio. Decide allora di scoprire la verità e in questo
percorso ricostruisce i legami con la famiglia da cui si era
allontanato anni prima.
Nel cast di The
Judge anche Vincent D’Onofrio, Jeremy Strong,
Dax Shepard, Leighton Meester, Ken Howard, Emma Tremblay, Balthazar
Getty e David Krumholtz. The
Judge è prodotto da Susan Downey, David Dobkin
e David Gambino, con Herbert W. Gains, Robert
Downey Jr., Jeff Kleeman e Bruce Berman
come produttori esecutivi. La sceneggiatura è di Nick Schenk
e Bill Dubuque, il soggetto di Dobkin & Schenk. Nel team dei
collaboratori di Dobkin troviamo il direttore della fotografia
premio Oscar Janusz Kaminski (“Salvate il soldato Ryan”,
“Schindler’s List”), lo scenografo Mark Ricker, il montatore Mark
Livolsi e la costumista Marlene Stewart. Le musiche sono del
compositore candidato 12 volte agli Oscar Thomas
Newman (“Saving Mr. Banks”, “Skyfall”).
Nonostante appartengano a generi
diversi e abbiano storie completamente diverse, The Judge si serve di un trucco di
Robert Downey Jr. che l’attore ha usato in un
franchise uscito 15 anni fa. Robert Downey Jr. ha
esplorato una varietà di generi nella sua carriera di attore e nel
2014 ha recitato nel dramma legale The Judge (qui
la recensione).
Diretto da David
Dobkin, The Judge ha come protagonista
Robert Downey Jr. nel ruolo di Hank Palmer, un
avvocato di successo che vive a Chicago. Quando sua madre muore,
Hank torna nella sua città natale e si riunisce ai suoi fratelli e
al suo padre separato, Joseph Palmer (Robert
Duvall). Joseph Palmer è il giudice del tribunale penale
di Carlinville e, in quanto tale, è una figura rispettata nella
comunità, ma il rapporto complesso e teso di Hank con lui crea
presto attriti in famiglia. Mentre Hank sta per tornare a casa, è
costretto a tornare a Carlinville perché suo padre è sospettato di
un incidente mortale e omissione di soccorso e quindi decide di
rappresentare suo padre in tribunale. The Judge si
concentra sulle relazioni personali di Hank, ma ha alcuni momenti
più leggeri nel mezzo del dramma, incluso uno in cui Downey Jr.
ripete un trucco di uno dei suoi migliori personaggi.
In The Judge, Hank
sfrutta il trucco di deduzione di Sherlock Holmes
Hank si è giocato una mossa alla
“Sherlock Holmes” con alcuni ragazzi ubriachi
Nel 2009, Robert Downey
Jr. ha recitato in Sherlock Holmes di Guy
Ritchie nel ruolo del Grande Detective, insieme a
Jude Law nel ruolo del Dr. John Watson. Downey Jr.
ha incarnato perfettamente la personalità acuta e schietta del
famoso detective, insieme alle sue eccentricità uniche e alla sua
difficoltà a relazionarsi con la maggior parte delle persone.
Tuttavia, la caratteristica più distintiva del grande Sherlock
Holmes sono le sue capacità di deduzione. Holmes è in grado di
“leggere” una persona semplicemente guardandola, il che è molto
utile nei suoi casi, e sebbene Hank Palmer non sia un detective,
usa lo stesso trucco in The Judge.
Dopo il funerale della madre, Hank e
i suoi fratelli, Glen (Vincent D’Onofrio) e Dale
(Jeremy Strong), vanno in un bar locale, dove
ricordano i loro anni giovanili e il loro rapporto con il padre.
Quando un uomo al bar inizia a insultare Dale e il padre, Glen si
alza per difendere la sua famiglia, ma Hank li ferma chiedendo chi
è in libertà vigilata. Hank inizia quindi a “leggere” l’uomo e i
suoi compagni, deducendo correttamente che sono accusati di guida
in stato di ebbrezza, possesso di sostanze illegali e violenza
domestica. Gli uomini se ne vanno, ma Hank fa lo stesso trucco con
Carla (Leighton Meester), la barista.
In che modo Hank Palmer si
confronta con Sherlock Holmes
Hank e Sherlock hanno alcune
somiglianze
Hank e Sherlock Holmes
avevano lavori diversi ma in qualche modo correlati e, sebbene
sembrino diversi in termini di personalità, in realtà hanno alcune
somiglianze (probabilmente dovute al fatto di essere
interpretati dallo stesso attore). Sia Hank che Sherlock sono
molto diretti e onesti e spesso mancano di sensibilità, il che
porta a tensioni e conflitti con gli altri. Hank e Sherlock possono
anche essere molto egoisti e egocentrici, ma Hank è molto più
propenso a notarlo e a cambiare. Entrambi sono molto sicuri di sé e
conoscono il valore delle proprie capacità, il che li porta a non
tollerare di essere trattati come meno di quanto meriterebbero.
Tuttavia, Hank ha una base familiare
molto più solida di Sherlock, nonostante i loro numerosi conflitti
e incomprensioni, il che lo rende meno freddo e privo di emozioni
di Holmes. Hank fa il “trucco della deduzione” solo in quella scena
al bar, e in tribunale fa solo il suo lavoro di avvocato, mentre
Holmes mostra le sue capacità a ogni occasione. Non si sa se Hank e
il suo momento di “deduzione” in The Judge fossero
un cenno a Sherlock Holmes o no, ma è un
collegamento divertente trai due personaggi.
Warner Bros ha diffuso un nuovo
trailer italiano di The Judge, film che
vedrà protagonista Robert Downey Jrin un
ruolo che finalmente potrebbe mettere in risalto le sue grandi doti
da attore. Robert infatti è ‘bloccato’ da un po’ di anni tra
Iron Man e Sherlock
Holmes, ruoli che gli calzano a pennello e che fanno
la felicità degli spettatori e dell’industria, ma che forse restano
un po’ sprecati per il talento davvero notevole che ha dimostrato
di possedere negli anni questo attore straordinario.
The Judge, il film
The
Judge con il candidato agli Oscar Robert Downey Jr. (“Chaplin”, “Tropic
Thunder”) e il Premio Oscar Robert Duvall (“Tender
Mercies-Un tenero ringraziamento”), insieme per la prima volta sul
grande schermo. Il film è interpretato anche dalla candidata
agli Oscar
Vera Farmiga (“Tra le nuvole”) e dal premio
Oscar
Billy Bob Thornton (“Lama tagliente”) ed è diretto da
David Dobkin. Nel film Robert Downey Jr. interpreta il ruolo di Hank
Palmer, avvocato in una grande città, che torna nei luoghi della
sua infanzia dove il padre, con cui non ha più rapporti da anni e
che è il giudice della cittadina (Duvall), è sospettato di
omicidio. Decide allora di scoprire la verità e in questo
percorso ricostruisce i legami con la famiglia da cui si era
allontanato anni prima.
Nel cast di The
Judge anche Vincent D’Onofrio, Jeremy Strong,
Dax Shepard, Leighton Meester, Ken Howard, Emma Tremblay, Balthazar
Getty e David Krumholtz. The
Judge è prodotto da Susan Downey, David Dobkin
e David Gambino, con Herbert W. Gains, Robert
Downey Jr., Jeff Kleeman e Bruce Berman
come produttori esecutivi. La sceneggiatura è di Nick Schenk
e Bill Dubuque, il soggetto di Dobkin & Schenk. Nel team dei
collaboratori di Dobkin troviamo il direttore della fotografia
premio Oscar Janusz Kaminski (“Salvate il soldato Ryan”,
“Schindler’s List”), lo scenografo Mark Ricker, il montatore Mark
Livolsi e la costumista Marlene Stewart. Le musiche sono del
compositore candidato 12 volte agli Oscar Thomas
Newman (“Saving Mr. Banks”, “Skyfall”).
Warner Bros ha diffuso un nuovo
trailer ufficiale di The Judge,
film che vedrà protagonista Robert Downey Jr
in un ruolo che finalmente potrebbe mettere in risalto le sue
grandi doti da attore. Robert infatti è ‘bloccato’ da un po’ di
anni tra Iron Man e Sherlock
Holmes, ruoli che gli calzano a pennello e che fanno
la felicità degli spettatori e dell’industria, ma che forse restano
un po’ sprecati per il talento davvero notevole che ha dimostrato
di possedere negli anni questo attore straordinario.
The Judge, il film
The
Judge con il candidato agli Oscar Robert Downey Jr. (“Chaplin”, “Tropic
Thunder”) e il Premio Oscar Robert Duvall (“Tender
Mercies-Un tenero ringraziamento”), insieme per la prima volta sul
grande schermo. Il film è interpretato anche dalla candidata
agli Oscar
Vera Farmiga (“Tra le nuvole”) e dal premio
Oscar
Billy Bob Thornton (“Lama tagliente”) ed è diretto da
David Dobkin. Nel film Robert Downey Jr. interpreta il ruolo di Hank
Palmer, avvocato in una grande città, che torna nei luoghi della
sua infanzia dove il padre, con cui non ha più rapporti da anni e
che è il giudice della cittadina (Duvall), è sospettato di
omicidio. Decide allora di scoprire la verità e in questo
percorso ricostruisce i legami con la famiglia da cui si era
allontanato anni prima.
Nel cast di The
Judge anche Vincent D’Onofrio, Jeremy Strong,
Dax Shepard, Leighton Meester, Ken Howard, Emma Tremblay, Balthazar
Getty e David Krumholtz. The
Judge è prodotto da Susan Downey, David Dobkin
e David Gambino, con Herbert W. Gains, Robert
Downey Jr., Jeff Kleeman e Bruce Berman
come produttori esecutivi. La sceneggiatura è di Nick Schenk
e Bill Dubuque, il soggetto di Dobkin & Schenk. Nel team dei
collaboratori di Dobkin troviamo il direttore della fotografia
premio Oscar Janusz Kaminski (“Salvate il soldato Ryan”,
“Schindler’s List”), lo scenografo Mark Ricker, il montatore Mark
Livolsi e la costumista Marlene Stewart. Le musiche sono del
compositore candidato 12 volte agli Oscar Thomas
Newman (“Saving Mr. Banks”, “Skyfall”).
Warner Bros.
Pictures e Village Roadshow Pictures
presentano The
Judge, con il candidato agli Oscar Robert Downey Jr. (“Chaplin”, “Tropic
Thunder”) e il Premio Oscar Robert Duvall (“Tender
Mercies-Un tenero ringraziamento”), insieme per la prima volta sul
grande schermo. Il film è interpretato anche dalla candidata
agli Oscar Vera Farmiga (“Tra le nuvole”) e dal premio Oscar
Billy Bob Thornton (“Lama tagliente”) ed è diretto da David
Dobkin.
In The
Judge, Downey interpreta il ruolo di Hank Palmer,
avvocato in una grande città, che torna nei luoghi della sua
infanzia dove il padre, con cui non ha più rapporti da anni e che è
il giudice della cittadina (Duvall), è sospettato di
omicidio. Decide allora di scoprire la verità e in questo
percorso ricostruisce i legami con la famiglia da cui si era
allontanato anni prima.
Nel cast di The
Judge anche Vincent D’Onofrio, Jeremy Strong,
Dax Shepard, Leighton Meester, Ken Howard, Emma Tremblay, Balthazar
Getty e David Krumholtz. The
Judge è prodotto da Susan Downey, David Dobkin e David
Gambino, con Herbert W. Gains, Robert Downey Jr., Jeff Kleeman e
Bruce Berman come produttori esecutivi. La sceneggiatura è di
Nick Schenk e Bill Dubuque, il soggetto di Dobkin & Schenk. Nel
team dei collaboratori di Dobkin troviamo il direttore della
fotografia premio Oscar Janusz Kaminski (“Salvate il soldato Ryan”,
“Schindler’s List”), lo scenografo Mark Ricker, il montatore Mark
Livolsi e la costumista Marlene Stewart. Le musiche sono del
compositore candidato 12 volte agli Oscar® Thomas Newman
(“Saving Mr. Banks”, “Skyfall”).
Se pochi giorni fa vi avevamo
anticipato dei film che saranno in
programma nel corso del Toronto Film Festival
2014, ora è giunto il momento di ufficializzare il
nome della pellicola che il prossimo 4
settembre darà il via ad un evento fondamentale per
il mercato americano. Ad avere questo onore
sarà TheJudge,
pellicola diretta da David Dobkin e che
vede protagonista Robert Downey Jr.
Queste le dichiarazioni
di Piers Handling, direttore
del Toronto Film Festival:
“Siamo lieti di annunciare che
inizieremo il Festival con The Judge. David Dobkin ha realizzato un
storia strutturata circa la famiglia, i doveri ed il modo in cui
ricordiamo il passato. Non avremmo potuto desiderare un inizio
migliore per l’evento di qeust’anno.”
Vi ricordiamo, inoltre, che
il Toronto Film Festival si terrà tra
il 4 ed il 14
settembre.
Il film
direttoda David
Dobkin (2 Single a Nozze, Cambio
Vita),è basato su una sceneggiatura originale firmata
da Nick Schenk (Gran Torino),
rivista poi da Bill Dubuque, e racconta
la storia di un avvocato rampante che torna nella sua città natale
dopo decenni, in occasione del funerale della madre; qui scoprirà
che suo padre, col quale da anni ha rotto i rapporti, è sospettato
dell’uccisione della donna. Il protagonista dovrà dunque usare le
sue capacità per provare l’innocenza del padre, ristabilendo con
lui un legame perduto da tempo.
The Judge, il film
The
Judge con il candidato agli Oscar Robert Downey Jr. (“Chaplin”, “Tropic
Thunder”) e il Premio Oscar Robert Duvall (“Tender
Mercies-Un tenero ringraziamento”), insieme per la prima volta sul
grande schermo. Il film è interpretato anche dalla candidata
agli Oscar
Vera Farmiga (“Tra le nuvole”) e dal premio
Oscar
Billy Bob Thornton (“Lama tagliente”) ed è diretto da
David Dobkin. Nel film Robert Downey Jr. interpreta il ruolo di Hank
Palmer, avvocato in una grande città, che torna nei luoghi della
sua infanzia dove il padre, con cui non ha più rapporti da anni e
che è il giudice della cittadina (Duvall), è sospettato di
omicidio. Decide allora di scoprire la verità e in questo
percorso ricostruisce i legami con la famiglia da cui si era
allontanato anni prima.
Nel cast di The
Judge anche Vincent D’Onofrio, Jeremy Strong,
Dax Shepard, Leighton Meester, Ken Howard, Emma Tremblay, Balthazar
Getty e David Krumholtz. The
Judge è prodotto da Susan Downey, David Dobkin
e David Gambino, con Herbert W. Gains, Robert
Downey Jr., Jeff Kleeman e Bruce Berman
come produttori esecutivi. La sceneggiatura è di Nick Schenk
e Bill Dubuque, il soggetto di Dobkin & Schenk. Nel team dei
collaboratori di Dobkin troviamo il direttore della fotografia
premio Oscar Janusz Kaminski (“Salvate il soldato Ryan”,
“Schindler’s List”), lo scenografo Mark Ricker, il montatore Mark
Livolsi e la costumista Marlene Stewart. Le musiche sono del
compositore candidato 12 volte agli Oscar Thomas
Newman (“Saving Mr. Banks”, “Skyfall”).
Spesso la grande storia è fatta di
piccoli gesti, da prese di coscienza, in definitiva da uomini
normali che si trovano di fronte alla consapevolezza di svolte
storiche per molti. È questo che racconta The
Journey, film di Nick Hamm con
protagonisti Timothy Spall e Colm
Meaney.
Britannici e irlandesi hanno
riunito i partiti politici dell’Irlanda del Nord a St. Andrews, in
Scozia, per discutere un accordo storico. Improvvisamente, dopo i
giorni bui dei Troubles, la pace sembra possibile. L’unico ostacolo
è convincere il fervente predicatore protestante Ian Paisley e il
repubblicano irlandese Martin McGuinness ad accettare l’accordo e
governare insieme. Ma i due si rifiutano persino di rivolgersi la
parola.
The
Journey è essenzialmente un lavoro di scrittura, che
si affida a due straordinari interpreti protagonisti. Un film che
intrattiene nonostante affronti uno degli argomenti politicamente
più scottanti della recente storia europea, la guerra civile in
Irlanda del Nord. Risoltosi solo nel 2006 a seguito degli accordi
narrati nel film, il conflitto ha ispirato molto cinema, grandi
storie e opere cinematografiche, ma mai nei termini brillanti e
acuti, anche divertenti, proposti dalla sceneggiatura di
Colin Bateman, al suo primo approccio ufficiale
con il lungometraggio.
Timothy Spall e
Colm Meaney sono una coppia straordinaria e,
mescolando il loro metodo diverso e il loro approccio contrapposto,
mettono in piedi un dibattito vivace e interessante, sorvegliato
dal giovane Freddy Highmore, che si cimenta in un
ruolo per lui inedito al quale però rende giustizia.
The
Journey affronta con leggerezza intelligente uno dei
momenti storici più importanti della storia recente dell’occidente,
inventando una situazione funzionale allo scopo e perdendosi nel
confronto trai protagonisti.
Il Joker è uno dei
cattivi più noti forse del secolo scorso e oggi in una iconografia
ripercorriamo la sua evoluzione tra fumetti, cinema e
televisione.