Suicide
Squad 2 è un progetto vivo e attivo alla Warner Bros,
che pochi giorni fa ha annunciato i nomi di
sceneggiatore e regista per il sequel del film di David
Ayer, che, dal canto suo, sembrava non voler avere niente
a che fare con questo progetto.
Il regista aveva detto di essersi pentito
per la realizzazione del film, aveva anche espresso il desiderio di
poter tornare sui suoi passi e lavorare diversamente alla
pellicola, tuttavia, nonostante le critiche negative della stampa
al film, la Warner non ha perso fiducia in lui, affidandogli
Gotham City Sirens.
Adesso però Ayer ha
condiviso su Twitter una foto di Harley Quinn e
Joker, così come li vediamo in un brevissimo frame di
Suicide Squad. Che Ayer voglia
ribadire la sua “proprietà” sul film? Oppure semplicemente il
regista vuole suggerire un suo coinvolgimento nel progetto?
A prendere l’eredità di
David Ayer in Suicide Squad
2 sarà il regista e sceneggiatore Gavin
O’Connor, che ha già diretto per la Warner Bros The Accountant, oltre ad aver diretto anche film di
successo comeWarrior
e Pride and Glory.
Cara Delevingne
arriverà in sala molto presto con Valerian,
diretta da Luc Besson, ma il ruolo che l’ha fatta
conoscere al mondo come attrice è senza dubbio quello di
Enchantress, ruolo che probabilmente non
riprenderà in Suicide
Squad 2.
Durante la promozione del film di
Besson, l’attrice e modella ha dichiarato che per quanto quella
alla Warner Bros sia stata un’esperienza
formativa, non sarebbe sensato per il personaggio, tornare nel
sequel: “Per me è stata l’esperienza che mi ha cambiato la
vita, e naturalmente tornerei a interpretare il personaggio, ma non
credo che abbia senso. Probabilmente però starò sul set a dar
fastidio e a uscire con gli altri.”
Gli spettatori, che a dire il vero
non hanno troppo amato la performance di Cara, saranno felici di
sapere che potrebbe non fare il bis.
Il film è arrivato al cinema il 13
agosto del 2016. Nel cast vedremo Will Smith nei
panni di Deadshot, Margot Robbie in quelli di
Harley Quinn, Jay Courtney nel ruolo di Capitan
Boomerang, Cara Delevingne sarà
Enchantress, Joel Kinnaman nei panni di Rick
Flag, Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller
e Jared Leto sarà l’atteso Joker.
Il Black Adam di
Dwayne Johnson avrebbe dovuto debuttare come
antagonista principale in una prima versione del sequel di Suicide
Squad. Il DC
Extended Universe si sta attualmente preparando all’arrivo di
The
Suicide Squad di
James Gunn nel 2021, ma prima di quell’iterazione Warner Bros.
e DC avevano iniziato a sviluppare Suicide Squad 2, subito dopo che il film
di David Ayer era uscito nelle sale, nonostante
il regista non sarebbe dovuto tornare dietro la macchina da presa e
dedicarsi a Gotham City Sirens (altro progetto mai
realizzato).
Durante lo sviluppo di
Suicide Squad 2, è stato rivelato che
Gavin O’Connor, regista di The
Accountant con
Ben Affleck, si sarebbe occupato di scrivere e dirigere il
sequel. O’Connor ha lavorato a Suicide Squad 2 per quasi
un anno prima che venisse rivelato che aveva lasciato il progetto e
che Gunn ne avesse preso il comando. Da allora, una delle voci più
insistenti era che Black Adam sarebbe stato il villain principale
del film di O’Connor, anche se quella voce non è mai stata
confermata.
La promozione di The Suicide
Squad è già iniziata da un bel pezzo ed Empire
Magazine (via
Screen Rant) è stata la fonte di numerosissime rivelazioni a
proposito del film. Proprio grazie al recente speciale della
rivista interamente dedicato al cinecomic di
James Gunn, è emerso che nella sceneggiatura di Suicide
Squad 2 ad opera di Gavin O’Connor, Black Adam era
effettivamente l’antagonista principale.
Quando le voci sulla comparsa di
Black Adam in Suicide Squad 2
sono circolate per la prima volta alla fine del 2017, venne
rivelato che la storia avrebbe seguito la Task Force X impegnata in
una missione per trovare un’arma di distruzione di massa, solo che
nessuno sapeva che quell’arma fosse proprio Black Adam. Non è mai
stato reso noto perché la WB e la DC abbiamo deciso di eliminare il
personaggio dal sequel.
La rivista Varietyriporta che
Michael De Luca è entrato a far parte della
squadra produttiva a capo di Suicide
Squad 2. La notizia arriva dopo l’annuncio che la
Warner Bros ha sostituito gran parte del team creativo della sua
divisione che si occupa dei film DC.
De Luca ha alle spalle una solida
carriera e una serie di titoli di grande successo, come
Moneyball – l’arte di vincere e The Social
Network, che sicuramente rappresentano un bel curriculum
in merito alle sue doti di produttore.
Suicide
Squad 2 è ancora avvolto nel mistero, ma si
preannuncia una tappa importantissima per la DC Films in
forze alla Warner Bros.
Dopo il flop del primo film diretto
da David Ayer, la Warner Bros ha trovato in
Gavin O’Connor colui che potrebbe dare nuova linfa
ai cattivi DC visti sullo schermo. Suicide Squad 2 comincerà la
produzione nell’autunno del prossimo anno.
Nel film sono stati confermati, per adesso, soltanto Margot
Robbie come Harley Quinn e Will Smith nei panni di Deadshot.
La Warner Bros
dopo mesi di trattative ha finalmente annunciato il regista e
sceneggiatore che darà vita a Suicide
Squad 2, l’annunciato sequel del film campione
d’incassi del 2016.
A prendere l’eredità di
David Ayer in Suicide Squad
2sarà il regista e
sceneggiatore Gavin O’Connor, che ha già
diretto per la Warner Bros The Accountant, oltre ad aver diretto anche film di
successo comeWarrior
e Pride and Glory.
Suicide Squad che ha debuttato nel
DC
Extended Universe l’estate scorsa ha introdotto
molti noti cattivi della DC che hanno da subito conquistato i fan,
come Deadshot (Will Smith), Harley Quinn
(Margot Robbie), Captain Boomerang (Jai
Courtney) e Joker (Jared Leto).
Dalle ultime notizie lo Studios
stava accelerando lo sviluppo del film e questa notizia oggi
conferma la volontà della WB di avere un sequel del film al più
presto nelle sale. Inoltre
Variety riferisce che Warner Bros. spera
che il film inizia la produzione entro la fine del 2017, se così
fosse il film potrebbe essere potenzialmente pronto per una
data di uscita nel 2019/2020.
Suicide Squad
2
Il casting per il regista aveva
coinvolto oltre a O’Connor i nomi del calibro
di con Mel Gibson (Hacksaw
Ridge), Jaume Collet-Serra ( Le
Shallows ), Jonathan Levine (Warm Bodies) e
Daniel Espinosa (Safe House). Al momento il regista stava
lavorando allo sviluppo del sequel di The
Accountant con Ben Affleck, ma ora è
probabile che quel progetto passi in secondo piano.
Alla Warner Bros
c’è grande fermento per il DC
Extended Universe. Infatti sono in sviluppo molti film
tra cui
un film sulle origini del Joker separato dall’Universo
principale, oltre all’annunciato Gotham
City Sirens che dovrebbe sostituire. In
cantiere sono anche i film su Flash Point con Ezna
Miller. The
Batman vedrà protagonista Ben Affleck
nuovamente nei panni di Bruce Wayne e sarà diretto dall’acclamato
regista Matt Reeves. Nel cast ritorneranno Geremy
Irons nei panni di Alfed e J.K. Simmons in quello
del Detective Gordon. Wonder Woman 2, Green Lanter Corps
e Batgirl che sarà diretto da Joss
Whedon.
La Warner Bros. è ufficialmente al
lavoro sul sequel di Suicide Squad che funzionerà come
riavvio del franchise grazie al contributo di James
Gunn (che ha firmato la sceneggiatura e che, molto
probabilmente, siederà sulla sedia da regista), ma non sono stati
ancora confermati i nomi degli attori – e dei rispettivi personaggi
– che andranno a comporre il cast.
Dopo averlo visto in azione in
Il cavaliere oscuro – Il
Ritorno di Christopher Nolan si torna
a nominare il personaggio di Bane a seguito delle
dichiarazioni di due membri del cast di Guardiani della Galassia
sul coinvolgimento di James Gunn che si sono “proposti” di
partecipare a Suicide Squad 2.
Si tratta di Dave
Bautista, l’interprete di Drax il
distruttore nel Marvel Cinematic Universe (che in
tutta la questione del licenziamento di Gunn
si è sempre esposto chiaramente in favore del regista, contro la
Disney) e di Michael Rosenbaum, che nel secondo
capitolo di Guardiani ha
interpretato Martinex.
Che possa essere Bautista il nuovo Bane? Fisicamente è più che
adatto, e tra lui e il regista c’è un rapporto professionale e
affettivo che va al di là dell’impegno sul set…
Cheetah
Come sapete Barbara Minerva aka
Cheetah sarà l’antagonista principale (o
almeno da quanto trapelato negli ultimi mesi) di Diana
Prince in Wonder Woman
1984, le cui riprese si sono concluse da pochi mesi in
America, e sembra che il personaggio verrà introdotto prima come
amica di Diana, e poi si trasformerà nella sua acerrima nemica.
Apparentemente il villain non
dovrebbe avere alcun legame con gli eventi di Suicide
Squad, tuttavia la predisposizione comica dell’attrice
potrebbe trovare la giusta strada con la scrittura
di James Gunn…che ne pensate?
Poison Ivy
Antagonista femminile di
Batman & Robin del 1997, Poison
Yvi è stata interpretata al cinema da Uma
Thurman portando sullo schermo una origin story abbastanza
fedele a quella dei fumetti, ma è anche apparsa nella serie
Gotham in una versione leggermente diversa e
più giovane.
Inutile dire quanto sarebbe
fantastico rivedere questo personaggio al fianco di altri
freaks come i protagonisti di Suicide
Squad, e le enormi potenzialità finora inespresse di
Poison Ivy la rendono una candidata perfetta per il sequel
di James Gunn.
Inoltre, Poison Ivy è una cattiva
straordinario, unica nel suo genere, che nei fumetti instaura
un rapporto sentimentale
con Harley Quinn; e il suo contorto carattere costituisce una
novità irresistibile.
Parassita
Parassita l’identità di
diversi personaggi comparsi nei fumetti di Superman, ma
generalmente vi si riconosce un supercriminale con la capacità di
assorbire temporaneamente l’energia, la sapienza e i superpoteri di
un avversario semplicemente toccandolo.
Questo mostro grottesco che si nutre dell’energia vitale di chi
lo circonda sarebbe quindi un candidato ideale per il sequel di
James Gunn.
Captain Cold
Capitan Cold ,
alter ego di Leonard Snart, è un personaggio dei fumetti e
avversario ricorrente di Flash nella Silver
Age, oltre che uno dei leader dei Nemici. Considerando che
prima o poi vedremo al cinema lo standalone su Barry
Allen sembra improbabile che questo villain faccia la sua comparsa
in Suicide Squad, ma niente è scontato a questo punto.
Dopotutto non sarebbe una buona idea
introdurre Captain Cold nel sequel e ritrovarlo più tardi in
The
Flash?
Black Manta
La performance di Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black
Manta in Aquaman è uno dei fiori all’occhiello del
film DC, e la sua vendetta contro Arthur Curry corrisponde ad uno
dei temi più caldi e irrisolti della trama.
Forse Amanda Waller potrebbe
reclutare questo pirata per inviarlo in qualche missione
pericolosa? Che ve ne pare?
Per quanto riguarda il sequel di
Suicide Squad, annunciato più di un anno fa,
sappiamo che una prima stesura dello script era stata curata
da Todd Stashwick (una delle penne della
serie televisiva Gotham) insieme
a Gavin O’Connor e che a questo punto
toccherà a Gunn riscrivere da capo una nuova versione della
storia.
Nel frattempo c’è già chi inizia ad
ipotizzare quali personaggi torneranno in scena e quali potrebbero
essere le novità di questo secondo capitolo. Qui sotto i 15
più papabili:
Harley Quinn
Una delle poche certezze riguardo
il futuro della DC Film è Margot Robbie, che
prossimamente tornerà nei panni di Harley Quinn
in Birds of Prey e nei vari spin-off già
programmati come Gotham City Sirens e il film con
Joker. Ovviamente l’australiana è attesa
anche in Suicide
Squad 2, visto
l’enorme successo che ha avuto la sua versione nel nuovo
capitolo.
Pinguino
Mentre Maschera
Nera dovrebbe essere confermato a breve come villain
principale di Birds of Prey, alcune voci sono
circolate sulla possibile introduzione di Pinguino
nell’universo cinematografico DC. C’è chi ipotizza possa essere
utilizzato in The Batman di Matt
Reeves, e chi invece lo vedrebbe bene in
Suicide Squad 2 al fianco degli altri
personaggi.
Certo andrebbe trovata la maniera giusta per inserirlo nella
storia, ma le caratteristiche di Pinguino sembrano sposarsi con
l’ironia di James
Gunn e il suo modo di scrivere. Staremo a vedere…
Rick Flag
Lo scorso gennaio la foto pubblicata da Joel
Kinnaman aveva mostrato parte del cast di
Suicide Squad al lavoro durante una sessione di
allenamenti in palestra, suggerendo che la preparazione fosse
propedeutica alle riprese del sequel.
Detto questo è più che probabile
che Kinnaman tornerà nei panni di Rick Flag,
militare al servizio di Amanda Waller, che nel film di
David Ayer guidava e supervisionava la squadra di
ex detenuti composta da Harley Quinn e co.
Killer Frost
Membro della Suicide
Squad nei fumetti, la Dottoressa Louise
Lincoln aka Killer Frost è apparsa nella
serie televisiva Arrow in onda su CW interpretata
da Danielle Panabeker (anche se sul piccolo schermo viene
introdotta come una ricercatrice degli S.T.A.R. Labs, Caitlin
Snow, e collega di Barry Allen).
È nel nuovo rilancio della serie a
fumetti della New 52 che il personaggio di Caitlin
Snow torna a rivestire i panni di Killer Frost: quando la
ragazza stava contribuendo allo sviluppo di un motore
termodinamico, grazie al sistema di raffreddamento del motore il
suo corpo si è fuso con il ghiaccio, diventando un vampiro che
assorbe il calore.
Sarebbe interessante vederla in
azione in Suicide Squad 2 nella versione di
James Gunn?
Joker
Come rivelato a giugno, Jared
Leto sarà protagonista di uno spin-off
di Suicide Squad con protagonista,
ovviamente, il suo Joker. Ciò non esclude che
il personaggio possa ritagliarsi un piccolo spazio anche nel sequel
previsto dalla Warner Bros.
A diffondere la notizia era
stato Variety riferendo che Leto
sarà, oltre che interprete, anche tra i produttori del film che non
ha ancora un titolo ufficiale. Il progetto nasce dall’esigenza
dello studio di sfruttare di più e meglio i personaggi introdotti
da Suicide Squad, da cui nasce anche il
progetto sul film dedicato ad Harley
Quinn.
Questo tuttavia non esclude che
Joker possa ritagliarsi un piccolo spazio anche in Suicide
Squad 2, ma staremo a vedere.
Bane
Torniamo a parlare di
Bane in seguito alla dichiarazione di due membri
del cast di Guardiani della Galassia Vol.
2 che, dopo la notizia del possibile
coinvolgimento di James Gunn, si sono proposti di partecipare
a Suicide Squad 2, nel caso il regista
dovesse essere ufficialmente assunto dalla Warner Bros.
Si tratta di Dave
Bautista, interprete di Drax il
distruttore, che in tutta la questione del licenziamento
di James Gunn si è sempre esposto
chiaramente in favore del regista, contro la Disney, e
di Michael Rosenbaum, che nel secondo
capitolo di Guardiani ha
interpretato Martinex.
Che possa essere Bautista il nuovo
Bane? Fisicamente è più che adatto, e tra lui e Gunn c’è un
rapporto professionale e affettivo davvero ottimo…
L’Enigmista
Il primo e finora unico
Enigmista cinematografico è stato interpretato da
Jim Carrey in Batman Forever di
Joel Schumacher, personaggio indimenticabile che
potrebbe senza dubbio tornare con nuove vesti in Suicide
Squad 2. D’altronde un easter egg di Batman v Superman aveva suggerito
che l’antagonista DC avrebbe potuto comparire in futuro, ma chissà
quali sono i piani della Warner Bros. in merito…
Vixen
Personaggio dei fumetti creato da
Gerry Conway e Bob Oksner nel 1981, Vixen è
una supereroina che sfrutta il potere del Totem Tantu, grazie al
quale può imbrigliare lo spirito (ashe) degli
animali. È inoltre capace di evocare il potere e le abilità di
qualsiasi animale passato o presente.
Due versioni del personaggio sono
già state introdotte nell’Arrowverse: quella della serie
animata Vixen in onda su CW Seed, e quella
di Legends of Tomorrow, dove
compare una Vixen dell’era della seconda guerra
mondiale, Amaya Jiwe, identificata come la nonna di
Mari, interpretata da Maisie Richardson-Sellers.
Sarebbe interessante vederla in Suicide Squad
2, o no?
Cheetah
Cheetah sarà
l’antagonista principale (o almeno da quanto trapelato negli ultimi
mesi) di Diana Prince in Wonder Woman 1984, le cui riprese
si stanno svolgendo in questo momento in America, e sembra che
inizierà come amica di Diana, poi trasformatasi nella sua
acerrima nemica.
Apparentemente il personaggio non
dovrebbe avere alcun legame con gli eventi di Suicide
Squad, tuttavia la predisposizione comica dell’attrice
potrebbe trovare la giusta strada con la scrittura di James
Gunn…che ne pensate?
Poison Ivy
Antagonista femminile in
Batman & Robin del 1997, Poison
Yvi è stata interpretata sul grande schermo da Uma
Thurman proponendo una storia di origini abbastanza fedele
a quella dei fumetti, ma è anche apparsa nella serie
Gotham in una versione leggermente diversa e più
giovane.
Inutile dire quanto sarebbe
fantastico rivedere questo personaggio al fianco di altri freaks
come i protagonisti di Suicide Squad, e le enormi
potenzialità finora inespresse di Poison Ivy la rendono una
candidata perfetta per il sequel di James
Gunn.
Katana
Katana era tra i
protagonisti di Suicide Squad di David
Ayer, e niente esclude che possa tornare anche nel sequel.
L’eroina DC è un’artista marziale dalle sorprendenti abilità che
nei fumetti ha lavorato al fianco
di Batman.
Visto quanto poco è stato mostrato
o raccontato di lei nel primo capitolo del franchise, ci auguriamo
che possa trovare lo spazio che merita nel sequel.
Il personaggio è stato interpretato
sullo schermo da Will Smith e l’attore si è più
volte dichiarato disponibile a tornare nei panni dell’eroe anche in
altri progetti. Partendo proprio da Suicide
Squad 2, che con molta probabilità lo rivedrà
protagonista al fianco di Margot Robbie e colleghi.
Amanda Waller
La “mente” diabolica dietro la
formazione della Suicide Squad, Amanda Waller, ha
avuto vari adattamenti sul grande schermo a partire da
Lanterna Verde (interpretata da Angela
Bassett) fino ad arrivare a Suicide
Squad, dove i panni del personaggio sono stati indossati
dal premio oscar Viola Davis.
La rivedremo anche nel sequel? Noi speriamo di si!
Oracle
Oracle è la
seconda identità di Barbara Gordon, assunta
dall’eroina dal 1989 al 2011. In molti la ricorderanno
semplicemente come Batgirl, tuttavia le
potenzialità del personaggio e il fatto che abbia fondato il
supergruppo Birds of Prey ne fanno un tassello
fondamentale nello sviluppo dell’universo condiviso. Cosa potrebbe
darci James Gunn in Suicide Squad
2?
Deathstroke
Chi sperava di vedere il film
su Deathstroke già il prossimo anno
dovrà rassegnarsi: come infatti confermato pochi mesi fa dal
regista Gareth Evans, la produzione del
cinecomic potrebbe slittare di diversi mesi a causa di coincidenze
lavorative e iniziare quindi non prima del 2020.
Tuttavia, nel caso in cui la Warner
Bros. decidesse di affrettare i tempi, niente esclude che Evans
venga “allontanato” dalla regia e che si scelga un altro nome che
possa dirigere la pellicola con Joe
Manganiello. O che il personaggio non possa avere un cameo
o una piccola parte in altri progetti…magari proprio Suicide
Squad 2?
Deathstroke (noto anche
come Deathstroke the Terminator), il cui vero
nome è Slade Wilson, è un personaggio dei
fumetti DC
Comics creato da Marv
Wolfman e George Pérez, apparso per la prima volta sulle
pagine di The New Teen Titans vol. 1 n. 2 del
dicembre 1980. Deathstroke si è classificato al 32º posto
nella classifica dei più grandi cattivi nella storia dei
fumetti.
Trai protagonisti della Notte degli
Oscar c’è stato anche Mel Gibson che, un po’ a
sorpresa, si è portato a casa due statuette per il suo film,
La battaglia di Hacksaw Ridge. Il regista si è
fermato sul red carpet per qualche dichiarazione a inizio serata e
tra le altre cose, ha anche accennato alle conversazioni che ci
sono già state con la Warner Bros per la regia di
Suicide
Squad 2.
Ecco cosa ha dichiarato
Mel Gibson in merito a Suicide Squad
2
Sulla possibilità di dirigere il
film, Gibson ha detto: “Non so. Ho solo incontrato qualcuno.
Non è per niente un accordo finito, ma è divertente essere
coinvolti quando si tratta di storie. Mi piace farlo, e se si può
elevare ogni tipo di concetto, va bene.”
Con Gibson, gli
altri nomi presi in considerazione per la regia di Suicide
Squad 2 sono Daniel
Espinosa, Ruben Fleischer
e Jonathan Levine. Nessuno di questi tre
registi avrebbe il talento maturo e le doti di Gibson, tuttavia, in
un’ottica produttiva, sarebbero più semplici da “controllare”.
Il film è arrivato al cinema il 13
agosto del 2016. Nel cast vedremo Will Smith nei
panni di Deadshot, Margot Robbie in quelli di
Harley Quinn, Jay Courtney nel ruolo di Capitan
Boomerang, Cara Delevingne sarà
Enchantress, Joel Kinnaman nei panni di Rick
Flag, Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller
e Jared Leto sarà l’atteso Joker.
Anche se lentamente, la produzione
di Suicide
Squad 2 continua e Joel Kinnaman,
interprete di Rick Flag nel primo film, tornerà ad imbracciare il
suo fucile, questa volta diretto da Gavin
O’Connor.
Parlando con Yahoo! durante la
promozione di Altered Carbon, Kinnaman ha
brevemente accennato al suo coinvolgimento in Suicide Squad 2. Sul primo film,
l’attore ha risposto in maniera secca che quello che è andato male
è stato “il terzo atto”. Per quanto riguarda il sequel, invece, ha
spiegato:
“Era un grandioso scenario.
Grandi personaggi. Credo che quando se ne fa un secondo sarebbe
sorprendente se non ne facessimo una versione più realistica. Penso
che i personaggi siano estremi, quindi penso che potrebbe essere
interessante se li vedessimo con meno stregoneria. Perché i
personaggi diventano ancora più estremi se li vedi in circostanze
realistiche.”
Dopo il flop del primo film diretto
da David Ayer, la Warner Bros ha trovato in
Gavin O’Connor colui che potrebbe dare nuova linfa
ai cattivi DC visti sullo schermo. Suicide Squad 2
comincerà la produzione nell’autunno del prossimo anno.
Nel film sono stati confermati, per
adesso, soltanto Margot Robbie come Harley Quinn,
Will Smith nei panni di Deadshot, Joel
Kinnaman che torna a essere Rick
Flag, Jai Courtney con il suo Capitan
Boomerang e, sembra, anche Jay
Hernandez con Diablo.
Ancora nuovi aggiornamenti su
Suicide Squad 2, il progetto affidato
a James
Gunn (che dovrebbe firmarne anche la regia ed ora si
trova in trattative con gli studios), che secondo quanto riportato
dall’Hollywood Reporter sarà un vero e proprio reboot del franchise
e riavvierà la storia con nuovi personaggi. Esclusa quindi la
possibilità di rivedere in azione Margot Robbie, Will Smith e il
resto del cast originale.
Fonti vicine alla produzione
credono che il cinecomic rimarrà fedele allo stile di Gunn e
tratterà l’adattamento dei fumetti con uno sguardo molto più simile
a Guardiani della
Galassia.
Vi ricordiamo che Suicide Squad
2 uscirà nelle sale il 6 agosto 2021 e dovrebbe
intitolarsi The Suicide Squad, molto
semplicemente, con la determinazione dell’articolo che forse vuole
dirci che la squadra vista in azione in maniera anarchica nel primo
film, avrà una sua identità forte in questo sequel.
Per quanto riguarda il
coinvolgimento di Gunn, lo scorso ottobre è stato ufficializzato il
suo coinvolgimento nella stesura della sceneggiatura del film, e
ora sembra che il regista di Guardiani della
Galassia possa essere anche colui che siederà
sulla sedia di regia di questo film, ereditandone il posto
da David Ayer.
Se la Warner Bros
e James Gunn dovessero raggiungere un
accordo anche per la regia, Gunn avrebbe finalmente un altro lavoro
da regista dopo il licenziamento dal progetto Guardiani della Galassia
Vol. 3, ai Marvel Studios, che sembra sarà
comunque realizzato sulla sua sceneggiatura.
Gunn è stato licenziato da
Guardians of the Galaxy Vol. 3a luglio dello
scorso anno dopo il riemergere di tweets offensivi che il regista
aveva fatto al suo account Twitter prima di entrare a far parte
della Disney. Nonostante il grande sostegno da parte dei suoi
colleghi e fan, con una petizione che ha raccolto oltre 400.000
firme, la Disney ha tenuto duro sulla loro posizione e non ha
riassunto Gunn.
Slitterà di qualche mese la
produzione di Suicide
Squad 2, e le ragioni sono state chiarite nelle ultime
ore da un reporter di Variety. Secondo Justin Kroll
infatti, la Warner Bros. avrebbe deciso di posticipare le riprese
del sequel per favorire lo sviluppo di altri due progetti, ovvero
Birds
of Prey (di cui è stata annunciata già la
regista) e Batgirl, il cinecomic orfano di
Joss Whedon.
“Per
quanto riguarda Suicide Squad 2, le riprese non inizieranno
chiaramente nel 2018. La scelta di procedere con Birds of Prey ha a
che fare con Batgirl; un po’ come la Marvel che ha introdotto Black
Panther in Civil War prima di lanciarlo nel suo film
solista“.
Christina Hodson,
che di recente è stata assunta per scrivere la sceneggiatura
di Batgirl, firmerà anche lo script di
Birds
of Prey. Lo studio ha valutato diverse opzioni per
sfruttare di nuovo il personaggio di Harley
Quinn, visto il successo riscosso, e dopo aver pensato
a Suicide
Squad 2, si è deciso a portare avanti il progetto
di Birds of Prey.
Dopo la delusione del primo film
diretto da David Ayer, la Warner Bros ha
trovato in Gavin O’Connor colui che
potrebbe dare nuova linfa ai cattivi DC visti sullo
schermo. Suicide Squad 2 comincerà la
produzione nell’autunno del prossimo anno.
Nel film sono stati confermati, per
adesso, soltanto Margot Robbie come
Harley Quinn, Will Smith nei panni di
Deadshot, Joel Kinnaman che torna a
essere Rick Flag, Jai Courtney con il
suo Capitan Boomerang e, sembra, anche Jay
Hernandez con Diablo.
La cosa più
interessante di questa notizia è senza dubbio il fatto che lo
studio sta sviluppando un film su Deadshot con
protagonista Will Smith che insieme
a Gotham City Sirenssono i
progetti più interessanti, con il secondo che però è quello che ha
uno sviluppo più avanzato. Ancora più interessante il fatto che sia
Will Smith che Margot Robbie, che
sarà tra le protagoniste di Gotham City
Sirens sono entrambi gli attori che hanno
maggiormente convinto nei rispettivi ruoli visti in
Suicide Squad.
Il primo film Suicide
Squad è uscito il 5 agosto 2016 negli Stati Uniti e il 13
agosto 2016 in Italia. E’ stato il terzo film del DC Extended
Universe dopo
L’Uomo d’Acciaioe
Batman v Superman. Protagonisti un cast corale
composto da Jared Leto, Ben Affleck, Will Smith,
Margot Robbie, Joel Kinnaman, Jai Courtney, Adam Beach, Adewale
Akinnuoye-Agbaje, Jay Hernandez, Karen Fukuhara, Scott Eastwood,
Cara Delevingne, Viola Davis, Common, Jim Parrack, Ike Barinholtz,
Corina Calderon.
Ben Affleck e Ezra
Miller riprendono i rispettivi ruoli di Bruce
Wayne / Batman e Barry Allen / Flash da
Batman v Superman: Dawn of
Justice.Jim Parrack e Common appaiono
nei panni di Jonny Frost, braccio destro di Joker, e Monster
T., un criminale che collabora con il Joker.Fanno parte del cast
anche Alex Meraz nel ruolo di Gomez, David Harbour nel ruolo
di Dexter Tolliver e Raymond Olubowale.
Si è spento Carlo
Lizzani. Il regista, 91 anni, si è lanciato dal balcone
del suo appartamento, situato al terzo piano di una palazzina di
Prati. Alcuni vicini hanno notato il corpo nel cortile del palazzo
e, intorno alle 15, hanno avvertito la polizia. Come era stato per
altri colleghi di grande caratura, quali Mario Monicelli, dovrebbe
trattarsi, con tutta probabilità, di suicidio. Ovviamente è ancora
tutto da accertare così come, eventualmente, i motivi del folle
gesto.
Carlo Lizzani è stato regista,
produttore, attore, sceneggiatore e documentarista. In definitiva
uno dei grandi maestri del cinema italiano. Lizzani nasce a
Roma, il 3 aprile del 1922, e negli anni successivi sarà
sceneggiatore di grandi autori, quali Vergano, De Santis,
Rossellini e Lattuada durante il suo periodo neorealista. L’esordio
dietro la macchina da presa è datato 1950 con Nel
Mezzogiorno qualcosa è cambiato, a cui seguirà,
nel 1951 Achtung.
Il suo nome è legato a diversi
titoli, tra i quali vanno ricordati:Cronache di
poveri amanti (1954), Il processo
di Verona (1963), Banditi a
Milano (1968), Crazy
Joe(1973), Mussolini ultimo
atto (1974), Storie di vita e
malavita(1975), Fontamara (1977), La
casa del tappeto
giallo (1983),Mamma
Ebe (1985), Caro
Gorbaciov (1988), Cattiva (1991), Celluloide (1995), Hotel
Meina (2007), oltre agli sceneggiati
televisivi Nucleo
Zero (1984), Un’isola(1986)
e La trappola (1989).
Il regista ha anche diretto, tra il
1979 e il 1982, la Mostra del Cinema di Venezia. Nel 1998
Lizzani ha poi pubblicato la raccolta di suoi scritti
Attraverso il Novecento, ricco di spunti e aneddoti sul
mondo del cinema neorealista italiano, e nel 2007 la sua
autobiografia Il mio lungo viaggio nel secolo breve.
Dopo la laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione,
ricevuta dall’Università di Torino, Lizzani era diventato tutor nel
corso di filmmaker dell’Accademia Act Multimedia di Cinecttà.
Oggi, 5 ottobre 2013, si spegne
Carlo Lizzani, uno dei protagonisti della cinematografia
italiana.
Già
disponibile su Disney+,
Sugarcane, diretto da Julian Brave
NoiseCat e Emily Kassie, è il film
documentario candidato agli Oscar 2025 e dedicato all’indagine
svolta sulla scuola cattolica St. Joseph di Williams Lake, in
Canada; un istituto che faceva parte del sistema scolastico
residenziale degli indiani canadesi, scopertosi essere luogo di
abusi e violenze indicibili.
Attraverso le testimonianze delle vittime,
Sugarcane svela gli orrori che si sono consumati
per decenni dietro le mura dell’istituto, chiuso nel 1981, e si
interroga sull’assordante silenzio calato sulla vicenda fino al
2021, quando la scoperta di fosse comuni vicino alla scuola ha
finalmente portato alla luce la verità.
Sugarcane è una produzione USA
e Canada, della durata di 107 minuti. La fotografia è curata da
Emily Kassie e Christopher
LaMarca, il montaggio da Maya Hawke e
Nathan Punwar, mentre le musiche sono di
Mali Obomsawin. La produzione è di
Hedgehog Films e Kassie
Films.
La
trama di Sugarcane
Julian Brave NoiseCat, oltre
che regista è anche un testimone indiretto di questa tragedia. Suo
padre, Ed Archie, ha frequentato il St. Joseph e ha subito abusi
che lo hanno segnato per tutta la vita. Un legame che ha spinto il
cineasta a intraprendere un viaggio doloroso, ma necessario per
raccontare la verità.
Insieme a Emily Kassie,
NoiseCat si è recato a Williams Lake, dove ha
incontrato e ascoltato gli abitanti del luogo. Per ricostruire i
fatti, entrare in profondità nelle vite delle vittime, e mostrare
le ferite ancora aperte e il lungo cammino verso la
guarigione.
Sugarcane: tra Storia e Immagine
La
rappresentazione dei Nativi e del ruolo da essi rivestito nella
composizione del tessuto sociale dell’America di oggi ha di fatto
accompagnato l’evoluzione della Storia del Cinema e del genere
hollywoodiano per eccellenza: il Western. Raccontati per decenni alla
stregua di primitive orde barbariche desiderose di assaltare le
carovane della civiltà bianca in progressiva espansione, gli
Indiani d’America hanno infatti potuto iniziare ad affrancarsi,
solo di recente, dalla narrazione stereotipata affibbiatagli. In un
processo che, senza dubbio accelerato (o quantomeno propagato) da
pellicole di culto del calibro di Balla coi Lupi
(1990), ha riscoperto negli ultimi anni un encomiabile impeto
incendiario; volto alla denuncia delle numerose ingiustizie e dei
soprusi che, inflitti per intere decadi alla comunità indigena,
sono poi stati sistematicamente taciuti, se non addirittura
insabbiati.
I segreti di Wind
River di Taylor Sheridan,
action-western-thriller pensato per fare luce sulla preoccupante
mancanza di dati relativi alle persone scomparse appartenenti alla
fascia demografica delle donne Native Americane, va in questa
precisa direzione. E lo stesso vale per il geniale radiodramma
posto da Martin Scorsese
in epilogo alla sua ultima opera. Tessere
di un puzzle audio-visivo che, con colpevole ritardo, sta tentando
di fare ammenda di peccati reali a cui “l’Immagine-Cinema” ha
purtroppo contribuito a dare riverbero.
Sugarcane: il dolore e la
dignità
Nel
medesimo solco di rabbia e indignazione si inserisce anche
Sugarcane – seppur con le dovute, decisive
differenze. Non solo per l’impostazione documentaria che di fatto
segna una netta linea di demarcazione tra il film di
NoiseCat e Kassie e i titoli
poc’anzi citati. Ma in particolar modo per il sentimento di
inevitabile partecipazione emotiva del regista nei confronti del
racconto; che vede suo padre, Ed Archie, tra le persone maltrattate
dal sistema scolastico.
Sebbene alcune didascalie che precedono i titoli
di coda non manchino di raccontare il fenomeno nella sua vastità
(anche territoriale), Sugarcane concentra infatti
le proprie indagini sulla scuola cattolica St. Joseph di Williams
Lake in Canada. E lo fa ponendo l’accento non tanto sul
lavoro investigativo o sulla ricerca di informazioni in sé (a cui
concede comunque largo spazio nel corso della narrazione), quanto
sul contatto umano, di tipo archeologico, necessario a scandagliare
i dolorosi ricordi delle vittime. I cui traumi, segnati sui volti
scavati dal tempo, emergono con prepotenza e colpiscono dritto allo
stomaco; arrivando a rievocare, nella loro tragicità, pagine di
Storia che pensavamo appartenere a un certo tipo di immaginario
passato – “A tutti veniva dato un numero”.
Alternando momenti istituzionali a frangenti più
intimi – tra i quali spiccano i sofferti dialoghi tra Julian e il
padre – il documentario arriva persino a giocare sul contrasto tra
la natura incontaminata che circonda le località della strage
canadese e la magniloquenza umana visibile nelle “aule” del Clero
di Roma – evocate nella rievocazione dell’incontro, avvenuto nel
2022 nella capitale, tra Papa Francesco e diversi sopravvissuti. Ma
colpisce soprattutto in virtù del vigore con cui, in maniera simile
a quanto raccontato da To Kill A Mongolian Horse
all’ultimo Festival di Venezia, i due
registi raccontano l’orgoglio di un popolo che non ha mai smesso di
lottare.
E che
tra danze, lingua e canti della tradizione, grida ancora con forza
la propria dignità.
Oggi Apple TV+
ha svelato il trailer di Sugar, la nuova dramedy
con protagonista Colin Farrell che farà il suo debutto il 5
aprile con i primi due episodi degli otto totali, seguiti da un
nuovo episodio ogni venerdì.
Interpretata e prodotta da Colin Farrell, Sugar è una
rivisitazione contemporanea e unica di uno dei generi più popolari
e significativi della storia della letteratura, del cinema e della
televisione: il giallo con protagonista un detective privato. Il
candidato al premio Oscar Colin Farrell interpreta John Sugar, un
investigatore privato americano alle prese con la misteriosa
scomparsa di Olivia Siegel, l’amata nipote del leggendario
produttore di Hollywood Jonathan Siegel. Mentre Sugar cerca di
determinare cosa sia successo a Olivia, porterà alla luce anche i
segreti della famiglia Siegel, alcuni molto recenti, altri sepolti
da tempo.
La serie è interpretata anche da
Kirby (“Sandman”), Amy Ryan (“The
Wire”), James Cromwell (“Succession”), Anna Gunn
(“Breaking Bad”), Dennis Boutsikaris (“Better Call Saul”), Nate Corddry
(“Mindhunter”), Sydney Chandler (“Don’t Worry
Darling”) e Alex Hernandez (“Invasion”).
Sugar è creata da
Mark Protosevich, che è anche produttore esecutivo. Audrey Chon e
Simon Kinberg producono esecutivamente per la Genre Films, che ha
firmato la sua seconda serie con Apple
TV+ nell’ambito dell’accordo complessivo con lo stesso Kinberg,
dopo “Invasion“.
Anche Sam Catlin, Scott Greenberg e Chip Vucelich sono produttori
esecutivi. La serie è diretta da Fernando Meirelles (“City of God”,
“I due Papi”), che è anche produttore esecutivo, e Adam Arkin (“The
Offer”), che è anche produttore co-esecutivo.
Sugar è
un nome insolito per una persona, soprattutto se questa persona è
un misterioso detective specializzato nel ritrovare persone
scomparse. Il suo è un mondo insolito, fatto di abiti eleganti,
macchine d’epoca, grande tolleranza all’alcol e un segreto… Con
queste premesse è difficile staccare gli occhi dalla nuova serie
Apple TV+, creata
da Mark Protosevich e diretta da Fernando
Meirelles e Adam Arkin, con uno
straordinario Colin Farrellone-man-show.
Sugar si
presenta dal primo episodio come un viaggio affascinante dentro al
genere noir che mentre viene reinventato e arricchito con elementi
e morfemi contemporanei, si sviluppa con il suo stile raffinato e
ricercato.
Sugar, la trama
Al centro della trama c’è
John Sugar (Colin
Farrell), un investigatore privato dal cuore d’oro, ma
con un passato oscuro che continua a perseguitarlo. Le sue indagini
lo conducono nei vicoli di una Los Angeles oscura, nei meandri dei
segreti di famiglia dei potenti Siegel.
Senza dover ulteriormente
approfondire gli accadimenti della serie, che si dipaneranno
davanti agli occhi dello spettatore nel corso degli otto episodi (i
primi due disponibili su Apple TV+ dal 5 aprile),
Sugar sviluppa il suo racconto su due strade che
come punto di contatto hanno ovviamente il protagonista. Il suo
passato e la sua indagine si arricchiscono nel corso di tutto il
racconto, regalando sempre un pezzettino in più di verità allo
spettatore.
Colin Farrell in “Sugar”, disponibile dal 5 aprile 2024 su Apple
TV+.
La suspance è
dunque una componente molto importante di Sugar,
ma altrettanto lo è la regia ricercata con cui Meirelles e Arkin
mettono in scena gli eventi, costruendo un linguaggio
cinematografico decisamente distintivo nel panorama contemporaneo e
avvalendosi di un montaggio altrettanto caratteristico e specifico.
Tagli, scavalcamenti sull’asse, inquadrature oblique sono solo
alcuni dei piccoli accorgimenti che i registi scelgono di usare per
creare il mondo di John Sugar, tutto mescolato a
un continuo omaggio al noir con continue sovrapposizioni di
spezzoni di film che hanno fatto la storia del genere. La ricchezza
di riferimenti unita all’ambientazione contemporanea sollevano lo
show dalle coordinate temporali e gli danno una parvenza di
sospensione nello spazio che aumento il fascino e il mistero del
protagonista.
Chi è John Sugar?
Sicuramente
l’interpretazione di Colin Farrell è efficace, dal momento che pur
mettendo in scena un personaggio glamour, riesce a modularne la
coolness per farlo apparire costantemente fragile, dolce e
altruista, pur risultando in più di una occasione letale. Un
contrasto che costituisce il cuore del mistero intorno alla sua
vera identità e che l’attore irlandese restituisce con grande
convinzione. L’aspetto di maggiore interesse di
Sugar è la sua appartenenza a un linguaggio
preciso, il noir, che arricchisce, modificandone le
caratteristiche, costruendo così un affresco intrigante e
appassionante che traghetta il genere nella contemporaneità.
Il personaggio di Colin Farrell prende una decisione catartica
verso la fine di Sugar (la nostra
recensione) di Apple TV+,
aprendo di fatto la strada a ulteriori potenziali seguiti. Nei
primi episodi, Sugar di Apple TV+
si presenta come un tipico dramma poliziesco in cui il personaggio
principale si propone di svelare il mistero della scomparsa di una
giovane ragazza. Tuttavia, man mano che la serie procede, diventa
evidente che la caratterizzazione di John Sugar è più di quanto
sembri.
Infine, nell’episodio 6,
Sugar lancia un importante colpo di scena,
rivelando che il personaggio principale e gli altri membri della
sua società poliglotta sono alieni. Sebbene il loro unico scopo sia
quello di osservare gli esseri umani, Sugar si lascia coinvolgere
troppo dalla sua attività di risoluzione dei crimini e si mette
alla ricerca della verità dietro la scomparsa di Olivia. Alla fine
trova ciò che cerca, ma lui e la sua squadra di alieni affrontano
le terribili conseguenze delle sue azioni nel finale di Sugar.
Perché Sugar rimane sulla Terra
nel finale della prima stagione
L’episodio finale di
Sugar rivela che gli alleati alieni del
protagonista stanno tornando sul loro pianeta natale. Sebbene anche
Sugar abbia inizialmente intenzione di partire con loro, alla fine
cambia idea dopo aver riflettuto sulle sue recenti esperienze.
Molti fattori contribuiscono alla decisione di Sugar di restare, ma
il motivo principale è la consapevolezza della propria umanità.
Dopo aver trascorso abbastanza tempo sulla Terra in mezzo a esseri
umani di ogni tipo, Sugar capisce di essere più umano di quanto
pensasse.
Nei primi episodi dello show di
Apple
TV+, Sugar continua a mettere in discussione le sue
emozioni e cerca persino di evitare di essere coinvolto in violenti
alterchi con gli altri. Tuttavia, nonostante i suoi sforzi per
sopprimere le sue vulnerabilità e le sue tendenze umane, Sugar si
rende conto che una parte di lui sta diventando ogni giorno più
umana. Verso la fine della stagione, impara che incarna sia il
peggio che il meglio dell’umanità e che, per quanto gli manchi il
suo pianeta natale, il suo posto è sulla Terra. Oltre a questa
consapevolezza, anche l’aver scoperto la verità su Henry lo spinge
a tornare sul pianeta.
Il colpo di scena di Henry di
Sugar spiegato: Perché Henry non ha fatto nulla per i crimini di
Pavich
Colin Farrell in “Sugar”, disponibile dal 5 aprile 2024 su Apple
TV+.
Negli ultimi episodi della prima
stagione di Sugar, il personaggio principale viene a capo del
mistero della scomparsa di Olivia e la salva prima che sia troppo
tardi. Tuttavia, nonostante la soluzione del mistero, una parte di
lui crede ancora che gli manchi un dettaglio cruciale sui crimini
di Pavich. Per saperne di più sugli omicidi di Pavich, inizia a
riprodurre i suoi dischi su un lettore CD. Dopo aver esaminato le
registrazioni, nota che Pavich parla costantemente con qualcun
altro nella stanza sotterranea dove torturava le sue vittime.
Questo lo porta a capire che Henry era con Pavich mentre commetteva
quei crimini.
Nonostante fosse un testimone,
però, Henry non ha mai denunciato i crimini. Il finale di Sugar
rivela che il personaggio di Colin Farrell e gli altri alieni sono
venuti sulla Terra per osservare e riferire il comportamento umano.
Apparentemente volevano osservare gli esseri umani e imparare dai
loro errori per poter rendere il loro pianeta un posto migliore.
Per questo motivo, tutti loro sono stati intenzionalmente esposti a
vaste esperienze, sia positive che negative. Mentre Sugar è
diventato un investigatore privato, Henry ha fatto coppia con un
criminale come Pavich. Sugar non poteva fare a meno di essere
coinvolto nella vita degli esseri umani che lo circondavano e
faceva molto di più che “osservare e riferire”.
Henry, al contrario, ha fatto
quello che gli è stato detto e ha preso nota di tutta l’oscurità
che ha osservato sulla Terra attraverso le azioni di Pavich. Quando
Sugar cerca di incontrare Henry nel finale per capire la sua
versione della storia, trova il vestito di sua sorella nel suo
armadio. Questo lo aiuta a capire che Djen è stato rapito da Henry.
L’unico motivo per cui Sugar ha assunto il ruolo di investigatore
privato è che voleva aiutare a trovare persone scomparse come sua
sorella. Allo stesso modo, Henry si è alleato con un assassino
perché aveva tendenze simili anche prima di arrivare sulla Terra.
Entrambi gli archi narrativi di Henry e Sugar evidenziano come la
natura e l’educazione contribuiscano all’identità di una
persona.
La sorella di Sugar, Djen, è
ancora viva?
Dopo aver appreso la verità sulla
scomparsa di Djen, Sugar inizia a credere che possa essere ancora
viva. Per questo motivo, invece di partire con il resto
dell’equipaggio, rimane sulla Terra. Se Djen sia ancora viva rimane
uno dei più grandi misteri dello show di Apple TV+, che sarà
risolto solo se la serie sarà rinnovata per la seconda stagione.
Tuttavia, il fatto che Sugar stia finalmente accettando e
abbracciando gli aspetti positivi e negativi dell’essere umano,
probabilmente non si tratterrà dal fare del male ad alcune persone
per trovare sua sorella.
Perché gli altri alieni stanno
lasciando la Terra alla fine di Sugar
Verso la fine della stagione 1 di
Sugar, Miller e Ruby annunciano che tutti gli alieni devono
lasciare la Terra prima che sia troppo tardi. Sebbene Sugar e Ruby
arrivino sani e salvi al campo d’aviazione dove si aspettano
l’arrivo dell’astronave, Miller viene fermato da un agente di
polizia mentre si reca sul posto. Prima che possa rendersi conto
del motivo per cui è stato fermato, l’agente di polizia gli spara e
riferisce falsamente di aver trovato un uomo morto nella sua auto.
Questa scena evidenzia che gli umani che sapevano dell’esistenza
degli alieni sulla Terra sono scontenti delle recenti azioni di
Sugar.
Nei precedenti episodi di Sugar,
gli alleati alieni del protagonista continuavano a chiedergli di
interrompere le sue indagini. Sugar, tuttavia, si è rifiutato di
ascoltare tutti gli altri e ha continuato le sue indagini. La sua
indagine sulla scomparsa di Olivia ha portato alla luce i crimini
di Pavich e ha persino macchiato la reputazione della sua famiglia.
Poiché alcuni politici di alto livello erano a conoscenza degli
alieni e del loro scopo di conoscere meglio l’umanità, è probabile
che anche il padre di Pavich, un noto senatore, fosse a conoscenza
della loro esistenza. Questo spiegherebbe come Henry abbia potuto
collaborare con Pavich durante i suoi crimini.
Dopo che Sugar ha salvato Olivia e
ha smascherato i crimini di Pavich, il senatore si è reso conto che
gli alieni hanno infranto la loro parte dell’accordo facendo molto
di più che “osservare e riferire”. Capendo che potevano essere una
minaccia per lui e per altri politici, lui e altre persone
influenti decisero di sradicarli. Anche Ruby e Miller capiscono che
la Terra non è più sicura per loro dopo le azioni di Sugar.
Pertanto, pianificano la partenza dopo aver imparato abbastanza
sugli umani. Sugar rimane perché scopre di essere più empatico dei
suoi alleati alieni e di poter fare la differenza nel mondo
umano.
Jonathan è il vero padre di
Olivia?
Mentre cerca indizi sulla scomparsa
di Olivia, Sugar trova tra le sue cose alcune foto private della
prima moglie di Bernie, Rachel Kaye. Molto più tardi, nel corso
dello spettacolo, nota che Rachel indossa lo stesso vestito nelle
fotografie di un’attrice di un film prodotto da Jonathan. Viene
quindi a sapere che l’attrice era la moglie di Jonathan. Questo gli
fa sospettare che Jonathan possa aver avuto una relazione segreta
con sua nuora, Rachel. Quando Sugar chiede a Jonathan di parlarne
nel finale, lui conferma che lui e Rachel avevano una relazione
segreta. Tuttavia, si è tirato indietro dopo che Rachel è rimasta
incinta.
SUGAR MAN, premio Oscar® 2013 per il Miglior
documentario, è uninstant
cultche dieci anni
fa travolse pubblico e critica con la sua incredibile storia di
musica, talento, caduta e rinascita. Il documentario diMalik
Bendjelloulche
ha rivelato al mondo la storia del cantautore americanoSixto Rodriguezsarà nei cinema italianidal 16
ottobre con I WONDER CLASSICS.
https://www.youtube.com/watch?v=PYxthbzuIik
Sarà l’occasione per celebrare il decimo
compleanno di I Wonder Pictures – che proprio conSugar Maniniziò la sua avventura nella distribuzione
cinematografica e che deve il suo nome al titolo di una canzone di
Rodriguez – e ricordare e onorare il protagonista del film,
recentemente venuto a mancare.
Sixto Rodriguez – il cui vero nome era Jesus
Sixto Diaz – è scomparso all’età di 81 anni l’8 agosto di
quest’anno, chiudendo definitivamente il sipario su una delle
carriere più incredibili dello show business, raccontata
perfettamente inSugar
Man. Scoperto in un
bar di Detroit sul finire degli anni Sessanta, Rodriguez incise due
album che ebbero poco successo negli Stati Uniti ma divennero
oggetto di culto in diversi paesi. In Sudafrica, in particolare, le
sue canzoni di protesta diventarono la colonna sonora delle
manifestazioni contro l’Apartheid. Tutto questo si svolse però
all’insaputa del loro autore, che era tornato a fare il meccanico.
Solo dopo la caduta del regime sudafricano e l’avvento di Internet
due fan sudafricani decisero di partire per Detroit alla ricerca
della verità: cos’era davvero successo a
Rodriguez?
La seconda stagione di
Sugar riceve un aggiornamento ottimistico dal
produttore Audrey Chon. Debuttata ad aprile, la serie originale per
Apple
TV+ segue Colin Farrell nei panni dell’investigatore
privato John Sugar mentre cerca di risolvere il mistero di
una scomparsa legata alla ricca famiglia Siegel. Con un cast che
comprende anche Kirby, Amy Ryan, Dennis Boutsikaris, Nate
Corddry, Alex Hernandez, Anna Gunn, Sydney Chandler e James
Cromwell, Sugar ha fatto notizia per un
colpo di scena che viene rivelato solo alla
fine della storia.
In un’intervista a TheWrap, Chon ha
fornito un aggiornamento ottimistico sulle possibilità di
realizzare la seconda stagione di Sugar (la
nostra recensione).
Chon, produttore esecutivo insieme a Farrell, ha parlato del colpo
di scena e di come la storia potrebbe evolversi in caso di rinnovo
dello show, ma ha anche confermato che gli elementi della prima
stagione continueranno. Ha detto in parte: “C’è molto altro da
approfondire in termini di esplorazione del personaggio [di
John]”. Leggete le osservazioni complete qui sotto:
Ci piacerebbe avere una seconda
stagione e siamo pronti a realizzarla. Mi piacerebbe vedere
l’evoluzione del personaggio di Sugar. C’erano così tante cose che
dovevamo nascondere la palla. C’è ancora molto da scavare in
termini di esplorazione del suo personaggio. Ma ci sarebbero altri
elementi della Stagione 1 che amiamo e che ovviamente
continueremmo.
Ci è sembrato molto organico
che il PI e la rivelazione dell’alieno si fondessero insieme. Ci è
piaciuto molto il fatto che sia stato possibile intercambiare i due
personaggi e che funzionasse, perché si vede il mondo attraverso
una prospettiva molto diversa.
La seconda stagione di Sugar ha
una tonnellata di storie potenziali
Il
finale della stagione 1 di Sugar non si
conclude con un cliffhanger completo che richiede un seguito.
L’indagine viene risolta e il colpo di scena del personaggio di
Colin Farrell, che è un alieno, viene svelato
alla fine dell’episodio 8. Il resto degli alieni, soprattutto a
causa del fatto che sono stati smascherati e devono affrontare le
pressioni degli umani, decide di tornare a casa. John Sugar,
invece, sceglie di rimanere sulla Terra. Ma anche in una
conclusione in gran parte contenuta, come indica Chon, ci sono
strade da percorrere.
L’episodio conclusivo di Sugar,
scritto da Donald Joh e Sam Catlin, con la regia
di Fernando Meirelles, rivela che il compagno alieno Henry (Jason
Butler Harner) è rimasto seduto a guardare un essere umano
torturato. Anche Henry si rifiuta di lasciare la Terra e Sugar
ritiene che sia sua responsabilità trovare Henry e controllare
quelli che sembrano essere gli impulsi oscuri del personaggio. C’è
anche il fatto che gli alieni rimasti vengono cacciati e uccisi,
causando un rischio enorme per il personaggio principale di
Farrell.
La prima puntata del dramma
poliziesco di Apple
TV+ ha fatto di tutto per mantenere il segreto sulla
rivelazione degli alieni, anche se ha fatto capire la sua
inclinazione fantascientifica. Se verrà rinnovata, la seconda
stagione di Sugar potrebbe andare più apertamente in quella
direzione, soprattutto ora che Henry potrebbe essere dietro la
scomparsa della sorella di John. Questo dà alla loro amicizia
macchiata un sacco di carburante per portare avanti la narrazione.
Al momento, però, non ci sono indicazioni sul rinnovo o sulla
cancellazione della serie.
La seconda stagione di
Sugar (la
nostra recensione) è stata confermata su Apple TV+,
mesi dopo che il noir-thriller di Colin Farrell ha lasciato cadere un enorme
colpo di scena. Arrivata ad aprile, la serie era incentrata su
Farrell nei panni dell’investigatore privato John Sugar che cercava
di risolvere una scomparsa legata alla ricca famiglia Siegel. Con
un cast di supporto a Sugar che comprende anche
Kirby Howell-Baptiste, Amy Ryan, Dennis Boutsikaris, Nate
Corddry, Alex Hernandez, Anna Gunn, Sydney Chandler e James
Cromwell, il thriller ha fatto parlare di sé per un colpo
di scena che viene tenuto nascosto fino alla fine della prima
puntata di otto episodi e ha fatto crescere l’attesa per il
seguito.
Deadline conferma che la seconda stagione
diSugarè in arrivo su
Apple
TV+, con il rinnovo che avviene quasi cinque mesi dopo
il finale. Sono stati confermati anche i primi dettagli sulla
trama, che vedono il personaggio di Farrell tornare a Los
Angeles per lavorare su un altro caso di persone scomparse
e allo stesso tempo cercare di svelare il mistero della sorella
scomparsa. I prossimi episodi saranno caratterizzati anche da un
cambiamento dietro le quinte: lo scrittore di Breaking Bad
e Preacher Sam Catlin assumerà il ruolo di showrunner e
sostituirà il creatore della serie Mark Protosevich. In precedenza,
Catlin aveva scritto l’ultimo episodio della prima stagione.
I produttori esecutivi Simon
Kinberg e Audrey Chon, che producono insieme a Catlin, Farrell,
Scott Greenberg e Chip Vucelich, hanno reagito al rinnovo in un
comunicato:
“È stato incredibilmente
emozionante vedere il pubblico di tutto il mondo abbracciare Sugar,
e siamo entusiasti di tornare per una seconda stagione.Siamo molto grati ai nostri partner della Apple per il loro
sostegno, al nostro showrunner Sam Catlin, al brillante Colin
Farrell e, naturalmente, ai nostri spettatori.Non vediamo
l’ora di riportare John Sugar sul caso”.
Anche Matt Cherniss, responsabile
della programmazione di Apple TV, ha condiviso una dichiarazione e
ha elogiato la performance di Farrell:
“Fin dalla prima puntata, il
pubblico è stato attanagliato dai misteri e dai colpi di scena di
Sugar, con un’incredibile interpretazione di Colin Farrell
al centro.Colin, Simon Kinberg, Audrey Chon e l’intero team
dietro a questa serie hanno mescolato brillantemente i generi per
creare una serie avvincente e imperdibile che tiene gli spettatori
con il fiato sospeso, e non vediamo l’ora di vedere dove si troverà
il detective John Sugar nella seconda stagione”.
Cosa significa per la storia il
rinnovo della seconda stagione di Sugar
La stagione di debutto dello show
non è stata la più forte. Si può perfino sostenere che il tono di
fusione di generi e sorprendentemente giocoso dello spinoff della
HBO The
Penguin, , sia un uso migliore di Farrell nel ruolo di
protagonista, dato che John è una figura così in sordina. Man mano
che Sugar impara a conoscere l’umanità, spesso attraverso i film,
il suo personaggio ha la possibilità di crescere e cambiare. Ma
l’Apple TV+ Original ha lo stile di un noir ben definito. Il punto
debole, in definitiva, è la creazione di un mondo in cui valga la
pena investire oltre all’attesa del colpo di scena.
Una seconda stagione di
Sugar potrebbe essere un miglioramento
che si basa sulle debolezze dei personaggi del thriller,
soprattutto considerando che Catlin ha scritto alcuni dei migliori
episodi di Breaking Bad incentrati sui personaggi, come
“Fly”, che ha scritto insieme a Moira Walley-Beckett, e “4 Days
Out”, entrambi incentrati sulla dinamica di Jesse e Walter.
Dopo aver collaborato con alcuni
dei più grandi artisti mondiali, tra cui i Coldplay, Steve
Aoki, The Chainsmokers e Halsey, la star dei BTS SUGA sta
per intraprendere un viaggio musicale per il mondo alla ricerca di
ispirazione per il suo prossimo album da solista nel documentario
SUGA: Road to D-DAY, in arrivo il 21
aprile su Disney+.
Con protagonista SUGA dei BTS,
icone pop del XXI secolo, il documentario seguirà l’artista mentre
viaggia in tutto il mondo, da Seoul a Tokyo, Las Vegas e oltre,
alla ricerca di ispirazione musicale per il suo prossimo album
“D-DAY”. Nel corso del documentario, gli spettatori vedranno la
star nel suo momento di massima vulnerabilità, mentre discute con
altri musicisti del suo blocco dello scrittore e scava in
profondità nei suoi ricordi più traumatici per scrivere i testi di
alcune delle sue ultime canzoni. SUGA: Road to
D-DAY include anche esclusive clip dal vivo delle
canzoni del prossimo album.
https://youtu.be/om_ioWVpmCg
Oltre al documentario in uscita il
21 aprile, su Disney+ sono disponibili anche
BTS: PERMISSION TO DANCE ON STAGE – LA,
un esclusivo film concerto in 4K che mostra la performance live dei
BTS al Sofi Stadium di Los Angeles nel novembre 2021;
j-hope IN THE BOX, un documentario dietro
le quinte che mostra la creazione del primo album da solista della
star dei BTS j-hope; e IN THE SOOP :
Friendcation – un reality show originale con un cast
stellare che include V dei BTS, Park Seojun di Itaewon Class, Choi
Wooshik, star dei Parasite, Park Hyungsik dei Soundtrack #1 e
Peakboy, che vede i cinque amici mentre si avventurano in un
viaggio a sorpresa e si dedicano a una serie di attività divertenti
insieme.
SUGA: Road to
D-DAY debutterà il 21 aprile su Disney+.
Ecco tre nuovi poster di
Suffragette, il film che vedono
protagoniste Carey Mulligan, Meryl
Streep e Helena Bonham Carter. Il film è
diretto da Sarah
Gavron. L’uscita del film è prevista per il 30
ottobre nel Regno Unito.
La pellicola, che racconta la storia
delle suffragette inglesi che all’inizio del 20° secolo si
batterono per poter acquisire diritto di voto, vedrà come
protagonista Carey Mulligan (Il Grande Gatsby, Shame), nel
ruolo di una giovane madre determinata a
lottare in difesa della propria dignità sia a casa che nel luogo di
lavoro. Accanto a lei, Meryl Streep, che vestirà i
panni dell’attivista Emmeline Pankhurst, leader del movimento delle
suffragette. Nel cast anche Helena Bonham Carter, Ben
Whishaw, Anne-Marie Duff e Brendan
Gleeson.
Si tratta di una produzione Ruby
Films per la Focus Features, Pathé, Film4 e il BFI in associazione
con Ingenious Media e con la partecipazione di Canal + e
Ciné-Cinema. Produttori esecutivi del film sono Cameron
McCracken, Tessa Ross, Rose Garnett, Nik Bower, James
Schamus e Teresa Moneo. L’uscita del film
nelle sale è prevista per questo settembre.
Lottare per un ideale, a qualunque
costo, contro ogni ostacolo, e se necessario sacrificare anche la
propria vita, mettendo in gioco in prima persona sé stessi e i
propri affetti più cari. Questa forza vitalistica, questa violenta
utopia spinse nel XX secolo gruppi distanti e distinti di donne
(diverse tra loro per classe sociale, censo, cultura, aspettative
di vita) a lottare, in prima linea, per i propri ideali.
Stiamo parlando del movimento delle
Suffragette, che finalmente trova una voce forte-ed un canale
privilegiato nel cinema – per raccontare la propria storia,
disseminata di mille piccole storie personali pronte ad
intersecarsi con La Storia; a compiere questa titanica impresa è
Sarah Gavron che decide di girare
Suffragette avvalendosi delle preziose
interpretazioni di attrici come
Carey Mulligan,
Helena Bonham Carter, Anne-Marie Duff e Meryl Streep; donne iconiche, donne forti,
donne coraggio che hanno lottato per affermare la propria presenza
in un mondo e in una società dalla forte impronta maschilista.
Motore immobile della vicenda è
Maud Watts (la Mulligan), all’inizio semplice lavoratrice
sottopagata di una lavanderia londinese, sposata e con un
amatissimo figlio; ma successivamente-dopo essere rimasta coinvolta
in un’azione di disobbedienza civile-si lascia coinvolgere sempre
di più dalla causa delle Suffragette, grazie anche alla forza e
alla determinazione delle sue compagne (su tutte, Violet ed Edith)
fino all’incontro con la leader Pankhurst (la Streep), vera e
propria icona che rivoluzionerà per sempre la sua vita con le sue
parole.
La Gavron sceglie volontariamente
di usare con discrezione la Macchina da Presa: mezzo silenzioso e
distante, diventa una sorta di occhio onnisciente sulle situazioni
e sugli eventi, un occhi privilegiato che lancia uno sguardo dal
punto di vista di Maud, condividendone la focalizzazione (anche
quando è esterna); nelle scene più drammatiche, quando la violenza
deflagra senza pietà e sconti per nessuno, la MdP della regista non
indugia, voyeuristicamente, sui dettagli della carneficina, ma
entra nelle dinamiche, scava a fondo tra i corpi e le espressioni,
regalando quasi un’esperienza simile al reportage fotografico di
guerra che un puro, semplice, spettacolo di intrattenimento.
L’anima del film sono i suoi mille
volti di donna, queste figure femminili così forti e determinate,
ma allo stesso tempo lontane anni luci dagli stereotipi
cinematografici hollywoodiani; personaggi che sono più veri del
vero, realistici perché affondano nella realtà vera e propria,
trasformandosi in mezzi per comunicare la testimonianza silenziosa
di chi ha segnato la Storia, pur non entrando-di diritto-tra le
pagine di un manuale.
Ecco una nuova featurette
di Suffragette, il film che vedono
protagoniste Carey
Mulligan, Meryl
Streep e Helena Bonham Carter.
Il film è diretto da Sarah Gavron.
La pellicola, che racconta la storia
delle suffragette inglesi che all’inizio del 20° secolo si
batterono per poter acquisire diritto di voto, vedrà come
protagonista Carey
Mulligan (Il Grande Gatsby, Shame), nel
ruolo di una giovane madre determinata a lottare in difesa della
propria dignità sia a casa che nel luogo di lavoro. Accanto a
lei, Meryl Streep, che vestirà i panni
dell’attivista Emmeline Pankhurst, leader del movimento delle
suffragette. Nel cast anche Helena Bonham Carter, Ben
Whishaw, Anne-Marie Duff e Brendan
Gleeson.
L’uscita del film è prevista per il
30 ottobre nel Regno Unito.
Ecco una nuova clip
di Suffragette, il film che vedono
protagoniste Carey
Mulligan, Meryl
Streep e Helena Bonham Carter.
Il film è diretto da Sarah Gavron.
La pellicola, che racconta la storia
delle suffragette inglesi che all’inizio del 20° secolo si
batterono per poter acquisire diritto di voto, vedrà come
protagonista Carey
Mulligan (Il Grande Gatsby, Shame), nel
ruolo di una giovane madre determinata a lottare in difesa della
propria dignità sia a casa che nel luogo di lavoro. Accanto a lei,
Meryl Streep, che vestirà i panni dell’attivista
Emmeline Pankhurst, leader del movimento delle suffragette. Nel
cast anche Helena Bonham Carter, Ben Whishaw,
Anne-Marie Duff e Brendan
Gleeson.
L’uscita del film è prevista per il
30 ottobre nel Regno Unito.
Ecco il nuovo trailer originale di
Suffragette, il film che vede
protagonista Carey Mulligan, diretta da
Sarah Gavron.
L’uscita del film è prevista per il 30 ottobre nel Regno Unito.
La pellicola, che racconta la storia
delle suffragette inglesi che all’inizio del 20° secolo si
batterono per poter acquisire diritto di voto, vedrà come
protagonista Carey Mulligan (Il Grande Gatsby, Shame), nel
ruolo di una giovane madre determinata a
lottare in difesa della propria dignità sia a casa che nel luogo di
lavoro. Accanto a lei, Meryl Streep, che vestirà i
panni dell’attivista Emmeline Pankhurst, leader del movimento delle
suffragette. Nel cast anche Helena Bonham Carter, Ben
Whishaw, Anne-Marie Duff e Brendan
Gleeson.
Si tratta di una produzione Ruby
Films per la Focus Features, Pathé, Film4 e il BFI in associazione
con Ingenious Media e con la partecipazione di Canal + e
Ciné-Cinema. Produttori esecutivi del film sono Cameron
McCracken, Tessa Ross, Rose Garnett, Nik Bower, James
Schamus e Teresa Moneo. L’uscita del film
nelle sale è prevista per questo settembre.
Ecco il trailer italiano
di Suffragette, il film che vedono
protagoniste Carey Mulligan, Helena
Bonham Carter e la partecipazione di Meryl
Streep. Il film è diretto da Sarah
Gavron.
La pellicola, che racconta la storia
delle suffragette inglesi che all’inizio del 20° secolo si
batterono per poter acquisire diritto di voto, vedrà come
protagonista Carey
Mulligan (Il Grande Gatsby, Shame), nel
ruolo di una giovane madre determinata a lottare in difesa della
propria dignità sia a casa che nel luogo di lavoro. Accanto a
lei, Meryl Streep, che vestirà i panni
dell’attivista Emmeline Pankhurst, leader del movimento delle
suffragette. Nel cast anche Helena Bonham Carter, Ben
Whishaw, Anne-Marie Duff e Brendan
Gleeson.
L’uscita del film è prevista per il
30 ottobre nel Regno Unito.
La Focus Features acquisisce dalla
Pathé i diritti di Suffragette, film
drammatico per la regia di Sarah Gavron su una
sceneggiatura di Abi Morgan. Suoi anche i diritti
di distribuzione per l’America Latina, India, Corea del Sud e la
maggior parte dell’Europa dell’Est, inclusa la Russia (sarà la
Universal Pictures International ad occuparsi di distribuire il
film in quei territori).
La pellicola, che racconta la
storia delle suffragette inglesi che all’inizio del 20° secolo si
batterono per poter acquisire diritto di voto, vedrà come
protagonista Carey Mulligan (Il Grande Gatsby, Shame), nel
ruolo di una giovane madre determinata a lottare in difesa della
propria dignità sia a casa che nel luogo di lavoro. Accanto a lei,
Meryl Streep, che vestirà i panni dell’attivista
Emmeline Pankhurst, leader del movimento delle suffragette. Nel
cast anche Helena Bonham Carter, Ben Whishaw, Anne-Marie
Duff e Brendan Gleeson.
Si tratta di una produzione Ruby
Films per la Focus Features, Pathé, Film4 e il BFI in associazione
con Ingenious Media e con la partecipazione di Canal + e
Ciné-Cinema. Produttori esecutivi del film sono Cameron
McCracken, Tessa Ross, Rose Garnett, Nik Bower, James
Schamus e Teresa Moneo. L’uscita del film
nelle sale è prevista per questo settembre.
La regista Sarah
Gavron e la produttrice Faye Ward
presentano a Roma la loro ultima fatica,
Suffragette, faticosa e sensibile
pellicola che ha già riscosso numerosi successi in festival
importanti in giro per il mondo (incluso il suo debutto alla
59esima edizione del BFI).
Ad introdurre il vivace dibattito è
Laura Delli Colli, Presidente del Sindacato
Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI), annunciando
che a Sarah Gavron ha ricevuto il Premio
Internazionale Afrodite, la prima di una lunga serie di occasioni
pubbliche italiane- tra proiezioni speciali previste perfino nelle
scuole e a Montecitorio-che permetteranno al film di avere una
maggior distribuzione sul nostro territorio.
La prima domanda da
parte dei giornalisti riguarda l’essenza stessa del film: infatti,
non si tratta di una semplice pellicola in costume, figlia dei
tempi che mostra, ma è in realtà un primo passo per riflettere
sulla condizione delle donne-e la loro mancanza del diritto di
voto-in tutto il mondo, condizione che si è protratta fino ad
oggi.
La Gavron è la prima a prendere la
parola, spiegando la vera ragione che ha spinto lei e la
sceneggiatrice Abi Morgan
(Shame) a scrivere questo film: mai prima
d’ora si era parlato in modo così completo e strutturato del
movimento delle suffragette e della sua storia, considerando che la
condizione della donna nel mondo è un argomento ancora “caldo”-
dati alla mano-che mostra le ingiustizie alle quali sono sottoposte
tuttora le donne, con una infinita ed invalidante serie di limiti:
vincoli posti negli ambiti sociali, lavorativi, politici. Questo
film mostra quindi le difficoltà, le lotte affrontate e il
“calvario” sopportato dalle prime “pioniere” del movimento per
conquistarsi la strada verso i diritti.
Quante difficoltà produttive sono
state incontrate?
La produttrice Ward afferma che
questo film tratta di un tema mai analizzato, in modo approfondito,
precedentemente, né al cinema né in tv (a parte una serie tv
britannica degli anni ’70); il tema avrebbe suscitato grande
interesse, ri-evocando vecchi fantasmi del passato. Dopo cinque
anni passati a sviluppare l’idea del film, ci sono stati una serie
di elementi che sono cambiati in modo repentino: sono stati aperti
gli archivi della polizia, che mostravano come gli stessi tutori
della legge controllassero/spiassero il movimento delle
suffragette.
Entrambe (regista, produttrice e
sceneggiatrice) avevano chiara l’idea di realizzare un film sulle
donne, ma con una forte connotazione politica. Il loro intento era
quello di dare un forte taglio politico/mascolino al film, inteso
proprio come una lotta, senza esclusione di colpi, per ottenere i
propri diritti.
Un’ulteriore domanda riguarda le
figure maschili del film: perché non emerge una figura forte,
pronta a supportare le donne nel loro percorso?
Secondo la Gavron, ci sono stati
uomini che hanno appoggiato e sostenuto le suffragette (come il
personaggio del farmacista marito di Edith Ellyn, interpretata da
Helena Bonham Carter); nel film sono pochi ed
incarnano più personaggi realmente esistiti, in mezzo ai quali
c’erano anche dei politici o dei tutori della legge (come Arthur
Steed interpretato da Brendan Gleeson nel film, in
bilico tra la propria missione e la piega travolgente degli eventi;
oppure il personaggio di Sonny- Ben Whishaw-marito
di Maud- Carey Mulligan, intrappolato nelle
convenzioni sociali). Ma essendo un film focalizzato sulle figure
femminili, l’intento era quello di dare maggiore risalto alle loro
voci.
Rispetto al movimento
femminista degli anni ’70 (nato in seno alle università e
all’intellighenzia culturale) il movimento delle
suffragette nasce dal basso, nelle lavanderie, tra le classi
lavoratrici più povere e sottoposte a condizioni di lavoro estreme,
ai limiti della schiavitù: perché? Quali sono le differenze?
Per la Gavron era abbastanza
inusuale questo movimento nell’Inghilterra del XX secolo perché- in
una realtà divisa, marcatamente, tra le varie classi sociali- il
movimento è riuscito ad unire trasversalmente le donne di ogni ceto
sociale, soprattutto quelle delle classi più povere, le militanti
della prima linea pronte a perdere tutto (lavoro, vita e status)
pur di seguire una propria causa.
Una domanda provocatoria riguarda il
diritto di voto delle donne: una volta raggiunto, quali diritti
effettivi si sono conquistati? Quanto questo elemento ha permesso
di accelerare il processo di emancipazione?
La regista replica che se si osserva
bene cos’è successo in Inghilterra dopo che le donne hanno ottenuto
il diritto di voto, molte leggi sono cambiate in favore del sesso
femminile: hanno potuto studiare, vantare diritti maggiori sui
propri soldi, sulla propria indipendenza; hanno avuto ruoli
importanti a livello giuridico e diritti nuovi legati ai propri
figli.
Una nuova domanda riguardo l’impatto
a livello di ricezione e fruizione che il film ha avuto sui
giovani, di entrambi i sessi: la pellicola è mirata proprio a loro,
l’intento non era quello di fare un film in costume e basta; quindi
è una grande vittoria vedere i giovani che sono andati al cinema
all’uscita del film e soprattutto i dibattiti avviati sui social
media.
Anche la produttrice Ward aggiunge-
riguardo al discorso- che la cosa straordinaria del cinema è che
unisce e trascende le differenze geografiche, di genere, razziali
etc: oggi il movimento delle suffragette è studiato a scuola,
grazie anche al potere comunicativo della settima arte.
La composizione del cast e la scelta
delle attrici come si è svolta?
Hanno impiegato sei anni per
scrivere la sceneggiatura, e Carey Mulligan è
sempre stata la loro prima scelta: il giorno dopo la loro proposta
l’agente della Mulligan ha chiamato e così l’attrice è “salita
sulla barca”. La Bonham Carter è stata la seconda ad entrare nel
gruppo, nonostante il suo bisnonno fosse il primo ministro
britannico nemico proprio del movimento. Anne-Marie
Duff è un’attrice prodigiosa a livello teatrale e
televisivo, ma si vede molto poco al cinema, per cui è stato un
vero piacere trascinarla nel progetto; il loro intento era quello
di assemblare un cast variegato, in grado di dare voce alle diverse
sfumature femminili presenti nella storia. Per il ruolo della
Pankhurst avevano bisogno di una donna iconica, e quale scelta
migliore di Meryl Streep? Un’attrice grandiosa che
ha sostenuto la produzione fino in fondo, dando una grande mano per
superare le difficoltà.
Per i ruoli maschili è stato più
difficile: gli agenti richiamavano lamentandosi che non ci fossero
ruoli forti ed iconici nella pellicola. La risposta della Gavron e
colleghe? “Benvenuti nel mondo che noi donne abbiamo frequentato
per anni!”
La Ward riprende il discorso
aggiungendo che la loro produzione è stata la prima ad avere la
possibilità di girare fuori e dentro il Parlamento inglese, e la
Carter avvertiva ancora lì la presenza del bisnonno che si
continuava ad aggirarsi, insieme a quello della Pankhurst presente
lì ed evocato dalla presenza della nipote. Non a caso la Carter si
è- ironicamente- scusata per il “suo” scomodo passato!
Una domanda polemica riguarda i
diritti umani, oggi messi in dubbio in un’Europa divisa che si
sente minacciata (e che minaccia di “sgretolarsi”): secondo la
Gavron l’uscita del Regno Unito dall’Europa sarebbe la mossa
peggiore e tutte le donne devono lottare per ottenere i propri
diritti, ma non solo loro: tutti devono lottare insieme per
ottenerli.
Tra poco sarà l’8 Marzo: vale ancora
la pena festeggiare? E il termine “suffragette”, che etimologia
specifica ha?
Secondo la Gavron il termine
“Suffragette” nasce dal “Daily Mail” che gli diede una connotazione
dispregiativa; poi le donne se ne appropriarono, dando questo nome
al loro giornale. Le donne se ne appropriarono, per indicare il
loro movimento che preferiva metodi di disobbedienza civile.
L’8 Marzo è importante da
festeggiare, per ricordare alle donne quello che è stato fatto ma
anche quello che si dovrà ancora fare, restando sospesi tra
passato, ricordo e futuro.
Ecco le prime foto dal set di
Suffragette con Carey
Mulligan e Meryl Streep. Le riprese si
stanno svolgendo in questi giorni a Londra. Ecco le immagini:
Il film racconterà dei fatti
realmente accaduti, e si concentrerà sulla storia del pionieristico
movimento femminista a favore del suffragio universale, che
nell’Inghilterra del 1872 ebbe problemi addirittura con la legge.
Le protagoniste della storia erano donne risolute e determinate,
che però vennero costrette, da uno Stato brutale, a lavorare e
protestare in clanestinità, al fine di guadagnare un altro passo
verso la parità trai sessi.
Suffragette arriverà nelle sale USA il 16
gennaio 2015. Il film è diretto da Sarah
Gavron e basato su una sceneggiatura scritta
da Abi Morgan. Nel cast Carey
Mulligan, Helena Bonham Carter, Meryl Streep, Ben Whishaw,
Romola Garai, Brendan Gleeson.