Il
primo teaser trailer di Code 8: Parte
IIè stato rilasciato nell’ambito della
Geeked Week, presentando in anteprima l’annunciato filmsequel fantascientifico di Netflix. Il
film uscirà sulla piattaforma di
streaming nel 2024.
In un mondo in cui il 4 percento
degli abitanti possiede poteri insoliti ed è controllato da robot
altamente tecnologici, un ex detenuto si allea con un
narcotrafficante che disprezza per proteggere una ragazza da un
sergente di polizia corrotto.
In questo sequel di “Code 8”,
Connor (Robbie
Amell) è uscito di prigione e lavora come inserviente in un
centro ricreativo dopo aver tagliato i ponti con il suo ex complice
Garrett (Stephen
Amell). Il tentativo di Connor di tenersi lontano dai
guai naufraga quando è costretto ad aiutare la quattordicenne Pav
(Sirena Gulamgaus) a fuggire da un gruppo di agenti corrotti
guidati dal sergente King (Alex Mallari Jr.). King usa i nuovi cani
robot per rintracciare Pav, mentre Connor si ritrova ancora una
volta a chiedere aiuto a Garrett e alla sua squadra. Ma potrà
fidarsi dell’uomo che lo ha fatto finire dietro le sbarre?
Code 8: Parte II vede
protagonisti
Robbie Amell, Stephen
Amell, Sirena Gulamgaus, Alex Mallari
Jr., Jean Yoon e Aaron Abrams. È stato scritto e
diretto da Jeff Chan, nonché scritto da Jesse LaVercombe, Sherren
Lee e Chris Pare.
Robbie Amell, Stephen Amell, Jeff Chan e Chris
Paré produrranno ancora una volta il progetto. XYZ Films è il
produttore esecutivo.
Arrivano le prime foto rubate dal
set di Tartarughe Ninja 2
di Stephen Amell nei panni di Casey
Jones e al fianco di Megan
Fox, nell’annunciato sequel del film prodotto da
Michael Bay.
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Michael Bay,
Brad Fuller, e Andrew Form
ritorneranno a produrre il sequel, con una storia scritta da
Josh Appelbaum and André
Nemec. Megan Fox
dovrebbe riprendere il suo ruolo di April O’Neil insieme a
William Fichtner come Eric Sacks. Il film
originale aveva tra i protagonisti anche Will Arnett,
Alan Ritchson, Jeremy Howard, Pete Ploszek, Noel Fisher, Danny
Woodburn, Johnny Knoxville e Tony
Shalhoub. Ha incassato più di 477 milioni dollari al box
office in tutto il mondo.
Oltre ad essere bello è anche
impegnato, parliamo dell’attore Stephen
Amell, protagonista della serie tv di successo
Arrow targata The CW. Infatti, il noto personaggio
tramite il suo profilo Facebook ha messo in palio due statue
del suo Oliver Queen tramite un’asta su ebay. L’attore fece
qualcosa di molto simile qualche mese fa con ottimi risultati. Lo
scopo è quello di aiutare due genitori e la sua bambina che lotta
contro un tumore al cervello da quando aveva otto mesi e
mezzo.
L’attore ha anche postato un video
che trovate di seguito.
Ecco Stephen Amell
nei panni, o meglio nella maschera, di Casey Jones. L’attore
protagonista amatissimo della serie The CW
Arrow se la dovrà vedere sul set delle
Tartarughe Ninja 2 con i quattro
protagonisti verdi del film.
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Stephen Amell
Michael Bay,
Brad Fuller, e Andrew Form
ritorneranno a produrre il sequel, con una storia scritta da
Josh Appelbaum and André
Nemec. Megan
Fox dovrebbe riprendere il suo ruolo di April
O’Neil insieme a William Fichtner come Eric
Sacks. Il film originale aveva tra i protagonisti anche
Will Arnett, Alan Ritchson, Jeremy Howard, Pete Ploszek,
Noel Fisher, Danny Woodburn, Johnny Knoxville e
Tony Shalhoub. Ha incassato più di 477 milioni
dollari al box office in tutto il mondo.
I fan della DC potrebbero anche
sentirsi traditi, ma Stephen Amell è abbastanza
sveglio da non farsi sfuggire l’occasione, qualora si presentasse.
L’attore, volto televisivo di Arrow, ha
confessato che sarebbe aperto all’eventualità di interpretare un
eroe della Marvel.
A domanda diretta, Amell ha
risposto: “Certo, perché no? Sono disponibile per ruoli in
film, anche se non ho mai letto fumetto della Marvel e sono sempre
stato un tipo da DC. Ma se mi venisse offerto un bel ruolo alla
Marvel certo non direi di no”.
Che ve ne pare? Quale personaggio
potrebbe essere offerto a Stephen Amell?
L’imminente film live-action
Masters
of the Universe di Mattel e Amazon MGM
Studios presenterà molti personaggi (probabilmente ci
vorrebbe meno tempo per elencare gli eroi e i cattivi che non
appariranno) tratti dalla serie animata originale, dalla linea di
giocattoli e da vari fumetti, inclusi alcuni alleati piuttosto
oscuri di He-Man.
Stephen Adentan
interpreterà Moss Man e ora ha annunciato sui social media di aver
terminato le riprese delle sue scene, condividendo anche
un’anteprima del costume che indosserà come guardiano del mondo
naturale di Eternia.
Moss Man è apparso solo due volte
nel cartone animato degli anni ’80 come spia in grado di
mimetizzarsi trasformandosi in una pianta, ma le sue origini sono
state rielaborate nei fumetti e nelle successive serie animate,
reinterpretando il personaggio come uno degli esseri più potenti di
Eternia.
Anche l’attore di He-Man/Prince
Adam, Nicholas Galitzine, ha condiviso un’altra
foto dal set di Wookey Hole, nel Somerset. Si ipotizza che possa
trattarsi di una silhouette di Idris Elba nei
panni di Man-At-Arms, ma è impossibile dirlo con certezza.
La versione live-action della
classica serie animata vedrà protagonista Nicholas
Galitzine, ma anche la partecipazione di Morena Baccarin nel ruolo della
Strega, e di James Purefoy e Charlotte
Riley nei ruoli dei genitori di Adam, Re Randor e la
Regina Marlena, insieme ad Alison Brie (GLOW, Community)
nel ruolo del braccio destro di Skeletor, Evil-Lyn, Idris Elba (Thor, Luther) in quello di
Man-At-Arms e Jared Leto (Morbius, Blade Runner 2049) in
quello di Skeletor stesso. Nel frattempo, Sam C.
Wilson (House of the Dragon) interpreterà Trap
Jaw, con Kojo Attah (The Beekeeper) nei panni di
Tri-Klops e Jon Xue Zhang (Eternals) nei panni di Ram-Man.
Dopo numerose false partenze,
Netflix era pronta a sviluppare un lungometraggio
tratto dall’amata serie animata già nel 2022, ma all’inizio di
quest’anno abbiamo saputo che anche l’ultimo tentativo di far
decollare il progetto era fallito.
Tuttavia, in seguito avremmo appreso
che Amazon/MGM Studios aveva acquisito il film, con il regista di
Bumblebee, Travis Knight, in trattative per la
regia. L’uscita del film è ora prevista per il 5 giugno 2026.
Chris Butler ha riscritto la sceneggiatura da una
bozza iniziale di David Callaham
(Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli). In
precedenza, la regia era stata affidata ai fratelli Nee (La
città perduta).
Todd Black, Jason Blumenthal e Steve
Tisch saranno i produttori, insieme a DeVon Franklin.
Masters of the Universe
arriverà nelle sale il 5 giugno 2026.
Nel corso della storia del cinema,
il mondo del ballo ha da sempre dimostrato uno stretto legame con
la settima arte. Sono numerosi i film incentrati su tale arte
performativa, e in tempi recenti è esemplare il caso di
Step Up. Divenuto con gli anni un vero e
proprio franchise, composto da cinque film e una serie televisiva,
questo ha raccolto numerosi fan in tutto il mondo, affermandosi
come uno dei maggiori successi di pubblico per questo genere.
Con nuove storie ad ogni capitolo,
la serie è arrivata al cinema in un arco temporale che va dal 2006
al 2014, coinvolgendo il grande pubblico con alcune delle migliori
sequenze di ballo viste sul grande schermo. Le coreografie, curate
da alcuni dei più rinomati ballerini statunitensi, sono divenute in
breve tempo estremamente famose, attirando la curiosità di sempre
nuovi appassionati. I film hanno inoltre contribuito a lanciare la
carriera di alcuni interpreti oggi particolarmente famosi.
Con l’arrivo di una serie TV basata
sugli omonimi film, il mondo narrativo si è espanso ulteriormente,
e con il rinnovo ad una seconda e terza stagione si è confermato il
grande favore che il genere tutt’oggi riscuote. Al di là del ballo,
infatti, la serie riesce a catturare gli appassionati anche grazie
ai sentimenti e alle storie d’amore messe in gioco. Ad oggi, il
franchise cinematografico vanta un incasso globale di oltre 630
milioni, e con potenziali futuri capitoli tale cifra potrebbe
continuare a crescere ancora.
Step Up (2006)
Tyler Gage (Channing
Tatum) e Nora Clark (Jenna Dewan)
sono due giovani della città di Baltimora. Questa è l’unica cosa
che sembrano avere in comune, poché lui ha un passato problematico
ed è cresciuto per strada, mentre lei viene da una ricca famiglia
benestante. Le loro vite si incrociano alla Maryland School of the
Arts, dove Nora è prima ballerina. Tyler si trova invece lì per scontare
ore di lavoro socialmente utile dopo essersi messo nei guai con la
giustizia.
Ritrovati senza il proprio partner
di danza, Nora sembra impossibilitata a partecipare a un’importante
competizione, per la quale si allenava da molto tempo.
Fortunatamente, imbattutasi in un’esibizione di ballo di Tyler, la
ragazza non può fare a meno di notare il grande talento di lui.
Ritrovatisi con questa passione in comune, i due decidono allora di
fare coppia e gareggiare insieme. Allo stesso tempo, però, dovranno
fare i conti con diverse difficoltà, come con i sentimenti che
iniziano a provare l’uno per l’altra.
Step Up 2 – La strada per il
successo (2008)
Il secondo capitolo della serie,
ambientato sempre a Baltimora, ha per protagonista Andie
(Briana Evigan), giovane ballerina di strada. Con
un’infanzia problematica alle spalle, Andie è una ribelle facente
parte di una crew chiamata “410”, con la quale si sta preparando
per l’evento di street dance più importante della città. Sono ormai
sei anni che Andie partecipa, senza successo, a questa competizione
illegale, e questa volta è determinata a vincere. Per poter
rimanere in città, viene però costretta dalla sua tutrice a
frequentare la Maryland School of the Arts, prestigiosa scuola di
danza.
Qui si ritrova a dover lottare per
adattarsi a questo nuovo mondo, cercando allo stesso tempo di
rimanere legata alla sua vecchia vita di strada. Tuttavia, il suo
doversi dividere tra le due realtà, la porta a venir ciacciata
dalla sua crew. Costretta ad abbandonare i suoi sogni di gloria,
Andie conoscerà però Chase (Robert Hoffman),
ballerino talentuoso che aiuterà la giovane a realizzare il proprio
sogno di fondare una crew tutta sua con cui gareggiare
all’importante competizione.
Step Up 3D (2010)
Con Step Up 3D si narra
ancora una nuova storia incentrata nel mondo del ballo.
Protagonista è Luke (Rick Malambri) ballerino di
strada orfano, il quale è impegnato nel disperato tentativo di non
perdere la sua unica “casa”. Questa è in realtà un vecchio
magazzino decadente, divenuto luogo di allenamento ed esibizione
per i ballerini di strada provenienti da tutto il mondo. Per non
essere sfrattati, lui e la sua banda dovranno impegnarsi a vincere
la World Jam Competition, dove i migliori ballerini del mondo si
ritrovano per competere e decretare chi sia il più forte.
Tutto cambia nel momento in cui
Luke incontra Natalie, ballerina di talento che lui convincerà ad
entrare a far parte della banda. In breve, il ragazzo si innamorerà
di lei, arrivando però a scoprire che questa è la sorella del suo
grande nemico Julian, il quale l’ha mandata soltanto per spiarli.
Innamoratasi però a sua volta, Natalie cerca in tutti i modi di
farsi perdonare, e, ricomposta la squadra che nel frattempo si era
sciolta, insieme si preparano per la grande competizione.
Protagonisti di Step Up
Revolutionsono Sean (Ryan
Guzman) ed Eddy, amici d’infanzia i quali lavorano
come camerieri nell’elegantissimo Dimont Hotel di Miami. Quando non
sono in servizio, però, i due sono i leader di una spavalda crew
conosciuta come i “MOB”. Questa è composta da ballerini, musicisti
e artisti d’avanguardia, i quali guadagnano sempre più popolarità
grazie ai loro spettacolari flash mob. Le esibizioni del gruppo
attraggono l’attenzione della figlia di un ricco uomo d’affari,
Emily (KathrynMcCormick), che il
suo talento per il ballo decide di unirsi al gruppo.
Quando però suo padre annuncia un
piano per radere al suolo il quartiere dove vivono i ragazzi della
banda, al fine di costruirvi un gigantesco centro residenziale, il
gruppo deve escogitare un piano per evitare che ciò avvenga.
Decidono pertanto di organizzare il loro flash mob più coraggioso.
Allo stesso tempo, Emily e Sean, innamoratisi, si trovano costretti
a scegliere tra i legami di sangue e il loro amore appena nato.
Step Up All In (2014)
Ad oggi l’ultimo capitolo uscito al
cinema, Step Up All In ha per protagonista di nuovo Sean,
il quale si è ora trasferito a Hollywood per inseguire il suo sogno
di notorietà e successo. Qui si renderà però conto che il nuovo
ambiente non è come se lo immaginava, e che per ottenere popolarità
nel mondo della danza professionista dovrà scontrarsi con grandi
difficoltà. Non tutti sono pronti a sacrificarsi per queste, e
molti membri della bandi di Sean, i MOB, decideranno di tornare a
Miami. Sean però decide di non seguirli, non avendo intenzione di
rinunciare al suo sogno.
Ritrovatosi però senza un gruppo e
senza amici, dovrà ora trovare un modo per reinventarsi.
L’occasione arriva nel momento in cui decide di partire per Las
Vegas e partecipare a un’imminente gara di ballo in un reality tv.
Qui entrerà a far parte di una nuova crew formata insieme alla
bella e testarda Andie, già protagonista del secondo film della
serie. Arrivati alle fasi finali del reality, Sean si troverà ora
ad un passo dal raggiungere il proprio sogno. Per guadagnarsi la
vittoria, tuttavia, sarà costretto a mettere da parte vecchie
rivalità, dedicando anima e corpo alla danza
Step Up: High Water
Basata sul franchise, nel 2018 è
stata realizzata la serie intitolata Step UP: High Water.
Prodotta anche da Tatum e Dewan, protagonisti del primo film,
questa si concentra su di un gruppo di studenti della High Water,
scuola di ballo dove la competizione è all’ordine del giorno. Tra
di loro spiccano Janelle e Tal, due gemelli trasferitisi da poco
nel nuovo ambiente. Per realizzare il loro sogno di diventare
ballerini professioni, si ritroveranno ben presto a doversi
scontrare con il duro contesto della scuola, dove dovranno
continuamente dar prova del loro valore.
La prima stagione della serie,
composta da 10 episodi, è stata rilasciata sulla piattaforma
YouTube Premium nel gennaio del 2018. Rinnovata poi per una seconda
stagione, composta sempre da 10 episodi, la serie viene tuttavia
cancellata per via degli ascolti al di sotto delle aspettative. Nel
maggio del 2020 la serie viene però acquistata dall’emittente
Starz, che l’ha così rinnovata per una terza stagione di prossima
uscita.
Step Up: dove vedere i film in
streaming
Per gli amanti del franchise, o per
chi volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. I film di Step Up sono
infatti presenti nei cataloghi di Netlix, Rakuten TV, Google Play,
Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederli, una volta scelta
la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di
guardarli in totale comodità e al meglio della qualità video. La
serie Step Up: High Water è invece interamente disponibile
su YouTube Premium.
Ambientato nell’elettrizzante Las
Vegas, Step
Up All In è diretto dalla coreografa e
regista Trish Sie, vincitrice di
un Grammy Award per il video ” Here It goes Again” degli
OK Go.
Questo nuovo film riunisce
molti degli attori che sono stati già protagonisti degli episodi
precedenti a partire da Ryan Guzman (Step Up
4 Revolution 3D) e Briana Evigan (Step Up 2 – La strada per il
successo) che ritorneranno nei panni di Sean e Andie.
Ma non è tutto, perché
ritroveremo anche molti degli altri attori beniamini
dei fans come Adam G. Sevani ovvero “Muso”, l’unico alla
sua quarta performance nella saga, Misha Gabriel (Eddy), Alyson
Stoner (Camille), Stephen ‘tWitch’ Boss (Jason), Mari Koda (Jenny
Kido), Chris Scott (Hair), Luis Rosado (Monster), Chadd Smith
(Vladd AKA Robot Guy).
Tra i volti nuovi spiccano
invece Izabella Miko protagonista de Le Ragazze del
Coyote Ugly, Save the Last Dance 2, Scontro tra
Titani, e Boyd Holbrook, già visto in The
Host e che sarà nel nuovo film di David
Fincher Gone Girl.
In STEP UP ALL
IN ci sarà anche una sorpresa tutta italiana: la
ballerina finalista di AMICI 2013 e presentatrice
dell’ultima edizione di COLORADO Lorella Boccia. La giovane
ballerina napoletana è infatti la prima italiana ad essere stata
scelta per ballare in uno dei film della serie. Con quasi 600
milioni di dollari incassati finora nel mondo, quella di STEP UP è
diventata la saga dance più remunerativa di sempre.
STEP UP ALL IN sarà distribuito in Italia da M2
Pictures.
Guarda il teaser Trailer italiano
del film Step
Up All In, in uscita il 24 Agosto 2014
distribuito da M2 Pictures. Ambientato nell’elettrizzante Las
Vegas, Step
Up All In è diretto dalla coreografa e
regista Trish Sie, vincitrice di un Grammy Award per il
video ” Here It goes Again” degli OK Go.
Questo nuovo film riunisce
molti degli attori che sono stati già protagonisti degli episodi
precedenti a partire da Ryan Guzman (Step Up
4 Revolution 3D) e Briana Evigan (Step Up 2 – La strada per il
successo) che ritorneranno nei panni di Sean e Andie.
Ma non è tutto, perché
ritroveremo anche molti degli altri attori beniamini
dei fans come Adam G. Sevani ovvero “Muso”, l’unico alla
sua quarta performance nella saga, Misha Gabriel (Eddy), Alyson
Stoner (Camille), Stephen ‘tWitch’ Boss (Jason), Mari Koda (Jenny
Kido), Chris Scott (Hair), Luis Rosado (Monster), Chadd Smith
(Vladd AKA Robot Guy).
Tra i volti nuovi spiccano
invece Izabella Miko protagonista de Le Ragazze del
Coyote Ugly, Save the Last Dance 2, Scontro tra
Titani, e Boyd Holbrook, già visto in The
Host e che sarà nel nuovo film di David
Fincher Gone Girl.
In Step
Up All In ci sarà anche una sorpresa tutta
italiana: la ballerina finalista di AMICI 2013 e presentatrice
dell’ultima edizione di COLORADO Lorella Boccia. La giovane
ballerina napoletana è infatti la prima italiana ad essere stata
scelta per ballare in uno dei film della serie. Con quasi 600
milioni di dollari incassati finora nel mondo, quella di STEP UP è
diventata la saga dance più remunerativa di sempre. Step
Up All In sarà distribuito in Italia da M2
Pictures.
Guarda il nuovo trailer
internazionale del film Step Up All
In, distribuito da M2
Pictures e in uscita nelle sale il prossimo 20 Agosto
2014 Ambientato a Las Vegas, STEP UP ALL IN è
diretto dalla coreografa e regista Trish Sie,
vincitrice di un Grammy Award per il video ” Here It goes
Again” degli OK Go.
Questo nuovo film riunisce molti
degli attori che sono stati già protagonisti degli episodi
precedenti a partire da Ryan Guzman (Step Up 4
Revolution 3D), Briana Evigan (Step Up 2 – La strada per il
successo), e naturalmente Adam G. Sevani nel ruolo
di Muso, il personaggio più amato dai fan, non a caso
l’unico alla sua quarta performance nella saga.
In Step
Up All In ci sarà anche una sorpresa tutta
italiana: la ballerina finalista di AMICI 2013 e presentatrice
dell’ultima edizione di COLORADO Lorella Boccia. La giovane
ballerina napoletana è infatti la prima italiana ad essere stata
scelta per ballare in uno dei film della serie.
Dopo aver lottato per farsi strada
a Hollywood per oltre un anno la crew di Sean (Ryan Guzman) si
scioglie e molti tornano a Miami. Non volendo rinunciare al suo
sogno Sean rimane invece a Los Angeles. Quando sente parlare di un
imminente gara di ballo a Las Vegas, che potrebbe essere
l’occasione di una vita, Sean si unisce a Muso (Adam G. Sevani) e
Andie (Briana Evigan) per assemblare una nuova crew ricontattando i
personaggi più amati della serie Step Up tra cui i gemelli
Santiago, Jenny Kido e Madd Chadd (aka Robot guy), più alcuni volti
nuovi.
Nuove foto ufficiali del film
Step
Up All In, distribuito da M2
Pictures e in uscita nelle sale il prossimo 20 Agosto
2014 Ambientato a Las Vegas, STEP UP ALL IN è diretto
dalla coreografa e regista Trish Sie, vincitrice
di un Grammy Award per il video ” Here It goes Again”
degli OK Go.
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Questo nuovo film
riunisce molti degli attori che sono stati già protagonisti degli
episodi precedenti a partire da Ryan Guzman (Step Up 4 Revolution
3D), Briana Evigan (Step Up 2 – La strada per il successo), e
naturalmente Adam G. Sevani nel ruolo di Muso, il
personaggio più amato dai fan, non a caso l’unico alla sua quarta
performance nella saga.
In Step
Up All In ci sarà anche una sorpresa tutta
italiana: la ballerina finalista di AMICI 2013 e presentatrice
dell’ultima edizione di COLORADO Lorella Boccia. La giovane
ballerina napoletana è infatti la prima italiana ad essere stata
scelta per ballare in uno dei film della serie.
Dopo aver lottato per farsi strada
a Hollywood per oltre un anno la crew di Sean (Ryan Guzman) si
scioglie e molti tornano a Miami. Non volendo rinunciare al suo
sogno Sean rimane invece a Los Angeles. Quando sente parlare di un
imminente gara di ballo a Las Vegas, che potrebbe essere
l’occasione di una vita, Sean si unisce a Muso (Adam G. Sevani) e
Andie (Briana Evigan) per assemblare una nuova crew ricontattando i
personaggi più amati della serie Step Up tra cui i gemelli
Santiago, Jenny Kido e Madd Chadd (aka Robot guy), più alcuni volti
nuovi.
La Lionsgate ha annunciato di voler
continuare a sviluppare il suo franchise ballerino con Step
Up 6, che sarà girato e ambientato in Cina, in lingua
cinese, per il mercato orientale.
Step Up 6 sarà girato in Cina
Alla regia è stato scelto
Ron Yuan che dirigerà un giovane cast tutto
orientale che parteciperà alle riprese in Oriente e anche, per
minima parte, a Los Angeles. Yuan è un esperto di arti marziali che
ha già una carriera da coreografo per scene d’azione e
coordinazione di stuntmen. Ha anche lavorato come regista di
seconda unità.
Il franchise ha incassato in tutto
il mondo circa 600 milioni ed è stato inaugurato nel 2006 e ha
lanciato la carriera di Channing Tatum, tra gli
altri.
Via libera al quinto episodio della
‘saga’ di Step Up: la
Summit Entertainment è già in corso di
negoziati con John Swetnam per stendere la
sceneggiatura: l’idea sarebbe di riunire personaggi e attori
provenienti dai film precedenti.
La serie è nata nel 2006: il primo
film aveva come protagonisti Channing Tatum e
Jenna Dewan; nel 2008 il primo sequel,
Step Up 2: The Streets, in cui lo stesso
Tatum appariva in un breve cameo; del 2010 è
Step Up 3D, seguito
l’estate scorsa da Step Up
Revolution. Se il progetto del quinto film decollerà
definitivamente, l’uscita potrebbe essere programmata per il
2014.
Trai prossimi progetti di Swetnam,
ci sono Evidence e Black
Sky.
Nel 2006 Channing Tatum otteneva uno dei suoi primi
successi cinematografici ballando in Step Up. A
distanza di sei anni, lui continua a ballare e si spoglia in
Magic Mike, mentre il franchise che l’ha lanciato è
arrivato al quarto capitolo. Step Up 4 Revolution
3D si conferma, sulla scia dei capitoli precedenti, un
film che mostra la danza nelle sue inflessioni più varie e
spettacolari.
In Step Up 4 Revolution
3D Sean ed Eddy, amici d’infanzia, lavorano come camerieri
nell’elegantissimo Dimont Hotel di Miami, di proprietà del
costruttore Bill Anderson. Quando non sono in servizio i due sono a
capo di una trasgressiva crew conosciuta come “The Mob”, un gruppo
di ballerini, musicisti e artisti d’avanguardia che si sta mettendo
in mostra per gli spettacolari flash mob che mette in atto. Le
esibizioni dei The Mob attraggono l’attenzione della figlia di
Anderson, Emily, anche lei talentuosa ballerina, che decide di unirsi al gruppo. Quando
Anderson annuncia un piano per radere al suolo il quartiere dove
vivono i ragazzi della crew per costruirci un gigantesco centro
residenziale, il gruppo prepara il suo flash mob più coraggioso,
costringendo Emily e Sean a scegliere tra i legami di sangue e il
loro amore.
Step Up 4 Revolution 3D, il
film
Step Up 4 Revolution
3D, nella sua esile trama, rappresenta un costrutto
pretestuoso per mettere in scena gli straordinari numeri di ballo,
questa volta ambientati per strada, alla ricerca dell’originalità e
della forma d’espressione più personale che si possa conoscere
oggi.
La differenza principale con gli
altri film della serie Step Up, è che qui il ballo non è più visto
con uno strumento di rivalsa sociale, ma come un mezzo
d’espressione all’inizio e di protesta in un secondo momento,
sollevando, forse involontariamente, la questione dell’utilità
dell’arte, che però rimane sospesa. A troneggiare su questo gruppo
di ballerini professionisti ci sono due giovani attori al loro
esordio cinematografico:
Ryan Guzman e Kathryn McCormick. Il maggiore limite
dei due ragazzi è una scarsa preparazione cinematografica, entrambi
non sono a loro agio con la recitazione, tuttavia sulla scena tra
loro si crea una particolare e innegabile alchimia che li rende
credibili nella parte dei due giovani innamorati.
Il film è fondamentalmente
costituito da una serie di momenti musicali trascinanti e
straordinari, molto al di là dei limiti dell’hip hop ai quali ci
aveva abituato il franchise, che in questo quarto episodio si apre
a tutti gli stili di danza. Step Up 4 Revolution
3D è un film senza pretese, molto divertente per chi ama
la musica e la danza e senza dubbio pensato in un 3D abbastanza
luminoso che rende giustizia alle splendide coreografie grazie ad
una regia, firmata da Scott Speed, servizievole e funzionale.
Stelle sulla Terra
è il film di Bollywood del 2007 di Aamir Khan con
protagonisti Darsheel Safary, Aamir Khan, Tisca Chopra
e Vipin Sharma.
Anno: 2007
Regia: Aamir
Khan
Cast: Darsheel
Safary, Aamir Khan, Tisca Chopra, Vipin Sharma
Ishaan è un bambino di otto anni
che incontra molte difficoltà a scuola: ripete la terza elementare
a causa delle sue scarse capacità di apprendimento. Gli insegnanti
lo mettono sempre in punizione, i genitori sono frustrati dalla
mancanza di progressi del bambino, così decidono di mandarlo in
collegio. Qui Ishaan soffrirà la solitudine e si chiuderà ancor più
in se stesso, soffocando il suo ricco mondo interiore e il suo
amore per la pittura. La sua drammatica situazione andrà incontro a
una svolta con l’arrivo di Nikumbh, il nuovo insegnante di disegno.
Egli mostra di comprendere il piccolo, dando un nome alle sue
difficoltà: Ishaan soffre di dislessia. Sarà il primo passo verso
un nuovo inizio, che potrà essere consacrato dalla riscoperta del
talento artistico di Ishaan…
Stelle sulla Terra, il film d’esordio di Aamir
Khan
Stelle sulla
Terra è un esempio del meglio che la cinematografia
indiana sa offrire. Una trama insolita, priva di storie d’amore a
lieto fine, focalizzata invece sulla solitudine di un bambino
incompreso: dagli adulti, dalle istituzioni scolastiche, dai suoi
stessi compagni. C’è chi associa questo film alla dislessia, tema
centrale certo, ma non esclusivo: Ishaan è affetto da questo
disturbo che ha caratterizzato anche grandi menti come Einstein e
Newton; nessuno mostra sensibilità nei confronti delle sue
difficoltà, attribuendole a un’indole pigra e ostile. Ma il film
mostra anche la complessità del mondo interiore di Ishaan, le
sue capacità di osservazione, la sua passione per i colori… un
mondo cui dà voce con i suoi dipinti.
Stelle sulla Terra
è dunque un inno alla creatività, che può trovar voce solo grazie
alla condivisione con gli altri: il baratro della solitudine può
infatti essere superato solo con la comprensione del prossimo, di
un animo sensibile… del maestro Nikumbh. La grande star del cinema
indiano Aamir Khan interpreta un personaggio gentile ed altruista,
in grado di comprendere quanto agli altri sfugge. La sua
performance è accompagnata da quella dell’ottimo protagonista,
Darsheel Safary, alle prese con il suo primo ruolo cinematografico,
in cui mostra grande naturalezza; merito anche dell’eccellente
regia.
Quest’ultima
porta la firma di Aamir Khan, che si è dedicato con tenace
dedizione al progetto: oltre a interpretare il maestro Nikumbh,
l’attore ha prodotto e diretto il film.
Il risultato è un gioiello che ha conquistato critica e pubblico, e
non solo in India: Stelle sulla Terra, candidato
indiano agli Oscar 2008, ha ammaliato anche le platee
internazionali, persino i più scettici. Anche qui ci sono canzoni,
ma in questo caso memorabili, come la prima apparizione del maestro
(la divertente Bum Bum Bole) e Mera Jahan (“il
mio mondo”), la solitaria passeggiata per Mumbai del piccolo
Ishaan: una vera lezione di cinema. Da non dimenticare la splendida
parte finale, commovente e liberatoria, con una sequenza in
crescendo che fa venire i brividi dall’emozione.
Decisamente un ottimo prodotto, il
debutto di Aamir Khan
alla regia. Trasmesso dalla Rai nel luglio 2010 (benché abbia
subito diversi tagli), Stelle sulla Terra
è disponibile anche in italiano. Un’occasione da non perdere, per
commuoversi con un film che non offre retorica né semplicismo,
bensì empatia e autentiche emozioni.
Considerato uno degli attori svedesi
più popolari e di maggior talento degli ultimi decenni,
Stellan Skarsgård ha negli anni imposto il proprio
volto partecipando ad alcuni tra i più popolari film di Hollywood,
distinguendosi tanto in opere d’autore quanto in blockbuster. I
suoi ruoli sono spesso divenuti iconici, e tutt’oggi continua a
regalare grandi interpretazioni. Ecco 10 cose che non sai
di Stellan Skarsgård.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nei primi anni della sua carriera
l’attore ha recitato in numerose produzioni televisive svedesi,
mentre recentemente è tornato sul piccolo schermo per recitare
nella serie River (2015) e Chernbyl (2019),
acclamata produzione dove Skarsgård ricopre il ruolo di Boris
Šcerbina, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e capo
dell’Ufficio per il Combustibile e l’Energia.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Da sempre apprezzato per il suo talento,
Skarsgård ha nella sua carriera ricevuto diversi prestigiosi
riconoscimenti all’interno dell’industria cinematografica. Nel 2020
vince infatti il suo primo Golden Globe come miglior attore non
protagonista per serie Chernobyl, e per la stessa
categoria verrà nominato anche agli Emmy Awards e ai Satellite
Awards. Vanta inoltre tre candidature come miglior attore agli
European Film Awards.
Stellan Skarsgård: chi sono i suoi
figli
7. Ha diversi figli divenuti
attori. Dal suo primo matrimonio, l’attore dà alla luce
sei figli. Di questi, tre avrebbero seguito le orme del padre
divenendo attori. Si tratta di Alexander
Skarsgård, noto per il suo ruolo in Big Little
Lies,GustafSkarsgård,
celebre per aver recitato in Vikings, e
Bill Skarsgård, divenuto celebre per
essere stato il pagliaccio Pennywise in It – Capitolo uno
e It – Capitolo
due.
6. Ha avuto altri
figli. Nel 2007 l’attore divorzia dalla prima moglie, con
cui era sposato dal 1975 e nel gennaio del 2009 contrae nuove nozze
con la produttrice Megan Everett. Da lei l’attore avrebbe
poi avuto altri due figli, nati rispettivamente nel 2009 e nel
2012, raggiungendo così un totale di otto figli.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Stellan Skarsgård in Pirati dei
Caraibi
5. Ha dovuto sottoporsi ad
ore di trucco. Nel 2006 l’attore raggiunge la fama
mondiale grazie al ruolo di Sputafuoco Bill Turner. Per ricoprire
tale parte, l’attore dovette sottoporsi a numerose ore di trucco
per dar vita alle sembianze deformi del personaggio. Inizialmente
si pensò di amplificare il trucco tramite la CGI, ma l’idea venne
abbandonata. Il suo è così stato l’unico personaggio ad indossare
del make-up all’interno dell’equipaggio dell’Olandese Volante.
Stellan Skarsgård in Mamma
mia!
4. Ha sorpreso la
regista. Nel film Mamma mia!, l’attore ricopre il
ruolo di Bill, uno dei possibili padri del personaggio interpretato
dall’attrice Amanda
Seyfried. Durante una scena, l’attore avrebbe dovuto
cucinare sulla barca del personaggio. Egli tuttavia sorprese la
regista indossando solo un grembiule, il quale però gli lasciava
scoperto il sedere. Quando si mostrò pronto per le riprese, la cosa
colse di sorpresa la troupe, il quale dovette interrompere le
riprese per via delle risate.
Stellan Skarsgård in Chernobyl
3. Ha accettato la parte per
il suo attivismo ambientale. Da anni l’attore è uno
strenuo difensore dell’ambiente, e in più occasioni ha espresso
duri giudizi su quelle attività umane che ne minano la
sostenibilità. Per questa sua vocazione, Skarsgård ha deciso di
ricoprire il ruolo offertogli nella serie, desiderando da tempo di
partecipare ad un progetto che ricordi la pericolosità di
catastrofi simili e spinga a ricercare fonti di energia alternative
e sostenibili.
2. I truccatori lo hanno
aiutato a vincere il Golden Globe. Nel suo ironico
discorso di ringraziamento per la vittoria del Golden Globe,
l’attore ci ha tenuto a ringraziare i suoi truccatori. Per recitare
nella serie, questi lo hanno fornito di un paio di
sopracciglia finte, elemento che a detta di Skarsgård gli ha
permesso di ottenere un volto più memorabile ed espressivo.
Stellan Skarsgård: età e
altezza
1.Stellan
Skarsgård è nato aGöteborg, in Svezia,
il 13 giugno 1951. L’attore è alto complessivamente 205
centimetri.
In una nuova intervista,
Stellan Skarsgård ha condiviso quanto sia stata per
lui un’esperienza divertente e ha ammesso che il tempo trascorso
con le sue co-protagoniste è stata una sorta di esperienza di
apprendimento per lui.
“Il film è stato divertente.
Vivevamo a Santa Fe, dove hanno più Birkenstock e code di cavallo
grigie che in qualsiasi altro posto negli Stati Uniti. No, non ero
eccitato. Ero, ‘Che ca**o?’ Non sapevo molto di Thor, o conoscevo
il vero Thor, ma non sapevo molto dei fumetti. Quindi il fatto era
che Kenneth Branagh lo stava dirigendo, e lui è bravo. Ho detto
‘OK, lo farò’ ma il fatto è che, quando firmi per uno di questi,
firmi per quattro, quindi mi sono sentito come se avessi venduto
l’anima al diavolo, ma non l’ho fatto, perché soprattutto per il
primo mi sono divertito molto.”
“Eravamo io, Kat Dennings e
Natalie Portman, il trio. Eravamo costantemente insieme in tutte le
scene, mi divertivo tantissimo e imparavo tantissimo sulle ragazze
perché la maggior parte del tempo eravamo bloccati in macchina, e
stavamo aspettando, e ho semplicemente ascoltato quelle due ragazze
parlare di uomini. Sì, voglio dire, non pensavo che fosse così
impari.”
“Perché ho continuato a
lavorare con la Marvel dopo? Avevo un contratto ed era divertente
fare quelle piccole cose. Non devi essere troppo pretenzioso
riguardo a quello che fai. Non è un crimine fare cose non
intellettuali.”
Per quanto sia divertente pensare a
Skarsgård che fa il terzo incomodo nelle conversazioni tra Portman
e Dennings, è piacevole sentire un attore parlare in modo così
positivo della sua esperienza cinematografica sui supereroi, il
tutto difendendo il genere da coloro che lo guardano dall’alto in
basso.
Non sappiamo se e quando
Stellan Skarsgård potrebbe tornare nel MCU come
Selvig, soprattutto perché un altro film di Thor deve ancora essere
confermato.
Si sta completando il cast di
Cenerentola, il nuovo adattamento live
action della favola della Walt Disney Pictures che sarà diretto da
Kenneth Branagh e le cui riprese cominceranno il
prossimo autunno. Le ultime notizie parlano di una nuova aggiunta
di gran classe nel cast del film, l’attore svedese Stellan
Skarsgard, che interpreterà il messaggero del Re, il Gran
Duca Monocolao (nella versione italiana del classico
d’animazione).
Skarsgard è apparso in tantissimi
film, sia americani che europei, a partire dai grnadi film d’autore
come Melancholia, L’ultimo Inquisitore o
Dogville, ma lo ricordiamo anche in
grosse produzione ad alto budget come Angeli e
Demoni, o gli episodi due e tre della saga dei
Pirati dei Caraibi, o ancora il
grandissimo successo al botteghino Mamma
Mia! e tanti altri ancora. Il suo volto è diventato
familiare al pubblico più vasto da quando nel 2011 ha preso parte a
Thor, film nel quale interpreta il Dr.
Erik Selvig. L’attore è tornato in quel personaggio per
The Avengers e sarà di nuovo lui per
Thor: The Dark World. Skarsgard si riunirà anche
con il suo caro amico Lars Von Trier, che già lo ha diretto altre
volte, per il controverso film del regista
Nymphomaniac.
L’attore svedese si unisce al cast
formato già da Lily James (Downton Abbey) che sarà
la protagonista Cenerentola, a Richard Madden
(Il trono di spade) che sarà invece il
principe, a Cate Blanchett che interpreterà
Madame Tremaine la cattiva matrigna, a Helena Bonham
Carter che sarà invece la fata madrina e alla coppia
Sophie McShera e Holliday
Grainger, le due sorellastre.
Il film sarà prodotto da
Simon Kinberg, Allison Shearmur e David
Barron.
Stellan
Skarsgard sarà il protagonista del nuovo film prodotto
da Zentropa e Nordisk, ambientato nel mondo leggendario dei
Vichinghi e intitolato The Long
Ships.
Scritto
da Tobias Lindholm e diretto da Hans
Petter Moland, il film è basato sul romanzo
Rode Orm, scritto dallo
scrittore svizzero Frans Gunnar
Bengtsson, che racconta le avventure di Red
Serpent, un vichingo vissuto nel decimo secolo.
The Long Ships è
prodotto da Peter Aalbaek
Jensen e Marie Gade per Zentropa, e vedrà nel ruolo di
produttore esecutivo Lone Korslund per Nordisk, con il
supporto di TV2 Denmark, Film
i Vast e Copenhagen Film
Fund.
Il film entrerà in produzione nel
2016 e uscirà al cinema nel 2017.Abbiamo visto Stellan
Skarsgard di recente sul grande schermo per
Nymphomaniac Volume I e II,
diretto da Lars Von Trier.
Fonte: Variety
Nel 2008, all’interno delle
Giornate degli Autori della 65esima edizione della Mostra
del Cinema di Venezia, Sylvie
Verheyde aveva presentato Stella, film
di stampo autobiografico che ripercorreva l’infanzia della regista.
Nel 2022, con Stella è innamorata,
Verheyde torna sui passi della bambina che
fu,ora diventata adolescente. Siamo
ancora a Parigi, nel pieno degli anni ’80. Stella ha 17 anni, ha
fame di vita e vuole scoprire chi è davvero e cosa ne sarà del suo
futuro. Come ogni giovane a quell’età comincia a sentire il sangue
che le ribolle nelle vene a causa di un ragazzo, a sperimentare il
desiderio sessuale e a gestire i suoi ormoni ballerini.
È il tempo della spensieratezza,
che si alterna alle crisi esistenziali giovanili, dettate dalla
poca consapevolezza di quel che si vuole fare da
adulti. Stella è innamorata ha debuttato
al Locarno Film Festival del 2023, ed è in
concorso nella selezione ufficiale dell’edizione 2025 del
Prix Palatine (il premio giovani del cinema europeo
in collaborazione con Unifrance). Nei panni della protagonista
l’ottima Flavie Delangle. La pellicola arriva al cinema il
21 novembre distribuita da No.Mad Entertainment.
La trama di Stella è
innamorata
1985. Siamo in Italia, a Napoli.
Stella scende da una vespa rossa e dà un bacio al ragazzo che le ha
fatto compagnia per tutto il tempo trascorso lì, dove era andata a
passare le vacanze estive con le amiche. È tempo ora di tornare a
casa, a Parigi, e affrontare il temibile anno della maturità. A
Stella però sembra non importare molto dell’ultimo anno di liceo,
nonostante sia conscia del fatto che i risultati che raggiungerà
decreteranno il suo futuro. Nel bar dei genitori, poi, dove oramai
lavora solo la madre lasciata dal padre, non ne vuole proprio
sapere di stare. Una sera decide di accompagnare una compagna di
classe in discoteca, al Les Bains-Douches, dove scopre la passione
per il ballo e il ritmo e un ragazzo, André, di cui si innamora. Da
qui cerca di rimettere in prospettiva tutta la sua vita, alla
ricerca del suo posto nel mondo, che spera di trovare prima della
fine della scuola.
Un sofisticato racconto di
formazione
L’adolescenza è il momento più
delicato della propria vita. Sono gli anni dell’indecisione, delle
insicurezze più radicate, dei dubbi e della fame di libertà.
Talmente forte da offuscare il resto. È il periodo in cui i colori
sono più vividi che mai, rappresentativi di un momento di
transizione fatto di esplosione e curiosità. Difficile trattenersi
quando si incrocia lo sguardo di qualcuno che ci piace, e
all’improvviso ci si ritrova fra i banchi di scuola a sognare a
occhi aperti ripensando al primo incontro. Lo stomaco si controce,
le farfalle svolazzano, il desiderio di sapere cosa succede una
volta scivolati via i vestiti dal corpo cresce a dismisura. C’è poi
l’esigenza di capire cosa ne sarà di sé una volta chiuse le porte
della scuola, quando l’ingresso nel mondo degli adulti e delle
responsabilità arriva e si è chiamati a compiere delle scelte.
Crescere vuol dire anche chiarirsi
le idee, fare i conti con se stessi non prima, però, di essersi
lasciati guidare dalle proprie sensazioni. Ed è quello che accade a
Stella: da un lato costretta a
diplomarsi per non rimanere indietro mentre le sue
amiche vanno avanti, dall’altro bisognosa di seguire
quell’istinto che la porta a comunicare con il corpo. E
così arriva la discoteca, l’impellente esigenza di ballare,
ondeggiare con il bacino, assorbire la musica fin dentro le ossa.
Un destino che sa appartenerle, nonostante i diversi ostacoli che
incontra lungo il cammino, e che dipendono anche dal confronto con
le sue compagne di viaggio, ben lontane da lei sia nel pensiero che
nelle intenzioni future.
Vivere ascoltando se stessi
La scelta dei primi piani
di Sylvie Verheyde sulla sua attrice protagonista è funzionale e
necessaria per cogliere le trasformazioni del corpo e della mente
che passano prima dal suo viso. Dalle labbra che si
inarcano in un sorriso a mezzalunga, dagli occhi pieni di amore e
bramosia, dalla fronte corruciata e dalle guance che accolgono
lacrime amare. Il campo si restringe spesso su lei e sul sul
microcosmo, per cogliere gli attimi catartici di Stella e
quell’epifania avuta la prima sera alla discoteca Les
Bains-Douches. Attraverso questa ponderata scelta registica il
pubblico è ancor più a contatto con lei, vivendo in prima persona
l’atmosfera trasognata tipica dell’adolescenza. La regista
accarezza con tenerezza la sua Stella, la insegue e la analizza
amorevolmente, lasciando solo intuire quel che le accade nel
privato, senza mai essere troppo esplicita.
Un racconto elegante ma al tempo
stesso frenetico, accentuato da una fotografia dai colori saturi,
che si legano alla forza dominante di quegli anni belli quanto
complessi. Flavie Delangle recita con talmente tanta
naturalezza da avere a volte l’impressione che non lo
stia facendo affatto, rendendola una bella promessa per il cinema
francese. L’unica pecca è il doppiaggio italiano, attraverso cui si
perde un po’ di quella autenticità che caratterizza Stella
è innamorata, soprattutto perché Stella, con la voce fuori
campo, ci accompagna in tutto il suo viaggio. La sua voce, come
quella dei suoi comprimari, è stata affidata a una professionista
itaiana che non le rende giustizia come dovrebbe, e questo è un
vero peccato ai fini della completa riuscita dell’opera. Avrebbero
dovuto fare come accaduto con Chien
de la casse: proporre la visione con la versione
originale, sottotitolata.
Dopo la parentesi statunitense,
durante la quale ha realizzato i film Soldato e Senza rimorso, il regista
Stefano Sollima torna in Italia per
concludere una sua trilogia spirituale sulla criminalità romana. Lo
fa con Adagio, presentato in concorso
alla Mostra del Cinema di Venezia, proponendo una
storia che ha per protagonista Manuel, un ragazzo di sedici anni
che si ritrova suo malgrado invischiato in questioni ben oltre la
sua portata. Inseguito da alcuni ricattatori, che si rivelano
essere estremamente pericolosi e determinati a eliminare quello che
ritengono uno scomodo testimone, i ragazzo dovrà chiedere
protezione a due ex-criminali, vecchie conoscenze del padre.
Quello in Adagio è un clima
apocalittico, che sembra annunciare la fine di un certo mondo e dei
suoi personaggi ma anche l’arrivo di una nuova generazione.
“Alcuni elementi drammaturgici, come gli incendi o i blackout,
hanno una funzione tutt’altro che distopica all’interno del
film. – spiega Sollima aprendo la conferenza stampa – In
realtà è parte della città e di come io la vivo. Volevo tornare a
raccontare Roma, trasfigurandola certo, ma con situazioni proprie
della sua realtà. Adagio, insomma, è un mio modo di vederla e di
annotare i suoi cambiamenti nel tempo”.
Adagio, tra lavoro sul corpo e ricerca di
redenzione
Nel film ritroviamo un cast composto
da alcuni dei più grandi interpreti del cinema italiano: Piefrancesco
Favino, Toni Servillo,
Valerio
Mastandrea, Adriano
Giannini e Francesco Di
Leva. A raccontare per primo della sua esperienza sul
set è stato Toni Servillo, il quale ha raccontato
che questo “è il mio primo film con Sollima. Sono rimasto
ammaliato dalla sceneggiatura e poi dal lavoro sul set. Daytona, il
mio personaggio, recita nella recita, quindi è particolarmente
affascinante per un attore. Abbiamo a che fare con personaggi
criminali che hanno vissuto entro certe regole e che intendono
rispettarle fino alla fine, consapevoli di sbattare così contro un
destino inevitabile”.
“È una storia di uomini che
fanno i conti con sé stessi e quella libertà che si immagina
abbiano avuto cercano di mantenerla fino all’ultimo, rilanciando
sui giovani“, conclude Servillo. La parola passa poi a
Piefrancesco Favino, che descrive ulteriormente il
film e i suoi protagonisti affermando che “lavorare per Stefano
vuol dire occupare lo spazio con il corpo in modo diverso dal
solito. C’è sempre un senso di invenzione, per cui anche se ci sono
elementi storici precisi era possibile aggiungere qualcosa in più.
Per questi personaggio io ho sempre pensato a quei cani che quando
stanno per morire cercano la solitudine. Poi però può capitare che
arrivi la chiamata ad una guerra antica che risveglia l’adrenalina,
la voglia di vivere”.
“Stefano è un regista punk, nei
suoi film non c’è redenzione. Non sono storie di bene o male, ma
storie di uomini che c’hanno delle cose da fare. I personaggi sono
falene impazzite che ruotano attorno alla propria ossessione. Il
messaggio però è che per fortuna le colpe dei padri non sempre si
tramando ai figli“, conclude Favino, lasciando la parola a
Valerio Mastandrea che riguardo il suo
coinvolgimento afferma “quando Stefano mi ha fatto leggere la
sceneggiatura ho pensato ‘che bella storia di vecchi, mi piacerebbe
vederla al cinema’, non avevo capito che mi stava offrendo un
ruolo”. Sollima spiega allora che “Adagio era un
soggettodi poche pagine con tre vecchie leggende della
Roma criminale. Alla fine però volevo lavorare con persone che amo
e stimo, quindi abbiamo rivisto un po’ l’età dei
personaggi”.
Adriano Giannini
torna invece sul discorso del corpo nello spazio e spiega che
“tutti noi attori abbiamo fatto un lavoro sul corpo, perché il
tipo di linguaggio cinematografico scelto ci obbligavano a creare
delle grandezze, delle deformità fisiche per entrare meglio in
quell’immagine che Stefano aveva in mente. Da attore non sempre hai
la percezione di poter lavorare così”. Nel film recita anche
il giovanissimo Gianmarco Franchini, nel ruolo di
Manuel. L’attore ha ricordato l’esperienza affermando che “per
me è stato come essere un bambino al luna park. Sono un fan di
Stefano e ho potuto recitare con alcuni dei migliori attori oggi in
Italia. E Stefano teneva molto alla mia opinione, voleva sapere
cosa ne pensavo, cosa potevo aggiungere. È stato un lavoro in
sinergia“.
Adagio chiude la trilogia su Roma di Sollima
Come riportato in apertura,
Adagio conclude la trilogia di Sollima che ha come
argomento centrale la criminalità romana. Dopo ACAB – All Cops Are
Bastards e Suburra, con Adagio si
va dunque a rappresentare la decadenza di quel mondo e l’estinzione
dei suoi rappresentanti. “Questo genere che tratto, il crime,
continuerà a piacermi. Adagio è sì una chiusura della trilogia su
Roma vista e traslata in chiave criminale. Ma questo non vuol dire
che sicuramente cambierò genere di racconto con il mio prossimo
progetto. Magari farò altri film di questo tipo, anche se non
necessariamente a Roma“. In attesa di scoprire cosa riserva il
futuro per Sollima, Adagio uscirà in sala il 14
dicembre, distribuito da Vision
Distribution.
In sala dal 18 ottobre, Soldado,
primo film americano per il regista Stefano Sollima (Gomorra
– la serie, Suburra) e seguito del film Sicario, diretto nel
2015 da Denis Villeneuve. La pellicola, ancora con
protagonisti Benicio Del Toro e Josh
Brolin, esplora nuovamente i temi del bene e del male, del
labile confine tra queste due forze.
“L’idea non era quella di fare
un sequel – esordisce il regista Stefano
Sollima – ma un nuovo capitolo all’interno di una
saga. I due film non hanno un legame temporale, né punti di
contatto se non quello della presenza in entrambi dei due attori
protagonisti. Tanto è vero che risulta anche difficile capire se
sia un sequel o un prequel.”
Dopo aver analizzato il rapporto
tra i due film, il regista passa a parlare della base del progetto,
ovvero la sceneggiatura scritta da Taylor
Sheridan, autore già del precedente
Sicario. Così, ben presto, la conferenza stampa si
trasforma in una vera e propria lezione di cinema.
“La prima cosa che mi ha
colpito della sua sceneggiatura è il sentimento di cui sono intrisi
i personaggi. Questi vivono un arco narrativo che li porta a far
uscire fuori cose di loro che mai ci saremmo immaginati. Quella
scritta da Sheridan è sostanzialmente una storia corale che parla
del concetto di umanità al giorno d’oggi. Ci sono linee narrative
all’interno del film che spesso neanche si intrecciano, ma capaci
allo stesso tempo di influenzarsi reciprocamente. La seconda cosa
che mi ha colpito è che pur essendo un film di grande
intrattenimento, svela anche uno sguardo profondo e attento a
quello che è il nostro mondo.”
“Nell’approccio al film, –
continua Sollima – ho fatto ciò che ho sempre fatto nella mia
vita: ho rispettosamente ignorato. Non volevo essere influenzato
dalla precedente pellicola. Volevo fare un film strutturalmente
diverso. Sicario trovo che sia un film molto più delicato, ha un
punto di vista morale che lo rende più morbido, meno provocatorio,
e visivamente più lento, ma questo perché ha volutamente una
costruzione diversa. Io ho fatto il mio film, ma assolutamente non
era nelle intenzioni del progetto realizzare un nuovo capitolo
copia del primo.Il film che vedrete, infine, è la mia
director’s cut, a cui ho tagliato giusto dieci minuti nel finale.
Minuti nei quali ciò che accadeva sarebbe stato solo una superflua
spiegazione di quanto era accaduto ai personaggi.”
Soldado, la recensione del film
di Stefano Sollima
Nel parlare dei temi del film,
profondamente attuali, Sollima dichiara che l’intento provocatorio
del suo film è insito nella struttura del racconto. “Ad un
certo punto ti trovi a perdere qualsiasi riferimento per
distinguere bene e male. I protagonisti cominciano a fare
un’operazione per vendicarsi di una strage, e mano a mano, cercando
di contrastare il male, iniziano ad esercitarlo. I personaggi non
sono filtrati da uno sguardo morale, li vedi agire e ad un certo
punto perdi completamente il senso dell’orientamento, perché tutti
loro cambiano. È un discorso sul confine e sul suo oltrepassarlo,
tema che all’interno del film è rappresentato concretamente in
senso geografico, ma che ritroviamo anche a livello morale. Quanto
male puoi fare per perseguire il bene?”
Stefano Sollima conclude poi la
conferenza condividendo le sue riflessioni sul debutto
cinematografico americano, descrivendo le differenze incontrate
rispetto all’esperienza italiana.
“In Europa il regista ha un
controllo creativo che è molto più forte. Questo perché il sistema
produttivo in Europa è più semplice. Negli Stati Uniti questo è
invece molto più complesso, ci sono più parti in causa e devi
condividere il progetto con ognuna di loro. È molto più facile
perdersi, perdere il tuo tocco. In questo contesto il ruolo del
regista rischia e può essere marginale. Questa è la cosa che mi
terrorizzava di più. Il passaggio dall’Italia agli Stati Uniti mi
ha costretto a sentirmi come se dovessi ricominciare da capo con la
mia carriera. Fortunatamente penso di essere riuscito a non perdere
una caratteristica fondamentale che è quella della
specificità.”
Dopo Gabriele Muccino un altro regista
italiano tenta la fortuna in america. Infatti secondo quanto
riferisce Deadline la Voltage Films e la Friendly
Films hanno ingaggiato il regista
Come riportato da Deadline, alla vigilia del
mercato di Cannes, Westbrook Studios e AGC Studios hanno affidato
al regista italiano Stefano Sollima – noto
per aver diretto Senza
rimorso, Soldado e
la serie di successo Gomorra – il compito di dirigere
l’action-thriller a grande budget dal titolo Sugar
Bandits.
Basato sulla sceneggiatura e sul
romanzo Devils In Exile di Chuck Hogan
(già autore di The Town, portato poi al cinema da
Ben
Affleck), il film vedrà il premio Oscar Will Smith interpretare un ex soldato delle
forze speciali che dirige una squadra di vigilantes d’élite
impegnata a eliminare il traffico di droga a Boston. Il casting per
gli altri personaggi del film è ancora in corso.
Smith e Jon Mone produrranno Sugar
Bandits attraverso i Westbrook Studios con la supervisione di Ryan
Shimazaki; Stuart Ford produrrà per gli AGC Studios, che sta
finanziando interamente il film, e Richard Abate (13 Hours)
produrrà per la 3 Arts Entertainment. I soci produttori di Sollima,
Gina Gardini, saranno produttori esecutivi e Ludovico Purgatori
sarà co-produttore.
Gli altri lavori di Stefano Sollima
Stefano Sollima è
noto per aver esplorato le complesse dinamiche tra la legge e
l’ordine e la malavita in diversi progetti cinematografici e
televisivi. Di recente, ha co-scritto, prodotto e diretto la serie
italiana in quattro parti di Netflix, Il Mostro, basata sul serial killer
noto come Il Mostro di Firenze.
Il suo ultimo film, co-scritto,
prodotto e diretto, è l’italiano Adagio,
presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia l’anno
scorso. In precedenza, ha diretto il film di Amazon Senza
rimorso con Michael B. Jordan e Soldado, il
sequel di Sicario con
Benicio Del Toro, Josh Brolin, Catherine Keener
e Isabela Moner. È stato regista dell’acclamata
serie drammatica poliziesca italiana Gomorra e della
miniserie sul traffico di droga di Amazon ZeroZeroZero con
Gabriel Byrne, Dane DeHaan e Andrea Riseborough.
Dove vedremo prossimamente Will Smith?
Sugar Bandits va
dunque ad aggiungersi ai prossimi progetti di Smith, il cui ultimo
film importante – e il primo dopo il suo famigerato schiaffo agli
Oscar – è stato “Emancipation”
di Antoine Fuqua, venduto ad Apple TV+ a Cannes
per un accordo record di mercato di 120 milioni di dollari, ma che
non ha avuto un impatto significativo al momento della sua
distribuzione.
Prossimamente Smith sarà anche nel
quarto film, ancora senza titolo ufficiale, “Bad Boys
4“, di cui sono recentemente terminate le riprese, insieme
a “Io sono
leggenda 2″ sequel del celebre film di zombie, che sarà
interpretato anche da Michael B. Jordan e vedrà Smith riprendere il
suo ruolo dall’originale del 2007 (ma utilizzare la scena finale
alternativa nel DVD in cui il suo personaggio sopravvive).
Stefano
“S3Keno” Piccoli, direttore di Arf! Festival del
Fumetto di Roma, è stato eletto nuovo
Presidente di RIFF • Rete Italiana Festival di
Fumetto.
La nomina è stata
decisa con votazione unanime a Lucca Comics &
Games, durante l’annuale Assemblea Nazionale di
RIFF, l’associazione di categoria fondata nel 2020 da ARF!
Festival, Comicon, Etna Comics, Treviso Comic Book Festival e la
stessa Lucca C&G e che negli anni ha raggiunto la quota di 40
soci. Durante lo svolgimento della stessa Assemblea, sono
inoltre entrate a far parte della rete dei festival cinque nuove
manifestazioni: Albissola
Comics (Albissola Marina), Messina
Con (Messina), il Piccolo Festival
dell’Animazione (San Vito al Tagliamento, PN)
il Piccolo Festival del
Fumetto (Cremona) e il Paw Chew Go
Festival (Milano), a cui tutti i 35 Festival già
associati danno il loro benvenuto!
Stefano Piccoli
succede a Claudio Curcio, al vertice della Rete
nel primo triennio di vita RIFF giunge quindi a 40 Festival
associati che – nella loro eterogeneità – esprimono a tutto tondo
il linguaggio del Fumetto e delle culture pop, oltre che promuovere
e valorizzare le eccellenze creative e le ricchezze artistiche e
culturali dei propri territori, operando da nord a sud in ogni
regione d’Italia!
“Ringrazio i
festival soci per la fiducia accordatami e ringrazio infinitamente
Claudio Curcio per il lavoro svolto sinora: in pochissimi anni,
tre, abbiamo realizzato davvero tanto” èil
primo commento del neo presidente Stefano
Piccoli. “Sono pronto a lavorare in continuità e a
riprendere in mano tutte le sfide che ci attendono, dal dialogo col
Ministero per il rilancio dei bandi e occasioni di finanziamento,
oltre alla promozione degli eventi che fanno parte della Rete. I
40 associati di RIFF, nella loro eterogeneità,
esprimono a tutto tondo il linguaggio del Fumetto e delle culture
pop, oltre a promuovere e valorizzare le eccellenze creative e le
ricchezze artistiche e culturali dei propri territori, operando da
nord a sud in ogni regione d’Italia! Ancora una volta i festival
vogliono essere gli alfieri della filiera fumettistica italiana,
dialogando con enti, associazioni, editori, autori, addetti ai
lavori e soprattutto… il pubblico”.
RIFF – Rete
Italiana Festival di Fumetto conta 40 associati ed è attualmente
composta da: ARF!
Festival (Roma), Comicon (Napoli/Bergamo), Etna
Comics (Catania), Lucca Comics &
Games(Lucca), Treviso Comic Book
Festival TCBF (Treviso) – soci fondatori – e
poi Ad occhi aperti (Bologna), il nuovo
format che sostituisce lo storico BilBolBul
Festival, Albissola Comics (Albissola Marina,
SV), ALEcomics (Alessandria),
ArtMaySound (Bolzano), B-Geek
(Bari), Balloon (Policoro,
MT), Be Comics! (Padova),
Bergomix (Bergamo), Betty
B (Savignano sul Panaro, MO), Cesena
Comics & Stories (Cesena), San Donà
Fumetto (San Donà di Piave,
VE), Lanciano nel Fumetto (Lanciano, CH),
Le Strade del
Paesaggio (Cosenza), Festival del
Nerd (Foggia), Lucca
Collezionando (Lucca), Ludicomix (Empoli), Messina
Con (Messina) Palermo Comic
Convention (Palermo), Paw Chew
Go (Milano), Paff! (Modena), Pescara
Comix & Games (Pescara), Piccolo
Festival Animazione (San Vito al Tagliamento,
PN), Porte Aperte
Festival (Cremona), Piccolo Festival del
Fumetto (Cremona) Prato Comics +
Play (Prato), Rapalloonia! (Rapallo,
GE), Rovigo
Comics (Rovigo), San Beach
Comix (San Benedetto del Tronto,
AP), San Marino Comics (San Marino),
Smack! (Genova), Tiferno
Comics (Città di Castello, PG), Trapani
Comix (Trapani),Varchi
Comics (Montevarchi. AR), Venezia
Comics (Venezia) e Vitercomix (Viterbo).
Eclettico e generoso,
Stefano Fresi si è nel corso degli anni affermato
come uno dei nuovi più interessanti attori del panorama italiano.
Spaziando dalla commedia al dramma, Fresi ha fatto sfoggio del suo
talento, dimostrando di poter sostenere differenti tipi di ruoli.
Non solo attore, ma anche compositore, nasconde ben più doti di
quante si potrebbe immaginare.
Ecco 10 cose che non sai di
Stefano Fresi.
Stefano Fresi film
1 I film. La
carriera cinematografica dell’attore ha inizio nel 2005, quando
Michele Placido lo sceglie per interpretare il
Secco nel film Romanzo criminale. Successivamente lavora
nei film Riprendimi (2007), Nessuno mi può
giudicare (2011), Viva l’Italia (2012). Ed ottiene il
successo popolare con il film Smetto quando voglio (2014),
dove interpreta Alberto Petrelli. Prende poi parte ai film Noi
e la Giulia (2015), Gli ultimi saranno ultimi (2015),
Forever Young (2016), Smetto quando voglio –
Masterclass (2017), Smetto quando voglio – Ad honorem
(2017), Sconnessi (2018), La Befana vien di notte
(2018), dove recita accanto a Paola
Cortellesi, e C’è tempo (2019).
2 Le serie TV.
Noto anche per alcune partecipazioni televisive, l’attore appare
infatti in Un medico in famiglia (2004-2007),
Intelligence – Servizi & segreti (2009), In arte
Nino (2017), I delitti del BarLume (2018), e Il
nome della rosa (2019).
3 Doppiaggio. Nel
2019 Stefano Fresi presta la sua voce per il personaggio Pumpaa
nella versione live-action de Il Re Leone della Disney. In
originale la voce del personaggio è dell’attore Seth
Rogen.
Stefano Fresi compositore
4 Ha composto diverse
colonne sonore. Fresi nutre da sempre una passione per la
musica, che coltiva parallelamente a quella per la recitazione.
Compone infatti le musiche per il film Visions (2009), e
per i cortometraggi L’amore non esiste (2009) e Il
Mago di Esselunga (2011), diretto da Giuseppe
Tornatore. Fresi è inoltre il compositore del jingle della
Rai, in onda dal 2010.
Stefano Fresi musica
5 E’ membro di un trio
musicale. Insieme a sua sorella Emanuela Fresi, e a Toni
Fornari, forma il trio comico-musicale “Favete Lingus”, con cui sin
dai 17 anni si è esibito in locali e matrimoni. L’attore ha
dichiarato che la loro specialità è il repertorio del Quartetto
Cetra.
Stefano Fresi Instagram
6 Ha un proprio account
personale. L’attore dispone si un proprio profilo sul
social network Instagram, dove è seguito da 53,2 mila persone. Qui
l’attore è solito condividere fotografie scattate in momenti di
svago, in compagnia della propria famiglia o di amici e colleghi.
Non mancano inoltre le foto promozionali dei progetti a cui prende
parte.
Stefano Fresi vita privata
7 E’ sposato.
L’attore è sposato con la cantante e sassofonista Cristiana
Polegri. I due hanno un figlio di nome Lorenzo. Pur mantenendo
prevalentemente privata la loro vita sentimentale, non mancano
alcune fotografie sul profilo Instagram dell’attore scattate
insieme alla famiglia durante vacanze o momenti di svago.
Stefano Fresi premi
8 E’ stato nominato ai
David di Donatello. Per il suo ruolo nel film Smetto
quando voglio, l’attore viene nominato ai David di Donatello
come miglior attore non protagonista. Riceve inoltre il premio come
miglior attore in un film commedia, assegnato da Sindacato
Nazionale dei Giornalisti di Cinema, per i suoi ruoli nei film
C’è tempo, L’uomo che comprò la luna e Ma cosa ci dice
il cervello.
Stefano Fresi e Giuseppe
Battiston
9 I due attori vengono
spesso confusi l’uno con l’altro. Data la loro
somiglianza, che Fresi sintetizza con “uomo panciuto con la
barba”, Battiston e Fresi vengono spesso confusi dai fan per
strada, e numerose volte si sono trovati a firmare autografi in
nome dell’altro. I due attori sono ovviamente grandi amici, e hanno
dichiarato di sperare di poter lavorare insieme un giorno.
Stefano Fresi età e altezza
10 Stefano Fresi è nato a
Roma, in Italia, il 16 luglio 1974. L’attore è alto
complessivamente 180 centimetri.
Il Museo Nazionale del
Cinema propone Stefano Bessoni. La Mole delle
Meraviglie, a cura di Stefano Bessoni e
Domenico De Gaetano,la prima grande
mostra dedicata al genio creativo del regista,
illustratore e animatore, ospitata dal 10 maggio all’11 settembre
2023 al piano di accoglienza delle Mole Antonelliana, con ingresso
libero negli orari di apertura del museo.
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Stefano Bessoni
Stefano Bessoni e Domenico
De Gaetano
Le oltre 150 opere
esposte – per lo più provenienti dall’archivio privato di Bessoni e
dalle collezioni del Museo Nazionale del Cinema – raccontano gli
ambiti in cui si muove la sua ricerca espressiva: dalle fiabe al
mondo della scienza, dalle illustrazioni all’animazione
stop-motion e alla fabbricazione di puppets, fino
al grande amore per il cinema.
Tra fantastico e fiabesco, in un
percorso popolato da burattini, illustrazioni, filmati, reperti e
preparati scientifici, ci si ritrova immersi nel mondo di Stefano
Bessoni, un’affascinante Wunderkammer
all’interno della più maestosa e imponente fra le “camere delle
meraviglie” torinesi, la Mole Antonelliana.
Oltre alla mostra sono previste una
serie di iniziative che vedono protagonista Stefano Bessoni
e la sua arte.
Venerdì 12 maggio 2023 alle ore
10:00 nella sala Blu del Palazzo del Rettorato, Stefano Bessoni
dialogherà con Domenico De Gaetano nel corso della
MasterclassStop-motion. L’anima nera
dell’animazione, realizzata dal Museo Nazionale del
Cinema in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e
la Scuola Holden, a cui seguirà la visita guidata alla mostra
(partecipazione gratuita fino ad esaurimento posti).
Sempre venerdì 12 maggio al
Cinema Massimo alle ore 20:30 verrà proiettato il
lungometraggio Krokodyle, che sarà
introdotto dal regista Stefano Bessoni e dal direttore del Museo
Nazionale del Cinema Domenico De Gaetano.
Sono inoltre previsti, nei mesi di
giugno e luglio, una serie di workshop organizzati
dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e la Scuola Holden in
collaborazione con l’Università degli Studi di Torino.
Il Museo
Nazionale del Cinema propone
Stefano Bessoni. La Mole delle Meraviglie, a cura di
Stefano Bessoni e Domenico De
Gaetano,la prima grande mostra
dedicata al genio creativo del regista, illustratore e animatore,
ospitata dal 10 maggio all’11 settembre 2023 al piano di
accoglienza delle Mole Antonelliana, con ingresso libero negli
orari di apertura del museo.
Le oltre
150 opere esposte – per lo più provenienti dall’archivio
privato di Bessoni e dalle collezioni del Museo Nazionale del
Cinema – raccontano gli ambiti in cui si muove la sua ricerca
espressiva: dalle fiabe al mondo della scienza, dalle illustrazioni
all’animazione stop-motion e alla fabbricazione di
puppets, fino al grande amore per il cinema.
Tra fantastico e
fiabesco, in un percorso popolato da burattini, illustrazioni,
filmati, reperti e preparati scientifici, ci si ritrova immersi nel
mondo di Stefano Bessoni, un’affascinante
Wunderkammer all’interno della più
maestosa e imponente fra le “camere delle meraviglie” torinesi, la
Mole Antonelliana.
“La mostra di
Stefano Bessoni rende omaggio a tutto quello che il cinema
rappresenta per Torino – sottolinea Enzo
Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. È
racconto in forma divertente e affasciante della storia del museo,
che è anche la storia della nostra città, oltre che un omaggio alla
nostra fondatrice Maria Adriana Prolo. Proprio quest’anno ricorrono
i 70 anni dall’istituzione della sua associazione, cuore fondante
di tutto quello che oggi rappresenta la nostra istituzione, da
sempre attenta a conservare e valorizzare il patrimonio delle
proprie collezioni”.
“Stefano
Bessoni è un vero talento del cinema italiano – afferma
Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale
del Cinema. La sua libertà creativa e il suo stile hanno
costruito un universo fiabesco personale, affascinante e
inquietante al tempo stesso. Il suo stile visivo unico,
paragonabile ai grandi della storia del cinema, è perfetto per
raccontare Maria Adriana Prolo, studiosa, collezionista e
visionaria, fondatrice del Museo Nazionale del Cinema, che con la
sua determinazione e dedizione ha dato vita a un sogno che solo il
linguaggio onirico e fiabesco di Bessoni poteva tratteggiare così
bene”.
Il percorso
espositivo prende forma attorno a cinque figure illustri,
Antonelli, Prolo,
Darwin, Lombroso e
Greenaway, che, seppur in epoche e ambiti diversi,
sono unite fra loro da una medesima vocazione: raccogliere e
catalogare oggetti e idee. Bessoni le interpreta, le traduce in
tratto grafico e in oggetti, in una alternanza di colori e bianco e
nero tra reale e immaginario. L’arte e l’opera di Stefano Bessoni
raccontano questo fil rouge.
“Ho voluto
raccontare la Mole Antonelliana come una mastodontica camera delle
meraviglie, progettata e costruita da quell’architetto visionario
che era Alessandro Antonelli, sognatore di un’architettura
colossale e dal simbolismo drammatico. E come per magia, La Mole si
trasforma veramente in wunderkammer della Settima Arte quando,
all’inizio del nuovo secolo, viene destinata a Museo del Cinema,
includendo tra le tante meraviglie il frutto della raccolta
instancabile di Maria Adriana Prolo autentica e sincera cacciatrice
di mirabilia e memorabilia legate all’arte del cinema e fondatrice
del museo. Nella mostra, come nelle antiche wunderkammer, ho
seguito la logica libera dello stupore e della meraviglia. Così, un
sottile filo conduttore, costituito dalle mie personali
fascinazioni, unisce le varie stanze tematiche dedicate a
Maria Adriana Prolo, Alessandro
Antonelli, Charles Darwin, Cesare
Lombroso e Peter Greenaway in un percorso
suggestivo fatto di illustrazioni, burattini, oggetti, reperti,
preparati scientifici. La visita si amplia inoltre in estrose
ramificazioni e suggestioni scaturite dai tanti elementi della mia
ricerca espressiva, dal mondo della scienza e della falsa scienza
fino alle fiabe e le tradizioni occulte. Considero il mio lavoro,
in ogni sua accezione, una camera delle meraviglie dove rinchiudere
tutto quello che in me desta stupore e meraviglia e trovo peculiare
che la cinepresa sia chiamata camera, perché permette di catturare,
immagazzinare e conservare, vincendo, in maniera del tutto
aleatoria, il concetto di morte.”
Numerose teche
completano l’allestimento, e contengono puppets realizzati
da Bessoni per la tecnica di stop-motion, oltre che
scheletri, animali tassidermizzati, conchiglie e preparati
zoologici provenienti dalle collezioni naturalistiche del Liceo
Classico e Linguistico “V. Gioberti” di Torino, ripuliti, studiati,
catalogati e rivalorizzati dagli studenti e dagli insegnanti del
liceo. Nella sezione dedicata a Lombroso, sono esposti busti
frenologici francesi con compassi antropometrici, modelli didattici
sull’anatomia e sulle razze umane, antiche fotografie
identificative dei criminali provenienti dalle collezioni Nautilus
e un’elaborazione grafica dei disegni originali di tatuati
conservati dall’Archivio del Museo di Antropologia criminale
“Cesare Lombroso”.
Al centro del
percorso, la scrivania originale che Maria Adriana Prolo utilizzava
a Palazzo Chiablese, prima sede del Museo Nazionale del Cinema, con
esposto l’originale del volume Storia del cinema muto
italiano, scritto dalla Prolo e edito nel 1951, la cui
ristampa anastatica (revisionata ed edita in cofanetto) verrà
presentata al Salone del Libro il 18 maggio alle ore 18:30.
A completamento
della mostra, vedono la luce due volumi. Un catalogo, edito
da Silvana Editoriale, con le opere in mostra, le
introduzioni di Enzo Ghigo e Martino
Gozzi e i testi di Domenico De Gaetano,
Alfredo Accatino, Santo Alligo,
Ivan Cenzi e Telmo Pievani, ai
quali si aggiunge un’intervista a Stefano Bessoni realizzata da
Claudia Gianetto e Marco
Grifo.
Contestualmente, la
Logos Edizioni ha pubblicato il volume di
Stefano BessoniMaria Adriana Prolo.
La signorina del cinematografo, edito in due lingue e
che racconta la storia di colei che ha portato alla nascita del
Museo Nazionale del Cinema.
Oltre alla mostra
sono previste una serie di iniziative che vedono
protagonista Stefano Bessoni e la sua arte.
Venerdì 12
maggio 2023 alle ore 10:00 nella sala Blu del Palazzo del
Rettorato, Stefano Bessoni dialogherà con Domenico De Gaetano nel
corso della MasterclassStop-motion.
L’anima nera dell’animazione, realizzata dal Museo
Nazionale del Cinema in collaborazione con l’Università degli Studi
di Torino e la Scuola Holden, a cui seguirà la visita guidata alla
mostra (partecipazione gratuita fino ad esaurimento posti).
Sempre venerdì
12 maggio al Cinema Massimo alle ore 20:30 verrà proiettato il
lungometraggio Krokodyle, che sarà introdotto dal
regista Stefano Bessoni e dal direttore del Museo Nazionale del
Cinema Domenico De Gaetano.
Sono inoltre
previsti, nei mesi di giugno e luglio, una serie di
workshop organizzati dal Museo Nazionale del
Cinema di Torino e la Scuola Holden in collaborazione con
l’Università degli Studi di Torino.
Stefano Bessoni,
filmmaker e illustratore italiano, massimo esperto della stop
motion nel nostro Paese, è trai protagonisti di Roma città
macabra, avventura nella Capitale nascosta e oscura
seguita da Cult+.
“Stefano
Bessoni costruisce strani burattini. Non parla mai con
loro, ha troppa paura che gli rispondano! Grazie alla tecnica dello
stop motion, quei burattini prendono vita nei suoi film. Fotogramma
dopo fotogramma, si muovono in mondi surreali e macabri, che hanno
la consistenza un po’ della paura e un po’ della risata
grottesca.
Gli stessi mondi si trovano anche negli altri film di
Bessoni, quelli con veri attori in carne e ossa. In queste
pellicole, lo spettatore viene gettato in un vortice di
pseudo-scienze, terrore, paure, meraviglie macabre. Riuscirà ad
uscirne?
(…)
Appena si entra
nell’appartamento romano di Stefano Bessoni ci si scontra con degli
scaffali pieni di cose strane: teschi, un pipistrello imbalsamato,
uova, scheletri di coccodrillo, tanti pupazzi inquietanti.
Benvenuti nella Wunderkammer di un regista con gusti fuori dagli
schemi.”