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Suffragette prima foto dal film con Carey Mulligan

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Suffragette prima foto dal film con Carey Mulligan

Ecco la prima immagine ufficiale da Suffragette, film che vede protagonista Carey Mulligan e che chiaramente parla della lotta delle donne per avere possibilità di voto.

Ecco l’immagine:SuffragetteIl film racconterà dei fatti realmente accaduti, e si concentrerà sulla storia del pionieristico movimento femminista a favore del suffragio universale, che nell’Inghilterra del 1872 ebbe problemi addirittura con la legge. Le protagoniste della storia erano donne risolute e determinate, che però vennero costrette, da uno Stato brutale, a lavorare e protestare in clanestinità, al fine di guadagnare un altro passo verso la parità trai sessi.

Suffragette arriverà nelle sale USA il 16 gennaio 2015. Il film è diretto da Sarah Gavron e basato su una sceneggiatura scritta da Abi Morgan. Nel cast Carey Mulligan, Helena Bonham Carter, Meryl Streep, Ben Whishaw, Romola Garai, Brendan Gleeson.

Sudestival: tutti i vincitori della ventitreesima edizione

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Sudestival: tutti i vincitori della ventitreesima edizione

Si è appena conclusa nella suggestiva cornice di Monopoli la ventitreesima edizione del Sudestival, primo e unico festival di cinema italiano in Puglia che si svolge in inverno, progetto dell’Associazione Culturale Sguardi, fondato e diretto da Michele Suma. Il festival, afferente all’Apulia Cinefestival Network e all’AFIC, viene realizzato nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola promosso da MIC e MIM, grazie anche al sostegno della Città di Monopoli, del Comune di Polignano a Mare, della città di Fasano e col patrocinio della Città Metropolitana di Bari, del Comune di Bari, dell’Università degli Studi di Bari e del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli.

Il primo e unico festival di cinema italiano in Puglia a svolgersi in inverno, divenuto in ben ventitrè edizioni il punto di riferimento per le opere prime e seconde della produzione nazionale di qualità, ha contato quest’anno sei sezioni e dodici premi, arricchendosi con il progetto Sudestival School, vincitore del bando Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola (MIC e MIM), e includendo una retrospettiva dedicata a Mattia Torre, senza dimenticare il gemellaggio con il Golden Apricot Yerevan International Film Festival, che si tiene dal 2004 ogni anno nella capitale armena.

Nella serata conclusiva di venerdì 17 marzo, presso il Teatro Radar di Monopoli, si sono svolte le premiazioni delle diverse sezioni a cura delle Giurie presenti. La Giuria Cinema Nazionale, presieduta da Pedro Armocida e composta da Roberto Silvestri, critico cinematografico e conduttore di Hollywood Party su Radio3, Viviana Del Bianco, direttrice N.I.C.E., Paolo Di Paolo, scrittore, e Esmeralda Calabria, montatrice, ha assegnato il prestigioso FARO D’AUTORE della Città di Monopoli per il miglior lungometraggio a Amanda di Carolina Cavalli.

A premiare il miglior documentario con il PREMIO “ALBERGO DIFFUSO” la Giuria Nazionale Doc presieduta da Antonella Gaeta, sceneggiatrice e giornalista, con Michele Sancisi, scrittore, autore e giornalista SKY, e Anna Maria Pasetti, critica cinematografica del Fatto quotidiano, che ha decretato vincitore Umberto Eco – La biblioteca del mondo di Davide Ferrario.

La Giuria Giovani del Sudestival, nata ventitré anni fa grazie all’impegno del Polo Liceale “Galilei-Curie” di Monopoli, che quest’anno conta oltre 600 studenti tra gli Istituti superiori coinvolti di Monopoli e Fasano, ha assegnato il PREMIO “FONDAZIONE PUGLIA” per il miglior lungometraggio a Acqua e anice di Corrado Ceron. Il PREMIO SUDESTIVAL SCHOOL – finanziato da AGE (Associazione Italiana Genitori) – per il miglior corto è andato a When you wish upon a star di Domenico Modafferi e quello di miglior doc SUDESTIVAL SCHOOL – finanziato da AGE – a Peso Morto di Francesco Del Grosso. Sono stati assegnati entrambi dalla Giuria Giovani. Anna Frank e il diario segreto di Ari Folman si è invece aggiudicato il PREMIO GIURIA KIDS SUDESTIVAL SCHOOL per il miglior film d’animazione.

Il PREMIO GIURIA DEL PUBBLICO “ARCADIA” per il miglior lungometraggio è andato a I pionieri di Luca Scivoletto, mentre il PREMIO CD D’ARGENTO “GIANNI LENOCI” è stato assegnato a  Bruno Falanga  per la colonna sonora di  Per niente al mondo di Ciro D’Emilio, grazie alla Giuria composta dal regista documentarista Francesco Conversano (presidente), dal maestro Giampaolo Schiavo, direttore del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli, e dai maestri Paolo Carlomè e Admir Shkurtaj, docenti di composizione, e Paolo Vivaldi, docente di Composizione per la Musica applicata alle immagini. Il PREMIO APULIA FILM COMMISSION “CARLO DELLE PIANE” alla miglior sceneggiatura è stato assegnato ad Andrea Magnani per La lunga corsa. È stato ancora Peso Morto di Francesco del Grosso ad aggiudicarsi il PREMIO GIURIA SNCCI come miglior Doc, grazie alla giuria composta da Ignazio Senatore, Irene Gianeselli e Marco Lombardi.

Il PREMIO “MASSERIA SANTA TERESA” per la miglior attrice del Sudestival 2023 è stato assegnato ex aequo a Stefania Sandrelli per Acqua e anice di Corrado Ceron e a Benedetta Porcaroli per Amanda di Carolina Cavalli. Infine, ma non meno importante, il PREMIO SUDESTIVAL 2023 “ECCELLENZA DEL SUD” è andato all’attrice Bianca Nappi, presente in sala e madrina dell’intera manifestazione.

Sudestival: tutti i vincitori della 25esima edizione

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Sudestival: tutti i vincitori della 25esima edizione

Si è appena conclusa la 25esima edizione del Sudestival, il festival della Città di Monopoli, progetto dell’Associazione Culturale Sguardi, fondato e diretto da Michele Suma. Il festival è espressione dell’Apulia Cinefestival Network, afferisce all’AFIC ed è componente della Rete dei Festival dell’Adriatico. Il Sudestival è il punto di riferimento del cinema italiano di qualità in Puglia, grande schermo di opere prime, della recente produzione di DOC e di cortometraggi, che si svolge nella splendida cornice della città di Monopoli.

Il festival, giunto alla sua 25esima edizione, ormai caposaldo della produzione cinematografica nazionale di qualità, ha contato quest’anno nove sezioni e quindici premi, includendo una retrospettiva dedicata a Paolo Villaggio e la presenza di ospiti d’eccezione.

I vincitori della 25esima edizione del Sudestival

Nella serata conclusiva di sabato 15 marzo, presso il Teatro Radar di Monopoli, si sono svolte le premiazioni delle diverse sezioni a cura delle Giurie presenti. Prima della consegna dei premi il pubblico ha avuto il piacere di visionare il cortometraggio Actos por partes di Sergio Milán, a cui è stato conferito il PREMIO RAFFAELLA CARRÀ all’interno del Pop Corn Festival 2024. Il festival, che si tiene ogni anno a Porto Santo Stefano Monte Argentario, è gemellato con il Sudestival e diretto da Francesca Castriconi.

La Giuria Cinema Nazionale Lungometraggi del Sudestival, presieduta da Cristiana Paternò (SNCCI), e composta dal direttore della fotografia Daniele Ciprì e dal montatore Marco Spolentini, ha assegnato il prestigioso FARO D’AUTORE della Città di Monopoli e il PREMIO SANTA TERESA RESORT per il miglior lungometraggio ad Anywhere Anytime di Milad Tangshir. È stato Come se non ci fosse un domani di Matteo Keffer e Riccardo Cremona ad aggiudicarsi il PREMIO GIURIA CINEMA NAZIONALE “ALBERGO DIFFUSO” come miglior Doc, assegnato dalla giuria composta dalla presidente Viviana Del Bianco (N.I.C.E.) e dai giornalisti Caterina Sabato e Franco Dassisti, mentre il PREMIO RAI CINEMA CHANNEL della Rete dei Festival dell’Adriatico al miglior cortometraggio è andato a Il taglio di Jonas di Rosario Capozzolo, assegnato dalla giuria presieduta da Manuela Rima (Rai Cinema) e composta dai registi Ciro D’Emilio e Paola Randi.

La Giuria Giovani del Sudestival, nata venticinque anni fa grazie all’impegno del Polo Liceale “Galilei-Curie” di Monopoli, ha assegnato il PREMIO “MONHOLIDAY” per il miglior lungometraggio a Troppo Azzurro di Filippo Barbagallo, il PREMIO “GIÙ IN LAB” per il miglior documentario a Lirica Ucraina di Francesca Mannocchi. La bicicletta di Bartali di Enrico Paolantonio si è invece aggiudicato il PREMIO GIURIA KIDS SUDESTIVAL SCHOOL per il miglior film d’animazione, mentre Due Sorelle di Antonio De Palo ha ricevuto il PREMIO “PANALIGHT” GIURIA GIOVANI SUDESTIVAL SCHOOL per il miglior Corto.

Il PREMIO GIURIA DEL PUBBLICO “9CENTO – ALBEA” per il miglior lungometraggio è andato a The Opera! Arie per un’eclissi di Davide Livermore e Paolo Gep Cucco, mentre il PREMIO CD D’ARGENTO “GIANNI LENOCI” è stato assegnato a  Simonluca Laitempergher per la colonna sonora di  La cosa migliore di Federico Ferrone, grazie alla Giuria presieduta dal maestro Giampaolo Schiavo, direttore del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli e compositore, e dai maestri Francesco Angiuli, docente di Tecniche di improvvisazione musicale, e Daniela Nasti, docente di Teoria Ritmica e percezione musicale e compositrice. Il PREMIO APULIA FILM COMMISSION “CARLO DELLE PIANE” alla miglior sceneggiatura, assegnato dagli sceneggiatori Salvatore De Mola e Antonella Gaeta con la presidenza di Anna Crispino Delle Piane, è stato assegnato L’Albero di Sara Petraglia.

Infine, ma non meno importante, l’ospite speciale della serata finale, l’acclamata attrice Lunetta Savino, ha ricevuto il PREMIO APULIA EXCELLENCE: per l’occasione è stato proiettato Rosa, lungometraggio d’esordio della regista Katja Colja, che vede l’attrice come protagonista.

Sudestival: dal 27 gennaio al 17 marzo la 23° edizione. Kim Rossi Stuart in apertura

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Dal 27 gennaio al 17 marzo 2023 torna il Sudestival, progetto dell’Associazione Culturale Sguardi, fondato e diretto da Michele Suma. Il festival, afferente all’Apulia Cinefestival Network e all’AFIC, viene realizzato nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola promosso da MIC e MIM, grazie anche al sostegno della Città di Monopoli, del Comune di Polignano a Mare, della città di Fasano e col patrocinio della Città Metropolitana di Bari, del Comune di Bari, dell’Università degli Studi di Bari e del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli.

Giunto alla sua 23esima edizione, il Sudestival è il primo e unico festival di cinema italiano in Puglia che si svolge in inverno, divenuto il punto di riferimento per le opere prime e seconde della produzione nazionale di qualità. Da sempre svoltosi nella città di Monopoli, la nuova edizione allarga i suoi confini, allocando alcune delle sue sezioni anche nelle città di Fasano, Polignano a Mare e Bari, ospitando, per la prima volta, anteprime, proiezioni e ospiti provenienti da tutta Italia.

Dopo il successo della scorsa edizione, vissuta ancora con le difficoltà della pandemia, il Sudestival torna al suo pubblico nella sua versione del festival “lungo un inverno”, moltiplicando non solo i luoghi ma anche il programma: 35 giorni di festival, 60 proiezioni, 6 sezioni, 12 premi e oltre 40 ospiti sono alcuni dei numeri della nuova edizione.

Sei le sezioni in cui si articola la kermesse: la sezione principale del Concorso Lungometraggi, la sezione Concorso DOC – a cura di Maurizio Di Rienzo, Corta è la notte – a cura de La Rete dei festival Adriatici-, la Retrospettiva “Gli Imprescindibili”, dedicata quest’anno a Mattia Torre, la prima in Italia a celebrare la filmografia del regista e dello sceneggiatore prematuramente scomparso.

Immancabile e molto attesa dagli studenti delle scuole del territorio – e non solo – la sezione delle Masterclass, a cui da sempre il Sudestival ha riservato una particolare attenzione. Un momento prezioso, di arricchimento e di confronto, che vedrà protagonisti nomi di fama internazionale interloquire con i giovani. Si parte con l’attore e regista Kim Rossi Stuart (Interpretare un personaggio: il ruolo dell’attore nell’opera filmica), per proseguire con il regista Claudio Cupellini (Dalla graphic novel allo schermo: la sceneggiatura de La terra dei figli), al direttore della fotografia Duccio Cimatti (Il ruolo strategico della luce nell’opera filmica), la regista Margherita Ferri (Grammatica e sintassi delle serie TV), lo sceneggiatore Salvatore De Mola (Sceneggiare “Questo è un uomo”), Marco Spoletini (Il ruolo del montaggio nell’opera filmica: Il silenzio grande) e il giornalista Mauro Gervasini (Commedia all’italiana: ieri, oggi, e domani?). Alle Masterclass per gli studenti si aggiungono due incontri aperti al pubblico con il montatore Marco Spoletini (Il ritmo del montaggio in un film di genere: Piove) e il regista Massimiliano Bruno (Nessuno mi può giudicare).

La mission educativa del pubblico del domani si arricchisce grazie al progetto Sudestival School, vincitore del bando Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola (MIC e MIM), che prevede la collaborazione tra Sudestival e nove Istituti di Istruzione Secondaria del Territorio (Polo Liceale “Galiei-Curie” e I.I.S.S. “Luigi Russo” di Monopoli, I.I.S.S. “Da Vinci” e I.I.S.S. “Salvemini” di Fasano, Licei “San Benedetto” di Conversano, I.P.S.S.E.O.A. “Modugno” di Polignano a Mare, I.I.S.S. “Canudo-Marone” di Gioia del Colle, Licei “Cartesio” di Triggiano e Licei “Don Milani” di Acquaviva delle Fonti) e quattro Istituti Comprensivi (I.C. “Intini-Sofo”, I.C. “Modugno-Galilei”, I.C. “Bregante-Volta” e I.C. “Jones-Comes” di Monopoli).

Quest’anno con una Giuria Giovani, nata ventitré anni fa grazie all’impegno del Polo Liceale “Galilei-Curie” di Monopoli, conta oltre 1000 studenti tra gli Istituti superiori coinvolti di Monopoli e Fasano. Un numero più che raddoppiato rispetto agli scorsi anni, a dimostrazione del radicamento sul territorio di un festival che si pone l’obiettivo di formare e di appassionare le nuove generazioni al cinema e alla fascinazione della sala.

In questo quadro si colloca l’aggiornamento per i docenti, un unicum del genere, affidato alle lezioni di Valentina Domenici e Massimo Causo, con incontri dedicati all’approfondimento della settima arte anche per gli insegnanti.

Protagonisti del Sudestival sono i giovani, ma anche i giovanissimi: a loro è dedicata, non da ultima, la sezione Kids, con la direzione artistica di Marino Guarnieri e i laboratori curati dall’Allegra Brigata di Monopoli.

Tra le novità della nuova edizione numerosissime serate evento che porteranno nel cuore della Puglia il grande cinema d’autore, anteprime, ospiti – Kim Rossi Stuart con Brado, Claudia Gerini con Tapirulan – ma anche incontri con importanti professionisti del settore, con la presentazione de IL CINEMA. L’IMMORTALE (Einaudi) di Daniele Vicari, de IL DIZIONARIO DEI FILM, EDIZIONE DEL TRENTENNALE 1993 – 2023 (Baldini+Castoldi) di Paolo Mereghetti, e un focus sulla situazione del cinema al Sud, a cui hanno già aderito Giorgio Gosetti – presidente AFIC, Giulio Dilonardo – Presidente ANEC Puglia e Basilicata, Francesca Cima – Produttrice INDIGO Film e Maria Giuseppina Troccoli – dirigente MIC.

Anche in questa edizione verrà celebrata l’opera di un artista che ha abitato la terra di confine tra musica e cinema, Enzo Jannacci, con la proiezione de L’Udienza di Marco Ferreri e la presentazione del libro di Enzo Gentile Enzo Jannacci. Ecco tutto qui, con parole e musica di Paolo Jannacci al pianoforte, spettacolo-concerto in anteprima nazionale.

Un’attenzione particolare sarà inoltre riservata al cinema armeno*, attraverso un programma esclusivo di due giorni, espressione del gemellaggio con il GAIFF di Yerevan e programmato a Bari, città che può narrare la storia umana, religiosa e culturale che lega l’Armenia alla Puglia, e a Polignano a Mare.

Fiore all’occhiello del Festival, da sempre, i premi, che quest’anno saranno ben 12, assegnati dalla Giuria Nazionale Lungometraggi (Faro d’Autore della Città di Monopoli e Premio Miglior Attrice/Attore “Masseria Santa Teresa”), dalla Giuria Nazionale Doc, dalla Giuria SNCCI (Premio della critica italiana SNCCI), dalla Giuria Giovani Sudestival School (Premio “Fondazione Puglia”), dalla Giuria KIDS Sudestival School e dal pubblico del Sudestival (Premio “Arcadia”). Confermati anche quest’anno il Premio “Gianni Lenoci” alla Miglior Colonna Sonora e il Premio AFC “Carlo Delle Piane” alla Miglior Sceneggiatura.

“Se il pubblico sta cambiando, abbandonando la liturgia della sala – dichiara il direttore artistico Michele Suma –, noi abbiamo lavorato ad una edizione di 35 giornate di festival per riproporre lo stare insieme, la condivisione, il dialogo, lo scambio e la conoscenza; l’attenzione formativa ai giovani e giovanissimi ne è strategia portante, grazie anche al finanziamento CIPS che lo consente. Il Sudestival riproporrà la magia della sala, della fruizione collettiva di quel fascio di luce che porta le storie e la storia del cinema italiano degli esordi. Perché il cinema è, ancora, un momento formidabile per emozionarsi in compagnia”.

Pedro Armocida presiederà la Giuria Nazionale Lungometraggi, composta da Viviana Del Bianco, direttrice N.I.C.E., Roberto Silvestri, critico cinematografico, Paolo Di Paolo, scrittore, ed Esmeralda Calabria, montatrice; la Giuria Nazionale Doc sarà invece diretta dalla sceneggiatrice e giornalista Antonella Gaeta e composta da Michele Sancisi, scrittore, autore e giornalista e Anna Maria Pasetti, critica cinematografica. La giuria SNCCI per il Premio della critica italiana, sarà composta dai critici cinematograficiIgnazio Senatore, Irene Gianeselli e Marco Lombardi. La giuria Il Premio “Gianni Lenoci” sarà assegnato dalla giuria presieduta da Francesco Conversano, regista documentarista, e dai Maestri Gianpaolo Schiavo, direttore del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli, Paolo Vivaldi, Paolo Carlomè e Admir Shkurtaj.

Madrina della 23esima edizione del Sudestival sarà Bianca Nappi, affermata attrice nel panorama nazionale originaria di Trani, ospite speciale della serata delle premiazioni: a lei sarà dedicato un riconoscimento speciale e sarà proiettato un film, tra i tanti che la vedono protagonista, da lei scelto.

LE SEZIONI

MASTERCLASS

  • 27 gennaio – Kim Rossi Stuart: “Interpretare un personaggio: il ruolo dell’attore nell’opera filmica”.
  • 10 febbraio – Claudio Cupellini: “Dalla graphic novel allo schermo: la sceneggiatura de La terra dei figli”
  • 17 febbraio – Duccio Cimatti: “Il ruolo strategico della luce nell’opera filmica”. Incontro-lezione e visione guidata de Il grande passo
  • 23 febbraio – Salvatore De Mola: “Sceneggiare Questo è un uomo
  • 25 febbraio – Massimiliano Bruno: “Nessuno mi può giudicare
  • 4 marzo – Marco Spoletini: “Il ruolo del montaggio nell’opera filmica: Il silenzio grande
  • 4 marzo – Marco Spoletini: “Il ritmo del montaggio in un film di genere: Piove
  • 10 marzo – Margherita Ferri: “Grammatica e sintassi delle serie tv”.
  • 17 marzo – Mauro Gervasini: “Commedia all’italiana: ieri, oggi (e domani)?” Incontro-lezione e visione guidata de Il sorpasso.

GLI IMPRESCINDIBILI_ LA RETROSPETTIVA DEDICATA A MATTIA TORRE

  • 29 gennaio – Piovono Mucche (2002), di Luca Vendruscolo
  • 5 febbraio – Piccole anime (1998), di Gianni Ciarrapico
  • 19 febbraio – Ogni maledetto Natale (2014), di Mattia Torre, Gianni Ciarrapico, Luca Vendruscolo
  • 26 febbraio – Boris, Il film (2011), di Mattia Torre, Gianni Ciarrapico, Luca Vendruscolo
  • 5 marzo – Figli (2020), di Giuseppe Bonito

CONCORSO LUNGOMETRAGGIO

  • 9 febbraio – Amanda, di Carolina Cavalli
  • 11 febbraio – Per niente al mondo, di Ciro d’Emilio
  • 17 febbraio – Acqua e anice, di Corrado Ceron
  • 24 febbraio – Margini, di Niccolò Falsetti
  • 3 marzo – La lunga corsa, di Andrea Magnani (ANTEPRIMA)
  • 10 marzo – I pionieri, di Luca Scivoletto (ANTEPRIMA)

CONCORSO DOC

  • 6 marzo – Le biblioteche del mondo, di Davide Ferrario (ANTEPRIMA)
  • 6 marzo – Il cerchio, di Sophie Chiarello
  • 7 marzo – Peso Morto, di Francesco Del Grosso
  • 7 marzo – Se fate i bravi, di Stefano Collizzoli
  • 7 marzo – Ennio Flaiano, straniero in patria, di Fabrizio Corallo e Valeria Parisi
  • 8 marzo – Il tempo dei giganti, di Davide Barletti
  • 8 marzo – La generazione perduta, di Marco Turco
  • 8 marzo – Las Leonas, di Isabel Achaval e Chiara Bondì 

CORTA È LA NOTTE – 18 febbraio

Tria, di Giulia Grandinetti; Linfa vitale, di Fausto Franchi; I giorni delle arance, di Matteo De Liberato; The Birdwatchers, di Riccardo Cavosi; When you wish upon a star, di Domenico Modaferri; Destinata coniugi Lo Giglio, di Nicola Prosatore; Memories of crossing, di Alberto Segre; Er Supereroe, di Lorenzo Luzi; Il barbiere complottista, di Valerio Ferrara; The Nightwalk, di Adriano Valerio; L’ultimo fascista, di Giulia Magda Martinez; Tantissimi auguri, di Allegra Licci; A better half, di Marco Calvani; Le Mosche, di Edgardo Pistone; L’ultimo spegne la luce, di Tommaso Santambrogio; Camerieri, di Adriano Giotti; Solitaire, di Edoardo Natoli; L’uomo materasso, di Fulvio Risuleo; 68415, di Antinella Sabatino e Stefano Blasi; Maestrale, di Nico Bonomolo; Notte romana, di Valerio Ferrara; Le variabili dipendenti, di Lorenzo Tardella; I pezzi buoni, di Emanuela Muzzupappa; L’avversario, di Federico Russotto; Old Tricks, di Edoardo Pasquini e Victor Ivanov; Closed to the light, di Nicola Piovesan

SUDESTIVAL KIDS

  • 26 gennaio – Anna Frank e il diario segreto di Ari Folman
  • 9 febbraio – Mister link di Chris Butler
  • 24 febbraio – Trash, la leggenda della piramide magica di Francesco Dafano e Luca della Grotta
  • 3 marzo – La fortuna di Nikuko di Ayumu Watanabe

Sudestival, il festival lungo un inverno: tutti i vincitori dell’edizione 2022

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Si è appena conclusa nella suggestiva cornice di Monopoli la ventiduesima edizione del Sudestival, il festival lungo un inverno, progetto dell’Associazione Culturale Sguardi, fondato e diretto da Michele Suma. Il festival, afferente all’Apulia Cinefestival Network e all’AFIC, viene realizzato con il sostegno e il patrocinio della Regione Puglia – Dipartimento Turismo, Economia della cultura e valorizzazione del territorio, del MIC e della Città di Monopoli, e col patrocinio dell’UNIBA, del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli e del Polo liceale “Galilei-Curie” di Monopoli.

Il primo e unico festival di cinema italiano in Puglia a svolgersi in inverno, divenuto in ben ventidue edizioni il punto di riferimento per le opere prime e seconde della produzione nazionale di qualità, ha contato 15 giorni di festival, 39 proiezioni, 5 sezioni, 7 premi e 34 ospiti con una grande affluenza di pubblico e di giovani, protagonisti indiscussi della kermesse dedicata alla settima arte.

Nella serata conclusiva di domenica 20 marzo, presso il Teatro Radar, si sono svolte le premiazioni delle diverse sezioni a cura delle Giurie presenti. La Giuria Cinema Nazionale, presieduta da Maurizio Sciarra e composta da Stefano Amadio, direttore cinemaitaliano.info, Franco Dassisti, critico cinematografico “Radio24”, Viviana Del Bianco, direttrice N.I.C.E., Gabriella Genisi, scrittrice, Cristiana Paternò, presidente SNCCI – Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani e Anastasia Plazzotta, produttrice, ha assegnato il prestigioso FARO D’AUTORE della Città di Monopoli al miglior lungometraggio a Una femmina di Francesco Costabile. La menzione speciale della Giuria è andata a Il legionario di Hleb Papou. A premiare il miglior documentario, con il PREMIO SUDESTIVAL DOC, la Giuria Nazionale Doc presieduta da Chiara Valenti Omero, direttrice ShorTS di Trieste, con Maurizio Di Rienzo, critico cinematografico e Michele Sancisi, scrittore, autore e giornalista SKY, che ha decretato vincitore Viaggio nel crepuscolo di Augusto Contento e assegnato la menzione speciale a   Ndoto ya Samira – il sogno di Samira di Nino Tropiano.

Il PREMIO GIURIA GIOVANI al miglior lungometraggio, composta da ben 300 ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 19 anni, tutti provenienti dal Polo Liceale “Galilei-Curie”, dagli Istituti Tecnici “Vito Sante Longo” e, IISS “Luigi Russo”, è stato assegnato a I nostri fantasmi di Alessandro Capitani. Il PREMIO DEL PUBBLICO è andato a Una femmina di Francesco Costabile e, sempre Una femmina si è aggiudicato il PREMIO “GIANNI LENOCI” alla Miglior Colonna Sonora, grazie alla Giuria composta dal regista documentarista Francesco Conversano (presidente), dal M° Giampaolo Schiavo, direttore del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli, e dai maestri Francesco Angiuli, compositore, Riccardo Panfili, compositore, Giovanni Boccuzzi, compositore.

La Giuria PREMIO APULIA FILM COMMISSION “CARLO DELLE PIANE” alla miglior sceneggiatura, composta dalla Presidente Anna Crispino Delle Piane e dagli sceneggiatori Antonella Gaeta, Salvatore De Mola e Alessandro Valenti, hanno assegnato il premio ad Alessia Lepore per Il mio corpo vi seppellirà di Giovanni La Parola.

Infine, ma non da ultimo, Renato Casaro, il grande illustratore di tutti i tempi del cinema italiano e internazionale, che ha donato al festival l’illustrazione dell’edizione appena conclusa, ha ricevuto il prestigioso Premio Sudestival alla Carriera.

Sudestival KIDS 2023, ecco il programma a cura di Marino Guarnieri

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Dal 27 gennaio al 17 marzo 2023 torna il Sudestival, progetto dell’Associazione Culturale Sguardi, fondato e diretto da Michele Suma. Giunto alla sua 23esima edizione, il Sudestival propone, dopo la forzata pausa dovuta alla pandemia, una sezione totalmente dedicata ai più piccoli. Il Sudestival KIDS 2023 è curato da Marino Guarnieri, regista (Gatta Cenerentola), animatore, illustratore e presidente di ASIFA Italia, l’associazione degli autori e dei professionisti dell’animazione italiana. Si parte il prossimo 25 gennaio per proseguire con altri quattro appuntamenti, all’insegna di proiezioni e laboratori – a cura dell’Associazione Allegra Brigata – che si terranno presso il Teatro “Radar” di Monopoli, dalle ore 9:00 alle ore 12.30.

Di seguito il programma completo:

25 gennaio 2023 | LABORATORIO DIDATTICO, a cura di Marino Guarnieri, che sarà incentrato sul linguaggio del cinema di animazione e sulle diverse tecniche di lavorazione adoperate nei quattro film in concorso, per coinvolgere e preparare i giovani spettatori alla visione e alla formulazione di un giudizio personale.

26 gennaio 2023 | ANNA FRANK E IL DIARIO SEGRETO di Ari Folman – Belgio, Francia, Olanda, Lussemburgo, Israele (2021) / 2D

Dopo  “Valzer con Bashir” e “The Congress”, Ari Folman torna all’animazione con un film diretto ai più piccoli, che racconta in modo inedito la storia del diario di Anna Frank, attraverso gli occhi della sua amica immaginaria, Kitty, che ne ricostruisce la vicenda. Interessante risulta l’animazione prevalentemente in 2D con innesti di scene in stop-motion.

 09 febbraio 2023 | MISTER LINK di Chris Butler – USA (2019) / Stop Motion

LAIKA è una delle poche case di produzione che realizza film con una tecnica antica e molto artigianale, la Puppet Animation. Schiere di artigiani e artisti contribuiscono, film dopo film, a mantenere viva quest’arte sempre più rara, portandola nel mondo delle tecnologie digitali, con marionette stampate in 3d ed un notevole impiego degli stessi effetti speciali dei grandi colossal di Hollywood, dove però i protagonisti sono dei pupazzi con complicati meccanismi e scheletri mobili che li rendono perfettamente in grado di replicare emozioni e sentimenti come gli attori più smaliziati. Un interessante comparto estetico che si pone come originale alternativa alla computer grafica e riesce a dare vitalità ad una storia che parla di avventura, uguaglianza, tolleranza e della possibilità di trovare una famiglia, anche se non è quello che si stava cercando.

 24 febbraio 2023 | TRASH – LA LEGGENDA DELLA PIRAMIDE MAGICA di Francesco Dafano e Luca della Grotta – Italia (2020) / 3D

Opera prima di Luca della Grotta e Francesco Dafano che ambientano le loro creature di animazione in luoghi reali, per raccontare una favola che insegni ai bambini (e agli adulti!) il potere del riciclo. Trash è un film di animazione digitale interamente italiano e il primo lungometraggio prodotto dalla società di produzione cinematografica Al One, con il contributo del MiBAC.

03 marzo 2023 | LA FORTUNA DI NIKUKO di Ayumu Watanabe – Giappone (2021) / Animazione Giapponese

Il film, tratto dal pluripremiato romanzo di Nishi Kanako, è diretto da Ayumu Watanabe, uno dei più interessanti artisti giapponesi e già autore de “I figli del mare”, e racconta con la tecnica dell’animazione tradizionale, il percorso di formazione di una bambina che vive il suo passaggio all’adolescenza specchiandosi in una madre a cui non assomiglia né vuole assomigliare. 

Tutto il programma e gli aggiornamenti sono consultabili su: www.sudestival.org – Facebook SUDESTIVAL – Twitter SUDESTIVAL – Instagram SUDESTIVAL

Sudestival DOC: dall’1 febbraio al 7 marzo in scena una selezione dei migliori documentari italiani

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Da domani, giovedì primo febbraio, parte la sezione DOC del Sudestival, giunto alla sua 24esima edizione e in corso dal 26 gennaio. La sezione dedicata al cinema del reale vedrà in concorso sei opere della migliore e ultima produzione di documentari italiani, molti dei quali concorreranno anche al Premio David di Donatello – Cecilia Mangini 2024 e ai Nastri d’Argento Documentari 2024 | Cinema del reale.

Un appuntamento atteso, curato dal critico cinematografico Maurizio Di Rienzo insieme al direttore artistico del Sudestival, Michele Suma, di grande arricchimento cinematografico e culturale, grazie anche alla presenza di tutti i registi in sala. “Storie anche interiori di protagonisti carismatici, sorprendenti, scompaginanti, di decenni di cinema, sport, politica civile” – dichiara Di Rienzo – “La Storia ‘riemersa’ di quelle mitiche bronzee statue gemelle, due nostre capitali, la Roma eternamente bifronte nei suoi passati e nei suoi recenti meandri di mode, eccentricità, libertà e notti brave, la Napoli di ora e da sempre stratificata, dedalo solare di monumentalità, cultura, di umanissimi carne e sangue. Questi i fulcri narrativi ed estetici di parole e immagini dei sei documentari in concorso al Sudestival 2024. Sguardi curiosi quanto consapevoli sulla realtà che sa ancora sorprenderci”.  

Appuntamento ogni giovedì presso il Red Carpet di Monopoli e dal primo febbraio con la proiezione di Adesso vinco ioMarcello Lippi di Simone Herbert Paragnani e Paolo Geremei in anteprima al Sudestival rispetto all’uscita nelle sale italiane (dal 26 al 28 febbraio) che racconta chi è davvero Marcello Lippi, l’uomo dietro al sigaro, capace di portare l’Italia a vincere il Campionato del Mondo di Calcio nel 2006, il simbolo della Juventus più vincente di sempre. In sala a presentarlo i due registi.

Si prosegue l’8 febbraio con Roma Santa e dannata, di Roberto D’Agostino e Marco Giusti con la regia e la fotografia di Daniele Ciprì, un viaggio nella notte romana dove Roberto D’Agostino racconterà all’amico Marco Giusti, ripresi da Daniele Ciprì, perché Roma è una città, come la sedia elettrica è una sedia. Città unica e infernale, capace di tutto. Il 15 febbraio è la volta di Semidei di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta che ripercorre mezzo secolo di storia raccontando la vicenda dei due misteriosi guerrieri che riemersero dal mare di Riace nel 1972, dopo duemila anni passati sott’acqua. Il 22 febbraio arriva sul grande schermo del Red Carpet di Monopoli, in anteprima nazionale, Mimmo Lumano di Vincenzo Caricari dedicato alla figura di Lucano, ex sindaco di Riace, ideatore dei progetti di accoglienza degli immigrati condannato e poi assolto.  Profondo Argento di Giancarlo Rolandi e Steve Della Casa sarà il documentario di giovedì 29 febbraio, un racconto in cui Dario Argento è il protagonista assoluto: nell’intimità della sua casa, con le persone che ama o apprezza, tra le location dei suoi film, in un viaggio intimo accompagnato dagli spezzoni delle sue opere. Infine, ma non da ultimo, il 7 marzo sarà proiettato Posso entrare? An ode to Naples, di Trudie Styler, uno sguardo curioso e innamorato di un’artista e intellettuale britannica su una città che neanche l’Italia ha mai capito, una vera e propria dichiarazione d’amore.

CONCORSO DOC

  • 1 febbraio – Adesso vinco io, di Herbert Simone Paragnani e Paolo Geremei
  • 8 febbraio – Roma santa e dannata, di Daniele Ciprì
  • 15 febbraio – Semidei, di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta
  • 22 febbraio – Mimmo Lumano, di Vincenzo Caricari (ANTEPRIMA)
  • 29 febbraio – Profondo Argento, di Giancarlo Rolandi e Steve della Casa
  • 7 marzo – Posso entrare? An ode to Naples, di Trudie Styler

Sudestival 25° edizione presenta il suo weekend di chiusura

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Sudestival 25° edizione presenta il suo weekend di chiusura

Si avvia verso la sua conclusione l’intensa 25esima edizione del Sudestival, il festival della Città di Monopoli, progetto dell’Associazione Culturale Sguardi, fondato e diretto da Michele Suma, con un weekend finale ricco di appuntamenti speciali e grandi ospiti.

Sabato 15 marzo chiuderà il festival la consueta serata delle premiazioni, introdotta dalla proiezione di Actos por partes, diretto da Sergio Milán e distribuito da Tersite Film, Premio “Raffaella Carrà” dell’edizione 2024 del Pop Corn Festival del Corto di Porto Santo Stefano. In apertura, l’esibizione dell’Orchestra del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli, che eseguirà un arrangiamento sulle musiche di Nino Rota da Il Padrino.

Ospite speciale della serata finale l’acclamata attrice Lunetta Savino, che riceverà il Premio “Apulia Excellence”. Per l’occasione verrà proiettato Rosa, lungometraggio d’esordio della regista Katja Colja, nonché prima pellicola che vede Lunetta Savino come protagonista assoluta, candidata per questo film come miglior attrice protagonista ai David di Donatello e ai Nastri d’argento.

Prima della serata conclusiva, l’ultimo weekend del Sudestival si apre con altre due sezioni imperdibili. Il festival vivrà nuovamente anche la propria dimensione internazionale con il focus sull’Armenia, grazie al gemellaggio con il Golden Apricot International Film Festival di Jerevan e sotto il Patrocinio dell’Ambasciata di Armenia in Italia e del Consolato Onorario di Armenia in Bari, dedicando la giornata del 13 marzo, unica sezione a Bari, alla proiezione di tre opere armene selezionate con il GAIFF: Il colore del melograno di Sergej Paradjanov, Aurora’s Sunrise di Inna Sahakyan, e I Will Revenge This World With Love – S. Paradjanov di Zara Jian, presentato a settembre a Venezia e ora al Sudestival come première della sezione internazionale con la regista in sala.

Novità di quest’anno, figlia di un legame storico, sociale e culturale sedimentato con lo sbarco del 1991, è il focus sull’Albania, con il patrocinio e il supporto dell’Ambasciata della Repubblica d’Albania in Italia, di AQSHF – Arkivi Qendror Shtetëror i Filmit e della Fondazione Gramsci Puglia: nella giornata del 14 marzo verranno proiettate tre opere albanesi, i cui autori saranno presenti in sala in compagnia dei rappresentanti delle rispettive istituzioni politiche e culturali. La sezione si apre alle 17 con Anulloje Ligjin di Fabrizio Bellomo: a seguire talk con il regista, Fabiola Ismaili (Aquile di Seta) e il dott. Edon Qesari (Accademia delle Scienze Albanese). Alle 19 sarà la volta di UDHA – Një gjak, një gjuhë, një besë di Alessandro Ferrantelli, una docuserie per la tv albanese presentata in anteprima italiana al Sudestival in forma ridotta e sottotitolata in italiano. A seguire talk con Arbër Agalliu, protagonista, il regista e Noé Andreano, sindaco di Casalvecchio di Puglia. Alle ore 20.30 sono previsti i saluti istituzionali, mentre alle 21 l’anteprima regionale del film restaurato e sottotitolato in italiano Lulekuqet mbi mure di Dhimiter Anagnosti, accompagnata da un talk di presentazione con Vito Saracino (Fondazione Gramsci Puglia), Marinela Ndia e Eriona Vyska (AQSHF – Arkivi Qendor Shtetëror i Filmit), Nicola Barbuti (Dabimus srl – Università di Bari) e Resmie Hallulli (Università di Bari, Fondazione Gramsci Puglia).

Ad arricchire ulteriormente gli ultimi giorni di questa edizione del Sudestival, il 13 marzo è previsto un evento dedicato ai bambini della scuola dell’infanzia, lo speciale Sudestival Baby con le proiezioni di Sapiens? di Bruno Bozzetto e Le figlie della luna di Marino Guarnieri. La visione sarà accompagnata dai laboratori di Jacopo Selicati (Collettivo Resine).

In programma anche le ultime due Masterclass rivolte ai giovani studenti del territorio: il 14 marzo si terrà l’incontro “Raccontare la storia: la questione armena”, guidato dal prof. Giuseppe Spagnulo, docente di Storia delle Relazioni Internazionali (UNIBA), dal prof. Alberto Maiale, docente di Storia e Filosofia (Liceo Salvemini, Bari) e Siranush Quaranta (giornalista, discendente della diaspora armena di Nora Arax), mentre il 15 marzo Daniele Ciprì sarà protagonista dell’incontro sull’importanza della fotografia nel cinema con il suo film È stato il figlio.

Giunto alla sua 25esima edizione, il Sudestival è il punto di riferimento del cinema italiano di qualità in Puglia, grande schermo delle opere prime del cinema italiano, della recente produzione di DOC e di cortometraggi italiani, nella splendida cornice della città di Monopoli ed è espressione dell’Apulia Cinefestival Network, afferisce all’AFIC ed è componente della Rete dei Festival dell’Adriatico.

Sudestival 2025: il ricchissimo programma della 25° edizione al via dal 24 gennaio

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Dal 24 gennaio al 15 marzo 2025 torna il Sudestival, il festival lungo un inverno della Città di Monopoli, progetto dell’Associazione Culturale Sguardi, fondato e diretto da Michele Suma. Il festival è espressione dell’Apulia Cinefestival Network, afferisce all’AFIC ed è componente della Rete dei Festival dell’Adriatico.

Giunto alla sua 25esima edizione, il Sudestival è il punto di riferimento del cinema italiano di qualità in Puglia, grande schermo delle opere prime del cinema italiano, della recente produzione di DOC e di cortometraggi italiani, nella splendida cornice della città di Monopoli.

Un traguardo importante, un quarto di secolo per un’edizione ricca di ospiti importanti, eventi, e proiezioni in anteprima che vedrà il fulcro come sempre nel concorso dei lungometraggi, a cui si affiancherà il concorso dei documentari – a cura di Maurizio Di Rienzo -, la sezione Gli Imprescindibili, le Masterclass, Corta è la notte – selezione di cortometraggi a cura de La Rete dei festival dell’Adriatico – e il cinema per i più piccoli con la sezione Kids – a cura di Marino Guarnieri. A impreziosire il programma l’omaggio a Claudio Caligari in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa.

Primo e unico festival di cinema italiano a svolgersi lungo un inverno, il Sudestival inaugura la sua 25esima edizione venerdì 24 gennaio con l’anteprima pugliese di E se mio padre, il film diretto da Sole Tonnini, in un appuntamento che vedrà la presenza della regista insieme agli attori Claudia Gerini, Massimo Ghini, Luca Scapparone e la piccola Margherita Pantaleo. Il film è liberamente ispirato alle vicende familiari di Sole Tonnini, che ha deciso di reinterpretare in chiave comedy-onirica la scoperta della doppia vita di suo padre. A Claudia Gerini e Massimo Ghini saranno consegnati rispettivamente il Premio “Eccellenti Visioni”- Sudestival 2025 e il  Premio “Alla Carriera” – Sudestival 2025.

Sabato 25 gennaio, in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa, il Sudestival dedica un omaggio a Claudio Caligari, con la proiezione del suo iconico film Non essere cattivo. A seguire, verrà presentato il documentario Duse – The Greatest di Sonia Bergamasco. La regista, nota e apprezzata per i suoi innumerevoli ruoli di attrice, incontrerà il pubblico per raccontare il suo lavoro di autrice dedicato all’interprete più significativa del teatro italiano e riceverà il Premio “Buona la Prima!” -Sudestival 2025. Il weekend di apertura si arricchisce, il 26 gennaio, con la presenza di Elisabetta Villaggio, per accompagnare la Retrospettiva che il Sudestival dedica al suo famoso papà, Paolo Villaggio e per celebrare il cinquantenario di FANTOZZI (1975). Oltre a presentare il suo libro, Fantozzi dietro le quinte. Oltre la maschera. La vita (vera) di Paolo Villaggio (Baldini + Castoldi, 2021), Elisabetta sarà presente alle proiezioni del biopic Com’è umano lui! – insieme al regista Luca Manfredi e Vincenzo Zampa, attore protagonista, di cui è stata consulente dell’opera – e di Fantozzi di Luciano Salce che quest’anno festeggia 50 anni. Il personaggio simbolo del servilismo, della “sfiga”, delle reazioni spropositate, ‘la più riuscita maschera del nostro cinema dopo Totò’, sarà al centro dell’incontro con il critico cinematografico Paolo Mereghetti ed Elisabetta Villaggio, dedicato al personaggio che Paolo Villaggio ha incarnato per anni, specchio di una determinata classe sociale e della visione sociale e culturale di un’epoca.

Si entra nel vivo del concorso lungometraggi il 31 gennaio con la première di  Nottefonda, di Giuseppe Miale di Mauro, presente in sala,  con l’attore Francesco Di Leva. A seguire, il 7 febbraio sarà la volta di Troppo azzurro con il regista Filippo Barbagallo presente in sala, e la settimana successiva, il 14 febbraio, di Anywhere Anytime di Milad Tangshir, presente in sala. Il 21 febbraio la regista Sara Petraglia presenta il quarto film in concorso, L’albero, da lei diretto; il 28 febbraio toccherà a La cosa migliore di Federico Ferrone, anche lui presente in sala. Ultimo titolo in concorso, il 7 marzo, The Opera! Arie per un’eclissi di Davide Livermore e Paolo Gep Cucco, pronti per accogliere le domande del pubblico in sala.

Ad affiancare il concorso dei lunghi, l’immancabile sezione DOC, che porta per la prima volta in Puglia alcuni dei titoli più interessanti nello scenario dei documentari italiani. La sezione concorsuale, curata da Maurizio Di Rienzo, si apre il 30 gennaio con Musicanti con la pianola di Matteo Malatesta, presenti in sala il regista e i musicisti Pivio e De Scalzi, e prosegue il 6 febbraio con Come quando eravamo piccoli di Camilla Filippi. Continua poi il 13 febbraio con I nipoti dei fiori di Aureliano Amadei e il 20 febbraio con Come se non ci fosse un domani di Riccardo Cremona e Matteo Keffer, che verrà proiettato in anteprima rispetto all’uscita nelle sale. Concludono la sezione Ogni pensiero vola di Alice Ambrogi, il 27 febbraio, e Lirica Ucraina di Francesca Mannocchi, il 6 marzo. Registi e ospiti in sala per ogni proiezione.

Per quanto riguarda Corta è la notte, il consueto appuntamento con la sezione cortometraggi, quest’anno saranno otto le opere in concorso. Il programma della “notte dei corti” continuerà con un’ ulteriore selezione fuori concorso curata dalla Rete dei Festival dell’Adriatico.

Lanciata nel weekend di apertura con la presenza di sua figlia, la retrospettiva di questa edizione è interamente dedicata a Paolo Villaggio, proponendo al pubblico una selezione di titoli che lo vedono e lo ‘riscoprono’ protagonista di preziose pellicole d’autore. Il 26 gennaio sarà proiettato Brancaleone alle crociate di Mario Monicelli e il 1° febbraio Il… Belpaese di Luciano Salce. La retrospettiva continuerà l’8 febbraio con A tu per tu di Sergio Corbucci e il 15 febbraio con La voce della luna di Federico Fellini. Ultimo titolo dedicato alla filmografia di Villaggio sarà, il 22 febbraio, Un bugiardo in paradiso di Enrico Oldoini.

Unico festival di cinema in Italia che ha come cuore pulsante un gruppo di professori, il Sudestival dedica grande attenzione ed energie alle Masterclass, sezione che coinvolge con grande entusiasmo centinaia di giovani studenti del territorio. È un momento di arricchimento e di confronto lungo un inverno, che anche quest’anno vedrà protagonisti nomi di fama internazionale interloquire con i giovani delle scuole superiori. Ad inaugurare le masterclass sarà la regista Margherita Ferri, campionessa di incassi con il suo ultimo film, Il ragazzo dai pantaloni rosa, che il 24 gennaio racconterà ai ragazzi come ha trasposto sul grande schermo una storia e una tematica delicata nell’incontro “Dall’idea all’opera: la regia”. Ospite del Sudestival 2025 anche Esmeralda Calabria, che il 25 gennaio racconterà il lavoro e il ruolo strategico del montaggio ne La Stranezza di Roberto Andò mentre il 7 febbraio vedrà l’atteso ritorno al Festival di Antonella Gaeta, autore della fortunata serie Qui non è Hollywood, con una masterclass che avrà come argomento le peculiarità del linguaggio delle serie tv. Il 22 febbraio ritorna a Monopoli, dopo aver vinto con la sua opera prima, Francesco Costabile, che insieme al co-sceneggiatore Adriano Chiarelli racconterà il processo di trasposizione dalla pagina allo schermo del suo ultimo pluripremiato film, Familia, mentre il 1° marzo il ruolo determinante della colonna sonora sarà il tema affascinante dell’incontro con Bruno Falanga, autore della colonna sonora di Another End di Piero Messina. Durante l’ultimo weekend del Festival, il 14 marzo, Piero Marrazzo terrà la masterclass su come narrare la storia, proponendo il documentario storico I figli dell’Arat, L’Avamposto e, non da ultimo, il 15 marzo Daniele Ciprì sarà protagonista dell’incontro sull’importanza della fotografia nel cinema con il suo film È stato il figlio.

Insieme alle masterclass pensate per i più giovani, la sezione Kids è invece dedicata ai giovanissimi, ai bambini delle scuole primarie della città, con la direzione artistica di Marino Guarnieri, regista e illustratore, già presidente di ASIFA Italia. Si parte il 30 gennaio con la presentazione del suo libro Chiedi al maestro. Confronti d’autore sull’animazione e il 31 gennaio con un laboratorio da lui curato.  La sezione prosegue poi con quattro proiezioni di film di animazione: Linda e il pollo di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach il 14 febbraio, La bicicletta di Bartali di Enrico Paolantonio il 21 febbraio, Tito e Vinni: A tutto ritmo di Alois Di Leo e Sérgio Machado il 28 febbraio e infine Prendi il volo di Benjamin Renner e Guylo Homsy il 7 marzo. Inoltre, il 13 marzo un evento dedicato ai bambini della scuola dell’infanzia con uno speciale Sudestival Baby con Sapiens? di Bruno Bozzetto e Le figlie della luna di Marino Guarnieri. La visione sarà accompagnata dai laboratori di Jacopo Selicati (Collettivo Resine).

Il festival vivrà nuovamente anche la propria dimensione internazionale grazie al gemellaggio con il Golden Apricot International Film Festival di Jerevan (Armenia), e sotto il Patrocinio dell’Ambasciata di Armenia in Italia e del Consolato  Onorario di Armenia in Bari, dedicando la giornata del 13 marzo, unica sezione  a Bari, alla proiezione di tre opere armene selezionate con il GAIFF: Il colore del melograno di Sergej Paradjanov, Aurora’s Sunrise di Inna Sahakyan, e I Will Revenge This World With Love – S. Paradjanov di Zara Jian, presentato a settembre a Venezia e ora al Sudestival come première della sezione internazionale. Novità di quest’anno, figlia di un legame storico, sociale e culturale sedimentato con lo sbarco del 1991, è il focus sull’Albania, con il patrocinio e il supporto dell’Ambasciata della Repubblica d’Albania in Italia, di AQSHF – Arkivi Qendror Shtetëror i Filmit e della Fondazione Gramsci Puglia. Nella giornata del 14 marzo verranno proiettate tre opere albanesi: Papaveri rossi sui muri di Dhimiter Anagnosti, Annulla il decreto di Fabrizio Bellomo e UDHA – Un sangue, una lingua, una fede di Alessandro Ferrantelli. Tutti gli autori saranno presenti in sala, in compagnia dei rappresentanti delle rispettive istituzioni politiche e culturali.

Non mancheranno poi i momenti di riflessione, per commemorare due importanti avvenimenti: il 29 gennaio, pochi giorni dopo la ricorrenza del Giorno della Memoria, verrà proiettato L’ultima volta che siamo stati bambini di Claudio Bisio, mentre il 12 febbraio sarà l’occasione di celebrare il Giorno del Ricordo con il documentario Io ricordo – La terra dei miei padri di Michelangelo Gratton.

Il 2 marzo è in programma la serata speciale in cui verrà conferito il premo “Eccellenze del Sud” all’attrice Isabella Ragonese. In questa occasione, Federico Pommier presenterà il libro Isabella Ragonese. Tutta la vita dentro (Cosmo Iannone Editore, 2023), curato insieme ad Anna Maria Pasetti.

Ben 12 sono i premi che saranno assegnati in questa edizione: il Faro d’Autore della Città di Monopoli e il Premio “Masseria Santa Teresa Resort” al miglior lungometraggio indicato dalla Giuria Cinema Nazionale Lungometraggi, composta da Daniele Ciprì e Marco Spolentini e presieduta da Cristiana Paternò; il Premio “900 – Albea”, assegnato dalla Giuria del Pubblico al miglior lungometraggio; la  Giuria Giovani Sudestival School assegnerà il Premio “Monholiday” al miglior lungometraggio; confermati anche quest’anno il CD d’argento per il Premio “Gianni Lenoci” alla Miglior Colonna Sonora – la cui Giuria è presieduta da Gianpaolo Schiavo e composta da Daniela Nasti e Francesco Angiuli; il Premio Apulia Film Commission “Carlo Delle Piane” alla Miglior Sceneggiatura, assegnato dalla Giuria composta da Antonella W. Gaeta, Salvatore De Mola e Anna Crispino Delle Piane, presidente. Il Premio “Albergo Diffuso”, sarà attribuito dalla Giuria Nazionale DOC, composta da Viviana Del Bianco (Presidente) con Caterina Sabato e Franco Dassisti, al miglior documentario, a cui si affiancherà il Premio Giuria Giovani Sudestival School al miglior DOC “Giù in Lab”; il Premio “Rete dei Festival dell’Adriatico” – Rai Cinema Channel sarà assegnato al miglior cortometraggio dalla giuria presieduta da Manuela Rima e composta da Ciro D’Emilio e Paola Randi, a cui si affiancherà la Giuria Giovani del Sudestival School, che assegnerà il Premio Panalight al miglior cortometraggio; infine, la Giuria KIDS Sudestival School assegnerà il Premio al Miglior Film di Animazione e l’ospite d’onore (a sorpresa) della Serata delle Premiazioni del 15 marzo riceverà il Premio “Eccellenti Visioni”, che sarà aperta dalla proiezione di Actos por partes, diretto da Sergio Milán, Premio “Raffaella Carrà” dell’edizione 2024 del Pop Corn Festival del Corto di Porto Santo Stefano, il tutto preceduto dalla esibizione dell’Orchestra del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli, che eseguirà le musiche del Padrino – parte II, per celebrare un altro nobile cinquantenario: il Premio Oscar per la Miglior Colonna Sonora al Maestro Nino Rota.

LE SEZIONI del Sudestival 2025

MASTERCLASS

  • 24 gennaio – Margherita Ferri: “Dall’idea all’opera: la regia – Il ragazzo dai pantaloni rosa
  • 25 gennaio – Esmeralda Calabria: “Costruire il film: il montaggio – La stranezza
  • 7 febbraio – Antonella Gaeta: “Il linguaggio delle serie TV – Qui non è Hollywood
  • 22 febbraio – Francesco Costabile e Adriano Chiarelli: “Dalla pagina allo schermo – Familia
  • 1° marzo – Bruno Falanga: “Il ruolo della colonna sonora nell’opera filmica – Another End
  • 14 marzo – Piero Marrazzo: “Documentare la storia – I figli dell’Arat, L’Avamposto
  • 15 marzo – Daniele Ciprì: “Il ruolo strategico della fotografia – È stato il figlio

GLI IMPRESCINDIBILI: LA RETROSPETTIVA DEDICATA A PAOLO VILLAGGIO

  • 26 gennaio – Brancaleone alle crociate di Mario Monicelli (1970)
  • 1° febbraio – Il… Belpaese di Luciano Salce (1977)
  • 8 febbraio – A tu per tu di Sergio Corbucci (1984)
  • 15 febbraio – La voce della luna di Federico Fellini (1990)
  • 22 febbraio – Un bugiardo in paradiso di Enrico Oldoini (1998)

CONCORSO LUNGOMETRAGGI

  • 31 gennaio Nottefonda, di Giuseppe Miale di Mauro
  • 7 febbraio – Troppo azzurro, di Filippo Barbagallo
  • 14 febbraio – Anywhere Anytime, di Milad Tangshir
  • 21 febbraio – L’albero, di Sara Petraglia
  • 28 febbraio – La cosa migliore, di Federico Ferrone
  • 7 marzo – The Opera! Arie per un’eclissi, di Davide Livermore e Paolo Gep Cucco

CONCORSO DOC

  • 30 gennaio – Musicanti con la pianola, di Matteo Malatesta
  • 6 febbraio – Come quando eravamo piccoli, di Camilla Filippi
  • 13 febbraio – I nipoti dei fiori, di Aureliano Amadei
  • 20 febbraio – Come se non ci fosse un domani, di Riccardo Cremona e Matteo Keffer
  • 27 febbraio – Ogni pensiero vola, di Alice Ambrogi
  • 6 marzo – Lirica Ucraina, di Francesca Mannocchi

CORTA È LA NOTTE1° MARZO

  • Apocalypsis, di Andrés Llanezas, Emmanuel Alcalá e Nicolás Sanabria
  • Empathy, di Mattia Marano
  • Due, di Matteo De Liberato
  • Mayday, di Simone D’Alessandro
  • La Confessione, di Nicola Sorcinelli
  • Il Taglio di Jonas, di Rosario Capozzolo
  • I Topi Ballano, di Manfredi Ostuni
  • Due Sorelle, di Antonio De Palo

SUDESTIVAL KIDS

  • 30 gennaio – Presentazione del libro Chiedi al maestro. Confronti d’autore sull’animazione di Marino Guarnieri
  • 31 gennaio – Laboratorio a cura di Marino Guarnieri
  • 14 febbraio – Linda e il pollo, di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach
  • 21 febbraio – La bicicletta di Bartali, di Enrico Paolantonio
  • 28 febbraio – Tito e Vinni: A tutto ritmo, di Alois Di Leo e Sérgio Machado
  • 7 marzo – Prendi il volo, di Benjamin Renner e Guylo Homsy

Sudestival 2024: tutti i vincitori della 24° edizione

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Sudestival 2024: tutti i vincitori della 24° edizione

Si è appena conclusa nella suggestiva cornice di Monopoli la ventiquattresima edizione del Sudestival, il festival della Città di Monopoli, progetto dell’Associazione Culturale Sguardi, fondato e diretto da Michele Suma. Il festival è espressione dell’Apulia Cinefestival Network, afferisce all’AFIC ed è componente della Rete dei Festival dell’Adriatico. Il Sudestival è il punto di riferimento del cinema italiano di qualità in Puglia, grande schermo delle opere prime del cinema italiano, della recente produzione di DOC e di cortometraggi italiani, che si svolge nella splendida cornice della città di Monopoli.

Il festival, divenuto in ben ventiquattro edizioni il punto di riferimento per le opere prime e seconde della produzione nazionale di qualità, ha contato quest’anno cinque sezioni e dieci premi, includendo una retrospettiva dedicata a Giuliano Montaldo e la presenza di numerosi ospiti.

Nella serata conclusiva di venerdì 15 marzo, presso il Teatro Radar di Monopoli, si sono svolte le premiazioni delle diverse sezioni a cura delle Giurie presenti. Prima della consegna dei premi il pubblico ha avuto il piacere di guardare il cortometraggio Ballatoio N. 5 di Chiara de Angelis, a cui è stato conferito il Premio Raffaella Carrà all’interno del Pop Corn Festival 2023. Il festival, che si tiene ogni anno a Porto Santo Stefano Monte Argentario, è gemellato con il Sudestival e diretto da Francesca Castriconi, che sarà presente in sala.

La Giuria Cinema Nazionale Lungometraggi del Sudestival, presieduta dal regista Giorgio Diritti e composta dai registi Claudio Cupellini, Alessandro Aronadio e Annarita Ciccone e dalla regista e attrice Michela Andreozzi, ha assegnato il prestigioso FARO D’AUTORE della Città di Monopoli e il PREMIO SANTA TERESA RESORT per il miglior lungometraggio a Come pecore in mezzo ai lupi di Lyda Patitucci, aggiungendo una MENZIONE SPECIALE a Castelrotto di Damiano Giacomelli. È stato Profondo Argento di Steve della Casa e Giancarlo Rolandi ad aggiudicarsi il PREMIO GIURIA CINEMA NAZIONALE “ALBERGO DIFFUSO” come miglior Doc, grazie alla giuria composta dalla presidente Viviana Del Bianco (N.I.C.E.) e dai giornalisti Michele Sancisi e Alessandro Boschi, mentre il PREMIO RETE DEI FESTIVAL DELL’ADRIATICO al miglior cortometraggio è andato a Un bacio di troppo di Vincenzo Lamagna.

La Giuria Giovani del Sudestival, nata ventiquattro anni fa grazie all’impegno del Polo Liceale “Galilei-Curie” di Monopoli, ha assegnato il PREMIO “MONHOLIDAY” per il miglior lungometraggio a Roma Blues di Gianluca Manzetti e il PREMIO al miglior documentario a Posso entrare? An ode to Naples di Trudie Styler. Argonuts – Missione Olimpo di David Alaux si è invece aggiudicato il PREMIO GIURIA KIDS SUDESTIVAL SCHOOL per il miglior film d’animazione.

Il PREMIO GIURIA DEL PUBBLICO “9CENTO – ALBEA” per il miglior lungometraggio è andato a Doppio passo di Lorenzo Borghini, mentre il PREMIO CD D’ARGENTO “GIANNI LENOCI” è stato assegnato a  Luca Hobu Gaigher per la colonna sonora di  Gli ospiti di Svevo Montasio, grazie alla Giuria composta dal regista documentarista Francesco Conversano (presidente), dal maestro Giampaolo Schiavo, direttore del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli e compositore, e dai maestri Paolo Carlomè, docente di composizione, Daniela Nasti, docente di Teoria Ritmica e percezione musicale e compositrice, e Paolo Vivaldi, docente di Composizione per la Musica applicata alle immagini. Il PREMIO APULIA FILM COMMISSION “CARLO DELLE PIANE” alla miglior sceneggiatura, assegnato dagli sceneggiatori Salvatore De Mola e Antonella Gaeta con la presidenza diAnna Crispino Delle Piane, è stato assegnato a Valerio Cilio e Gianluca Leoncini per Denti da squalo di Davide Gentile.

Infine, ma non meno importante, il PREMIO SUDESTIVAL 2024 “BUONA LA PRIMA!” è andato all’attrice e regista Margherita Buy presente in sala per la proiezione della sua opera prima, Volare.

Sudestival 2024, dal 26 gennaio al 15 marzo, annunciato il programma

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Dal 26 gennaio al 15 marzo 2024 torna il Sudestival, il festival della Città di Monopoli, progetto dell’Associazione Culturale Sguardi, fondato e diretto da Michele Suma. Il festival è espressione dell’Apulia Cinefestival Network, afferisce all’AFIC ed è componente della Rete dei Festival dell’Adriatico.

Giunto alla sua 24esima edizione, il Sudestival è il punto di riferimento del cinema italiano di qualità in Puglia, grande schermo delle opere prime del cinema italiano, della recente produzione di DOC e di cortometraggi italiani, nella splendida cornice della città di Monopoli.  Il tema dell’imprevisto, del caso, dell’instabilità della vita sarà il fil rouge dell’edizione, che vedrà il fulcro come sempre nel concorso dei lungometraggi, con due anteprime nazionali, a cui si affiancherà il concorso dei documentari – a cura di Maurizio Di Rienzo -, la sezione Gli Imprescindibili, le Masterclass, Corta è la notte – selezione di cortometraggi a cura de La Rete dei festival dell’Adriatico – e il cinema per i più piccoli con la sezione Kids – a cura di Marino Guarnieri. A chiudere il ricco programma l’Omaggio a Carlo Delle Piane e l’Omaggio a Walter Chiari nel centenario della sua nascita.

Primo e unico festival di cinema italiano a svolgersi lungo un inverno, il Sudestival inaugura la sua 24esima edizione sabato 27 gennaio con la tradizionale Sezione “L’attore/attrice dietro la macchina da presa”. Due gli appuntamenti: la sera del 27 gennaio con Alessandro Roja, ospite in sala, e la sua opera prima, Con la grazia di un Dio, che vede protagonisti Tommaso Ragno e Maya Sansa; la sera del 28 gennaio con Kasia Smutniak, ospite in sala con il suo Mur, debutto dietro alla macchina da presa dell’attrice sulle tragiche conseguenze sociali, culturali e politiche del muro tra Polonia e Bielorussia.

Il ricco weekend d’apertura sarà impreziosito dall’evento speciale, in occasione della Giornata della Memoria, che vede protagonista Marco Belpoliti e la sua lectio magistralis su “Leggere Se questo è un uomo di Primo Levi, a cui seguirà la proiezione de La strada di Levi di Davide Ferrario, che celebra l’appena trascorso sessantennale della pubblicazione de La tregua di Primo Levi, testimoniando la consueta attenzione del festival anche alla storia, alla letteratura e alla formazione.

Si entra nel vivo del concorso lungometraggi il 2 febbraio con Come pecore in mezzo ai lupi, proiettato alla presenza della regista Lyda Patitucci. A seguire, il 9 febbraio sarà la volta di Castelrotto di Damiano Giacomelli – presentato in anteprima, e la settimana successiva di Doppio Passo di Lorenzo Borghini.  Il 23 febbraio il quarto film in concorso, Gli ospiti, diretto da Svevo Moltrasio e il 1° marzo, seconda anteprima della sestina, Roma Blues di Gianluca Manzetti. Ultimo titolo in concorso, l’8 marzo, Denti da squalo di Davide Gentile.

Ad affiancare il concorso dei lunghi, l’immancabile sezione DOC, che porta per la prima volta in Puglia alcuni dei titoli più interessanti nello scenario dei documentari italiani. La sezione concorsuale, curata da Maurizio Di Rienzo, si apre il 1° febbraio con Adesso vinco io di Herbert Simone Paragnani e Paolo Geremei (anteprima), e prosegue l’8 febbraio con Roma Santa e dannata di Daniele Ciprì; il 15 febbraio con Semidei di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta (anteprima), Mimmo Lumano di Vincenzo Caricari il 22 febbraio (anteprima), Profondo Argento di Giancarlo Rolandi e Steve Della Casa il 29 febbraio e, infine, il 7 marzo Posso entrare? An ode to Naples, di Trudie Styler.

Primo in Italia, alla luce della recente scomparsa, il Sudestival dedica la propria tradizionale retrospettiva “Gli imprescindibili” a Giuliano Montaldo, regista e attore pietra miliare della storia del cinema italiano. Si parte domenica 28 gennaio con Sacco e Vanzetti, accompagnato dalla presenza del regista Inti Carboni (nipote di Montaldo), che inaugurerà lo sguardo retrospettivo della sezione. La retrospettiva proporrà Giordano Bruno il 3 febbraio, il 10 febbraio L’Agnese va a morire, il 17 febbraio I demoni di San Pietroburgo e, infine, L’industriale il 24 febbraio.

Unico festival di cinema in Italia che ha come cuore pulsante un gruppo di docenti di istituti superiori, il Sudestival dedica grande attenzione ed energie alle Masterclass, sezione che coinvolge con grande entusiasmo centinaia di giovani studenti del territorio. È un momento di arricchimento e di confronto del “cinema che ti parla”, che anche quest’anno vedrà protagonisti nomi di fama internazionale interloquire con i giovani delle scuole superiori. Ad aprire la sezione, fiore all’occhiello del Festival, il direttore della fotografia Luca Bigazzi sul tema “Il ruolo strategico della luce nell’opera filmica: Amusia” insieme al regista Marescotti Ruspoli. Un ritorno al Sudestival per Fabio Mollo, che presentò la sua opera prima nel lontano 7 marzo 2014. L’autore terrà l’incontro, il 27 gennaio, intitolato “Dalla pagina allo schermo: la regia di Nata per te”. Il 2 febbraio Pippo Mezzapesa e Antonella Gaeta proporranno il tema “Regia e scrittura cinematografica tra finzione e realtà: Ti mangio il cuore”. Il 23 febbraio Ciro D’Emilio, altro esordio del Sudestival, sarà protagonista de “La regia tra narrazione e visione”. L’ultimo weekend del Festival vedrà il 14 marzo il montatore Marco Spoletini con “Le strategie di montaggio in Io capitano” e il 15 marzo lo sceneggiatore Salvatore De Mola che illustrerà “La scrittura della storia in Fango e Gloria”.

Insieme alle masterclass pensate per i più giovani, la sezione Kids è invece dedicata ai giovanissimi, ai bambini delle scuole primarie della città, con la direzione artistica di Marino Guarnieri, regista e illustratore, già presidente di ASIFA Italia, e i laboratori curati da Jacopo Selicati, dell’Allegra Brigata di Monopoli. Si parte il 9 febbraio con il laboratorio didattico a cura di Marino Guarnieri, incentrato sul linguaggio del cinema d’animazione e sulle tecniche di lavorazione adoperate nei film in concorso.

In occasione del centenario della nascita, il Sudestival dedicata un omaggio a Walter Chiari, con la presentazione in anteprima al Sud di 100% Walter. Biografia di un genio irregolare (Baldini e Castoldi) di Simone Annichiarico e Michele Sancisi, entrambi ospiti in sala. Ad affiancare il libro anche la proiezione del doc Meglio esser chiari di Cecilia Formenti, con Simone Annichiarico, e del famoso Walter e i suoi cugini di Marino Girolami. Il 26 gennaio sarà inoltre presentato in anteprima regionale il libro Carlo Delle Piane, l’uomo che ho amato (Martin Eden) a cura di Anna Crispino Delle Piane, scrittrice e moglie dell’attore, ospite in sala.

Il festival vivrà anche la propria dimensione internazionale grazie al gemellaggio con il Golden Apricot International Film Festival di Jerevan (Armenia), dedicando la giornata del 14 marzo alla proiezione di due opere armene selezionate dal GAIFF: Luka di Jessika Woodworth e Tonratun di Inna Sahakyan. Chiuderà la giornata l’Omaggio a Charles Aznavour, in occasione del centenario della nascita, con la proiezione di Tirate sul pianista di Francois Truffaut.

Ben 10 sono i premi che saranno assegnati in questa edizione: il Faro d’Autore della Città di Monopoli e il Premio “Masseria Santa Teresa Resort” al miglior lungometraggio indicato dalla Giuria Nazionale Lungometraggi, composta da Claudio Cupellini, Michela Andreozzi, Alessandro Aronadio, Anne Ritta Ciccone e presieduta da Giorgio Diritti; il Premio “900 – Albea”, assegnato dalla Giuria del Pubblico al miglior lungometraggio; la  Giuria Giovani Sudestival School assegnerà il Premio “Monholiday” al miglior lungometraggio; confermati anche quest’anno il CD d’argento per il Premio “Gianni Lenoci” alla Miglior Colonna Sonora – la cui Giuria presieduta da Francesco Conversano si compone di Gianpaolo Schiavo, Paolo Vivaldi, Paolo Carlomè e Daniela Nasti; il Premio Apulia Film Commission “Carlo Delle Piane” alla Miglior Sceneggiatura, assegnato dalla Giuria composta da Antonella W. Gaeta, Salvatore De Mola e Anna Crispino Delle Piane, presidente. Il Premio “Albergo Diffuso”, sarà attribuito dalla Giuria Nazionale DOC, composta da Viviana Del Bianco (presidente) con Michele Sancisi e Alessandro Boschi, al miglior documentario, a cui si affiancherà il Premio Giuria Giovani al miglior DOC; il Premio “Rete dei Festival dell’Adriatico” sarà assegnato al miglior cortometraggio. Infine, la Giuria KIDS Sudestival School assegnerà il Premio al Miglior Film di Animazione e l’ospite d’onore della Serata delle Premiazioni del 15 marzo riceverà il Premio “Eccellenti Visioni”, che sarà aperta dalla proiezione di Ballatoio n. 5 di Chiara De Angelis, Premio “Raffaella Carrà” del Pop Corn – Festival del Corto di Porto Santo Stefano.

LE SEZIONI

MASTERCLASS

  • 26 gennaio – Luca Bigazzi: “Il ruolo strategico della luce nell’opera filmica: Amusia
  • 27 gennaio – Fabio Mollo: “Dalla pagina allo schermo: la regia di Nata per te”
  • 2 febbraio – Pippo Mezzapesa e Antonella Gaeta: “Regia e scrittura cinematografica tra finzione e realtà: Ti mangio il cuore
  • 23 febbraio – Ciro d’Emilio: “La regia tra narrazione e visione: Un giorno all’improvviso
  • 14 marzo – Marco Spoletini: “Le strategie di montaggio in Io capitano
  • 15 marzo – Salvatore De Mola: “Le scelte di sceneggiatura di Fango e Gloria

GLI IMPRESCINDIBILI_ LA RETROSPETTIVA DEDICATA A GIULIANO MONTALDO

  • 28 gennaio – Sacco e Vanzetti (1971)
  • 3 febbraio – Giordano Bruno (1973)
  • 10 febbraio – L’Agnese va a morire (1976)
  • 17 febbraio – I demoni di San Pietroburgo (2008)
  • 24 febbraio – L’industriale (2011)

CONCORSO LUNGOMETRAGGIO

  • 2 febbraio – Come pecore in mezzo ai lupi, di Lyda Patitucci
  • 9 febbraio – Castelrotto, di Giuliano Giacomelli (ANTEPRIMA)
  • 16 febbraio – Doppio passo, di Lorenzo Borghini
  • 23 febbraio – Gli ospiti, di Svevo Moltrasio
  • 1 marzo – Roma Blues, di Gianluca Manzetti (ANTEPRIMA)
  • 8 marzo – Denti da squalo, di Davide Gentile

CONCORSO DOC

  • 1 febbraio – Adesso vinco io, di Herbert Simone Paragnani e Paolo Geremei
  • 8 febbraio – Roma santa e dannata, di Daniele Ciprì
  • 15 febbraio – Semidei, di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta
  • 22 febbraio – Mimmo Lumano, di Vincenzo Caricari (ANTEPRIMA)
  • 29 febbraio – Profondo Argento, di Giancarlo Rolandi e Steve della Casa
  • 7 marzo – Posso entrare? An ode to Naples, di Trudie Styler

CORTA È LA NOTTE2 MARZO

  • Un bacio di troppo, di Vincenzo Lamagna
  • Due battiti, di Marino Guarnieri
  • Beati i puri di cuore, di Matteo Giampetruzzi
  • La nocchiera, di Martina Briglia
  • Happy New Year, di Andrea Gatopoulos
  • Mariposa, di Maurizio Forcella
  • Stanza 5, di Rosario Capozzolo
  • Tu Quoque, di Luca Fattori Giombi

SUDESTIVAL KIDS

  • 9 febbraio – Laboratorio a cura di Marino Guarnieri
  • 16 febbraio – Mary e lo spirito di mezzanotte, di Enzo d’Alò
  • 1 marzo – Manodopera, di Alain Ughetto
  • 8 marzo – Argonuts missione Olimpo, di David Alaux
  • 14 marzo – Titina, di Kajsa Naess

Suddenly: il regista smentisce le voci sul comportamento “inappropriato” di Jake Gyllenhaal

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Il regista Thomas Bidegain ha risposto alle voci sull’uscita di Jake Gyllenhaal e Vanessa Kirby dal film indipendente Suddenly, dopo che sono emerse voci sul comportamento tenuto da Jake Gyllenhaal.

All’inizio di questa settimana è emersa la notizia che Jake Gyllenhaale la Vanessa Kirby hanno lasciato il progetto, che stava per terminare la pre-produzione. Secondo quanto riportato,  Jake Gyllenhaal ha mostrato un comportamento poco professionale mentre si trovava in Islanda, saltando in un lago ghiacciato, chiedendo di riscrivere il film e persino deridendo le battute con un “accento alla Pepe Le Pew“.

Parlando con la rivista francese Technikart (via Variety), Bidegain non ha parlato apertamente di queste affermazioni, ma ha fatto notare che il trio semplicemente non aveva la stessa visione del film e ha deciso di fermarsi prima dell’inizio delle riprese.

Il regista riconosce che il trio aveva delle divergenze creative

Quando abbiamo iniziato a leggere la sceneggiatura nella stessa stanza, ci siamo resi conto che non avevamo affatto la stessa visione di ciò che il film doveva essere“, ha detto Bidegain. “Volevano sempre più cambiamenti. È normale che ci siano modifiche alla sceneggiatura prima delle riprese, ma in questo caso era diverso. Ognuno di noi aveva la propria idea di quale fosse il messaggio del film. Ho cercato di appianare le cose una volta, due volte – e poi ho capito che non avrebbe funzionato, quindi ho dovuto smettere“.

Bidegain ha anche smentito le voci secondo cui il progetto sarebbe stato abbandonato proprio nel momento in cui si stava girando, affermando che mancavano ancora “otto settimane” alle riprese effettive e che si erano semplicemente incontrati in Islanda perché era quella la location delle riprese. Il regista ha anche affermato che sia Jake Gyllenhaal e Vanessa Kirby volevano che il film fosse incentrato su cose diverse, il che ha portato alla rottura.

Suda e Cresci : nuovo poster e immagini inedite

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Suda e Cresci : nuovo poster e immagini inedite

Ecco un nuovo poster internazionale ed alcune immagine inedite fresche di distribuzione provenienti dal nuovo attesissimo Suda e Cresci (Pain & Gain), ambizioso progetto low budget di Michael Bay interpretato da Mark Wahlberg e Dwayne Johnson, affiancati da Redel Wilson e Ed Harris. Distribuito dalla Paramount Pictures, il film sarà nelle sale italiane dal 1 maggio 2013.

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Suda e Cresci : ecco il Michael Bay low budget

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Suda e Cresci : ecco il Michael Bay low budget

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Miami. Metà anni ’90. La palestra “Sun Gym” è tra i principali punti di ritrovo della città per bodybuilder ossessionati dall’attività fisica e dalla cura “scultorea” del loro corpo: per lo più a base di pesi, aerobica e, soprattutto, larghi quantitativi di steroidi, illecitamente trafficati negli spogliatoi sotto lo sguardo vigile del direttore, Daniel Lugo.

Gli affari sembrano procedere per il meglio, e tutto fila liscio come l’olio fino a quando l’apertura di un nuovo complesso a Miami Lake, il Gold Gym, non determina una consistente fuga di clienti e l’incapacità di stare al passo con la concorrenza. Per far fronte alla situazione e sfuggire al tracollo economico il responsabile dell’attività, Daniel Lugo appunto, opta per una strada in linea con il suo passato “sporco” di pregiudicato: rapire, con l’aiuto del criminale Paul Doyle, un importante e ricco uomo d’affari, Victor Kershaw, per accedere alle sue finanze, a suon di botte e di torture.

Il malcapitato, scampato al tentato omicidio da parte della “Gang Gym Sun”, e deluso dal dipartimento di Polizia, affiderà la cattura della banda al detective Ed Du Bois.

Si tratta di una storia realmente accaduta, raccontata nel 1999 in una serie di articoli pubblicati sotto il titolo di Pain and Gain dal giornalista investigativo Pete Collins sul Miami New Times, e  adesso diventata un film.

Stiamo parlando di Suda e cresci, diretto da Michael Bay e interpretato da Mark Wahlberg e Dwayne Johnson, affiancati da Redel Wilson e Ed Harris.

Distribuito dalla Paramount Pictures, e nelle sale italiane dal 1 maggio, il progetto era in cantiere da alcuni anni. Il regista infatti era diverso tempo che studiava il caso e aspirava a costruirci un film tratto dal resoconto sopracitato ma, già impegnato sul set  dei tre Transformer, rinvia di volta in volta le riprese fino alla primavera dello scorso anno.

La narrazione offerta da Collins pochi anni dopo l’accaduto (per chi interessato reperibile online all’indirizzo http://www.miaminewtimes.com/1999-12-23/news/pain-gain/) è suddivisa in tre parti e, prodiga di dettagli, ricotruisce l’episodio risalendo fino all’apertura della palestra nel 1987, ad opera del commercialista John Mese che, per quanto abile negli affari, nonchè nel culturismo, non dimostra altrettanto acume  nella scelta dei gestori, consegnando puntualmente l’attività nelle mani sbagliate.

A giudicare dal trailer e dalle sinossi che circolano sul web, Michael Bay si concentra sul nodo drammatico della vicenda, muovendosi su più generi cinematografici, senza escludere la black-comedy. La scelta del cast pare non sia stata semplice. In particolare ha creato qualche difficoltà il ruolo dell’imprenditore rapito, Victor Kershaw, prima pensato per Albert Brooks, poi affidato a John Turturro, venuto meno per altri impegni professionali, infine affidato a Tony Shaloub.

Sucker Punch: Zack Snyder conferma che esiste una Director’s Cut

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Sucker Punch: Zack Snyder conferma che esiste una Director’s Cut

La Snyder Cut di Justice League è uscita su HBO Max lo scorso marzo, dopo che i fan hanno trascorso anni ad implorare la Warner Bros. per la sua distribuzione, attraverso l’hashtag #ReleaseTheSnyderCut.

Ora, quegli stessi fan vorrebbero vedere l’intero SnyderVerse sul grande schermo (è stato infatti lanciato anche l’hashtag #RestoreTheSnyderVerse), e chissà che la stessa sorte non possa toccare anche a Sucker Punch

In una recente intervista con Vanity Fair, infatti, è stato proprio Zack Snyder a confermare che quella uscita al cinema nel 2011 non è la versione originale del film, quella che lui avrebbe voluto realizzare, e che spera che la Warner Bros. possa far uscire il taglio originale prima o poi.

“Sucker Punch è stata la prima volta in cui ho davvero affrontato una vera ristrutturazione radicale del film per renderlo più commerciale”, ha spiegato il regista. “E c’è una Director’s Cut di quel film che deve ancora essere distribuita. Lo dico ad alta voce.”

All’epoca dell’uscita in sala, Sucker Punch non venne accolto bene né dalla critica né dal pubblico: in particolare, gli addetti ai lavori non apprezzarono la rappresentazione sessualizzata dei personaggi femminili. Adesso, Zack Snyder ha affrontato la questione nell’intervista, sostenendo di essere sempre stato pronto a criticare il tipo di sessismo che era stato accusato di rappresentare.

“È un film di protesta sotto molti punti di vista. È un film sul genere”, ha detto Snyder. “All’epoca mi è stato chiesto: ‘Perché hai vestito le ragazze in quel modo?’. E io rispondevo sempre: ‘Non le ho vestiti così, tu l’hai fatto’. In un certo senso, l’ho sempre visto come un atto d’accusa nei confronti della cultura popolare. Penso che all’epoca fui criticato perché il film sembrava l’opposto… una sorta di sfogo sessista. La verità è che è stato divertente realizzarlo. Mi piace ancora oggi.”

Sucker Punch: tutti gli errori del film di Zack Snyder

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Sucker Punch: tutti gli errori del film di Zack Snyder

Ecco un video in cui possiamo vedete tutti gli errori commessi da Zack Snyder in Sucker Punch, film da lui diretto con protagonista Emily Browing, Vanessa Hudgens, Abbie Cornish, Jamie Chung e Jena Malone.

Ecco il video:

https://www.youtube.com/watch?v=5uuy3exJzMU

Dal regista Zack Snyder, un film fantasy d’azione che ci proietta nella vivida fantasia di una ragazza per la quale il mondo dei sogni rappresenta la fuga estrema da una terribile realtà. Rinchiusa contro la sua volontà, Babydoll (Emily Browning) non ha perso la voglia di vivere. Decisa a combattere per la sua libertà, convince altre quattro prigioniere – la schietta Rocket (Jena Malone), la scaltra Blondie (Vanessa Hudgens), la leale Amber (Jamie Chung) e la riluttante Sweet Pea (Abbie Cornish) – a fare gruppo per tentare di sfuggire ad un terribile destino segnato dai loro carcerieri Blue (Oscar Isaac), Madam Gorski (Carla Gucino) e High Roller (John Hamm).sucker punch zack snyder

Sucker Punch: trama e cast del film di Zack Snyder

Sucker Punch: trama e cast del film di Zack Snyder

Dopo aver conquistato particolare successo grazie ai film 300 e Watchmen, il regista Zack Snyder decise di portare al cinema una propria idea originale. Da lui scritto e diretto, Sucker Punch è così approdato in sala nel 2011, svelandosi in tutta la sua grinta e azione. Come già dimostrato precedentemente, Snyder si è riconfermato un grande regista di film d’azione, capace di orchestrare sequenze visivamente spettacolari e di grande intrattenimento. Con un cast quasi esclusivamente al femminile, con tale titolo ha così potuto nuovamente dare sfogo a questo suo talento.

Quello di Sucker Punch è un progetto rimasto in sviluppo per oltre otto anni, con continui rimaneggiamenti nella sceneggiatura e nelle storie dei suoi personaggi. Suo primo lavoro non tratto da opere preesistenti, il film è stato scritto da Snyder stesso come un “Alice nel paese delle meraviglie con le mitragliatrici”, dove si racconta di una ragazza desiderosa di sopravvivere e delle peripezie attraverso cui deve passare per poter restare tale. Grazie al successo dei precedenti film, il regista ebbe infine l’occasione di dar vita al progetto.

Al momento del suo arrivo in sala, il film non venne però accolto in modo generalmente freddo da parte della critica. Questa elogiò particolarmente gli effettivi visivi come anche la spettacolarità generale, lamentando però carenze nella sceneggiatura. I fan del regista, però, ritrovarono in Sucker Punch quanto si aspettavano dal regista, permettendo così al film di ottenere un discreto successo al cinema, dove ha incassato un totale di circa 90 milioni di dollari. Cifra poi aumentata grazie alle vendite dell’home video. Film tutto da riscoprire, prima di gettarsi in una visione di questo può essere utile conoscere alcune delle curiosità legate ad esso. Proseguendo nella lettura sarà possibile scoprire tutto ciò.

Sucker Punch: la trama del film

Protagonista del film è Babydoll, giovane accusata ingiustamente di aver ucciso la sorella in seguito ad un attacco di pazzia. Presa con la forza viene portata in un istituto di igiene mentale, dove il patrigno chiede che venga lobotomizzata. L’uomo si rivela infatti essere il vero omicida, e togliendo di mezzo anche l’altra figlia ha così modo di poter accedere all’ingente eredità lasciata a queste dalla madre. Per sfuggire alla drammatica situazione, Babydoll inizia a costruire per sé un mondo fantastico e immaginario, dove il confine tra ciò che è vero e ciò che è inventato diventa sempre più labile. Qui la giovane si ritrova tra danze burlesque, tecnologie steampunk e colorati ambienti medievali.

Nel suo percorso si uniscono a lei altre quattro ragazze, anche queste realmente internate nel manicomio. Si tratta della sincera Rocket, l’astuta Blondie, la leale Amber e la riluttante Sweet Pea. Unite dal desiderio di libertà e rivalsa, le quattro eleggono Babydoll come loro leader intraprendendo un percorso che le porterà a scontrarsi con diversi nemici, tra cui gli aguzzini Blue Jones, Madam Gorski e High Roller. Ad aiutarle ad orientarsi in quel mondo non saranno però sole, e grazie alla presenza del Saggio, le cinque ragazze arriveranno ad un passo dall’ottenere la libertà. A quel punto, però, sarà per loro necessario prendere delle importanti e dolorose decisioni.

Sucker Punch cast

Sucker Punch: il cast del film

Per interpretare il personaggio di Babydoll, Snyder desiderava poter avere dalla sua l’attrice Amanda Seyfried. Questa, tuttavia, non potette accettare il ruolo poiché impegnata in altri progetti. Il regista scelse allora l’australiana Emily Browning, divenuta popolare grazie al film Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi. Jena Malone interpreta Rocket, Vanessa Hudgens è Blondie, Abbie Cornish ricopre il ruolo di Sweet Pea e Jamie Chung quello di Amber. Nel film sono poi noti come Carla Cugino, interprete di Madam Vera Gorski, e Scott Glenn nei panni de Il Saggio. Il celebre Jon Hamm, divenuto famoso grazie alla serie Mad Men, è qui il misterioso High Rolle. Oscar Isaac, invece, è il perfido Blue Jones.

Per poter partecipare al film, l’intero cast dovette sottoporsi a lunghi e intensivi allenamenti. Il regista voleva infatti che gli attori fossero in grado di poter eseguire personalmente molte delle complesse e acrobatiche scene previste dal copione, ricorrendo il meno possibile a controfigure. Gli interpreti ebbero così modo di esercitarsi nelle arti marziali, nel combattimento e nell’utilizzo di diverse tipologie di armi. Le cinque protagoniste femminili, in particolare, hanno descritto l’esperienza come particolarmente faticosa, ma che gli ha infine permesso di poter realmente dar vita a quanto previsto. Ciò che si vede nel film, infatti, è stato realmente compiuto dagli attori grazie alla forma fisica da loro raggiunta.

Sucker Punch: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Sucker Punch è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 30 ottobre alle ore 23:15 sul canale Premium Cinema.

Fonte: IMDb

Sucker Punch: recensione del film di Zack Snyder

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Sucker Punch: recensione del film di Zack Snyder

Sucker Punch uscirà in Italia il 25 Marzo e si presenta come un film ad altissimo impatto visivo. E’ un fantasy d’azione diretto da Zack Snyder, il regista di Watchmen, controverso e poco noto fumetto di Alan Moore, e del più celebre adattamento della graphic novel 300, un film che sulla potenza dell’immagini e poco altro ha fondato il suo fascino, estetizzante fino all’eccesso.

La storia di Sucker Punch è fatta di mondi immaginari incastonati dentro altri mondi immaginari ma la struttura è talmente schematica da sembrare solo il pallido riflesso di esempi notevoli come quelli offerti da Lynch o Nolan. Babydoll (Emily Browning) è l’alter ego immaginario di una ragazza rinchiusa ingiustamente in un manicomio criminale. Lei, nella sua realtà trasfigurata, è prigioniera in un bordello. Qui convince altre quattro ragazze (Rocket, Blondie, Amber, Sweet Pea) a unire le forze per fuggire. Le sue armi sono la fantasia e la determinazione. Il piano che ordisce è scandito da quattro prove da superare. Lo spettatore non le vedrà direttamente ma solo attraverso le trasfigurazioni della sua immaginazione.

Arti marziali, mondi fantastici e onirici, un gruppo di giovani eroine sexy,  sono gli ingredienti su cui si fonda Sucker Punch. La storia, scritta dallo stesso Snyder insieme a Steve Shibuya, sembrerebbe molto invitante per chi ama un cinema d’intrattenimento ricco d’azione e tecnicamente di alto livello.  Le scenografie hanno la firma del premio Oscar Rick Carter (Avatar) mentre direttore della fotografia (Larry Fong), costumista (Michael Wilkinson) e montatore (William Hoy) sono gli stessi che con Snyder hanno lavorato proprio in Watchmen e 300.

Sucker Punch, il film

Sucker Punch recensione

Sucker Punch invece, nonostante il tripudio di scene d’azione, i virtuosismi della regia e gli effetti speciali, finisce col dimostrare come un immenso talento tecnico fine a se stesso non può bastare a coinvolgere e appassionare lo spettatore. La storia è banale e prevedibile e sfiora momenti di eccessivo infantilismo. Snyder eccede in stilemi da videogame e videoclip, con utilizzo di cover musicali  scontatamente allusive come Sweet Dream e White Rabbit. E dire che spesso, quando l’aspetto narrativo ha più respiro, Snyder riesce a creare atmosfere intese, come nelle primissime scene, dove l’utilizzo di immagini e musica è usato in modo efficace per raccontare le violenze subite dalla protagonista.

Il cast offre una prova nel complesso positiva. Del resto le sexy eroine e i cattivi di contorno non hanno tratti particolarmente psicologizzati. Emily Browning (The Uninvited) è adatta nella parte di Babydoll. La sua costituzione minuta ed esile viene sfruttata dalla regia: gli ambienti e le figure umane che la sovrastano la mostrano inerme e fragile. Abbie Cornish (Elizabeth: The Golden Age; Un Ottima annata e, ad Aprile, nelle sale con De Niro in Limitless) interpreta Sweet Pea, Jamie Chung (Una notte da leoni 2 e prossimamente Premium Rush di David Koech ) è Amber, Vanessa Hudgens (Thirteen; High School Musical 2 e 3) ha il ruolo di Blondie e Jena Malone invece è Rocket. Dignitosa Carla Gugino (Sin City ; Watchmen) nella parte di Vera Gorski mentre Oscar Isaac (Robin hood; Agorà) risulta poco incisivo nel ruolo di Blu Jones, il cattivo subdolo e collerico. Immaturo e noioso, Sucker Punch ( letteralmente “pugno del fesso” ) non sembra il migliore dei colpi che Zack Snyder potesse sferrare.

Sucker Punch: la spiegazione del finale del film di Zack Snyder

Sucker Punch: la spiegazione del finale del film di Zack Snyder

Zack Snyder è noto al pubblico mondiale soprattutto per il suo lavoro sul DC Extended Universe come regista dei blockbuster L’uomo d’acciaio, Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League. Prima di portare sul grande schermo l’universo condiviso della DC Comics, però, ha intrecciato mondi su mondi con un’opera originale: Sucker Punch. Diretto e co-scritto da Snyder, questo film è stato deriso dalla critica alla sua uscita in sala nel 2011, in parte perché la sua trama – compreso l’atto finale un po’ tortuoso – è stata ritenuta incomprensibile da molti.

Ancora oggi, a distanza di anni dall’uscita nelle sale, la vera storia del film rimane aperta all’interpretazione, il che significa che per spiegarne il finale bisogna guardare a più di un punto di vista. Quindi, con la consapevolezza che è ancora possibile trarre le proprie conclusioni su questa fantasia d’azione che ha suscitato molte polemiche, in questo articolo proponiamo una spiegazione dell’atto finale di Sucker Punch, andando alla scoperta dei vari personaggi e di tutti gli elementi utili per la comprensione della storia.

Di chi è questa storia?

Partiamo proprio dalla storia. Uno dei punti chiave della comprensione di Sucker Punch è determinare da quale punto di vista questa viene effettivamente raccontata. Come per molti altri film, si potrebbero evocare diverse teorie con almeno un briciolo di prove a sostegno, ma nel caso di Sucker Punch ce ne sono tre in particolare che spiccano. La prima e più semplice è che si tratta della storia di Babydoll (Emily Browning), che viene rinchiusa in un manicomio e si allea con quattro amiche per fuggire. Nel processo, immagina che il manicomio sia un club/bordello e immagina i suoi “balli” all’interno della fantasia del club come elaborate sequenze di battaglia.

Alla fine Babydoll non riesce a fuggire, ma la sua fantasia aiuta a raccontare la storia di come ha invece fatto uscirne la sua amica Sweet Pea (Abbie Cornish) al suo posto. La seconda interpretazione prevede che tutto questo sia accaduto, ma che la fantasia sia nella testa di Sweet Pea, che immagina i suoi amici che l’hanno salvata come grandi guerrieri in una storia epica. La terza, la più complessa, è che quasi nulla del film sia “realmente” accaduto e che sia tutta una fantasia che si svolge nella testa di Sweet Pea mentre sta per essere lobotomizzata. Durante la visione del film, è un esercizio interessante tenere a mente tutte e tre le possibilità.

Emily Browning in Sucker Punch
Foto di Clay Enos – © 2011 Warner Bros. Entertainment Inc. and Legendary Pictures

Tutto il mondo è un palcoscenico

Sebbene molte delle immagini di fantasia presenti in Sucker Punch siano semplicemente belle da vedere, alcuni dettagli visivi hanno un significato più profondo, tra cui la prima cosa che ci viene mostrata nel film. Snyder apre mostrandoci la cameretta di un bambino su un palcoscenico, per poi dissolverla nella camera da letto di Babydoll mentre si svolge la morte di sua madre. Quando Babydoll arriva al manicomio, vediamo un altro palcoscenico nel “teatro”, la stanza dove la dottoressa Gorski (Carla Gugino) incoraggia i suoi pazienti a recitare e ad elaborare i loro traumi. È lì, seduto sul palcoscenico su un letto che assomiglia a una versione logora di quello di Babydoll, che vediamo per la prima volta Sweet Pea. È anche lì che il dottor Gorski dice a Sweet Pea che ha il controllo.

La volta successiva in cui vediamo un palcoscenico è nella fantasia del club, e Sweet Pea si lamenta con Gorski del fatto che il ballo in cui dovrebbe interpretare una donna lobotomizzata ha bisogno di un intervento e dovrebbe essere sostituito con qualcosa di più “commerciale”. Il motivo ricorrente del palcoscenico gioca molto sul tema della performance come salvezza, in particolare quando Babydoll “balla” per ottenere ciò che le serve per fuggire. Ma se ci segnalasse anche che tutto questo fa parte del controllo di Sweet Pea sul suo piccolo mondo, compresa la sequenza di apertura nella camera da letto di Babydoll? E se fosse Sweet Pea a rivivere il proprio trauma, mentre la fantasia del club è Sweet Pea che sta elaborando lo stesso trauma?

Il “mondo reale” di Sucker Punch sembra mostrarci una sola lobotomia: quella di Babydoll, con il preludio nei minuti iniziali del film e le conseguenze nei minuti finali. C’è però una seconda sequenza di lobotomia all’inizio della fantasia del club, che Sweet Pea interrompe per sostenere che una finta lobotomia sul palco non è adatta alla “star dello spettacolo”. Anche in questo caso, il film ci offre essenzialmente due versioni della stessa storia. Possiamo scegliere di credere che questa sia la storia di Babydoll, che sia stata lei a creare il mondo fantastico e che la sua lobotomia vi ponga fine sacrificandosi per permettere a Sweet Pea di fuggire dal manicomio, e questa è una risposta abbastanza semplice. Ma non è l’unica.

Mostrandoci Sweet Pea che interrompe la propria lobotomia, il film offre l’idea che lei, almeno nella sua mente, stia cambiando il modo in cui la sua storia viene raccontata. Invece di essere una malata di mente che va sotto i ferri, è una guerriera che combatte per essere libera attraverso le sequenze di battaglia, e la parrucca è un’allusione al fatto che Babydoll in realtà non è una persona a sé stante, ma un personaggio ribelle che Sweet Pea ha creato come meccanismo di coping psicologico. Anche se alla fine viene comunque lobotomizzata, Sweet Pea è “libera” perché il malvagio Blue (Oscar Isaac) non può più raggiungere la vera lei.

Carla Gugino e Emily Browning in Sucker Punch
Carla Gugino e Emily Browning in Sucker Punch. Foto di Warner Bros. – © 2011 Warner Bros. Entertainment Inc. and Legendary Pictures

La storia di due sorelle

Il parallelismo tra le storie di Babydoll e Sweet Pea in Sucker Punch continua con la rivelazione che Rocket (Jena Malone) è la sorella di Sweet Pea, e che Sweet Pea si trova nel club (e per estensione nel manicomio) perché ha inseguito Rocket quando è scappata di casa. Babydoll è stata ricoverata in manicomio dal patrigno violento e avido di denaro (Gerard Plunkett) perché ha accidentalmente ucciso la sua sorellina nel tentativo di salvarla, cosa che lui ha usato come pretesto per la sua instabilità mentale. Quindi, sia Babydoll che Sweet Pea sono arrivate al punto in cui si trovano perché hanno avuto problemi con le loro sorelle.

Sorelle che finiscono entrambe per perdere, dato che Rocket si sacrifica lanciandosi contro il coltello del cuoco nel locale, salvando la vita di Sweet Pea. Nella sequenza di apertura del film, Sweet Pea parla nella narrazione di trovare “angeli custodi” in luoghi improbabili. In particolare, in quella sequenza vengono tutti fuori e sono tutti diretti ad aiutarla. Babydoll è il catalizzatore che ha scatenato tutto, Amber (Jamie Chung) è sia l’abile pilota nelle sequenze di fantasia che quella che la salva dal coltello, mentre Rocket è il corpo sacrificale tra Sweet Pea e la morte. In quel momento, diversi temi del film si scontrano e il particolare parallelismo tra le sorelle morenti suggerisce sia che Sweet Pea e Babydoll si capiscono a vicenda e sono destinate a combattere insieme, sia che forse sono la stessa cosa.

Rocket, Amber e Blondie

Sucker Punch è un film incentrato principalmente sulle personalità di Sweet Pea e Babydoll, sia che vengano viste come due individui o come due parti di un’unica mente. Ma che dire delle altre tre donne: Rocket, Amber e Blondie (Vanessa Hudgens)? Di ognuna di loro sappiamo ben poco e alla fine del film non abbiamo ancora imparato molto su di loro. Forse perché sono tutte sfaccettature della personalità di Sweet Pea. Quando recita il suo mondo su quel palcoscenico, prende i volti familiari del manicomio e li inserisce in nuovi ruoli, compreso quello della sorella perduta. Questo spiegherebbe anche perché la morte di queste donne non viene menzionata dal dottor Gorski alla fine del film: Quelle “morti” sono immaginarie.

La caduta di Blue

In un modo o nell’altro, Sweet Pea è quindi libera alla fine di Sucker Punch. A seconda della teoria a cui si crede, o è una persona reale che è scappata dal manicomio ed è salita su un autobus diretto a ovest, oppure si immagina così da qualche parte nel profondo del suo cervello dopo essere stata lobotomizzata. In ogni caso, l’intero sforzo di fuga ha portato alla caduta di Blue, l’inserviente corrotto. Dopo una settimana di caos, la sua operazione clandestina ha iniziato a perdere colpi. Da quel momento, a Gorksi è bastato dare un’occhiata a una cartellina per smascherarlo. Così, che a farlo fosse stata Babydoll stessa o il personaggio di Babydoll all’interno di Sweet Pea, Blue è stato portato alla rovina.

Oscar Isaac in Sucker Punch
Oscar Isaac in Sucker Punch. Foto di Clay Enos – © 2011 Warner Bros. Entertainment Inc. and Legendary Pictures

Possiamo leggere la reazione di Blue alla lobotomia di Babydoll in due modi: o questa nuova ragazza è arrivata nel suo manicomio ed era così affascinante che non è riuscito a sopportare la sua lobotomizzazione, oppure il personaggio di Babydoll era all’interno di Sweet Pea e lui se ne è innamorato, solo per vederselo portare via dalla lobotomia. A Gorski urla “Queste sono le mie ragazze!”, quindi potrebbe riferirsi a cinque ragazze nel manicomio o a cinque personalità all’interno di un’unica ragazza. In qualsiasi modo si interpreti il suo delirio alla fine del film, è stato così intenso che, quando è andato a fondo, ha deciso di portare con sé qualcun altro.

In particolare, ha quasi subito coinvolto il patrigno di Babydoll, che lo aveva corrotto in cambio di una lobotomia all’inizio del film. Sucker Punch non ci mostra quanto Blue sia disposto a raccontare alla polizia, né quanto sappia realmente di ciò che è accaduto a casa di Babydoll, ma il suo appello “Vi dirò tutto!”, unito alla reazione nervosa che gli altri inservienti iniziano ad avere nei suoi confronti, suggerisce che la vera vittoria delle ragazze potrebbe essere quella di portare alla luce e porre fine a un vasto giro di corruzione e abusi.

La spiegazione del finale di Sucker Punch

In Sucker Punch ci sono dunque numerosi indizi a sostegno sia dell’interpretazione che tutto stia accadendo nella testa di una ragazza, sia dell’interpretazione che Sweet Pea sia davvero riuscita a fuggire fisicamente dal manicomio e sia sulla via della libertà. Anche dopo che la ragazza è salita sull’autobus e si è allontanata nel finale, però, Snyder stuzzica il pubblico con un ultimo indizio: mentre l’autobus si allontana nell’inquadratura finale, passa davanti a un cartellone pubblicitario con la scritta “Paradise Diner”. Quando Babydoll arriva al manicomio, Blue assicura al patrigno che dopo la lobotomia “sarà in paradiso”. Potrebbe essere una coincidenza, ma data la famosa attenzione di Snyder per i dettagli, sembra molto improbabile.

Se tutto questo sta accadendo nella testa di Sweet Pea, significa che lei stessa si trova da qualche parte nella sua mente dove è finalmente libera, diretta in Paradiso dopo che il personaggio di Babydoll che ha creato si è sacrificato attraverso la lobotomia. Ciò è potenzialmente rafforzato anche dalla voce fuori campo finale, in cui Sweet Pea dichiara “hai tutte le armi che ti servono”, suggerendo che la sua volontà di essere libera è sempre stata dentro di lei e non il prodotto delle altre quattro ragazze. O, forse, Sweet Pea si sta solo ricordando della sua amica e si sta dirigendo verso il tramonto per vivere una vita piena di paradiso in sua vece. Come detto dal dottor Gorski, siete voi a controllare questo mondo e dunque il suo significato.

Sucker Punch: il cast del film sostiene l’uscita della Director’s Cut

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Qualche giorno fa il regista Zack Snyder, che in occasione della promozione del film Army of the Dead sta continuando a rivelare dettagli inediti in merito alla sua carriera (passata e futura), ha spiegato che esiste una versione di Sucker Punch che nessuno ha mai visto, una vera e propria Director’s Cut.

Il diretto interessato aveva spiegato:“Sucker Punch è stata la prima volta in cui ho davvero affrontato una vera ristrutturazione radicale del film per renderlo più commerciale”, ha spiegato il regista. “E c’è una Director’s Cut di quel film che deve ancora essere distribuita. Lo dico ad alta voce.”

Ora, pare che le stesse star di quel film vogliano l’uscita immediata del taglio originale di Sucker Punch. Stiamo parlando di Jena Malone e Abbie Cornish, che nel film interpretavano rispettivamente Rocket e Sweet Pea (insieme a loro c’erano anche Emily Browning, Vanessa Hudgens e Jamie Chung).

Nello specifico, Malone via Twitter ha condiviso l’hashtag #ReleaseTheSnyderPunch (sulla sia dei ben più celebri #ReleaseTheSnyderCut e #ReleaseTheSnyderVerse), mentre Cornish ha sposato la causa attraverso le sue storie Instagram, sollecitata proprio da Malone.

Zack Snyder sulla rappresentazione femminile in Sucker Punch

All’epoca dell’uscita in sala, Sucker Punch non venne accolto bene né dalla critica né dal pubblico: in particolare, gli addetti ai lavori non apprezzarono la rappresentazione sessualizzata dei personaggi femminili. In merito ai pareri negativi, Zack Snyder ha dichiarato: “È un film di protesta sotto molti punti di vista. È un film sul genere. All’epoca mi è stato chiesto: ‘Perché hai vestito le ragazze in quel modo?’. E io rispondevo sempre: ‘Non le ho vestiti così, tu l’hai fatto’. In un certo senso, l’ho sempre visto come un atto d’accusa nei confronti della cultura popolare. Penso che all’epoca fui criticato perché il film sembrava l’opposto… una sorta di sfogo sessista. La verità è che è stato divertente realizzarlo. Mi piace ancora oggi.”

Sucker Punch – Edizioni Blu-ray e DVD in vendita dal 31 Agosto 2011

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Ecco il modo migliore per rivedere Sucker Punch e farsi trasportare nella realtà creata da uno dei registi più creativi e amati dalla critica e dal pubblico, Zack Snyder (300).

Succhiami – Trailer Italiano

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Succhiami – Trailer Italiano

Dal 13 gennaio 2012 arriva al cinema la parodia sul mondo di Twilight – Era ora!!! Dopo 3 film e 5 anni di bacetti al chiaro di luna, Edward e Bella si danno alla pazza gioia spaccando spalliere dei letti in luna di miele ! Jacob smette di gridare “Al Lupo, Al Lupo” e amareggiato e depresso abbandona anni di palestra e per buttarsi sui carboidrati. Tutto sembra finito, ma dei valori del sangue sballati regaleranno nuove sorprese al triangolo amoroso più tormentato della storia…

SUCCESSION: trailer ufficiale della quarta e ultima stagione

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SUCCESSION: trailer ufficiale della quarta e ultima stagione

Pubblicato il trailer ufficiale della quarta, ultima e attesissima stagione di SUCCESSION, il pluripremiato cult HBO creato da Jesse Armstrong. La stagione finale, in dieci nuovi episodi, andrà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 3 aprile, con un nuovo episodio ogni lunedì.

SUCCESSION esplora i temi del potere e delle dinamiche familiari attraverso gli occhi del mogul dei media Logan Roy (Brian Cox) e dei suoi quattro figli, Kendall (Jeremy Strong), Siobhan (Sarah Snook), Roman (Kieran Culkin) e Connor (Alan Ruck).

https://youtu.be/PYT8rY23q10

La trama della quarta stagione di SUCCESSION

Nella quarta stagione, la vendita della media company Waystar Royco al visionario del tech Lukas Matsson (Alexander Skarsgård) si avvicina sempre di più. La prospettiva di questa vendita epocale provoca angoscia e contrasti familiari tra i Roy, che prefigurano come saranno le loro vite una volta completato l’affare. La famiglia intravede un futuro in cui il proprio peso culturale e politico sarà fortemente ridimensionato, ne scaturirà quindi una lotta per il potere ancora più accesa.

Il cast della quarta stagione: Brian Cox, Jeremy Strong, Sarah Snook, Kieran Culkin, Alan Ruck, Matthew Macfadyen, Nicholas Braun, J. Smith-Cameron, Peter Friedman, David Rasche, Fisher Stevens, Hiam Abbass, Justine Lupe, Dagmara Domińczyk, Arian Moayed, Scott Nicholson, Zoë Winters, Annabelle Dexter Jones, Juliana Canfield e Jeannie Berlin. Si aggiungono al cast Alexander Skarsgård, che diventaregular dei nuovi episodi, Cherry Jones, Hope Davis, Justin Kirk e Stephen Root. E vengono annunciati oggi anche Annabeth Gish, Adam Godley, Eili Harboe e Jóhannes Haukur Jóhannesson. Fra gli attori delle precedent Stagioni che tornano nei nuovi episodi, annunciati anche Harriet Walter (Lady Caroline Collingwood), James Cromwell (Ewan Roy), Natalie Gold (Rava Roy), Caitlin Fitzgerald (Tabitha), Ashley Zukerman (Nate Sofrelli), Larry Pine (Sandy Furness), Mark-Linn Baker (Maxim Pierce), Pip Torrens (Peter Munion).

Creata da Jesse Armstrong; produttori esecutivi Jesse Armstrong, Adam McKay, Frank Rich, Kevin Messick, Jane Tranter, Mark Mylod, Tony Roche, Scott Ferguson, Jon Brown, Lucy Prebble, Will Tracy e Will Ferrell. Jesse Armstrong è lo showrunner.

Le prime tre stagioni di SUCCESSION hanno ottenuto 48 nomination agli Emmy® e 13 premi vinti, tra cui Miglior serie drammatica, per la seconda e la terza stagione. La terza stagione, che ha debuttato nell’ottobre 2021, ha ottenuto il SAG Award per il miglior cast e ha vinto ai WGA, DGA e PGA.

Succession: teaser trailer della quarta stagione!

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Succession: teaser trailer della quarta stagione!

Pubblicato il teaser trailer della quarta, attesissima stagione di Succession, il premiato cult HBO creato da Jesse Armstrong. La nuova stagione, in dieci episodi, andrà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 3 aprile, con un nuovo episodio ogni lunedì.

Succession esplora i temi del potere e delle dinamiche familiari attraverso gli occhi del magnate dei media Logan Roy (Brian Cox) e dei suoi quattro figli, Kendall (Jeremy Strong), Siobhan (Sarah Snook), Roman (Kieran Culkin) e Connor (Alan Ruck).

Succession: la trama

Nella quarta stagione, la vendita della media company Waystar Royco al visionario del tech Lukas Matsson (Alexander Skarsgård) si avvicina sempre di più. La prospettiva di questa vendita epocale provoca angoscia e contrasti familiari tra i Roy, che prefigurano come saranno le loro vite una volta completato l’affare. La famiglia intravede un futuro in cui il proprio peso culturale e politico sarà fortemente ridimensionato, ne scaturirà quindi una lotta per il potere ancora più accesa.

Succession: il cast

Il cast della quarta stagione: Brian Cox, Jeremy Strong, Sarah Snook, Kieran Culkin, Alan Ruck, Matthew Macfadyen, Nicholas Braun, J. Smith-Cameron, Peter Friedman, David Rasche, Fisher Stevens, Hiam Abbass, Justine Lupe, Dagmara Domińczyk, Arian Moayed, Scott Nicholson, Zoë Winters, Annabelle Dexter Jones, Juliana Canfield e Jeannie Berlin. Si aggiungono al cast Alexander Skarsgård, che diventa regular dei nuovi episodi, Cherry Jones, Hope Davis, Justin Kirk e Stephen Root. E vengono annunciati oggi anche Annabeth Gish, Adam Godley, Eili Harboe e Jóhannes Haukur Jóhannesson. Fra gli attori delle precedent Stagioni che tornano nei nuovi episodi, annunciati anche Harriet Walter (Lady Caroline Collingwood), James Cromwell (Ewan Roy), Natalie Gold (Rava Roy), Caitlin Fitzgerald (Tabitha), Ashley Zukerman (Nate Sofrelli), Larry Pine (Sandy Furness), Mark-Linn Baker (Maxim Pierce), Pip Torrens (Peter Munion).

Creata da Jesse Armstrong; produttori esecutivi Jesse Armstrong, Adam McKay, Frank Rich, Kevin Messick, Jane Tranter, Mark Mylod, Tony Roche, Scott Ferguson, Jon Brown, Lucy Prebble, Will Tracy e Will Ferrell. Jesse Armstrong è lo showrunner.

Le prime tre stagioni di SUCCESSION hanno ottenuto 48 nomination agli Emmy® e 13 premi vinti, tra cui Miglior serie drammatica, per la seconda e la terza stagione. La terza stagione, che ha debuttato nell’ottobre 2021, ha ottenuto il SAG Award per il cast e ha vinto ai WGA, DGA e PGA.

Succession: recensione della serie HBO

Succession: recensione della serie HBO

“Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo”: così asseriva Lev Tolstoj in apertura di una delle sue opere più famose, Anna Karenina. Ma quello che lega la famiglia Roy, protagonista di Succession, serie TV targata HBO e disponibile in Italia su Sky, va oltre il concetto di (in)felicità. Il capofamiglia Logan (Brian Cox), i figli Kendall (Jeremy Strong), Roman (Kieran Culkin), Connor (Alan Ruck) Siobhan (Sarah Snook), e il nipote Greg (Nicholas Braun) è un covo di serpi vestiti di abiti eleganti.

La lotta al dominio del monopolio di famiglia nel campo dei media è una corsa al massacro, dove non sussistono ricordi, tenerezze, memorie di focolai domestici, o giochi in famiglia, a indorare la pillola. La vendetta in Succession è un piatto che viene servito freddo, come freddo è il cibo a tavola, lanciato, rubato, mai toccato. I ricchi banchetti perlopiù ignorati si fanno pertanto perfetti doppi simbolici di affetti famigliari a cui avvicinarsi, assaporare, per poi rinnegare, allontanare, con lo sguardo fiero, rivolto sempre verso l’alto, verso una cima quanto mai irraggiungibile. Non è un caso, dunque, se quel cognome, Roy così simile per assonanza e scrittura al sostantivo francese “roi”, “re”, rimanda a un trono da occupare e a cui ambire. Negli occhi di ogni singolo personaggio brucia il fuoco dell’insana cupidigia; nella bocca, si masticano parole ricolme di recriminazioni mescolate a caustico umorismo, e poi vomitate sotto forma di tradimenti. Ogni puntata è un piccolo e indipendente colpo di stato, pronto a ribaltare singolarmente e sulla spinta di ambizioni personali, il dittatore Logan Roy.

Succession nel mito di Frankenstein

Ogni personaggio si fa dunque mostro di Frankenstein, collage umano di pezzi presi in prestito dai più terribili villain e regnanti shakespeariani. Sono uomini e donne creati sulla falsariga di personaggi reali (le famiglie di Rupert Murdoch, Sumner Redstone e Donald Trump), che in un gioco dialettico tra finzione e realtà assumono una verosimiglianza tale da lasciarsi prima odiare, e poi amare. Lo spettatore si ritrova vittima inconsapevole del loro fascino mefistofelico. Ama lasciarsi intrappolare nelle loro reti intessute di inganni e sotterfugi, restando così a bocca aperta dinnanzi ai tradimenti orditi da figli ai danni del proprio padre, in una rilettura contemporanea del Re Lear, per poi ritrovarsi incantato dall’insano desiderio di Kendall di ribaltare il predominio paterno, voltando le spalle ai propri fratelli come un Amleto che incontra Riccardo III.

Dietro ogni abbraccio si nasconde una mano pronta a colpire alle spalle con fendenti profondi di lame taglienti i propri cari. La famiglia perde il concetto di unione, amore, sentimento, trasformandosi in un insieme confusionario di pedine impazzite da spostare a proprio piacimento per assurgere al più presto al trono. In questa giostra al massacro azionata da regnanti senza corona, non sussiste alcun legame da conservare, emozione da nutrire. L’intreccio si srotola pian piano davanti a noi e con esso la corsa alla distruzione dei consanguinei, vittime sacrificali dinnanzi al tempio del successo e alla successione (non a caso “succession” pur rimandando al concetto di “successione”, accoglie in sé il il termine “success”, “successo”). Se secondo la cultura popolare, i media visuali con il loro appeal delle emozioni posso eccitare l’immaginario collettivo della maggioranza silenziosa, indirizzandola verso fini catastrofici, la serie ideata da Jesse Armstrong scardina questa abilità silenziosa messa in atto dal campo di cui Logan Roy è il capo supremo, puntando su emozioni ridotte a simulacri e ideali, per dar corpo all’istinto (auto)distruttivo intrinseco al genere umano, alimentato dal sacro fuoco dell’ambizione e del potere.

Attori perfetti, Diavoli in terra

Se Succession è da annoverare tra le migliori serie televisive degli ultimi anni, non è solo grazie a una scrittura alacre e impeccabile, quanto soprattutto a una serie di interpreti capaci di sparire nella loro veste umana, per dar forma e corpo all’istinto animalesco e anafettivo dei propri personaggi. Culkin, Strong, Macfadyen, Snook, Braun, Cox si svuotano dentro per lasciarsi investire e guidare dalle ossessioni e idiosincrasie dei propri alter-ego finzionali. Diavoli con abiti eleganti che si muovono in contesti urbani mimetizzandosi facilmente tra la folla, i protagonisti di Succession sono testimoni di cadute infernali da cui risalire camminando sul cadavere dei propri cari.

Una manipolazione accurata, studiata nei minimi particolari, lasciata libera di scatenarsi come onde in un mare improvvisamente in tempesta, supportata da mimiche facciali a volte esasperate (il Roman Roy di Kieran Culkin) ma mai in over-acting, o giocate in sottrazione, dove ogni sentimento è celato, in un gara alla dissimulazione (si pensi alla straordinaria performance di Jeremy Strong nei panni di Kendall Roy). Ciò che ne risulta è una galleria umana di uomini e donne schiacciati sia dal peso delle proprie responsabilità, che da una figura ingombrante come quella di Logan Roy, impossibile da destituire o distruggere. Cristallizzati in ruoli archetipici, di cui riescono a carpire e svelare ogni singola sfumatura tra debolezze e punti di forza, ogni attore rende vivo, umano, e per questo fatalmente fallibile, il ruolo a lui affidato. Al resto ci pensa una sceneggiatura fondata su uno humour squisitamente britannico grazie alla quale Jesse Armstrong impreziosisce la propria creatura di un’ironia tagliente e dai tratti drammatici, con un approccio che strizza l’occhio al miglior William Shakespeare. In questa famiglia disfunzionale nessun difetto è lasciato indietro, ma affrontato, studiato, mostrato nella sua perfetta verosimiglianza.

C’è Siobhan, l’unica figlia femmina, mosca bianca in una famiglia dominata dal testosterone, inizialmente poco attirata dai giochi aziendali di famiglia, per poi cedere sotto la forza dei canti ammaliatori del padre, uscendone vittima e vinta, tanto nelle questioni di affari, quanto di cuore. C’è poi Roman, un Loki di famiglia, prigioniero di un’eterna adolescenza, scaltro, furbo, capace di sciorinare gesta e segreti altrui pur di garantirsi la salvezza. E se è Kendall la vera pedina impazzita, l’ingranaggio a orologeria uscito fuori dagli schermi, un plauso a parte merita Alan Ruck, capace di dar vita a un primogenito come Connor, personificazione della vita adagia riassumibile nella battuta “solo i poveri sono pazzi, i ricchi sono tutt’al più eccentrici”.

Dare forma alle emozioni

Personalità egocentriche, che vivono del respiro delle proprie ambizioni, hanno un raggio di distanza personale alquanto risicato. Difficile per loro, se non impossibile, condividere un’inquadratura con un altro personaggio, almeno che non sia per tornaconto personale. Una predisposizione che i vari registi comprendono e traducono in scelte di ripresa capaci di enfatizzare quelle insofferenze silenti, che annientano e bruciano barlumi di umanità ed empatica solidarietà all’interno dell’animo di questi personaggi. Allo stesso tempo, ogni attacco, lanciato o subito, viene colto ed espresso da zoom improvvisi, che colgono la sorpresa o ipocrita reazione, che raffredda il volto di strateghi apparentemente impassibili. Schiera di inquadrature ristrette, anche nel momento in cui il raggio di ripresa si allarga, a cogliere lo sguardo attento della cinepresa sono lasciti di rimpianti e rimorsi, mostrati attraverso distanze fisiche insormontabili, che portano i vari personaggi a sostare ai poli opposti di una stanza, o separati da confini tangibili, come porte, vetrate e finestre.

Eppure, gli sguardi brulicanti di vendetta superano ogni limite, indagano ogni superficie sottocutanea, indugiando su sentimenti inespressi contro cui predisporre il proprio attacco. Cercano debolezze umane, per gettarsi a capofitto con il loro contrattacco fatto di carezze, o baci di Giuda, i membri della famiglia Roy. Sono discendenti della Maga Circe, capace di regredire l’essere umano allo stato primitivo di animale, dove dietro ogni singola espressione si nasconde la sua controparte emotiva. Una giostra di sentimenti e dei suoi contrapposti, nemesi di se stessi e degli altri, ogni attore rende (dis)umano il proprio personaggio, partecipando a questa folle corsa modellando in maniera personale incarnazioni diverse, eppure così uguali, dei sette peccati capitali.

La freddezza calcolatrice che investe questi protagonisti, ritrova nelle tonalità accese e cerulee di una fotografia glaciale, le proprie corrispondenze cromatiche. Non c’è nulla nella costruzione visiva, registica, scenografica lasciata al caso in Succession. Tutto concorre all’esaltazione dei mutamenti di umore, all’esaltazione narcisistica di uomini e donne egomaniaci, vittime e mai trionfatori della propria sete di ambizione. Long live the king, allora. Long live the Roy.

Succession: nessun sequel o spin-off all’orizzonte nonostante le discussioni

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La fortunata serie HBO Succession si è conclusa questo fine settimana. Nonostante l’enorme successo popolare dello show, tuttavia, non ci sono piani per una nuova stagione o spin-off di alcun tipo. Il capo del drama di HBO, Francesca Orsi, ha detto a Deadline che non ci sono piani per una quinta stagione dopo il finale di domenica. Ha menzionato “alcuni discorsi” su una serie spin-off, ma per ora non c’è nessun vero movimento.

“No, non a questo punto ora”, ha detto Orsi. “So che si è parlato di spin-off, ma no, per niente.” Alla domanda sulla possibilità di spin-off, Orsi ha detto che per ora non direbbe mai mai. Sulla base di ciò che ha sentito, tuttavia, non c’è intenzione di serie future basate sulla serie TV.

“Non dirò mai mai, ma il mio istinto e sulla base di una serie di conversazioni sull’evoluzione di Succession e di questi personaggi, in questa fase, non c’è alcuna intenzione di scorporare un personaggio“, ha detto Orsi. Jesse, se dovesse fare di nuovo una serie, penso che sarà del tutto originale. Che sia basato su IP o meno, non ne sono sicuro, ma sarà un nuovo spettacolo, un’idea completamente nuova.

SUCCESSION esplora i temi del potere e delle dinamiche familiari attraverso gli occhi del mogul dei media Logan Roy (Brian Cox) e dei suoi quattro figli, Kendall (Jeremy Strong), Siobhan (Sarah Snook), Roman (Kieran Culkin) e Connor (Alan Ruck). Nella quarta stagione, la vendita della media company Waystar Royco al visionario del tech Lukas Matsson (Alexander Skarsgård) si avvicina sempre di più. La prospettiva di questa vendita epocale provoca angoscia e contrasti familiari tra i Roy, che prefigurano come saranno le loro vite una volta completato l’affare. La famiglia intravede un futuro in cui il proprio peso culturale e politico sarà fortemente ridimensionato, ne scaturirà quindi una lotta per il potere ancora più accesa.

Il cast della quarta stagione: Brian Cox, Jeremy Strong, Sarah Snook, Kieran Culkin, Alan Ruck, Matthew Macfadyen, Nicholas Braun, J. Smith-Cameron, Peter Friedman, David Rasche, Fisher Stevens, Hiam Abbass, Justine Lupe, Dagmara Domińczyk, Arian Moayed, Scott Nicholson, Zoë Winters, Annabelle Dexter Jones, Juliana Canfield e Jeannie Berlin. Si aggiungono al cast Alexander Skarsgård, che diventa regular dei nuovi episodi, Cherry Jones, Hope Davis, Justin Kirk e Stephen Root. E vengono annunciati oggi anche Annabeth Gish, Adam Godley, Eili Harboe e Jóhannes Haukur Jóhannesson. Fra gli attori delle precedent Stagioni che tornano nei nuovi episodi, annunciati anche Harriet Walter (Lady Caroline Collingwood), James Cromwell (Ewan Roy), Natalie Gold (Rava Roy), Caitlin Fitzgerald (Tabitha), Ashley Zukerman (Nate Sofrelli), Larry Pine (Sandy Furness), Mark-Linn Baker (Maxim Pierce), Pip Torrens (Peter Munion).

Succession: Logan aveva cancellato o sottolineato il nome di Kendall nel testamento?

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Succession è riuscita a diventare una delle serie televisive più acclamate di tutti i tempi grazie alla sua scrittura implacabile e ai suoi personaggi splendidamente ideati e interpretati.

Di tutta la splendida quarta stagione, un punto però è risultato oscuro tanto agli spettatori quanto ai protagonisti. Nelle ore immediatamente successive alla morte di Logan Roy, viene ritrovato un suo testamento che riporta un segno sul nome di Kendall, un segno che non si capisce se indica una sottolineatura o una cancellatura del nome. Alla luce di tutto quello che Kendall ha tentato di fare per detronizzare il padre mentre era ancora in vita, il magnate e capofamiglia Roy ha deciso di punirlo estromettendolo dal testamento oppure ha visto in lui un degno successore privo di scrupoli?

Ebbene, la serie non dà risposte, ma il suo creatore, Jesse Armstrong, ha rilasciato una dichiarazione che potrebbe aver sciolto il dubbio sulle ultime volontà di Logan Roy. Durante la sua partecipazione a un evento del Financial Times a Londra (registrato dal giornalista Cassam Looch), ad Armstrong è stato chiesto di valutare se il nome di Kendall fosse sottolineato o cancellato. Pur evitando di rispondere a una domande del genere durante la messa in onda dello spettacolo, Armstrong ha spiegato di sentirsi più libero di commentare il significato di certe scene ora che non ci sono più segreti da nascondere al pubblico e che la serie si è conclusa.

Succession 4×10, la spiegazione del finale: chi è il nuovo CEO?

“Se dovessi cancellare un nome, non inizieresti tracciando una linea dal basso, vero?” ha detto Armstrong al pubblico, suscitando applausi quando i membri del pubblico si sono resi conto che intendeva dire che Logan aveva sottolineato il nome.

In effetti, sebbene lo show si sia basato molto su colpi di scena e decisioni imprevedibili, il sorriso beffardo di Logan Roy di fronte ai tradimenti del figlio maggiore (sarà sempre considerato tale, con buona pace del povero Connor) sono sempre sembrati una specie di investitura a rivale degno. E ora ne abbiamo la conferma. Peccato che, alla fine, nessuno dei figli di Roy avesse i nervi e la caratura (sebbene declinata al male) del padre, tale da prendere le redini della società.

Succession è una delle serie con il maggior numero di nomination che gareggia ai prossimi Emmy. Il premio verrà assegnato a gennaio 2024.

Succession: la serie HBO terminerà con la quarta stagione!

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Succession: la serie HBO terminerà con la quarta stagione!

In una recente intervista con il New Yorker, il creatore della serie Jesse Armstrong ha annunciato che l’acclamato dramma familiare della HBO Succession (recensione terza stagione) concluderà ufficialmente la sua storia dopo la sua prossima quarta stagione. L’ultimo capitolo della saga della famiglia Roy è prevista per debuttare negli USA il 26 marzo.

Mi sono riunito con alcuni dei miei colleghi sceneggiatori prima di iniziare a scrivere la quarta stagione, verso novembre, dicembre 2021, e in un certo senso ho detto: ‘Guarda, penso che forse dovrebbe essere così“, ha spiegato Armstrong. “Ma cosa ne pensi?” E abbiamo interpretato vari scenari: potremmo fare un paio di brevi stagioni o altre due stagioni. Oppure potremmo andare avanti per anni e trasformare lo spettacolo in qualcosa di piuttosto diverso, farlo diventare quel tipo di serie divertente lunga che va a ruota libera, dove ci sarebbero settimane buone e settimane meno buone. Oppure potremmo fare qualcosa di un po’ più solido e completo, e uscirne con un finale forte. E questa è stata sicuramente sempre la mia preferenza.”

Succession segue la storia della famiglia Roy – Logan Roy e i suoi quattro figli – che controllano uno dei più grandi conglomerati di media e intrattenimento del mondo. La serie segue le loro vite mentre contemplano cosa riserverà loro il futuro una volta che il loro anziano padre inizierà a ritirarsi dalla compagnia.

Succession è interpretata da Brian Cox, Jeremy Strong, Alan Ruck, Kieran Culkin, Sarah Snook, Nicholas Braun, Matthew Macfadyen, J. Smith-Cameron, Peter Friedman, David Rasche, Fisher Stevens, Hiam Abbass, Cherry Jones, Alexander Skarsgård, Stephen Root e altro ancora.

SUCCESSION: la quarta e ultima stagione dal 3 aprile su SKY e NOW

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L’attesa è finita per la quarta e ultima stagione di SUCCESSION, il pluripremiato cult HBO creato da Jesse Armstrong. La stagione finale, in dieci nuovi episodi, andrà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 3 aprile, con un nuovo episodio ogni lunedì.

SUCCESSION esplora i temi del potere e delle dinamiche familiari attraverso gli occhi del mogul dei media Logan Roy (Brian Cox) e dei suoi quattro figli, Kendall (Jeremy Strong), Siobhan (Sarah Snook), Roman (Kieran Culkin) e Connor (Alan Ruck).

Nella quarta stagione, la vendita della media company Waystar Royco al visionario del tech Lukas Matsson (Alexander Skarsgård) si avvicina sempre di più. La prospettiva di questa vendita epocale provoca angoscia e contrasti familiari tra i Roy, che prefigurano come saranno le loro vite una volta completato l’affare. La famiglia intravede un futuro in cui il proprio peso culturale e politico sarà fortemente ridimensionato, ne scaturirà quindi una lotta per il potere ancora più accesa.

Il cast della quarta stagione: Brian Cox, Jeremy Strong, Sarah Snook, Kieran Culkin, Alan Ruck, Matthew Macfadyen, Nicholas Braun, J. Smith-Cameron, Peter Friedman, David Rasche, Fisher Stevens, Hiam Abbass, Justine Lupe, Dagmara Domińczyk, Arian Moayed, Scott Nicholson, Zoë Winters, Annabelle Dexter Jones, Juliana Canfield e Jeannie Berlin. Si aggiungono al cast Alexander Skarsgård, che diventa regular dei nuovi episodi, Cherry Jones, Hope Davis, Justin Kirk e Stephen Root. E vengono annunciati oggi anche Annabeth Gish, Adam Godley, Eili Harboe e Jóhannes Haukur Jóhannesson. Fra gli attori delle precedent Stagioni che tornano nei nuovi episodi, annunciati anche Harriet Walter (Lady Caroline Collingwood), James Cromwell (Ewan Roy), Natalie Gold (Rava Roy), Caitlin Fitzgerald (Tabitha), Ashley Zukerman (Nate Sofrelli), Larry Pine (Sandy Furness), Mark-Linn Baker (Maxim Pierce), Pip Torrens (Peter Munion).

Creata da Jesse Armstrong; produttori esecutivi Jesse Armstrong, Adam McKay, Frank Rich, Kevin Messick, Jane Tranter, Mark Mylod, Tony Roche, Scott Ferguson, Jon Brown, Lucy Prebble, Will Tracy e Will Ferrell. Jesse Armstrong è lo showrunner.

Le prime tre stagioni di SUCCESSION hanno ottenuto 48 nomination agli Emmy® e 13 premi vinti, tra cui Miglior serie drammatica, per la seconda e la terza stagione. La terza stagione, che ha debuttato nell’ottobre 2021, ha ottenuto il SAG Award per il miglior cast e ha vinto ai WGA, DGA e PGA.

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