Gerard Butler sarà
il protagonista del remake di Point
Break, action thriller diretto nel 1991 da Kathryn
Bigelow. La notizia è stata confermata da The Hollywood Reporter.
La pellicola sarà diretta da Ericson Core
(Invincible).
Nel 2011 la Alcom
Entertainment aveva già annunciato il remake,
ambientato nel mondo degli sport estremi, con un agente dell’FBI
infiltrato in una gang criminale. Butler vestirà i panni di Bodhi,
che nella versione originale del film era interpretato da Patrick
Swayze. Keanu Reeves, a breve al cinema
in 47 Ronin, invece, ha completamente escluso l’idea
di partecipare al progetto.
Il remake di Point Break
verrà prodotta da Andrew Kosove e
Broderick Johnson in collaborazione con
Michael DeLuca, John Baldecchi, Chris Taylor e
Kurt Wimmer, che si è anche occupato della
sceneggiatura del film.
L’attore Gerard
Butler è uscito dal progetto che prevede un remake per il
classico del cinema actin Point Break.
L’attore di 300 era stato ingaggiato per
interpretare Bodhi, il personaggio che nella versione originale del
1991 era stato interpretato da Patrick Swayze.
Nonostante l’abbandono di Butler,
Point Break è comunque in produzione, e
le riprese sono previste per giugno. Mentre le effettive ragioni
che hanno portato Gerard Butler ad uscire dal
progetto non sono note, immaginiamo che l’annuncio di un sequel di
Attacco al Potere – Olympus Has Fallen,
dal titolo London Has Fallen, potrebbe
aver inciso sulla scelta dell’attore: meglio interpretare di nuovo
un personaggio proprio invece che mettersi nei panni di un altro
personaggio amato, interpretato all’epoca da un attore ugualmente
amato. Se così fosse, Gerard avrebbe fatto una scelta più sicura e
comprensibile.
Il remake del film cult
Point Break – Punto di
rottura (1991) uscirà nelle sale
cinematografiche il 27 gennaio 2016.
Il nuovo Point
Break sarà diretto Ericson Core,
mentre a sostituire Patrick Swayze e Keanu
Reeves saranno Luke Bracey e
Edgar Ramirez.
A parlare è proprio quest’ultimo,
l’attore venezuelano Edgar Ramirez
(Zero Dark Thirty,
Joy) che, in un intervista a Variety,
racconta il suo legame con la storia:
“Appartengo alla generazione di
Point Break. Ho visto l’originale quando avevo 13
anni. In pratica è la storia del salvataggio dello spirito umano,
oggi continuiamo a combattere la stessa battaglia spirituale, ma
con una sfumatura politica.
Il primo film era molto più
edonistico, stavolta il mio personaggio Bodhi assomiglia più ad un
monaco”.
La storia è ambientata ai
giorni nostri, ma conserva lo stesso spirito del primo film,
che va al di là del semplice surf, il suo aspetto eversivo
contro il sistema, aveva dichiarato lo scorso anno in un’intervista
a Collider.
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In Point
Break, action thriller concentrato di pura
adrenalina, Johnny Utah (Luke Bracey), giovane
agente dell’FBI, si infiltra in un gruppo itinerante di atleti
amanti del brivido, capeggiati dal carismatico Bodhi (Edgar
Ramirez). Gli atleti sono sospettati di crimini
perpetrati in maniera estremamente inusuale. Sotto copertura,
con la moglie costantemente esposta a imminenti pericoli, Utah
dovrà trovare chi è la mente che si nasconde dietro crimini
apparentemente inconcepibili.
Un film che dal primo all’ultimo
frame è un distillato di atleticità e prestanza fisica come mai
prima d’ora. Un action adventure interpretato dai migliori atleti a
livello mondiale di surf su onde giganti, lancio in tuta alare,
snowboard, free climbing, e motor cycling ad alta velocità.
Atteso al cinema per il
prossimo 27 gennaio
2016, Point Break, remake
dell’omonimo film che vedeva protagonisti Patrick
Swayzee Keanu
Reeves, torna a mostrarsi in una nuova featurette doppiata
interamente in italiano, resa disponibile dalla Eagle
Pictures sul proprio canale youtube.
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Vi ricordiamo che a raccogliere
l’eredità di
Swayze e Reeves saranno Luke
Bracey e Edgar Ramirez mentre
completeranno il cast Ray Winstone, Teresa Palmer
e Delroy Lindo. In Point
Break, action thriller concentrato di pura
adrenalina, Johnny Utah (Luke Bracey), giovane
agente dell’FBI, si infiltra in un gruppo itinerante di atleti
amanti del brivido, capeggiati dal carismatico Bodhi (Edgar
Ramirez). Gli atleti sono sospettati di crimini
perpetrati in maniera estremamente inusuale.
Sotto copertura, con la moglie
costantemente esposta a imminenti pericoli, Utah dovrà trovare chi
è la mente che si nasconde dietro crimini apparentemente
inconcepibili. Un film che dal primo all’ultimo frame è un
distillato di atleticità e prestanza fisica come mai prima d’ora.
Un action adventure interpretato dai migliori atleti a livello
mondiale di surf su onde giganti, lancio in tuta alare, snowboard,
free climbing, e motor cycling ad alta velocità.
Quando nel 1991 il film Point Break arrivò al cinema per la regia di
Kathryn Bigelow, divenne da subito un vero e
proprio cult. Thriller d’azione con protagonisti Keanu Reeves e
Patrick Swayze,
è oggi considerato uno dei più affascinanti titoli di questo
genere, entrando a far parte della cultura di massa. Una popolarità
che ha spinto la Warner Bros a dar vita ad un remake nel 2015.
Intitolato a sua volta Point Break
(qui
la recensione), questo riprende le principali caratteristiche
dell’originale aggiornandole al contesto odierno. A dirigerlo vi è
Ericson Core, meglio noto come direttore della
fotografia di film come Fast & Furious e
Daredevil.
Il titolo
Point Break si riferisce ad un
preciso termine del gergo surfistico, il quale indica il
momento in cui le onde si infrangono su una barriera rocciosa,
dando vita ad un particolare tipo di onda particolarmente
stimolante da cavalcare. Solo i più esperti surfisti riescono
infatti a domare queste senza cacciarsi nei guai. Il “punto di
rottura” indica però anche quel limite oltre il quale si verifica
una brusca e talvolta imprevedibile reazione. Si tratta dunque di
una condizione che, in entrambi i casi, descrive alla perfezione
tanto il film in sé quanto i suoi due protagonisti.
Inizialmente accolto con grande
interesse, tale remake non ha però ottenuto il successo immaginato,
arrivando a guadagnare solo 133 milioni di dollari a fronte di un
budget di 105. Si tratta però di un titolo da riscoprire, anche
solo per la bellezza dei luoghi in cui è ambientato. In questo
articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità
relative a Point Break. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Il film racconta la storia di
Johnny Utah, giovane agente dell’FBI, incaricato
di infiltrarsi in un gruppo di atleti, dipendenti dall’adrenalina,
sospettati di una serie di rapine aziendali. A capo della banda c’è
il carismatico Bodhi, che insieme agli altri
ragazzi sta cercando di portare a termine l’Ozaki 8, una serie di
sfide estreme che onorano le forze della natura. Johnny deve
sfruttare la sua passione per gli sport estremi per farsi ammettere
nel gruppo ed essere così libero di indagare. In breve, Johnny
riesce ad avvicinarsi al gruppo e a farsi invitare alle loro feste,
dove conosce Samsara, dalla quale si sente
fortemente attratto. Ben presto, però, dovrà iniziare a
confrontarsi con i pericoli della sua missione.
Il cast del film
Ad interpretare il ruolo che fu di
Keanu Reeves, quello dell’agente FBI Johnny
Utah, vi è l’attore Luke Bracey. Questi ottenne il
ruolo dopo un lungo processo di casting, e a favorirlo fu il fatto
che sin da bambino pratica il rugby ed è un grande appassionato di
surf. Grazie a queste attività ha infatti provato di avere il
fisico giusto per la parte. Tutto ciò, unito ad una buona capacità
interpretativa, lo ha reso il candidato più credibile e valido. Per
il ruolo dello spericolato criminale Bodhi era invece stato scelto
l’attore Gerald Butler.
Egli tuttavia dovette rinunciare al
ruolo a causa di impegni precedentemente presi, e ad assumere la
parte fu dunque l’attore ÉdgarRamírez. Per il
personaggio questi si preparò attraverso un lungo addestramento
fisico, che gli permise di interpretare personalmente molte delle
scene più complesse. Nel film è poi presente l’attore Ray
Winstone, noto per film come
The Departed e Noah, che da qui vita al personaggio Angelo Pappas.
Questi è un agente speciale del FBI situato a Londra, dove gestisce
l’operazione di Utah. L’attrice Teresa Palmerè
invece stata scelta per la parte della conturbante Samsara.
Un ruolo, questo, per la quale
l’attrice si è preparata a tal punto da poter interpretare senza
ricorrere a controfigure neanche per le scene più estreme. Ad
affascinarla del personaggio vi è in particolare la sua
spiritualità, che la rende simile ad un oracolo a cui gli altri
personaggi si rivolgono in cerca di risposte. Nel film sono poi
presenti gli attori Matias Varela nei panni di
Grommet, Clemens Schick in quelli di Roach e
Max Thieriot per Jeff. Gli attori
James LeGros e Bojesse
Christopher, che nel primo Point Break interpretavano i
complici di Bodhi, Grommet e Roach, appaiono in questo film nel
ruolo opposto di agenti dell’FBI.
Uno degli elementi di maggior
fascino del film sono le numerose location utilizzate per le
riprese del film. La troupe si è infatti spostata in ben 11 paesi
di 4 continenti diversi, offrendo così un’ampia verietà di ambienti
e scenari al film. Per le sequenze relative al surf, sono state
scelte le spiagge di Teahupo’o, a
Tahiti, dove si sono registrate alcune delle onde
più alte del decennio. Particolarmente note per la pulizia che le
contraddistingue, queste sono considerate tra le spiagge più belle
al mondo.
Le scene che prevedono il salto con
tuta alare si sono invece svolte a Walenstadt, in
Svizzera, dai cui monti si è potuto ottenere delle
magnifiche riprese ad alta quota. Per le scene riguardanti lo
snowboard, invece, la produzione si è spostata su
l’Aiguille de la Grande Sassière, una montagna
delle Alpi Graie al confine tra la Francia e
l’Italia, nella regione Valle
d’Aosta. Infine, ulteriore location è stata anche la
cascata nota come Salto Angel, in
Venezuela, dove si sono svolte le riprese relative
al rock climbing.
Il trailer di Point
Break e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete.Point
Break è infatti disponibile nel catalogo di Tim
Vision, Apple
TV+ e Prime Video. Per vederlo, in base alla
piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda
visione casalinga. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il
giorno giovedì 25 luglio alle ore
21:00 sul canale 20
Mediaset.
Nonostante il forfait
di Gerard Butler, il progetto di realizzare un
remake di Point Break continua a gonfie
vele e adesso arriva notizia via Variety che Clemens Schick si
unirà al cast accanto all’unico attore confermato: Ray
Winstone.
A dirigere il film sarà
Ericson Core, già direttore della fotografia di
Fast and Furious, Payback, e regista di
Imbattible e della serie Tv campione di ascolti in America
The Courier. Il remake è ambientato nel
mondo degli sport estremi; oltre al surf, già protagonista del film
originale, si vedranno scene di paracadutismo, wingsuit e
snowboard.
Point
Break, remake dell’omonima pellicola del 1991 con
protagonisti Patrick
Swayzee Keanu
Reeves, torna a far parlare di se attraverso quattro nuovi
poster che ci catapultano nell’azione estrema che caratterizzerà il
film.
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Il protagonista sarà interpretato
da Luke Bracey. Nel cast anche Edgar
Ramirez, Ray Winstone, Teresa Palmer e Delroy
Lindo.
Trama: Nel remake del thriller
che ha segnato una generazione ritroviamo l’agente dell’FBI Johnny
Utah che per sgominare una gang di ladri spericolati, dovrà
infiltrarsi tra di loro. Qui conoscerà il capo banda Bodhi con il
quale inizierà un gioco del gatto col topo. Questa volta però la
partita non si svolgerà più soltanto sulle tavole da surf ma
toccherà tutti gli sport estremi fino ad un mozzafiato scontro
finale.
Ecco una featurette di
Point Break, il remake omonimo del film
cult di Kathryn Bigelow, diretto questa volta
da Ericson
Core (Invincible).
https://youtu.be/wkWw7Ub7lW8
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Nel film Luke
Bracey e Edgar Ramirez, che prende il
posto di Gerard Butler che ha lasciato il
progetto. Completano il cast Ray Winstone, Teresa
Palmer e Delroy Lindo.
A dirigere il film
sarà Ericson Core, già direttore della
fotografia di Fast and Furious,
Payback, e regista di Imbattible e della serie
Tv campione di ascolti in AmericaThe
Courier. Il remake è ambientato nel mondo degli sport
estremi; oltre al surf, già protagonista del film originale, si
vedranno scene di paracadutismo, wingsuit e snowboard.
A
metà agosto sulLago di
Ossiach prenderanno il
via le riprese del remake di Point Break, noto film degli anni ‘90 interpretato da
Patrick Swayze e Keanu
Reeves. Un’opportunità davvero imperdibile per tutti gli
appassionati di cinema che vorrebbero veder realizzato il
sogno di diventare, se non una star del cinema, un attore in un
film che avrà certamente una grande eco.
La produzione infatti è
alla ricerca di
comparse, uomini e donne di
bella presenza e di età compresa tra i 20 e i 40 anni, anche con
piercing e tatuaggi. Chi verrà scelto sarà impegnato per quattro
giorni nelle riprese e avrà l’occasione di recitare con l’attore
Edgar Ramirez, scelto come protagonista, e altre star
internazionali. Naturalmente è prevista una
retribuzione.
Per il casting è preferibile
presentarsi in abito da sera. La selezione si terrá
alla fiera
diCarinzia
Klagenfurt (ingresso
principale,via St. Ruprechter Strasse, GPS: N46°37’6″-E14°18’25”)
il 6 giugno 2014 dalle
10.00 alle 20.00.
Un’occasione davvero imperdibile per
prendere parte alla realizzazione di un film
hollywoodiano!
La Alcon
Entertainmentannuncia ufficialmente che l’attore Edgar
Ramirez prenderà il posto di Gerard
Butler nell’annunciato remake di Point
Break che sarà diretto dal
regista Ericson Core.
Ad annunciare il nuovo attore, gli
amministratori, Broderick Johnson e Andrew Kosove:
“Consideriamo Edgar uno dei migliori attori del mondo, e siamo
entusiasti che sarà lui a far rivivere l’iconico personaggio di
Bodhi . “
L’attore Edgar
Ramirezgià visto in Zero Dark thirty ha
recentemente concluso le riprese di Hands of
Stone, il biopic di Robert Duran in
cui recita al fianco di Robert De Niro. Inoltre sarà
protagonista prossimamente nel thriller con Eric
BanaDeliver Us From Evil,
oltre che nel poema epico The
Liberator.
A dirigere il film
sarà Ericson Core, già direttore della
fotografia di Fast and Furious, Payback, e
regista di Imbattible e della serie Tv campione di ascolti in
America The Courier. Il remake è ambientato nel mondo
degli sport estremi; oltre al surf, già protagonista del film
originale, si vedranno scene di paracadutismo, wingsuit e
snowboard.
Un mare di contenuti speciali per uno
dei film cult degli anni ’90, interpretato dalla coppia Keanu
Reeves / Patrick Swayze! Tra i contributi più spettacolari un
documentario su come ‘cavalcare l’onda’, ‘farcela o soccombere’
dedicato ai rischi di questa meravigliosa disciplina, e uno
speciale dedicato all’incantevole Malibu.
Gli amanti delle sparatorie e delle
scene mozzafiato godranno solo a metà con la visione di Point
Blank – Conto alla rovescia, il film diretto nel 2019 da Joe
Lynch, regista di horror e action movie con un’incursione nel
mondo della commedia per la pellicola I nerd che fecero
l’impresa. Il film inizia infatti all’insegna della violenza
con un’esplosione e uno spettacolare inseguimento in media
res e, certo, non mancano sangue e ferite d’arma da fuoco, ma
la dimensione del thriller viene abbandonata piuttosto velocemente
per approdare a una commedia dei buoni sentimenti, pur condita da
scene acrobatiche.
Point Blank – Conto alla rovescia è
un thriller-action movie che si trasforma in commedia dei buoni
sentimenti
Il film è interpretato da
Captain America, aka Anthony Mackie, e Frank Grillo, già insieme a lui sul set di Avengers: Endgame, per la regia di Anthony e Joe Russo. In Point Blank – Conto alla
rovescia Mackie interpreta Paul, un infermiere in procinto di
diventare padre che il destino pone sulla rotta di Abe,
interpretato da Grillo, un criminale di professione gravemente
ferito dopo un’azione finita diversamente dai piani iniziali.
Diciamolo pure: la premessa non è delle più originali per un
thriller d’azione, ma è nello sviluppo che si può trovare una
chiave di lettura distintiva e più intrigante per un film che
diventa una sorta di road movie tra le strade
cittadine mentre l’interazione tra due personaggi costretti in una
convivenza forzata finisce per diventare l’elemento principale
della sceneggiatura.
A far scattare l’azione è il ricatto
di Mateo, interpretato da Christian Cook, che rapisce la
moglie di Paul, interpretata da Teyonah Parris, incinta al
nono mese, per ottenere la liberazione del fratello Abe, costretto
sotto sorveglianza nell’ospedale in cui l’uomo lavora. L’infermiere
riesce a far evadere il criminale dall’edificio e la strana coppia
che si viene a creare comincia così un percorso ad ostacoli che
all’insegna di una guida spericolata deve evitare poliziotti
corrotti e trappole della malavita per arrivare alla salvezza e che
finisce per fare squadra ben al di là della contingenza
iniziale.
Tra un’azione spettacolare e
l’altra, infatti, l’attenzione del protagonista sembra addirittura
più concentrata sul destino del compagno di sodalizio Abe che su
quello della moglie Taryn. Come nel più tradizionale dei meccanismi
di sceneggiatura che guida attraverso il viaggio l’evoluzione dei
personaggi, anche qui vediamo nascere frame dopo frame un rapporto
diverso tra i protagonisti, così come accade in parallelo anche
alla coppia Cook – Parris, in cui la dimensione della cura si
sostituisce alla tensione che ahimè, a metà film è ormai materia
del passato.
Mackie interpreta ‘l’eroe discreto
della porta accanto’
In Point blank – Conto alla
rovescia Mackie non fa sfoggio di muscoli come per i personaggi
dei suoi precedenti film ma la sua interpretazione è quella di un
eroe discreto, che consente invece l’identificazione con il
tranquillo uomo della porta accanto che da un momento all’altro si
trova catapultato in un incubo, in cui ogni punto di riferimento
risulta compromesso. Un ruolo incisivo è rappresentato nel film da
Marcia G. Harden, convincente villain al
femminile che in fatto di cattiveria non ha niente da invidiare ai
più classici antagonisti maschili, anche se il suo ruolo risulta
limitato e delineato più come un espediente della trama che come un
personaggio a tutto tondo con una storia alle spalle a creare
spessore e proprie motivazioni.
Point Blank – Conto alla
rovescia è il remake della pellicola francese A bout
portant di Fred Cavayé, girata nel 2010 e revisionata
per il progetto Netflix
sulla base della sceneggiatura di Adam G. Simon. La sua
scrittura non arriva veramente a concretizzare l’effetto sorpresa
che ci si attende da un film del genere thriller e, certo, non
aiuta la colonna sonora di Mitch Lee, che naviga sulla scia
di motivetti orecchiabili e rassicuranti anche nelle scene in cui
l’azione dovrebbe tenere lo spettatore col fiato sospeso.
L’appiattimento della trama potrebbe rischiare di far passare
inosservate alcune scelte di regia con angolazioni particolarmente
originali che, tuttavia, non si rivelano realmente funzionali allo
scorrimento dell’azione.
Dopo il successo ottenuto a Cannes
2010 (Premio per la Miglior Sceneggiatura) e agli Asian Film Awards
2011 (Miglior Regia e Miglior Sceneggiatura), sarà dal 1 aprile
nelle sale italiane l’ultima fatica del regista coreano Lee
Chang-Dong: Poetry. Già scrittore e sceneggiatore,
si è fatto apprezzare in questi anni dalla critica e dal pubblico
internazionali, essendo oggi una delle più autorevoli voci della
cinematografia asiatica, per la sua continua ricerca formale e per
la capacità di affrontare con estrema delicatezza, ma al contempo
con fermezza, temi difficili.
Lo aveva fatto nel suo secondo
lungometraggio Peppermint Candy (2000), e poi con Oasis (2002),
torna a farlo oggi con Poetry. Poetry è incentrato
sulla figura di Mija, anziana donna di modeste condizioni sociali
che si prende cura del nipote liceale, Wook, scorbutico e
scansafatiche, totalmente deresponsabilizzato e sprezzante nei
confronti della nonna. Mija è una donna vitale e operosa,
nonostante l’età, curata nell’aspetto e sensibile, che si fa in
quattro per dare il meglio al nipote, forte da un lato, ma
schiacciata, dall’altro, dal peso di compiti e responsabilità più
grandi di lei. Si pone però di buon grado ad assolvere alle
incombenze quotidiane (come quella di badare a un anziano disabile
per arrotondare le sue entrate), non senza pensare a concedersi uno
spazio per sé. Decide infatti di frequentare un corso di poesia.
Quello della protagonista è un percorso, una presa di coscienza,
dovuta a due elementi principali introdotti all’inizio di
Poetry: l’insorgere nell’anziana del morbo di
Alzheimer, e la scoperta sconcertante che il nipote è implicato nel
suicidio di una coetanea, poiché l’ha violentata assieme a cinque
suoi compagni di scuola.
Poetry, il film
Da queste premesse
Poetry si dipana con i ritmi tipici del cinema di
Lee Chang-Dong (gli stessi dell’acqua che vediamo scorre lenta e
inesorabile all’inizio e alla fine della pellicola) seguendo due
binari paralleli, che in ultimo si fondono e costantemente invitano
lo spettatore a indagare, a scoprire la possibilità della loro
intersezione. Da un lato, la violenza (quella sessuale perpetrata
ai danni della ragazza, quella del gretto maschilismo dell’uomo cui
Mija fa da badante, o del nipote che non la rispetta), il sangue,
la crudeltà e il cinismo del mondo che Mija scopre pian pian piano
attorno a sé, rappresentato dai genitori che cercano un accordo
economico con la madre della morta pur di salvare i figli colpevoli
dalla giusta pena. Dall’altro, la bellezza della vita, della
natura, della poesia stessa, che la protagonista impara a “vedere”
gradualmente grazie al corso che sta frequentando, e forse grazie
alla sua malattia. La pellicola può essere letta, dunque come un
percorso di avvicinamento alla morte, di rinuncia all’onnipotenza e
anche alla comprensione: Mija non saprà mai perché il nipote ha
commesso quel crimine (sovrana è l’incomunicabilità tra due
generazioni che paiono distanti anni luce), e capisce man mano che
non è importante saperlo, né risolvere la situazione è suo compito.
Allo stesso modo comprenderà che la bellezza ricercata attraverso
la poesia – dovrà comporne una prima della fine del corso – si può
trovare e apprezzare a pieno solo quando si è passati attraverso
sofferenza e dolore.
Assistiamo perciò a questo
passaggio, a questa acquisizione di consapevolezza, riuscendo a
“vedere” attraverso gli occhi di Mija, grazie alla grande prova di
recitazione di Jun Junghee – nota star del cinema coreano, di nuovo
sugli schermi dopo sedici anni di assenza. L’attrice rende al
meglio rassegnazione, tristezza, spaesamento, rabbia, così come lo
stupore, l’incanto di fronte alla natura che sembra scoprire per la
prima volta. Le sue sono emozioni nascoste, quasi implose, rese con
una chiave recitativa lieve e misurata, mai plateale, e forse
perciò più efficace. Regia e fotografia si accordano sapientemente
nell’alternare ampi spazi naturali e paesaggi (che ricordano a noi
e a Mija il flusso continuo della vita e i suoi ritmi, ai quali
siamo soggetti ma che troppo spesso dimentichiamo), all’analisi dei
personaggi, scrutati da vicino solo quando è necessario.
Per quest’analisi il regista prende
il suo tempo (2 ore e 19 minuti la durata della pellicola,
fors’anche con qualche scena di troppo) e più che darci una tesi,
ci suggerisce qualcosa, invitandoci continuamente a farci domande e
a partecipare noi stessi nel colmare “lo spazio bianco” di
Poetry, che ha voluto lasciare ampio, proprio come
quello di una pagina su cui sia stata scritta una poesia.
L’analogia tra le due arti è infatti evidente, così come
inevitabile è l’interrogativo sull’utilità dell’una e dell’altra in
tempi difficili da decifrare, come i presenti. La risposta
dell’autore non è esplicita, anzi, egli rivolge a tutti noi il
quesito durante Poetry, ogni qualvolta un
personaggio si stupisce di quest’anziana donna che cerca la poesia
e la bellezza nelle cose di ogni giorno, ma implicitamente,
realizzando il lavoro, e attraverso il titolo così simbolico, dà la
sua risposta. La pellicola, prodotta dalla Pine House Film dello
stesso Lee Chang-Dong, è distribuita in Italia dalla Tucker Film e
uscirà in circa trenta copie.
Ecco 22 nuove immagini da
Star
Wars il Risveglio della Forza in cui vediamo i
protagonisti in azione.
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Star Wars Il Risveglio della
Forzauscirà
sul grande schermo il 18 dicembre 2015 con un cast che include il
ritorno di Harrison Ford, Carrie
Fisher, Mark
Hamill, Anthony
Daniels, Peter
Mayhew e Kenny Panettierecon
le nuove aggiunte John
Boyega, Daisy
Ridley, AdamDriver, Oscar Isaac, Andy
Serkis, Domhnall
Gleeson, Lupita
Nyong’o, Gwendoline
Christiee Max
von Sydow.
Finalmente, dopo tanti Finn
(John Boyega) e Rey (Daisy
Ridley), anche Poe Dameron (Oscar Isaac) ha il suo character poster
per Star
Wars il Risveglio della Forza.
Star Wars Il Risveglio della
Forzauscirà
sul grande schermo il 18 dicembre 2015 con un cast che include il
ritorno di Harrison Ford, Carrie Fisher, Mark
Hamill, Anthony Daniels, Peter
Mayhew e Kenny
Baker
con le nuove aggiunte John
Boyega, Daisy
Ridley, Adam
Driver, Oscar
Isaac, Andy
Serkis, Domhnall
Gleeson, Lupita
Nyong’o, Gwendoline
Christiee Max
von Sydow.
Esce al cinema in Italia il 14
agosto Ant-Man and the Wasp, nuovo capitolo del
Marvel Cinematic Universe
che vede Paul Rudd tornare protagonista di un suo
film, nei panni di Scott Lang/Ant-Man, dopo la
prima pellicola del 2016. Questa volta, da pari e co-protagonista,
è affiancato da Evangeline Lilly che pure avevamo
già visto nei panni di Hope Van Dyne e che questa
volta indossa il costume e il titolo di Wasp
ufficialmente.
Di seguito trovate il nuovo podcast di
Cinefilos.it dedicato al film Marvel. ATTENZIONE, CONTIENE
SPOILER:
“Ci sono molte cose che mi
emozionano in Ant-Man and The Wasp”, commenta il regista
Peyton Reed. “Ma la cosa più elettrizzante è
sicuramente presentare Wasp agli spettatori cinematografici per la
prima volta e vedere Hope van Dyne nei panni di una vera e propria
supereroina dotata di poteri fantastici”.
Esce al cinema in Italia il 14
agosto Ant-Man
and the Wasp, nuovo capitolo del Marvel Cinematic
Universe che vede
Paul Rudd tornare protagonista di un suo film,
nei panni di Scott Lang/Ant-Man, dopo la
prima pellicola del 2016. Questa volta, da pari e co-protagonista,
è affiancato da
Evangeline Lilly che pure avevamo già visto nei
panni di Hope Van Dyne e che questa
volta indossa il costume e il titolo
di Wasp ufficialmente.
Dopo essere sopravvissuto a un
quasi fatale attacco di mucche, uno chef sfigurato che lavora in
una cafetteria (Wade Wilson) lotta con il suo sogno di diventare il
barista più sexy di Mayberry mentre impara a scendere a patti con
il fatto che ha perso il senso del gusto.
Cercando di riconquistare la
sua spezia per la vita, così come un condensatore di flusso, Wade
deve combattere i ninja, la yakuza e un branco di cani sessualmente
aggressivi, mentre viaggia in giro per il mondo per scoprire
l’importanza della famiglia, dell’amicizia e del sapore. Un nuovo
gusto per l’avventura e per ottenere l’ambito titolo di tazza di
caffè del World’s Best Lover.
Deadpool 2 di
David Leitch è interpretato da Ryan Reynolds nei panni del Mercenario
Chiacchierone, Morena Baccarin nei panni di Vanessa, T.J. Miller come Weasel, Leslie
Uggams come Blind Al, Brianna Hildebrand
come Negasonic Teenage Warhead, Stefan Kapičić
come Colosso, Zazie Beetz come Domino, Julian
Dennison come Russell e Josh Brolin come Cable.
Ricordiamo che lo spin-off è
ambientato dieci anni prima degli avvenimenti di Una
Nuova Speranza. Nel film c’è
anche Chewbacca. Alden
Ehrenreich interpreterà il giovane personaggio che fu
di Harrison Ford. Nel cast
anche Emilia Clarke,Donald
Glover e Woody Harrelson.
Solo: A Star Wars
Story è uscito il 23 maggio 2018 e dopo il licenziamento
dei registi Phil
Lord e Christopher Miller,
registi di 21 Jump
Street e The LEGO Movie, è
stato incaricato Ron Howard di
completare l’opera. La sceneggiatura porterà la firma
di Lawrence Kasdan e di suo
figlio Jon Kasdan.
Per il suo Podcast numero 1,
Cinefilos.it ha scelto di parlare di
Avengers: Infinity War.
L’audio che ascolterete di seguito contiene spoiler sul film,
quindi attenzione a proseguire nell’ascolto, se non avete ancora
visto il film!
Anthony e Joe
Russo dirigono il film, che è prodotto da
Kevin Feige. Louis D’Esposito,
Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan
Lee sono produttori esecutivi. Christopher Markus
& Stephen McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers:
Infinity War è al cinema dal 25 aprile.
Per quelli come noi
che sono cresciuti a pane e cartoni animati, la
Disney c’è sempre stata. Gli anni della nostra
infanzia erano scanditi dall’uscita in sala di quelli che poi col
tempo sono diventati dei veri e propri classici dell’animazione.
Attiva dal 1937 – anno d’uscita del primo lungometraggio animato di
Biancaneve e i Sette Nani -, la Disney nel tempo
ha cambiato il suo modo di fare cinema. I cartoni, infatti, a cui i
trentenni di oggi sono così affezionati, fanno parte del cosiddetto
Rinascimento Disney. Questa definizione abbraccia
i film d’animazione dal 1989 al 1999, come La
sirenetta (1989), Bianca e Bernie nella terra
dei canguri (1990), La bella e la
Bestia (1991), Aladdin (1992),
Il re leone (1994), Pocahontas
(1995), Il gobbo di Notre Dame (1996),
Hercules (1997), Mulan (1998),
Tarzan (1999) e Fantasia 2000
(1999).
Questi film hanno più
o meno la stessa struttura narrativa e sono tutti accomunati da
alcuni elementi divenuti fondamentali per la Disney come la musica
e la storia d’amore. Fatta eccezione forse solo per Fantasia 2000,
in ognuno di questi film c’è una coppia di innamorati che lotta
contro tutto e tutti pur di ottenere il tanto agognato happy
ending. Eppure, nei film della Disney c’è molto di più di una
semplice storia d’amore.
Oggi vi parliamo di
uno dei film d’animazione più amati e controversi della Disney e
della sua splendida e rivoluzionaria protagonista,
Pocahontas. L’uscita al cinema di questo film fece
assai scalpore, generando una lunga serie di polemiche. Pochi
infatti sanno che il film di Pocahontas è in assoluto il primo
della Disney tratto da una storia vera.
Pocahontas, la storia vera
La storia della bella
‘indigena’ della Disney è tratta dalla vita della
vera Pocahontas, nata approssimativamente nel 1595
in Virginia e figlia del capo tribù Powhatan, che
regnava su quelle terre selvagge.
Nel 1607
Pocahontas – che in lingua powhatan significa
“piccola svergognata”, riferito al suo carattere ribelle – aveva
poco più di una decina d’anni quando i coloni inglesi si
insediarono in Virginia. A capo degli ‘invasori’ c’era John
Smith di Jamestown che, durante una delle sue missioni
esplorative, venne catturato di cacciatori Powhatan e imprigionato.
La tribù decise di condannarlo a morte di fronte a un pietra ma,
durante l’esecuzione, fu proprio la giovane Pocahontas a salvarlo
mettendosi tra lui e il boia. Grazie alle parole persuasive della
ragazza, il capo Powhatan risparmiò la vita di John Smith e questo
evento riaprì i canali di comunicazione tra le tribù indigene e gli
inglesi.
I rapporti tra i
coloni e gli indigeni rimasero sempre amichevoli fino a quando gli
inglesi non decisero di espandersi sul territorio della Virginia.
Il conflitto quindi si riaccese poiché i Powhatan e la altre tribù
locali temevano che gli inglesi occupassero anche i lori territori.
Nel 1609, a causa di un’esplosione di polvere da sparo, John Smith
fu ferito e fu costretto a tornare in Inghilterra. Tuttavia la nave
di Smith naufragò a largo della Bretagna e a Pocahontas venne data
notizia della sua morte.
Nel 1613 altri coloni
furono inviati in Virginia e decisero di catturare Pocahontas per
scambiarla con alcuni inglesi prigionieri dei Powhatan. La ragazza
fu tenuta a Henricus – oggi, Contea di
Chesterfield – per più di un anno, dove imparò bene l’inglese e fu
battezzata come cristiana. Non essendo stata
liberata da suo padre e dalla sua gente, Pocahontas decise di
restare con gli inglesi.
La nuova vita di Pocahontas
Durante i suoi
anni di ‘prigionia’, Pocahontas incontrò John
Rolfe, un vedovo inglese a capo di una piantagione di
tabacco in Virginia, che si innamorò di lei a prima vista.
Estramente religioso e devoto, fu proprio Rolfe a chiedere che
Pocahontas fosse battezzata per poi poter ottenere dal governatore
il permesso di sposarla. Una volta ottenuto il lascia
passare, il 5 aprile del 1614, John Rolfe sposò Pocahontas che
venne poi battezzata con il nome di Lady
Rebecca.
Per alcuni anni la coppia continuò
a vivere nella piantagione e nel 1615 Pocahontas diede alla luce un
figlio, Thomas Rolfe. La loro relazione continuò
senza intoppi e portò anche la pace tra i coloni di Jamestown e la
tribù Powhatan, pace che durò diversi anni.
Ben presto però i
Rolfe furono richiamati in Inghilterra e la presenza di Pocahontas
fu determinante per introdurre i cosiddetti ‘indigeni’ nel nuovo
mondo. La ragazza che prima viveva tra i boschi della Virginia,
aveva completamente cambiato le sue abitudini ed era la
testimonianza vivente della ‘civilizzazione’ degli inglesi sui
‘selvaggi’.
Condotta a Londra,
Pocahontas, ormai Lady Rebecca, fu introdotta in società e
presentata alla Regina Anna. Inoltre, la ragazza incontrò
inaspettatamente John Smith, amico del marito, che
credeva fosse morto durante il naugragio di ritorno dalla Virginia.
Lo stesso Smith ha descritto nei suoi libri di memorie quel breve
incontro come freddo e distaccato; a quanto pare Pocahontas era in
collera con lui per non aver mantenuto le promesse fatte alla sua
gente.
Dopo aver vissuto per
qualche tempo in Inghilterra, i Rolfe si imbarcarono di nuovo per
la Virginia nel 1617. Purtroppo Pocahontas si ammalò durante il
viaggio, presumibilmente di polmonite, tubercolosi o addirittura di
vaiolo. La ragazza morì il 21 marzo di quello stesso anno e fu
seppellita a Gravesent, nel Kent.
Pocahontas Disney
A metà del
Rinascimento Disney, nel 1995 esce al cinema un nuovo film
d’animazione, dedicato al personaggio di
Pocahontas. Diretto da Mike
Gabriel e Eric Goldberg, Pocahontas è il
primo lungometraggio animato della Disney ispirato a una storia
vera.
Nel 1607 l’arrivista
Governatore Ratcliffe (Franco Chillemi) parte
dall’Inghilterra per il nuovo mondo per stabilire una colonia
inglese in Virginia. Tra i suoi uomini spicca il capitano John
Smith (Pino Insegno,Roberto
Stafoggia), coraggioso avventuriero assunto da Ratcliffe
per tenera a bada i selvaggi.
Nel frattempo, nel
nuovo mondo, si è appena conclusa una dura guerra tra tribù e il
capo Powhatan fa rientro a casa e riabbraccia sua figlia, la bella
Pocahontas (Ilaria Stagli, Manuela Villa). La ragazza, testarda,
ribelle e indisciplinata, apprende di essere stata promessa in
sposa a Kocoum, il più valoroso tra i guerrieri della sua tribù,
che si è distinto nell’ultima battaglia. Pur non volendo mancare di
rispetto a suo padre, la ragazza rifiuta il matrimonio, sentendo
che quello non è il suo destino.
Poco più tardi, dopo
una lunga traversata, i coloni arrivano nel nuovo mondo e subito
cominciano a esplorare il territorio alzando muri, buttando a terra
alberi e costruendo case. Durante uno dei suoi sopralluoghi, John
Smith incontra Pocahontas e ne resta folgorato. Tra i due nasce una
bellissima storia d’amore, che ben presto però viene ostacolata dal
promesso sposo di lei, dalla sua tribù e dal malvagio e
guerrafondaio Ratcliffe.
John Smith viene
imprigionato e condannato dai Powhatan ma poco prima della sua
esecuzione, è proprio Pocahontas a salvarlo. Il suo gesto
coraggioso, inoltre, mette fine alla guerra tra indigeni e inglesi.
Purtroppo però Smith viene ferito e ai suoi compagni non resta
altro da fare che riportarlo in Inghilterra, verso la salvezza ma
lontano dalla sua amata.
Pocahontas film e critiche
La critica degli anni
novanta non è stata particolarmente clemente con il primo film di
Pocahontas che da molti definito pieno di inutili
stereotipi razziali. Nonostante sia un film destinato ai
bambini, molti lo ritennero diseducativo e ricco di errori storici.
Anche l’allora capo indiano Powhatan, Roy ‘Cavallo Pazzo’, criticò
il film definendolo poco accurato e pieno di invenzioni. Più volte
Roy scrisse alla Disney per offire il suo aiuto nella stesura della
sceneggiatura, per rendere il film più storicamente veritiero,
aiuto che la Disney ha sempre rifiutato.
Ma le polemiche sul
film non vennero solo dai critici. Molti genitori, infatti,
rimasero delusi da Pocahontas e soprattutto da finale del
film. Da un cartone Disney ci si aspetta sempre un lieto
fine eppure Pocahontas è stato il primo lungometraggio a
interrompere la tradizione del ‘vissero tutti felici e
contenti’.
In un articolo del
1995 del Los Angeles
Times sono state riportare alcune delle prime
impressioni degli spettatori all’uscita della prima di Pocahontas.
Quasi tutti gli adulti intervistati sembravano un po’ confusi e
delusi dal film definito deprimente, poco incisivo e pieno di
inesattezze storiche. Per alcuni anche visivamente, il film era
poco accattivante. Rispetto ai suoi coloratissimi predecessori come
La Sirenetta, Il Re Leone, Aladdin,
Pocahontas era meno sorprendente.
Tuttavia, mentre gli
adulti erano concordo nello stroncare Pocahontas,
i bambini sembravano invece affascinati da quel personaggio così
nuovo, libero e selvaggio. Il film, grazie anche alle sue
spettacolari canzoni, è riuscito a guadagnarsi il
favore dei più piccoli che alla fine sono riusciti a perdonare alla
Disney il mancato happy ending.[fonte: Los Angeles
Times]
Pocahontas 2 – Viaggio nel Nuovo
Mondo
Nonostante le
aspre critiche da parte del pubblico e degli ‘addetti ai lavori’,
nel 1998 la Disney prova a fare il bis e porta sul grande schermo
Pocahontas 2 – Viaggio nel Nuovo Mondo. Il film,
diretto daTom Ellery e Bradley
Raymond, racconta delle vicende di Pocahontas dopo la
partenza di John Smith.
Il malvagio Ratcliffe (Franco Chillemi) di ritorno dalla
Virginia, incolpa John Smith di aver rubato l’oro destinato a re
Giacomo I, che egli stesso ha rubato, accusa che condanna il
capitano a morte. Le guardie reali quindi iniziano l’inseguimento
di Smith che, intercettato prima da Ratcliffe, a causa di
quest’ultimo cade nel Tamigi. Nel frattempo una nuova spedizione
con a capo il marinaio John Rolfe (Francesco
Prando) è in partenza per l’America.
https://youtu.be/YNVjndlEkrM
Intanto in
Virgina e nella tribù Powhatan, si è sparsa la voce della morte di
John Smith. Pocahontas (Ilaria Stagli, Manuela
Villa), addolorata, non riesce a darsi pace. A turbare il
suo lutto, arriva John Rolfe che sembra intenzionato a ricucire i
rapporto tra gli inglesi e gli indigeni. Dopo aver conosciuto
Pocahontas e la sua tribù, Rolfe invita il capo Powhatan a venire
in Inghilterra per incontrare re Giacomo. Il capo rifiuta ma a
farsi avanti per il bene della sua tribù è Pocahontas che accetta
di partire al posto del padre.
Dopo un lungo
viaggio, Pocahontas arriva a Londra dove, frastornata dal chiasso e
dalle novità della città, trova alcune vecchie conoscenze ad
attenderla. Il primo è Ratcliffe che ha in mente un subdolo piano
per eliminarla e tenersi l’oro rubato agli indigeni; il secondo è
John Smith (Pino Insegno), miracolosamente
scampato alla caduta nel fiume che aiuterà lei e Jon Rolfe a
smascherare Ratcliffe.
Pocahontas streaming: dove
guardarlo
Entrambi i film
Pocahontas e Pocahontas 2 – Viaggio nel
Nuovo Mondo sono disponibili in streaming sulla
piattaforma a pagamento di Disney Plus. Inoltre,
nel caso non vogliate sottoscrivere l’abbonamento a Disney+, trovare entrambi i titoli
disponibili per acquisto o noleggio su Amazon Prime
Video, Google
Play, iTunes, TIMVISION, Chili e Rakuten
TV.
Nel magico mondo Disney, uno
dei personaggi più amati soprattutto dai più piccoli è
Pluto, l’adorabile e dolcissimo cane, compagno
d’avventure di Topolino e soci. Migliore amico
dell’uomo, e nello specifico anche del ‘topo’, Pluto si trova
spesso coinvolto in bizzarre e divertenti situazioni ed è sempre
pronto ad aiutare il suo padroncino dalle orecchie giganti e i suoi
amici. Ma cosa sappiamo di Pluto e della sua storia nell’universo
Disney?
Scopriamo insieme tutto
quello che c’è da sapere su Pluto, il cane di Topolino
nonché uno dei più famosi personaggi della Disney.
Pluto Disney: la genesi del suo
personaggio
La genesi del personaggio di
Pluto è assai complessa e affonda le sue radici
molto in profondità. Un primissimo prototipo di cagnolino simile a
Pluto risale al 1930, anno d’uscita del
cortometraggio animato dal titolo Fuga di Topolino
(in inglese The Chain Gang). In questo corto, il
cane in questione è però molto diverso da quello targato Disney a
cui siamo abituati; si tratta infatti di un chien de
Saint-Hubert, una particolare razza canina vicina a quella di
Pluto ma non esattamente la stessa. Inoltre, nel corto, questo
cagnolino non è affatto il migliore amico di Topolino ma bensì il
segugio che gli dà la caccia dopo la sua evasione.
Più somigliante al Pluto che tutti
conosciamo e amiamo è invece il cagnolino del cartone animato
Il Picnic di Topolino, sempre datato
1930. In questo caso specifico, il cane del
cartone si chiama Rover e appartiene alla dolce
Minnie.
Nonostante i miglioramenti apportati dagli animatori, quello de Il
Picnic di Topolino è ancora una versione abbozzata di Pluto ma,
questo tentativo è l’ennesimo passo verso la giusta direzione.
https://youtu.be/_KcO96pJjPY
Soltanto un anno più tardi, nel
1931, finalmente compare la prima immagine
completamente formata di Pluto in Topolino a
Caccia. In questo cartone animato, il cagnolino Rover
cambia aspetto e nome e diventa Pluto, compagno di Topolino che
diventa suo amico e padroncino. Questa trasformazione che sembra
così radicale e repentina nei cartoni animati, in realtà nelle
strisce a fumetti è molto più lenta e graduale.
L’incontro tra Pluto e
Topolino
Nei fumetti dedicati al mondo
Disney di quegli anni,
si assiste all‘incontro tra Pluto e Topolino,
episodio che addirittura viene raccontato in due versione
differenti. La prima apparizione di Pluto è nella storia a fumetti
intitolata Topolino Domatore e Saltimbanco in cui
il cane vede per la prima volta Topolino mentre insegue un
criminale che ha rapito una fanciulla indifesa.
A distanza di pochi giorni dalla
pubblicazione della sua prima apparizione, il cagnolino Disney
compare nuovamente nelle strisce a fumetti dal titolo Pluto
The Pup. In questi fumetti, pubblicati orientativamente
dall’8 al 18 luglio del 1931, lo vediamo attirato da Topolino che
sta mangiando un enorme gelato che quest’ultimo sta portando alla
sua bella Minnie. Pluto comincia a seguire Topolino e, al momento
giusto, si avventa sul gelato divorandolo in un morso solo.
Nonostante i suoi tentativi di sbarazzarsi del cane, Topolino alla
fine non può fare altro che adottare Pluto e portarlo via con
se.
Dopo questi due incontri casuali,
il 10 gennaio del 1932 il cagnolino divora gelati entra
ufficialmente a far parte della squadra Disney. Questa data segna
infatti il suo esordio nelle strisce domenicali a fumetti della
Disney; in questo particolare episodio, Pluto è inseguito da un
malvagio accalappiacani ma viene poi salvato dal suo fedele padrone
Topolino. Da quel momento in poi, il suo personaggio comincia
comparire sempre più spesso nei fumetti Disney fino a quanto, dal 7
febbraio 1932, diventa una presenza ricorrente.
Nel 1932 la Disney, quindi,
presenta questo nuovo personaggio non con il vecchio nome di
Rover. Sembra che gli animatori abbiano
voluto catturare l’attenzione del pubblico dando al loro nuovo
cagnolino il nome del nuovo pianeta appena scoperto. Nel 1930,
infatti, l’astronomo Clyde Tombaugh scoprì
l’allora nono pianeta Plutone, in inglese
Pluto.
Pluto e Pippo: uguali ma
diversi
Pluto, simile
nell’aspetto a un cane di razza bracco, di colore
giallo ocra e con una sottile coda nera, è uno dei pochissimi
personaggi Disney a non parlare e a non avere caratteristiche
antropomorfe. Quasi tutti i componenti della squadra Disney dei
primi anni, sono infatti animali ma con tratti umani e in grado di
parlare. Uno dei pochi personaggi borderline è
Paperino che, pur essendo in grado di comunicare,
fa fatica a farsi capire.
Negli anni il cane resta sempre un
personaggio minore all’interno dell’universo Disney eppure anche
per lui non mancano di certo i momenti di gloria. Nel
1933, ad esempio, diventa il protagonista del
corto Pluto L’amico di Topolino. In questa piccola
fiaba, il cane salva un dolce gattino che, adottato da Topolino,
sembra attirare su di se tutte le attenzioni di quest’ultimo. Sul
finale, il cucciolone si redime, supera la sua gelosia e accetta la
presenza del nuovo membro della famiglia. Questa è in assoluto la
prima volta in cui Pluto ruba, per così dire, la scena a Topolino,
fino a quel momento unico protagonista.
Da quella prima apparizione nel
1932, Pluto diventa un personaggio ricorrente e comincia a
interagire sempre di più con gli amici di Topolino come
Minnie, Paperino,
Clarabella e Pippo. In particolare, è
proprio l’interazione tra Pluto e Pippo a generare
confusione nel pubblico. Gli spettatori sono convinti che entrambi
siano dei cani ma mentre Pippo ha sembianze umane e può parlare,
l’altro è semplicemente un buffo animale da compagnia.
A chiarire le idee è stato
Bill Farmer, voce originale di Pippo, in
un’intervista per Yahoo!.
“Non è un cane […] Pippo
appartiene alla famiglia canina allo stesso modo di un lupo, che
non è un cane. Però entrambi sono dentro la famiglia
canina.”
I cartoni di Pluto
Tutti i cartoni di
Pluto, così come di tutti gli altri personaggi
della Disney, sono disponibili in streaming solo
sulla piattaforma a pagamento di Disney Plus.
A marzo la programmazione di
Pluto TV – il servizio digitale FAST (Free
Ad-Supported Streaming Television) completamente gratuito
di Paramount – accoglie la primavera con tanti nuovi
contenuti gratuiti e festeggia le donne con una programmazione
unica, assolutamente da non perdere.
LE DIVE
DELL’INTRATTENIMENTO SONO SU PLUTO TV
A partire dall’8 marzo si
accende il nuovo canale VH1+ Girl Power! Un intero canale
musicale dedicato alle donne e al loro enorme sostegno
all’industria musicale. Un viaggio dal passato al presente per
mostrare quanto gli artisti e le artiste hanno fatto per portare le
donne a liberarsi e a rivendicare i propri diritti.
Dal 4 al 10 marzo, su Pluto TV Serie va in onda una
programmazione dedicata alle donne più iconiche delle serie TV:
“Donne Protagoniste”. Tra le produzioni disponibili sul
canale “United States of
Tara“, le avventure di Tara Gregson, una
giovane affetta da disturbo dissociativo dell’identità,
interpretata magistralmente da Toni Collette.“Chasing Life” ci porta nel mondo
di April Carver, una giovane giornalista alle prese con la scoperta
di una malattia terminale mentre cerca di bilanciare la sua
carriera e la vita personale. “Call the
Midwife” un emozionante dramma che si
svolge nel quartiere popolare di Poplar a Londra negli anni ’50 e
’60, che si incentra sulla vita delle ostetriche in quegli anni.
Infine, “The
Paradise” ci trasporta in un grande
magazzino alla fine del XIX secolo, seguendo le vicende di Denise
Lovett mentre cerca di farsi strada nel mondo del lavoro.
Su Pluto TV Cinema Italiano
ogni martedì alle 21.00, va in onda la
programmazione speciale
“Dive Italiane” dedicata alle dive
del cinema italiano. Il primo appuntamento è il 5
marzo con “Caccia al marito” con
una giovanissima Sandra Mondaini, una commedia che segue
le avventure di quattro donne che decidono di investire i loro
risparmi in una vacanza di lusso nella speranza di catturare un
marito facoltoso, lasciando i loro fidanzati in città.
Il 13 marzo, è la volta di
“Urlatori Alla Sbarra” con Mina,
Adriano Celentano, Elke Sommer e Joe Sentieri, una
meravigliosa commedia musicale che segue un gruppo di giovani
musicisti mentre cercano di esibirsi in televisione tra
raccomandazioni ed amicizie.
Il 19 marzo, va in onda
“Il Crimine non va in Pensione”
con Stefania Sandrelli, dove un gruppo di anziani
residenti in una casa di riposo decide di formare una banda
criminale per organizzare una rapina alla sala bingo dove
trascorrono le loro giornate.
Infine, il 26 marzo, su
Pluto TV torna l’eterna Gina Lollobrigida protagonista di
“Alina”, una storia
d’amore tra una contrabbandiera e George, complicata dall’amante di
lui e da un criminale infatuato di lei, portando a una serie di
pericolose vicende prima che possano provare a fuggire insieme
LA PROGRAMMAZIONE DI MARZO:
UN MIX IMPERDIBILE TRA SUSPENCE E RISATE
Il mese di marzo su Pluto TV
promette anche un mix irresistibile di suspense e risate.
Da marzo si accende il nuovo canale dedicato a
“NUMB3RS”, una delle serie più amate dal pubblico,
ambientata a Los Angeles, incentrata sull’agente speciale dell’FBI
Don Eppes e il suo giovane fratello Charlie Eppes genio matematico
che aiuta Don a risolvere i suoi casi.
Il giovedì, invece, è all’insegna delle risate e della
comicità. Dalle 21.00 su Pluto TV Film Commedia tornano le commedie
americane più amate, ricche di momenti leggeri e
divertenti. Il 7 marzo va in onda “Uno
spostato sotto tiro” con
Jamie Foxx nei panni di Michael, le cui vacanze
romantiche vengono stravolte quando la fidanzata scopre che ha
speso tutti i risparmi per comprare l’auto nuova. Rimasto solo,
Michael finisce in una serie di guai. Il 14 marzo, “The
fighting temptations” con Beyoncé e
Cuba Gooding Jr.
La storia di uno sfortunato manager
di New York, torna nella sua città natale per reclamare l’eredità
lasciatagli dalla zia. Ma prima di averla, dovrà esaudire il suo
ultimo desiderio. Il 21 marzo, va in onda
“Una rapina quasi
perfetta” le avventure di un poliziotto,
la sua fidanzata e un bancario che progettano la rapina perfetta,
ma devono affrontare i sospetti dell’FBI. Infine, il 28
marzo, chiude il ciclo comico
“Kingpin” che porta sullo schermo
Bill Murray e
Woody Harrelson in una commedia incentrata su una star
del bowling che cerca di riscattare la sua carriera allenando un
giovane prodigio.
ViacomCBS Networks
International (VCNI), divisione di ViacomCBS Inc. (NASDAQ:
VIAC, VIACA), annuncia l’arrivo di Pluto TV in Italia dal
28 ottobre. Con più di 52 milioni di utenti attivi
in 25 paesi attraverso 3 continenti, il servizio leader di
televisione in streaming esprime un nuovo concetto di fruizione
lineare adattato all’universo digitale.
Primo servizio digitale FAST (Free
Ad-Supported Television), Pluto TV diventerà complementare a
Paramount+, la piattaforma premium che arriverà in
Italia nel 2022.
“ViacomCBS sta rapidamente
espandendo la propria impronta globale nel settore streaming
offrendo al pubblico una vasta library di contenuti di qualità
attraverso le piattaforme gratuite e a pagamento”, ha
dichiarato Jaime Ondarza, EVP & General Manager South
Europe & Mena Hub ViacomCBS. “Con Pluto TV, e
presto anche Paramount+, il nostro eco-sistema diversificato
trasformerà il mercato italiano dello streaming.”
Caratterizzato da semplicità di
accesso, totalmente gratuito e senza necessità di registrazione, il
servizio offre un’esperienza innovativa di vivere la tv. Con
40 canali lineari esclusivi e migliaia di ore di
contenuti al lancio, Pluto TV sarà accessibile via browser
all’indirizzo www.pluto.tv, attraverso la App per Android e
iOS, e su tutte le principali Smart TV, come Samsung Tizen, LG
Smart TV, Amazon Fire TV, Android TV e Chromecast, mentre una
selezione di canali Pluto TV sarà anche presente su Samsung TV
Plus.
Sky Media sarà il partner
per la raccolta pubblicitaria di Pluto TV in Italia.
“Siamo felici di ampliare la
nostra partnership con ViacomCBS, mettendo a disposizione
di Pluto TV il nostro bouquet di soluzioni pubblicitarie
innovative. Questo rafforza ulteriormente il portafoglio di
Sky Media nell’ambito delle piattaforme digitali, oltre che in
termini di audience e di contenuti” –
commenta Evelyn Rothblum, Executive
Vice President Advertising, Partnerships and
Distribution di Sky in Italia e
Germania.
“Siamo lieti di rafforzare la
lunga collaborazione con Sky Italia avendo Sky Media al nostro
fianco per la raccolta pubblicitaria. Questo lancio renderà
disponibile al pubblico italiano una solida offerta, e
contemporaneamente permetterà a ViacomCBS di segnare un’importante
crescita nel comparto dello streaming e della distribuzione dei
contenuti, in linea con le strategie globali” ha continuato
Jaime Ondarza, EVP & General Manager South Europe & Mena
Hub ViacomCBS.
Grazie ad un’evoluzione dell’idea
stessa di televisione, Pluto TV offrirà al lancio in Italia 40
canali tematici e lineari in esclusiva che copriranno generi
diversi, tra cui cinema, serie tv,
reality, contenuti per bambini,
lifestyle, crime e comedy. Oltre ad una
vasta scelta garantita dall’ampia libreria ViacomCBS, la
piattaforma offrirà contenuti diversificati provenienti da editori
e partner terzi, tra cui Paramount, Lionsgate, Minerva, KidsMe,
Banijay Rights, Cineflix Rights. Altri partner verranno annunciati
in seguito.
Tra i canali lineari in esclusiva
presenti al lancio ci saranno Pluto TV Azione, Pluto
TV Cinema Italiano, Pluto TV Drama e Pluto TV
Real Life. Ci sarà, inoltre, un’offerta di canali per bambini
così come canali dedicati al genere comedy, al gaming e agli sport
estremi. L’offerta di Pluto TV continuerà ad arricchirsi
regolarmente, col lancio di nuovi canali ogni mese.
Pluto TV si è rapidamente espanso a
livello globale ed è oggi disponibile in Europa, USA e America
Latina, dove il servizio ha riscosso grande successo. Pluto TV ha
raggiunto, infatti, i 100 canali in 17 paesi di lingua spagnola
dell’America Latina e i 50 canali in Brasile.
E’ arrivato online un nuovo trailer
di Plush, thriller erotico diretto
da Catherine Hardwicke (Thirteen,
Twilight) e interpretato da Emily
Browning.
Plush nuovo
trailer
Nel cast
di Plush sono presenti
anche Cam Gigandet, Xavier Samuel, Casey
LaBow, Marlene Forte, Thomas Dekker, Kimiko
Gelman.La pellicola verrà
rilasciata il 13 settembre negli Usa, solo per un
numero limitato di copie.
Si tratta di una vicenda
appassionante dai toni rock. Heley è una giovane rockstar che, dopo
aver perso ilcompagno di band e fratello a
causa per un’overdose, si ritrova in grave difficoltà. Il secondo
album della sua band, i Plush, ha ricevuto critiche pessime e va
molto male sul mercato. Hayley ritrova un po’ di fiducia grazie
all’amicizia con Enzo, nuovo chitarrista che dà una sferzata di
energia portando nuova creatività nella band, ma presto l’amicizia
rischia di traformarsi in una relazione vera e propria e Hayley,
che è sposata con due figli, è costretta a rifiutare le avance
di Enzo. Quando scopre il suo oscuro passato, la ragazza capisce
che l’uomo è, in realtà, un folle psicopatico pronto a minacciare
la sua vita e la sua famiglia.
David e Teddy sono due
amici che stanno per partecipare al più grande party dell’anno a
casa di un compagno di classe, i due però hanno obiettivi diversi
per la serata: David deve farsi perdonare dalla fidanzata mentre
Teddy ha intenzione di rimorchiare quante più ragazze
possibile.
Ma un evento sovrannaturale, che
sdoppia letteralmente le persone, cambia radicalmente le
prospettive dei partecipanti portando caos e violenza all’interno
della festa.
Commedia sci-fi dai tratti cupi che
nella prima parte ricorda i tipici college movie americani
(Project x su tutti e alcune sfumature di
American Pie) ma poi si concede derive
fantascientifiche e tocchi tra horror e thriller.
Si capisce bene quindi come
Dennis Iliadis abbia voluto tentare tante strade
per il suo nuovo film non riuscendo però a trovarne un’adatta
perché il lungometraggio non funziona per nessuno dei generi prima
citati.
Il regista vuole parlare di doppio,
di personalità e dell’animo umano ma finisce con l’accennare queste
tematiche per dare quanto più spazio possibile all’azione, perdendo
così una buona occasione per fare qualcosa di innovativo, che
potesse divertire e il pubblico e farlo riflettere su aspetti
importanti dell’individuo.
Gli attori poi non incidono
particolarmente, incastrati in personaggi abbastanza visti e
rivisti, non riescono a esprimere emozioni di alcun tipo, nemmeno
Rhys Wakefield (visto recentemente ne
La notte del giudizio, in cui nella parte
del cattivo di turno era molto più che convincente) riesce ad
essere efficace restituendo un personaggio irritante e per il quale
è difficile provare empatia.
Per fortuna Plus
One è breve e ha un buon ritmo che lo fa scorrere via
veloce, ma quello che rimane a fine proiezione è un pasticcio di
generi e concetti che sa di occasione persa; soprattutto perché
l’idea di fondo, sviluppata diversamente, poteva essere molto
buona.
La serie fantascientifica di
Vince Gilligan per Apple
TV+Pluribus ottiene un trailer
sottilmente sinistro con una star di Better Call Saul,
mentre il mistero dello show cresce. Mentre Breaking Bad è
considerata una delle migliori serie TV poliziesche di tutti i
tempi, Pluribus è un thriller fantascientifico che segue
Carol, la persona più infelice del mondo incaricata di salvare la
Terra dalla felicità.
Ora Apple TV+ ha
pubblicato un nuovo teaser di Pluribus, che vede la star di
Better Call Saul Rhea Seehorn, che interpreta Carol,
osservare un telefono fisso che squilla. Il testo la esorta a
chiamare prima di fornire un numero di telefono: (202) 808-3981.
Non è chiaro se Carol decida di rispondere al telefono prima della
fine del teaser. Guardalo qui sotto:
Cosa rivela il nuovo teaser di
Pluribus sulla serie fantascientifica
L’ultimo teaser esorta Carol a
chiamare il numero che appare nel video, ma l’ex membro del cast di
Better
Call Saul non è sicura se rispondere al telefono che
squilla. Chiamando il numero nella vita reale, tuttavia, Carol
riceve un messaggio da qualcuno all’altro capo del filo. La
trascrizione della chiamata recita:
Ciao Carol. Siamo così felici
che tu abbia chiamato. Non vediamo l’ora che ti unisca a noi.
Digita 0 e ti ricontatteremo tramite SMS.
Componendo il numero 0 si riceve un
messaggio di testo indirizzato a Carol, che dice che lei “[ha]
potere decisionale”. Rispondendo “SÌ” ci si iscrive per
ricevere aggiornamenti sullo show, con il mittente che dice
“vogliamo solo renderti felice”. Anche se questo non offre
molte informazioni sulla serie TV di fantascienza, riflette il
dilemma della felicità accennato nella descrizione dello show.
Sebbene ci sia ancora molto mistero
su cosa tratti effettivamente la serie, sembra che
un’organizzazione stia cercando di entrare in contatto con Carol,
forse per reclutarla per qualcosa. Data la falsa cordialità
dall’altra parte del telefono, sembra che potrebbero essere
coinvolti in qualunque cosa stia combattendo Carol. Il significato
rimane poco chiaro.
Terzo lungometraggio del regista
islandese Árni Ólafur Ásgeirsson,
Ploi è il suo primo lavoro d’animazione dopo due
film drammatici dalle atmosfere piuttosto oscure, Thicker
than water (2007) e Undercurrent (2010).
Per questo esordio nel mondo animato, Ásgeirsson ha voluto al suo
fianco Gunnar Karlsson, autore del primo film
d’animazione prodotto in Islanda – Thor
– The legend of Valhalla (2011), ma anche di Anna
and the moods e The lost little
caterpillar, presentato al Giffoni Film Festival nel 2003.
Karlsson è qui co-regista assieme a Ives Agemans,
ma anche character designer. A dirigere l’animazione c’è
Dirk Henrotay.
Ploi: il film
Ploi è un pulcino
di piviere allegro e curioso. Per suo padre il coraggio è il valore
più importante e vuole trasmetterlo al piccolo. Ploi sogna di
diventare un giorno la guida dello stormo, proprio come il suo
papà. Ha una compagna di giochi, Ploveria, dalla
quale è inseparabile. Insieme imparano tutto ciò che c’è da sapere
per diventare adulti, soprattutto a procurarsi il cibo e a volare.
Solo così potranno andare nei paesi caldi a trascorrere l’inverno.
Ploi però, ha paura di volare e durante un’esercitazione è
attaccato dal temibile falco Shadow.
Suo padre si sacrifica per salvarlo,
ma lui, traumatizzato, non vuole più volare. Così, quando il suo
stormo migra verso sud, lui rimane ad affrontare il rigido inverno
da solo. Non gli resta che cercare di arrivare a Paradise Valley,
dove i codardi che non se la sentono di migrare, trascorrono
l’inverno. Nel viaggio verso la valle, Ploi incontra amici come la
pernice Giron, che vuole vendicarsi di Shadow, o
il topolino Mousy, che lo aiuta più di una volta.
Ma affronta anche nemici come la volpe o il gatto. Queste avventure
lo aiutano a crescere e lo preparano a raccogliere l’eredità del
padre, imparando non solo a volare, ma anche a difendere il proprio
stormo.
Il tema della crescita
Ploi è un film
d’animazione per bambini, che affronta il tema della crescita, di
cosa significhi diventare adulti, concentrandosi su chi, come il
protagonista, in questo percorso può incontrare qualche difficoltà
più degli altri. In particolare si parla di paure, che vengono
considerate da chi le vive e magari da qualcuno intorno come
debolezze, di quel senso di esclusione e inadeguatezza che avvince
chi ha paura e finisce per sentirsi diverso. Un senso di esclusione
che può essere talvolta alimentato dai coetanei e da atteggiamenti
di disprezzo o derisione, come quelli del piviere Sloi nei
confronti di Ploi.
Ebbene, quelle stesse paure che
possono sembrare ostacoli insormontabili, se affrontate con l’aiuto
di chi ci vuole bene – qui un folto gruppo di amici, dal simpatico
Mousy all’amorevole cervo, fino al pentito falco Skua – possono
essere superate e far scoprire invece i propri punti di forza. Ci
sono figure di riferimento nel mondo adulto con le quali si può
stabilire un forte e proficuo legame, anche quando vengono meno i
genitori. È quello che accade con la buffa pernice Giron, che fa da
guida a Ploi, aiutandolo a orientarsi nel mondo. Il film è una
storia di crescita e riscatto dall’immancabile lieto fine, dove il
timido e insicuro diventa eroe, dimostrando che in ciascuno può
esserci un eroe, basta solo avere un po’ di fiducia in sé stessi
per scoprirlo.
Per questo racconto animato
Ásgeirrson e Karlsson scelgono toni delicati e pacati e si
rivolgono anche al pubblico dei piccolissimi. Il ritmo ne risente
un po’ e nonostante le diverse avventure, tutte molto semplici e
lineari, risulta a tratti lento. Il film riesce però a mescolare
leggerezza e serietà, facendo sorridere e riflettere. Ad
accompagnarlo la colonna sonora di Atli Örvarsson,
che ben si adatta ai vari momenti del film.
Per quanto riguarda l’estetica, che
si deve al disegno di Karlsson e al character modelling di
Filip Van Mieghem, l’immagine dei pivieri non
brilla per le fattezze – un’enorme testa con occhioni e becchi da
peluche – ma più che altro per il colore arancio vivo e per la resa
del piumaggio dall’effetto realistico. Più accattivanti nel
complesso sono invece la pernice, i falchi, i topi e gli altri
animali. Alla fotografia, Frederik Sallaerts e
Tomas Kvӕrner.
Nel 2013 la regista svedese Ninja Thyberg realizza
un cortometraggio dal titolo Pleasure, nel quale si occupa
di descrivere sommariamente le dinamiche di un set porno e i
rapporti che si instaurano tra gli attori coinvolti. A distanza di
anni, la regista avverte però quel suo lavoro come non
sufficientemente sincero sull’argomento e decide di condurre una
nuova ricerca a riguardo che la porterà a girare, nel 2018, il suo
primo lungometraggio, anch’esso con il titolo
Pleasure. Il film, presentato al
Sundance Film Festival, trova però distribuzione
solo ora, senza che ciò gli abbia fatto generare mancanze in quanto
ad attualità e valore sociale.
Per percorrere questo viaggio la
regista dà vita a Bella (Sonia
Kappel), un’attraente ragazza di diciannove anni, bionda
con brillanti occhi azzurri. Bella, come normale a quell’età, ha
sogni e aspirazioni. Questi, tuttavia, differiscono non poco da
quelli che si è soliti sentire espressi. Lei desidera infatti
diventare la prossima superstar del porno. Per riuscirci vola dalla
Svezia a Los Angeles, dove la sua sfrenata ambizione la porterà a
confrontarsi con ambienti sempre più pericolosi, trovandosi ben
presto costretta a conciliare i suoi sogni di affermazione con la
realtà e a scontrarsi con il lato più oscuro dell’industria.
Nessuno mi può giudicare
Maltrattata e malvista, l’industria
del cinema porno è una delle realtà economiche più solide e
redditizie che ci siano. Un ambiente su cui circolano sottovoce
tante verità quante menzogne e proprio per questo suo essere troppo
spesso un tabù la comprensione delle sue dinamiche interne risulta
spesso sfuggente. La regista si lancia dunque giù per la tana del
coniglio, desiderosa di entrare in contatto con quel sottobosco e
portarne alla luce quanti più aspetti possibile, dai giochi
sessuali a quelli di potere, possibilmente con uno sguardo inedito.
Un obiettivo evidentemente tutt’altro che semplice.
Per riuscirci, Thyberg sceglie la
sola via probabilmente giusta per questo tipo di operazioni:
abbattere i confini tra documentario e fiction. Costruisce dunque
una protagonista che, pur trovando modelli di riferimento nella
realtà, è frutto dell’immaginazione, e la pone in un ambiente dove
tutto è invece quanto più vero possibile. Tutti gli attori intorno
a lei sono vere pornostar, i registi veri registi di opere porno e
anche le scene più esplicite sono affrontate nel modo più vicino
possibile alla realtà. Attraverso lo sguardo di Bella, dunque, lo
spettatore entra realmente a contatto con ciò che c’è da sapere a
riguardo.
Una volta riuscita in ciò, la
regista sembra però anche consapevole di avere il dovere di
rimanere quanto più imparziale possibile. Sarebbe fin troppo facile
giudicare un contesto simile, dove la donna è nella stragrande
maggioranza dei casi un mero oggetto di piacere per uno sguardo
maschile. Thyberg, fedele anche alle sue intenzioni documentarie,
riesce dunque a costruire un film con situazioni e dialoghi
attraverso cui non traspare un suo giudizio, positivo o negativo
che sia. Allo stesso tempo, in modo più implicito e convincente,
questo emerge in ogni inquadratura dove la protagonista è colta
nella sua solitudine, circondata da una tenebrosa atmosfera di
malinconia.
Lo sguardo del piacere
Pleasure è dunque un film
che, proprio come l’industria del porno in generale, contiene in sé
una facciata esteriore e una interiore. È ufficialmente un film di
finzione, ma ha chiari intenti documentaristici. Propone una
rappresentazione priva di giudizio di questo ambiente, ma
l’opinione della regista non può che emergere ugualmente anche se
in modo meno esplicito. Ed è proprio questo costruirsi sugli
“opposti” e sulle “contraddizioni” che rende Pleasure
un’opera tanto affascinante e audace, quanto disturbante. Certe
scene hanno evidentemente l’obiettivo di costringere lo spettatore
ad immedesimarsi in situazioni scomode, specialmente per via del
loro punto di vista ribaltato.
Se, come detto precedentemente, il
cinema porno è costruito primariamente con uno sguardo maschile, la
regista sceglie qui di farci assumere quello femminile di Bella. Si
esprime anche da qui quella rivoluzione nello sguardo che negli
ultimi anni è diventata tanto urgente e che in Pleasure
contribuisce a proporre con forza una delle domande alla base del
film: chi prova piacere? È forse Bella? O Chi la guarda? E
se non è la protagonista a provarlo, cosa le resta? Il film
dichiaratamente non ha risposte certe, ma ha l’obiettivo di porre
questi e altri quesiti con cui riflettere su tale ambito e per il
modo in cui la regista costruisce quest’indagine, difficilmente ci
si dimenticherà presto di quanto visto.
Dopo la disabilità fisica,
raccontata nel delicato e romantico The Session,
Ben Lewin racconta la disabilità mentale,
l’autismo, in Please Stand By, che però declina
con un linguaggio più leggero e rassicurante, rivolgendosi a un
pubblico più giovane.
Grandissima fan di Star
Trek, Wendy è autistica, vive in base a schemi rigidi e
rituali quotidiani che vengono interrotti soltanto dalla sua
passione per la scrittura. Un giorno le si presenta un’occasione
magnifica: avere la possibilità di partecipare a un concorso
proponendo una sceneggiatura a tema Star Trek. Il premio in denaro
le permetterà, secondo lei, di tornare a vivere con la sorella
maggiore. Quello che Wendy non sa è che dovrà superare tutti i suoi
limiti e le sue difficoltà per poter portare a destinazione il
plico con la sua preziosa storia.
Dakota Fanning ha interpretato da piccolissima
la figlia di un uomo con un ritardo mentale, in Mi chiamo Sam. Adesso passa
dall’altra parte, per così dire, e dà corpo a questa giovane donna,
autosufficiente ma imprigionata in schemi che permettono al suo
mondo di stare fermo e di non agitarla. Dimostrando una certa
maturità di interprete, la Fanning riesce a dare corpo a
un’interpretazione misurata e pulita, senza strafare e cadenzando i
momenti più forti con equilibrio.
Please Stand By – l’autismo attraverso un
occhio rassicurante
L’approccio del regista Lewin è
però molto edulcorato, sia nella scelta di un’ambientazione sicura,
per quanto estranea e in alcuni casi avversa alla protagonista, sia
per il modo in cui si affronta l’anomalia della stessa, che
comunque trova pian piano il coraggio di affrontare le situazioni
che lei sola percepisce come un ostacolo.
Illuminata dallo spirito guida di
Spok, il personaggio di Star Trek
metà umano e metà vulcaniano, Wendy riesce a trovare il suo modo
per entrare in contatto con i sentimenti altri, riuscendo in
qualche modo a esprimersi a sua volta. Un parallelo esibito, nel
finale, tra la protagonista e il personaggio: due figure che
trovano il loro modo per condividere i sentimenti, nonostante gli
ostacoli.
Tra le tante, tutte parziali,
rappresentazioni cinematografiche dell’autismo, Please
Stand By si colloca in un territorio neutro, scegliendo
una rappresentazione rassicurante e mettendo in scena più che la
malattia la forza di volontà nel superare i propri limiti.
Please Baby Please
è interpretato dalla candidata all’Oscar Andrea Riseborough (To Leslie, Birdman),
Harry Melling (The Tragedy of Macbeth, Harry
Potter, La Regina degli Scacchi), Karl Glusman
(The Neon Demon, Love), la candidata ai Golden Globe
Demi
Moore (Ghost, Il Talento di Mr. C), Mary Lynn
Rajskub (Safety Not Guaranteed, Mysterious Skin),
Ryan Simpkins (Brigsby Bear, A Simple Man) e
da Dana Ashbrook (Twin Peaks). Il film è stato
presentato in anteprima mondiale al Rotterdam International
Film Festival 2022.
La trama di Please Baby
Please
Dopo aver assistito a un omicidio
nelle strade di una surreale Manhattan degli anni Cinquanta, la
coppia di bohémien Suze e Arthur diventa l’ossessione di una gang
di greaser. Demi Moore interpreta l’affascinante vicina
del piano di sopra, che ha diversi amanti e, cosa ancora più
impressionante, una lavastoviglie.
MUBI
MUBI è
un servizio di streaming globale, una casa di produzione e di
distribuzione di film che ha la missione di valorizzare il grande
cinema. MUBI produce, acquisisce, seleziona e promuove film
eccezionali, rendendoli accessibili al pubblico di tutto il
mondo.
MUBI è un luogo dove scoprire film
ambiziosi, sia di registi iconici che di autori emergenti. Ogni
giorno arriva sulla piattaforma un nuovo film selezionato con cura
dai programmatori di MUBI. Notebook esplora tutti gli aspetti della
cultura cinematografica, sia su carta che online. E con MUBI GO, i
membri di alcuni paesi possono ottenere un biglietto gratuito ogni
settimana per vedere i migliori film in uscita in sala.
Tra le distribuzioni MUBI recenti e
prossime ci sono Passages di Ira Sachs, Petite Maman di Céline
Sciamma, Aftersun di Charlotte Wells, Pleasure di Ninja Thyberg,
Memoria di Apichatpong Weerasethakul, First Cow di Kelly Reichardt
e Shiva Baby di Emma Seligman. Le coproduzioni di MUBI includono il
prossimo film di Michel Franco, Memory, One Fine Morning di Mia
Hansen-Løve, Farewell Amor di Ekwa Msangi (vincitore al Sundance
Film Festival) e Our Men di Rachel Lang. MUBI è la più grande
comunità di appassionati di cinema, disponibile in 190 Paesi con
oltre 13 milioni di membri in tutto il mondo. Nel gennaio 2022,
MUBI ha acquisito le rinomate società di vendita e produzione The
Match Factory e Match Factory Productions.