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Point Break: Gerard Butler protagonista del remake

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Gerard Butler sarà il protagonista del remake di Point Break, action thriller diretto nel 1991 da Kathryn Bigelow. La notizia è stata confermata da The Hollywood Reporter. La pellicola sarà diretta da Ericson Core (Invincible).

Nel 2011 la Alcom Entertainment aveva già annunciato il remake, ambientato nel mondo degli sport estremi, con un agente dell’FBI infiltrato in una gang criminale. Butler vestirà i panni di Bodhi, che nella versione originale del film era interpretato da Patrick Swayze. Keanu Reeves, a breve al cinema in 47 Ronin, invece, ha completamente escluso l’idea di partecipare al progetto.

Il remake di Point Break verrà prodotta da Andrew Kosove e Broderick Johnson in collaborazione con Michael DeLuca, John Baldecchi, Chris Taylor e Kurt Wimmer, che si è anche occupato della sceneggiatura del film.

Fonte: ComingSoon.net

Point Break: Gerard Butler fuori dal remake

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L’attore Gerard Butler è uscito dal progetto che prevede un remake per il classico del cinema actin Point Break. L’attore di 300 era stato ingaggiato per interpretare Bodhi, il personaggio che nella versione originale del 1991 era stato interpretato da Patrick Swayze.

Nonostante l’abbandono di Butler, Point Break è comunque in produzione, e le riprese sono previste per giugno. Mentre le effettive ragioni che hanno portato Gerard Butler ad uscire dal progetto non sono note, immaginiamo che l’annuncio di un sequel di Attacco al Potere – Olympus Has Fallen, dal titolo London Has Fallen, potrebbe aver inciso sulla scelta dell’attore: meglio interpretare di nuovo un personaggio proprio invece che mettersi nei panni di un altro personaggio amato, interpretato all’epoca da un attore ugualmente amato. Se così fosse, Gerard avrebbe fatto una scelta più sicura e comprensibile.

Fonte: Variety

Point Break: Edgar Ramirez racconta cosa cambierà nel remake

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Point Break: Edgar Ramirez racconta cosa cambierà nel remake

Il remake del film cult Point Break – Punto di rottura (1991) uscirà nelle sale cinematografiche il 27 gennaio 2016.

Il nuovo Point Break sarà diretto Ericson Core, mentre a sostituire Patrick Swayze e Keanu Reeves saranno Luke Bracey e Edgar Ramirez.

A parlare è proprio quest’ultimo, l’attore venezuelano Edgar Ramirez (Zero Dark Thirty, Joy) che, in un intervista a Variety, racconta il suo legame con la storia:

“Appartengo alla generazione di Point Break. Ho visto l’originale quando avevo 13 anni. In pratica è la storia del salvataggio dello spirito umano, oggi continuiamo a combattere la stessa battaglia spirituale, ma con una sfumatura politica.

Il primo film era molto più edonistico, stavolta il mio personaggio Bodhi assomiglia più ad un monaco”.

La storia è ambientata ai giorni nostri, ma conserva lo stesso spirito del primo film, che va al di là del semplice surf, il suo aspetto eversivo contro il sistema, aveva dichiarato lo scorso anno in un’intervista a Collider.

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In Point Break, action thriller concentrato di pura adrenalina, Johnny Utah (Luke Bracey), giovane agente dell’FBI, si infiltra in un gruppo itinerante di atleti amanti del brivido, capeggiati dal carismatico Bodhi (Edgar Ramirez). Gli atleti sono sospettati di crimini perpetrati in maniera estremamente inusuale. Sotto copertura, con la moglie costantemente esposta a imminenti pericoli, Utah dovrà trovare chi è la mente che si nasconde dietro crimini apparentemente inconcepibili.

Un film che dal primo all’ultimo frame è un distillato di atleticità e prestanza fisica come mai prima d’ora. Un action adventure interpretato dai migliori atleti a livello mondiale di surf su onde giganti, lancio in tuta alare, snowboard, free climbing, e motor cycling ad alta velocità.

VEDI ANCHE Point Break: tante nuove clip da film con Edgar Ramirez

Fonte: VarietyCollider

Point Break: disponibile una featurette in italiano

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Point Break: disponibile una featurette in italiano

Atteso al cinema per il prossimo 27 gennaio 2016Point Break, remake dell’omonimo film che vedeva protagonisti Patrick Swayze Keanu Reeves, torna a mostrarsi in una nuova featurette doppiata interamente in italiano, resa disponibile dalla Eagle Pictures sul proprio canale youtube.

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Vi ricordiamo che a raccogliere l’eredità di Swayze Reeves saranno Luke Bracey e Edgar Ramirez mentre completeranno il cast Ray Winstone, Teresa Palmer e Delroy Lindo. In Point Break, action thriller concentrato di pura adrenalina, Johnny Utah (Luke Bracey), giovane agente dell’FBI, si infiltra in un gruppo itinerante di atleti amanti del brivido, capeggiati dal carismatico Bodhi (Edgar Ramirez). Gli atleti sono sospettati di crimini perpetrati in maniera estremamente inusuale.

Sotto copertura, con la moglie costantemente esposta a imminenti pericoli, Utah dovrà trovare chi è la mente che si nasconde dietro crimini apparentemente inconcepibili. Un film che dal primo all’ultimo frame è un distillato di atleticità e prestanza fisica come mai prima d’ora. Un action adventure interpretato dai migliori atleti a livello mondiale di surf su onde giganti, lancio in tuta alare, snowboard, free climbing, e motor cycling ad alta velocità.

Fonte: Eagle Pictures

Point Break: dal cast alle location, le curiosità sul film con Édgar Ramírez

Quando nel 1991 il film Point Break arrivò al cinema per la regia di Kathryn Bigelow, divenne da subito un vero e proprio cult. Thriller d’azione con protagonisti Keanu Reeves e Patrick Swayze, è oggi considerato uno dei più affascinanti titoli di questo genere, entrando a far parte della cultura di massa. Una popolarità che ha spinto la Warner Bros a dar vita ad un remake nel 2015. Intitolato a sua volta Point Break (qui la recensione), questo riprende le principali caratteristiche dell’originale aggiornandole al contesto odierno. A dirigerlo vi è Ericson Core, meglio noto come direttore della fotografia di film come Fast & Furious e Daredevil.

Il titolo Point Break si riferisce ad un preciso termine del gergo surfistico, il quale indica il momento in cui le onde si infrangono su una barriera rocciosa, dando vita ad un particolare tipo di onda particolarmente stimolante da cavalcare. Solo i più esperti surfisti riescono infatti a domare queste senza cacciarsi nei guai. Il “punto di rottura” indica però anche quel limite oltre il quale si verifica una brusca e talvolta imprevedibile reazione. Si tratta dunque di una condizione che, in entrambi i casi, descrive alla perfezione tanto il film in sé quanto i suoi due protagonisti.

Inizialmente accolto con grande interesse, tale remake non ha però ottenuto il successo immaginato, arrivando a guadagnare solo 133 milioni di dollari a fronte di un budget di 105. Si tratta però di un titolo da riscoprire, anche solo per la bellezza dei luoghi in cui è ambientato. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Point Break. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Point Break cast
Edgar Ramírez e Luke Bracey in Point Break. Foto di Reiner Bajo – © 2015 – Warner Bros. Pictures

La trama di Point Break

Il film racconta la storia di Johnny Utah, giovane agente dell’FBI, incaricato di infiltrarsi in un gruppo di atleti, dipendenti dall’adrenalina, sospettati di una serie di rapine aziendali. A capo della banda c’è il carismatico Bodhi, che insieme agli altri ragazzi sta cercando di portare a termine l’Ozaki 8, una serie di sfide estreme che onorano le forze della natura. Johnny deve sfruttare la sua passione per gli sport estremi per farsi ammettere nel gruppo ed essere così libero di indagare. In breve, Johnny riesce ad avvicinarsi al gruppo e a farsi invitare alle loro feste, dove conosce Samsara, dalla quale si sente fortemente attratto. Ben presto, però, dovrà iniziare a confrontarsi con i pericoli della sua missione.

 

Il cast del film

Ad interpretare il ruolo che fu di Keanu Reeves, quello dell’agente FBI Johnny Utah, vi è l’attore Luke Bracey. Questi ottenne il ruolo dopo un lungo processo di casting, e a favorirlo fu il fatto che sin da bambino pratica il rugby ed è un grande appassionato di surf. Grazie a queste attività ha infatti provato di avere il fisico giusto per la parte. Tutto ciò, unito ad una buona capacità interpretativa, lo ha reso il candidato più credibile e valido. Per il ruolo dello spericolato criminale Bodhi era invece stato scelto l’attore Gerald Butler.

Egli tuttavia dovette rinunciare al ruolo a causa di impegni precedentemente presi, e ad assumere la parte fu dunque l’attore Édgar Ramírez. Per il personaggio questi si preparò attraverso un lungo addestramento fisico, che gli permise di interpretare personalmente molte delle scene più complesse. Nel film è poi presente l’attore Ray Winstone, noto per film come The Departed e Noah, che da qui vita al personaggio Angelo Pappas. Questi è un agente speciale del FBI situato a Londra, dove gestisce l’operazione di Utah. L’attrice Teresa Palmer è invece stata scelta per la parte della conturbante Samsara.

Un ruolo, questo, per la quale l’attrice si è preparata a tal punto da poter interpretare senza ricorrere a controfigure neanche per le scene più estreme. Ad affascinarla del personaggio vi è in particolare la sua spiritualità, che la rende simile ad un oracolo a cui gli altri personaggi si rivolgono in cerca di risposte. Nel film sono poi presenti gli attori Matias Varela nei panni di Grommet, Clemens Schick in quelli di Roach e Max Thieriot per Jeff. Gli attori James LeGros e Bojesse Christopher, che nel primo Point Break interpretavano i complici di Bodhi, Grommet e Roach, appaiono in questo film nel ruolo opposto di agenti dell’FBI.

Point Break location
Laird Hamilton e Luke Bracey in Point Break. Foto di Reiner Bajo – © 2015 – Warner Bros. Pictures

Le location dove è stato girato Point Break

Uno degli elementi di maggior fascino del film sono le numerose location utilizzate per le riprese del film. La troupe si è infatti spostata in ben 11 paesi di 4 continenti diversi, offrendo così un’ampia verietà di ambienti e scenari al film. Per le sequenze relative al surf, sono state scelte le spiagge di Teahupo’o, a Tahiti, dove si sono registrate alcune delle onde più alte del decennio. Particolarmente note per la pulizia che le contraddistingue, queste sono considerate tra le spiagge più belle al mondo.

Le scene che prevedono il salto con tuta alare si sono invece svolte a Walenstadt, in Svizzera, dai cui monti si è potuto ottenere delle magnifiche riprese ad alta quota. Per le scene riguardanti lo snowboard, invece, la produzione si è spostata su l’Aiguille de la Grande Sassière, una montagna delle Alpi Graie al confine tra la Francia e l’Italia, nella regione Valle d’Aosta. Infine, ulteriore location è stata anche la cascata nota come Salto Angel, in Venezuela, dove si sono svolte le riprese relative al rock climbing.

Il trailer di Point Break e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Point Break è infatti disponibile nel catalogo di Tim Vision, Apple TV+ e Prime Video. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno giovedì 25 luglio alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Point Break: Clemens Schick nel remake

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Point Break: Clemens Schick nel remake

point-breakNonostante il forfait di Gerard Butler, il progetto di realizzare un remake di Point Break continua a gonfie vele e adesso arriva notizia via Variety che Clemens Schick si unirà al cast accanto all’unico attore confermato: Ray Winstone.

A dirigere il film sarà Ericson Core, già direttore della fotografia di Fast and Furious, Payback, e regista di Imbattible e della serie Tv campione di ascolti in America The Courier. Il remake è ambientato nel mondo degli sport estremi; oltre al surf, già protagonista del film originale, si vedranno scene di paracadutismo, wingsuit e snowboard.

Fonte: Variety

Point Break: 4 nuovi poster estremi

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Point Break: 4 nuovi poster estremi

Point Break, remake dell’omonima pellicola del 1991 con protagonisti Patrick Swayze Keanu Reeves, torna a far parlare di se attraverso quattro nuovi poster che ci catapultano nell’azione estrema che caratterizzerà il film.

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Il protagonista sarà interpretato da Luke Bracey. Nel cast anche Edgar Ramirez, Ray Winstone, Teresa Palmer e Delroy Lindo.

Trama: Nel remake del thriller che ha segnato una generazione ritroviamo l’agente dell’FBI Johnny Utah che per sgominare una gang di ladri spericolati, dovrà infiltrarsi tra di loro. Qui conoscerà il capo banda Bodhi con il quale inizierà un gioco del gatto col topo. Questa volta però la partita non si svolgerà più soltanto sulle tavole da surf ma toccherà tutti gli sport estremi fino ad un mozzafiato scontro finale.

Fonte: Coming Soon

Point Break, una featurette sul surf

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Point Break, una featurette sul surf

Ecco una featurette di Point Break, il remake omonimo del film cult di Kathryn Bigelow, diretto questa volta da Ericson Core (Invincible).

https://youtu.be/wkWw7Ub7lW8

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Nel film Luke Bracey e Edgar Ramirez, che prende il posto di Gerard Butler che ha lasciato il progetto. Completano il cast Ray Winstone, Teresa Palmer e Delroy Lindo.

Point Break 2A dirigere il film sarà Ericson Core, già direttore della fotografia di Fast and Furious, Payback, e regista di Imbattible e della serie Tv campione di ascolti in America The Courier. Il remake è ambientato nel mondo degli sport estremi; oltre al surf, già protagonista del film originale, si vedranno scene di paracadutismo, wingsuit e snowboard.

Point Break remake: si cercano comparse sul Lago di Ossiach

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Point Break remake: si cercano comparse sul Lago di Ossiach

A metà agosto sul Lago di Ossiach prenderanno il via le riprese del remake di Point Break, noto film degli anni ‘90 interpretato da Patrick Swayze e Keanu Reeves. Un’opportunità davvero imperdibile per tutti gli appassionati di cinema  che vorrebbero veder realizzato il sogno di diventare, se non una star del cinema, un attore in un film che avrà certamente una grande eco.

La produzione infatti è alla ricerca di comparse, uomini e donne di bella presenza e di età compresa tra i 20 e i 40 anni, anche con piercing e tatuaggi. Chi verrà scelto sarà impegnato per quattro giorni nelle riprese e avrà l’occasione di recitare con l’attore Edgar Ramirez, scelto come protagonista, e altre star internazionali. Naturalmente è prevista una retribuzione.

Per il casting è preferibile presentarsi in abito da sera. La selezione si terrá alla fiera diCarinzia Klagenfurt (ingresso principale,via St. Ruprechter Strasse, GPS: N46°37’6″-E14°18’25”) il 6 giugno 2014 dalle 10.00 alle 20.00.

Un’occasione davvero imperdibile per prendere parte alla realizzazione di un film hollywoodiano!

Point Break remake: Edgar Ramirez al posto di Gerard Butler

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Edgar RamirezLa  Alcon Entertainmentannuncia ufficialmente che l’attore Edgar Ramirez prenderà il posto di Gerard Butler nell’annunciato remake di Point Break che sarà diretto dal regista Ericson Core.

Ad annunciare il nuovo attore, gli amministratori, Broderick Johnson e Andrew Kosove: “Consideriamo Edgar uno dei migliori attori del mondo, e siamo entusiasti che sarà lui a far rivivere l’iconico personaggio di Bodhi . “

L’attore Edgar Ramirez già visto in Zero Dark thirty ha recentemente concluso le riprese di Hands of Stone, il biopic di Robert Duran in cui recita al fianco di Robert De Niro. Inoltre sarà protagonista prossimamente nel thriller con Eric Bana Deliver Us From Evil, oltre che nel poema epico The Liberator.

A dirigere il film sarà Ericson Core, già direttore della fotografia di Fast and Furious, Payback, e regista di Imbattible e della serie Tv campione di ascolti in America The Courier. Il remake è ambientato nel mondo degli sport estremi; oltre al surf, già protagonista del film originale, si vedranno scene di paracadutismo, wingsuit e snowboard.

Point Break – Edizione Blu-ray in vendita dal 20 luglio 2011!

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Point Break – Edizione Blu-ray in vendita dal 20 luglio 2011!

Un mare di contenuti speciali per uno dei film cult degli anni ’90, interpretato dalla coppia Keanu Reeves / Patrick Swayze! Tra i contributi più spettacolari un documentario su come ‘cavalcare l’onda’, ‘farcela o soccombere’ dedicato ai rischi di questa meravigliosa disciplina, e uno speciale dedicato all’incantevole Malibu.

Point Blank – Conto alla rovescia: recensione del film con Anthony Mackie

Gli amanti delle sparatorie e delle scene mozzafiato godranno solo a metà con la visione di Point Blank – Conto alla rovescia, il film diretto nel 2019 da Joe Lynch, regista di horror e action movie con un’incursione nel mondo della commedia per la pellicola I nerd che fecero l’impresa. Il film inizia infatti all’insegna della violenza con un’esplosione e uno spettacolare inseguimento in media res e, certo, non mancano sangue e ferite d’arma da fuoco, ma la dimensione del thriller viene abbandonata piuttosto velocemente per approdare a una commedia dei buoni sentimenti, pur condita da scene acrobatiche. 

Point Blank – Conto alla rovescia è un thriller-action movie che si trasforma in commedia dei buoni sentimenti

Il film è interpretato da Captain America, aka Anthony Mackie, e Frank Grillo, già insieme a lui sul set di Avengers: Endgame, per la regia di Anthony e Joe Russo. In Point Blank – Conto alla rovescia Mackie interpreta Paul, un infermiere in procinto di diventare padre che il destino pone sulla rotta di Abe, interpretato da Grillo, un criminale di professione gravemente ferito dopo un’azione finita diversamente dai piani iniziali. Diciamolo pure: la premessa non è delle più originali per un thriller d’azione, ma è nello sviluppo che si può trovare una chiave di lettura distintiva e più intrigante per un film che diventa una sorta di road movie tra le strade cittadine mentre l’interazione tra due personaggi costretti in una convivenza forzata finisce per diventare l’elemento principale della sceneggiatura.

A far scattare l’azione è il ricatto di Mateo, interpretato da Christian Cook, che rapisce la moglie di Paul, interpretata da Teyonah Parris, incinta al nono mese, per ottenere la liberazione del fratello Abe, costretto sotto sorveglianza nell’ospedale in cui l’uomo lavora. L’infermiere riesce a far evadere il criminale dall’edificio e la strana coppia che si viene a creare comincia così un percorso ad ostacoli che all’insegna di una guida spericolata deve evitare poliziotti corrotti e trappole della malavita per arrivare alla salvezza e che finisce per fare squadra ben al di là della contingenza iniziale.

Tra un’azione spettacolare e l’altra, infatti, l’attenzione del protagonista sembra addirittura più concentrata sul destino del compagno di sodalizio Abe che su quello della moglie Taryn. Come nel più tradizionale dei meccanismi di sceneggiatura che guida attraverso il viaggio l’evoluzione dei personaggi, anche qui vediamo nascere frame dopo frame un rapporto diverso tra i protagonisti, così come accade in parallelo anche alla coppia Cook – Parris, in cui la dimensione della cura si sostituisce alla tensione che ahimè, a metà film è ormai materia del passato. 

Mackie interpreta ‘l’eroe discreto della porta accanto’

Point Blank - Conto alla rovescia Anthony Mackie
Foto di Patti Perret © Netflix

In Point blank – Conto alla rovescia Mackie non fa sfoggio di muscoli come per i personaggi dei suoi precedenti film ma la sua interpretazione è quella di un eroe discreto, che consente invece l’identificazione con il tranquillo uomo della porta accanto che da un momento all’altro si trova catapultato in un incubo, in cui ogni punto di riferimento risulta compromesso. Un ruolo incisivo è rappresentato nel film da Marcia G. Harden, convincente villain al femminile che in fatto di cattiveria non ha niente da invidiare ai più classici antagonisti maschili, anche se il suo ruolo risulta limitato e delineato più come un espediente della trama che come un personaggio a tutto tondo con una storia alle spalle a creare spessore e proprie motivazioni.

Point Blank – Conto alla rovescia è il remake della pellicola francese A bout portant di Fred Cavayé, girata nel 2010 e revisionata per il progetto Netflix sulla base della sceneggiatura di Adam G. Simon. La sua scrittura non arriva veramente a concretizzare l’effetto sorpresa che ci si attende da un film del genere thriller e, certo, non aiuta la colonna sonora di Mitch Lee, che naviga sulla scia di motivetti orecchiabili e rassicuranti anche nelle scene in cui l’azione dovrebbe tenere lo spettatore col fiato sospeso. L’appiattimento della trama potrebbe rischiare di far passare inosservate alcune scelte di regia con angolazioni particolarmente originali che, tuttavia, non si rivelano realmente funzionali allo scorrimento dell’azione.

Poetry: recensione del film di Lee Chang-Dong

Poetry: recensione del film di Lee Chang-Dong

Dopo il successo ottenuto a Cannes 2010 (Premio per la Miglior Sceneggiatura) e agli Asian Film Awards 2011 (Miglior Regia e Miglior Sceneggiatura), sarà dal 1 aprile nelle sale italiane l’ultima fatica del regista coreano Lee Chang-Dong: Poetry. Già scrittore e sceneggiatore, si è fatto apprezzare in questi anni dalla critica e dal pubblico internazionali, essendo oggi una delle più autorevoli voci della cinematografia asiatica, per la sua continua ricerca formale e per la capacità di affrontare con estrema delicatezza, ma al contempo con fermezza, temi difficili.

Lo aveva fatto nel suo secondo lungometraggio Peppermint Candy (2000), e poi con Oasis (2002), torna a farlo oggi con Poetry. Poetry è incentrato sulla figura di Mija, anziana donna di modeste condizioni sociali che si prende cura del nipote liceale, Wook, scorbutico e scansafatiche, totalmente deresponsabilizzato e sprezzante nei confronti della nonna. Mija è una donna vitale e operosa, nonostante l’età, curata nell’aspetto e sensibile, che si fa in quattro per dare il meglio al nipote, forte da un lato, ma schiacciata, dall’altro, dal peso di compiti e responsabilità più grandi di lei. Si pone però di buon grado ad assolvere alle incombenze quotidiane (come quella di badare a un anziano disabile per arrotondare le sue entrate), non senza pensare a concedersi uno spazio per sé. Decide infatti di frequentare un corso di poesia. Quello della protagonista è un percorso, una presa di coscienza, dovuta a due elementi principali introdotti all’inizio di Poetry: l’insorgere nell’anziana del morbo di Alzheimer, e la scoperta sconcertante che il nipote è implicato nel suicidio di una coetanea, poiché l’ha violentata assieme a cinque suoi compagni di scuola.

Poetry, il film

Da queste premesse Poetry si dipana con i ritmi tipici del cinema di Lee Chang-Dong (gli stessi dell’acqua che vediamo scorre lenta e inesorabile all’inizio e alla fine della pellicola) seguendo due binari paralleli, che in ultimo si fondono e costantemente invitano lo spettatore a indagare, a scoprire la possibilità della loro intersezione. Da un lato, la violenza (quella sessuale perpetrata ai danni della ragazza, quella del gretto maschilismo dell’uomo cui Mija fa da badante, o del nipote che non la rispetta), il sangue, la crudeltà e il cinismo del mondo che Mija scopre pian pian piano attorno a sé, rappresentato dai genitori che cercano un accordo economico con la madre della morta pur di salvare i figli colpevoli dalla giusta pena. Dall’altro, la bellezza della vita, della natura, della poesia stessa, che la protagonista impara a “vedere” gradualmente grazie al corso che sta frequentando, e forse grazie alla sua malattia. La pellicola può essere letta, dunque come un percorso di avvicinamento alla morte, di rinuncia all’onnipotenza e anche alla comprensione: Mija non saprà mai perché il nipote ha commesso quel crimine (sovrana è l’incomunicabilità tra due generazioni che paiono distanti anni luce), e capisce man mano che non è importante saperlo, né risolvere la situazione è suo compito. Allo stesso modo comprenderà che la bellezza ricercata attraverso la poesia – dovrà comporne una prima della fine del corso – si può trovare e apprezzare a pieno solo quando si è passati attraverso sofferenza e dolore.

Assistiamo perciò a questo passaggio, a questa acquisizione di consapevolezza, riuscendo a “vedere” attraverso gli occhi di Mija, grazie alla grande prova di recitazione di Jun Junghee – nota star del cinema coreano, di nuovo sugli schermi dopo sedici anni di assenza. L’attrice rende al meglio rassegnazione, tristezza, spaesamento, rabbia, così come lo stupore, l’incanto di fronte alla natura che sembra scoprire per la prima volta. Le sue sono emozioni nascoste, quasi implose, rese con una chiave recitativa lieve e misurata, mai plateale, e forse perciò più efficace. Regia e fotografia si accordano sapientemente nell’alternare ampi spazi naturali e paesaggi (che ricordano a noi e a Mija il flusso continuo della vita e i suoi ritmi, ai quali siamo soggetti ma che troppo spesso dimentichiamo), all’analisi dei personaggi, scrutati da vicino solo quando è necessario.

Per quest’analisi il regista prende il suo tempo (2 ore e 19 minuti la durata della pellicola, fors’anche con qualche scena di troppo) e più che darci una tesi, ci suggerisce qualcosa, invitandoci continuamente a farci domande e a partecipare noi stessi nel colmare “lo spazio bianco” di Poetry, che ha voluto lasciare ampio, proprio come quello di una pagina su cui sia stata scritta una poesia. L’analogia tra le due arti è infatti evidente, così come inevitabile è l’interrogativo sull’utilità dell’una e dell’altra in tempi difficili da decifrare, come i presenti. La risposta dell’autore non è esplicita, anzi, egli rivolge a tutti noi il quesito durante Poetry, ogni qualvolta un personaggio si stupisce di quest’anziana donna che cerca la poesia e la bellezza nelle cose di ogni giorno, ma implicitamente, realizzando il lavoro, e attraverso il titolo così simbolico, dà la sua risposta. La pellicola, prodotta dalla Pine House Film dello stesso Lee Chang-Dong, è distribuita in Italia dalla Tucker Film e uscirà in circa trenta copie.

Poe Dameron, Finn, Kylo Ren in 22 foto di Star Wars il Risveglio della Forza

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Ecco 22 nuove immagini da Star Wars il Risveglio della Forza in cui vediamo i protagonisti in azione.

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Star Wars Il Risveglio della Forza uscirà sul grande schermo il 18 dicembre 2015 con un cast che include il ritorno di Harrison FordCarrie FisherMark HamillAnthony DanielsPeter Mayhew e Kenny Panettiere con le nuove aggiunte John BoyegaDaisy RidleyAdam DriverOscar IsaacAndy SerkisDomhnall GleesonLupita Nyong’oGwendoline Christie Max von Sydow.

VIA EW

Poe Dameron nel nuovo character poster di Star Wars il Risveglio della Forza

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Finalmente, dopo tanti Finn (John Boyega) e Rey (Daisy Ridley), anche Poe Dameron (Oscar Isaac) ha il suo character poster per Star Wars il Risveglio della Forza.

Leggi anche – Polemica per il poster cinese di Star Wars Episodio VII

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Star Wars Il Risveglio della Forza uscirà sul grande schermo il 18 dicembre 2015 con un cast che include il ritorno di Harrison Ford, Carrie Fisher, Mark Hamill, Anthony Daniels, Peter Mayhew e Kenny Baker con le nuove aggiunte John BoyegaDaisy RidleyAdam DriverOscar IsaacAndy SerkisDomhnall GleesonLupita Nyong’oGwendoline Christie Max von Sydow.

Podcast #4 Cinefilos.it – Ant-man and the Wasp

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Podcast #4 Cinefilos.it – Ant-man and the Wasp

Esce al cinema in Italia il 14 agosto Ant-Man and the Wasp, nuovo capitolo del Marvel Cinematic Universe che vede Paul Rudd tornare protagonista di un suo film, nei panni di Scott Lang/Ant-Man, dopo la prima pellicola del 2016. Questa volta, da pari e co-protagonista, è affiancato da Evangeline Lilly che pure avevamo già visto nei panni di Hope Van Dyne e che questa volta indossa il costume e il titolo di Wasp ufficialmente.

Di seguito trovate il nuovo podcast di Cinefilos.it dedicato al film Marvel. ATTENZIONE, CONTIENE SPOILER:

Leggi la recensione di Ant-Man and the Wasp

“Ci sono molte cose che mi emozionano in Ant-Man and The Wasp”, commenta il regista Peyton Reed. “Ma la cosa più elettrizzante è sicuramente presentare Wasp agli spettatori cinematografici per la prima volta e vedere Hope van Dyne nei panni di una vera e propria supereroina dotata di poteri fantastici”.

Esce al cinema in Italia il 14 agosto Ant-Man and the Wasp, nuovo capitolo del Marvel Cinematic Universe che vede Paul Rudd tornare protagonista di un suo film, nei panni di Scott Lang/Ant-Man, dopo la prima pellicola del 2016. Questa volta, da pari e co-protagonista, è affiancato da Evangeline Lilly che pure avevamo già visto nei panni di Hope Van Dyne e che questa volta indossa il costume e il titolo di Wasp ufficialmente.

Ant-Man and the Wasp vede inoltre il ritorno nel cast anche di Michael Peña e il premio Oscar Michael Douglas, insieme a Bobby CannavaleJudy GreerAbby Ryder FortsonTip T.I. Harris e David Dastmalchian. A loro si uniscono i candidati all’Oscar Michelle Pfeiffer  e Laurence Fishbourne, insieme con Hannah John-Kamen, Walton Goggins e Randall Park.

Ant-Man and the Wasp: Evangeline Lilly e Paul Rudd a Roma

Podcast #3 Cinefilos.it – Deadpool 2

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Podcast #3 Cinefilos.it – Deadpool 2

Deadpool 2 è il tema del terzo Podcast di Cinefilos.it, che potete ascoltare di seguito con le voci di Cecilia Strazza e Chiara Guida.

Deadpool 2, recensione del film con Ryan Reynolds

Dopo essere sopravvissuto a un quasi fatale attacco di mucche, uno chef sfigurato che lavora in una cafetteria (Wade Wilson) lotta con il suo sogno di diventare il barista più sexy di Mayberry mentre impara a scendere a patti con il fatto che ha perso il senso del gusto.

Cercando di riconquistare la sua spezia per la vita, così come un condensatore di flusso, Wade deve combattere i ninja, la yakuza e un branco di cani sessualmente aggressivi, mentre viaggia in giro per il mondo per scoprire l’importanza della famiglia, dell’amicizia e del sapore. Un nuovo gusto per l’avventura e per ottenere l’ambito titolo di tazza di caffè del World’s Best Lover.

Deadpool 2 di David Leitch è interpretato da Ryan Reynolds nei panni del Mercenario Chiacchierone, Morena Baccarin nei panni di Vanessa, T.J. Miller come Weasel, Leslie Uggams come Blind Al, Brianna Hildebrand come Negasonic Teenage Warhead, Stefan Kapičić come Colosso, Zazie Beetz come Domino, Julian Dennison come Russell e Josh Brolin come Cable.

Podcast #2 Cinefilos.it – Solo: A Star Wars Story

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Podcast #2 Cinefilos.it – Solo: A Star Wars Story

Solo: A Star Wars Story è il tema del secondo Podcast di Cinefilos.it, che potete ascoltare di seguito con le voci di Cecilia Strazza e Chiara Guida.

Solo: A Star Wars Story, recensione del film di Ron Howard

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Ricordiamo che lo spin-off è ambientato dieci anni prima degli avvenimenti di Una Nuova Speranza. Nel film c’è anche ChewbaccaAlden Ehrenreich interpreterà il giovane personaggio che fu di Harrison Ford. Nel cast anche Emilia Clarke, Donald Glover e Woody Harrelson.

Solo: A Star Wars Story è uscito il 23 maggio 2018 e dopo il licenziamento dei registi Phil Lord e Christopher Miller, registi di 21 Jump Street e The LEGO Movie, è stato incaricato Ron Howard di completare l’opera. La sceneggiatura porterà la firma di Lawrence Kasdan e di suo figlio Jon Kasdan.

Podcast #1 Cinefilos.it – Avengers: Infinity War

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Podcast #1 Cinefilos.it – Avengers: Infinity War

Per il suo Podcast numero 1, Cinefilos.it ha scelto di parlare di Avengers: Infinity War. L’audio che ascolterete di seguito contiene spoiler sul film, quindi attenzione a proseguire nell’ascolto, se non avete ancora visto il film!

Avengers: Infinity War, la recensione

Anthony e Joe Russo dirigono il film, che è prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers: Infinity War è al cinema dal 25 aprile.

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Pocahontas: la vera storia della ribelle principessa Disney

Pocahontas: la vera storia della ribelle principessa Disney

Per quelli come noi che sono cresciuti a pane e cartoni animati, la Disney c’è sempre stata. Gli anni della nostra infanzia erano scanditi dall’uscita in sala di quelli che poi col tempo sono diventati dei veri e propri classici dell’animazione. Attiva dal 1937 – anno d’uscita del primo lungometraggio animato di Biancaneve e i Sette Nani -, la Disney nel tempo ha cambiato il suo modo di fare cinema. I cartoni, infatti, a cui i trentenni di oggi sono così affezionati, fanno parte del cosiddetto Rinascimento Disney. Questa definizione abbraccia i film d’animazione dal 1989 al 1999, come La sirenetta (1989), Bianca e Bernie nella terra dei canguri (1990), La bella e la Bestia (1991), Aladdin (1992), Il re leone (1994), Pocahontas (1995), Il gobbo di Notre Dame (1996), Hercules (1997), Mulan (1998), Tarzan (1999) e Fantasia 2000 (1999).

Questi film hanno più o meno la stessa struttura narrativa e sono tutti accomunati da alcuni elementi divenuti fondamentali per la Disney come la musica e la storia d’amore. Fatta eccezione forse solo per Fantasia 2000, in ognuno di questi film c’è una coppia di innamorati che lotta contro tutto e tutti pur di ottenere il tanto agognato happy ending. Eppure, nei film della Disney c’è molto di più di una semplice storia d’amore.

Oggi vi parliamo di uno dei film d’animazione più amati e controversi della Disney e della sua splendida e rivoluzionaria protagonista, Pocahontas. L’uscita al cinema di questo film fece assai scalpore, generando una lunga serie di polemiche. Pochi infatti sanno che il film di Pocahontas è in assoluto il primo della Disney tratto da una storia vera.

Pocahontas, la storia vera

La storia della bella ‘indigena’ della Disney è tratta dalla vita della vera Pocahontas, nata approssimativamente nel 1595 in Virginia e figlia del capo tribù Powhatan, che regnava su quelle terre selvagge.

Nel 1607 Pocahontas – che in lingua powhatan significa “piccola svergognata”, riferito al suo carattere ribelle – aveva poco più di una decina d’anni quando i coloni inglesi si insediarono in Virginia. A capo degli ‘invasori’ c’era John Smith di Jamestown che, durante una delle sue missioni esplorative, venne catturato di cacciatori Powhatan e imprigionato. La tribù decise di condannarlo a morte di fronte a un pietra ma, durante l’esecuzione, fu proprio la giovane Pocahontas a salvarlo mettendosi tra lui e il boia. Grazie alle parole persuasive della ragazza, il capo Powhatan risparmiò la vita di John Smith e questo evento riaprì i canali di comunicazione tra le tribù indigene e gli inglesi.

I rapporti tra i coloni e gli indigeni rimasero sempre amichevoli fino a quando gli inglesi non decisero di espandersi sul territorio della Virginia. Il conflitto quindi si riaccese poiché i Powhatan e la altre tribù locali temevano che gli inglesi occupassero anche i lori territori. Nel 1609, a causa di un’esplosione di polvere da sparo, John Smith fu ferito e fu costretto a tornare in Inghilterra. Tuttavia la nave di Smith naufragò a largo della Bretagna e a Pocahontas venne data notizia della sua morte.

Nel 1613 altri coloni furono inviati in Virginia e decisero di catturare Pocahontas per scambiarla con alcuni inglesi prigionieri dei Powhatan. La ragazza fu tenuta a Henricus – oggi, Contea di Chesterfield – per più di un anno, dove imparò bene l’inglese e fu battezzata come cristiana. Non essendo stata liberata da suo padre e dalla sua gente, Pocahontas decise di restare con gli inglesi.

La nuova vita di Pocahontas

Durante i suoi anni di ‘prigionia’, Pocahontas incontrò John Rolfe, un vedovo inglese a capo di una piantagione di tabacco in Virginia, che si innamorò di lei a prima vista. Estramente religioso e devoto, fu proprio Rolfe a chiedere che Pocahontas fosse battezzata per poi poter ottenere dal governatore il permesso di sposarla. Una volta ottenuto il lascia passare, il 5 aprile del 1614, John Rolfe sposò Pocahontas che venne poi battezzata con il nome di Lady Rebecca.

Per alcuni anni la coppia continuò a vivere nella piantagione e nel 1615 Pocahontas diede alla luce un figlio, Thomas Rolfe. La loro relazione continuò senza intoppi e portò anche la pace tra i coloni di Jamestown e la tribù Powhatan, pace che durò diversi anni.

Ben presto però i Rolfe furono richiamati in Inghilterra e la presenza di Pocahontas fu determinante per introdurre i cosiddetti ‘indigeni’ nel nuovo mondo. La ragazza che prima viveva tra i boschi della Virginia, aveva completamente cambiato le sue abitudini ed era la testimonianza vivente della ‘civilizzazione’ degli inglesi sui ‘selvaggi’.

Condotta a Londra, Pocahontas, ormai Lady Rebecca, fu introdotta in società e presentata alla Regina Anna. Inoltre, la ragazza incontrò inaspettatamente John Smith, amico del marito, che credeva fosse morto durante il naugragio di ritorno dalla Virginia. Lo stesso Smith ha descritto nei suoi libri di memorie quel breve incontro come freddo e distaccato; a quanto pare Pocahontas era in collera con lui per non aver mantenuto le promesse fatte alla sua gente.

Dopo aver vissuto per qualche tempo in Inghilterra, i Rolfe si imbarcarono di nuovo per la Virginia nel 1617. Purtroppo Pocahontas si ammalò durante il viaggio, presumibilmente di polmonite, tubercolosi o addirittura di vaiolo. La ragazza morì il 21 marzo di quello stesso anno e fu seppellita a Gravesent, nel Kent.

Pocahontas Disney

A metà del Rinascimento Disney, nel 1995 esce al cinema un nuovo film d’animazione, dedicato al personaggio di Pocahontas. Diretto da Mike Gabriel e Eric Goldberg, Pocahontas è il primo lungometraggio animato della Disney ispirato a una storia vera.

Nel 1607 l’arrivista Governatore Ratcliffe (Franco Chillemi) parte dall’Inghilterra per il nuovo mondo per stabilire una colonia inglese in Virginia. Tra i suoi uomini spicca il capitano John Smith (Pino Insegno, Roberto Stafoggia), coraggioso avventuriero assunto da Ratcliffe per tenera a bada i selvaggi.

Nel frattempo, nel nuovo mondo, si è appena conclusa una dura guerra tra tribù e il capo Powhatan fa rientro a casa e riabbraccia sua figlia, la bella Pocahontas (Ilaria Stagli, Manuela Villa). La ragazza, testarda, ribelle e indisciplinata, apprende di essere stata promessa in sposa a Kocoum, il più valoroso tra i guerrieri della sua tribù, che si è distinto nell’ultima battaglia. Pur non volendo mancare di rispetto a suo padre, la ragazza rifiuta il matrimonio, sentendo che quello non è il suo destino.

Poco più tardi, dopo una lunga traversata, i coloni arrivano nel nuovo mondo e subito cominciano a esplorare il territorio alzando muri, buttando a terra alberi e costruendo case. Durante uno dei suoi sopralluoghi, John Smith incontra Pocahontas e ne resta folgorato. Tra i due nasce una bellissima storia d’amore, che ben presto però viene ostacolata dal promesso sposo di lei, dalla sua tribù e dal malvagio e guerrafondaio Ratcliffe.

John Smith viene imprigionato e condannato dai Powhatan ma poco prima della sua esecuzione, è proprio Pocahontas a salvarlo. Il suo gesto coraggioso, inoltre, mette fine alla guerra tra indigeni e inglesi. Purtroppo però Smith viene ferito e ai suoi compagni non resta altro da fare che riportarlo in Inghilterra, verso la salvezza ma lontano dalla sua amata.

Pocahontas film e critiche

La critica degli anni novanta non è stata particolarmente clemente con il primo film di Pocahontas che da molti definito pieno di inutili stereotipi razziali. Nonostante sia un film destinato ai bambini, molti lo ritennero diseducativo e ricco di errori storici. Anche l’allora capo indiano Powhatan, Roy ‘Cavallo Pazzo’, criticò il film definendolo poco accurato e pieno di invenzioni. Più volte Roy scrisse alla Disney per offire il suo aiuto nella stesura della sceneggiatura, per rendere il film più storicamente veritiero, aiuto che la Disney ha sempre rifiutato.

Ma le polemiche sul film non vennero solo dai critici. Molti genitori, infatti, rimasero delusi da Pocahontas e soprattutto da finale del film. Da un cartone Disney ci si aspetta sempre un lieto fine eppure Pocahontas è stato il primo lungometraggio a interrompere la tradizione del ‘vissero tutti felici e contenti’.

In un articolo del 1995 del Los Angeles Times sono state riportare alcune delle prime impressioni degli spettatori all’uscita della prima di Pocahontas. Quasi tutti gli adulti intervistati sembravano un po’ confusi e delusi dal film definito deprimente, poco incisivo e pieno di inesattezze storiche. Per alcuni anche visivamente, il film era poco accattivante. Rispetto ai suoi coloratissimi predecessori come La Sirenetta, Il Re Leone, Aladdin, Pocahontas era meno sorprendente.

Tuttavia, mentre gli adulti erano concordo nello stroncare Pocahontas, i bambini sembravano invece affascinati da quel personaggio così nuovo, libero e selvaggio. Il film, grazie anche alle sue spettacolari canzoni, è riuscito a guadagnarsi il favore dei più piccoli che alla fine sono riusciti a perdonare alla Disney il mancato happy ending. [fonte: Los Angeles Times]

Pocahontas 2 – Viaggio nel Nuovo Mondo

Nonostante le aspre critiche da parte del pubblico e degli ‘addetti ai lavori’, nel 1998 la Disney prova a fare il bis e porta sul grande schermo Pocahontas 2 – Viaggio nel Nuovo Mondo. Il film, diretto da Tom Ellery e Bradley Raymond, racconta delle vicende di Pocahontas dopo la partenza di John Smith.

Il malvagio Ratcliffe (Franco Chillemi) di ritorno dalla Virginia, incolpa John Smith di aver rubato l’oro destinato a re Giacomo I, che egli stesso ha rubato, accusa che condanna il capitano a morte. Le guardie reali quindi iniziano l’inseguimento di Smith che, intercettato prima da Ratcliffe, a causa di quest’ultimo cade nel Tamigi. Nel frattempo una nuova spedizione con a capo il marinaio John Rolfe (Francesco Prando) è in partenza per l’America.

https://youtu.be/YNVjndlEkrM

Intanto in Virgina e nella tribù Powhatan, si è sparsa la voce della morte di John Smith. Pocahontas (Ilaria Stagli, Manuela Villa), addolorata, non riesce a darsi pace. A turbare il suo lutto, arriva John Rolfe che sembra intenzionato a ricucire i rapporto tra gli inglesi e gli indigeni. Dopo aver conosciuto Pocahontas e la sua tribù, Rolfe invita il capo Powhatan a venire in Inghilterra per incontrare re Giacomo. Il capo rifiuta ma a farsi avanti per il bene della sua tribù è Pocahontas che accetta di partire al posto del padre.

Dopo un lungo viaggio, Pocahontas arriva a Londra dove, frastornata dal chiasso e dalle novità della città, trova alcune vecchie conoscenze ad attenderla. Il primo è Ratcliffe che ha in mente un subdolo piano per eliminarla e tenersi l’oro rubato agli indigeni; il secondo è John Smith (Pino Insegno), miracolosamente scampato alla caduta nel fiume che aiuterà lei e Jon Rolfe a smascherare Ratcliffe.

Pocahontas streaming: dove guardarlo

Entrambi i film Pocahontas e Pocahontas 2 – Viaggio nel Nuovo Mondo sono disponibili in streaming sulla piattaforma a pagamento di Disney Plus. Inoltre, nel caso non vogliate sottoscrivere l’abbonamento a Disney+, trovare entrambi i titoli disponibili per acquisto o noleggio su Amazon Prime Video, Google Play, iTunes, TIMVISION, Chili e Rakuten TV.

https://youtu.be/GXWbuU1SOns

Fonte: Wiki, IMDB, Los Angeles Times

Pluto: storia e curiosità sull’adorabile amico di Topolino

Pluto: storia e curiosità sull’adorabile amico di Topolino

Nel magico mondo Disney, uno dei personaggi più amati soprattutto dai più piccoli è Pluto, l’adorabile e dolcissimo cane, compagno d’avventure di Topolino e soci. Migliore amico dell’uomo, e nello specifico anche del ‘topo’, Pluto si trova spesso coinvolto in bizzarre e divertenti situazioni ed è sempre pronto ad aiutare il suo padroncino dalle orecchie giganti e i suoi amici. Ma cosa sappiamo di Pluto e della sua storia nell’universo Disney?

Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su Pluto, il cane di Topolino nonché uno dei più famosi personaggi della Disney.

Pluto Disney: la genesi del suo personaggio

La genesi del personaggio di Pluto è assai complessa e affonda le sue radici molto in profondità. Un primissimo prototipo di cagnolino simile a Pluto risale al 1930, anno d’uscita del cortometraggio animato dal titolo Fuga di Topolino (in inglese The Chain Gang). In questo corto, il cane in questione è però molto diverso da quello targato Disney a cui siamo abituati; si tratta infatti di un chien de Saint-Hubert, una particolare razza canina vicina a quella di Pluto ma non esattamente la stessa. Inoltre, nel corto, questo cagnolino non è affatto il migliore amico di Topolino ma bensì il segugio che gli dà la caccia dopo la sua evasione.

Più somigliante al Pluto che tutti conosciamo e amiamo è invece il cagnolino del cartone animato Il Picnic di Topolino, sempre datato 1930. In questo caso specifico, il cane del cartone si chiama Rover e appartiene alla dolce Minnie. Nonostante i miglioramenti apportati dagli animatori, quello de Il Picnic di Topolino è ancora una versione abbozzata di Pluto ma, questo tentativo è l’ennesimo passo verso la giusta direzione.

https://youtu.be/_KcO96pJjPY

Soltanto un anno più tardi, nel 1931, finalmente compare la prima immagine completamente formata di Pluto in Topolino a Caccia. In questo cartone animato, il cagnolino Rover cambia aspetto e nome e diventa Pluto, compagno di Topolino che diventa suo amico e padroncino. Questa trasformazione che sembra così radicale e repentina nei cartoni animati, in realtà nelle strisce a fumetti è molto più lenta e graduale.

L’incontro tra Pluto e Topolino

Nei fumetti dedicati al mondo Disney di quegli anni, si assiste all‘incontro tra Pluto e Topolino, episodio che addirittura viene raccontato in due versione differenti. La prima apparizione di Pluto è nella storia a fumetti intitolata Topolino Domatore e Saltimbanco in cui il cane vede per la prima volta Topolino mentre insegue un criminale che ha rapito una fanciulla indifesa.

A distanza di pochi giorni dalla pubblicazione della sua prima apparizione, il cagnolino Disney compare nuovamente nelle strisce a fumetti dal titolo Pluto The Pup. In questi fumetti, pubblicati orientativamente dall’8 al 18 luglio del 1931, lo vediamo attirato da Topolino che sta mangiando un enorme gelato che quest’ultimo sta portando alla sua bella Minnie. Pluto comincia a seguire Topolino e, al momento giusto, si avventa sul gelato divorandolo in un morso solo. Nonostante i suoi tentativi di sbarazzarsi del cane, Topolino alla fine non può fare altro che adottare Pluto e portarlo via con se.

Dopo questi due incontri casuali, il 10 gennaio del 1932 il cagnolino divora gelati entra ufficialmente a far parte della squadra Disney. Questa data segna infatti il suo esordio nelle strisce domenicali a fumetti della Disney; in questo particolare episodio, Pluto è inseguito da un malvagio accalappiacani ma viene poi salvato dal suo fedele padrone Topolino. Da quel momento in poi, il suo personaggio comincia comparire sempre più spesso nei fumetti Disney fino a quanto, dal 7 febbraio 1932, diventa una presenza ricorrente.

Nel 1932 la Disney, quindi, presenta questo nuovo personaggio non con il vecchio nome di Rover. Sembra che gli animatori abbiano voluto catturare l’attenzione del pubblico dando al loro nuovo cagnolino il nome del nuovo pianeta appena scoperto. Nel 1930, infatti, l’astronomo Clyde Tombaugh scoprì l’allora nono pianeta Plutone, in inglese Pluto.

Pluto e Pippo: uguali ma diversi

Pluto, simile nell’aspetto a un cane di razza bracco, di colore giallo ocra e con una sottile coda nera, è uno dei pochissimi personaggi Disney a non parlare e a non avere caratteristiche antropomorfe. Quasi tutti i componenti della squadra Disney dei primi anni, sono infatti animali ma con tratti umani e in grado di parlare. Uno dei pochi personaggi borderline è Paperino che, pur essendo in grado di comunicare, fa fatica a farsi capire.

Negli anni il cane resta sempre un personaggio minore all’interno dell’universo Disney eppure anche per lui non mancano di certo i momenti di gloria. Nel 1933, ad esempio, diventa il protagonista del corto Pluto L’amico di Topolino. In questa piccola fiaba, il cane salva un dolce gattino che, adottato da Topolino, sembra attirare su di se tutte le attenzioni di quest’ultimo. Sul finale, il cucciolone si redime, supera la sua gelosia e accetta la presenza del nuovo membro della famiglia. Questa è in assoluto la prima volta in cui Pluto ruba, per così dire, la scena a Topolino, fino a quel momento unico protagonista.

Da quella prima apparizione nel 1932, Pluto diventa un personaggio ricorrente e comincia a interagire sempre di più con gli amici di Topolino come Minnie, Paperino, Clarabella e Pippo. In particolare, è proprio l’interazione tra Pluto e Pippo a generare confusione nel pubblico. Gli spettatori sono convinti che entrambi siano dei cani ma mentre Pippo ha sembianze umane e può parlare, l’altro è semplicemente un buffo animale da compagnia.

A chiarire le idee è stato Bill Farmer, voce originale di Pippo, in un’intervista per Yahoo!.

“Non è un cane […] Pippo appartiene alla famiglia canina allo stesso modo di un lupo, che non è un cane. Però entrambi sono dentro la famiglia canina.”

I cartoni di Pluto

Tutti i cartoni di Pluto, così come di tutti gli altri personaggi della Disney, sono disponibili in streaming solo sulla piattaforma a pagamento di Disney Plus.

Fonte: Wiki,

Pluto TV: tutte le nuove uscite di Marzo

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Pluto TV: tutte le nuove uscite di Marzo

A marzo la programmazione di Pluto TV – il servizio digitale FAST (Free Ad-Supported Streaming Television) completamente gratuito di Paramount – accoglie la primavera con tanti nuovi contenuti gratuiti e festeggia le donne con una programmazione unica, assolutamente da non perdere.

LE DIVE DELL’INTRATTENIMENTO SONO SU PLUTO TV

A partire dall’8 marzo si accende il nuovo canale VH1+ Girl Power! Un intero canale musicale dedicato alle donne e al loro enorme sostegno all’industria musicale. Un viaggio dal passato al presente per mostrare quanto gli artisti e le artiste hanno fatto per portare le donne a liberarsi e a rivendicare i propri diritti.

Dal 4 al 10 marzo, su Pluto TV Serie va in onda una programmazione dedicata alle donne più iconiche delle serie TV: “Donne Protagoniste”. Tra le produzioni disponibili sul canale United States of Tara“, le avventure di Tara Gregson, una giovane affetta da disturbo dissociativo dell’identità, interpretata magistralmente da Toni Collette. “Chasing Life ci porta nel mondo di April Carver, una giovane giornalista alle prese con la scoperta di una malattia terminale mentre cerca di bilanciare la sua carriera e la vita personale. Call the Midwife un emozionante dramma che si svolge nel quartiere popolare di Poplar a Londra negli anni ’50 e ’60, che si incentra sulla vita delle ostetriche in quegli anni. Infine, The Paradise ci trasporta in un grande magazzino alla fine del XIX secolo, seguendo le vicende di Denise Lovett mentre cerca di farsi strada nel mondo del lavoro.

Su Pluto TV Cinema Italiano ogni martedì alle 21.00, va in onda la

programmazione speciale “Dive Italiane” dedicata alle dive del cinema italiano. Il primo appuntamento è il 5 marzo con “Caccia al marito” con una giovanissima Sandra Mondaini, una commedia che segue le avventure di quattro donne che decidono di investire i loro risparmi in una vacanza di lusso nella speranza di catturare un marito facoltoso, lasciando i loro fidanzati in città.

Il 13 marzo, è la volta di “Urlatori Alla Sbarra” con Mina, Adriano Celentano, Elke Sommer e Joe Sentieri, una meravigliosa commedia musicale che segue un gruppo di giovani musicisti mentre cercano di esibirsi in televisione tra raccomandazioni ed amicizie.

Il 19 marzo, va in onda “Il Crimine non va in Pensione” con Stefania Sandrelli, dove un gruppo di anziani residenti in una casa di riposo decide di formare una banda criminale per organizzare una rapina alla sala bingo dove trascorrono le loro giornate.

Infine, il 26 marzo, su Pluto TV torna l’eterna Gina Lollobrigida protagonista di “Alina”, una storia d’amore tra una contrabbandiera e George, complicata dall’amante di lui e da un criminale infatuato di lei, portando a una serie di pericolose vicende prima che possano provare a fuggire insieme

LA PROGRAMMAZIONE DI MARZO: UN MIX IMPERDIBILE TRA SUSPENCE E RISATE

Il mese di marzo su Pluto TV promette anche un mix irresistibile di suspense e risate. Da marzo si accende il nuovo canale dedicato a “NUMB3RS”, una delle serie più amate dal pubblico, ambientata a Los Angeles, incentrata sull’agente speciale dell’FBI Don Eppes e il suo giovane fratello Charlie Eppes genio matematico che aiuta Don a risolvere i suoi casi.

Il giovedì, invece, è all’insegna delle risate e della comicità. Dalle 21.00 su Pluto TV Film Commedia tornano le commedie americane più amate, ricche di momenti leggeri e divertenti. Il 7 marzo va in onda “Uno spostato sotto tiro” con Jamie Foxx nei panni di Michael, le cui vacanze romantiche vengono stravolte quando la fidanzata scopre che ha speso tutti i risparmi per comprare l’auto nuova. Rimasto solo, Michael finisce in una serie di guai. Il 14 marzo, “The fighting temptations con Beyoncé e Cuba Gooding Jr.

La storia di uno sfortunato manager di New York, torna nella sua città natale per reclamare l’eredità lasciatagli dalla zia. Ma prima di averla, dovrà esaudire il suo ultimo desiderio. Il 21 marzo, va in onda “Una rapina quasi perfetta le avventure di un poliziotto, la sua fidanzata e un bancario che progettano la rapina perfetta, ma devono affrontare i sospetti dell’FBI. Infine, il 28 marzo, chiude il ciclo comico “Kingpin” che porta sullo schermo Bill Murray e Woody Harrelson in una commedia incentrata su una star del bowling che cerca di riscattare la sua carriera allenando un giovane prodigio.

Pluto TV: in arrivo in Italia dal 28 ottobre

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Pluto TV: in arrivo in Italia dal 28 ottobre

ViacomCBS Networks International (VCNI), divisione di ViacomCBS Inc. (NASDAQ: VIAC, VIACA), annuncia l’arrivo di Pluto TV in Italia dal 28 ottobre.  Con più di 52 milioni di utenti attivi in 25 paesi attraverso 3 continenti, il servizio leader di televisione in streaming esprime un nuovo concetto di fruizione lineare adattato all’universo digitale.

Primo servizio digitale FAST (Free Ad-Supported Television), Pluto TV diventerà complementare a Paramount+, la piattaforma premium che arriverà in Italia nel 2022.

ViacomCBS sta rapidamente espandendo la propria impronta globale nel settore streaming offrendo al pubblico una vasta library di contenuti di qualità attraverso le piattaforme gratuite e a pagamento”, ha dichiarato Jaime Ondarza, EVP & General Manager South Europe & Mena Hub ViacomCBS“Con Pluto TV, e presto anche Paramount+, il nostro eco-sistema diversificato trasformerà il mercato italiano dello streaming.”

Caratterizzato da semplicità di accesso, totalmente gratuito e senza necessità di registrazione, il servizio offre un’esperienza innovativa di vivere la tv. Con 40 canali lineari esclusivi e migliaia di ore di contenuti al lancio, Pluto TV sarà accessibile via browser all’indirizzo www.pluto.tv, attraverso la App per Android e iOS, e su tutte le principali Smart TV, come Samsung Tizen, LG Smart TV, Amazon Fire TV, Android TV e Chromecast, mentre una selezione di canali Pluto TV sarà anche presente su Samsung TV Plus.

Sky Media sarà il partner per la raccolta pubblicitaria di Pluto TV in Italia.

“Siamo felici di ampliare la nostra partnership con ViacomCBS, mettendo a disposizione di Pluto TV il nostro bouquet di soluzioni pubblicitarie innovative. Questo rafforza ulteriormente il portafoglio di Sky Media nell’ambito delle piattaforme digitali, oltre che in termini di audience e di contenuti” –  commenta Evelyn Rothblum, Executive Vice President Advertising, Partnerships and Distribution di Sky in Italia e Germania. 

Siamo lieti di rafforzare la lunga collaborazione con Sky Italia avendo Sky Media al nostro fianco per la raccolta pubblicitaria. Questo lancio renderà disponibile al pubblico italiano una solida offerta, e contemporaneamente permetterà a ViacomCBS di segnare un’importante crescita nel comparto dello streaming e della distribuzione dei contenuti, in linea con le strategie globali” ha continuato Jaime Ondarza, EVP & General Manager South Europe & Mena Hub ViacomCBS. 

Grazie ad un’evoluzione dell’idea stessa di televisione, Pluto TV offrirà al lancio in Italia 40 canali tematici e lineari in esclusiva che copriranno generi diversi, tra cui cinema, serie tv, reality, contenuti per bambini, lifestyle, crime e comedy. Oltre ad una vasta scelta garantita dall’ampia libreria ViacomCBS, la piattaforma offrirà contenuti diversificati provenienti da editori e partner terzi, tra cui Paramount, Lionsgate, Minerva, KidsMe, Banijay Rights, Cineflix Rights. Altri partner verranno annunciati in seguito.

Tra i canali lineari in esclusiva presenti al lancio ci saranno Pluto TV Azione, Pluto TV Cinema Italiano, Pluto TV Drama e Pluto TV Real Life. Ci sarà, inoltre, un’offerta di canali per bambini così come canali dedicati al genere comedy, al gaming e agli sport estremi. L’offerta di Pluto TV continuerà ad arricchirsi regolarmente, col lancio di nuovi canali ogni mese.

Pluto TV si è rapidamente espanso a livello globale ed è oggi disponibile in Europa, USA e America Latina, dove il servizio ha riscosso grande successo. Pluto TV ha raggiunto, infatti, i 100 canali in 17 paesi di lingua spagnola dell’America Latina e i 50 canali in Brasile.

Plush nuovo trailer del film di Catherine Hardwicke

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Plush nuovo trailer del film di Catherine Hardwicke

E’ arrivato online un nuovo trailer di Plush, thriller erotico diretto da Catherine Hardwicke (Thirteen, Twilight) e interpretato da Emily Browning. 

Plush nuovo trailer

Nel cast di Plush sono presenti anche Cam Gigandet, Xavier Samuel, Casey LaBow, Marlene Forte, Thomas Dekker, Kimiko Gelman. La pellicola verrà rilasciata il 13 settembre negli Usa, solo per un numero limitato di copie.

Si tratta di una vicenda appassionante dai toni rock. Heley è una giovane rockstar che, dopo aver perso il compagno di band e fratello a causa per un’overdose, si ritrova in grave difficoltà. Il secondo album della sua band, i Plush, ha ricevuto critiche pessime e va molto male sul mercato. Hayley ritrova un po’ di fiducia grazie all’amicizia con Enzo, nuovo chitarrista che dà una sferzata di energia portando nuova creatività nella band, ma presto l’amicizia rischia di traformarsi in una relazione vera e propria e Hayley, che è sposata con due figli, è costretta a rifiutare le avance di Enzo. Quando scopre il suo oscuro passato, la ragazza capisce che l’uomo è, in realtà, un folle psicopatico pronto a minacciare la sua vita e la sua famiglia.

Plush nuovo trailer

Fonte: Coming Soon

Plus One recensione del film di Dennis Iliadis

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Plus One recensione del film di Dennis Iliadis

Plus One recensioneDavid e Teddy sono due amici che stanno per partecipare al più grande party dell’anno a casa di un compagno di classe, i due però hanno obiettivi diversi per la serata: David deve farsi perdonare dalla fidanzata mentre Teddy ha intenzione di rimorchiare quante più ragazze possibile.

Ma un evento sovrannaturale, che sdoppia letteralmente le persone, cambia radicalmente le prospettive dei partecipanti portando caos e violenza all’interno della festa.

Commedia sci-fi dai tratti cupi che nella prima parte ricorda i tipici college movie americani (Project x su tutti e alcune sfumature di American Pie) ma poi si concede derive fantascientifiche e tocchi tra horror e thriller.

Si capisce bene quindi come Dennis Iliadis abbia voluto tentare tante strade per il suo nuovo film non riuscendo però a trovarne un’adatta perché il lungometraggio non funziona per nessuno dei generi prima citati.

Il regista vuole parlare di doppio, di personalità e dell’animo umano ma finisce con l’accennare queste tematiche per dare quanto più spazio possibile all’azione, perdendo così una buona occasione per fare qualcosa di innovativo, che potesse divertire e il pubblico e farlo riflettere su aspetti importanti dell’individuo.

Gli attori poi non incidono particolarmente, incastrati in personaggi abbastanza visti e rivisti, non riescono a esprimere emozioni di alcun tipo, nemmeno Rhys Wakefield (visto recentemente ne La notte del giudizio, in cui nella parte del cattivo di turno era molto più che convincente) riesce ad essere efficace restituendo un personaggio irritante e per il quale è difficile provare empatia.

Per fortuna Plus One è breve e ha un buon ritmo che lo fa scorrere via veloce, ma quello che rimane a fine proiezione è un pasticcio di generi e concetti che sa di occasione persa; soprattutto perché l’idea di fondo, sviluppata diversamente, poteva essere molto buona.

Plus One recensione Dennis Iliadis

Pluribus: la serie fantascientifica di Vince Gilligan per Apple TV+ ottiene un trailer sottilmente sinistro

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La serie fantascientifica di Vince Gilligan per Apple TV+ Pluribus ottiene un trailer sottilmente sinistro con una star di Better Call Saul, mentre il mistero dello show cresce. Mentre Breaking Bad è considerata una delle migliori serie TV poliziesche di tutti i tempi, Pluribus è un thriller fantascientifico che segue Carol, la persona più infelice del mondo incaricata di salvare la Terra dalla felicità.

Ora Apple TV+ ha pubblicato un nuovo teaser di Pluribus, che vede la star di Better Call Saul Rhea Seehorn, che interpreta Carol, osservare un telefono fisso che squilla. Il testo la esorta a chiamare prima di fornire un numero di telefono: (202) 808-3981. Non è chiaro se Carol decida di rispondere al telefono prima della fine del teaser. Guardalo qui sotto:

Cosa rivela il nuovo teaser di Pluribus sulla serie fantascientifica

L’ultimo teaser esorta Carol a chiamare il numero che appare nel video, ma l’ex membro del cast di Better Call Saul non è sicura se rispondere al telefono che squilla. Chiamando il numero nella vita reale, tuttavia, Carol riceve un messaggio da qualcuno all’altro capo del filo. La trascrizione della chiamata recita:

Ciao Carol. Siamo così felici che tu abbia chiamato. Non vediamo l’ora che ti unisca a noi. Digita 0 e ti ricontatteremo tramite SMS.

Componendo il numero 0 si riceve un messaggio di testo indirizzato a Carol, che dice che lei “[ha] potere decisionale”. Rispondendo “” ci si iscrive per ricevere aggiornamenti sullo show, con il mittente che dice “vogliamo solo renderti felice”. Anche se questo non offre molte informazioni sulla serie TV di fantascienza, riflette il dilemma della felicità accennato nella descrizione dello show.

Sebbene ci sia ancora molto mistero su cosa tratti effettivamente la serie, sembra che un’organizzazione stia cercando di entrare in contatto con Carol, forse per reclutarla per qualcosa. Data la falsa cordialità dall’altra parte del telefono, sembra che potrebbero essere coinvolti in qualunque cosa stia combattendo Carol. Il significato rimane poco chiaro.

Ploi: recensione del film d’animazione di Árni Ólafur Ásgeirsson

Ploi: recensione del film d’animazione di Árni Ólafur Ásgeirsson

Terzo lungometraggio del regista islandese Árni Ólafur Ásgeirsson, Ploi è il suo primo lavoro d’animazione dopo due film drammatici dalle atmosfere piuttosto oscure, Thicker than water (2007) e Undercurrent (2010). Per questo esordio nel mondo animato, Ásgeirsson ha voluto al suo fianco Gunnar Karlsson, autore del primo film d’animazione prodotto in Islanda – Thor – The legend of Valhalla (2011), ma anche di Anna and the moods e The lost little caterpillar, presentato al Giffoni Film Festival nel 2003. Karlsson è qui co-regista assieme a Ives Agemans, ma anche character designer. A dirigere l’animazione c’è Dirk Henrotay.

Ploi: il film

Ploi è un pulcino di piviere allegro e curioso. Per suo padre il coraggio è il valore più importante e vuole trasmetterlo al piccolo. Ploi sogna di diventare un giorno la guida dello stormo, proprio come il suo papà. Ha una compagna di giochi, Ploveria, dalla quale è inseparabile. Insieme imparano tutto ciò che c’è da sapere per diventare adulti, soprattutto a procurarsi il cibo e a volare. Solo così potranno andare nei paesi caldi a trascorrere l’inverno. Ploi però, ha paura di volare e durante un’esercitazione è attaccato dal temibile falco Shadow.

Suo padre si sacrifica per salvarlo, ma lui, traumatizzato, non vuole più volare. Così, quando il suo stormo migra verso sud, lui rimane ad affrontare il rigido inverno da solo. Non gli resta che cercare di arrivare a Paradise Valley, dove i codardi che non se la sentono di migrare, trascorrono l’inverno. Nel viaggio verso la valle, Ploi incontra amici come la pernice Giron, che vuole vendicarsi di Shadow, o il topolino Mousy, che lo aiuta più di una volta. Ma affronta anche nemici come la volpe o il gatto. Queste avventure lo aiutano a crescere e lo preparano a raccogliere l’eredità del padre, imparando non solo a volare, ma anche a difendere il proprio stormo.

Il tema della crescita

Ploi è un film d’animazione per bambini, che affronta il tema della crescita, di cosa significhi diventare adulti, concentrandosi su chi, come il protagonista, in questo percorso può incontrare qualche difficoltà più degli altri. In particolare si parla di paure, che vengono considerate da chi le vive e magari da qualcuno intorno come debolezze, di quel senso di esclusione e inadeguatezza che avvince chi ha paura e finisce per sentirsi diverso. Un senso di esclusione che può essere talvolta alimentato dai coetanei e da atteggiamenti di disprezzo o derisione, come quelli del piviere Sloi nei confronti di Ploi.

Ebbene, quelle stesse paure che possono sembrare ostacoli insormontabili, se affrontate con l’aiuto di chi ci vuole bene – qui un folto gruppo di amici, dal simpatico Mousy all’amorevole cervo, fino al pentito falco Skua – possono essere superate e far scoprire invece i propri punti di forza. Ci sono figure di riferimento nel mondo adulto con le quali si può stabilire un forte e proficuo legame, anche quando vengono meno i genitori. È quello che accade con la buffa pernice Giron, che fa da guida a Ploi, aiutandolo a orientarsi nel mondo. Il film è una storia di crescita e riscatto dall’immancabile lieto fine, dove il timido e insicuro diventa eroe, dimostrando che in ciascuno può esserci un eroe, basta solo avere un po’ di fiducia in sé stessi per scoprirlo.

Per questo racconto animato Ásgeirrson e Karlsson scelgono toni delicati e pacati e si rivolgono anche al pubblico dei piccolissimi. Il ritmo ne risente un po’ e nonostante le diverse avventure, tutte molto semplici e lineari, risulta a tratti lento. Il film riesce però a mescolare leggerezza e serietà, facendo sorridere e riflettere. Ad accompagnarlo la colonna sonora di Atli Örvarsson, che ben si adatta ai vari momenti del film.

Per quanto riguarda l’estetica, che si deve al disegno di Karlsson e al character modelling di Filip Van Mieghem, l’immagine dei pivieri non brilla per le fattezze – un’enorme testa con occhioni e becchi da peluche – ma più che altro per il colore arancio vivo e per la resa del piumaggio dall’effetto realistico. Più accattivanti nel complesso sono invece la pernice, i falchi, i topi e gli altri animali. Alla fotografia, Frederik Sallaerts e Tomas Kvӕrner.

Pleasure: la recensione del film di Ninja Thyberg

Pleasure: la recensione del film di Ninja Thyberg

Nel 2013 la regista svedese Ninja Thyberg realizza un cortometraggio dal titolo Pleasure, nel quale si occupa di descrivere sommariamente le dinamiche di un set porno e i rapporti che si instaurano tra gli attori coinvolti. A distanza di anni, la regista avverte però quel suo lavoro come non sufficientemente sincero sull’argomento e decide di condurre una nuova ricerca a riguardo che la porterà a girare, nel 2018, il suo primo lungometraggio, anch’esso con il titolo Pleasure. Il film, presentato al Sundance Film Festival, trova però distribuzione solo ora, senza che ciò gli abbia fatto generare mancanze in quanto ad attualità e valore sociale.

Per percorrere questo viaggio la regista dà vita a Bella (Sonia Kappel), un’attraente ragazza di diciannove anni, bionda con brillanti occhi azzurri. Bella, come normale a quell’età, ha sogni e aspirazioni. Questi, tuttavia, differiscono non poco da quelli che si è soliti sentire espressi. Lei desidera infatti diventare la prossima superstar del porno. Per riuscirci vola dalla Svezia a Los Angeles, dove la sua sfrenata ambizione la porterà a confrontarsi con ambienti sempre più pericolosi, trovandosi ben presto costretta a conciliare i suoi sogni di affermazione con la realtà e a scontrarsi con il lato più oscuro dell’industria.

Nessuno mi può giudicare

Maltrattata e malvista, l’industria del cinema porno è una delle realtà economiche più solide e redditizie che ci siano. Un ambiente su cui circolano sottovoce tante verità quante menzogne e proprio per questo suo essere troppo spesso un tabù la comprensione delle sue dinamiche interne risulta spesso sfuggente. La regista si lancia dunque giù per la tana del coniglio, desiderosa di entrare in contatto con quel sottobosco e portarne alla luce quanti più aspetti possibile, dai giochi sessuali a quelli di potere, possibilmente con uno sguardo inedito. Un obiettivo evidentemente tutt’altro che semplice.

Per riuscirci, Thyberg sceglie la sola via probabilmente giusta per questo tipo di operazioni: abbattere i confini tra documentario e fiction. Costruisce dunque una protagonista che, pur trovando modelli di riferimento nella realtà, è frutto dell’immaginazione, e la pone in un ambiente dove tutto è invece quanto più vero possibile. Tutti gli attori intorno a lei sono vere pornostar, i registi veri registi di opere porno e anche le scene più esplicite sono affrontate nel modo più vicino possibile alla realtà. Attraverso lo sguardo di Bella, dunque, lo spettatore entra realmente a contatto con ciò che c’è da sapere a riguardo.

Una volta riuscita in ciò, la regista sembra però anche consapevole di avere il dovere di rimanere quanto più imparziale possibile. Sarebbe fin troppo facile giudicare un contesto simile, dove la donna è nella stragrande maggioranza dei casi un mero oggetto di piacere per uno sguardo maschile. Thyberg, fedele anche alle sue intenzioni documentarie, riesce dunque a costruire un film con situazioni e dialoghi attraverso cui non traspare un suo giudizio, positivo o negativo che sia. Allo stesso tempo, in modo più implicito e convincente, questo emerge in ogni inquadratura dove la protagonista è colta nella sua solitudine, circondata da una tenebrosa atmosfera di malinconia.

Pleasure Ninja Thyberg

Lo sguardo del piacere

Pleasure è dunque un film che, proprio come l’industria del porno in generale, contiene in sé una facciata esteriore e una interiore. È ufficialmente un film di finzione, ma ha chiari intenti documentaristici. Propone una rappresentazione priva di giudizio di questo ambiente, ma l’opinione della regista non può che emergere ugualmente anche se in modo meno esplicito. Ed è proprio questo costruirsi sugli “opposti” e sulle “contraddizioni” che rende Pleasure un’opera tanto affascinante e audace, quanto disturbante. Certe scene hanno evidentemente l’obiettivo di costringere lo spettatore ad immedesimarsi in situazioni scomode, specialmente per via del loro punto di vista ribaltato.

Se, come detto precedentemente, il cinema porno è costruito primariamente con uno sguardo maschile, la regista sceglie qui di farci assumere quello femminile di Bella. Si esprime anche da qui quella rivoluzione nello sguardo che negli ultimi anni è diventata tanto urgente e che in Pleasure contribuisce a proporre con forza una delle domande alla base del film: chi prova piacere? È forse Bella? O Chi la guarda? E se non è la protagonista a provarlo, cosa le resta? Il film dichiaratamente non ha risposte certe, ma ha l’obiettivo di porre questi e altri quesiti con cui riflettere su tale ambito e per il modo in cui la regista costruisce quest’indagine, difficilmente ci si dimenticherà presto di quanto visto.

Please Stand By, recensione del film con Dakota Fanning

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Please Stand By, recensione del film con Dakota Fanning

Dopo la disabilità fisica, raccontata nel delicato e romantico The Session, Ben Lewin racconta la disabilità mentale, l’autismo, in Please Stand By, che però declina con un linguaggio più leggero e rassicurante, rivolgendosi a un pubblico più giovane.

Grandissima fan di Star Trek, Wendy è autistica, vive in base a schemi rigidi e rituali quotidiani che vengono interrotti soltanto dalla sua passione per la scrittura. Un giorno le si presenta un’occasione magnifica: avere la possibilità di partecipare a un concorso proponendo una sceneggiatura a tema Star Trek. Il premio in denaro le permetterà, secondo lei, di tornare a vivere con la sorella maggiore. Quello che Wendy non sa è che dovrà superare tutti i suoi limiti e le sue difficoltà per poter portare a destinazione il plico con la sua preziosa storia.

Dakota Fanning ha interpretato da piccolissima la figlia di un uomo con un ritardo mentale, in Mi chiamo Sam. Adesso passa dall’altra parte, per così dire, e dà corpo a questa giovane donna, autosufficiente ma imprigionata in schemi che permettono al suo mondo di stare fermo e di non agitarla. Dimostrando una certa maturità di interprete, la Fanning riesce a dare corpo a un’interpretazione misurata e pulita, senza strafare e cadenzando i momenti più forti con equilibrio.

Please Stand By – l’autismo attraverso un occhio rassicurante

L’approccio del regista Lewin è però molto edulcorato, sia nella scelta di un’ambientazione sicura, per quanto estranea e in alcuni casi avversa alla protagonista, sia per il modo in cui si affronta l’anomalia della stessa, che comunque trova pian piano il coraggio di affrontare le situazioni che lei sola percepisce come un ostacolo.

Illuminata dallo spirito guida di Spok, il personaggio di Star Trek metà umano e metà vulcaniano, Wendy riesce a trovare il suo modo per entrare in contatto con i sentimenti altri, riuscendo in qualche modo a esprimersi a sua volta. Un parallelo esibito, nel finale, tra la protagonista e il personaggio: due figure che trovano il loro modo per condividere i sentimenti, nonostante gli ostacoli.

Tra le tante, tutte parziali, rappresentazioni cinematografiche dell’autismo, Please Stand By si colloca in un territorio neutro, scegliendo una rappresentazione rassicurante e mettendo in scena più che la malattia la forza di volontà nel superare i propri limiti.

Please Baby Please con Andrea Riseborough dal 31 marzo su MUBI

Please Baby Please con Andrea Riseborough dal 31 marzo su MUBI

Please Baby Please è interpretato dalla candidata all’Oscar Andrea Riseborough (To Leslie, Birdman), Harry Melling (The Tragedy of Macbeth, Harry Potter, La Regina degli Scacchi), Karl Glusman (The Neon Demon, Love), la candidata ai Golden Globe Demi Moore (Ghost, Il Talento di Mr. C), Mary Lynn Rajskub (Safety Not Guaranteed, Mysterious Skin), Ryan Simpkins (Brigsby Bear, A Simple Man) e da Dana Ashbrook (Twin Peaks). Il film è stato presentato in anteprima mondiale al Rotterdam International Film Festival 2022.

La trama di Please Baby Please

Dopo aver assistito a un omicidio nelle strade di una surreale Manhattan degli anni Cinquanta, la coppia di bohémien Suze e Arthur diventa l’ossessione di una gang di greaser. Demi Moore interpreta l’affascinante vicina del piano di sopra, che ha diversi amanti e, cosa ancora più impressionante, una lavastoviglie.

MUBI

MUBI è un servizio di streaming globale, una casa di produzione e di distribuzione di film che ha la missione di valorizzare il grande cinema. MUBI produce, acquisisce, seleziona e promuove film eccezionali, rendendoli accessibili al pubblico di tutto il mondo.

MUBI è un luogo dove scoprire film ambiziosi, sia di registi iconici che di autori emergenti. Ogni giorno arriva sulla piattaforma un nuovo film selezionato con cura dai programmatori di MUBI. Notebook esplora tutti gli aspetti della cultura cinematografica, sia su carta che online. E con MUBI GO, i membri di alcuni paesi possono ottenere un biglietto gratuito ogni settimana per vedere i migliori film in uscita in sala.

Tra le distribuzioni MUBI recenti e prossime ci sono Passages di Ira Sachs, Petite Maman di Céline Sciamma, Aftersun di Charlotte Wells, Pleasure di Ninja Thyberg, Memoria di Apichatpong Weerasethakul, First Cow di Kelly Reichardt e Shiva Baby di Emma Seligman. Le coproduzioni di MUBI includono il prossimo film di Michel Franco, Memory, One Fine Morning di Mia Hansen-Løve, Farewell Amor di Ekwa Msangi (vincitore al Sundance Film Festival) e Our Men di Rachel Lang. MUBI è la più grande comunità di appassionati di cinema, disponibile in 190 Paesi con oltre 13 milioni di membri in tutto il mondo. Nel gennaio 2022, MUBI ha acquisito le rinomate società di vendita e produzione The Match Factory e Match Factory Productions.