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Mike Faist: 10 cose che forse non sai sull’attore

Mike Faist: 10 cose che forse non sai sull’attore

Mike Faist è uno dei più promettenti attori della sua generazione, distintosi tanto a teatro quanto al cinema per la generosità con cui dà vita ai suoi personaggi, rendendoli sempre ricchi di un mondo emotivo che li rende particolarmente affascinanti e per cui viene facile porsi dalla loro parte. Dopo una serie di piccoli film a inizio carriera, Faist ha ora collezionato una serie di importanti collaborazioni che lo hanno reso particolarmente celebre. Egli si sta dunque ritagliando un certo spazio nel panorama cinematografico attuale e davanti a lui c’è un futuro molto promettente.

Mike Faist: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. Faist compie il suo debutto sul grande schermo con il film The Unspeakable Act (2012), per poi recitare in Touched with Fire (2015), The Grief of Others (2015), Our Time (2016), I Can I Will I Did (2017), Active Adults (2017), Wildling (2018) e The Atlantic City Story (2020). Ottiene poi grande popolarità recitando in West Side Story (2021) di Steven Spielberg. Successivamente recita in Pinball: The Man Who Saved The Game (2022) e The Bikeriders (2023), accanto a Austin Butler e Tom Hardy. Nel 2024 è invece al cinema con Challengers, il film di Luca Guadagnino con Zendaya e Josh O’Connor.

2. Ha preso parte ad alcune serie. Oltre al cinema, l’attore è stato visto anche sul piccolo schermo, dove ha partecipato all’episodio 10×01 della serie Eye Candy (2015), all’episodio 19×05 di Law & Order – Unità vittime speciali (2017) e all’episodio 5×01 di Deception (2018). Nel 2021 ha invece recitato nella serie Panic, disponibile su Prime Video, recitando accanto a Olivia Welch e Jessica Sula.

Mike Faist in West Side Story

3. Ha perso diversi chili per il ruolo. In West Side Story Faist interpreta Riff, leader della gang nota come Jets. Inizialmente, però, Faist aveva fatto il provino per Tony, prima che gli venisse chiesto di leggere per il ruolo di Riff, che alla fine ottenne. Lo stesso accadde a Russ Tamblyn nel film del 1961. Per questo ruolo, Faist ha poi perso circa 9 chili, ispirandosi a foto reali di giovani membri di gang degli anni Cinquanta in cui si è imbattuto durante le ricerche sul suo personaggio.

West Side Story Mike Faist
Mike Faist in West Side Story. © 2021 20th Century Studios

 

4. Si è occupato di organizzare alcune attività.  Per stabilire un forte legame tra gli attori della gang degli Jets, Mike Faist si è preso la responsabilità di programmare quelle che ha chiamato “Jet-tivities”, in cui ogni membro sceglieva a turno un’attività sociale a cui tutti erano tenuti a partecipare. Pur non arrivando agli estremi come gli attori del film del 1961, hanno fatto anche alcune cose per aumentare la tensione tra loro e gli attori della gang Shark, come competere contro di loro in una battaglia di GRV e metterli in difficoltà comprando rose per tutti i membri femminili del cast.

Mike Faist in Challengers

5. È uno dei protagonisti del film. In Challengers Faist interpreta Art Donaldson, tennista marito di Tashi Duncan e amico/rivale di Patrick Zweig. Per il ruolo era stato preso in considerazione anche l’attore Austin Butler ma è infine stato Faist ad ottenere il ruolo. Per questo, l’attore ha poi approfondito il mondo del tennis, prendendo anche lezioni per potersi calare meglio nella mentalità del suo personaggio.

Mike Faist in Panic

6. Si è diviso tra questo e un altro set. Nella serie Panic Mike Faist interpreta Dodge Mason, uno dei protagonisti. Pur interpretando uno dei personaggi principali, ci sono momenti nella serie in cui egli non appare poi molto in scena. Questo perché Faist si è trovato a girare questa serie nello stesso periodo in cui stava girando anche West Side Story e per ciò, dovendosi dividere tra i due set, era disponibile solo in determinati momenti.

Mike Faist a teatro con Lucas Hedges in Brokeback Mountain

7. Ha recitato in un importante spettacolo a teatro. Nel 2023 Faist ha recitato nello spettacolo teatrale Brokeback Mountain, scritto da Ashley Robinson e adattamento del pluripremiato racconto di Annie Proulx del 1997 e dell’omonimo film del 2005 diretto da Ang Lee. Lo spettacolo è stato presentato in prima mondiale nel West End di Londra al @sohoplace. Faist ha interpretato il ruolo di Jack Twist (interpretato da Jake Gyllenhaal nel film del 2005), mentre l’attore Lucas Hedges ha condiviso il palcoscenico con lui nel ruolo di Ennis (interpretato da Heath Ledger nel film).

Challengers Mike Faist Zendaya
Mike Faist e Zendaya in Challengers. Foto di Niko Tavernise/Niko Tavernise – © 2024 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.

Mike Faist non è su Instagram

8. Non possiede un profilo sul social network. L’attore ha in più occasioni dichiarato di non essere un grande fan dei social network, dove troppo spesso la vita privata si mescola con quella pubblica. Proprio per perseguire il desiderio di non condividere troppo di sé, ha deciso di non possedere alcun account ufficiale sul social Instagram né su altri social. Si possono tuttavia ritrovare alcune fan page grazie alle quali sarà possibile rimanere aggiornati sui suoi progetti.

Mike Faist ha una fidanzata?

8. È molto riservato. Questa riservatezza si applica ovviamente anche alle sue relazioni sentimentali. Lo scorso anno si è parlato di una sua possibile frequentazione con la ballerina Alexis Tilly Evans-Krueger, ma nonostante alcune loro foto siano circolate via internet, la cosa non è mai stata confermata ufficialmente. Ad ogni, in ogni caso, sembra che l’attore sia single.

Mike Faist: età e altezza dell’attore

10. Mike Faist è nato il 5 gennaio 1992 a Gahanna, Ohio, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1,83 metri.

Fonti: IMDb

Mike Faist potrebbe interpretare Haymitch Abernathy in The Hunger Games: Sunrise On The Reaping

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A giugno, l’autrice Suzanne Collins ha annunciato che stava scrivendo un nuovo romanzo di Hunger Games, intitolato The Hunger Games: Sunrise On The Reaping. Il libro arriverà nelle librerie il 18 marzo 2025 e racconta una storia ambientata 40 anni dopo La ballata dell’usignolo e del serpente. Qualche ora dopo, è stato confermato che è in lavorazione anche un adattamento cinematografico e potrebbe essere stato rivelato l’attore che interpreterà il giovane Haymitch Abernathy (personaggio interpretato da Woody Harrelson nella trilogia originale): Mike Faist

Secondo Production Weekly, la star di Challengers, Mike Faist potrebbe infatti essere in lizza per guidare il cast di The Hunger Games: Sunrise On The Reaping. Ad oggi la cosa è da prendere come un rumor, ma la testata è nota per aver condiviso molte informazioni accurate sui casting in passato, per cui potrebbe esserci del vero in questa notizia. Faist, d’altronde, ha ricevuto ampi consensi per le sue interpretazioni sul palcoscenico, facendosi poi notare anche nei film West Side Story, The Bikeriders e Panic.

Quello che sappiamo su The Hunger Games: Sunrise On The Reaping

Ambientato durante il Secondo Quarto, il prequel esplorerà i Giochi a cui Haymitch ha partecipato. Questo lo colloca 24 anni prima degli eventi del film Hunger Games. Francis Lawrence, che ha diretto i precedenti film della saga, è in lizza per dirigere anche questo nuovo film. “Suzanne Collins è una narratrice magistrale e la nostra stella polare creativa”, ha invece dichiarato Adam Fogelson del Lionsgate Motion Picture Group.

Non potremmo essere più fortunati di essere guidati e affidati a una collaboratrice il cui talento e la cui immaginazione sono così costantemente brillanti. Sappiamo che i fan di Hunger Games di tutto il mondo saranno incantati dal punto in cui Suzanne ha concentrato questa prossima straordinaria storia”.

E ha aggiunto: “Il Secondo Quarto è leggendario e incombe sulla storia dei Giochi, anche ai tempi di Katniss Everdeen, un quarto di secolo dopo. Come i fan di tutto il mondo, attendiamo con ansia questo emozionante ritorno a Panem”. La Collins ha anche aggiunto: “Fin dall’inizio, la Lionsgate è stata una casa e un partner meraviglioso per il franchise di Hunger Games, e sono molto entusiasta di collaborare con Adam e il team mentre portiamo questa prossima storia nelle sale nel 2026”.

The Hunger Games: Sunrise On The Reaping arriverà nelle sale il 20 novembre 2026.

Mike Colter fornisce un aggiornamento sul sequel di Plane, Ship: “Ci sono cose in corso”

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Nel 2023 è uscito Plane, un thriller di serie B crudo e sporco con Gerard Butler e Mike Colter. L’inaspettato successo del film ha portato alla rapida approvazione e allo sviluppo di uno spin-off, intitolato Ship, che dovrebbe ruotare attorno al misterioso fuggitivo di Colter, Louis Gaspare, che è riuscito a fuggire audacemente nella giungla negli ultimi momenti del film, e ora l’attore ha fornito un aggiornamento sullo stato del film.

Il film ruotava attorno al personaggio di Gerard Butler, un pilota di veicoli commerciali costretto a un atterraggio di emergenza su un’isola delle Filippine devastata dalla guerra dopo che il suo aereo è stato colpito da un fulmine. Ma quella che era iniziata come una missione di sopravvivenza si trasforma in una guerra contro la milizia locale, molto ostile, che ha preso in ostaggio i suoi passeggeri.

Disperatamente in cerca di aiuto, la sua unica speranza è Gaspare di Mike Colter, un prigioniero estradato per un presunto omicidio. Il film si conclude con Gaspare che si allontana nella giungla, lasciando ampio spazio alla sua storia per continuare in un sequel o uno spin-off. Il piano originale per Ship era di esplorare il viaggio di Gaspare dopo essere fuggito nella giungla e, senza dubbio, esplorare da dove proveniva e come era finito sull’aereo in primo luogo.

The Union Mike Colter
Credit © Netflix

I progressi di “Ship” sbarcano in acque tempestose

Tuttavia, mentre Ship sembrava essere sulla buona strada, Mike Colter ha effettivamente ammesso che il progetto ha subito un ritardo. Parlando a un panel ospitato da Maggie Lovitt di Collider all’Indiana Comic Con, Colter ha spiegato che gli scioperi di Hollywood del 2023 e del 2024 hanno messo in pausa lo sviluppo del film:

“Lo stato di fatto è che è una cosa accaduta durante lo sciopero. Avrebbero dovuto dargli seguito [poi è avvenuto lo sciopero]. Ci sono cose in corso. Ovviamente, Gerard e la sua compagnia che lo produce, ne possiedono i diritti. Quindi è una domanda per loro, portarlo avanti, perché ho delle cose in corso. Sono sicuro che anche lui ha delle cose in corso, sta girando delle cose. Ma mi piacerebbe fare il sequel, ma ora la palla è nel loro campo. È un’altra cosa per cui pregare.”

Mike Cahill parla di I Origins e dei suoi progetti futuri

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Mike Cahill

L’ 8 luglio uscirà nelle sale il secondo SCI-FI di Mike Cahill dal titolo I Origins, il film che aprirà ilKarlovy Vary International Film Festivalcon protagonisti Michael Pitt, Brit Marling e Astrid Berges-Frisbey.

Il film racconta di un giovane biologo molecolare che,  attraverso lo studio dell’occhio umano, scopre dei legami mistici tra la fisionomia e la psiche umana.

Ecco cosa, il regista del film, Mike Cahill, ha rivelato riguardo al film e ai suoi progetti cinematografici futuri:

Cosa ti fa continuare a creare film come Another Earth e I Origins?

“Sono interessato a film che soddisfino la nostra fantasia esistenziale e mi piace il romanticismo. Quindi è una specie di combinazione di questi due elementi. L’amore è molto importante ma anche la paura della morte non è da meno. Mi piacciono le storie in cui sono appagate le nostre fantasie esistenziali.”

Sei interessato nelle scienze?

“Sono ossessionato dalla scienza e dalla fantascienza. Gli scienziati sono i miei modelli di vita. Mi sento molto emozionato all’idea di incontrare uno scienziato. Penso che quello che gli scienziati fanno è interrogarsi su grandi questioni come il “Perché siamo qui?” Nasci, cresci, invecchi e poi muori, questo per più o meno 100 anni, ma l’Universo ha 13,7 miliardi di anni; quindi ho bisogno di sapere il motivo per cui siamo qui. Non voglio essere famoso, voglio avere a che fare con i grandi interrogativi, e quindi probabilmente in ogni film cercherò di rispondere alle più grandi domande esistenziali attraverso la scienza o la fantascienza.”

Cosa deve aspettarsi il pubblico da I Origins?

“Penso che sarà molto sorpreso. Il film inizia come se fosse un piccolo film. Ma a metà, e verso il terzo atto, diventa un film di grande portata. È un film intimo, ma affronta grandi temi. È probabile che il film abbia delle ripercussioni a livello mondiale.”

Ci sono stati problemi?

“La sfida più grande è stata mantenerlo fedele alla pratica scientifica, e allo stesso tempo renderlo divertente. Ho voluto che fosse autentico. Volevo che loro si sentissero come veri scienziati. Volevo che il lavoro che stavano facendo riflettesse la realtà, ma allo stesso tempo, volevo farlo in maniera divertente. Volevo rappresentare gli scienziati come persone reali e non come cliché.”

Quando hai scritto la sceneggiatura hai fatto parecchie ricerche?

“Assolutamente. Ho passato tantissimo tempo a fare ricerche. Ho trascorso ore e ore in laboratorio a lavorare con gli scienziati per imparare a estrarre il DNA. La mia famiglia è composta da scienziati, quindi sono stato fortunato. E poi, mi sto spingendo in qualsiasi discorso o lezione solo per imparare. Penso che la scienza offra nuove frontiere e gli artisti stanno cercando di trasmettere emozioni, nuove emozioni, emozioni rare per cercare di trasmetterle al pubblico, e la scienza offre un panorama meraviglioso per raccontare storie e continuerà a farlo per il resto della nostra vita, questo è davvero bello.”

Progetti futuri?

“Sto lavorando su un sequel di “I Origins” e sto lavorando su un film sugli alieni. Il sequel si svolgerà nel futuro, tra circa 20 anni, dopo che le ripercussioni delle scoperte del Dr. Ian Gray stanno prendendono piede. Se il pubblico rimarrà seduto al cinema fino alla fine dei titoli di coda di I Origins, potrà vedere un teaser di quello che verrà.”

Fonte: Variety

Mike and Dave Need Wedding Dates: trailer con Zac Efron

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Mike and Dave Need Wedding Dates: trailer con Zac Efron

Pubblicato il nuovo trailer del film Mike and Dave Need Wedding Dates, che vede protagonisti Zac Afron e Adam Devine. La commedia è diretta da Jake Szymanski.

La storia racconterà di due fratelli che, in cerca di due accompagnatrici per il matrimonio della sorella, finiranno nei guai a causa di un annuncio online divenuto in breve tempo virale.

La sceneggiatura porterà la firma di Andrew J. Cohen e Brendan O’Brien. Nel cast oltre a Zac Afron e Adam Devine, troviamo Aubrey PlazaAnna Kendrik. La commedia sarà diretta da Jake Szymanski.

Mike and Dave Need Wedding Dates: primo poster ufficiale

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Mike and Dave Need Wedding Dates: primo poster ufficiale

Dopo il trailer, è stato pubblicato anche il primo poster ufficiale della commedia Mike and Dave Need Wedding Dates, che vede protagonisti Zac Afron e Adam Devine.

LEGGI ANCHE: Mike and Dave Need Wedding Dates: trailer con Zac Efron

mikeanddave-need-wedding-dates-poster

La storia racconterà di due fratelli che, in cerca di due accompagnatrici per il matrimonio della sorella, finiranno nei guai a causa di un annuncio online divenuto in breve tempo virale.

La sceneggiatura porterà la firma di Andrew J. Cohen e Brendan O’Brien. Nel cast oltre a Zac Afron e Adam Devine, troviamo Aubrey PlazaAnna Kendrik. La commedia sarà diretta da Jake Szymanski.

Miguel Herran: 10 cose che non sai dell’attore

Miguel Herran: 10 cose che non sai dell’attore

Miguel Herran è divenuto celebre negli ultimi anni grazie ad alcuni ruoli in popolari serie TV. In breve ha raggiunto fama mondiale, ottenendo riconoscimenti di critica e pubblico per le sue interpretazioni. Il suo talento gli ha permesso di vedersi riconosciuti importanti premi e una carriera sempre più in ascesa. Ecco 10 cose che non sai di Miguel Herran.

Miguel Herran film

1. I film e la carriera. Scoperto dall’attore e regista Daniel Guzman durante un casting, la carriera cinematografica di Miguel Herran ha inizio nel 2015, dove ottiene il ruolo da protagonista nel film A cambio de nada. Da qui arriva il successo, e prende poi parte ai film 1898: Los ultimos de Filipinas (2016), Il guardiano invisibile (2017), Some Time After (2018) e Alegrìa, tristeza (2018).

2. Le serie TV. Nel 2017 partecipa al casting di La casa di carta, ottenendo il ruolo di Rio, esperto informatico e copotragonista della serie TV. Grazie alla serie Netflix raggiunge la fama mondiale. Nel 2018 entra a far parte della cast della serie Elite, sempre distribuita da Netflix, e grazie alla quale conferma il suo talento.

Miguel Herran

Miguel Herran premi

3. Ha vinto un importante premio. Per il suo ruolo in A cambio de nada, dove interpreta Dario, un sedicenne in fuga da casa, riceve nel 2016, all’età di 19 anni, il prestigioso Premio Goya come Migliore attore rivelazione.

Miguel Herran patrimonio

4. Il suo patrimonio è cresciuto nell’ultimo anno. Stando ad alcune fonti online, i suoi guadagni sono significativamente incrementati nel corso del 2019, passando da una fascia compresa tra i 500 mila e 1 milione, ad un fascia che oscilla tra 1 milione e 10 milioni.

Miguel Herran Instagram

5. Ha un profilo personale. Miguel Herran dispone di un proprio account Instagram, seguito da 7 milioni di persone. All’interno di questo è possibile ritrovare fotografie ritraenti l’attore in momenti di svago o di lavoro, in compagni di amici o colleghi. Frequenti anche le foto tratte dalle premier dei lavori cinematografici e televisivi dell’attore.

Miguel Herran depressione

6. Ha sofferto di depressione. Prima di diventare una star di fama mondiale, Miguel Herran ha attraverso difficili anni di adolescenza dove ha sofferto di forte depressione. L’attore ha rivelato di non essersi mai sentito sicuro nel inseguire i suoi sogni, temendo addirittura di non arrivare a compiere i 30 anni. Fortunatamente grazie alla recitazione e alla fama che ne è conseguita, l’attore è riuscito ad uscire dal suo periodo nero, nel quale ancora oggi confessa di ricadere ma con molto più autocontrollo.

Miguel Herran

Miguel Herran desideri

7. Vuole dedicare un film a sua madre. Miguel Herran ha dichiarato che un suo desiderio è quello di passare, un giorno, dietro la macchina da presa per realizzare un film sulla vita di sua madre. L’attore ha più volte ribadito di esserle eternamente grato per i sacrifici da lei compiuti, che gli hanno permesso di studiare per arrivare ad ottenere la carriera che ha oggi.

8. E’ un appassionato di bici. Sin da ragazzo Miguel Herran è stato un grande amante delle biciclette e delle motociclette. Tra i suoi desideri vi è quello di aprire e gestire, parallelamente alla carriera d’attore, un’officina specifica per i mezzi a due ruote.

Miguel Herran e Daniel Guzman

9. E’ stato scoperto per strada. La fortuna di Miguel Herran nasce una sera mentre era in giro con i suoi amici. Qui viene individuato dal regista Daniel Guzman, che gli propone di fare un provino per il suo film. Al momento di mostrare le sue qualità, Herran aveva dimenticato l’intera parte per la tensione. Il regista decise di prenderlo ugualmente, scorgendo nei suoi occhi lo spirito giusto per il personaggio.

Miguel Herran età e altezza

10. Miguel Herran è nato a Malaga, in Spagna, il 25 aprile 1996. L’attore è alto rispettivamente 166 centimetri.

Miguel Bernardeau: la star di Elite parla del nuovo Zorro

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Miguel Bernardeau: la star di Elite parla del nuovo Zorro

La star spagnola Miguel Bernardeau che sarà presto protagonista della nuova serie tv su Zorro e in perito al personaggio ha rivelato che è riuscito ad identificarsi con “Zorro”. Deve crescere molto velocemente. Deve decidere chi vuole essere e lo deve fare quando è ancora molto giovane. Questo è successo anche a me“, racconta a  Variety  a Cannes prima della première di mercato del suo nuovo spettacolo. 

Dopo il successo di “Elite”, Miguel Bernardeau è diventato un volto familiare per molti mercati. Ma non ci pensa quando sceglie i suoi ruoli.  “Mi piacerebbe che fosse così semplice. Inoltre, non ho “sceltoquesto ruolo: ho fatto il provino  sette  volte. Prima del primo ho saputo che mio nonno era malato e poi è andata davvero male. Ma avevo già questo fuoco dentro di me, quindi ho continuato a tornare.”

Il pilot d’apertura del Mipcom Zorro” è prodotto da Secuoya Studios con sede a Los Angeles e Madrid e diretto da Javier Quintas. Come riportato da  Variety , Prime Video ha acquisito i diritti per Stati Uniti, America Latina, Spagna, Andorra e Portogallo. Mediawan Rights si occupa della distribuzione internazionale.

Zorro Serie Tv 2024

Ma nonostante il suo pedigree, Miguel Bernardeau si è comunque preso il suo tempo prima di impegnarsi nello spettacolo.  È stata una decisione difficile e una lunga ripresa. All’inizio pensavo che Zorro fosse un personaggio iconico, ma ho deciso di lasciarlo alle spalle. Se volevo farlo, volevo divertirmi. E non puoi divertirti se ti chiedi costantemente se stai copiando qualcun altro”, aggiunge.  Lo vedevo semplicemente come il personaggio che volevo interpretare. Qualcuno che il mio io più giovane ammirerebbe sicuramente. “

Nel nuovo Zorro ambientato nel 1834, Diego de la Vega ritorna a Los Angeles dopo l’omicidio di suo padre. Quella notte morì anche un assassino mascherato di nome Zorro. Ma si ritiene che il suo spirito continui a vivere, in attesa di un successore. 

Mi piacciono questi primi episodi. Mostrano come sta diventando un uomo, scoprendo tutti questi segreti del passato. Sta pensando alle sue origini, ma anche a chi potrà diventare, cosa che capisco”, osserva, ammettendo che le estenuanti riprese hanno avuto presto il loro prezzo.  Era difficile. In realtà ho scoperto che le sequenze d’azione non sono così giocose. Ha smesso di essere divertente intorno al quinto mese”, scherza. Tuttavia, la versione “frenetica” di “Zorro” era qualcosa che gli dava gioia.

Voglio scegliere progetti che mi rendano felice. Ci sono così tanti spettacoli là fuori che fingono di essere qualcosa che non sono. Non questo. Ci sono avventure, azioni e personaggi che apportano tantissimo alla storia, ma ha comunque profondità e momenti molto emozionanti”. Dopo la proiezione, il produttore esecutivo Sergio Pizzolante ha commentato: “Ci siamo posti la domanda: ‘Perché questo personaggio non è mai stato interpretato in spagnolo?’ Nessuno poteva rispondere. È risaputo che se vuoi girare qualcosa con un budget limitato, devi farlo in inglese con un cast americano. Abbiamo deciso di cambiare la situazione.

Oltre a introdurre personaggi femminili forti lungo il percorso, interpretati da Renata Notni e Dalia Xiuhcoatl, che “si collegano a storie di oppressione” dei popoli indigeni. 

È stato doloroso, ma l’ho usato per interpretare questo personaggio. È potente, potente quanto Zorro“, osserva, con Notni che afferma:   Oggi le donne vogliono essere rappresentate. Meritavano di essere rappresentati. Il modo in cui siamo, il modo in cui ci sentiamo: potenziati, stimolanti. In questa versione di ‘Zorro’ ci stiamo allontanando dalla tradizione. Non ci aspettiamo che nessuno ci salvi, non ne abbiamo bisogno”. 

Questa è una nuova versione per la nuova generazione.”  Tuttavia, assumere un’icona è stata una grande responsabilità per tutti i soggetti coinvolti, ammette Pizzolante. Ricordo di aver chiesto alle persone quale fosse la cosa più bella che avessero mai fatto. Direbbero: “Ci siamo”. È una lettera d’amore a tutte le altre versioni, da Douglas Fairbanks a Tyrone Power e Banderas.” Mia moglie è una cantautrice e dico sempre che i cantanti muoiono in rovina: i cantautori lasciano un’eredità. Il nostro compito è creare un’eredità. Non stavamo cercando di fare uno spettacolo spagnolo. Stavamo realizzando uno spettacolo globale in lingua spagnola”.

Miguel Bernardeau: 10 cose che non sai sull’attore

Miguel Bernardeau: 10 cose che non sai sull’attore

Celebre per la serie Élite, l’attore spagnolo Miguel Bernardeau ha in breve tempo guadagnato numerosi fan, attratti dalla capacità con cui l’interprete ha saputo distinguersi all’interno della serie Netflix. Nella sua carriera c’è anche dell’altro, e tra cinema e televisione l’attore non fa che dare prova di buona versatilità, scegliendo i progetti che meglio possano metterne in risalto le qualità. Ecco 10 cose che non sai di Miguel Bernardeau.

Parte delle cose che non sai di Miguel Bernardeau

Miguel Bernardeau: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in due lungometraggi spagnoli. Benché debba ancora compiere il salto al di fuori della cinematografia del proprio paese, l’attore può per ora vantare la partecipazione ai film It’s for Your Own Good (2017), dove ricopre il ruolo di Dani, e Ola de crìmines (2018), dove dà invece vita al personaggio di Julen.

2. È noto per i suoi ruoli in serie TV. Dopo aver debuttato in un piccolo ruolo nella serie Cuéntame (2016), Bernardeau recita in Inhibidos (2017), con il personaggio di Toni. L’anno successivo è invece Isaac nella serie Sabuesos, a cui prende parte per un totale di otto episodi. Il grande successo arriva però nel 2019 con la serie Netflix Élite, dove ricopre il ruolo di Guzmán recitando tra gli altri insieme all’attore Miguel Herran, Itzan EscamillaJaime Lorente. Nel 2020 prende invece parte a Caronte, serie originale di Amazon Prime Video.

Miguel Bernardeau è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram, dove ha un profilo seguito da 3,7 milioni di persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere foto scattate in momenti di svago, con amici o colleghi, ma anche diverse curiosità quotidiane o foto dei posti visitati. Non mancano poi fotografie scattate per servizi di moda ma anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

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Miguel Bernardeau è fidanzato con Aitana

4. Ha una relazione con una nota cantante. Tramite alcuni post sul proprio profilo Instagram, l’attore ha reso nota la propria relazione con la cantante spagnola Aitana, nota per aver partecipato al programma Operación Triunfo. I due si frequentano dal 2018, e hanno in più occasioni dimostrato di voler tenere la propria relazione lontana dall’invasività dei social media, condividendo di loro quanto basta.

Miguel Bernardeau e Danna Paola

5. Hanno smentito le voci su una loro relazione. Nella serie Élite l’attore recita insieme all’attrice Donna Paola, interprete di Lucrecia. Nella prima stagione i due sono una coppia, e dopo essere stati avvistati insieme ad alcuni eventi di gala, numerosi fan hanno pensato ad una loro relazione anche al di fuori del set. Tuttavia, l’attrice ha smentito tali voci, affermando che tra di loro vi è solo una profonda amicizia.

Parte delle cose che non sai di Miguel Bernardeau

Miguel Bernardeau e Mina El Hammani non stanno insieme

6. Non ha avuto una storia con la sua collega. Molte sono le voci su presunte relazioni dell’attore, e tra queste vi è quella che lo vede in una storia con Mina El Hammani, che recita con lui nella serie Élite. Tuttavia, anche queste voci sono state smentite dai diretti interessanti, e per non alimentare ulteriori equivoci Bernardieu ha svelato la propria relazione con Aitana.

Miguel Bernardeau e Krzysztof Piatek

7. Condivide una somiglianza con il calciatore. Numerosi fan hanno riscontrato una certa somiglianza tra l’attore e il noto calciatore polacco, attaccante nella squadra Hertha Berlino. Sul Web è possibile trovare diversi post che sottolineano le somiglianze, come anche le differenze, tra i due.

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Miguel Bernardeau è Guzmán in Élite

8. È entusiasta dell’evoluzione del personaggio. Bernardeau si è dichiarato particolarmente soddisfatto della crescita sfoggiata dal personaggio di Guzmán. In particolare, l’attore ha apprezzato come dall’essere un ragazzo educato e composto egli sia diventato una personalità corrosa dall’odio, dandogli la possibilità di sperimentare nuove sfumature.

Miguel Bernardeau: il suo fisico

9. Ha sfoggiato un fisico scultoreo. L’attore è un grande appassionato di surf, sport che pratica frequentemente, condividendo su Instagram diversi post a riguardo. Per poter riuscire in tale attività, l’attore è solito allenarsi quotidianamente, sfoggiando così un fisico particolarmente definito e scultoreo.

Miguel Bernardeau: età e altezza

10. Miguel Bernardeau è nato a Valencia, in Spagna, il 12 dicembre 1996. L’attore è alto complessivamente 170 centimetri.

Fonte: IMDb

Miguel Arteta alla regia di Alexander and the Terrible Day

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Sarà Miguel Arteta a sostituire Lisa Cholodenko alla regia dell’adattamento cinematografico del libro per ragazzi Alexander and the Terrible, Horrible, No Good, Very Bad Day, che vedrà tra gli attori anche Steve Carrell.

La sceneggiatura era stata curata dalla Cholodenko insieme a Robert Lieber, con Shawn Levy che curerà la produzione. Poi alcune incomprensioni avevano però costretto la regista a rinunciare. La Disney non ha quindi perso tempo ed ha scelto immediatamente il sostituto. Miguel Arteta è un regista televisivo e cinematografico portoricano, che visse la sua prima regia con Star Maps. Raggiunge la notorietà dirigendo The Good Girl nel 2002, con Jennifer Aniston. Oltre all’attività cinematografica Arteta lavora anche per la televisione, creando singoli episodi per numerose serie tv, come HomicideLife on the StreetSpieFreaks and GeeksCracking UpThe Office e Ugly Betty. Ben tre sono invece le puntate da lui realizzate per Six Feet Under

Le riprese di Alexander and the Terrible, Horrible, No Good, Very Bad Day cominceranno in autunno.

Mignolo, il nuovo corto con Francesco Gheghi

Mignolo, il nuovo corto con Francesco Gheghi

Mignolo è il nuovo cortometraggio diretto da Gianluca Granocchia, che vede protagonista un inedito Francesco Gheghi. “Un corto pensato per tutti i ragazzi che, finite le superiori o l’università, si ritrovano da soli o dispersi nella società, che ormai si è dimenticata di loro”, spiega il regista. “Si può avere paura, incertezze o rabbia ma il mondo è così vasto che non bisogna pensare di essere soli. Da qualche parte un altro animale solitario identico a te c’è. Basta solo cercarlo”.

Mignolo è un piccolo grande racconto sulla società odierna vista attraverso gli occhi dei suoi giovani: ragazzi che, in mezzo a mille emozioni, non riescono più a identificarne nessuna. Ecco che allora ci si nasconde dietro una maschera, per provare di saper essere qualcosa, se non qualcuno.

Gianluca Granocchia (1989), dopo la laurea in Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo, frequenta il corso di regia presso l’accademia Griffith. Fondatore dell’associazione culturale Parallel Vision Production, si diploma in regia presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. È stato assistente alla regia in film come “Lovely boy” di Francesco Lettieri, “Chiara” di Susanna Nicchiarelli, “La chimera” di Alice Rohrwacher. Sta attualmente lavorando al suo primo lungometraggio.

Francesco Gheghi (2003) ha iniziato a recitare in teatro all’età di 13 anni. Nel 2018 fa il suo esordio al cinema nel ruolo di Nicola, un bambino costretto a vivere come un senzatetto insieme a suo padre, interpretato da Elio Germano, in “Io sono Tempesta”, di Daniele Luchetti. L’anno successivo è il protagonista di “Mio fratello rincorre i dinosauri” di Stefano Cipani, e successivamente è al fianco di Pierfrancesco Favino in “PadreNostro”, di Claudio Noce. Ha interpretato poi “Il filo invisibile”, di Marco Simon Puccioni, “Piove”, di Paolo Strippoli, e il film per la TV “A muso duro”, di Marco Pontecorvo.

Prodotto da Image Hunters, con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”, Mignolo sarà distribuito in Italia da Pathos Distribution, realtà che ha come mission la diffusione di cortometraggi e documentari nei festival e attraverso le TV.

Migliori nemici: trama, cast e la vera storia dietro il film

Migliori nemici: trama, cast e la vera storia dietro il film

Ci sono storie che sembrano non poter esistere se non nei film. Molto spesso, però, sono proprio questi a prendere spunto da eventi realmente accaduti, che dimostrano dunque l’imprevedibilità dell’esistenza e dell’animo umano. Se nel film BlackKklansman di Spike Lee un agente della polizia afroamericano riesce ad infiltrarsi nel Ku Klux Klan, in Migliori nemici si narra invece dell’amicizia nata tra il leader del Ku Klux Klan e una nota attivista per i diritti degli afroamericani. Una storia che pone dunque a confronto due mondi lontanissimi, che vengono finalmente qui a confronto, dimostrando la possibilità sempre esistente del cambiamento.

Scritto e diretto nel 2019 da Robin Bissell, qui al suo esordio alla regia, il film è tratto dal libro The Best of Enemies: Race and Redemption in the New South, scritto da Osha Gray Davidson. Tale opera, che riporta alla luce un evento chiave nelle battaglie per l’integrazione della comunità di colore negli Stati Uniti, ha suscitato da subito un grande interesse, spingendo alcuni studios cinematografici a produrne l’adattamento per il grande schermo. Migliori nemici ripropone così quell’incredibile amicizia, affermandosi come un film ricco di colpi di scena, testimonianze storiche e rilevanza sociale, specialmente in tempi notoriamente difficili per gli USA e il mondo.

Per tutti gli appassionati di storia, il film è dunque un buon titolo da recuperare per saperne di più su tale vicenda. Probabilmente in alcuni passaggi sarebbero serviti approfondimenti ulteriori, ma Migliori nemici rimane ugualmente un buon prodotto, specialmente per il suo messaggio. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Migliori nemici: la trama e il cast del film

La storia si svolge nel 1971, quando a seguito di un terribile incendio scoppiato in una scuola per studenti di colore, nella città di Durham, iniziano a verificarsi tumulti e dissensi tra gli abitanti: i bianchi radicali rifiutano infatti l’integrazione degli studenti di colore nelle loro scuole, portando a numerosi scontri. L’afroamericano laureato e progressista, Bill Riddick decide allora di tentare la via del dialogo e fare ricorso ad un dibattito, consapevole dei rischi. Riddick invita infatti a fare da rappresentati per i due gruppi etnici a confronto il capo carismatico del Ku Klux Klan, C. P. Ellis, e l’agguerritissima attivista per i diritti dei neri, Ann Atwater. Due mondi opposti destinati a scontrarsi.

Ad interpretare l’attivista Ann Atwater vi è l’attrice Taraji P. Henson, celebre per film come Il curioso caso di Benjamin Button e Il diritto di contare. Per prepararsi al ruolo, l’interprete ha approfondito la personalità della Atwater, con l’obiettivo di rappresentarla nel modo più accurato possibile. Il premio Oscar Sam Rockwell interpreta invece Claiborne Paul Ellis, il leader del Ku Klux Klan. Per questo ruolo, Rockwell si è concentrato sul non giudicare il suo personaggio e il suo pensiero, cercando di attenersi alla realtà storica. Nel film sono poi presenti anche gli attori Babou Ceesay nei panni di Bill Riddick, Wes Bentley in quelli di Floyd Kelly e Anne Heche per la parte di Mary Ellis.

Migliori nemici storia vera

Migliori nemici: la vera storia dietro il film

Come anticipato, quella narrata in Migliori nemici è una storia vera, raccontata tanto nel libro The Best of Enemies quanto nel documentario An Unlikely Friendship, da cui il film ha tratto ispirazione. Partendo da queste fonti, il film di Bissell si attiene quanto più possibile ai reali fatti storici. Gli scontri razziali nella Carolina del Nord del 1971 sono infatti un evento ampiamente documentato, che videro tra gli episodi più cruenti l’incendio in una scuola elementare nella città di Durham. Da questo evento la comunità si spacca in due circa la questione di ammettere o meno gli alunni di colore nelle classi fino a quel momento per soli bianchi.

Poiché la questione generò un forte malcontento, con un’evidente difficoltà ad arrivare ad un accordo ultimo, venne chiamato a gestire la cosa il mediatore Bill Riddick. Egli, con una mossa tanto azzardata quanto rivoluzionaria, chiamò a confrontarsi sulla questione la Atwater e Ellis. Quello che sembrava dover essere uno scontro irrisolvibile, diede invece ai due la possibilità di conoscersi meglio e conoscere meglio le rispettive culture. Da qui nacque una profonda amicizia, votata al sostegno reciproco della comunità locale. Ellis, dal canto suo, abbandono il Klan, rinnegandolo e strappando pubblicamente la propria tessera. Un cambiamento ideologico che dimostra come l’essere umano abbia sempre la possibilità di cambiare in meglio.

Migliori nemici: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Migliori nemici grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV+, Prime Video e Infinity+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 28 luglio alle ore 23:05 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb, Looper

Migliori film di Disney+: i film più belli sulla piattaforma

Migliori film di Disney+: i film più belli sulla piattaforma

Arrivata in Italia nel marzo del 2020, la piattaforma streaming Disney+, di proprietà naturalmente della Disney, si è affermata in poco tempo come una delle realtà più fervide e ricche tra le tante offerte oggi presenti per le visioni in streaming, divenendo infatti il concorrente più particolarmente agguerrito di Netflix. Sulla piattaforma, infatti, la Disney sta investendo moltissimo e sempre più questa si arricchisce di contenuti degni di nota, tra produzioni originali e vecchi classici intramontabili. Per non perdersi in un’offerta tanto ampia, ecco un utile guida ai migliori film di Disney+, da non perdere assolutamente.

Il catalogo di Disney+ è infatti estremamente vario, poiché vi si possono ritrovare non solo i celebri film originali Disney, ma anche prodotti appartenenti alle sue numerose società sussidiarie, come la Pixar, la Lucasfilm, i Marvel Studios, National Geographic la 20th Century Studios. Si tratta di una piattaforma prevalentemente pensata per un pubblico di piccoli o di famiglie, ma con il canale Star non mancano anche contenuti per adulti che sempre più si affermano come un fiore all’occhiello della piattaforma. E ancora, tra cortometraggi, serie, contenuti speciali e molto altro, Disney+ è davvero ormai un colosso dello streaming.

Come spesso accade per queste piattaforme, però, è facile perdere in cataloghi tanto ampi qualche titolo che potrebbe essere di proprio interesse. Ecco perché di seguito si propongono alcuni film presenti su Disney+ da scoprire e vedere quanto prima. L’elenco che segue presenta titoli diversi tra loro per genere, target e provenienza e sta dunque allo spettatore scegliere quello che ritiene più ideale per sé. Per aiutare nella scelta, però, non mancano qui anche informazioni utili sulla trama, il cast e altro ancora.

I Migliori film di Disney+

L’unico e insuperabile Ivan

Adattamento del premiato best-seller su un gorilla molto speciale, L’Unico e Insuperabile Ivan di Disney è una storia indimenticabile sulla bellezza dell’amicizia, sul potere dell’immaginazione e sul significato del luogo chiamato casa. Caratterizzato da un mix suggestivo tra live-action e CGI, il film è diretto da diretto da Thea Sharrock e vanta le voci, in lingua originale, di Sam Rockwell, Angelina Jolie e Danny DeVito, mentre compare in carne ed ossa l’attore Bryan Cranston. Disponibile su Disney+, è questo un film per famiglie da non perdere, che ci ricorda l’importanza della memoria e dei legami.

Migliori film Disney+ L'unico e insuperabile Ivan

Stargirl

Altro original movie della Disney, disponibile sulla piattaforma Disney+, Stargirl è diretto da Julia Hart con Grace VanderWaal, Graham Verchere, Karan Brar, Maximiliano Hernandez, Darby Stanchfield e Giancarlo Esposito. Protagonista è Leo Borlock, un normale studente molto diligente ma riservato. Q incontra Stargirl Caraway, una nuova studentessa allegra e appassionata di musica, Leo si lascia contagiare dal suo fascinano e dal suo carisma, trascinandolo in un carosello di emozioni. Il film, tra musica ed emozioni, è una celebrazione dell’unicità, della gentilezza e del potere dell’umanità.

Nuvole

Diretto da Justin Baldoni, il film Nuvole è un altro importante film Disney+ Original, basato sul libro di memorie “Fly a Little Higher” di Laura Sobiech, questo racconta la struggente storia di Zach Sobiech, ragazzo morto a causa di un sarcoma osseo a 18 anni, che aveva emozionato il mondo con la sua canzone Clouds. Interpretato da Fin Argus il film offre non solo un omaggio a Zach e al suo lascito, ma è anche un racconto che esprime la necessità di credere nei propri sogni anche contro ogni avversità. Estremamente commovente, è questo un altro importante titolo del 2020 distribuito dalla Disney.

Lilly e Vagabondo

Tra i primi Disney+ Originals arrivati sulla piattaforma vi è Lilly e Vagabondo, rifacimento in live-action dell’amato classico del 1995. Si tratta di una delle storie d’amore più belle e coinvolgenti mai raccontate, quella tra una deliziosa cagnolina cocker e un simpatico bastardino. I due, guidati dal loro reciproco sentimento, scopriranno quanto può essere straordinaria la loro vita insieme. Diretto da Charlie Bean, il film si avvale di un cast vocale composto da attori del calibro di Tessa Thompson, Justin Theroux, Sam Elliot, Janelle Monae e Benedict Wong. Passato più in sordina rispetto ad altri remake in live action realizzati negli ultimi anni dalla Disney, Lilly e Vagabondo è un titolo da riscoprire, contenente emozioni e tanta meraviglia.

Migliori film Disney+ Lilli e Vagabondo

Un’altra scatenata dozzina

Da poco arrivato su Disney+, il film Un’altra scatenata dozzina è la rivisitazione della fortunata commedia del 2003, incentrata sulle chiassose imprese dei Baker, una famiglia allargata composta da 12 membri. Ad interpretare i due capofamiglia vi sono gli attori Gabrielle Union e Zach Braff, quest’ultimo celebre per essere stato il protagonista della serie Scrubs. Sono loro a dover portare avanti l’attività di famiglia e allo stesso tempo gestire il loro trasloco in una nuova casa. Un evento che si rivelerà più traumatico del previsto e che porterà la numerosa famiglia a dover ritrovare il proprio equilibrio.

Safety

Film di genere sportivo, Safety racconta la storia vera di Ray McElrathbey, un giovane giocatore di football per la squadra della sua università, che si trova a doversi prendere cura del fratellino di 11 anni. Da questa necessità, nasceranno naturalmente ostacoli, davanti ai quali Ray non si lascerà mai vincere. È questo un film sulla speranza, la caparbietà e l’amore fraterno, interpretato dagli esordienti Jay Reeves e Thaddeus J. Mixson. Per la Disney raccontare questa storia ha significato dar voce a chi fino ad oggi non l’ha avuta, offrendo dunque al pubblico un racconto che oltre ad essere ricco di emozioni permette anche di dar vita a profonde riflessioni sul senso dei legami che abbiamo.

Home Alone – Mamma ho perso l’aereo

Rivisitazione dell’indimenticabile Mamma ho perso l’aereo, del 1990, questo nuovo Home Alone si configura come una nuova commedia d’avventura del filone vacanziero. La trama, come noto, vede un bambino di nome Max rimasto accidentalmente a casa da solo mentre la sua famiglia è partita per una vacanza in Giappone. L’arrivo di una coppia di ladri si rivelerà però per il bambino un passatempo altrettanto divertente, con numerose trappole da testare sui due malcapitati. Diretto da Dan Mazer e interpretato da Ellie Kemper, il film è dunque un ottimo titolo per famiglie, che promette tante risate.

Migliori film Disney+ Home Alone - Mamma ho perso l'aereo

Black Beauty – Autobiografia di un cavallo

Moderna rivisitazione del romanzo di Anna Sewell, Black Beauty – Autobiografia di un cavallo narra la storia di una puledra selvaggia, catturata e strappata alla famiglia, questa finisce nelle scuderie Birtwick, dove incontra Jo Green, una giovane donna con cui sviluppa un legame indissolubile, fondato sull’amicizia e l’affetto. Valori che accompagneranno entrambe attraverso le molteplici avventure e sfide della loro vita. Diretto da Ashley Avis, il film ha tra i suoi protagonisti l’attrice Mackenzie Foy, mentre se visto in lingua originale si può ritrovare la voce di Kate Winslet come interprete di Black Beauty.

Fata Madrina Cercasi

Ambientata nel periodo natalizio, Fata Madrina Cercasi è una commedia con protagonista Eleanor, una giovane e inesperta fata madrina in formazione che, dopo aver sentito che la professione da lei scelta rischia l’estinzione, decide di mostrare al mondo che le persone hanno ancora bisogno delle fate madrine. Diretto da Sharon Maguire e interpretato Isla Fisher e Jillian Bell, il film è un ode alla felicità e alla vita, capace di regalare sorprese e magia anche nei momenti più inaspettati. Anche questo titolo si può naturalmente ritrovare sulla piattaforma Disney+.

Luca

Nel 2021 anche la Pixar ha dato vita ad un suo nuovo film lungometraggio, distribuito però direttamente su Disney+. Si tratta di Luca, diretto dall’italiano Enrico Casarosa e ambientato proprio in un paesino della Liguria. Prende così vita un racconto che intreccia vita italiana con leggende folkloristiche e che offre, come tipico della Pixar, una grandissima cura nei dettagli e nel concepire emozioni capaci di crescere sempre più dentro lo spettatore man mano che la visione prosegue. Candidato al premio Oscar, è un altro titolo da non perdere.

 

Migliori film 2014: tutti i titoli più belli dell’anno

Migliori film 2014: tutti i titoli più belli dell’anno

Il miglior incasso non sempre corrisponde alla migliore qualità, così come la maggiore visibilità non sempre coincide con la bellezza del film.

Incasso e visibilità sono spesso elementi che dipendono dalla potenza delle distribuzioni dei film in questione, e così troppo spesso capita che i film migliori siano quelli indipendenti dalle grandi major americane e mondiali, poco pubblicizzati e quindi con una diffusione scarsa.

Ecco di seguito i film più belli del 2014 indipendenti in una gallery. Quali di questi film siete riusciti a vedere? Quali invece volete recuperare come buon proposito per il 2015 appena iniziato?

Force Majeure – Drammatico

Force MajeureForce Majeure (Forza maggiore) è un film del 2014 diretto da Ruben Östlund. Vincitore del Premio della Giuria nella sezione Un certain regard al 67º Festival di Cannes.

Life Itself – Documentario

Life ItselfLife Itself è un film di Steve James con Martin Scorsese, Werner Herzog, Roger Ebert, Errol Morris. Tratto dall’autobiografia omonima, il ritratto di Roger Ebert, noto critico cinematografico.

A Girl Walks Home Alone at Night – Thriller – Horror

A Girl Walks Home Alone at Night

A Girl Walks Home Alone at Night è un film del 2014 diretto da Ana Lily Amirpour. È l’esordio nel lungometraggio di Ana Lily Amirpour è una gemma rara e potente, un’opera totale e originalissima che denota eleganza ed identità.

Citizenfour – Documentario

Citizenfour

Citizenfour è un documentario del 2014 diretto da Laura Poitras, riguardante Edward Snowden e lo scandalo spionistico della NSA. Il film è stato presentato in anteprima negli USA il 10 ottobre 2014 al New York Film Festival e nel Regno Unito il 17 ottobre 2014 al BFI London Film Festival. Nel film è presente Glenn Greenwald ed è stato co-prodotto da Poitras, Mathilde Bonnefoy, e Dirk Wilutzky, con Steven Soderbergh ed altri come produttori esecutivi. Citizenfour ha vinto l’Oscar al miglior documentario agli Oscar 2015.

Cold in July – Thriller

Cold in JulyCold in July – Freddo a luglio (Cold in July) è un film del 2014 diretto da Jim Mickle, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore Joe R. Lansdale.

Only Lovers Left Alive – Drammatico

Only Lovers Left Alive

Solo gli amanti sopravvivono (Only Lovers Left Alive) è un film del 2014 scritto e diretto da Jim Jarmusch, con protagonisti Tom Hiddleston, Tilda Swinton e Mia Wasikowska.

Jodorowsky’s Dune

Jodorowsky’s Dune
Jodorowsky’s Dune è un film del 2014 diretto da Frank Pavich.

The Guest – Thriller

The GuestThe Guest è un film del 2014 diretto da Adam Wingard. Racconta di un soldato si introduce nella vita della famiglia Peterson, presentandosi come un amico del figlio, morto in azione. Dopo che il giovane è stato accolto in casa, cominciano a verificarsi una serie di incidenti mortali, che sembrano in qualche modo collegati con la sua presenza.

A Field in England

A Field in EnglandI disertori – A Field in England (A Field in England) è un film del 2014 diretto da Ben Wheatley, ambientato durante la guerra civile inglese.

Under the Skin – Drammatico Sci-Fi

Under The SkinUnder the Skin è un film del 2014, diretto da Jonathan Glazer e basato sul romanzo Sotto la pelle di Michel Faber e che vede protagonista assoluta Scarett Johansson.

The Raid Berandal – Action

The Raid BerandaThe Raid 2: Berandal è un film del 2014 scritto, montato e diretto da Gareth Evans, con protagonista Iko Uwais. La pellicola è il sequel del film The Raid – Redenzione del 2011.

Frank

FrankFrank è un film del 2014 diretto da Lenny Abrahamson. È stato presentato al Sundance Film Festival 2014 e successivamente distribuito nelle sale cinematografiche britanniche il 9 maggio.

Snowpiercer – Sci-Fi – Distopico

SnowpiercerSnowpiercer è un film del 2014 diretto da Bong Joon-ho, basato sulla serie a fumetti francese Le Transperceneige di fantascienza post apocalittica.

Obvious Child

Obvious ChildObvious Child è un film del 2014 diretto da Gillian Robespierre. ed è stato presentato al Sundance Film Festival.

Borgman

BorgmanBorgman è un film del 2014 diretto e sceneggiato da Alex van Warmerdam e presentato al Festival di Cannes il 19 maggio 2013.

Ida – Drammatico

Ida

Ida è un film del 2013 diretto da Paweł Pawlikowski. Di produzione principalmente polacca, è stato scritto dal regista stesso e da Rebecca Lenkiewicz. Nel 2015 ha vinto il Premio Oscar per il Miglior film straniero.

Leviathan – Drammatico

LeviathanLeviathan  è un film del 2014 diretto da Andrej Zvjagincev e scritto dallo stesso Zvjagincev in collaborazione con Oleg Negin. Si è aggiudicato il premio come miglior film straniero ai Golden Globe 2015.

Locke – Drammatico

Locke

Locke è un film del 2014 scritto e diretto da Steven Knight, con protagonista Tom Hardy. La pellicola è stata presentata fuori concorso alla 70ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Blue Ruin – Thriller

Blue Ruin

Blue Ruin è un film thriller del 2014 diretto da Jeremy Saulnier.

A Most Wanted Man – Spy Story

La Spia A Most Wanted Man 2

La spia – A Most Wanted Man (A Most Wanted Man) è un film spystory del 2014 diretto da Anton Corbijn, basato sul romanzo Yssa il buono di John le Carré.

Calvary – Drammatico

Calvary

Calvario (Calvary) è un film del 2014 diretto da John Michael McDonagh con protagonista Brendan Gleeson. È uscito nei cinema irlandesi l’11 aprile 2014.

The Babadook – Horror

The Babadook

Babadook (The Babadook) è un film del 2014 diretto da Jennifer Kent. È un horror psicologico, che narra la storia di una madre e di suo figlio, perseguitati da uno spirito. Acclamato dalla critica internazionale, il film ha avuto elogi da Stephen King, che lo ha definito “profondamente disturbante”.

Nightcrawler – Drammatico/Thriller

Nightcrawler

Lo sciacallo – Nightcrawler (Nightcrawler) è un film del 2014 scritto e diretto da Dan Gilroy, al suo debutto come regista, con protagonista Jake Gyllenhaal.

Boyhood – Drammatico

Boyhood-poster

Boyhood è un film drammatico indipendente del 2014 scritto e diretto da Richard Linklater e con Ethan Hawke e Patricia Arquette.

Whiplash – Drammatico

migliori film del 2014

Whiplash è un film drammatico del 2014, vincitore di tre Premi Oscar, diretto da Damien Chazelle e interpretato da Miles Teller e da J. K. Simmons.

Tutti I film più belli del 2014

Nei migliori film del 2014 non potevano mancare film d’azione e thriller ma nella classifica troviamo anche film italiani e di commedia.

La commedia è un genere che non manca mai, perché in fondo allo spettatore piace sempre sorridere, anche se talvolta può essere un sorriso amaro.

Miglior Colonna Sonora: I candidati per l’85° Academy Award

Miglior Colonna Sonora: I candidati per l’85° Academy Award

Anche quest’anno poche sorprese nella lista dei compositori papabili agli Oscar, uno su tutti Alexandre Desplat all’età 51 anni ha composto circa 130 colonne sonore

Mighty Thor: perché Jane Foster ha ottenuto il Mjolnir

Mighty Thor: perché Jane Foster ha ottenuto il Mjolnir

Come abbiamo già visto nei precedenti film da solista di Thor, Jane Foster (Natalie Portman) è l’interesse amoroso del Dio del Tuono (Chris Hemsworth). Jane è anche però una grande eroina della Marvel: non a caso, nell’ultimissimo trailer di Love and Thunder possiamo vedere la donna assumere l’identità di Mighty Thor. Ma come ha fatto ad ottenere i poteri necessari a brandire il Mjolnir?

Jane Foster nei fumetti

Sembra che nell’MCU Jane/Mighty Thor seguirà le orme della sua controparte dei fumetti. Nella Marvel Comics, la prima apparizione di Jane avviene nel 1962 con Journey into Mystery n.84. Jane è l’infermiera del Dottor Donald Blake e si ritrova incastrata in un triangolo amoroso tra BlakeThor. Solo più avanti, Jane scopre che si tratta del stesso uomo: Blake è ”l’ospite mortale” di Thor.

In seguito, Thor porta Jane ad Asgard e lì le viene concessa l’immortalità. Tuttavia Odino, credendo che la donna non sia abbastanza coraggiosa, la spoglia dei suoi poteri. Jane torna quindi sulla Terra senza poter conservare alcun ricordo del suo tempo su Asgard. Tornata alla normalità, Jane sposa il Dr. Keith Kincaid ma rimane comunque legata al Dio del Tuono e alle sue avventure: la vediamo coinvolte nella Guerra Civile (nel ruolo di Capitan America) e nel Congresso dei Mondi.

Dopo anni, finalmente rivediamo il personaggio eroico in Thor – Love and Thunder: questa volta Mighty Thor sembra poter brandire degnamente il Mjolnir. Scopriamo nel dettaglio il percorso dell’eroina.

In che modo Jane Foster diventa Mighty Thor?

Jane Foster Mighty Thor Love and ThunderNella saga a fumetti Thor Vol. 4, il Dio del Tuono perde la sua capacità di brandire il martello Mjolnir. È Nick Fury, con un suo sibilante sussurro, a rendere Thor indegno dell’arma. Privo di padrone, il Mjolnir rimane bloccato sulla Luna. Al termine della collana della Marvel Comics però, una donna misteriosa giunge sulla Luna e si impossessa del martello. Cambiando il proprietario, anche la scritta sul Mjolnir si trasforma: “Chiunque impugni questo martello, se ne sarà degna, avrà il potere di… Thor.”

Successivamente si scopre che la donna misteriosa è Jane Foster e che è stato il martello stesso a cercarla telepaticamente. Quando Jane ottiene il Mjolnir, si trasforma immediatamente e acquisisce i poteri di Thor. Jane decide però di mantenere segreta la propria identità e di nascondersi sotto il nome di Mighty Thor. Naturalmente, questi avvenimenti fanno impazzire il Thor originale.

Lo scontro tra Thor e Mighty Thor

Thor è infuriato e approfitta dello scontro tra Malekith il Maledetto e i Giganti di Ghiaccio per incontrare il suo successore. Tuttavia, una volta appresa la forza di Mighty Thor, il Dio del Tuono fa un passo indietro e decide di darle la sua benedizione per l’uso del martello. Da quel momento, Thor prende il nome di Odinson.

Nonostante l’intervento di Odino e di Cul Borson, il Mjolnir resta in mano all’eroina. Negli anni successivi, l’identità di Jane celata dietro a Mighty Thor rimane un segreto per Asgard e per il resto del mondo. Nei fumetti, la donna prende parte ai combattimenti di Secret Wars e serve come membro dei Vendicatori. Inoltre, per evitare di destare sospetti nel suo alter-ego, Foster rimane anche senatore al Congresso dei Mondi.

I poteri di Jane Foster come Mighty Thor

Jane Foster Mighty Thor Love and ThunderCome è scritto sul martello, insieme al Mjolnir, Jane acquisisce tutti i poteri di Thor. Mighty Thor può quindi volare, fare viaggi interdimensionali e manipolare il tempo e l’elettricità. Inoltre, il Mjolnir cambia notevolmente l’aspetto fisico della sua proprietaria: ogni volta che brandisce il martello, Jane diventa più forte, i suoi capelli diventano lunghi e biondi e acquisisce un costume che è l’equivalente femminile del look iconico di Thor.

Putroppo però, non tutte le abilità di Mighty Thor sono positive. Prima ancora di brandire il Mjolnir, Jane scopre di avere un cancro al seno. Foster decide di curarsi con la chemioterapia ma, purtroppo, la terapia non si coniuga bene con i poteri. Ogni volta che la donna si trasforma in Mighty Thor, ha un peggioramento. Ciò avviene perché, durante il processo di trasformazione, il martello elimina tutte le tossine presenti nel corpo di chi lo brandisce, incluso il trattamento a radiazioni per il cancro.

Jane perde i suoi poteri

Quando le sue condizioni sono ormai pessime e il cancro è diffuso in tutto il corpo, Jane chiede aiuto a Doctor Strange. Stephen è una delle poche persone che conosce la sua vera identità e le consiglia spassionatamente di smettere di trasformarsi in Mighty Thor: anche una sola volta in più potrebbe ucciderla.

Purtroppo, la donna non ascolta il consiglio di Strange. Per aiutare gli Asgardiani in pericolo, brandisce nuovamente il martello, sacrificando il Mjolnir e se stessa. Solo quando la donna è in punto di morte, Odinson scopre l’identità di Mighty Thor: rimane straziato nello scoprire che si tratta di Jane. Infine, il Dio e Odino portano al sicuro il corpo senza vita di Foster e riescono miracolosamente a rianimarla. Odinson può così impugnare di nuovo il martello, mentre Jane gli cede il mantello di Thor per concentrarsi sulla sua chemioterapia.

Il ritorno di Natalie Portman nei panni di Jane Foster

Jane Foster Mighty Thor Love and ThunderDopo essere apparsa in Thor e in Thor: The Dark World, Natalie Portman torna  in Love and Thunder dopo anni a interpretare Jane Foster. Il film MCU porta in scena un personaggio già noto – Jane è apparsa anche in Avengers: Endgame – ma in una veste completamente nuova. Foster assumerà le sembianze di Mighty Thor. Inoltre, probabilmente vedremo l’eroina lottare non solo contro i suoi nemici, ma anche contro il cancro. Nella Marvel Comics, la malattia ha svolto un ruolo importante nel definire il personaggio: è proprio la sua diagnosi di cancro e le sue lotte con la chemioterapia che rendono Jane degna di brandire il Mjolnir nei fumetti.

Quasi certamente, il regista Taika Waititi ha scelto di trasportare sul grande schermo la storia di un personaggio che, seppur non protagonista, ha un ruolo avvincente nella Marvel. Se fino ad ora abbiamo visto Jane Foster svolgere la sua parte sullo fondo, probabilmente in Love and Thunder Mighty Thor prenderà il sopravvento, come già si può intuire dal trailer. D’altronde, con un’attrice come Natalie Portman le aspettative per il personaggio non possono che essere alte.

MIFF Awards 2020: Lebendig (Vivi) premiato come miglior film

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MIFF Awards 2020: Lebendig (Vivi) premiato come miglior film

Primo lungometraggio del quarantenne Michael Siebert, conquista il pubblico e vince Miglior Film alla XX edizione dei MIFF Awards, Vivi – dal tedesco Lebendig -, si è fatto notare con un elenco notevole di premi già vinti a livello internazionale e ha conquistato uno schermo nel programma virtuale dei vincitori del Cavallo di Leonardo che per la prima volta ha presentato il lungometraggio al pubblico italiano. Premiato con la statuetta per la Recitazione Maschile (Wolfram Rupperti), con la forza dei valori umani più puri e con un minimalismo vitale di relazioni umane pregnanti di verità, ora Vivi lascia un’impronta nell’albo d’oro 2020 del Cavallo di Leonardo Da Vinci.

La storia tocca nel profondo. Ruota intorno ad un quesito che tutti siamo chiamati ad affrontare: il nostro rapporto con l’idea di morte. Per i due protagonisti, però, la questione diventa improvvisamente urgente: un tumore in fase terminale li sta uccidendo entrambi. I due amanti sono allora chiamati a rispondere ad una domanda ancora più scomoda, quella di come affrontare gli ultimi giorni della loro vita.

Si amano da poco, e poco è il tempo che a loro rimane. Questa fretta non intacca però il valore dei loro ultimi momenti, che trascorrono nella tranquillità dell’appartamento di lei. Sono momenti lenti, delicati, pieni, la cui amarezza è stemperata dalla dolcezza di un amore paziente che cresce con la stessa calma curiosa con cui crescono tutti gli amori, anche quelli di chi pensa di avere tutta la vita davanti.

Per questo Lebendig colpisce, con un titolo che si traduce dal tedesco con l’aggettivo “vivi”, anche se forse si dovrebbe parlare di “Lebend”: “vivente”. Più che lo stato dell’essere in vita è qui infatti l’atto del vivere ad essere celebrato, il participio presente di una condizione che si esaurisce nell’attimo in cui la si esperisce, ma che proprio per questa precarietà è così pura. Un inno alla vita che va goduta fino a quando la si possiede, fino a quando si è participio presente.

Miele: recensione del film di Valeria Golino

Miele: recensione del film di Valeria Golino

Valerio Golino con Miele, sua opera prima da sceneggiatrice e regista dimostra di non aver paura di trattare un argomento delicato e propenso alla polemica come quello del suicidio assistito. Il film racconta di persone che hanno una volontà ferrea e prendono decisioni del tutto consocie poiché consapevoli di quello che sta accadendo al loro corpo. In questo passaggio, lento e sobrio, ci pensa Irene una donna profondamente motivata ma visivamente stremata e dall’aria cupa. Miele, il suo nome di servizio usato nell’assoluto anonimato, quando indossa la camicia e i guanti in lattice racconta, in quei minuti di passaggio, attraverso gli occhi di una bravissima Jasmine Trinca, il senso dell’umanità che vede spegnersi intorno a lei.

In Miele Irene (Jasmine Trinca) è una ragazza di trent’anni che ha deciso di aiutare i malati terminali a porre fine alla loro agonia. Un giorno a richiedere il suo servizio è l’ingegner Carlo Grimaldi (Carlo Cecchi) sessantenne in buona salute che ritiene di viver vissuto abbastanza. L’incontro metterà in discussione le convinzioni di Irene e la coinvolgerà in un dialogo serrato lungo il quale la relazione tra i due sembrerà infittirsi di sottintesi e ambiguità affettive.

La profonda bellezza e formalità estetica di Valeria Golino, ci tiene lontano da ogni scena di morte preferendo ribattere con le immagini della vita frenetica di Irene alla ricerca di emozioni che bilancino questo grande senso di vuoto e pietà che è simbolo della sua vita piena di bugie in un mestiere ricco di regole. A guastare il meccanismo perfetto c’è la figura dell’ingegnere Grimaldi (Carlo Cecchi), uomo scorbutico, cinico e consapevole di aver avuto tutto e forse anche troppo dalla vita e che ora non ha più quella spinta vitale di un tempo. Un rapporto tra personalità forti da una parte c’è l’idealismo e la convinzione di quello che si fa e dall’altra la volontà di andare fino infondo in un altalena continua tra la vita e la morte che trova un equilibrio nella sospensione di un’amicizia che negli scontri diretti rimette in discussione la vita di entrambi.

Miele film recensionePer Miele un bel lavoro è stato fatto con il montaggio sonoro di Lilio Rosato, in cui si mescolano perfettamente i vuoti d’aria a contatto con la natura e i rumori della città con la musica dell’ipod nelle strade di una Roma livida. Mai banali e pieni di intuizioni sono stati i raccordi di Giogiò Franchini, specialmente nelle piccole ellissi temporali che ci vengono proposte come elemento cruciale del passato di Irene, fornendo sempre quel grande senso di continuità visiva che il film possiede.

Con Miele, Valeria Golino sceglie un tema interessante senza prendere una posizione netta, non le interessa una morale, ma predilige raccontare un episodio di vita e concluderlo linearmente. Il film a volte si perde nel voluto eccesso dei movimenti di camera e nelle sospensioni di sceneggiatura, ma questo non sminuisce un ottimo esordio alla regia, mai banale e ricco di idee. In sala dal 1 Maggio.

Miele Trailer del film di Valeria Golino!

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Miele Trailer del film di Valeria Golino!

miele-trailerGuarda il Trailer ufficiale del film Miele di Valeria Golino, con protagonista Jasmine Trinca, Carlo Cecchi, Libero De Rienzo, Vinicio Marchioni, Iaia Forte,

Miele di Valeria Golino: prime foto e poster!

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Miele, di Valeria Golino, prime foto e poster del film con Jasmine Trinca, Carlo Cecchi, Libero De Rienzo, Vinicio Marchioni, Iaia Forte, Roberto De Francescoche uscirà il 1° maggio distribuito da Bim.

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Sinossi ufficiale

Miele narra la storia di Irene, una ragazza di trent’anni che ha deciso di aiutare le persone che soffrono: malati terminali che vogliono abbreviare l’agonia, persone le cui sofferenze intaccano la dignità di essere umano. Un giorno a richiedere il suo servizio è un settantenne in buona salute, che ritiene semplicemente di aver vissuto abbastanza. L’incontro metterà in discussione le convinzioni di Irene e la coinvolgerà in un dialogo serrato lungo il quale la relazione tra i due sembrerà infittirsi di sottintesi e ambiguità affettive.

Miele : tanti applausi per Valeria Golino a Cannes

valeria Golino cannes mieleGli applausi della stampa la mattina si sono trasformati in ovazioni alla proiezione serale di Miele , l’esordio alla regia di un lungo di Valeria Golino. Il film è in concorso nella sezione Un Certain Regard e alla Camera d’Or del Festival di Cannes in corso. A godere della calda accoglienza riservata al film erano presenti in sala la Golino, accompagnata dagli attori Jasmine Trinca, Carlo Cecchi, Vinicio Marchioni, Libero De Rienzo e i produttori Viola Prestieri e Riccardo Scamarcio.

Miele_PosterL’attrice, e ora regista, aveva dichiarato di essere molto tesa per la sua presenza al prestigioso Festival, e adesso può finalmente rilassarsi.

Il film, presentato alla stampa italiana qualche settimana fa, non aveva però destato tutti questi applausi. Sarà forse l’effetto Festival che falsa la percezione dei film proiettati? O forse sarà che la stampa estera è più bendisposta verso un certo tipo di cinema?

Quello che possiamo dire con certezza è che se la Golino ha avuto successo a Cannes, il cinema italiano può solo trarre beneficio da questi applausi, in attesa, ovviamente, di Paolo Sorrentino.

Miele : la conferenza stampa del film di Valeria Golino

miele valeria golinoQuesta mattina è stato presentato l’esordio alla regia di Valeria Golino con il film Miele. Il film andrà a Cannes,e sarà presentato nella sezione Un Certain Regard. In sala erano presenti la regista,Valeria Golino, i produttori Riccardo Scamarcio e Viola Prestieri, per Rai Cinema Paolo Del Brocco, il distributore Valerio de Paolis, le sceneggiatrici Francesca Marciano, Valia Santella, gli attori Vinicio Marchioni e Jasmine Trinca.

Da dove nasce il desiderio di girare un film tratto dal libro A nome tuo di Mauro Covacich?

Valeria Golino: Ho letto questo libro circa tre anni fa, mi è sembrato un libro fulminante, molto contemporaneo nel miglior senso della parola, doloroso e provocatorio con un personaggio femminile piuttosto inedito, sia in letteratura e sicuramente nel cinema italiano. Non avevo né l’urgenza né la necessità, mi interessava mentre lo scrivevamo, le cose che venivano dette, la storia di questa donna, il personaggio maschile principale e anche gli altri due. Erano tutti personaggi che mi interessava parlarne, scriverne e immaginare di vederli. L’argomento è un tabù più per la politica e le istituzioni che per per le persone, come sempre credo che gli italiani sono pronti a riflettere su argomenti delicati e difficili, che in noi stessi creiamo dei divari che vanno a colpire i nostri stessi pregiudizi. Non ho voluto fare un film né provocatorio né contro ma con gli altri, non prendendo una posizione definitiva. Quindi ho subito cercato con Riccardo e Viola di ottenere i diritti del libro. Inizialmente abbiamo avuto paura, ci è piaciuto a tutti ma non eravamo sicuri di volerlo fare e affidarlo a me perché era anche il primo film, io ero preoccupata all’idea di fare un film così difficile, però continuavo a pensarci.

Come siete intervenute sulla sceneggiatura?

V.G.: Moltissimo, abbiamo spremuto il libro di Mauro Covacich di tutte le cose belle ne abbiamo lasciate altrettante belle sulla pagine, cose che mi erano piaciuto tantissimo, cose che non ho voluto o potuto usare, l’abbiamo filtrato con una percezione e un etica nostra. Abbiamo cambiato anche in alcuni tratti i contenuti del libro, abbiamo cambiato anche il finale, di fatti il film è liberamente tratto dal suo libro.

Perché né lei né Scamarcio avete fatto i protagonisti del film?

V.G.: Per quanto mi riguarda, volevo che il personaggio femminile fosse una ragazza di 28-30 anni e quindi non c’è stato mai il pensiero, se ne è parlato superficialmente all’inizio ma mi sono subito svincolata. Primo perché credo fermamente che il personaggio doveva avere quell’età e non sia una donna matura, con un bagaglio diverso. E poi anche perché non avevo voglia di fare il mio primo film con me stessa come protagonista, ero più curiosa di filmare qualcun altro piuttosto che me. Se mai farò altri film, può anche succedere, ma il mio primo istinto è stato pensare ad altro. Per quanto riguarda Riccardo, avrebbe potuto interpretare due dei ruoli maschili, ma non ci è sembrato che fosse il caso.

Come è stato fare il produttore?

miele posterRiccardo Scamarcio: In questa mia nuova veste ho scoperto la quantità e la mole di lavoro che bisogna affrontare nel momento in cui si decide di produrre un film e questo ha condizionato. Siamo stati assorbiti per due anni e mezzo, eravamo molto angosciatati di fare un film così, non è stato molto semplice, ma questa è stata la prova che in Italia si possono fare dei film difficili e coraggiosi che possano anche venire bene, come in questo caso.

Valeria cosa significa essere a Cannes in una sezione così importante?

V.G.: Di Cannes sono molto contenta, perché ho sempre pensato intimamente di voler andare a Cannes, ho sempre pensato a un Certain Regard per questo film. Mi mette allegria l’idea di andare lì tutti ben vestiti! L’ho fatto altre volte, ti diverti sempre molto meno di quello che credi, però ti da un senso di appartenenza ad una cinematografia mondiale di grandissimi registi. Quindi mi inorgoglisce!

Jasmine Trinca che donna è Irene?

J.T.: La risposta è difficile, perché come nella maggior parte del film abbiamo fatto delle cose senza che io me ne rendessi conto, queste erano portate dall’incontro che abbiamo avuto con Valeria. Per esempio, la scena del pub, io non l’avevo capita, poi quando ho visto mi sono detta “hai capito la Golino che cosa mi fa vedere?” c’è stato un affidamento totale e sapevo che il film che avrebbe fatto Valeria era un film sul quale non c’era neanche da porsi la domanda dell’opportunità, “come” racconterà il fine vita, perché la persona che lei è non poteva porre dubbi su questo e quindi tutto quello che abbiamo fatto è stato un gran piacere ed è stato anche piuttosto sofferto e se non fosse stato così non sarebbe stata la stessa cosa, perché non dovevamo rappresentare qualcosa, non ci doveva essere finzione, nessuno attingeva alle proprie storie personali, ma dovevamo essere autentici, ed in questo senso dal primo momento sono stata nelle sue mani e non ho fatto male.

Vinico Marchionni, come è stato partecipare al film?

V.M: Sono contentissimo emozionatissimo di presentare questo film qui, perché quando si vede qualcosa che ci colpisce si dice “non sembra un film italiano” e invece è italiano, è italianissimo! Sono orgoglioso di aver fatto questa piccola partecipazione in un film così, perché non do mai le cose per scontato, e se ti chiama un attrice straordinaria come Valeria gli devi dire solo di si, qualsiasi cosa ti offra. E anche perché in una situazione come questa così l’idea che una giovanissima produzione si metta a fare un film come questo, in una situazione così è un atto di coraggio enorme ed è anche la dimostrazione che in questo paese le cose si fanno meravigliosamente quando ci sono le persone e le idee.

Qual’è stato il tuo metodo per questo lavoro?

V.G.: Metodo poco, caos come sempre, qualche volta foto, qualche volta niente, qualche volta piccoli appunti che poi perdo, mi piacerebbe avere un mio metodo, ho fatto tante fotografie, però non storyboard. Questo film volevo che fosse libero e formale allo stesso tempo, che le inquadrature avessero una serietà, senza fronzoli. Volevo anche degli “incidenti” di luce e di spostamenti, avevo paura di tante trappole sia nel contenuto del film come racconto sia nella forma del film. Molte delle cose più belle, esteticamente belle del film, le ho dovute lasciare fuori, perché era come se il film sopportasse fino a un certo punto e l’altro non volesse di più, il ghirigoro o la mia tendenza all’estetizzazione che tengo sotto controllo, da una parte tendo ad andare verso quella cosa lì ma allo stesso tempo ho cercato di essere il più rigorosa possibile. Il tema del film ti impedisce l’inutile, tutte le volte che mi sono portata o con inquadrature o con la luce troppo in là, sono tornata indietro. Durante la preparazione, chiaramente, avevo un idea sull’architettura che volevo, sul tipo di Roma che volevo far vedere, come inquadrare gli attori, quando avvinarmi a loro. L’imprevisto era la cosa più benvenuta, sia nell’interpretazione degli attori ma molto in quello che sta succedendo in quel momento e quindi tu ti assesti, a volte, le cose più belle del film sono successe senza averle preparate.

Midway: recensione del film di Roland Emmerich

Midway: recensione del film di Roland Emmerich

Midway racconta la storia degli accadimenti militari che si sono svolti nell’arco temporale dal 1941 al 1942 durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo l’improvviso bombardamento della base americana a Pearl Harbor, avvenuto nel ’41 da parte della Marina Imperiale Giapponese, l’esercito degli Stati Uniti aveva accusato sensibili perdite in termini di mezzi e uomini, evento che alimentò la fierezza dell’Impero Giapponese che con tale mossa fece virare fortemente ogni strategia attuata da quel momento in avanti. La flotta americana organizza così una controffensiva concretizzata per gradi ed episodi distinti – che determineranno la cosiddetta Guerra del Pacifico – sotto il comando dell’ammiraglio Chester Nimitz (Woody Harrelson) a cui era stato affidato l’incarico proprio in conseguenza del disastro di Pearl Harbor.

Ed è con minuziosità di dettagli e susseguirsi ordinato di passaggi bellici che il regista tedesco Roland Emmerich racconta quei mesi tesi e drammatici, che a tratti sembrano quasi essere documentaristici, non dal punto di vista dello stile, ma dall’occhio che tenta di offrire nel presentare i fatti.

Midway riporta al cinema la Seconda Guerra Mondiale

Il tratto di storia narrato getta forte risalto sulla reattività del governo statunitense, anche e soprattutto in un contento di grande svantaggio, ma è proprio questo che più ama mostrare il regista, sequenza dopo sequenza.

Non è certo nuovo sotto la luce del sole l’incondizionato appoggio viscerale di gran parte della cultura americana nei confronti della propria storia, in particolare all’interno della Seconda Guerra Mondiale e, in assoluto, rispetto alla percezione che in media c’è della Nazione da parte dei cittadini. Ed è naturalmente inevitabile che Midway abbia il suo fondante punto di forza principalmente su questo. Roland Emmerich lo sa, ed è lì che ruota il perno del suo gusto personale nel raccontare, con un determinato tipo di cinematografia, l’America agli americani (e al mondo).

Il regista di Stargate, Independence Day, Il Patriota, The Day After Tomorrow e 2012, non lascia di una virgola la sua smodata passione per gli effetti speciali montati e fatti esplodere alla perfezione, senza la men che minima esclusione di colpi, anzi. Ogni distruzione serve perfettamente la scena raccontata, e persino gli elementi storici arrivano al momento appropriato per caricare della giusta potenza gli scoppi successivi.

Un cast di superstar

Il punto per Emmerich è dunque giocare sì con la macchina da presa, con ogni rotazione e rivoluzione possibile e immaginabile, quasi a trovarsi in un videogame, ma al contempo arrivare a dare uno spaccato della storia USA, decisamente drammatico, nel quale si veda senza ombra di dubbio e una volta di più, la propulsione innescata dalla volontà a rialzarsi per affondare il nemico. In questo è ideale il cast, che vede nomi virili e tutti d’un pezzo come Dennis Quaid, Aaron Eckhart, Luke Evans e Ed Skrein, insieme a Mandy Moore nei panni della moglie ferma ma comprensiva del pilota Dick (Skrein).

Ciò che dunque risulta essere davvero inaffondabile alla fine è il desiderio a credere davvero in se stessi, alla potenza della propria identità patriottica, a qualunque costo, persino al sacrificio della propria vita per il bene della propria Nazione. Valori che oggi sembrano quasi fuori dal tempo, ma che posti sotto forma di immagini, giungono ad attivare una memoria incredibilmente familiare.

Midway: la vera storia dietro il film di Roland Emmerich

Midway: la vera storia dietro il film di Roland Emmerich

Da sempre impegnato a portare al cinema storie di carattere fantascientifico e catastrofico come Independence Day, The Day After Tomorrow, 2012 o il recente Moonfall, il regista tedesco Roland Emmerich è oggi sinonimo per il grande schermo di distruzione, invasione aliena o attacchi terroristici. Nel corso della sua carriera si è però distinto anche per altre tipologie di opere, tra cui spicca il bellico Midway (qui la recensione), ispirato ad aventi realmente avvenuti. Certo, anche in esso sono contenute esplosioni e sequenze d’azione di grande impatto, ma si tratta di elementi ben diversi da quelli a cui il regista ha abituato il suo pubblico nel corso degli anni.

Il film era un progetto che Emmerich desiderava realizzare da tempo, ma per via di problemi nell’ottenere un sostegno finanziario ci vollero anni prima che questo si concretizzasse. Nel dargli vita, Emmerich dovettenaturalmente prendersi alcune licenze artistiche, ma si assicurò di rimanere quanto più fedele possibile alla realtà degli eventi. Gli storici e alcuni veterani di guerra si sono poi detti stupiti dal risultato, indicando Midway come un’opera estremamente realistica per quanto riguarda le battaglie navali e su ciò che accadde in quel preciso conflitto bellico della Seconda guerra mondiale.

La trama e il cast di Midway

In Midway si racconta la storia degli accadimenti militari che si sono svolti nell’arco temporale dal 1941 al 1942 durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo l’improvviso bombardamento della base americana a Pearl Harbor, avvenuto nel ’41 da parte della Marina Imperiale Giapponese, l’esercito degli Stati Uniti accusa sensibili perdite in termini di mezzi e uomini, evento che alimenta la fierezza dell’Impero Giapponese. La flotta americana organizza però una controffensiva concretizzata per gradi ed episodi distinti – che determineranno la cosiddetta Guerra del Pacifico – sotto il comando dell’ammiraglio Chester Nimitz a cui era stato affidato l’incarico proprio in conseguenza del disastro di Pearl Harbor.

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Aaron Eckhart in Midway

A recitare nel film si ritrovano numero celebri attori, a partire da Woody Harrelson nei panni dell’ammiraglio Chester Nimitz. Vi sono poi Ed Skrein nel ruolo dell’aviatore Richard “Dick” Best, Patrick Wilson nei panni di Edwin T. Layton e Luke Evans in quelli dell’aviatore Wade McClusky. L’attore Aaron Eckhart interpreta il generale Jimmy Doolittle, mentre Nick Jonas è Bruno Gaido e Mandy Moore Anne Best. Dennis Quaid ricopre invece il ruolo di William Halsey, ammiraglio statunitense. Completano poi il cast gli attori Mark Rolston nel ruolo dell’ammiraglio Ernest King, Jake Weber in quello dell’ammiraglio Raymond Spruance ed Etsushi Toyokawa nei panni dell’ammiraglio Isoroku Yamamoto.

La vera storia su cui si basa il film

La Battaglia di Midway ha avuto inizio il 4 giugno del 1942, esattamente sette mesi dopo l’inizio delle ostilità tra Stati Uniti e Giappone a seguito dell’attacco a Pearl Harbor. In quell’attacco, l’esercito giapponese riuscì ad arrecare fortissimi danni alle navi statunitensi, ma le portaerei furono poste in salvo. Proprio questo dettagli si rivelò cruciale al momento della Battaglia di Midway. Oltre a questo evento, il Giappone mise a segno nel breve periodo una lunga sequenza di attacchi agli avversari, dimostrandosi pressocché infallibile. In realtà, i generali giapponesi sapevano che nel lungo periodo le scarse risorse economiche del paese non avrebbero più potuto sostenere il loro ruolo in guerra e pertanto dovevano ottenere quanto prima quanti più risultati possibile.

Nel tentativo di schiacciare del tutto gli Stati Uniti, il Giappone inviò la propria flotta ad attaccare l’atollo di Midway, una sperduta isola nel mezzo del Pacifico che rappresentava l’ultima difesa prima delle Hawaii. L’obiettivo, con questo attacco, era quello di attirare le portaerei fuori da Pearl Harbor così da poterle distruggere definitivamente. Ciò avrebbe reso del tutto indifesa la costa occidentale degli Stati Uniti, i quali avrebbero dovuto a quel punto arrendersi. L’attacco, tuttavia, in quanto frettoloso si rivelò mal pianificato e potendo gli Stati Uniti leggere molte delle comunicazioni cifrate dei giapponesi, riuscirono ad attirare il Giappone in una trappola anziché finire nella loro.

Woody Harrelson in Midway
Woody Harrelson in Midway

All’alba del 4 giugno, la flotta giapponese lanciò la prima ondata di aerei contro la base di Midway, riuscendo a danneggiare pesantemente la base, con la pista di decollo che rimase però operativa. Al momento del secondo attacco, che sarebbe dovuto essere decisivo, la flotta statunitense aveva però individuato le posizioni delle portaerei giapponesi e lanciando un centinaio di aerei ebbero modo di colpire i ponti di volo dei nemici, su cui si trovavano velivoli, carburante, bombe e altri armamenti. In breve, tre delle quattro portaerei furono abbattute, con la quarta, chiamata Hiryu, affondata poi nel pomeriggio.

Si concluse così la Battaglia delle Midway, che vide distruggersi la parte migliore e più pericolosa della flotta aeronavale giapponese. Il numero di velivoli e di piloti persi in quell’attacco rese le loro due portaerei più grandi, che non avevano partecipato alla battaglia, inutilizzabili. Da quel momento, l’esercito giapponese subì una dura botta di arresto, con gli Stati Uniti che invece iniziarono a riconquistare quanto vinto dall’esercito giapponese nel corso dei mesi. Per il resto della guerra, la flotta giapponese avrebbe subito solo sconfitte, superata da quella statunitense non solo in numero ma anche in tecnologie utilizzate.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming o in TV

È possibile fruire di Midway grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Now, Tim Vision e Paramount+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 28 dicembre alle ore 21:25 sul canale Rete 4.

Fonte: IMDb, Time

Midway: Darren Criss per la II Guerra Mondiale raccontata da Roland Emmerich

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Darren Criss (American Horror Story, Glee) si è unito al cast di Midway, il film sulla Seconda Guerra Mondiale che sarà diretto da Roland Emmerich. A riferire la notizia è Deadline, che però non aggiunge dettagli sul ruolo che l’attore ricoprirà.

Basato sui veri eventi della Battaglia delle Midway, punto di non ritorno del versante Pacifico della Seconda Guerra Mondiale, il film racconta le gesta eroiche e strazianti dei soldati e degli aviatori che hanno realizzato l’incredibile, trovando il modo di cambiare le sorti della guerra.

Il cast di Midway include anche Patrick Wilson (The Conjuring) nei panni dell’Ammiraglio Edwin Layton, Luke Evans (The Alienist, La Bella e la Bestia) come Comandante Wade McClusky, Woody Harrelson (Solo: A Star Wars Story) nei panni dell’Ammiraglio Chester Nimitz e Mandy Moore (This Is Us), con Aaron Eckhart (Il Cavaliere Oscuro), Nick Jonas (Jumanji: Benvenuti nella Giungla), Dennis Quaid (The Day After Tomorrow), Keean Johnson (Alita: Battle Angel) e Tadanobu Asano (Thor, 47 Ronin).

Midway è stato scritto da Wes Tooke (Colony) e sarà prodotto dalla Centropolis Entertainment di Emmerich, Harald Kloser (2012White House DownIndependence Day: Resurgence), e Mark Gordon (Saving Private RyanThe PatriotMolly’s Game).

Midway il film uscirà ufficialmente nei cinema l’8 novembre 2019 e troverà la concorrenza di Wonder Woman 1984 (Nov. 1), Sonic the Hedgehog (Nov. 8) e Terminator 6 (Nov. 15).

Midway, il trailer italiano del nuovo kolossal di Roland Emmerich

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È stato diffuso il trailer italiano di Midway, il nuovo kolossal bellico diretto da Roland Emmerich in uscita il 27 novembre 2019. Di seguito, anche le prime foto dal film.

La pellicola racconta la leggendaria battaglia che, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, cambiò le sorti del conflitto bloccando nel Pacifico l’avanzata nipponica. Nel cast del film figurano grandi nomi come i veterani dell’action movie Luke EvansAaron EckhartPatrick WilsonWoody Harrelson e Dennis Quaid e le star delle nuove generazioni Nick JonasDarren CrissAlexander Ludwig ed Ed Skrein.

SinossiMidway è basato sulla storia vera della Battaglia delle isole Midway combattuta nel Pacifico da giapponesi e americani tra il 4 e il 6 giugno 1942, punto di svolta cruciale della Seconda Guerra Mondiale. Il film racconta le eroiche imprese dei soldati e degli aviatori che, con i loro incredibili sacrifici, sono riusciti a cambiare le sorti della guerra. Il grande Roland Emmerich (Independence Day, The Day After Tomorrow, Godzilla, 2012) per raccontare un’impresa epica ha creato un film altrettanto epico che ti porta dritto nel cuore della Battaglia. Supportato da un cast straordinario (Woody Harrelson, Patrick Wilson, Luke Evans, Aaron Eckhart, Dennis Quaid)  Midway sarà il film evento di novembre in tutto il mondo.

Midsommar: l’inquietante easter egg che nessuno ha notato

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Midsommar: l’inquietante easter egg che nessuno ha notato

Secondo lungometraggio firmato da Ari Aster (dopo il sorprendente esordio di Hereditary), Midsommar – Il villaggio dei dannati è un intenso e allucinato thriller ambientato in Svezia grazie al quale il regista riflette su varie tematiche come l’emancipazione femminile e la tossicità dei rapporti nell’era contemporanea. Durante il prologo la sorella della protagonista interpretata da Florence Pugh muore suicida e a quanto pare il “ricordo” di questo trauma viene ribadito durante una scena particolare del film ma in un modo del tutto inaspettato.

Su Twitter, uno spettatore ha infatti individuato un inquietante easter egg sullo sfondo della sfilata delle Hargas che portano a cena Dani sollevandola su una piattaforma, e se fate attenzione alla parte sinistra dell’immagine, noterete quello che è chiaramente un volto disegnato tra gli alberi: si tratta nientemeno che della sorella morta della ragazza e lo conferma il dettaglio del tubo di scarico che le cade dalla bocca.

A quanto pare la sagoma è stata disseminata in più sezioni del film…ma quanti di voi se ne erano accorti?

https://twitter.com/danieIgayIewis/status/1175782170763366402?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1175782170763366402&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbook.com%2Fhorror%2F2019%2F09%2F23%2Fmidsommar-disturbing-creepy-hidden-faces%2F

Leggi la recensione di Midsommar – Il villaggio dei dannati

Uscito nelle nostre sale lo scorso 25 luglio, Midsommar – Il villaggio dei dannati vede nel cast Florence Pugh (che prossimamente tornerà al cinema nel film su Vedova Nera), Jack Reynor, William Jackson Harper e Will Poulter.

Sempre a luglio il regista Aster ha annunciato che il montaggio finale del film è privo di circa 80 minuti di girato e che sta lavorando ad una director’s cut da distribuire insieme all’edizione homevideo che conterrà 30 minuti aggiuntivi rispetto alla versione cinematografica.

Di seguito la sinossi:

La studentessa universitaria afflitta dall’ansia Dani Ardor subisce un trauma emotivo dopo che la sorella bipolare commette un suicidio apparente, uccidendo i propri genitori e se stessa. L’incidente mette a dura prova la relazione di Dani con il suo fidanzato emotivamente distante, Christian Hughes, uno studente magistrale in antropologia. L’estate seguente, Dani apprende che Christian e i suoi amici, Mark e Josh, sono stati invitati dal loro amico svedese, Pelle, a partecipare a una festa di mezza estate che si tiene solo una volta ogni novant’anni nella comune ancestrale di Pelle, l’Hårga, nella regione dell’Hälsingland in Svezia…

Midsommar: il teaser trailer del nuovo film di Ari Aster

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Midsommar: il teaser trailer del nuovo film di Ari Aster

È stato diffuso il primo teaser trailer di Midsommar, il nuovo horror di Ari Aster, il regista che nel 2018 ha esordito con Hereditary e che ha fatto parlare di sé proprio per la bellezza del suo primo film.

Il film vede nel cast principale Florence Pugh, Jack Reynor, William Jackson Harper e Will Poulter. Arriverà in estate negli Stati Uniti e quindi probabilmente in autunno in Italia. Il primo trailer si caratterizza da colori e atmosfere che sembrano molto lontane dal genere horror ma allo stesso tempo sembra rievocare alcuni dettami che abbiamo riscontrato anche in Hereditary.

Nel trailer si vede una persona deforme, come già capitato nel primo film, e sembra che le circostanza della narrazione siano legate a un culto dei boschi, una qualche religione animista, lo spiritismo che poi si rivela essere la base della storia nell’altro film.

Aspetteremo con ansia di essere ammaliati e spaventati, ancora una volta, da Midsommar di Ari Aster, mentre intanto il cinema ci offre l’opera seconda dell’altro giovane regista considerato il nuovo guru dell’horror, Jordan Peele e il suo Noi.

Midsommar – Il Villaggio dei Dannati: la spiegazione del finale del film

Midsommar – Il Villaggio dei Dannati (qui la recensione) di Ari Aster ha portato il pubblico a compiere un viaggio all’interno di una relazione tossica. Giocando con le prefigurazioni e i commenti toccanti, Aster ha creato un film horror di culto, ispirandosi pesantemente al genere del folk horror, che di solito si basa su ambientazioni isolate e tradizioni pagane per generare terrore nello spettatore. Sebbene in questa tipologia di film i mostri possano essere talvolta soprannaturali, spesso si tratta di esseri umani comuni che commettono atti terrificanti in nome di credenze religiose.

Midsommar – Il Villaggio dei Dannati presenta inoltre analogie fondamentali con il precedente film di Aster, Hereditary, che trattava anch’esso di elementi bizzarri, di situazioni inspiegabili e del dolore come tema chiave. Ma la sua vera forza risiede nel modo in cui intreccia l’ambientazione e la trama con gli orrori molto più banali delle relazioni tossiche. In apparenza, questo film si concentra sul tentativo della protagonista di superare un lutto andando a fare un viaggio con il suo ragazzo e i suoi amici. In realtà si trattava del deterioramento della loro relazione.

A partire da queste premesse, Aster costruisce dunque un film angosciante, capace di far provare tutta la frustrazione e il senso di impotenza dei suoi protagonisti. Un titolo dunque da non perdere per gli appassionati di questo genere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Midsommar – Il Villaggio dei Dannati. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Midsommar - Il Villaggio dei Dannati Florence Pugh Jack Reynor
Jack Reynor e Florence Pugh in Midsommar – Il villaggio dei dannati. Foto di Gabor Kotschy – © A24

La trama di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati

Protagonisti del film sono Dani e Christian, una giovane coppia americana con una relazione in crisi. Dopo che una tragedia familiare si abbatte sulla vita di Dani, la ragazza decide di unirsi al compagno e ai suoi amici in un viaggio, che ha come meta un remoto villaggio svedese, per festeggiare il Midsommar, la tradizionale festa di mezza estate che si svolge nei giorni del solstizio, tra il 21 e il 25 giugno. Una volta lì, però, si renderanno conto di essere capitati nel bel mezzo di un diverso tipo di festa, legata al culto pagano praticato in quelle zone e con esiti orripilanti.

Ad interpretare Dani vi è l’attrice Florence Pugh, oggi nota anche per i film Black Widow e Piccole donne. Nel ruolo del compagno Christian, invece, vi è l’attore Jack Reynor. Will Poulter, attore visto anche in Detroit e Guardiani della Galassia Vol. 3, interpreta Mark, mentre Ellora Torchia è Connie. Completano il cast William Jackson Harper nel ruolo di Josh, Vilhelm Blomgren in quelli di Pelle e Archie Madekwe in quello di Simon. Vi sono poi Hampus Hallberg nel ruolo di Ingemar, mentre Isabelle Grill interpreta Maja.

La spiegazione del finale del film

Quando il Midsommar raggiunge il suo culmine, si scopre che la comunità ha piani molto specifici per Dani, Christian, Josh, Mark, Connie e Simon. Nell’atto finale, tutti gli estranei, eccetto Christian e Dani, sono “scomparsi” e il rituale di mezza estate continua con una gara di ballo del maypole, che Dani vince. Dopo la gara, Dani viene incoronata Regina di Maggio e viene portata in giro per la comune per benedire i raccolti. Nel frattempo, Christian viene portato via e gli viene chiesto di accoppiarsi con la giovane Maja per portare un po’ di sangue esterno nella comunità.

Midsommar - Il Villaggio dei Dannati cast
Florence Pugh e Vilhelm Blomgren in Midsommar – Il villaggio dei dannati. Foto di Gabor Kotschy – © A24

In seguito, viene drogato e, nel suo stato di alterazione, Christian esegue effettivamente il rituale sessuale, distruggendo definitivamente il suo legame con Dani. Quando Dani torna, sente il rituale e assiste all’infedeltà di Christian. Corre fuori, inorridita e singhiozzante, ma questa volta non è sola. Le donne della comune circondano Dani, la seguono nelle stanze da letto e iniziano a fare eco alle sue grida. I membri di questa comunità apprezzano l’unione sopra ogni cosa e quando Dani si angoscia per la scoperta dell’infedeltà di Christian, gli abitanti del villaggio condividono letteralmente il suo dolore.

Questo è in netto contrasto con il resto del film, durante il quale Dani è costretta a soffrire in silenzio e da sola, mentre Christian ignora i suoi crolli o le offre delle banalità a metà. Alla fine di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati, viene rivelato il vero motivo per cui questi forestieri sono arrivati al villaggio. Per il finale della festa di mezza estate è necessario un sacrificio rituale. Apprendiamo così che Josh, Mark, Connie e Simon sono già stati uccisi e serviranno come sacrifici nel rituale, che ora ha bisogno di due volontari del villaggio e di un ulteriore sacrificio.

Per la scelta finale, Dani può scegliere chi far morire. Christian o un abitante del villaggio selezionato dalla lotteria. Con il cuore spezzato, Dani sceglie di far morire Christian, scegliendo a sua volta questa comunità come sua famiglia. Christian viene quindi infilato (paralizzato, ma ancora vivo) nella carcassa di un orso e collocato nel tempio sacro insieme ai quattro estranei morti e a due volontari. Mentre il tempio viene dato alle fiamme, gli abitanti del villaggio guardano. Quando uno dei volontari urla di angoscia mentre brucia vivo, gli abitanti del villaggio iniziano a imitare le sue grida, contorcendosi e gridando.

Midsommar - Il Villaggio dei Dannati trama
Gunnel Fred e Jack Reynor in Midsommar – Il villaggio dei dannati. Foto di Gabor Kotschy – © A24

E mentre Dani, ancora vestita da regina di maggio, inizialmente guarda con orrore, alla fine il suo volto si incurva in un sorriso e si unisce agli abitanti del villaggio nei loro festeggiamenti. All’inizio di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati, Dani è sola nel suo dolore. Alla fine, condivide non solo il dolore e la sofferenza, ma anche la gioia e la celebrazione. Quando la sua famiglia è morta, Christian e i suoi amici non sono riusciti a colmare il vuoto. Dani era sola, isolata e priva di una considerevole empatia o compassione da parte di coloro che la circondavano.

Alla fine del film, Dani ha invece abbracciato i valori di questa comunità – valori di comunità e di famiglia ritrovata – e finalmente si sente vista, ascoltata e sentita. Ma il tema primario di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati è l’importanza delle emozioni condivise. Le relazioni sono difficili e il trauma che Dani aveva bisogno di aiuto per elaborare era immenso e incredibilmente complicato. Christian non riusciva ad essere empatico nei suoi confronti, mentre nel villaggio Dani trova quel senso di comunità di cui aveva bisogno per condividere le sue emozioni, positive o negative che siano.

Il trailer di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 20 agosto alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Midsommar – il villaggio dei dannati, recensione del film di Ari Aster

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In svedese, Midsommar significa Mezza Estate, il periodo dell’anno in cui la natura celebra la sua lussureggiante vita, in cui le giornate sono lunghe e luminose e in cui è ambientato il film che proprio da questo giorno prende il nome: Midsommar – il villaggio dei dannati, opera seconda di Ari Aster (Hereditary).

A dispetto dell’immaginario evocato (estate, luce, fiori e colori), già il sottotitolo del film, creato a esclusivo beneficio del pubblico italiano, indica che qualcosa, in questa festosa e lussureggiante estate svedese, non quadra. E la storia, a dire il vero, comincia negli Stati Uniti, con Dani, attanagliata da attacchi di panico, durante una sequenza notturna claustrofobica, da manuale. Siamo di fronte alla nostra protagonista, una ragazza che deve fare i conti con una terribile perdita familiare e che si aggrappa con tutta se stessa a Chris, il fidanzato che non la ama più e che, a sua volta, non riesce a staccarsi da lei proprio perché la ragazza sta vivendo questo grande dolore ed è sola al mondo. Per cercare di tirarla su di morale, il ragazzo decide quindi di portarla in vacanza con lui e i suoi amici in Svezia, nel villaggio immaginario di Hårga, dove in occasione della Mezza Estate si celebrano rituali antichi di rigenerazione e purificazione, all’interno di una comunità rurale ancorata alle tradizioni del posto.

Come in Hereditary, la donna deve gestire un forte senso di inadeguatezza e deve elaborare un lutto in un contesto estraneo che la mette a disagio, mantenendola sotto stress. Tuttavia, se nel suo esordio, Aster adotta una struttura narrativa con climax ascendente, secondo cui la rivelazione finale mette tutti i pezzi del puzzle al suo posto e sfrutta al meglio i canoni del cinema horror, sia da un punto di vista formale che contenutistico, in Midsommar – il villaggio dei dannati il regista mescola le carte, disperde il concetto di maligno e mette lo spettatore di fronte a un racconto che dalla metà del film in poi diventa un lungo rettilineo che ci costringiamo a percorrere, sapendo che alla fine qualcosa di orribile accadrà, ma continuando a mettere un piede davanti all’altro perché cullati dai colori sgargianti, dai suoni ovattati, dalla luce accecante che non va mai del tutto via, come accade ogni estate nel Nord del Mondo.

Ari Aster sembra adottare per il suo film la forma del dolore, nel senso che abbandona le strutture narrative tradizionali e realizza un racconto che resta fermo, nell’immobilità della luce accecante, nella perfezione delle simmetrie sulle quali indugia, sulla ricerca linguistica di una simbologia scritta che racconta di credenze, riti e incantesimi che non vengono mai spiegati, ma costantemente suggeriti, ad aumentare la sensazione di inquietudine.

Come la protagonista, anche lo spettatore, da un certo punto in poi, smette di combattere contro ciò che non comprende ed abbraccia la danza, il rito, la fine della realtà per come la conosce, lascia andare persino il suo dolore, riversandolo in un ritrovato senso di appartenenza al quale sembra aggrapparsi soltanto perché le offre la possibilità di lasciarsi alle spalle quel nero pozzo di disperazione nel quale stava affondando.

Visivamente, Midsommar – il villaggio del dannati raggiunge i suoi lussureggianti picchi di bellezza nel finale, quando le coreografie dei riti pagani, le danze, le decorazioni, conferiscono alle immagini una bellezza statica che ricorda Peter Greenaway, nelle suggestioni, ribadendo però la sua forte identità di prodotto unico.

Con Midsommar – il villaggio dei dannati, Ari Aster riesce a raccontare uno stato d’animo attraverso impressioni, e anche per questo la comunicazione in senso stretto diventa secondaria, lasciando spazio alla vitalità espressiva dell’immagine.

Il trailer di Midsommar – il villaggio del dannati

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