Il film dei Marvel StudiosMidnight Sons
– ancora non ufficialmente confermato – potrebbe aver subito una
battuta d’arresto con l’abbandono di una mano affidabile per la
sceneggiatura del previsto team-up soprannaturale. L’estate scorsa
abbiamo saputo che Michael Green
era stato arruolato per scrivere il progetto, ma secondo lo
scooper MTTSH, il suo “lavoro non è andato
a buon fine” e ora si è separato dal progetto. La Marvel starebbe dunque cercando un
sostituto.
Green ha scritto la sceneggiatura
originale dell’atteso reboot di Blade e ha
lavorato anche a film come Blue Eye Samurai di Netflix, la trilogia di Hercule Poirot di Kenneth Branagh, Blade
Runner 2049 e Logan
– The Wolverine. È importante ribadire che un film dei
Midnight Sons non è ancora stato annunciato
ufficialmente, anche se una reunion dei personaggi soprannaturali
della Marvel sembra prima o poi
inevitabile.
Nel corso degli anni, diversi
personaggi hanno fatto parte o sono stati associati alla squadra
nei fumetti, ma secondo un’altra recente indiscrezione di The Cosmic Circus, la formazione
del MCU includerà molto probabilmente:
Wong, Moon
Knight, Ghost Rider,
Blade, Werewolf by Night e
Man-Thing. “Altri nomi che ho sentito, dal più
al meno probabile, includono Black Knight, Scarlet Scarab, Elsa
Bloodstone, Dr. Strange e persino Agatha Harkness. Ma se dovessi
indovinare quanti membri mi aspetto per questa squadra, direi tra i
6 e i 9”.
Chi sono i Midnight
Sons?
I Midnight Sons
sono una squadra fittizia di supereroi soprannaturali apparsi nei
fumetti americani pubblicati dalla Marvel Comics.
Comprendente i Ghost Riders Danny Ketch e Johnny Blaze, Blade e
Morbius, la squadra originale si è formata per la prima volta
come parte dell’arco narrativo Rise of the Midnight Sons,
culminando nella prima apparizione completa della squadra in
Ghost Rider (vol. 6).
In seguito al successo dei
crossover, la Marvel ha marchiato
tutte le storie che coinvolgevano il gruppo con un’impronta
familiare e un trattamento di copertina distinti, che sono durati
dal dicembre 1993 all’agosto 1994. La squadra è stata ripresa più
volte con personaggi diversi, ma i membri più frequenti sono
Morbius, Blade e almeno un Ghost Rider.
È da un po’ che si sente dire che i
Marvel Studios potrebbero progettare un film
sui Midnight Sons, e ora potremmo avere un’idea
più precisa dei personaggi che comporranno la squadra quando il
progetto inizierà finalmente a prendere forma. Anche se un film su
Midnight Sons non è ancora stato annunciato
ufficialmente, i Marvel Studios potrebbero infatti
facilmente riunire il loro roster di personaggi
soprannaturali/magici per un evento di squadra, ora che ce ne sono
così tanti in circolazione.
Nel corso degli anni, diversi
personaggi hanno fatto parte o sono stati associati alla squadra
nei fumetti, ma secondo Alex Perez di The Cosmic Circus,
la formazione del MCU includerà molto probabilmente:
Wong, Moon
Knight, Ghost Rider, Blade, Werewolf by Night e
Man-Thing. “Altri nomi che ho sentito, dal più
al meno probabile, sono Black Knight, Scarlet Scarab, Elsa
Bloodstone, Dr. Strange e persino Agatha Harkness. Ma se dovessi
indovinare quanti membri mi aspetto per questa squadra, direi tra i
6 e i 9 membri“, ha aggiunto Perez.
Moon Knight sembra ad oggi il più
probabile, dato anche che in
una recente intervista la star di Moon
KnightOscar Isaac si era detto interessato a
riprendere il suo ruolo per un progetto sui Midnight
Sons. “Ho pensato che ci fosse un’opportunità
interessante con Midnight Suns. Ci sono personaggi così
interessanti e ora che abbiamo gettato le basi per capire chi sono
Marc, Steven e Jake, potrebbe essere un’opportunità interessante
vederlo come parte di una squadra e quale sarebbe la dinamica.
Quindi penso che sarebbe eccitante, credo che per me, spero proprio
che ci sia spazio per esplorare questa possibilità“.
Il Moon Knight interpretato da Oscar Isaac nel MCU
Chi sono i Midnight Sons?
I Midnight Sons
sono una squadra fittizia di supereroi soprannaturali apparsi nei
fumetti americani pubblicati dalla Marvel Comics.
Comprendente i Ghost Riders Danny Ketch e Johnny Blaze, Blade e
Morbius, la squadra originale si è formata per la prima volta
come parte dell’arco narrativo Rise of the Midnight Sons,
culminando nella prima apparizione completa della squadra in
Ghost Rider (vol. 6).
In seguito al successo dei
crossover, la Marvel ha marchiato
tutte le storie che coinvolgevano il gruppo con un’impronta
familiare e un trattamento di copertina distinti, che sono durati
dal dicembre 1993 all’agosto 1994. La squadra è stata ripresa più
volte con personaggi diversi, ma i membri più frequenti sono
Morbius, Blade e almeno un Ghost Rider.
I Marvel Studios potrebbero aver fatto un grande
passo avanti nello sviluppo del film Midnight
Sons, poiché una nuova voce sostiene che il progetto abbia
arruolato uno sceneggiatore. Non è il primo
aggiornamento sul progetto che riportiamo negli ultimi
giorni!
Secondo Nexus Point News – che in
precedenza aveva rivelato alcuni scoop significativi come DCULeaks
– Michael Green è stato ingaggiato per scrivere la
sceneggiatura del film. Green ha scritto la sceneggiatura originale
per il tanto atteso riavvio di Blade e ha anche
lavorato su progetti del calibro di Blue Eye
Samurai di Netflix, la trilogia di Hercule
Poirot di Kenneth Branagh, Blade
Runner 2049 e Logan.
Anche se Green sarebbe quasi
certamente una scelta caldeggiata dal pubblico, è importante tenere
presente che un film su Midnight Sons deve ancora
essere annunciato ufficialmente, anche se diremmo che per i
Marvel Studios sarà inevitabile
assemblare i loro personaggi soprannaturali ad un certo punto.
Diversi personaggi hanno fatto parte
o sono stati associati alla squadra nei fumetti nel corso degli
anni, ma secondo un’altra voce recente di The Cosmic Circus, la
formazione del MCU molto probabilmente includerà:
Wong, Moon
Knight, Ghost Rider, Blade, Werewolf by Night e
Man-Thing.
“Altri nomi che ho sentito, dal
più al meno probabile, includono Black Knight, Scarlet Scarab, Elsa
Bloodstone, Dr. Strange e persino Agatha Harkness. Ma se dovessi
indovinare quanti membri mi aspetterei per questa formazione della
squadra, direi tra 6-9 membri.”
La star di Moon
Knight,
Oscar Isaac, ha mostrato interesse nel riprendere il
suo ruolo(i) per un progetto di Midnight
Sons in una recente intervista. “Ho pensato che
ci fosse un’opportunità interessante con Midnight Sons. Ci sono
personaggi così interessanti lì dentro, e ora che abbiamo impostato
il lavoro di base con l’apprendimento di chi sono Marc, Steven e
Jake, potrebbe essere un’interessante opportunità di vederlo come
parte di una squadra e quale dinamica potrebbe essere avere un po’
di spazio per esplorare questa possibilità.”
Per chi ancora non lo sapesse da
tempo era stato dato il via alla lavorazione
di Midnight Rider, biopic dedicato
alla vita di Gregg Allman, musicista
rock a 360 gradi, nonchè fondatore, insieme al fratello, degli
storici Allman Brothers.
Il film, che affronterà la carriera
musicale del polistrumentista originario di Nashville, avrebbe
dovuto vedere l’attore William
Hurt vestire i panni di Allman.
Usiamo il condizionale, in quanto, in seguito ad un grave incidente
che in corso di ripresa è costato la vita alla
cameraman Sarah Jones, è stato reso noto
che Hurt abbandonerà il progetto,
lasciando, dunque, il ruolo di protagonista nuovamente vacante.
In seguito all’abbandono
di Hurt, secondo una fonte raccolta
da Deadline, sembrerebbe che il futuro della
pellicola sia attualmente in bilico e che la produzione sia
intenzionata a rivedere l’intero cast di Midnight
Rider.
Accanto a William
Hurt sarebbero dovuti apparire nel film
anche Bradley Whitford, Eliza
Dushku, Joel David
Moore e Charles S. Dutton. A
dirigere la pellicola, invece, era stato
chiamato Randal Miller.
Il Grand Jury della Georgia ha accusato i cineasti diMidnight Rider,
Randall Miller,
Jody Savin
e
Jay Sedrish,
di essersi avventurati sui binari e i tralicci della ferrovia senza
autorizzazione, quel 20 febbraio che portò la morte della
ventisettenne assistente alla macchina
Sarah Jones.
Compito del Grand Jury è esaminare le prove presentate
dall’accusa e, se le
ritiene sufficienti, accusare formalmente l’imputato di aver
commesso il reato, stabilendo di fatto se le prove raccolte
siano sufficienti per iniziare un processo.
I tre sono stati incriminati con
l’accusa di omicidio colposo e violazione di domicilio. Si
sarebbero infatti spinti sui binari illegalmente e senza autorità,
dopo aver ricevuto una nota dal proprietario in cui veniva negata
l’autorizzazione all’accesso. I produttori del film hanno affermato
di aver ricevuto l’e-mail dalla ferrovia, che dichiarava implicito
consenso, ma nessuno di questi messaggi è stato reso pubblico.
L’accusa di omicidio colposo deriva
invece dalla trasgressione e dal fatto che questa violazione
avrebbe causato il decesso di Sarah Jones, morta
sui binari il primo giorno di riprese di Midnight
Rider. il regista, Randall
Miller, stava girando una sequenza onirica su un
ponte sui tralicci con l’utilizzo di un letto sopra i binari. La
troupe è però stata colta di sorpresa dal fischio di un treno in
arrivo e la Jones, il secondo assistente alla cinepresa, è stata
colpita da un detrito che l’ha fatta cadere a terra sui binari,
prima di essere uccisa dal treno che non ha potuto fermare la sua
corsa.
Gli imputati non sarebbero
riusciti a ottenere il permesso di utilizzare il ponte della
ferrovia dove è avvenuto l’incidente mortale, e avrebbero nascosto
questo fatto e il pericolo dei loro piani di ripresa al resto della
troupe, portandoli a pensare di lavorare sui binari con il permesso
della ferrovia.
Dopo questa sentenza il processo
potrà dunque avere luogo. L’accusa di omicidio colposo comporta un
potenziale di 10 anni di carcere in base al diritto in Georgia. Lo
sconfinamento abusivo comporta invece una potenziale condanna a un
anno.
L’ultima fatica di Mike
Flanagan è finalmente approdata su Netflix dal 24 Settembre: Midnight
Mass si propone la sfida di replicare il successo
strepitoso ormai connaturato alle opere seriali di Flanagan
(The
Haunting of Hill House e Bly Manor), che dimostrano di riuscire a
coniugare l’impatto da cinema mainstream con una visione autoriale.
La nuova serie riprende sicuramente alcune propensioni narrative e
visive delle precedenti, pur stanziandosi prettamente su
un’assimilazione personale ed emotiva degli stilemi orrorifici
prediletti dal regista.
Midnight Mass: il progetto imponente di Mike Flanagan
Protagonista di Midnight
Mass è Riley Flynn (Zack
Gilford) che, dopo aver provocato da ubriaco la morte di
una giovane ragazza in un incidente stradale, ha scontato quattro
anni di carcere e, successivamente, è tornato a vivere assieme alla
sua famiglia nella desolata Crockett Island. La vita di questa
comunità isolata e intransigente subirà uno scossone all’arrivo del
nuovo prete, Padre Paul (Hamish
Linklater) che sembrerà portatore di miracoli e misteriosi
eventi sovrannaturali e il quale si rivolge ai membri della piccola
comunità come se li conoscesse da sempre: tra loro incontriamo non
solo la famiglia di Riley – composta da Annie
(Kristin Lehman), Ed
(Henry Thomas) e Warren
(Igby Rigney)-, ma anche la dottoressa
Sarah Gunning (Annabeth Gish) e
sua madre (Alex Essoe), affetta da demenza senile;
la figlia del sindaco, Leeza (Annarah
Cymone) rimasta paralizzata in un incidente; il nuovo
sceriffo (Rahul Kohli), di religione musulmana, e
suo figlio Ali (Rahul Abburi);
Erin Greene (Kate
Siegel), una donna incinta tornata a vivere nella casa
di sua madre dopo il matrimonio con un marito violento; l’alcolista
Joe Collie (Robert Longstreet) e
la devota Bev Keane (Samantha
Sloyan), fedele spalla del reverendo.
Flanagan ha dichiarato che
Midnight Mass era in cantiere da ben 10 anni e,
scovando attentamente nella sua filmografia, possiamo individuare
plausibili indizi: ne Il gioco di Gerlad, infatti,
vediamo inquadrato un libro fittizio intitolato proprio
Midnight Mass, che sarebbe scritto da
Maddie Young, sorda protagonista di Hush –
Il terrore del silenzio. Flanagan inoltre dirige
personalmente ognuno dei 7 episodi da cui è composta la serie, a
differenza di Hill House, e il salto registico qualitativo è
notevole.
Midnight Mass
esplora innumerevoli nuclei tematici, iponimi di un macro tema
piuttosto elaborato: fervore religioso e tormenti, devozione e
senso di colpa, misteri e miracoli sono dicotomie connaturate alla
vita dei cittadini di Crockett, emblema della comunità fiabesca
degenerata, lasciata appassire da una sinfonia decadente, come se
un metaforico Pifferaio magico avesse toccato con mano ogni
abitazione del territorio, derubandolo di ogni fonte di gioia e
speranza.
L’approccio che Flanagan aveva già
precedentemente adottato per incorniciare la suddivisione narrativa
in capitoli di Doctor
Sleep, ritorna in Midnight Mass, a
testimonianza di come il regista ambisca ad innovare il prodotto
seriale, concependo ciascun episodio come atto, capitolo, di un
libro da sfogliare. Scelta, questa, piuttosto interessante se
visualizzata tenendo in considerazione gli intenti registici di
Flanagan, ma che, tuttavia, va a discapito del ritmo narrativo
serrato che aveva caratterizzato Hill House. Indubbiamente si
tratta di una decisione stilistica e congeniale all’economia
narrativa, eppure difficilmente i primi episodi indurranno il
pubblico al binge watching.
Midnight Mass
rivela tutte le carte della concezione di cinema-seriale
elaborata da Flanagan: un’epopea discendente e intrinsecamente
umana, declinata attraverso un uso sapiente della macchina da presa
e del montaggio, che vada ad appigliarsi alla sensorialità
umbratile dello spettatore. La superstizione, tema cardine della
narrazione, si nutre di pregiudizi, timori irrazionali e credenze
irreprensibili che fanno parte della vita quotidiana e che non
faticheranno ad arrivare al cuore dello spettatore, benché le
tempistiche con cui queste riflessioni vengono lasciate fluire non
ricalchino il consueto, e ottimale, utilizzo del minutaggio da
parte di Flanagan.
Vera rivelazione di
Midnight Mass è l’interpretazione di Linklater,
magnetico e carismatico nella rappresentazione di un personaggio
cardine della comunità, che convoglia il fervore religioso con un
inquietante colpevolezza di fondo di difficile decodifica. Egli
riesce a incarnare effettivamente lo spirito dell’opera di
Flanagan, che si fonda su nuclei di pensiero, momenti, basati
sull’immersione in una realtà assoluta e filtrata dalla coscienza
individuale del soggetto, piuttosto che sulla fattualità della
vicenda.
L’accezione di horror con cui si
presenta Midnight Mass è sicuramente meno
spettacolarizzata rispetto a quella di
Hill House e
Bly Manor, ma certamente altrettanto disturbante: il racconto
di Flanagan indaga le tensioni sopite dietro al volto di ciascun
fedele della comunità, il concetto di misericordia cristiana visto
sotto una lente conturbante e dicotomie opprimenti che vengono
caratterizzate già a partire dalla messa in scena e dalla
encomiabile fotografia.
E’ doveroso citare l’influenza
dell’ormai riconoscibile sodalizio implicito tra Flanagan
e un maestro dell’horror quale Stephen King. L’influenza tematica e
stilistica di quest’ultimo è infatti evidente nell’immaginario di
Flanagan, che riesce a inserire riflessioni sul perdono, famiglia e
libero arbitrio all’interno della serie, marcati dal comune
denominatore del racconto horror. E’ proprio l’impiego delle
geometrie e della cornice caratteristica del racconto orrorifico a
marcare nel cinema mainstream: l’utilizzo dell’horror
come veicolo è ormai purtroppo quasi esclusivamente una qualifica
del cinema indipendente, e Flanagan risulta uno dei pochi registi
in grado di fondere la bellezza visiva dell’horror con una
visione autoriale personale.
Detective
Knight, Survive the Night,
Reprisal,I predoni e
Trauma Center – Caccia al
testimone, questi sono solo alcuni dei film a cui ha preso
parte l’attore Bruce Willis
negli ultimi anni. Si tratta per lo più di thirller d’azione a
basso costo, nei quali Willis ha in realtà spesso e volentieri dei
ruoli marginali, ma che i suoi fan apprezzano per il genuino gusto
per l’intrattenimento che essi offrono. Tra questi suoi ultimi
titoli prima del ritiro forzato, si annovera
anche Midnight in the Switchgrass,
film del 2021 anche noto con il sottotitolo Caccia al
serial killer, diretto da Randall
Emmett e basato sulla vera storia di uno dei più
crudeli assassini degli Stati Uniti.
Willis, che ha negli ultimi anni
ridotto drasticamente i suoi impegni cinematografici, limitandosi a
brevi apparizioni che comportano dunque il minimo impegno
possibile, si è trovato con Midnight in the Switchgrass a
prendere ad un film più impegnativo rispetto agli altri in cui ha
recitato in questi ultimi anni. Si tratta inoltre del suo ultimo
film uscito al cinema, in quanto quelli venuti dopo sono tutti
stati distribuiti direttamente in home-video. Tra thriller,
detective story ed elementi orrorifici, questo suo nuovo
prodotto è dunque un titolo che i suoi fan non possono
perdersi.
Ora che l’attore ha annunciato il suo ritiro,
recuperare anche questi suoi ultimi film può essere un dovuto
omaggio alla sua carriera. Prima di intraprendere una visione di
Midnight in the Switchgrass, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla vera storia a
cui siispira. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Midnight in the Switchgrass
La tranquilla cittadina di
Pensacola, in Florida, viene improvvisamente sconvolta da una serie
di brutali omicidi. Le forze dell’ordine danno allora il via ad una
frenetica operazione di ricerca, con l’obiettivo di svelare chi si
nasconde dietro quei raccapriccianti delitti. Ad interessarsi del
caso è anche l’agente Byron Crawford, convinto che
si tratti dell’opera di un serial killer che sta ricercando da
anni. Nel frattempo, però, l’agente dell’FBIKarl Helter e la sua partner sotto copertura
Rebecca Lombardi sono impegnati su un caso di
traffico sessuale. Ben presto, si renderanno conto di star
inseguendo la medesima persona e uniranno le forze per cercare di
trovarla e arrestarla.
Come anticipato,
Bruce Willis è presente nel ruolo dell’agente Karl
Helter, mentre la sua partner Rebecca Lombardi è interpretata da
Megan Fox, attrice divenuta celebre grazie
alla saga di Transformers. Emile Hirsch, noto in particolare per il
film Into the Wild – Nelle terre selvagge, interpreta
invece l’aggente Byron Crawford. Fanno poi parte del cast gli
attori Lukas Haas nel ruolo di Peter,
Colson Baker in quelli di Calvin e
Michael Beach nei panni della detective
Yarbrough. Completano il cast Caitlin
Carmichael nei panni di Tracey Lee e Welker
White come Georgia Kellogg. Sistine
Stallone, figlia di Sylvester
Stallonee qui al suo secondo film, è invece
Heather.
Midnight in the Switchgrass è ispirato ad una storia
vera?
Il film – pur spostando in Florida
la vicenda – è basato sulla storia vera del più pericoloso serial
killer del Texas, Robert Benjamin Rhoades, noto anche
come The Truck Stop
Killer (L’assassino dell’autogrill). Serial killer
e stupratore americano, è stato confermato che Rhoades ha torturato
e ucciso almeno due coppie in Illinois e in Texas nel 1989 e nel
1990, ed è inoltre sospettato di aver torturato, stuprato e ucciso
più di cinquanta donne tra il 1975 e il 1990, sulla base dei dati
relativi ai percorsi dei suoi camion e alle donne scomparse in
quegli anni che corrispondevano al profilo delle sue vittime
preferite.
La prima parte della vita di Rhoades
è stata relativamente normale, a parte problemi sociali durante gli
anni scolastici. Partecipava però attivamente alle attività
extrascolastiche delle scuole che frequentava e si impegnava in
vari sport e altri programmi, tra cui calcio, wrestling, coro e
club di francese. Durante questo periodo, le attività criminali di
Rhoades si limitavano ad un arresto nel 1961 all’età di 16 anni per
manomissione di un veicolo e ad un arresto per rissa in pubblico
nel 1962 all’età di 17 anni. Dopo essersi diplomato alla Thomas
Jefferson High School di Council Bluffs nel 1964, si è arruolato
nel Corpo dei Marines, ma venne poi congedato con disonore per il
suo coinvolgimento in una rapina.
Le sue attività da serial killer
vengono poi alla luce a partire dal 1990, quando l’agente Tim
Miller, insospettito dal camion di Rhoades, va a perquisirlo e vi
ritrova una donna nuda e ammanettata. Miller procedette subito con
l’arresto del proprietario e dopo ulteriori indagini si stabilì un
collegamento con alcuni casi precedenti di omicidi. Tra le vittime
identificate di Rhoades vi sono la ventiquattrenne Patricia
Candace Walsh e il marito ventiseienne Douglas Scott
Zyskowski, la quattordicenne Regina Kay Walters e il
fidanzato diciottenne Ricky Lee Jones. La diciottenne
Shana Holts aveva invece avvisato le autorità di essere
stata adescata da Rhoades ma ha poi rifiutato di sporgere denuncia,
ritenendo che non sarebbe stata creduta nonostante le numerose
prove.
Nel 1994, Rhoades è stato condannato
per l’omicidio di primo grado di Regina Kay Walters e all’ergastolo
senza condizionale presso il Menard Correctional Center di Chester,
Illinois. In seguito Rhoades è stato estradato in Texas per
l’omicidio di Walters e Jones, dove Rhoades, in cambio
dell’annullamento della pena di morte, si è dichiarato colpevole
della loro morte e ha ricevuto una seconda condanna all’ergastolo.
Rhoades, oggi 78enne, continua ancora adesso a scontare la sua
condanna all’ergastolo senza condizionale presso il Menard
Correctional Center di massima sicurezza di Chester, Illinois.
Il trailer di Midnight in the
Switchgrass e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Midnight in the Switchgrass grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Now e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 22
febbraio alle ore 23:30 sul canale
Rai 4.
Midnight in
Paris è il film del 2011 scritto e diretto da
Woody Allen e con protagonisti nel cast
Owen Wilson,
Rachel MacAdams,
Adrien Brody, Tom Hiddleston, Michael Shwwn,
Marion Cotillarde Lea
Seydou Una commedia brillante e surreale sullo sfondo
della città dell‘amour, una Parigi travolgente,
esteticamente mozzafiato, con le sue luci, le sue strade, i suoi
inimitabili luoghi.
Midnight in Paris,
in uscita nelle sale il prossimo 2 Dicembre, è l’omaggio del grande
regista Woody Allen alla sua amata Parigi, un amore
indimenticabile sbocciato durante le riprese di Ciao Pussycat, suo
debutto come sceneggiatore e attore cinematografico. Un amore
sconfinato per un luogo da amare e da sognare, un amore degenerato
inevitabilmente in rimpianto. Perché, come ha detto lo stesso
Allen, «se non vivessi a New York, Parigi sarebbe la mia città di
adozione» e perché Parigi non si può non amare. Allo stesso modo,
Gil, protagonista di questa stupefacente pellicola, si ritrova
improvvisamente a Parigi con la sua fidanzata Inez, al seguito dei
genitori di lei.
Vagando per la città sogna
ad occhi aperti, vuole essere libero, coltivare la sua passione per
la scrittura nonostante l’insistenza della fidanzata a proseguire
nel suo talentoso e molto più remunerativo lavoro da sceneggiatore.
Pressato, vorrebbe rifuggire la realtà, dedicarsi al suo libro,
scrivere sulle orme dei suoi grandi idoli americani degli anni
Venti.
Finché, una notte, alla scoccare
della mezzanotte, Gil viene invitato da alcuni sconosciuti a salire
su di una macchina. Ed è qui che inizia il viaggio di Gil
nella Parigi del passato. Tra un locale ed un altro conosce la
coppia Fitzgerald, gli artisti Salvador
Dalì e Pablo Picasso, il suo adorato
Hemingway. Ma soprattutto conosce Adriana, bella e
sensuale, della quale si innamora perdutamente. Eppure Gil capisce
che l’amore non può vivere in un non presente.
Dopo un viaggio nella
Belle Epoqué parigina, tanto sognata da Adriana, Gil sceglie di
tornare nel presente e di restarci, lasciando la sua amata a vivere
nel passato del passato assieme a famosi pittori. In fondo, come
osserva lui stesso, in qualsiasi passato si scelga di vivere ci
sarà sempre un rimpianto per un passato ritenuto migliore.
Stanziarsi nel presente significa, invece, annullare
l’insoddisfazione per la vita e seguire i propri istinti e le
proprie passioni.
Gil sceglierà quindi di alimentare
la sua libertà, di ancorarsi infine ad una Parigi intrisa di magia,
posto speciale dove poter camminare anche sotto la pioggia
assaporando ogni magnifico squarcio di questa stupenda città.
Midnight in Paris
(qui la recensione) è tra i film
più apprezzati tra gli ultimi realizzati dal regista Woody
Allen. Dopo essere stato a Londra e a Barcellona, l’autore
newyorkese si dirige a Parigi per dar vita ad una commedia
sentimentale in quella che è tutt’ora considerata la capitale
dell’amore. Come sempre, Allen confeziona una sceneggiatura
brillante, ricca di umorismo e riflessioni sull’esistenza. In poco
più di novanta minuti riesce così a dar vita ad una storia leggera,
spensierata, che non ha mancato di attrarre il pubblico e la
critica internazionale.
Ideato e scritto a partire dalla
passione di Allen per la Parigi degli anni Venti, dove si
concentrava una fervida attività culturale comprendente alcuni tra
i maggiori artisti dell’epoca, il film venne poi presentato in
anteprima al Festival
di Cannes, nella sezione Fuori Concorso. Qui ottenne recensioni
entusiastiche, che elogiavano la scrittura, le interpretazioni e
l’atmosfera generale del film. Uscito poi in sala, il film si
rivelò essere il maggior incasso nella filmografia del regista. Con
un budget di soli 17 milioni di dollari, Midnight in
Paris arrivò a guadagnarne complessivamente 154 a livello
mondiale.
Numerosi furono poi i riconoscimenti
tributati ad Allen, agli attori principali e al film in sé. Il
titolo divenne infatti uno dei grandi protagonisti della stagione
dei premi, guadagnando nomination ai Critic’s Choice Award, al
premio Goya, agli Indipendent Spirit Award, ai Satellite
Award, ai Bafta Awards e ai Golden Globe. A quest’ultimo si
aggiudicò il premio per la migliore sceneggiatura originale. Nella
stessa categoria vincerà anche al premio Oscar, dove era candidato
anche come miglior film, miglior regia e migliore scenografia. Con
la statuetta vinta, Allen ha così raggiunto il record di ben tre
premi alla sceneggiatura.
La trama di Midnight
in Paris
La vicenda si svolge a Parigi, dove
lo sceneggiatore statunitense Gil Pender si trova
in vacanza con la sua fidanzata e promessa sposa
Inez. Con loro, vi sono inaspettatamente anche i
genitori di lei, i quali non nascondono un certo astio verso il
fidanzato della figlia. A Gil però importa soltanto di poter
visitare e lasciarsi conquistare dalla magica capitale francese.
Egli non nasconde infatti il desiderio di trasferirsi a vivere lì,
stanco della vita e del mondo di Hollywood, e di dar finalmente
luce al romanzo che progetta da tempo. Le sue aspirazioni trovano
però l’opposizione della stessa Inez, la quale sminuisce l’opera
letteraria considerando la carriera da sceneggiatore ben più
remunerativa.
Per Gil, però, Parigi ha in serbo
ancora numerose sorprese. Rimasto a passeggiare da solo fino a
notte tarda, allo scoccare della mezzanotte questi si ritrova ad
accettare un passaggio su un’affascinante auto d’epoca. Come per
incanto, da qui si ritrova trasportato nella mitica Parigi degli
anni Venti, dove ha modo di incontrare personalità come
Francis Scott Fitzgerald, Ernest
Hemingway, Gertrude Stein,
Salvador Dalì, Pablo Picasso e
Luis Buñuel. A colpirlo in special modo, però,
sarà l’affascinante Adriana. Desideroso di
rivederla, Gil ogni notte a mezzanotte si farà trovare nel punto in
cui quella magia ha avuto inizio, pronto a vivere nuovamente quel
periodo per lui straordinario e grazie al quale potrà capire cosa
desidera davvero per sé.
Il cast del film
Per il film, Allen aveva pensato al
protagonista Gil come ad un intellettuale della costa East degli
Stati Uniti, con tutte le influenze culturali che ciò portava con
sé. Gli attori pensati originariamente per la parte, però, si
rivelarono occupati in altri progetti. A quel punto, Allen decise
di offrire il ruolo ad Owen
Wilson. Il suo ingresso portò a riscrivere il
personaggio come appartenente alla cultura californiana, e in
particolare all’ambiente di Hollywood. Wilson raccontò di aver
incontrato Allen soltanto al momento delle riprese a Parigi, e di
aver quindi dovuto lavorare da sé sul carattere del personaggio.
Per sua fortuna, la descrizione fatta dal regista in sceneggiatura
era talmente precisa che non gli fu necessario inventarsi molto di
più.
Nel film sono poi presenti una
grande quantità di interpreti particolarmente famosi nei ruoli
delle personalità che il protagonista incontra. Si ha infatti
Kathy
Bates nei panni di Gertrude Stein, Adrien
Brodyin quelli di Salvador Dali, e
Alison Pil nel ruolo di Zelda
Williams. Celebre è poi la presenza di Corey Stoll
nel ruolo di Ernest Hemingway. L’attore raccontò di essersi sentito
molto a disagio nell’interpretare il celebre scrittore, non
sentendosi la scelta giusta. Fu però smentito dalle lodi ricevute
da Allen stesso, il quale è noto per non complimentarsi mai con i
suoi attori. Tom
Hiddleston è invece il volto di Francis Scott
Fitzgerald. All’attore, il regista non disse nulla riguardo al
film, ma soltanto quale personaggio avrebbe interpretato.
Infine, la premio Oscar Marion
Cotillard dà vita all’affascinante Adriana. L’attrice
raccontò di essere rimasta sbalordita nel ricevere la chiamata di
Allen, e di aver accettato subito di partecipare al progetto senza
neanche sapere di cosa parlasse. Per i personaggi appartenenti al
presente, invece, si ritrovano le attrici Rachel
McAdams nei panni di Inez, Carl Bruni
in quelli di una guida di un museo, e Léa Seydoux
in quelli della bella Gabrielle. La McAdams fu entusiasta di
partecipare, e decise anche di prendere lezioni di francese per
potersi calare ulteriormente nel contesto. La Bruni, invece,
all’epoca delle riprese era la first lady francese, in quanto
moglie dell’allora presidente Sarkozy.
Midnight in Paris:
il significato del film
Midnight in Paris
è, oltre ad una brillante commedia, un film incentrato in modo
inequivocabile sulla nostalgia. Tale tema viene trattato
nel corso dell’intera narrazione, sino a trovare massima
espressione con il “viaggio nel tempo” del protagonista.
Dimostratosi sin da subito appassionato di un’epoca che non esiste
più, né per i suoi modi né per la sua cultura, Gil appare essere un
personaggio perfettamente fuori dal suo tempo. Questa tensione
verso un passato mai vissuto ma ugualmente desiderato, gli
impedisce però di vivere appieno il presente, e di comprendere le
varie fratture che sempre più si manifestano nella sua vita.
Questo viene reso esplicito grazie a
due precisi eventi. Il primo è la scoperta del tradimento di Inez.
Occupato ad ammirare il passato, Gil non si accorge di quanto
accade nel presente. Vivendo, qui letteralmente, in due epoche
diverse, finisce con il non essere realmente presente né in una né
nell’altra. Il secondo momento è invece la scoperta che come lui
anche Adriana guarda con desiderio al passato, provando un
sentimento di insoddisfazione per quegli anni Venti che invece lui
ammira. Mentre dunque lei sceglie di inseguire il passato, lui
comprende l’importanza del presente, unica epoca in cui è dato
esistere.
Così, accettando infine di vivere il
presente, Gil si accorge finalmente di quanto questo possa essere
altrettanto ricco di fascino e occasioni. Terminata l’asfissiante
relazione con Inez, ha modo di perseguire i suoi sogni,
rincontrando sul suo percorso la bella Gabrielle già
precedentemente incontrata. Sarà proprio lei a suggellare
l’importanza di non rimanere incastrati in nulla che non sia il
presente. Tra alti e bassi, ciò che conta si troverà sempre lì. In
un momento storico in cui si guarda con fin troppa facilità al
passato come ad un periodo brillante e migliore, Allen ricorda
dunque che è proprio questa distrazione a fare del presente un
luogo meno sicuro. Concentrarsi su di esso potrebbe risolvere tanti
problemi dell’umanità, e dell’animo.
Il trailer di Midnight in
Paris e dove vederlo in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Midnight in
Paris è infatti presente su Rakuten TV, Apple
TV+, Infinity, Now e Prime Video. In base alla piattaforma
scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere
un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi
possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della
qualità video. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione
sabato 6 luglio alle ore
21:15 sul canale
TwentySeven.
E’ stato pubblicato il trailer ufficiale di Midnight in Paris,
il nuovo film di Woody Allen girato a Parigi con Owen Wilson,
Marion Cotillard, Kathy Bates, Rachel McAdams e Carla Bruni!
E’ stato Midnight in Paris di Woody
Allen, il film d’apertura dell’edizione 2011 del Festival
di Cannes. Come al solito c’erano tante attese attorno alla
pellicola che dava il via alla kermesse.
Ecco l’unboxing di
Middle-Earth Limited Collector’s Edition, il
sontuoso cofanetto che racchiude la trilogia de Il
Signore degli Anelli e de Lo
Hobbit in una sola specialissima edizione
limitata.
Come potete vedere di seguito,
l’operazione di apertura del magnifico cofanetto è fatta da
Dominic Monaghan, che ne Il Signore
degli Anelli interpreta Merry.
Il cofanetto che definiremo da
esposizione più che da collezione contiene 30 Blu-Ray Disk con le
edizioni estese di Un Viaggio Inaspettato, La
Desolazione di Smaug, La Battaglia delle Cinque Armate, La
Compagnia dell’Anello, Le Due Torri e Il
Ritorno del Re.
Oltre alle edizioni estese già viste
negli anni passati, il cofanetto include anche documentari estesi
ed inediti. Ogni film è “confezionato” in un prezioso cofanetto di
pelle e tutti insieme sono posizionati su una mensola di legno.
In aggiunta ai film, la confezione
comprende anche il Libro Rosso di Bilbo, con
immagini e concept dai film, oltre alle riproposizioni delle
illustrazioni di Alan Lee e John
Howe.
Il prezzo è di 800 dollari e sarà in
vendita dal 4 ottobre. Se siete dei fan DOC non potete
perdervelo!
Negli ultimi giorni vi abbiamo
ampiante parlato della Middle-Earth Limited Collector’s
Edition, un cofanetto sontuoso che racchiude la trilogia
de Il Signore degli
Anelli e de Lo Hobbit in una sola
specialissima edizione limitata esposta da Amazon.com.
In seguito al lancio del
preziosissimo cofanetto, molti fan hanno cominciato a chiedersi
quale fosse l’opinione del regista Peter Jackson
in merito. Ebbene, gli stessi resteranno molto delusi
nell’apprendere che Jackson non è stato in alcuni modo coinvolto
nell’operazione.
A rivelarlo è stato il regista della
celebre esalogia a TheOneRing.net. Alcuni anni fa Jackson e
Michael Pelleri, il produttore delle Appendici (i
contenuti speciali delle edizioni estese), avevano proposto alla
Warner Bros. la realizzazione di uno speciale
cofanetto che contenesse tutti e sei i film con l’aggiunta di
documentari retrospettivi e un valanga di contenuti mai visti
prima, ma la major bocciò l’idea.
“La Warner avrebbe dovuto
accedere ai negativi originali, digitalizzare i blooper, le scene
tagliate e le sequenze aggiuntive. Si rifiutarono di farlo, il che
rese il piano mio e di Michael Pellerin per realizzare dei
documentari esaustivi impossibile da produrre. Né io né Michael
siamo stati coinvolti in questa uscita. Forse la Warner deciderà di
sostenere il nostro documentario in occasione del 25esimo
anniversario, ci piacerebbe davvero farlo prima o poi”.
Il cofanetto – più da
esposizione che da collezione – contiene 30 Blu-Ray Disk con
le edizioni estese di Un Viaggio Inaspettato, La
Desolazione di Smaug, La Battaglia delle Cinque Armate, La
Compagnia dell’Anello, Le Due Torri e Il
Ritorno del Re.
Oltre alle edizioni estese già viste
negli anni passati, il cofanetto include anche documentari estesi
ed inediti. Ogni film è “confezionato” in un prezioso cofanetto di
pelle e tutti insieme sono posizionati su una mensola di legno.
In aggiunta ai film, la confezione
comprende anche il Libro Rosso di Bilbo, con
immagini e concept dai film, oltre alle riproposizioni delle
illustrazioni di Alan Lee e John
Howe.
Il prezzo è di 800 dollari e sarà in
vendita dal 4 ottobre.
Quando si dice Medio Oriente spesso la
prima immagine che ci viene in mente è quella di una terra
perennemente afflitta da drammi e conflitti, un’immagine da tg,
insomma. A Firenze, però, in questo periodo Medio Oriente
vuol dire soprattutto creatività, energia, vitalità. Vuol dire
MIDDLE EAST NOW, festival internazionale – giunto
quest’anno alla sua 5^ edizione – dedicato ai Paesi
dell’area mediorientale, fra cinema, musica, arte, fotografia,
cucina e letteratura.
Dal 9 al 14 aprile, infatti,
i cinema Odeon e Stensen, insieme ad altri luoghi della
città, ospiteranno le numerose iniziative ideate
dall’associazione culturaleMap of Creation, per una
full immersion nella cultura di Paesi che ci suonano familiari
perché sempre più spesso occupano le prime pagine dei giornali, ma
che in fondo non conosciamo affatto, o ne conosciamo solo gli
aspetti più cupi e problematici, ignorando la ricchezza di colori,
sapori, odori e suggestioni che ciascuno di essi offre. Con un programma che conta oltre 50
film (tra lungometraggi, corti e documentari), una selezione di
videoclip musicali, una serie di degustazioni di
specialità locali, mostre fotografiche e incontri
con personalità di spicco della cultura mediorientale, il MIDDLE
EAST NOW si propone, appunto, di farci esplorare luoghi come
l’Iran, l’Iraq, il Libano, Israele, la Palestina, l’Egitto,
l’Afghanistan, la Siria, il Marocco, da un punto di vista diverso,
inedito, privilegiato.
Fra gli eventi di questa edizione
2014, l’anteprima italiana di Omar, film di apertura
della kermesse (9 aprile, ore 21) per la regia di Hany
Abu-Assad, già vincitore del Gran Premio della Giuria a Cannes
e candidato agli Oscar 2014 come Miglior film straniero. Il regista
è l’unico palestinese che sia mai stato nominato agli Academy
Awards ( per ben due volte – prima di Omar, Paradise Now, che nel 2005 lo ha reso famoso
a livello internazionale) e sarà ospite del Festival anche per una
retrospettiva a lui dedicata. Altro appuntamento
imperdibile, il documentario Return to Homs del
siriano Talal Derki, vincitore del World Cinema Grand Jury
Prize all’ultimo Sundance Film Festival. Tra una proiezione
e l’altra, c’è spazio anche per la musica dal vivo, con una serata
speciale all’Auditorium Flogvenerdì 11 aprile: ad
animare il palco, i Mashrou’ Leila, band libanese
indie-rock dalle sonorità mediorientali che in pochissimo tempo
è diventata un vero e proprio ‘cult’, ispirando un movimento
giovanile trasversale che ha inondato i vari paesi teatro delle
primavere arabe. Il ricavato del concerto sarà interamente devoluto
ad Oxfam per un progetto in Siria.
Un Medio Oriente che non ti aspetti,
quello che si accinge a invadere Firenze.
Se ha ragione il regista Hany
Abu-Assad, se è vero che “la vita reale è diventata falsa e l’unico
luogo dove si possono provare emozioni vere è il cinema”, allora
l’appuntamento è all’Odeon mercoledì 9 aprile.
Il Middle East Now fa parte della
Primavera di Cinema Orientale realizzata per Regione
Toscana da Quelli della Compagnia di Fondazione
Sistema Toscana.
Anche Jonah Hill ha
deciso di effettuare il passaggio alla regia, e per la A24 ha realizzato
Mi90s, un film ambientato negli anni Novanta che
racconta la storia di un tredicenne che passa l’estate con dei
nuovi amici, conosciuti in un negozio di skateboard. Per il suo
esordio alla regia, l’attore due volte nominato agli Oscar ha
scelto il formato 4:3.
Ecco il trailer:
Nel cast del film ci sono Sunny
Suljic, Katherine Waterson, Jerrod Carmichael, Alexa Demie, Jax
Malcolm e Lucas Hedges. Il film arriverà nelle sale statunitensi in
un numero limitato di copie a partire dal 19 ottobre.
Le console di gioco dopo il
GameCube non hanno più seguito la tendenza di
avere prodotti integrati con altri universi. Ebbene almeno fino a
questo momento perché Microsft ha appena rivelato la nuova
Xbox Series X a tema Mjölnir in occasione
dell’uscita al cinema imminente di Thor: Love and Thunder. La
consoli a tiratura limitatissima ovviamente potrà essere vinta da
un solo fortunato.
Dall’account Twitter ufficiale di
Xbox si potrà accedere al concorso a premi che è già iniziato e
termina alle 20:00 ore USA del 21 luglio. Per partecipare al
concorso, gli utenti devono seguire l’account Xbox e ritwittare il
tweet sopra con l’hashtag #ThorLoveandThunderXboxSweepstakes. C’è
solo una versione in palio e gli utenti devono seguire l’account
Xbox per almeno sette giorni dopo il periodo di ingresso. Tuttavia,
probabilmente dovrebbenno continuare a seguire per almeno 14 giorni
dopo, poiché è allora che il vincitore verrà annunciato. Gli utenti
devono anche avere il proprio account Twitter impostato su “non
protetto” o “pubblico” e non avere alcun contenuto “offensivo” nel
proprio retweet. C’è solo una Xbox Series X in palio in questo
concorso a premi, ma sembra che alcuni partecipanti
riceveranno un premio del valore di $ 25, almeno secondo le sue
regole ufficiali. Cosa aspetti a partecipare?!
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor
(Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Michel Gondry
(Se mi lasci, ti cancello) ha diffuso attraverso il suo
profilo ufficiale Facebook il trailer del suo nuovo film
Microbe et Gasoil, che arriverà nei
cinema francesi il prossimo 8 luglio. Il film
racconterà la storia di due ragazzi che decidono di costruire una
macchina e di intraprendere un viaggio in auto attraverso la
Francia senza i loro genitori. Potete vederlo di seguito:
Dopo il ritorno del franchise
Jurassic Park sullo schermo
cinematografico, con Jurassic World che
sta sbancando al botteghino, un’altra opera dello scrittore
Michael Crichton arriverà al cinema. Si tratta di
Micro, ultimo romanzo dell’autore,
rimasto incompiuto alla sua morte, avvenuta nel 2008. Micro è stato
completato successivamente da Richard Preston e pubblicato da
HarperCollins nel 2011: è stato uno dei best seller del New York
Times. Ora Dreamworks ha acquisito i diritti per farne un film.
Micro
racconta la storia di un gruppo di studenti, che arrivano alle
Hawaii per lavorare in una misteriosa compagnia di biotecnologie. I
ragazzi si ritroveranno miniaturizzati e scaraventati nella foresta
pluviale.
«Siamo veramente soddisfatti
di poter produrre un film su Micro – ha detto Steven Spielberg – per Michael le
dimensioni non contavano, né se si trattava di enormi dinosauri né
se si parlava degli umani infinitamente piccoli di Micro». Nel 2009
Dreamworks aveva già acquistato i diritti di un’altra opera di
Crichton, pubblicata postuma anch’essa: Pirate
Latitudes, sul quale, però, ancora non ci sono
notizie.
Mickey Rourke è
stato uno degli attori più popolari degli anni ’80, caduto però poi
nel silenzio anche per via della sua turbolenta vita al di fuori
dello schermo. Riportato a nuova vita dal film The
Wrestler, Rourke è riuscito ad affermare nuovamente
la propria figura, fondata sul ruolo dell’antieroe dal carattere
ruvido e solitario. Si è così trovato a vivere una seconda
giovinezza cinematografica, dimostrando ancora di poter essere
quell’interprete drammatico di grande levatura, il quale nasconde
talento dietro ad ogni cicatrice.
Ecco 10 cose che non sai di
Mickey Rourke.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Mickey Rourke: i film in cui ha
recitato
10. Ha avuto una lunga
carriera con celebri lungometraggi. Rourke esordisce al
cinema con un ruolo nel film 1941 – Allarme a Hollywood
(1979), per poi prendere parte a celebri pellicole come I
cancelli del cielo (1980), Brivido caldo (1981),
Rusty il selvaggio (1983), L’anno del dragone
(1985), 9 settimane e ½ (1986) e Angel Heart
(1987), con Robert De
Niro. Negli anni successivi l’attore vive un forte
declino, che lo porterà anche ad abbandonare temporaneamente le
scene. Torna alla ribalta soltanto nel 2008, quando viene scelto
come protagonista del film The Wrestler, dove recita
accanto a Marisa
Tomei e Evan Rachel
Wood. Da quel momento vive una nuova parentesi di
popolarità, che lo porta ad apparire in film come Iron Man 2
(2010), con Robert Downey
Jr., IMercenari (2010), di Sylvester
Stallone, Immortals (2011)
e Sin City – Una donna
per cui uccidere (2014), con Eva
Green.
9. Ha scritto alcune
sceneggiature. Nel corso della sua carriera Rourke non si
è limitato soltanto alla recitazione, collaborando anche alla
scrittura di alcuni soggetti e sceneggiature di film a cui si è
dichiarato particolarmente legato. Tra queste si annoverano il
drammatico Homeboy (1988), incentrato sul pugile Johnny
Walker, F.T.W. – Fuck The World (1994), la cui vicenda
ruota intorno ad un cowboy accusato d’omicidio, e Bullet
(1995), con protagonista un ex detenuto in cerca di riscatto.
Rourke è poi apparso in qualità di protagonista all’interno di
questi film.
8. È stato nominato
all’Oscar. Nel 2008 l’attore ottiene grandi attenzioni
all’interno di Hollywood per il suo ruolo in The Wrestler.
Grazie a questo film non solo rilancia la propria carriera, ma
inizia a ricevere sempre più riconoscimenti durante la stagione dei
premi. Arriva infine ad ottenere la sua prima nomination come
miglior attore ai prestigiosi premi Oscar. Qui viene tuttavia
sconfitto dall’amico Sean
Penn, ma grazie a tale fortunata stagione Rourke
ottiene la possibilità di rientrare a far parte dell’industria,
ottenendo nuovi ruoli di rilievo in importanti film.
Mickey Rourke: chi è sua
moglie
7. Si è sposato due
volte. Nel 1981 l’attore sposa Debra
Feuer, con la quale reciterà insieme nel film
Homeboy. Poco dopo aver girato la pellicola, tuttavia, i
due annunciano il divorzio nel 1989. Successivamente si sposa una
seconda volta con l’attrice Carré Otis, conosciuta
sul set del film softcore Orchidea selvaggia. Dopo una
turbolenta relazione, anche il secondo matrimonio di Rourke finisce
con il divorzio, annunciato nel 1998. Attualmente non è noto se
l’attore si impegnato in una relazione sentimentale o meno.
Mickey Rourke e la carriera da
pugile
6. Ha avuto una promettente
carriera nel pugilato. Prima di entrare nel mondo della
recitazione Rourke si è costruito una certa fama come pugile, con
un’attività dilettantistica che vantava 17 incontri vinti per KO su
20 totali. L’attore abbandona però lo sport, salvo riprenderlo nei
primi anni Novanta. Qui si riconferma ancora come un pugile
particolarmente forte, ma non riesce a raggiungere una caratura
sportiva di livello nazionale. Per tale motivo, dopo poco decide di
abbandonare per sempre la disciplina, affermando che tale periodo
gli è però servito per ritrovare la grinta giusta per recitare.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Mickey Rourke in The Wrestler
5. Si è realmente procurato
delle ferite. Nel mondo del wrestling è pratica diffusa
quella di procurarsi delle piccole ferite con dei rasoi per
aggiungere “colore” all’incontro, spargendo così del sangue sul
ring. Anche Rourke, nel ricoprire il ruolo del lottatore Randy
Robinson, decise di adottare tale stratagemma, ferendosi realmente
la fronte per aggiungere realismo alla scena. I tagli da lui
eseguiti sono sempre stati sotto controllo, ma hanno certamente
sconvolto gli spettatori per via della loro cruda realisticità.
4. Era la prima e unica
scelta per il ruolo. Quando il regista Darren
Aronofsky propose il film ai produttori, questi non erano
d’accordo con la scelta di Rourke per il protagonista, considerando
questi un attore ormai fuori dai radar dell’industria. Al suo posto
suggerirono l’attore Nicolas
Cage. Il regista, tuttavia, si oppose però in modo
ferreo a tale proposta, insistendo e infine riuscendo ad ottenere
che fosse chi diceva lui a ricoprire la parte. La scelta si rivelò
poi ovviamente vincente, e la performance di Rourke ha certamente
contribuito al successo del film.
3. Non era convinto di voler
accettare la parte. Nonostante fosse la prima ed unica
scelta del regista, Rourke si era inizialmente dimostrato restio
all’idea di accettare la parte, non apprezzando particolarmente né
la sceneggiatura né il mondo del wrestling. Pur di convincerlo,
Aronofsky gli permise allora di riscrivere insieme alcuni dialoghi
e scene, così da spingerlo ad accettare la parte. Rourke si dedicò
dunque a perfezionare il personaggio, rendendolo più vicino alle
proprie corde e al proprio vissuto. In seguito a ciò, si convinse
ad accettare la parte.
Mickey Rourke in Iron Man 2
2. Ha partecipato alla
costruzione del personaggio. Per ricoprire il ruolo del
villain Whiplash in Iron Man 2, l’attore ha richiesto di
poter lavorare personalmente sull’aspetto estetico del personaggio.
Diede così il suo parere su alcuni dei tatuaggi previsti per la
parte, così come sulla dentiera dorata e perfino sul pappagallino
che il personaggio porta sempre con sé. Ha poi preteso di poter
recitare metà delle sue battute in russo, sostenendo che questo
avrebbe conferito ulteriore carattere al personaggio e alla sua
interpretazione.
Mickey Rourke: età, altezza e dov’è
oggi
1. Mickey Rourke è nato a
Schenectady, New York, Stati Uniti, il 16 settembre 1952.
L’attore è alto complessivamente 180 centimetri. Dopo aver vissuto
una seconda possibilità all’interno di Hollywood, ad oggi l’attore
sembra essere tornato ad apparire prevalentemente in progetti di
scarso rilievo, mantenendo però una certa prolificità.
Mickey Rourke ha interpretato Ivan
Vanko/Whiplash in
Iron Man 2, ma a quanto pare i rapporti con i Marvel Studios non sarebbero stati
particolarmente idilliaci, dal momento che l’attore ha più volte
accusato lo studio di aver eliminato dal film gran parte delle sue
scene.
Prima dell’inizio delle riprese, si
vociferava che Rouke avesse trascorso del tempo in una vera
prigione per meglio prepararsi al ruolo. Tuttavia, Whiplash non è
stato molto apprezzato dai fan, ma ad oggi è impossibile dire se le
scene che sono state tagliate dal film avrebbe potuto restituire un
ritratto diverso del personaggio e, di conseguenza, far apparire la
performance di Rourke sotto un’altra luce.
Indipendentemente da ciò, negli anni
l’attore candidato agli Oscar per The Wrestler non ha mai
perso occasione per lanciare qualche frecciatina (neanche troppo
velata) ai Marvel Studios. Negli ultimi
giorni, pare che l’attore abbia trascorso molto tempo a guardare la
serie tv Law & Order – Unità vittime speciali e in un
lungo post su Instagram
ne ha “approfittato” per scagliarsi ancora una volta contro la Casa
delle Idee.
Nell’elogiare la popolare serie tv,
Rourke ha scritto: “Rispetto per tutti voi. Il lavoro che fate
è vera recitazione, non come quella m***a della Marvel”. Il post di Rourke è
stato condiviso lo scorso 8 maggio, solo un giorno dopo
l’undicesimo anniversario dell’uscita di
Iron Man 2.
Inutile dire che Rourke non tornerà
mai più a recitare nel MCU nei panni di Whiplash,
ed è improbabile che voglia
affrontare un altro ruolo in un film di supereroi…
Mickey Rourke ha quattro cose da dire a
Tom Cruise. Naturalmente il successo di
Top Gun: Maverick al box office è una boccata
d’aria per le sale e per l’intrattenimento al cinema, ma non tutti
sono colpiti da Cruise e dalla sua capacità duratura di attirare il
pubblico nei cinema.
Mickey Rourke, suo contemporaneo,
prende di mira la star, in occasione di una apparizione
recente in
Piers Uncensored usando parole forti contro l’attore di
Top Gun: Maverick. Rourke ha detto:
“Questo non significa un c***o
per me. Il ragazzo fa la stessa parte da 35 anni. Non ho rispetto
per questo. Non mi interessano soldi e potere. Mi interessa, quando
guardo lavorare Al Pacino, e i primi lavori di Chris Walken e De
Niro. Il lavoro di Richard Harris, il lavoro di Ray Winstone. Monty
Clift. Brando ai tempi. E un sacco di ragazzi che hanno appena
cercato di farsi spazio come attori… Penso che [Cruise] sia
irrilevante nel mio mondo.”
A dispetto dell’opinione personale
di Mickey Rourke, Tom Cruise è un attore molto solido e
versatile, che in più di un’occasione, soprattutto all’inizio della
sua carriera, ha dimostrato di poter affrontare qualsiasi ruolo e
che ancora oggi è capace di offrire grande intrattenimento al suo
pubblico. Cosa che non si può dire, oggi, di
Rourke.
Mickey Rourke sarà un terrorista e
adro di gemme in Java Heat. La pellicola è un thriller
indipendente diretta da Conor Allyn. La storia segue le vicende di
un americano, interpretato dal Kellan Lutz
(Twilight),
Altra perdita per il mondo del cinema,
infatti, muore all’età di 93 anni l’attore Mickey
Rooney noto tra le altre, per la sua interpretazione in
Capitani coraggiosi” del 1937 e
“La città dei ragazzi” del 1938 (dove recitò come
coprotagonista con Spencer Tracy). La sua
ultima apparizione sul grande schermo risale al 2006, quando
interpretò il guardiano notturno nel film “Una notte al
museo“. Rooney è stato sposato nove volte, la prima
con Ava Gardner nel 1941.
Esordisce precocissimo nel 1922,
all’età di 2 anni, in spettacoli di vaudeville insieme al padre, un
immigrato scozzese di Glasgow. Il suo debutto sul grande schermo
risale al 1926 nel film Not to Be Trusted, cui segue una lunga
serie di cortometraggi che ne fanno un bambino-prodigio e nei quali
interpreta i più svariati ruoli, dal detective all’artista di
circo, dallo studente al piccolo rubacuori, dal giovanissimo
affarista al domatore di animali feroci.Tra il 1927 e il 1936
seguita ad interpretare ruoli da protagonista in film di buon
successo, sempre nel ruolo di Mickey McGuire. Dalla seconda metà
degli anni trenta e fino al 1958 interpreterà più volte il
personaggio di Andy Hardy, un giovane ragazzo ribelle, in una serie
di popolari lungometraggi della MGM, in alcuni dei quali recita a
fianco dell’attrice Judy Garland, alla quale fu legato da fraterna
amicizia.Grazie al suo eclettico talento e al suo dinamismo di
interprete, ottiene grande successo sul grande schermo anche in
ruoli meno leggeri, come nei celebri drammi Capitani coraggiosi
(1937) e La città dei ragazzi (1938), in entrambi i quali è
co-protagonista con Spencer Tracy, mentre nel 1939 viene nominato
per l’Oscar grazie al film Ragazzi attori (1939).Nel 1943 fa da
padrino a un’attrice che diventerà leggendaria, Elizabeth Taylor,
in Gran Premio. Durante la seconda guerra mondiale è attivo alla
radio, con spettacoli di intrattenimento destinati a tenere alto il
morale delle truppe. Finita la guerra, la sua carriera
cinematografica prosegue con altri film di successo, tra i quali il
musical Parole e musica (1948). Dopo aver girato l’ultimo film
della serie Andy Hardy, nella stagione 1954-1955 appare in una
serie televisiva da protagonista principale, la sitcom Mickey
Rooney Show, trasmessa dalla CBS, che ottiene un buon successo di
pubblico.All’inizio degli anni sessanta, in un’epoca in cui
Hollywood tende a non utilizzare attori orientali, interpreta lo
scorbutico giapponese Yunioshi in Colazione da Tiffany (1961). Due
anni più tardi ritrova Spencer Tracy nella commedia Questo pazzo
pazzo pazzo pazzo mondo (1963). Da allora in poi intensifica
l’attività teatrale, a discapito del cinema. Uniche eccezioni, il
dramma pugilistico Una faccia piena di pugni (1962) e l’avventuroso
Black Stallion (1979). Sempre negli anni settanta svolge attività
di doppiatore, dando la voce a Babbo Natale in tre distinti special
natalizi televisivi.
Negli anni Novanta l’attore
Hugh Grant si afferma come uno dei principali
interpreti della commedia sentimentale con film come Quattro
matrimoni e un funerale, Imprevisti d’amore e
Notting Hill. Tra
questi suoi film, uno dei meno noti è Mickey occhi
blu. Diretto nel 1999 da Kelly
Makin, il film è oggi principalmente ricordato per i
numerosi collegamenti con I Soprano. Molti sono infatti
gli attori di questo lungometraggio che avrebbero poi recitato
nell’acclamata serie televisiva, e la stessa trama ruota in
entrambi i casi intorno all’attività mafiosa. Oltre a ciò, però,
Mickey occhi blu è un brillante commedia tutta da
riscoprire.
All’epoca della sua uscita, il film
non ottenne un particolare successo, riscontrando tiepide
recensioni e modesti incassi. Eppure, le paradossali situazioni
comiche in cui il protagonista non fa altro che cacciarsi sono
ancora oggi fonte di buon umorismo. Lo stesso Mickey del titolo
diventa a suo modo una parodia di certi veri mafiosi statunitensi.
In particolare, fonte di ispirazione è stato tra gli altri
Vincent Alo, gangster noto come “Jimmy Blue Eyes”,
e proprio dal suo soprannome nasce lo spunto per il film. Con il
tempo, la popolarità del film è poi cresciuta, fino ad ottenere
anche un remake di Bollywood dal titolo Welcome.
Per gli appassionati di commedie
particolarmente movimentate, o anche solamente di Hugh Grant,
Mickey occhi blu è un film tutto da riscoprire, che pur al
netto dei suoi difetti riesce a regalare del buon intrattenimento.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Mickey occhi blu: la trama
del film
Protagonista del film è
Michael Felgate, inglese trasferitosi a New York
per lavorare come manager della galleria d’arte Cromwell’s. Ora che
la sua vita sembra aver trovato una stabilità lavorativa, egli
decide di chiedere alla sua fidanzata Gina Vitale
di sposarlo. Con sua sorpresa, però, la ragazza lo rifiuta non
senza dispiacersene. Dovendo spiegare il perché della sua
contrarietà al loro matrimonio, Gina racconta a Michael di come
tutta la sua famiglia sia composta da noti gangster, affiliati al
mondo della mafia locale. La ragazza, dunque, teme che il fidanzato
possa essere coinvolto nei loro loschi affari.
Michael, però, la tranquillizza
assicurandole di saper distinguere la legalità dall’illegalità, e
che pertanto non potrà accadergli di essere coinvolto in attività
controverse. Con questa promessa, Gina acconsente a sposarlo.
Durante la festa per il loro fidanzamento, tuttavia, Michael
conosce la famiglia di lei, e nel giro di breve si ritrova ad
infrangere suo malgrado quanto promesso. Iniziando con il fare un
favore, egli si ritrova intrappolato in un giro di illeciti sempre
crescenti. Nel momento in cui anche l’FBI
inizierà ad interessarsi alle strane attività di Michael, egli
dovrà riuscire da questa situazione senza pagarne le
conseguenze.
Mickey occhi blu: il cast
del film
Come anticipato, ad interpretare il
ruolo di Michael Felgate vi è l’attore Hugh Grant, il
quale si preparò a ruolo studiando approfonditamente la figura del
gangster del cinema. Per sua fortuna, ha potuto vantare la presenza
sul set dell’attore James Caan, noto per essere
stato Santino Corleone nel film Il padrino,
notoriamente ambientato nel mondo mafioso. In Mickey occhi
blu Caan è così tornato a recitare nel ruolo di un criminale,
in questo caso come Frank Vitale, zio di Gina. Sul set, l’attore ha
poi non solo dato consigli a Grant, ma gli ha anche affibbiato il
soprannome di Whippy, derivato dagli Whippet, una razza di cani
inglesi noto per il loro tremare molto.
Nel ruolo di Gina Vitale, la
fidanzata di Michael, vi è invece l’attrice Jeanne
Tripplehorn, anche nota per i film Basic Instinct
e Sliding Doors. Sono poi presenti gli attori Burt
Young nel ruolo di Vito Graziosi e James
Fox in quelli di Philip Cromwell. Joe
Viterelli è Vinnie D’Agostino, mentre Gerry
Becker è l’agente FBI Bob Connell. Altri attori presenti
sono ancora Maddie Corman nel ruolo di Caro e
Tony Darrow nei panni di Angelo. Tony
Sirico, noto in I Soprano per il ruolo di Paulie
Gualtieri, è qui il braccio destro di Risolli, quest’ultimo
interpretato da Joseph Rigano. Vincent
Pastore, che ne I Soprano è celebre per il ruolo
di Sal Bonpensiero, in questo film interpreta invece Al, della
famiglia Risolli.
Mickey occhi blu: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Mickey occhi
blu è infatti disponibile nei cataloghi di
Tim Vision e Mediaset Play. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di giovedì 26 maggio
alle ore 21:10 sul canale
TwentySeven.
Mickey e
l’Oceano Perduto, il primo numero della collana di
graphic novel internazionali inedite che porteranno i lettori a
scoprire i più amati
personaggi Disney in una nuova veste.
È in arrivo una collana di
graphic novel davvero unica, una serie di titoli che
porteranno i lettori in un
universoaffascinante dai
sontuosidisegni, riscoprendo i
personaggi Disney più amati sotto un altro punto di vista.
PaniniComics porta in edicola,
fumetteria e su Panini.it le graphic novel Disney
edite in Francia da Glénat per il mercato d’oltralpe. A dare il via
alle pubblicazioni è Mickey e l’Oceano
Perduto, una meravigliosa prova d’autore di
Denis-Pierre Filippi, con i disegni di
SilvioCamboni e i colori di
GaspardYvan e
JessicaBodart. In quest’opera
avventura, azione, umorismo e poesia si uniscono in una graphic
novel destinata a entrare di diritto nella Storia del Fumetto.
Mickey e l’Oceano
Perduto si apre con un mondo finalmente in pace dopo
anni di conflitti. Topolino,
Minni e Pippo si dedicano al
recupero di preziosi relitti tecnologici, sfidando la concorrenza
di PietroGambadilegno. Dopo aver
risposto a un annuncio, i tre amici mettono le mani su uno strano
cubo situato nelle profondità dell’oceano. Non immaginano nemmeno
le vere intenzioni del loro mecenate né la portata dei poteri di
questo artefatto, a prima vista inoffensivo ma in grado di
sovvertire l’esistenza di tutti… Se Denis-Pierre
Filippi ha sapientemente dosato un mix di momenti ironici
e leggeri a scene più ricche di pathos e suspense, si deve al
talento di SilvioCamboni la
realizzazione grafica di quell’immaginifica realtà “steampunk” che
fa da scenario all’intera avventura. A chiudere il volume, inoltre,
una ricca sezione che raccoglie schizzi, bozzetti e altri preziosi
materiali inediti di Camboni, commentati dall’autore, che
dichiara:“Vedere l’edizione italiana di Mickey e l’Oceano
Perduto, un libro per memolto importante, mi rende
molto felice; che poi a pubblicarlo sia Panini, l’editore di
Topolino, rende il tutto ancora più piacevole e chiude in
qualche modo il cerchio intorno alle mie diverse anime
professionali”.
Mickey e
l’Oceano Perduto è il primo titolo della collana
Panini Comics che porterà in Italia le graphic
novelfirmate da grandi autori con i character Disney inseriti
in modi nuovi e alternativi rispetto a come sono stati sempre
rappresentati.
“Non è mai facile confrontarsi
e lavorare con eroi raccontati in decenni di storie, spesso di
grande valore e qualità. Personaggi che hanno acquisito uno
spessore e un’identità talmente marcati da diventare a volte vere e
proprie icone del nostro tempo” commenta AlexBertani, Direttore di Topolino. “Eppure la
progettualità, l’idea forte di questa collana è proprio questa: la
volontà e lo sforzo di uscire da una rappresentazione più classica
e tradizionale per provare a esplorare nuove atmosfere e nuovi
territori. Da sempre apprezzo il coraggio e la voglia di evolversi
e sperimentare. Non posso quindi che essere fiero di proporre al
pubblico italiano questa iniziativa editoriale”.
Il prossimo appuntamento della
collana sarà con Mickey e l’Oceano
Perduto, di FabrizioPetrossi e Dab’s, un viaggio nel
tempo senza precedenti disponibile a partire da giugno.
Il filmato di Mickey
17 mostrato al CinemaCon rivela qualcosa di più
sul misterioso film di fantascienza di Bong
Joon-ho con
Robert Pattinson. Il nuovo film del regista di
Parasite è
basato sul libro di Edward Ashton, Mickey 7, che
segue le vicende di un impiegato sacrificabile inviato in una
spedizione per colonizzare il pianeta ghiacciato Niflheim, e dopo
che ogni iterazione di Mickey muore, un nuovo corpo viene
rigenerato con la maggior parte i suoi ricordi intatti. Oltre a
Pattinson nel ruolo dell’omonimo personaggio, il cast include anche
Naomi Ackie,
Steven Yeun,
Toni Collette e
Mark Ruffalo.
Ora, al CinemaCon 2024 Warner Bros.
ha presentato il nuovo filmato di Mickey
17 che inizia con una nave nello spazio e un
pianeta sullo sfondo. La mano di Mickey viene tagliata mentre è
fuori a fare una passeggiata nello spazio. È in un tubo in stile
MRI e gli viene detto che stanno facendo letture dei suoi ricordi e
del suo corpo per renderlo “sacrificabile” per aiutare a ricreare
il suo corpo in seguito. Muore in diversi modi, incluso ucciso da
un orso. Una volta, Mickey si sveglia e vede un duplicato di se
stesso e urla, e uno di loro cerca di uccidere l’altro.
Mickey
17 è molto atteso dato che è il nuovo lavoro di
Bong
Joon-ho dopo Parasite,
che ha vinto il premio Oscar come miglior film nel 2020. Essendo un
film di fantascienza, dovrebbe essere un drastico cambio di ritmo
rispetto a Parasite.
Spiegando il motivo del cambio di titolo rispetto al romanzo, Bong
dice: “L’ho ucciso altre 10 volte”. Il regista ha anche
minimizzato gli elementi di fantascienza, dicendo: “È la storia
di un uomo semplice che finisce per salvare il mondo. È difficile
dire fantascienza, è una storia umana”.
Di cosa parla Mickey
17?
Questo nuovo progetto del regista
sudcoreano, successivo a Parasite, è tratto dal romanzo di
Edward Ashton del 2022, descritto dalla casa
editrice St. Martin Press come un thriller cerebrale high-concept
facente parte di quel filone di film come “The
Martian” e “Dark Matter“. InMickey
17 Pattinson interpreta qui un “sacrificabile”, ovvero un
dipendente usa e getta di una spedizione umana inviata a
colonizzare un pianeta ghiacciato, che improvvisamente si rifiuta
però di lasciare che il suo clone sostitutivo prenda il suo
posto.
Oltre che una semplice immagine e un
breve teaser, ad oggi non è stato mostrato altro del film, su
cui vige dunque un certo mistero. Sappiamo però che nel cast vi
sono anche gli attori Naomi Ackie, Steven Yeun, Toni Collette e Mark Ruffalo. Bong, oltre ad aver scritto e
diretto, produce anche il film attraverso la sua società Offscreen.
Con la data d’uscita di Mickey
17 fissata al 31 gennaio 2025, non resta
dunque che attendere maggiori informazioni e qualche nuovo
materiale promozionale.
Recentemente la Warner Bros. aveva
comunicato il rinvio di Mickey
17, il nuovo film di Bong
Joon-ho, con protagonista Robert Pattinson, inizialmente previsto per il
marzo di quest’anno. La decisione di spostare l’attesissimo
film di fantascienza del regista
coreano, reduce dalle molteplici vittorie agli Oscar nel 2019 per
Parasite,
è stata presa per avere più tempo per terminare il progetto, che
era stato condizionato dagli scioperi dello scorso anno e da altri
vari spostamenti di produzione. Stando ora a quanto riportato da
Variety, l’uscita del film è ora
prevista per il 31 gennaio 2025, poiché Bong
Joon-ho e la sua troupe avranno bisogno di più tempo del previsto
per completare gli effetti visivi.
Di cosa parla Mickey 17?
Questo nuovo progetto del regista
sudcoreano, successivo a Parasite, è tratto dal romanzo di
Edward Ashton del 2022, descritto dalla casa
editrice St. Martin Press come un thriller cerebrale high-concept
facente parte di quel filone di film come “The
Martian” e “Dark Matter“. InMickey
17 Pattinson interpreta qui un “sacrificabile”, ovvero un
dipendente usa e getta di una spedizione umana inviata a
colonizzare un pianeta ghiacciato, che improvvisamente si rifiuta
però di lasciare che il suo clone sostitutivo prenda il suo
posto.
Oltre che una semplice immagine e un
breve teaser, ad oggi non è stato mostrato altro del film, su
cui vige dunque un certo mistero. Sappiamo però che nel cast vi
sono anche gli attori Naomi Ackie, Steven Yeun, Toni Collette e Mark Ruffalo. Bong, oltre ad aver scritto e
diretto, produce anche il film attraverso la sua società Offscreen.
Con la data d’uscita di Mickey
17 fissata al 31 gennaio 2025, non resta
dunque che attendere maggiori informazioni e qualche nuovo
materiale promozionale.
Dopo la breve anteprima di ieri
ecco finalmente è arrivato il trailer ufficiale di Mickey
17di Bong
Joon-ho, che offre un primo sguardo deliziosamente
bizzarro al prossimo film di fantascienza del regista
vincitore di tre premi Oscar, con la star di The
BatmanRobert Pattinson nel ruolo principale di un
impiegato usa e getta che viene ripetutamente ucciso e clonato,
durante uno sforzo per colonizzare un misterioso nuovo mondo di
ghiaccio.
Come si evince dal trailer, la
diciassettesima iterazione sarà al centro del film e ci saranno
molti colpi di scena mentre si troverà faccia a faccia con un…
Nel cast figurano Robert Pattinson nel ruolo di Mickey Barnes,
Naomi Ackie (Star Wars: The Rise of
Skywalker; Whitney Houston:I Wanna Dance
with Somebody), Steven Yeun (Minari; The Walking
Dead), Toni Collette (Hereditary; Il
sesto senso), Mark Ruffalo (Spotlight; Avengers: Endgame), Holliday
Grainger (I Borgia; Animals),
Anamaria Vartolomei (Happening; My
Revolution), Thomas Turgoose (This Is
England; Kingsman:Il cerchio d’oro), Angus
Imrie (The Kid Who Would Be King; The
Crown), Patsy Ferran (Jamestown;
God’s Creatures), Daniel Henshall
(Snowtown; The Babadook) e Steve Park
(Fargo; The French Dispatch). Mickey
17 arriverà nelle sale il 31 gennaio!
Guarda il trailer ufficiale qui
sotto:
Cosa si prova a morire?
Dal regista Bong
Joon-ho, arriva Mickey 17 – solo
nelle sale il 31 gennaio 2025. Lo sceneggiatore/regista premio
Oscar di “Parasite”, Bong
Joon-ho, presenta la sua prossima esperienza
cinematografica innovativa, “Mickey 17”. L’improbabile eroe Mickey
Barnes (Robert
Pattinson) si è trovato nella straordinaria
circostanza di lavorare per un datore di lavoro che esige il
massimo impegno nel lavoro… morire, per vivere.
Scritto e diretto da Bong
Joon-ho, “Mickey 17” è interpretato da Robert Pattinson (“The Batman”, “Tenet”), Naomi Ackie (“Star Wars:
Episodio IX – L’ascesa di Skywalker”), Steven Yeun (“Nope”) e dai candidati all’Oscar
Toni Collette (“Hereditary”) e Mark Ruffalo (“Poor Things”).
Il film è prodotto da Dede Gardner
(premio Oscar per “Moonlight”, “12 anni schiavo”), Jeremy Kleiner
(premio Oscar per “Moonlight”, “12 anni schiavo”), Bong Joon Ho e
Dooho Choi (“Okja”, “Snowpiercer”). È basato sul romanzo Mickey 7
di Edward Ashton. I produttori esecutivi sono Brad Pitt, Jesse
Ehrman, Peter Dodd e Marianne Jenkins. Il direttore della
fotografia è Darius Khondji (nomination all’Oscar per “Bardo:
Cronaca falsa di una manciata di verità”, ‘Okja’). La production
designer è Fiona Crombie (nomination all’Oscar per “The Favourite”,
“Crudelia”). Il montaggio è affidato a Yang Jinmo (nomination
all’Oscar per “Parasite”,
“Okja”). Il supervisore degli effetti visivi è Dan Glass
(“Fantastic Beasts: I segreti di Silente”, ”Fast & Furious
Presents: Hobbs & Shaw”). La costumista è Catherine George (“Okja”,
“Snowpiercer”).
Warner Bros. Pictures presenta An
Offscreen Production / A Kate Street Picture Company Production, un
film di Bong Joon Ho: “Mickey
17”. Il film sarà distribuito in tutto il mondo
dalla Warner Bros. Pictures, nelle sale solo a livello nazionale il
31 gennaio 2025 e a livello internazionale a partire dal 28 gennaio
2025.
Bong
Joon-ho torna sul grande schermo con Mickey
17, il suo primo film dopo il trionfo agli Oscar con
Parasite nel
2019. Basato sul romanzo Mickey7 di Edward Ashton, il film
si inserisce nel filone della fantascienza satirica, combinando
elementi di critica sociale con uno stile visivo spettacolare, che,
nel contesto della filmografia di Bong, ci riporta alla mente
Snowpiercer. Con Robert Pattinson alla guida del cast, il
film si propone di essere un viaggio surreale e filosofico nella
colonizzazione spaziale, nell’etica del sacrificio e nella natura
dell’identità umana.
La storia di Mickey
17
La storia segue Mickey
Barnes, interpretato da Pattinson, un uomo senza particolari
capacità o pregi che, per sfuggire a problemi finanziari, accetta
di diventare un “sacrificabile” per una missione interplanetaria.
Il suo compito è quello di svolgere incarichi estremamente
pericolosi, con la consapevolezza che ogni volta che muore il suo
corpo verrà ricreato attraverso un processo di bio-stampa,
mantenendo intatti i suoi ricordi e la sua personalità. Tuttavia,
quando Mickey 17 sopravvive inaspettatamente a una incursione su un
pianeta remoto e si trova faccia a faccia con il suo sé successivo,
Mickey 18, la situazione sfugge di mano, mettendo in discussione le
regole della missione e il concetto stesso di identità.
A metà tra la satira distopica e
la riflessione esistenziale
Bong
Joon-ho, con la sua inconfondibile capacità di sovvertire
i generi cinematografici, costruisce una narrazione che oscilla tra
la satira distopica e la riflessione esistenziale. Il regista
riprende le atmosfere di Snowpiercer e Okja,
mescolando critica sociale e immaginario sci-fi. Mickey 17
infatti ambisce anche a proporsi come una satira sui magnati della
tecnologia, con Kenneth Marshall (interpretato da Mark Ruffalo) che incarna la figura di un
leader carismatico e autoritario, convinto che lo spazio sia la
soluzione ai problemi ambientali della Terra e che gli esseri umani
siano sacrificabili per il progresso. I riferimenti alla
contemporaneità si sprecano!
Mark Ruffalo e Toni Collette in Mickey 17 – Cortesia Warner
Bros
Anche se visivamente
potente e coinvolgente, pensato (per fortuna) per il grande
schermo, Mickey 17 diluisce il suo nucleo
narrativo, soprattutto nella seconda parte, e si dilunga, spingendo
lo spettatore fuori dal flusso narrativo legato alla storia
principale focalizzata sul protagonista. I temi portanti del film,
legati come detto soprattutto all’identità, passano totalmente in
secondo piano, e Bong comincia a raccontare un’altra storia, di
invasioni e lotte inter-specie, che sembrano portare il film fuori
dal suo asse di racconto. Questa deviazione, forse necessaria per
inserire nella storia un elemento di azione spettacolare in più,
rende il film molto meno incisivo rispetto alle opere precedenti di
Bong.
Cosa succede quando muori?
Uno degli aspetti più
intriganti nelle intenzioni del film è la questione della morte e
della rinascita. Mickey, avendo sperimentato la morte sedici volte,
viene continuamente interrogato su cosa significhi morire e se sia
un’esperienza che lascia traccia. Eppure, nonostante la sua
esperienza unica, il protagonista non sembra avere una risposta
definitiva, lasciando intendere che la coscienza umana sia qualcosa
di inafferrabile e misterioso. Peccato che anche questo aspetto
appaia superficiale e sacrificato a parti della storia che ne
annacquano il cuore filosofico.
D’altro canto, però,
Robert Pattinson offre un’interpretazione notevole, alternando
momenti di smarrimento comico a scene di intensa introspezione,
regalando al suo personaggio una grande tenerezza che, almeno per
la prima parte della storia, riesce a creare una connessione intima
con lo spettatore. Il suo Mickey è un eroe improbabile, un uomo
comune costretto a confrontarsi con il suo stesso doppio e con un
destino apparentemente scritto. Il contrasto con Mickey 18, più
aggressivo e determinato, aggiunge un elemento di tensione alla
narrazione, mentre la sua relazione con Nasha (Naomi
Ackie) introduce una componente emotiva che rende il
personaggio ancora più sfaccettato.
Robert Pattinson in Mickey 17 – Cortesia Warner Bros
Una vena di ottimismo nell’orrore
dell’uomo
Non mancano riferimenti
a classici della fantascienza, come Alien di Ridley
Scott, ma, a differenza di altri film del genere,
Mickey 17 non si abbandona al puro horror o
alla disperazione. Bong Joon-ho introduce
un’insolita vena ottimistica, suggerendo che l’umanità possa
trovare una via per sopravvivere senza distruggere tutto ciò che
incontra.
Al netto dei troppi
momenti di stallo narrativo e una durata forse eccessiva (due ore e
diciassette minuti), Mickey 17 potrebbe anche essere visto
come un film affascinante e stimolante. Conferma la bravura e la
capacità immaginativa di Bong Joon-ho, anche se
non è il capolavoro che era stato Parasite, né
l’efficace adattamento che avevamo visto con
Snowpiercer.