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La scuola più bella del mondo: tutte le clip con Rocco Papaleo

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Continua il successo al box office ITA del film La scuola più bella del mondo di Luca Miniero con protagonisti Cristian De Sica e Rocco Papaleo, ed ecco tutte le clip del film:

la scuola più bella del mondo

La scuola più bella del mondo è prodotto da Cattleya e distribuito dalla Universal Pictures Italia.

Sinossi: La scuola più bella del mondo è un’irresistibile commedia degli equivoci che, come suggerisce il titolo, è ambientata nel mondo della scuola. Christian De Sica è il preside puntiglioso di una scuola media toscana nella quale giunge in visita una classe di studenti napoletani accompagnati da un eccentrico professore (Rocco Papaleo). Non tutto però sembra corrispondere al programma.

Perché quando la tecnologia inganna – in questo caso basta solo che Accra, in Ghana, diventi… Acerra Napoli – si genera l’equivoco che porterà confusione e tanto scompiglio. Ma sicuramente risate a non finire, divertimento assicurato.

La scuola più bella del mondo: featurette dal film di Luca Miniero

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Ecco una featurette da La scuola più bella del mondo, prossimo film di Luca Miniero. Il video si intitola “Primo giorno di scuola” e ci porta dietro le quinte del progetto che ha per protagonisti Christian De Sica, Rocco Papaleo, Angela Finocchiaro e Miriam Leone.

Ecco il video:

La trama di La scuola più bella del mondo: La scuola più bella del mondo è un’irresistibile commedia degli equivoci che, come suggerisce il titolo, è ambientata nel mondo della scuola. Christian De Sica è il preside puntiglioso di una scuola media toscana nella quale giunge in visita una classe di studenti napoletani accompagnati da un eccentrico professore (Rocco Papaleo). Non tutto però sembra corrispondere al programma. Perché quando la tecnologia inganna – in questo caso basta solo che Accra, in Ghana, diventi… Acerra Napoli – si genera l’equivoco che porterà confusione e tanto scompiglio. Ma sicuramente risate a non finire, divertimento assicurato.

La scuola più bella del mondo: due clip dal film con Christian De Sica

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Ecco due clip da La scuola più bella del mondo, film di Luca Miniero al cinema dal 13 novembre. Nel cast del film ci sono Christian De Sica, Rocco Papaleo, Angela Finocchiaro e Miriam Leone.

La trama di La scuola più bella del mondo: La scuola più bella del mondo è un’irresistibile commedia degli equivoci che, come suggerisce il titolo, è ambientata nel mondo della scuola. Christian De Sica è il preside puntiglioso di una scuola media toscana nella quale giunge in visita una classe di studenti napoletani accompagnati da un eccentrico professore (Rocco Papaleo). Non tutto però sembra corrispondere al programma. Perché quando la tecnologia inganna – in questo caso basta solo che Accra, in Ghana, diventi… Acerra Napoli – si genera l’equivoco che porterà confusione e tanto scompiglio. Ma sicuramente risate a non finire, divertimento assicurato.

La scuola più bella del mondo: clip dal film con Christian De Sica e Rocco Papaleo

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Ecco tre clip da La scuola più bella del mondo, film di Luca Miniero al cinema dal 13 novembre. Nel cast del film ci sono Christian De Sica, Rocco Papaleo, Angela Finocchiaro e Miriam Leone.

La trama di seguito: La scuola più bella del mondo è un’irresistibile commedia degli equivoci che, come suggerisce il titolo, è ambientata nel mondo della scuola. Christian De Sica è il preside puntiglioso di una scuola media toscana nella quale giunge in visita una classe di studenti napoletani accompagnati da un eccentrico professore (Rocco Papaleo). Non tutto però sembra corrispondere al programma. Perché quando la tecnologia inganna – in questo caso basta solo che Accra, in Ghana, diventi… Acerra Napoli – si genera l’equivoco che porterà confusione e tanto scompiglio. Ma sicuramente risate a non finire, divertimento assicurato.

La scuola più bella del mondo: clip con Rocco Papaleo

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La scuola più bella del mondo è al è al primo posto per incassi del weekend.  In soli quattro giorni ha ottenuto oltre due milioni di euro (€ 2.494.280), e ha registrato il più alto numero di presenze pari a 374.043. Per l’occasione eccovi una clip del film:

la scuola più bella del mondoIl regista Luca Miniero torna sul set reduce dai grandi successi di Benvenuti al sud, Benvenuti al nord e il più recente Un boss in salotto, primo incasso italiano della stagione.

La scuola più bella del mondo è prodotto da Cattleya e distribuito dalla Universal Pictures Italia.

Sinossi: La scuola più bella del mondo è un’irresistibile commedia degli equivoci che, come suggerisce il titolo, è ambientata nel mondo della scuola. Christian De Sica è il preside puntiglioso di una scuola media toscana nella quale giunge in visita una classe di studenti napoletani accompagnati da un eccentrico professore (Rocco Papaleo). Non tutto però sembra corrispondere al programma.

Perché quando la tecnologia inganna – in questo caso basta solo che Accra, in Ghana, diventi… Acerra Napoli – si genera l’equivoco che porterà confusione e tanto scompiglio. Ma sicuramente risate a non finire, divertimento assicurato.

La Scuola più bella del mondo: a Roma anteprima di beneficenza

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la scuola più bella del mondoQuesta sera alla 20.00 al cinema Barberini di Piazza Barberini (Roma) ci sarà l’anteprima di beneficenza del film La Scuola Più Bella del Mondo. Gli incassi della serata saranno devoluti all’AssociazionePorta del Cielo.

Sul red carpet del cinema Barberini di Roma sfilerà tutto il cast della Scuola più bella del mondo, dai docenti (il preside Christian De Sica, i professori Rocco Papaleo, Angela FinocchiaroMiriam Leone, il dirigente scolastico Lello Arena) ai loro 60 alunni toscani e napoletani.

A fare da apertura alla proiezione una performance del principe del nuovo neapoletan sound, Nico e i suoi Desideri, il trio rap dal beat dance melodico, una vera famiglia in scena guidata dal padre Nico e i due giovani figli Salvatore e Giuliano.

Al Barberini si esibiranno col brano guida del film, Made in Napoli, al quale ha collaborato il super rapper deejay Clementino.

Una vasta platea di personalità del mondo dello spettacolo, scientifico e istituzionale, del volontariato sanitario ed associazionismo sociale, partecipa alla serata di beneficienza organizzata da Universal Pictures International Italy e Cattleya con l’onlus Porta del Cielo presieduta da Giovanni Luca Zenga.

La scuola più bella del mondo teaser trailer

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Ecco il teaser trailer de La scuola più bella del mondo l’ultimo film di Luca Miniero con Christian De Sica, Rocco Papaleo, Angela Finocchiaro e Miriam Leone.

La scuola più bella del mondoLa scuola più bella del mondo è un’irresistibile commedia degli equivoci che, come suggerisce il titolo, è ambientata nel mondo della scuola. Christian De Sica è il preside puntiglioso di una scuola media toscana nella quale giunge in visita una classe di studenti napoletani accompagnati da un eccentrico professore (Rocco Papaleo). Non tutto però sembra corrispondere al programma.

Perché quando la tecnologia inganna – in questo caso basta solo che Accra, in Ghana, 
diventi… Acerra Napoli – si genera l’equivoco che porterà confusione e tanto scompiglio.
Ma sicuramente risate a non finire, divertimento assicurato.

Il regista Luca Miniero torna sul set reduce dai grandi successi di Benvenuti al sud, Benvenuti al nord e il più recente Un boss in salotto, primo incasso della stagione.

La scuola più bella del mondo è prodotto da Cattleya e distribuito dalla Universal Pictures Italia

La scuola cattolica: la recensione del film con Benedetta Porcaroli

Nella notte tra il 29 e il 30 settembre del 1975 si svolge il massacro del Circeo, un evento che scuote profondamente l’Italia, il quale è però solo uno dei tanti picchi di violenza di un decennio estremamente cupo della storia di questo Paese. Gli anni Settanta, anni di piombo, dove agguati, sparatorie, sequestri, scontri di piazza e stragi di Stato non fanno altro che consolidare una strategia del terrore ancora oggi ineguagliata. A quel massacro oggi Stefano Mordini, già regista di Acciaio, Pericle il nero Il testimone invisibile, dedica il suo nuovo film, presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Si intitola La buona scuola, ed è l’adattamento cinematografico dell’omonimo libro di Edoardo Albinati, vincitore nel 2016 del Premio Strega.

Il film, che per i personaggi adulti vanta la presenza di attori come Valeria Golino, Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca, è ambientato in un quartiere residenziale di Roma. Qui sorge una nota scuola cattolica maschile, dove i ragazzi dell’alta borghesia vengono educati. Le loro famiglie sono convinte che in quel contesto i figli potranno crescere protetti dai tumulti che stanno attraversando la società e che la rigida educazione potrà spalancare loro le porte di un futuro luminoso. Il delitto del Circeo rompe però per sempre quella fortezza di valori apparentemente inattaccabili. I responsabili sono infatti tre ex studenti di quella scuola e il film cerca di capire da dove tanta cieca violenza si sia generata.

Ripercorrere gli anni di piombo

Sugli eventi più drammatici degli anni Settanta si è detto e scritto molto. Ancora oggi ci si interroga sulle responsabilità di determinati episodi e la comprensione di questi è sempre più risultata complessa e ricca di punti di vista. Nel suo romanzo, Albinati si concentra in particolare sul ruolo che il cattolicesimo e l’insegnamento di questo ha avuto nel dar vita alle degenerazioni oggi note. Per lo scrittore, le rigide regole della scuola cattolica hanno impedito ai giovani di dotarsi degli strumenti necessari per comprendere la società che li circondava. Il film di Mordini segue questa pista, senza dimenticare di contestualizzare la provenienza di quelli che sono qui i giovani protagonisti.

Il film, costruito per salti temporali, punta dunque a ricordare i retroscena di eventi come il massacro del Circeo. Al di fuori della scuola, i giovani protagonisti vivono divisi tra vani divertimenti e la totale assenza di figure genitoriali valide. Ad oggi è evidente che le colpe dietro molti degli orrori di quel decennio sono da ricondursi alla Chiesa, alle famiglie, ma anche alla politica, allo stesso Stato e ad altri soggetti di questo tipo. La scuola cattolica non nasconde tutto ciò, ma anzi lo ribadisce in più occasioni nel corso della sua durata. Non si tratta infatti di un film sul delitto del Circeo, quanto piuttosto su ciò che ha portato al verificarsi di un episodio di quel tipo.

La scuola cattolica recensione

La scuola cattolica: la recensione del film

Ancora oggi gli anni Settanta sono un argomento piuttosto delicato, quasi tabù, che il cinema italiano affronta poco e sempre con la massima attenzione ad evitare certi argomenti. Il film di Mordini poteva dunque essere un’ottima opportunità per spezzare una volta di più questo silenzio, ma il risultato di La scuola cattolica non contribuisce invece a dire nulla di particolarmente rilevante. I suoi personaggi e gli eventi sono continuamente ostacolati da una lunga serie di cliché e le accuse che vengono mosse risultano sterili. Non basta far dire ad uno dei protagonisti, nonché narratore del film, che gli episodi di violenza mostrati sono frutto di anni di “polvere nascosta sotto al tappeto”.

Si accennano molte riflessioni interessanti all’interno del film, ma nessuna riesce a rendere giustizia ad un periodo storico forse troppo complesso per essere narrato in modo soddisfacente. Quando infine si giunge alla rappresentazione del delitto (dove nel ruolo di Donatella, una delle due ragazze torturate, si ritrova Benedetta Porcaroli) il tutto appare privo di forza, probabilmente perché non si è prima costruito un sufficiente clima di tensione. Le lunghe scene all’interno della casa, per quanto non risparmino in nudità, violenza e sangue, non hanno lo stesso impatto di altri film con situazioni simili. Mancando tanto di essere una brillante riflessione sociale quanto un racconto coinvolgente, La scuola cattolica risulta piuttosto un’occasione sprecata.

La Scuola Cattolica: iniziate le riprese del film con Riccardo Scamarcio

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Sono in corso le riprese de La Scuola Cattolica, il nuovo film di Stefano Mordini che torna alla regia assieme ad alcuni dei più grandi nomi del cinema italiano e a una nuova, promettente, generazione di giovani attori per portare sul grande schermo la storia tratta dall’omonimo romanzo di Edoardo Albinati edito da Rizzoli, vincitore del Premio Strega 2016.

Protagonisti di La Scuola Cattolica sono Valeria Golino, Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Benedetta Porcaroli, Ludovico Tersigni e con Valentina Cervi, Fausto Russo Alesi, Fabrizio Gifuni nel ruolo di Golgota. Prodotto da Roberto Sessa per Picomedia e Warner Bros. Entertainment Italia. Distribuito da Warner Bros. Pictures. La Scuola Cattolica si basa su una sceneggiatura di Massimo Gaudioso, Luca Infascelli e Stefano Mordini. Le riprese hanno una durata di otto settimane e si svolgeranno a Roma e a San Felice Circeo.

La Scuola Cattolica: la trama

In un quartiere residenziale di Roma sorge una nota scuola cattolica maschile dove vengono educati i ragazzi della migliore borghesia. Le famiglie sentono che in quel contesto i loro figli possono crescere protetti dai tumulti che stanno attraversando la società e che quella rigida educazione potrà spalancare loro le porte di un futuro luminoso. Nella notte tra il 29 e il 30 settembre del 1975 qualcosa si rompe e quella fortezza di valori inattaccabili crolla sotto il peso di uno dei più efferati crimini dell’epoca: il delitto del Circeo. I responsabili sono infatti ex studenti di quella scuola frequentata anche da Edoardo, che prova a raccontare cosa ha scatenato tanta cieca violenza in quelle menti esaltate da idee politiche distorte e un’irrefrenabile smania di supremazia.

La Scuola Cattolica vietato ai minori di 18 anni

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La Scuola Cattolica vietato ai minori di 18 anni

Nella giornata di ieri il film di Stefano Mordini, La Scuola Cattolica, tratto dal libro omonimo di Edoardo Albinati Premio Strega nel 2016 e nelle sale da giovedì 7 ottobre, è stato vietato ai minori di diciotto anni.

La censura viene operata su un film che racconta una storia vera, una storia di omicidio e di stupro. Quella di una grave violenza perpetrata ai danni di due donne, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, un crimine che sconvolse l’intero Paese, ancora vivo nella coscienza collettiva: il delitto del Circeo.

Un divieto, che viene imposto per un film che ripercorre i fatti che hanno segnato la storia dell’ordinamento giuridico italiano, aprendo nel 1975 un dibattito che si sarebbe concluso solamente nel 1996, quando per la legge italiana la violenza sessuale passò dall’essere considerata un reato contro la morale a un crimine contro la persona.

Il film era già stato presentato fuori concorso all’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, lo scorso settembre, e in quella circostanza era stato classificato come vietato ai minori di 14 anni.

La Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche incaricata dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura ha così motivato la sua decisione:

“Il Film presenta una narrazione filmica che ha come suo punto centrale la sostanziale equiparazione della vittima e del carnefice. In particolare i protagonisti della vicenda pur partendo da situazioni sociali diverse, finiscono per apparire tutti incapaci di comprendere la situazione in cui si trovano coinvolti. Questa lettura che appare dalle immagini, assai violente negli ultimi venti minuti, viene preceduta nella prima parte del film, da una scena in cui un professore, soffermandosi su un dipinto in cui Cristo viene flagellato, fornisce assieme ai ragazzi, tra i quali gli omicidi del Circeo, un’interpretazione in cui gli stessi, Gesù Cristo e i flagellanti vengono sostanzialmente messi sullo stesso piano. Per tutte le ragioni sopracitate la Commissione a maggioranza ritiene che il film non sia adatto ai minori di anni diciotto.”

L’intervista ai protagonisti de La Scuola Cattolica

Le motivazioni del divieto imposto vertono dunque tutte attorno a elementi tematici del film o a valutazioni di tipo artistico-espressivo, limitando di fatto la stessa libertà artistica e di espressione degli autori.

Questo è accaduto sebbene il DPR 11/11/1963 n. 2029 (Regolamento  di  esecuzione della Legge 21/4/62 n. 161 sulla revisione dei film e dei lavori teatrali) all’articolo 9 elenchi in modo chiaro gli elementi scenico/narrativi che possono determinare l’applicazione del divieto di visione ai minori, e tra i quali non è di certo inclusa la tematica di un film (anche quando la stessa risulti incentrata su valutazioni teologiche o filosofiche).

Una decisione in netta contrapposizione con quanto affermato lo scorso aprile dal Ministro Franceschini che, alla firma del decreto che istituì la nuova Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche, commentò: “Abolita la censura cinematografica, definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti”.

Non riesco a trovare delle ragioni valide per questa censura e se mi sforzo di trovarle, mi inquietano.” commenta così Stefano Mordini “Nella motivazione della commissione censura si lamenta il fatto che le vittime e i carnefici siano equiparati, con particolare riferimento a una lezione di un professore di religione, ma questo è esattamente il contrario di quello che racconta il film, e cioè che, provenendo dalla stessa cultura, è sempre possibile compiere una scelta e non deviare verso il male. Una delle due vittime, all’epoca, era minorenne e il nostro è un film di adolescenti interpretato da adolescenti. Trovo assurdo che oggi si vieti ai ragazzi anche solo di vedere, attraverso un libero mezzo di espressione, quello che due ragazze come loro anni fa hanno subito, questo atto censorio priva una generazione di una possibile presa di coscienza che potrebbe essere loro utile per difendersi da quella violenza spesso protagonista nella nostra cronaca.  E questo perché alcune delle ragioni di quella tragedia sono purtroppo ancora attuali.”

I miei assistiti sono, rispettivamente, sorella di Rosaria Lopez e fratello di Donatella Colasanti, e ne sono anche eredi mortis causa.” Così dichiara l’avvocato Stefano Chiriatti. “Hanno visionato, unitamente al sottoscritto scrivente, il film La Scuola Cattolica. Il loro evidente coinvolgimento, personale e affettivo, nella vicenda narrata, per la parte che li riguarda, ha indotto in Letizia e Roberto il risvegliarsi di traumi e dolori profondi, legati a quanto patito nel 1975 e negli anni successivi.  Malgrado l’enorme sacrificio, umano ed emotivo, legato alla rievocazione vivida, visiva e sonora, di quanto accaduto alle rispettive sorelle, hanno, tuttavia, apprezzato la volontà di tramandare, anche in chiave di ammonimento per il futuro, la memoria della loro tragedia, soprattutto alle giovani generazioni. Hanno, pertanto, appreso con grande sorpresa della decisione del Ministero della Cultura di vietare la visione del film ai minori degli anni diciotto.”

La Scoperta: trailer del film Netflix con Robert Redford

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Netflix ha diffuso il trailer e la locandina di La Scoperta, il film con Robert Redford, Rooney Mara, Jason Segel, Riley Keough e Jesse Plemons che debutterà in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo il 31 marzo 2017.

La Scoperta trama

La Scoperta filmUn anno dopo che l’esistenza dell’aldilà è stata verificata scientificamente, milioni di persone di ogni parte del mondo hanno posto fine alla propria vita per arrivarci. Un uomo e una donna s’innamorano mentre affrontano il proprio tragico passato e la vera natura della vita dopo la morte.

La Scoperta, diretto da Charlie McDowell e scritto da McDowell stesso e Justin Lader, il film è stato prodotto da Alex Orlovsky of A-LO Films e James D. Stern of Endgame Entertainment e co-finanziato da Endgame Entertainment e Protagonist Pictures.
I produttori esecutivi sono Julie Goldstein, Lucas Smith, Mike Goodridge, Dimitra Tsingou, Hunter Gray, McDowell e Erika Hampson ha contribuito come co-produttore.

La scoperta dell’alba: recensione del film di Susanna Nicchiarelli

Con La scoperta dell’alba la regista Susanna Nicchiarelli è al suo secondo lungometraggio, tratto dall’omonimo romanzo con cui Walter Veltroni ha fatto il suo esordio nel mondo della narrativa.

In La scoperta dell’alba il Professor Mario Tessandori viene ucciso con sette colpi di rivoltella da due brigatisti, nel cortile dell’università e sotto gli occhi di tutti. Muore tra le braccia di Lucio Astengo, suo amico e collega. Poche settimane dopo, Lucio Astengo scompare nel nulla. Siamo nel 2011. Caterina e Barbara Astengo, che avevano sei e dodici anni quando è scomparso il padre, mettono in vendita la casetta al mare della famiglia, oramai abbandonata da tempo. La casa è piena di ricordi di un’infanzia interrotta dalla sparizione del papà, di una famiglia spezzata e mai più ricomposta. In un angolo, c’è un vecchio telefono ancora attaccato alla presa. È uno di quei telefoni con la rotella, che fa nostalgia solo a guardarlo: Caterina solleva la cornetta e scopre che dà segnale di libero. Il fenomeno è inspiegabile, la linea è staccata, prova a fare dei numeri ma il telefono rimane muto… poi, quasi per gioco, le viene in mente di provare a fare il numero della loro casa di città di trent’anni prima. Questa volta, dall’altra parte sente squillare: le risponde una voce di bambina…

La scoperta dell’alba, il film

Dopo Cosmonauta, la Nicchiarelli adatta e riscrive il romanzo di Veltroni, trasformando il protagonista maschile in una donna priva dei cliché di cui soffriva il personaggio del libro che però trova un grande sbarramento nell’assenza di ritmo e nella capacità di rapire l’attenzione dello spettatore, inversamente proporzionale all’infittirsi del mistero. Sebbene la Nicchiarelli metta insieme un cast di attori che non hanno bisogno di mettersi alla prova, come la sempre ottima Margherita Buy o Sergio Rubini, che riesce a dare quel tono di leggerezza anche nei momenti più drammatici, poco felice risulta la scelta di cambiare la prospettiva della Buy, tendenzialmente ingabbiata nel ruolo della moglie depressa e tradita ribaltando l’asse e trasformandola di fatto in compagna traditrice e depressa. Così come poco vincente risulta l’inserimento di svariate storyline oltre a quello principale di dubbio interesse per il pubblico e per lo svolgimento stesso della narrazione.

Nota di merito va comunque alla regista che si riserva anche la parte di attrice, nel tentativo di portare una serie di elementi atipici per il cinema italiano in una pellicola dal soggetto interessante che purtroppo si scontra con il solito già visto di certo non aiutato da una sceneggiatura a volte banale o implausibile. Un esperimento riuscito a metà che non riesce a far empatizzare il pubblico con i personaggi ma che va comunque lodato per la prova a cui la regista sottopone il genere, nel tentativo maldestro di portare una ventata di novità.

La Scomparsa di Eleanor Rigby: in Italia in Home Video

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La Scomparsa di Eleanor Rigby: in Italia in Home Video

La Scomparsa di Eleanor Rigby, progetto unico e tre film al tempo stesso, acclamato all’ultimo Festival di Toronto nella versione Lei (Her) e Lui (Him) e presentato al Festival di Cannes nella versione Loro (Them), uscirà il 26 Marzo in direct to video sia in DVD che in Blu-Ray.

La Scomparsa di Eleanor RigbyUn tempo felicemente sposati, Eleanor (Jessica Chastain) e Connor (James McAvoy) improvvisamente si ritrovano come estranei in un rapporto che sta rapidamente mutando in tragedia. La storia esplora la soggettività dei due caratteri per descrivere entrambi i lati di una relazione ormai alla deriva in cui un uomo e una donna cercano di recuperare la vita e l’amore che prima entrambi conoscevano e condividevano.

La Scomparsa di Eleanor Rigby è diretto da Ned Benson e vede protagonisti James McAvoy e Jessica Chastain.

La scommessa: intervista a Lino Musella e Carlo Buccirosso

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La scommessa: intervista a Lino Musella e Carlo Buccirosso

In occasione della presentazione a Venezia 81, nell’ambito delle Notti Veneziane, ecco l’intervista a Lino Musella e Carlo Buccirosso per La Scommessa, film di Giovanni Dota al cinema dal 12 settembre al cinema con I Wonder Pictures.

La scommessa: leggi la recensione

La scommessa – Una notte in corsia: recensione del film di Giovanni Dota

Il nuovo film di Giovanni Dota (Koza Nostra), prodotto da Fulvio e Federica Lucisano, è una produzione  Italian International Film (Gruppo Lucisano) con Rai Cinema e vede un cast d’eccezione: a fianco dei protagonisti assoluti Carlo Buccirosso (Song’e Napule, Ammore e malavita) e Lino Musella (Il bambino nascosto, Favolacce), Nando Paone (Chi ha rapito Jerry Calà?, Benvenuti al Sud), Yari Gugliucci (Grazie Lina, Tramite amicizia), Vittorio Ciorcalo (Romanzo di una strage), Clotilde Sabatino (A Napoli non piove mai), Chiarastella Sorrentino (Voglio guardare), Elvira Zaingone (Noi e la Giulia) e Iaia Forte (La bella gente, Nata per te) sono alle prese con una commedia nerissima in cui è messo a nudo l’animo umano nel più straniante degli ambienti, la corsia di un ospedale.

La scommessa – Una notte in corsia: recensione del film di Giovanni Dota – Venezia 81

Ognuno di noi ha un lato oscuro. Siamo fatti di luci e ombre, di pregi e difetti. Tuttavia, un individuo dovrebbe sempre agire per il bene proprio e altrui, evitando che la propria parte oscura prenda il sopravvento. È esattamente il contrario di quanto accade ai protagonisti de La scommessa – Una notte in corsia, la nuova black comedy firmata da Giovanni Dota. Presentato in anteprima alle Notti Veneziane, sezione delle Giornate degli Autori nell’ambito dell’81esima edizione Mostra del Cinema di Venezia, il film vede protagonisti Lino Musella e Carlo Buccirosso, pronti a strappare risate amare e profonde riflessioni. Distribuito da I Wonder Pictures, La scommessa – Una notte in corsia arriverà nelle sale dal 12 settembre.

La trama de La scommessa – Una notte in corsia

Angelo e Salvatore sono due infermieri che lavorano svogliatamente in un ospedale di Napoli. In una calda sera di Ferragosto, particolarmente irritati dal fatto che tutti siano in vacanza tranne loro, i due sono ossessionati dall’idea di ottenere le ferie tanto desiderate per Natale e Capodanno. Ma solo uno di loro potrà averle. L’opportunità si presenta quando, durante il turno di notte, arriva in corsia il signor Caputo, un paziente in condizioni critiche. Angelo è convinto che l’uomo non sopravviverà fino all’alba, mentre Salvatore crede che resisterà. Spinti dal desiderio di garantirsi i giorni di ferie, i due lanciano una scommessa: se il signor Caputo muore, Angelo otterrà le ferie, altrimenti toccherà a Salvatore. Da quel momento, una serie di eventi rocamboleschi si susseguono, innescando una spirale di caos che renderà impossibile tornare indietro.

La scommessa una notte in corsia

Restiamo umani

La scommessa – Una notte in corsia solleva dei precisi interrogativi: siamo davvero diventati una società eccessivamente opportunista ed egoista? Cosa ci rende così irrispettosi della vita altrui? La scommessa – Una notte in corsia esplora queste domande attraverso la storia di due uomini, stanchi e insofferenti, che si ritrovano a giocare sulla vita di un paziente senza alcuno scrupolo. Scommettere sulla vita e sulla morte di qualcuno è deplorevole, ma lo è ancora di più quando il proprio interesse personale ne dipende. Eppure, nel mondo di oggi, sembra che nessuno si ponga più il problema. In una notte calda e soffocante, in un ospedale deserto, questi due infermieri lasciano che il loro lato oscuro prenda il controllo, trascinandoli in un vortice da cui non riescono più a emergere.

La messa in scena della pellicola è essenziale: poche location, dialoghi diretti e taglienti, un ritmo incalzante, e personaggi ben caratterizzati. Dota costruisce una narrazione potente, inserendo nelle maglie della storia diversi spunti di riflessione, che invitano il pubblico a considerare quanto sia pericoloso cedere alle tentazioni e perdere se stessi. “Vi prego, restiamo umani”, implora Angelo in un momento di caos, offrendo un momento di lucidità e un monito importante: non permettiamo al nostro lato oscuro di sopraffarci. Per quanto faccia parte di noi, mantenere l’equilibrio è fondamentale per convivere con se stessi e con gli altri. Perdersi è questione di un attimo; ritrovarsi può richiedere tempo. E non è detto che ci si riesca.

 

 

La Scommessa – Una notte in corsia: il trailer in esclusiva

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La Scommessa – Una notte in corsia: il trailer in esclusiva

Ecco il trailer in esclusiva di La Scommessa – Una notte in corsia, il film di Giovanni Dota con Carlo Buccirosso, Lino Musella, Nando Paone.

La Scommessa – Una notte in corsia è la nuova travolgente dark comedy che sarà presentata in anteprima alla 81° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia all’interno delle Notti Veneziane, sezione realizzata dalle Giornate degli autori in accordo con Isola Edipo, e sarà poi nelle sale italiane a partire dal 12 settembre, distribuita da I Wonder Pictures.

Il nuovo film di Giovanni Dota (Koza Nostra), prodotto da Fulvio e Federica Lucisano, è una produzione  Italian International Film (Gruppo Lucisano) con Rai Cinema e vede un cast d’eccezione: a fianco dei protagonisti assoluti Carlo Buccirosso (Song’e Napule, Ammore e malavita) e Lino Musella (Il bambino nascosto, Favolacce), Nando Paone (Chi ha rapito Jerry Calà?, Benvenuti al Sud), Yari Gugliucci (Grazie Lina, Tramite amicizia), Vittorio Ciorcalo (Romanzo di una strage), Clotilde Sabatino (A Napoli non piove mai), Chiarastella Sorrentino (Voglio guardare), Elvira Zaingone (Noi e la Giulia) e Iaia Forte (La bella gente, Nata per te) sono alle prese con una commedia nerissima in cui è messo a nudo l’animo umano nel più straniante degli ambienti, la corsia di un ospedale.

Foto di Chiara Calabrò

La Scommessa – Una notte in corsia, la trama

Angelo e Salvatore sono infermieri al Santi Martiri di Napoli. Non potrebbero essere più diversi: il primo, infermiere navigato, è un nonno di famiglia che di tanto in tanto si concede qualche scappatella, mentre il secondo, scapolo e cocco di mamma, ha un problema col gioco d’azzardo. La notte di Ferragosto arriva in corsia un paziente in coma, l’ottantenne signor Caputo. Per combattere l’afa e la noia della routine burocratica – e anche per guadagnare qualche soldo e le ferie a Natale – Angelo e Salvatore scommettono sulla vita del nuovo paziente: 200 euro e l’ambitissima settimana di ferie tra Natale e Capodanno. I due infermieri scopriranno così il lato più oscuro di loro stessi e saranno disposti a tutto pur di vincere la scommessa, anche suggerire terapie sbagliate e coinvolgere il famigerato Dottor Ceravolo, famoso per i suoi eccessi e sempre alla ricerca di una “carica” speciale…

LA SCOMMESSA – UNA NOTTE IN CORSIA, ispirato alla straordinaria tradizione della commedia italiana che Monicelli definì “le tragedie che fanno ridere”, è un film che osa, in cui il gioco sporco e il politicamente scorretto non hanno paura di mostrarsi. Nell’arco di una sola notte, i protagonisti dovranno destreggiarsi tra una moglie sospettosa, un’amante indispettita, pazienti disturbati e dottori dalle dubbie capacità… Cosa potrà mai andare storto?

La Scommessa – Una notte in corsia arriva in sala dal 12 settembre con I Wonder Pictures.

La Scommessa – Una notte in corsia: al cinema gratis con Cinefilos. Scopri come!

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Arriva al cinema dal 12 settembre con I Wonder Pictures La Scommessa – Una notte in corsia, il nuovo film di Giovanni Dota con Carlo Buccirosso e Lino Musella. Grazie a Cinefilos.it avete la possibilità di partecipare gratuitamente a una proiezione del film con il cast presente in sala.

Leggi la recensione di La Scommessa

E’ possibile richiedere un ingresso gratuito per due persone scrivendo una e-mail all’indirizzo cerimoniale@theculturebusiness.it inserendo in oggetto “CINEFILOS – LA SCOMMESSA – CITTA’”.

Nel corpo dell’e-mail inserite CINEFILOS + LA SCOMMESSA + NOME + COGNOME + CITTÀ di riferimento e il numero di biglietti. Le e-mail mancanti di una di queste componenti non saranno prese in considerazione.

I biglietti omaggio saranno ritirabili, nel limite dei posti disponibili, segnalando il proprio nominativo alle casse del cinema il giorno stesso della proiezione. I biglietti omaggio sono ritirabili e garantiti fino a 30 minuti prima l’inizio della proiezione.

Di seguito trovate l’elenco dei cinema che partecipano all’iniziativa:

GIORNO      DATA           CINEMA                    ORARIO     OSPITI

GIOVEDI 12/09/24 ROMA ADRIANO 21:00 DOTA + LINO MUSELLA + BUCCIROSSO + il cast
GIOVEDI 12/09/24 ROMA ANDROMEDA 20:30
SOLO INTRO
DOTA + LINO MUSELLA + BUCCIROSSO + il cast
VENERDI 13/09/24 NAPOLI THE SPACE 20:30
SOLO INTRO
DOTA + LINO MUSELLA + BUCCIROSSO + il cast
VENERDI 13/09/24 NAPOLI MODERNISSIMO 21:15
solo Q&A
DOTA + LINO MUSELLA + BUCCIROSSO + il cast
VENERDI 13/09/24 METROPOLITAN 21:30
solo INTRO
DOTA + LINO MUSELLA + BUCCIROSSO + il cast
SABATO 14/09/24 UCI CINEPOLIS MARCIANISE 20:00
SOLO INTRO
DOTA + LINO MUSELLA + BUCCIROSSO + il cast
SABATO 14/09/24 UCI CASORIA 21:00
SOLO INTRO
DOTA + LINO MUSELLA + BUCCIROSSO + il cast
SABATO 14/09/24 AFRAGOLA HAPPY 21:30
SOLO INTRO
DOTA + LINO MUSELLA + BUCCIROSSO + il cast  

 

In aggiunta a queste date, sono disponibili anche le seguenti proiezioni con ospiti CARLO BUCCIROSSO e ELVIRA ZINGONE:

  • LUNEDì 16/09/24 – UCI MATERA – h.20.15
  • MARTEDì 17/09/24 –  UCI GIOIA DEL COLLE – h.20.15

 La Scommessa – Una notte in corsia, ecco l’intervista ai protagonisti

La scelta: trailer del nuovo film di Michele Placido

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La scelta: trailer del nuovo film di Michele Placido

Arriva il 2 aprile al cinema il nuovo film diretto da Michele Placido e ispirato a L’Innesto di Luigi Pirandello. Il film si ititola La scelta e vede protagonisti Ambra Angiolini e Raoul Bova, affiancati da Valeria Solarino e dallo stesso Michele Placido.

Ecco il trailer:

“Io so che in me, in questo mio corpo, quando fu il fatto, in questa mia carne, doveva esserci amore. E per chi? Se amore c’era, non poteva che essere per lui, per mio marito!”.

Laura e Giorgio si amano intensamente e sono desiderosi di un figlio che non arriva. Ma solo un grande amore può superare la dolorosa prova che devono affrontare. Una prova che impone una scelta. Da una parte, un uomo offeso nella sua morale, che cerca una soluzione al dilemma; dall’altra, una donna che sente la necessità di diventare madre. Quale scelta fare per essere ancora felici?

La Scelta: recensione del film con Raoul Bova

La Scelta: recensione del film con Raoul Bova

In La Scelta Laura e Giorgio si amano intensamente e sono desiderosi di un figlio che non arriva. Ma solo un grande amore può superare la dolorosa prova che devono affrontare. Una prova che impone una scelta. Da una parte, un uomo offeso nella sua morale; dall’altra, una donna che sente la necessità di diventare madre. Quale scelta fare per essere ancora felici?

Ispirato al testo teatrale L’innesto di Luigi Pirandello, La Scelta di Michele Placido è un’opera intimamente drammatica che veicola il suo messaggio attraverso l’espressività degli interpreti, facendo leva più sulle emozioni generate da un gesto o da uno sguardo che dalle parole; quelle parole che Laura e Giorgio vorrebbero dirsi ma che restano lì, imprigionate dentro di loro dalla paura di quello che è stato e di quello che potrebbe essere. Il tormentato percorso sentimentale messo in scena da Placido vede i due protagonisti trasformarsi a poco a poco da certezza in qualcosa di meno limpido e più complicato, cambiare in seguito agli eventi che li travolgono e che li porteranno a camminare su due binari diversi.

La Scelta, il film

Ambra Angiolini, nei panni di Laura, accetta la sfida che Placido le lancia e regala la sua migliore interpretazione ad oggi, rivestendo il ruolo complesso e maturo di una donna che sceglie volontariamente di non essere più identificata come vittima. Una donna spaventosamente coraggiosa che, scontrandosi con il comune perbenisimo, vede nella tragedia un’occasione per ricominciare a sperare, facendo appello a tutta la sua forza (e anche a tutta la sua femminilità) per ricostruire il legame che la tiene unita al marito, per riuscire a mantenere ancora vivo il loro amore.

Ed è proprio sulle dinamiche di questa coppia che si conosce e si ama da dieci anni, ma che muta a causa di un evento tragico, che Placido e Giulia Calenda (co-autrice della sceneggiatura) fanno il lavoro migliore. Perché ne La Scelta non viene presentato solo il punto di vista di una vittima dal comportamento inusuale che sceglie di reagire di fronte alla violazione e all’umiliazione, ma anche quello dell’uomo costretto a doversi confrontare con il più grande dei castighi che possa essere inflitto a una donna. È un piacere (e quasi un sollievo) vedere Raoul Bova calarsi nei panni di un personaggio che, seppur schiacciato dalla controparte femminile, cresce e si evolve incredibilmente, riuscendo, al di là dell’egoismo e dell’orgoglio, a superare certi limiti intrinseci della figura maschile.

Pur lasciando nell’ombra i personaggi secondari e servendosi talvolta di soluzioni registiche piuttosto discutibili, La Scelta rimane un film potente con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, che nello spingere il pubblico alla riflessione inevitabilmente lo dividerà. Un film in cui anche l’elemento musicale assume un valore specifico, contribuendo a rendere ancora più importante una storia già di per sè significativa.

La Scelta: conferenza stampa del film con Raoul Bova

La Scelta: conferenza stampa del film con Raoul Bova

È stato presentato questa mattina alla stampa italiana La Scelta, il nuovo film scritto, diretto e interpretato da Michele Placido con protagonisti Ambra Angiolini e Raoul Bova. Il film, ispirato al testo teatrale L’innesto di Luigi Pirandello, racconta la storia di Laura e Giorgio, una coppia che si ama intensamente, desiderosa di un figlio che non arriva. Un giorno, il loro grande amore viene messo in discussione da una dolorosa prova che i due si trovano a dover affrontare. Una prova che impone una scelta: da una parte, un uomo offeso nella sua morale, che cerca una soluzione al dilemma; dall’altra, una donna che sente la necessità di diventare madre.

Sui motivi che l’hanno spinto a dirigere questo progetto, Michele Placido ha rivelato: “La cosa che più di tutte mi affascinava del testo originale pirandelliano erano i due protagonisti. Mi sono appassionato a loro e al percorso che compiono, soprattutto la protagonista. Anche Giulia (Calenda) è rimasta molto colpita da questi personaggi, e così abbiamo deciso di scrivere il film apportando delle piccole modifiche. L’abbiamo ambientato ai giorni nostri perché volevo che il film fosse più vicino al pubblico, anche se abbiamo valutato l’idea di girarlo in costume. In merito al personaggio di Laura, volevo fortemente che fosse un’insegnante, perché volevo che questo suo desiderio di maternità venisse fuori anche nel legame che la univa ai bambini ai quali insegna. C’è tanto misticismo legato a questa storia e forse è questo l’aspetto che mi affascina di più del film. Molti probabilmente si concentreranno sull’aspetto legato alla violenza fisica, ma il personaggio di Laura è un personaggio nuovo, che compie una scelta diversa. La scelta di andare avanti, nonostante tutto”.

la-scelta-1Sul personaggio di Laura, Ambra Angiolini ha detto: “Quando ho letto la sceneggiatura, non ho visto una vittima. E questo credo che sia un messaggio molto importante per le donne. Laura ad un certo punto smette di subire e, soprattutto, di far subire agli altri. Da vittima diventa quasi carnefice. È una donna coraggiosa, nuova, libera, che coglie come al volo l’occasione di non rimanere vittima di ciò che l’è capitato. Inizia a porsi delle domande, domande che non appartengono agli altri o al mondo che la circonda. E mette anche Giorgio in condizione di farsi altre domande, uscendo dal cliché di un certo tipo di figura maschile alla quale sia abituati da troppo tempo. Laura è una donna che sceglie di non essere identificata con quello che l’è successo. Non si fa mangiare la vita e il futuro da questo tragico evento”.

Sul personaggio di Giorgio, invece, Raoul Bova ha dichiarato: “Sono veramente grato a Michele per avermi offerto questa parte. Avere la possibilità di interpretare un personaggio del genere è veramente raro. Ti invita a crescere e a misurarti con le difficoltà e le paure che un ruolo del genere comporta. È stata una sfida per me: una sorta di lotta per una storia bellissima e importante da raccontare. La commedia mi diverte, è chiaro, ma questo film è un’altra cosa. In generale, penso che non sia facile per un uomo trovarsi in una situazione del genere. Michele ci ha lasciato molto liberi, ma prima di iniziare le riprese abbiamo lavorato tantissimo sui personaggi e sulle loro intenzioni. Li abbiamo sentiti veramente tanto. E con Ambra, sul set, si respirava davvero questa difficoltà nel gestire il rapporto di coppia. Eravamo completamente dentro quello che stavamo facendo, sia fuori che dentro il set. La cosa che ho amato di più di Giorgio sono state le sue infinite sfumature. È un personaggio che cambia dall’inizio alla fine del film. Ho amato il suo dolore ma soprattutto la sua fragilità”.

Interviene anche Valeria Solarino, che nel film interpreta Francesca, la sorella di Laura: “Credo che il mio personaggio rappresenti quel giudizio che viene dato senza un’attenta riflessione. Il pregiudizio, potremmo dire. È apparentemente felice, ma non gode veramente di tutto l’amore che la circonda. I consigli che dà alla sorella sono lo specchio di un modo di pensare abbastanza comune. La cosa che più di tutte mi ha colpito di questa storia è il tema che affronta. Alla fine, si parla di amore assoluto. Amore per qualcosa di realmente profondo. Laura, al contrario del mio personaggio, cancella quello che c’è stato e vede solo quello che potrebbe succedere. Vede il miracolo della vita”.

La Scelta uscirà il 2 aprile distribuito in 230 copie da Lucky Red.

La scelta di Barbara: recensione del film

La scelta di Barbara: recensione del film

Discostandosi totalmente dal documentario poetico di Werner Herzog e dalla visionarietà di Wim Wenders, il regista Christian Petzold, uno degli autori più influenti del nuovo cinema tedesco contemporaneo, in La scelta di Barbara tesse una storia intensa ed introspettiva, dove il realismo e le emozioni divengono i punti focali di una vicenda in cui gli eventi storici vengono sapientemente e volutamente tenuti sullo sfondo, permettendo alla psicologia e ai rapporti dei personaggi di emergere e di svilupparsi.

In La scelta di Barbara nella Germania Est del 1980 Barbara è un medico pediatra che, a causa di una richiesta di espatrio, viene mandata per punizione in un piccolo ospedale di campagna, sotto controllo della Stasi, la polizia segreta. Mentre il fidanzato Jörg organizza la sua fuga verso l’Ovest, Barbara intraprende rapporti freddi e distaccati con i colleghi dell’ospedale, fino a quando l’incontro con André, giovane medico collaborazionista delle forze segrete, metterà in crisi le sue certezze e la sua vita. Mentre il giorno della fuga si avvicina, Barbara è divisa tra i sentimenti per André e le cure per una giovane ragazza incinta, fuggita da un campo di rieducazione.

La scelta di Barbara, il film

Praticamente sconosciuto al grande pubblico, ma molto apprezzato in patria e nei festival maggiori, Petzold, supportato dalla sceneggiatura di  Harun Farocki, dirige con garbo una storia in cui la lentezza e la dilatazione temporale degli eventi inducono a riflettere e ad interrogarsi su tematiche molto complesse che vanno dalla persecuzione politica fino ai rapporti interpersonali e alle conseguenze delle proprie scelte. Ed è proprio questa tecnica narrativa estremamente  diluita e pacata che purtroppo a volte può risultare difficile da assimilare per un pubblico abituato ai frenetici ritmi del cinema americano. Pesantemente influenzato da Acque del sud di Howard Hawsk e dal ciclo di Germania in autunno, La scelta di Barbara è un quadro reale e fedele di una Germania spaccata in due, sia topograficamente che socialmente, dove sono proprio i singoli personaggi a diventare archetipi di un intero popolo.

La scelta di BarbaraStraordinaria performance di Nina Hoss che riesce a rendere mirabilmente il carattere freddo e controllato di Barbara, per poi lasciar scoprire il suo lato umano celato. Oltremodo superbo è Ronald Zehfeld, che nei panni di André si torva a dover impersonare un ruolo di voltafaccia mosso in realtà da profondi sentimenti d’amore. La fotografia di Hans Fromm, estremamente vivida e luminosa, si discosta totalmente dalla fredda estetica anni ’80 del cinema politico di Klüge, Von Trotta e Fassbinder, concedendo all’opera il tono di una fiaba per adulti. Il commento musicale di Stefan Will è minimale, lasciando spazio ai lunghi silenzi eloquenti e alle sonorità poetiche dell’ambiente. Le scenografie estremamente realistiche ed essenziali di Kade Gruber e i costumi di Anette Guther testimoniano un massiccio e maniacale lavoro di ricostruzione storica, che non fa altro che aggiungere lode ad un film intelligente e riflessivo, dove appunto è la scelta di Barbara l’unica a poter cambiare veramente le cose.

La Scelta di Anne – L’Événement: trailer del film Leone d’Oro a Venezia 78

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Europictures ha diffuso il trailer italiano di La Scelta di Anne – L’Événement, il LEONE D’ORO COME MIGLIOR FILM alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 78.  L’Italia sarà il primo paese a portare il film nelle sale, dal prossimo giovedì 4 novembre, con Europictures.

Il film diretto da Audrey Diwan ed interpretato da Anamaria Vartolomei e Pio Marmai, oltre al Leone D’oro si è aggiudicato altri premi collaterali, tra cui Il FIPRESCI AWARD (assegnato dalla stampa estera) e il Premio Arca Cinema Giovani 2021, ed è tratto dal romanzo autobiografico di Annie Ernaux.

Dichiara Lucy De Crescenzo, CEO di Europictures: “Sono molto felice di questo importante riconoscimento ed orgogliosa come donna di distribuire questo film così potente, che difende un diritto importante per le donne che fino a poche decine di anni fa era negato anche nel nostro paese. Sembra incredibile ma ancora in 16 paesi l’aborto è considerato un crimine e quello che sta succedendo in Texas ci fa capire come la battaglia è ancora lunga. Grazie alla regista per aver realizzato un film così necessario. Non vediamo l’ora di farlo vedere al pubblico in sala, orgogliosi di essere i primi nel mondo”.

Ambientato nella Francia del 1963, La Scelta di Anne – L’Événement racconta il viaggio della battaglia fisica ed emotiva di Anne, una giovane donna che decide di abortire per completare i suoi studi e sfuggire al destino sociale della sua famiglia proletaria, in un mondo che condanna il desiderio delle donne, e il sesso in generale. Ma sarà una lotta contro il tempo….

La scelta di Anne – L’Événement: la storia vera dietro il film

La scelta di Anne – L’Événement: la storia vera dietro il film

Scritto e diretto da (meglio nota come attrice in film come French Connection e Il coraggio di Blanche), il film francese La scelta di Anne – L’Événement si è affermato come il Vincitore del Leone d’Oro per il miglior Film al Festival di Venezia 2021. Una vittoria che ha suscitato grande entusiasmo ma anche numerose polemiche per via dell’argomento trattato: l’aborto.

Adattamento del romanzo autobiografico di Annie Ernaux, L’evento, il film offre infatti un racconto ambientato negli anni Sessanta in Francia, periodo nel quale nel Paese l’aborto era una pratica illegale. Pur parlando di un periodo passato, La scelta di Anne – L’Événement affronta in realtà una tematica ancora molto attuale e dibattuta al giorno d’oggi. Il film cerca proprio di inserirsi in questi discorsi, nel tantivo di offrire ulteriori spunti su cui riflettere.

In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a La scelta di Anne – L’Événement. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

La scelta di Anne - L'Événement trama

La trama e il cast di La scelta di Anne – L’Événement

Ambientato nella Francia del 1963, La scelta di Anne – L’Événement racconta la storia di Anne, una giovane donna dedita allo studio e che sogna un brillante futuro, che le permetta di costruirsi una vita diversa da quella proletaria condotta dalla sua famiglia. Peccato che il suo sogno nel cassetto rischia di andare in mille pezzi, quando la ragazza rimane incinta. È a questo punto che Anne si ritrova di fronte a una scelta: tenere o no il bambino?

Ma il rischio di vedere il futuro da lei desiderato sparire per sempre tra pannolini e biberon, la spinge verso quella che per lei è l’unica opzione fattibile, abortire. Con gli esami finali alle porte, la giovane deve liberarsi il prima possibile del suo problema, ma nella Francia dei primi anni Sessanta l’aborto è ancora illegale e Anne si vede costretta ad agire contro la legge. La donna non rischia solo la prigione, ma anche la condanna e giudizi da parte della società.

Ad interpretare la protagonista, Anne Duchesne, vi è l’attrice rumena naturalizzata francese Anamaria Vartolomei, divenuta celebre proprio grazie a questo film e poi vista anche in L’impero e Maria. Accanto a lei, recitano Kacey Mottet Klein nel ruolo di Jean, Luàna Bajrami in quello di Hélène, Louise Orry-Diquero nel ruolo di Brigitte e Louise Chevillotte in quello di Olivia. Completano il cast Pio Marmaï nel ruolo del Professor Bornec, Sandrine Bonnaire in quello di Gabrielle e Anna Mouglalis in quello di Claire.

La scelta di Anne - L'Événement cast

Il libro di Annie Ernaux e la storia vera di cui narra

Nel 2000 Annie Ernaux, oggi Premio Nobel per la Letteratura, pubblica il libro L’evento, in cui affronta il tema dell’aborto in Francia negli anni Sessanta, quando tale pratica era ancora illegale. La scrittrice, però, basa il racconto su un fatto realmente accadutole e che l’ha portata a scontrarsi con questa tematica. Nel 1964, a ventitré anni, studentessa di Lettere prossima a laurearsi, Ernaux si ritrova incinta a seguito di una breve relazione con uno studente di Scienze Politiche, ma non ha intenzione di tenere il bambino.

Proveniente da un famiglia di condizioni modeste, Ernaux spera attraverso gli studi di discostarsi da quel contesto sociale per vedersi aprire le porte verso un futuro più promettente e libero. Un figlio, in quel preciso momento della sua vita, però, rappresenta un ostacolo a riguardo. Sapendo che nessun medico si sarebbe offerto di aiutarla, andando di fatto contro la legge, la futura scrittrice decise dunque di ricorrere a pratiche abortive illegali. 

Questa “auto-socio-biografia” è stata scritta da Annie Ernaux usando il diario che teneva all’epoca (1963-1964), ed è punteggiata dalle sue riflessioni su quanto accadeva a livello personale e sociale. La memoria di quegli eventi fissata sulle pagine del diario diventa per la scrittirce uno strumento di conoscenza del reale. Dalla cronistoria di un avvenimento individualmente e politicamente trasformativo sorge così una voce esattissima, irrefutabile, che apre uno spazio letterario di testimonianza per generazioni di donne escluse dalla Storia.

Il trailer di La scelta di Anne – L’Événement e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di La scelta di Anne – L’Événement grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 29 agosto alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

La scelta – The Choice: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Pochi autori della letteratura hanno avuto successo al cinema tanto quanto Nicholas Sparks. Celebre per le sue storie incentrate sull’amore eterno e il destino, questi ha negli anni visto ben 11 dei suoi romanzi trasposti sul grande schermo, e ognuno di questi film si è poi rivelato un grande successo. Tra i più celebri si ricordano Le pagine della nostra vita, The Last Song e Ho cercato il tuo nome. Tra questi si inserisce anche La scelta – The Choice, diretto nel 2016 da Ross Katz su sceneggiatura di Bryan Sipe.

Come anticipato, si tratta anch’esso dell’adattamento di uno dei romanzi di Sparks, La scelta, pubblicato nel 2007. Per la precisione, è l’undicesimo libro dell’acclamato scrittore a diventare un film, e anche se è forse uno dei suoi lavori meno noti, la sua trasposizione si è comunque rivelata un buon successo. Ciò è merito naturalmente anche della capacità di Sparks di affrontare tematiche universali come l’amore eterno e il destino, ripresentando questi con storie sempre diverse ma sempre emotivamente potenti agli occhi dei lettori o spettatori.

Per tutti gli appassionati di Sparks, La scelta – The Choice è dunque un altro imperdibile film tratto dalle sue opere, che non manca ancora oggi di appassionare fino alle lacrime gli amanti del genere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a La scelta – The Choice. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ad altro ancora. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La scelta - The Choice finale
Benjamin Walker e Teresa Palmer in La scelta – The Choice. Foto di Dana Hawley – © 2016 – Lionsgate

La trama di La scelta – The Choice

Protagonista del film è Travis Parker è un giovane veterinario convinto di non essere destinato alle relazioni a lungo termine. Le sue convinzioni decadono però nel momento in cui incontra Gabbi Holland, un’affascinante pediatra con tutte le carte in regola per fargli cambiare idea. Dopo un primo, burrascoso incontro, pian piano i due si innamorano e capiscono di non poter fare a meno l’uno dell’altra. Ad ostacolarli, però, ci sono le rispettive vite e relazioni. Nulla però potrà far dimenticare loro il sentimento ormai nato. La loro vita si complicherà ulteriormente quando un drammatico e inaspettato evento si verificherà.

 

Il cast del film

Ad interpretare il ruolo di Travis Shaw era stato inizialmente scelto l’attore Scott Eastwood, poi sostituito con Benjamin Walker. Questo era diventato inizialmente popolare grazie al suo ruolo da protagonista nel film La leggenda del cacciatore di vampiri, ottenendo poi rinnovata popolarità proprio con La scelta – The Choice. L’attrice Teresa Palmer, celebre per Point Break e La battaglia di Hacksaw Ridge, interpreta invece Gabbi Holland. Vi è poi Alexandra Daddario, nota per la serie True Detective e il film Baywatch, qui nei panni di Monica, fidanzata di Travis. Tom Welling, invece, è Ryan McCarthy, fidanzato di Gabbi.

La scelta - The Choice cast
Benjamin Walker e Teresa Palmer in La scelta – The Choice. Foto di Dana Hawley – © 2016 – Lionsgate

La scelta – The Choice è ispirato ad una storia vera?

Come confermato anche dallo stesso Sparks, La scelta – The Choice non è ispirato ad alcuna storia vera e il racconto proposto è dunque frutto della fantasia dell’autore. Sparks, tuttavia, ha rivelato di essersi ispirato a suo fratello – prima che si sposasse – per il personaggio di Travis. La maggior fonte d’ispirazione, però, è stato un precedente libro dello stesso Sparks, il celebre The Notebook (in Italia noto come Le pagine della nostra vita). Lo scrittore si è infatti basato sugli ostacoli che dividevano i due protagonisti del romanzo per dar vita alla difficile storia d’amore tra Travis e Gabbi.

Il finale nel film e nel libro

Il film e il libro di Sparks presentano naturalmente alcune differenze, ma riguardo al finale si è deciso di rimanere fedeli rispetto a quanto scritto da Sparks, in quanto la conclusione da lui concepita ribadisce ulteriormente tutti i temi alla base del racconto. Se dunque nel libro Travis decide di correre il rischio e di trasferire Gabbi in un centro di assistenza a lungo termine, dove tre mesi dopo si risveglia dal coma e torna a vivere nella loro casa, allo stesso modo nel film il protagonista sceglie la speranza e viene ripagato con il risveglio della sua amata e della vita che ora possono trascorrere insieme.

Il trailer di La scelta – The Choice e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. La scelta – The Choice è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV+, Prime Video e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 2 luglio alle ore 21:20 su Canale 5.

La scatola delle sorprese di Masha e Orso

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La scatola delle sorprese di Masha e Orso

Due dischi d’oro Univideo per i migliori prodotti del mercato dell’Home Entertainment e costantemente tra i DVD più venduti in Italia quest’anno.

Queste sono le misure del successo della serie animata Masha e Orso che, dopo aver conquistato il cuore di grandi e piccini, si veste di nuovo e arriva in una versione inedita tutta da scoprire!

La Scatola Delle Soprese Di Masha E Orso, ideata e prodotta da Koch Media, contiene infatti il DVD con i migliori episodi della prima stagione, contenuti extra interattivi e un divertente gioco da tavolo prodotto in esclusiva assoluta da Lisciani Giochi.

La Scatola delle Emozioni: la sfida di Cristina Cri

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La Scatola delle Emozioni: la sfida di Cristina Cri

Cristina Cri si definisce la regina dei film romantici e ha lanciato una sfida strappalacrime. Sul suo Blog scrive di cinema ed emozioni direttamente dal suo divano.

La Santa recensione del film di Cosimo Alemà

La Santa recensione del film di Cosimo Alemà

la santa recensione

La Santa di Cosimo Alemà è stato presentato al Festival Internazionale del Film di Roma 2013 nella categoria “fuori concorso”.

Quattro persone, differenti per età, carattere, abitudini, si recano in un paesino della Puglia per rubare la statua della santa patrona, di grande valore, convinti che sia un gioco da ragazzi. Ci riescono, ma non hanno fatto i conti con il paese: dopo meno di un minuto, tutti i cittadini sanno cosa i quattro hanno rubato e che stanno scappando. Comincia la caccia, senza pietà.

Con un cast non altisonante (intendiamoci, parliamo di nomi), dove spicca il più giovane Gianluca Di Gennaro e talvolta la protagonista femminile Marianna Di MartinoLa Santa parte da un’idea interessante, sviluppando una trama originale e riuscendo a mantenere sempre viva l’attenzione, seguendo quattro storie distinte, visto che il gruppo si separa, pur figlie di una stessa madre. Dentro c’è un po’ di tutto: dall’azione alla drammaticità, ad una piccola dose di humour “scuro”, con un tocco di noir, specie nel raccontarsi dei personaggi.

Il furto della santa colpisce l’animo del paese, non certo per il presunto valore economico che dovrebbe avere, quanto per una profonda ferita nell’orgoglio, un discorso di “principio”, doversi riprendere ciò che è proprio a qualsiasi costo, fucili compresi. Una violenza inaspettata, diabolica, talmente eccessiva da risultare alla fine veritiera e una delle cose più riuscite del film.

Alemà però si rifugia troppo dentro una citazione che pronuncia uno dei suoi attori nei minuti iniziali: “È un film, per forza deve andare così”, riferendosi ad un’altra pellicola, in una stravagante conversazione tra i personaggi. Come a dire che nei film qualcosa deve succedere per forza ed è normale che alcuni passaggi servano per arrivare ad altri. Difficile non essere d’accordo in senso assoluto e ragionando solo in quest’ottica è possibile giustificarli tutto. Ma il discorso vale solo quando non se ne sente il peso. Uscendo dallo schema, o almeno prendendolo con le molle, si tocca con mano uno script forzato e uno svilupparsi dei personaggi che sembra costruito ad hoc per arrivare a determinate conclusioni, anche fini a se stesse. Così, si accelera e si frena a seconda del momento e sembra che la frase citata sia un espediente per giustificare e mettere le mani avanti su ciò che arriverà.

Non mancano frecciatine al mondo religioso, a partire dal furto della santa, ma anche immagini visuali più o meno sacre e sequenze in compagnia di suore e scuole cattoliche.

Alemà ha creato un prodotto dove l’azione risulta anche avvincente e mai noiosa, aiutata dalle quattro storie che si alternano; ma si avverte  il peso di una sceneggiatura troppo indirizzata, rinchiusa dentro al concetto: “è un film, per forza deve andare così”.

La nostra foto gallery del Festival:

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La Santa Piccola, recensione del film di Silvia Brunelli

La Santa Piccola, recensione del film di Silvia Brunelli

La santa piccola è Annaluce, la giovanissima Sofia Guastaferro che sin dalla prima sequenza si prende di forza la scena, dopo il titolo e fino alla conclusione del film di Silvia Brunelli. Una storia minima, esemplare senza avere la pretesa di esserlo, ma insieme piuttosto diretta e smaccata nei temi scelti da non poter passare agli annali come originale o unica. Che questa sia stata o meno una preoccupazione della esordiente regista, sicuramente poco importa che prima di lei siano arrivati Matteo Garrone e Alice Rohrwacher a raccontare la realtà periferica e quotidiana della Napoli di oggi.

Dove e con chi vive la Santa piccola

Tutto si svolte in – e intorno a – un rione del capoluogo campano, dove tutti si conoscono. E dove ogni giorno è uguale, per tutti. Anche per gli inseparabili Mario e Lino, fratello di Annaluce, costretto a respingere le incursioni del violento padrone di casa e occuparsi della sorellina e della madre, affetta da depressione e poco presente a sé stessa. A ogni costo. Anche approfittando delle serate di svago con l’amico per raggranellare qualche euro concedendo le sue grazie a questo o quella vizioso pagante in un crescendo di incontri sempre più espliciti (e sempre più spogli e freddi, anche quando la passione si fa narrativa).

Tutto cambia quando Annaluce rianima una colomba data per morta, facendo gridare al miracolo. Ma è solo la prima delle prove che la ragazzina dà di una supposta santità. Cambiando completamente l’atteggiamento del rione nei confronti della sua famiglia. Una soluzione, una via di fuga o nulla di tutto ciò?

Dalla Mostra di Venezia al Roma International Film Festival

Lo scorso giovedì 18 novembre, La santa piccola ha aperto la XX edizione del RIFF – Rome Independent Film Festival diretto da Fabrizio Ferrari, ma il suo viaggio inizia nel 2019. Quando, come recita la biografia della stessa regista, la sceneggiatura del film ha partecipato alla Biennale College Cinema, vincendo come unico titolo italiano. E venendo segnalato per il fondo Eurimages, dalla stessa Biennale, al Consiglio Europeo, che ha individuato nella Brunelli la regista europea esordiente del 2020.

Ancora prima, la storia nasce sulla carta. Quella del romanzo omonimo di Vincenzo Restivo del 2017 però è leggermente diversa. Forse più onesta, più realistica, di quella che Silvia Brunelli e Francesca Scanu hanno riadattato nel soggetto e nella sceneggiatura della produzione Rain Dogs, in collaborazione con Mosaicon Film, TVCO, Minerva Pictures e Antracine. Eppure…

La Santa piccola, tra miracoli e delusioni

Probabilmente proprio in questo tradimento sta molto del fascino del film. Ingenuo e sregolato, i cui personaggi continuano a confrontarsi immutabili e a offrirsi al pubblico in maniera molto diretta. Nel loro sogno di andare via dal rione, nell’illusione che i soldi portino la felicità, nell’idealizzazione di un amore che è molto più terreno e senza speranza di quello che ci piacerebbe sperare e in definitiva nel sottolineare l’assurdità che sia ancora la superstizione a unire e muovere folle di disperati.

Oppio dei popoli, diceva uno, tanto tempo fa, e l’effetto sembra essere ancora quello, in molti casi. Quello che ci raccontiamo è che credere che la bontà esista, che ci sia un futuro migliore, ci avvicina a quel traguardo, o ci fa essere migliori in vista di esso, ma il risultato è solo quello di prendere per buona ogni panzana o di assecondare i propri bisogni, che siano di evasione, di guadagno o di risposte che abbiamo paura di ricavare da quello che ci circonda.

Folklore, dramma e favola sono in ogni momento. Contrappuntati da una musica dura e rock che fortunatamente contiene il rischio di confusioni liriche. Come regia e riprese, a tratti scomposte o fin troppo semplici, sicuramente per scelta, ma forse non solo. Conferma ne siano certe monotone linee di dialogo, alternate a scambi tanto distanti dai soggetti coinvolti da stridere. Più che rappresentare come sia la vita stessa, con i suoi “schiaffi”, a spingerci verso la nostra via o ad aprircene di nuove, a emergere da questo scontro di generazioni e interpretazioni sono i personaggi. Non gli adulti, vittime dell’ignoranza, non i giovanissimi, ancora troppo piccoli per sapere quando smettere di ‘giocare’, quanto semmai Lino, l’unico a vedere la realtà, volente o nolente, e Mario, l’unico a ‘sentire’ davvero, abbandonandosi alle fantasie senza cedere alle illusioni. 

La Santa Piccola selezionato per il Tribeca Film Festival

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La Santa Piccola selezionato per il Tribeca Film Festival

Grande festa ieri sera, 20 aprile 2022, al cinema Farnese per La Santa piccola, il film di Silvia Brunelli uscito da Biennale College e già vincitore del Riff come Miglior Film Italiano. Festa per il folto pubblico che affollava la sala, malgrado il periodo, ma soprattutto per l’arrivo di una splendida notizia: La Santa Piccola, infatti, è stato selezionato, unico film italiano, al Tribeca Film Festival, evento piuttosto raro per il celeberrimo appuntamento newyorkese con il cinema.

Così le parole dell’invito dal Tribeca: “We were thrilled to discover Blessed Boysamong the submissions and found it to be a bold, insightful and intimate film… Silvia Brunelli’s beautifully written and lovingly crafted film.”

“Siamo sicuramente felicissimi per questa splendida occasione per la quale dobbiamo sicuramente ringraziare Minerva e TVCO per l’appassionato lavoro con il quale sta accompagnando questo film” hanno dichiarato i produttori Valentina Quarantini e Marco Luca Cattaneo (Rain Dogs Production). “Una notizia che ci ha sicuramente emozionate – ha dichiarato la regista Silvia Brunelli parlando a nome proprio e della cosceneggiatrice Francesca Scanu. Venire a sapere proprio stasera – ha proseguito – questa splendida notizia carica l’avvio del tour in sala della Santa piccola di uno splendido ottimismo.”Ricordiamo che La Santa Piccola parte proprio con questa anteprima al Farnese per un tour – in collaborazione con Emera Film -x che attraverserà tutta l’Italia per approdare, ultima cappa la dove è stato girato: a Napoli. Fra le prossime tappe Ragusa, Iglesias, Bologna, Caserta. E poi – dopo uno splendido su e giù per l’Italia Napoli, là dove – a La Sanità – il film è partito.

Realizzato col grant di 150.000€ di Biennale College Cinema, il laboratorio di alta formazione della Biennale di Venezia che sostiene dal 2012 la produzione di opere prime e seconde, il film racconta la storia della fraterna amicizia di Lino e Mario che si incrina quando Mario scopre di provare per Lino qualcosa che va oltre la pura amicizia. Una storia di formazione e identità che si intreccia con l’imprevedibilità della vita all’interno del palcoscenico, a tratti surreale, delle credenze e superstizioni popolari di una Napoli colorata e variopinta. Sullo sfondo un’umanità piccola e delicata prigioniera della propria quotidianità, ancora legata a superstizioni e credenze religiose.

Il film prodotto da Rain Dogs vede l’aiuto sul territorio di Mosaicon Film, Antracine, Nuovo Teatro Sanità e dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.  La distribuzione internazionale è stata affidata a Minerva Pictures Group e TVCO mentre quella italiana sarà curata direttamente dai produttori in collaborazione con Emera film.

Oltre alla partecipazione alla Mostra Internazionale del cinema di Venezia, il film ha vinto come Miglior Lungometraggio Italiano al RIFF- Rome independent film festival e si è aggiudicato il Premio del Pubblico (Fuori dal giro) al Festival del Cinema di Porretta Terme. E’ stato selezionato all’IFFK International Film Festival of Kerala, al Roze Filmdagen Amsterdam LGBTQ+ Film Festival. Sarà, inoltre, fra i selezionati al Pink Apple Film Festival (Aprile 2022)e a all’Italian Film Festival in Scotland (Maggio 2022).

 

La sala Professori, recensione del film tedesco candidato all’Oscar

Una congrega di ansia e odio che aumenta di intensità con il passare del tempo e disattiva gradualmente il pensiero razionale delle persone coinvolte, trasformandosi in una guerra aperta in cui le strategie più sporche e ingannevoli sono all’ordine del giorno. È così che si potrebbe riassumere The Teacher’s Lounge (La sala Professori), film diretto da Ilker Catak, presentato al Festival del Cinema di Berlino 2023 e candidato all’Oscar nella categoria del miglior film internazionale.

Al centro della trama di La sala Professori vi è un incidente scolastico particolare, che mette in scena una complessa e terrificante radiografia sociale, in cui il diritto alla privacy, la responsabilità accademica e la stigmatizzazione sociale vengono passati al microscopio, con una sapiente critica all’idiosincrasia e alle politiche di tolleranza zero prevalenti in Germania.

La sala Professori, la trama: caccia al colpevole

Nella scuola dove Carla insegna matematica ed educazione fisica, gli insegnanti e il personale sono preoccupati. Da qualche tempo si verificano una serie di furti di denaro che non riescono a risolvere e cominciano a diventare paranoici. A modo loro, cercano di convincere gli studenti a collaborare, ma questa richiesta li trasforma in qualche modo in potenziali informatori, cosa che Carla trova eticamente problematica. Ma come risolvere il problema?

Le autorità scolastiche e l’insegnante hanno opinioni diverse sulla situazione. Non esitano a entrare in classe e a chiedere agli studenti di mostrare il contenuto dei loro portafogli, cosa di cui Carla è inorridita. Allo stesso tempo, la scuola deve mantenere un fronte unito e non mostrare alcuna esitazione di fronte a potenziali “ladri”. Come affronteranno la situazione? Ben presto la stessa insegnante inizia a dubitare di tutti, ma se a rubare fossero gli insegnanti o il personale anziché i ragazzi?

Per verificare se ha ragione, Carla (Leonie Benesch) prenderà una decisione difficile. Dopo averlo messo in bella vista nella sala del personale, lascerà il portafoglio con i soldi nella tasca del cappotto e se ne andrà in classe. Farà un’altra cosa, altrettanto o più complicata: lascerà il computer aperto, affinchè la webcam possa riprendere tutto ciò che accade. Quando torna dalla lezione, come sospettava, è stata derubata. Gli indizi a cui risale dalla registrazione della webcam – un braccio, una felpa dal design preciso – le bastano per arrivare a una presunta soluzione e, senza troppi problemi, va ad accusare quella che ritiene essere la diretta interessata: è qui che iniziano i veri problemi.

Un’indagine sul sistema scolastico con ribaltamento di ruoli

La sala Professori immagina una situazione complessa in cui non esistono soluzioni o vie d’uscita facili. Dalla denuncia in poi, le cose si complicheranno ulteriormente in tutta la scuola: è etico riprendere il personale con una webcam all’insaputa di tutti? È possibile accusare qualcuno con avendo un indumento come unica prova? Quali sono le principali conseguenze di questo modo di lavorare con gli studenti e di educarli a un sistema di denuncia?

Ben presto, tutto diventa una sorta di guerra. Da un lato, tra studenti e insegnanti, soprattutto con Carla. Per quanto si sforzi di essere “comprensiva”, peggio la situazione diventa per lei. Dall’altro, tra insegnanti e autorità, che non riescono a trovare un accordo sull’atteggiamento da tenere nei confronti della situazione. Non compaiono né i soldi né i colpevoli e l’accusata non solo assicura che non si tratta di lei, ma si rivolge aggressivamente contro i suoi accusatori, coinvolgendo altre persone. Persone che forse non hanno tanti elementi per gestire la situazione.

Çatak riesce a dare al film un’interessante ambiguità. Non ci sono eroi o cattivi, almeno non in termini assoluti. Ci sono diversi gruppi di persone che adottano atteggiamenti discutibili ma, allo stesso tempo, comprensibili per la loro specifica situazione nell’ecosistema scolastico. I bambini iniziano a ribellarsi all’autorità, gli insegnanti non hanno le idee chiare su cosa fare (e non riescono a mettersi d’accordo tra loro) e quella bella scuoletta che abbiamo visto all’inizio in cui si canta una canzone del “buongiorno” si trasforma in un luogo dove dove botte, spintoni, urla, vetri rotti e minacce aggressive sono all’ordine del giorno.

The Teacher's Kounge, Oskar

L’immagine in tensione di La sala Professori

Con echi di altri film a sfondo scolastico come Essere e avere, L’onda e La classe – Entre les murs, il racconto di The Teacher’s Lounge, che si svolge interamente all’interno dell’edificio scolastico, presenta un’escalation di controversie la cui vittima principale non è tanto l’insegnante accusata o Carla – affiancata contemporaneamente dalla pressione irriverente dei ragazzi e dall’intransigenza dogmatica dei colleghi – ma la verità.

Ilker Catak ambienta il suo nuovo film in una scuola per analizzare nel dettaglio non solo il comportamento dei bambini, ma anche quello degli adulti che li educano. Piano piano, La sala Professori rivela la sua natura di thriller con uno spirito da mitragliatrice, che spara continui dilemmi morali allo spettatore senza dargli il tempo di digerirli. Gli insegnanti si tolgono presto le maschere di cordialità con cui nascondono il loro turpiloquio, la loro profonda mancanza di umanità, il loro egoismo e la loro scarsa capacità di educare gli alunni; i genitori fanno di tutto per ripulire la buona immagine dei figli, anche a costo di negare le loro colpe; i più giovani replicano il comportamento dei più anziani con inquietante cattiveria.

Per questo motivo, Catak opta per una messa in scena di tipo documentaristico che utilizza la camera a mano, i movimenti veloci e i primi piani soffocanti come strumenti per mettere in tensione l’immagine, fino ai titoli di coda, fino a trasformare lo schermo nel più spaventoso degli incubi; fino a trasformare, insomma, la sala cinematografica in una cantina di tortura.